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Packaging 36 GDOWEEK - 30 marzo 2009 di Fiorenza De Vincenzi Meno packaging = meno rifiuti Una scelta sostenibile

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36 GDOWEEK - 30 marzo 2009

di Fiorenza De Vincenzi

Meno packaging = meno rifiutiUna scelta sostenibile

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37 GDOWEEK - 30 marzo 2009

L’OTTIMIZZAZIONE AMBIENTALE DEGLI IM-BALLAGGI RIENTRA SEMPRE PIÙ SPESSONELLE PRIORITÀ DELL’INDUSTRIA, INCO-RAGGIATA DALLA NORMATIVA COMUNITA-RIA, MA ANCHE SPINTA DA SCELTE DI SO-STENIBILITÀ, ECOLOGICA ED ECONOMICA

Nella società dei consumi, è evi-dente come la spazzatura pro-

dotta sia direttamente proporzionaleagli acquisti effettuati dai cittadini-consumatori. Questo non tanto, onon solo, per via dei nuovi stili di con-sumo alimentari -basti pensare allapenetrazione raggiunta da prodottiservizio pressoché inesistenti sino auna decina d’anni fa, quali piatti pron-ti e ortofrutta di quarta e quinta gam-ma- quanto per il breve ciclo di vitache caratterizza tutta una serie di arti-coli (vedi telefonia mobile, elettronica,piccoli elettrodomestici ecc.) ad ele-vato tasso di sostituzione, vuoi permoda, vuoi perché, quando si gua-stano, “costa meno sostituirli che ri-pararli”.

UN TERZO DEI RIFIUTI È DATO DAL PACKAGINGIn termini di peso -ma la quota sa-rebbe parecchio superiore se si riu-scisse a fare la stessa stima in termi-ni di volumi- si calcola che nel com-plesso gli imballaggi incidano per ol-tre il 23% sul totale rifiuti urbani -pari a33 milioni di tonnellate-, quota chesale al di sopra del 33% qualora sene consideri l’incidenza sulla sola fra-

zione secca, pari al 70% del totale(stime CCoonnaaii--CCoonnssoorrzzii su dati rela-tivi al 2007). Di questi circa un terzo èrappresentato dagli imballaggi com-merciali e industriali assimilati ai rifiutiurbani, ovvero non recuperati/valoriz-zati alla fonte, ma la parte maggiori-taria -pari a qualcosa come 5,7 milio-ni di tonnellate- è costituita propriodai packaging primari che di giornoin giorno finiscono nella pattumieradomestica. O meglio -come è auspi-cabile, anche se si sa che i margini dimiglioramento della raccolta differen-ziata sono ancora molto ampi- neivari contenitori destinati ai diversi ma-teriali riciclabili: vetro, carta/cartone,plastica.

CONSUMATORI POCO CONSAPEVOLIUn problema di cui i consumatori ita-liani forse non sono del tutto consci,come sembra indicare la ricerca con-dotta da EEuurriisskkoo per CCoommiieeccoo epresentata a IIppaacckk--IImmaa 22000099, la fie-ra-vetrina internazionale delle tecnolo-gie di processo e confezionamentotenutasi a fine marzo a Milano. Alladomanda “quali sono le fonti di inqui-namento che ritiene più preoccupan-

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Segnali anti-sprecoDetersivi, ma anche prodotti ali-mentari secchi: un po’ per coscien-za ecologica, un po’ anche per ri-sparmiare (sino al 30%), o per ri-trovare il gusto di approvvigionarsidirettamente dal produttore -comespesso accade per il latte alla spi-na- lo sfuso sta vivendo un mo-mento di gran spolvero.

Il tema della sostenibilità ambientale degli imballaggi sta a cuore a LLeeggaammbbiieennttee, che nel cor-so del 2008 ha promosso la campagna nazionale Disimballiamoci! (nella pagina a fianco, l’im-magine simbolo dell’iniziativa). Per sensibilizzare al tema operatori ed opinione pubblica, so-no stati organizzati numerosi presidi davanti a pdv della gdo di numerose città italiane, con di-stribuzione di materiale informativo sulla raccolta differenziata. La campagna è culminata conil concorso fotografico No pack! -promosso in collaborazione con Dnews- dedicato ad eviden-ziare gli “imballaggi più spreconi”. È emerso che i più propensi all’overpackaging sono i pro-dotti hi-tech (vedi tessere di attivazione servizi, chiavette usb, schede di memoria ecc), che inquesto modo puntano ad emergere sugli affollati scaffali dei negozi di elettronica.

PER UNA SPESA SOSTENIBILE E LEGGERA,LEGAMBIENTE INVITA A RIDURRE GLI IMBALLAGGI INUTILI

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Innovazione

ti”, infatti, l’eccessivo uso di imballag-gi si posiziona soltanto all’ottavo po-sto (16%), mentre la voce rifiuti solidiurbani (40%) guadagna la terza posi-zione dietro al traffico (al primo postocon il 68%) e alle emissioni delle in-dustrie (67%). Una risposta in appa-renza contradditoria, ma che implici-tamente contiene un’altra informazio-ne: la funzione -di protezione, sicurez-za, allungamento shelf-life, comunica-zione- assegnata al packaging è rite-nuta talmente fondamentale che si fa-tica a riconoscere che andrebbero ri-dimensionati. Come del resto confer-mava anche la ricerca Nielsen GlobalFood Packaging 2008, secondo laquale soltanto la metà dei consuma-tori globali sarebbe disposto a rinun-ciare a una confezione comoda peraiutare l’ambiente. Insomma, imbal-

laggi eco-friendly sì, purché non sidebba rinunciare ai benefici garantitidalle confezioni classiche.

INFORMARE PER RASSICURAREProprio questa è la sfida che si trovaa dover raccogliere il mondo della ri-cerca -pubblica e privata- impegnatasul fronte dello sviluppo di nuovi ma-teriali e nuove applicazioni eco-friendly. Un new business che pro-mette nuova linfa al settore dei pro-duttori di imballaggi, che a livellomondiale vale circa 500 miliardi didollari, di cui l’Italia, con un fatturatodi circa 31 miliardi di dollari (pari a cir-ca 24 miliardi di euro) rappresenta il6%, quota che la colloca tra i diecipaesi maggiori produttori di packa-

La carta si accoppia col Mater-BiÈ destinato ad aprire innumerevoli e interes-santi possibilità nel campo del packagingecosostenibile food -dalle bustine per lozucchero alla carta da banco taglio-, ma an-che non food -basti pensare ai saponi natu-rali-, il nuovo processo di extrusion coatingsviluppato da NNoovvaammoonntt. Qui un nuovosacchetto per il pane, completamente bio-degradabile e compostabile: la carta sul la-to interno è spalmata in Mater-Bi, la finestraè in NatureFlex. Altri progetti in sviluppo incasa Novamont sono il film termoretraibile ela pellicola estensibile per alimenti, per usodomestico e industriale.

Saldanti naturali a caldo e a freddoFrutto della collaborazione tra enti di ricerca(DDiissttaamm Milano e RRuuttggeerrss UUnniivveerrssii ttyy Usa) epartners industriali (MMeettaallvvuuoottoo e CCaavvaannnnaa)-che ne hanno portato avanti la richiesta di bre-vetto internazionale- il Bio-Seal è una nuova so-luzione di imballaggio basata sulla combina-zione di materiali sintetici e naturali. Si tratta diun biocoating a funzione saldante sviluppato apartire da macromolecole di origine naturale(proteine, lipidi, polisaccaridi), che può esseredepositato sui comuni film plastici. I vantaggi diquesta nuova tecnologia sono di tipo ambien-tale (sostituendo i comuni polimeri saldanti-LDPE- consente di ridurre l’impiego di materieplastiche), economico (riduce i costi delle nor-mali barrierature), ma anche di sicurezza delconsumatore. Infatti, rappresenta un’alternativanaturale ai cosiddetti “coldsealants”, ampia-mente utilizzati nel settore dei gelati e dei pro-dotti ricoperti di cioccolato (vedi merendine),sospettati di essere allergenici in caso di con-tatto accidentale con l’alimento. Il che rende lasoluzione particolarmente appetibile per il set-tore del baby food.

Eco-design a 360° per la paper bottleProgettata dalla statunitense BBrraannddiimmaaggee, la 360Paper Water Bottle è stata segnalata all’ultimo ISDA’sInternational Excellence Award per i suoi plus di eco-compatibilità. Realizzata interamente in materiale ve-getale pressato (bamboo, foglie di palma ecc), senzaimpiego di coloranti e collanti, viene stampata in duegusci, rivestita all’interno da un sottile film di PLA mi-croincapsulato per ottenere l’effetto barriera nei con-fronti dell’acqua. Quindi, le due metà vengono fuse in-sieme comprendendo il tappo, svitabile e richiudibile,studiato per rimanere attaccato al collo della bottiglia.Anche il materiale per la pallettizzazione dei cestelli da6 pezzi e per il merchandising sono realizzati nellostesso materiale.

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ging, al terzo posto in Europa allespalle di Germania e Francia.Eppure il successo riscosso da alcu-ne iniziative di vendita di prodotti sfu-si -seppure sostenuto vuoi da una ri-cerca di risparmio (vedi detersivi)vuoi dal fascino dell’approvvigiona-mento diretto (vedi latte)- indica cheesistono fasce di consumatori sensi-bili ai messaggi di sostenibilità (eticaed ambientale) e pertanto aperti anuove modalità di acquisto. E si pre-sume, anche alla scelta del prodottoin base all’ecosostenibilità della con-fezione, come suggerito dal percorsoAmbientalMente proposto da CCooooppEEsstteennssee (vedi GGddoowweeeekk n° 471,pag 26). A patto però che i plus deinuovi eco-packaging -di tipo ambien-tale, ma anche funzionale- venganocomunicati adeguatamente.

Sembra un divertissment, ma in realtà simbo-leggia perfettamente il concetto del re-utiliz-

zo il pack adottato dalla britannica SSttaannlleeyy HHoo--mmee (foto 1):: un vasetto di terracotta per il mieleche una volta svuotato può alloggiare una pian-tina, e il coperchio in sughero diventa un sotto-vaso. Interessante anche l’idea della catalanaMMaarrccaaddiiffeerreenncciiaa, che propone Boc’roll, un invol-to in tessuto di cotone e poliestere richiudibilecon velcro, da utilizzare al posto delle pellicolealluminate o dei sacchetti di plastica -comodi,ma destinati ad alimentare le discariche- perconfezionare panini e altri tipi di spuntino daconsumare a scuola, in ufficio o in viaggio. La-vabile e riutilizzabile, viene proposto principal-mente per uso domestico -per esempio è statoreferenziato da MMeerrccaaddoonnaa-, ma anche alle im-prese di catering amiche dell’ambiente. È evi-dente agli over50 l’effetto macchina del tempogenerato da Jugit (foto 3), il nuovo concept dipack sostenibile per il latte sviluppato daDDaaiirryy CCrreesstt in collaborazione conRRPPCC MMaarrkkeett RRaaiisseenn e SSaaiinn--ssbbuurryy’’ss, che prevede l’inseri-mento di sacchetti pouchin plastica flessibilein una brocca riuti-lizzabile. A confermache in tempi di nuovaausterity c’è spazioper soluzionid a l s a p o r ed’antan, pur-ché environ-m e n t a l l yfriendly.

Riuso, ovvero ritorno al futuro

Il poliaccoppiatoentra nel non foodSembra lo stesso tipo di conteni-tore utilizzato per latte e succhidi frutta e per questo ha prestatoil fianco alle critiche dei puristi(peraltro ignari che nella formula-zione del prodotto è stato intro-dotto il Bitrex, che con il suo sa-pore amarissimo dissuaderebbechiunque ad ingerire il prodotto).In realtà, per soddisfare la richie-sta della veneta PPiizzzzoolloottttoo -in-teressata a rafforzare il posizio-namento green guadagnato nelmondo dello sfuso con un packecocompatibile per i suoi deter-sivi confezionati-, EEllooppaakk ha do-vuto rivedere tutta una serie diparametri, inerenti sia il rivesti-mento interno sia le saldature.Così, oltre a un packaging deci-samente distintivo per la lineadei biodetersivi Neutral, ne è na-ta anche una nuova soluzioneecosostenibile per il confeziona-mento dei detersivi liquidi (deno-minata appunto D-Pack® dall’a-zienda norvegese), a disposizio-ne di tutte le aziende del settore.Basti dire che il peso della nuovaconfezione è pari alla metà diquello di un flacone in materialeplastico, ma inferiore ben 12 vol-te in termini di volumi dei rifiutiprodotti.

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OTTIMIZZAZIONE NASCOSTAAnche se, in realtà, non tutti gli interventi at-tuati dalle aziende per minimizzare l’impattoambientale degli imballaggi sono davveropercepibili dai consumatori, e quindi spendi-bili in chiave di marketing. Questo è vero so-prattutto nel settore del largo consumo, dovea fronte dei grandi volumi prodotti, una ridu-zione anche minima -per esempio delle di-mensioni, piuttosto che dello spessore del-l’imballaggio- permette di conseguire bene-fici importanti in termini ambientali, ma an-che di risparmio economico tutt’altro chetrascurabili, soprattutto quando si analizzal’intero ciclo di vita del prodotto (vedi costi ditrasporto e logistica).

“Possiamo dire che si tratta di una rivoluzio-ne silenziosa, attuata nel corso degli anni epoco divulgata al grande pubblico -com-menta GGiiuusseeppppee SScciicccchhii ttaannoo, packa-ging manager in HHeennkkeell-. Sarebbe interes-sante riuscire a calcolare quanto materialeda imballo in più si dovrebbe utilizzare, equanti rifiuti in più verrebbero prodotti, se nelcorso degli ultimi vent’anni non ci fosse sta-to questo lavoro di affinamento dei materia-li. Tutti gli imballaggi possono essere ogget-to di ottimizzazione ambientale, anche quel-li ‘nascosti’, ovvero quelli secondari e terzia-ri. Un lavoro soltanto apparentemente bana-le, che invece è capace di generare ricadu-te positive lungo tutta la filiera”.

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Nel canale domestico piatti e bicchieri mo-nouso in materiale biodegradabile sono

presenti già da tempo, mentre fa notizia il fattoche la veneta FFaabbbbrriiccaa PPiinnzzee SScchhiioo fornisca ibicchieri a marchio Ecozema, realizzati in biopo-limero Ingeo (foto 1), ad alcune strutture di ri-storazione che servono le mense scolastiche divari comuni in tutta Italia, tra le quali CCIIRR e GGee--mmeeaazz CCuussiinn. Una scelta sostenibile e perdipiùeducativa, visto che consente di sensibilizzare igiovanissimi al tema ambientale. E che dire deivolumi prodotti in discarica dai contenitori peril gelato e per la pizza da asporto? Al primo pro-blema, risponde la nuova linea NaturellySeda(foto 2) - frutto della collaborazione tra SSeeddaa eNNoovvaammoonntt- che comprende tutta una gamma dicontenitori, sia aperti sia dotati di coperchio, incarta accoppiata col Mater-Bi interamente rici-clabili, biodegradabili e compostabili. Al secon-do, la valdostana TTeeccnnooppiizzzzaa, che in alternativaalle classiche scatole di cartone propone Sguscio,un contenitore hi-tech che mantiene calda lapizza anche dopo 20 minuti dall’uscita dal for-no. In questo caso, il plus è dato principalmen-te da design e servizio, ma il fatto che sia in po-lipropilene ne consente la riciclabilità.

Soluzioni più “green”anche per i consumifuoricasa

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