latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad...

47
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Gli avvocati l’hanno vinta Approvata la riforma forense: la consulenza legale stragiudiziale diventa riservata, tornano le tariffe, debuttano le specializzazioni La riforma forense è legge. Il senato, in- fatti, ha approvato ieri in via definitiva il ddl n. 601-B, che disciplina la professione di avvocato, mettendo così la parola fine a un iter durato di quattro anni e mezzo. Il via libera è arrivato proprio nell’ultimo giorno dell’attività parlamentare dell’at- tuale legislatura, grazie soprattutto all’impegno messo in campo, in prima persona, dal presidente di Palazzo Ma- dama, Renato Schifani. Gli avvocati conquistano la riserva sulla consulen- za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co- municatore non farà breccia tra gli elettori. E Monti, qua- lunque cosa decida di fare, avrà strada spianata, «perché l’opinione pubblica è dalla sua parte». «Non si rende conto di quanto poco faccia presa sul- la gente», dice in un’intervi- sta a ItaliaOggi lo scrittore e giornalista Giuliano Zin- cone. «Prenda la campagna del Cavaliere contro l’Imu: parla alla pancia del Paese, dovrebbe attirare tantissimi consensi. Eppure Monti non crolla. Anzi, non appena è ri- apparso Berlusconi, è risali- to. Perché, diciamocelo, non è che i giornalisti ci azzecchino sempre». Rizzacasa d’Orsogna a pagina 7 Per Zincone il Cav è convinto di fare il furbo ma si dà la zappa sui piedi LUNEDÌ CON IO7 LUNE € 2,50 Lunedì 24 Dicembre 2012 IN EVIDENZA Professionisti all’assalto Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE I • Nuova serie - Anno 21 - Numero 304 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Dicembre 2012 CON LA NATO Estonia in prima fila contro i cyber attacchi Galli a pag. 13 CITTÀ DELL’AUTO Detroit a un passo dal fallimento Nucci a pag. 13 IN GERMANIA Boom di pellicce malgrado gli animalisti Giardina a pag. 14 * con «L’Altante delle 1000 banche leader» a € 1,40 in più; con «L’Altante delle 350 assicurazioni leader» a € 1,40 in più; con guida «Imu 2012 » a € 5,00 in più; con guida «La riforma del condominio» a € 5,00 in più; con guida «Il redditometro» a € 6,00 in più; con guida «L’Iva per cassa» a € 6,00 in più; con guida «Il decreto crescita 2.0» a € 6,00 in più fa dd di a u Il gi tu al pe da co za D 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Derivati- Gli enti locali non possono annullare i contratti se prima non hanno fatto la gara Cerisano a pag. 39 Commercia- listi- Claudio Siciliotti si ritira dalla competi- zione elettorale, fissata per il 20 feb- braio 2013, per il rinnovo del Cndcec Pacelli pag. 41 Lavoro - In Gazzetta Ufficiale un bando Inail da 155 milioni per la sicurezza nelle aziende Bongi a pag. 24 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - Il testo della legge di stabilità Documenti/2 - Il testo della riforma forense Documenti/3 - La sentenza della Cassazione sugli accordi prematri- moniali Documenti/4 - L’Avviso dell’Asl di Milano sulle slot machine del D L C a mon C l S d zi fissa IL Giornale dei professionisti * * * Un fatto è certo: la grave crisi in cui l’Italia si trova potrà, nel corso del 2013, migliorare o peg- giorare a seconda dell’assetto politico che uscirà dalle elezioni. L’Italia, infatti, è oggi in uno sta- tus simile, per fortuna non per i conti, a quello della Spagna quando José Luis Zapatero annunciò che si dimetteva e quindi ci sarebbero state le elezioni. La prospettiva che lo scenario politico cambiasse, dopo la cattiva prova del governo socialista, fece sì che i mercati rimanes- sero in vigile attesa senza prendere iniziative speculative nei confronti della Spagna. C’è tut- tavia una differenza sostanziale con la Spagna: Zapatero aveva fatto male ed era inviso ai mer- cati, mentre il governo di Mario Monti ha godu- to finora di un lusinghiero giudizio dai mercati ORSI & TORI DI PAOLO PANERAI IN EDICOLA IN EDICOLA CON Massimo Mallegni, a 32 anni, diventa sindaco di Pietrasanta. È il più giova- ne d’Italia nei comuni oltre i 15 mila abitanti. Riorga- nizza subito il Comune so- stituendo il capo dei vigili, Antonella Manzione, che non solo ricorre al Tar e sporge denuncia contro il sindaco che viene processato per quattro volte per abuso di ufficio, sempre assolto. Poi il pm Domenico Man- zione (fratello del capo dei vigili, ma questo non c’entra niente) chiede e ottiene l’ar- resto del sindaco che viene accusato di 51 reati. Dopo 54 udienze viene assolto da tutto. Viene condannato solo per mobbing ma ricorrerà in appello. Giustizia è fatta. Un uomo è distrutto. DIRITTO & ROVESCIO continua a pag. 44 La legge di stabilità, approvata ieri dalla Camera, blocca per un anno la rivalutazione dei vitalizi Esodati, pagano gli onorevoli Cirioli a pag. 36 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

Transcript of latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad...

Page 1: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Gli avvocati l’hanno vintaApprovata la riforma forense: la consulenza legale stragiudiziale diventa riservata, tornano le tariffe, debuttano le specializzazioni

La riforma forense è legge. Il senato, in-fatti, ha approvato ieri in via defi nitiva il ddl n. 601-B, che disciplina la professione di avvocato, mettendo così la parola fi ne a un iter durato di quattro anni e mezzo. Il via libera è arrivato proprio nell’ultimo giorno dell’attività parlamentare dell’at-tuale legislatura, grazie soprattutto all’impegno messo in campo, in prima persona, dal presidente di Palazzo Ma-dama, Renato Schifani. Gli avvocati conquistano la riserva sulla consulen-za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni.

Ventura a pagina 35

Stavolta il Berlusconi co-municatore non farà breccia tra gli elettori. E Monti, qua-lunque cosa decida di fare, avrà strada spianata, «perché l’opinione pubblica è dalla sua parte». «Non si rende conto di quanto poco faccia presa sul-la gente», dice in un’intervi-sta a ItaliaOggi lo scrittore e giornalista Giuliano Zin-cone. «Prenda la campagna del Cavaliere contro l’Imu: parla alla pancia del Paese, dovrebbe attirare tantissimi consensi. Eppure Monti non crolla. Anzi, non appena è ri-apparso Berlusconi, è risali-to. Perché, diciamocelo, non è che i giornalisti ci azzecchino sempre».

Rizzacasa d’Orsogna a pagina 7

Per Zincone il Cav è convinto di fare il furbo ma si dà la zappa sui piedi

LUNEDÌ CON IO7LUNE

€ 2,50Lunedì 24 Dicembre 2012

IN EVIDENZA

* * *

La legge di sta-

bilità - Dalla

tassa sui licenzia-

menti che alza la

posta alla dedu-

cibilità delle auto aziendali

che si riduce: pro e contro

della legge di stabilità

L’impresa che cambia -

Iniziano a prendere piede

le società semplificate. In

quattro mesi se ne sono

costituite 2.517

Fisco - Il regime Iva degli

scambi Intra Ue compie

vent’anni. E si appresta a

diventare definitivo

Il codice della strada - Da

gennaio le multe viaggiano

via Pec. Questa e altre novi-

tà del decreto crescita 2.0

Professionisti - Attività in

chiaro e certificata: ecco le

regole per i senz’albo

Professionisti all’assalto

www.italiaoggi.it

Sette

IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

DI MARINO LONGONI

[email protected]

Il vento delle professioni ha cambiato direzione.

Complice anche l’avvicinarsi delle elezioni

politiche, i teorici delle liberalizzazioni hanno

dovuto incassare nei giorni scorsi un paio di

colpi piuttosto pesanti. Prima il riconoscimento

delle professioni non regolamentate. Poi la

riforma forense. Due riforme molto diverse,

accomunate però dal tentativo di costruire

solidi argini normativi per facilitare l’esercizio

di alcune attività. Nel primo caso (si vedano gli

approfondimenti da pag. 18) l’obiettivo è stato

quello di costruire un sistema su base volontaria

che stimoli chi esercita alcune professioni, spesso

innovative, a migliorare la propria preparazione

e la propria riconoscibilità sul mercato. In

pratica un geofisico, un amministratore di

condominio, un tributarista, un sociologo,

un educatore cinofilo o un esponente delle

decine e decine di nuove o vecchie professioni

che crescono e si evolvono sempre più

velocemente con il mutare dei mercati e dei

bisogni individuali, potranno continuare

a lavorare così come hanno sempre fatto,

infischiandosene della riforma. Oppure

potranno chiedere che venga verificata la

propria coerenza con le norme Uni che via

via saranno predisposte. Magari iscrivendosi

anche a un’associazione professionale che

verificherà nel tempo la sua idoneità e

fornirà qualche strumento per migliorarla.

Infine potrà chiedere anche la certificazione

delle proprie conoscenze e abilità. Chiaro che

chi si trova sul quarto gradino avrà l’onere di

curare maggiormente la propria formazione e

la modalità di esercizio della propria attività,

ma dovrebbe anche avere un appeal migliore

nei confronti della clientela. Così è probabile

che il condominio di 200 appartamenti si

affiderà alle cure di un’amministrazione a

quattro stellette, quando per amministrare

cinque o sei appartamenti sarà sufficiente

un rapporto fiduciario. Venerdì 21 dicembre,

due giorni dopo la riforma dei senz’albo, il

l mento approvava, al termine di una

f forense Gli

• Nuova serie - Anno 21 - Numero 304 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Dicembre 2012 •

CON LA NATOEstonia in prima fila contro i cyber attacchi Galli a pag. 13

CITTÀ DELL’AUTODetroit a un passo dal fallimento Nucci a pag. 13

IN GERMANIABoom di pelliccemalgrado gli animalistiGiardina a pag. 14

* con «L’Altante delle 1000 banche leader» a € 1,40 in più; con «L’Altante delle 350 assicurazioni leader» a € 1,40 in più; con guida «Imu 2012 » a € 5,00 in più; con guida «La riforma del condominio» a € 5,00 in più; con guida «Il redditometro» a € 6,00 in più; con guida «L’Iva per cassa» a € 6,00 in più; con guida «Il decreto crescita 2.0» a € 6,00 in più

fadddia uIl gitualpedacozaD

90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

Derivati- Gli enti locali non possono annullare i contratti se prima non hanno fatto la gara

Cerisano a pag. 39

Commercia-listi- Claudio Siciliotti si ritira dalla competi-

zione elettorale, fissata per il 20 feb-

braio 2013, per il rinnovo del Cndcec

Pacelli pag. 41

Lavoro - In Gazzetta Ufficiale un bando Inail da 155 milioni per la sicurezza nelle aziende

Bongi a pag. 24

su www.italiaoggi.itDocumenti/1 - Il testo della legge di stabilità

Documenti/2 - Il testo della riforma forense

Documenti/3 - La sentenza della Cassazione sugli

accordi prematri-moniali

Documenti/4 - L’Avviso dell’Asl di Milano sulle slot machine

del

DLC

amon

ClSd

zifissa

IL Giornale dei

professionisti* * *

Un fatto è certo: la grave crisi in cui l’Italia si trova potrà, nel corso del 2013, migliorare o peg-giorare a seconda dell’assetto politico che uscirà dalle elezioni. L’Italia, infatti, è oggi in uno sta-tus simile, per fortuna non per i conti, a quello della Spagna quando José Luis Zapatero annunciò che si dimetteva e quindi ci sarebbero state le elezioni. La prospettiva che lo scenario politico cambiasse, dopo la cattiva prova del governo socialista, fece sì che i mercati rimanes-sero in vigile attesa senza prendere iniziative speculative nei confronti della Spagna. C’è tut-tavia una differenza sostanziale con la Spagna: Zapatero aveva fatto male ed era inviso ai mer-cati, mentre il governo di Mario Monti ha godu-to finora di un lusinghiero giudizio dai mercati

ORSI & TORIDI PAOLO PANERAIIN EDICOLA

IN EDICOLA CON

Massimo Mallegni, a 32 anni, diventa sindaco di Pietrasanta. È il più giova-ne d’Italia nei comuni oltre i 15 mila abitanti. Riorga-nizza subito il Comune so-stituendo il capo dei vigili, Antonella Manzione, che non solo ricorre al Tar e sporge denuncia contro il sindaco che viene processato per quattro volte per abuso di ufficio, sempre assolto. Poi il pm Domenico Man-zione (fratello del capo dei vigili, ma questo non c’entra niente) chiede e ottiene l’ar-resto del sindaco che viene accusato di 51 reati. Dopo 54 udienze viene assolto da tutto. Viene condannato solo per mobbing ma ricorrerà in appello. Giustizia è fatta. Un

uomo è distrutto.

DIRITTO & ROVESCIO

continua a pag. 44

La legge di stabilità, approvata ieri dalla Camera, blocca per un anno la rivalutazione dei vitalizi

Esodati, pagano gli onorevoliCirioli a pag. 36

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 2: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

2 Sabato 22 Dicembre 2012 I C O M M E N T I

Il passaggio da una maggio-ranza di centro-destra a una di centrosinistra,

che tutti prevedevano da quando la secessione di Gianfranco Fini ruppe un partito che aveva appena ottenu-to un clamoroso successo elettorale nelle elezioni regionali, non sarà né automatico né privo di ostacoli. D’al-tra parte se il Partito democratico fosse stato in grado di assumere la responsabilità di governo quando si incrinò la maggioranza eletta, avrebbe chiesto e ottenuto una im-mediata verifica elettorale. Giorgio Napolitano, invece, dopo aver preso atto della dissoluzio-ne sostanziale della vecchia maggioran-za, indusse Silvio Berlusconi a gettare la spugna e incaricò un tecnico che potes-se ottenere il sostegno della parte prevalente della maggio-ranza uscente.

Ora il Partito democratico, dopo aver realizzato un’alleanza a sini-stra con Nichi Vendola e migliorato la sua visibilità con le consultazioni interne, crede di essere in grado di governare. Fin qui si tratta di una convinzione legittima, che diventa invece un po’ arrogante quando si considera obbligatorio condivider-la. Evidentemente esistono tuttora persone, gruppi politici e ambienti

infl uenti, anche al di là e al di fuori della vecchia alleanza di

centrodestra, che non considerano un governo di sinistra la soluzione migliore per l’Italia, che intendo-no evitarlo proponendo una con-tinuazione, in condizioni diverse, dell’esperienza Monti, o che puntano a condizionare una maggioranza di sinistra uscita dalle urne. In questo non c’è nulla di incostituzionale o di immorale, come scrivono esponenti del Pd, che preferiscono utilizzare infondati criteri speciosi di ordine generale piuttosto che misurarsi in una competizione fisiologica illu-

strando tesi politiche e programmi cercan-do di dimostrare che sono più efficaci e adatti alla situazio-ne di altre tesi e altri programmi.

Monti deciderà in che forma sostenere un raggrup-pamento, o meglio un’adunata di raggruppamenti centristi, dai ca-ratteri un po’ slabbrati e confusi. Nella competizione parte comunque assai svantaggiato: solo errori gravi di comunicazione di tattica del Pd possono avvantaggiarlo, e da quel che si vede in questi giorni pare che questa possibile azione autolesioni-sta, fatta di arroganza verbale e di poco rispetto per gli elettori incerti, sia tutt’altro che esclusa.

IL PUNTO

L’errore del Pd: credere di aver già vinto le elezioni

DI SERGIO SOAVE

L’arroganza verbale

è autolesionista

Non per col-pa del la profezia dei Maya (lo ha voluto preci-

sare lui stesso, in modo ironico), ieri sera Mario Monti ha presentato al capo dello Stato le dimissioni del suo governo. Non ha precisato a chi deve essere attribuita la colpa, anche se la risposta viene data per implicita: è stato il Pdl di Silvio Berlusconi a revocare la fiducia all’esecutivo. Domani mattina Monti terrà la con-ferenza stampa di fine anno: un ap-puntamento atteso, questa volta, con particolare curiosità, non tanto per il consuntivo del lavoro svolto (che ci sarà, senza dubbio: e riguarderà la caduta dello spread e la ri-conquista della fidu-cia internazionale), quanto per conoscere le prossime mosse che il professore intende compiere sulla scacchiera della poli-tica. Pare proprio che non intenda ri-nunciare a un ruolo, anche se non ha ancora chiarito quale esattamente. Si candiderà direttamente, o si lascerà candidare dai centristi di Casini, Fini e Montezemolo? Ieri, Berlusconi (tra-sformatosi di nuovo, in pochi giorni, nel pericolo pubblico numero uno) ha esternato il suo rammarico per il comportamento di Monti che «non ha ritenuto nemmeno opportuno» fargli una telefonata dopo la sua proposta

di «fare il federatore dei moderati». A que-sto punto, ha annun-

ciato «i nostri destini si dividono», e toccherà a lui (a Silvio) «federare i moderati». Quello fra gli ultimi due capi di governo è un dialogo fra sordi. Monti ha definito gli ultimi 13 mesi «difficili, ma affascinanti», soste-nendo che il suo governo ha «reso il Paese più affidabile, più competitivo e più attraente per gli investitori stranieri». Berlusconi ha replicato che il governo dei tecnici ha fallito sulle riforme, pur potendo contare su una maggioranza impressionante in parlamento. Come succede quando

i toni si alzano, han-no esagerato l’uno e l’altro. Monti do-vrebbe chiedere agli italiani se hanno trovato «affascinan-te» un governo che li ha obiettivamente

impoveriti. Berlusconi dovrebbe in-terrogarsi sui motivi che hanno im-pedito anche a lui di fare le riforme disponendo di una maggioranza mol-to estesa. Al di là delle comunicazioni che Monti farà domani, la polemica fra i due rischierà di monopolizzare la campagna elettorale. E la ragione è evidente: l’elettorato che guarda al centrodestra è maggioritario in Ita-lia, da sempre. Ma è profondamente deluso. È sulle sue spoglie che si gio-ca la partita decisiva.

Italia delusa e impoverita da B. e Monti

DI MASSIMO TOSTI

L’ANALISI

Le elezioni si combatteranno nella casa dei moderati

DI PIERRE DE NOLAC

Piazza delle Cinque Lune, a Roma, ha ospitato il co-mitato cittadino di Matteo Renzi, quando il sindaco di Firenze era impegnato nella lotta contro Pier Lu-igi Bersani per le prima-rie del centrosinistra: ora, nelle stesse stanze, c’è il quartier generale di Paolo Gentiloni, che corre per il centrosinistra nella sfi da per diventare il candida-to alla carica di sindaco della capitale. Un luogo politicamente impegnati-vo: di fronte c’era la reda-zione del Popolo, il quoti-diano della Democrazia cristiana. E Gentiloni ha un cognome pesante, che ricorda il celebre “patto”, l’accordo stipulato tra i li-berali di Giovanni Giolitti e l’Unione elettorale catto-lica italiana di Vincenzo Ottorino Gentiloni. Roba d’altri tempi, apparente-mente. Fatto sta che l’ex assessore rutelliano (che non ha mai lasciato il Par-tito democratico per l’Api) non scherza: conosce bene

la macchina comunale, e soprattutto le dinamiche della comunicazione del potere nella città eterna. E fa pesare la sua espe-rienza, compresa quella

parlamentare: «Non mi appassionano le regole e i cavilli, io penso di essere candidato al parlamento e farò parte della quota del quindici per cento che non passerà attraverso le pri-

marie», ha detto ieri sera nella festa per gli auguri di Natale a piazza delle Cinque Lune. Per quan-to riguarda le primarie, Gentiloni non ha dubbi: «Le avremmo dovute anti-cipare, facciamole prima, lo dissi io, così come è stato fatto a Milano». E nel Pd si muovono le prime pedi-ne, in vista di un possibile successo alle elezioni co-munali: già si parla del sostituto di Marco Stade-rini all’Acea, per esempio (un’esperienza che anche l’attuale sindaco Gianni Alemanno, in caso di con-ferma, vorrebbe archivia-re) indicando come mana-ger “in crescita” Francesco Sperandini. Tra coloro che vengono stimati da Genti-loni, poi, è da sottolineare anche la fi gura di Antonio Sciino, responsabile uni-tà relazioni istituzionali nazionali all’autorità per l’energia elettrica e il gas, che viene segnalato nei pa-lazzi della politica come il futuro segretario generale di Agcom.

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

Gentiloni sogna da sindaconella stanza di Renzi

DI MARCO BERTONCINI

È in atto un duplice e speculare riposizionamen-to, per usare un termine politichese. Tanto Silvio Berlusconi quanto Pier Luigi Bersani correggono la rispettiva politica verso Mario Monti, per ovvi fi ni di campagna elettorale.

Il Cav considera chiusa la lunga fase degli avanti e indietro: dopo aver fi nta-mente offerto la primazia al presidente del Consi-glio, ora gli dà l’assalto, col duplice scopo di colpi-re l’artefi ce di un anno di tasse e di denunciarne il ruolo di foraggiatore della sinistra, per la divisione che crea fra i moderati.

Il segretario demo-cratico, a sua volta, può lanciarsi in offensive contro Monti, sia rimar-candone i limiti (per aver poco praticato temi come lavoro e giustizia so-ciale, feticci della sinistra), sia rilevandone il tradimento del ruolo tecnico ricoper-to. Curiosamente, taluni argomenti sono simili a

quelli usati da Berlusconi contro l’ex tecnico divenu-to politico Lamberto Dini e a quelli minacciati dallo stesso Cav quando, all’ini-zio dell’esperienza dell’at-tuale esecutivo, si espresse contro l’eventualità di una discesa in campo di Monti e dei suoi ministri.

Di fatto, Berlusconi e Bersani avvertono la concorrenza elettorale del presidente del Consiglio. B. teme che una parte del proprio residuo seguito e una fetta degli odierni astensionisti possano sen-tire il richiamo della linea politica montiana o di una lista di sostegno. Bersani, a sua volta, si rende conto del pericolo rappresenta-to dal montismo, sia per qualche attrazione verso settori moderati del pro-prio partito, sia e soprat-tutto per la sottrazione di elettori catturabili dai vari aclisti, sindacalisti, cattolici di sinistra. Però, al momento, i suoi timori per la tenuta al Senato re-stano ridotti.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Attacchi concentricisu Mario Monti

Paolo Gentiloni

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 3: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

3Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DicembrP R I M O P I A N OBerlusconi e Camusso i più duri contro l’eventuale campagna elettorale del Professore

Monti si dimette e apre i giochi Nasce il partito dei pm Ingroia, De Magistris e Di Pietro

DI FRANCO ADRIANO

Tredici mesi difficili, ma affascinanti», il pre-sidente del consiglio Mario Monti si è uffi-

cialmente dimesso. Tra le con-siderazioni di giornata le più dure sono state quelle di due personalità sulla carta agli an-tipodi. Per la leader della Cgil, Susanna Camusso, Monti non deve azzardarsi a utiliz-zare la sua esperienza in cam-pagna elettorale («La Cgil non apprezza l’ipotesi che Monti si impegni in campagna elettora-le utilizzando le politiche di un esecutivo tecnico»). Per Silvio Berlusconi, il Professore può pure scordarsi la candidatura al Quirinale se fa campagna elettorale. Ai suoi occhi Monti è reo di non avergli fatto nem-meno una telefonata in questi giorni. Le dimissioni del presi-dente del consiglio nelle mani del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, hanno aperto i giochi. Ora, tutti i riflettori sono accesi sulla conferenza stampa di domenica quando finalmen-te Monti rivelerà le sue inten-zioni su un eventuale impegno politico diretto. L’effetto attesa è fortissimo. nessun leader po-litico può affermare di sapere cosa farà Monti tanto è stato il suo riserbo. A Roma la stra-da nei pressi di palazzo Chigi all’ingresso della sala stampa è già interamente occupata (e probabilmente verrà chiusa al traffico) dai pesanti mezzi delle principali emittenti televisive italiane e straniere. Gli uomini della sicurezza di palazzo Chi-gi che stazionano in via Santa Maria in Via, interpellati da ItaliaOggi, affermano di non ricordare una mobilitazione di così imponenti proporzioni per una conferenza stampa di fine anno.

Il partito dei pm Ingroia, Di Pietro e De Magistris guarda a Beppe Grillo

Al grido di «Io ci sto» è nato ufficialmente il partito dei magistrati di Antonio In-groia, Luigi De Magistris e Antonio Di Pietro. hanno voglia di crescere nei consen-si tanto che Ingroia al teatro Capranica di Roma dove si è tenuta la prima manifestazio-ne pubblica, ha affermato: «Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo è una novità della poli-tica, non è l’antipolitica». Il pm in aspettativa si sente simile all’ex comico: «Anche Grillo è un non professionista del-la politica», ha detto Ingroia che non ha mancato di sotto-lineare però che talora «i toni sono troppo arrabbiati». «Non mi sottrarrei a un confronto con il M5S. Conosco Grillo da anni, l’ho apprezzato per al-cune sue battaglie prima che intraprendesse attività politi-ca», ha concluso.

Meloni, Crosetto e la Russa tornano con Berlusconi

Faranno le primarie per sce-gliere i candidati da mettere in lista, garantiscono che uno dei criteri di selezione sarà il merito, vogliono riformare il centrodestra e confermano l’alleanza con il Pdl di Berlu-sconi. Giorgia Meloni, Gui-do Crosetto e Ignazio La Russa hanno lanciato Fratelli d’Italia-Centrodestra naziona-le con tanto di presentazione del simbolo (sfondo blu con tre fi li tricolore uniti tra loro da un unico nodo) e intonazione dell’Inno di Mameli.

Sallusti graziato dal Colle. Lo svuota-carceri non passa

Non la grazia ma la trasfor-mazione del pena detentiva in pena pecuniaria. Napolitanoha fi rmato il relativo provvedimen-to per il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, sottoli-neando la necessità di una «di-sciplina più equlibrata» sulla diffamazione a mezzo stampa. Ma le pene alternative al carce-re non varranno per tutti gli al-tri carcerati in quanto il relativo provvedimento è stato bloccato al Senato. «Questa è la Lega: sulle barricate contro il decreto

svuotacarceri», s’è vantato Ro-berto Maroni su twitter.

Finalmente la Stabilità è legge dello Stato

La manovra è legge. L’aula della Camera ha approvato il ddl Stabilità con 309 sì, 55 no e 5 astenuti. Subito dopo è stato votato il ddl bilancio, con 307 sì, 59 no e 4 astenuti. Dentro oltre alle innumerevoli modifiche parlamentari, ci sono anche il cosiddetto Milleproroghe, ossia l’insieme di norme che prolunga le scadenze legislative nel 2012 ritenute da salvare e anche il il

cosiddetto Salva infrazioni Ue. Dovevano essere approvati a parte trattandosi di norme or-dinamentali, ma a causa della chiusura anticipata dalle legi-slatura si è fatto un tutt’uno. Un testo omnibus in cui si af-frontano le grandi questioni ed anche i microinterventi cari ai singoli deputati e senatori quasi si trattassero di strenne natalizie di fi ne legislatura. Nel lungo iter è stato affrontato il blocco dell’aumento Iva e gli in-crementi delle agevolazioni per famiglie e il lavoro fi nanziate con lo sconto dell’Irpef; il nodo degli esodati con una risposta a

circa 10mila soggetti, garanten-do un sostegno economico fi no al pensionamento; quello degli insegnanti che non vedranno incrementare l’orario di lavoro. E, poi, le modifi che alla Tobin tax, le risorse per i malati di Sla e l’allentamento del patto di stabilità interno.

Monti porta gli americani in Avio aeronautica

Monti si è appeso la medaglia al petto sulla cessione di Avio ae-ronautica al colosso americano General Eletric: «Il governo ha seguito con attenzione questa operazione e si è assicurato che il nuovo acquirente, GE, assu-messe in via preventiva all’ac-quisto una serie di impegni che consentono la tutela delle atti-vità di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale sviluppate da Avio nel settore dei motori aeronautici». Insieme Avio e GE occupano più di 12mila lavoratori in Ita-lia. «Quest’operazione dimostra come l’Italia stia diventando un paese più competitivo e attraen-te per gli investimenti, italiani e stranieri», conclude la nota di palazzo Chigi che non vede l’operazione come un altro pezzo d’Italia che se ne va.

© Riproduzione riservata

DI CESARE MAFFI

Perché tanta brama di ottene-re l’esenzione dalla raccolta delle firme per presentare le liste di candidati?

L’esplosione di polemiche in limine vitae della legislatura ha una ragio-ne essenziale, spiegata con estrema chiarezza da Ignazio La Russa: chi non ha bisogno di raccogliere le firme, perché la legge gli consente di depo-sitare le candidature con la semplice autorizzazione di un rappresentante di partito, ha un duplice vantaggio.

Il primo, è ovvio, consiste nell’evitare perdite di tempo, costi, fatica, attività, in una parola tutte le incombenze legate alla rac-colta delle sottoscrizioni. C’è, però, un altro vantaggio, meno evidente, tutto politico: consiste nel poter attendere l’ultimo istante prima di depositare le candidature per cambiarle, inse-rendo nuovi nomi, depennandone al-tri, soprattutto modificando l’ordine di lista, che il porcellum considera elemento primo (non essendoci prefe-renze) per determinare l’elezione. Chi è tenuto a raccogliere le firme deve procedere con liste già fissate e non modificabili, perché la legge obbliga ad autenticare sottoscrizioni apposte sotto liste complete con tutti i nomi dei candidati.

Le conseguenze sono due. La prima riguarda i partiti rispet-

tosi della legge: devono determinare subito le liste, con l’ordine preciso delle candidature, sotto le quali rac-cogliere le firme autenticate.

La seconda, invece, riguarda i

partiti che cercano di evitare tale scoglio, violando la legge. Si spazia dalle sottoscrizioni apposte su moduli privi delle candidature (i nomi sono scritti all’ultimo istante), a firme scopiazzate. L’inserimento di Nico-le Minetti nel listino regionale di Roberto Formigoni, ottenuto dal Cav poche ore prima che scadesse il termine per il deposito, è costata e co-sterà non pochi guai all’intero Pdl.

Da quanto emerso finora, sembra proprio che le firme fossero auten-ticate in maniera irregolare e fanta-siosa, per non dir di peggio, appunto perché non c’era tempo di apporle sotto il listino modificato.

La Russa è stato limpido nel ri-levare il vantaggio in capo ai partiti esenti dalla raccolta di firme: un mo-vimento organizzato può anche avere scarse difficoltà nelle sottoscrizioni, ma senza dubbio si trova danneggia-to se deve comporre le liste molto per tempo. Ecco perché l’esenzione giova.

© Riproduzione riservata

I VECCHI PARTITI, ESENTATI, TRATTANO CON CALMA SUI CANDIDATI

Il pateracchio delle firmeQuelli nuovi partono ingessati con le liste già fatte

Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

I soliti idiotistravinconoal botteghino.

È la provache gli italianinon vogliono più Monti.

* * *

Bossi jr si faceva rimborsare le spese per i negroni.

Niente paura,si tratta di cocktail.

* * *

Ingroia: «StimoBersani».

Lo vuole comprareall’asta.

* * *

I leghisti parlanoe la Fornero si chiude le orecchie.

Le manca solodi tapparsi il naso.

* * *

Usa, Kerry segretariodi stato.

Veltroni si sta montandola testa.

PILLOLE

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 4: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

4 Sabato 22 Dicembre 2012 P R I M O P I A N ODurissimo attacco al Cavaliere e ai suoi governi tra il 2001-2006 e 2008-2011

Italia Futura bastona BerlusconiÈ responsabile del 76% degli aumenti di tasse di Monti

DI GIAMPIERO DI SANTO

Bastonato senza pietà. Accusato di essere per il 76% responsabile degli aumenti di tasse

decisi dal governo guidato da Mario Monti. Peggio, indicato come il vero motore della spesa pubblica, aumentata a dismisu-ra tra il 2001 e il 2006, quando a palazzo Chigi abitava Silvio Berlusconi alla testa della sua invincibile armata Forza Italia-Lega Nord-Alleanza Na-zionale-Unione di Centro. Non ha avuto sconti, il Cavaliere re-divivo leader del Pdl, dal suo collega imprenditore e ormai leader politico ombra Luca Cordero di Montezemolo. Ieri, nel sito della Associazione che ormai procede verso la to-tale metamorfosi in movimen-to politico a sostegno di Monti è comparso, a firma Enrico Zanetti, un lunghissimo edi-toriale dal titolo illuminante: “Tasse e spesa, i numeri da cui si parte. Contro gli incantesimi da pre-campagna elettorale”. Con un linguaggio durissimo, l’autore si scaglia contro un av-vio della campagna elettorale che «senza ancora le regole che la caratterizzano, consen-te in questi giorni comizi che si svolgono non soltanto senza contradditorio contestuale, ma pure senza bilanciamento diffe-rito. In questo modo, chiunque può sparare le baggianate più infondate e sperare pure che si sedimentino nelle convinzioni degli italiani». Ed ecco allora le cifre messe nero su bianco come «antidoto alle venefiche pozioni che navigati incanta-tori di serpenti cercano per l’ennesima volta di propinare a tutti noi». Il primo numero fa quasi rabbrividire, perché tra il 2000 e il 20006, cioè tra il breve governo di Giuliano Amato e i Berlusconi bis e ter (dall’11 giugno 2001 al maggio del 2006), la spesa pubblica al netto degli interessi è aumen-tata da 475 a 662 miliardi di euro, con «un incremento no-minale di 187 miliardi di euro che, tradotto in termini reali, equivale a un inguardabile, irresponsabile e devastante aumento di 115 (+21,22%)». E se non bastasse questa cifra per individuare quello che i montezemoliani considera-no il vero responsabile dello sfacelo che poi Monti è stato chiamato ad affrontare, sono i numeri indicati poche righe dopo a mettere chiaramente sulla strada giusta: «Abbiamo fatto pena nella Prima Re-pubblica e molto meno bene di quel che si racconta - e di quel che avremmo potuto fare - ne-gli anni tra il 1993 e il 2000», si può leggere ancora,«ma è nel quinquennio 2001 - 2006 che abbiamo riportato l’Italia sull’orlo del baratro, con un mi-cidiale mix di politiche ultra-stataliste sul lato della spesa

e pseudo-liberiste sul lato delle entrate. Pseudo, perché finan-ziate essenzialmente a colpi di condoni fiscali». Insomma, una istantanea che ritrae sen-za ombra di dubbio Berlusconi e il suo amato e odiato ministro dell’economia, Giulio Tremon-ti, inventore della finanza pub-blica creativa. Per un attimo, nel fotografare quegli anni, gli uomini di Montezemolo non trascurano le responsabilità di Romano Prodi-Tommaso Pa-doa Schioppa, e del loro gover-no di di centro-sinistra che nel «biennio a cavallo tra il 2006 e il 2008 ha parzialmente rie-

quilibrato i conti nel modo più semplice e ad esso più conge-niale: alzando le entrate». Non è un caso che la pressione fisca-le sia passata in quel periodo dal 40,08% del pil nel l 2005 al 42,65% del2008 «nonostan-te non vi fossero decisioni da assumere da un giorno per l’altro» e ci fosse il tempo «per pianificare una politica meno ideologica e miope, finalizzata a far crescere il paese e non solo a difendere lo Stato; ma, si sa, per taluni le tasse sono bellissime”. Ma poi si torna a bomba e al governo Berlusconi 2008-2011che ha sostanzial-

mente mantenuto sia il livello di spesa che aveva «inopinata-mente fatto esplodere nel corso della sua precedente esperien-za, sia il livello di pressione fiscale utilizzato come unica possibile risposta dal governo immediatamente precedente». Una scelta, questa, scellerata perché l’ultimo esecutivo Ber-lusconi «aveva avuto due anni a disposizione , per capire che era ora e tempo di avviare una revisione della spesa e, meglio ancora, una revisione dello Stato».Invece nulla da fare, come dimostrano ancora una volta i numeri delle manovre messe in campo dal maggio-agosto 2011 da Tremonti e le misure di Monti del dicembre dell’anno scorso. Cifre che «evi-denziano come il 76% di quegli aumenti di pressione fiscale sia riconducibile alle scelte tardivamente operate dal go-verno di centro-destra uscente e solo l’ulteriore 24% a quelle frettolosamente aggiunte dal governo tecnico entrante», al quale tra l’altro «va riconosciu-to di aver avviato nel corso del 2012, seppure in modo ancora troppo timido, un percorso di rientro da quell’abnorme au-mento della spesa pubblica ge-neratosi negli anni successivi al 2000». Insomma, Monti ha i suoi meriti e le sue colpe, ma

nessuno, secondo Italia Futura può dimenticare i demeriti del centro-destra e del cavaliere. Che non può rilanciare nel suo programma di governo «l’abo-lizione dell’Imu sulla prima casa o la detassazione delle tredicesime, per altro ponen-do in contropartita altre tas-se sui consumi e sui giochi o, peggio ancora, gli introiti de-rivanti dalla lotta all’evasione fiscale», perché è ora di fare una vera revisione della spe-sa che consenta di avere «ri-sorse adeguate da reinvestire prioritariamente nella ridu-zione della pressione fiscale sulle imprese con prevalente componente di lavoro, per far ripartire l’economia e, infine, liberare ulteriori risorse con cui ridurre anche altre tasse inique». Tutte cose che gli uomini di Montezemolo non si aspettano dal Pd di Pier Luigi Bersani e dal centro-sinistra «genuinamente con-vinto della necessità di non ridurre la spesa e ridimensio-nare l’apparato pubblico», ma neanche dal centrodestra, che «pur avendole a lungo decla-mate, ha fatto l’esatto contra-rio e ha contribuito in modo determinante a portarci ove oggi ci troviamo». Più chiari di così...

© Riproduzione riservata

DI GIANFRANCO MORRA

Dunque la fine del mondo non c’è stata. I Maya non avevano calcolato giusto. Anche noi, del resto, ci credevamo solo a

metà, con un gioco di simulazione este-so ai video-game, alle gite turistiche, ai pranzi di addio, alle sedute mediani-che. C’è stata anche l’esplosione di una fiorente industria culturale: libri, dvd, talismani, kit di sopravvivenza, bunker prefabbricati di salvezza, miss Fine del Mondo, viaggi low-cost in Yucatan, can-zoni della fine, strip apocalittici. Eppure, quando si pensi al fatto che tutti gli italiani, in qualche modo, se ne sono interessati, possiamo dire che ieri la fine del mondo c’è anche stata. Non nel co-smo, ma nella coscienza. Perché è una idea che appartiene all’uomo in quan-to tale e non c’è civiltà che non l’abbia avuta. Una cosa è dunque certissima: che questo mondo finirà. Quando non lo sappiamo: «quel giorno e quell’ora, nessuno li conosce» (Matteo, 25, 3).

Per ora è finito quel mondo, che Leopardi, ironicamente, chiamava delle «magnifiche sorti e progressive»: del Progresso continuo, della Scienza onnipotente, della Tecnica miracolosa, grandi favole cadute nella nostra epoca postmoderna. Anche ammesso, come di-ceva Lavoisier, che «niente si crea», resta la certezza che la materia non è eterna. La pretesa di Mayer della conservazio-ne della energia è stata smontata dalla

scienza. Oggi sappiamo che l’universo si degrada e l’entropia crescerà a tal pun-to, che prima o poi sarà la fine. E che, pertanto, non possiamo continuare nella distruzione della natura, che è finita e non può fornire senza limiti materiali ed energia.

L’idea della fine del mondo, anche se espressa in modalità diverse, accomuna tutte le religioni: dal dualismo iranico alla catastrofe cosmica dei greci, dal Talmud all’Apocalissi cristiana, dalla religioni dei Germani a Gioacchino da Fiore. La religione è il senso della «in-finita differenza qualitativa» tra Dio, che non comincia e non finisce, e questo mondo, che scorre via e scompare. Solo una civiltà secolarizzata come quella dell’Occidente moderno ha preteso di cancellare l’idea, che prima ancora è una esperienza vitale, della fine del tutto. Ma oggi questa civiltà, anche se sta occupando con la globalizzazione culturale l’intero mondo, sperimenta una crisi dei suoi fondamenti. E rina-scono, allora, quelli che Jung chiama «archetipi»: idee perenni sul destino dell’uomo, troppo spesso ricoperte dai miti della razionalità e immagazzinate nell’inconscio. Dove continuano a vivere e ad agire.

Come mostra l’interesse crescente nelle città più industrializzate per tutto ciò che è sopra o subnormale: il mito e le religioni orientali, i tarocchi e le me-dicine alternative, l’astrologia e i fiori di Bach, il satanismo e il paranormale.

Il più delle volte in forme superficiali e inquietanti, ma non prive di auten-ticità, nella misura in cui richiamano l’uomo ad una dimensione, che nessuna scienza o pianificazione può cancellare: il bisogno di Sacro. E pertanto di quelle religioni, che ne sono, nelle diverse ci-viltà, le cifre. E che danno una risposta a domande ineludibili, la cui artificiale tacitazione provoca nella psiche uma-na traumi e psicopatie (mai tanti come oggi).

Deridere la banalizzazione mas-smediatica e la strumentalizzazione consumistica della fine del mondo è certo opera positiva. Ma dimenticare ciò che vi sta sotto, ossia l’esigenza di valori spirituali perenni, significa de-gradare l’uomo a un semplice automa computerizzato e troncare il filo che lo collega al mondo invisibile. E, di conse-guenza, bloccare quel «supplemento di anima» (Bergson), che consente un uso umano della scienza e della tecnologia. Una scienza presuntuosa e invadente ha voluto di fare a meno del sopranna-turale. Sarebbe tuttavia un errore, come purtroppo accade, sostituire il mito del Progresso con quello del Regresso. Oc-corre, invece, una convergenza di attivi-smo creativo e di riflessione umanistica: operare nel mondo, per renderlo sempre più efficiente e umano, ma anche sape-re che esso prima o poi dovrà finire: «il mondo è una scena che passa» (1 Cor. 7, 31). La giornata di ieri ci ha indotto a pensarci.

© Riproduzione riservata

NON È FINITO IL MONDO, BENSÌ L’IDEA DEL PROGRESSO CONTINUO E DELLA TECNICA MIRACOLOSA

I Maya, poracci, forse non avevano calcolato giusto

Vignetta di Claudio Cadei

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 5: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

5Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DicembrP R I M O P I A N ODirei: «Guardate negli occhi Ada Rosa (2 anni) e Jacopo (3), fatelo con sguardo limpido»

A cena con Bersani, Silvio e MontiUscite dalle vostre ricette bla-bla, guardate al futuro

DI RICCARDO RUGGERI

Questa rubrica, per un anno intero, si è con-centrata sulla classe dominante dell’Occi-

dente, sulle nostre e altrui élite, sui supermanager, sulle classi sociali vessate, operai, immigrati, partite iva che subiscono attacchi concen-trici: vogliono farli ridiven-tare poveri a tappe forzate, nell’illusione di ricuperare produttività, la stessa che da sempre le élite non pra-ticano. Abbiamo parlato di Bersani, Berlusconi, Grillo, Monti (appena si candida, parleremo anche del magi-strato arancione Ingroia), le quattro personalità che il 24 febbraio si scontreranno nell’OK Corral, anche se il copione «chi vince, chi va al Quirinale, chi perde, chi an-drà in galera», è già scritto.

In quest’anno, ho speso tempo e impegno per trova-re sintesi, parole chiave, me-tafore, per far capire meglio i problemi, indubbiamente complicati. Poi, nei giorni scorsi, passeggiando per borgo San Salvario a Tori-no, casualmente ho scoper-to la sintesi suprema. È di un tabaccaio di via San Pio V, che vende pure giochi. Sull’insegna ha riportato tre parole che si attanaglia-no perfettamente a questo momento storico nostro e dell’intero Occidente: fumo, illusioni, panzane. Sono tre parole talmente esausti-ve che si prestano a ogni tipo di accoppiamento e di inter-cambiabilità con persone e partiti.

Ora la rubrica si prende due settimane di pausa, per riposarsi, rifl ettere, im-maginare come sarà il 2013. Confesso che il fi nale 2012 è pessimo. È vero, lo spread si è quasi dimezzato: mi chiedo, se falsifi cano Libor e Euribor non possono farlo anche con lo spread? Però tutti gli al-tri indici sono peggiori di un anno fa: siamo più poveri di altri 100 miliardi, per non parlare del lavoro, delle tas-se, e così via. Poi, come italia-no, mi sono sentito umiliato nel vedere i nostri leader mi-gliori farsi «tappettini» per ottenere l’endorsement da in-dividui politicamente osceni, come i leader europei, dalla Commissione, al Parlamento, alla Bce. Il palcoscenico po-litico si sta chiarendo, come ieri ha colto una mente acu-ta. Con la discesa in campo di Monti avremo fi nalmente il governo dei padroni, sono curioso di scoprire come si riposizioneranno i loro di-pendenti.

La dura realtà l’incontrere-

mo fra pochi giorni, il primo gennaio quando l’Italia tire-rà su la saracinesca: causa il fi scal compact, i contribu-ti europei anticrisi di nostra competenza (solo la Grecia ci è costata 45 miliardi) e tutte le altre leggi approva-te in questi anni sciagurati su pressione dell’Europa, all’istante evaporerà una fetta del nostro patrimonio, e così lo sconcio impoverimen-to del paese continuerà. Nel frattempo, dovremo subirci le stucchevoli analisi-diagnosi, o sinistrorse o keynesiane o

renane o pseudo liberali per uscire dalla crisi, quando appare evidente, sia chiaro detto da un non esperto, che la situazione è talmente de-gradata che l’atteso innesco a cui da anni costoro anelano come fatto salvifi co, non po-trà verifi carsi.

E se la soluzione doves-se essere ricercata, anzi-ché nella tecnologia (econo-mica) nel cuore di ciascuno di noi? Visto che siamo a Natale, posso uscire dal po-liticamente corretto: si leg-

ga cosa ha detto e scritto in questi anni, da Ratisbona in avanti, l’unico professore degno di questo titolo, molti lo chiamano Papa, io preferi-sco chiamarlo professor Rat-zinger, l’ultima intelligenza umana che ci è rimasta, tutte le altre si sono auto rinchiu-se nei loro incomprensibili zoo intellettuali.

Anch’io ho un sogno, mi piacerebbe invitare nel pranzo natalizio della mia famiglia, Bersani, Berlusco-ni, Monti. Il menu studiato e realizzata da mio fi glio Fabio è semplice, solo materie pri-me piemontesi: pinzimonio di verdure crude con salsa di bagna cauda, carne cru-da di bue grasso al coltello di Sergio, vitello tonnato di Baudracco, una tazza di bro-do caldo, dessert, rossi pie-montesi, spumante dell’ami-co De Wan.

Durante il pranzo raccon-terei loro piccoli episodi di vita dei miei quattro nipoti-ni. Assisterebbero all’apertu-ra dei regali: sale di roccia con grattugia per le nuore-fi glie («voi siete il sale della terra»), curiosi pepi per i fi -gli, penne d’oca per Virginia e Carla Maria (comprate da Cantamessa «dal 1934 stru-

menti per la scrittura», via Madama Cristina; vi rendete conto che nel mondo di Twit-ter ci sono ancora autentici eroi-partite iva, che offrono «strumenti per la scrittura» a idioti internettiani?).

Ai tre Presidenti direi: «guardate negli occhi Ada Rosa (2 anni) e Jacopo (3 anni e mezzo), fatelo con sguardo limpido, immagina-te come le vostre decisioni possano impattare sulla loro vita, cercate di uscire dalle vostre ricettine accademiche (per ora sempre fallimenta-ri) e meglio sarà per noi e per voi, non siate banali nei vostri comportamenti, ri-cordate che i problemi sono più complessi e nello stesso tempo più semplici di come la vostra, ahimè modesta esperienza di vita vera, vi suggerisce. Vi osservo con infinita tenerezza, non vi rendete neppure conto che state distruggendo il nostro tessuto industriale, sul quale i nostri padri hanno creato il miracolo economico italiano. Fermatevi, vi prego, andate in pausa!»

Buon Natale a tutti, so-prattutto a voi, cari lettori.

[email protected]

DI DIEGO GABUTTI

All’epoca, se il cinema era una cosa, la realtà non era esatta-mente un’altra, ed è possibile che in ciò che rimane del radi-

calismo politico la confusione continui. Con una differenza: ai tempi, tra il 1968 e gli anni poi detti di piombo, c’erano in giro film migliori, da Sam Peckinpah a Don Siegel, dai polar francesi al kung fu; e persino il marxismo esoterico e un po’ squadrista dei militanti era meglio, o se non altro romanzesco, del grillismo e del vendolismo d’oggidì (per non parlare dei centoni domenicali d’Eugenio Scalfari). Bella e strana antologia delle «critiche» dei film che apparivano sulla stampa goscista negli anni tra l’autunno caldo, la strage di Piazza Fontana e l’insorge-re del terrorismo, assaggio del vecchio Sillabo ultrasinistro, Sbatti Bellocchio in sesta pagina.

Il cinema nei giornali della sinistra extraparlamentare 1968-76, a cura di Steve Della Casa e Paolo Manera, Donzelli 2012, pp. 228. 18 euro, ricor-da un po’ le scene iniziali di Jurassic Park, quando i due scienziati, prima di finire inseguiti da dinosauri vivi, vege-ti e affamatissimi nell’isola dei cloni, disseppelliscono vecchie ossa di dino-sauro nel deserto. Non sembrano cioè passati quarant’anni dall’epoca in cui questi discorsi insensati su Hollywood e sull’imperialismo yankee, sui film che manipolano e addormentano le masse e su quelli che invece le «educano» alla

«lotta», erano un normalissimo modo di vedere le cose (magari un po’ pretesco, e non sempre, anzi quasi mai, rispetta-bile) Sembra roba successa in un’altra età nel mondo (praticamente La guerra del Fuoco di Jean-Jacques Annaud o il Signore degli Anelli di Peter Jackson) oppure su un altro pianeta (Alien, o Prometheus, di Ri-dley Scott).

Erano tempi in cui sembrava non sol-tanto giusto ma persino naturale e financo logico tra-vestire da pomposa e tarocca «coscienza di classe» l’onesto principio di piace-re che spingeva gli studenti (allo stesso tempo irriducibili consumatori di cine-ma e rivoluzionari senza se e senza ma) a frequentare le sale cinematografiche. Valeva per il cinema, del resto, come per tutto il resto: per l’amore e la ginnasti-ca, per il sesso, per le canzonette, per le ricette di cucina.Niente piaceva e basta. Non c’era dirit-to all’alienazione. Tutti a premettere, prima d’andare al cinema, o di mettere su un disco, o d’aprire un libro giallo: non lo fo per piacer mio. Oratorio puris-

simo. Ma in primis c’era un’idea tutta cinematografica della realtà: la lingua di questi articoli è la stessa lingua ges-sosa e retorica delle voci fuori campo dei film. Voci che credono in quel che commentano (un noir di Friz Lang, la lotta di classe) e prendono sul serio le

favole cui fanno da didascalia (un musi-cal con Fred Astaire, la voce disincarnata e un po’ horror del Cristo di Don Ca-millo, la perfidia del capitale).

Fosse stato almeno il risultato di un’in-dottrinamento da fumetto, o d’un la-vaggio del cervello da film estremo, tipo Arancia mec-canica.No, il goscismo de-gli anni settanta era autodidatta, e al delirio ideologico s’era educato da sé. Al delirio ideologico e all’umorismo in-

volontario. Come quando uno di questi fogli ultrà, La vecchia talpa, negli anni di «pagherete caro, pagherete tutto» e delle Brigate rosse, se la prende con la scaz-zottata finale tra John Wayne e Victor McLaglen in Un uomo tranquillo di John Ford: troppa violenza.

© Riproduzione riservata

COME DIMOSTRA UN LIBRO-ANTOLOGIA DELLE RECENSIONI GOSCISTE PUBBLICATE IN QUEL TEMPO

Negli anni di piombo c’erano almeno film migliori

Vignetta di Claudio Cadei

favdidcalla e uCrmica

Foil dofuvadaticaNglerals’eALocandina del i lm Un uomo tranquillo

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 6: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

6 Sabato 22 Dicembre 2012 P R I M O P I A N OSono quelle per dare vita a partitini che, teoricamente, dovrebbero prendere voti di nicchia

Le scissioni consensuali dal PdlPer il momento però l’ha fatta solo Ignazio La Russa

DI MARCO BERTONCINI

Per ora soltanto il Cen-trodestra nazionale (tale la denominazione inizialmente assunta

dal gruppo senatoriale dagli amici di Ignazio La Russa) si è staccato dal Pdl. La scissione è stata consensuale; anzi, feno-meno del quale riesce diffi cile trovare precedenti, favorita dallo stesso titolare del parti-to. L’elenco degli altri poten-ziali movimenti (o, meglio, liste) che potrebbero essere avviati verso la presenta-zione autonoma è stato in questi giorni lungo, partendo dall’or-mai ricorrente formazione animalista capeggiata da Maria Vittoria Brambil-la, per ar-

rivare a spezzoni socialisti e a frammenti dell’antica Dc.

Il principio, in sé non er-rato, è che il porcellum favo-risce la frantumazione e che la domanda politica è costan-temente in favore della mol-teplicità dal lato dell’offerta. Certamente, poco gioverebbero a queste liste gli inviti di Silvio

Berlusconi a non vo-tare per i “piccoli”: è una costante del Cav, tanto nelle passate elezioni quanto in questi inizi di campagna

elettorale. I vari La Russa, Caldoro,

Pionati do-vranno for-zatamente f a r s e n e una ra-gione.

Il pre-c e d e n t e

del 2006, però, dovrebbe costi-tuire un campanello d’allarme. Fra gli errori spettacolarmente commessi allora dal centro-de-stra rientrò pure la totale tra-scuratezza verso le liste mino-ri alleate. Queste formazioni avrebbero dovuto recare voti di pensionati, autonomisti, ra-dicali, liberali e altri ancora, i quali, vedendo sulla scheda il simbolo del proprio partito (di solito, un piccolo movimento)

di riferimento, avrebbero po-tuto esserne attratti.

L’operazione fu un mez-zo fallimento, perché i grup-pi e gruppetti non furono aiutati nella presentazione delle liste, che così ebbero ri-levanti vuoti, che ovviamente fecero venir meno potenziali elettori, con un esito morta-le (si ricorda che la sconfi tta del centro-destra fu determi-

nata da meno di 25mila voti di differenza). Se Berlusconi intende davvero procedere verso la presentazione di più liste alleate, dovrebbe tener conto della lezione passata e far predisporre il necessario aiuto organizzativo per que-ste schiere di candidati, al-trimenti destinati a non pre-sentarsi in molte (forse troppe) circoscrizioni.

©Riproduzione riservata

Colo

mbiC

&E

Estratto ai sensi dell’art. 122 del d.lgs. 24.2.1998, n. 58 (“TUF”)

B.E.E. Team S.p.A.

Ai sensi dell’art. 122 del TUF e delle applicabili disposizionidella Delibera Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 (comesuccessivamente modificata e integrata), si rende nota l’esi-stenza di una convenzione di natura anche parasociale, stipu-lata in data 4 aprile 2007, successivamente modificata da ulti-mo in data 28 dicembre 2010, come da pubblicazione ai sensidi legge ( la “Convenzione”) tra Rocco Sabell i(l’”Imprenditore”), Stefano Arvati (l’”Azionista”) e TamburiInvestment Partners S.p.A. (l’”TIP” e, insieme all’Imprenditoreed all’Azionista, i “Soci”), avente ad oggetto le quote di DataHolding 2007 S.r.l. (“Data Holding”) - con sede legale in Roma,Via della Nocetta, n. 109 - società che esercita il controllo suBEE Team S.p.A. ai sensi dell’art. 93, comma 1, lett. b) delTUF.

In data 17 dicembre 2012, l’Imprenditore, anche in nome e perconto della società da lui controllata Orizzonti NR S.r.l. (“Oriz-zonti”), TIP e l’Azionista, anche in nome e per conto della so-cietà da lui controllata Consulgest S.r.l. (“Consulgest”), han-no preso atto (i) di alcune modifiche statutarie deliberate dal-l’assemblea dei soci di Data Holding in data 19 settembre 2012relative alla durata della società nonché alla composizione del-l’organo di controllo, recependole, pertanto, a livello paraso-ciale e (ii) del trasferimento, perfezionato in pari data 17 di-cembre 2012, da parte di Consulgest di una quota parte dellapropria partecipazione rappresentativa dello 0,93% del capi-tale di Data Holding a ItalBenim S.r.l. (“Italbenim”). Conte-stualmente, Italbenim ha sottoscritto la Convenzione esclusi-vamente in relazione ad uno specifico obbligo di natura para-sociale, di seguito dettagliatamente indicato.

1. Società i cui strumenti finanziari sono oggettodella Convenzione

La Convenzione disciplina i rapporti tra i Soci, i quali sonotitolari dell’intero capitale sociale di Data Holding, società didiritto italiano, con sede legale in Roma, Via della Nocetta, n.109, capitale sociale di Euro 11.218.790, codice fiscale e par-tita IVA 09443101002, iscritta al Registro delle Imprese di Romaal n. 09443101002.

2. Soggetti aderenti alla Convenzione

Si precisa che l’Imprenditore partecipa al capitale di DataHolding tramite Orizzonti NR S.r.l., società di diritto italiano,con sede legale in Roma, via della Nocetta 109, capitale so-ciale di Euro 100.000,00, codice fiscale e numero di iscrizionenel Registro delle Imprese di Roma 09349321001, società di-rettamente controllata dall’Imprenditore ai sensi dell’art. 2359,comma 1, n. 1, codice civile.

Si precisa altresì che l’Azionista partecipa al capitale di DataHolding tramite Consulgest S.r.l., società da lui direttamentecontrollata, ai sensi dell’art. 2359, comma 1, n. 1, codice civi-le.

La seguente tabella indica i soggetti aderenti alla Convenzio-ne e le rispettive quote di partecipazione al capitale sociale diData Holding:

SOCIO QUOTA DI POSSESSO

Orizzonti NR S.r.l. 48,62%

TIP 46,71%

Consulgest S.r.l. 3,74%

ItalBenim S.r.l.* 0,93%

TOTALE 100,00%

* Si precisa che Italbenim ha aderito alla Convenzione limitatamenteall’assunzione dell’impegno di voto, di cui al punto 4, lett. (G), chesegue.

3. Controllo della società quotata in virtù dellaConvenzione

Nessun soggetto esercita il controllo su Data Holding, in virtùdella Convenzione, come modificata.

Data Holding esercita il controllo su BEE Team S.p.A. (“BeeTeam”) ai sensi dell’art. 93, comma 1, lett. b) del TUF.

4. Contenuto della Convenzione

Le disposizioni che regolano i rapporti tra i Soci secondo quantoprevisto dalla Convenzione, come modificata e in conseguen-za delle modifiche statutarie adottate dall’assemblea di DataHolding, sono qui di seguito riassunte:

(A) Deliberazioni dell’assemblea di Data Holding

I Soci hanno concordato che le deliberazioni dell’assembleadi Data Holding verranno adottate con le maggioranze ordina-rie previste dalle applicabili disposizioni di legge, ad eccezio-ne delle deliberazioni assembleari, nei casi previsti dai nn. 4) e5) dell’art. 2479 c.c., che saranno valide solo se adottate conla maggioranza qualificata, pari al 60% del capitale sociale.

(B) Composizione del Consiglio di Amministrazione di DataHolding

Il Consiglio di Amministrazione di Data Holding, che resterà incarica a tempo indeterminato, sarà composto da 5 (cinque)membri, di cui 2 (due) nominati dall’Imprenditore, 2 (due) da

TIP e 1 (uno) dall’Azionista.

(C) Composizione del Collegio Sindacale di Data Holding

Ove nominato per volontà dei soci o per obbligo di legge, l’or-gano di controllo è costituito da un solo membro effettivo no-minato dall’assemblea con le maggioranze di legge o, se no-minato in forma collegiale, costituito da 3 (tre) sindaci effettivi,designati 1 (uno) ciascuno dai Soci, di cui quello designatodall’Imprenditore ricoprirà la carica di Presidente, e 2 (due) sin-daci supplenti, designati 1 (uno) dall’Imprenditore ed 1 (uno)da TIP.

(D) Composizione del Consiglio di Amministrazione di BeeTeam

Le designazioni di competenza di Data Holding ai fini dellapresentazione della lista per la nomina dei componenti del Con-siglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di Bee Teamsaranno deliberate dal Consiglio di Amministrazione di DataHolding, con le maggioranze ordinarie, nei tempi richiesti dalledisposizioni di legge e dello statuto di Bee Team.

(E) Intrasferibilità delle quote di Data Holding

E’ fatto divieto ai Soci di trasferire, a qualsiasi titolo e sottoqualsiasi forma, direttamente o indirettamente, le quote daglistessi detenute nel capitale sociale di Data Holding fino alladata di cancellazione di Data Holding dal Registro delle Im-prese, fatti salvi i trasferimenti effettuati a favore di societàcontrollate dagli stessi ai sensi dell’art. 2359, comma 1, n. 1,codice civile.

(F) Liquidazione di Data Holding

Data Holding sarà sciolta e messa in liquidazione il 31 dicem-bre 2013.

Prima di tale termine, Data Holding potrà essere liquidata alverificarsi di uno dei seguenti eventi di liquidità:

(i) promozione di un’offerta pubblica di acquisto o di un’of-ferta pubblica di acquisto e scambio su Azioni Bee Teamad un prezzo e/o valorizzazione delle relative azioni su-periore a Euro 10,50 per ciascuna Azione Bee Team enon inferiore al prezzo medio di mercato per Azione BEETEAM a tale data;

(ii) proposta vincolante ed incondizionata ai Soci di acqui-sto della totalità delle quote di Data Holding a fronte diun corrispettivo pari ad un valore implicito superiore aEuro 10,50 per Azione Bee Team e non inferiore al prezzomedio di mercato per Azione Bee Team a tale data;

(iii) proposta vincolante ed incondizionata a Data Holding diacquisto dell’intero investimento in Azioni Bee Team adun prezzo superiore a Euro 10,50 per Azione Bee Team enon inferiore al prezzo medio di mercato per Azione BeeTeam a tale data;

(iv) proposta di fusione o di altra operazione straordinaria daparte di soggetti terzi relativamente a Bee Team e/o aData Holding che comporti una valorizzazione delle AzioniBee Team/quote Data Holding superiore a Euro 10,50 perAzione Bee Team e non inferiore al prezzo medio di mer-cato per Azione Bee Team a tale data;

(v) permanenza della media mobile ponderata delle AzioniBee Team per un periodo di tre mesi, superiore al prezzodi Euro 15,50 per Azione Bee Team.

La liquidazione avverrà, previo rimborso dell’indebitamento esi-stente nonché di ogni altra passività, ivi inclusi gli apporti e ifinanziamenti soci (e/o altre forme equivalenti), mediante as-segnazione di Azioni Bee Team e di ogni altra attività di DataHolding.

(G) Diritti Particolari dei soci

Italbenim si è impegnata a votare a favore di qualsiasi propo-sta di deliberazione dell’assemblea, per la quale lo statuto pre-vede il voto all’unanimità, avente ad oggetto la modifica ol’estinzione dei diritti particolari dei soci in relazione alla desi-gnazione dei membri degli organi sociali, ovvero la concessio-ne di nuovi diritti particolari ad uno o più soci di Data Holding.

Consulgest e l’Azionista si sono impegnati, solidalmente traloro, ai sensi dell’art. 1381 c.c. a far sì che Italbenim adempiaal suddetto obbligo.

5. Durata della Convenzione

La Convenzione, a seguito del recepimento a livello paraso-ciale della proroga della durata di Data Holding, ha efficaciafino alla prima data tra: (i) l’11 dicembre 2015; e (ii) la cancella-zione di Data Holding dal Registro delle Imprese.

6. Deposito della Convenzione

La Convenzione, con le modifiche recepite in conseguenzadelle delibere dell’assemblea di Data Holding, verrà deposita-ta presso l’Ufficio del Registro delle Imprese di Roma, nei ter-mini di legge.

La presente comunicazione è effettuata congiuntamente daRocco Sabelli, anche in nome e per conto di Orizzonti, Stefa-no Arvati, anche in nome e per conto di Consulgest, TIP edItalbenim.

DI ISHMAEL

Nelle vesti del Fidanzato, come in quelle del Candi-dato, ma soprattutto nelle vesti dell’Incompreso, il Cav è ogni giorno in tivù, invecchiato, un po’ cadente, ma come sempre deciso a ribaltare ogni

pronostico. Mi date per sconfitto, per dimenticato, per fal-lito, ma vincerò. Sbaglia, ma faccia pure: sbattere craniate sui muri è un diritto costituzionale, come dicono nei film hollywoodiani. Invece no, questo diritto il Cavaliere non ce l’ha, sbraitano i suoi nemici, che dopo un anno d’inglesorum, lo spread, Mo-ody’s, la spending review, tornano al latinorum e alla par condicio (di cui s’era quasi perduta la memoria, come di Sandro Bondi, per dire, o dei vincitori degli ultimi venti o trenta Festival di Sanremo). Sono tornate, per capirci, le idee bislacche sui pote-ri ipnotici del mezzo televisivo e sulla natura pecorona dell’elettore medio italiano. Sei un elettore italiano e guardi la tivù? Qualunque «comu-nicatore», specie se «populista», può convincerti a votare per lui: la tivù comanda e tu obbedisci. Non hai opinioni tue, ma voti sotto incantesimo, in stato di trance, come le vittime dei malvagi nei film espressioni-sti. Votantonio! Non mancherò, signore! Fossi soltanto un abbonato Rai, poco male: prenderesti la linea da Roberto Benigni, dal Paradiso di Dante e dalla Costituzione ita-liana, notoriamente la migliore del mondo. Ma tu guardi anche le reti Mediaset, e lì sappiamo chi impazza, e con quali propositi, e quanto sinistri e sciagurati. Quindi non c’è che una soluzione: la par condicio. Che significa negare il diritto di parola al Fidanzato, nonché alle sue Biondone e ai suoi Bellimbusti, per concederla soltanto ai comici te-levisivi, il cui diritto di satira prosinistra e antidestra non può certo essere conculcato. Meno male che adesso comin-ciano le feste e i politici — per decisione della Rai — non potranno presentarsi nelle tivù di stato fin dopo Capodan-no. Un provvedimento utile e istruttivo. Se ne compiace, in particolare, Enrico Mentana, che vince un sigaro per la più grossa puttanata dell’anno con questa dichiarazione a Repubblica: «È una scelta opportuna perché nei giorni di festa l’elettorato guarda la tv con la guardia abbassata e chi va in video può fare incetta di suffragi».

© Riproduzione riservata

É UN DIRITTO DARE CRANIATE SUI MURI

Mi date per sconfitto, per fallito, ma io vincerò

Silvio Berlusconi

Ignazio La Russa

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 7: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

7Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DicembrP R I M O P I A N OPer il saggista Giuliano Zincone il rapporto con Napolitano si è soltanto appannato

Monti ha dalla sua la genteIl Cav. parla alla pancia, con l’Imu, ma il Prof. tiene bene

DI COSTANZA

RIZZACASA D’ORSOGNA

«Sia che decida di candidarsi, sia che si presenti come referente

di un gruppo, scegliendo di assumersi una responsa-bilità diretta alle elezioni, Monti rischia in prima per-sona. Il Quirinale fi no a ieri sembrava garantito: ora, da avversario dei partiti che lo hanno sostenuto, potrebbe pure perderlo. Così, Monti viene invitato da più parti, a volte anche con una certa arroganza, a non affrontare questo rischio. Ma se i gior-nali lo criticano, e i grandi partiti ora mostrano fastidio, l’opinione pubblica è ancora con lui, più di quanto non sembri».

A poche ore dalla confe-renza stampa di fi ne anno in cui Monti finalmente scioglierà la riserva, Giu-liano Zincone, scrittore e giornalista, analizza lo stato dell’arte. Sottolinea che tra Napolitano e il premier non c’è stata una rottura, come molti hanno scritto, ma piut-tosto un “appannamento”. «Napolitano lo aveva para-cadutato sulle istituzioni come fi gura necessaria per ridare credibilità al paese, con il consenso anche obtorto collo dei due maggiori parti-ti e di Casini. Se Monti aves-se continuato a fare l’angelo della Repubblica, i partiti lo avrebbero votato al Quirina-le. Ma ora? Bersani è stato leale, ma alle elezioni sarà un avversario. E certamente sarà antagonista quello che resta del Pdl».

Domanda. Berlusco-ni minaccia: «Se Monti scende in campo, niente Quirinale». Ma in realtà il castigatore SuperMario ha grande consenso.

Risposta. Esatto. Prenda la campagna del Cavalie-re contro l’Imu: parla alla pancia del paese, dovrebbe attirare tantissimi consen-si. Eppure Monti non crolla. Anzi, non appena è riappar-so Berlusconi, è risalito. Per-ché diciamocelo, non è che i giornalisti ci azzecchino sempre.

D. Qualche giorno fa lei ha defi nito le giravol-te di Berlusconi «tattici-smo politico sfuggito di mano».

R. È convinto di fare il furbo, mentre in realtà si sta dando la zappa sui piedi. Non si rende conto di quanto poco faccia presa sulla gen-te. Allo stesso tempo, il suo ritorno ha scatenato ancora una volta quell’insopportabi-le atteggiamento di certi con-duttori che non riescono ad affrontare un argomento, sia esso il telefono o un cavallo,

senza infi larci un’invettiva a Berlusconi. Rischiando addi-rittura il risultato opposto, e cioè di fornirgli un assist.

D. Lei alle primarie del centrosinistra ha votato Renzi. Andrà a votare alle primarie di Capo-danno per i parlamentari del Pd?

R. Non credo. Mi sembra tutto un po’ un pasticcio. Ho votato Renzi perché mi sem-bra una persona di sinistra non comunista. L’ho trovato condivisibile nei comporta-menti, per certi versi post-moderno. La sua campagna non era fondata sull’aggres-sione, il suo linguaggio era molto meno ispido dei poli-tici o pseudotali cui siamo abituati. Con questo però non voglio dire che Bersani sia un comunistaccio.

D. Neanche per lui è un momento facile.

R. Ascoltandolo, mi sem-bra che non riesca a divin-colarsi da certe catene. Una è sicuramente la zavorra di personaggi antichi. Ma Ber-sani sconta anche una situa-zione che, in parte, somiglia specularmente a quella in cui si trova Berlusconi. Ber-sani ha appoggiato Monti lealmente e ora se lo ritrova

come concorrente. Così è co-stretto a barcamenarsi.

D. Ha detto che dopo il voto farà l’alleanza col centro. E Vendola sente già odore di trappola.

R. Vendola e Casini sono su due sponde socio-cultural-politiche opposte. Credo che gli elettori potrebbero esse-re molto perplessi. (Pausa) Ah, il grande equivoco del centro. Una volta si diceva, il centro delle passioni è la passione del centro. Il cen-tro sembra essere il luogo dove si vincono le elezioni,

mentre invece è il luogo con la cui conquista si vin-cono le elezioni. Il centrista non vince le elezioni, le fa vincere a chi lo convince a spostarsi dalla sua parte. È il magazzino del grano, la riserva cui attingere. Crede di essere l’ago della bilancia, ma dipende da quanto è dav-vero forte. Se è abbastanza grosso da essere un Ghino di Tacco e poter determina-re la vittoria, allora può es-sere l’ago della bilancia. Se invece è solo potenzialmente forte, allora la sua potenzia-

lità può essere erosa dalla destra o dalla sinistra, nel qual caso non è il protagoni-sta, ma la magnifi ca preda.

D. Parola d’ordine, «mo-derati».

R. Ma quali sono questi moderati? Dove stanno? Per-ché, secondo lei Berlusconi è un moderato? Il centro è un luogo a cui si fa la corte, che si tenta di spostare da una parte o dall’altra. Quello dei moderati è un equivoco che deriva dall’antico domi-nio della Dc, che si defi niva di centro ma era in realtà un partito-Stato. Che occu-pava tutto il campo e aveva un’ala di destra e una di si-nistra, entrambe forti. Anche questa moda di chiamarsi di «centro»-destra e «centro»-si-nistra, poi. Bisogna avere il coraggio delle proprie scelte. Ricordo i miei anni verdastri in cui se chiamavi di centro-sinistra quelli di sinistra si offendevano a morte.

D. E questo centro che potenzialità ha?

R. Vuole scherzare? Si stanno polverizzando. Ognu-no sta facendo il suo partito. Candidiamoci anche noi due. Almeno due voti li prendia-mo.

© Riproduzione riservata

DI GOFFREDO PISTELLI

Il Molleggiato alias Adriano Celentano, nel 2010, voleva proprio tirarli giù, col trito-lo «ma con ordine, senza far

male a nessuno». Oggi i grattacieli milanesi di Porta Nuova, la zona che va grossomodo dalla Stazione centrale alla Stazione Garibaldi, prendono forma e cambiano il vol-to della città.

Nelle settimane scorse, inaugurata la grande torre circolare di Unicre-dit, che con la sua punta rivaleggia in altezza col vicino Palazzo Lombar-dia voluto da Roberto Formigoni, i milanesi hanno esternato la loro positiva sorpresa nel constatare che anche gli spazi realizzati, come la piazza alla base della nuova struttu-ra, in corrispondenza della vipparola Corso Como, sono davvero belli. Le cronache milanesi hanno scritto di conseguenza.

D’altra parte anche il sinda-co arancione Giuliano Pisapia, pimpantissimo, ha inaugurato la piazza per l’Immacolata, intitolan-dola seduta stante a Gae Aulenti, la grande archistar morta il gior-no prima. E pazienza se le rego-le delle toponomastica comunale imporrebbero un decennio dall’av-venuta dipartita. Neppure un’im-percettibile critica nel suo discorso sull’opera che sovrastava lui e gli

astanti. Il grattacielo cioè. Inve-ce, in campagna elettorale, aveva sposato il pensiero rock del già ci-tato Molleggiato, forse rimasto al suo successo anni ‘70, L’albero di 30 piani. «Ha ragione Celentano», aveva detto Pisapia nel luglio del 2010, «qui si pensa solo a costruire grattacieli quando tutti i sondag-gi hanno detto che sia gli italiani che i milanesi i grattacieli non li vogliono».

Sparite anche le critiche feroci degli illuminati come quelle che, ancora pochi mesi fa, non aveva le-sinato Vittorio Gregotti, titillato dalla cronaca milanese di Repub-blica sull’onda del suo sdegno per il progetto veneziano di Pierre Cardin, di fare una torre cemento vetro a Porto Marghera.

Gregotti aveva associato i grattacieli milanesi all’infau-sta stagione delle destre che, per fortuna era terminata, dimenti-cando (o fingendo di farlo) che un paio di quelle costruzioni, quelle del Bosco verticale voluto dal pa-lazzinaro Salvatore Ligresti, le aveva firmate il collega Stefano Boeri che, nella battaglia contro la reazione, era diventato pure assessore a Palazzo Marino. Con nonchalance poi il vegliardo ma-estro dell’architettura aveva pa-ragonato il pluripremiato palazzo

delle presidenza lombarda a «un centro commerciale americano».

Niente in confronto ai toni che un bel po’ di gauche caviar aveva agitato contro quel palazzo perché, si disse nel 2005, avrebbe spiana-to il «Bosco di Via Gioia», un’area verde urbana che non era proprio foresta amazzonica.

S’indignarono Dario Fo, Mil-ly Moratti, protestarono Elio e le storie tese, ma lo «sfregio» passò.

Ora che però la skyline milane-se, con le sue guglie sinuose, co-mincia a conquistare i cittadini, gli indignados di casa nostra non si fanno più vivi. Sarebbe faticoso opporre l’ideologia alla realtà.

Repubblica tuttavia, dopo aver fatto da megafono, non può ora allinearsi al sentire comune. Non lo prende a legnate, come nel pas-sato, ma eccepisce con un po’ di sussiego.

Ieri con un commento dell’ar-chitetto Antonio Monestiroli, professionista di grido e docente al Politecnico, ha detto che «que-sti nuovi e ingombranti edifici co-struiti a Milano» non provocano alcuna emozione.

Insomma, se ai milanesi i grat-tacieli piacciono, se ne facciano una ragione: si stanno sbagliando. Prima o poi lo capiranno.

© Riproduzione riservata

LE TORRI DI PORTA NUOVA HANNO CAMBIATO IN MEGLIO LA CITTÀ

Ai milanesi piacciono i grattacieliche disgustano la gauche caviar

Giuliano Zincone

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 8: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

8 Sabato 22 Dicembre 2012 P R I M O P I A N OIl braccio destro di D’Alema a Palazzo Chigi considera il Pd latitante sugli impegni Ue

Voterò per qualche lista con MontiBersani non vuole proprio tagliare la spesa pubblica

DI CLAUDIO VELARDI *

Dunque. Ve lo dico un attimo prima, indi-pendentemente dalla forma che assumerà

la sua discesa in campo. E fa-cendovi in contemporanea gli auguri per le feste, perché da domani mi dediche-rò più o meno inte-gralmente a ciociole natalizie e piccoli regali da crisi. Il 24 febbraio voterò per qualcuna delle for-mazioni che propor-ranno Mario Monti premier per la pros-sima legislatura. Quale tra quelle in campo non so: valuterò tas-so di rinnovamento e qualità delle liste (dei programmi dei singoli partitini non mi frega niente). Dopo un decennio, sono tornato a votare alle pri-marie del Pd sperando in una vittoria di Renzi: sarebbe stata una rottura epistemologica per la sinistra italiana. Avendone maturato il diritto, voterò an-che il 29-30 dicembre nelle pri-marie dei parlamentari, giusto perché c’è un amico (renziano) che si candida. Ma alle elezioni non voterò Pd, perché non con-divido la sua attuale strategia

e trovo più che contraddittori i suoi comportamenti, rispetto all’unico (ripeto, unico) tema in discussione a questo giro: l’ade-sione dell’Italia agli impegni presi nei confronti dell’Europa. Impegni inequivoci e indiscuti-bili: tagliare la spesa pubblica, liberalizzare l’economia, rifor-

mare il lavoro, sburo-cratizzare lo Stato.

È inutile fingere. Per quanto fumo con la manovella metta in circolazione, il Pd, questi impegni, non li fa suoi, o gioca con le parole. Di tagliare la spesa pubblica non ha alcuna intenzione, perché qualunque

atto signifi cativo in questa di-rezione viene interpretato come assalto a conquiste sociali non derogabili. Riformare il lavoro e sburocratizzare lo Stato signifi -cherebbe semplicemente disbo-scare il potere sindacale, e quin-di neanche a parlarne. Quanto alle liberalizzazioni, il Pd se ne fa vanto in ricordo delle mitiche lenzuolate di Bersani. Ma guai a chiedere che fi ne hanno fat-to, visto che tassisti e avvocati, assicuratori e notai sono oggi più forti di prima. E gioca con le parole il Pd, quando garanti-sce che sì, terrà fede all’agenda,

ma andando “oltre”, mettendoci “un di più” di lavoro, puntando su “crescita” ed “equità”. Paro-le totalmente vuote e prive di senso, se non si prevedono tagli alla spesa e conseguente libera-zione di risorse per promuovere “crescita” (ammesso e non con-cesso che debba farla lo Stato, la crescita), smantellamento delle corporazioni (a partire da quella sindacale) per creare oc-casioni di lavoro per i giovani e quindi “equità”, e così via.

Insomma, l’agenda è una, c’è poco da girarci intorno. Se non la si condivide, lo si dice, come fa a suo modo Berlusconi, e si occupa mestamente lo spazio del populismo corrivo. In caso contrario, la si applica. Quello che non si può fare è cincischia-re come fa Bersani, che in cuor suo pensa che l’agenda non abbia alternative, ma non è in grado di dirlo alla sua gente, di-seducata da decenni di demago-gia e dal sinistrismo dei luoghi comuni che non muoiono mai.

Quindi, se il 24 febbraio del 2013 l’ordine del giorno reci-ta, come recita: “Attuazione dell’agenda Draghi-Trichet (5 agosto 2011) e seguenti, vibran-ti raccomandazioni dell’Unione europea”, non resta che una risposta: affi darsi al professo-re che se l’è intestata, per re-

alizzarla e restare aggrappati all’Europa.

Di fronte a questo solo impe-rativo, le chiacchiere preoccu-pate della politica italiana sono un fastidioso pulviscolo. Si deve candidare direttamente oppure no. Saranno due, quattro o ven-

ti le liste che lo appoggeranno. Saranno laici o cattolici. Tecnici o politici. Moderati o estremi-sti, riformisti o radicali. Vecchi o nuovi. Tutta roba di scarso rilie-vo. L’essenziale è l’adempimen-to di quell’ordine del giorno.

*da TheFrontPage.it

DI ELISA MAIUCCI

È la sicurezza energetica quello che sta più a cuore alla Marina sta-tunitense. Stretta tra la domanda crescente dei mercati emergenti che fanno lievitare il prezzo dei carburanti e le ultime tensioni ge-opolitiche, la strategia Usa è scandita da obiettivi a breve termine

in grado di rivoluzionare l’approvvigionamento energetico anche per i paesi alleati della Nato. Lo stadio nella ricerca, nell’uso e nella produzione di carbu-ranti alternativi per migliorare le capacità militari e la sicurezza strategica, è stato illustrato durante una tavola rotonda all’ambasciata Usa a Roma da Tom Hicks, deputy assistant secretary della Marina militare per l’energia. «Il nostro obiettivo è quello di esplorare e cominciare una conversazione con la Marina e i ministeri italiani per capire a che punto stiamo nello studio dell’energia alternativa, fondamentale per le nostre funzioni militari ma anche per svolgere assistenza umanitaria e operazioni necessarie per gli Usa e per il mondo intero». Hicks ha dichiarato di essere stato «ben impressionato dai livelli del ministero dello sviluppo economico, della marina e delle industrie, perché l’Italia sta portando avanti uno sforzo simile al nostro. Siamo dunque felici di iniziare una cooperazione e un coordinamento tra i due paesi nel settore», ha spiegato Hicks, evidenziando però di non aver incontrato il ministro per lo sviluppo economico, Corrado Passera. «Quello di oggi per noi è l’inizio di una conversazione ed è un successo che deve proseguire sui carburanti alternativi ma anche sull’efficienza energetica, settore in cui vogliamo condividere le best practices». «Ogni anno la Marina spende tra i 4 e i 5 miliardi $ per la benzina per gli aerei e per la flotta». L’incremento del fabbisogno di paesi come Cina e India «ha causato un aumento del costo del carburante». Il prezzo della benzi-na è di assoluta importanza per la Marina e per il dipartimento della Difesa che considera «i carburanti alternativi come un modo per affrontare queste sfide». In passato la Marina ha infatti testato carburanti alternativi usando negli aerei e nelle navi il 50% di carburanti convenzionali e il 50% di biofuel. «Non ci sono impatti negativi sulle performance di aerei i navi e pensiamo che se i carburanti alternativi diventassero più economici potrebbero essere usati in maniera ordinaria», ha sottolineato Hicks. «Abbiamo già incontrato rappresentanti spagnoli e inglesi e cominciato la discussione con gli alleati della Nato. Abbiamo trovato in ognuno di essi il desiderio di capire e di andare avanti nello studio dei carburanti alternativi. L’uso e la produzione variano di paese in paese ma siamo molto impressionati dal livello italiano. Lo stesso impegno statunitense si trova in Italia, è una cosa che non si vede in giro».

* da www.formiche.net

USA E ITALIA AL LAVORO PER RISPARMIARE CARBURANTE

Un esercito meno energivoroDI CONTRARIAN

Settimana scorsa è andata largamente oversubscribed il collocamento da un miliardo di euro di bond Telecom Italia con durata sette anni. L’emittente pen-sava di dover pagare uno spread di 320 punti base sul tasso Interest Rate Swap (Irs) di durata corrispondente; ma la forte domanda, con richieste per circa 6,5 miliardi, ha ridotto il rendimento al 4% circa, con uno spread corrispondente a poco più di 290 centesimi. Un risultato lusinghiero per l’azienda, che con un rating BBB dovrebbe in realtà pagare qualcosa di più dello Stato a cui appartiene. Evidentemente non la pensano così i 400 investitori istituzionali, in prevalenza esteri, che hanno richiesto il titolo. Per loro, un’azienda privata, seppure relativamente indebitata come Telecom, ha un merito creditizio miglio-re. Il successo del collocamento ha fatto alzare i prezzi dei bond Telecom trattati sul mercato secondario. Il titolo a 6 anni paga 250 punti base di spread, quello decennale circa 300. In ogni caso, meno dei Btp. C’è però un’anomalia sulle durate più lunghe che potrebbe generare opportunità di arbitraggio. Si tratta del bond Telecom con scadenza 2055, al tasso fisso del 5,25%. Un’emissione a 50 anni per investitori con lunghi orizzonti temporali, come i fondi pensione. Su 850 mln collocati nel 2005, ne sono in circolazione circa 670; segno che ne sono stati ritirati dal mercato quasi 200. Il prezzo attuale è di circa 82 cent, ma all’apice della crisi era sceso anche a 65, e l’emittente potrebbe aver ap-profittato dei momenti di panic selling, come hanno fatto anche molte banche, che hanno riacquistato proprie obbligazioni a lunga durata. Resta il fatto che al prezzo corrente, il rendimento di questa obbligazione Telecom è di circa il 6,7% lordo. In rapporto al tasso Irs, la cui curva si stabilizza peraltro dopo l’orizzonte di 20 anni, il rendimento corrisponde a uno spread superiore a 400 punti. Molto di più, dunque, rispetto ai titoli decennali della stessa Telecom. Ma di più anche rispetto ai Btp più lunghi, come quello con scadenza 2040, che paga una cedola del 5% ma oggi ha un prezzo pari a 100; un rendimento lordo quindi ben inferiore al bond Telecom 2055 (cedola 5,25%, prezzo 82). E questa è l’anomalia rispetto ai dati citati in precedenza, che sulle durate medie e medio-lunghe mostrano rendimenti dei Btp superiori a Telecom. Essendo difficile pensare che il rischio Telecom aumenti tra le durate lunghe e quelle lunghissime, si deve pensare che ai prezzi attuali il Btp al 2040 paghi poco o che l’obbligazione Telecom al 2055 sia un investimento più interessante. Ci sarebbe poi da valutare cosa sarà di Telecom in caso di scissione della rete e di ingresso dello Stato nel capitale, tramite Cdp o Fondo Strategico Italiano. In teoria, l’opportunità di arbitraggio sarebbe ancora più ghiotta, se l’operazione migliorasse lo standing creditizio delle società rete di Telecom.

Bond Telecom,opportunità sul lungo periodo

Com’è che un tempo nessuno «scendeva in campo» mentre adesso lo fanno tutti? Un tempo i politici in campo c’erano già: era lì, sul campo, ciascuno con i colori della propria squadra, che si guadagnavano (si fa per dire) da vivere. Oggi i politici, sul campo, non sono più soli. Imprenditori, comici, magistrati, amiche e amichette di sappiamo chi, rappresentanti della so-cietà civile, tecnici e professori: tutti costoro scendono in campo perché, prima di darsi anema e core alla politica, era altrove che facevano danni. Arrivano sul campo con i propri colori: l’arancione antimafi a, l’azzurro berlusconiano, talvolta l’arco-baleno dei pacifi sti e talaltra persino il nero, come l’umore di Beppe Grillo e del suo socio, Gianroberto Casaleggio, quando un militante irriguardoso chiede loro notizie delle palanche del Movimento 5 Stelle. Sono guardati dai politici di mestiere con preoccupazione: mica ci rottameranno? Ma nell’occhio dei politici brilla anche un lampo d’avidità: sono outsider e portano consensi, ma hanno bisogno d’alleati, e nessuno meglio di me li può servire. Chi scende in campo non sa soltanto quel che perde: la faccia. Sa anche quel che trova: amici.

© Riproduzione riservata

IL CORSIVO

Ora tutti voglionoscendere in campo

Claudio Velardi

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 9: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

9Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DicembrP R I M O P I A N OArriva una maxigara del ministero dell’economia per illuminare la pubblica amministrazione

E luce fu, per 1 miliardo di euroFinora dominio dei francesi di Veolia-Edf e dell’Enel

DI STEFANO SANSONETTI

Un miliardo di euro per illuminare la pubblica ammini-strazione italiana.

La cifra in ballo, come emer-ge dall’operazione curata nei giorni scorsi dal ministero dell’economia, si inserisce direttamente nella classifica dei più ricchi appalti pub-blici. La documentazione è stata appena predisposta dalla Consip, la centrale ac-quisti del Tesoro fortemente valorizzata dal governo di Mario Monti nel tentativo di risparmiare nell’acquisi-zione di beni e servizi. Per la precisione, la torta in palio è di 967 milioni di euro. Que-sto è il valore economico del massimale di fornitura che i vincitori della gara potranno essere chiamati a fornire agli uffici di stato sparsi per la pe-nisola. Di sicuro le dimensio-ni economiche del piano non mancheranno di scatenare gli appetiti delle aziende. Attualmente il servizio è in mano alla coppia francese Veolia-Électricité de France (Edf), che si è ramificata nel mercato nostrano attraverso la controllata Citelum, e ad Enel, il gruppo guidato da

Fulvio Conti che gestisce il servizio di illuminazione in diverse regioni italiane attra-verso la controllata Enel Sole. La fetta restante del mercato è invece appannaggio della Gemmo spa. È quindi da pre-sumere che ci saranno anche queste tra le tante aziende pronte a sfidarsi per aggiu-dicarsi l’appetitoso appalto. Certo, non si tratta di un servizio semplice. L’attività richiesta, infatti, comprende l’acquisto di energia elettrica, l’esercizio e la manutenzione degli impianti di illuminazio-

ne pubblica (tra cui anche i semafori), gli interventi di adeguamento normativo e tecnologico nonché quelli di riqualificazione energetica. Secondo la Consip l’opera-zione è in grado di fruttare un risparmio potenziale del 30% rispetto al costo del ser-vizio tradizionale. Inoltre lo schema prevede che la socie-tà del Tesoro firmerà con le aziende aggiudicatarie un contratto-quadro, a valle del quale ciascuna amministra-zione emetterà gli ordinativi per far fronte ai propri fab-

bisogni. I singoli contratti potranno avere una durata standard (5 anni) o estesa (9 anni). E questo spiega la con-sistenza economica di questa nuova gara, appunto vicina a 1 miliardo di euro. La prece-dente, che pure si compone-va di 8 lotti geografici come l’attuale, è stata complessi-vamente assegnata per 388 milioni di euro. Ma in quel caso la durata contrattuale era fissata in 24 mesi.

A questo punto la parola passa al mercato. Sulla base della precedente aggiudica-zione i lotti più ricchi erano stati assegnati a Enel Sole per un totale di 112 milioni di euro. A seguire la Citelum (che tramite la holding Dal-kia fa appunto capo a Veolia ed Edf) con 77 milioni di euro e a chiudere la Gem-mo spa, forte di un bottino da 62 milioni. E chissà che quest’anno, dopo un trend ascendente che ha portato società francesi a conquista-re Parmalat (vedi Lactalis) ed Edison (vedi la stessa Edf), i transalpini di Veolia, guidata da Antoine Frerot, non riescano ad accaparrarsi la fetta di grande delle luci pubbliche italiane.

© Riproduzione riservata

Le banche chiedono al prossimo esecutivo di rispettare i vincoli dell’agenda europea. Il direttore generale dell’Abi Giovanni Saba-tini, alla decima confe-renza organizzata da De-xia Crediop e da Dexia Asset Management sulle prospettive economiche e finanziarie, ha detto che «gli impegni assunti dal governo verso l’Eu-ropa sono impegni del paese e per il paese e, come tali, dovranno es-sere rispettati da chiun-que sarà chiamato al governo dalla volontà popolare». Per il presi-dente di Dexia Crediop, Mario Sarcinelli, «qual-siasi governo si troverà una politica economica predefi nita. Solo un ri-pensamento di quest’ul-tima a livello europeo potrà permettere al 2013 di avviare la ripresa».

Bartolomeo Scappi© Riproduzione riservata

Le banchee gli impegni Ue

Antoine Frerot Fulvio Conti

DI ANDREA BEVILACQUA

L’Osservatore Romano gongola, parecchio entusiasta, perché su Twitter il Papa va meglio di Justin Bieber. «Nella sua prima

settimana su Twitter – scrive il quotidia-no vaticano – Papa Benedetto XVI, con il suo account @pontifex ha ottenuto un numero di contatti da record, superando stelle della musica come Justin Bieber nella percentuale e nel numero di retwe-eting dei suoi messaggi. Più di 1,2 milio-ni di follower del Papa, degli oltre due milioni degli attuali suoi follower totali, hanno deciso di condividere il messaggio inaugurale.L’Osservatore si è impegnato a scanda-gliare l’andamento su Twitter di Bieber: solo lo 0,7 per cento dei fan della pop star, nota il quotidiano, ha ritenuto opportuno ritrasmettere le sue parole il 26 settembre scorso, quando Bieber ha postato quello che è diventato il secondo messaggio più diffuso del 2012 e della sua carriera fino a oggi sui social media.

Insomma, per l’Osservatore «da un pri-mo sguardo alle statistiche risulta eviden-te che questo dato è parte di una tendenza più ampia: sul sito si parla molto di spiri-tualità e religione, e i fedeli sono più attivi nel retweet delle parole del Papa che i fan di Bieber per la pop star, come con-fermano gli esperti di cinguettio in Rete. Indicativo il fatto che per il Papa la soglia

di un milione di follower è stata superata già prima dell’udienza del 12 dicembre scorso durante la quale Benedetto XVI ha inviato il tweet inaugurale, e che nel giro di ventiquattr’ore i seguaci in Rete sono aumentati di 750.000 unità. L’ulti-mo dato disponibile, aggiornato alle ore 12 del 20 dicembre, ci parla di 2.108.484 follower».

Già, eppure anche se nelle prossime settimane il Papa inizierà a twettare anche in cinese e in latino, oltre che nel-le otto lingue già attive, non tutti sono entusiasti della performance di @ponti-fex. Sul suo seguito blog Settimo cielo, ad esempio, il vaticanista dell’Espresso San-dro Magister picchia giù duro parlando di «sventurato sbarco» del Papa sul social media. Perché? Perché, scrive Magister, «i suoi timidi messaggini finiscono annegati ogni giorno in una alluvione di sberleffi». Ogni ora, in sostanza, insieme a messaggi di auguri e d’incoraggiamento, @pontifex riceve insulti visibili da tutti ciccando il suo account nella sezione «ricerca». Sber-leffi a cui egli non risponde, ovviamente, ma che rimangono visibili a perpetua memoria. Un inconveniente non da poco, figlio di una decisione, quella di sbarcare su Twitter, che secondo Magister il Papa non avrebbe preso in autonomia: «Nel caso di Twitter sia l’idea che la sua messa in pratica gli sono cadute addosso da fuo-ri. Da cicale vaticane la cui imprevidenza è ora sotto gli occhi di tutti».

© Riproduzione riservata

VATICANEIDE – MA C’È ANCHE CHI DISSENTE O INSULTA

Il Papa ha già sfondato su Twitter con più di due milioni di follower

DI PUCCIO D’ANIELLO

Straordinario concerto diretto da Lorin Maazel, all’Au-ditorium di Roma. Peccato per quegli applausi che, per tre volte, hanno interrotto la nona di Beethoven. Roba da far rabbrividire perfino Vittorio Grilli.

***

Grandi pulizie, nei palazzi governativi, nel giorno della fine del mondo preannunciata dai Maya e pure dell’esecutivo guidato da Mario Monti: il traffico nel centro della capitale è stato bloccato da centinaia di furgoni, chiamati per ripulire le stanze dei dicasteri. E per portare via i regali.

***

Offrire alle persone senza dimora la possibilità di recitare su un palcoscenico: un sogno che si è tradot-to in realtà, a Roma. Intralot Italia, con l’ad Enea Ruzzettu, ha rappresentato al teatro Capranica una pièce in collaborazione con il centro Binario 95, una compagnia creata dalla cooperativa sociale Europe Consulting onlus. Lo spettacolo teatrale, grazie alla passione di Paola Centoni, ha trattato temi sociali inseriti nel contesto economico attuale di mercato. Il centro Binario 95 si rivolge principalmente alle persone senza fissa dimora e si propone di supporta-re, attraverso progetti di inclusione, persone costret-te a vivere ai margini del tessuto sociale, attraverso l’attivazione di centri di ascolto presso le principali stazioni ferroviarie italiane.

***

Folla di artisti, ieri sera, all’inaugurazione della mo-stra dedicata alla nuova edizione del premio Terna, nel tempio di Adriano di piazza di Pietra, a Roma. Intorno a Flavio Cattaneo sfilavano Alfredo Pirri, Giovanni Albanese e Pablo Echaurren.

INDISCREZIONARIO

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 10: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

10 Sabato 22 Dicembre 2012 P R I M O P I A N OL’intesa prevede l’elezione certa per chi è indicato e svuota di signii cato le primarie

Renzi-Bersani, attenti a noi dueL’asse segretario-rottamatore funziona. E monopolizza il Pd

DI GIORGIO PONZIANO

Renziani sì, ma protetti. Con buona pace delle primarie per i parla-mentari. L’accordo tra

Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi sembra funzionare. La spartizione prevede l’elezione sicura di chi viene indicato dal segretario e dal rottamatore. Per chi si recherà ai seggi, a fine dicembre, non rimarran-no che le briciole, cioè decide-re su una sorta di guerra tra poveri, o meglio tra peones. Un esempio eclatante arriva dall’Emilia-Romagna, dove il grande elettore di Renzi, una specie di cavallo-di-Troia del sindaco di Firenze nel cuore della regione rossa, Matteo Richetti, si è dimesso da pre-sidente del consiglio regionale per partecipare alla campagna elettorale. Senza suspance: il suo nome figurerà tra gli ina-movibili. Un premio alla fedel-tà verso Renzi e un banco di prova della divisione dei pani e dei pesci tra Bersani e Renzi.

Ad avere un diavolo per ca-pello è Vasco Errani, bersa-niano e antagonista mediatico di Richetti. Egli resterà al palo. Uffi cialmente per non creare scompiglio nella giunta che presiede e per continuare a oc-cuparsi del terremoto. In real-tà per non anticipare il voto in regione, con tutte le incognite che ciò potrebbe comportare, compreso un netto successo dei grillini a danno proprio del Pd, che qui ha ancora una del-le sue roccaforti. Perciò Errani rimane a casa mentre Richetti fa le valigie. Egli potrebbe però essere ripescato per un posto al governo, ma Bersani ce la farà? Intanto deve mordere il freno e fare buon viso a cat-tiva sorte: «Sono commissario governativo per la ricostru-zione post-terremoto- dice- e non voglio gettare la spugna». Errani fa un passo indietro e si aspetta un po’ di futura ri-conoscenza.

Anche la famiglia di Roma-no Prodi è alle grandi mano-vre. Il Professore non vuole storie nella riconferma della sua portavoce, Sandra Zam-pa. Mentre la moglie, Flavia Franzoni , spinge per un po-sto a carico di Sel per Amelia Frascaroli, assessore comu-nale. La signora Prodi è stata sua grande elettrice e ora la sta aiutando nella scalata al parlamento, in quota Vendo-la. Del resto, come insegna l’economista Prodi, per stare sul mercato bisogna differen-ziare....

Si sta invece affl osciando la spinta dei sindaci. Un po’ la legge che impone le dimissio-ni e di fatto l’azzeramento dei consigli comunali con nuove elezioni, un po’ il meccanismo delle primarie ha affi evolito le aspirazioni e fatto ritirare dalla corsa Graziano Del-

rio, sindaco di Reggio Emilia, renziano, presidente dell’Ance, l’assemblea dei Comuni ita-liani, ma accanto al candidato più blasonato anche qualche sindaco romagnolo che ave-va alzato la cresta ha deciso di mollare, come il presidente della Provincia di Torino, An-tonio Saitta: «Non correrò, voglio continuare a fare poli-tica sul territorio».

La fuga prosegue col sin-daco di Casal-grande (Reggio Emilia), An-drea Rossi, di area bersa-niana: «Non ci sono le condi-zioni politiche per chiedere delle deroghe alle regole per le primarie per il parlamento, continuerò a fare l’operaio per portare voti al Pd». Aggiun-ge: «Sto alle re-gole, anche se non le condivido. Il tema del-la deroga rischia di essere un elemento che non rende giu-stizia al ruolo che oggi un sin-daco svolge in questa delicata e complicata fase economica e sociale. Deroga, nel dizionario italiano, vuole dire: chiedere un’eccezione alla regola. La mia aspettativa è quella che i sindaci, per l’impegno profuso, non siano una ‘deroga’, bensì la regola: per i territori che rappresentano, per le even-

tuali capacità e per quel grado di innovazione che dobbiamo introdurre. Sono gli elettori che ci hanno consegnato il mandato e sono gli unici che possono decidere questo».

Stesso copione per il sindaco di Roncade (Treviso), Simo-netta Rubinato: «Non ho intenzione di chiedere alcuna deroga, anche se il mandato di sindaco si concluderà nel 2014. Si tratta di regole decise

e votate a sca-tola chiusa che non rispondono alle aspettative di larga parte degli elettori che, come me, ritengono che anche il Pd non abbia fat-to abbastanza per cambiare la legge eletto-rale o almeno reintrodurre le preferenze.Il 29 ed il 30 dicem-bre potranno votare solo gli

elettori già iscritti all’albo delle primarie di novembre e gli iscritti al Pd nel 2011 che rinnovano la tessera», con-clude, «e la segreteria nazio-nale, d’intesa con le segrete-rie regionali, si è riservata di scegliere il 10 per cento delle candidature più le posizioni di capilista. In totale sono circa il 30 per cento degli eletti sicuri del Pd».

Quindi il sindaco sbatte la porta e dice addio all’even-

tuale candidatura. Invece da Roma Vincenzo Vita ha già incominciato la sua cam-pagna elettorale e non senza polemiche un’associazione di giornalisti (articolo 21) ha de-ciso di appoggiarlo: «Da oggi apriremo lo spazio primarie e segnaleremo le nostre can-didature che avranno come unica discriminante l’adesio-ne alla nostra carta program-matica».

Da parte sua Vita spiega: «Mi candido alle primarie parlamentari a Roma. Ancora una volta po-trei essere uti-le ad una causa più grande».

Il fatto è che l’apparato Pd condizionerà il risultato delle primarie, come in parte è avve-nuto per l’esi-to della gara tra Bersani e Renzi. Così anche i cosiddetti candidati della società civile hanno fatto un passo indietro, come Andrea Segrè, pre-side della facoltà di Agraria all’università di Bologna e profeta del no allo spreco (ha ideato «last minute market», la raccolta di alimenti in via di scadenza dai supermercati per destinarlo alle mense per i poveri) che aveva annuncia-to di candidarsi poi, di fronte alle regole delle primarie, ha

detto: no, grazie. Non si è fat-to spaventare, invece, Paolo Bolognesi, storico presidente dell’associazione tra i familia-ri delle vittime delle stragi: ha presentato la sua candidatura ma ammette che preferirebbe non passare attraverso le pri-marie ed essere tra gli indicati dal segretario. «Andrò in par-lamento», dice, per dar voce ai familiari delle stragi, per trop-po tempo ignorati dai governi».

Controcorrente è invece Gior-gio Gori, spin doctor di Renzi, che a Bergamo si misurerà con gli altri candi-dati. Avrebbe potuto invece rifugiarsi sotto l’ala protettri-ce di Bersani. Com’è di moda adesso affi da a Twitter la de-cisione: «Credo che credibilità e rispetto, in politica, si deb-

bano conquistare sul campo. Per questo ho deciso di candi-darmi». Un altro nodo da scio-gliere è quello della ricandida-tura degli ex. C’è chi non vuole mollare, come la parlamentare modenese Mariangela Basti-co. Ma è in buona compagnia e il vertice pidiessino non sa che pesci pigliare, tra deroghe ed ex i posti per i debuttanti rischiano di essere davvero pochi.

© Riproduzione riservata

Matteo Renzi Pier Luigi Bersani

DI FRANCESCO STAMMATI

L’assessore renziano si candi-da alle primarie parlamen-tari? Boja dé, il sindaco lo caccia. Siamo a Livorno,

città operaia per eccellenza, rossa per definizione, anticlericale per vocazione, forse perché nata da un po’ di galeotti liberati dai grandu-chi o per l’esser un porto franco in cui agli ebrei non si stava addosso come in altre città dello Stato dei Medici e poi dei Lorena. Boja dé è l’imprecazione più tipica, l’interca-lare più maschio, quando la conver-sazione si fa animata. E le scintille non sarebbero mancate, l’altro ieri, quando l’assessore all’Ambiente e all’Urbanistica, Mauro Grassi, ha pagato seduta stante la sua decisio-ne di scendere in campo nella consul-tazione piddina per i candidati alla prossime politiche.

Già, Alessandro Cosimi, medi-co e sindaco al secondo mandato, bersaniano tutto d’un pezzo, aveva maldigerito il suo endorsement pro

Matteo Renzi, durante le primarie di coalizione.

Ma ora, con la decisione di corre-re per deputato, si è passato il se-gno. Il Corriere fiorentino racconta di una convocazione in trafinefatta, un faccia a faccia piuttosto animato, col primo cittadino, arrabbiatissimo, per non aver conosciuto prima di al-tri, la decisione del suo collaboratore. Insomma Cosimi ne ha fatto un pro-blema di correttezza e di fiducia e ha chiesto, imperiosamente, che l’altro rimettesse le deleghe. O, secondo al-tre versioni, le ha tolte tout court.

«La mia candidatura», ha spiega-to il defenestrato, «era stata decisa martedì sera a Castiglioncello (Li), non ho avuto il tempo per comuni-care la mia decisione al sindaco. Ha detto che ho tradito la sua fiducia, e questo non è vero».

Giustificazione caduta nel vuoto dei bersaniani maggioritari: fie-ri d’essere l’unica provincia in cui, alle scorse primarie, il verbo nuovi-sta del sindaco fiorenino non aveva sfondato.

Non credessero i renziani, di ve-

nire a spadroneggiare qua, ha com-mentato più d’uno, visibilimente sod-disfatto, a palazzo comunale.

Perché poi, i renziani nei giorni scorsi, avevano criticato apertis ver-bis il primo cittadino e i suoi nove anni di governo: «I risultati latitano, tutti i parametri economici sono ne-gativi, tantissimi problemi nel pro-gramma non sono stati affrontati. Ci vuole una svolta. Adesso!», aveva detto Daniele Bettinetti un volto noto dei militanti pro-Rottomatore nella città di Modì.

E poi, Grassi è pure di Firenze, anche se è arrivato fin sulla costa perché piddino doc e con una lunga esperienza di dirigente in materia di Urbanistica alla Regione Toscana.

Qualità che, nella Livorno rossa, cantata dalle canzoni del compianto Piero Ciampi e raccontata dai film di Paolo Virzì, non fanno aggio sulle passioni politiche e campanilisti-che.

Che fa l’assessore, si vuol candi-dare? Boja dé, s’accomodi pure alla porta.

© Riproduzione riservata

NON GLI HANNO PERDONATO DI ESSERSI CANDIDATO ALLA PRIMARIE

È stato cacciato l’assessore livorneseche aveva osato scegliere Renzi

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 11: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

11Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DicembrP R I M O P I A N OLa base attacca Vendola sulla gestione delle primarie

Mal di pancia in SelFavoriti i fedelissimi del leader

DI ANTONIO CALITRI

Spiazzato da Pier Luigi Bersani che ha deciso di indire le primarie an-che per i parlamentari,

Nichi Vendola è stato costret-to ad inseguirlo, organizzando però primarie che sembrano solo di facciata, al limite del-la farsa. Almeno così la pensa una buona parte dei militanti sul territorio, che dal Piemonte alla Puglia, dal Lazio all’Emi-lia Romagna sono sul piede di guerra e rischiano di abban-donare il partito e boicottare i gazebo. Fulvia Bandoli, com-ponente della presidenza na-zionale di Sel, su Facebook ha attaccato scrivendo che «alla data di oggi non sappiamo se è possibile o no, per una perso-na che raccolga le firme di 50 o 100 iscritti, autocandidarsi nel suo territorio, non sappiamo se utilizzeremo o no lo strumen-to della deroga, e se, come ha deciso il Pd, anche coloro che usufruiranno della deroga dovranno comunque, come sarebbe ovvio, sottoporsi alle primarie. Così come non sap-piamo quant’è la quota che il nazionale si riserva di definire e in base a quali criteri questa quota verrà definita. E se alla fine questa quota nazionale

sarà comunque votata a scru-tinio segreto oppure votata in blocco per alzata di mano dalla assemblea nazionale. E infine non sappiamo se i consiglieri regionali eletti due anni fa saranno o no autorizzati a di-mettersi per candidarsi al par-lamento. E non sappiamo nep-pure come verranno formate le liste sul territorio e da parte di quale organismo provinciale o regionale saranno proposte». Senza l’ufficialità, per passa-parola e in attesa di un’assem-blea nazionale convocata per oggi (ma che molti mettono in dubbio) un po’ di regole si conoscono e fanno inorridire tanti sostenitori. Si è saputo che ci sarà il doppio voto per genere e che i candidati in lista

saranno divisi esattamente a metà tra maschi e femmine. Si voterà con gli stessi elenchi delle primarie di Italia Bene Comune, anche se c’è il rischio che qualcuno possa votare due volte una per il Pd, l’altra per Sel. Ma questo è il minimo. La vera ragione che sta facendo imbestialire i territori sono le regole che portano prati-camente Vendola controllare quasi il 90% delle candidatu-re. Bersani con le sue primarie ha rotto le uova nel paniere al presidente di Sel che già non ha posti a sufficienza per ga-rantire ai suoi il biglietto per il Parlamento e che ora deve pure disputare questa com-petizione per non perdere la faccia. E allora, ecco che per le primarie ci sarebbero solo il 50% dei posti mentre l’altra metà è decisa da Roma. Una quota enorme se confrontata a quel 10% che si è riservato Bersani per il suo listino si-curo. In quel 50% contendibile poi, Vendola ha deciso di met-tere i suoi che non potrà blin-dare ma dandogli comunque l’aiutino a scapito dei politici del territorio, preferendo ai collegi provinciali scelti dal Pd quelli regionali dove solo i nomi forti potranno farcela.

© Riproduzione riservata

DI ANTONIO CALITRI

L’abolizione dei vitalizi regionali, caval-lo di battaglia di Matteo Renzi per lanciare il suo vice Matteo Richetti, entrano nella campagna delle primarie

parlamentari e puntano a colpire proprio il rot-tamatore dell’Emilia Romagna pronto a guidare il gruppo renziano alla Camera dei deputati. I democratici della regione, sembra su solleci-tazione del governatore e bersaniano di ferro Vasco Errani, hanno anticipato al prossimo gennaio la rinuncia dell’assegno che Richetti aveva fatto approvare sì, ma solo dalla prossima legislatura che inizierà nel 2015. E quasi tutti i giovani del Pd, insieme a consiglieri di altri partiti hanno annunciato la rinuncia da subito, lasciando il cerino in mano proprio a Richetti che in attesa di andare a Roma, fino ad ora non è entrato nel gruppo dei rinunciatari. E anche se il suo contributo sarebbe minimo se davvero supererà le primarie per la candidatura parla-mentare, la sua figura è stata già doppiamen-te offuscata, prima dall’emendamento «taglia vitalizi da subito», che fa dimenticare di colpo la “sua” legge che avrà effetto soltanto tra due anni e mezzo (sempre che non succeda come in Friuli Venezia Giulia che dopo averli cancellati un anno fa, alla vigilia delle elezioni li hanno rimessi come nulla fosse), poi perché anche se ininfluente per i risparmi, spicca la sua assenza tra i rinunciatari del taglio immediato. Nell’Emi-lia Romagna è in corso un attacco al rottama-tore numero due, Richetti. Lui è il presidente

dell’assemblea regionale e per tutte le primarie è stato il testimonial di Renzi dei giovani rotta-matori portato come esempio per essere stato il primo, già due anni fa, ad aver portato a casa una legge regionale per l’abolizione dei vitalizi ai consiglieri regionali. Naturalmente non per quelli che erano appena entrati in carica e che di diritto acquisito avevano appena sei mesi ma per quelli che sarebbero arrivati dopo 5 anni ov-vero dalla prossima legislatura. Grazie a questo lavoro però, l’immagine di Richetti è decollata e Renzi lo ha fatto subito testimonial della sua politica della rottamazione. Adesso che ha de-ciso di candidarsi per il Parlamento utilizzando ancora una volta quel cavallo di battaglia, il Pd ha deciso di scipparglielo e ha rilanciato. L’as-semblea di via Aldo Moro con un emendamen-to votato all’unanimità ha approvato nei giorni scorsi una norma che permette la rinuncia del vitalizio sin dal prossimo gennaio. Non che lo cancelli d’imperio ma permette ai consiglieri in carica di rinunciare all’assegno ritrovandosi però in busta paga sia i contributi previdenziali che la regione non dovrà versare più, sia quelli versati fino ad ora che verranno ridati in tran-che trimestrali. Insomma, un’operazione dove non c’è un reale risparmio per la regione ma che fa molta scena. Con tanti giovani consiglieri che hanno subito aderito al taglio, dalla bersaniana Anna Pariani all’ex grillino Giovanni Favia e al leghista Manes Bernardini. In molti fanno sapere che tra i tanti rinunciatari all’assegno manca proprio Richetti.

© Riproduzione riservata

Vendetta dei bersaniani alla regione Emilia Romagna

Il renziano Richettiscivola sul vitalizio

Nichi Vendola

DI PAOLO SIEPI

I liberisti sono considerati in Italia come i teorici dell’in-giustizia. Certo, se il liberismo è praticato come in Italia, hanno ragione. Ma il libero mercato, quello vero, è l’anti-doto più effi cace contro l’ingiustizia sociale. Quando dico meritocrazia, penso che i primi a negarla sono gli oligarchi del capitalismo. Hanno un sistema di intrecci azionari, patti e accordi, per cui sono tutti legati e nessuno giudica nessuno. Io oggi non licenzio te, tu domani non licenzi mia fi glia. Luigi Zingales, Manifesto capitalista. Rizzoli.

Marshall McLuhan ha detto che «l’indi-gnazione morale è una tecnica utilizzata per dotare l’idiota di dignità». Antonio Padellaro, Senza cuore. Diario cinico di una generazione al potere. Baldini & Castoldi.

Lo schieramento moderato, dal primo dopoguerra, preoccupato di non esaspera-re l’isolamento dei partiti della sinistra, si dispose ad accettare, e anzi a sviluppare, una concezione consociativa dell’esercizio del potere: l’opposizione social-comunista, in altre parole, venne associata alla mag-gioranza nell’attività legislativa e nelle diverse funzioni decisionali. Questa formula inedita (per cui tutti salgono sulla barca del potere) vantava una radice lontana: si richiamava alla solidarietà che aveva unito i partiti anti-fascisti nel mitico Comitato di liberazione nazionale (Cln). Gianfranco Miglio, Come cambiare. Le mie riforme. Mondadori, 1992.

La cosiddetta assenza o irrilevanza dei cattolici nella vita politica e culturale italiana è anche conseguenza del fatto che, in questi anni, essi sono sembrati non di rado su-balterni a una «massoneria» azionista-politico-fi nanziaria del «Risorgimento tradito» e della «Resistenza tradita». Si tratta della cultura di un certo establishment che consi-dera con disprezzo i «valori» (identità, radici, tradizioni) dell’Italia cattolica, bollati in blocco come «mondo contadi-no», stato di arretratezza, culla dei vizi nazionali, derivanti dal fatto che non abbiamo avuto la riforma protestante e la rivoluzione giacobina. Invece la famiglia, il lavoro, il risparmio, la religione, l’amore, la lingua, il Paese non sono pesi e ostacoli, ma risorse e punti di forza soprattutto nelle crisi nazionali. Ugo Finetti. Tempi.

Ogni cinque anni prima di entrare nella cabina elet-torale compio sempre lo stesso percorso, fermandomi a tre «stazioni»: la prima è quella della valutazione antropologica dei leader, la seconda è quella della loro valutazione in termini socio-culturali. Completate que-ste, ora cercherò di cogliere l’aspetto più sofisticato, il loro odore. Ai tempi di Togliatti e Natta l’odore di costoro era anche il mio, un mix di trucioli di ferro e di

oli esausti. Ora Bersani lascia invece, a sua insaputa, una scia di profumi frutta-ti. L’odore di Berlusconi è lo stesso da 18 anni, il dolciastro del fard. Grillo trasfe-risce l’odore mixato cosmetici-sudore dei camerini maschili dei teatri di periferia. Curioso quello nuovo del caravanserra-

glio centrista (pardon, volevo dire «rassemblement») perché i diversi odori non si sono ancora amalgamati: si va dal «non odore forlaniano» a quello che trovi in esclusive cappelle romane, ovvero quello che percepisci nei box bordo pista durante i pit-stop. Mio padre era, politicamente, un «naso», diceva di sentire l’odore di un massone (oggi si chiamano ottimati) lontano un miglio, ho preso molto da lui ma non questo privilegio. Per un paio di mesi passerò il tempo ad annusarli. Riccardo Ruggeri. Il Foglio.

A causa del mio mestiere di inviato debbo viaggiare, ma trascorro ogni minuto del mio tempo libero nella Bassa parmense dove, a un tiro di schioppo dal Po, ho moglie, un figlio, una casa, una cantina e una bicicletta italiana. Avevo anche un cane, ma me lo hanno ucciso: ed è una fortuna che non si sappia chi è stato. Bep-pe Gualazzini, Guareschi. Editoriale Nuova.

Il conservatore crede in quello che è; il progressista in quello che vorrebbe esse-re. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

San Panfilo non esiste. La Chiesa mi ha boicottato fi n dal nascere: per questo sono libero pensatore, disse lo zio. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori.

© Riproduzione riservata

gpPd&

erse funzioni t tti l

ostiarcC

glio centrista hé i di

p

boicottato fin

PERISCOPIO

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 12: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

12 Sabato 22 Dicembre 2012 P R I M O P I A N OI big democrat della sua zona hanno vinto il ricorso al Tar contro la Regione Toscana

Un pirogassificatore contro RossiLa sentenza, a poche ore dall’accensione dell’impianto

DI GOFFREDO PISTELLI

«Lui pensa a Roma, e intanto qui gli fan-no la festa»: battuta cattiva, nel più ti-

pico spirito pisano, per l’esat-tezza del Valdarno Inferiore. Quello che fa progetti romani e non si accorge di come lo si metta nel sacco, da quelle par-ti è un personaggio: Enrico Rossi, governatore toscano del Pd, in procinto, secondo molti rumors, di diventare ministro della Sanità del Bersani o, in subordine, nuovo segretario nazionale del partito. A dargli la fregatura, attraverso le vie della giustizia amministra-tiva, è un gruppo di sindaci più o meno piddini (qualcuno guida civiche di centrosinistra) delle cittadine a lui care: Ca-stelfranco di Sotto, Santa Cro-ce, Montopoli, San Miniato e S.Maria a Monte. Non c’è la «sua» Pontedera, amministra-ta per nove anni, forse per un piccolo scrupolo dei democrat locali: sarebbe stato davvero troppo. Quei primi cittadini, insieme ad alcuni comitati civici in cui spiccano i grillini, hanno dato al governatore un dispiacere: grazie al loro vitto-rioso ricorso, l’altro ieri, al Tar della Toscana, hanno fermato un inceneritore, per l’esattezza un pirogassificatore, che è sor-to a Castelfranco e il cui iter lo

stesso Rossi aveva accelerato, inserendolo fra le opere stra-tegiche che ricadono sotto la legge regionale 35/2011.

Nei giorni scorsi, proprio a poche ore dall’accensione dell’impianto, con le contesta-zione dei comitati e del M5s di Castelfranco, i giudici ammini-strativi, da Firenze, davano ra-gione ai ricorrenti: trattandosi di un impianto sperimentale le autorizzazioni concesso dalla Provincia di Pisa sono illegit-time: dove essere la stessa Re-gione a fornirle. Ora la società costruttrice, la Weste Reciclyng di Empoli, dovrà ricorrere al Consiglio di Stato per cercare di averla vinta. La vicenda è tortuosa ma anche emblemati-ca: mostra un Pd toscano, che una volta era, nella sua anima sinistra, la quintessenza del centralismo, dove nessun sindaco avrebbe potuto nep-pure alzare un sopracciglio alla decisione dei «compa-gni della Regione», un Pd toscano, si diceva, diviso fra gruppi di interesse, personalismi, localismi e molto altro ancora.

La storia, di cui ItaliaOggi s’è occupa-ta in più d’una occasione, comincia, un paio d’anni fa con l’idea di una giovane azienda dell’Empolese del set-tore energetico di costruire a Castelfranco un pirogassifi ca-

tore, impianto che incenirisce i rifi uti a basse temperature e che è presentato come a ridotto impatto ambientale.

L’azienda è speciale: è fatta da ex-politici anche di primo piano dei Ds. Il vicepresiden-te è Maurizio Signorini, già sindaco Pd di S.Croce s u l l ’ A r -no (Pi), mentre i l r e -sponsa-bile dei rapporti istituzio-

nali è l’ex assessore regionale diessino Agostino Fragai, già segretario regionale di quel partito.

Una tradizione, in Toscana. Brillanti politici sono transi-tati dal partito e dalle ammi-nistrazioni locali ai consigli d’amministrazione. Nel settore dell’energia, quello liberalizza-to da Pierluigi Bersani ne-gli anni del Prodi I, ce ne sono molti: l’ex-segretario fi orenti-no, Lorenzo Becattini, oggi guida Toscana Energia Spa, supermultiutily dei comuni toscani, mentre l’ex-assessore regionale del Pci degli anni’80,

Moreno Perriccioli, presiede Scarlino Energia, azienda legata a Legacoop che ha un incene-ritore nei pressi di Follonica (Gros-seto).

Malgrado il Dna politico co-mune, i sinda-ci dell’area di Castelfranco, s iamo nel comprenso-rio del cuoio

(che qualche problema di in-

quinamento l’ha avuto), l’idea del

pirogassificatore non era piaciuta, da subito.

Da Firenze, la Regione, annusando la malaparata, aveva avviato un processo partecipativo, quei bei percorsi assembleari, gestiti da società specializzate, che informavano i cittadini per arrivare a una scelta consapevole. Gran lavo-rio di riunioni, di incontri, gran messe di dati ma poi, alla fi ne, la gente di Castelfranco non s’era convinta.

Era stato allora che Rossi aveva rotto gli indugi e usato il jolly della legge regionale. Decisione non priva di costi. A parte i 100mila e passa del processo partecipativo, anche quelli in termini di popolarità personale. Nell’aprile scor-so, un gruppo di contestatori l’aveva atteso nella «sua» Pon-tedera, e gliene aveva chiesto conto a brutto muso. E il go-vernatore, aveva risposto per le rime. «Se Asl e l’agenzia per l’ambiente hanno dato parere favorevole, un imprenditore che abbia investito ha diritto di lavorare», aveva detto, con la strozza alla gola, al drap-pello dei contestatori.

Nel frattempo l’impianto era andato avanti e così la battaglia giudiziaria. Con grillini e piddini riottosi ad avere la meglio. Per ora. Ma al prossimo round, Rossi po-trebbe essere altrove.

©Riproduzione riservata

DI PAOLO MASSOBRIO*

E chi lo sapeva che l’albero di Natale è un simbolo re-ligioso ? Me lo ha ricor-dato Paolo Merli delegato

di Papillon di Piacenza, andando addirittura all’anno 724 quando san Bonifacio individuò nell’abete sempreverde il simbolo di Cristo e della speranza. Nel 1982 anche Giovanni Paolo II - mi ha ricor-dato sempre Paolo Merli – volle in piazza san Pietro quel simbolo che aveva a che fare con la tradi-zione cristiana. E persino gli ad-dobbi rappresentano il dono che nasce dalla fede. Lo disse sempre lo stesso papa il 19 dicembre del 2004 dove parlò dell’albero come simbolo di una vita sempre verde, che non muore. Si pone così fine - si fa per dire - alla diatriba tra chi è per l’albero e chi per il presepe, ma in verità stiamo dimenticando tanto dei simboli, lontani sempre di più dalla contemporaneità. La cosa più paradossaleè quando ci si reca in una chiesa antica, oppure che so, alla Sagrada Familia di Barcellona e la simbologia (anche qui gli al-beri) deve essere spiegata da una guida. Già, il paradosso sta proprio nel fatto che tutti quei simboli era-no stati creati per rendere visibile al popolo, in modo semplice, delle

cose grandi. E quello, immagino, era un popolo molto meno colto di quello di oggi, che sapeva leggere i segni... oggi pare si sappia leggere solo l’ sms sul telefonino, magari mentre si sta di fronte all’immen-sità del Duomo di Milano. Cos’è il Natale, oggi ? Già come si fa a rispondere a que-sta domanda, quando tutti si è por-tati invece a dire cos’era il Natale quando eravamo piccoli, come di un mondo sepolto dagli spread, l’Imu e la discesa in campo di questo o di quello, sempre che la cosa appas-sioni davvero la mente delle per-sone. Parlare del Natale come una festa del passato è un po’ simile a quei tipi che andavano all’oratorio pensando che quel luogo, in fondo, non sarebbe mai stato decisivo per la propria vita. Come se l’oratorio o il cinema fossero la stessa cosa, senza l’umano che ti viene incontro, ti chiama per nome, ti incoraggia, ti abbraccia. Guardo il Natale di quest’anno: i miei figli, mia moglie, gli amici, i collaboratori. E questo il Natale ? Si è anche questa contem-poraneità di una compagnia uma-na, una cosa preziosa che possiamo solo rovinare con le nostre paturnie quotidiane, i nostri sospetti, la poca limpidezza che rende torbida ogni cosa bella (e che peccato, nel sen-so vero del termine, della perdita

di qualcosa, solo per colpa nostra). In questo Natale mi viene da pen-sare alla Giovanna, che festegge-rà nella sua trattoria delle Fefa a Finale Emilia, dove un tremendo terremoto, sette mesi fa, ha creato sconcerto e panico. Ma lei è ancora lì, sorridente come prima, e chis-sà quanta gratitudine avrà dentro di sé solo per il fatto di esserci. Io l’ho capito assaggiando i suoi piatti, che avevano dentro il gusto della partecipazione alla vita. Ma se andate più in là di qualche chi-lometro, a Polesine di Pegognaga, altro paese toccato da quelle scosse, vi lascerà di stucco Davide Giber-toni. Lui apre il negozio di Davide Cose buone (e buone davvero), ma soprattutto lui è padre di un bam-bino affetto di una rara patologia, l’Epidermolisi Bollosa che necessita cure delicatissime. E proprio per la fragilità di queste creature, il nome della patologia, di cui è affetto un bimbo su 85 mila, è quello «della farfalla». Davide non si è però perso di ani-mo e sulla sua esperienza ha scrit-to un libro bellissimo, «Il Sorriso di una farfalla», venduto in un cofanetto con un libro di ricette di prestigiosi chef a misura di bambi-no. É un libro da leggere tutto d’un fiato. E parla della forza misterio-sa che trasmette il sorriso di un

bimbo di pochi mesi, che nonostan-te l’inconsapevole malattia vuole partecipare anche lui alla vita. Ecco il senso del Natale di oggi: partecipare alla vita, a quello cui siamo chiamati, ognuno al suo po-sto. Non è fantastico tutto questo? Un piatto ben cucinato ha proprio la forza evocatrice di questo, altro che la forma condita dal timore di fare brutta figura. Si mangia insieme a Natale, come il bimbo nella mangiatoia, che è come il Giovannino di Davive che sorride, inerme e fragile, ma pre-senza che apre a nuovi significati, che sconvolge la vita e riaccende il desiderio dell’avventura umana, Adesso, come il titolo del mio libro che amo di più; come il giornale di don Mazzolari, che abitava anche lui queste lande della pianura pa-dana. E così è Letizia Maria, la fi-glia dei miei amici Alberto e Paola, che parla con la sua semplice pre-senza. E noi, ciascuno di noi, siamo presenti: è questa la contempora-neità che dovremmo portare al te Deum, l’ultimo dì dell’anno, con la semplicità dei pastori, presi dalla loro solita quotidianità, ma inon-dati da qualcosa di eccezionale. O come il semplice twitt di Francesca di stamane: «Fino a quando ci sarà il Monviso, ci sarai Tu».

*ilsussidiario.net

NEL 724 SAN BONIFACIO INDIVIDUÒ, NELL’ABETE SEMPREVERDE, L’ICONA DI CRISTO E DELLA SPERANZA

L’albero di Natale è un simbolo religioso, non laico

Enrico Rossi

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 13: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

13Sabato 22 Dicembre 2012ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIAIl centro di difesa elettronica dell’Alleanza atlantica si trova in Estonia dal 2008

Tallinn, cybersentinella NatoDeve lottare contro l’uso militare e politico dei virus

DI MASSIMO GALLI

A Tall inn, capitale dell’Estonia, è attivo da quattro anni un laboratorio di alto

livello per la difesa dagli at-tacchi informatici. Si tratta del Centro di eccellenza di cyberdifesa della Nato, che sorge in un luogo tutt’altro che casuale. Innanzitutto a livello simbolico.

Nel 2007 le autorità estone decisero di smantellare il vec-chio memoriale sovietico, un soldato di bronzo alto due me-tri che ricordava la battaglia per la liberazione dal nazismo, ma che per la popolazione lo-cale era il ricordo di un lungo periodo di occupazione rossa. La reazione di Mosca a quel-la che veniva considerata una sfi da non si fece attendere. Fu guerra virtuale: per diversi giorni attacchi a ripetizione paralizzarono il paese.

Da allora l’Estonia è sempre stata in prima fi la nelle strate-gie di difesa informatica. Una sentinella effi ciente, in grado perfi no di intervenire a fi anco

delle vittime. Così è avvenuto nel 2008, quando sotto attacco fi nirono i georgiani. Oppure, come è accaduto recentemen-te, aiutando l’autorità pale-stinese a sviluppare le com-petenze in materia.

Specialisti provenienti da tutto il mondo sono attivi a Tallinn nel centro di cyberdi-fesa della Nato. La scelta del luogo non è legata soltanto a motivazioni storiche, perché l’Estonia è la nazione più de-materializzata del pianeta. In pochi anni essa è diventata una realtà digitale completa-mente connessa, dopo avere praticamente eliminato la carta a vantaggio dell’elettro-nica.

Una rivoluzione che ha coinvolto un po’ tutto. Dai parcheggi ai distributori alle consegne, ogni cosa viene av-viata con un clic al computer o sullo smartphone. In Esto-nia internet è considerato un diritto sociale. Nelle scuole di Tallinn la programmazione informatica è materia obbli-gatoria di studio a partire dai sette anni d’età. A inventare

Skype sono stati degli estoni e il paese è al secondo posto nel mondo per la creazione di start-up.

Una carta, quella delle competenze informatiche di alto livello, che ha permes-so all’Estonia di uscire dal suo isolamento, non soltanto

geografico, dopo la domina-zione sovietica. Il presidente Toomas Hendrick Ilves ha spiegato che costruire infra-strutture come quelle dei pae-si europei avrebbe comportato troppo tempo e costi eccessivi per una nazione povera. Inve-ce la tecnologia ha permesso

di marciare più velocemente e di accrescere l’importanza del paese. Determinante è stata, inoltre, l’apertura a Bruxelles e all’Alleanza atlantica.

La svolta digitale, inoltre, argomenta Jaan Priisalu, direttore dell’authority per i sistemi informatici, ha con-sentito all’Estonia di sfuggi-re al dominio russo. I timori riguardanti lo scomodo vicino sono ancora vivi, ma la pro-tezione garantita dalle forze Nato è rassicurante. L’altro scudo è quello della cyberdi-fesa, perché una delle lezio-ni imparate nel 2007 fu che questo genere di attacchi può essere lanciato a scopi terrori-stici e non soltanto economici. La guerra virtuale, ricordano i vertici del governo estone, può fare danni tanto quanto le bombe sganciate dagli aerei. Per questo il piccolo (solo ge-ografi camente) paese nordico invita gli alleati a ripensare alle proprie politiche di sicu-rezza, non limitandosi a missi-li, aerei e carri armati. A volte il pericolo è invisibile.

© Riproduzione riservata

DI ALESSANDRA NUCCI

Il comune di Detroit rischia il default. In-capace di tirarsi fuori dai gravi problemi finanziari che lo affliggono, la patria di Ge-neral Motors, Ford e Chrysler sta lottando

contro il commissariamento, mentre non è esclu-so neanche il successivo ricorso alla procedura della bancarotta legale. Si tratterebbe del più grosso fallimento di un municipio nella storia degli Stati Uniti, un’umilia-zione per Motown, la città dei motori, che però la protegge-rebbe dai creditori, congelan-done i beni mentre provvede al proprio risanamento.

Le stime dell’agosto scorso prospettavano un defi cit di 62 milioni di dollari (47 mln euro) al 30 giugno 2013. Suc-cessivamente, però, le previ-sioni per ottobre e novembre 2013 sono salite rispettivamente a 84 milioni di dollari (63,6 mln euro) e 122 milioni (92,4 mln euro). Intanto Mo-ody’s ha abbassato il rating della città, segnalan-do la probabilità che Detroit attivi la procedura di bancarotta o venga comunque meno ai suoi obblighi nel giro di 12-24 mesi.

La città dei Big Three dell’industria automobi-listica ha fatto il primo passo verso il commissa-riamento il 4 dicembre, dando il via alla verifi ca delle proprie fi nanze da parte dell’amministra-zione dello Stato del Michigan. Uffi cializzati così i problemi di liquidità dell’ex metropoli, il Michigan può dichiararne l’emergenza fi scale, mettendo la situazione in mano a un commis-sario straordinario.

I fattori della crisi comunemente indicati sono principalmente due: la cattiva gestione e la cata-

strofe demografi ca. Il susseguirsi di defi cit colos-sali viene attribuito alla corruzione politica e agli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici. Ma conseguenze drammatiche sono arrivate an-che dallo spopolamento avvenuto fra il 2000 e il 2010, che ha ridotto la base imponibile senza che si siano ridotte le spese per riparazione delle strade, illuminazione, raccolta rifi uti e servizi di emergenza. La città copre infatti un’area di 360 chilometri quadrati, che potrebbe ospitare le cit-

tà di Miami, San Francisco e Minneapolis messe insieme, come negli anni 50 quando ci vivevano in quasi 2 milio-ni e non i 714 mila di oggi. L’ultimo censimento mostra la stupefacente riduzione de-mografi ca del 25% avvenu-ta nel giro di un decennio: una catastrofe senza eguali nel mondo sviluppato, se si

esclude la New Orleans devastata dall’uragano. Un uffi cio in centro a Detroit costa oggi 80 dollari al metro quadrato.

La nomina di un manager fi nanziario d’emer-genza mirerebbe a evitare la bancarotta o perfi -no il fallimento senza paracadute, ma attirereb-be l’ira dei cittadini, convinti che la città possa badare a se stessa. Non a caso Detroit si era già opposta a una blanda commissione di controllo istituita nell’aprile scorso, comprendente compo-nenti scelti dallo Stato del Michigan. Detroit, che oltre a essere patria dell’industria automobilisti-ca è anche la culla del sindacalismo americano, è fi nita al centro delle notizie negli ultimi giorni anche per effetto della decisione del parlamento del Michigan di vietare l’obbligatorietà del tes-seramento e dei contributi sindacali.

© Riproduzione riservata

È la patria dei tre big: General Motors, Ford e Chrysler

Detroit, capitale dell’auto ora rischia il fallimento

Google Maps, il pro-gramma di localiz-zazione geografica, ha deciso di tornare

su iPhone. La casa della Mela ne ha bisogno, visto il naufra-gio della propria applicazione Plans, accusata di aver collezionato grossolani errori nella cartogra-fia. Così, dopo aver tentato di cacciare Google dai propri iPho-ne, ora ha dovuto fare retromarcia.

I due giganti avevano colla-borato in questo settore per cin-que anni. Google forniva le carte e il motore di ri-cerca. In seguito Apple, rinvigori-ta dal successo di Android, ha preferito proseguire autonomamente con una propria soluzione, sovrastimando però i van-taggi del suo prodotto. L’a.d. Tim Cook ha dovuto scu-sarsi con i propri clienti per i disservizi dell’applicazione Plans, consigliando prodotti alternativi.

In tale contesto il gigan-te di Mountain View torna

sull’iPhone in una posizione di forza. La sua applicazione va ben oltre l’offerta di Apple, poiché indica con precisione i centri d’interesse delle pe-riferie (bar, alberghi, risto-ranti), la vista satellitare di

qualunque angolo del mondo e foto-grafi e dettagliate delle strade. C’è anche il calcolo degli itinerari automobilistici, a piedi o con i mezzi pubblici, oltre ad aggior-nament i su l traffi co.

Molte di que-ste funzioni era-no già comprese nel software di Apple, ma nel frattempo Goo-gle è andata oltre,

fornendo servizi all’avanguardia: dal

percorso Gps per le vetture all’assistente vocale, al cari-camento di un numero sem-pre maggiore di carte. Apple ha fatto sapere che continue-rà a lavorare per migliorare Plans: d’ora in avanti se ne occuperà Eddy Cue, vetera-no dell’azienda, che ha rim-piazzato Scott Forstall.

© Riproduzione riservata

Scartata da Apple, che preferiva Plans

Google Maps torna su iPhone

a di atori

a-o

di e o-to a.ti a-o

n-e e i-to ri-

di

qualdelgrdeandaamont

snnAfrgl

for

L’ingresso del centro di difesa informatica

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 14: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

14 Sabato 22 Dicembre 2012 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIANegli ultimi quattro anni, nonostante gli animalisti, le vendite sono aumentate del 10%

I tedeschi riscoprono le pellicceMangio carne, perché non dovrei portare un visone?

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Una signora passeggia per la Kurfürsten-damm, il grande viale elegante di Berlino,

avvolta in una vaporosa pellic-cia di volpe rossa. Una ragazza l’affronta e le urla: «Assassi-na!». Una scena a cui ho assi-stito, ma parecchi anni fa. Da tempo nessuna osa sfoggiare visoni o persiani. E le pellicce erano scomparse dalle vetrine. Eppure, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, i pellicciai hanno ricominciato a vendere, all’estero, soprattutto ai nuovi ricchi di Pechino e di Shanghai, e anche in Germania. Negli ul-timi quattro anni, nonostante gli animalisti, le vendite sono aumentate del 10%. La crisi? I prodotti di lusso, si sa, van-no meglio quando il resto va male.

Andreas Lenhart, 71 anni, capo della storica pellicceria che porta il suo nome a Francoforte, è appena tornato da un lungo viaggio in Oriente, dal Vietnam alla Cina. «Da tre anni», riferi-

sce, «la domanda è aumentata vertiginosamente. Anche le si-gnore russe non hanno paura di sfoggiare un visone o un chin-chilla». La pellicceria è sempre stata un’attività complessa: le pelli si comprano alle grandi aste a Toronto e a Copenhagen, luoghi sicuri, vengono inviate in Ucraina per il trattamento, e lavorate e cucite in Cina, nella Repubblica ceca e in Grecia. «È sempre il visone il più richie-

sto», dice Lehnart, il 60% delle clienti lo preferisce.

E i tedeschi? Si comportano in maniera contraddittoria. Gli animalisti sono sempre molto attivi e radicali, ma le vendite sono riprese anche a Berlino, a Monaco o a Düsseldorf. Non si osa magari sfoggiare una pel-liccia per strada, però si com-prano i colletti di volpe, ci si limita a una stola, elegante e da sfoggiare in luoghi riservati,

si nasconde l’acquisto proibito come fodera all’interno di un cappotto o di un impermeabile. Il 70% del giro d’affari in Ger-mania viene dagli accessori, dice sempre Herr Lehnart.

I tedeschi, un popolo di ipocri-ti? «Le signore si dicono: mangio un fi letto di manzo, perché non posso indossare una pelliccia?», così spiega l’atteggiamento del-le tedesche Susanne Kolb-Wachtel, direttrice dell’Istituto per la pelliccia di Francoforte. Gli animalisti vorrebbero met-tere al bando i piumini imbotti-ti da leggerissime e calde penne d’oca, ma i ristoranti in questi giorni di festa offrono la tradi-zionale oca o l’anatra arrosto.

Ad approfi ttare della doppia morale sono soprattutto gli al-levatori in Danimarca, Olanda e Finlandia: l’anno scorso sono stati uccisi 31 milioni di visoni e due milioni di volpi. In Euro-pa gli allevamenti sono 7.200, ma appena 14 in Germania. La produzione europea rimane la prima al mondo, con il 60%, nel 2011 si è venduto il doppio di pellicce di visone rispetto a cin-que anni fa.

In Gran Bretagna, gli ani-malisti hanno attaccato alcuni allevamenti e liberato le bestie in cattività. In Austria gli alle-vamenti sono vietati. In Ger-mania, fi nora, la situazione è più tranquilla, ma gli allevatori sono molto prudenti. «I nostri visoni e volpi non soffrono», ten-ta di sostenere Alfons Gros-ser, funzionario dell’associa-zione degli allevatori tedeschi, «le nuove regole sono assurde. I nostri visoni e volpi vivono me-glio nelle gabbie, che sono molto grandi, piuttosto che in recinti in apparente libertà. È anche nostro interesse che le bestie siano in buona salute».

Uno studio della facoltà di veterinaria di Monaco ha dimo-strato esattamente il contrario: nelle gabbie i visoni soffrono, com’era prevedibile. «Ma le proteste degli animalisti non rovinano i nostri bilanci, sono appena una puntura di spillo», commenta Frau Susanne. Le previsioni garantiscono che gli affari continueranno a prospe-rare almeno per i prossimi dieci anni.

© Riproduzione riservata

Secondo la ong olan-dese Clean Clothes Campaign, il recente incendio che, in una

fabbrica di confezione tessile in Bangladesh, è costato la vita a ben 111 operai e ha causato il ferimento di altri 150, si spiega con il mancato rispetto delle più elementari regole di sicurezza e con il boom degli ordini dei grandi marchi dell’abbigliamento e della distribuzione. «Dal 2006 circa 700 addetti alla confezione tessile sono morti a causa di incendi in Ban-gladesh, che è diventato il secondo paese esportatore di abbigliamento dopo la Cina», spiega la coordinatrice inter-nazionale della onlus, Ineke Zeldenrust.

Le condizioni di lavoro sono spaventose: in molti casi lo stipendio medio è di 28 euro al mese, spesso gli operai lavorano di notte e sono quindi molto affaticati, la sicurezza nelle fab-briche è quasi ovunque assente ed è negata la libertà sindacale.

In Bangladesh i lavoratori nel settore tessi-le sono circa 3,5 milioni, per la maggior parte donne. La domanda è esplosa negli ultimi anni, dopo che marchi come H&M e Zara hanno co-minciato a far realizzare i propri capi nel paese. Ma nessuno sforzo è stato fatto per migliorare le infrastrutture e la sicurezza degli edifici dove si trovano le fabbriche.

Oggi in Bangladesh si contano almeno 4.500 fabbriche tessili dalle condizioni di sicurezza me-

diocri, con atelier sovraffollati e prive di uscite di sicurezza utilizzabili. Dopo l’ultimo incendio, migliaia di operai manifestano quotidianamente il proprio malcontento nella zona industriale di Ashulia, provocando scontri con la polizia.

Sollecitati dalle ong e dai gruppi di pressione in favore dei diritti umani, il segretario di stato Usa al lavoro Hilda Solis e i governi europei sollecitano i grandi gruppi del prêt-à-porter e della gdo a firmare un accordo che punta a migliorare la sicurezza nelle fabbriche del pae-se, autorizzando tra l’altro visite a sorpresa da parte di ispettori indipendenti. Ma, a oggi, solo due gruppi hanno firmato l’accordo: l’america-na Pvh (Calvin Klein e Tommy Hilfiger) e la tedesca Tchipo.

© Riproduzione riservata

Nel settore della confezione pochissime le misure di sicurezza

Bangladesh, operai a rischio nelle fabbriche

Non entrerà in vigore prima del 2015, ma il

progetto di direttiva Ue sul tabacco, fi nal-mente adottato dalla Commissione euro-pea, è stato salutato con successo dalle as-sociazioni.

Il testo propone un ingrandimento delle avvertenze sulla salu-te, che combineranno parole e immagini e che dovranno in futu-ro occupare almeno il 75% della superficie dei pacchetti di siga-rette (contro il 40% attuale).

Le indicazioni attua-li sul catrame e il monossido di carbonio saranno sostituite da un messaggio che informa che la sigaretta contiene «più di 70 sostanze cancerogene».

Il progetto di direttiva vieta anche alcuni aromi forti, come la vaniglia e il cioccolato, che puntano a mascherare il gu-sto del tabacco per sedurre i giovani. E prevede misure per intensificare la lotta contro il contrabbando.

«Ogni anno 700 mila europei, ossia l’equivalente della popo-lazione di Francoforte o Paler-

mo, muoiono prematuramente a causa del tabacco», ha ricor-dato Tonio Borg, commissario alla salute.

Ora la parola spetta al Con-siglio e al parlamento Ue che dovranno accordarsi su una versione definitiva.

© Riproduzione riservata

Sui pacchetti avvertenze più grandi

Fumo, linea dura di Bruxelles

Uno studio della facoltà di veterinaria di Monacoha dimostrato che nelle gabbie i visoni da allevamento soffrono

In Bangladesh i lavoratori nel settore tessile sono circa3,5 milioni, per la maggior parte donne

Il nuovo pacchetto di sigarette presentato a Bruxelles avrà

il 75% della superi cie ricoperto da messaggi sanitari

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette

in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 15: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

LE NOVITÀ IN MATERIA DI FISCO E LAVORO

17 gennaio 2013 – ore 9.30-13.30

Ordini professionali, Enti e Associazioni possono richiedere gratuitamente il collegamento

presso la propria sede ed essere Partner dell’evento.

Per informazioni: 02.58219.216; email: [email protected]

VIDEO forum 2013

in diretta su:

canale 507 di Sky www.italiaoggi.it www.ipsoa.it

PROGRAMMA

Introduzione:

Marina Calderone, Presidente CUP

Modera:

Marino Longoni, Condirettore ItaliaOggi

I TEMI E GLI ESPERTI:

Il redditometro Andrea BongiL’Iva per cassa Norberto VillaI beni ai soci Duilio Liburdi

La riforma del lavoro Giuseppe BuscemaFatturazione e territorialità IVA Paolo Centore

La responsabilità solidale negli appalti Enrico Zanetti

RISPOSTE AI QUESITI DA PARTE DEI DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

E DEL MINISTERO DEL LAVORO

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 16: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 17: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 18: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

PAGINA A CURA

DI FRANCESCA VERCESI

«La vera sfida del futuro sarà la diversificazione, di as-

set e geografica, anche su sistemi bancari e giurisdizioni diverse», commenta Giuseppe Marsi, ad di Schroders Italia. «Se prima at-traevano i fondi hedge e di priva-te equity, oggi si cercano prodot-ti facili da smobilitare». Intanto si sviluppa la parte assicurativa, tanto che l’industria del wealth management spinge più che mai la Long term care, per preservare il capitale. «È l’argomento del momento», commenta Marco Mazzoni, presidente di Magstat consulting. «Oggi i paperoni si preoccupano di portare l’azienda fuori dai confini, oppure costi-tuire trust o fiduciarie per non creare problemi agli eredi».

I timori dei paperoni. In una fa-se come l’attuale, l’assillo delle famiglie molto facoltose non è più la tenuta del portafoglio ma il Fisco. «Di fatto una mini-pa-trimoniale è stata già introdotta, almeno per i portafogli mobi-liari, ed è l’imposta di bollo sui depositi titoli, che dal prossimo anno salirà allo 0,15%. Si teme poi il possibile incremento delle imposte sulle successioni. Oggi l’aliquota è il 4% (tra le più bas-se d’Europa, ndr) ma si teme che non rimarrà tale ancora a lungo», precisa Mazzoni. «A complicare il tutto ci si è messo pure il red-ditest. Inoltre l’Imu su seconde e terze case si sta rivelando molto onerosa per i paperoni che hanno investito molto negli immobili. Chi ha venduto l’azienda per comprarsi un palazzo da mette-re a reddito oggi è in difficoltà. Non meraviglia così che l’ulti-ma preoccupazione dei ricchi è la gestione. La pianificazione fiscale conta molto più di quella finanziaria rispetto al passato». I temi caldi oggi per i clienti facoltosi sono: passaggio gene-razionale, pianificazione fiscale e la consulenza immobiliare. Sul primo aspetto gli strumenti adoperati vanno dall’intestazio-ne fiduciaria, alla costituzione di trust, oltre a soluzioni assicura-tive, dalla polizza vita standard fino al private insurance, con la possibilità di combinare anche i diversi strumenti. Del resto, il 30% della ricchezza finanziaria in Italia fa capo a ultrasettanten-ni e almeno il 40% delle piccole

aziende a conduzione familiare nei prossimi anni dovrà affron-tare il passaggio generazionale, la cui gestione è complessa. Per questo i wealth manager dedi-cano team specializzati. In Ubi, per esempio, a seguire questi te-mi sono gli specialisti del family business advisory. «Bisogna capire le esigenze dei clienti», commenta Andrea Cingoli, ad di Banca Esperia, 13,6 miliardi di asset a fine settembre, che nel 2010 ha avviato un servizio di consulenza che ha già inciso per 1,5 miliardi di euro sulle masse. «In momenti come questo tra-smettere il patrimonio alle future generazioni con strumenti fiscal-mente efficienti è la priorità. A ciò vanno aggiunti controllo del rischio e massima diversificazio-ne», commenta Fabrizio Greco,

dg di Ersel, la boutique torinese che gestisce famiglie blasonate e imprese e che ha 7,3 miliardi di euro di masse in gestione. La considerazione dalla quale sono partiti in Ersel è che la maggior parte dei grandi patrimoni ha un consulente di riferimento per la parte fiscale, legale e successo-ria. Come conquistarne di nuo-vi, allora? «I professionisti non ti portano un cliente perché hai un buon servizio di gestione o di consulenza, di fatto si guardano bene dal promuovere servizi di investimento che non sono il loro core business. Ciò che ri-chiedono, fatta eccezione per i grandi studi che si organizzano da soli, sono servizi di wealth planning che li supportino nella loro attività, come, ad esempio, la costituzione di trust».

Dove va l’industria. Ma il set-tore sta ripensando i modelli di business. Dice Cingoli: «La gestione dei grandi patrimoni in Italia e in Europa occidentale dal 2008 è in crisi strutturale, non solo a causa dell’andamento dei mercati. L’industria è ancora focalizzata sulla gestione finan-ziaria del patrimonio. Ma visto che i mercati sono molto volatili, questi servizi non hanno saputo rispondere alle aspettative della clientela generando disaffezione. Per tornare alla redditività occor-re rivedere i modelli. In partico-lare, quello vincente deve essere focalizzato, per quanto riguarda gli asset finanziari, su una mag-giore decorrelazione rispetto alle attività di impresa o professiona-li e una diversificazione globale degli investimenti, finora foca-

lizzati su strumenti e mercati na-zionali. Infine, ci vuole anche un supporto consulenziale per la ge-stione delle aziende di famiglia e dei beni immobili. È nell’acqui-sizione di professionalità in que-sti campi, compreso l’m&a, che intendiamo investire» conclude Cingoli, che per il 2012 anticipa un aumento dei ricavi del 35% a fronte di costi stabili, anche gra-zie alla cessione delle attività nei fondi hedge e immobiliari.

L’importanza di un’ampia di-versificazione geografica e di una forte presenza nell’attività di cor-porate banking è dimostrata dai numeri della divisione private di Deutsche Bank. La parte wealth, che infatti lavora in tandem con l’investment banking, è cresciuta di 6-700 milioni di euro su una massa di 3,9 miliardi, quindi del 15%. «Ora ci proponiamo come advisor. I prodotti di casa non su-perano l’8% del collocato, e non abbiamo budget di prodotto. Sui clienti private siamo intorno al 35-40% delle gestioni patrimo-niali e, tra queste e i fondi ge-stiti, abbiamo raccolto tra 150 e 170 milioni di euro. Nel 2009 avevamo 2,7 miliardi di euro in gestione. Ora sono 4,6 miliardi, un aumento dovuto anche all’in-gresso di nuovi clienti», spiega Luca Caramaschi, a capo del wealth management della banca tedesca. La soglia di accesso è di due milioni di euro e i banker sono 24, con portafoglio medio di 170 milioni. (riproduzione riservata)

"$ &1+2+ 23$ 20+.*(.'/ -( 01+5$3( %$., +3$-+$.( $ '+5(12+)+&$1( + 2(15+6+! #1+/1+37 $--$ &/.24-(.6$ )+2&$-(

%! #"()$'&" &'& + )*))'Cruciale anche la fornitura di consulenza corporate

+3$-+$.( $ '+5(12+)+&$1( + 2(15+6+! #1+/1+37 $--$ &/.24-(.6$ )+2&$-(

WealthMANAGEMENT

rapporto

IN ITALIA MENO FAMIGLIE FACOLTOSE MA PIÙ SUPER RICCHIFamiglie con patrimonio

Sopra 1 mln $ (migliaia)

Famiglie con patrimonio

Sopra 100 milioni $

2010 2011 2010 2011

1 U.S. 5,263 5,134 U.S. 2,989 2,928

2 Japan 1,640 1,587 U.K. 1,125 1,125

3 China 1,239 1,432 Germany 807 807

4 U.K. 411 411 Russia 607 686

5 Germany 320 345 China 538 648

6 Switzerland 317 322 France 480 470

7 Italy 274 270 Taiwan 369 375

8 Taiwan 247 246 Switzerland 366 366

9 Hong Kong 209 212 Turkey 318 344

10 France 199 200 Italy 319 333Fonte: Bcg Global Wealth Market Sizing Database 2012

Inserto a curadi Giuliano Castagneto

Molti pensano di trasferire i patrimoni. Si sceglie, per esem-pio, di fare una donazione, scontando un 4% che però do-

vrebbe mettere al riparo da successive modifiche alla normativa. In tema di imposta patrimoniale, l’unico modo per evitarla è trasferire non solo la propria residenza all’estero ma anche i di-versi asset. E questa crea effetti distorsivi perché se a farlo è una persona fisica, senza passare per un broker italiano, questa sarà soggetta a un’imposta dello 0,15%, non si paga invece nulla se il trasferimento lo effettua una società. Molte, infatti, pensano di spostare i conti all’estero per evitare l’imposta. Ma cosa ne pensano le private bank? «Sulla minipatrimoniale, premesso che si è ancora in attesa delle disposizioni dell’Agenzia delle entrate, stiamo definendo criteri di applicazione contabile sulla base dei singoli strumenti finanziari. Sicuramente in ottica 2013, stante l’eliminazione del cap a 1.200 euro e dell’aumento da 0,10% a 0,15%, in linea generale ma ancor più sui patrimoni più grandi, sarà importante offrire consulenze mirate affinché l’onere ag-giuntivo possa essere mitigato dall’ ottimizzazione dei patrimoni, che possa compensare le eventuali minusvalenze nei dossier dei singoli clienti», dicono dal wealth management di Cariparma.

Esodo di patrimoni in vista

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 19: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

DI FRANCO CANEVESIO

Siate prudenti ma non troppo, date più peso all’azionario

e meno alle obbligazioni, e so-prattutto affidatevi alle nostre strutture di private banking ma-de in Italy. Sono queste le tre regole d’oro che i signori del wealth management italiano impongono ai 168 mila Pape-roni sparsi per l’Italia. Partiamo dalle strutture. Come sono nel nostro Paese i private banker, mondo dominato dai grandi istituti finanziari e dalle stori-che banche svizzere? Ognuno ha la sua ricetta. Si va da un ti-pico salotto della finanza (e dei segreti bancari) come Ersel, na-ta a Torino nel 1936 come Stu-dio Giubergia, prima società di fondi comuni autorizzata in Ita-lia. Tuttora guidata dalla fami-glia del fondatore (alla quarta generazione) mostra 7 miliardi di asset gestiti e uno staff di 200 persone sparse fra Torino, Mi-lano, Bologna, Lussemburgo e Londra. Sono invece 190 in 35 filiali i private banker di Banca Aletti che gestiscono un porta-foglio medio di circa 80 milioni di euro e seguono circa 60 70 nuclei familiari a testa.

Diversa la struttura di Azimut Wealth Management guidata da Paolo Martini: con 1.300 pro-motori ha una rete specializzata

in wealth management compo-sta da 110 professionisti che si dedicano solo a clientela top (assistiti da consulenti fiscali, successori e corporate). La strut-tura si completa con consulenti globali di respiro internazionale sparsi tra Hong Kong, Turchia, Lussemburgo, Irlanda, Svizzera, Montecarlo e Cina, dove Azimut ha un team di gestione dedicato per tentare la penetrazione nel florido mercato dei clienti top. Decisamente «private» invece la struttura di wealth management di Banca Generali sviluppata dal 2006 con l’incorporazione di Bsi Italia e, dal 2010, con la nascita di Banca Generali Priva-te Banking: 318 professionisti (261 banker propriamente detti e 57 relationship manager) che

gestiscono masse superiori a 10 miliardi di euro. La raccol-ta netta nei primi 11 mesi del 2012 ha superato 1,5 miliar-di, di cui 500 milioni generati dalla rete dei private banker (1 miliardo è di Banca Generali) con un portafoglio pro-capite da 33 milioni di euro, in testa alla classifica di settore stilata da Assoreti, davanti a realtà come Banca Fideuram, presente da 40 anni sul mercato.

A livello di strategie, l’impe-rativo categorico, non è una novità, continua a essere quello di preservare. Ma le sfumature adesso sono parecchie. Secondo Andrea Rotti, direttore inve-stimenti gestioni patrimoniali di Ersel, "va bene la pruden-

za dei clienti facoltosi, ma un po’ più di rischio va inserito nei portafogli. Diamo più peso all’azionario soprattutto Euro-pa, più per questioni valutative che non perché il Vecchio con-tinente sia a una svolta. Buoni i titoli energy e industrial, meno convincenti invece quelli delle utilities e dei bancari. «Sottope-siamo», prosegue Rotti, «le ob-bligazioni governative dei prin-cipali Paesi europei: teniamo i Btp e i bond dei Paesi emergen-ti, insieme alle obbligazioni so-cietarie, incluso qualche titolo bancario, anche italiano, entro i tre anni di scadenza». Più azio-ni che obbligazioni anche per Marzio Zocca, responsabile delle gestioni individuali istitu-zionali di Azimut, che propone

ai Paperoni italiani: «Visto che siamo al quarto anno dall’entra-ta nella crisi, vicini alla fine del tunnel, è il momento di tornare sull’azionario con un passag-gio graduale, tramite acquisti di blue chip internazionali e società che offrono dividendi superiori alle cedole pagate sulle proprie obbligazioni. Op-pure acquistare società che oggi offrono dividendi bassi ma che potrebbero pagarne di più in fu-turo perché ricche di liquidità». Sempre obbligazioni invece per l’ad di Aletti, Maurizio Zan-canaro. «L’obbligazionario per noi rappresenta il 90% del portafoglio, con titoli governa-tivi euro a scadenze inferiori a cinque anni. Un 17% va in emissioni corporate investment

grade, meglio quelle in euro che quelle in dollari. L’azionario», dice Zancanaro, «pesa per il 10%: la maggior parte è allocata sui Paesi sviluppati, mentre per gli emergenti meglio l’Estremo Oriente». Sposta lievemente l’asse della discussione Bru-no Manera, sales manager Italy di Banca Generali private banking. «Cresce l’attenzione per le polizze assicurative che proteggono il capitale coglien-do interessanti opportunità sui mercati emergenti senza subire la volatilità tipica dei titoli di Stato e capaci di rendimenti molto competitivi». Non man-ca una componente di liquidità per garantire rendimenti supe-riori all’inflazione e una parte di capitale destinata al medio-lungo termine con fondi anco-rati a Paesi o società dai solidi fondamentali. «In questo caso», aggiunge Manera, «ci affidiamo a esperti di case terze che con i loro fondi di fondi sappiano co-gliere le giuste opportunità». Da non dimenticare, dice Manera, visto che i clienti del private banking sono spesso imprendi-tori di età media elevata, «i ser-vizi di assistenza al passaggio generazionale (si veda articolo in pagina, ndr) e alla governan-ce del patrimonio, associati a quelli di pianificazione fiscale, altrettanto richiesti». (riprodu-zione riservata)

!%. /-(+&%.% ( .%+$(*%+0( ( &%/0,.( #,+/(&)("+, $( "##%00".% 1+ -(3 ")0, )(2%)), $( .(/#'(,

$%(%,! &-#+! "#& *+%') ()( *+#("#+&#

Torna l’interesse per l’azionario e per i bond dei Paesi emergenti

L’azienda familiare in Italia rappresen-ta l’80% del tessuto imprenditoriale.

Guardando alle imprese con più di 50 dipendenti, emerge che il 68% di queste presenta una struttura a controllo familiare e, salendo di dimensione, tra i primi 150 gruppi italiani ci sono 69 aziende familia-ri. Tale peculiarità del imprenditoria ita-liana affonda le radici nella nostra cultura d’impresa, fondata su valori paternalistici e cattolici che inducono il capo famiglia-imprenditore a preservare l’unità familia-re anche in campo imprenditoriale, quasi anteponendola alla crescita aziendale. In tale contesto, ben si comprende come il tema del passaggio generazionale in Italia sia particolarmente rilevante: 80 mila im-prese ogni anno affrontano il nodo della continuità aziendale. Il Private Banking può giocare un ruolo importante nel sensibilizzare gli impren-ditori sulla pianificazione della continuità aziendale grazie ad alcune caratteristiche distintive. La clientela del private banker è fatta di imprenditori di successo e pro-fessionisti. Da queste continue relazioni, il banker può identificare i fattori critici di successo delle aziende italiane e ha modo di confrontarsi con i migliori commer-cialisti, consulenti d’impresa, fiscalisti, avvocati, fondi private equity, operatori di m&a. La continuità porta il private banker ad avere un rapporto fiduciario con i clienti e i membri della famiglia, rapporto che si estende dalla consulenza sugli investimenti alla condivisione delle strategie aziendali.

La natura interdisciplinare del private ban-king permette di estendere il dialogo anche su aspetti legali, fiscali e di management. Ma forse il maggiore contributo che un banker può dare all’imprenditore è la Best Practice, l’esperienza di aziende che con successo hanno affrontato il tema della continuità aziendale. Ad alimentare que-sto bagaglio ha contribuito quest’anno il premio «Di padre in figlio-il gusto di fare impresa», che ha presentato 60 storie di imprese che hanno reso il passaggio gene-razionale una storia di successo. Dall’analisi delle aziende candidate sono stati identificati alcuni aspetti distintivi nei passaggi generazionali di successo: 1) La discontinuità, in molti casi si è passati dalla figura carismatica del padre, grande inventore, molto focalizzato sulle risorse chiave, a una figura di figlio «riorganizza-tore» dell’azienda. La nuova generazione ha favorito l’espansione internazionale, la diffusione di una cultura manageriale e le acquisizioni di aziende a monte e/o a valle nella catena del valore, oppure di concorrenti. 2) La crescita come legitti-mazione: in molti casi la nuova genera-zione ha razionalizzato la rete di vendi-ta, introdotto il marketing, aperto nuovi mercati e nuovi business contigui anche con le acquisizioni. 3) La rivoluzione manageriale: si è passati dai fiduciari del padre ai nuovi manager professionali,

scelti dai figli. In molti casi è stata in-trodotta la figura del direttore finanziario per gestire l’internazionalizzazione e le acquisizioni; si è creata la funzione Ri-sorse Umane in dialogo continuo con gli head hunter per ricercare professionalità da inserire in posizioni chiave. In alcuni casi è stato assunto un direttore generale o un amministratore delegato per gestire l’operatività quotidiana, e ottimizzati i si-stemi operativi. Per rendere più efficaci le strategie sono stati introdotti processi di budget e pianificazione, prima assenti. 4) La Disclosure: le nuove generazioni han-no favorito l’introduzione di bilanci con-solidati, aprendo le aziende alla certifica-zione dei medesimi. 5) Una nuova pro-spettiva strategica: la nuova generazione ha sviluppato il passaggio da una crescita organica a una strategia di crescita per linee esterne. Con i giovani imprenditori cambia in azienda il ruolo della famiglia, che affianca una squadra manageriale e si prepara – alla prossima generazione – a fare l’azionista. Le nuove generazioni sono disponibili all’apertura del capitale per facilitare integrazioni industriali. In questo nuovo contesto la quotazione in Borsa non è più percepita come tabù, ma come possibile tappa nel cammino di sviluppo in quanto aiuta a certificare le qualità della società e a migliorare il posizionamento rispetto ai concorrenti più forti. (riproduzione riservata)*head of Business Development, Schroders

Private banking

Come il private banking può aiutare la continuità aziendale

Bruno Manera

Andrea Rotti

Marzio Zocca

Maurizio Zancanaro

di Ugo Formenton*

24 Sabato 22 Dicembre 2012

0( ( &%/0,.( #,+/(&)("+, $( "##%00".% 1+ -(3 ")0, )(2%)), $(

Rapporto Wealt Management

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 20: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

Una combinazione ideale delle più sofi sticate metodologie di analisi, con un team di professionisti estremamente qualifi cato

Flessibilità nella gestione dei titoli a reddito fi sso governativi e societari emessi nell’area Euro

Al vertice della classifi ca di settore

La vista è migliore dall’alto

Il valore degli investimenti e i proventi da essi generati non sono garantiti e possono diminuire così come aumentare. Alla liquidazione dell’investimento si può ricevere un ammontare inferiore a quanto originariamente investito.Il Prospetto e il Documento contenente Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID) devono essere letti prima di effettuare un investimento. Questo documento è promozionale e non deve essere considerato una raccomandazione ad investire. Rating al 30 settembre 2012. Copyright © 2012 Morningstar. Tutti i diritti riservati. I rating non sono indicativi di rendimenti futuri. BNY Mellon Euroland Bond Fund è un comparto di BNY Mellon Global Funds, plc, una società di investimento di tipo aperto a capitale variabile, con separazione delle passività tra i comparti ed è costituita ai sensi delle leggi vigenti in Irlanda. Il Prospetto e i KIID sono disponibili sul sito www.bnymellonam.com, presso i Collocatori o presso i seguenti indirizzi dei nostri soggetti incaricati dei pagamenti: BNP Paribas Securities Services, Succursale di Milano, Via Ansperto 5, 20123 Milano; Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., Sede operativa: Via L. Grossi 3, 46100 Mantova; Société Générale Securities Services S.p.A., Sede operativa: Via Santa Chiara 19, 10122 Torino; Allfunds Bank S.A, Via Santa Margherita 7, 20121 Milano. Questo documento è emesso in Italia da BNY Mellon Asset Management International Limited, BNY Mellon Centre, 160 Queen Victoria Street, Londra EC4V 4LA. Registrata in Inghilterra con il n. 1118580. Autorizzata e regolata dalla Financial Services Authority. CP8910-24-09-2012(3M)

Fonte dei rendimenti: Lipper/Morningstar al 30 settembre 2012. * Classe di azioni Euro A. I rendimenti indicati sono al netto delle commissioni di gestione e al lordo degli oneri fi scali e delle commissioni d’ingresso del fondo. ** Barclays Capital Euro Aggregate Bond Index. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.

1 anno 3 anni 5 anni

BNY Mellon Euroland Bond Fund* 8,31 17,09 40,58

Indice di riferimento** 8,14 14,54 30,64

Cat. Morningstar Obbligazionari Diversifi cati Eur 7,09 11,74 19,81

RENDIMENTI CUMULATI (%)

BNY Mellon Euroland Bond Fund

www.bnymellonam.com/italia

Morningstar RatingTM

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 21: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

DI PAOLA VALENTINI

Cassa lombarda si appresta ad archiviare un anno in

crescita sia nel patrimonio che nei risultati di bilancio. Certo, le sfide che oggi le private bank devono affrontare sono sempre più complesse per le difficoltà in cui versano aziende e imprendi-tori. Tuttavia il mercato italiano del private banking offre ancora molte possibilità di crescita anche perché la lotta ai paradisi fiscali in tutto il mondo sta drenando capitali ai Paesi per anni rifugio preferito delle grandi ricchezze. Di qui la scelta di spingere nuove aree di business per aumentare le masse. E per una boutique come Cassa Lombarda l’interlocutore più naturale è il family office, altra realtà in crescita in Italia. L’Osservatorio sul private ban-king di Magstat, pubblicato lo scorso luglio, ne censisce in Ita-lia 123, con una crescita costante negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2003 Magstat ne conta-va 13, nel 2005 53 e nel 2008, 86. Questo perché le richieste dei paperoni cambiano, sia per la crisi, sia per l’aumento della pressione fiscale sui patrimoni e sulle rendite nell’ultimo anno. Oggi la performance è di sem-pre maggiore interesse, accanto alla qualità del servizio. Mentre prima della crisi l’esigenza prin-cipale era proteggere il capitale. Come spiega Paolo Vistalli, dg di Cassa lombarda.

Domanda. Cosa chiede oggi il cliente?Risposta. Il primo obiettivo fino a poco tempo fa era la protezione del capitale. Oggi invece prevale il bisogno di una rendita. La vera sfida è far rendere il patrimonio.

Il problema è che la ricchezza delle famiglie è stabile. I prossi-mi cinque anni saranno densi di sfide, e banche come la nostra hanno margini di crescita perché il mercato italiano del private banking ha sul piano qualitativo dei ritardi enormi da colmare.

D. Dai dati di settore emerge che i portafogli degli italiani ricchi oggi sono più esposti ai fondi. Lei conferma questa tendenza?

R. Il sentiero intrapreso qual-che anno fa prevede che Cassa Lombarda operi come private bank di nicchia focalizzata sulla consulenza, basandosi su una piattaforma completa di prodot-ti bancari e su servizi su misura del cliente. Il risparmio gestito sta conquistando una fetta sem-pre più importante delle nostre masse perché i fondi permet-tono di diversificare. E proprio l’esperienza di quest’anno ha fatto capire quanto è importante guardare anche fuori l’Eurozo-na. Anche perché molti dei nostri clienti hanno attività o investi-menti mobiliari molto correlati al rischio-Italia o al rischio-Europa. Proprio la diversificazione ci ha

permesso quest’anno rendimenti a doppia cifra nelle gestioni, con effetti benefici anche sulla rac-colta. Da inizio anno abbiamo raccolto circa 300 milioni di cui 250 relativi a fondi e gestioni.

D. Nel modello di private ban-king contemplato dal piano triennale 2013-2015 risparmio gestito ha un ruolo sempre più centrale. Che obiettivi avete?R. Vogliamo superare i 4,5 mi-liardi di asset nel 2015 dai 3,6 attuali (dato a fine settembre, ndr). Un dato che è costante-mente cresciuto dal 2008 e che comprende una sempre maggio-re quota di fondi e gestioni: oggi questi ultimi contano masse su-periore a 1,1 miliardi, il 30% dei nostri asset totali, contro i 780 milioni di fine 2010, cioè il 24% del totale. Prevediamo di chiude-re il 2012 con ricavi per 42 mi-lioni, in crescita del 40% rispetto

al 2011, e un mol di 12 milioni. Nel frattempo continuiamo a puntare i nostri investimenti sul private banking. Crediamo sia il momento di allargare la gamma dei servizi. Vogliamo innalzare il target della nostra clientela offrendo servizi ai family office. L’obiettivo è rendere la nostra piattaforma bancaria specializ-zata funzionale alle esigenze di questi operatori. Il problema è diminuire l’impatto dei costi fissi, un risultato che possiamo ottenere alzando il portafoglio medio. Altre private bank invece riducono i costi trasformando le spese fisse in spese variabili.

D. Quanti professionisti avete intenzione di reclutare?R. Nel 2012 sono entrati tre pri-vate banker e altrettanti promo-tori, con l’obiettivo per il 2015 di rafforzare la struttura commer-ciale inserendo 15 professionisti,

principalmente nella sede cen-trale di Milano e a Roma. Pen-siamo di poter attirare private banker di un certo livello che operano in banche generaliste e che oggi si sentono un po’ in disparte o troppo sotto pressione. Al momento non sono previste nuove filiali. Non lo consiglia la congiuntura e non sarebbe coerente con la nostra natura di banca di nicchia.

D. L’aumento delle tasse pre-occupa i clienti?R. È evidente che il Fisco italiano deve recuperare terreno rispetto ad altri Paesi sulla tassazione di rendite e patrimoni. I clienti ne sono consapevoli. Ma la vera preoccupazione è che il prelie-vo sia equilibrato e ragionevole, e soprattutto che la normativa sia stabile, altrimenti non si possono ottimizzare gli investimenti. (ri-produzione riservata)

$)'0/(0 ,- (+ (, !%22% #0.&%1(% 0''011) ,/5)23,1) *401, (%--7"41060/% ) (,5)12,*,'%1) , 2)15,6,

$!""%!'( )(++! *,% $!'%&- ($$%"#

Vistalli: una banca di nicchia deve innalzare il target di clientelaCASSA LOMBARDA AUMENTA IL PESO DELLA GESTIONE

Importi in migliaia di euro

Paolo Vistalli

26 Sabato 22 Dicembre 2012

.&%1(% 0''011) ,/5)23,1) *401, (%--7"41060/% ) (,5)12,*,'%1

Rapporto Wealt Management

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 22: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 23: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

DI FRANCO CANEVESIO

L’Imu picchia forte, anche sui Paperoni italiani che

si sono visti triplicare l’impo-sizione fiscale in meno di un anno. Ciononostante, il mercato immobiliare continua a destare grande interesse per i facoltosi. «C’è ancora grande attenzione agli immobili di pregio, dai due milioni di euro in su, soprattutto nel centro di Roma e Milano o in località come Cortina», spiega Carlo Angelo Pittatore, direttore commerciale di Banca Finnat, che possiede due strutture dedi-cate al settore: Finnat Real Estate e Investire Immobiliare sgr, con-trollata all’80% da Banca Finnat Euramerica, che gestisce sette fondi immobiliari per una massa che nel 2011 ammontava a 2,3 miliardi di euro (contro 2 miliar-di nel 2010). «Ai ricchi interessa la qualità», spiega l’esperto, «co-sì la disponibilità all’acquisto di immobili di grandi dimensioni e valore è alta, anche se si allunga-no i tempi d’acquisto e i prezzi restano alti seppure non eccessi-

vi come tre anni fa. A Cortina i prezzi sono scesi del 20%». Secondo il report di Santandrea Luxury Houses, marchio del gruppo Gabetti dedicato agli immobili esclusivi, sul primo se-mestre 2012, nei primi sei mesi di quest’anno sono calate le com-pravendite residenziali (-19,6% nel primo trimestre e -25,3% nel secondo trimestre) e il trend ha coinvolto anche gli immobili di pregio. «Il calo nelle compra-vendite e nelle quotazioni, già evidenziato lo scorso semestre a Firenze e Napoli, vale anche per Milano, Roma e Genova»,

scrive Santandrea. La flessione dei prezzi, è maggiore a Roma e Firenze (-5%), minore a Milano e Genova (-3%) e a Napoli (-2%). Ad avere pesanti riflessi sui tem-pi di vendita (10 mesi in media) e sugli sconti che si riescono a spuntare (il 10 o al massimo il 15%) è l’atteggiamento degli acquirenti, che il report descrive come attendisti, e che rimanda-no l’acquisto in attesa di ulteriori ribassi (e di chiarezza dal punto di vista fiscale). Comprano, ma solo se trovano l’affare. «Quanto alle zone, non c’è alcun interesse per quelle periferiche», dice Pit-

tatore, che conferma la volontà degli italiani straricchi di restare nel nostro Paese: «L’80% degli italiani facoltosi investe in Italia». Chi vuole diversificare all’estero lo fa in località di pregio, anche per non puntare troppo su un asset unico. E dove comprano i Paperoni di casa nostra? «Soprat-tutto a Londra, a Kensington o Mayfair, per immobili da almeno 2 milioni di sterline, più o meno 2,5 milioni di euro, oppure fanno rotta su Manhattan per comprare immobili da almeno 2 milioni di dollari, circa 1,5 milioni di euro». A Milano, secondo il report di

Santandrea, le zone più gettona-te sono il quadrilatero della moda (Montenapoleone, via Manzoni, via della Spiga e corso Venezia) che resta a 15-17mila euro al mq, Brera e Magenta dove il prezzo di un appartamento di lusso nuovo varia dagli 8 mila agli 11 mila eu-ro al mq. A Roma si confermano le zone del centro storico, Giulia e Navona (10-20 mila euro al mq), segue Margutta (15-20 mila euro) mentre sono in flessione i Parioli (8-9 mila euro). A Genova l’of-ferta di pregio si concentra nella zona di Albaro (4.300-5.500 eu-ro) anche se il vero interesse è su Santa Margherita (che va dai 5 ai 16 mila euro) e la sempreverde Portofino, sempre più cara (dai 12 ai 28 mila euro). Quanto alla distribuzione della domanda, «si conferma l’aumento di preferen-ze per i condomini esclusivi, ac-canto ai palazzi d’epoca. I primi sono in testa con il 50% delle richieste a Firenze e Napoli, e a Genova (40%). Il palazzo d’epo-ca resta la soluzione prevalente a Roma e Milano». (riproduzione riservata)

!)2- *3),1&/&00& %&(*) )1"*)",) '"$-*1-0) .&/ (*) )++-#)*) %) ./&()- +"*(/"%- *" 01",("1" %&* ')0$-

*!*$+)(% *)") -%')+),% #$&&/%'.

Preferita l’Italia. In alternativa si punta su Londra o Manhattan

Il quartiere di Kensington a Londra

28 Sabato 22 Dicembre 2012

,) '"$-*1-0) .&/ (*) )++-#)*) %) ./&()-+"*(/"%- *" 01",("1"

Rapporto Wealt Management

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 24: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 25: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

DI FRANCO CANEVESIO

«Sfido chiunque a ricordarsi ogni novità». È l’incipit

che Alessandro Dragonetti, head of tax dello studio Ber-noni, Grant, Thornton, usa per definire la massa di innovazio-ni fiscali introdotte dal governo Monti. Riuscendo a districar-si nel mare magnum, resta la domanda: cosa pesa di più sui patrimoni milionari? «Dipende molto dalla composizione, dalle dimensioni e dall’ubicazione dei patrimoni», dice Dragonetti: «I veri puniti sono gli scudati. Chi ha fatto lo scudo ha un obolo non indifferente da pagare in cambio di quasi nulla». Perché con le novità Monti chi ha beni oggetto di scudo fiscale (tra il 2002 e il 2009) deve un’imposta di bollo aggiuntiva e, dall’anno scorso, un’imposta di bollo spe-ciale sulle somme che intende tenere ancora segrete: l’aliquota è del 10 per mille per il 2011, del 13,5 per mille per il 2012 e del 4 per mille dal 2013 in avanti. È prevista anche un’imposta straor-dinaria sulle attività dismesse in tutto o in parte, e quindi non più secretate, a partire dal 6 dicembre 2011 con aliquota del 10 per mil-le. In pratica, l’anno prossimo, chi vuol mantenere scudato un patrimonio da 8 milioni di euro deve pagare il 4 per mille, cioè 32 mila euro in cambio della sola se-gretezza (che ripagherà per dieci anni, almeno fino al 2018) senza alcun ulteriore vantaggio.

La stortura, dice Dragonetti, sta nel fatto che «chi ha patrimoni scudati ha ottenuto il beneficio ma ha assolto un’imposta sul-lo stock e una di bollo annuale su somme tenute segrete e an-che su quelle che terrà segrete in futuro. Ma può anche avere scudato una partecipazione in una società, non solo qualcosa di spendibile e allora?» Scudo a parte, la botta principale è arriva-ta l’anno scorso con la manovra bis del governo Monti che ha rivisto l’imposizione fiscale sui redditi di natura finanziaria e le cui novità sono entrate in vigore il primo gennaio di quest’anno. «L’intervento principale», spiega Dragonetti, «è consistito nell’uni-ficare la tassazione sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria». Prima c’era il doppio binario: titoli di Stato, fondi di investimento e azioni scontavano l’imposta del 12,5%, interessi attivi su conti correnti e i certificati di deposito pagavano il 27%. «Tutto cancellato. Oggi c’è l’aliquota unica al 20%», spiega l’esperto che aggiunge l’altro grande cambiamento: l’impo-sta di bollo sulle comunicazioni relative a prodotti e strumenti finanziari, anche non soggetti a obbligo di deposito. Gli unici a essere esclusi sono i fondi pen-

sione e quelli sanitari. «In sostan-za», dice Dragonetti, «si tratta di una mini-patrimoniale», con aliquota proporzionale dell’1 per mille per il 2012 e dell’1,5 per mille a partire dal 2013. Altra novità 2012 targata Monti è l’Ivie, l’Imposta «sul valore de-gli immobili situati all’estero di proprietà di persone fisiche resi-denti nel territorio dello Stato o in relazione ai quali le stesse siano titolari di diritti reali». L’aliquota dell’Ivie è pari allo 0,76% ma, con la legge di stabilità 2013, è previsto che il primo anno di applicazione dell’imposta non sia più il 2011, bensì il 2012: chi ha già pagato avrà versato una somma considerata acconto per quest’anno. Ma non basta. Accanto all’Ivie Monti ha intro-dotto l’Ivafe, l’Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche resi-denti in Italia: aliquota all’1 per mille per 2011 e 2012 e all’1,5 per mille per gli anni successivi.

Anche per l’Ivafe, il primo anno di applicazione diventa il 2012 e l’imposta pagata per il 2011 è un acconto.

È finita? No, perché c’è la legge di Stabilità in corso di approva-zione che ha introdotto la Tobin tax, l’imposta sulle transazioni di Borsa attuate in azioni e stru-menti finanziari partecipativi: aliquota allo 0,12% nel 2013 e allo 0,1% dal 2014 per le opera-zioni concluse nei mercati rego-lamentati, e allo 0,22% da marzo a dicembre 2013 e allo 0,2% dal 2014 nel caso di azioni negozia-te in mercati non regolamentati. Le esenzioni riguardano market maker, specialist, fondi pensio-ne e tutte le transazioni in Borsa su azioni emesse da società con capitalizzazione inferiore a 500 milioni di euro. Sempre la legge di Stabilità prevede la tassa sui derivati, da applicare (dal 1 luglio 2013) alle compravendita di titoli derivati. La tassa sarà applicata in

misura fissa che sarà determinata da un decreto ministeriale «con riferimento alla tipologia di stru-mento e al valore del contratto». Altra imposizione rilevante, la tassa antispeculazione per i siste-mi di trading ad alta frequenza con un’aliquota dello 0,02%. Conclude Dragonetti: «In questa giungla si può anche sbagliare. E invece no, perché altrimenti le sanzioni diventano astrono-

miche». Prendiamo i poteri di accertamento e ravvedimento che spesso vedono protagonisti i miliardari. Gli avvisi di accer-tamento devono essere notificati entro il 31 dicembre del 4° anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Per cui, i redditi del 2009 inseriti pe-rò nella dichiarazione del 2010, possono essere contestati dal fi-sco entro il 31 dicembre 2014. Se si tratta di dichiarazione omessa i tempi si allungano di un anno, cioè i redditi del 2009 potranno essere contestati entro il 2015. «In teoria», dice Dragonetti, «dovreb-be essere: io Stato in cinque anni ti posso attaccare ma tu, nei cinque anni, devi poterti difendere». E invece, nella pratica, basta sba-gliare qualcosa, basta una svista e la persecuzione si raddoppia. Come nel caso dell’imposta evasa che superi determinate soglie di punibilità (ex decreto74/2000): lo Stato ti può tampinare anche dopo 10 anni. (riproduzione riservata)

"/,0+3+ '$ 4.$ 1$))+&$ '+ +-0/23( %(.+ -/%+,+! +--/%+,+ ( )+.$.5+$1+! 2+$ +. #3$,+$ &*( $,,6(23(1/

*!-+%')(% (#&&! $%.($&! "#&&# -!,,#

Chi amministra deve attraversare un vero campo minato

LE TASSE DI MONTI SUI RICCHIDL 201/2011 (Salva-Italia)

Imu Entrata in vigore nel 2012, è l'imposta municipale che riguarda anche l'abitazione principale: l'aliquota ordinaria è dello 0,76%, per l'abitazione principale è ridotta allo 0,4%.

Deposito titoli (Imposta di bollo) Imposta di bollo sulle comunicazioni relative ai prodotti e agli strumenti finanziari anche non soggetti a obbligo di deposito, esclusi fondi pensione e fondi sanitari: aliquota proporzionale pari all’1 per mille per il 2012 e all’1,5 per mille a partire dal 2013.

Imposta sulle attività scudate Imposta di bollo aggiuntiva sulle somme oggetto di scudo fiscale tra il 2002 e il 2009 e imposta di bollo speciale annuale sulle attività ancora secretate. Aliquota pari al 10 per mille per il 2011, al 13,5 per mille per il 2012 e al 4 per mille dal 2013 in avanti. Imposta straordinaria una tantum sulle attività di-smesse in tutto o in parte (e quindi non più secretate) al 6 dicembre 2011: aliquota del 10 per mille.

Imposta su immobili detenuti all’estero (Ivie)

Imposta sul valore degli immobili situati all’estero di proprietà di persone fisiche residenti nel territorio dello Stato o in relazione ai quali le stesse siano titolari di diritti reali: aliquota dello 0,76%.

Imposta su attività finanziarie detenute all’estero (Ivafe)

Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche residenti in Italia (Ivafe). Aliquota all’1 per mille per il 2011 e il 2012 e all’1,5 per mille per gli anni successivi.

Aiutare gli Stati membri a tutelare la propria base imponibile e a recu-

perare i miliardi di euro che sono loro legittimamente dovuti: questi in sintesi sono i due obiettivi che la Commissione europea si propone di raggiungere con il piano di azione adottato lo scorso 6 dicembre per dare una risposta più effi-cace dell’Europa al fenomeno dell’eva-sione e dell’elusione fiscale.Tra le varie iniziative previste nel piano di azione, gli Stati membri dovranno agevolare la possibilità per i contribuenti di mettersi in regola, introducendo i co-siddetti «voluntary disclosure program-me». La raccomandazione è quanto mai attuale per l’Italia: oggi è di fatto impra-ticabile la definizione spontanea da parte dei contribuenti italiani che detengono in stato di illecito valutario attività negli Stati in black list come la Svizzera.È noto infatti che, per ogni anno di vio-lazione nella compilazione del Modulo RW, le sanzioni vanno da un minimo del 10% a un massimo del 50% degli im-porti non dichiarati (oltre alla «confisca di beni di corrispondente valore»).

In caso di ravvedimento, l’Amministra-zione finanziaria nei fatti non consente la definizione delle sanzioni in misura agevolata tramite la piena applicazione del «cumulo giuridico», rendendo il più delle volte impraticabile la definizione stessa. Le sanzioni sono del tutto spro-porzionate rispetto alla violazione com-messa, tant’è che le autorità comunita-rie stanno valutando l’apertura di una procedura di infrazione verso l’Italia. Lo scenario avrebbe dovuto essere ri-dimensionato attraverso l’alleggerimen-to delle sanzioni RW nel decreto legge salva-infrazioni, modifiche poi non inserite nel testo arrivato in Gazzetta Ufficiale. L’ultima occasione, per que-sto Parlamento, è la legge di stabilità: occorrerebbe ridurre drasticamente le sanzioni minime per le violazioni RW in caso di definizione, ferma restando la possibilità per gli Uffici di applicare più alte sanzioni in caso di comportamento non collaborativo.

Il voluntary disclosure programme ri-chiederebbe modifiche anche al siste-ma sanzionatorio penale per meglio correlare, nel rispetto del principio di proporzionalità, le sanzioni all’effettiva gravità dei comportamenti, prevedendo, ad esempio nei casi meno gravi di di-chiarazione infedele l’applicazione di sanzioni amministrative anziché penali (ipotesi già contenuta nel disegno di legge delega di riforma fiscale).Un voluntary disclosure programme è tra l’altro già previsto in altri Stati eu-ropei (come esempio Germania e Regno Unito) e non ostacolerebbe l’eventuale stipulazione da parte dell’Italia di un ac-cordo basato sul cosiddetto «modello Rubik», rappresentando un’alternativa allo stesso: non sarebbe una sanatoria o condono per il periodo pregresso (con applicazione di una imposta «una tantum») in un contesto di anonimato e contribuirebbe alla trasparenza del rapporto tra cittadini e Amministrazione fiscale. (riproduzione riservata)

*studio tributario Facchini Rossi Scarioni

L’evasione si combatte anche favorendo il ravvedimentodi Luca Rossi

e Stefano Massar

Alessandro Dragonetti

30 Sabato 22 Dicembre 2012

0/23( %(.+ -/%+,+! +--/%+,+ ( )+.$.5+$1+! 2+$ +. #3$,+$ &*(

Rapporto Wealt Management

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 26: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 27: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 28: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

PAGINA A CURA

DI FRANCESCA VERCESI

Nei prossimi mesi, situazio-ne politica permettendo, i

bilanci di alcune banche saran-no in salute grazie soprattutto alle iniezioni di liquidità della Bce. Di conseguenza, diversi istituti cercano di uscire dal-le attività che non rendono a sufficienza. Ma i portafogli private a sud delle Alpi fanno gola e c’è chi fiuta l’affare. Sul mercato italiano le prede più grosse sono le attività del gruppo Generali (Bsi e Banca Generali) e il 50% di Esperia in mano a Mediolanum. Ma in genere si è scatenata una corsa ai gestori con il carnet di clienti più ricco. Julius Baer è entrata in Italia grazie alla partnership strategica con Kairos (4,4 mld di euro in gestione a settembre 2012, 22 banker che dialogano con la clientela tra Milano, Ro-ma e Torino, Londra, Lugano e New York). Julius Baer, che si è aggiudicata tutte le attività di private banking di Bank of America Merrill Lynch al di fuori di Usa e Giappone portan-do le risorse in gestione a 251 miliardi di franchi svizzeri (un balzo del 40%), ha annunciato un accordo di lungo termine e Kairos. L’obiettivo è dar vita a un «polo italiano di eccellen-za nel wealth management». L’operazione prevede l’ingres-so della banca svizzera nel ca-pitale di Kairos con il 19,9%. La società italiana, a sua vol-ta, comprerà il 100% di Julius Baer sim, integrandone le at-

tività. La combinazione delle attività di private banking dei due gruppi confluirà in Kairos Julius Baer sim, che sarà guida-ta dall’ad Paolo Basilico. In un secondo momento, sarà aperta una banca privata in Italia. La chiusura dell’operazione è atte-sa per la prima metà del 2013. Nel frattempo in ottobre Banca Esperia ha acquistato due fidu-ciarie. La banca d’investimento fondata nel 2001 grazie a una joint venture tra Mediobanca e Mediolanum ha acquisito Fidu-ciaria San Babila e di Cidneo Fiduciaria, entrambe autorizza-te all’esercizio dell’attività fi-duciaria e attive nell’area della Lombardia grazie alla presenza a Milano, Bergamo e Brescia. Nella maggior parte dei casi,

la redditività è in calo e lo sarà ancora. Oggi è difficile richie-dere i livelli di commissioni del passato, che avevano due driver principali: l’opacità del prodot-to e il rischio molto elevato. «Si sta assistendo a una sorta di ipercompetizione sulle mas-se, a fronte di un generalizzato calo di fiducia», afferma Fabio Candeli, ad di Banca Profilo. Sul fronte dei banker, a parte eccezioni, l’aria in parte è cam-biata. Si assiste alla riduzione delle parti variabili delle retri-buzioni, di bonus e benefit: su auto aziendale, rimborsi viaggi, corsi di perfezionamento e ag-giornamenti le banche stanno attuando un giro di vite. La forte attenzione a tutti le voci di costo ha indotto anche una

riduzione delle sponsorizza-zioni e dell’organizzazione di eventi: tornei di golf, regate e tutte le altre attività di intratte-nimento per i clienti più ricchi sono in frenata. Ma gli ultimi mesi sono stati intensi, quanto a giri di poltrone. Solo a no-vembre Pictet ha rafforzato la propria struttura italiana grazie all’arrivo di sette private banker da Banca Esperia. Tra questi Stefano Moroni che ricopri-va il ruolo di responsabile del family office interno. Giulio Baresani Varini, bresciano di nascita, milanese di adozione, torna alla città di origine per dirigere la locale filiale del Santander private banking. Paolo Finco (ex Friuladria pb) ha fatto il suo ingresso nella filiale trevigiana di Ubs Italia. William Gnocchi ha lasciato Banca Esperia per approdare in Banca Euromobiliare (Gruppo Credem). Paolo Mancini è diventato il nuovo responsa-bile per la clientela Uhnwi di Crédit Suisse Italy e managing director della divisione private banking. Mancini è successo

a Francesco Lombardo di San Chirico e si è unito al team Uhnwi di Milano dalla divisione investment ban-king dove rico-priva il ruolo di managing direc-tor, responsabile del debt capital market per la clientela corpo-rate in Sud Eu-ropa. Mancini è arrivato in Crédit Suisse First Bo-ston nell’aprile 2004 da JP Mor-

gan dove era vice presidente del debt capital markets con la responsabilità del desk italiano dal 2000. Intanto

Francesco Fanti è diventato responsabile della struttura private banking di Mps. Fanti (prima a capo dell’area centro e Sardegna della banca senese) dovrà rafforzare e rilanciare le attività di private banking del gruppo. A ottobre, ci sono stati altri passaggi rilevanti. Massimo Fortuzzi ha lasciato l’incarico di ad di IDeA sim per entrare in Banca Leonardo. In passato Fortuzzi è stato, dal 2006 al 2009, chief operating officer di Merrill Lynch glo-bal wealth management per l’Italia. In questa veste era responsabile della struttura di private banker. In precedenza ha ricoperto dal 2002 al 2006, l’incarico di ad di Antonvene-ta Abn Amro Bank, la banca private del gruppo Antonve-neta. In precedenza era stato in Deutsche Bank. A seguire, Citibank Londra ha scippato dal Crédit Suisse il team de-dicato agli Uhnwi. I manager sono Francesco Lombardo di San Chirico (nuovo managing director e head of market area Italy di Citibank) con Luca Vodini e Jacopo Gerosa. In Banca Esperia, poi, è arriva-to Sergio Del Piccolo (ex Ubi Banca) mentre è uscito Alberto Composta per entrare nella fi-liale bresciana del Crédit Suis-se Italy (dove è arrivato anche Giacomo Bonazza che ha la-sciato Santander PB). Crédit Suisse Italy a settembre aveva già preso due pesi massimi: si tratta dei relationship manager Francesco Fiumanò e Leonardo Todeschini. Entrambi con espe-rienza in Banca Profilo e in Ubs Italia. Ubs Italia ha rafforzato la filiale di Firenze con l’in-gaggio di Tommaso Di Bello (ex Mps Private Banking). In-fine Stefano Calvi (ex head of client advisory private banking Italy di Vontobel) è passato in Cassa Lombarda. (riproduzione riservata)

#4-(1/2* /0(1$3/1* 2* 1*23143341$./! "*5 )$ *..(2&$3/ 4. $43(.3*&/ &$,&*/-(1&$3/ '(* %$.+(1

"!""&! %+),,! !& %+!(#& *)+-!$)%'&

Banche estere sempre più interessate a gestire i clienti in Italia

Sull’aspetto della custodia titoli, sono diverse le tendenze tra mondo anglosassone ed Europa. Nel primo il private banking

è spesso esercitato da promotori indipendenti e broker che pur dotati di conoscenza tecnica non dispongono delle piattaforme necessarie a gestire il processo di investimento e la custodia. Tali servizi possono essere offerti anche alle private bank in regime di outsourcing, non visibile al cliente finale. BNY Mellon fornisce il servizio tramite Pershing, società del gruppo specializzata in questo tipo di approccio. BNY Mellon, attualmente il più grande global custodian con 27.900 miliardi di dollari in titoli in custodia o amministrazione, può operare come sub-global custodian senza visibilità o distinzioni sul cliente sottostante. Inoltre può fungere da trustee, banca depositaria e amministratrice per fondi usati all’interno delle gestioni patrimoniali. Un trend interessante è quello di gruppi globali attivi su diversi mercati sempre più alla ricerca di piattaforme o strutture operanti in outsourcing in grado di venire incontro alle esigenze della clientela private al di là dei confini nazionali e delle singole filiali. (riproduzione riservata)

Franco Canevesio

Mellon, custode invisibile

Alla luce di quanto è accaduto sui mercati dall’inizio della crisi dei debiti sovra-

ni, le banche svizzere hanno potuto puntare in quest’ultimo anno sulla diversificazione valutaria sul ruolo del franco come rifugio dall’eurocaos. Non a caso Crédit Suisse e Ubs, sebbene in ristrutturazione, anche profonda, presentano numeri in miglioramento rispetto al 2011. La prima ha archiviato settembre con masse pari a 21 miliardi di euro (fiduciaria compre-sa) contro i 13, 5 miliardi di giugno 2011. Il gruppo intende continuare a reclutare, sebbene la decisione di fondere a livello globale l’asset management con il private banking denoti l’in-tenzione di ridurre i costi. La divisione private è composta da liberi professionisti (60 mln di euro di portafoglio) e relationship manager (120 mln) e la tendenza è puntare di più sugli interni. «L’Italia è il primo paese dopo la Svizzera per importanza in Europa. Puntiamo sugli otto hub che coprono la maggior parte della clientela at-tuale e potenziale. Scudi a parte, continueremo a crescere perché attraiamo risorse e perché ci aspettiamo un forte sviluppo della nostra attività legata ai clienti ultra high net worth», commenta Giovanni Carrara, a capo del private banking in Italia di Crédit Suisse. Per Ubs, che ha appena chiuso il terzo trime-

stre 2012 con 12 miliardi di raccolta netta (la divisione wealth 7,7 mld di franchi svizzeri, e Wealth America 4,8 mld di dollari) c’è una richiesta latente di servizi specializzati. «Il gruppo, a livello globale ha dato indicazioni forti di rafforzare il capitale uscendo da bu-siness che non creano utile. La divisione, a livello di gruppo, ha prodotto utili per 600 milioni di franchi svizzeri nel trimestre e continua a crescere. In Italia le masse sono aumentate di circa un miliardo», racconta Fabrizio Tedesco, responsabile private banking di Ubs Italia. «Svolgia-mo due attività: pianificazione e corporate advisory per la media impresa». Conclude Fabio In-nocenzi, ad di Ubs Italia: «C’è grande attenzione nei confronti dell’Italia e vogliamo investire. La nostra ambizione è agire da banca italiana, in questo senso i nostri obiettivi sono: crescita organica, assunzioni, semplifi-cazione delle attività ammini-strative, allargamento dell’offerta di soluzioni sempre e solo nell’ambito della clientela we-alth management». (riproduzione riservata)

Mai tanta Italia nelle due big svizzere

Giovanni Carrara

33Sabato 22 Dicembre 2012

1*23143341$./! "*5 )$ *..(2&$3/ 4. $43(.3*&/ &$,&*/-(1&$

Sabato 2Rapporto Wealt Management

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 29: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

DI FRANCESCA VERCESI

Anche sul mercato dell’ar-te l’Asia detta legge. Un

esempio su tutti: a riportare alla luce l’interesse per manoscrit-ti e autografi è un compratore cinese che, dopo averne visti alcuni in un’asta di Sotheby’s, sta comprando tutto quello che c’è sul mercato internazionale. «Le quotazioni possono subi-re alterazioni anche forti anche per effetto di un solo compra-tore, come è avvenuto per gli incunaboli (libri stampati pri-ma del ’500, ndr) i cui prezzi si sono impennati tra fine anni 90 e i primi del 2000 grazie a un collezionista che poi ha avuto non pochi problemi con il Fisco», commenta Cristiano Collari, esperto di libri auto-grafi e manoscritti, art advisor per clienti privati, case d’asta e gruppi assicurativi come Axa. «Ci sono due tipologie di col-lezionisti», continua. I puri che comprano in base al gusto, e gli impuri che comprano a caro prezzo e male. L’Italia è ancora molto ricca di collezio-nisti attivi e nuovi compratori ma i grandi sono americani, tedeschi, svizzeri e britannici. Infine ci sono i cinesi, molto interessati alla loro arte, oltre che alla nostra». L’arte, insom-ma, è ancora apprezzata nei portafogli dei Paperoni. So-prattutto quelli internazionali che vedono nei gioielli firmati o le antichità investimenti si-curi. Le più gettonate, oltre ai diamanti, sono pietre e perle naturali. Secondo Gfms, se tra il 2010 e 2011 la domanda mondiale di oro è calata del 9% (Usa e Italia i più colpi-ti con -28% e -15%), l’India è salita del 29%, l’Indonesia del 25% e gli Emirati Arabi del 22%. La domanda ha superato l’offerta nel caso dei diaman-ti: da un’indagine Bain&Co la prima aumenta del 6% l’anno, alimentata soprattutto da Ci-na e India, mentre la seconda crescerà solo del 2,6%, fino al 2020, con conseguente aumen-to dei prezzi, che già nel 2011 per le gemme grezze sono sa-liti del 49%. Dal report di Mps, l’Mps Jewels Index, che ana-lizza le aste internazionali di gioielli e orologi, emerge che i primi negli ultimi cinque anni sono cresciuti del 161%, e del 16,5% solo nel 2011. Diversificazione del rischio e vantaggio fiscale sono le due variabili che fanno dell’arte un asset interessante. In Ita-lia non c’è infatti ancora una tassa sulle plusvalenze sulla compravendita di opere d’ar-te, che non vanno denunciate nella dichiarazione dei reddi-ti. Ma, come si legge anche in un’indagine di Magstat, l’ulti-

ma manovra del governo Monti oltre ad aumenta-re l’aliquota Iva dal 21 al 23%, ha aumentato anche l’aliquota agevolata dal 10 al 12% sulle im-portazioni di ope-re d’arte dall’ot-tobre 2012, con successivo ul-teriore aumento dello 0,5% dal 2014. Sebbene lo scudo fiscale riguardasse an-che le opere detenute dagli ita-liani all’estero, in pochi hanno deciso di rimpatriarle, a cau-sa della normativa vigente in Italia. La legge 1089 del 1939 prevede, infatti, l’istituto della notifica, ovvero la denuncia di possesso dell’opera, in segui-to alla quale la sovrintendenza ai beni artistici può decidere, a totale discrezione, se l’opera è d’interesse artistico. In que-sto caso ne stima il valore e il luogo di conservazione, così il proprietario non può più ven-derlo all’estero, mentre può farlo in Italia dove però lo Stato italiano ha diritto di pre-lazione. «È ancora da capire se l’istituto della notifica sia ade-guato o meno. Sta di fatto che se si vuole vendere un’opera si è limitati, potendosi confron-tare solamente col mercato in-terno», commenta Francesco Fanti, responsabile private banking di Banca Mps, che

è appena arrivato con il compito di riorganizzare l’intera struttura private di un gruppo alle prese con seri problemi di capitaliz-zazione. «Da qui a fine 2013, quindi in anticipo rispetto al piano, vorrei assumere 100 pri-vate banker. All’interno della riorganizzazione l’idea è pun-tare sull’art advisory con una struttura snella, continuando con le pubblicazioni e facendo contratti con consulenti ester-ni quando occorre. Un esperto già c’è, Pietro Ripa. Chi c’è sul mercato. Negli Usa l’art advisory è nato nei primi anni 80 all’interno dell’art ban-king. Oggi quasi tutte le banche d’affari straniere presenti in Ita-lia, da Citigroup a Schroders, da Bnp Paribas a Crédit Suisse, offrono questo servizio tramite consulenti esterni collegati al-la sede centrale. Il costo di una struttura interna, infatti, negli

anni si è dimostrato troppo oneroso. Ubs ne è l’esempio. La banca svizzera nel 2009 ha chiuso l’art advisory dove lavoravano 11 esperti e oggi si avvale di un team basato a Basilea che copre tutti i settori dell’arte e del collezionismo e possiede anche la più grande raccolta d’arte contemporanea al mondo dopo l’acquisizione della banca americana Paine Webber. Lo stesso vale per Crédit suisse che suggerisce consulenti esterni di fiducia. Di lunga tradizione anche il servizio di art banking di Bnp Paribas Banqué Privée che nel 1975 ha inaugurato in Francia il Conseil Investissement Art e dal 1992 il servizio è disponi-bile anche in Italia. Il servizio di art advisory di Schroders si trova all’aeroporto di Ginevra, porto franco dove si possono

custodire opere d’arte ma anche auto. Recen-temente si è distinta anche Deutsche Bank che ha inaugurato la DB Collection Italy, la nuova sezione italiana della DB Art Collec-tion, tra le più grandi collezioni di arte con-temporanea. E le ita-liane? Unicredit, Inte-sa Sanpaolo, Bnl Bnp Paribas, Cariparma Crédit Agricole, Mps e Banca Aletti offrono il servizio soprattutto in outsourcing, in col-laborazione con con-sulenti specializzati

come Art Service, Open Care, Artfin o case d’aste come So-theby’s e Christie’s. «L’offerta va dalla valutazione di opere d’arte antica, moderna, con-temporanea e antiquariato alle autentiche e alle analisi storico-artistiche, da stime di specialisti per disposizioni testamentarie, divisioni di proprietà e di pa-trimonio, a perizie per suc-cessioni ereditarie, pagamenti di tasse, fino ai contributi di beneficenza e assicurazioni», commenta Francesco Velluti, responsabile marketing Intesa Sanpaolo private banking. Il gruppo è tra i primi in Italia a essersi dotato di art advisory per i clienti private. Aggiunge Velluti: «la recessione ha fatto crescere la richiesta di valuta-zioni dei patrimoni d’arte e non solo in vista di successioni ere-ditarie. È un ottimo strumento per allargare la clientela. Molti si avvicinano a noi grazie all’art advisory». Dal 1998 Dal 1998, Unicredit Private Banking è at-tiva in questo campo grazie alla collaborazione con Christie’s. Nel 2004 la banca ha aperto un ufficio di art advisory di-retto da Domenico Filipponi, proveniente da Christie’s e nel dicembre del 2006 ha varato alcuni indici sull’arte Upb Ar-sValue Index con la consulenza di ArsValue, specializzata sul mercato italiano dell’arte del ’900. «La consulenza artistica si deve sposare ad altre voci del patrimonio. Non ci devono es-sere squilibri con le altre asset class», commenta Filipponi, che conclude: «Non facciamo pagare il servizio perché po-trebbe essere percepito come conflitto di interesse. Il ritorno è il risultato del miglioramento della relazione. In Italia la mag-gior parte degli imprenditori è collezionista, e per diversifica-re aumenta l’interesse nell’ar-te. Tra i compratori, gli ame-ricani sono i più aggressivi ma ora dobbiamo spingerci verso l’Asia dove ci sono compratori forti. È lì che puntiamo». (ri-produzione riservata)

"'+./' .)4 )+.-/1#,1' .'/ *' $#,%(' *# %-,02*',3# 02 &).),1)! +#,-0%/)11) ' .)'1/' ./'3)-0'

&/!*,$ #% "(')-%+,!*$ '-(.% "&%$',%

Intesa, Unicredit e Mps guidano la caccia ai collezionisti

Il rapporto tra i privati facoltosi e le assicura-zioni è complesso, come le loro esigenze. «Se

un cliente ha alcuni milioni da investire la cosa migliore è una polizza index linked, che però in Italia oggi le compagnie non trattano dopo i disa-stri americani. Ciò rende il contratto di capitaliz-zazione una scelta obbligata», spiega Giuseppe Fontana Rava, broker assicurativo di Over srl. La differenza tra questi prodotti? Le polizze vita di nuova generazione sono legate a strumenti finanziari in grado di dare nel tempo maggiori opportunità di profitto. Le index linked sono le-gate a un particolare indice di borsa o a un paniere di titoli azionari, mentre le unit sono agganciate a fondi d’investimento e non hanno bisogno di intermediari assicurativi. Le prime restituiscono il capitale investito più un rendimento minimo garantito: se i titoli sottostanti vanno bene si gua-dagna molto più che con i Bot (anche il 12-15% in più in tre anni). «Il contratto di capitalizzazione è un conto corrente assicurativo, diverso da quello bancario», spiega il broker. Si versa una somma, si fissa la durata, una scadenza disdettabile già dal primo anno, per alcune compagnie, o dal secondo o terzo per altre. Il rendimento massimo è del 4%, e i costi di gestione calano all’aumentare dell’im-porto investito. «Se con 1.000 euro si paga un costo del 6%, con 1 milione posso anche strap-pare lo 0,5%», dice Fontana Rava. Reale Mutua, Groupama, Helvetia, Italiana Assicurazioni sono

le compagnie in cui è più facile trovare questo strumento. Più difficile trovarlo in Generali, che offre prodotti standard. «Il vantaggio è che questo contratto è liquidabile in qualsiasi momento, ma non è deducibile fiscalmente», aggiunge Fontana Rava. Meglio un fondo pensione, la cui deducibi-lità è massima ma che, essendo finalizzato a un trattamento previdenziale, non può essere usato per pagare la scuola ai figli o cambiare i mobili, e se ne può uscire solo per malattia grave, propria o dei familiari, o per disoccupazione. Ma dà il vantaggio della portabilità. È possibile cioè cam-biare compagnia senza liquidare quanto versato (la prima volta che si stipula si può uscire dopo due anni, dalla seconda in poi ogni anno), ed è protetto, visto che le somme sono versate su un conto corrente specifico del fondo. Altri due strumenti sono il Long term care e il Dread desease. La prima è una polizza usata in Francia e in Germania, dove ottiene l’appoggio di strutture adeguate. È dedicata a chi è in età avanzata senza essere inabile. Venendo meno una delle funzioni vitali (vestirsi, lavarsi, man-giare, andare a letto e al bagno) si può riscattare il capitale o attivare la rendita per mantenere una badante. La seconda invece dà copertura non solo in caso di morte, ma anche di malattia definitiva. Il capitale è versato al sottoscrittore che lo usa per mantenersi. (riproduzione riservata)

Franco Canevesio

I segreti delle polizze a prova di spread

Domenico Filipponi

Francesco Velluti

34 Sabato 22 Dicembre 2012

/ *' $#,%(' *# %-,02*',3# 02 &).),1)! +#,-0%/)11) ' .)'1/'

Rapporto Wealt Management

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 30: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

35Sabato 22 Dicembre 2012

TRO

con

IL

REDDITOMET

in edicola cDiritto

conin edicola c

& Fisco

Da domani inizia la ricostruzione della professione forense. Lo afferma il pre-sidente del Cnf, Guido Alpa, che più di tutti, all’interno della categoria, si è battuto per l’approvazione della rifor-ma «attesa da oltre 70 anni», che ora è legge delle stato. «Il testo», afferma Alpa, «si fa ampio carico delle esigenze di ammodernamento della professione, di un rafforzamento della trasparenza nel rapporto avvocato-cliente, di favori-re l’ingresso dei giovani più meritevoli che potranno contare su un avviamen-

to professionale più garantito, di una maggiore qualificazione dell’avvocato. Ora», continua il presidente del Cnf, «l’avvocatura potrà guardare con fidu-cia al futuro e applicarsi con rinnovato impegno al proprio miglioramento, i cittadini potranno fruire di un servizio giustizia più efficiente, i giovani avran-no maggiori opportunità di lavoro». Secondo il nuovo presidente dell’Oua, Nicola Marino, «finalmente dopo oltre 70 anni si cambia. Certo, nella prossima legislatura saranno necessari diversi

aggiustamenti». Secondo Alberto Ba-gnoli, presidente della Cassa forense, «è una giornata storica. Gli avvocati aspettavano questo momento da decen-ni e finalmente possono brindare a una legge professionale moderna che garan-tisce non solo l’operato della categoria, ma soprattutto i diritti dei cittadini». A parere di Dario Greco, presidente dei giovani avvocati dell’Aiga invece, «l’ap-provazione della riforma forense segna un passo significativo per l’avvocatura in questo scorcio di legislatura. Ma si

tratta di una legge che non risolve i pro-blemi dell’avvocatura». Per i penalisti dell’Ucpi «per la prima volta nell’ordi-namento forense», si legge in una nota, «viene riconosciuta la specializzazione, vero punto di svolta per garantire la qualità dell’attività professionale, non in favore degli avvocati ma dei cittadi-ni che a loro si affidano». Più critica la posizione dell’Anf: «È una legge che na-sce già vecchia», afferma il segretario, Ester Perifano, «fortemente sfavorite e danneggiate le giovani generazioni».

LE REAZIONI DELLA CATEGORIA

Via libera al Senato dove è stato decisivo il ruolo del presidente Renato Schifani

Approvata la riforma forense Per gli avvocati riserve, specializzazioni e nuove tariffe

Pagina a curaDI GABRIELE VENTURA

La riforma forense è leg-ge. Il senato, infatti, ha approvato ieri in via de-fi nitiva il ddl n. 601-B,

che disciplina la professione di avvocato, mettendo così la parola fi ne a un iter durato di quattro anni e mezzo. Tanto è passato, infatti, dal maggio 2008, quando la legge, scritta e voluta fortemente dall’avvo-catura, è approdata a Palazzo Madama in pri-ma lettura, per poi impanta-narsi più volte sia al senato sia alla camera. Il via libera è ar-rivato proprio nell’ultimo gior-no dell’attività parlamentare dell’attuale le-gislatura, gra-zie soprattutto a l l ’ i m p e g n o messo in campo, in prima persona, dal presiden-te di Palazzo Madama, Renato Schifani. Il quale ha condotto i lavori con un esame a tempo di record dei 67 articoli del ddl e degli emendamenti presenta-ti, che sono stati tutti respinti, evitando così il passaggio in quarta lettura a Montecitorio. A distanza di 80 anni dalla emanazione della legge che ha regolamentato fi no a oggi l’or-dinamento forense, gli avvocati hanno quindi il loro nuovo sta-tuto. Ma vediamo cosa cambia per l’avvocatura e per l’attività professionale, escludendo l’ac-cesso, che è stato stralciato alla camera.

La professione. In sintesi, la legge si compone di 67 ar-ticoli. Si parte dalla disciplina dell’ordinamento forense e della professione di avvocato,

dove si prevede, tra l’altro, la riserva per l’attività di assi-stenza legale stragiudiziale. Disciplinate poi le associazio-ni tra avvocati, che potranno essere anche multidisciplina-ri, mentre al governo spetterà il compito di emanare un dlgs che regolamenti le società tra avvocati. Dalle quali, però, sono esclusi i soci di puro capitale. Gli avvocati, inoltre, potranno acquisire il titolo di specialista, ma servirà un percorso forma-tivo di due anni. È libera, poi, la

pubblicità infor-mativa, a patto che sia veritiera e non compara-tiva. L’avvocato dovrà dotarsi di copertura assi-curativa, sia per la responsabili-tà civile, sia per gli infortuni. Il preventivo scritto, invece, è obbligatorio solo su richiesta del cliente, mentre

i parametri saranno indicati dal ministero della giustizia con decreto su proposta del Cnf, ogni due anni.

Tirocinio. Il tirocinio pro-fessionale dura 18 mesi, come previsto dal dl liberalizzazioni. Non determina l’instaurazione di rapporto di lavoro subordi-nato anche occasionale. Al praticante, è sempre dovuto il rimborso-spese, e, decorso il primo semestre di pratica, pos-sono essere riconosciuti al tiro-cinante, con apposito contratto, un’indennità o un compenso per l’attività svolta. Il tirocinio consiste anche nella frequen-za obbligatoria, per un perio-do non inferiore a 18 mesi, di corsi di formazione di indirizzo professionale tenuti da ordini e associazioni forensi.

© Riproduzione riservata

La riserva

L’attività professionale di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale, ove connessa all’attività giurisdizionale, è di competenza, se svolta in modo continuativo, sistematico e organizzato, degli avvocati

Le societàtra avvocati

Il governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, un decreto legislativo per disciplinare le società tra avvocati, secondo i seguenti criteri:

l’esercizio in forma societaria della professione forense è • consentito esclusivamente a società i cui soci siano avvocati iscritti all’albociascun avvocato può far parte di una sola società • i componenti delle società tra avvocati non possono essere • estranei alla compagine sociale

Le specializza-zioni

Le modalità per ottenere il titolo di specialista sono stabilite • da un regolamento adottato dal ministero della giustizia previo parere del CnfPer ottenere il titolo bisogna frequentare percorsi formativi • almeno biennali

La pubblicità

È consentita all’avvocato la pubblicità informativa sulla propria • attività professionale, con qualunque mezzoLe informazioni diffuse devono essere veritiere, corrette e non • comparative con altri professionisti

Il preventivoIl preventivo in forma scritta è obbligatorio solo su richiesta del cliente

I parametri

I parametri li indica il ministero della giustizia con decreto su • proposta del Cnf, ogni due anni Si applicano quando all’atto dell’incarico o successivamente il • compenso non sia stato determinato in forma scritta, in caso di mancata determinazione consensuale, in caso di liquidazione giudiziale dei compensi

La previdenzaL’iscrizione agli albi comporta la contestuale iscrizione alla Cassa forense

Il tirocinio

Il tirocinio professionale è svolto in forma continuativa per • 18 mesi Il tirocinio può essere svolto contestualmente ad attività di • lavoro subordinato pubblico e privatoIl tirocinio, oltre che nella pratica svolta presso uno studio • professionale, consiste altresì nella frequenza obbligatoria di corsi di formazione della durata non inferiore ai 18 mesi, tenuti da ordini e associazioni forensi

L’attività professionale di consulenza legale e di assistenza

IL NUOVO ORDINAMENTO FORENSE

Renato Schifani

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 31: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

36 Sabato 22 Dicembre 2012 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Il blocco servirà a pagare il pensionamento a 10.300 cittadini

Agli onorevoli il conto esodatiSenza rivalutazione per un anno i vitalizi degli eletti

DI DANIELE CIRIOLI

Una tassa sulla «casta» per pagare il prepen-sionamento a 10.300 nuovi esodati. Reste-

ranno infatti senza rivalutazio-ne, per un anno, tutti i vitalizi degli onorevoli eletti ai parla-menti regionali e nazionali, sia ex che ancora in carica. Il dazio, previsto per l’anno 2014 e an-che sulle pensioni d’oro (supe-riori cioè a 2.883 euro mensili), fi nanzierà l’ampliamento della platea dei salvaguardati dai nuovi requisiti per la pensione della riforma Fornero (lavorato-ri in mobilità, autorizzati ai con-tributi volontaria). Lo prevede la legge di Stabilità, approvata ieri in via defi nitiva, che auto-rizza, inoltre, la creazione di un apposito fondo per le risorse.

Tassata la casta. Le risor-se necessarie all’estensione dei benefi ci agli esodati vengono reperite dallo stop di un anno, il 2014, della rivalutazione au-tomatica, se prevista, dei vita-lizi percepiti da quanti hanno ricoperto o ricoprono cariche elettive regionali e nazionali. Qualora le risorse dovessero risultare insufficienti è pre-vista una speciale garanzia, ossia il recupero di ulteriori

risorse dalle pensioni «d’oro». In tal caso, scatterò lo stop per il 2014 della rivalutazione au-tomatica anche sulla quota di pensione d’importo superiore a sei volte il trattamento minimo. Entro il 30 settembre 2013, il governo proceda a monitorare gli effetti delle nuove disposi-zioni e, qualora il monitoraggio dovesse rivelare la disponibilità di risorse, con dpcm verrà di-sposto il pieno riconoscimento della rivalutazione automatica ovvero in misura ridotta (tutto dipenderà, insomma, dall’an-damento delle risorse). La ri-valutazione avviene, di norma, applicando alla pensione il tasso di rivalutazione Istat con questo criterio: 100% del tasso sulla quota di pensione fi no a tre volte il minimo Inps; 90% del tasso sulla quota di pensio-ne compresa tra tre volte e cin-que volte il minimo Inps; 75% del tasso sulla quota di pensioni superiore a cinque volte il mini-mo Inps. Se dovesse scattare la stop alla rivalutazione, si avrà che non verrà riconosciuta al-cuna maggiorazione (quella del 75% del tasso Istat) alla quota di pensione eccedente i 2.883 euro mensili (37.481 euro annui in base ai valori del 2012).

© Riproduzione riservata

DI LUIGI CHIARELLO

E FABRIZIO G. POGGIANI

Le società agricole commerciali, siano esse di persone o di ca-pitali, potranno godere della tassazione fondiaria per opzio-

ne fi no al 2015. Potranno cioè sceglie-re per un altro triennio (2012/2014) se determinare il proprio reddito su base catastale o a bilancio; è questo l’effetto di un emendamento inserito sul fi lo di lana nella legge di stabilità per il 2013.

Società agricole. La disposizione in commento prevede la possibilità per le società agricole commerciali (società personali e di capitale) di optare per la tassazione fondiaria, in luogo di quella a bilancio, utilizzando i criteri indicati dagli articoli 55 e seguenti del dpr n. 917/1986.

Infatti, le opzioni previste dai commi 1093 e 1094 dell’articolo 1, della legge 296/2006 (Finanziaria 2007) non sa-ranno più esercitabili a decorrere dal periodo d’imposta 2015 (per i soggetti con periodo d’imposta solare), con la conseguenza che, anche chi avrà effet-tuato tale scelta a ridosso del 2015 (per esempio per l’esercizio 2014), ancorché la scelta abbia valenza per un triennio, dovranno rientrare nella tassazione secondo di criteri previsti per il reddito d’impresa, a decorrere da tale periodo d’imposta (2015).

Si ricorda, che il limite temporale, nel-lo schema del disegno di legge di stabi-lità, era stato fi ssato in prima battuta al 31 dicembre 2011 ma con una norma

che inaspriva a esercizio in corso (2012) la tassazione sul reddito in formazione. Successivamente, il governo annunciò lo slittamento di un anno del termine di godimento dell’opzione, salvando di fatto anche l’esercizio 2012 e postergando la revoca a decorrere dal periodo d’imposta successivo.

La cosa trovò corpo nel disegno di legge di stabilità, licenziato dal Consiglio dei ministri il 10 ottobre scorso (si veda Ita-liaOggi del 12/10/2012); in particolare, il disegno di legge varato da Palazzo Chi-gi limitava al solo anno in corso (2012) l’accesso delle società agricole alla tas-sazione a forfait e imponeva, dal 2013, la fi scalità a bilancio. Con l’emendamento in commento inserito nella legge di sta-bilità, lo stop alla fi scalità fondiaria per le società agricole è stato spostato al 31 dicembre 2014, con la conseguenza che il reddito realizzato nel 2014 sarà l’ul-timo a godere della fi scalità agevolata (tassazione su base fondiaria), mentre la tassazione a bilancio scatterà sul reddito realizzato a partire dal 2015.

L’addio alla fi scalità fondiaria per le società segna un ritorno all’antico e mar-ca una forte discriminazione (soprattut-to sul fronte della concorrenza) rispetto ai produttori agricoli che esercitano le medesime attività, di cui all’art. 2135 c.c., ma con veste giuridica diversa da quella dell’impresa individuale e della società semplice.

Infatti, il comma 1093, dell’art. 1, della legge 296/2006 (Finanziaria 2007) dispo-neva che le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società co-operative (restavano fuori le società per

azioni), con qualifi ca di società agricola, di cui all’art. 2, dlgs n. 99/2004, potes-sero «optare» per la tassazione basata sui redditi fondiari, di cui all’articolo 32 del Tuir.

Con la nuova legge di stabilità, inve-ce, il legislatore abroga dal 2015 questo regime opzionale, riportando queste so-cietà tra quei soggetti che determinano il proprio reddito ai sensi degli articoli 55 e seguenti del Tuir (reddito d’impre-sa). E, contestualmente, abroga, sempre dal 2015, il regime (introdotto col com-ma successivo, il 1094), che consente la tassazione forfetizzata del reddito anche per le società costituite da imprenditori agricoli, non necessariamente professio-nali (Iap), che esercitano «esclusivamen-te» attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commer-cializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci. Permane la tas-sazione fondiaria, quale regime «natu-rale», per gli imprenditori individuali, gli enti non commerciali e, soprattutto, le società semplici.

Redditi fondiari. Con riferimento a tali redditi, la legge di stabilità di-spone che, ai fi ni della determinazione delle imposte sui redditi, per il triennio 2013/2015, i redditi dominicali e agra-ri sono rivalutati del 15%, con la sola esclusione di quelli riferibili ai terreni posseduti da coltivatori diretti e impren-ditori agricoli professionali.

Dalla rivalutazione citata, infatti, re-stano esclusi i fondi rustici, anche non coltivati (set-aside), purché posseduti e condotti da coltivatori diretti o impren-ditori agricoli professionali (Iap), di cui

all’art. 1, dlgs n. 99/2004, iscritti alla propria previdenza agricola, per i quali la rivalutazione resta fi ssata nella mi-sura del 5%.

Ai fi ni della determinazione dell’ac-conto per il 2013, la disposizione in commento dispone che i contribuenti devono tenere conto della rivalutazione incrementata.

Gasolio agricolo. La norma, come si evince chiaramente anche dalle relazio-ni di accompagnamento, dispone che a decorrere dall’anno 2013, al fi ne di poter usufruire dell’applicazione dell’accisa ridotta per i carburanti utilizzati per l’esercizio delle attività agricole, le re-gioni dovranno utilizzare i dati inseri-ti all’interno del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) e nel fascicolo aziendale gestito dall’Agenzia per le ero-gazioni in agricoltura (Agea).

La norma dispone che la determina-zione dei quantitativi di gasolio age-volato da immettere nell’impiego deve rispettare quelli indicati nei fascicoli degli agricoltori, con la conseguenza che in futuro, stante la previsione di detti controlli stringenti, si realizzerà una contrazione del 5% del consumo di carburante agevolato. A decorrere dall’1º gennaio 2014, i consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all’impiego agevolato sono rilevabili dal decreto 26/02/2002 del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) pubblicato nella Gazzetta Uf-fi ciale n. 67 del 20/3/2002 e sono ridotti del 5%, mentre per il solo anno 2013 la riduzione sarà addirittura del 10%.

© Riproduzione riservata

Le società potranno scegliere per un altro triennio se determinare il reddito su base catastale

Agricoltura, opzione tassazione al 2015

I 10.300 NUOVI ESODATI

Categorie di lavoratori/Condizioni

Cessati dal lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità ordinaria o in deroga, con riferimento ad accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011

Quota prevista = 1.800

• Maturazione dei requisiti per la pensione entro il periodo di godimento della mobilità, comunque non oltre il 31 dicembre 2014 (senza i nestra)

Autorizzati ai contributi volontari entro il 4 dicembre 2011, anche se hanno svolto attività lavorativa dopo l’autorizzazione alla volontaria (purché non di lavoro dipendente a tempo indeterminato), a patto che il reddito annuo lordo percepito non sia superiore a 7.500 euro. Quota prevista = 5.300

• Presenza di contributo volontario accreditato o accreditabile al 6/12/2011;

• Maturazione requisiti per la decorrenza della pensione (quindi inclusa la i nestra) entro il 31 dicembre 2014

Che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30/6/2012 con accordi privati o con accordi collettivi di incentivo all’esodo siglati entro il 31/12/2011, anche se hanno svolto attività lavorativa dopo l’autorizzazione alla volontaria (purché non di lavoro dipendente a tempo indeterminato), a patto che il reddito annuo lordo percepito non sia superiore a 7.500 euro

Quota prevista = 2.440

• Maturazione requisiti per la decorrenza della pensione (quindi inclusa la i nestra) entro il 31 dicembre 2014

Autorizzati ai contributi volontari entro il 4 dicembre 2011 e collocati in mobilità ordinaria alla stessa data

Quota prevista = 760

• Maturazione requisiti per la decorrenza della pensione (inclusa la i nestra) entro il 31 dicembre 2014

Totale = 10.300

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 32: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

37Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DD I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Non è dovuta l’Irpef sugli immobili oltreconi ne non locati

Beni esteri, prelievi dal 2013Le imposte versate nel 2012 da considerarsi acconti

DI DUILIO LIBURDI

Imposte sui beni e sulle attività fi nanziarie este-re dovute solo dal periodo d’imposta 2012 : i paga-

menti di quest’anno sono dunque da considerarsi come versamenti di acconto e, nel 2013, di fatto si pagherà poco o nulla. Niente Irpef sugli im-mobili esteri non locati, per i conti correnti ed i libretti di risparmio ovunque detenuti, imposta fi ssa di 32,40. Sono queste alcune delle novità contenute nella legge di sta-bilità approvata ieri relativa-mente alle imposte sui beni all’estero introdotte dall’ar-ticolo 19 del decreto legge n. 201 del 2011. Imposta sugli immobili all’estero e sulle at-tività fi nanziarie. Le novità normative, in sintesi, preve-dono: lo slittamento dell’en-trata in vigore dei nuovi tri-buti sui beni e sulle attività fi nanziarie dal 2011 al 2012. Ciò comporta che i versa-menti effettuati nell’estate del 2012 sono da considerare di fatto come pagamenti in

acconto e che, nella sostanza, in sede di liquidazione delle imposte relative al 2012 a meno di interventi sulla de-terminazione della base im-ponibile, saranno ben pochi i versamenti ancora dovuti. In tal senso, un apposito comma specifi ca il concetto. Tale ele-mento, peraltro, è comunque anche in relazione all’imposta sulle attività fi nanziarie; per tutti gli immobili detenuti all’estero e che siano utilizzati come prima abitazione spetta l’aliquota ridotta dello 0,4%. In sé la modifi ca normativa è semplice ma in concreto si tratterà di comprendere come far funzionare questo concet-to con il concetto di residenza in Italia nel momento in cui si parla di abitazione principale all’estero indipendentemente da una attività lavorativa a differenza della formulazio-ne normativa prima della modifi ca odierna; per questi immobili e per gli immobili non locati, assoggettati però ad Imu estera, non si devono corrispondere le imposte sui redditi. È questa una modifi -

ca che riguarda quelle ipotesi in cui, nello stato estero, vi è una tassazione su base cata-stale come, per esempio, gli immobili in Svizzera anche nel caso in cui non vi sia red-dito prodotto dalla locazione. Pertanto, il possesso di un immobile all’estero sconterà unicamente, nel caso in cui lo stesso non produca un reddi-to derivante dalla locazione, l’imposta introdotta nel 2011 e oggi modifi cata.

- per tutti i conti correnti e i libretti di risparmio, indi-pendentemente dal fatto che siano detenuti in paesi della Ue o See o meno, si applica l’imposta fi ssa di 34,20 euro. È questa una modifi ca che po-trebbe comportare l’ipotesi di contribuente che ha versato in eccesso rispetto a quanto risulterà dovuto al momento del versamento del saldo. Gli effetti delle modifi che norma-tive. Le modifi che introdotte dalla legge di stabilità sono indubbiamente rilevanti e si inseriscono in un fi lone nor-mativo che, in relazione ai beni esteri, attende anche un

ulteriore sviluppo in relazione alle norme sul monitoraggio fi scale. Intanto, va segnalato come la diffusione delle bozze del modello Unico persone fi -siche, contenga un intervento proprio sul quadro destinato ad accogliere le imposte sui beni all’estero. Tornando più da vicino alle modifi che con-tenute nella legge di stabilità, va osservato come, nella so-stanza, lo slittamento al 2012 della effi cacia concreta delle disposizioni derivi, probabil-mente, dalla possibile eccezio-ne di incompatibilità delle di-sposizioni nazionali rispetto alle norme europee. L’effetto pratico, come già osservato, sarà probabilmente quello di aver generato dei pagamenti in acconto che si riveleranno di fatto suffi cienti a coprire quanto interamente dovuto per il periodo di imposta 2012, primo periodo di imposta di applicazione della norma in base alle nuove disposizioni. Di particolare rilievo appare la modifi ca normativa legata agli immobili esteri non locati in quanto, di fatto, viene eli-

minata una possibile doppia imposizione su tali beni eli-minando la tassazione Irpef e mantenendo invece quella patrimoniale. Un approfondi-mento dovrà essere effettuato in relazione agli immobili che si considerano prima abita-zione all’estero soprattutto in considerazione del fatto che questa situazione pare di dif-fi cile concretizzazione nel mo-mento in cui si considera una persona fi sica come residente in Italia, il che, evidentemen-te, privilegerebbe una lettura legata alla esistenza anche di una abitazione sul territorio nazionale che viene utilizza-ta come prima abitazione. In ogni caso, comunque, il fatto centrale è l’avvio concreto dei nuovi tributi sui beni esteri a partire dal periodo di imposta 2012.

DI VALERIO STROPPA

Fisco più leggero sulle famiglie, in particolare quelle numero-se. Per ogni fi glio a carico il contribuente avrà diritto, dal

1° gennaio 2013, a una detrazione Irpef fi no a un massimo di 950 euro, a fronte degli 800 euro ad oggi vigenti. Se il bambino ha un’età inferiore ai tre anni, inoltre, lo sconto tributario passa dagli attuali 900 a 1.220 euro. Cresce anche la detrazione aggiuntiva a favo-re dei fi gli disabili (da 220 a 400 euro). È quanto prevede la legge di stabilità approvata ieri in via defi nitiva dalla camera.

La modifi ca interessa l’articolo 12, comma 1, lettera c) del dpr n. 917/1986 (Tuir). Un aiuto ai nuclei familiari che, di fatto, è andato a compensare la man-cata riduzione di un punto percentuale dell’aliquota dei primi due scaglioni dell’Irpef inizialmente ipotizzata dal governo (si veda ItaliaOggi del 14 no-vembre 2012).

Al di là degli importi massimi ricono-sciuti, tuttavia, non cambiano le regole di calcolo per determinare il bonus fi sca-le. Tra le norme rimaste immodifi cate c’è quella che premia con ulteriori 200 euro di sgravio per ogni fi glio i contri-buenti che hanno almeno quattro fi gli. Invariato rispetto alla legislazione vi-gente anche il progressivo decremento del benefi cio all’aumentare del reddito: l’articolo 12 del Tuir prevede infatti che la detrazione compete per la parte cor-rispondente al rapporto tra l’importo di 95 mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 95 mila euro. Va però precisato come, in presenza di più fi gli, il tetto dei 95 mila euro debba essere in-

crementato di 15 mila euro per ogni fi glio successivo al primo.

Sono considerati a carico i fi gli legittimi, naturali ri-conosciuti, adottivi, affi da-ti o affi liati, che nel corso del periodo d’imposta non abbiano conseguito un red-dito superiore alla soglia di 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili). Di regola la detrazione va ripartita al 50% tra i genitori, ma è possibile imputare l’intero sgravio a uno solo dei due, purché quest’ultimo sia quello con il reddito più alto nella coppia. Laddove i coniugi si siano separati legalmente o comunque gli effetti civili del matrimo-nio siano stati annullati, sciolti o interrotti, la de-trazione spetta al genitore affi datario (salvo diverso accordo).

Ma quanto peserà questo aiuto alle famiglie sulle casse pubbliche? La relazione tecnica messa a punto dall’esecutivo si basa sulle risultanze delle dichiarazioni dei redditi presen-tate nel 2010 (anno 2009). La perdita di gettito annuo, a regime, si attesta a quota 1.205,7 milioni di euro. Ai quali deve essere aggiunto il mancato introito relativo all’addizionale Irpef regionale (46 milioni) e comunale (12,6 milioni). La copertura fi nanziaria ipotizzata dai tecnici governativi prevede quindi un costo per l’erario di 939 milioni di euro per il 2013, di 1.403 milioni per il 2014 e di 1.264 milioni per il 2015.

Soggetti non residenti. Prorogate

anche per il 2013 le detrazioni per cari-chi di famiglia in favore dei soggetti non residenti. La legge di stabilità allunga di un anno gli effetti delle disposizioni recate dall’articolo 1, comma 1324 della legge n. 296/2006, giunte ormai al setti-mo anno di applicazione. La Finanziaria 2007 ha stabilito che gli sconti Irpef per i fi gli a carico regolati dall’articolo 12 del Tuir spettino anche ai soggetti non residenti, purché questi dimostrino con idonea documentazione che i familiari non possiedono redditi superiori a 2.840 euro. Inoltre, i soggetti a carico non de-vono godere, nel paese di residenza, di alcun benefi cio fi scale connesso ai cari-chi familiari. La legge precisa tuttavia che la detrazione spettante per il 2013

non rileverà ai fi ni del calcolo dell’acconto Irpef per il 2014. Dal punto di vista degli effetti fi nanziari, l’intervento incide in minima parte. La relazione tecnica precisa che i soggetti non residenti che benefi ciano delle detrazioni per familiari a carico sono circa 4 mila (un numero in calo, visto che ne-gli anni passati la media era di 6 mila). Ipotizzando una detrazione media pro capite di 1.500 euro a testa, la per-dita complessiva di gettito nel biennio 2013-2014 per lo stato italiano non supererà i 6 milioni di euro.

Pensioni di guerra. Ma un altro intervento ai fini Irpef operato dalla legge di stabilità riguarda le pensioni di guerra. Il testo approvato in prima lettura dalla came-ra, infatti, aveva revisionato

l’esenzione totale dall’imposta per le pensioni di guerra disciplinata dall’ar-ticolo 34 del dpr n. 601/1973. Il peri-metro del benefi cio era stato ristretto: i trattamenti erogati a titolo di rever-sibilità in favore di soggetti con reddito complessivo superiore ai 15 mila euro sarebbero stati soggetti a tassazione. Con un recupero di gettito di 93 milioni di euro all’anno. L’intervento ha però suscitato un acceso dibattito e una ri-chiesta bipartisan del parlamento di reintrodurre l’intangibilità delle pen-sioni di guerra. Così è stato. Nel corso dell’esame in senato, il comma è stato soppresso e l’esenzione da Irpef è tor-nata per tutti.

© Riproduzione riservata

Si passa dagli 800 euro ai 950 euro. Per i bimbi fino a tre anni detrazioni fino a 1220 euro

Aumentano gli sconti per i figli a carico

cordo) anche per il 2013 le detrazioni per cari-

tendangddddnst6

uIrstdinra

l’esenzione

onell

Dalnan m

nodeDfi nin

FAMILIARI A CARICO: COME CAMBIANO LE DETRAZIONI IRPEF

Fino al 31 dicembre

2012

Dal 1° gennaio 2013

Detrazione per ciascun i glio (inclusi quelli naturali, r iconosciuti , adottiv i o afi dati)

800 euro950 euro

Detrazione per ciascun i glio inferiore a tre anni di età

900 euro1.220 euro

Detrazione aggiuntiva per ciascun figlio portatore di handicap

220 euro400 euro

Detrazione aggiuntiva per contribuenti con più di tre i gli a carico

200 euro per ciascun i glio a partire dal

primo

Identica

Il testo della legge di stabilitàsul sito www.italia-oggi.it/documenti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 33: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

38 Sabato 22 Dicembre 2012 I M P O S T E E TA S S ELa circolare 48/2012 raggruppa le novità. Inclusi nel pagamento i depositi bancari

Conti base esenti dal balzelloNon sono dovuti i 34,20 euro per i prodotti semplici

DI FABRIZIO VEDANA

Niente bollo sui conti base. Lo chiarisce l’Agenzia delle en-trate con la circolare

48/e pubblicata ieri. La circola-re si compone di ben 46 pagine ed è accompagnata da ben 17 esempi di calcolo dell’imposta di bollo. L’obiettivo dichiarato dalla stessa amministrazione fi nanziaria è quello di elimi-nare i dubbi interpretativi nell’applicazione dell’imposta che è stata oggetto di un ampio restyling nel corso degli ultimi mesi: prima con l’articolo 19 del dl 201/2011 (cosiddetto decreto salva Italia) e poi con il decre-to del ministero dell’economia del 24 maggio scorso. Il dl 201, come si ricorderà, ha modifi -cato l’articolo 13 commi 2bis e 2ter della tariffa parte prima allegata al dpr 26 ottobre 1972 n.642 dettando una nuova di-sciplina in materia di imposta di bollo applicabile agli estratti conto e ai rendiconti dei libret-to di risparmio nonché a quella applicabile alle comunicazioni inviate alla clientela relativa-

mente ai prodotti finanziari ivi incluse le polizze assicu-rative. La circolare di ieri de-fi nisce inoltre i soggetti tenuti all’applicazione dell’imposta e chiarisce le modalità di calcolo della stessa. L’Agenzia delle en-trate ribadisce in primo luogo che l’impostazione di bollo si applica ora anche ai depositi bancari e postali. Viene, inve-ce, confermato che agli estratti dei conti correnti e ai libretto di risparmio l’imposta va ap-plicata in misura pari a 34,20 euro ovvero 100 euro qualora il rapporto sia intestato a una persona giuridica. Nessuna im-posta di bollo (neppure quella minima) andrà invece applica-ta ai conti aperti su richiesta dell’autorità giudiziaria ivi in-clusi quelli aperti a nome del fondo unico giustizia. Esenti dall’applicazione dell’imposta così come modificata dal dl 201/2011 anche i cosiddetti conti base ovvero i conti aperti nell’ambito e in applicazione di quanto previsto dall’artico-lo 12 comma 6 del dl 201/2011 ovvero gli speciali conti previsti per consentire il pagamento di

stipendi e pensioni direttamen-te sul conto bancario con previ-sione dell’azzeramento di spese e bollo in presenza di soggetti aventi, chiarisce l’Agenzia del-le entrate, un reddito inferiore a 7.500 euro. La circolare 48/e chiarisce inoltre che al fi ne del calcolo dell’imposta va conside-rato l’anno civile e la periodici-tà di invio dei relativi estratti, rendiconti o comunicazioni. L’imposta andrà applicata an-che in occasione della chiusura del conto se interviene prima della fi ne dell’anno. Per i clienti che hanno più rapporti andrà fatto il calcolo e applicato il bollo sui singoli conti. I molti esempi riportati nella circola-re contribuiranno certamente a evitare errori nell’impostare i necessari interventi nelle pro-cedure informatiche e nei sof-tware bancari. L’Agenzia offre inoltre importanti chiarimenti relativamente alla disciplina applicabile ai conti dormienti e ai libretti postali emessi prima del 2004. Confermata l’esenzio-ne dall’applicazione dell’impo-sta per i depositi e i libretti intestati a persone fi siche con

valore medio di giacenza non superiore a 5 mila euro. Desti-nata a incidere pesantemente anche nelle strategie commer-ciali delle banche la norma che prevede, ai fi ni dell’applicazio-ne dell’esenzione per gli impor-ti inferiori a 5 mila euro, il cu-mulo dei depositi che il cliente ha presso la stessa banca (ma per esempio su diverse fi liali o agenzie); analoga disposizione si applicherà anche ai clienti delle Poste e della cassa depo-siti e prestiti. L’Agenzia delle entrate si sofferma poi sulle modifi che apportate dal dl 201 alla disciplina dell’imposta di bollo sulle comunicazioni in-viate alla clientela relativa a prodotti fi nanziari. L’imposta viene fi ssata nell’1 per mille per l’anno 2012 e nell’1,5 per mille per gli anni successivi; per il solo anno 2012 è stato previsto un importo massimo si 1.200 euro (importo che potreb-be essere confermato anche se maggiorato nella legge di sta-bilità). I prodotti che rilevano ai fi ni di cui sopra sono quel-li di cui all’articolo 1 del dlgs 58/98 ovvero i valori mobiliari,

gli strumenti fi nanziari anche derivati, le quote di fondi comu-ni di investimento e le polizze aventi contenuto finanziario ovvero di capitalizzazione di cui all’articolo 2 comma 1 del dlgs 209/05. Altra importante ed attesa novità contenuta nella circolare dell’Agenzia delle en-trate è la prevista applicazione dell’imposta di bollo anche sul-le attività fi nanziarie detenute all’estero per il tramite di socie-tà fi duciaria italiana. L’applica-zione del bollo da parte della fi duciaria, infatti, evita di ap-plicare la nuova imposta sulle attività estere (Ivafe), consente al cliente di evitare la compila-zione del quadro rw e permette di applicare l’importanza mas-simo previsto in 1.200 euro per il 2012 e quello indicato nella legge di stabilità per gli anni successivi. La circolare infi ne chiarisce termini e modalità di applicazione del bollo sul-le polizze estere completando così il quadro normativo di ri-ferimento che è stato oggetto di importanti modifi che nel corso del 2012.

© Riproduzione riservata

DI GIUSEPPE DI VITTORIO

Sul bollo titoli e conti correnti, per il pagamento dell’imposta di bollo da 34,20 euro, il saldo negativo non fa media. E dun-

que se si posseggono due o più conti di cui uno in rosso, non viene preso in considerazione per il calcolo della soglia di esenzione e quindi l’imposta è dovuta lo stesso. È questo uno dei chiarimenti dell’Agenzia delle entrate relative all’imposta di bollo sui conti correnti e libretti di risparmio arriva-to ieri con la circolare n. 48. In caso di possesso di più conti in nero invece ai fini della rilevanza della giacenza si fa la somma.

Il titolare persona fi sica di un conto corrente o un libretto di risparmio in-trattenuto con banche o poste è tenuto al pagamento di un’imposta di bollo pari a 34,20 euro. L’onore tributario è riferito all’intero anno. L’imposta è dovuta quando la giacenza media sul conto è superiore a 5 mila euro. Detta cosi la norma appare fi n trop-po chiara. I casi pratici però possono sollevare dubbi persino in un’impo-sta lineare come questa. I problemi sorgono se il saldo è andato al di sot-to di tale soglia di esenzione per un periodo dell’anno per poi risalire nei giorni successivi. Ciò che vale per il fi sco è il saldo medio giornaliero. Un esempio chiarirà meglio il concetto. Il sig. Rossi ha un conto risultato sopra il valore soglia per solo sette giorni all’anno. In questo caso si moltiplica l’imposta annuale, 34,20 euro per 7 e si divide tutto per 365, il risultato è 0,65 euro.

Se il soggetto ha più conti presso

uno stesso intermediario si effettua la somma di tutte le giacenze. A que-sto scopo se uno dei con-ti è negativo e come se valesse zero, ha chiarito l’Agenzia delle entrate.

Il caso più semplice è invece quello di un conto superiore a 5 mila euro per 12 mesi, in questo caso l’importo dovuto è 34,20 euro.

Quando la rendiconta-zione dell’intermediario è mensile o trimestrale l’importo va diviso pro-porzionalmente. L’impo-sta andrà suddivisa per 12 (34,20/12=2,85) o per 4 (34,20/4=8,55). Se in un trimestre o in un mese si paga zero perché si è an-dati al di sotto dei 5 mila euro non si paga nulla. Il saldo medio giornalie-ro andrà calcolato anche in caso di rendicontazione infrannuale. Se un contribuente ha un conto risultato sotto i 5 mila euro dal 1° gennaio e al 20 novembre e poi invece da quella data il suo saldo sale a 25 mila euro il tributo andrà corrisposto come segue. Nei primi tre trimestri verserà zero, il quarto trimestre verserà 3,93 euro (34,20 euro*42 giorni/365). Quaran-tadue sono i giorni dal 20 novembre al 31 dicembre. L’ipotesi è che l’inter-mediario abbia optato per una rendi-contazione trimestrale.

Se il conto è detenuto da un soggetto diverso dalle persone fi siche l’imposta sale a 100 euro. I calcoli dell’imposta di cui sopra evidentemente cambiano

tenendo conto dell’importo maggiora-to.

I soggetti titolari di un conto base sono completamente esentati dall’im-posta, il correntista per rientrare in questa categoria deve avere un Isee inferiore ai 7.500 euro.

Esenti o quasi. I soggetti titolari di un conto base sono completamen-te esentati dall’imposta, il correntista per rientrare in questa categoria deve avere un Isee inferiore ai 7.500 euro. Fuori dal campo dell’imposta sono anche le Onlus, i conti di banche, sim e assicurazioni e i depositi giudiziali. Per la verità in questi casi l’imposta sarà pari nella sua versione minimal a 1,81 euro.

Comunicazioni relative a pro-dotti fi nanziari. L’imposta di bollo

sui conti correnti e i libretti di risparmio non va confusa con quella sui prodotti fi nan-ziari. Nel secondo caso ciò che conta per il fi sco è il por-tafoglio di prodotti fi nanzia-ri posseduti. Il contribuente può essere tenuto quindi a pagare l’imposta di conto corrente e quella sul porta-foglio. L’imposta sulle comu-nicazioni relative a prodotti fi nanziari come è noto è pari allo 0,15% del valore di por-tafoglio. La base imponibile viene calcolata sul valore di mercato, in mancanza in via residuale su quello nomi-nale o di rimborso, l’ultima possibilità è il valore stori-co. Per cui un investitore che possiede titoli e fondi per un valore di 50 mila euro dovrà

corrispondere all’erario 75 euro. L’im-posta è calcolata su base annuale, per cui se l’intermediario rendicontasse su base trimestrale l’importo andrà diviso per 4 (75/4=18,75 a trimestre), allo stesso modo se il periodo di ren-dicontazione è mensile l’onere andrà diviso per 12 (75/12=6,25 al mese). La valorizzazione dell’imposta viene fatta alla fi ne del periodo di rendicon-tazione, quando si sta per inviare la comunicazione.

Il legislatore ha previsto anche un tetto minimo, per cui nel caso di portafogli titoli e prodotti inferiori a 22.800 euro l’imposta è sempre pari a 34,20 euro. Sono esenti sono i buoni fruttiferi postali fi no a 5 mila euro, i fondi pensione e quelli sanitari.

© Riproduzione riservata

Imposta dovuta lo stesso nel caso in cui le risultanze delle poste in rosso concorrano con altri conti

Bollo c/c, il saldo negativo non fa mediasu

ioih

taripupcofonifi naltavimrenpocopova

sudicozich

BOLLO SUGLI ESTRATTI DI CONTO CORRENTE E LIBRETTI DI RISPARMIO

Intestati a persone i siche con giacenza sul conto superiore a 5.000 euro

€ 34,20

Intestati a persone i siche con giacenza sul conto inferiore a 5.000 euro

€ 0,00

Intestati a soggetti diversi dalle persone con giacenza superiore a i siche

€ 100,00

Intestati a soggetti istituzionali (banche, sim, assicurazioni ecc.)

€ 1,81

Riferibili a depositi giudiziari € 1,81

Intestati a Onlus € 0,00

Intestati a persone disagiate (Isee < 7.500 euro)

€ 0,00

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 34: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

39Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 2ENTI LOCALI E STATOTar Piemonte: non si possono confondere vizi contrattuali per vizi di legittimità. Decide il g.o.

Enti locali vincolati ai derivatiNiente revoca con autotutela se non c’è stata gara

DI FRANCESCO CERISANO

Se gli enti locali non hanno scelto con gara la Banca con cui sot-toscrivere i derivati,

non possono tentare (per svincolarsi dai contratti) l’escamotage dell’annulla-mento in autotutela, perché questo sarebbe adottato in carenza assoluta di potere. Affinché il «ripensamento» della pubblica amministra-zione sia legittimo sono in-fatti necessari due requisiti: che vi sia stata una procedura a evidenza pubblica a monte e che il potere di autotutela sia esercitato in relazione a vizi di legittimità del pro-cedimento. In mancanza di uno di tali elementi, l’atto di autotutela è «inesistente» in quanto adottato «in as-senza dei suoi presupposti e quindi in carenza assoluta di potere». E quindi, ricorrendo all’autotutela, la p.a. fa pas-sare per vizi di legittimità del procedimento quelli che inve-ce sono solo «vizi e patologie contrattuali» al solo fine di

sciogliersi unilateralmente dal contratto senza andare dall’unico giudice competente in materia che non può esse-re quello amministrativo ma solo il giudice civile.

A meno di un mese dalla sentenza con cui il Consiglio di stato (si veda ItaliaOggi del 28/11/2012) aveva dato ragione alle banche (Dexia Crediop e Depfa) nel lungo braccio di ferro legale con la provincia di Pisa, gli istituti di credito mettono a segno un’altra vittoria. Forse anco-ra più rilevante perché questa volta i giudici amministrativi non sono entrati nel merito, ma si sono dichiarati incom-petenti a decidere, indicando nel giudice civile il giudice naturale delle controversie in materia di derivati. Lo ha de-ciso con due distinte sentenze depositate ieri in cancelleria (n. 1389 e 1390/2012) il Tar Piemonte che si è pronuncia-to sui ricorsi di Banca infra-strutture innovazione e svi-luppo (Biis) e Dexia Crediop contro la regione Piemonte. L’amministrazione guida-

ta da Roberto Cota aveva tentato di svincolarsi dai contratti stipulati tra il 2005 e il 2006 dall’ex governatore Mercedes Bresso. E l’aveva fatto scegliendo la «via breve» che gli enti locali da un po’ di anni a questa parte stanno prediligendo: ossia la revoca in autotutela.

Ma il Tar ha bacchettato la regione. Vediamo perché.

La motivazione. Nel 2006 il Piemonte che fi no ad allora aveva fi nanziato i propri inve-stimenti quasi esclusivamen-te mediante mutui, decideva di gestire il proprio indebita-mento ricorrendo al mercato internazionale dei capitali. E così affi dava a Merril Lynch e Dexia l’incarico di ottenere un rating (Aa3) propedeutico al collocamento sul mercato di una emissione obbliga-zionaria in due tranche per un valore complessivo di 1,8 miliardi. Per la scelta del contraente l’amministrazio-ne aveva svolto una gara tra una dozzina di istituti banca-ri e alla fi ne erano risultati vincitori Merril Lynch, Dexia

Crediop e Banca Opi, poi di-venuta Biis (difesi in giudizio dall’avvocato Domenico Gau-diello).

Trattandosi di obbligazio-ni cosiddette «bullet», ossia con rimborso del capitale in un’unica soluzione alla sca-denza, la regione fu costretta dalla normativa allora vigen-te a stipulare contratti deri-vati che consentissero di ac-cantonare periodicamente le somme necessarie a rimbor-sare il prestito alla scadenza. Ma per la sottoscrizione degli strumenti fi nanziari non era stata indetta alcuna gara. E proprio questo fa venire meno la possibilità di ricor-rere all’autotutela per fare marcia indietro su derivati giudicati successivamente molto onerosi. «Una volta de-ciso di ricorrere allo swap, la scelta degli specifi ci contratti di swap e la defi nizione delle relative condizioni sono state il frutto di successive negozia-zioni di carattere prettamen-te privatistico che sono state condotte dalle parti al di fuori di qualsivoglia procedimento

ad evidenza pubblica», si leg-ge nella sentenza.

Per questo, prosegue il Tar Piemonte, i «presunti» vizi di legittimità in ragione dei quali la regione ha esercita-to il potere di annullamento d’uffi cio dei contratti, «non integrano vizi del procedi-mento amministrativo e dei provvedimenti di aggiudica-zione a monte dei contratti, per l’evidente ragione che né l’uno né gli altri sono mai esistiti nella vicenda, ma vizi e patologie contrattua-li che sono stati confi gurati dall’amministrazione quali vizi di legittimità al solo fi ne di poter conseguire immedia-tamente il risultato di scio-gliersi unilateralmente dal vincolo contrattuale», senza dover ottenere un intervento del giudice civile.

© Riproduzione riservata

Pubblicato sul sito del ministero dell’eco-nomia e della fi nanze il modello di di-chiarazione Imu editabile. Per visualiz-zare e stampare i modelli in formato pdf occorre installare il programma Adobe Reader o uno dei prodotti gratuiti di-sponibili sul sito: www.pdfraders.org/. Il programma Adobe Reader versione 8.2 o successiva è consigliato anche per la corretta compilazione e archiviazione. Queste indicazioni sono contenute in una nota ministeriale allegata al nuovo modello telematico.

Il termine per la presentazione del-la dichiarazione Imu è stato di recente prorogato al 4 febbraio 2013 dall’arti-colo 9 del dl «salva enti» (174/2012) in sede di conversione in legge (213/2012). La norma del dl stabilisce infatti che l’adempimento deve essere posto in es-sere entro 90 giorni dalla data di pub-blicazione nella Gazzetta Uffi ciale del decreto di approvazione del modello ministeriale, con relative istruzioni. Il nuovo termine deve essere osservato dai contribuenti che hanno acquisito la titolarità di immobili o di altri diritti reali di godimento (usufrutto, uso, abi-tazione, superfi cie e così via) a partire da quest’anno. Fermo restando che deve essere sempre assicurato il termine di 90 giorni fi ssato dalla legge, decorrente dal momento in cui è sorto il presup-posto.

Va ricordato che non sono tenuti a presentare la dichiarazione i possessori di immobili adibiti a abitazione princi-pale, con relative pertinenze, e coloro che hanno già assolto all’obbligo per l’Ici, a meno che non siano intervenute variazioni.

Anche per i titolari di immobili adi-biti a prima casa, però, nelle istruzio-ni ministeriali è prevista un’eccezione all’esonero generalizzato dall’obbligo, nel caso in cui i componenti del nucleo

familiare possiedano più di un immobi-le nello stesso comune. Com’è noto, la legge esclude il doppio benefi cio per i coniugi non legalmente separati. L’age-volazione è limitata a un solo immobile nel quale risiede e dimora uno dei co-niugi, il quale è tenuto a presentare la dichiarazione. In questo caso il ministe-ro ha ritenuto che per evitare comporta-menti elusivi in ordine all’applicazione dei benefi ci fi scali, riemerge l’esigenza di porre l’obbligo dichiarativo a carico di uno dei due coniugi. La dichiarazione deve poi essere presentata da coloro che vantino il diritto a fruire di riduzioni d’imposta. Quindi, sono tenuti all’adem-pimento i titolari di fabbricati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, coloro che possiedono immobili di inte-resse storico o artistico. Inoltre, vanno denunciati tutti i casi in cui l’ammini-strazione comunale non possieda le no-tizie utili per verifi care la correttezza dell’operato dei contribuenti. Nello spe-cifi co, tra i casi più signifi cativi, l’adem-pimento è richiesto quando: l’immobile ha formato oggetto di un atto di conces-sione amministrativa su aree demaniali; l’immobile viene concesso in locazione fi nanziaria o un terreno agricolo diven-ta area edifi cabile.

Sergio Trovato

Dichiarazione Imu, arriva il modello online EVASIONE

Provinciachiedei danniUna provincia come parte civile in un processo per evasione fi scale. L’ente è la provincia di Rimini e a dar-ne notizia è Stefano Vitali, il presidente. «Per la prima volta un giudice riconosce il nesso tra evasione fi scale e danno alla comunità. È una svolta culturale. Da domani tutti gli altri enti pubblici potranno fare altrettanto in questi casi». La procura di Forlì ha certifi cato per il suo ente la costituzione di parte civile nell’ambito del procedimento «Varano», parte dell’operazione anti evasione fi scale e riciclag-gio malavitoso che nel 2008 ha coinvolto l’area di Rimi-ni, Bologna e San Marino e portato in carcere i vertici della Cassa di risparmio di San Marino (venne messa sotto inchiesta la bologne-se Delta Banca, poi liquida-ta). L’ istanza, fi rmata dal procuratore capo Sergio Sottani e dal sostituto Fa-bio Di Vizio è stata deposi-tata al gip in cancelleria il 12 dicembre. Vitali spiega che nessuna richiesta pre-cisa di danni è stata anco-ra ipotizzata e che bisogna aspettare l’evolversi del procedimento.

© Riproduzione riservata

GAZZETTA

Auto e motole tabelle chilometriche

DI CARLA DE LELLIS

Fissate le coordinate per quantificare i fringe be-nefi t per auto e moto date in uso ai dipendenti nel prossimo anno. Le misure del costo chilometrico su 15 mila km, valide per il 2013, sono contenute nelle consuete tabelle calcolate dall’Aci pubblicate sul S.O. n. 21 alla G.U. 297 di ieri. Le tabelle sono costituite di cinque colonne: le prime tre servono a individuare il veicolo del quale si vuole determinare il benefi t; le ultime due contengono i riferimenti per il calcolo, ossia il costo chilometri-co a 15.000 km e il valore del fringe benefi t annuale (per tutti i 365 giorni). Se il veicolo ricercato non è presente nelle tabelle Aci (per esempio, è un nuovo modello), va preso a rife-rimento il veicolo che per caratteristiche risulta più simile. Una Bmw modello 520d (184cv); nella quarta colonna della tabella Aci è indicato il costo km di euro 0,6936, mentre nella quinta colonna è indicato il valore del benefi t annuale che è pari a euro 3.120,99.

Le due sentenze del Tar Piemonte su www.italiaoggi.it/documenti

COMMERCIALISTI ROMARINNOVANO I VERTICI

Mario Civetta è il nuovo presidente dei commercialisti di Roma, Luigi Lucchetti il suo vice. Il neopresidente dell’ordine del dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma, eletto ieri, ha avuto il 68% dei voti validi. Il vice presidente ha ottenuto il 76% delle preferenze. Il mandato inizierà il 1° gennaio 2013 e durerà fi no al 31 dicembre 2016.

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 35: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

40 Sabato 22 Dicembre 2012 DIRITTO E IMPRESAAsl in ritardo nel predisporre gli avvisi obbligatori sul gioco d’azzardo

Slot spente o maxi-multaChi elude l’obbligo di info rischia 50 mila euro

DI MARILISA BOMBI

Dal 1° gennaio del pros-simo anno, disattiva-zione degli apparecchi con vincita in denaro

nei bar e nelle sale giochi, al fi ne di evitare di incorrere nelle pesanti sanzioni previste a se-guito dell’approvazione del de-creto Balduzzi. Ciò in quanto, non è stata prevista nessuna proroga all’obbligo di esposi-zione dei cartelli informativi sulle ludopatie, per bar, sale giochi e comunque tutti i luoghi autorizzati all’offerta del gioco pubblico, così come proposto dalla Commissione bilancio del Senato. Il Governo, infatti, con il maxi-emendamento presen-tato in vista dell’approvazione della legge di stabilità per il 2013, approvata definitiva-mente ieri dal Parlamento, non ha tenuto in alcuna considera-zione la proposta di proroga al 30 giugno prossimo, votata dalla Commissione in sede di esame del disegno di legge. Le indicazioni di disattivare gli apparecchi sono state fornite dalla Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, in una circola-re diretta alle proprie sedi pe-riferiche, diramata ieri, prima della chiusura degli uffi ci delle

associazioni per la pausa festi-va. L’iniziativa di sospendere l’offerta di gioco e la proposta di proroga, quindi, della Com-missione bilancio del Senato rimasta inascoltata, è conse-guente al fatto che sono poche, in Italia, le Asl che hanno fi no ad ora provveduto a predispor-re il materiale informativo da esporre al pubblico ed imposto dall’art. 7, comma 5 del cosid-detto decreto Balduzzi (dl 158 convertito con legge 189 del 2012). Tale norma impone di collocare, all’ingresso ed all’in-terno dei locali in cui esiste,

genericamente, un’offerta di gioco pubblico e non solo quindi le news slot e le Vlt, ma anche i Gratta e vinci, Totocalcio, Lotto e Superenalotto, nonché le sale scommesse, il materiale infor-mativo predisposto dalle Asl diretto ad evidenziare i rischi collegati al gioco e a segnalare la presenza dei servizi di assi-stenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura ed al reinserimento sociale delle persone con patologie collegate alla Gap (Gioco d’azzardo pato-logico). Pesantissima, 50 mila euro, è la sanzione per l’inos-

servanza dell’obbligo relativo agli apparecchi (news slot e Vlt) che, peraltro, in questo caso si applica al solo soggetto titolare della sala o del punto di raccolta dei giochi, ovvero al pubblico esercizio. La Fipe invi-ta, quindi, le sedi periferiche a verifi care se le Asl di competen-za hanno predisposto le schede, così come ad esempio ha fatto l’Asl di Milano. Nel caso in cui, invece, l’informativa non sia stata ancora predisposta, il consiglio della Federazione degli esercenti è quello di sol-lecitare le aziende per i servizi sanitari ad adempiere con sol-lecitudine alla predisposizione del materiale informativo pre-scritto dal decreto Balduzzi, visto anche il rilevante danno economico conseguente alla opportunità di disattivazione degli apparecchi al fi ne di evi-tare di incorrere nelle sanzioni previste e alla cui irrogazione è competente l’Amministrazione dei monopoli.

© Riproduzione riservata

FOTO 1

Intesa raggiunta in Conferenza stato-regioni, sul de-creto per la disciplina del commercio dei prodotti orto-frutticoli di quarta gamma. Il provvedimento, consisten-te in uno schema di decreto predisposto dal dicastero delle politiche agricole di concerto con i ministri della salute e dello sviluppo economico, serve a dare pratica attuazione alla legge 13 maggio 2011 n. 77, recante disposizioni concernenti la preparazione, il confezio-namento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. In particolare, il decreto defi nisce i parametri chimico-fi sici e igienico-sanitari del ciclo produttivo, del confezionamento, della conservazione e della distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, nonché i requisiti qualitativi minimi e le in-formazioni che devono essere riportate sulle confezioni a tutela del consumatore. Oltre a prevedere l’utilizzo obbligatorio di imballaggi ecocompatibili. A dare no-tizia dell’intesa, ieri, è stato il ministro delle politiche agricole, Mario Catania, che ha spiegato come il nuovo provvedimento assicuri «da una parte la garanzia del-la sicurezza alimentare ai consumatori, dall’altra la certezza giuridica agli operatori di questo importante segmento dell’agroalimentare italiano, per il quale la nostra industria è leader in Europa».

Nuove regole sul commercio di ortofrutta pronta in busta

Nessuna sanzione, ancora, per chi utilizza le shopper non a norma. Da data in data, non c’è tregua per le sportine di plastica dichiarate fuorilegge dal 1° gennaio 2011, anche se a seguito di un rinvio del termine fi ssato originariamente al 2010 dalla legge fi nanziaria 296/2006. Sta di fatto che soltanto un anno fa, con il decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale, (conv. legge 28/2012) e precisamente con l’articolo 2, comma 4, era stato previsto che a decorrere dal 31 dicembre 2013, la commercializzazione dei sacchi non conformi sarebbe stata punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.500 euro a 25 mila euro. Il termine del 2013 è stato poi anticipato al 2012 con il dl 179/2012. Ma con la legge di conversione di tale decreto legge, licenziata dall’Aula della Camera lo scorso 13 dicembre ed in corso di pubblicazione in G.U., tale termine è stato spostato a una data per ora indefi nita. Ciò in quanto è stato previsto che l’avvio del sistema sanzionatorio avverrà a decorrere dal 60° giorno dall’emanazione dei decreti di natura non re-golamentare di cui all’art. 2.2, del dl 2/2012, (conv. dalla legge 28/2012). Il decreto al quale la norma fa riferimento ed il cui contenuto deve essere notifi cato a Bruxelles prima della sua emanazione, tenuto conto che conterrà norme tec-niche e quindi deve essere rispettata la direttiva 1998/34/Ce, dovrebbe prevedere la possibilità di considerare com-mercializzabili anche shopper con ulteriori caratteristiche rispetto quelle già in uso. Sta di fatto che sulla questione delle shopper biodegradabili (processo naturale) ma non sempre anche compostabili (processo gestito dall’uomo) si è espressa anche la Commissione Ue, affermando che «la bio-degradabilità dei prodotti da imballaggio è una questione complessa in quanto esiste una grande varietà di materiali che hanno proprietà diverse e sono, talvolta, soggetti a di-versi metodi di smaltimento». In sostanza, gli Stati membri sono tenuti ad attuare la direttiva Imballaggi e a verifi care la conformità dei prodotti immessi sul mercato con i requi-siti essenziali defi niti nella direttiva; ma non ad imporre i sacchi compostabili.

Marilisa Bombi

Ancora nessuna sanzioneper chi usa shopper illegali

Tre mesi in più di tempo per presentare domanda di sospensione per un anno dei fi nanziamenti. La scadenza relativa alle nuove misure per il credito alle pmi, pre-vista per fine 2012, slitta al 31 marzo 2013. Sono misure che contemplano la possibilità di bloccare mu-tui e leasing, e allungare la durata di mutui, anticipa-zioni bancarie e scadenze del credito agrario di con-duzione. Nonché di concede-re fi nanziamenti connessi a aumenti di mezzi propri re-alizzati dalle pmi. Viene poi rinviato a dicembre 2013 il termine di validità dei pla-fond crediti p.a. e plafond Progetti Investimenti Italia. L’annuncio delle proroghe arriva attraverso un comu-nicato Abi relativo all’intesa stipulata a febbraio 2012 col ministero dell’economia, il ministero dello sviluppo economico e tutte le associa-zioni imprenditoriali.

La prima proroga, se-condo Abi, è «necessaria a fronte della permanenza di una situazione di diffi coltà che richiede il mantenimen-to di misure di sostegno in favore delle imprese; misure che andranno tuttavia ade-guate all’evoluzione della congiuntura economica e alle diverse condizioni operative delle banche». Intanto, entro marzo Abi e le associazioni d’impresa si sono impegnate «a defi nire nuove misure per sostenere fi nanziariamente le pmi, più iniziative congiunte volte a incrementare il livello di applicazione di principi di trasparenza nelle relazioni tra banche e imprese».

La seconda proroga. Il nuovo accordo per le pmi, fino a ottobre 2012, ha consentito la sospensio-ne delle rate dei fi nanzia-menti a 52.013 pmi per un debito residuo di 17,3 mld, liberando liquidità aggiun-tiva per le imprese per 2,5 mld. In quest’alveo le parti hanno sottoscritto, lo scorso maggio 2012, due Plafond; uno per favorire lo smobiliz-zo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della p.a. (Plafond Crediti p.a.); l’altro per il fi nanziamento di progetti imprenditoriali di investimento (Plafond Progetti Investimenti Ita-lia). Il quadro normativo per l’avvio delle due inizia-tive ha subito ritardi ed è stato completato in prossi-mità della scadenza del 31 dicembre 2012, rendendo di fatto le iniziative inap-plicabile per banche e im-prese. Per questo motivo, il termine di validità dei due Plafond è stato prorogato al 31 dicembre 2013.

MORATORIA

Mutui, tremesi in piùper l’istanza

L’avviso messoa punto dall’Asldi Milano su www.italiaoggi.it/documenti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 36: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

41Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 DicembrP R O F E S S I O N ICOMMERCIALISTI/Il passo indietro per facilitare le elezioni del 20/2

Il Cndcec senza Siciliotti Il presidente uscente non si ricandiderà più

Pagina a curaDI BENEDETTA PACELLI

Claudio Siciliotti si ri-tira dalla corsa per il rinnovo del Consiglio nazionale dei dottori

commercialisti e degli esperti contabili. Dopo mesi di cam-pagna elettorale dai toni vi-vaci, quindi, l’ex presidente di categoria ha messo la parola fine alla sua vicenda eletto-rale «facendo quel passo in-dietro», scrive in una lettera aperta, «che altri hanno più volte annunciato senza poi darne alcun seguito concre-to». Una decisione, ammette Siciliotti, in realtà già presa all’indomani del decreto con il quale lo scorso 12 dicembre il ministero della giustizia aveva commissariato il Consiglio na-zionale, ma uffi cializzata solo ieri con un’amarezza palpabile per la situazione «di incertez-za e di delegittimazione dalla quale dobbiamo uscire al più presto. La speranza», chiude, «è che questa mia scelta aiuti l’avvio di un percorso virtuoso che ci consenta al più presto di riprendere l’autorevolezza che senz’altro ci meritiamo». A questo punto la palla passa allo schieramento che aveva scelto come guida Longobardi. Qui le riserve verranno uffi -cialmente sciolte il 27 dicem-bre quando l’ex-presidente di Roma si incontrerà con la sua squadra per decidere il da farsi. Una cosa sembra certa: in molti si aspettano lo stesso passo indietro. E a chiederlo sono gli stessi rappresentanti della lista «Vivere la profes-sione» che, in un comunicato diffuso ieri, si attendono una «analoga ufficializzazione al fi ne di avviare, tramite pub-blico confronto, quel percorso di sintesi da tutti invocato». Se questo non dovesse avvenire, annunciano i rappresentanti della lista, “sarà individuata una nuova leadership, condi-visa con i territori e gli ordini che già li hanno sostenuti e quanti altri si avvicineranno al progetto. Tutti nella sere-na convinzione che i colleghi sapranno valutare non solo la differenza tra le condotte fi no ad oggi verifi catesi, ma anche la differenza di reale disponibi-lità a non perpetrare un muro contro muro che correrebbe allora tra chi i passi indietro li fa con senso di generosità e chi i passi indietro li annuncia per mera strategia nei confron-ti del Ministero e poi riespone la categoria al medesimo con-fronto”. Ma come si è arriva-ti fino qui? I fatti sono stati ripercorsi più volte in queste settimane. All’indomani delle elezioni dello scorso 15 ottobre si sono subito addensate nubi di contestazioni contrapposte: da una parte per la regolari-tà della formazione della lista “Insieme per la professione”

e, dall’altra, per la regolari-tà del corpo elettorale che ha votato, in particolare, sul conteggio dei voti degli Ordini (Bari e Enna) che avrebbero dovuto essere sciolti e le cui preferenze erano sub judice. Lo scrutinio aveva premiato la lista guidata da Siciliotti «Vivere la professione» con 364 voti contro i 358 della lista «Insieme per la professione2. Ma già all’indoma-ni del voto Siciliotti aveva contestato la carenza del requi-sito di anzianità di iscrizione all’Ordine di Aosta di un candi-dato della Lista Longo-bardi (Giorgio Sganga) trasferitosi in estate da Cosenza. Su que-s t a v i -cenda la Procura di Aosta a v e v a a c c e r -tato che

tale trasferimento fosse ille-gittimo e di conseguenza la lista fosse nulla. C’era poi la questione dei voti di Bari ed Enna sui quali, pendevano comunque dubbi di validità. Insomma considerando tutto il quadro la scelta (contenu-ta in un provedimento che i

diretti interessati hanno potuto visionare solo ieri) di annullare le votazioni di metà ot-tobre e ritornare al voto il 20 febbraio 2013 al ministro della giustizia Paola Severino la soluzione più responsabile.

DI DEBORA ALBERICI

La Cassazione sdogana, a certe condizioni, gli accordi prematrimoniali. Infatti, in caso di fallimento del matri-monio è valida la scrittura privata redatta dai nubendi il giorno prima delle nozze, secondo cui la ex deve cedere al marito l’immobile di sua proprietà, quale indennizzo delle spese sostenute da que-sto per la ristrutturazione di altro immobile adibito a casa coniugale. Lo ha sanci-to la Corte di cassazione che, con la sentenza 23713 del 21 dicembre 2012, ha respinto il ricorso della ex moglie con-tro la decisione della Corte d’appello di Ancona che ha dichiarato valido ed effi ca-ce, nei confronti del marito, l’impegno negoziale della donna. La prima sezione civile, in linea con la Corte marchigiana, ha ritenuto legittimo il trasferimento della casa, in base a tale ac-cordo redatto e fi rmato dai due prima della cerimonia, ritenendo la scrittura un accordo o meglio un vero e proprio contratto carat-terizzato da prestazioni e controprestazioni tra loro proporzionali. Infatti, «ai sensi dell’art. 1197 Cc il debitore non può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella dovuta, salvo che il creditore vi consenta; l’obbligazione si estingue quando la diversa prestazione è eseguita».

In questo caso, il trasfe-rimento dell’immobile co-stituisce un adempimento, con l’accordo del creditore, rispetto all’obbligo di resti-tuzione delle somme spese per la sistemazione di al-tro immobile, adibito a casa coniugale: secondo la Su-prema corte la condizione, nella specie sospensiva (il «fallimento» del matrimo-nio) non può essere mera-mente potestativa ai sensi dell’art. 1355 Cc e cioè di-pendere dalla mera volontà di uno dei contraenti. «La condizione», spiega ancora Piazza Cavour, «neppure può porsi in contrasto con norme imperative, l’ordine pubblico, il buon costume. E tuttavia, nel caso, essa appare pienamente confor-me a tale disposizione, ove si consideri che in costanza di matrimonio (e prima del-la crisi familiare) opera tra i coniugi il dovere reciproco di contribuzione: il linguag-gio comune spiega il signi-fi cato a esso attribuito dal legislatore, è la parte che ciascuno conferisce, con cui si concorre, si coopera a una spesa, al raggiungi-mento di un fi ne».

CASSAZIONE

Matrimonio, sdoganatigli accordi

Continuano le polemi-che contro la legge sulle professioni non regola-mentate. Questa volta a denunciare «l’incoeren-za e la doppiezza della legislazione» è l’Unione nazionale giovani dot-tori commercialisti ed esperti contabili che punta il dito contro un provvedimento che non ha escluso quelle attività per le quali esiste già un professione. In sostanza dice l’Ungdcec esiste un «doppio binario per pro-fessioni regolamentate, per le quali il dictat è liberalizzare, alleggeri-re, deregolamentare, e professioni non regola-mentate per cui invece si fa un nuovo impianto normativo, parallelo a quello delle professio-ni con ratio pressoché identica: formazione, co-dice deontologico, san-zioni disciplinari, tutela degli utenti». Per l’Unio-ne giovani si sarebbero dovute escludere le at-tività di professioni già organizzate in ordine e collegi quando invece ne fanno parte la consulen-za fi scale e aziendale. Il disappunto dell’Unione viene proprio dal «non aver escluso dalla nuo-va legge quelle attività per le quali esiste già un corpo professionale e per le quali le ragioni della tutela dell’utenza e del rispetto delle re-gole della concorrenza non reggono affatto». «Il sospetto che la spin-ta all’emanazione della legge venga da associa-zioni che afferiscono ad attività radicate nel tessuto economico e non nuove è fondato», dicono i giovani dotto-ri, «perché se da un lato c’è l’esigenza di offrire riferimenti e confi ni ad attività nuove, dall’al-tro emerge la volontà di riconoscere piena legittimità a soggetti che, per averle, avreb-bero solamente dovuto accettare le regole già previste e seguire l’iter formativo disciplinato nel sistema ordinistico. Le parole hanno biso-gno di rigore per non ingenerare confusione: dopo questa legge», si chiede infine l’Unione giovani, «chi sarà il pro-fessionista?»

Senz’albo, giovani contro

AVVOCATURA

Oua, Marino è il nuovo presidente

DI MARIO VALDO

Nicola Marino è il nuovo pre-sidente dell’Organismo unita-rio dell’avvocatura. L’ex vice di Maurizio de Tilla nella vecchia giunta, infatti, è stato eletto ieri a maggioranza assoluta dall’as-semblea dei delegati alla guida dell’Oua. Questo, nel dettaglio, l’esito della votazione: presiden-te Nicola Marino del Foro di Foggia, vice presidenti, Filippo Marciante del Foro di Sciacca e Maria Grazia Bosco del Foro di Milano. Quindi: segretario, Pa-olo Maldari del Foro di Roma e tesoriere, Marzio Pecci del Foro di Rimini. Marino, nel suo in-tervento, ha sottolineato che «i giovani, qualora malaugura-tamente decidessero di intra-prendere la nostra professione, si troveranno di fronte ad una realtà ben diversa da quella che si prospettava ai nostri occhi quando abbiamo mosso i primi passi da tirocinanti prima e av-vocati poi». «Il nostro impegno, nel prossimo biennio», ha con-cluso, «è quello di lavorare su questi temi: l’avvocatura come soggetto costituzionale; il rior-dino della geografi a giudiziaria, gli sviluppi sulla mediaconci-liazione, l’accesso alla facoltà di Giurisprudenza ed all’esa-me di abilitazione alla profes-sione di avvocato».

DENUNCIA

Università a rischiocollasso

Atenei a rischio collasso. A denunciarlo, in una nota congiunta, la Conferenza dei rettori delle università italiane, il Consiglio Uni-versitario Nazionale e il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari che sottolineano come il taglio di 400 milioni di euro al Fondo di fi nanziamento ordinario per l’anno 2013 «provoche-rà una situazione di crisi gravissima ed irreversibile per il sistema universitario italiano. A causa di questo ulteriore taglio, successivo ad altri avvenuti nelle pre-cedenti leggi fi nanziarie», spiegano, «le università non saranno più in grado di ga-rantire la formazione, la ri-cerca, i servizi agli studenti e più in generale lo sviluppo tecnologico e culturale del paese». I tre organismi di rappresentanza istituzio-nale del sistema universi-tario lanciano quindi con forza l’allarme sul collasso che colpirà inevitabilmente la maggior parte degli ate-nei italiani se non si prov-vederà a ripristinare quei fi nanziante necessari alla sopravvivenza delle uni-versità già pesantemente sottofi nanziate.

Claudio Sicilotti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 37: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

42 Sabato 22 Dicembre 2012 LAVORO E PREVIDENZAPubblicato sulla Gazzetta Ufi ciale il bando Inail per il i nanziamento alle imprese

Incentivi per la sicurezza lavoroDisponibili 155 mln. Dal 15 gennaio le domande online

DI DANIELE CIRIOLI

Via libera agli incentivi Inail per la sicurezza. Sulla Gazzetta Uffi ciale n. 296/2012 è pubblica-to il bando 2012 (si veda anche IO del 28 novembre) che stan-zia 155 mln di euro al fi nanzia-mento di interventi fi nalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Come per l’anno scorso neppure quest’anno ci sarà il clickday: le imprese potranno caricare le domande tra il 15 gennaio e il 14 marzo per poi procedere all’invio nel mese di aprile in giorni prestabiliti su base regionale. Il fi nanziamen-to concesso alle imprese è pari al 50% dei costi del progetto, con un minimo di 5 mila e un massimo di 100 mila euro.

Incentivi alla sicurezza. Gli incentivi rientrano nelle attivi-tà previste dall’articolo 11 del T.u. sicurezza (dlgs n. 81/2008) che, appunto, affida all’Inail il compito di finanziare, con proprie risorse, progetti di in-vestimento e di formazione in materia di sicurezza sul lavoro, in particolare a favore delle pic-

cole, medie e micro imprese.Risorse e contributi. Le ri-

sorse disponibili sono 155,352 mln di euro ripartiti in budget regionali, di cui:

• 9,102 mln per i fi nanzia-menti destinati ai progetti re-lativi all’adozione di modelli organizzativi per la gestione della sicurezza;

• 146,250 mln per i fi nanzia-menti destinati: a) ai progetti di investimento (strutturali e macchine); b) ai progetti rela-tivi a: adozione di un sistema di responsabilità sociale certifi -cato SA 8000; modalità di ren-dicontazione sociale asseverata

da parte terza indipendente.L’incentivo è costituito da un

contributo in conto capitale nel-la misura del 50% dei costi del progetto, per un importo mas-simo di 100 mila euro e minimo di 5 mila euro. Per le imprese fi no a 50 dipendenti che pre-sentano progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di re-sponsabilità sociale non è fi ssa-to il limite minimo di spesa. Per i progetti che comportano con-tributi pari o superiori a euro 30 mila è possibile richiedere un’anticipazione del 50% del fi nanziamento.

Gli adempimenti. Tre le tap-

pe previste dal bando. La pri-ma concerne la compilazione e il salvataggio online della do-manda, operazioni possibili dal 15 gennaio al 14 marzo 2013. Dal sito www.inail.it le imprese, previa registrazione, avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà l’in-serimento della domanda, con la possibilità di effettuare tutte le simulazioni e modifi che ne-cessarie fi no alle ore 18 del 14 marzo, allo scopo di verifi care se i parametri associati alle carat-teristiche dell’impresa e del pro-getto siano tali da determinare il raggiungimento del punteggio

minimo di ammissibilità, pari a 120 (punteggio soglia). La se-conda tappa concerne il down-load del codice identificativo, possibile a partire dal 18 mar-zo da parte delle imprese la cui domanda salvata in precedenza abbia raggiunto o superato la soglia minima di ammissibili-tà. La terza e ultima tappa è la pubblicazione della data di invio della domanda online, operazio-ne che avverrà a partire dall’8 aprile. Le domande inserite, alle quali è stato attribuito il codice identifi cativo, ormai salvate e non più modifi cabili, potranno essere inoltrate online; la data e l’ora di apertura e di chiusura dello sportello informatico per l’inoltro online delle domande saranno pubblicate sul sito www.inail.it. Gli elenchi in ordi-ne cronologico di tutte le istanze inoltrate saranno pubblicati sul sito Inail entro sette giorni dal-la chiusura dell’ultima sessione di invio online, con evidenza di quelle collocatesi in posizione utile per l’ammissibilità del con-tributo, ovvero fi no alla capien-za della dotazione fi nanziaria complessiva.

DI SIMONA D’ALESSIO

Sistema nazionale per la certificazione del-le competenze, arri-va il via libera della

Conferenza stato-regioni, su proposta del ministero del welfare e dell’istruzione. Nel dettaglio, si legge nella nota diffusa dal dicastero guidato da Elsa Fornero, sono state condivise, in attuazione della riforma del mercato del lavo-ro (legge 92/2012), «le figure nazionali dei tecnici superio-ri per il rilancio della filiera turistica, che incide, indotto incluso, per quasi l’11% sul pil nazionale, ma che ha an-cora ampi margini di crescita inespressi». I profili riguarda-no il settore della ricezione e dell’accoglienza dei visitatori e il comparto della valorizza-zione dei beni artistici e cultu-rali: nel primo caso, la certifi-cazione concernerà coloro che promuoveranno il marketing delle filiere turistiche e delle attività produttive e opereran-no nel management dell’im-presa turistico-alberghiera, analizzando e interpretando le tendenze e le esigenze della clientela, per ciò che attiene al secondo comparto, invece, le figure si occuperanno del-la conduzione del cantiere di

restauro architettonico e del-la riproduzione di prodotti che impegnano realtà manifattu-riere e artigianali protagoni-ste di aree significative del Made in Italy (dalla ceramica all’oreficeria, dalla lavorazio-ne del legno alla fabbricazio-ne di strumenti musicali ecc.). Nel corso della stessa seduta della conferenza, inoltre, c’è stata «piena condivisione» di regioni, dell’Upi e Anci, su 20 specializzazioni tecniche superiori relative ai percorsi post secondari di istruzione e formazione di durata annuale (i settori sono manifattura e artigianato, meccanica, im-pianti e costruzione, cultura, informazione e tecnologie in-formatiche, servizi commer-ciali e turismo e sport).

Il testo fornisce standard minimi di riferimento per la regolamentazione e l’erogazio-ne dei servizi di validazione e certifi cazione delle competen-ze, istituisce il repertorio na-zionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualifi -cazioni professionali (consul-tabile per via telematica), dà modelli di attestati spendibili a livello europeo e un sistema di monitoraggio dell’attuazio-ne di quanto previsto nel de-creto legislativo.

© Riproduzione riservata

Ok dalla Conferenza Stato-Regioni

Competenzecon il bollino

CITTÀ DI TORRE DELGRECOServizio Gare e Contratti

Avviso di gara a procedura apertaÈ indetta gara a procedura aperta, con il criterio delprezzo più basso mediante ribasso sullʼimporto a basedi gara, per lʼappalto del SERVIZIO DI CUSTODIA EMANTENIMENTO DI N. 141 CANI RANDAGI. Importodellʼappalto € 215.166,00 oltre IVA. Termine ricezionedelle offerte: ore 12.00 del 29 gennaio 2013 gara ore10.00 del 30 gennaio 2013. Requisiti tecnici - finanziaririchiesti: - iscrizione al registro delle imprese con attività“Gestione Canili” o equivalente, possesso di autorizza-zione sanitaria per la gestione del canile stesso. Atte-stazione rilasciata da due istituti bancari attestantelʼidoneità economica finanziaria. Capacità tecnica: pre-sentazione dellʼelenco dei principali servizi prestati negliultimi tre anni con lʼindicazione degli importi, delle date edei destinatari, pubblici o privati Bando di gara, inviatoalla Guce il 12/12/2012 e pubblicato sulla GURI all'Albopretorio della Città di Torre del Greco e sul sito web:www.comune.torredelgreco.na.itIl Dirigente dott. Pio Amato

6c ORJKWWG TUSIKJXUG GTKUWG TKU 244=@5=?C25@= 59 5C@2B2 2<<C2:6 >6@ :2D=@95 9 ;2<CB6<E 9=<6 <646AA2@ 92::!2568C2;6<B= 568:9 9;;=39:9 25939B92 A4C=:2 ;6592" 6:6;6<B2@6 6;2B6@<2 86AB9B9 52: 4=;C<6 59 32@92: 7 9<6 56: 4=<A68C9;6<B=56::!28939:9B2! 568:9 AB6AA9$ 9QTSUWS GHGVK JcGVWG" 9D2 KVIPXVG0 :=BB= ' d(',$&()"&&" :=BB= ( d '//$/-)"&&" :=BB= )d '--$,(&"&&$ :cGMMOXJOIG[OSRK VGU¥ KLLKWWXGWGG QOVXUG" QKJOGRWK XROIS UOHGVVS TKUIKRWXGPKVXPPcKPKRIS TUK[[O TSVWS G HGVK JcGVWG GO VKRVOJKPPcGUW$ .( JKP 5$:MV$ ',)%(&&," ISR KVIPXVOSRKGXWSQGWOIG JKPPK SLLKUWK GRSQGPK GO VKRVOJKPPcGUW$'(( IS$ / 5$:MV$',)%(&&,$ :cSTKUG VGU¥LORGR[OGWG ISR QXWXO JKPPG 4GVVG 55$>>$ BKUQORKTKUKRWSUOS TKU PG TUKVKRWG[OSRK JKPPK SLLKUWK0SUK '("&& JKP (+$&'$(&')$ 9P HGRJS ORWKMUGPK KJOP QSJXPS JKPPcOVWGR[G#GXWSJOINOGUG[OSRK VSRSYOVOSRGHOPO VXO VOWO ORWKURKW ZZZ$ISQXRK$HGUO$OW K ZZZ$IPOIIGYYOVO$ISQ $ 4STOG JKMPO VWKVVO TX_KVVKUK UOWOUGWG TUKVVS PcCLLOIOS @KPG[OSRO ISR OP>XHHPOIS" DOG @SHKUWS JG 3GUO"' b 3GUO$

9: 59@986<B6 -MM% 6@IDJ@ 5LHCEED

:DH@IKDODGFC ;K@ODGFC =FDB@ -HH@EK@FKC#/GFKI@KKD C 3CJKDGFC 5@MGID 9LAAEDBD>D@ 3@IILA@ F% *( !+'())" .-:4

<CE% ','$*++*''' & 2@N ','$*++*'*'

/86=71 04 .-:4

AO UKRJK RSWS INK ^ VWGWG KVTKUOWG TUSIKJXUGGTKUWG ISR GMMOXJOIG[OSRK OR LGYSUK JKPTUK[[S TO` HGVVS TKU A6@D9E9= 59 >C:9E92>6@ :2 5C@2B2 59 ?C2BB@= 2<<9 568:99;;=39:9 A659 59 C77949 4=;C<2:9$ 9$3$2$d )$.+-$-+(")(" d )*($+-,"&& TKU GWWOYOW¥ JOTUKVOJOS" SPWUK d ',$**+"&& TKU ISVWO JKPPGVOIXUK[[G JG UOVINO JO ORWKULKUKR[G 5$C$D$@$9$RSR VSMMKWWO G UOHGVVS JcGVWG" 9D2 KVIPXVG$:cGTTGPWS ^ VWGWS GMMOXJOIGWS OR LGYSUK JKPPGJOWWG :G >XPOVGRR V$U$P$ TKU PcOQTSUWS JO d'$/.+$'//")* SPWUK d )*($+-,"&& TKU GWWOYOW¥JO TUKVOJOS RSRIN] 6XUS ',$**+"&&1 TKU SRKUOTKU PG VOIXUK[[G TKU UOVINO JG ORWKULKUKR[G RSRVSMMKWWO G UOHGVVS" 9D2 KVIPXVG

9: 59@986<B6 -MM% 6@IDJ@ 5LHCEED

->>4;8 04 -334=04/-?4871

/86=71 04 .-:4:DH@IKDODGFC ;K@ODGFC =FDB@ -HH@EK@FKC

/GFKI@KKD C 3CJKDGFC 55%99%

Avvisi di Pubblicità legale su

Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8 20122 MilanoTel. 02/58219511-516 Fax 02/58305643

Campania, Basilicata, Puglia, CalabriaVia Camillo Dè Nardis 11 80127 NapoliTel. 081/5603291 Fax 081/5603708

SiciliaVia Quarto dei Mille 6 90129 PalermoTel. 091/586066Fax 091/6111305

Lazio, Marche,Abruzzo, Molise,Umbria, SardegnaVia Santa Maria in Via 1200187 RomaTel. 06/69760854Fax 06/6781314

www.italiaoggi.it

!(#! : %!'&$# (2!!88.51 +. )--.7+.*)9.10,

99%(%(" 8FTF )+)&34B&() 99%(%)" OWRLR <FSRON 99%(%+" @JTXNYNR OFXFLLNR FWVRPJYYN NQ * ORVVN C%(" 3LLNWINHFVF '*&()&)'() C%)" ( RKKJTVF C%*%" $ :RVVN ( J )1 IJUJTVN2 :RVVR *1 =SORQVN @JTXNHJ @TO# CNF <FYNRQFOJ ARTTJVVJ#0 / [ /*'(* ;JTHRLONFQR !3C"%C%+" ¥ *+*%0*0#** ROVTJ 9C3 C%," @WGFSSFOVR <=% ?% >%1 FXX% 8NFQHFTOR 3XRONR%

K%VR #/ ".4,6614, !*37.56.5RVV% 7JTINQFQIR 4RSSROF

!(#! : %!'&$# (2!!88.51 +. )--.7+.*)9.10,

99%(%(" 8FTF )+,&34B&() 99%(%)" OWRLR <FSRON 99%(%+" 7RTQNVWTF FWVRPJYYN SJT ?5C%(" 3LLNWINHFVF *(&('&)'() C%)" ( RKKJTVF C%*%" 6HR @JTXNHJ @S3# XNF >JQQJ# /- --('' 4MNJVN C%+" ¥ 0''%'''#''' ROVTJ 9C3 C%," @WGFSSFOVR <=% ?% >%1 FXX% 8% 3XRONR

K%VR #/ ".4,6614, !*37.56.5RVV% 7JTINQFQIR 4RSSROF

!(#! : %!'&$# (2!!88.51 +. )--.7+.*)9.10,

99%(%(" 8FTF ),'&34B&() 99%(%)" OWRLR <FSRON 99%(%+" @JTXNYNR PFQWVJQYNRQJ VJOFN 9C64= J ?JQFWOV# NQ * ORVVN NIJQVNHN C%(" 3LLNWINHFVF (0&('&)'() C%)" ) RKKJTVJ C%*%" :RVVR (# 4TJIJQINQR @QH# DRQF 3@9 :RHFONVZ >FUHFTROF $ /'')* 4FNXFQR !<3"# NPSRTVR ¥ (%'/.%,''#'' 9C3 JUHOWUF2 :RVVR )# @RHRP <WRXF @TO [ CNF 3TLNQJ# ,'+ [ /'('' <FSRON# NPSRTVR VRVFOJ ¥ (%'/.%,''#'' 9C3 JUHOWUF2 $ :RVVR *# IJUJTVR%C%+" VRVFOJ ¥ )%(.,%'''#'' ROVTJ 9C3 C%," @WGFSSFOVR <=% ?% >%1 FXX% 8% 3XRONR%

K%VR #/ ".4,6614, !*37.56.5RVV% 7JTINQFQIR 4RSSROF

!(#! : %!'&$# (2!!88.51 +. )--.7+.*)9.10,

99%(%(" 8FTF ),(&34B&() 99%(%)" OWRLR <FSRON 99%(%+" @JTXNYNR IN 4FOO 4JQVJTC%(" FLL% '.&()&)'() C%)" ) RKKJTVJ C%*%" ;JINFHRP @TO# CNF 4FOFPFQITJN# , /'(+* <FSRON C%+" ¥ (..%+(,#''' ROVTJ 9C3 C%," @WGFSSFOVR <=% ?% >%1 FXX% 8% 3XRONR

K%VR #/ ".4,6614, !*37.56.5RVV% 7JTINQFQIR 4RSSROF

LE RISORSE DISPONIBILI

Abruzzo 3.044.085 Lazio 19.816.478 Sardegna 4.574.408

Basilicata 1.745.771 Liguria 3.875.176 Sicilia 12.148.777

Bolzano 1.393.331 Lombardia 27.159.637 Toscana 12.732.788

Calabria 4.314.249 Marche 4.130.120 Trento 1.605.310

Campania 14.039.020 Molise 820.541 Umbria 2.740.826

Emilia Romagna 11.500.278 Piemonte 10.144.748 Valle d’Aosta 571.283

Friuli 2.436.558 Puglia 5.500.362 Veneto 11.058.567

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 38: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

43Sabato 22 Dicembre 2012SabatoTRIBUTARISTI - LAPETApprovata la legge che regolamenta i professionisti senza ordine

Tributaristi disciplinatiFalcone: per la Lapet un momento epocale

DI LUCIA BASILE

Il disegno di legge «Disposi-zioni in materia di profes-sioni non organizzate in or-dini» è fi nalmente legge. A

un mese circa dall’elezione del nuovo consiglio direttivo nazio-nale Lapet, il primo punto del-la relazione programmatica del presidente nazionale Roberto Falcone del quadriennio 2012-2016 è stato già realizzato.

«Un momento epocale. L’ap-provazione della legge corona infatti anni di intensa attività su questo provvedimento e, soprattutto, giunge a confe-rire piena dignità a milioni di professionisti. Una testo estremamente moderno e in-novativo che introduce un im-portante concetto secondo il quale, accanto alle professioni ordinistiche, esiste una realtà, ben più grande, quella delle nuove professioni, già da tem-po riconosciute dal mercato e, oggi, fi nalmente anche dal le-gislatore”. Questo il commento a caldo del presidente Falcone che, sull’approvazione defi-nitiva della legge, licenziata il 19 dicembre scorso dalla X Commissione attività produt-tive della Camera, ha espresso piena soddisfazione.

«La legge infatti», aggiunge Falcone, «defi nisce per la pri-ma volta la nozione di profes-sione non regolamentata oltre ad ispirare una nuova cultura secondo la quale il riconosci-mento della professione non è più necessariamente legato all’istituzione di un ordine pro-fessionale ma alla normazione Uni e quindi alla certifi cazio-ne professionale, una qualifi ca spendibile a livello comunitario che potrà favorire la mobilità dei servizi professionali. Non solo, la normazione rappre-senta soprattutto una forma di tutela per i consumatori e di garanzia ai fi ni della traspa-renza del mercato dei servizi professionali oltre che per gli

stessi professionisti. Un rico-noscimento dunque basato su libertà di esercizio e sistema di qualità professionale che può da oggi mettere in condizione l’utente di scegliere il profes-sionista più qualifi cato. Rap-presenta pertanto una svolta importantissima in materia di liberalizzazioni e apertura dei mercati alla concorrenza,

è perfettamente in linea con le nuove esigenze del mondo pro-fessionale e del mercato non solo italiano ma europeo».

Tanti i passi che la Lapet ha percorso in questi anni. Il presidente infatti ha ricorda-to che Assoprofessioni prima e Cna Professioni dopo, nel cui Consiglio nazionale riveste il ruolo di vicepresidente, hanno

attivamente partecipato e fat-tivamente contribuito in ogni fase della discussione, svolgen-do un ruolo primario fi n dalla costituzione del gruppo di la-voro presso il Ministero dello sviluppo economico, costituito per definire, con competen-za, l’intero procedimento che portò la X Commissione atti-vità produttive della Camera

a licenziare il testo unifi cato emendato Quartiani C. 3917, Froner C. 1934, Formisano C. 2077, Buttiglione C. 3131 e Della Vedova C. 3488.

Il provvedimento in questio-ne, quindi, ottenuta l’approva-zione dall’Aula della Camera dei deputati il 17 aprile 2012, giunto all’esame del Senato, ebbe dapprima parere favo-revole della X Commissione industria commercio e turi-smo, successivamente, il varo a stragrande maggioranza dell’Aula parlamentare il 15 novembre 2012. Il testo quin-di, tornato, in seconda lettura, alla Camera e assegnato il 4 dicembre scorso alla X Com-missione Attività Produttive in sede legislativa (evitando così un iter più lungo: la doppia discussione ed approvazione in Commissione e in Aula), ha ottenuto, il 19 dicembre 2012, la sua defi nitiva approvazione. «In un periodo di forte reces-sione economica come quello che stiamo vivendo, si è fi nal-mente compresa l’importanza e l’infl uenza che le professioni possono avere per la ripresa e lo sviluppo dell’economia na-zionale. Rendiamo pertanto plauso all’attività del Governo e del Parlamento, soprattutto in questo particolare momen-to di fi ne legislatura, per aver mantenuto fede agli impegni assunti», ha aggiunto Falcone. «Le professioni non regolamen-tate hanno ottenuto il ricono-scimento che meritano».

A curadell’Uffi cio stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE

TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente

riconosciutaSede nazionale: Via Sergio I 32

00165 RomaTel. 06-6371274

Fax [email protected]

Roberto Falcone

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 39: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

44 Sabato 22 Dicembre 2012 L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAI

e poco conta che alcuni operatori abbiano sottolineato come il gover-no abbia mancato clamorosamente la seconda fase, quella che doveva essere dedicata alla crescita. Quindi, sulla base di quel giudizio lusinghiero, i mercati ora che il governo è dimissionario dovrebbe-ro essere meno tranquilli di quan-to furono verso la Spagna. Invece, le borse non sono negative e il mitico spread è tornato ai valori pre-dimissioni di Monti dopo uno o due giorni di risalita.C’è da domandarsi da che cosa nasce questa sostanziale calma. Per molti la risposta è facile: dall’azione ammonitrice verso la speculazione svolta dal presidente della Bce, Mario Draghi. Da Banca d’Italia, e non per ragioni di appartenenza, stimano che oggi l’andamento degli spread dipenda per il 90% dalla poli-tica scelta da Draghi, quando ha annunciato che aveva pronta una schiera di bazooka contro chi volesse ancora attaccare il debito pubblico degli Stati Ue per frantumare l’area dell’euro. Pur non essendo formalmente una banca centrale di ultima istanza, la Bce sotto la guida di Draghi lo è diventata banca nella sostanza. E da quando mondo è mondo, la speculazione ci pensa tre volte prima di andare contro la banca centrale. Moltissimi anni fa gli Hambros, allora fra i primi banchieri inglesi, decisero di abbandonare il socio Michele Sindona quando fu palese che la Banca d’Italia guida-ta da Guido Carli era determina-ta a sbarrare la strada alle inizia-tive del finanziere di Patti. E il capo della banca inglese fu lapida-rio: non si va mai contro le banche centrali, la loro potenza di fuoco è senza limiti. Certo, qualche specu-lazione che con il vecchio linguag-gio di borsa si chiamerebbe mosco-nata può essere tentata, come è accaduto il lunedì dopo le dimis-sioni di Monti, ma appunto l’azio-ne speculativa è nata e morta in due giorni.Quindi, nell’incertezza del futuro politico del Paese, almeno una cer-tezza c’è, rispetto all’ultimo trava-gliatissimo e temerario anno del governo Ber lusconi : a Francoforte c’è qualcuno che sa operare a protezione del debito sovrano degli Stati, soprattutto di quelli chiamati periferici. Ma que-sto qualcuno, in ogni sua dichiara-zione pubblica, compresa l’ultima davanti al Parlamento europeo, non si stanca di sottolineare che se la Bce ha fatto il suo dovere ora sono i governi che devono agire. Riferendosi direttamente all’Italia, non si stanca di ripetere che la crescita si ottiene liberando risor-se con la riduzione della pressione fiscale, con il taglio forte della spesa pubblica e con l’altrettanto significativa riduzione del debito

pubblico. Tutto quanto il governo Monti non ha voluto o non ha saputo fare; dopo essersi occupato di ottenere il pareggio di bilancio con provvedimenti di straordina-rio prelievo, non ha proseguito l’opera appunto con la fase due. E ora il Paese è attraversato da un sentimento di sconforto, in non pochi casi di paura, di apatia, di voglia di fuggire (e purtroppo ci sono italiani che fuggono con le loro ricchezze, in maniera traspa-

rente o meno non importa: 5 mila nuove richieste di residenza a Lugano sono il segno non solo dello scarso senso civico, dello scarso attaccamento al proprio Paese, probabilmente della voglia di continuare a pagare poche o nessuna tassa, ma anche di una sfiducia reale nei confronti del futuro).Tutti sentimenti che si traducono, sul piano politico, nella voglia for-tissima di astensione, nel rifiuto del voto e nella sfiducia piena verso la politica.Cosa occorrerebbe fare per mutare questo sentimento, che i sondaggi stimano appartenga quasi al 50% dell’elettorato?In primo luogo chiarezza. Il tempo, da qui al 24 febbraio, è pochissimo, specialmente se si considera che in mezzo ci sono le feste di Natale e Capodanno. Sarà un baleno arri-vare al voto, dopo un sostanziale blackout anche mentale sia degli italiani che dei politici. Dopo un anno così pesante e funesto, tutti hanno voglia di staccare, anche chi è alle prese con una vero problema di sopravvivenza. Chi ha abba-stanza per vivere, ha deciso di fare quanto non ha fatto durante tutto l’anno: scappare. Mai come quest’anno i tour operator, attuan-do una inevitabile politica di abbassamento dei prezzi, hanno avuto tante prenotazioni. Idealmente, quindi, occorrerebbe che la chiarezza degli schieramen-ti avvenisse entro poche ore, prima di Natale. Negli ultimi dieci giorni i colpi di scena sono stati più di uno: la ridi-scesa in campo di Silvio Berlusconi, e la successiva mossa a sorpresa di promettere un nuovo

passo indietro se Monti diventasse il federatore di tutti i moderati; la seguente apparizione di Monti alla riunione del Ppe a Bruxelles; le dichiarazioni di incoraggiamento di Angela Merkel e perfino del socialista François Hollande perché Monti scenda in campo; l’intervista importante, anche se passata un po’ in silenzio, del vice-presidente polacco del Ppe, Jacek Saryusz-Wolski, che al Corriere della Sera ha confidato di sperare

che Monti si senta e si mostri come il rappresentante di tutti i partiti italiani facenti parte del Ppe, quindi non solo l’Udc di Pier Ferdinando Casini, ma anche il Pdl di Berlusconi; e contemporaneamente le dichiarazioni dure, quasi a cre-are una soggezione morale a Monti, del primo e unico expre-sidente del Consiglio post c o m u n i s t a , M a s s i m o D’Alema; e poi gli inviti sem-pre a Monti a non scendere in campo del candidato primo ministro per il Pd, Pier Luigi Bersani; ma anche le parole alternativamente di lusinga e di critica di Berlusconi verso il

presidente del Consiglio ancora in carica; e per contro le dichiarazio-ni dei promotori del movimento montezemoliano Verso la Terza Repubblica, per far sapere che Monti sarà dei loro, sicuramente; senza considerare, infine, l’uscita, prima di tutti, del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per dire che Monti non si può can-didare.Fra tutti quelli che hanno parlato, naturalmente la voce più autore-vole è quella del presidente Napolitano, che con le sue parole ha dettato una sorta di veto costi-tuzionale a candidarsi alla Camera del senatore a vita Monti, sbarran-do la via all’unica legittimazione completa sul piano democratico di un Monti eletto dal popolo.In materia ci sono anche opinioni contrarie di vari costituzionalisti: certamente Monti non potrebbe candidarsi al Senato, dove può già sedere a vita; ma appunto alla Camera sì, come capita quando un senatore decide di passare alla Camera allo scoccare delle nuove elezioni. Ma è altamente improba-bile che il Professore lo faccia, non solo per rispetto a Napolitano, ma anche per quella sua voglia asso-luta di tentare di essere o di appa-rire sempre sopra alle parti, impli-cita appunto anche nella richiesta che fece di essere nominato sena-tore a vita, quando gli fu prospet-tato di essere presidente del Consiglio. Negli ultimi cinque mesi, man mano che si avvicinava la fine della legislatura e prima ancora che la stessa fosse accorciata, di fronte alle domande o sollecitazio-ni per una sua permanenza in campo, come capo di governo

Monti ha prevalentemente rispo-sto che se il Paese avesse ancora bisogno di lui non si tirerebbe indietro, ma ogni volta alternando la disponibilità a dichiarazioni secondo cui lui è a palazzo Chigi di passaggio. L’ultima volta all’inau-gurazione dell’anno accademico della Bocconi quando, rivolgen-dosi sia agli studenti che ai profes-sori che agli invitati in aula magna, ha lasciato cadere per due volte frasi come: se non fossi stato sicuro di poter lasciare in mani capacissime questa università, non avrei accettato l’incarico, rife-rendosi al peso assuntosi dall’85enne vicepresidente Luigi Guatri; ma poi, subito: tanto, pre-sto sarò di nuovo fra voi. Insomma, quasi una sorta di vezzo, per far capire il suo distacco dal potere a bilanciare le dichiarazioni secondo cui è pronto a continuare.Il tempo per dichiararsi con chia-rezza sta per terminare. Ma a que-sta chiarezza non si arriverà se comunque la scelta di fatto del presidente Monti sarà quella di poter rimanere o uscire dal gioco, perché comunque non si candiderà e si limiterà a presentare un suo programma per il futuro gabinet-to, un programma che comunque, questo lo ha anticipato, non può essere che nel segno dell’Europa, non solo perché effettivamente l’Europa deve uscire da metà del guado ma anche perché a Monti l’Italia è realmente stretta.Per fortuna che là sull’Euroto-wer, a Francoforte, c’è l’altro super Mario.

* * *Questa fortuna comunque non può cancellare, almeno per chi sa quanti mesi, il disagio in cui vivo-no milioni di italiani, anche quelli abbienti e soprattutto quelli che hanno scelto di intraprendere, nella consapevolezza che fare impresa può essere il modo più diretto per dare un contributo al Paese, produrre ricchezza e crea-re posti di lavoro. Migliaia e migliaia di imprenditori, di tutti i settori, in queste ore di incontro con i loro collaboratori, con il per-sonale delle aziende, hanno il groppo in gola: perché sanno o temono che lo sforzo di anni di lavoro, per creare posti di lavoro, può essere falcidiato da una recessione che, fattasi spirale perversa, come minimo impone di ridurre il personale. La peggiore sorte per chi crede nella funzione sociale dell’impresa come mezzo per produrre ricchezza a vantag-gio non solo del capitale ma equa-mente del lavoro. A loro, a tutti gli imprenditori, i professionisti, i manager, i sindacalisti con idee sane, i docenti che si battano per migliorare il livello di formazione dei giovani, a tutti i lettori di questo giornale, gli auguri di un Natale, se non sereno, perché completamente sereno non può essere, almeno caldo per la vici-nanza e l’affetto che si può trova-re nell’unità delle proprie fami-glie. (riproduzione riservata)

Paolo Panerai

ORSI & TORISegue dalla prima pagina

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 40: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

45Sabato 22 Dicembre 2012

A causa dei timori per il i scal cliff. Ftse Mib -0,4%, spread a 311 pb

Borse in rosso a NataleDopo i continui rialzi degli ultimi 10 giorni

Le borse europee non sono riuscite a festeg-giare Natale con listini in nero, colpa della de-

bolezza delle borse asiatiche e, nel pomeriggio, i rinnovati timori per l’accordo tra Oba-ma e i repubblicani per evi-tare, dal 1° gennaio, il fiscal cliff, con annesso, generaliz-zato aumento delle tasse per ridurre il debito federale.

Hanno infl uito anche i re-alizzi, dopo la continua cre-scita degli ultimi 10 giorni. Il Ftse Mib ha archiviato la seduta in calo dello 0,4% a 16.333 punti, riducendo pro-gressivamente le perdite, che hanno superato anche il -1%. Il Ftse All share ha chiuso a -0,37%, il Ftse Mid cap a -0,61%, il Ftse Star a -0,03%. Nelle altre piazze europee, il Cac-40 ha chiuso a -0,15%, il Ftse 100 a -0,31%, il Dax a -0,47%; unico segno positivo sull’Ibex spagnolo, +0,32%. A metà seduta, a New York, gli indici sono stati appesantiti dai timori per il fi scal cliff.

Ininfluenti i dati macro di giornata: ordini di beni durevoli saliti dello 0,7% a novembre, contro un atteso +0,2% e contro il +1,1% di ot-tobre e indice defi nitivo della fi ducia dei consumatori sceso a dicembre a 72,9 punti dai 74,5 della lettura prelimina-re (75 punti il consenso). Il Dow Jones segnava -1,33%, l’S&P 500 -1,35%, il Nasdaq Composite -1,47%.

Quanto al differenziale tra il Btp decennale e il Bund, ieri è leggermente salito, a causa dei timori per il fi scal cliff Usa: partito da 305 pb, ha poi chiuso a 311 pb, con

un rendimento al 4,48%. Al traino dello spread, i

bancari hanno subito fles-sioni: Banco popolare -2,68%, Popolare Milano -2,05%, Uni-credit -2,05%, Bper -2,09%, Banca Mps -1,75%, Ubi ban-ca -1,37%, Intesa Sanpaolo -1,3% e Mediobanca -1,12%.

Tra i titoli sotto la pa-rità, anche Finmeccanica (-1,68%), Atlantia (-1,65%), Fiat (-1,45%), Mediola-num (-1,36%) ed Enel g.p. (-0,91%). Acquisti invece su Impregilo (+2,46% a 3,586

euro), con il titolo che ha superato i massimi di perio-do a 3,50 euro; secondo un esperto, ha ancora spazio per arrivare fi no a 3,60 euro. In rialzo Prysmian (+1,55%), A2A (+0,82%), Tenaris (+0,77%) e Saipem (+0,76%).Sul resto del listino, in rosso i titoli della galassia Uni-pol (-0,79%), Milano ass. (-5,67%), Fonsai (-3,23%) e Premafi n (-3,7%), nel giorno

successivo all’approvazione dei rispettivi cda dei rapporti di concambio per la fusione a quattro, grazie ai quali Uni-pol avrà il 63% della nuova Unipol-Fonsai. Male anche

le Milano ass. risparmio (-11,67%) su cui gli anali-sti di Banca Akros hanno abbassato il rating ad accu-mulate da buy e conferma-to il target price 0,41 euro.Infi ne Acea ha guadagnato il 4,73% in scia all’annuncio di un acconto del dividendo di 21 centesimi a partire del 3 gennaio 2013, con stacco il 27 dicembre 2012.

Quanto all’euro, ha chiuso in ribasso a 1,3174 e a 110,81 yen. Dollaro-yen a 84,13.

Infi ne il petrolio: a metà se-duta, a New York, il Wti era trattato in ribasso a 88,33 dol-lari al barile, contro i 108,72 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

In novembre, l’indice del-le retribuzioni contrattua-li orarie ha registrato un +0,1% rispetto a ottobre e un +1,6% rispetto a novem-bre 2011. Secondo l’Istat, nella media del periodo gennaio-novembre, l’indice è cresciuto dell’1,4%.

A fi ne novembre, i con-tratti di lavoro in vigore per la parte economica in-teressavano il 71,5% degli occupati dipendenti e il 68% del monte retributivo osservato.

Nel settore privato, l’in-cremento tendenziale è stato del 2,2%, mentre è stato nullo in quello della pubblica amministrazione. I settori che a novembre hanno presentato gli in-crementi tendenziali mag-giori sono stati alimentari, bevande e tabacco (3,6%); legno, carta e stampa, ac-qua e servizi di smaltimen-to rifi uti (per entrambi gli aggregati 3%).

Le variazioni sono invece state nulle per tlc e la p.a.In novembre, tra i con-tratti monitorati dall’in-dagine, si è registrato il recepimento degli accordi per i dipendenti dell’indu-stria alimentare, olearia e margariniera, e per quelli della carta e cartotecnica.Alla fi ne di novembre i di-pendenti in attesa di rinno-vo erano il 28,5% nel totale e il 6,9% nel settore privato.L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 35,6 mesi.

© Riproduzione riservata

IN NOVEMBRE

Retribuzionisalite

dello 0,1%

le Milano ass risparmio

Nel 2013 potrebbero esserci meno emissioni di Bot rispetto al 2012. Lo ha comunicato il tesoro. Le emissioni dei buoni ordinari del tesoro «saranno condotte sulle scadenze tradi-zionali a 3, 6 e 12 mesi, cui potranno affi ancarsi scadenze fl essibili per esigenze di gestione della liquidità. Alla luce del minor fabbisogno di cassa atteso per il 2013 e della strategia di allungamento della vita media del debito perseguita dal te-soro, le emissioni dei Bot potranno risultare inferiori rispetto al 2012». I bot annuali e semestrali «saranno comunque of-ferti con regolarità, rispettivamente a metà e alla fi ne di ogni mese». Intanto ieri il tesoro ha annunciato che emetterà Btp a

5 e 10 anni fi no a 6 miliardi di euro per l’asta in programma il 28 dicembre con regolamen-to il 2 gennaio.

Meno emissioni di Botpreviste nel 2013

ASSA

con

L’IVA PER CA

in edicola cMercati& Finanza

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 25,189 25,228 -0,0390 19,0696

Corona Danese 7,4612 7,4612 - 5,6486

Corona Norvegese 7,3155 7,3645 -0,0490 5,5383

Corona Svedese 8,5945 8,6349 -0,0404 6,5065

Dollaro Australiano 1,2662 1,2632 0,0030 0,9586

Dollaro Canadese 1,309 1,3106 -0,0016 0,9910

Dollaro N Zelanda 1,6029 1,5882 0,0147 1,2135

Dollaro USA 1,3209 1,3246 -0,0037 -

Fiorino Ungherese 287,2 286,13 1,0700 217,4275

Franco Svizzero 1,2077 1,2079 -0,0002 0,9143

Rand Sudafricano 11,3067 11,279 0,0277 8,5598

Sterlina GB 0,8142 0,8146 -0,0004 0,6164

Yen Giapponese 110,99 111,52 -0,5300 84,0260

Zloty Polacco 4,0645 4,073 -0,0085 3,0771

Tasso uffi ciale di riferimento 0,75 1,00 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 3,66 - -

Tasso Infl azione ITA 2,50 2,60 -0,10

Tasso Infl azione EU 2,10 2,40 -0,30

Indice HICP EU-12 118,90 119,20 -0,30

HICP area EURO ex tobacco 115,97 116,21 -0,24

Tasso annuo crescita PIL ITA -2,40 -2,30 -0,10

Tasso di disoccupazione ITA 9,76 10,50 -0,74

1 sett 0,097

1 mese 0,074

2 mesi 0,071

3 mesi 0,065

4 mesi 0,057

5 mesi 0,051

6 mesi 0,047

7 mesi 0,043

8 mesi 0,041

9 mesi 0,040

10 mesi 0,039

12 mesi 0,041

Preziosi ($ per oncia)Oro 1658,72 1659,2Argento 30,2 30,22Palladio 680 686Platino 1530,5 1540,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2035 2036Rame 7768 7769Piombo 2275 2276Nichel 17380 17385

Stagno 23345 23350Zinco 2030 2032Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 289,54 335,71Sterlina (n.c.) 295,26 340,89Sterlina (post 74) 295,26 340,89Marengo Italiano 230,65 262,37Marengo Svizzero 227,02 260,22Marengo Francese 226,21 256,54Marengo Belga 226,21 256,52

1 Sett. 0,088

2 Sett. 0,091

3 Sett. 0,098

1 M 0,110

2 M 0,148

3 M 0,184

4 M 0,225

5 M 0,274

6 M 0,318

7 M 0,359

8 M 0,397

9 M 0,429

10 M 0,469

11 M 0,507

12 M 0,543

1 sett 0,015 0,164 0,480 -0,010 0,093

1 sett 0,023 0,190 0,487 -0,026 0,104

2 sett 0,034 0,198 0,493 -0,020 0,115

1 mese 0,052 0,210 0,494 -0,008 0,134

2 mesi 0,094 0,254 0,506 -0,002 0,148

3 mesi 0,124 0,310 0,518 0,012 0,179

4 mesi 0,152 0,363 0,556 0,027 0,209

5 mesi 0,187 0,436 0,628 0,047 0,252

6 mesi 0,219 0,510 0,668 0,067 0,282

7 mesi 0,253 0,576 0,720 0,088 0,329

8 mesi 0,293 0,631 0,791 0,112 0,371

9 mesi 0,326 0,687 0,844 0,140 0,405

10 mesi 0,356 0,738 0,893 0,171 0,436

11 mesi 0,396 0,787 0,953 0,211 0,463

12 mesi 0,439 0,843 1,014 0,254 0,487

1 anno 0,299 0,339

2 anni 0,356 0,396

3 anni 0,457 0,497

4 anni 0,605 0,645

5 anni 0,784 0,824

6 anni 0,969 1,009

7 anni 1,147 1,187

8 anni 1,313 1,353

9 anni 1,461 1,501

10 anni 1,593 1,633

12 anni 1,813 1,853

15 anni 2,036 2,076

20 anni 2,189 2,229

25 anni 2,237 2,277

30 anni 2,256 2,296

Fonte: Icap

TA S S I E VA L U T E

$)37,9,0 +3&56,50 (, %655, , 13)99, (, &9,0/,! *0/(,! 4,'&7! .&5)3,)

13,.) 4, 10440/0 -)++)3) +3&56,5&.)/5) .)/53)4, *03.&/0 46 888",5&-,&0++,",5#.)3'&5, '-,''&/(0

46- 3,26&(30 & ()453& Quotazioni Realtime

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 41: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

46 Sabato 22 Dicembre 2012 MERCATI E FINANZA

È stata firmata la scor-sa notte dalle organiz-zazioni sindacali e da Federcasse, dopo 14

mesi di complesse trattative, l’ipotesi d’accordo sul rinnovo del contratto nazionale degli oltre 36 mila lavoratori delle

banche di credito cooperativo.L’accordo prevede un aumen-to salariale medio a regime di 170 euro: sarà versato a scaglioni da giugno 2013 fino a giugno 2014, con conguagli sul 2012, nei primi mesi del 2013. Nasce il fondo per la nuova occupazione. A gestirlo sarà un ente bilaterale. Le fi -nalità sono la stabilizzazione dei precari e il mantenimen-to dei livelli occupazionali. I sindacati hanno ottenuto un impegno a contribuire a que-sto strumento: i dirigenti lo fi nanzieranno con lo 0,125% del salario fi sso e lo 0,375% di quello incentivante/variabile; la contribuzione a carico dei lavoratori sarà a costo zero.Il premio di risultato è stato il tema più combattuto. Alla fi ne, è stato stabilito che le perdite sui crediti incideran-no solo per il 30% sul calcolo fi nale del premio relativo al 2011, ancora non liquidato da 12 federazioni, mentre incide-rà per il 40 e il 50%, rispetti-vamente sui premi relativi ai bilanci del 2012 e del 2013.

© Riproduzione riservata

Aumenti salariali e no a esuberi

Nuovo contrattoai bancari Bcc

Popolare di Sondrio. Il cda, preso atto delle di-missioni, per motivi perso-nali, dei consiglieri Gian-luigi Bonisolo e Mario Galbusera, ha nominato per cooptazione, nuovi consiglieri Cristina Gal-busera e Mario Alberto Pedranzini, da 15 anni d.g. della banca. Questi è stato nominato consigliere delegato. Mantiene la ca-rica di direttore generale.

Eni ha firmato un

accordo quadro con Anadarko petroleum corporation per lo svi-luppo dei giacimenti di gas naturale nell’of-fshore del Mozambico.

SisalPay. Nei suoi ol-tre 42 mila punti vendita è attivo il nuovo servizio di ricarica delle carte prepagate Pluton card TornaQui!, distribuite da Qui! group.

Marazzi. La statuniten-se Mohawk ha siglato un accordo defi nitivo per acquisire Marazzi group per 1,17 mld di euro. Diventa così il maggior produttore al mondo di rivestimenti in ceramica.

Tecnomar. Passa da Invitalia a Tecnomar la totalità delle azioni dei Nuovi cantieri Apuania (Nca) di Marina di Car-rara.

BREVI

MERCATI E FINANZAAumenti salariali e n

MERCATI E FINANZA

UNIT LINKED

INDEX LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

Helvetia Compagnia Italo-Svizzera

di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.

Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano

Chiara Vita S.p.A.

Via Gaggia, 4

20139 Milano

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

Entra in Chiara Vita con

il tuo Smartphone

Entra in Helvetia con

il tuo Smartphone

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

www.chiaravita.itwww.helvetia.it

UNIDESIO 760071 11,789 14/12/2012

UNIDESIO 760072 10,688 14/12/2012

UNIDESIO 760073 10,701 14/12/2012

UNIDESIO760074 10,848 14/12/2012

UNIDESIO 760075 12,496 14/12/2012

UNIDESIO 760077 11,035 14/12/2012

UNIDESIO 760078 10,614 14/12/2012

UNIDESIO 760079 10,925 14/12/2012

UNIDESIO 760080 10,708 14/12/2012

UNIDESIO 760082 9,966 14/12/2012

UNIDESIO 760085 10,595 14/12/2012

UNIDESIO 760087 11,998 14/12/2012

UNIDESIO 760088 10,058 14/12/2012

UNIDESIO 760091 11,105 14/12/2012

UNIDESIO 760092 11,069 14/12/2012

UNIDESIO 760095 10,433 14/12/2012

UNIDESIO 760096 10,543 14/12/2012

UNIDESIO 760097 11,194 14/12/2012

UNIDESIO 760098 11,453 14/12/2012

UNIDESIO 760099 11,153 14/12/2012

UNIDESIO 760100 10,834 14/12/2012

UNIDESIO 760101 10,887 14/12/2012

UNIDESIO 760102 10,874 14/12/2012

UNIDESIO 760104 10,341 14/12/2012

UNIDESIO 760105 10,710 14/12/2012

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,1560 14/12/2012

AZZOAGLIO DINAMICO 4,5180 14/12/2012

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,7410 14/12/2012

UNIDESIO PRUDENTE 11,0760 14/12/2012

UNIDESIO MODERATO 10,5060 14/12/2012

UNIDESIO ATTIVO 10,0230 14/12/2012

UNIDESIO VIVACE 9,1250 14/12/2012

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,1710 14/12/2012

AZIONARIO EURO 7,5520 14/12/2012

AZIONARIO GLOBALE 8,9200 14/12/2012

TOP SIX ITALY 102,0100 28/11/2012 AA-/S&P

E.W.MEMORY INDEX 100,0600 28/11/2012 A/S&P

INDEX TOP 22 103,1100 28/11/2012 A+/S&P

THREE 2009 102,3000 28/11/2012 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 99,4000 28/11/2012 AA-/S&P

FTSE MIB 94,4690 19/12/2012

FTSE MIB 2010 92,6750 19/12/2012

EUROSTOXX 50 - 2010 92,7660 19/12/2012

INDEX TRENTA 2011 95,1750 19/12/2012

INDEX FOUR E 50 - 2011 96,3950 19/12/2012

INDEX STOXX EUROPE - 2011 96,6460 19/12/2012

EUROSTOXX 50 - 2012 92,3790 19/12/2012

PREVIMISURATO 12,5910 13/12/2012

PREVIBRIOSO 10,4130 13/12/2012

PREVIDINAMICO 11,9460 13/12/2012

LINEA 1 11,9290 30/11/2012

LINEA 1 - FASCIA A 12,3230 30/11/2012

LINEA 1 - FASCIA B 12,0020 30/11/2012

LINEA 2 11,5770 30/11/2012

LINEA 2 - FASCIA A 11,7850 30/11/2012

LINEA 2 - FASCIA B 11,8080 30/11/2012

LINEA 3 11,2340 30/11/2012

LINEA 3 - FASCIA A 11,3590 30/11/2012

LINEA 3 - FASCIA B 12,1390 30/11/2012

UNIDESIO 760106 10,891 14/12/2012

UNIDESIO 760109 10,975 14/12/2012

UNIDESIO 760110 10,705 14/12/2012

UNIDESIO 760124 11,548 14/12/2012

UNIDESIO 760125 11,038 14/12/2012

UNIDESIO 760129 11,687 14/12/2012

UNIDESIO 760130 10,755 14/12/2012

UNIDESIO 760133 10,885 14/12/2012

UNIDESIO 760137 10,620 14/12/2012

UNIDESIO 760138 10,963 14/12/2012

UNIDESIO 760139 11,552 14/12/2012

UNIDESIO 760140 11,499 14/12/2012

UNIDESIO 760141 10,261 14/12/2012

UNIDESIO 760145 10,797 14/12/2012

UNIDESIO 760147 11,115 14/12/2012

UNIDESIO 760149 11,098 14/12/2012

UNIDESIO 760150 11,172 14/12/2012

UNIDESIO 760156 10,139 14/12/2012

UNIDESIO 760157 11,071 14/12/2012

UNIDESIO 760158 10,167 14/12/2012

UNIDESIO 760159 10,799 14/12/2012

UNIDESIO 760160 10,526 14/12/2012

UNIDESIO 760163 10,167 14/12/2012

UNIDESIO 760167 10,647 14/12/2012

UNIDESIO 760169 10,963 14/12/2012

UNIDESIO 760170 10,628 14/12/2012

UNIDESIO 760173 10,514 14/12/2012

UNIDESIO 760174 10,737 14/12/2012

UNIDESIO 760179 10,458 14/12/2012

UNIDESIO 760180 10,596 14/12/2012

UNIDESIO 760181 10,458 14/12/2012

UNIDESIO 760182 10,197 14/12/2012

UNIDESIO 760183 10,747 14/12/2012

UNIDESIO 760184 10,727 14/12/2012

UNIDESIO 760185 10,736 14/12/2012

UNIDESIO 760186 10,658 14/12/2012

UNIDESIO 760187 10,691 14/12/2012

UNIDESIO 760188 10,623 14/12/2012

UNIDESIO 760189 10,711 14/12/2012

UNIDESIO 760191 10,276 14/12/2012

UNIDESIO 760192 10,777 14/12/2012

UNIDESIO 760193 10,732 14/12/2012

UNIDESIO 760198 9,808 14/12/2012

UNIDESIO 760201 10,679 14/12/2012

UNIDESIO 760202 10,666 14/12/2012

UNIDESIO 760203 11,080 14/12/2012

UNIDESIO 760205 10,401 14/12/2012

UNIDESIO 760206 10,512 14/12/2012

UNIDESIO 760207 10,508 14/12/2012

UNIDESIO 760210 9,994 14/12/2012

BILANCIATO 9,8870 14/12/2012

CONSERVATIVE 10,2970 14/12/2012

BOND MIX 10,3820 14/12/2012

BALANCED 10,5270 14/12/2012

GLOBAL EQUITY 11,0240 14/12/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2080 14/12/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,7100 14/12/2012

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 9,0240 14/12/2012

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 10,4780 14/12/2012

HI EUROCHINA 100,00 15/10/2012 A+/S&P

5,5Y CHINA KOREA&SWISS GRO. NOTE 100,25 17/12/2012 A+/S&P

S&BRIC 8-40 107,22 17/12/2012 A2/S&P

S&BRIC LOOK BACK 8 - 40 123,41 17/12/2012 A2/S&P

IES - ITALIAN EQUITY SELECTION 103,00 17/12/2012 A+/S&P

HELVETIA 4-30 95,18 19/12/2012

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 9,7600 18/12/2012

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 9,7600 18/12/2012

HELVETIA WORLD EQUITY 108,4500 18/12/2012

HELVETIA EUROPE BALANCED 183,1100 18/12/2012

HELVETIA WORLD BOND 218,5600 18/12/2012

HELVETIA GLOBAL BALANCED 147,8800 18/12/2012

HELVETIA GLOBAL EQUITY 93,2600 18/12/2012

LINEA GARANTITA 11,5080 30/11/2012

LINEA BILANCIATO 11,5080 30/11/2012

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,9740 30/11/2012

LINEA AZIONARIO 7,8790 30/11/2012

Valori al 21/12/2012

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1148,82

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 13,14 19/12/2012 GBP 10,70 19/12/2012 USD 17,41 19/12/2012

Healthcare Opportunities EUR 9,54 20/12/2012 GBP 7,77 20/12/2012 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 17,63 20/12/2012 GBP 10,84 20/12/2012 JPY 1482,58 20/12/2012

UK Absolute Return EUR 12,00 20/12/2012 GBP 9,78 20/12/2012 USD 15,91 20/12/2012 EUR 12,24 20/12/2012 GBP 9,98 20/12/2012 USD 16,23 20/12/2012

Class AClass AClass AClass IClass IClass I m

ldo

A

Valori al 20/12/2012

www.reyl.com

Reyl (Lux) Global SicavElite France-Europe B EUR 95,63Em Mkts Eq B($) USD 150,68Em Mkts Eq F($) USD 149,03Em Mkts Eq J(Chf) CHF 130,52Em Mkts Eq L EUR 148,71Em Mkts Eq O EUR 150,72European Equities B EUR 238,51European Equities C(Chf) CHF 216,89European Equities D($) USD 237,25European Equities F EUR 232,01European Equities H EUR 225,19Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 105,21Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 104,66Long/Short European Eq B EUR 103,92Long/Short European Eq D ($) USD 104,33North American Eq. B($) USD 167,82North American Eq. E EUR 158,21North American Eq. F($) USD 164,33North American Eq. G EUR 153,71North American Eq. H($) USD 154,70

Reyl (Lux) Tactical AllocationsDiv Income D USD 123,59Div Income E EUR 125,55Div Income F EUR 123,87Div Income H USD 122,29Quality Bond Fund D USD 133,41Quality Bond Fund E EUR 134,36Quality Bond Fund F EUR 131,40Quality Bond Fund H USD 130,58

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore ed editore associato:

Pierluigi Magnaschi (02-58219207)

Condirettore: Marino Longoni (02-58219207)

Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339)

Caporedattore centrale: Marco Castoro (06-6976081); Caporedattori: Gianni Macheda (02-58219220); Roberto Miliacca (Roma 06-6976081). Caposervizio: Franco Adriano (06-69760827); Giorgio Bertoni (02-58219321); Giampiero Di Santo (06-69760826). Vicecaposervizio: Cristina Bartelli (02-58219342); Franca Floris (02-58219341); Roberto Gagliardini (02-58219795); Ignazio Marino (02-58219468). Redazione: Lucia Benenati (02-58219926); Marco Capisani (02-58219235); Francesco Cerisano (02-58219333); Luigi Chiarello (02-58219226); Elena Galli (02-58219589); Massimo Galli (02-58219588); Valentina Giannella (02-58219610); Emilio Gioventù (06-69760851); Alessandra Ricciardi (06-69760822); Stefano Sansonetti (06-69760849); Silvana Saturno (02-58219378); Andrea Secchi (02-58219251); Simonetta Scarane (02-58219374); Francesca Sottilaro (02-58219232); Roxy Tomasicchio (02-58219335). Segreteria: Manuela Bettiga (Milano); Anna Cioppa e Flavia Fabi (Roma)

Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Seregni Cernusco srl, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 - Cagliari, L’Unione Editoriale Spa, Via Omodeo, Elmas (Cagliari).Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Executive Chairman: Andrea Mattei. VP Sales: Gianalberto Zapponini. Chief Marketing Officer: Domenico Ioppolo. Group Publisher Periodici: Marina Lemessi. Group Publisher Quotidiani: Francesco Rossi. Direttore Commerciale: Stefano Maggini. Speciali: Danilo Altenburger. Enti-Istituzioni-Pubblica Amministrazione: Carlo Bassi. Design-Architettura-Automotive-Nautica: Donata Casati. Pubblicità Legale: Stefania Garzonio. Centri Media-Agenzie: Diego Olivelli. Finanza-Energia-Servizi Professionali-Estero: Luca Ronzoni. Fashion-Luxury&Beauty: Maurizio Ruggiero. Largo Consumo-TLC-Informatica A/V-Farmaceutica-Tempo Libero-Turismo: Giovanni Russo. Internet: Michele Rossi. Multimedia Creative Solution: Paolo Testa. Area Nord Italia (escluso Lombardia): Stefano Castellani. Area Toscana e Umbria: Andrea Conforti. Area Lazio e Sud Italia: Riccardo Marini. Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.

Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro 320,00 annuale, estero euro 900 annuale: Abbonamento estero via aerea.

ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.

Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 7397 del 21/12/2010

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 42: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

47Sabato 22 Dicembre 2012Sabato 22 MERCATI E FINANZAA Finmeccanica e al fondo Cinven andranno 3,3 miliardi di euro

Avio parla americanoLa divisione Aeronautica a General electric

General electric acqui-sisce la divisione Ae-ronautica di Avio per 3,3 miliardi di euro

dal fondo di private equity Cin-ven e Finmeccanica. Il gruppo americano non acquisirà la divisione Spazio. L’annuncio è stato dato ieri a Milano da David Joyce, presidente e ceo di Ge aviation e da Nani Bec-calli, presidente e a.d. di Ge Europa.

Finmeccanica incassa 260 milioni di euro, che destina alla riduzione dell’indebita-mento. Il prezzo di vendita consente a Finmeccanica di valorizzare al doppio del va-lore di acquisto l’investimento effettuato in Avio nel 2006.Avio, controllata al 100% da Bcv investments, a sua volta partecipata al 14,3% da Fin-meccanica, ha ceduto a Ge le attività afferenti alla propria divisione motori aeronautici. Al termine dell’operazione, Avio conterrà le sole attività nel settore dello spazio non acquisite da Ge. Nel 2011, tali attività hanno generato ricavi per circa 300 milio-

ni di euro, in particolare nel campo dei lanciatori spaziali.«L’operazione ha un’impor-tante valenza finanziaria e industriale», ha sottolineato Giuseppe Orsi, presidente e a.d. di Finmeccanica. «Da un lato, rappresenta una prima rilevante tappa nell’ambito del piano di dismissioni an-nunciato; dall’altro, permette a Finmeccanica di valutare la propria presenza nelle attività spaziali di Avio e di assumere

nel tempo le proprie determi-nazioni in merito».

I ricavi 2011 di Avio nel setto-re aeronautico sono stati di 1,7 miliardi, il 50% circa derivante dalla vendita di componenti a Ge e le sue jv nel settore della produzione di motori aeronau-tici. Nei prossimi 10 anni, Ge-neral electric investirà 1,1 mi-liardi di dollari nella divisione aeronautica di Avio, come ha confermato David Joyce, pre-sidente e a.d. di Ge aviation.

Nel breve, non cambierà l’azionariato della divisione Spazio di Avio, che rimarrà controllata da Cinven e da Finmeccanica, come ha detto Francesco Caio, a.d. della so-cietà. Dopo questa operazione, ha detto Caio, «anche per la di-visione Spazio di Avio si apre una nuova fase, in cui, sotto la guida di Cinven e Finmecca-nica, si defi nirà un quadro di alleanze industriali».

© Riproduzione riservata

Gli azionisti di Enersis, società cilena controllata da Endesa (gruppo Enel), hanno approvato a maggio-ranza l’aumento di capitale proposto da Endesa, per un massimo di 16.441.606.297 nuove azioni di Enersis a un prezzo di 173 pesos cile-ni per azione, per un totale di 5.995 milioni di dollari.Endesa conferirà a Enersis l’intero capitale sociale di Conosur, società nella qua-le Endesa Latam ha fatto confl uire le partecipazioni in 13 società latinoameri-cane del settore elettrico, in prevalenza già parteci-pate da Enersis, a fronte di 9.967.630.058 azioni di Enersis, per un valore de-gli attivi conferiti di 3.643 milioni di dollari. I restanti azionisti potranno sottoscri-vere in denaro 6.473.976.239 azioni di Enersis, per 2.352 milioni di dollari.

L’assemblea straordina-ria di Enersis ha inoltre approvato una condizione sospensiva all’intera ope-razione di aumento di ca-pitale, in base alla quale il perfezionamento è subor-dinato al conferimento in denaro da parte degli altri azionisti, che consenta al socio di maggioranza di non superare il limite di posses-so azionario, fi ssato al 65%.Enel ed Endesa hanno inoltre assunto l’impegno di rendere Enersis l’unico veicolo di investimento del gruppo Enel in America latina per le attività di ge-nerazione, distribuzione e vendita di energia elettrica (fatta eccezione per gli attivi di Enel green power).

© Riproduzione riservata

ENDESA-ENEL

Enersis aumenta

il capitale

Fincantieri ha fi rmato l’accordo, annunciato nei giorni scorsi, per l’acquisizione da Stx Euro-pe del 50,75% di Stx Osv, quotata alla borsa di Singapore, leader mondiale nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale. Con 21 cantieri in tre continenti e ricavi per 4 mi-liardi, il gruppo raddoppia le sue dimensioni.Fincantieri diventa uno dei primi cinque costruttori navali di riferimento su sca-la mondiale e unico produttore occiden-tale, anche per diversificazione, in gra-do di confrontarsi con i giganti asiatici. Rispetto ai primi 4 produttori, tutti coreani,

il gruppo Fincantieri si caratterizza per la leadership in tutti i settori navali high tech.L’operazione, ha spiegato la società, «se-gna l’ingresso di Fincantieri in un seg-mento di mercato complementare rispetto a quelli fi no a oggi presidiati e con-sentirà un incremento dei volumi produttivi».«Da oggi comincia una nuova era per Fincan-tieri», ha detto l’a.d., Giuseppe Bono. «L’acquisi-zione di Stx Osv migliorerà la nostra posizione di competitor internazionale di primo livello».Nomura ha affi ancato Fincantieri nell’intera operazione.

© Riproduzione riservata

Fincantieri tra i cantieri top 5 al mondo

STUDI&RICERCA

Autostrade si alleacon Bocconi

È stata siglata ieri la part-nership tra Autostrade per l’Italia (gruppo Atlantia) e università Bocconi con il dop-pio obiettivo di fare ricerca sulle infrastrutture, con un focus sulle migliori espe-rienze a livello mondiale e di contribuire al processo di sviluppo e internazionalizza-zione della Bocconi.

La collaborazione prevede una donazione da parte di Autostrade per l’Italia, che andrà in parte al fi nanzia-mento del nuovo Laborato-rio infrastrutture istituito presso la Bocconi per la re-alizzazione di un piano di ricerca annuale e in parte alla costituzione di un fondo di capitale il cui rendimen-to fi nanzierà le iniziative di internazionalizzazione della Bocconi.

«La creazione del Labo-ratorio infrastrutture», ha detto l’a.d. di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castelluc-ci, «consentirà di colmare l’attuale carenza di ricerca scientifi ca nel settore delle infrastrutture in Italia e di arricchire il dibattito pub-blico sul tema, troppo spesso legato più a schemi ideologici che a dati ed esperienze in-ternazionali».

© Riproduzione riservata

ppddasssEidvglnv(d

DISMISSIONI

Da Maire, riordino bis finanziario

Il cda di Maire Tecnimont ha approvato l’aggiorna-mento del progetto di ri-organizzazione fi nanziaria (già comunicato al mercato il 14 novembre); prevede tra l’altro un piano di dismis-sioni di asset non più stra-tegici nel periodo 2013-2014 per 300 milioni di euro.Il piano prevede la cessione, tra l’altro, della centrale a biomassa di Olevano di Lo-mellina, di attività relative alle infrastrutture civili, alcuni asset immobiliari. Procede, inoltre, il progetto di riorganizzazione fi nan-ziaria. Sono in corso tratta-tive con gli istituti bancari, per riallineare il debito alle esigenze di pianifi cazione industriale. Infine, prose-guono i lavori per l’aumento di capitale, nell’ambito della quale è stato individuato il partner industriale strategi-co a cui riservare una quota fi no al 10%. La società vuole concludere il processo entro il primo trimestre del 2013.Il complesso delle opera-zioni in atto, una volta completato, consentirà la ripatrimonializzazione del gruppo e della controllata Tecnimont.

© Riproduzione riservata

Enel green power ha avviato la costruzione di un impianto eolico in Cile. Sarà costituito da 45 tur-bine eoliche da 2 MW cia-scuna. Produrrà a regime oltre 200 GWh all’anno, evitando l’emissione in atmosfera di più di 165 mila tonnellate di CO2.L’investimento è di 140 milioni di dollari.

In America latina, Egp gestisce impianti da fonti rinnovabili in Messico, Co-sta Rica, Guatemala, Pa-nama, Cile e Brasile, per una capacità di 901 MW. Nell’eolico, ha due impian-ti in Messico per 144 MW, uno da 24 MW in Costa Rica e sta realizzando tre progetti in Brasile da 90 MW totali.

Egp crescein Cile

www.italiaoggi.it

IN EDICOLA

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 43: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

SEMPREINDIPENDENTE

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl ** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/11/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/11/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Index Linked Bull Dividend 99,120 BARCLAYS BANK PLC A2 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 154,115 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie I 153,965 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 154,964 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 153,965 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 152,965 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 151,965 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

PROSPETTO DEI POLIZZE INDEX

Adesso Index Aprile ‘07 98,990 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa2 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio ‘07 99,924 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa3 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg altiplano marzo 07 99,909 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile ‘07 98,910 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile ‘07 98,800 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Derby Index Linked Dicembre 2006 99,650 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | A- **

Index Scatto piu’ Persona Life 100,000 SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Index Up 1-2008 96,000 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Scelgo Index 13 100,000 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC A2 | A+ | A

Scelgo Index 14 99,870 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 10 99,987 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 11 106,160 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Carismi Più Certezza 3 100,007 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

CARISMI Più Certezza 8 96,720 UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 96,590 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 44: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/11/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 100,220 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 99,010 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Crescita Sicura Serie III 2007 98,830 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 98,726 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | BBB | BBB+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 99,550 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XVI DICEMBRE 2006 99,550 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 100,220 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 99,010 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 97,200 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIV 99,550 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V 99,010 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 100,220 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 98,830 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 98,726 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | BBB | BBB+

Lombarda vita 6&6 102,880 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 102,880 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 107,900 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+ SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 101,360 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 100,243 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Classic Markets 101,440 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 102,460 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 103,000 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A2 | AA- | A

Lombarda Vita Euro Sector New 100,500 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 100,220 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 99,010 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 98,830 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 98,726 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | BBB | BBB+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 99,550 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A+

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

PENSIONELA

www.cattolicaprevidenza.com

VALORI CORRENTI DELLE LINKED DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 30 NOVEMBRE 2012

Previsioni nelle città d’Italia

min max S D L

PIEMONTE Alessandria 4 6 Asti 5 7 Cuneo 6 9 Novara 3 7 Torino 6 8 Verbania 6 9 Vercelli 3 8 VALLE D’AOSTA

Aosta 2 3 LOMBARDIA

Bergamo 2 6 Brescia 0 3 Como 4 7 Cremona 2 5 Lecco 3 7 Lodi 2 6 Mantova 2 5 Milano 2 4 Pavia 2 4 Sondrio 3 6 Varese 4 7 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano 2 6 Trento 7 8 VENETO

Belluno 3 7 Padova 1 5 Rovigo 1 5 Treviso 2 6 Venezia 0 6 Verona 2 5 Vicenza 1 6 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 6 10 Pordenone 2 9 Trieste 6 11 Udine 4 9 LIGURIA

Genova 8 12 Imperia 9 13 La Spezia 7 9 Savona 7 11 EMILIA-ROMAGNA

Bologna 0 6 Ferrara 1 4 Forlì 0 6 Modena 3 7 Parma 4 6 Piacenza 1 4 Ravenna 1 6 Reggio Emilia 4 8 Rimini 1 6 TOSCANA

Arezzo 1 9 Firenze 4 9 Grosseto 3 12 Livorno 6 12 Lucca 6 11 Massa Carrara 7 11 Pisa 4 11 Pistoia 6 11 Prato 5 10

min max S D L

Siena 3 9 UMBRIA

Perugia 2 7 Terni 6 11 MARCHE

Ancona 1 8 Ascoli Piceno 3 8 Macerata 3 7 Pesaro 2 7 Urbino 2 6 LAZIO

Frosinone 3 12 Latina 3 12 Rieti 6 10 Roma 5 13 Viterbo 3 9 ABRUZZO

Chieti 2 9 L’Aquila 1 6 Pescara 2 12 Teramo 3 9 MOLISE

Campobasso 2 5 Isernia 1 7 CAMPANIA

Avellino 3 10 Benevento 6 11 Caserta 5 12 Napoli 3 14 Salerno 6 12 PUGLIA

Bari 4 11 Brindisi 6 11 Foggia 4 9 Lecce 5 11 Taranto 4 11 BASILICATA

Matera 2 8 Potenza 2 5 CALABRIA

Catanzaro 5 11 Cosenza 7 12 Crotone 6 11 Lamezia Terme 4 14 Reggio Calabria 9 12 Vibo Valentia 3 9 SICILIA

Agrigento 8 12 Caltanissetta 7 11 Catania 4 14 Enna 4 7 Messina 10 12 Palermo 11 14 Ragusa 4 10 Siracusa 7 14 Trapani 11 15 SARDEGNA

Cagliari 9 16 Nuoro 7 12 Olbia 7 16 Oristano 9 16 Sassari 9 13

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

Cagliari +16Brescia 0

Domani

®

classmeteo.com

POCO NUVOLOSO NUVOLOSONEBBIASERENO VARIABILE

PIOGGIA INTENSA

PIOGGIA MODERATA

NEVE PIOGGIA

NEVETEMPORALI

PER SAPERE CHE TEMPO FA E FARÀ IN ITALIA E NEL MONDOBASTA DIGITARE LA LOCALITÀ SU WWW.CLASSMETEO.COM

Canale 27 digitale terrestre

MARE

Calmo

QuasicalmoPoco

mosso

Mosso

Moltomosso

Agitato

Moltoagitato

Grosso

VENTO

Debole

Moderato

Forte

Molto forte

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 45: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

se hai fino a trent’anni compiuti, con young gas e luce puoi avere:

- uno sconto del 15%, per i primi 3 anni, sulla componente energia del prezzo gas e luce,

definita e periodicamente aggiornata dall’AEEG;

- la comodità di poter gestire le tue forniture di gas e luce direttamente online, dove troveraiun’ampia gamma di servizi dedicati.

Passa al mercato libero con young gas e luce di eni. Potrai aderire solo online entro il 31/01/2013.

Info e condizioni su eni.com

nasce oggi young gas e luce: la soluzione pensata da eni per i giovani che vogliono risparmiare sulle spese energetiche di casa.

eni gas e luce la soluzione più semplicevai su eni.com

scopri young gas e luce:il nuovo pacchetto di eni dedicato ai giovani

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 46: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

riparti con

Esprimi la tua arte responsabilmente, solo negli spazi autorizzati

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 47: latasa si ln a-m tic ha cibilit à de lle auto a zie ndpos ... za legale e tariffe professionali ad hoc. Debuttano le specializzazioni. Ventura a pagina 35 Stavolta il Berlusconi co-municatore

Risposte rapide, così il tuo lavoro non rischia di fermarsi.

Colpita dall’alluvione, Euroyacht ha subito chiamato Zurich: grazie al nostro pronto

intervento, la produzione è ritornata velocemente alla normale attività. Zurich

fornisce assistenza alle aziende proprio quando serve, dalla grande azienda al piccolo

negozio. Chiedi subito anche tu una consulenza su www.zurich.it/imprese

Prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo informativo disponibile presso gli intermediari assicurativi e sul sito www.zurich.it. Zurich Insurance plc Rappresentanza Generale per l’Italia, è una società del Gruppo Zurich.

« L’alluvione che ci ha colpito poteva fermarci. Ma grazie all’aiuto immediato di Zurich, siamo ripartiti subito.» Massimo Nelli, Presidente,

Euroyacht Srl

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it