La_madre

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4.3. La madre di Gesù e il discepolo ai piedi della croce 1 Bibliografia di riferimento. U. VANNI, ‘E da quell’ora il discepolo la prese nel suo ambiente’ (Gv 19,27). La presenza della madre di Gesù nella comunità giovannea”, in R. Barbieri – I. M. Calabuig – O. Di Angelo, Fons Lucis. Miscellanea di studi in onore di Ermanno M. Toniolo, Roma 2004, 127-150. Mag. 8 V 610. _______, “Il ruolo di Maria ‘Madre di Gesù’, nella sequela” in ID., Con Gesù verso il Padre. Per una spiritualità della sequela”, Roma 2002, 63-92. J. ZUMSTEIN, “Johannes 19,25-27” ZTK 94(1997) 131-154. 4.3. TERZO QUADRO - LA MADRE DI GESÙ E IL DISCEPOLO AI PIEDI DELLA CROCE Contesto antecedente remoto: il segno di Cana (2,1-11) e prossimo: la tunica di Gesù In ambedue i brani, 2,1-11 e 19,25-27 troviamo l’espressione “la madre di Gesù”, “la madre sua” Il vocabolo “madre” compare cinque volte in questo quadro composto di soltanto tre versetti. Troviamo pure gu, nai vocativo di gunh, , “donna”. Il contesto messianico di Cana, anticipazione della croce, è già una prima indicazione sul significato teologico di questo quadro alla croce. Vediamo le altre due scene fra le quali si trova questo terzo quadro del Golgota. Contesto anteriore: Come detto prima la tunica senza cucitura di Gesù è il simbolo del popolo messianico senza scissione che ritrova la sua unità 1 . È il contesto prossimo anteriore al nostro quadro. La tunica di Gesù simboleggia l’unità del popolo messianico, che si attuerà dopo la dispersione precedente La scena della croce, come tale dunque, ha una prospettiva pure messianica. In essa si realizza la comunità della nuova alleanza. 2 Valutando al massimo il piano simbolico, è molto probabile che qui ci sia un accenno alla presenza attiva di Maria nella chiesa. L’altro elemento d’inquadratura prossima apparve nel contesto seguente, e cioè al v. 28: Gesù, dopo aver parlato alla madre e a Giovanni, può dire che ormai tutto è compiuto (tete,lestai tele,w): passivo indicativo perfetto 3° singolare 3 . Suo itinerario di salvezza è terminato, è arrivato al culmine. Il contesto dei versetti di questo terzo quadro del Golgota, 19,25-27 è dunque quello dell’azione messianica di Gesù che raccoglie i figli dispersi verso l’unità (simbolo della tunica) in un senso che raggiunge la sua completezza proprio con la morte di Gesù (seguente quadro). La sua ultima azione messianica, è così proprio quella descritta nella scena di Maria e del discepolo. Vediamo i singoli versetti: v. 25 “dall’altro stavano (là) presso la croce di Gesù, sua madre, e la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala”. ei`sth,keisan de. para. tw/| staurw/| tou/ VIhsou/ h` mh,thr auvtou/ kai. h` avdelfh. th/j mhtro.j auvtou/( Mari,a h` tou/ Klwpa/ kai. Mari,a h` Magdalhnh,Å 1 Sullo sfondo c’è la profezia di Caifa, riportata soltanto da Gv., secondo la quale Cristo sarebbe morto per riunire nella unità i figli dispersi di Dio (11,52). 2 Osservazioni grammaticali e strutturali del passo Gv 17,20-24 (preghiera sacerdotale). Gesù aveva amplificato la sua preghiera a quanti crederanno in lui. Te teleiwme,noi wv/sin; teleio, w passivo participio perfetto in coniugazione perifrastica Questo perfezionamento deve avvenire in questa vita, perché deve avere effetto sul ko,smoj 3 Notate che Giovanni per l’adempimento delle Scritture usa di solito plhro, w invece per l’adempimento dell’opera del Padre usa tele, w . Gv, quindi, intende dire che Gesù vede compiuta e terminata tutta l’opera del Padre. È quella completezza che si trova pure anche se il verbo è un altro in teleio, w (per l’adempimento della Scrittura pure utilizza teleiowqh/ (vedi 19,28) e vuol dire che in questo caso la Scrittura è vista come inclusa nell’opera del Padre.

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  • 4.3. La madre di Ges e il discepolo ai piedi della croce

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    Bibliografia di riferimento. U. VANNI, E da quellora il discepolo la prese nel suo ambiente (Gv 19,27). La presenza della madre di Ges nella comunit giovannea, in R. Barbieri I. M. Calabuig O. Di Angelo, Fons Lucis. Miscellanea di studi in onore di Ermanno M. Toniolo, Roma 2004, 127-150. Mag. 8 V 610. _______, Il ruolo di Maria Madre di Ges, nella sequela in ID., Con Ges verso il Padre. Per una spiritualit della sequela, Roma 2002, 63-92. J. ZUMSTEIN, Johannes 19,25-27 ZTK 94(1997) 131-154.

    4.3. TERZO QUADRO - LA MADRE DI GES E IL DISCEPOLO AI PIEDI DELLA CROCE

    Contesto antecedente remoto: il segno di Cana (2,1-11) e prossimo: la tunica di Ges

    In ambedue i brani, 2,1-11 e 19,25-27 troviamo lespressione la madre di Ges, la

    madre sua Il vocabolo madre compare cinque volte in questo quadro composto di soltanto tre versetti. Troviamo pure gu,nai vocativo di gunh,, donna. Il contesto messianico di Cana, anticipazione della croce, gi una prima indicazione sul significato teologico di questo quadro alla croce. Vediamo le altre due scene fra le quali si trova questo terzo quadro del Golgota. Contesto anteriore:

    Come detto prima la tunica senza cucitura di Ges il simbolo del popolo messianico senza scissione che ritrova la sua unit1. il contesto prossimo anteriore al nostro quadro. La tunica di Ges simboleggia lunit del popolo messianico, che si attuer dopo la dispersione precedente La scena della croce, come tale dunque, ha una prospettiva pure messianica. In essa si realizza la comunit della nuova alleanza.2 Valutando al massimo il piano simbolico, molto probabile che qui ci sia un accenno alla presenza attiva di Maria nella chiesa. Laltro elemento dinquadratura prossima apparve nel contesto seguente, e cio al v. 28: Ges, dopo aver parlato alla madre e a Giovanni, pu dire che ormai tutto compiuto (tete,lestai tele,w): passivo indicativo perfetto 3 singolare3. Suo itinerario di salvezza terminato, arrivato al culmine. Il contesto dei versetti di questo terzo quadro del Golgota, 19,25-27 dunque quello dellazione messianica di Ges che raccoglie i figli dispersi verso lunit (simbolo della tunica) in un senso che raggiunge la sua completezza proprio con la morte di Ges (seguente quadro). La sua ultima azione messianica, cos proprio quella descritta nella scena di Maria e del discepolo.

    Vediamo i singoli versetti: v. 25

    dallaltro stavano (l) presso la croce di Ges, sua madre, e la sorella di sua madre, Maria di Clofa e Maria di Mgdala.

    ei`sth,keisan de. para. tw/| staurw/| tou/ VIhsou/ h` mh,thr auvtou/ kai. h` avdelfh. th/j mhtro.j auvtou/( Mari,a h` tou/ Klwpa/ kai. Mari,a h` Magdalhnh,

    1 Sullo sfondo c la profezia di Caifa, riportata soltanto da Gv., secondo la quale Cristo sarebbe morto per riunire nella unit i figli dispersi di Dio (11,52). 2 Osservazioni grammaticali e strutturali del passo Gv 17,20-24 (preghiera sacerdotale). Ges aveva amplificato la sua preghiera a quanti crederanno in lui. Te teleiwme,noi wv/sin; teleio,w passivo participio perfetto in coniugazione perifrastica Questo perfezionamento deve avvenire in questa vita, perch deve avere effetto sul ko,smoj 3 Notate che Giovanni per ladempimento delle Scritture usa di solito plhro,w invece per ladempimento dellopera del Padre usa tele,w . Gv, quindi, intende dire che Ges vede compiuta e terminata tutta lopera del Padre. quella completezza che si trova pure anche se il verbo un altro in teleio,w (per ladempimento della Scrittura pure utilizza teleiowqh/ (vedi 19,28) e vuol dire che in questo caso la Scrittura vista come inclusa nellopera del Padre.

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    Stavano presso la croce di Ges, pi esattamente intorno, vicino, a Ges crocifisso. La preposizione para,, col dativo si utilizza di solito in riferimento ad una persona, non per oggetti4. Lutilizzo grammaticale suggerisce una personificazione, giacch la croce era vicina al cuore dellevangelista. I sinottici riportano pure la presenza delle donne, tra cui Maria di Magdala, a distanza dalla croce. Gv per lunico a notare che esse sono vicine alla croce, e ne riporta tre o quattro, a seconda che si identifichi Maria di Clofa con la sorella di Maria o meno. Come abbiamo gi considerato nel segno di Cana, Maria non mai chiamata con il suo nome, bens la madre di Ges. Cos vista e sentita nella Chiesa giovannea. Ci sono poi anche altre pie donne che hanno veramente il coraggio che mancava ai discepoli - eccetto al discepolo amato - di stare accanto a Ges.

    26 Ges dunque, avendo visto la madre e il discepolo (l) stante (quello) che (egli) amava, dice alla madre: Donna, ecco il figlio di te.

    VIhsou/j ou=n ivdw.n th.n mhte,ra kai. to.n maqhth.n parestw/ta o]n hvga,pa(

    le,gei th/| mhtri,( Gu,nai( i;de o` ui`o,j sou

    Il discepolo che Ges amava, viene preso non come individuo, bens come rappresentante di una nuova categoria di persone che accettano il suo agap 5. Il piano teologico, vale a dire, linterpretazione che tiene conto dellinsieme del Quarto Vangelo, vede nel discepolo amato uno che non si distingue degli altri nel senso che Ges ami solo lui. Ges ama tutti, ma questo discepolo accetta in modo particolarmente aperto il suo amore. Il discepolo amato accetta al massimo della sua capacit lamore del Maestro ed il tipo, lideale, di tutti i discepoli.

    La Chiesa stessa si compone da persone che si aprono allamore di Ges e attraverso lapertura della fede accettano di essere amati da Lui. Quella di Giovanni una Chiesa cosciente di questo amore che Ges ha verso di loro, e lo accettano. Al discepolo che gi si sente amato ed gi inserito in una Chiesa di persone amate da Ges e che accettano il suo amore, Ges aggiunge un elemento proprio con la frase: i;de o` ui`o,j sou. Gu,nai, un appellativo che sorprende di pi ad una prima lettura qui che a Cana, in un figlio la cui solennit appartiene benissimo a Cristo-Messia e Re che parla rivelando una verit. Osserva lo Schnackenburg che i;de, ecco, ha per lo pi nel Quarto Vangelo un valore soltanto indicativo. Qui invece esprime pure la rivelazione di un fatto occulto come per esempio nella narrazione della settimana inaugurale (1,29.36.47; Dan 2,31). Vediamo la tavola comparativa.

    4 ZERWICK-GROSVENOR, A Grammatical Analysis of the Greek New Testament ,Rome 1981 ad loc. 5 Lesegesi degli ultimi anni ha messo in evidenza la tendenza del quarto evangelista alla progressiva simbolizzazione e tipologizzazione (Nicodemo, Giuda, Pietro, pure Pilato). Questo viene ben messo di rilievo da R. VIGNOLO, Personaggi del Quarto Vangelo, Figure della fede in San Giovanni, Milano 1994.

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    Uso giovanneo di :Ide . Trasfondo nellAntico Testamento (Daniele)

    Gv 1,29 Lindomani (il Battista) vede Ges venirgli incontro e dice:

    Ecco lagnello di Dio :Ide o` avmno.j tou/ qeou/

    il togliente (che toglie) il peccato del mondo. o` ai;rwn th.n a`marti,an tou/ ko,smou

    1,36 Fissando lo sguardo su Ges che passava, kai. evmble,yaj tw/| VIhsou/ peripatou/nti

    (egli) dice le,gei(

    Ecco lagnello di Dio :Ide o` avmno.j tou/ qeou/

    1,47 Ges vide Natanaele venirgli incontro

    e dice di lui: Ecco un autentico israelita, :Ide avlhqw/j VIsrahli,thj in cui non c falsit

    Dan 2,31 Tu, o re, hai avuto una visione.

    Ecco statua una . ivdou. eivkw.n mi,a

    Questo il caso nella presente ricorrenza. La frase i;de o` ui`o,j sou ha un contenuto di

    rivelazione che esprime un rapporto maternit-filiazione fra Maria e Gv. Di solito il termine ui`o,j figlio non si utilizza per la categoria dei figli di Dio. Levangelista impiega un altro vocabolo: te,kna (vedi 1,11-12). Il vocabolo ui`o,j si riserva di solito per Ges: Figlio delluomo e Figlio di Dio. Adopera in questo caso ui`o,j perch Ges figlio di Maria di un modo speciale secondo la concezione dello Spirito come viene raccontato nei vangeli dellinfanzia e ad un primo livello la filiazione del discepolo proprio si colloca su questo piano di parentela con Ges. I parenti di Ges non sono, infatti, suoi seguaci come lo sono i discepoli, e sono assenti della narrazione (vedi 7,5.9-10). La filiazione del discepolo si mette su questo piano di parentela con Ges, giacch la nascita della Chiesa ha proprio lo Spirito come gestore. Attraverso Maria i credenti che ricevono lo Spirito, diventano fratelli di Cristo. Realt che si produce nella Pasqua: va da i miei fratelli (vedi 20, 17).

    v. 27

    Poi dice al discepolo: Vedi la madre di te!

    E da quellora prese il discepolo lei con s (nelle proprie cose - nel suo ambiente.

    ei=ta le,gei tw/| maqhth/|( :Ide h` mh,thr sou kai. avpV evkei,nhj th/j w[raj e;laben o` maqhth.j auvth.n eivj ta. i;dia

  • 4.3. La madre di Ges e il discepolo ai piedi della croce

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    e;laben: la prese preso di s. Il significato del verbo lamba,nein accogliere6. Qui lunica volta che questo verbo si riferisce ad una persona che non sia Ges. Ci pare dunque ben fondata lopinione di de La Potterie, Vanni ed altri autori che la frase deve essere intesa nel senso non soltanto di un accogliere fisico nella casa del discepolo, ma da quellOra di una nuova relazione spirituale fra le due persone sotto la croce7. Lambiente proprio del discepolo la chiesa che lui fonda, la chiesa che si rif a Giovanni8; eivj ta. i;dia significa soprattutto nel suo ambiente anche se si pu tradurre pure nella propria casa. Da quellOra non significa soltanto da quel momento ma soprattutto, dallOra di Ges. Come frutto dellOra il discepolo capisce Maria e laccetta come madre di Ges nella sua chiesa che appunto la chiesa giovannea9. Cos il commento della nuova Bibbia di Gerusalemme, ad loc: non sembra che si deva dubitare che levangelista vede in questultima disposizione di Ges un atto che sorpassa il piano della semplice piet filiale. Egli vede il mistero divino, e cio, la proclamazione della maternit spirituale di Maria, novella Eva, nei riguardi dei credenti rappresentati dal discepolo beneamato. Questo il senso pieno del brano. Siamo proprio nel quadro della donazione totale di Ges, che crocifisso, dona tutto e dona anche Maria come madre della Chiesa con tutta con lincarico specifico di far crescere nella Chiesa ed in ciascuno dei cristiani che accettano lamore di Ges, i suoi tratti specifici. Per la chiesa fondamentale la presenza di Maria che le comunica la sua esperienza maggiorata di Ges.

    Attraverso i secoli gli interpreti hanno intuito che questa scena ha un valore, un significato simbolico10. Prima di tutto il fatto che n la madre di Ges, n il discepolo prediletto siano individuati con il nome proprio un indizio favorevole. Come vedete questi versi11 hanno un senso cristologico ed ecclesiale rilevante. Linterpretazione di questo simbolismo deve provenire della logica narrante del vangelo. Il significato simbolico della scena deve cercarsi non in significati anacronistici od estranei al vangelo, ma in temi sviluppati nello stesso vangelo.

    6 quel discepolo che agisce, ma attenzione al termine lamba,nw carico di significato e di ricorrenze in Gv. La traduzione incapace di rendere le sfumature in una sola parola. C anche da notare che nei molti passi in cui il verbo lamba,nw si riferisce alla persona di Ges, se ne trovano in un contesto in cui compare pure il verbo pisteu,w, credere. Al centro del Prologo del IV Vangelo ci sono i versetti 11-12: E nella sua propriet (ta. i;dia) venne, e i suoi non lo lhanno accolto (pare,labon), quanti invece lhanno accolto (e;labon), diede loro la facolt di divenire figli di Dio, a coloro che credono in lui. Paralamba,nw qui sinonimo di lamba,nw che vuol dire appunto credere (vedi 5,43 e 5,44). Si tratta dunque di un accogliere fiducioso. 7 I. DE LA POTERIE, La Passione, 131-132. 8 LApocalisse ci d una riprova che Maria la possiamo pensare come attiva nella chiesa giovannea. Il popolo di Dio partorisce Ges il quale ascende, fuori della minaccia del drago. Le doglie di parto, di nuovo qua come immagine del lavoro del nuovo popolo di Dio, e delle difficolt per farlo presente in mezzo alla societ. Nascita e ascensione davanti al pericolo (incarnazione-glorificazione) ed sconfitta del drago da parte di Michele. 9 U. VANNI, Il ruolo di Maria Madre di Ges, nella sequela in ID., Con Ges verso il Padre. Per una spiritualit della sequela, Roma 2002, 86-87. Maria poi rappresenta la chiesa. La donna in Ap 12,1-2ss. chiaramente il popolo di Dio, cio la Chiesa, per una Chiesa che fa ci che fa Maria, nella quale nasce Ges che poi sar Re dei Re e Signore dei Signori. Nel capitolo 19 la donna Maria, madre di Ges in rapporto alla Chiesa. Il rapporto di maternit di Maria verso la Chiesa non di tenerezza generica come la bont di una madre; c anche questa, per una bont orientata e mirata perch Maria nella Chiesa la madre di Ges a Betlemme e una ad un secondo livello in cui Maria diventa madre di Ges in un senso morale e spirituale. Ad esempio, Paolo con molto affetto si dirige cos ai Galati impiegando la metafora del parto, diffusa nellambiente biblico del primo secolo: Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finch non sia formato Cristo in voi (4,19). Dobbiamo dunque concludere lo stesso di Maria: madre di Ges in funzione della chiesa perch quel Ges che lei ha imparato a conoscere. Luca ci racconta che Maria osservava tutto, cercando di capire Ges. Ges stando in contatto con Maria si rivela, le parla della sua identit e le spiega cosa significa per lui essere Figlio del Padre. Vedi, IDEM., 83.90. 10 Sintesi da R. A. Culpepper, Designs for the Church, 388-390. 11 J. ZUMSTEIN, Johannes 19,25-27 ZTK 94(1997) 131-154, argomenta con persuasione che fin dallinizio, coloro che rispondono positivamente alla rivelazione del Logos, di Ges, coloro che sono chiamati, eletti dal Padre e credono nel suo nome, hanno il potere di diventare figli di Dio (1,12).

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    Linterpretazione del narratore del vangelo sulla profezia di Caifa si compie. Ges non muore soltanto per la nazione, ma per raccogliere tutti i figli di Dio dispersi (11,52)12. La formazione di questa nuova famiglia ai piedi della croce conferisce un nucleo alla comunit dei credenti. Questa immagine di famiglia d un senso didentit ai cristiani giovannei. W.G. Stibbe a riguardo fa la seguente analisi sociologica: questa narrativa crea un senso di home, casa, focolari fra i cristiani giovannei mostrando che la loro fraternit deriva da un atto di amore di Ges stesso sulla croce. La comunit giovannea consider il discepolo amato come il suo testimone, il suo nesso con Ges. Inevitabilmente, la comunit si sarebbe identificata con il discepolo amato in questa scena. Il suo nuovo status cominci dalla croce 13. Il nuovo status dei seguaci di Ges si conferma durante le apparizioni di Ges. Ges incarica di dire a Maria di Maddala. E Maria fu e disse a suoi discepoli che ella aveva visto il Signore (20,17-18). Limplicazione chiara. I discepoli sono diventati i fratelli di Ges. La nuova famiglia (familia Dei) si costituita. Giovanni, ancora una volta ha preso un elemento della narrativa della passione (le donne dalla croce) e lo ha sviluppato secondo il suo modo particolare, facendolo aderire alla presenza del discepolo amato e le parole di Ges alla sua madre e al discepolo.

    Costituire una nuova comunit in questa scena latto finale, prima che il narratore riporti che Ges sapeva che tutto compiuto tete,lestai (19,28). Quanto Ges ha realizzato sulla croce caratterizzato in questa determinante scena come la costituzione di una nuova comunit dei suoi. Il significato redentore della croce in Giovanni non meramente individuale ma corporativo. Il quarto evangelista ha suggerito cos fra le righe unecclesiologia della croce.

    12 Da quel giorno, dunque decisero di ucciderlo (11,53). 13 W.G. STIBBE, Jesus as Storyteller: Narrative Criticism and the Fourth Gospel, Cambridge 1992, 65.