L'ARCOBALENO: SPERANZA DEL MONDO · però, che era come se il sole non fosse sorto. Mario ... -É...

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1 L'ARCOBALENO: SPERANZA DEL MONDO Istituto Comprensivo Montorio-Crognaleto Anno scolastico 2016/2017 Scuola primaria di Nerito Classe3/4 Una fredda mattina di novembre Marco e Laura si trovavano come sempre a scuola. La maestra scriveva un esercizio alla lavagna, quando qualcosa attirò la loro attenzione. Marco Laura Un cambiamento nella luce o forse... fatto sta che si girarono e... Meraviglia delle meraviglie, un arcobaleno brillava tra le montagne. Non era certo la prima volta che ne vedevano uno, eppure quei colori... Laura avrebbe giurato che... -Maestra guarda, un arcobaleno! - gridò Marco

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L'ARCOBALENO:

SPERANZA DEL MONDO

Istituto Comprensivo Montorio-Crognaleto

Anno scolastico 2016/2017

Scuola primaria di Nerito Classe3/4

Una fredda mattina di novembre Marco e Laura si trovavano come sempre a

scuola. La maestra scriveva un esercizio alla lavagna, quando qualcosa attirò la loro

attenzione.

Marco Laura

Un cambiamento nella luce o forse... fatto sta che si girarono e... Meraviglia

delle meraviglie, un arcobaleno brillava tra le montagne. Non era certo la prima volta

che ne vedevano uno, eppure quei colori... Laura avrebbe giurato che...

-Maestra guarda, un arcobaleno! - gridò Marco

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Aveva appena finito di parlare, quando vide Laura correre fuori dalla classe.

Senza preoccuparsi di quello che avrebbe detto la maestra, la seguì. Insieme

raggiunsero l'altro lato della strada e si fermarono a osservare l'arcobaleno.

-Laura, ma che ti salta in mente? Ci prenderemo una nota! - si lamentò Marco,

ma l'amica non rispose -Ma mi hai sentito? -

Laura era tutta concentrata a guardare l'arcobaleno: -Marco vedi anche tu

quello che vedo anch'io? -

-Ma di che...? -

Fu allora che la vide, una grande mano che lentamente cancellava l'arcobaleno.

La Mano

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-Voi potete fermarla. -

Al sentire quella voce i due bambini si girarono di scatto, ma c'era solo il

vecchio cavallo del signor Aldebaran, che ogni tanto se ne andava a zonzo per il

paese.

Romualdo cavallo

-Ro.... Romualdo? - balbettò Marco

-Si ragazzi, oh non preoccupatevi, nessuno può sentirci. Il tempo si è fermato...

solo per un po', poi tutto tornerà alla normalità o almeno così sembrerà, ma quella

mano... Voi dovete impedire che cancelli l'arcobaleno. -

-Perché? -

-Perché il mondo ha bisogno degli arcobaleni. Quando appaiono tutti si

incantano a guardarli, guardano in alto, si meravigliano e... sperano! Se permettete

che la mano cancelli l'arcobaleno il mondo perderà la speranza...-

Mentre Romualdo riprendeva la strada di casa, approfittando del fatto che il

tempo era ancora fermo, i due bambini tornarono in classe.

Si erano appena seduti al loro posto, quando il tempo ricominciò a scorrere. -

Che cosa fantastica! - pensarono -Ci siamo risparmiati una bella nota! -

-Maestra, maestra!! Abbiamo sentito un cavallo parlare! Era quello di

Aldebaran! Lo abbiamo incontrato per strada! E poi c’era un grande arcobaleno e una

mano gigante che lo stava cancellando piano piano! -

-Ma di che cosa stai parlando? Quale arcobaleno? Quale cavallo? - disse la

maestra

-Quello fuori dalla finestra! Vedi? È lì! -

La maestra guardò fuori, ma non c’era nulla.

Laura ne approfittò per dare una gomitata al compagno e rimetterlo a sedere: –

Ma vuoi stare zitto? Ti prenderai una nota! –

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La Mano si strinse a pugno. Avrebbe voluto colpire le montagne e le valli,

distruggendo quello che aveva davanti, invece no... doveva e poteva cancellare solo

quell'arcobaleno. E poi ritornò quell'insopportabile senso di nostalgia, di quando era

completo, di quando aveva ancora un corpo; tornò nel suo palazzo sopra le nuvole,

circondato dalle sue tre fedeli gocce servitori.

Le tre gocce: Violetta, Labrador e Ribery

La Mano disse: -Voi ricordate... Voi sapete... Parlatemi ancora una volta di

com'ero! -

Una delle tre gocce, Violetta, avanzò timidamente verso la Mano, ciò che

restava di un grande mago.

La Mano le disse: - Ora ricordo. C'era stato un tremendo acquazzone in quel

paese maleodorante. La pioggia era andata via tutta, ma tu eri rimasta lì, attaccata al

tetto di paglia con tutta la tua forza. Nonostante la pioggia quel paese continuava a

puzzare, così ho trasformato tutti i suoi abitanti in animali. E tu hai avuto il coraggio

di rimproverarmi! -

A quelle parole Violetta arrossì e divenne come una goccia di tempera rossa.

-Mi hai chiesto perché stavo trasformando quegli esseri umani in animali e hai

detto che avrei potuto combinare qualche pasticcio! Io! Il grande mago Dexter! -

Fece una lunga pausa e poi si rivolse a Labrador, l'altra goccia: - Sei stato il

primo che ho preso con il mio magico bastone. La mia carrozza sfrecciava sul

sentiero infangato e tu eri lì, non volevi spostarti e non volevi venire con me. Ma io ti

ho catturato! -

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Tempesta scatenata da Labrador

Labrador rispose: -È vero, tu mi hai catturato, ma io non sarò tuo schiavo per

sempre. Ricordi quel ragazzo che hai trasformato in cavallo? Lui ti ha privato del tuo

corpo! -

A quelle parole, la Mano rabbrividì: -Certo che lo ricordo, ma non mi ha

distrutto, come non lo ha fatto la tempesta che hai scatenato, cercando di fuggire!

Nulla e nessuno può sconfiggermi! - fece una pausa e poi aggiunse: -Ero molto

cattivo vero? -

-Sì...- dissero in coro le tre gocce.

A quelle parole fu come se tornasse indietro nel tempo, al giorno in cui

disubbidendo alla grande e potente maga loro madre, lui e suo fratello Dominus erano

andati nel mondo degli umani.

Iside, la madre dei maghi

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Il mondo degli uomini è pericoloso per voi, perché lì non avete poteri. Li

avvertiva continuamente la madre, ma quel giorno non avevano voluto darle retta.

Era successo tutto molto in fretta, il terreno molle, lui che perdeva l'equilibrio e

cadeva nel fiume. Dominus si era tuffato ed era riuscito a riportarlo a riva, ma la

corrente troppo forte alla fine lo aveva trascinato via. Lui aveva più volte

disperatamente schioccato le dita per salvare il fratello, ma non era successo nulla. La

sua magia lì non aveva effetto e Dominus era affogato.

Dominus

Terribile era stata la rabbia di sua madre. Pur avendo solo 13 anni, lei lo aveva

ritenuto responsabile della morte del fratello Dominus e lo aveva bandito dal suo

regno.

-Da allora ho vagato... fino a che non ho deciso di costruire un regno tutto mio

e ho scelto come sede del mio palazzo le nuvole. Mi sono sentito molto solo fino a

che non vi ho incontrate, mie gocce! -

-Io ero qui già prima del tuo arrivo. - disse Ribery, la terza goccia -Vivevo in

queste nuvole ed ero libero! -

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Che bel sogno che stava facendo Laura! La mamma venne a svegliarla proprio

sul più bello!

-Mamma, lasciami dormire. Fuori è ancora buio! -

-Alzati, che è tardi! -

Laura si mise a sedere sul letto. Guardando fuori dalla finestra si rese conto,

però, che era come se il sole non fosse sorto.

Mario

Quando arrivò a scuola, trovò tutti i suoi compagni e le maestre fuori ad

aspettarla. Tutti provavano a dare una spiegazione per il fatto che il sole sembrasse

così spento. La maestra Daniela, che insegnava scienze, disse che probabilmente si

trattava di un raro fenomeno atmosferico. Stavano ancora ragionando, quando arrivò

Mario che, con una delle sue fantasiose spiegazioni, pose fine al problema.

Marco e Laura si ignorarono per tutta la mattina, ma all'uscita da scuola non

resistettero alla tentazione di confrontarsi.

-Secondo te che sta succedendo? - chiese Marco

-É lui, è il mago! È sua la colpa! -

Marco annuì, anche lui la pensava così.

-Che facciamo? - chiese a quel punto.

-Dovete fermare la mano ad ogni costo! -

La voce di Romualdo risuonò nelle loro teste.

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-Dove sei? - chiese Laura spaventata.

-Un po' lontano da qui, ma posso parlarvi tramite la telepatia. Dovrete

superare delle prove, amici miei. -

-Che tipo di prove? - chiese Marco

-Non vi è dato saperlo. Superando la prima di queste, apparirà un ascensore

nevoso che vi porterà sopra le nuvole, dove c'è il palazzo di Dexter, il mago che è

causa di tutto questo. Non avete più molto tempo per pensarci! Non metteteci troppo!

-

Quando la voce di Romualdo tacque, i due bambini si guardarono negli occhi.

-Perché proprio noi? Il tempo non poteva fermarsi per qualcun altro? - si

lamentò Marco

-Già... chi lo conosce questo mago! -

Mentre i due bambini parlavano tra di loro, poco lontano sulla foglia di una

pianta le tre gocce servitori Violetta, Labrador e Ribery li stavano osservando.

-È la nostra occasione! - disse Labrador -Dobbiamo aiutare questi bambini a

prendere la decisione giusta e a superare le prove.

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Romualdo drizzò le sue orecchie più grandi del normale. Sentiva della musica

in lontananza, ma giacché aveva il super udito, quella musica poteva anche provenire

dall'altra parte della montagna. Trotterellò un po' per il recinto che era sempre pulito.

Fino a che rimaneva lì non poteva usare il super trotto, ma nonostante questo si

trovava bene in quella stalla. Da dove si trovava poteva osservare la cima del Gran

Sasso e la neve perenne che non si scioglieva mai e qualche falco con la sua preda.

Avvertì la sua presenza, prima ancora di vederlo, grazie alla super mente che

gli permetteva di leggere il pensiero. Il suo padrone si affiancò a lui, aveva i capelli

corti e neri e gli occhi verdi.

-Hai messo su pancia! - gli disse Romualdo

-Colpa del cibo di questo posto. Qui si mangia troppo e troppo bene. -

-Nostalgia? -

-Sempre! La mia casa mi manca molto. Ma anche tu mi sembri assorto nei tuoi

pensieri. -

Era vero, Romualdo non aveva bisogno di parlare. Il suo padrone sapeva che

lui stava pensando di nuovo a quel terribile scontro in cui era stato trasformato in un

cavallo.

Quella sera soffiava un vento molto forte e nell'aria si udiva l'ululato dei lupi

che si tenevano prudentemente a distanza. Lui e Dexter si erano affrontati in una

foresta, ma lui lo aveva imbrogliato.

Dexter Romualdo mago

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Dopo un terribile susseguirsi di incantesimi e palle di fuoco che avevano

incenerito quasi l'intera foresta, Romualdo era riuscito a mettere il mago in seria

difficoltà. Si era preparato a lungo per quello scontro, ma proprio quando stava per

avere la meglio, una nebbia celeste lo aveva avvolto. Non respirarla era stato

impossibile e alla fine aveva perso i sensi. Quando si era risvegliato, si era reso conto

di essere stato trasformato in un cavallo.

Lo scontro tra Romualdo e Dexter

-Dexter! - aveva urlato e solo allora si era accorto di una mano a terra

-Non hai vinto! - era risuonata nell'aria la voce di Dexter

-Neanche tu! -

-Non finisce qui! -

A quel punto la mano era sparita e lui non aveva avuto più notizie del mago per

secoli.

Romualdo trotterellò via, misurando con gli zoccoli l'ampiezza del recinto. Era

sicuramente più grande della cella dove era stato rinchiuso a causa degli errori

commessi in passato. L'unica fonte di luce era una piccola finestra posta in alto,

troppo in alto perché si potesse guardare fuori. Mentre osservava il cerchio di luce sul

pavimento come ogni notte, un estraneo si era presentato alla porta. Scariche

elettriche erano apparse sotto allo stipite e avevano fuso la porta. Lo sconosciuto era

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venuto avanti, coperto da un lungo mantello verde provvisto di cappuccio. Il volto in

ombra e solo i suoi occhi azzurri erano visibili.

Zeus

-Chi sei? - gli aveva chiesto

-Il mio nome è Zeus, vengo dal mondo dei maghi e sono qui perché ho bisogno

del tuo aiuto per sconfiggere il terribile mago Dexter.-

E così gli aveva raccontato una storia davvero incredibile, che sembrava uscita

direttamente da un libro di favole per bambini. La cosa che lo aveva convinto ad

accettare era stata la possibilità di riscattarsi da una vita di sbagli.

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Ribery e Violetta si sentivano al settimo cielo. Assumere forma umana si era

rivelato più divertente del previsto. Avere gambe e braccia da muovere era

bellissimo. Non facevano altro che saltare di qua e di là, rincorrersi e fare capriole.

Labrador, che era riuscito a raggiungere la cattedra li rimproverò: -Basta

giocherellare, noi siamo qui per convincere Marco e Laura ad affrontare le prove. -

Ribery e Violetta risposero: -Ok. Adesso ci sediamo e aspettiamo che i bambini

arrivino. -

Quando i bambini arrivarono, raccontarono tutto a quelle che credevano essere

le loro maestre. Le gocce si finsero sorprese e stupite, ma alla fine dissero: - Noi vi

crediamo e secondo noi è giusto che accettiate di superare le prove. Questa gente

conta su di voi per salvare il mondo! -

I bambini si sentirono rincuorati e dissero: -Grazie maestre che ci credete e ci

supportate. Per noi è importante. –

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Laura rigirò più volte quei fogli tra le mani. Si trattava di esercizi di italiano,

ma la maestra non sapeva da dove fossero arrivati. Una delle insegnanti delle altre

classi li aveva trovati vicino alla fotocopiatrice insieme a un foglietto sul quale erano

scritti i loro nomi e quelli dei loro compagni, più la firma di Romualdo. La cosa più

sconcertante era che, a parte lei e Marco, nessuno poteva conoscere Romualdo,

eppure nessuno si era fatto domande. Marco continuava a mandarle sguardi

interrogativi e, proprio in quel momento, una sottile nebbia verde cominciò a uscire

da sotto la porta della classe. Laura rimase seduta, indecisa sul da farsi, fino a che la

nebbia non invase la stanza e non coprì alla vista maestra e compagni. Quando il

fumo si diradò, lei si ritrovò in compagnia di Marco.

-Conosco questo posto! - esclamò il suo amico -É Fonte Gelato!-

All'improvviso udirono un forte rumore... come di passi in avvicinamento.

Istintivamente Marco si avvicinò a Laura. Un'ombra calò su di loro, mentre tre

enormi alberi avanzavano e si portavano al centro della radura. Il tronco era possente

con un'enorme bocca spalancata al centro. Gli occhi erano di un giallo

fiammeggiante, eppure non incutevano timore.

-Chi siete? - chiese Laura

-Noi siamo i pastori degli alberi, i guardiani del bosco. Ci è stato affidato il

compito di mettervi alla prova. -

-Te l'avevo detto che non era una buona idea accettare...- mormorò Marco

Laura annuì... Non era stato necessario andare a parlare con Romualdo. Non

appena avevano lasciato la scuola, dopo aver parlato con le loro maestre, la voce del

cavallo era risuonata allegra nelle loro teste, ringraziandoli per aver accettato di

affrontare le prove.

-Dovete superare questa prova per poter accedere al regno di Dexter! - disse

uno degli alberi.

Detto questo, le bocche si spalancarono ancora di più e sputarono fuori sottili

fogli giallognoli.

I rami degli alberi cominciarono ad allungarsi e a cacciare grandi foglie sulle

quali le nervature formarono ancora altre parole.

Laura e Marco riconobbero su quelle grandi foglie gli stessi esercizi che

avevano visto sui fogli apparsi misteriosamente. Davanti a loro comparvero una

piuma d'oca e una boccetta d'inchiostro. Non restava che darsi da fare.

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I fumi della magia in corso si alzavano da Fonte Gelato. Aldebaran, Romualdo

e Zeus li osservavano da lontano.

-Avete fatto un ottimo lavoro. - disse Aldebaran rivolto a suo fratello Zeus e a

Romualdo -Senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile. -

-Non è esatto. - intervenne Romualdo -Se tu non mi avessi trovato, portato

nella tua casa e curato, io sarei morto dopo lo scontro con tuo figlio Dexter. -

Aldebaran si accigliò al ricordo di quando aveva trovato Romualdo in fin di

vita in mezzo alla foresta: -Non avrei mai immaginato che mio figlio sarebbe

diventato così cattivo. -

-Dopo che te ne sei andato, niente è andato per il verso giusto. - intervenne

Zeus

-Non avevo altra scelta, l'attacco dei maghi Messini era stato molto violento e

io non ero stato in grado di proteggere né il mio regno, né la mia famiglia. Conosci

anche tu la legge del nostro mondo Zeus. Io avevo perso e dovevo andarmene. Sono

stato esiliato qui sulla terra e ho perso i miei poteri. -

Zeus lo fissò. Non poteva dargli torto. Lui aveva cercato di badare ai suoi

nipoti, che amava molto, insegnando loro tutte le magie legate alle condizioni

atmosferiche che conosceva. Aveva cercato anche di insegnare loro come usarle, cioè

solo a fin di bene e per aiutare le persone. Ma la morte di Dominus aveva cambiato

tutto. Iside, affranta dal dolore e in preda alla rabbia, aveva cacciato Dexter, perché

riteneva che la morte di Dominus era stata provocata dalla sua disattenzione. Lui

aveva assistito al cambiamento di Dexter, al suo diventare malvagio. Quando lo

aveva affrontato per chiedergli spiegazioni, lui lo aveva minacciato di attaccarlo con

le magie che lui stesso gli aveva insegnato. Gli aveva lanciato un fulmine e lui si era

riparato, creando un muro di grandine. Era stato allora che in cuor suo si era

ripromesso si salvare il nipote ed ora forse era arrivato il momento.

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Aldebaran

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Laura e Marco attesero con impazienza il verdetto degli alberi sulle prove che

avevano appena terminato.

-Siete stati bravi, avete superato le prove, insieme ce l'avete fatta. Ora potete

prendere l'ascensore nevoso per arrivare al regno di Dexter.

L'antro del castello era grande, umido e poco illuminato. Le pareti sembravano

sudare acqua e in lontananza si udiva uno sgocciolio continuo. Marco e Laura

avanzarono timorosi fino al centro dell'enorme stanza. In quel momento

cominciarono ad ardere tutte le torce attaccate alle pareti, rivelando la presenza di

tante armature di cavalieri allineate alla loro destra e alla loro sinistra.

-Non è stata una grande idea prendere l'ascensore nevoso. - disse Laura

Quel posto non le piaceva, la spaventava. Sentiva che Dexter era vicino e

aveva paura di incontrarlo.

Alcune armature si mossero tra tremendi cigolii, portando in mano dei fogli. Si

fermarono davanti a loro, formando una barriera.

-Questa è la seconda prova che dovete affrontare, quella di matematica! Vi

impediremo di proseguire fino a quando non l'avrete superata. -

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L'armatura annuì, emettendo un lugubre cigolio, quindi la fila si aprì per lasciar

passare i due bambini. Poco più in là incontrarono le tre gocce che dissero loro: -Sta

arrivando il mago Dexter, nascondetevi, presto! -

I bambini avevano timore del mago e si nascosero dietro le armature. In quel

momento videro la Mano uscire da una porta, superarli e sparire.

-Dove conduce quella porta? - chiese Laura

-Nei sotterranei, dove c'è la tomba di suo fratello. - risposero le gocce -È lì che

dovete andare, per superare la terza prova. -

-Grazie gocce! Coraggio, Laura andiamo! - disse Marco

-Ma hai visto quanto era grande quella mano? - disse Laura

Marco l'afferrò per un braccio e la trascinò giù per le scale. Arrivarono fino a

quella che aveva tutta l'aria di essere una cripta, occupata al centro da un grande

sarcofago in pietra. Il coperchio cominciò ad aprirsi lentamente e ne uscì un

fantasma.

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-Io sono il fantasma di Dominus, il fratello di Dexter. Sarò io a darvi la terza

prova, ma se non la supererete, verrete nella tomba con me! -

Marco sgranò gli occhi, mentre alcune porzioni della parete alla loro sinistra si

trasformavano in caselle vuote e su quella alla loro destra apparivano delle parole.

-È una prova di inglese. - bisbigliò Laura

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Attirato dal rumore del coperchio in pietra che si apriva, Dexter arrivò nella

cripta, proprio nel momento in cui Marco e Laura superavano la terza prova e si

ritrovò faccia a faccia con il fantasma del fratello.

-Dominus dopo tanti anni! - disse Dexter sorpreso

-Fratello mio, che ti è saltato in mente? Perché vuoi distruggere l'arcobaleno? -

-Come lo sai? -

-Fratello, io non ti ho mai lasciato solo, ti guardo sempre! -

Quindi Dexter si accorse dei due bambini e disse loro: - Che ci fate qui? -

Laura e Marco si irrigidirono e indietreggiarono istintivamente.

In quel momento apparvero Aldebaran, Iside e Zeus.

-Figlio mio... che ti hanno fatto? - mormorò la madre

Quindi sia lei che il padre allungarono le mani per sfiorare le dita di Dexter.

Quella piccola carezza ebbe l'effetto di far riapparire il suo corpo e solo allora

riuscirono ad abbracciarsi tutti quanti.

Zeus si avvicinò ai di bambini e disse: - Grazie, senza di voi questo non

sarebbe stato possibile. - i due bimbi sorrisero -È per questo che vi abbiamo scelto,

per quello che portate nel cuore, per il vostro coraggio e per i vostri valori. -

Un bel giovane apparve ai piedi delle scale, accompagnato dalle gocce felici di

essere finalmente libere. Si fermò vicino ai due bambini. Marco e Laura lo

guardarono incuriositi.

-Sono Romualdo, amici, non abbiate paura. L'incantesimo si è spezzato anche

per me e ho riacquistato le mie sembianze umane. Ora guardate. - una porzione di

parete della cripta scomparve per mostrare nove alunni intenti a fare le prove seduti ai

loro banchi: -Guardali Dexter. Sai perché sei riuscito a mettere le mani su

quell'arcobaleno? Perché il cuore del territorio dove esso è apparso è stato ferito.

Terremoto e neve lo hanno messo in ginocchio, hanno quasi fatto perdere la speranza

alla gente. Guardali Dexter, guardateli anche voi tutti. Sono Emanuele Mac,

Emanuele Mas, Valentina, Angela, Angelica, Mohamed, Graziano, Leonardo ed

Eugenio. Questi bambini hanno perso la loro scuola, si sono tanto spaventati. Non

hanno più aule, eppure... Loro vi hanno aiutati. Quando io ho mandato loro delle

prove, loro non si sono rifiutati e le hanno affrontate, esattamente come voi. Ebbene

Dexter, quell'ultimo frammento di arcobaleno che ti rimaneva da cancellare costituiva

tutta la loro speranza! Ma è bastata... Questo residuo di speranza ha permesso a

Marco e Laura di superare le prove e alla tua famiglia di riunirsi. -

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Marco e Laura si avvicinarono alla parete e alzarono una mano per salutare i bambini

di quella scuola. Uno di loro, non ricordo chi, ricambiò il saluto.

FINE

Scritto da:

Valentina Bonfrisco

Angelica Filipponi

Eugenio Francellini

Mohamed Hilmi

Emanuele Macinati

Emanuele Masci

Angela Melone

Leonardo Rossi

Graziano Zilli