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Quaderni di Città dei Mestieri Lavorare con la Chimica 1 città dei Mestieri di Milano e della Lombardia

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Quaderni di Città dei Mestieri

Lavorare con laChimica

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cittàdei Mestieri

di Milanoe dellaLombardia

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Presentazione

Con la pubblicazione di questo primo quaderno “Lavorare con la Chimica” la Cittàdei Mestieri di Milano conferma il proprio carattere di pragmatismo nel sostegno atutti coloro che sono alla ricerca di informazioni puntuali che permettano un orien-tamento verso il mondo del lavoro. La Provincia di Milano da anni sostiene con con-vinzione la missione di questo organismo che opera a stretto contatto con i servizial cittadino in termini di sostegno all’occupazione che la Provincia eroga. Serviziche saranno ancora più efficienti nella nuova area che sorgerà a Milano, nell’area diVia Soderini, e che al loro interno prevedono la collocazione di un importante Poloper l’orientamento.Vogliamo in questo modo sfruttare al massimo tutte le potenzialità di questa “Cittàdei Mestieri”, così come hanno fatto diverse città europee e italiane, proiettandol’attuale struttura in un vero e proprio “Centro sul futuro del lavoro” considerato al-l’interno delle attività per la promozione e il sostegno all’innovazione. L’obiettivo è quello non solo di aumentare le risorse e gli spazi organizzativi già pre-senti ma di integrare la tipologia e migliorare le modalità di erogazione dei serviziattualmente offerti. E proprio nel novero degli spazi dedicati alle informazioni sul-le professioni ad alto contenuto tecnologico si colloca questo vero e proprio ma-nuale dedicato ai percorsi formativi che portano all’ingresso in un mondo profes-sionale estremamente vario e interessante. Un manuale alla portata di tutti che contribuirà senz’altro a sviluppare l’interesse dellettore verso questo settore tuttora importantissimo nel contesto dell’economia ita-liana ed europea.

Luigi VimercatiAssessore al Lavoro, Attività economiche e Innovazione

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Presentazione

La Città dei Mestieri di Milano, attiva ormai da sei anni, è divenuta col tempo unpunto di riferimento sicuro per chi, (studenti, giovani in cerca di prima occupazio-ne, adulti in fase di ricollocamento), è alla ricerca di orientamento e informazioniper l’elaborazione e la realizzazione dei propri obiettivi professionali. Organizzatasecondo un modello internazionale, – sono ormai venti le Città dei Mestieri funzio-nanti o di prossima apertura in Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Brasile, Guada-lupa, Cile, Mauritius –, è sostenuta nella propria attività da partner diversi (pubbli-ci e privati) e la propria proposta di servizi per il pubblico è caratterizzata da un for-te spirito d’innovazione. Gli utenti, che vi accedono liberamente, possono averecolloqui con consiglieri, consultare una documentazione sempre aggiornata e di-sporre di postazioni multimediali dedicate; workshop e incontri completano l’offer-ta dei servizi, realizzati sempre secondo il criterio di osservare e rispondere al biso-gno dell’utente. La collana “I quaderni di Città dei Mestieri”, realizzata in collaborazione con la Pro-vincia di Milano (partner “storico” di Città dei Mestieri), rappresenta un ulteriorepasso in questa direzione: agili pubblicazioni informative, dedicate a diverse areeprofessionali, in distribuzione gratuita agli utenti di Città dei Mestieri di Milano edei Servizi di Orientamento al Lavoro della Provincia. Grazie alla collaborazione della rete dei partner di Città dei Mestieri, le pubblica-zioni si caratterizzano per attendibilità e completezza, con l’obiettivo di offrire agliutenti la possibilità di acquisire (e conservare) informazioni con valenza orientativasu diversi ambiti lavorativi, con una particolare attenzione agli aspetti più innovati-vi delle professioni. Ci auguriamo che, anche in questa occasione, gli utenti ci confermino che abbiamocentrato il nostro obiettivo.

Alberto MeomartiniPresidente“Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia”

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Introduzione

Non solo petrolchimicaQuando si parla di Chimica pensiamo tutti subito ai grandi poli petrolchimici (adesempio Marghera) ma la realtà è diversa: l’industria chimica è molto articolata e

differenziata e vede coesistere al proprio interno set-tori che vendono soprattutto all’interno del mondochimico (chimica di base e chimica fine), altri cheservono gli altri settori industriali (chimica delle spe-cialità e ausiliaristica) e altri ancora che hanno qualiutilizzatori i consumatori finali (detergenti, cosmeti-ci, farmaceutica).La chimica di base (ad esempio, la petrolchimica ap-punto) vede il prevalere di grandi imprese, vertical-mente integrate e dotate di vasti impianti in grado disfruttare al meglio le economie di scala. In questo set-tore i prodotti tendono ad essere molecole semplici estandardizzate (le cosiddette “commodieties”) e ilfattore di successo principale risiede quindi nella ca-pacità di migliorare i processi produttivi e la distribu-zione per ridurre i costi.Nella chimica fine (un esempio è quello dei principi at-

tivi farmaceutici) le molecole sono più complesse, ma in ogni caso il prodotto è iden-tificato completamente da una formula chimica; i volumi di produzione sono inferio-ri e gli impianti sono spesso polivalenti, utilizzati cioè per la produzione di molecolediverse in momenti diversi. In questo settore è assai rilevante l’attività di ricerca e svi-luppo, soprattutto finalizzata al conseguimento di maggiori qualità ed efficacia delprodotto attraverso innovazioni che riguardano sia il prodotto (cioè una nuova sostan-za) sia il processo, vale a dire un modo nuovo di ottenere una certa sostanza.La chimica delle specialità, ad esempio nelle vernici, vede il prevalere di prodotti (i

cosiddetti “performance che-micals”) che vengono acqui-stati in virtù delle loro funzio-ni e proprietà piuttosto chedella loro formula chimica. Inquesto settore non contanotanto le dimensioni d’impian-to, ma la capacità di offriresoluzioni innovative o perso-nalizzate ai problemi specificidei clienti e assumono quindirilevanza, oltre alla capacitàinnovativa, la vicinanza alcliente e il marketing.

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Chimica vuol dire ricerca e innovazioneElemento comune a tutti i settori dell’industria chimica è la centralità dell’attività diricerca e innovazione. Nella chimica innovare significa soprattutto fare ricerca al

proprio interno, mentre nel resto del-l’industria si traduce principalmentenell’acquisto di impianti innovatividall’esterno. E ciò deriva da una carat-teristica peculiare del settore, perché lachimica è la scienza che studia la mate-ria e il modo in cui cambiarla e quindil’impresa chimica non può limitarsi adacquisire tecnologie dall’esterno, madeve quasi sempre innovare il prodotto,cioè fare ricerca.La chimica, da sempre e sempre di più,

punta sulla ricerca e sull’innovazione e considera quindi che la materia prima piùimportante sono i “cervelli” di chi nella chimica lavora.

Dal petrolio non solo carburante ma anche... magliette!Noi tutti pensiamo di servirci di prodotti chimici solo quan-do al distributore facciamo benzina o, al massimo, quandocompriamo della vernice per imbiancare casa. L’industriachimica invece gioca un ruolo fondamentale per il benesse-re di tutti noi: senza chimica la nostra vita sarebbe diversa,perché la maggior parte dei prodotti che consumiamo e uti-lizziamo quotidianamente – dai vestiti al computer, dai me-dicinali al bagnoschiuma – non potrebbe esistere o non sa-

rebbe accessibile a prezzi contenuti. L’industria chimica è un produttore importantedi beni intermedi (cioè di sostanze e prodotti venduti ad altre imprese) e possiamocapirlo meglio se consideriamo a cosa può servire un barile di petrolio che sia uti-lizzato non per produrre energia ma come materia prima dell’industria chimica.

In questo esempio si possono vedere anche inazione le diverse componenti dell’industriachimica. Infatti, a valle della petrolchimica,per giungere ai vari prodotti finali sono coin-volte tantissime sostanze di chimica fine esuccessivamente prodotti della chimica dellespecialità (come le vernici o gli adesivi).Questo brevissima panoramica sul mondodella chimica ci fa capire quanto questascienza (con le sue applicazioni) sia allo stes-so tempo complessa e affascinante. Ma comesi diventa chimici? Quali “lavori” fa un chi-mico? Quali prospettive di lavoro offre il set-tore della chimica? Le pagine che seguonocercheranno di rispondere a queste domande.

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Il percorso formativo ideale

La scelta del corso di laurea cui iscriversi deve tener conto in primo luogo delle in-clinazioni e degli interessi personali (senza tuttavia trascurare di prendere in consi-derazione quello che accade nel mondo del lavoro, ma ne parleremo più avanti): sesiete attratti dalle discipline scientifiche, se – tra le materie che avete studiato – lamatematica, la fisica, la chimica, le scienze naturali hanno tenuto viva la vostraattenzione e destato la vostra curiosità, potete certamente pensare ad un corso di lau-rea in Chimica.Per accedervi è necessario essere in possesso di un qualsiasi diploma quinquennaledi scuola media superiore. Esistono, tuttavia, scuole superiori con indirizzo di studichimico – nell’ambito dell’istruzione tecnica e dell’istruzione professionale – che ri-lasciano un diploma quinquennale con il quale si può scegliere se entrare subito nelmondo del lavoro ovvero proseguire con studi di livello universitario.

Classi delle lauree di primo livello in ambito chimicoCon la riforma della formazione universitaria, sono stati attivate numerose classi dilaurea di prima livello in ambito chimico:

• Ingegneria industriale (10)• Scienze e tecnologie chimiche (21) • Scienze e tecnologie farmaceutiche (24)

I corsi di laurea attivati all’interno di queste classi hanno durata triennale ed hannol’obiettivo di assicurare un’adeguata padronanza di metodi e contenuti per poteroperare proficuamente nel settore della chimica.Gli studenti, alla fine del triennio, devono:

– possedere un’adeguata conoscenza dei diversi settori della chimica, negli aspetti di base,teorici e sperimentali, in riferimento allo specifico settore scelto;

– essere in grado di utilizzare le metodologie di indagine in relazione ai problemi appli-cativi;

– possedere adeguate competenze e strumenti per la comunicazione e la gestione delleinformazioni.

La formazione generale comprende:– attività formative di base nelle aree delle discipline chimiche, matematiche, fisiche,

informatiche; – attività integrative come lo studio delle lingue straniere e dell’informatica;– attività professionalizzanti mediante insegnamenti specifici e con un tirocinio applicati-

vo, presso aziende, industrie del settore o laboratori di ricerca pubblici e privati, cui ècorrelata la prova finale.

Ogni corso di laurea in base agli specifici obiettivi formativi previsti, forniscecompetenze, conoscenze e abilità specialistiche per determinati ambiti lavorativi.Alcuni corsi, ad esempio, si concentrano maggiormente sugli aspetti della produ-zione, inclusa la logistica, la programmazione, la manutenzione, l’ambiente e la si-curezza, altri invece sugli aspetti legati alla qualità, al controllo e alla ricerca. Que-sta differenziazione dipende molto dai singoli Atenei presso cui sono attivati i cor-

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CORSI UNIVERSITARIClasse delle lauree in “Ingegneria industriale” (10)Politecnico di MILANO (www.polimi.it)“Ingegneria chimica” - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali

Classe delle lauree in “Scienze e tecnologie chimiche” (21)Università degli Studi di MILANO (www.unimi.it)“Chimica” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali“Chimica applicata e ambientale” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali“Chimica Industriale” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturaliUniversità degli Studi di MILANO-BICOCCA (www.unimib.it)“Scienza dei materiali” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali“Scienze e tecnologie chimiche” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturaliUniversità degli Studi di PAVIA (www.unipv.it)“Scienze chimiche” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali“Tecnologie chimiche per l’ambiente e le risorse” - Facoltà di Scienze matematiche,fisiche e naturaliUniversità degli Studi INSUBRIA Varese-Como (www.uninsubria.it; sede di Como)“Chimica e chimica industriale” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali

Classe delle lauree in “Scienze e tecnologie farmaceutiche” (24)Università degli Studi di MILANO (www.unimi.it)“Tecniche erboristiche” - Facoltà di Farmacia“Tossicologia dell’ambiente” - Facoltà di Farmacia (sede di Lodi)Università degli Studi di PAVIA (www.unipv.it)“Informazione scientifica sul farmaco” - Facoltà di Farmacia e Facoltà di Medicinae Chirurgia“Tecniche erboristiche” - Facoltà di Farmacia

Classe delle lauree specialistiche a ciclo unico in “Farmacia e farmacia industriale” (14/S)Università degli Studi di MILANO (www.unimi.it)“Chimica e tecnologia farmaceutiche” - Facoltà di Farmacia“Farmacia” - Facoltà di Farmacia Università degli Studi di PAVIA (www.unipv.it)“Chimica e tecnologia farmaceutiche” - Facoltà di Farmacia“Farmacia” - Facoltà di Farmacia

Classe delle lauree specialistiche in “Ingegneria chimica (27/S)Politecnico di MILANO (www.polimi.it)“Ingegneria chimica” - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali“Ingegneria della prevenzione e della sicurezza nell’industria di processo” - Facoltàdi Ingegneria dei processi industriali

Classe delle lauree specialistiche in “Scienza e ingegneria dei materiali” (61/S)Università degli Studi di MILANO-BICOCCA (www.unimib.it)“Scienza dei materiali” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturaliPolitecnico di MILANO (www.polimi.it)“Ingegneria dei materiali” - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali

si di laurea; ogni Facoltà, infatti, grazie all’autonomia universitaria della RiformaMoratti, ha la possibilità di costruirsi percorsi di studio personalizzati, definendo ipiani degli studi con gli insegnamenti e le corrispondenti attività formative, im-partite in base alle proprie competenze e soprattutto al contesto culturale, econo-mico, sociale e professionale del mondo del lavoro in cui i laureati saranno chia-mati ad operare. Al terzo anno è previsto un periodo di tirocinio, da svolgersi presso aziende ed entipubblici e privati, oppure presso i laboratori di ateneo. Questa esperienza si conclu-de con una relazione scritta relativa all’attività svolta, che costituisce l’elaborato dadiscutere in sede di prova finale per il conseguimento della laurea. La laurea si con-segue con il superamento di un esame finale e l’acquisizione di 180 crediti, suddi-visi nei tre anni di studio.Conseguito il titolo di laurea triennale, lo studente può frequentare un corso di lau-rea specialistica, iscriversi ad un master di primo livello, o frequentare corsi di for-mazione post-base.

Classi delle lauree specialistiche in ambito chimicoConseguito il titolo di laurea triennale, lo studente può frequentare un corso di lau-rea specialistica in una delle seguenti classi:

• Farmacia e farmacia industriale (14/S) • Ingegneria chimica (27/S) • Scienza e ingegneria dei materiali (61/S)• Scienze chimiche (62/S)• Scienze e tecnologie della chimica industriale (81/S)

I corsi di laurea specialistica durano 2 anni, e hanno l’obiettivo di fornire allo stu-dente una conoscenza più approfondita per l’esercizio di attività di elevata qualifi-cazione nell’ambito chimico, fornendo ai laureati una formazione culturale e pro-fessionale avanzata e ampia autonomia nell’ambito del lavoro, che permetta loroun’elevata responsabilità di progetti e strutture.

Corsi post-laureaI corsi di perfezionamento e i master di primo e secondo livello vengono organiz-zati solitamente dai singoli atenei, ma esistono anche scuole specializzate, che ero-gano formazione altamente qualificante nel settore chimico. Questi corsi propongo-no un programma di formazione interdisciplinare che affianca a strumenti e solidecompetenze tecniche, competenze di gestione, promozione e sviluppo dell’innova-zione scientifica e tecnologica.

OFFERTA FORMATIVA A MILANO E LOMBARDIAQui di seguito sono indicati, a titolo esemplificativo, alcuni riferimenti in merito al-le opportunità formative di Milano e Lombardia relative alle professioni del settorechimico.Ricordiamo che presso la Città dei Mestieri e delle Professioni di Milano è possibi-le acquisire ulteriori informazioni e trovare aiuto per definire un percorso profes-sionale, scegliere una formazione o cercare un lavoro.

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Gli scenari della Chimica

Nel mondoIn passato la scena chimica era dominata da grandi imprese che facevano un po’ di tut-to e portavano avanti progetti di ricerca di ampio respiro verificando solo in un secon-

do momento i possibili ambiti applicativi dei propri ritro-vati. Accanto a queste operavano piccole e medie impresemolto focalizzate in specifici segmenti del mercato.Nell’ultimo decennio si è affermata una tendenza generaliz-zata verso la specializzazione che ha fatto venire meno qua-si tutte le grandi imprese diversificate, cioè operanti in mol-

ti (o tutti) i comparti della chimica. La scelta prevalente, non più soltanto delle piccole emedie imprese, è di essere attivi in uno dei quattro comparti fondamentali della chimica(chimica di base, chimica fine e delle specialità, chimica per il consumo, farmaceutica ebiotecnologie) e, quasi sempre, in singoli prodotti all’interno di un comparto.Nei Paesi avanzati i nuovi bisogni tendono ad essere soddisfatti da servizi o da beni ca-ratterizzati da un crescente contenuto immateriale e da un minore contenuto di chimi-ca (si spende molto di più in telefonate che per comprare il telefono cellulare e co-munque il contenuto di chimica di un telefono cellulare è molto inferiore a quello diun’automobile). In questi Paesi ciò si traduce in una minore domanda “fisica” di chi-mica ma ciò non implica necessariamente una diminuzione della domanda di chimica(in termini monetari) nel momento in cui le imprese sono in grado di fornire soluzionitecnologiche e innovative che danno forte valore ai prodotti, anche tradizionali.Nei Paesi emergenti, Cina e India in testa, la domanda “fisica” di chimica sta inve-ce esplodendo: le prime fasi di sviluppo di un’economia richiedono infatti tantissi-ma chimica (si pensi ad infrastrutture, automobili, edilizia, modernizzazione dell’a-gricoltura). In queste stesse aree si sta spostando parte della produzione chimicamondiale, attratta anche dai minori costi della manodopera, e si concentra la mag-gior parte dei nuovi investimenti.È evidente che i Paesi avanzati, e tra essi l’Italia, devono sempre di più innovare e for-nire prodotti sofisticati per non cadere nella trappola di una concorrenza basata solosui costi e sui prezzi di vendita che li vedrebbe forzatamente perdenti di fronte ai Pae-si emergenti. Ciò significa indirizzare gli sforzi verso la ricerca, la qualità dei prodot-ti e l’assistenza al cliente e quindi investire nel proprio capitale umano.

In EuropaLa chimica è l’unico settore innovativo, insiemecon quello dei macchinari, in cui l’Europa mantie-ne ancora la leadership mondiale: con una produ-zione di 586 miliardi di euro rappresenta circa unterzo del totale mondiale.Un modo semplice per cogliere l’importanza dellachimica è di guardare al suo contributo al saldocommerciale europeo che è non solo fondamentale ma anche crescente (35 miliardidi euro per la sola chimica, 60 comprendendo anche la farmaceutica). Godere di un

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Classe delle lauree specialistiche in “Scienze chimiche” (62/S)Università degli Studi di MILANO (www.unimi.it)“Scienze chimiche” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali“Scienze chimiche applicate e ambientali” - Facoltà di Scienze matematiche, fisichee naturaliUniversità degli Studi di MILANO-BICOCCA (www.unimib.it)“Scienze e tecnologie chimiche” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturaliUniversità degli Studi di PAVIA (www.unipv.it)“Chimica” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturaliUniversità degli Studi INSUBRIA Varese-Como (www.uninsubria.it; sede di Como)“Scienze chimiche” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali

Classe delle lauree specialistiche in “Scienze e tecnologie della chimica industriale” (81/S)Università degli Studi di MILANO (www.unimi.it)“Chimica industriale e gestionale” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturaliUniversità degli Studi INSUBRIA Varese-Como (www.uninsubria.it; sede di Como)“Chimica industriale” - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali

MASTER, CORSI DI SPECIALIZZAZIONE E PERFEZIONAMENTOUniversità degli Studi di MILANO (www.unimi.it)“Brevettistica in campo chimico, biotecnologico e farmaceutico” “Chimica dei Materiali Composti e delle Formulazioni Industriali”“Scienza Applicata ai Beni Culturali”Università degli Studi di MILANO-BICOCCA (www.unimib.it) “Gestione e recupero delle risorse ambientali” Università degli Studi di PAVIA (www.unipv.it)“Scienza e tecnologia dei materiali”“Micologia applicata”Politecnico di MILANO (www.polimi.it)“Ingegneria e gestione dei sistemi elettrici di potenza”

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Nella scelta di un corso di studi, – dalla scuola superiore al-l’università –, non è necessario fare riferimento alla distribu-zione geografica delle imprese chimiche: quello che conta in-fatti sono le competenze e le esperienze formative che il corsodi studi è in grado di offrire.

Tutela ambientale e sviluppo sostenibile: nuove frontiereper la ChimicaTra cittadini, imprese e istituzioni (italiane ed europee) si stadiffondendo una sempre maggiore sensibilità ai temi della si-curezza e della tutela ambientale. L’obiettivo è quello di ar-rivare a un modello di Sviluppo Sostenibile, caratterizzato daun’attenzione equilibrata tra le componenti economica, sociale e ambientale.Per le imprese chimiche lo Sviluppo Sostenibile rappresenta una grande sfida dal pun-to di vista non solo finanziario ma anche organizzativo. Le aziende devono infatti per-seguire gli obiettivi di tutela della sicurezza, della salute (dei propri addetti e delle per-sone in generale) e dell’ambiente in ogni loro attività: non solo nel prodotto, ma anchenel processo produttivo e nella fase di distribuzione. Diventa quindi fondamentale adot-tare comportamenti socialmente responsabili e saperli comunicare all’esterno, alle co-munità locali che ospitano sul proprio territorio lo stabilimento chimico e alla genera-lità delle persone. Anche l’area marketing – che si occupa di distribuzione e vendita deiprodotti – deve dunque fare propri i principi della responsabilità sociale. Questo signi-fica coinvolgere tutte le funzioni aziendali per garantire il conseguimento dei risultati,cercando comunque di ridurre al minimo i costi di gestione per evitare perdita di com-petitività nei confronti dei concorrenti.Le aziende chimiche hanno già conseguito nell’ambito della tutela ambientale risultantidi rilievo, con forti riduzioni in tutte le principali emissioni in aria e acqua (nel periodo1989-2004, ad esempio -31% nell’emissione di metalli pesanti nell’acqua e -95% nel-l’emissione si polveri nell’aria) e nel campo della sicurezza e salute dei propri lavorato-ri il settore chimico presenta il minor numero di infortuni dopo il settore petrolifero.

Un altro aspetto di rilievo nell’attività delle aziende chimiche è quello connesso aiconsumi energetici: le imprese chimiche consumano infatti molta energia (ben il20% di tutti i consumi energetici dell’industria). Conseguentemente le aziende com-piono uno sforzo costante per migliorare la propria efficienza energetica e i risulta-ti conseguiti rappresentano da un lato un risparmio e dall’altro un ulteriore contri-buto alla tutela dell’ambiente.

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saldo commerciale attivo significa creare e mantenere tanti postidi lavoro altamente qualificati in Europa.Nonostante le difficoltà di affrontare un mondo in sempre più rapidocambiamento, la chimica ha tutte le carte in regola per continuare agiocare un ruolo importante in Europa perché punta sull’innovazio-ne e sulla qualità dei suoi addetti, elementi tipici dei Paesi avanzati.

In ItaliaIn Italia operano tre tipi di imprese, tutte egualmente importanti: im-prese italiane medio-grandi, piccole e medie imprese (PMI) italiane e imprese estere.Alcune grandi imprese italiane operano nella chimica di base, mantenendo una posi-zione significativa nel loro mercato di riferimento. Accanto a queste cresce l’importan-za di imprese italiane medie e medio-grandi (con vendite mondiali superiori ai 100 mi-lioni di ¤) che spesso detengono la leadership nel proprio segmento a livello europeo e,

a volte, anche mondiale. Generalmente si tratta di imprese spe-cializzate in nicchie di mercato che però offrono una vastissimagamma di prodotti volti a soddisfare ogni esigenza specifica gra-zie alle tecnologie incorporate e all’elevata componente di servi-zio. La necessità di continuare ad espandere in termini geografi-ci i segmenti di mercato da loro serviti ha portato molte di que-ste imprese ad internazionalizzarsi, anche a livello produttivo.

A seguito della diminuzione dell’incidenza della chimica di base si è verificata unacrescita dell’importanza della chimica a valle, settori in cui si concentrano in Italia lePMI. Pur essendo meno conosciute come possibile sbocco professionale, le PMI nonsolo hanno visto incrementare il loro peso sull’occupazione chimica totale, (i chimi-ci occupati nelle PMI, sul totale degli occupati nel settore, sono passati dal 38,63%del 1991 al 47,86% del 2001), ma hanno anche aumentato i loro addetti intermini as-soluti (da 95.500 addetti nel 1991 ai 98.600 del 2001). In particolare, hanno un pesopredominante sull’occupazione nei settori della chimica fine e delle specialità. Le imprese estere svolgono in Italia sia l’attività commerciale, sia quella produtti-va e spesso anche quella di ricerca. Negli ultimi anni, l’importanza di queste im-prese è cresciuta sia a seguito dell’acquisizione di imprese italiane sia perché l’atti-vità realizzata in Italia ha dato vita a un forte flusso di esportazioni.

Dove cercare (e trovare) lavoro come chimicoLo stereotipo di una chimica costituita solo dai grandi impianti della petrolchimicapotrebbe far pensare a una concentrazione produttiva diversa da quella effettiva e,quindi, indirizzare in modo erroneo la propria ricerca di lavoro.I grandi impianti della chimica di base sono certamente molto importanti ma l’oc-cupazione non si concentra solo nei Poli chimici anzi, ancor più che in altri settori,hanno un ruolo di primo piano le regioni del Nord Italia e in particolare la Lombar-dia, grazie soprattutto alla presenza delle medie e piccole imprese.La Lombardia è infatti la seconda regione chimica europea per numero di addetti ela prima per numero di imprese. Si stima che una persona ogni 100 della popola-zione lombarda lavori nell’industria chimica. Questo significa che la nostra Regio-ne, anche in assenza di grandi impianti petrolchimici, offre comunque ai chimicibuone possibilità di inserimento lavorativo.

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Anche la logistica, intesa sia come sistema di trasporto interno all’azienda sia comesistema di raggiungimento del cliente, presenta un’importanza crescente per la com-petitività delle aziende. La logistica consente infatti di ottimizzare i tempi dell’attivitàaziendale, riducendone quindi i costi, e di migliorare la qualità del servizio erogato.Tutela dell’ambiente, efficienza energetica e gestione logistica possono essere “let-te” come alcune delle facce di un’unica impostazione volta a garantire la qualità del-l’attività dell’impresa in ogni sua manifestazione. Naturalmente tutte queste atten-zioni rivolte alla “qualità totale” accompagnano il conseguimento dei migliori stan-dard qualitativi e della massima affidabilità del prodotto stesso. In questa ottica sonosempre più numerose le imprese che ricorrono alla certificazione di qualità che con-sente loro di adottare con forza (e poi mantenere) modelli di gestione avanzata e, altempo stesso, di comunicare all’esterno l’immagine di azienda di qualità.

Per riassumere

Per lavorare nella chimica bisogna sapere che:

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Principali profili professionali

Nelle pagine che seguono sono delineati i profili professionali più significativi conl’intento di far capire cosa fanno concretamente i chimici e quali competenze sianoloro richieste. È importante chiedersi quale figura professionale potrebbe corrispon-dere meglio alle proprie aspirazioni e capacità al fine di costruirsi un percorso for-mativo coerente e orientarsi più facilmente nella ricerca di un’occupazione. I profi-li che proponiamo sono tratti dalle schede sui profili professionalidel settore “Chimica & Farmaceutica” disponibili in libera consul-tazione presso Città dei Mestieri e delle Professioni di Milano eovviamente non esauriscono tutte le possibili figure professio-nali presenti nel mondo della Chimica. Ad esempio, esiste una domanda forte e in crescita di laureati chimici per l’area marke-ting e vendita/assistenza alla clientela. Si tratta di funzioni aziendali con dignità pari aquelle che operano nella produzione e nel laboratorio, sempre più importanti nel proces-so di innovazione che caratterizza l’industria chimica, poiché consentono di conoscere e

approfondire le esigenze della clientela. Per sviluppare strategie di marke-ting e vendere i prodotti chimici è fondamentale una laurea triennale o quin-quennale in Chimica, Chimica Industriale o Ingegneria Chimica; come è in-fatti evidente per un laureato in Economia – che ben conosce il marketing –è quasi impossibile acquisire le indispensabili conoscenze in ambito chimi-co mentre per un laureato in Chimica è certamente più semplice integrare le

proprie competenze con conoscenze d’ordine giuridico, procedurale ed economico. Bisogna poi tenere conto che l’industria chimica assorbe tradizionalmente il 35-40%dei laureati in discipline chimiche. Il restante 65-60% può trovare un’occupazione inaltri settori, – come ad esempio in quelli utilizzatori di chimica, nei servizi (gestioneambientale e degli impianti) e nel settore pubblico (Università, scuole, ASL, ARPA) –,nei quali una laurea in Chimica può risultare frequentemente la “carta vincente”.I profili che seguono offrono però una prima panoramica delle diverse sfaccettaturedel lavoro del chimico e vogliono essere uno stimolo per approfondire la conoscen-za del settore, magari proprio con una visita in Città dei Mestieri e delle Professioni.

DefinizioneIl Chimico è la figura professionale che opera nell’area delle scienze e tecnologiechimiche. Svolge attività qualificate nei laboratori di ricerca, di controllo e di ana-lisi in ambiti industriali ed in enti pubblici e privati, attività nell’ambito della liberaprofessione e attività nel campo commerciale e dell’informazione scientifica.Compiti e principali attivitàLa professione del chimico può essere svolta in differenti ambiti epuò comportare mansioni differenti. Ad esempio, oltre alla gestioneaziendale, il chimico può avere il compito di progettare e sintetiz-zare nuovi prodotti industriali per usi svariati e di seguirne la rea-lizzazione nelle aziende, provvedendo al collaudo e al controllo di

Il chimico

Ø L’industria chimica attraverso un periodo di forti cambiamenti. Di fronte alla concorrenza interna-zionale il futuro dell’industria chimica è strettamente legato, ancor più che in passato, alla capacitàdi proporre nuove sostanze, nuovi prodotti e, più in generale, nuove soluzioni alle esigenze dellaclientela. Solo così infatti è possibile sfuggire a una concorrenza basata esclusivamente sui prezzi checi vedrebbe necessariamente per denti di fronte ai Paesi emergenti.

Ø L’emergere di una crescente sensibilità ai temi della sicurezza e del rispetto ambientale impone al-le imprese un ulteriore sforzo di innovazione volto ad armonizzare gli obiettivi di uno Sviluppo So-stenibile con quelli del mantenimento della competitività. Tale impegno deve tramutarsi in un’op-portunità perché la responsabilità sociale sta diventando sempre di più un fattore di competitività.

Ø Nonostante le difficoltà per queste nuove sfide la chimica, rispetto ad altri settori industriali, offrebuone prospettive occupazionali in aree avanzate quali l’Europa e l’Italia, perché per il suo strettolegame con la scienza punta sempre sulla ricerca e sulla qualità dei suoi addetti.

n la tendenza generalizzata delle aziende chimiche verso la specializzazione comporta innanzituttouna diversa impostazione dell’attività di ricerca, sempre più finalizzata fin da subito a scopi ap-plicativi specifici;

n la crescente pressione competitiva rende le aziende più attente al conseguimento di elevati stan-dard di efficienza e di qualità. Acquisiscono, per esempio, sempre maggiore importanza aree qua-li il controllo qualità, la gestione ambientale e la gestione del cliente;

n l’orizzonte di riferimento, per muovere i primi passi nel mondo del lavoro come chimico, do-vrebbe essere almeno l’Europa;

n tanto per le imprese estere presenti in Italia che per le imprese italiane operanti all’estero è importan-te poter disporre di giovani che abbiano familiarità con la lingua inglese (meglio ancora se approfon-dita con soggiorni all’estero) e che magari conoscano anche una seconda lingua (ad esempio, il tede-sco) e siano disponibili a frequenti viaggi e lunghi trasferimenti all’estero;

n le PMI in Italia garantiscono lavoro alla quota maggioritaria del totale degli addetti chimici (lau-reati e diplomati). È quindi fondamentale tenerle presenti nella propria ricerca di occupazione e nel-la costruzione del proprio percorso formativo;

n per cogliere al meglio le opportunità di lavoro offerte dall’industria chimica potrebbe essere neces-sario trasferirsi in una città diversa da quella di origine. Tuttavia l’eventuale assenza di imprese chi-miche nella propria zona non significa necessariamente l’assenza di opportunità per i giovani chi-mici: esiste infatti (e cresce) una richiesta di chimici anche nei settori che utilizzano le sostanze chi-miche e nella Pubblica Amministrazione (ad esempio, Aziende Sanitarie Locali, Agenzie RegionaliPrevenzione e Ambiente, insegnamento nelle scuole);

n la crescente affermazione del modello dello Sviluppo Sostenibile rappresenta una grandissima op-portunità di lavoro, perché la sua gestione richiede nuove figure professionali qualificate.

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DefinizioneIl Tecnico di laboratorio, all’interno di un gruppo di ricerca, sup-porta il personale di ricerca nell’effettuare analisi e testing di labo-ratorio, sulla base di un programma di lavoro assegnato su base pe-riodica (settimanale/mensile) e assicura lo svolgimento delle atti-vità analitiche nel quadro delle normative vigenti.

Compiti e principali attivitàLa complessità delle funzioni di laboratorio comporta che tra i tecnici esistano delle spe-cificità negli ambiti di intervento e differenze nei livelli di professionalità. Un Tecnicodi laboratorio, ad esempio, nello svolgimento del suo lavoro può limitarsi alla sempliceelaborazione dei dati prima di un’analisi, allo svolgimento dell’analisi stessa. Le attivitàe i compiti che caratterizzano il lavoro del Tecnico di laboratorio sono i seguenti:

• individuazione e l’adozione di metodiche adeguate agli obiettivi da conseguire; • individuazione e messa a punto di nuovi metodi di lavoro; • esecuzione di campionamenti e controlli analitici chimici, chimico-fisici, fisici e micro-

biologici; • controllo e registrazione dei risultati; • comunicazione tempestiva di ogni deviazione dagli standard e collaborazione nella ri-

cerca delle cause con proposta di soluzioni; • esecuzione di interventi di manutenzione ordinaria sulla strumentazione; • esecuzione delle calibrazioni sulla strumentazione.

CompetenzeAl Tecnico di Laboratorio sono necessarie le seguenti competenze tecnico-specialistiche:

• conoscenze di chimica e tecniche analitiche; • conoscenze e capacità di utilizzo di strumentazione aggiornata; • conoscenza della realtà industriale; • utilizzo di pacchetti informatici dedicati per la programmazione del lavoro di ricerca; • competenze di assistenza tecnica; • conoscenza impianti; • conoscenze dei principali processi chimici, chimico-biologici.

Completano il profilo competenze di tipo trasversale quali: • capacità di lavorare in gruppo; • capacità di problem solving; • capacità organizzative e di gestione; • orientamento alla qualità.

Situazione di lavoroAll’interno del laboratorio, il Tecnico assiste e supporta le attività condotte dal gruppodi ricerca curando tutti gli aspetti operativi del laboratorio e contribuendo alla messa apunto di nuovi metodi di preparazione/controllo. In funzione della sua specializzazio-ne effettua le analisi, controlla e registra i risultati in conformità alle procedure. Se inpossesso di una consolidata esperienza il Tecnico di Laboratorio opera con ampia au-tonomia all’interno dei lavori che gli sono affidati dal Responsabile di laboratorio o dalricercatore che lo coordina, nell’ambito di obiettivi prefissati. A certi livelli coordinal’attività di altro personale tecnico. Nello svolgimento del suo lavoro, il Tecnico di La-

Il tecnico di laboratorio di ricercaimpianti chimici di produzione, nonché di impianti di depurazione e disinquina-mento, garantendone la sicurezza. Inoltre il chimico può svolgere perizie tecniche elegali relative a danni ad impianti o a danni ecologici in casi di contenzioso.

CompetenzePer lo svolgimento del proprio lavoro il Chimico deve possedere conoscenze e spe-cifiche riguardanti:

• le metodiche sperimentali per la preparazione e la caratterizzazione di sistemi chimicianche complessi;

• le metodiche per la raccolta e l’analisi dei dati;• i sistemi informatici per la gestione e la elaborazione dati;• le strumentazioni scientifiche per indagini analitiche e strutturali.

Il laureato in Chimica ha le conoscenze di base sul controllo di qualità e sulla sicu-rezza dei laboratori e degli ambienti di lavoro in genere. Usa la lingua inglese nel-l’ambito delle attività e dei rapporti professionali. Il Chimico, inoltre, deve posse-dere competenze e abilità trasferibili relative alla:

• capacità di analisi e di sintesi;• capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia;• gestione temporale del lavoro;• redazione e presentazione dei risultati delle ricerche sperimentali;• utilizzo di PC e dei pacchetti più comuni di software;• effettuazione di ricerche bibliografiche anche con l’ausilio di banche dati e di reti infor-

matiche.

Situazione di lavoroIl chimico può trovare impiego presso aziende private chimiche e petrolchimiche,chimicofarmaceutiche, cosmetiche, alimentari, di materie plastiche, coloranti, de-tersivi, colle od operanti in campo ambientale. In ambito pubblico, i chimici posso-no lavorare presso uffici tecnici ed ecologici di enti locali, nei laboratori delle do-gane, in quelli provinciali di igiene e profilassi e di analisi chimicocliniche o in ser-vizi di prevenzione degli infortuni sul lavoro (D.L. 626/94). La libera professione ègeneralmente svolta presso laboratori di analisi e controllo di qualità o come con-sulente per progettazione, gestione impianti, pratiche autorizzative in campo am-bientale e analisi dei rischi nonché con incarichi presso i tribunali.

Percorsi formativiIl titolo di studio richiesto per la professione del Chimico è una laurea triennale in unadelle seguenti classi: classe 21 Scienze e tecnologie chimiche, classe 24 Scienze e tecno-logie farmaceutiche; per poi eventualmente proseguire con una laurea specialistica in:classe 62/S Scienze chimiche, classe 81/S Scienze e tecnologie della chimica industriale.L’esercizio della libera professione di Chimico è subordinata al superamento dell’e-same di Stato e alla successiva iscrizione all’albo professionale; ciò può non essererichiesto per impieghi in aziende private. Nell’albo professionale dell’Ordine deiChimici sono istituite la sezione A e B: agli iscritti nella prima spetta il titolo pro-fessionale di chimico, a quelli della seconda il titolo professionale di chimico iunior.Per l’ammissione all’esame di Stato della sezione A è richiesto il possesso della lau-rea specialistica, mentre per l’ammissione all’esame di Stato della sezione B è ri-chiesto il possesso della laurea triennale.

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boratorio interagisce autonomamente con altri laboratori/unità. Normalmente riportaautonomamente per iscritto i risultati del proprio lavoro. All’interno dei laboratori diricerca farmaceutici, in particolare, operano tecnici chimici specializzati in una gam-ma di specificità che caratterizzano le diverse fasi della ricerca. Dalla sintesi di labo-ratorio alla sintesi su impianti pilota e alla sperimentazione sul l’animale (ricerca pre-clinica). Questo, soprattutto nel caso della ricerca farmaceutica. La sperimentazioneclinica su pazienti è curata da medici, spesso specializzati nella patologia per quale èstato ipotizzato il prodotto farmaceutico. Acquisiti i dati della sperimentazione, la ri-cerca rientra in laboratorio dove il prodotto viene sintetizzato per la produzione. Neilaboratori di chimica fine e di specialità la ricerca è piuttosto mirata a migliorare il ci-clo produttivo per renderlo meno costoso e allo stesso tempo consentire un minore im-patto ambientale. Il percorso professionale di un Tecnico di laboratorio può evolvereverso quello di Specialista di Laboratorio, Supervisore di area di laboratorio, Tecnicodi laboratorio di produzione quality assurance, Responsabile di impianto produttivo.

Percorsi formativiIl Tecnico di Laboratorio di norma possiede il titolo di Tecnico di Laboratorio chi-mico, chimico-farmaceutico o biologico.

DefinizioneIl Responsabile di Quality Assurance è una figura professionaleparticolarmente significativa nelle industrie chimico-farmaceuti-che in quanto le norme di buona fabbricazione prevedono che iltitolare di una autorizzazione alla fabbricazione di medicinali di-sponga di un sistema di assicurazione della qualità. Il Responsa-bile di Quality Assurance è la figura aziendale chiamata a coor-dinare i Servizi e le Direzioni coinvolte nella fabbricazione al fine di assicurare cheil sistema di quality assurance sia efficiente, controllato e documentato.

Compiti e principali attivitàI principali compiti e attività del Responsabile Quality Assurance consistono nel ve-rificare che:

• i medicinali siano progettati e sviluppati secondo le modalità che rispettino le Norme diBuona Fabbricazione e delle Buone Pratiche di Laboratorio;

• le operazioni di produzione e controllo siano chiaramente specificate e siano adottatele NBF;

• siano specificate le responsabilità della dirigenza; • si prendano accordi relativi alla fabbricazione, alla fornitura e all’impiego delle materie

prime e dei materiali di confezionamento più appropriati; • siano eseguiti tutti i necessari controlli sui prodotti semilavorati, durante il processo pro-

duttivo e le convalide; • il medicinale finito sia prodotto e controllato correttamente, conformemente a procedu-

re definite; • le procedure di ispezione interne siano correttamente applicate; • tutte le operazioni di controllo, fabbricazione e sviluppo siano opportunamente docu-

mentate.

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CompetenzeIl Responsabile di Quality Assurance deve possedere competenze di tipo tecnico emanageriale che gli consentano di verificare l’esecuzione delle procedure di conva-lida dei processi produttivi, dell’ambiente e del personale e approvare i relativi pro-tocolli di convalida. Dalla responsabilità primaria di questa figura professionale cheè quella di coordinare e collaborare con le infrastrutture e i servizi coinvolti nellaproduzione si evince che competenze e capacità necessarie al ruolo sono:

• capacità di analisi e sintesi; • capacità di coordinamento e gestione delle risorse umane; • capacità di muoversi trasversalmente nei vari ambiti aziendali; • capacità di lavorare in gruppo.

Situazione di lavoroNello svolgere le sue attività il Responsabile di Quality Assurance coordina i ser-vizi e le direzioni coinvolte nella fabbricazione al fine di assicurare un sistema ef-ficiente, controllato e documentato. Il Responsabile di Quality Assurance non en-tra nel merito ma si limita a verificare che quella procedura soddisfi i requisiti ri-chiesti dalla normativa. Il Responsabile di Quality Assurance verifica inoltre che laproduzione o le analisi affidate a terzi siano realizzate nel rispetto di standard de-finiti e che siano state chiaramente definite le responsabilità del mandante e quel-le di chi produce o analizza, quindi definisce correttamente, controlla e approva il"contratto di Produzione e Analisi", al fine di evitare fraintendimenti che potreb-bero portare ad un prodotto o a un lavoro di qualità insoddisfacente. Approva e ga-rantisce l’aggiornamento delle linee guida necessarie per assicurare che il sistemaqualità sia efficiente, controllato e documentato (valutazione periodica della qua-lità, verifiche ispettive, validation policy, linee guida per la manutenzione preven-tiva, ecc.). Nell’ambito della gestione dei reclami indica le misure correttive daadottare e informa le funzioni operative interessate. Approva i protocolli di conva-lida dei processi produttivi, in particolare per quelli dei prodotti in fase di svilup-po (trasferimento di tecnologia), compresi i protocolli di qualificazione macchi-ne/impianti interessati al processo, i protocolli vengono poi trasmessi alle funzionioperative per la loro esecuzione. Approva i programmi di formazione e ne delegal’attuazione. Generalmente l’assicurazione della qualità in azienda è affidata ad una struttura de-dicata. È il Responsabile di Quality Assurance che giustifica che il lotto prodotto ab-bia i requisiti richiesti per poter essere immesso sul mercato, verificando che ci sia-no tutti i documenti, che tutti i risultati siano conformi alle specifiche e che non visiano deviazioni che impattano sulla qualità richiesta. Sempre nell’ambito del Quality Assurance c’è la gestione dei reclami e delle ispe-zioni: interne, ai fornitori e ai terzisti. Le attività del Responsabile di Quality Assurance non sono esclusivamente legate almanifacturing. Oltre alle Norme di Buona Fabbricazione, il sistema qualità assicu-ra (secondo i casi) l’osservanza delle Buone Pratiche di Laboratorio e del le BuonePratiche Cliniche.Il Responsabile di Quality Assurance, infine, opera trasversalmente e in collabora-zione con la Produzione, l’Ingegneria, i Laboratori.

Il responsabile di Quality Assurance

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CompetenzePer lo svolgimento del proprio lavoro il Gestore di impianti deve possedere cono-scenze e competenze nei seguenti ambiti:

• impianto, prodotti, materie prime, processo, cicli; • problematiche e metodiche di controllo qualità; • normative in materia di sicurezza e di protezione ambientale; • elementi di chimica e di meccanica; • sistemi di regolazione; • linguaggi informatici; • norme e procedure di sicurezza per la gestione degli impianti; • capacità gestionali e relazionali.

In questo ambito professionale perdono di importanza le capacità manuali a vantaggiodi caratteristiche e attitudini quali: attenzione, memoria, concentrazione e precisione.

Situazione di lavoroIl Gestore di impianti nell’espletare le sue funzioni ha un grado di autonomia deci-sionale elevato sia pure nell’ambito di un codice operativo di riferimento. Normal-mente il conduttore si relaziona al capo turno che ha la responsabilità impiantistica eoperativa del turno. Il contenuto del lavoro e il grado di specializzazione variano inconsiderazione della complessità dell’impianto da tenere sotto controllo. Il lavoro insala quadri viene valutato sulla base delle capacità di intervento tempestivo dell’ope-ratore che deve essere in grado di prevenire eventuali irregolarità di funzionamento.Negli impianti complessi il Gestore è responsabile di più unità organizzative com-plesse garantendo, in attuazione delle politiche aziendali e coordinando l’attività deicapo reparto, i livelli produttivi-qualitativi richiesti, con riferimento anche alle nor-me di buona fabbricazione, ottimizzando rese e risorse. Il Gestore partecipa alla de-finizione dei parametri di efficienza della propria attività attivando successivamen-te i meccanismi di controllo. Inoltre assicura l’applicazione delle norme e delle pro-cedure interne e di quelle dettate dai dispositivi legislativi. Persegue, infine, ilmiglioramento e l’ottimizzazione del processo produttivo coordinando l’attività dimodifica degli impianti, nonché la programmazione dell’attività di manutenzione. Il percorso professionale di un conduttore di impianti, in genere, va verso il profilodel Capo turno impianto.

Percorsi formativiIl titolo di studio richiesto al conduttore di impianti è prevalentemente quello di pe-rito chimico, seguito da quello di perito elettronico o perito industriale. Normal-mente le aziende chimiche organizzano per i neo-assunti dei corsi di formazione perconsentire un rapido inserimento in azienda.

DefinizioneIl Tecnico di laboratorio chimico è un operatore di laboratorio di livello intermedio,in grado di effettuare correttamente sintesi ed analisi di campioni di ogni tipo, dal-l’acqua, aria, terra o scarichi industriali, a prodotti alimentari, cosmetici e farma-ceutici al fine di determinarne, tramite parametri chimici e fisici, la presenza di so-stanze inquinanti o nocive.

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Percorsi formativiIl Responsabile di Quality Assurance è di norma un laureato in discipline scientifichepreferibilmente Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Chimica, Farmacia, Scienzebiologiche. Per la posizione di accesso al ruolo Quality Assurance o Quality Com-pliance vengono assunti neolaureati con almeno un anno di esperienza. Per formare ilQuality Assurance Manager, le multinazionali praticano la job rotation su più settoriaziendali per congruo numero di anni e una volta acquisite le competenze tecniche esoprattutto la capacità di coordinamento tra i diversi servizi aziendali, il manager vie-ne promosso al ruolo di Responsabile di Quality Assurance. Le aziende nazionali, alcontrario privilegiano la specializzazione e tendono a mantenere nella stessa posizio-ne il neo-assunto facendolo crescere professionalmente in una specialità aziendale ela progressione in carriera è data dalla disponibilità della posizione superiore.Il percorso universitario ideale prevede una laurea triennale in: classe 12 Scienzebiologiche, classe 21 Scienze e tecnologie chimiche, classe 24 Scienze e tecnologiefarmaceutiche; per poi eventualmente proseguire con una laurea specialistica in:classe 6/S Biologia, classe 14/S Farmacia e farmacia industriale, ad indirizzo chi-mica e tecnologie farmaceutiche, classe 62/S Scienze chimiche, classe 81/S Scienzee tecnologie della chimica industriale.

DefinizioneIl Gestore di impianti è la figura professionale che all’interno di una industria chimi-ca assicura il livello di efficienza e la disponibilità degli impianti necessari per con-sentire il raggiungimento degli obiettivi in termini di volume produttivo, di costo diproduzione, di livello qualitativo, di sicurezza del lavoro e di protezione ambientale.

Compiti e principali attivitàIl Gestore di impianti opera alle dirette dipendenze del Re-sponsabile in Turno, al quale riferisce per ogni situazione edal quale prende disposizioni per ogni operazione che sia di-versa dagli standard del processo. Le aree di lavoro presidia-te dal gestore di impianti sono: sala produzione e impiantoesterno, parco serbatoi materie prime, prodotti finiti, ricevi-mento merci, spedizione prodotti, energie, impianti, ecologia(aria, acqua, rifiuti). In relazione alle specificità del ciclo dilavoro le attività e i compiti principali del gestore di impiantiriguardano:

• presidio dell’andamento delle fasi di produzione; • preparazione delle cariche, effettuazione delle aggiunte e trasferimenti di materie prime

e prodotti; • analisi diretta o tramite il laboratorio, per le diverse fasi del ciclo, dei parametri del pro-

dotto in lavorazione; • gestione degli impianti ausiliari quali la raccolta e il trattamento acque, caldaia, post-

combustore, ecc.;• gestione appropriata dei rifiuti; • diagnosi e riparazione guasti e anomalie di funzionamento dell’impianto; • assistenza ai meccanici e controllo del personale esterno di manutenzione.

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Il tecnico di laboratorio chimico

Il gestore di impianti

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Alcuni settori della Chimica

1. Chimica di baseIl settoreI prodotti della chimica di base sono i costituenti fondamentali di quasi tutti gli altriprodotti chimici. In altre parole il settore ha quali clienti tutti i settori della chimica avalle. All’interno della chimica di base si distinguono tre grandi gruppi merceologici:§ la chimica organica, i cui impianti stanno immediatamente a valle della raffineria e le

cui produzioni comprendono i principali “building blocks” della petrolchimica, vale adire olefine e aromatici;

§ la chimica inorganica, i cui prodotti più importanti sono il cloro-soda e l’acido solforico;§ i tensioattivi e le materie prime per la detergenza.

Le impreseLa gran parte dei prodotti della chimica di base sono “commodities” ossia prodottiindifferenziati (cioè del tutto simili tra i diversi produttori), a specifica (cioè com-pletamente caratterizzati ad una formula chimica), venduti in grandissime quantità.Conseguentemente il fattore di successo principale per le imprese del settore risie-de nella capacità di ridurre al minimo i costi di produzione e di offrire il prodotto adun prezzo altamente concorrenziale. Questo risultato si consegue, tra l’altro, sfrut-tando le economie di scala derivanti dalle dimensioni d’impianto.In questa logica negli ultimi vent’anni l’industria della chimica di base italianaha subito, analogamente a quella degli altri Paesi europei, una profonda trasfor-mazione che ha ridotto il numero delle imprese a pochi grandissimi produttoriche detengono importanti quote di mercato e dispongono di tecnologie d’avan-guardia.

2. Materie plasticheIl settoreIl settore delle imprese produttrici di materie plastiche è uno dei settori più impor-tanti dell’industria chimica e si colloca all’inizio della filiera della plastica; il setto-re “cliente” è quindi quello delle aziende che trasformano le materie plastiche. Al-l’interno delle materie plastiche si trovano:

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Compiti e principali attivitàLa professione di Tecnico di laboratorio chimico può essere svolta in differenti am-biti e può comportare mansioni differenti. Deve essere in grado di eseguire autono-mamente e con competenza le attività inerenti all’analisi di materie prime, semila-vorati e prodotti finiti delle chimica, analisi chimiche e misurazioni fisiche nonchérealizzare sintesi su scala di laboratorio, documentandone i relativi risultati.

CompetenzePer lo svolgimento del proprio lavoro il Tecnico di laboratorio chimico deve posse-dere conoscenze e specifiche riguardanti:

• le metodiche delle tecniche analitiche e di laboratorio;• le metodiche per la raccolta e l’analisi dei dati;• i sistemi informatici per la gestione e la elaborazione dati;• le strumentazioni scientifiche per indagini analitiche e strutturali.

Situazione di lavoroIl Tecnico di laboratorio chimico può lavorarepresso laboratori di controllo ambientale o di ana-lisi chimicocliniche. Il tecnico di laboratorio chi-mico può anche essere occupato presso laboratoridi analisi con compiti di controllo nei settori chi-mico, merceologico, biochimico, microbiologico,farmaceutico, cosmetico, ecologico e dell’igieneambientale, oppure presso industrie chimiche ebiotecnologiche con compiti di cooperazione alla conduzione e al controllo. La pro-fessione paramedica di tecnico di laboratorio chimico-clinico consiste sostanzial-mente in analisi su campioni biologici (sangue, urine, tessuti, ecc.).

Percorsi formativiSebbene sia possibile accedere alla professione di Tecnico di laboratorio chimicocon un diploma di maturità in istituti tecnico-scientifici, è comunque preferibile ac-quisire una maggior preparazione con un corso di laurea triennale in: classe 20Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali, classe 21 Scienze e tecno-logie chimiche, classe 24 Scienze e tecnologie farmaceutiche.

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Le opportunità di lavoroNel settore della chimica di base sono centrali la gestione degli impianti e della produzio-ne. In queste aree esistono sbocchi lavorativi interessanti per i laureati sia in Chimica (so-prattutto Chimica industriale) sia in Ingegneria Chimica. I laureati in Chimica e Chimicaindustriale possono inoltre trovare impiego nei laboratori di ricerca e sviluppo applicativo,anche se il numero di assunzioni è assai meno significativo. Data la grandezza e la com-plessità degli impianti, il settore attribuisce una notevole importanza ai temi della sicurez-za e del rispetto ambientale. Ciò si tramuta in ulteriori opportunità di lavoro per i laureatiin Chimica e Chimica industriale.Per saperne di più: http://assobase.federchimica.it (Assobase è l’associazione delle im-prese della chimica di base che rappresenta 48 imprese, prevalentemente multinazionali,operanti in Italia).

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4. Principi attivi e intermedi per l’industria farmaceuticaIl settoreI prodotti di questo settore dell’industria chimica sono i costituenti principali delleformulazioni farmaceutiche per uso umano o animale e devono quindi rispondere alivelli di qualità e affidabilità tra i più alti nell’industria chimica.Nel settore dei principi attivi farmaceutici l’Italia ancor oggi mantiene una posizio-ne di leadership a livello mondiale: un giro di affari (2003) di 3 miliardi di euro, conl’85% della produzione esportata in più di 90 Paesi.

Le impreseLe imprese di questo settore sono in genere di medie dimensioni, con un numero di ad-detti variabile da meno di 100 ad alcune centinaia per le aziende più significative. Al-cune fanno parte di grandi multinazionali e altre di realtà farmaceutiche prevalente-mente nazionali ma non mancano imprese “indipendenti”. Il mercato di riferimento èquello mondiale e il livello di competizione è quindi molto elevato, data anche la pre-senza di realtà emergenti (in particolare India e Cina) che adottano strategie aggressi-ve e beneficiano dell’abbondanza di manodopera altamente qualificata e a basso costo.Gli impianti tipici per la produzione di principi attivi farmaceutici sono polivalenti, os-sia utilizzabili per la produzione di sostanze diverse, operanti quasi sempre su turno di24 ore, 5 giorni su 7 (quando non addirittura 7 su 7!). Geograficamente, gli impianti so-no localizzati prevalentemente nell’Italia settentrionale (in particolare in Lombardia).

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§ resine e sistemi termoplastici, formati col calore ma non modificati nella struttura equindi tali da poter essere rimodellati usando il calore;

§ resine e sistemi termoindurenti, formati col calore che ne modifica irreversibilmente lastruttura chimica impedendo che siano rimodellati;

§ materiali avanzati;§ compounds (composti) e ausiliari per materie plastiche.

Le impreseIn questo settore troviamo imprese multinazionali, grandi industrie nazionali e impre-se di dimensioni più ridotte produttrici di resine. Per queste imprese, poiché i loro pro-dotti sono largamente indifferenziati, è fondamentale ridurre i costi unitari mediantel’impiego di grandi impianti caratterizzati da forti economie di scala. Negli ultimivent’anni si è assistito a livello europeo ad una forte concentrazione industriale con ri-duzione del numero di operatori, che si sono ingranditi e specializzati. Attualmente nonesistono più imprese con un’ampia varietà di prodotti, ma ciascuna impresa ha preferi-to specializzarsi su un particolare tipo di resina per poi competere su scala mondiale.

3. Chimica fine e specialitàIl settoreSettore molto articolato, uno dei più importanti dell’industria chimica italiana conun fatturato (2003) di circa 4,7 miliardi di euro, comprende la produzione di:§ intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine;§ additivi e ausiliari per l’industria tessile, cartaria, conciaria e per il trattamento delle acque;§ additivi e ausiliari per materie plastiche, elastomeri, coating;§ materie prime per l’industria cosmetica e additivi per l’industria cosmetica e farmaceutica;§ additivi e ausiliari per la detergenza, per la polimerizzazione e tensioattivi.

Settore molto attivo per l’alto livello di specializzazione delle imprese, la chimica finee delle specialità italiana rappresenta l’asse più importante del “made in Italy”, fornen-do innovative soluzioni tecnologiche e applicative alle aziende produttrici di manufatti.Le impreseIl settore è caratterizzato dalla presenza di imprese multinazionali e nazionali di me-dia/grande dimensione ma sono presenti anche realtà di piccole dimensioni. Esiste unforte legame tra le imprese e i loro mercati di sbocco più importanti. Con l’andar deltempo si sono formate vere e proprie aree industriali ad alta caratterizzazione, all’in-terno delle quali operano aziende attive in ogni segmento della filiera: pensiamo adesempio alle molte imprese fornitrici di additivi e ausiliari per l’industria conciaria pre-senti nei tre distretti italiani del cuoio di Arzignano (VI), S. Croce (PI) e Solfora (AV).

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Le opportunità di lavoroIl settore conta più di 50 mila addetti, con un’alta percentuale di diplomati (solo il 19% deltotale sono laureati e di questi il 60% laureati chimici). Possibilità di impiego si trovano in-nanzitutto nelle attività di ricerca e innovazione e in tale ambito è fondamentale che i gio-vani chimici sappiano orientare le proprie capacità di fare ricerca alla finalità applicativa.Data la complessità degli impianti e il prevalere di attività di sintesi, i chimici hanno una rile-vanza decisiva anche nell’area della produzione (con particolare attenzione al processo più cheal prodotto). Ma c’è spazio per i chimici anche nel marketing e nelle vendite: l’importanza at-tribuita al servizio al cliente e alla capacità di ascoltare e soddisfare le sue esigenze rendononecessaria, anche in queste aree, di personale dotato di competenze tecniche e scientifiche.Per saperne di più: http://aispec.federchimica.it (Aispec è l’associazione nazionale delleimprese di chimica fine e settori specialistici).

Le opportunità di lavoroIl settore occupa circa 14 mila addetti, con un’alta percentuale di diplomati (circa il 40%;i laureati rappresentano mediamente il 15-20% degli addetti). Possibilità di impiego si tro-vano in tutte le aree aziendali; per i laureati chimici c’è particolare spazio nell’area di Ri-cerca & Sviluppo, dove l’attenzione si rivolge principalmente all’individuazione della mo-dalità ottimale di sintetizzare una certa molecola chimica e ciò richiede competenze scien-tifiche e tecnologiche di alto livello.I chimici sono intensamente impiegati anche nella produzione perché è necessaria mano-dopera qualificata per gestire sofisticati impianti multiuso. Il fortissimo orientamento all’export, in particolare verso il mercato americano, rende in-dispensabile la conoscenza dell’inglese.Per saperne di più: http://aschimfarma.federchimica.it (Aschimfarma è l’associazione na-zionale delle produttori di principi e attivi per l’industria farmaceutica).

Le opportunità di lavoroI laureati in discipline chimiche hanno le maggiori possibilità di impiego nella gestione de-gli impianti e nella produzione. D’altro canto esistono opportunità per i laureati chimici nelle aree di ricerca e sviluppo (an-che se presentano un numero di addetti ridotto). Un ulteriore ambito è quello dei servizi ap-plicativi: le imprese del settore forniscono alla clientela un servizio di assistenza per la mes-sa a punto dei materiali sulla base delle specifiche esigenze applicative; queste mansioni, èevidente, necessitano di profonde competenze chimiche.Per saperne di più: http://plasticseuropeitalia.federchimica.it (PlasticsEurpe Italia è l’as-sociazione nazionale delle imprese produttrici di materie plastiche).

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li, presenti in Italia anche con impianti produttivi, coprono circa il 60% della pro-duzione totale.Per quanto riguarda i prodotti di largo consumo, il mercato di riferimento è quelloeuropeo e il settore presenta un importante attivo del saldo commerciale che rivelala competitività delle produzioni italiane. Non è raro il caso in cui prodotti concepi-ti in Italia per il mercato locale – molto esigente e caratterizzato da una varietà diprodotti – vengano poi introdotti con successo anche sui mercati esteri.Geograficamente gli impianti sono dislocati nell’Italia centro-settentrionale e nellostesso impianto sono spesso concentrate diverse tipologie di prodotti, alcuni deiquali registrati come Presidi Medico-Chirurgici.

7. CosmeticiIl settoreQuesto settore fa parte della cosiddetta chimica per il consumo, ossia offre prodottidestinati direttamente al consumatore finale. Questo aspetto è molto importante inquanto comporta logiche competitive in parte diverse da quelle proprie dei settori del-la chimica di base e della chimica fine che hanno come clienti altri settori industriali.Il mercato italiano rappresenta il terzo mercato in Europa e le imprese italiane sod-disfano ben l’80% della domanda interna (con un fatturato complessivo nel 2003 dioltre 7,1 miliardi di euro). Sul fronte delle esportazioni, la produzione italiana ha sa-puto competere grazie anche alla capacità di diversificazione del prodotto e al li-vello di servizio, affermando quelle qualità che fanno del prodotto made in Italy unplus per i consumatori.

Le impreseIn questo comparto vediamo la presenza di unità produttive delle grandi mul-tinazionali del settore ma anche di un elevato numero di piccole e medie impre-se italiane; tuttavia le imprese di grandi dimensioni concentrano complessi-vamente più del 50% della produzione. All’interno del settore, operano sia im-prese produttrici che imprese esclusivamente dedicate alla distribuzione deicosmetici; ad eccezione delle multinazionali ogni azienda possiede un’unica unitàproduttiva.Le imprese si trovano prevalentemente nell’Italia centro-settentrionale, con alteconcentrazioni in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

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5. Adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e verniciIl settoreQuesto settore rappresenta un comparto significativo dell’industria chimica, sia intermini di presenza di imprese (circa 1200 con un fatturato pari a 3,5 miliardi di eu-ro) sia con riferimento alle quantità prodotte.I principali campi di applicazione di questi prodotti sono rappresentati da edilizia,industria dei mezzi di trasporto, filiera del legno (mobili, serramenti), industria car-taria e cartotecnica, industria metalmeccanica e dei manufatti in plastica, industriagrafica, rivendita diretta (fai da te, hobbistica).

Le impreseIl settore è caratterizzato da una forte frammentazione produttiva, data la presenza di nu-merossime imprese di dimensione medio-piccola; imprese multinazionali e alcune im-prese nazionali di maggior dimensione completano il quadro imprenditoriale del settore.Le caratteristiche tecnologiche delle imprese sono del tutto assimilabili a quelle pro-prie dell’impresa italiana media: flessibilità, innovazione, adattabilità, attenzione aiprocessi produttivi e alle esigenze del cliente.Negli ultimi anni le imprese del settore, in particolare quelle del comparto vernici,hanno sperimentato una significativa crescita delle esportazioni e un saldo attivo ne-gli scambi con l’estero.

6. Prodotti per la casaIl settoreNell’ambito dei prodotti per la casa si distinguono 2 grandi categorie: da un lato sa-poni e detergenti e dall’altro i prodotti per la manutenzione della casa e i biocidi (di-sinfettanti ambientali e insetticidi). Il fatturato complessivo di saponi e detergentisupera i 2 miliardi di euro e il nostro Paese è uno dei maggiori produttori e consu-matori di saponi da bucato della UE. Per quel che riguarda la manutenzione dellacasa (fatturato intorno al miliardo di euro) le aziende producono e commercializza-no prodotti per la pulizia delle superfici, lucidanti per pavimenti e deodoranti men-tre il comparto biocidi comprende disinfettanti ambientali e insetticidi, prodotti cheassumono un ruolo sempre più importante per l’igiene e la tutela della salute.

Le impreseIl settore è caratterizzato dalla presenza di imprese multinazionali, note al grandepubblico e numerose piccole e medie imprese italiane. Le 6 maggiori multinaziona-

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Le opportunità di lavoroSu un totale che supera le 13 mila unità, i laureati rappresentano circa il 15% e i diploma-ti il 35%. Rispetto ad altri settori del comparto chimico, l’incidenza di laureati in Chimicarisulta inferiore.Questi ultimi possono comunque trovare impiego soprattutto nei laboratori e lavorano al-la costante ricerca di nuovi formulati ma hanno buone opportunità anche nelle aree delcontrollo qualità e del controllo di impatto ambientale. Gli ingegneri chimici invece operano prevalentemente negli impianti di produzione; dopoaver individuato nuove formulazioni è infatti necessario progettare gli impianti in manie-ra ottimale.Per saperne di più: http://assocasa.federchimica.it (Assocasa è l’associazione dei produt-tori di beni per la pulizia e l’igiene della casa).Le opportunità di lavoro

Il settore presenta possibilità di impiego, per i chimici, nell’area del controllo materie pri-me e prodotti finiti, in quella della formulazione (laboratorio) e nell’ambito della gestionedegli impianti di produzione. Anche nei servizi post-vendita e nell’attività di assistenzaclienti vi sono buone possibilità di occupazione.Da non sottovalutare poi l’enorme bacino rappresentato dalle imprese utilizzatrici di ade-sivi, inchiostri e vernici, ove in molti casi è richiesta una competenza specifica nelle fun-zioni di acquisto di tali prodotti, destinati ad essere impiegati nei cicli di produzione dei di-versi manufatti. Per saperne di più: [email protected] (AVISA è l’associazione nazionale delle pro-duttori di adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernici).

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Lavorare nella Chimica

Un’occupazione di qualità...L’industria chimica in Italia impiega complessivamente – includendo anche il setto-re farmaceutico – circa 206.000 addetti (dati 2004, fonte Federchimica). Il contestomutevole e competitivo in cui operano le aziende richiede responsabilità e autono-mia decisionale nelle diverse aree funzionali; tende ad aumentare, di conseguenza,il peso di direttivi e quadri.

Cambiamenti nella struttura dell’occupazione chimica in Italia (%)

1996 2004

Direttivi e quadri 23,2 27,6Impiegati 31,8 29,2Operai 45,0 43,2

(Nota: chimica e farmaceutica. Fonte: Federchimica)

Come abbiamo avuto modo di segnalare nelle pagine precedenti, sono propri dell’in-dustria chimica importanti investimenti di risorse (umane e finanziarie) nell’attività diricerca. Da ciò deriva che, rispetto agli altri settori industriali, la chimica si caratteriz-za per la qualità elevata della propria forza lavoro. Lo dimostra la presenza quattrovolte maggiore di laureati sul totale degli occupati (19,3% per la chimica a fronte del4,2% per l’industri in generale) e le assunzioni sempre più orientate ai laureati, al fi-ne di innalzare il patrimonio di conoscenze aziendali. L’incidenza dei laureati – al 60%di formazione scientifica – sulle assunzioni (24,4%) è infatti superiore a quella sul to-tale degli addetti (19,3%). Inoltre le imprese chimiche, anche le più piccole, contri-buiscono alla formazione e alla crescita professionale dei propri addetti: quelle che or-ganizzano corsi di formazione e i dipendenti che vi partecipano sono circa il doppiorispetto alla media dell’industria e più della metà delle imprese chimiche mostra im-pegno e attenzione verso i giovani accogliendoli in stage (oltre 2300 attivati nel 2004).

... richiede una formazione di qualitàCome abbiamo già detto, l’industria chimica si basa sulla scienza, sulla ricerca e sul-l’innovazione e, di conseguenza, ha bisogno di giovani chimici ben formati.Rispetto agli altri Paesi avanzati, in Italia i giovani delle scuole medie inferiori e su-periori mostrano un minore interesse – e quindi una minore predisposizione – per lematerie scientifiche in genere; la chimica, poi, risulta la materia in assoluto menoamata dagli studenti italiani. Questa scarsa cultura scientifica presente nel nostroPaese ha contribuito al calo significativo delle immatricolazioni nella seconda metàdegli anni ’90 per le lauree di area chimica (anche se, a partire dal 2001, si segnalauna timida ripresa). A ciò si aggiungono significativi squilibri nella distribuzionegeografica di offerta di laureati chimici e domanda dell’industria chimica e questocrea ulteriori problemi quando i laureati presentano una scarsa disposizione alla mo-bilità sul territorio.

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8. BiotecnologieIl settoreLe biotecnologie identificano l’applicazione di metodi derivati dalla conoscenzadelle scienze biologiche all’ottenimento di beni e servizi:§ beni ottenuti mediante l’impiego di nuovi organismi (microrganismi, piante, animali)

e/o loro prodotti (p.e. enzimi o ormoni) attraverso l’applicazione mirata di tecniche dimodificazione genetica;

§ servizi (p.e. diagnostica, terapia, prevenzione, trapianto).

Il settore biotech, emerso in Italia negli ultimi anni e costituito da imprese specia-lizzate, mostra ritmi di crescita considerevoli ed è in costante espansione.

Le impreseAll’interno del settore le imprese biotecnologiche specializzate si dividono in duecategorie: imprese biofarmaceutiche e imprese di ricerca. Le imprese biofarmaceutiche sono orientate alla R&S di nuovi prodotti fino alla fa-se clinica. Spesso nate come diramazioni dell’industria farmaceutica, nascono già“grandi” in termini di portafoglio brevetti e prodotti in sviluppo e hanno un nume-ro medio di addetti che oscilla tra 40 e 100.Le imprese di ricerca sono invece orientate allo sviluppo di piattaforme tecnologi-che e di servizi altamente specializzati, prevalentemente diretti alle imprese biofar-maceutiche. Spesso di nuova fondazione, presentano un numero di addetti variabiletra le poche unità e 20-25.Queste imprese altamente specializzate sono particolarmente concentrate in Lombar-dia e ciò consente una rete di collaborazioni che le rendono competitive sul mercato.

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Le opportunità di lavoroIl settore occupa circa 35 mila addetti ma considerando anche l’indotto si superano i 100mila. Si tratta di uno dei settori chimici che stanno assumendo di più.È consigliabile la realizzazione di uno stage aziendale di durata superiore ai tre mesi, cheviene valutato assai positivamente dalle imprese. Questa esperienza infatti ha una forte va-lenza formativa perché permette di cogliere le specificità del settore e fa crescere la sensi-bilità verso i reali bisogni delle aziende.Per alcune figure professionali “alte”, soprattutto all’interno della direzione tecnica e nell’arearicerca & sviluppo, è sempre più apprezzato il conseguimento di un master in cosmetologia.Per saperne di più: http://www.unipro.it (Unipro è l’associazione italiana delle industriecosmetiche con quasi 500 associati operanti sia nella produzione che nella distribuzione).

Le opportunità di lavoroProprio per l’alta specializzazione del settore i laureati rappresentano il 50% del totale delpersonale impiegato (i diplomati sono circa il 25%).Oltre alla laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche sono importanti le specializzazio-ni post-universitarie, in particolare legate alla ricerca post-genomica e alla Bioinformatica.È evidente come, trattandosi di un settore che “produce” R&S e Innovazione, è presenteun elevatissimo tasso di formazione professionale del personale.Per saperne di più: http://assobiotec.federchimica.it (Assobiotec è l’associazione naziona-le per lo sviluppo delle biotecnologie cui aderiscono le imprese che si occupano di ricer-ca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi ottenuti con l’impie-go delle biotecnologie).

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Distribuzione geografica dell’offerta di laureati chimici e dell’occupazione nell’industria chimica (%)

Laureati chimici Occupazione chimica

Nord 46,8 69,2di cui Nord Ovest 24,7 50,2Centro 23,2 20,5Sud e Isole 30,0 10,3di cui Campania 14,7 2,7

(Nota: laureati in chimica, chimica industriale e ingegneria chimica. Fonte: Miur, Istat)

Le imprese chimiche in genere sono orientate ad assumere laureati quinquennali,anche se esiste un 26% delle aziende (soprattutto le più piccole) che preferisconoscegliere laureati triennali. Il giudizio delle imprese rispetto alla formazione univer-sitaria è positivo per quel che concerne la cultura di base acquisita, mentre sono con-siderate insufficienti le conoscenze specialistiche connesse alle aree aziendali. Inquesto senso periodi di stage in azienda durante il periodo di studi universitari pos-sono davvero fare la differenza al momento dell’assunzione.In ogni caso le opportunità professionali per una laurea in ambito chimico sono mi-gliori che per altri corsi di studi: a tre anni dalla laurea solo il 6% dei laureati chi-mici è ancora in cerca di un’occupazione, contro una media del 10%.Una laurea di area chimica offre poi opportunità di impiego anche al di fuori delleaziende chimiche propriamente dette, ad esempio nei settori utilizzatori di chimica,nei servizi (gestione ambientale e degli impianti) e nel settore pubblico (Università,scuole, ASL, ARPA).

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Indice

PresentazioneAlberto Meomartini - Presidente “Città dei Mestieri di Milano

e della Lombardia” 2Luigi Vimercati - Assessore al Lavoro, Attività economiche e Innovazione -

Provincia di Milano 3

IntroduzioneNon solo petrolchimica 5Chimica vuol dire ricerca e innovazione 6Dal petrolio non solo carburante ma anche... magliette! 6

Il percorso formativo idealeClassi delle lauree di primo livello in ambito chimico 7Classi delle lauree specialistiche in ambito chimico 8Corsi post-laurea 8

OFFERTA FORMATIVA A MILANO E LOMBARDIACorsi universitari 9Master, corsi di specializzazione e perfezionamento 10

Gli scenari della ChimicaNel mondo 11In Europa 11In Italia 12Dove cercare (e trovare) lavoro come chimico 12Tutela ambientale e sviluppo sostenibile: nuove frontiere per la Chimica 13

Per riassumere 14

Principali profili professionali Il chimico 15Il tecnico di laboratorio di ricerca 17Il responsabile di Quality Assurance 18Il gestore di impianti 20Il tecnico di laboratorio chimico 21

Alcuni settori della Chimica1. Chimica di base 232. Materie plastiche 233. Chimica fine e specialità 244. Principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica 255. Adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernici 266. Prodotti per la casa 267. Cosmetici 278. Biotecnologie 28

Lavorare nella ChimicaUn’occupazione di qualità... 29... richiede una formazione di qualità 29

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Si ringrazia Federchimica che ha fornito materiali e consulenza per la redazione del quaderno.

Prima edizione: ottobre 2006© 2006 - Città dei Mestieri di Milano e della LombardiaTutti i diritti riservati

Finito di stampare nell’ottobre 2006 dal Consorzio Artigiano «L.V.G.» - Azzate (Varese)