L’arte della confezione. Il packaging: l’abito che fa il monaco La confezione di un prodotto è...

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L’arte della confezione

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L’arte della confezione

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Il packaging: l’abito che fa il monacoLa confezione di un prodotto è un potente canale di comunicazione. Il materiale, la forma, il colore, i caratteri utilizzati fanno della scatola, della bottiglia, della lattina non solo un involucro, ma la presentazione del contenuto, un vero e proprio biglietto da visita, la testimonianza di una creatività che dà valore al prodotto.

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La domanda iniziale che si pone un designer è: «che cosa deve contenere il mio packaging?». Analizziamo dunque attentamente le caratteristiche del cibo da conservare e confezionare e chiediamoci prima di tutto se è liquido o solido. La scelta dei materiali è infatti condizionata dalla natura dell’alimento. Si cercherà già quello più idoneo al prodotto che dobbiamo contenere a seconda che sia fragile, ghiacciato, unto, friabile, molle.

Un contenitore protettivo

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Il vetroIgienico e multiforme, questo materiale garantisce il massimo isolamento del contenuto. Freddo al tatto, riciclabile ed economico è trasparente e consente dunque di vedere il prodotto anche quando è colorato.

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Il metalloFerro e alluminio sono metalli molto utilizzati per i packaging degli alimenti. Si presentano lucidi e asettici, dandoci sicurezza con la loro solida indeformabilità.

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La plasticaUn materiale giovane che si ottiene dalla lavorazione del petrolio ed è economico e leggero. Può essere colorata o trasparente, facile da modellare e isolante, ma non resiste alle alte temperature. Il vero problema è il suo smaltimento in quanto non è biodegradabile, anche se alcuni tipi di plastica si possono riciclare.

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Carta e cartone

La carta, prodotta con cellulosa di legno, paglia, riso, cotone, juta, canapa, mescolanze di riciclo, genera una varietà di materie differenti per peso, aspetto e tattilità. Estremamente duttile si presta ad essere fustellata, piegata, modellata e colorata in tutti i modi.

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Una carta davvero speciale

Il Tetra Pak®, materiale fatto di fogli di polietilene, cellulosa, alluminio sovrapposti, consente di creare contenitori assolutamente impermeabili, leggeri, stoccabili, stampabili, riciclabili. Il primo contenitore, inventato da Ruben Rausing nel 1950, aveva la forma di tetraedro, da cui il nome e venne utilizzato per contenere il latte, uno degli alimenti più vulnerabili. Fu un trionfo immediato e la ricerca portò alla produzione di forme rettangolari, meno ingombranti nel frigo della piramide. Oggi la ricerca continua: pensate che il designer giapponese Fukasawa ha inventato contenitori per i succhi di frutta con la forma e la «buccia» del frutto che contengono!https://www.youtube.com/watch?v=CXro2GHs0uk

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L’importanza del colore

Il colore di una confezione può influenzare fortemente l’acquirente, non solo perché viene direttamente associato al prodotto contenuto, ma anche per il suo significato simbolico, legato alle esperienze e alla cultura. Una ditta di prodotti alimentari ha subíto delle forti perdite per aver scelto il nero per caratterizzare il packaging di uno dei suoi alimenti.Ora mettiti alla prova cosa inseriresti in queste confezioni?

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Il significato simbolico dei colori

Per orientare le tue scelte nel campo dei colori, ecco una tabella che ti aiuta a prevedere le suggestioni che essi creeranno sui consumatori del tuo prodotto.

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Il giusto abbinamento

La ruota cromatica ci può aiutare a scegliere l’abbinamento più indicato per la nostra comunicazione. Un criterio può essere quello di accostare colori posti a 120 gradi sulla ruota cromatica, come il rosso, il blu e il giallo ( i colori primari). Se si vuol ottenere un buon contrasto non è consigliabile affiancare colori attigui, è invece efficace utilizzare colori opposti, che si chiamano complementari. Non dimentichiamo che alcuni colori vengono percepiti come caldi e altri freddi.

Rosso

Giallo

Blu

LegendaP= primarioS= SecondarioT= Terziario

P

P

Ps

s

T

s

T

T

T

TT

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Lo sviluppo della formaI designer studiano la forma che meglio si adatta all’oggetto che deve essere confezionato. Dopo aver fatto uno schizzo tridimensionale del contenitore, procedono alla progettazione dello sviluppo del loro solido; disegnano le facce principali, poi le linguette che saranno i punti di contatto per saldare tra loro le parti. Quindi, con cutter, cartoncini e colla creano i loro prototipi. Infine inseriscono la grafica che verrà stampata, le etichette e, se servono gli accessori.

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Identità a confronto: il carattere delle marmellate

Tre prodotti analoghi sono presentati in vesti differenti.Il contenitore del primo ha un carattere essenziale e l’etichetta presenta il contenuto (lamponi) e una font che emula una scritta a mano dal colore verde che richiama la natura. Il secondo prodotto ha un contenitore il cui tappo è ricoperto da stoffa rustica fermata da un nastro di raffia. L’etichetta si intona al colore del frutto, che però non viene raffigurato. Le scritte sono in corsivo con decorazioni che impreziosiscono il messaggio.L’etichetta del terzo mette in risalto il luogo di provenienza del prodotto che è citato nella scritta ed evidenziato in grassetto. L’autencitià del prodotto e la serietà dell’azienda vengono rievocate dal carattere schietto e sobrio del testo e dal disegno dal sapore antico.

Carattere

naturale

Carattere

tradizionale

Carattere

locale

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www.thatsicilia.com

Found on

http://www.bollabio.

com

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Packaging originali e divertenti

Ipotizzando come destinatario del prodotto (in gergo target) un giovane, si è puntato in questo caso a creare delle confezioni originali e divertenti: l’umorismo e l’originalità possono essere le carte vincenti per conquistare un certo tipo di pubblico.

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Materiali insoliti

Molto utilizzata in Thailandia, la foglia di banana è un packaging per noi davvero inusuale: il materiale naturale ci trasmette subito l’idea di un prodotto biologico, ma dove attaccheranno l’etichetta?

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Polifunzionale

La bustina del tè è una geniale invenzione ormai centenaria perché assolve due compiti in uno: quello di contenere le foglie essiccate per una singola dose e quella di permettere la preparazione dell’infuso senza bisogno di colini. Questa innovazione ha fatto inorridire i cultori del «rito», ma ha reso questa bevanda davvero popolare.

Thomas Sullivan nel giugno del 1908 fece

una promozione di tè mandandone ai suoi

più affezionati clienti un campione

contenuto in piccoli sacchetti di seta. Sullivan

si aspettava che i clienti avrebbero disperso

le foglie nella teiera. Invece inseriscono la

confezione direttamente nella tazza,

trovando il sistema conveniente. Nacque così

una nuova moda.

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Un packaging commestibileIl cono nasce ben prima della plastica per alimenti, dalla necessità di permettere la consumazione itinerante del gelato.

Pensate quanti bicchieri di vetro venivano dispersi o rotti prima della sua invenzione.  

Il primo cono fu inventato e registrato a New York City da un italiano di origine marchigiana, Italo Marchioni, che usò la pasta dei wafers.

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Queste originali confezioni di vasetti di miele, con la loro forma richiamano gli alveari e il lavoro delle api e degli apicoltori. Anche il numero riportato sulla confezione emula quello scritto sugli alveari. Il carattere utilizzato è semplice e sobrio. Qui sono inscatolate in due versioni, una con cofanetto di legno e una di carta: un designer nella sua progettazione deve tener presente il costo dell’involucro che ovviamente incide sul prezzo totale del prodotto.

Giochi di rimandi: il miele in micro alveari

Designed by mousegraphics. Country : Greece . http://lovelypackage.com/family-biz

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Spiritose trasparenze

Divertente l’idea di questo designer che ha sfruttato con intelligenti trasparenze della confezione, la texture di linee morbide e curve generate della pasta, per dar vita ad un simpatico e dinamico fantasma.

Found on inlovewithjapan.tumblr.com