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L’ARTE DI AIUTARE MAURO CECCHETTO PROFESSIONAL ADVANCED COUNSELOR 335.67.06.392 - [email protected]

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L’ARTE DI AIUTARE

MAURO CECCHETTOPROFESSIONAL ADVANCED COUNSELOR

335.67.06.392 - [email protected]

LIFE SKILLS

LIFE SKILLS (ABILITÀ DI VITA)

▸ Le principali di queste capacità, definite dall’OMS “Life skills” (abilità di vita), si possono raggruppare in tre aree principali:

▸ emotiva (consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress);

▸ cognitiva (risolvere i problemi, prendere buone decisioni, senso critico, creatività);

▸ sociale (empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci).

Jacques Salomé, 1996

IL COLLOQUIO È UNA SITUAZIONEPROVVISORIA DI INTERAZIONIED INFLUENZE RECIPROCHE, ESSENZIALMENTE VERBALI,TRA DUE PERSONEIN CONTATTO DIRETTO,CON UN OBIETTIVOPRELIMINARMENTE FISSATO

IL COLLOQUIO

SITUAZIONE PROVVISORIA

• Indica che c'è un prima, un durante ed un dopo.

• Ciò che ha preceduto e ciò che seguirà il colloquio è importante e dovrà essere tenuto in considerazione sia per il seguito, sia per una messa in relazione(collegare, avvicinare, amplificare fatti, comportamenti, avvenimenti apparentemente scollegati gli uni dagli altri)

*JacquesSalomé,Larelazionediaiutoelaformazionealcolloquio,LiguoriEditore,Napoli,1996

IL COLLOQUIO

INTERAZIONE

• Scoperta o conferma del fatto che ciò che accade ad uno dei protagonisti agirà sull’altro e viceversa.

• Quale influenza noi esercitiamo?

• Quale attività o quale passività mettiamo in gioco?

• Quale direttività o non-direttività influisce sul comportamento del nostro partner?

• Quali atteggiamenti, quali modi di essere inducono nell’altro degli atteggiamenti, dei modi di essere, delle risposte?

*JacquesSalomé,Larelazionediaiutoelaformazionealcolloquio,LiguoriEditore,Napoli,1996

IL COLLOQUIO

ESSENZIALMENTE VERBALE

• Non significa esclusivamente verbale, anche se è la forma principale delle nostre modalità di scambio

• Postura, mimica, il “trambusto” interiore provocato dalla prossimità e dalla relazione con l’altro…

• Quali altri mezzi ho a disposizione per esprimermi o comunicare?

*JacquesSalomé,Larelazionediaiutoelaformazionealcolloquio,LiguoriEditore,Napoli,1996

IL COLLOQUIO

TRA DUE PERSONE IN CONTATTO DIRETTO

• Le due persone sono in contatto diretto, nell’ambito di una relazione di prossimità visiva, con la possibilità di toccarsi, di raggiungersi direttamente.

• Due persone il cui faccia a faccia avrà mille volti secondo la distanza (prossimità fisica), gli accessori (ufficio, sedia, scrivania, ecc.), le posture (accoglienza, arretramento, il mantenimento del contatto visivo, ecc.), l’attenzione (fare altro, leggere le mail o i messaggi sul telefono).

*JacquesSalomé,Larelazionediaiutoelaformazionealcolloquio,LiguoriEditore,Napoli,1996

IL COLLOQUIO

CON UN OBIETTIVO PRELIMINARMENTE STABILITO

• Perché queste due persone sono l’una di fronte all’altra?

• Quali sono le loro intenzioni, i loro timori, i loro desideri?

• Quali forze, quali sfide poste in gioco?

• Quali attese sono presenti al momento dell’incontro?

• Sono due persone che non sono lì per caso, che esistono ciascuna in un ambiente dato, che hanno delle aspettative, dei mezzi e delle preoccupazioni differenti.

*JacquesSalomé,Larelazionediaiutoelaformazionealcolloquio,LiguoriEditore,Napoli,1996

COMUNICAZIONE E RELAZIONE

OGNUNO DI NOI È STATO COSTRETTO A INVENTARE LA COMUNICAZIONE

• Nella nostra cultura non esiste un apprendimento specifico della comunicazione, ma solamente un apprendimento implicito.

• In questo campo, come in quello delle relazioni umane, viviamo nel regno della mitologia sociale del saper-fare e del saper-essere spontaneisti e naturalisti.

*JacquesSalomé,Larelazionediaiutoelaformazionealcolloquio,LiguoriEditore,Napoli,1996

Fabio Folgheraiter, 1996

L’AIUTO CONSISTE NEL RENDERE POSSIBILE CHE L’ALTRA PERSONA ACQUISISCA NUOVE COMPETENZE, ABILITÀ, VALORI, OSSIA, IN SOSTANZA, NUOVE QUALITÀ/ATTITUDINI “UMANE”.QUESTE STESSE DOTI DEVONO ESSERE POSSEDUTE - ED ESSERE ESERCITATE IN MODO MANIFESTO NELLA RELAZIONE -DALL’OPERATORE, PENA IL VENIR MENO DEGLI STESSI PRESUPPOSTI DELLA RELAZIONE D’AIUTO.

Robert Carkhuff, 1987

LO SCOPO DELL’AIUTO È LA CRESCITA DELL’UOMO.E, A BEN VEDERE, CRESCERE È LO SCOPO DELLA NOSTRA VITA.LA CRESCITA QUINDI NON HA PREZZO: VALE QUALSIASI SACRIFICIO, COMPRESO QUELLO DI IMPEGNARSI AD ACQUISIRE LE ABILITÀ NECESSARIE PER POTER AIUTARE ALTRE PERSONE AD ACQUISIRE A LORO VOLTA QUESTE ABILITÀ.

Robert Carkhuff, 1987

STUDIANDO LA RELAZIONE DI AIUTO, ABBIAMO SCOPERTO CHE L’AIUTO NON ERA COSA RICONDUCIBILE ALL’AMBITO RISTRETTO DELLO STUDIO DEL TERAPISTA, NÉ AI MINUTI CONTATI DI UN’ORA DI COLLOQUIO.L’AIUTO SI REALIZZAVA OGNI QUALVOLTA VI ERA UN’INTERAZIONE DI RISPOSTA O DI INIZIATIVA TRA PERSONE.QUESTE INTERAZIONI HANNO SEMPRE COME RISULTATO UNA CRESCITA DELLA PERSONA.ABBIAMO COSÌ SMESSO DI RAGIONARE IN TERMINI DI ’TERAPISTA’ E ‘CLIENTE’, INIZIANDO INVECE A PENSARE IN TERMINI DI ‘COLUI CHE DÀ AIUTO’ E ‘COLUI CHE RICEVE AIUTO’, MEMBRI DELLO STESSO TEAM, LA CUI RELAZIONE ERA INTERAMENTE DIRETTA AD UNA CRESCITA DELL’ESSERE UMANO.

LE QUATTRO FASI DELL’AIUTO

maurocecchetto

Prestareattenzione

Rispondere

Personalizzare

Iniziare

AdattamentodaRobert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987

Azione

Comprensione

Esplorazione

Coinvolgimento

Preaiuto

Aiuto

LE QUATTRO FASI DELL’AIUTO

PRESTARE ATTENZIONE PER COINVOLGERE

• Attenzione fisica (importanza di essere uno di fronte all’altro, di essere seduti alla stessa altezza, di una giusta inclinazione del corpo e del contatto con lo sguardo.

• Osservare (importanza di considerare l’aspetto fisico e il comportamento della persona)

• Ascoltare (importanza di “captare” il tono e lo spirito delle espressioni verbali attraverso cui le persone comunicano le loro esperienze)

Robert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987

AttenzionefisicaOsservare

Ascoltare

LE QUATTRO FASI DELL’AIUTO

RISPONDERE PER FACILITARE L’ESPLORAZIONE

• Al contenuto delle espressioni dell’altro (riflettendo attraverso la riformulazione quel che effettivamente la persona sta dicendo)

• Ai sentimenti, ovvero agli aspetti emozionali ed affettivi (riflettendo attraverso la riformulazione come la persona si sente rispetto agli eventi e alle situazioni che sta esponendo)

• Al significato complessivo (riflettendo attraverso un’unica riformulazione sentimenti e contenuti).

Robert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987

RispondereaicontenutiRisponderealsentimento

Risponderealsignificato

LE QUATTRO FASI DELL’AIUTO

PERSONALIZZARE

• Chi dà aiuto può personalizzare a tre differenti livelli:

• Significato delle esperienze della persona (la persona è aiutata ad individuare le implicazioni di queste esperienze)

• Problemi (la persona è aiutata a interiorizzare la propria responsabilità)

• Obiettivi (la persona è aiutata a interiorizzare la propria responsabilità rispetto al raggiungimento di questi obiettivi)

Robert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987

PersonalizzareilsignificatoPersonalizzareiproblemi

Personalizzaregliobiettivi

LE QUATTRO FASI DELL’AIUTO

INIZIARE L’AZIONE

Robert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987

DefiniregliobiettiviSviluppareiprogrammi

FissarescadenzeerinforziPrepararelarealizzazionedeipassi

Passidiverifica

Plutarco, L’arte di ascoltare

“DOBBIAMO ASCOLTARE CHI PARLACON ANIMO PACATOE BEN DISPOSTO,COME SE FOSSIMO STATI INVITATIAD UN BANCHETTO SACROO ALLA CERIMONIA INIZIALEDI UN RITO RELIGIOSO.”

LE 12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE – THOMAS GORDON

BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE

1. Ordinare, dirigere o comandare.L'operatore imprime al colloquio una determinata direzione con la forza derivata dalla sua autorità, implicita o effettiva.

2. Ammonire, mettere in guardia o minacciare.Un atteggiamento simile al precedente, ma racchiude anche l'implicazione di una conseguenza negativa, se disatteso. Si può trattare di una minaccia o della predizione di un risultato negativo.

3. Dare consigli, suggerire, offrire soluzioni.È ciò che avviene ogni qualvolta l'operatore faccia uso della propria esperienza o competenza per raccomandare di fare una certa cosa.

LE 12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE – THOMAS GORDON

BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE

4. Persuadere con argomentazioni, spiegazioni, indicazioni.L'operatore è convinto che la persona non abbia fatto un ragionamento adeguato rispetto al suo problema e che abbia bisogno di essere aiutata in questa direzione. 5. Moraleggiare, fare prediche, dire alle persone ciò che dovrebbero fare. Il messaggio implicito è che quella persona abbia bisogno di essere aiutata a comportarsi in modo appropriato sul piano morale. 6. Mostrarsi in disaccordo, Giudicare, criticare, dissentire, biasimare. La comunanza tra questi atteggiamenti sta nella convinzione che ci sia qualche cosa di sbagliato in quella persona o in ciò che ha detto. Anche il semplice non essere d'accordo rientra in questa categoria.

LE 12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE – THOMAS GORDON

BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE

7. Essere d'accordo, approvare, elogiare. Dare un riconoscimento positivo, o un'approvazione, a quel che viene detto è un'opzione che interrompe il processo comunicativo e può rispecchiare un rapporto ineguale tra chi parla e chi ascolta. 8. Mettere in ridicolo, umiliare, fare vergognare, etichettare.Forme di disapprovazione esplicite o implicite, tipicamente tese a correggere un comportamento o un atteggiamento problematico. 9. Interpretare, analizzare. Si tratta di un'opzione assai diffusa e di una tentazione frequente per un operatore: andare in cerca del problema reale, o del significato nascosto, e restituire la propria interpretazione.

LE 12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE – THOMAS GORDON

BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE10. Rassicurare, solidarizzare, consolare. L'intenzione, in questo caso, è di mettere la persona a suo agio. Ne deriva però, come per l'approvazione, un «blocco» che interferisce con il flusso spontaneo della comunicazione. 11. Interrogare, investigare. Le domande possono essere scambiate erroneamente per una forma di ascolto. L'intenzione che le orienta è di investigare di più, per scoprire di più. L'implicito presupposto è che, se si faranno abbastanza domande, sarà possibile trovare la soluzione. Le domande, inoltre, possono interferire con il flusso della comunicazione spontanea, orientandola verso gli interessi dell'operatore; ma non necessariamente verso quelli della persona. 12. Chiudersi, distrarsi, fare battute, cambiare argomento. Sono tutti atteggiamenti che deviano il corso della comunicazione e possono suggerire un messaggio negativo: che ciò che ci dice quella persona non è importante o non andrebbe seguito.

Riferimenti bibliografici

maurocecchetto

Robert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987Fabio Folgheraiter, La relazione di aiuto nel metodo di Robert Carkhuff, prefazione a Robert Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson, Trento, 1987Fabio Folgheraiter, La relazione di aiuto nel Counseling e nel Lavoro sociale, prefazione a Roger Mucchielli, Apprendere il counseling, Erickson, Trento, 1987Jacques Salomé, La relazione di aiuto e la formazione al colloquio, Liguori Editore, Napoli, 1996