L'Articolo Determinativo - Relazione Giulia Marta Fontana

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L’Articolo 1 Giulia Marta Fontana Prof. Dario Corno Grammatica Italiana A 12 febbraio 2015 L’ARTICOLO L’articolo è una parte del discorso che si associa al nome, con cui concorda in genere e numero. Gli articoli sono parole che non possono stare da sole, perché non hanno un significato proprio; devono sempre stare davanti al nome. L’articolo non può sostituirsi al nome, ma deve necessariamente accompagnarsi ad esso. L’articolo è presente in molte lingue del mondo , ma non in tutte: mancava, ad esempio, in latino e in antico indiano e manca, oggi, in ceco e finnico. Quasi tutte le lingue eu- ropee che ne fanno uso lo collocano davanti al nome, come l’italiano; ma alcune, come il rumeno e il danese, pospongono l’articolo determinativo (Così, all’italiano l’uomo cor- risponde in rumeno omul e in danese manden). Fig.1. Uso dell'articolo nelle lingue europee articoli determinativi e indeterminativi solo articoli deter- minativi articoli indeterminativi e suffissi determinativi solo suffissi determinativi articoli assenti Si noti che nel nord di Svezia e Norvegia la mappa mostra l'assenza di articolo delle lingue dei sami. Norvegese e svedese tuttavia sono le lingue maggioritarie. Analogamente, la mappa mostra l'uso dell'arti- colo nelle lingue celtiche in alcune aree dove la lingua principale è l'inglese.

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Breve ricerca di Grammatica Italiana, sull'articolo determinativo, etimo, usi e sintassi.

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  • LArticolo 1

    Giulia Marta Fontana

    Prof. Dario Corno

    Grammatica Italiana A

    12 febbraio 2015

    LARTICOLO

    Larticolo una parte del discorso che si associa al nome, con cui concorda in genere e numero.Gli articoli sono parole che non possono stare da sole, perch non hanno un significato proprio; devono sempre stare davanti al nome. Larticolo non pu sostituirsi al nome, ma deve necessariamente accompagnarsi ad esso. Larticolo presente in molte lingue del mondo , ma non in tutte: mancava, ad esempio, in latino e in antico indiano e manca, oggi, in ceco e finnico. Quasi tutte le lingue eu-ropee che ne fanno uso lo collocano davanti al nome, come litaliano; ma alcune, come il rumeno e il danese, pospongono larticolo determinativo (Cos, allitaliano luomo cor-risponde in rumeno omul e in danese manden).

    Fig.1. Uso dell'articolo nelle lingue europee articoli determinativi e indeterminativi solo articoli deter-minativi articoli indeterminativi e suffissi determinativi solo suffissi determinativi articoli assenti Si noti che nel nord di Svezia e Norvegia la mappa mostra l'assenza di articolo delle lingue dei sami. Norvegese e svedese tuttavia sono le lingue maggioritarie. Analogamente, la mappa mostra l'uso dell'arti-colo nelle lingue celtiche in alcune aree dove la lingua principale l'inglese.

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    In italiano gli articoli si dividono in due categorie: articoli determinativi e articoli indeter-minativi. Luso delluna e dellaltra serie di articoli legato a due meccanismi fondamen-tali:

    1. Lopposizione >/2. Lopposizione /

    1. Nel primo caso larticolo IL indica la classe e larticolo UN il singolo individuo che ne faccia parte. Ad esempio si user IL nella frase > per-ch larticolo determinativo richiesto dallo mentre nella frase > lartico-lo UN indica che si tratta di .

    2. Nel secondo caso larticolo IL si riferisce a qualcosa di , o che si d per noto al nostro interlocutore, UN introduce un dato , inatteso. Ad esempio alludendo al cane di casa e dando per scontato che il destinatario del messaggio sappia o presupponga che io possiedo un cane. Per larticolo UN si pu fare lesempio >, in cui lartico-lo indeterminativo indica oltre che il singolo membro rispetto alla classe anche il dato dellinformazione.

    Allo stesso, per chiarire meglio il concetto, un cliente di un bar chieder > come dato rispetto ad altre possibili consumazioni (, ecc.); ma potr anche domandare > se si tratta di un fre-quentatore abituale, che intende solo richiamare ci che il barista gi sa o si aspetta di sentire avendo altre volte servito lo stesso cliente.Va da s che la distinzione non pu essere rigida. Ricevendo un ospite a casa nostra potremo chiedergli sia , sia .

    Letimo di e . Usi arcaiciStoricamente, larticolo determinativo italiano continua il pronome latino LLE, LLA, L-LUD quello, secondo un processo di trasformazione del dimostrativo che trova vari riscontri nelle lingue indeuropee e non indeuropee.Con ogni probabilit le due forme LO e IL presuppongono ununica base anteriore, LO, derivata dallaccusativo maschile LLUM, per aferesi della prima sillaba; questo LO, pre-ceduto da una parola terminante vocale, tendeva ridursi al semplice L.

    Al maschile plurale la lingua arcaica oltre a I e a GLI, presentava anche LI (LI due fratel-li). Nella lingua poetica si possono cogliere residui esempi di LI ancora in Pascoli e in DAnnunzio e nelluso burocratico (documenti, contratti ecc.)

    Esempio: Pavia, li 17 ottobre 2011.

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    LARTICOLO DETERMINATIVO Larticolo determinativo indica una persona, un animale o una cosa determinata e conosciuta da chi parla e da chi ascolta. Precede un sostantivo, un sintagma nominale o un verbo sostantivato, concordandosi nel genere e nel numero.

    In cortile c il cane.

    Il cane vuol dire il cane che conosciamo; pu essere il mio cane, il tuo, il suo il cane di cui abbiamo gi parlato. In ogni caso non un cane sconosciuto.

    Larticolo determinativo una parte importante della comunicazione verbale e scritta e pu essere singolare o plurale, maschile o femminile:

    Le forme dellarticolo determinativo sono:

    FemminiliSi usano sempre il singolare la e il plurale le.

    Esempio: la macchina, la scienza, le chiamate.

    Tranne davanti a parole singolari che cominciano con una vocale. In questo caso si usa il singolare l (con elisione).

    Esempio: lamica, lelettricit.

    Il plurale le si usa anche davanti a parole che cominciano per vocale (nellitaliano con-temporaneo le non mai soggetto a elisione).

    Esempio: le et, le amiche.

    DETERMINATIVO

    MASCHILE FEMMINILE

    SINGOLARE il, lo, (l) la, (l)

    PLURALE i, gli le

  • LArticolo 4

    MaschiliIl singolare il e il plurale i si usano davanti a parole che cominciano con consonante semplice o per consonante diversa da S seguita da l o r .

    Esempio: il dado, i libri, i bruchi, il clima , il cloro, i greci.

    Il singolare lo e il plurale gli si usano:

    davanti a vocale (lo nella variante ridotta l ).

    Esempio: lattore.

    n.b. Lelisione di lo davanti a vocale deve considerarsi obbligatoria, ad esempio: lo in-gegno inaccettabile nelluso scritto tanto quanto in quello parlato.

    mentre gli quasi sempre invariabile anche davanti a parole che cominciano con una i, la forma elisa oggi caduta in disuso, anche se nei secoli scorsi era piuttosto comune (M. DAzeglio, Aforismi).

    Esempio: gli idraulici, gli orti.

    davanti a semiconsonante: interi davanti a i e ridotti davanti a u.

    Esempio: lo Ionio,luomo.

    N.B. Davanti a parole che cominciano con una i con valore di semiconsonante, le forme del singolare l e del plurale i, usate fino allinizio del secolo scorso, oggi sono sconsigli-ate.

    Esempio: lo iato e NON liato, gli iettatori e NON i iettatori

    davanti a parole che cominciano j + vocale (pronunciate, cio, come semiconsonanti).

    Esempio: lo iettatore, gli juventini. davanti a N palatale // (graficamente gn come gnocco) e a Z sorda /ts/ e sonora /dz/.

    Esempio: lo gnu,lo zio, lo zero.

    davanti a S + consonante (seguita da altra consonante).

    Esempio: lo sbirro, lo scatto, gli storici.

    davanti a S palatale // [graficamente sci - sc(e)]

    Esempio: lo sciocco, lo sci , lo sceicco.

  • LArticolo 5

    davanti a X (grafia che rappresenta un gruppo di velare pi sibilante), Y, Z

    Esempio: gli xilofoni, lo xenofobo, lo yen, gli zii.

    davanti a gruppi di consonante che non abbiano l o r come secondo elemento: pn, ps, pt, ct, mn, ft.

    Esempio: lo pneumococco, lo psicologo, lo ptialismo, lo ctenidi, lo mnemonismo.

    Uso dellarticolo determinativo

    Nomi stranieri

    Con i nomi stranieri si usa in generale larticolo che si troverebbe in una parola italiana iniziante con lo stesso suono.

    Esempio: il jazzman come per il giallo, lo champagne come per lo sciame.

    Pi difficile regolarsi davanti ad H che pu essere muta ( voci latine e in gran parte di quelle francesi) o aspirata ( come in inglese e tedesco). Sarebbe opportuno usare l nel primo caso in cui H muta e lo nel caso in cui lH aspirata.Sempre la l andrebbe usata nei derivati con suffisso italiano, per esempio: lhitlerismo.

    Davanti alle parole straniere che iniziano per W, larticolo viene selezionato in base alla pronuncia che pu corrispondere o a U semiconsonantica (come in inglese windsurf) o a V (come nel tedesco Wagner).

    Nel caso on cui la W viene pronunciata come v frequente lutilizzo di il.

    Il frequente anche nel caso in cui w viene pronunciata come u semiconsonanti (u di uovo) al posto della forma ridotta l che ci aspetteremmo (il week-end)

    Esempio: il week-end, i week-end / il wafer, i wafer

    Sigle

    Davanti a una sigla, ci si regola in base alla sua pronuncia, per questo si possono pre-sentare vari casi:

    sigle come ALIC, ENI,LISA, in cui la prima lettera una vocale, si usano gli articoli prevocalici l e gli sia che venga pronunciata come una parola sia che venga pronun-ciata lettera per lettera nel numero e genere richiesto dalla sigla.

    Esempio: la USL o lUSL, gli USA, lATP, lASL, gli UFO.

  • LArticolo 6

    sigle che cominciano con consonante. In questo caso si hanno due possibilit:

    a) Se le sigle sono pronunciate come una sola parola (FIAT, DIGOS, MEC) vogliono larticolo preconsonantico nel genere richiesto dalla sigla (il, lo, la).

    Esempio: la FIAT, il MEC, lo SME, il CONI, la RAI, la NATO

    b) Se invece le sigle sono pronunciate per lettere distinte generalmente larticolo viene scelto tenendo in considerazione soltanto la prima lettera e avremo il quando il nome della prima lettera comincia per consonante: il CNR, il BTP. Mentre con sigle che in-iziano per vocale, luso molto incerto, ma tendenzialmente le forme degli articoli sono quelle che precedono le vocali.

    Gli Dei

    Davanti al plurale della parola dio, non si usa i (come per i diavoli ecc.), ma gli (come riflesso delle forme dellitaliano antico: liddio, gli iddei. Iddio ha generato un plurale re-golare gli Iddei, di cui gli dei rappresenta )

    Esempio: Gli Dei

    Dio e Cristo

    Con Dio non si usa larticolo in riferimento alle divinit delle religioni monoteistiche, tranne che il nome non sia determinato: ,. Con Cristo luso oscilla, anticamente larticolo non era comune, mentre oggi sembra abbas-tanza frequente nella trattatistica, ma molto meno nelluso parlato.

    Sintassi dellarticolo determinativo

    Funzione dimostrativa

    Talvolta la funzione dellarticolo e della preposizione articolata si avvicina a quella di un pronome o di un aggettivo dimostrativo. I casi pi notevoli sono:

    In proposizioni sovraordinate che reggano una relativa limitativa.

    In unione con un aggettivo quando il sostantivo si sottointeso. con preposizione arti-colata. .

    Con alcune espressioni temporali. .

    In alcuni costrutti larticolo ha valore distributivo: ogni sabato; invece , vuole indicare questo sabato.

  • LArticolo 7

    Prenomi

    (Il prenome il primo nome della sequenza, nome+cognome,Maria Bianchi)

    Con i prenomi larticolo solitamente viene omesso: , .

    Si usa larticolo quando il nome specificato .(Da notare le formule cristallizzate nome+articolo+attributo ).

    I nomi maschili non presentano mai larticolo, tranne che nellitaliano regionale del Nord >.

    Tuttavia recano larticolo i soprannomi o nomi usati come soprannomi e i nomi usati per metonimia (Ernani sostituisce lopera ver-diana che ha questo titolo).

    Pu essere usato davanti ai nomi propri femminili, soprattutto nel lessico famigliare affettivo.

    Esempio: La Laura viene con noi stasera

    Nel toscano luso dei femminili articolati molto antico come la Pia.

    Larticolo mancher sempre con nomi tratti dalla mitologia o dalla storia.

    Cognomi

    Con i cognomi femminili la norma quella di mantenere dobbligo luso dellarticolo. Tuttavia, va notato che la tendenza attuale verso luso del semplice Cognome senza articolo, come per il maschile. Si pensa alla denominazione in uso nellambito scolastico > e non .Anche nel presentarsi al telefono spesso si usa solo il cognome (senza articolo anche se parla una donna).

    Davanti ai cognomi maschili, larticolo usato sempre meno. Si utilizza nel caso di personaggi famosi del passato (il Carducci), in contesti burocratici (nei verbali: il Rossi prende atto che ) o con intenti ironici (Guarda il Bianchi che pasticcio ha combinato! ).

    Non si possono assegnare comunque regole fisse; ad esempio larticolo manca spesso anche con nomi stranieri, oppure nello stesso testo dello stesso autore possibile trovare cognomi articolati e non articolati. Nulla vieta di usare larticolo comunque anche per quei cognomi di personalit che abbiamo definito : o .

  • LArticolo 8

    Rimane stabile larticolo plurale, che pu designare:

    I membri di una famiglia storica Due o pi fratelli o sorelle > Una coppia di coniugi Personalit celebri

    Manca larticolo davanti al cognome quando esso preceduto dai sostantivi casa e famiglia : , e si pensi anche allapertura di una telefonata: >.

    Titoli

    Con i titoli onorifici o professionali accompagnati da un nome proprio larticolo pu es-sere obbligatorio, facoltativo o assente.

    Larticolo obbligatorio con signore, signora, dottore, professore, avvocato, ingeg-nere e altre qualifiche professionali al maschile e al femminile; con imperatore/impera-trice (che nellitaliano antico il titolo poteva essere anche posposto al nome senza arti-colo ; con principe/principessa, regina e con i titoli nobiliari: marchese, duca, baronessa ecc.

    E facoltativo, ma per lo pi assente con papa (anticamente anche posposto), re. Con maestro presente quando il titolo indica una qualifica professionale (, direttore dorchestra). Manca larticolo quando maestro/mastro indica (o indicava) pi genericamente lappellativo di un artigiano o di un semplice lavoratore manuale.

    E assente con San, Santo e Santa, don, donna, fra e suora, compare e comare e monsignore. Inoltre con gli arcaici ser, madonna e madama (ma madonna richiede larticolo in riferimento alla Vergine).

    Toponimi

    Larticolo i usa con la maggior parte dei nomi geografici, tranne quando -in- o -di- pre-cedono nomi geografici femminili singolari.

    Esempio: L Italia una penisola. Vado a vivere in Italia.

    Con paesi e citt nella maggior parte dei casi larticolo assente, salvo alcune ec-cezioni come La Spezia, LAquila, LAvana, Il Cairo, LAia, La Mecca, Il Pireo, etc.

    mantengono larticolo originale i toponimi stranieri: El Paso, Los Angeles, etc. larticolo presente con qualunque toponimo accompagnato da una determinazione:

    la bella Mantova, la Siviglia moderna, etc. con gli aggettivi mezzo e tutto larticolo manca obbligatoriamente: visitare mezza Lon-

    dra; ho attraversato mezza Roma.

  • LArticolo 9

    Con regioni, stati e continenti larticolo sempre presente con una determinazione: lUmbria settentrionale e anche con laggettivo tutto, ad esempio: tutto il Belgio.

    Le isole richiedono sempre larticolo quei gruppi insulari indicati da un plurale (le Egadi, le Tremiti, le Azzorre) e anche i nomi composti con un aggettivo o con un sostantivo (la Nuova Guinea, lisola di Pasqua, etc.) mentre sono privi di articolo i nomi di molte pic-cole isole italiane: Capri, Ischia, Lipari (ma: lElba, la Maddalena, etc.).

    Laghi, monti, mari e fiumi richiedono abitualmente larticolo (il Trasimeno, il Garda; il Cervino, le Alpi, le Madonie, le Ande; il Tirreno, il Baltico, il Pacifico. l Volturno, lAdda, il Brenta, il Gange, lEufrate, il Mississippi).

    Articolo e possessivo

    A differenza del francese (ma maison), dellinglese (my house), del tedesco (mein Haus), dello spagnolo (mi casa), litaliano usa larticolo anche con laggettivo possessi-vo: la mia casa.

    Nomi di parentela

    Nel caso dei nomi di parentela con aggettivo possessivo, larticolo omesso (mio padre, mia madre, tuo fratello, sua zia), a meno che non ci sia un aggettivo qualificati-vo prima o dopo il nome (la sua figlia preferita, la sua cara madre), o il nome non sia soggetto ad alterazione (il mio fratellino).

    Larticolo necessario anche con patrigno, matrigna, figliastro, figliastra, fidanzato/a, ragazzo/a, bello/a, moroso/a, amante, etc.

    Con i titoli onorifici formati con suo e vostro rifiutano quasi sempre larticolo al singo-lare, ma lo richiedono al plurale: Sua Eccellenza, Vostra Altezza, vostro Onore, Vostra Signoria.

    Espressioni di tempo

    Lanno sempre preceduto dallarticolo (il 1720, nel 1988, lottantacinque o l85).

    Le indicazioni comprendenti anche mese e giorno sono introdotte da un articolo maschile singolare: il 20 settembre 1870.

    Si usa con le date, se non sono precedute dal giorno della settimana (oggi il 26 No-vembre. Oggi gioved 26 novembre).

    Si usa con i giorni della settimana per indicare azioni ripetute e abituali (il marted e il gioved vado in palestra).

    Per designare lora dobbligo luso dellarticolo femminile le (che sottintende ore), tranne per luna (sottinteso ora) che pu alternarsi con le una (sono le quattro e un quar-to. La mattina vado a scuola)