Alfieri: il rottamatore esclude il governissimo e punta alla segreteria «Ma Renzi...

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MERCOLEDÌ 6 MARZO 2013 3 piacere anche al M5S. Ma c'è anche chi, co- me Michele Santoro, si diverte a ragionare su un possibile esecutivo sostenuto da Pd e M5S. Anche i cattolici iniziano a interrogarsi sul fenomeno a 5 Stelle: un sondaggio dice che tra i credenti il movimento ha raggiunto il 20% dei consensi, grazie all'erosione di Pdl e Pd che tuttavia, con il 24%, sono i partiti preferiti. Su Avvenire un editoriale sostiene che "non può essere il disprezzo del proprio Paese a muovere una politica migliore". Ma non cala la ormai continua tensione tra il M5S e la stampa italiana: sul blog di Beppe Grillo nella rubrica "TzeTze" è comparso ie- ri un nuovo attacco contro i giornalisti che diventano i giornalisti "Ruzzle". Nasce però anche il sito "Liberare il MoVimento 5 Stel- le", che si propone di "affrancare i deputati e i senatori eletti, dall'influenza di Beppe Gril- lo e Gianroberto Casaleggio, perché possa- no prendere posizione e decidere che linea seguire in maniera indipendente". Bersani, un po’ Moro un po’ Botteghe Oscure VARESE - Non ci sarà un gover- nissimo Pd-Pdl guidato da Mat- teo Renzi. L’ipotesi ha ripreso quota ieri per qualche ora, dopo che Mario Monti ha ricevuto a Pa- lazzo Chigi il sindaco di Firenze. Incontro «istituzionale», ha chia- rito l’ex rivale di Bersani alle pri- marie. «Appuntamento fissato molto prima delle elezioni», ha ri- badito la presidenza del Consi- glio. Ma non sono queste precisa- zioni, il cui tono diplomatico può far pensare proprio il contrario, a cancellare dagli schermi di Napo- litano un tentativo di Renzi se fal- lirà quello del leader del Pd. So- no le ragioni politiche espresse dall’area renziana, guidata a Va- rese da Alessando Alfieri. Grillo sommerge ogni giorno di "no" qualsiasi appello al "senso di responsabilità" e a votare la fi- ducia a un governo, politico o tec- nico che sia. Se Bersani convince- rà Napolitano a conferirgli l’inca- rico per ottenere i voti del Cinque Stelle allo stato delle cose andrà «a sbattere», come dice Berlusco- ni. Il paradosso è che allo stesso senso di responsabilità si appella il Pdl nel premere sul Pd per il go- vernissimo. Ma con la stessa fer- mezza con cui Grillo e Casaleg- gio blindano le porte al Pd, il Pd le spranga al Pdl. Si può capire che il vostro segre- tario non se la senta di "spor- carsi" le mani con il Pdl, ma non potrebbe farlo Renzi? «No, assolutamente. Renzi ha ap- poggiato lealmente Bersani nella campagna elettorale e oggi gli sta dando una mano in questa fase de- licata, mettendo il Movimento 5 Stelle di fronte alla scelta se con- tribuire a rinnovare il Paese o a sfasciarlo. Come si può pensare di combattere la corruzione o fa- re una legge sul conflitto di inte- ressi con Berlusconi?» Chiaramente certe cose non sa- rebbero possibili, ma almeno le riforme economiche necessarie a ridare fiato alle famiglie e alle imprese forse sì. «No, di Berlusconi non ci si può fidare, l’ha già dimostrato in que- sto anno di governo Monti». Non crede che un governissimo Renzi con un programma dedi- cato a combattere la disoccupa- zione e a dare ossigeno alle im- prese potrebbe almeno evitare un traumatico ritorno al voto nel giro di due mesi? «Nemmeno Renzi pensa a una ipotesi del genere. Se il tentativo di Bersani dovesse fallire, lo sbocco probabile sarà un altro: un governo "del presidente", per fare la riforma elettorale, garanti- re il rispetto degli impegni con la Ue e poi ripetere le elezioni». E a cosa pensa invece Renzi? «A sostenere lealmente Bersani, l’ho detto. E lo sta dimostrando. Se invece parliamo di prospetti- ve, quella cui guarda adesso Ren- zi, per la prima volta, è piuttosto la segreteria del partito. Ha capi- to bene che è soltanto da lì che può essere avviato il rinnovamen- to del Pd. E posso dire che pro- prio la correttezza del suo com- portamento dopo le primarie sta convincendo anche diversi soste- nitori di Bersani a vedere in lui un leader credibile». Quindi, non si vuole bruciare con il governissimo pensando a candidarsi a un prossimo con- gresso del Pd? «Sarebbe davvero stupido se il Pd bruciasse una risorsa come lui per una follia che non porterebbe da nessuna parte. Anch’io capi- sco e condivido la linea di Bersa- ni, che non è disponibile a forma- re un governo con Berlusconi. Come non lo è Renzi. La direzio- ne del partito non lascerà dubbi». Avanti con il pressing sui "gril- lini", dunque? «Cerchiamo di stanarli su un pro- gramma che ha molti punti in co- mune con il loro. Vogliamo far- gli capire che hanno l’occasione di dimostrarsi forza di cambia- mento reale e non virtuale del Paese. Ma per farlo occorre il sen- so di responsabilità di votare la fi- ducia a un governo. Abbiamo un Senato completamente ingover- nabile: se i parlamentari del Mo- vimento 5 Stelle rifiuteranno il programma di riforme di Bersa- ni, si assumerano una responsabi- lità davvero molto grave. E poi dovranno riuscire a spiegare il lo- ro no». Spiegazione semplice: avere an- cora più peso nel prossimo Par- lamento. «Il punto su cui devono riflettere è proprio questo: viene prima il bene del Paese o l’obiettivo di au- mentare i consensi al proprio mo- vimento?» Federico Bianchessi (F.Bi.) C’è qualcosa di nobile e insieme di scaltro nella pertinacia con cui Bersani cerca di coinvolge- re i grillini nella maggioranza. La parte nobile rispec- chia un atteggiamento da statista che ricorda quel- lo che avrebbe potuto tenere Aldo Moro in una simi- le circostanza: il tentativo di includere nel governo anche le forze più alternative, allora alla Dc, come il Pci, oggi il Movimento 5 Stelle.Quello moroteo si proiettava su tempi lunghi, potenzialmente infiniti quanto le famose "convergenze parallele". Bersani non ha però a disposizione tanto tempo. E’ anzi un po’ come il Moro prigioniero delle Br: persino di fronte a un processo che punta - nel caso del M5S, s’intende, con le sole pallottole dei voti - a ribaltare il sistema e che lo condanna a essere un "morto che cammina", non rinuncia a cercare il filo di un dialogo che eviti il disastro. Sa di puntare sull’im- possibile. Sa che il sistema è marcio, sul punto di crollare da solo. E sa di giocarsi la sua vita politica. Ma ci prova, perché l’alternativa offerta dai presunti rivoluzionari non è il risanamento, ma il caos. Il falli- mento di Moro fu in realtà nel convincere al dialogo la Dc, e soprattutto nel farle prendere coscienza della sua crisi, più che non persuadere i carcerieri a trattare con lo Stato. E i grillini temono questo: che anche Bersani non porti con sé alcun vero consen- so a riformare la politica e, una volta "liberato l’ostag- gio" con il voto di fiducia in Senato, niente cambi. Ma la strategia del leader Pd implica anche una scaltrezza da ex ragazzo di Botteghe Oscure: far ve- nire avanti l’avversario minandogli il terreno sotto i piedi, puntando a farlo esplodere sulle sue contrad- dizioni "di classe". E Bersani, e con lui gli ex-Pci, è convinto che ce ne siano tante nella pesca miraco- losa fatta da Grillo con la rete di internet. Si tratta di premere e tirare, tirare e premere: e qualche stella salterà via dalle Cinque. Se non ora, alle prossime elezioni. Anche il duro no alle offerte del Pdl ha un senso in vista del bis elettorale: tenere Berlusconi fuori dal governo per indebolirlo agli occhi moderati nella sfida decisiva. Che sarà un referendum, ma stavolta tra Bersani - o il suo ormai delfino Renzi - e Grillo. La campagna elettorale è ricominciata. Napolitano non accelera i tempi Oggi la direzione dei Democratici Alfieri: il "rottamatore" esclude il governissimo e punta alla segreteria «Ma Renzi non si brucia» CONTROCANTO ROMA - Prende tempo il Colle di fronte a un quadro politico che resta ibernato dal giorno del voto e che non fornisce, al momento, una via d'uscita. Così per il presidente della Repubblica è stato gio- coforza prendere atto che una anticipa- zione della seduta della camere di qual- che giorno non avrebbe facilitato la parti- ta, anzi. Difficoltà di vario ordine - ha spiegato Giorgio Napolitano in una nota - hanno impedito di bruciare le tappe e quindi il calendario resta fissato per ve- nerdì 15. Meglio così - sembra il ragiona- mento - perché avremo a disposizione "ancora un ampio spazio per una profi- cua fase preparatoria delle consultazioni per la formazione del governo". Resta, è ovvio, il suo auspicio affinché le opera- zioni per l'insediamento delle camere e la costituzione dei gruppi parlamentari si possano svolgere "con la massima sol- lecitudine possibile". Il problema è che la situazione resta in- cartata, con Grillo e i suoi che stanno fa- cendo saltare i nervi agli interlocutori sul governo tecnico, e non solo. Grillo e i suoi spiegano che il loro obiettivo resta quello di un esecutivo a 5 Stelle spiaz- zando così anche il Pd "dialogante" alle prese con la direzione che oggi dovrà da- re il mandato pieno a Bersani. Il segreta- rio del Pd infatti continua a puntare i pie- di per l'incarico a Palazzo Chigi anche se la sua certezza di riuscire a coinvolgere i grillini a questo punto non appare più co- sì granitica.

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  • MERCOLEDÌ 6 MARZO 2013 3

    piacere anche al M5S. Ma c'è anche chi, co-meMichele Santoro,si diverte a ragionaresu un possibile esecutivo sostenuto da Pd eM5S.Anche i cattolici iniziano a interrogarsi sulfenomeno a 5 Stelle: un sondaggio dice chetra i credenti il movimento ha raggiunto il20% dei consensi, grazie all'erosione di Pdle Pd che tuttavia, con il 24%, sono i partitipreferiti. SuAvvenireun editoriale sostieneche "non può essere il disprezzo del proprioPaese a muovere una politica migliore".Ma non cala la ormai continua tensione tra ilM5S e la stampa italiana: sul blog di BeppeGrillo nella rubrica "TzeTze" è comparso ie-ri un nuovo attacco contro i giornalisti chediventano i giornalisti "Ruzzle". Nasce peròanche il sito "Liberare il MoVimento 5 Stel-le", che si propone di "affrancare i deputati ei senatori eletti, dall'influenza di Beppe Gril-lo eGianroberto Casaleggio, perché possa-no prendere posizione e decidere che lineaseguire in maniera indipendente".

    Bersani, un po’ Moroun po’ Botteghe Oscure

    VARESE - Non ci sarà un gover-nissimo Pd-Pdl guidato da Mat-teo Renzi. L’ipotesi ha ripresoquota ieri per qualche ora, dopoche Mario Monti ha ricevuto a Pa-lazzo Chigi il sindaco di Firenze.Incontro «istituzionale», ha chia-rito l’ex rivale di Bersani alle pri-marie. «Appuntamento fissatomolto prima delle elezioni», ha ri-badito la presidenza del Consi-glio. Ma non sono queste precisa-zioni, il cui tono diplomatico puòfar pensare proprio il contrario, acancellare dagli schermi di Napo-litano un tentativo di Renzi se fal-lirà quello del leader del Pd. So-no le ragioni politiche espressedall’area renziana, guidata a Va-rese da Alessando Alfieri.Grillo sommerge ogni giorno di"no" qualsiasi appello al "sensodi responsabilità" e a votare la fi-ducia a un governo, politico o tec-nico che sia. Se Bersani convince-rà Napolitano a conferirgli l’inca-rico per ottenere i voti del CinqueStelle allo stato delle cose andrà«a sbattere», come dice Berlusco-ni. Il paradosso è che allo stessosenso di responsabilità si appellail Pdl nel premere sul Pd per il go-vernissimo. Ma con la stessa fer-mezza con cui Grillo e Casaleg-gio blindano le porte al Pd, il Pdle spranga al Pdl.Si può capire che il vostro segre-tario non se la senta di "spor-carsi" le mani con il Pdl, manon potrebbe farlo Renzi?«No, assolutamente. Renzi ha ap-poggiato lealmente Bersani nellacampagna elettorale e oggi gli stadando una mano in questa fase de-licata, mettendo il Movimento 5Stelle di fronte alla scelta se con-tribuire a rinnovare il Paese o asfasciarlo. Come si può pensare

    di combattere la corruzione o fa-re una legge sul conflitto di inte-ressi con Berlusconi?»Chiaramente certe cose non sa-rebbero possibili, ma almeno leriforme economiche necessariea ridare fiato alle famiglie e alleimprese forse sì.«No, di Berlusconi non ci si puòfidare, l’ha già dimostrato in que-sto anno di governo Monti».Non crede che un governissimoRenzi con un programma dedi-cato a combattere la disoccupa-zione e a dare ossigeno alle im-prese potrebbe almeno evitareun traumatico ritorno al voto

    nel giro di due mesi?«Nemmeno Renzi pensa a unaipotesi del genere. Se il tentativodi Bersani dovesse fallire, losbocco probabile sarà un altro:un governo "del presidente", perfare la riforma elettorale, garanti-re il rispetto degli impegni con laUe e poi ripetere le elezioni».E a cosa pensa invece Renzi?«A sostenere lealmente Bersani,l’ho detto. E lo sta dimostrando.Se invece parliamo di prospetti-ve, quella cui guarda adesso Ren-zi, per la prima volta, è piuttostola segreteria del partito. Ha capi-to bene che è soltanto da lì che

    può essere avviato il rinnovamen-to del Pd. E posso dire che pro-prio la correttezza del suo com-portamento dopo le primarie staconvincendo anche diversi soste-nitori di Bersani a vedere in luiun leader credibile».Quindi, non si vuole bruciarecon il governissimo pensando acandidarsi a un prossimo con-gresso del Pd?«Sarebbe davvero stupido se ilPd bruciasse una risorsa come luiper una follia che non porterebbeda nessuna parte. Anch’io capi-sco e condivido la linea di Bersa-ni, che non è disponibile a forma-re un governo con Berlusconi.Come non lo è Renzi. La direzio-ne del partito non lascerà dubbi».Avanti con il pressing sui "gril-lini", dunque?«Cerchiamo di stanarli su un pro-gramma che ha molti punti in co-mune con il loro. Vogliamo far-gli capire che hanno l’occasionedi dimostrarsi forza di cambia-mento reale e non virtuale delPaese. Ma per farlo occorre il sen-so di responsabilità di votare la fi-ducia a un governo. Abbiamo unSenato completamente ingover-nabile: se i parlamentari del Mo-vimento 5 Stelle rifiuteranno ilprogramma di riforme di Bersa-ni, si assumerano una responsabi-lità davvero molto grave. E poidovranno riuscire a spiegare il lo-ro no».Spiegazione semplice: avere an-cora più peso nel prossimo Par-lamento.«Il punto su cui devono riflettereè proprio questo: viene prima ilbene del Paese o l’obiettivo di au-mentare i consensi al proprio mo-vimento?»

    Federico Bianchessi

    (F.Bi.) C’è qualcosa di nobile e insieme di scaltronella pertinacia con cui Bersani cerca di coinvolge-re i grillini nella maggioranza. La parte nobile rispec-chia un atteggiamento da statista che ricorda quel-lo che avrebbe potuto tenere Aldo Moro in una simi-le circostanza: il tentativo di includere nel governoanche le forze più alternative, allora alla Dc, come ilPci, oggi il Movimento 5 Stelle.Quello moroteo siproiettava su tempi lunghi, potenzialmente infinitiquanto le famose "convergenze parallele". Bersaninon ha però a disposizione tanto tempo. E’ anzi unpo’ come il Moro prigioniero delle Br: persino difronte a un processo che punta - nel caso del M5S,s’intende, con le sole pallottole dei voti - a ribaltareil sistema e che lo condanna a essere un "mortoche cammina", non rinuncia a cercare il filo di undialogo che eviti il disastro. Sa di puntare sull’im-possibile. Sa che il sistema è marcio, sul punto dicrollare da solo. E sa di giocarsi la sua vita politica.Ma ci prova, perché l’alternativa offerta dai presuntirivoluzionari non è il risanamento, ma il caos. Il falli-mento di Moro fu in realtà nel convincere al dialogola Dc, e soprattutto nel farle prendere coscienzadella sua crisi, più che non persuadere i carcerieri atrattare con lo Stato. E i grillini temono questo: cheanche Bersani non porti con sé alcun vero consen-so a riformare la politica e, una volta "liberato l’ostag-gio" con il voto di fiducia in Senato, niente cambi.Ma la strategia del leader Pd implica anche unascaltrezza da ex ragazzo di Botteghe Oscure: far ve-nire avanti l’avversario minandogli il terreno sotto ipiedi, puntando a farlo esplodere sulle sue contrad-dizioni "di classe". E Bersani, e con lui gli ex-Pci, èconvinto che ce ne siano tante nella pesca miraco-losa fatta da Grillo con la rete di internet. Si tratta dipremere e tirare, tirare e premere: e qualche stellasalterà via dalle Cinque. Se non ora, alle prossimeelezioni. Anche il duro no alle offerte del Pdl ha unsenso in vista del bis elettorale: tenere Berlusconifuori dal governo per indebolirlo agli occhi moderatinella sfida decisiva. Che sarà un referendum, mastavolta tra Bersani - o il suo ormai delfino Renzi - eGrillo. La campagna elettorale è ricominciata.

    Napolitano non accelera i tempiOggi la direzione dei Democratici

    Alfieri: il "rottamatore" esclude il governissimo e punta alla segreteria

    «Ma Renzi non si brucia»

    CONTROCANTO

    ROMA - Prende tempo il Colle di frontea un quadro politico che resta ibernatodal giorno del voto e che non fornisce, almomento, una via d'uscita. Così per ilpresidente della Repubblica è stato gio-coforza prendere atto che una anticipa-zione della seduta della camere di qual-che giorno non avrebbe facilitato la parti-ta, anzi. Difficoltà di vario ordine - haspiegato Giorgio Napolitano in una nota- hanno impedito di bruciare le tappe equindi il calendario resta fissato per ve-nerdì 15. Meglio così - sembra il ragiona-mento - perché avremo a disposizione"ancora un ampio spazio per una profi-cua fase preparatoria delle consultazioniper la formazione del governo". Resta, èovvio, il suo auspicio affinché le opera-

    zioni per l'insediamento delle camere ela costituzione dei gruppi parlamentarisi possano svolgere "con la massima sol-lecitudine possibile".Il problema è che la situazione resta in-cartata, con Grillo e i suoi che stanno fa-cendo saltare i nervi agli interlocutorisul governo tecnico, e non solo. Grillo ei suoi spiegano che il loro obiettivo restaquello di un esecutivo a 5 Stelle spiaz-zando così anche il Pd "dialogante" alleprese con la direzione che oggi dovrà da-re il mandato pieno a Bersani. Il segreta-rio del Pd infatti continua a puntare i pie-di per l'incarico a Palazzo Chigi anche sela sua certezza di riuscire a coinvolgere igrillini a questo punto non appare più co-sì granitica.