Latino senza declinazione

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LATINO SENZA DECLINAZIONE di Paolo Nagliati [email protected] edizione 2012/bis

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Questo studio è frutto di un processo di distillazione della morfologia regolare del nome, dell'aggettivo, del pronome e del verbo (nei modi indicativo e congiuntivo) ShortURL: https://www.academia.edu/4437765/Latino_senza_declinazione_2013_

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2. Testi originali 2009-2012 by Paolo Nagliati. Some rights reserved (alcuni diritti riservati)Questopera distribuita secondo licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 3.0 Italia:Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0) Questo un riassunto in linguaggio accessibile a tutti del Codice Legale (la licenza integrale):URI: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/legalcodeTu sei libero:di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire erecitare questopera alle seguenti condizioni:Attribuzione Devi attribuire la paternit dellopera nei modi indicati dallautore o da chi ti hadato lopera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usilopera.Non commerciale Non puoi usare questopera per fini commerciali.Non opere derivate Non puoi alterare o trasformare questopera, ne usarla per crearneunaltra.Prendendo atto che:Rinuncia E possibile rinunciare a qualunque delle condizioni sopra descritte se ottienilautorizzazione dal detentore dei diritti.Pubblico Dominio Nel caso in cui lopera o qualunque delle sue componenti siano nel pubblicodominio secondo la legge vigente, tale condizione non in alcun modo modificata dalla licenza.Altri Diritti La licenza non ha effetto in nessun modo sui seguenti diritti:Le eccezioni, libere utilizzazioni e le altre utilizzazioni consentite dalla legge sul dirittodautore;I diritti morali dellautore;Diritti che altre persone possono avere sia sullopera stessa che su come lopera vieneutilizzata, come il diritto allimmagine o alla tutela dei dati personali.Nota Ogni volta che usi o distribuisci questopera, devi farlo secondo i termini di questa licenza,che va comunicata con chiarezza.In copertina: Rilievo in marmo, II-III sec. d.C. Treviri, Rheinisches Landesmuseum URI: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Roman_school.jpg?uselang=it 3. INDICE INTRODUZIONE.................................................................................................1 Il VERBO...........................................................................................................2 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva............................................2 Il VERBO ESSERE...............................................................................................5 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva..........................................6 IL NOME............................................................................................................7 IL NOME DI NUMERO SINGOLARE........................................................................8 IL NOME DI NUMERO PLURALE...........................................................................11 IL PRONOME (di tipo non personale)...................................................................14 IL PRONOME PERSONALE..................................................................................16 BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICO.....................................................................17 4. INTRODUZIONE Questo studio frutto di un processo di distillazione della morfologia regolare del nome, dellaggettivo, del pronome e del verbo (nei modi indicativo e congiuntivo) secondo i criteri propri della Didattica Breve1. Il sistema di analisi grammaticale utilizzato quello presente nel libro De lingua Latina di Marco Terenzio Varrone; le parti del discorso sono quattro: le parole che hanno i casi (il nome), quelle che hanno i tempi (il verbo), quelle che non hanno casi e tempi, quelle che ha sia casi che tempi2. Prima conseguenza dellutilizzo del sistema varroniano linclusione dellaggettivo nella classe del nome, come presente in tutta la tradizione grammaticale latina. Marco Terenzio Varrone utilizza un aggettivo della II classe (levis) come esempio per identificare la declinazione con vocale tematica in i che nella manualistica moderna denominata III declinazione. Lidentificazione dellaggettivo come parte autonoma del discorso un fatto recente, la si trova descritta per la prima volta nei volumi della Grammaire gnrale ou exposition raisonne des lments ncessaires du langage, pour servir de fondement ltude de toutes les langues di Nicolas Beauze, stampati a Parigi nel 17673. Il processo di separazione dalla classe del nome sostantivo si concluse nei primi decenni del XIX secolo con linserimento della classe autonoma dellaggettivo nella manualistica scolastica. Seconda conseguenza di questa scelta lesclusione dellanalisi logica in quanto un artificio didattico che risale allidea di grammatica universale e ragionata dei giansenisti di Port Royal (XVII-XVIII secolo)4.1 Notarbartolo La D.B. parte dal presupposto che oggi si insegna a lungo perch non si adoperato tempo perpensare al come, e che un impegno anche faticoso e non certo breve per distillare la materia porta a maggiorechiarezza dei nessi disciplinari ed interdisciplinari, alla costruzione di un sapere strutturato, ed in conseguenza aduno studio pi rapido. Si vede dunque che alla base di questo metodo non vi luso delle forbici, la compressionedei tempi o la banalizzazione, bens uno studio serio della disciplina, una vera e propria ricerca sui nodi concettualiche vanno smontati e rimontati diversamente, a partire dalla loro valenza formativa. Il che gi di per s uncontributo degno di nota, se si pensa quanto spesso oggi le discipline siano viste come un insieme di contenuti daripetere pi che da acquisire in modo significativo []2 Varrone (Prolegomena: Linguistic Theory And Practice in De Lingua Latina X; X 17; VIII 44)3 Beauze (II 3: Des Adjectifs); per una storia grammaticale dellaggettivo cfr Antonietta Scarano (p. 19-23)4 Flocchini: Lo strumento che avrebbe dovuto permettere di analizzare con categorie logico-sintattiche universalitutte le lingue fu lanalisi logica, nella quale vennero riprese le categorie care alle grammatiche speculative delMedioevo, con la tipica commistione fra logica e grammatica (si pensi alle definizioni ontologiche di soggetto,oggetto, ecc.) 1 5. Il VERBO I verbi sono organizzati in serie, chiamate coniugazioni, che sono basate sulla vocale tematica presente nella seconda persona dellindicativo5: a, e, i.Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo delle coniugazioni regolari.Modo indicativo La vocale A suffisso caratteristico di tutti i tempi verbali che esprimono una azione compiuta nel passato. Le altre vocali sono suffissi caratteristici di quei tempi verbali che esprimono una azione da compiersi nel futuro. Linfisso ER caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione conclusa. Linfisso B6 caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione non conclusa. Linfisso che caratterizza il futuro semplice si forma per analogia con quello dellimperfetto; linfisso che caratterizza il futuro perfetto si forma per analogia con quello del piucheperfetto.ER+a B+a B+o, B+i, B+uER+o, ER+i, ER+u fig.1 Il gioco degli infissi e suffissi Il tempo presente puro tema (vocale in a, e, i) con la desinenza in:o (io)s (tu) t (lui) mus (noi)tis (voi)nt (loro) fig.2 Le desinenze nel tempo presente del modo indicativo Negli altri tempi la desinenza cambia forma nella prima persona singolare:m (io)s (tu) t (lui) mus (noi)tis (voi)nt (loro)fig.3 Le desinenze negli altri tempi del modo indicativo5 Kent (IX 109) Itaque in reliqua forma verborum suam utrque sequitur formam. Utrum in secunda forma verborum temporali habeat in extrema syllaba AS an IS at IS, addiscernendas similitudines interest: quocirca ibi potius index analogiae quam in prima, quod ibi abstrusa estdissimilitudo, ut apparet in his meo, neo, ruo: ab his enim dissimilia fiunt transitu, quod sic dicuntur meo meas,neo nes, ruo ruis, quorum unumquodque suam conservat similitudinis formam.6 Vineis (p. 74) [..] in b ravvisabile la radice *bhu- (responsabile di forme come fui, ecc.): si sarebbedunque avuta la sequenza *-bhwam, imperfetto del verbo , perifrasticamente aggiunta al tema verbale,cosicch una forma come ama-bam potrebbe interpretarsi come originariamente significante .2 6. Un tempo intermedio tra il tempo passato che esprime una azione compiuta (piucheperfetto) e quello che esprime una azione incompiuta (limperfetto) ha infissi+suffisso v+desinenza diversi da quelli degli altri tempi: vi (io) visti (tu) vit (lui)vimus (noi) vistis (voi) verunt (loro)fig.4 Le desinenze del tempo perfetto, modo indicativo, della lingua latina complicato memorizzare tutto questo e ricordare che: ieri studiavamo, oggi studiamo, domani studieremo... e laltro ieri io studiai, tu studiasti, egli studi, noi studiammo, voi studiaste, loro studiarono. piucheperfettoperfetto imperfetto presentefuturofuturo perfettolaudavi laudolaudavisti laudas laudabo laudavitlaudat laud(av)ero lauderamus laudabamus laudabimus laudavimuslaudamus laud(av)erimuslaudabuntlaudavistilaudatislaudaverunt laudantio studiai io studio tu studiasti tu studilui studilui studianoi studieramonoi studiavamonoi studiavimonoi studieremo noi studiammonoi studiamovoi studiastevoi studiateloro studiarono loro studianofig.5 Confronto tra i tempi verbali in latino e in italiano. Le celle colorate sono artifici didatticiModo congiuntivo ed infissi particolari del futuro semplice dellindicativo Il tempo presente puro tema (vocale in e, a, a) con la desinenza in: m (io) s (tu)t (lui) mus (noi) tis (voi) nt (loro)fig.6 Le desinenze nel tempo presente del modo congiuntivo In origine il latino non aveva nel modo indicativo un infisso specifico per definire azioni compiute nel futuro ma si utilizzavano gli infissi del modo congiuntivo. Questo il motivo per cui nel tempo futuro dellindicativo abbiamo, oltre agli infissi in B+o, B+i, B+u formati successivamente per analogia con quelli dellimperfetto, desinenze simili a quelle del presente ma con diversa vocale tematica (in e, a, a) e linfisso in ER+i del tempo futuro remoto. Linfisso ER+i nel tempo futuro perfetto del modo indicativo presente anche nel tempo perfetto del modo congiuntivo. Tramite un artificio didattico specchiamo linfisso ed abbiamo uno dei tre infissi che caratterizzano il tempo imperfetto sempre del modo congiuntivo: i+RE. Gli altri due infissi sono in: a+RE ed e+RE. Il tempo piucheperfetto del modo congiuntivo ha linfisso in ISSE. 3 7. piucheperfetto perfettoimperfetto presente futuro futuro perfetto laud-er-a-m laud-a-v-i laud-a-b-a-m laud-olaud-a-b-olaud-a-v-er-olaud-er-a-slaud-a-v-isti laud-a-b-a-s laud-a-slaud-a-b-i-slaud-a-v-er-i-slaud-er-a-t laud-a-v-itlaud-a-b-a-t laud-a-tlaud-a-b-i-tlaud-a-v-er-i-t laud-er-a-muslaud-a-v-imus laud-a-b-a-muslaud-a-muslaud-a-b-i-muslaud-a-v-er-i-muslaud-er-a-tislaud-a-v-isti laud-a-b-a-tislaud-a-tislaud-a-b-i-tislaud-a-v-er-i-tislaud-er-a-nt laud-a-v-eruntlaud-a-b-a-nt laud-a-nt laud-a-b-u-nt laud-a-v-er-i-ntmonu-er-a-m monu-i mon-e-b-a-m mon-e-o mon-e-b-o monu-er-omonu-er-a-smonu-isti mon-e-b-a-s mon-e-s mon-e-b-i-smonu-er-i-smodomonu-er-a-t monu-itmon-e-b-a-t mon-e-t mon-e-b-i-tmonu-er-i-tindicativo monu-er-a-musmonu-imus mon-e-b-a-mus mon-e-mus mon-e-b-i-musmonu-er-i-mus monu-er-a-tis monu-istimon-e-b-a-tis mon-e-tis mon-e-b-i-tismonu-er-i-tismonu-er-a-ntmonu-erunt mon-e-b-a-ntmon-e-nt mon-e-b-u-ntmonu-er-i-ntaudi-er-a-maud-i-v-i audi-e-b-a-m aud-i-o audi-a-m aud-i-v-er-o audi-er-a-saud-i-v-istiaudi-e-b-a-saud-i-saudi-e-s aud-i-v-er-i-s audi-er-a-t aud-i-v-it audi-e-b-a-taud-i-taudi-e-t aud-i-v-er-i-t audi-er-a-mus aud-i-v-imus audi-e-b-a-musaud-i-musaudi-e-mus aud-i-v-er-i-musaudi-er-a-tis aud-i-v-isti audi-e-b-a-tisaud-i-tisaudi-e-tis aud-i-v-er-i-tisaudi-er-a-nt aud-i-v-erunt audi-e-b-a-nt aud-i-nt audi-e-ntaud-i-v-er-i-ntlaud-a-v-isse-m laud-a-v-er-i-mlaud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-s laud-a-v-er-i-s laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-t laud-a-v-er-i-t laud-a-re-m laud-e-mlaud-a-v-isse-mus laud-a-v-er-i-muslaud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-tis laud-a-v-er-i-tis laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-ntlaud-a-v-er-i-ntlaud-a-re-m laud-e-mmonu-isse-mmonu-er-i-m mon-e-re-m mone-a-mmonu-isse-smonu-er-i-s mon-e-re-m mone-a-m modo monu-isse-tmonu-er-i-t mon-e-re-m mone-a-mcongiuntivomonu-isse-musmonu-er-i-musmon-e-re-m mone-a-m monu-isse-tismonu-er-i-tismon-e-re-m mone-a-mmonu-isse-nt monu-er-i-ntmon-e-re-m mone-a-m aud-i-v-isse-maud-i-v-er-i-m aud-i-re-m audi-a-maud-i-v-isse-saud-i-v-er-i-saud-i-re-maudi-a-saud-i-v-isse-taud-i-v-er-i-taud-i-re-maudi-a-taud-i-v-isse-musaud-i-v-er-i-musaud-i-re-maudi-a-mus aud-i-v-isse-tisaud-i-v-er-i-tis aud-i-re-m audi-a-tis aud-i-v-isse-nt aud-i-v-er-i-ntaud-i-re-m audi-a-nt fig.7 Tabella riepilogativa dei modi indicativo e congiuntivo nella coniugazione regolare dei verbi in latino 4 8. Il VERBO ESSERE In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo del verbo essere.Modo indicativo Il verbo essere ha due temi, in e e fu. Come si pu vedere dalla tabella sottostante (fig.9) non vi sono grandi differenze con quanto gi studiato: il cambio da b in r nei tempi imperfetto e futuro, la forma arcaica in asse del congiuntivo imperfetto delle coniugazioni regolari e quella in esse del verbo essere. Lodare piucheperfetto perfetto imperfetto presente futuro futuro perfetto laud-er-a-mlaud-(a-v)-i laud-a-b-a-m laud-o laud-a-b-o laud-(a-v)-er-olaud-er-a-s laud-(a-v)-isti laud-a-b-a-s laud-a-s laud-a-b-i-s laud-(a-v)-er-i-smodolaud-er-a-tlaud-(a-v)-itlaud-a-b-a-t laud-a-t laud-a-b-i-t laud-(a-v)-er-i-tindicativo laud-er-a-mus laud-(a-v)-imus laud-a-b-a-muslaud-a-mus laud-a-b-i-mus laud-(a-v)-er-i-muslaud-er-a-tis laud-(a-v)-isti laud-a-b-a-tislaud-a-tis laud-a-b-i-tis laud-(a-v)-er-i-tislaud-er-a-ntlaud-(a-v)-eruntlaud-a-b-a-nt laud-a-ntlaud-a-b-u-nt laud-(a-v)-er-i-ntlaud-(a-v)-isse-m laud-(a-v)-er-i-mlaud-e-m laud-are-m laud-(a-v)-isse-s laud-(a-v)-er-i-slaud-e-s modolaud-(a-v)-isse-t laud-(a-v)-er-i-tlaud-e-tcongiuntivo laud-(a-v)-isse-mus laud-(a-v)-er-i-muslaud-e-mus laud-(a-v)-isse-tis laud-(a-v)-er-i-tis arcaico: laud-e-tis laud-(a-v)-isse-ntlaud-(a-v)-er-i-nt laud-a-sse-mlaud-e-nt Essere piucheperfetto perfetto imperfetto presente futuro futuro perfetto fu-er-o fu-i e-r-a-m [e] su-me-r-ofu-er-ofu-er-a-s fu-isti e-r-a-se-s e-r-i-sfu-er-i-smodofu-er-a-tfu-ite-r-a-te-ste-r-i-tfu-er-i-tindicativofu-er-a-musfu-imus e-r-a-mus [e] su-muse-r-i-musfu-er-i-mus fu-er-a-tisfu-istie-r-a-tises-tise-r-i-tisfu-er-i-tis fu-er-a-nt fu-erunte-r-a-nt[e] su-nt e-r-i-nt fu-er-i-ntsi-[e]-m si-[e]-s si-[e]-t si-[e]-mus fu-isse-m fu-er-i-me-sse-m si-[e]-tisfu-isse-s fu-er-i-se-sse-tsi-[e]-nt modo fu-isse-t fu-er-i-te-sse-scongiuntivo fu-isse-mus fu-er-i-muse-sse-mus arcaico: fu-isse-tis fu-er-i-tise-sse-tis fu-a-m fu-isse-ntfu-er-i-nt e-sse-nt fu-a-s fu-a-t fu-a-musfu-a-tisfu-a-ntfig.9 Confronto dei modi indicativo e congiuntivo nelle quattro coniugazioni regolari e nel verbo Essere[e] : la vocale (arcaica) e si perde davanti ad u oppure i5 9. Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva In due giorni si studier la forma passiva dei modi indicativo e congiuntivo delle coniugazioni regolari.Modo indicativo Tutti i tempi, sia nel modo indicativo che congiuntivo, hanno la desinenza in: r (io)ris (tu)tur (lui)mur (noi)mini (voi)ntur (loro) fig.10 Le desinenze nella forma passiva Solo nei tempi piucheperfetto, perfetto e futuro nel modo indicativo e piucheperfetto e perfetto nel modo congiuntivo la desinenza cambia aspetto e presenta forma sostantivata con il verbo essere come ausiliare: piucheperfettoperfetto futuroe-r-a-m su-me-r-oamat- amat- amat- e-r-a-s e-s e-r-i-smodo e-r-a-t e-ste-r-i-tmonit- us ,a ,ummonit- us ,a ,ummonit- us ,a ,umindicativo e-r-a-mus su-muse-r-i-muse-r-a-tis es-tise-r-i-tisaudit-audit-audit-e-r-a-ntsu-nt e-r-i-nt piucheperfettoperfettoesse-msi-mamat- amat- esse-tsi-s modoesse-ssi-tmonit- us ,a ,ummonit- us ,a ,umcongiuntivoesse-mussi-musesse-tissi-tisaudit-audit-esse-nt si-ntfig.11 Indicativo e congiuntivo, tempi di forma passiva sostantivata6 10. IL NOMENella lingua latina non abbiamo larticolo come in quella italiana: il nome porta in s ilmarcatore delle relazioni sintattiche7 (posto in fine di parola) che si chiama caso:del cane >canisdalla rosa > rosaIl concetto di caso raggruppa un certo numero di funzioni sintattiche, attorno adalcune grandi funzioni logico-semantiche (il nominare, il determinare, il destinare, ilmovimento ecc.)8.Abbiamo sei casi nella lingua latina:1. il caso nominativo (la forma preesistente e primitiva del nome)2. il caso genitivo (il determinare o del possesso)3. il caso dativo (il destinare)4. il caso causativo (la causa9)5. il caso vocativo (linvocazione; un caso analogo, ma non certo uguale, alnominativo, una sorta di quasi nominativo 10, lunico caso che si riferisce alla 2apersona)6. il caso ablativo (lallontanamento)Il caso nominativo e quello vocativo sono detti casi diretti, separati dagli altri casi dettiobliqui, perch si relazionano direttamente al verbo senza bisogno di preposizioni.I nomi sono organizzati in serie, chiamate declinazioni, che sono basate sulla vocalepresente nel caso ablativo 11 (o sesto caso o caso propriamente latino) di numerosingolare:1. la declinazione con vocale tematica in a2. la declinazione con vocale tematica in e3. la declinazione con vocale tematica in i4. la declinazione con vocale tematica in o5. la declinazione con vocale tematica in u7 Porzio Gernia (pag. 6); per una ipotesi linguistica su tale diversit cfr Porzio Gernia (pag. 2-4)8 Flocchini9 Laccusativo [...] deve il suo nome latino, e quindi italiano, a un fraintendimento dei grammatici ellenistici del 1sec. a.C., che collegarono al verbo accusare (mentre invece deve ritenersiderivato da causatum, termine tecnico della metafisica aristotelica: in origine, quindi, nellaccusativo fuvisto il caso denotanteci su cui incide lazione verbaleintesacomecausa).URI:http://www.treccani.it/vocabolario/causativo10 Calboli (pag. 44 e 53)11 Varrone (X 62) Sin ab singulari quis potius proficisci volet, initium facere oportebit ab sexto casu, qui est propriusLatinus: nam eius casuis litterarum discriminibus facilius reliquorum varietatem discernere poterit, quod ei habentexitus aut in A, ut hac terra, aut in E, ut hac lance, aut in I, ut hac clavi, aut in O, ut hoc caelo, aut in U, ut hocversu. Igitur ad demonstrandas declinationes biceps via haec.7 11. IL NOME DI NUMERO SINGOLAREIn sette giorni si studieranno cinque sequenze di dati omogenei, una logica ed unastruttura comune. Si apprender infine a gestire le desinenze regolari singolari perdeclinazione basandosi sulla vocale tematica e relazionando tra loro i singoli elementitramite una logica su una struttura comune, ponendo attenzione allevoluzione storicadella lingua latina. ElementiNel loro insieme, le desinenze regolari singolari dei nomi nella lingua latina sono:A E I O U Ae Ei Ui Am Em Im Om Um Es Is Us VARIE(decl. vocale in i) R12(decl. vocale in o)Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare: 1 23 4 5 A EI O Ufig.12 Le cinque vocaliSecondo giorno. La seconda sequenza da memorizzare:AeEiUifig.13 Le desinenze in dittongoTerzo giorno. La terza sequenza da memorizzare: u M TUTTE**le varianti: vocale + mfig.14 Le desinenze in MQuarto giorno. La quarta sequenza da memorizzare: UsEs Isfig.15 Le desinenze in S LogicaQuinto giorno. La quinta sequenza da memorizzare e poi sciogliere: m Is Ov AR ied I ttonghi fig.16a mi so varie e dittonghi Le desinenze di tipo vario dei nomi di numero singolare e genere neutro dellaLa strutturaLa struttura Le desinenze in declinazione con vocale in i hanno la delle desinenze delle desinenzedittongo hanno la stessa struttura delle desinenze in UM in Min S stessa struttura dei nomi di genere neutro e numero si alterna asi alterna adelle desinenze singolare; se il genere non neutroquella in Iquella in O in I hanno la stessa struttura delle desinenze di numero singolare in A e Rfig.16b Mi so varie e dittonghi una volta sciolto12 Anticamente il nominativo in R della II declinazione era in rOs come in puer-Os puer o in taur-Os taur-Us8 12. StrutturaSesto giorno. La sesta sequenza da memorizzare:1 - A 2 - E3 - I4 - O Attributi- Abbiamo desinenze in U in tutti i casitranne nel 2 (genitivo)- Nemmeno luscita in Ui presente nel2 caso (genitivo)- Nel 6 caso (ablativo) abbiamo solodesinenze in vocale: A, E, I, O, U- Cinque vocali per cinque declinazioni13NB: una oscenit anche solo pensaread una uscita in S nel 4 caso(causativo).5 - Ufig.17 La sesta sequenza13 Varrone, Taylor9 13. fig.18 Tavola delle desinenze suddivise per caso e tipoBreve apparato di varianti, note di grammatica storica e tavola delle desinenze1. Anticamente la declinazione con vocale tematica in o non aveva lattuale struttura a seidesinenze in: Us, I, O, Um, E, O ma una struttura con desinenze in: Os, Oi, O, Om, E, Od.2. Nel latino arcaico tutte le desinenze del 6 caso (lablativo) erano in: vocale +D.3. I nomi di genere neutro della declinazione con vocale tematica in o hanno desinenze in Umnel 1 caso (nominativo), nel 4 (causativo) e nel 5 (vocativo). Per i nomi della declinazionecon vocale tematica in u invece si hanno desinenze in Um solo nel 4 caso (causativo). Nel 4caso le desinenze in M sono: Am, Em, Im, Om, Um (punto 1).4. I nomi di genere neutro della declinazione con vocale tematica in i hanno desinenze varie (datrovare volta per volta tramite il vocabolario di latino) sempre nel 1 caso (nominativo), nel 4(causativo) e nel 5 (vocativo).5. La declinazione con vocale tematica in o ha desinenze in R nel 1 caso (nominativo) e nel 5(vocativo); cfr nota 10.6. Le desinenze in I presenti nel 2 caso (genitivo) ed in E nel 5 (vocativo) sono specifiche solodella declinazione con vocale in o; cfr punto 1. Le desinenze in Us presenti nel 1 caso(nominativo) possono appartenere tanto a nomi della declinazione con vocale tematica in oquanto a quelli in u; punto 1.10 14. IL NOME DI NUMERO PLURALEIn otto giorni si studieranno quattro sequenze di dati omogenei, una logica ed unastruttura comune. Si apprender infine a gestire le desinenze regolari pluralirelazionando tra loro i singoli elementi tramite una logica su una struttura comune,ponendo particolare attenzione alle desinenze omografe di numero singolare e pluraledei nomi nella lingua latina. ElementiNel loro insieme, le desinenze regolari plurali dei nomi nella lingua latina sono in: Ae I Ua Ia A Uum Ium rum Um As Es Is Os Us BusPrimo giorno. La prima sequenza da memorizzare:Es Us Is Busfig.19 Le desinenze in SSecondo giorno. La seconda sequenza da memorizzare (vedi sezione Logica): M S fig.20 Le desinenze in M, STerzo giorno. La terza sequenza da memorizzare (le desinenze in Ua, Ia, A): v I afig.21 Le desinenze in Ua, Ia, AQuarto giorno. La quarta sequenza da memorizzare:Ae Ifig.22 Le desinenze in Ae, I LogicaQuinto giorno. La seconda sequenza da sciogliere: M S fig.23a La seconda sequenzaUm Uum Ium rum14 Um As Es Os Usfig.23b La seconda sequenza una volta scioltaSesto giorno. La terza sequenza da sciogliere: v I a fig.24a La terza sequenza Ua Ia a fig.24b La terza sequenza una volta sciolta14 Grammatici Latini (IV p. 356) Quaecumque nomina ablativo casu singulari a vel o fuerint terminata genetivum pluralem in quid mittunt? In rum, dativum et ablativum in is. Quaecumque nomina ablativo casu singulari e vel i vel u fuerint terminata. Genetivum pluralem in quid mittunt? Si e correpta fuerit, in um; si producta, in rum; si i fuerit, in ium; si u, in uum geminata u littera. Dativum et ablativum in quid mittunt? In bus omnia. 11 15. Struttura Settimo giorno. La quinta sequenza da memorizzare: 1 Es Us2 Is bus3 - M4 - S 5 v I a 6 Ae I fig.25 La sesta sequenza Ottavo giorno. Le desinenze omografe dei nomi, di numero singolare e plurale sono:declinazione con vocale in: a o eudesinenze omografe: AeI EsUs fig.26 Le cinque vocali 12 16. fig.27 Tavola delle desinenze suddivise per caso e tipo 13 17. IL PRONOME (di tipo non personale)In trenta minuti si studieranno tutte le desinenze dei pronomi, tranne quelli di tipopersonale, sia di numero singolare che plurale.Primi cinque minuti. Tutte le tabelle che seguono sono da leggere, non da studiare: fig.28 Tavola I delle desinenze suddivise per tipo e caso14 18. fig.29 Tavola II delle desinenze suddivise per tipo e casoSuccessivi venticinque minuti. Le declinazioni dei pronomi di numero singolarehanno lo stesso pattern (o schema ricorrente): desinenze VARIE in nominativo,desinenze in S in genitivo, I in dativo, M oppure N in causativo ed in A oppure O inablativo (fig.30).fig.30 Il pattern delle desinenze di numero singolareLe desinenze dei pronomi di numero singolare nel caso genitivo sono sempre in US;quelle in A nel caso ablativo sono sempre di genere femminile tranne nei pronomiinterrogativi dove sono di genere neutro; le desinenze di genere neutro nei casinominativo e causativo sono sempre VARIE: S I M O N A.I pronomi di numero plurale hanno le stesse desinenze dei sostantivi con vocaletematica in A, O ed I.Tipi particolari sono le desinenze in eorun (+dem), earun (+dem) presenti nel casogenitivo del pronome determinativo Idem in tutti e tre i generi (cfr fig.30). 15 19. fig.31 Luscita in genitivo del pronome determinativo idem IL PRONOME PERSONALEI pronomi personali si declinano in modo diverso dagli altri tipi di pronome e nonhanno il numero plurale: [..] hanno per la formazione del plurale un tema diverso dalsingolare (me-, no- e te-, vo-), il che non desta meraviglia se si pensa che nos vosnon sono veri plurali, perch nos = noi, non vuol dire pi io, ma io ed altri e cosvos = voi, non vuol dire pi tu, ma tu ed altri.15 fig.32 Tavola riassuntiva dei pronomi personali15 Tantucci (p. 112) 16 20. BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICONicolas BEAUZE, Grammaire gnrale ou exposition raisonne des lments ncessaires dulangage, pour servir de fondement ltude de toutes les langues. Paris 1767Gualtiero CALBOLI, Varrone e la teoria dei casi. In: Papers on grammar 6 edited by GualtieroCalboli. CLUEB 2001Nicola FLOCCHINI, Terminologia grammaticale, analisi logica e didattica del latino. In: Tracciati -Rivista alla ricerca della scuola, 12/12/1999URL:http://www.graffinrete.it/tracciati/storico/anno99/Probi Donati Servii qui feruntur De arte grammatica libri ex recensione Henrici Keilii In:GRAMMATICI LATINI, vol. IV, Lipsiae Teubner 1864Varro On the latin language. With an english translation by Roland G. KENT. London Heinemann,1938Daniela NOTARBARTOLO, La Didattica Breve nellinsegnamento del latino.URL:http://www.rivistazetesis.it/la_didattica_breve_nell.htm Originariamente in: Zetesis 1998-1Maria Luisa PORZIO GERNIA, Latin declension: a theoretical and methodological approach. 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Il Mulino 2005 (estratto dal volume: Le lingue indoeuropee, a cura di A.Giacalone Ramat e P. Ramat, Il Mulino 1993, pp. 289-348)17