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L’ASL Salerno in cifre

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Progetto «Audit clinico-organizzativo

dei processi di assistenza territoriale»

• La ASL Salerno ha varato nell’Ottobre 2008, il Progetto aziendale “Audit clinico ed organizzativo

dei processi di assistenza territoriale prestata dai Distretti di base a persone con bisogni di salute

complessi”.

• L’obiettivo è stato implementare un programma permanente di monitoraggio e valutazione

dell’appropriatezza dell’assistenza fornita dalle aree ad elevata integrazione sociosanitaria

(Materno-Infantile, Anziani/Cure Domiciliari, Riabilitazione, Dipendenze Patologiche, Salute

Mentale) dei Distretti Sanitari di base.

• L’esigenza di avviare il Progetto nasce dall’osservazione sistematica, effettuata nel corso dei primi

due quadrimestri 2008, dei comportamenti tenuti dalle succitate aree sociosanitarie del sistema

distrettuale aziendale, arruolato per disposizione dell’Assessorato alla Sanità della Regione

Campania nel Progetto per il monitoraggio e l’informatizzazione delle prestazioni previste dai

Livelli Essenziali di Assistenza sociosanitaria, erogate dalle AA.SS.LL. ai sensi del D.P.C.M.

29.11.2001 (D.G.R.C. n. 476 del 25.03.04. Al 2004 sono seguiti circa due bienni di sperimentazione prima della messa a

regime del sistema di monitoraggio, avvenuta a partire dal Gennaio 2008).

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Audit mediante standard Joint Commission • Per l’Audit clinico-organizzativo dei percorsi assistenziali complessi erogati dal sistema distrettuale

aziendale, è stato utilizzato – mediante un lavoro di selezione ed adattamento dall’insieme di standard definito dalla Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organizations per l’accreditamento delle organizzazioni sanitarie relativamente ai processi clinico-organizzativi rivolti a pazienti lungoassistiti ad elevata complessità assistenziale - un panel di 38 criteri

• La percentuale di non-conformità riscontrata per ognuno di essi nelle 143 cartelle cliniche analizzate, e con il valore complessivo di non-conformità che è pari al 57,1%.

• La Joint Commission ha elaborato un sistema di rating – l’Evidence of Standards Compliance relativo al livello di conformità delle organizzazioni sanitarie agli standard clinico-organizzativi, per le procedure di accreditamento. In questo metodo valutativo sono definite tre categorie ossia A, B e C:

– per la categoria “A” il livello di compliance registrata si attesta nel range 90 - 100%

(= Satisfactory Compliance);

– per la categoria “B” il livello di compliance registrata si attesta nel range 80-89%

(= Partial Compliance);

– per la categoria “C” il livello di compliance registrata si attesta al di sotto del 79%

(= Insufficient Compliance).

• Alla luce di questo strumento di valutazione, il sistema distrettuale, si attesta ben al di sotto del limite del 79% della categoria “C”.

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Non-conformità per fasi del

percorso assistenziale

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Il «Cantiere per l’appropriatezza assistenziale»

“Creare un habitat organizzativo condiviso per favorire la crescita della Comunità di Pratica delle cure primarie e delle reti assistenziali del territorio”, che operi per recuperare le capacità di costruzione e governo dei percorsi assistenziali e la relativa appropriatezza clinica ed organizzativa.

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Il Programma C.A.R.E.

Obiettivo: costruire un’organizzazione orientata da strategie finalizzate a migliorare l’appropriatezza delle cure volte a fornire risposte ai bisogni di salute complessi.

Metodo: coordinamento tra gli attori locali, finalizzato a definire un’alleanza per realizzare un ambiente operativo che promuova quel genere di cambiamenti, di comportamenti e di effetti che si producono più facilmente in un sistema assistenziale allargato.

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Un sistema per la gestione integrata delle patologie complesse

Il Programma C.A.R.E. mira a realizzare un sistema per la gestione integrata delle patologie complesse secondo il Chronic Care Model. Quest’ultimo intercetta le criticità evidenziate dall’Audit clinico-organizzativo, in quanto progettato per dare coerenza agli elementi fondamentali per la presa in carico dei pazienti e la gestione della continuità dell’assistenza.

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I percorsi sperimentali del Programma C.A.R.E. (fine 2009 – 2010)

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Il percorso di consolidamento della comunità All’interno del “Cantiere” gli operatori impegnati nei Distretti hanno partecipato da Gennaio 2010 a Giugno 2011, con decorso sequenziale:

1. al Progetto formativo semestrale «Journal Club per l’Appropriatezza dei Percorsi Assistenziali: supportare i passaggi decisionali del processo assistenziale con i criteri della Pratica Basata sulle Prove di Efficacia»;

2. al Progetto di Formazione-Intervento ottomestrale “Cronicità, Cure Primarie e Governance della rete dei processi territoriali”.

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FINALITA’ • Diffondere l’uso degli strumenti di Clinical Governance

territoriale quale veicolo per ridurre il divario fra professional (competenze clinico-assistenziali) e manager (competenze organizzativo-gestionali) e migliorare le perfomances clinico-assistenziali-organizzative delle équipes multidisciplinari impegnate nella gestione di pazienti in condizioni di cronicità.

• Acquisire strumenti per governare la complessità organizzativa dei processi territoriali, favorendo il miglioramento dell’appropriatezza e della qualità professionale dei servizi orientati alla cronicità e la loro sostenibilità economica.

• Diffondere la competenza per pianificare e gestire efficacemente progetti a livello dell’assistenza distrettuale.

• Favorire l’introduzione e la diffusione di strumenti di Clinical Governance territoriale ad impatto diretto sulla gestione delle Unità Operative distrettuali e sui risultati delle cure ai pazienti, con particolare riferimento alle tecniche di Evidence Based Practice, Audit clinico-organizzativi, valutazione e miglioramento mediante sistemi di indicatori multidimensionali.

• Favorire l’implementazione di strumenti di Clinical Governance a livello di staff delle Direzioni distrettuali per migliorare il supporto amministrativo-gestionale alle Unità Operative dei Distretti di base nei percorsi di miglioramento continuo, con riferimento alla programmazione e gestione delle risorse, ai sistemi informativi a supporto dei processi decisionali, al benessere organizzativo, agli strumenti di informazione e partecipazione dei cittadini.

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Gli obiettivi dei progetti di formazione-intervento e la costituzione dei team distrettuali

Questi progetti hanno perseguito due obiettivi paralleli:

a. consolidare le competenze per pianificare e gestire efficacemente i processi assistenziali in una logica di Clinical Governance territoriale

b. consentire di valutare l’efficacia delle azioni di miglioramento intraprese all’interno del “Cantiere” e sostenere l’acquisizione delle skills utili per attivare percorsi assistenziali condivisi in luogo di «sequenze di prestazioni» e dunque accompagnare una rimappatura cognitiva del modello di assistenza primaria per i bisogni di salute complessi.

In tal modo sono stati costituiti Team multiprofessionali distrettuali integrati, che hanno pianificato ed avviato la valutazione di “cantierabilità” di percorsi assistenziali distrettuali in ognuno dei Distretti sanitari, capaci di garantire presa in carico e continuità assistenziale per ben individuati gruppi omogenei di cittadini con bisogni di salute complessi

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Distretto n° 60 - Nocera Inferiore

• “Rifacciamoci le ossa: l’osteoporosi. Come affrontare l’osteoporosi”

Distretto n° 61 - Scafati/Angri

• “Definizione percorso di presa in carico dei pazienti con malattie neurodegenerative”

• “PUA: parliamo un linguaggio comune”

Distretto n° 62 - Pagani/Sarno

• “Gestione dell’autocontrollo del diabete di tipo II”

Distretto n° 63 - Cava/Costa d’Amalfi

• “Il Sistema di Cure Domiciliari e nuovi modelli di azione, integrazione ed interazione”

Distretto n° 64 - Eboli/Buccino

• “Audit clinico nelle Cure Domiciliari: nuovi LEA e transizione organizzativo-gestionale nell’equilibrio costi-qualità”

Distretto n° 65 - Battipaglia

• “La presa in carico del paziente diabetico di tipo II”

Distretto n° 66 - Salerno

• “Lo scompenso in rete: Continuità Assistenziale nel paziente con scompenso cardiaco”

Distretto n° 67 - Mercato S. Severino • “Implementazione dei PDT per i pazienti affetti da insufficienza

respiratoria cronica con programma di ossigenoterapia e/o ventilazione meccanica domiciliare a lungo termine, invasiva e non invasiva”

Distretto n° 68 - Pontecagnano/Giffoni • “Diabete: come migliorare il percorso assistenziale in ambito

territoriale”

Distretto n° 69 - Agropoli/Capaccio/Roccadaspide • “Lasciateli respirare: gestione delle patologie respiratorie

croniche”

• “Insufficienza respiratoria cronica tra ventiloterapia e ossigenoterapia liquida a domicilio. Controllo, efficacia ed aderenza ai trattamenti”

• “Ventiloterapia domiciiare: efficacia, aderenza e criticità”

Distretto n° 70 - Vallo della Lucania • “Percorso integrato per le patologie croniche, nelle Cure

Primarie, tra ospedale e territorio”

Distretto n° 71 - Sapri/Camerota • “Territorio e diabete/ADI e cronicità/Territorio e paziente

psichiatrico: risoluzioni”

Distretto n° 72 - Sala Consilina • “La gestione integrata del paziente diabetico”

I percorsi assistenziali distrettuali nati nell’ambito del progetto di formazione-intervento “Cronicità, Cure Primarie e Governance della rete dei processi territoriali”

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L’importanza delle «leve organizzative»

• Da Giugno 2011 ad oggi, i progetti distrettuali hanno provato a mettere in pratica, per patologie e gruppi di cittadini differenti, un approccio integrato basato sull’azione coordinata tra gli attori del sistema assistenziale presenti nei Distretti, che, con responsabilità diverse, sono stati chiamati a sviluppare interventi mirati verso comuni obiettivi.

• Ciò che è ancora carente è una visione d’insieme di tutte le variabili fondamentali di un sistema organizzativo orientato a gestire i pazienti con patologia complessa. Infatti, per essere efficaci e attenti ai bisogni dei pazienti, è necessario anche l’impegno di tutto il sistema organizzativo, che deve attivare una serie di “leve” indispensabili per migliorare i risultati.

• Per sviluppare i risultati finora ottenuti è necessario focalizzare gli sforzi su quei fattori organizzativi ed operativi del sistema sanitario locale e della comunità che risultano predisponenti per l’azione efficace delle “persone” (gli operatori ed i pazienti), dalle cui attività scaturiscono i risultati attesi.

• Ciò riporta al centro dell’attenzione il Chronic Care Model, quando sottolinea l’importanza dei “fattori facilitanti”, rappresentati dalle “leve organizzative” (gli assetti organizzativi, il supporto ai processi decisionali, il sistema informativo, ecc.) e dalle risorse comunitarie che risultano utili per creare quelle condizioni di contesto necessarie a generare risposte assistenziali (efficaci, efficienti e centrate sulla persona) ai bisogni complessi dei pazienti portatori di patologia che richiede continuità assistenziale.

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H-ERP e CCM L’avvio dell’implementazione del Sistema Informativo unico per l’area vasta di Salerno (Health Enterprise Resource Planning), rappresenta oggi nella ASL Salerno l’occasione per consolidare gli “assi portanti” (i Team integrati) del Chronic Care Model, per rafforzare le prassi assistenziali migliorandone l’orientamento evidence-based e per dare corpo alle prospettive di empowerment del cittadino utente.

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Progetto K.L.In.I.C. (Knowledge and Learning Infrastructure for Integrated Care)

Il sottosistema informativo “Gestione dei Percorsi Assistenziali e Sviluppo della Conoscenza” è finalizzato a digitalizzare e condividere i processi chiave, la cui reiterazione supporta e genera al tempo stesso i diversi percorsi assistenziali che quotidianamente si sviluppano all'interno delle strutture sanitarie. Ciò indicando il miglior percorso da seguire in una logica evidence-based nell‘erogazione di una specifica prestazione clinica, infermieristica o ambulatoriale, ma anche di velocizzare le attività associate ai vari step clinico-assistenziali. La prima fase del piano di implementazione prevede di costruire e condividere sperimentalmente in tre ambiti territoriali della ASL Salerno tre percorsi assistenziali supportati da tecnologie ICT, che abbiano a riferimento il Chronic Care Model quale modello “comprensivo” di presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche. La finalità è quella di applicare operativamente percorsi coordinati che prevedano integrazioni strutturate fra professionisti e fra setting assistenziali. Lo scopo è quello di utilizzare gli esiti della prima fase del piano, per la disseminazione e l’implementazione del modello e del sistema di supporto informativo/informatico in tutto il territorio aziendale.

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