L'Almanacco di Scuola Coop 2014

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L’Almanacco rappresenta lo strumento con il quale Scuola Coop propone alle cooperative le proprie iniziative. Riprendendo l’articolazione del vecchio Almanacco del giorno dopo della Rai che fu, troviamo Accadde domani, Previsioni del tempo, Diario di semina, prodotti dell’orto. Fuor di metafora potete consultarlo per trovare le proposte dei Gruppi di studio, corsi e metodologie. Consigliamo comunque di cercare maggiori informazioni rivolgendosi ai Responsabili della Formazione delle Cooperative e alle nostre segretarie Irma Gaglianone e Michela Giovacchini.

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DALL’IDEA DI COOPERAZIONEALLA COOPERAZIONE DELLE IDEE

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Non posso iniziare senza fare prima una premessa: mi ritengo una persona fortunata, non solo perché ho un lavoro, ma soprattutto perchè ho un lavoro che amo, che mi interessa e mi appassiona ogni singolo giorno.Lavoro in Coop da cinque anni e dopo i primi tempi concentrati a imparare, dopo la soddisfazione di una sempre maggiore autonomia e dopo la rilassante sensazione che accompagna l’abitudine, sono comincia-te ad arrivare anche alcune giornate grigie. Ho chiamato così - “giornate grigie” - le giornate in cui comin-ciavo a chiedermi: “E adesso? Ci sarà qualcos’altro per me? Qualcosa di nuovo da imparare, qualcosa di diverso da fare, da conoscere, da provare?”.È qui che è arrivato il Contest.Mi sono entusiasmata fin da subito, prima ancora di capire fino in fondo cosa fosse e dove mi avrebbe portata. Lo ammetto, sono un tipo che si entusiasma con facilità. Ma anche adesso che è tutto finito, anche adesso che il Contest è alle mie spalle, posso dire che conservo intatto tutto il mio entusiasmo, e stavolta a ragion veduta!Perchè? Ci si potrebbe chiedere a questo punto.Semplice, perchè ho imparato tanto.Non sapevo cosa fosse uno Studio di Fattibilità, e ne ho scritto uno.Non sapevo che il primo paragrafo di ogni Studio di Fattibilità che si rispetti fosse l’Executive Summary, e adesso sono pronta a criticare tutti quelli dove non c’è.Non sapevo quale fosse la differenza tra vision e mission, quanto sia importante definire il proprio target, quali fossero le attrezzature più adatte a una cucina di finitura o quanto costa l’affitto di un immobile nel centro storico.E sapevo, ma mi stavo dimenticando, quanto fosse bello avere degli insegnanti, persone capaci di trasmet-terti la loro professionalità, persone messe lì apposta perchè tu non solo possa imparare a fare qualcosa di nuovo, ma possa imparare a farlo bene, bene davvero.Tutto questo, certo, al prezzo di un grande fatica. Sono stati mesi frenetici, impegnativi, densi di impegni e di incontri, in cui all’entusiamo più appassionato ho alternato momenti di depressione cosmica, in un’al-talena continua che mi ha costretta a guardare ogni giorno, con determinazione, il mio obiettivo, quello vero: un lavoro ben fatto.Sono cresciuta nella convinzione che l’istruzione – e quindi la scuola – sia un fondamentale diritto. Ma Scuola Coop è diversa, perchè insegna a chi già lavora, perchè insegna a chi a scuola c’è andato già. Scuola Coop non è un diritto quindi, ma un piccolo grande privilegio.Grazie!

Silvia, dalla raccolta di impressioni dei partecipanti al primo Coop Contest

Già da qualche anno l’Almanacco è introdotto da una storia, una riflessione che arriva da qualcuno dei colleghi incontrati alla Scuola. Qualcuno che ha scritto per il sito o per il vecchio Baule delle Storie, qual-cuno che ha voluto condividere con gli altri un’esperienza, un momento significativo o anche solo una considerazione maturata durante una delle tante attività.Quest’anno le parole sono di una partecipante alla prima edizione del Coop Contest. A conclusione dell’esperienza avevamo chiesto ai partecipanti di inviarci una pagina di impressioni. Abbiamo voluto condividere le parole di Silvia non solo perché abbracciano molte altre storie raccontate, ma anche perchè ricordano a tutti noi quanto di bello c’è nelle cose che facciamo e nelle persone che incontriamo, quanto impegno e perseveranza ci voglia per arrivare a un lavoro ben fatto, quanto entusiasmo e soddisfazione possiamo trovare nell’apprendere e conoscere cose nuove, di noi stessi e del mondo.

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5 Lettera ai Cooperatori

10 Accadde domani13 Coop contest: idee per Coop

14 Eventi e Seminari

15 Gruppi di studio

23 Ad uso domestico

25 Previsioni del tempo26 Pubblicazioni

27 Sito

29 Diario di semina29 Catalogo corsi

73 Amministrazione, finanza e controllo

74 Attività per le piccole e medie Cooperative

77 Prodotti dell’orto77 Collaborazioni con le singole Cooperative

79 Proposte metodologiche

84 Ringraziamenti

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PASSEGGERE: Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

VENDITORE: Speriamo!PASSEGGERE: Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.VENDITORE: Ecco, illustrissimo. Cotesto di Scuola Coop vale trenta soldi.PASSEGGERE: Bello davvero. Ecco trenta soldi!VENDITORE: Grazie, illustrissimo: arrivederla a Montelupo. Almanacchi! Almanacchi nuovi! Lunari nuovi!

Liberamente tratto dalle Operette Morali di Giacomo Leopardi (Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere).

ContattiVia Sammontana, 3950056 Montelupo F.no (FI)Tel. 0571 53271Fax. 0571 [email protected]

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LETTERA AI COOPERATORI

Cari Cooperatori,sembra che si sia tutti inseriti in una società fatta di luoghi autore-ferenziali, separati e impermeabili. Costruiamo organizzazioni, dal condominio agli spazi urbani, dalle scuole ai centri commerciali, che separano e individualizzano le persone lasciandole sempre più sole. Solitudine palpabile spesso anche nei luoghi di lavoro. A tutti i livelli.

Da Margaret Thatcher in poi ci si immagina solo come individui facendo finta che i legami sociali non esistano o siano irrilevanti, si tende a generalizzare una idea semplificata di produttività, ci si ferma poco a riflettere col rischio di basare i nostri comportamenti sugli stessi criteri che hanno determinato i problemi. Un approccio che rende l’esperienza non “saggezza”, ma una specie di coazio-ne a ripetere: si fanno le stesse cose di sempre, magari cambiando solo la confezione, si usano gli stessi linguaggi con e tra le stesse persone. Una ripetizione fedele a se stessa, che in altri luoghi che non siano quelli della politica e dell’impresa, sarebbe chiaro segno di disagio e patologia e che invece non viene rilevata dai più come pericolo.

Le nostre organizzazioni Cooperative possono vantare più di una di-versità rispetto alla descrizione fatta sopra, ma sono anche lo specchio del Paese. A meno di non percepirsi come “altro” rispetto alla società, esagerando nell’autoincensarsi o al contrario nel pensarsi “minori”, sarebbe utile cercare di comprendere quali siano i contributi di Coop per migliorare la società e quale agire invece finisca per rinforzare i problemi sociali, economici, culturali e politici del presente.Coop, come qualsiasi altra impresa e organizzazione, dalla grande industria all’associazione di volontariato, da un liceo scientifico a un ospedale, da una associazione sportiva a una impresa artigianale, non solo non è avulsa dal contesto politico, culturale e sociale del Paese, ma contribuisce a crearlo. E in questo Paese i problemi di tenu-ta imprenditoriale e sociale sembrano essere affrontati con criteri di governo inadeguati. Molti dirigenti, anche in Coop, ne sono consape-voli e lo affermano in prima persona. Ma si stenta a vedere un’azione sistematica per invertire la rotta.

Eppure se si guarda più attentamente al mondo delle imprese, anche in casa nostra, è frequente trovare esperienze che potrebbero e do-vrebbero farci riflettere su come provare a uscire dalla sacca nella quale siamo finiti.

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Esperienze che contengono implicitamente un indice di questioni e temi su cui vale la pena spendere un po’ di tempo e un po’ di soldi, non tanto e non solo per immaginare un’attività formativa da erogare dall’alto verso il basso, quanto per elaborare un pensiero cooperativo che coinvolga molti, se non tutti.

Qui di seguito alcune delle questioni che a Scuola Coop sembrano più urgenti.

Una idea più rotonda di “risultati”Non ci possiamo più permettere di concepire econo-mia e impresa come separate dalla vita delle perso-ne. L’economia serve a stare meglio nei luoghi dove la gente vive, ci disse tempo fa un’importante diri-gente del movimento cooperativo. Da questa af-fermazione possono emergere domande semplici e niente affatto utopiche: è possibile concepire i luoghi di lavoro come orientati contemporanea-mente a obiettivi sociali ed economici, quindi anche al benessere delle persone che ci lavora-no? Ha senso pensare che il lavoro è una cosa e la vita un’altra, come ci ha imposto la cultura economica anglosassone? Ha senso concepire i luoghi di lavoro e le Cooperative come parte dei territori che quest’ultime contribuiscono a rivitalizzare? E in questa logica è possibile rivisitare la formazione e l’apprendimento, superando quell’armamentario concettuale positivista che ancora oggi sembra preva-lere soprattutto tra i non addetti ai lavori?

Giovani e “vecchi”, oggiIn una delle nostre attività, il Coop Con-test, abbiamo dato la parola a persone che anagraficamente sono sotto i 35 anni, indipendentemente dall’inqua-dramento aziendale. Esistono nelle nostre im-prese possibilità concrete di dare la parola alle persone, non tanto in funzione di occasionali procedure e singole attività, ma come processo quotidiano? Le nostre organizzazioni facilitano l’emergere di opinioni, idee, suggerimenti e progetti da parte di chi, proprio non avendo una lunga esperienza, si può permettere pensieri fuori sche-ma che sono il fondamento di ogni innovazione? Da un punto di vista più generale, in questa epoca che ha visto il

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successo di una parola orrenda come “rottamazione”, nel Contest ab-biamo osservato giovani e meno giovani che nei comportamenti e nei contenuti dimostravano che il divario generazionale non deve essere necessariamente concepito come conflitto o divisione. Che si può lavorare insieme e che la competenza, la professionalità e la passione da una parte, l’energia, la capacità di ideazione e la determinazio-ne dall’altra, sono apprezzate indipendentemente dall’età e rappre-sentano un modello di cui abbiamo tutti grande bisogno. Quanto e

come nelle Cooperative questo confronto è possibile e favorito? La distanza tra ruoli e la distanza generazionale è

equilibrata? Aiuta a produrre fiducia?Dovremmo riflettere su questa che è una questione epocale. La popolazione invecchia. Anche quella aziendale. Le vecchie concezio-ni verticali che vedono la motivazione e il suc-cesso personale passare attraverso la carriera sono, oggi anche fisiologicamente, inadeguate ad affrontare il presente e il futuro.

Ruoli e intelligenzeIl disegno organizzativo vincola. Permette un cer-to apprendimento e ne impedisce altri. Favorisce o meno l’emergere di saperi, talenti, conoscenze. Le nostre organizzazioni sono un bacino di energia nascosta che a volte per affiorare ha solo bisogno di una piccola breccia nelle maglie troppo rigide di una gerarchia o di procedure che appaiono inossidabili. Si moltiplicano, anche nelle Cooperative, le esperienze che mostrano come sia possibile far emergere saperi, attivare intelligenze e passioni senza che la struttura gerarchica sia un ostacolo alla motivazione, alle buone relazioni interpersonali e interprofessionali, al raggiungi-mento dei risultati.Cosa si potrebbe fare di più e meglio per salvaguardare il ruolo e l’autorevolezza dei Dirigenti senza mortificare il potenziale di chi, non tanto “lavora in Coop”, ma è e vuole essere la Coop?

Saperi nascosti, saperi diffusiIdee. Più o meno nuove, ma idee. Processi di confronto che alla fine le trasformano, integrano e selezionano. Un po-

tenziale di soluzioni ai problemi che supera di gran lunga, anche solo quantitativamente, le ricette offerte dalle più blasonate società di consulenza che talvolta non sono solo costose, ma favoriscono,

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con la loro presenza la deresponsabilizzazione e la demotivazione di chi, quotidianamente, è al lavoro e che, per esperienza e capacità, avrebbe il diritto di ricevere più fiducia. Questo è ciò che emerge quando si prendono un po’ di persone e si offre loro la possibilità di creare, cercare soluzioni, divertirsi, accettare che il lavoro sia anche cosa loro. Possibile che nell’epoca di internet e dei social network le nostre strutture non utilizzino di più e meglio questo potenziale? È legittimo porsi la domanda se i nostri modelli organizzativi e le nostre abitudini interpretative sui comportamenti siano le migliori possibili o se non siano parte dei problemi che incontriamo quotidianamente?

Caro Cooperatore, proviamo a fare qualche sintesi Pensare che il mondo del lavoro, il concreto dipanarsi della vita di un’impresa sia svincolato dalla cultura, cioè non abbia effetti cul-turali, sociali, psicologici sulle persone che ci lavorano, compresi noi, significa non tenere in considerazione la complessità della nostra esistenza. Una fab-brica, una scuola, una coop sono luoghi che non possono essere letti solo in termini utili-taristici. La Coop, l’Associazione bocciofila, la Fiat e la piccola impresa hanno in comune il fatto di produrre comunque cultura. Sono contemporanea-mente luoghi della produzione, della socializzazione, dello sviluppo della propria identità personale. Luoghi dell’esercizio del potere in cui si affermano e legittimano, attraverso le pratiche adottate, concezioni sociali niente affatto neutre. Culture, appunto.La cultura non è una cosa eterea. Non è possibile non avere/essere una cultura. Per questo è importante capire cosa stiamo esprimendo come Cooperative in questo momento storico. Non riflettere sulla propria cultura rappresenta il sintomo di una pessima cultura.

Non esistono la Coop da una parte e il territorio dall’altra. Pensare in termini di Coop e territorio significa concepire in modo pericoloso la propria esistenza nel mondo. Esiste invece un territorio di cui la Coop è uno degli ingredienti. Per altri soggetti di quel territorio la Coop è una componente dell’ambiente circostante. Per questo il concetto di competizione commerciale, oltre una certa soglia, diventa pericolo-so. Forse potremmo immaginare un mondo in cui ci sia posto per tutti e l’economia abbandoni quel linguaggio guerresco e guerriero che porta più danni che vantaggi.

Non esiste una contrapposizione individuo/organizzazione. O meglio non dovrebbe esistere. Difficile pensare a un’organizzazione senza persone. O meglio, si può fare, ma saremmo di fronte a una macchi-

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na e forse a un incubo. Ognuno di noi vive quotidianamente dentro e a contatto con diverse organizzazioni. Da questo punto di vista dovremmo rivedere i nostri presupposti e i nostri schemi linguistici. E anche il modo che abbiamo di concepire la motivazione. Il problema infatti non è “motivare” le persone, ma come creare insieme contesti che lascino spazio alle motivazioni delle persone. Nel primo caso si pensa alle persone come da addestrare, nel secondo si parla di auto-organizzazione. Due universi sociali opposti. La locuzione “senso di appartenenza”, in questi due universi, significa cose molto diverse. La parola “partecipazione” anche. A volte si pensa di favorire la parteci-pazione con la stessa logica per cui si possono cambiare le regole di una competizione sportiva per renderla più spettacolare e attrarre più persone sugli spalti. Ma sempre di spettatori si tratta.

Il linguaggio è importante e ci prestiamo poca attenzione. Dovrem-mo cercare un linguaggio che aiuti a uscire dalle trappole lineari, dalle trappole della razionalità semplice, quest’ultima buona quando si tratta di descrivere, con il concetto di causa-effetto, il gioco del biliardo, ma inadeguata a comprendere i fenomeni della vita in cui siamo immersi. Il linguaggio rimane il grande tema da affrontare in futuro. Non è un dispositivo magico, ma può decisamente contribuire a orientare la riflessione e la cultura verso un approccio complesso anziché verso dimensioni semplicistiche e complicanti. Cominciamo da una cosa semplice: divieto di parlare di “risorse umane”.

Buon lavoro e buon 2014 a tutti da tutti noi di Scuola Coop.

Come di consueto, da quando esiste l’Almanacco, la grafica è di Fa-brizio Silei, che alcuni conoscono come docente in alcuni nostri corsi sulla comunicazione. Forse però non molti sanno che Fabrizio Silei è uno dei più importanti scrittori italiani per l’infanzia (ma secondo noi anche per adulti). Tant’è che nel 2012 il suo romanzo “Il bambi-no di vetro” ha vinto il prestigioso premio Andersen. Mentre il suo racconto “L’Autobus di Rosa”, oltre ad aver vinto diversi premi è stato pubblicato in Norvegia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Brasile, Corea del Sud e Portogallo. Quest’anno si è dedicato ai francobolli che richiamano la posta, cioè le lettere, cioè la comunicazione, cioè i legami che si possono mantenere o intessere anche quando siamo molto lontani. Ma che vengono stampati anche per celebrare qualco-sa, un evento, una persona, un fatto speciale, passato o futuro. Come al solito eleganza, ironia e leggerezza si sposano, un po’ come ci piacerebbe fossero sempre le nostre attività. E ancora una volta grazie a Fabrizio per il suo modo di accompagnarci.

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ACCADDE DOMANI

Fino a un po’ di tempo fa lo dicevamo sommessamente. Ma la situa-zione generale (del mondo, di Coop, di noi stessi) ci appare tale da non poter più tenere, su questo argomento, un profilo basso: dobbia-mo tutti tornare a studiare.L’Italia è fanalino di coda per investimento nella ricerca. Il 70% del-la popolazione non è in grado di capire un libretto di istruzioni, un contratto di lavoro o un articolo di giornale. Il 33% fatica a leggere e capire frasi semplici. Il 55% della popolazione non legge un libro e i laureati sono solo il 13,8%.La crisi economica ha una forte correlazione con questi dati. Ma so-prattutto la crisi non è solo economica: una civiltà che considera il nutrimento del cervello un costo è destinata a morire. Una società che tratta la cultura come disvalore o, altra faccia della stessa meda-glia, come una “macchina per fare soldi” è destinata al declino. Am-bienti di lavoro nei quali si è inconsapevoli di produrre una cultura dell’incultura sono destinati al declino.Le imprese, anche le Coop, hanno adottato stili professionali che li-mitano al minimo, quando non impediscono, la riflessione, lo stu-dio e l’approfondimento, quasi mai considerati parte integrante del proprio tempo operativo. Si assiste a un frenetico agire che porta con sé l’adozione di linguaggi, stili, procedure, strumenti or-ganizzativi quasi mai elaborati in proprio. Spesso coerenti con un senso comune aziendale che sarebbe bene ridiscutere.È tempo di ricominciare a pro-durre un pensiero nostro.Qualche segnale c’è.Seminari, gruppi di studio, pubblicazioni, web. Uno stile professionale che cer-ca di rendere leggere cose non semplici e si sforza di pro-porre amore per la riflessione anche quando si tratta di imparare a tagliare un prosciutto. Questo ciò che Scuola Coop può proporre.E poi quello che accade nelle Coope-

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Irative: esperienze ufficiali e ufficiose da mettere in rete e da far uscire dalla loro apparente episodicità.Tre esempi: un dirigente di una Cooperativa, propone periodicamente ai suoi collaboratori di utilizzare la pausa pranzo per discutere qualche argomento professionale o di attualità. Un panino e discussione. Qual-che volta invitando un personaggio di propria conoscenza (professori universitari, giornalisti, testimoni). Senza costi.Un’altra Cooperativa ha deciso di coinvolgere l’intero gruppo della Di-rezione Commerciale in una attività chiamata “Officina delle Idee”, utilizzando anche filmati prodotti da Scuola Coop. Anche qui costi bassi, valorizzazione di momenti di confronto, idee che circolano.Un’altra ha deciso di proporre un corso di formazione per il Gruppo Dirigente degli Ipermercati andando a visitare i luoghi della Grande Guerra. Un giacimento di storie adatte a riflettere sui modelli organiz-zativi e sui rapporti tra i gruppi dirigenti e il resto del mondo. Un’oc-casione per riflettere sul presente del nostro Paese, guardando a un passato non così remoto come si può credere.Tre segnali importanti e significativi di una controtendenza rispetto ai modi tradizionali di concepire la formazione e l’apprendimento di chi ha ruoli di responsabilità e non solo. E chissà ancora quante cose ci sono già nelle pieghe nascoste delle Cooperative e quante potrem-mo inventarne insieme per sfuggire al triste cliché utilitarista del “non abbiamo tempo…”Le cose su cui dovremmo trovare tempo per produrre idee invece, sono molte. Eccone alcune che a noi sembrano particolarmente si-gnificative, in parte presenti nelle proposte di questo Almanacco, in parte da costruire insieme.

Promuovere in modo diffuso riflessioni sulla crisi. Tra i lavoratori (compresi i Dirigenti) e con i soci. La crisi non è solo economica. Già fermarsi a riflettere oggi è un cambio di paradigma e una concreta manifestazione di cambiamento.

Studiare il linguaggio. Perché il linguaggio è pensiero e se si usano le parole degli altri si finisce per fare i pensieri degli altri. E per agire come gli altri.

Proporre un’idea di economia complessa in cui mercato, organiz-zazione e vita civile siano concepiti come facce di uno stesso po-liedro. Questa idea di economia, mercato e impresa richiede una professionalità e conoscenze adeguate non riducibili ad elementi tecnico professionali o a esclusive logiche commerciali. Su questa base dovremmo riprendere in considerazione alcuni aspetti del no-stro operare cooperativo, un po’ svalutati negli ultimi anni, per difen-derli e potenziarli in quanto rigorosi elementi della complessità. Tutto questo significa ripensare il ruolo dei Dirigenti.

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Promuovere una rivisitazione delle logiche del “personale” e in particolare dei concetti di premio e incentivo: il che significa prende-re in considerazione il fatto che i modelli psicologici che usiamo non sono neutri, ma risentono della cultura del momento storico. Alcuni di questi modelli sono datati e ormai inadeguati. Intrisi di valori che non è detto ci appartengano.

Assumere il tema dell’invecchiamento della popolazione come dato di realtà per ripensare le logiche organizzative, le carriere, i modi concreti in cui si costruiscono o meno le comunità sociali e i nostri ambienti di lavoro. Questo ci riguarda tutti: il giorno della pensione si allontana. Il ricambio è fisiologicamente più difficile. Si invecchia, ma dobbiamo essere giovani a tutti i costi. Ce n’è abba-stanza per capire che siamo di fronte a un cambiamento epocale, an-che antropologico, non affrontabile con qualche trucco manageriale o qualche soluzione organizzativa prêt à porter. La cosa importante è che questo cambiamento coinvolge direttamente anche chi ha il compito di governarlo.

Rimettere mano agli strumenti di misura e di confronto delle nostre attività per evitare di appiattirci su logiche economiciste che entrano nel sentire diffuso dei ruoli professionali per poi diffondersi, con effet-ti nefasti, in ambiti diversi da quelli aziendali. La scuola e la sanità ne sono un esempio alla portata di tutti. Dobbiamo dirlo chiaramente: economicismo ed utilitarismo sono approcci banali e dannosi quan-do escono dal loro ristretto ambito di legittimità.

Costituire un laboratorio sull’uso delle tecnologie non tanto con l’obiettivo di diffondere le tecnologie stesse, quanto per essere in grado di sviluppare un pensiero profondo sul loro uso. Promuovere un’educazione al consumo consapevole anche sulle tecnologie, oggi importanti quanto l’educazione alimentare, perché impattano sulla qualità dei legami sociali.

Lavorare sul malcostume organizzativo. Perché l’uso delle tecnolo-gie, dei telefonini e dei computer, ha sdoganato comportamenti che fanno coincidere l’efficienza con la maleducazione. Dobbiamo resi-stere a questo degrado.

Infine dobbiamo fare di più, anche dal punto di vista culturale sull’ambiente. Quale temperatura dobbiamo raggiungere a novembre per renderci conto che siamo tutti dentro una catastrofe?

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Coop Contest: idee per Coop

Seconda edizione per il Coop Contest! Si ricomincia il 21 Novembre 2013, con il lancio dell’iniziativa e l’accoglienza dei partecipanti, che superano per numerosità quelli della prima edizione.Un gruppo di oltre ottanta persone under 35, provenienti da quasi tutte le organizzazioni a marchio Coop: Cooperative grandi e medie, Distretti, Consorzi nazionali. Un percorso che si snoderà nell’arco di nove mesi, per concludersi a Giugno 2014, con la premiazione del progetto vincitore. Forte la componente formativa, sia nelle tredici giornate complessive, previste in presenza, sia nel lavoro che verrà svolto a distanza. Una formazione finalizzata a trasformare le idee dei singoli, selezionate a inizio percorso, in progetti di gruppo. Forte anche la componente di visione sul futuro: le idee, le proiezioni, gli studi di fattibilità – in con-corso tra di loro – delineeranno progetti di punti vendita inediti, servizi possibili, prodotti pensabili, iniziative commerciali e sociali nuove.Il Coop Contest porta valore a Coop perché unisce, mette in rete, produce elaborati tangibili. Questa storia la racconteremo, nel suo progressivo sviluppo, attraverso il sito di Scuola.La Giuria della seconda edizione è rinnovata nella quasi totalità, rac-cogliendo – dato in sé già significativo – la disponibilità di diciassette componenti tra Presidenti, Vicepresidenti e Dirigenti delle nostre im-prese.Il Contest mette alla prova tutti: i partecipanti, che si cimentano con un metodo di lavoro che di norma non conoscono e in più lo fanno in gruppo; le organizzazioni, che selezionano, supportano, valoriz-zano i propri rappresentanti; gli Amici del Contest, che si mettono a disposizione per offrire le proprie conoscenze; il Comitato Didattico, che affronta gli eventuali aggiustamenti in itinere; la Scuola, che si mobilita per un progetto di dimensioni davvero ampie; la Giuria, che ha la responsabilità di decidere.

The winner is Coop!

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I Eventi e Seminari

Se c’è un evento che varrebbe davvero la pena organizzare, questo dovrebbe intitolarsi “Sul buon uso degli eventi di Scuola Coop”.Molte attività, realizzate negli ultimi sei anni, sono documentate attra-verso filmati, presenti sul nostro sito, che potremmo annoverare come “Prodotti a Lunga Conversazione”. L’evento, di cui sopra, potrebbe aiutarci a diffondere questi filmati tra qualche migliaio di persone che, con tutta evidenza, non possono in massa raggiungere Scuola Coop, pur desiderandolo segretamente, ne siamo certi.In questo modo, con pochissima spesa, anzi con nessuna spesa, le Cooperative che hanno finanziato le nostre attività ne ricaverebbero vantaggio, ammortizzerebbero i costi, farebbero circolare le idee che hanno contribuito a far emergere.

Per quanto riguarda il futuro invece riproporremo nel 2014 una ini-ziativa che le agende dei relatori contattati non ci hanno permesso di realizzare prima: Rapporti in crisi. Dal nostro gruppo di studio Demo-grafico alla fotografia internazionale di Nomisma, dal Rapporto Con-sumi e Distribuzione di Ancc, passando agli studi Ires Cgil sullo stato dei diritti, una messe di dati e interpretazioni sulla realtà economica e sociale, buona per discutere con alcuni nostri massimi dirigenti.

Un secondo ciclo di incontri invece lo abbiamo chiamato Oltre il Confine. Da tempo ormai ribattiamo sull’idea che si debbano ripen-sare le nostre organizzazioni. I nostri gruppi di studio sono stati e sono l’occasione per trovare molti argomenti a sostegno di questa tesi e non mancano i riferimenti concreti. Proporremo tre occasioni per incontrare testimoni di aziende che hanno osato qualcosa di diver-so, soprattutto per ciò che riguarda le relazioni con le persone. Non possiamo precisare qui il dettaglio degli incontri perché il cantiere della progettazione è ancora aperto. Coordina il progetto Francesco Varanini, formatore e scrittore, Direttore della rivista Persone & Co-noscenze profondo conoscitore della realtà manageriale italiana, nel bene e nel male.

Infine, sottoposti alla casualità degli eventi, ai capricci del fato e al fatto che grazie al continuo confronto con altri le idee e le occasio-ni possono nascere d’improvviso senza poterle programmare tutte in anticipo, lasciamo anche quest’anno un buon margine di indetermi-natezza per quanto riguarda questa categoria di attività. Certi però che economia, crisi sociale e politica siano sempre argomenti più che sensati da trattare. Aperti, come sempre, ai contributi e suggerimenti dei colleghi delle Cooperative.

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I Gruppi di studio

“Contro il logorio della vita moderna”, diceva un antico Carosello, pub-blicizzando un liquore al carciofo che un noto attore dell’epoca degu-stava seduto a un tavolino da bar che funzionava come rotonda con le macchine che ci giravano intorno, tra clacson e sgassate roboanti. Purtroppo non è stato ancora inventato un elisir o un farmaco grazie al quale si possano assumere informazioni, conoscenze, riflessioni e soprattutto produrre idee e stimolare il confronto. Ci manca un For-matil, veloce, preciso e senza effetti collaterali.Non rimane che fare una cosa assolutamente innovativa. Ritrovarsi in-torno a un tavolo per leggere, riflettere e dialogare tra noi e con qualche cervello che ci sembra appetibile. Una vera innovazione nel panora-ma politico manageriale italiano, che del fare contrapposto al pensare ha fatto la cifra della propria esistenza, sbandierata come modello di virtù. Tra dirigenti del fare e decreti del fare ci si dimentica che anche pensare è un fare. Infatti il cervello non è etereo e ancora una vecchia pubblicità ce lo diceva: ha bisogno di zucchero. Quindi dovremmo semplicemente avere il coraggio di dichiarare quale “fare” ci interessa: se un fare automatico sempre in emergenza e ripetitivo o uno che pre-veda il pensiero come parte integrante della propria operatività.

Studiare. Non solo due libri in più, cosa che non guasta, non fosse altro per il fat-to che ti metti un po’ tranquillo e provi a produrre qualche idea, sedimentando la tua esperienza altrimenti fuggevole, ma anche perché studiare è una forma di azione. Quindi rientrano nei grup-pi di studio: momenti di ricerca, dia-loghi, letture, filmati, visite in luoghi significativi, compresi musei o in-stallazioni di arte contemporanea, conoscenza di nuove persone, pro-duzione di testi, commenti e idee fatte circolare anche attraverso l’uso delle tecnologie, innamora-menti e attrazioni di vario genere, confronto con altre esperienze imprenditoriali, mangiare insie-me e conoscere territori poco conosciuti, qualche momento di noia e di fatica, un certo non so che di condivisione.

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NI I gruppi di studio hanno un’ossatura minimale: un titolo, una propo-

sta di contenuti iniziale e successivamente una serie di appuntamenti impostata sulla base di ciò che i partecipanti sono interessati ad ap-profondire. In totale cinque incontri, con cadenza mensile, intervalla-ti dal lavoro che il gruppo svolge a distanza: si tratta in qualche caso di raccogliere dati ed esperienze delle proprie Cooperative, in altri di effettuare letture e ricerche da raccontare al gruppo. Il tutto nell’ottica di mettere sotto osservazione il pensiero con cui ciascuno arriva, di aggiungerne altri, di sviluppare nuove connessioni e condividere idee e interpretazioni della realtà.Fondamentale nella proposta il ruolo dello studioso con cui si lavora: da Miguel Benasayag a Alberto De Toni a Luigino Bruni, per citare i gruppi attualmente in essere. Centrale il ruolo dei partecipanti, che interloquiscono normalmente da pari, co-costruendo una conoscen-za collettiva, dando forma a un percorso che non è mai del tutto disegnato a priori.In sintesi: ai gruppi non si partecipa. I gruppi si contribuisce a costi-tuirli e a svilupparli, sia sul fronte delle relazioni interne sia sul fronte dei contenuti. Iscriversi per credere.

Di seguito si riporta una sintesi dell’andamento dei gruppi attivi nel 2013 e delle linee guida di quelli che saranno varati nel 2014.

Malgrado la crisi

Il lavoro con Miguel Benasayag, filosofo, epistemologo, psichiatra argentino è durato un anno e ne sono scaturiti diversi materiali che parlano delle crisi, della Coop, del ruolo della grande distribuzione, della nostra identità. Ne affrontano la complessità attraverso esempi tratti dalla biologia, dall’economia, dall’urbanistica, dalla psicologia. Dal confronto con altre culture. Un esempio positivo di corto circuito tra riflessioni “alte” e pratiche vissute. Una fonte inesauribile di stimo-li sul nostro presente e sul futuro.A disposizione delle Cooperative un libro basato sulle lezioni che Miguel Bensayag ha svolto durante un anno di lavoro. E tre video di diversa durata, da 17 a 80 minuti, adatti e adattabili a ogni tipo di pubblico.Una buona occasione per offrire spunti di riflessione, con o senza Scuola Coop, con o senza la presenza dei membri del gruppo che vi hanno lavorato, sempre e comunque disponibili a discutere e raccontare.

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ILe organizzazioni nel paradigma della complessità

Il gruppo che ha lavorato con il Prof. Alberto De Toni era composto da una trentina di colleghi di otto delle grandi Cooperative, con pro-venienze professionali distribuite tra gestione delle reti di vendita, organizzazione interna e Direzioni del Personale. Nell’organizzare questo gruppo ci aveva mosso la consapevolezza che le imprese in generale, quelle Cooperative forse anche un po’ più delle altre, sono sistemi complessi così come lo sono sempre di più il mercato e le nostre società.

L’azienda è una gigantesca rete di risorse e conoscenze intessuta da altre reti con dinamiche co-adattive, con un forte nucleo di nodi relazionali storici e altri che si creano. Identità e autonomia devono essere in grado di ridefinirsi continuamente in modo sistemico e il modo di farlo è spostare l’asse sulla capacità strategica di sviluppa-re conoscenza e anticipazione, attivando ogni canale della rete in modo da indurre partecipazione e condivisione. Così scrive Ignazio Licata, fisico, che frequenta i confini tra la sua disciplina e le realtà imprenditoriali.Non crediamo che questa definizione sia ispirata da un’organizza-zione cooperativa eppure ci sembra particolarmente calzante per studiare il presente e immaginare il nostro futuro.

Ci siamo dunque chiesti se sia possibile immaginare modelli più funzionali degli attuali per le imprese. Aumentare la complessità interna per essere coerenti con il contesto? O al contrario semplifi-care la struttura del sistema interno per garantirsi il massimo grado di libertà e aumentare l’efficacia della risposta agli stimoli esterni?

Nuovi modelli organizzativi, diverse forme di leadership, condivi-sione della conoscenza e emersione di forme di autorganizzazione già presenti all’interno dei classici modelli gerarchici, nuovi feno-meni di cooperazione sono stati oggetto delle nostre riflessioni.

Abbiamo provato anche a fare ricerca empirica nelle nostre Coope-rative grazie a un questionario che ha sondato il livello percepito di complessità interna, le competenze\abilità che siamo in grado di mettere in gioco e le performance che otteniamo. Hanno risposto più di 700 colleghi accomunati da un ruolo di responsabilità nelle reti di vendita. Una seconda fase di approfondimento sta conclu-dendosi proprio mentre mandiamo in stampa l’Almanacco. Trove-remo il modo, nel corso del 2014, di raccontare a una platea più ampia del gruppo di studio che li ha prodotti, i risultati ottenuti.

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Nel frattempo il Prof. De Toni è diventato Magnifico Rettore dell’Università di Udine, dove era Professore di Ingegneria gestio-nale. Rinnoviamo complimenti e auguri per il suo nuovo comples-sissimo ruolo.

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La Coop al bivio dell’economia civile

Al gruppo di studio con Luigino Bruni si sono iscritti ventidue parte-cipanti di dieci diverse Cooperative ed Enti. Persone che si occupano di politiche sociali, relazioni con i clienti, pianificazione strategica, elaborazione di scenari, personale, commerciale e marketing, alcune provenienti dalle reti di vendita. I temi che l’economista Luigino Bru-ni propone, spaziano dall’economia politica, alla teoria dei giochi, alla psicologia, alla filosofia, alla storia e all’economia aziendale. La visione è ampia poiché Bruni ripercorre la storia che ha portato al primato dell’economia di mercato di impronta anglosassone, rispetto all’economia civile e comunitaria, nata e cresciuta in Italia. Da que-sto spartiacque, da questo tentativo di separare la sfera economica da quella sociale discendono i tratti distintivi dei modelli gestionali oggi prevalenti.L’economia civile e i modelli gestionali praticati e praticabili nelle organizzazioni a movente ideale, nelle quali all’idea di profitto si sostituisce quella di sostenibilità economica e che sono orientate da fini sociali, rappresentano delle possibilità, cioè dei modi di stare sul mercato che prendono le distanze dal mainstream dell’economia e dell’impresa neo-liberista.Le nostre Cooperative sono dicotomiche. Nei fatti praticano modelli gestionali che si discostano, almeno in parte, da quelli di una mul-tinazionale e al contempo non sembrano sempre necessariamente consapevoli dei presupposti di alcune scelte. Il percorso con il Prof. Bruni si addentra tra i motivi di queste differenze e rafforza l’impianto teorico di alcune pratiche, mettendone in discussione altre. Ma so-prattutto non ne banalizza nessuna.Il gruppo ha riflettuto sul ruolo che i conflitti hanno in qualsiasi conte-sto comunitario (le Cooperative sono comunità, in quanto imprese di persone); sui beni relazionali, su come si producono, sulla relazione tra questi e i comportamenti prescritti dai ruoli e dalla gerarchia. Ha ri-flettuto sui presupposti della selezione, dell’individuazione del merito, della valutazione, della motivazione delle persone. Ha approfondito il tema delle voci critiche interne alle organizzazioni come le nostra, distinguendo la Voice buona da quella sterile; e ancora i modi in cui proteggersi da una crisi di motivazione intrinseca delle persone che aderiscono perché attratti dalla missione sociale e ideale.Il percorso è stato arricchito da costanti occasioni di scambio tra i partecipanti e si conclude con una occasione di confronto con realtà esterne all’ambito della Cooperazione di Consumatori, ma ugualmente annoverabili tra quelle presenti nella tradizione comunitaria italiana. Come per tutti i gruppi di studio, troveremo la forma più adatta per divulgare i materiali elaborati.

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Il Demo-grafico

Tra i gruppi di studio di Scuola Coop il Demografico è il più longevo, poiché il 2014 rappresenta il suo terzo anno di vita. C’è della coe-renza, si potrebbe dire, visto che la longevità è uno dei temi posti al centro delle nostre riflessioni. Longevità della popolazione italiana, praticamente al top della classifica mondiale (in qualcosa dovremo pur continuare a eccellere), ma anche longevità all’interno delle no-stre Cooperative sia dei lavoratori che della base sociale. Sono feno-meni epocali che si evidenziano bene prendendo in esame alcune foto istantanee, (es. nel 2007 c’erano 3.600.000 italiani in meno nella fascia di età 15\39 rispetto al 1991) di cui cominciamo ad accorgerci anche nel quotidiano. Si tratta di fenomeni che hanno inevitabili ri-percussioni anche sul modo in cui Coop sta nel mercato. La longevità è correlata, ma non è sinonimo di invecchiamento: quest’ultimo è un rapporto che dipende anche da altre variabili. Ecco allora che i temi della fertilità, della struttura delle famiglie, dell’immigrazione, o delle assunzioni diventano parte in causa del discorso. Il gruppo del Demo-grafico non è certo un dipartimento universita-rio, per cui non facciamo (non ne saremmo in grado) ricerca pura. Proviamo a gettare un ponte tra i dati che troviamo e ciò che accade nelle nostre Cooperative: sul versante dell’offerta di servizi/prodotti e su quello dell’organizzazione interna. Ci aiutano Massimo Livi Bacci e Gustavo De Santis, professori che, senza mettersi in cat-tedra, condividono con noi dati e considerazioni derivanti da ap-profondimenti sulla loro materia. Chi volesse seguire i nostri lavori trova nel sito di Scuola Coop, nel Blog Viviscuola, i post che più o meno regolarmente pubblichiamo. Come abbiamo sempre detto la partecipazione di nuovi colleghi non solo è possibile, ma anche auspicabile. Quest’anno si sono aggiunti alcuni. Speriamo possa es-sere così anche nel prossimo.

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I Gruppo di studio con Adriano Zamperini

Che cosa è una organizzazione? Come funziona? Che relazione esiste tra il disegno organizzativo e i comportamenti delle persone che lo abitano? I sistemi di valutazione sono strumenti oggettivi oppure essi stessi parte dell’organizzazione? E perciò in grado di condizionare o formattare i comportamenti delle persone in una sorta di profezia che si auto avvera? E che ruolo hanno gli incentivi e i sistemi premianti sulla motivazione e sul clima che si crea tra le persone che lavorano o dovrebbero lavorare “insieme”?Tutti temi che abbiamo già incontrato sulla nostra strada nei gruppi di studio attivati negli ultimi due anni con Miguel Benasayag, con il Professor Alberto De Toni, con l’economista Luigino Bruni, con gli esperti di comunicazione che indagano sull’utilizzo e l’impatto delle nuove tecnologie sui disegni e i processi organizzativi. Tema che me-rita un ulteriore approfondimento e che verrà affrontato nel gruppo di studio con Adriano Zamperini, psicologo sociale dell’Università di Padova, con il quale negli anni passati abbiamo realizzato alcune giornate seminariali.Gli interessi di ricerca del professore sono rivolti in modo particolare al tema delle relazioni sociali (responsabilità, solidarietà, indifferen-za, ostracismo, cittadinanza psicologica, immigrazione), alla com-prensione del comportamento umano in situazioni estreme e alla psicologia sociale del benessere e del malessere. Con lui abbiamo riflettuto, in uno dei nostri seminari, sui temi dell’obbedienza all’au-torità e conformismo.

Gli obiettivi principali con cui proponiamo l’attività sono quel-li di rileggere le nostre organizzazioni e in particolare mettere sot-to osservazione i sistemi di valutazione e i sistemi premianti; pro-porre una riflessione che possa innescare l’elaborazione di sistemi nostri, più rigorosi e coerenti con i principi della cooperazione. Una Cooperativa si è già resa disponibile a portare la propria espe-rienza come caso di studio, a tutto vantaggio della concretezza di analisi che ne deriverà.

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I Gruppo di studio con Roberto Ravazzoni

In genere a Scuola Coop proviamo a stare attenti a non utilizzare le frasi fatte del nostro mestiere, non per snobismo culturale (o forse anche un po’ sì) ma perché spesso sottendono un’idea di formazione che non ci piace.Una di queste è la divisione netta tra attività definite di alta forma-zione a cui corrispondono, inevitabilmente, quelle definite di bassa formazione che però, per pudore, non si citano mai. Crediamo invece che quando ben fatta, e cioè rispettosa dei saperi e delle esperienze dei destinatari, la formazione sia sempre di ottima statura.Con questa premessa il gruppo di studio che proponiamo per il pros-simo anno, curato dal Professor Roberto Ravazzoni, dell’Università di Reggio Emilia, è degno di un pivot del basket (sapete quella gente lunga, lunga...).Abbiamo incontrato Ravazzoni in un convegno organizzato due anni fa da ANCC e il suo intervento, una lucida analisi della situazione del mercato nel quale opera Coop, è stato più volte usato nelle aule dei nostri corsi riscuotendo sempre un vivo apprezzamento.Ovviamente una proposta più approfondita esula dagli obiettivi di questa pagina, ma possiamo senz’altro prospettare che alcune tema-tiche saranno centrali nel lavoro del gruppo: il mai superato tema del recupero di efficienza produttiva, accanto alla capacità di differen-ziare l’offerta adattandola il più possibile al territorio di riferimento con logiche di in store marketing coerenti, la semplificazione come servizio offerto al cliente anche in un’ottica di rafforzamento dell’im-magine del singolo punto vendita, il peso e la discrezionalità del suo responsabile. Potremmo continuare ancora: un surplus di analisi e lettura dei fenomeni è necessario, vista la situazione più che difficile del Paese e dei suoi cittadini, che sono i nostri soci.

Dando continuità al metodo didattico dei gruppi di studio, propo-niamo un ciclo di cinque incontri con il Professore. Accanto a una proposta teorica sulle tematiche commerciali prioritarie, daremo ri-lievo alle realtà nelle quali operano le nostre imprese. Faremo quindi ricerca sugli aspetti che i partecipanti definiranno utili.

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I Ad uso domestico

È il terzo anno che manteniamo nel catalogo questa pagina, anche se poi la delicatezza del tema e una certa incertezza su come pro-cedere, soprattutto per la paura di entrare in un campo che richiede profondo rispetto, ci ha limitato nella proposta. Nelle prossime righe ancora il testo che abbiamo scritto negli anni scorsi:

Non è infrequente, nelle nostre attività, sentirsi ringraziare perché gli esempi, o una parte dei contenuti trattati, toccano positivamente am-biti personali: dal rapporto con i figli, alle difficoltà con il mondo della scuola, dei maestri e degli insegnanti, ai problemi di coppia.Emerge come spesso le persone abbiano bisogno di luoghi di con-fronto,ma trovino poche occasioni serene per poter guardare ad al-cuni dei loro problemi con occhi diversi. Luoghi in cui sia possibile uscire da logiche date per acquisite, ma che in realtà scontate non sono. Un ambito delicato nel quale il confine tra mondo professio-nale e mondo personale, pur dovendo mantenere una distinzione chiara, diventa sfumato se consideriamo noi tutti persone, e non solo “risorse umane”.Un ambito delicato perché i luoghi comuni inducono a pensare che certi temi personali, siccome hanno a che fare con la psicologia, pos-sono essere interpretati come qualcosa di cui vergognarsi.Negli ultimi anni poi è successo sempre più spesso che i linguaggi e le logiche manageriali abbiano profondamente inquinato la vita sociale, contribuendo ad interpretare i rapporti interpersonali con criteri che non è detto siano validi fuori dai luoghi dove si producono.Sta di fatto che al lavoro si impara molto su noi stessi, sulle relazioni con gli altri, sulla società, sulla politica. Sulla vita. E sta di fatto che anche l’esperienza di altri mondi ci può permettere di capire meglio il lavoro, le nostre relazioni professionali e cosa possa significare be-nessere o malessere personale e/o lavorativo. Aiutandoci a non con-fondere l’uno con l’altro ambito.

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NI Succede poi che ci sia capitato di entrare in contatto con aziende

che stanno sperimentando nuove forme di relazione con le persone che ne fanno parte. Anche attraverso attività inusuali, nelle imprese, come l’offerta di incontri su temi non direttamente professionali e con esperti messi a disposizione fuori e dentro l’orario di lavoro. Offren-do, in altri termini, occasioni di confronto e apprendimento, se non di assistenza, che poi si rivelano preziosi anche nella sfera professionale.Ci piacerebbe come Scuola Coop individuare qualche Cooperativa interessata a sviluppare una riflessione su questo tema e magari co-progettare qualche sperimentazione.Perché è possibile immaginare che la membrana che separa il mo-mento in cui entriamo al lavoro, dal momento in cui ne usciamo, sia una membrana organizzativa, ma non certo esistenziale.

Quest’anno vorremmo fare due proposte: la prima riguarda la possi-bilità di fare un corso sulla mediazione nei conflitti, facendo proprio riferimento ai conflitti in famiglia. Giusto per saggiare il terreno. La seconda invece, propone di riunire intorno a un tavolo un po’ di noi, chi nelle Cooperative si è occupato di welfare (come in Coop Adriatica per esempio), qualche esperto un po’ saggio che ci possa aiutare a non banalizzare il tema o a chiarire bene se e come si possa fare qualcosa di positivo senza che il mondo “aziendale” finisca per invadere un terreno nel quale è bene andare con i piedi di piombo.Siamo convinti che il tema ci sia. Potremmo anche arrivare alla con-clusione che è meglio lasciar perdere. Ma un tentativo potremmo farlo se siamo convinti che Coop mette le persone al centro.Il corso sarà tenuto da Bettina Di Nardo che, oltre a essere specializ-zata in questa attività, conosce molto bene le nostre realtà e può dare perciò garanzia di equilibrio e correttezza.

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PREVISIONI DEL TEMPO

Qualcuno ricorderà il Colonnello Bernacca, una delle figure più fa-miliari della Rai che fu.Appena prima del telegiornale anticipava a un’Italia con forte impron-ta agricola, il tempo del giorno dopo. “Ci prendeva? Non ci prende-va?” In realtà importava poco. Era un modo per rinnovare quotidiana-mente, in maniera dolce, il legame tra un mezzo di comunicazione e un popolo che era diventato tale anche grazie a quel mezzo.Come rinnovare quel legame? Come far sentire vicino un luogo che, se va bene, si frequenta al massimo due o tre volte l’anno? È un po’ il cruccio che abbiamo a Scuola Coop.Ci stiamo provando scrivendo, raccontando, riprendendo quel che succede qui a Montelupo, molto di più di quanto facevamo nel pas-sato.Speriamo lo apprezziate.22

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Pubblicazioni

Prima di un matrimonio, la comunità è resa edotta dell’intenzione dei futuri sposi, in modo che se qualcosa o qualcuno abbia ragioni contrarie queste possano emergere. Questa fase del processo matri-moniale si chiama “pubblicazioni”.Anche le pubblicazioni di Scuola Coop hanno queste caratteristi-che, nonostante non si vedano matrimoni all’orizzonte: si tratta di far emergere condivisioni, dissensi, idee, sorrisi e mal di pancia. In-somma, almeno un po’ provare a vitalizzare i nostri neuroni, alcuni dei quali perennemente eccitati dall’operatività, altri invece un po’ assopiti e fuori allenamento.

Malgrado la crisi

Le lezioni di Miguel Benasayag, sintetizzate e predigerite, sono pron-te. Il titolo della pubblicazione ha una sua suggestione: Malgrado la crisi. Rievoca un libro dello stesso autore, Malgrado tutto, in cui rac-conta la terribile esperienza del carcere e delle torture subite nell’Ar-gentina della dittatura. Malgrado quell’esperienza, malgrado le ferite eterne, malgrado il dolore per la perdita delle persone care, la vita, l’impegno, la passione, la fantasia, il rigore, la solidarietà continuano. Tornando alla Coop, più modestamente, Malgrado la crisi.

Per niente facile

Una proposta di riflessione che mette a sintesi nostri studi ed espe-rienze che riguardano la vita organizzativa e il mestiere di chi diret-tamente o indirettamente si occupa di apprendimento. Quindi non solo i formatori.Riflessioni, spunti e proposte di azioni che riguardano Coop oggi, in questo momento di difficoltà politica, sociale ed economica (ammes-so che queste tre cose siano separabili).Forse alcune idee tardive, forse altre da preparare con cura senza l’assillo dell’efficienza. In ogni caso idee da ascoltare e, speriamo, da contestare, integrare, riformulare. Dedicato a tutti coloro che hanno voglia di esserci.Le due pubblicazioni avranno una tiratura limitata, ma saranno scari-cabili dal nostro sito.

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Sito La versione breve di questa sezione dell’Almanacco potrebbe recita-re: www.scuolacoop.it andateci!In effetti è un po’ paradossale illustrare per scritto un sito web.È anche vero però che alcune riflessioni vengono meglio se guar-diamo l’oggetto in maniera un po’ distaccata e ponendoci a una di-stanza prospettica. Cosa ne risulta? Un sito graficamente gradevole, sufficientemente aggiornato, dai buoni contenuti, forse ancora un po’ caotico, troppo poco frequentato.Il 2013 è stato per il sito di Scuola Coop il primo anno senza gran-di modifiche strutturali, ci siamo concentrati sui contenuti. Abbia-mo prodotto editoriali mensili, centosessanta post nelle tre sezioni del Blog 360°, ottanta video sul nostro canale YouTube, aggiornato la sezione Magazzino delle Idee con i materiali dei seminari, creato la nuova sezione dei Gruppi di lavoro che contiene la memoria del Coop Contest e del Master Domino. Insomma un sito che anno dopo anno si sta allineando non solo con la mole di attività che svolgiamo, ma anche con lo spirito che le per-mea, che potremmo sintetizzare con la precisa volontà di coinvolgi-mento e compartecipazione alla vita di Scuola Coop da parte di chi la frequenta.Ad esempio la sezione del blog Fior Fiore di Formazione si è alimen-tata con i contributi dei colleghi della formazione di tutte le Coo-perative raccogliendo prospettive differenti, ma congruenti, su come viene pensata ed effettuata la proposta formativa. Così come alcuni gruppi di studio, ad esempio il Demografico, pubblicano attraverso i loro partecipanti contributi e riflessioni derivanti dalle loro ricerche.La direzione di marcia sembra irreversibile e quindi ci aspettiamo un 2014 ancora più partecipato dal punto di vista dei contributi dei nostri colleghi.Rimane ancora da aumentare il traffico, particolare non di poco conto. La necessità della password ovviamente restringe il bacino potenziale dei visitatori (siamo intorno alle mille password concesse) per cui ab-biamo il duplice obiettivo di aumentare il numero e di invogliare chi già la possiede a una frequentazione più assidua. Ricordiamo a chi non avesse la password che basta richiederla alla nostra segreteria.([email protected])

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DIARIO DI SEMINA

Catalogo Corsi

30 Istruzioni per l’uso

Master33 Domino34 Capi negozio

Percorsi37 Coop 2.0: comunicazione e collaborazione in rete38 Cittadinanza Cooperativa

Lavorare in...• COMUNICARE43 La comunic-azione44 Comunicare in pubblico45 L’arte di scrivere per il Web46 Le presentazioni visuali• ORIENTARE IL GRUPPO47 La comunicazione interpersonale e la conduzione dei gruppi di lavoro48 Visione e valori: comunicare senso nelle organizzazioni49 Valorizzare i collaboratori: la collina delle meraviglie50 Il Capo Coach51 Partecipanti in azione: la cultura della responsabilità• ORGANIZZARE53 La gestione dei progetti54 La gestione dei conflitti55 Negoziare nelle organizzazioni: Peace keeping56 Lavorare con un obiettivo di gruppo: il menù che funziona57 Errare è umano, apprendere è organizzazione• PER SÉ... MA NON SOLO59 Resilienza: affrontare con equilibrio i cambiamenti60 Conoscere le proprie risorse: il viaggio dell’eroe61 Alle radici dell’innovazione62 Prendere decisioni63 La gestione del tempo nell’era della fretta64 Prendila con filosofia!

Mestieri67 Le persone brave fanno prodotti buoni68 Forn-azione69 Gastrolandia70 Carne-val€71 Frutta-l’orto72 Diamoci all’ittica

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INA Istruzioni per l’uso

I corsi qui presentati sono quelli che richiedono la pre-adesione.Come lo scorso anno vengono segnalate le novità.Il catalogo non esaurisce la proposta formativa. Come spesso accade, sarà integrato in corso d’opera sulla base di nuove esigenze e nuove occasioni che si presenteranno.Inoltre i corsi già sperimentati, ma non inseriti nel catalogo attuale, potranno essere realizzati a richiesta, così come potranno esserlo i percorsi formativi progettati con le singole organizzazioni.Alcune attività potranno essere svolte direttamente nelle Cooperativequalora le adesioni lo rendano fattibile.È possibile che non tutte le schede siano chiare in ugual misura. Un po’ dipende da noi, un po’ dal linguaggio “formatese” che non è pro-prio da Nobel della letteratura. Come tutti i gerghi, è difficile tenerloa bada.Molti corsi, alla voce Destinatari riportano la frase Tutte le funzioni aziendali. Siamo consapevoli che per qualcuno questa indicazione possa apparire strana e generica al punto da far percepire l’attività poco mirata. In realtà si tratta sempre di proposte rigorose e puntualiche affrontano temi trasversali, ma non generici.Consigliamo comunque di cercare maggiori informazioni rivolgen-dosi ai Responsabili della Formazione delle Cooperative e alle nostre segretarie Irma Gaglianone, Michela Giovacchini e Camilla Boldrini.26

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Master

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I Master di Scuola Coop sono creati per rispondere a due sostanziali esigenze delle nostre Cooperative: contribuire allo sviluppo profes-sionale di una popolazione importante come quella dei Capi negozio e sviluppare cultura interfunzionale e prospettiva d’innovazione per chi si accinge ad assumere ruoli di maggiore responsabilità.In queste attività, le più lunghe come numero di giornate e arco tem-porale, l’obiettivo principale è valorizzare la crescita e lo sviluppo dell’individuo. Il nostro sforzo è volto a creare un contesto relaziona-le in cui i saperi soggettivi e organizzativi dei singoli possano essere messi a disposizione di tutto il gruppo: non viene proposta una for-mazione “accademica” ma si studiano sistemi e attività a partire dalla nostra specifica realtà economica e valoriale.L’esperienza accumulata in queste attività permette una progettazio-ne che favorisce un equilibrio dinamico tra le novità di contenuto e di metodo da una parte e argomenti ormai classici dall’altra.

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STERDomino

Il ruolo di un quadro e di un dirigente si basa su solide competenze professionali e specialistiche. Investe inoltre una sfera definita gene-ralista: la capacità di allenarsi ad assumere uno sguardo prospettico, di leggere i fenomeni economici, sociali, psicologici e organizzativi con rigore ed equilibrio, di collocare in una “visione del mondo” il proprio contributo e quello dei collaboratori.

Il Master Domino, ormai un classico della formazione cooperativa, fornisce elementi di contesto e descrive scenari nei quali inquadrare il senso della presenza di Coop nel mercato, in risposta ai bisogni chela società esprime. Scenari in cui collocare il proprio ruolo come mo-tore di cambiamento, ripercorrendo i legami che esistono tra i valori che si praticano, la qualità delle relazioni che si instaurano, ciò che si comunica e i risultati che si conseguono.

Nel Master si affrontano le seguenti aree tematiche:- identità e mission- nuove tecnologie e modelli di business- stili di leadership e modelli organizzativi- marketing strategico e comunicazione- analisi economico-finanziaria dei risultati

Si approfondisce inoltre il ruolo del Prodotto a Marchio nella defini-zione dell’identità di Coop, nel presente e in prospettiva.Si propongono modalità di lavoro e di studio attive e creative che co-stituiscono, tra l’altro, un possibile bagaglio di strumenti per la con-duzione dei gruppi di lavoro, una delle competenze di ruolo richieste.

Il Master prevede seminari e testimonianze interne ed esterne al si-stema.

DestinatariNeodirigenti e Quadri

Durata16 giorni8 moduli di 2 giorni ciascuno

DocenzaScuola Coop, Società di consulenza, Testimonianze di Sistema29

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ER Capi negozio

Il Master favorisce la sistematizzazione delle esperienze individuali dei partecipanti in un quadro gestionale complesso come quello dei Supermercati Coop.La condivisione del percorso con colleghi di altre Cooperative, te-stimoni di diverse realtà organizzative, offre uno spettro di analisi e riflessione unico, che trova una sintesi alta nei valori Coop.Le aree al centro dell’attenzione sono l’identità del ruolo in Coope-rativa, la conduzione e lo sviluppo del personale, l’analisi e la com-prensione dei comportamenti di acquisto dei clienti, gli strumenti della gestione economica del punto vendita, il sistema Coop.Le metodologie didattiche si basano su esercitazioni, giochi didattici,visione di film, discussioni, visite guidate a strutture eccellenti.Sono previsti inoltre seminari e testimonianze aziendali.

DestinatariCapi negozio di supermercato

Durata15 giorni5 moduli di 3 giorni ciascuno

DocenzaScuola Coop, Società di Consulenza, Testimonianze di Sistema30

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Percorsi

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SI I percorsi sono interventi rivolti a popolazioni ampie e non sempre omogenee.La loro particolarità è quella di prendere forma sulla base del portato dei partecipanti. Ampio spazio è dedicato all’ascolto dei casi e delle esperienze del gruppo d’aula. Tra le proposte di quest’anno presentiamo il nuovo percorso Cittadi-nanza Cooperativa, e la seconda edizione di Coop 2.0: comunicazio-ne e collaborazione in rete.

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RSICoop 2.0: comunicazione e collaborazione in rete

Nel 2013 Scuola Coop ha realizzato un primo percorso di sei giorna-te, frequentato da un gruppo di trenta colleghi. Parte di essi curano la presenza delle Cooperative in rete e nei social network, altri hanno progettato e gestiscono le nostre intranet aziendali. Il gruppo era unito dall’interesse per le tecnologie digitali, per il linguaggio e le relazioni inedite che queste generano, per la gestione dei casi critici e della reputazione in rete, per gli strumenti collaborativi che quest’ultima rende disponibile, in grado di sfumare i confini stessi e la morfologia dell’organizzazione.

Si tratta di un nucleo tematico ampio, ma soprattutto denso: le tecno-logie digitali vivono e crescono nelle nostre organizzazioni perché le persone le usano nel quotidiano (per informarsi, per stabilire relazio-ni), ma il grado di apertura verso le reti, anche delle nostre Cooperati-ve, è diversificato e spesso prudente; così accade che le nostre scelte strategiche, assieme a quelle delle altre grandi imprese, sono in grado di influenzare l’assetto tecnologico e con esso il sistema produtti-vo del nostro Paese. Un nucleo tematico che in gran parte è ancora da esplorare, sia perché la produzione scientifica relativa all’impatto delle reti digitali nel mondo che viviamo è dinamicissima e contro-versa, sia perché il tema è squisitamente interdisciplinare: coinvolge l’information technology, l’economia e le scienze dell’organizzazio-ne, il marketing, la comunicazione, la psicologia, la sociologia, la semiotica e molto altro ancora.

Nel 2014 proporremo una seconda edizione di questo percorso.

Inoltre proporremo a tutti gli interessati due occasioni per dare con-tinuità alla Community professionale che sta emergendo attorno alla questione della rete e rafforzarla, ampliandone le connessioni: un primo appuntamento – interno – sarà finalizzato a dare continuità, consolidare e far crescere la Community; un secondo appuntamen-to avrà le caratteristiche di un seminario, aperto a tutte le funzioni aziendali, finalizzato ad ampliare la conoscenza condivisa sui new media e sulle dinamiche che questi generano nei vari ambiti della nostra vita, non ultimo quello organizzativo.

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Cittadinanza Cooperativa

“Esiste tra molte persone - sicuramente in me e nella maggior parte delle persone con cui parlo - una certa insoddisfazione collettiva per come stanno funzionando le cose, per come funzionano le nostre istituzioni. Gli insegnanti dei nostri figli sembrano non essere all’al-tezza del compito. I nostri dottori non sanno chi diavolo siamo, e non hanno abbastanza tempo per noi. Di certo non possiamo fidarci dei banchieri, e di sicuro non possiamo fidarci degli agenti di cambio. Hanno quasi fatto crollare l’intero sistema economico. E anche nel nostro lavoro, troppo spesso, ci troviamo a dover scegliere tra il fare quello che pensiamo sia la cosa giusta e fare ciò che ci si aspetta che facciamo, oppure quello che ci viene richiesto o la cosa che genera profitto. Quindi ovunque guardiamo, più o meno dappertutto, ci pre-occupiamo che le persone da cui dipendiamo non abbiano davvero i nostri interessi a cuore”.

Comincia così l’ultima Ted Conference di Barry Schwartz, professore di psicologia sociale e studioso delle organizzazioni.

Riguarda anche le nostre imprese cooperative la preoccupazione di Schwartz? E se sì possiamo evitare di affrontarla solo producendo più regole, o pensando a qualche incentivo di dubbia efficacia motivante?Negli ultimi anni a Scuola Coop abbiamo avuto la fortuna di condivi-dere con alcuni colleghi delle Cooperative dei percorsi di studio con diverse “teste pensanti”: Miguel Benasayag, Luigino Bruni, Alberto De Toni, Adriano Zamperini, Massimo Livi Bacci, Francesco Varanini e sicuramente dimentichiamo qualcuno.Abbiamo provato poi a proporre attività metodologicamente diverse rispetto alla sola lezione d’aula: Coop 2.0, il Demografico, Il Coop Contest, il Project Management, ma anche i classici Master Domino a Capi negozio sono stati rivisitati in un’ottica di forte protagonismo dei partecipanti, con risposte a volte entusiasmanti sia sul piano dei contenuti prodotti, sia su quello della motivazione attivata.Il mix derivante da queste diverse esperienze ci porta a proporre un percorso che ci è piaciuto denominare Cittadinanza Cooperativa.Cittadinanza come modo adulto e attivo di stare dentro le nostre or-ganizzazioni che vorremmo ancora peculiari.Cittadinanza intesa come assunzione di una logica di responsabilità che non può e non deve essere ridotta alla sola area specialistica prevista dal ruolo. Tanto più vero in organizzazioni economiche di carattere civile, come la nostra.Cittadinanza che faciliti l’emersione di comportamenti di Voice a scapito di quelli di Exit, per rifarsi alle oramai classiche categorie di Albert O. Hirschman.

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La propostaUn percorso di tre moduli formativi da due giornate ciascuno, in cui attraverso simulazioni, discussioni di casi, letture, visione di materiali video si rifletta e si ricerchi una modalità di abitare la propria orga-nizzazione in maniera coerente a un’idea moderna di cooperazione.

A chi è rivoltaA tutti coloro che nelle nostre organizzazioni rivestono ruoli di re-sponsabilità.

Chi la proponeIn gran parte l’attività è proposta da Scuola Coop, con l’eventuale supporto di testimonianze significative.

Gli obiettiviL’utilità che l’organizzazione ricava dalla partecipazione dei propri responsabili a un corso del genere è l’aumentata capacità di portare contributi per agevolare una evoluzione funzionale del sistema orga-nizzato.Tradotta in “formatese”: essere protagonisti del cambiamento che vada nella direzione di un rafforzamento del messaggio cooperativo e di un suo adeguamento alle dinamiche contemporanee.

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Lavorare in...

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Giochiamo anche quest’anno la carta dell’acrostico.Lavorare in Coop: C sta per Comunicare, la prima O per Orientare il gruppo, la seconda O per Organizzare, la P infine suggerisce Per sé… ma non solo.Quest’anno le aree tematiche in cui abbiamo suddiviso la gran parte dei corsi sono quattro.Vediamole una per una, con l’avvertenza che i confini tra l’una e l’altra sono sfumati.

• ComunicareSono le iniziative più strettamente connesse a questa abilità persona-le, basilare nel lavoro di chiunque a prescindere dal ruolo e attorno alla quale proponiamo sia percorsi che insistono prevalentemente sulla consapevolezza, sia proposte che vertono soprattutto su stru-menti e metodi.

• Orientare il gruppoIniziative che pongono l’enfasi sulla dimensione del lavoro di gruppo,modalità centrale per gran parte dei ruoli a cui ci rivolgiamo. Sono i corsi rivolti a chi conduce un gruppo o ne fa parte e a chi può raggiun-gere i propri obiettivi professionali soltanto attraverso la conoscenza, il coordinamento e la guida consapevole dei propri collaboratori.

• OrganizzareIniziative in cui emergono in modo netto i legami con alcuni degli snodi cruciali della vita organizzativa: ad esempio la delega, la valu-tazione dei collaboratori, l’assegnazione di obiettivi, la produzione di reportistica, la negoziazione, il networking. Il tutto mai in chiave meramente tecnica, ma a partire da un lavoro di consapevolezza su contesti, relazioni e vincoli.

• Per sé…ma non soloSono le iniziative legate all’autosviluppo in senso lato. In questa area alcuni dei titoli classici della formazione, che non perdono mai di valore e che ha senso rifrequentare anche a distanza di tempo. Si trat-ta di percorsi brevi, 2 o 3 giorni, che consentono una momentanea presa di distanza dai modi abituali di lavorare, regalandosi tempo di riflessione.A beneficio anche di colleghi e collaboratori che, rimanendo invecesul posto di lavoro possono stare tranquilli per un po’.

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COMUNICARE

La comunic-azione

Ogni nostro gesto, parola, azione comunica. Comunica in modo elo-quente un silenzio e perfino la durata di una pausa. Cosa comuni-chiamo dipende da noi, cioè dalle intenzioni dell’emittente, ma in proporzione maggiore dalla lettura che del messaggio fanno i pre-senti, ciascuno dotato di un proprio sistema nervoso e di un universo valoriale unico. Per non parlare di quanto contino il contesto, cioè l’ambiente fisico e immateriale, le culture, le convenzioni, e soprat-tutto la relazione esistente tra le persone che tentano di mettersi o sono in comunicazione.Come ci si orienta nel dedalo della comunicazione interpersonale?Queste due giornate, dal taglio esperienziale, aiutano chi muove i pri-mi passi nella comprensione delle dinamiche comunicative e relazio-nali e forniscono elementi utili alla comprensione di buona parte dei conflitti che non riusciamo a comprendere usando il senso comune.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaScuola Coop41

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E Comunicare in pubblico

Il corso è l’occasione per migliorare le proprie capacità di interventoin pubblico, si tratti di assemblee, riunioni o incontri di formazio-ne. L’attività di aula permette di sperimentare ciò che può servire a migliorare l’ascolto proprio e altrui. Gli aspetti teorici e i contenuti proposti, inoltre, permettono di migliorare le proprie capacità espres-sive e di prendere dimestichezza con concetti utili alla comprensio-ne delle dinamiche organizzative, delle relazioni interpersonali, dei conflitti. L’attività si basa su un forte coinvolgimento dei partecipanti, i quali avranno l’occasione di verificare con il gruppo il proprio stile di comunicazione e sperimentare qualche “trucco” del mestiere.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata3 giorni1 modulo da 2 giorni più 1 giorno

DocenzaFabrizio Silei42

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REL’arte di scrivere per il Web

La scrittura è un servizio. E presume sempre l’esistenza di un desti-natario.Scriviamo per essere compresi da altri, che magari dobbiamo imma-ginare diversi da noi, ignari della nostra terminologia tecnica, dotati di poco tempo e magari, nel momento della lettura, scarsamente di-sposti a prestare attenzione. La capacità di comunicare per iscritto in modo chiaro ed efficace facilita buone relazioni e ha una ricaduta positiva sui processi organizzativi.La scrittura è efficace quando chi scrive riesce a coniugare la chiarez-za con la capacità di incuriosire e suscitare emozioni: quando cattural’attenzione. La scrittura è uno strumento “artigianale”, modellabile sulla base del proprio stile personale.Si lavorerà in aula su testi proposti dal docente, su documenti Coop, su testi scritti dai partecipanti. Si analizzerà sia la scrittura destinata alla stampa, sia la scrittura di testi veicolati via posta elettronica o viaweb.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaFrancesco Varanini43

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E Le presentazioni visuali

Alzi la mano chi non ha mai assistito ad una presentazione di 60 slide, in fase post prandiale, zeppa di parole, numeri e grafici. Si alzi in piedi chi può vantare di essere riuscito a prestare attenzione oltre la decima.Per tutti coloro che hanno ben presente il problema e che per ruolo non possono esimersi dall’intrattenere platee varie su scenari, obiettivi e ri-sultati, abbiamo pensato di proporre due giornate di lavoro artigianale, nelle quali cimentarsi, con strumenti semplici, a montare e smontare a proprio piacimento presentazioni sostenibili ed ecologiche. (Applauso).

DestinariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaZeranta Edutainment44

5ORIENTARE IL GRUPPO

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PPOLa comunicazione interpersonale

e la conduzione dei gruppi di lavoro

Siamo animali sociali che debbono la loro vita alla capacità di co-municare (avete presente il primo attimo di vita: già lì esercitiamo le nostre abilità comunicative). Quindi per certi versi siamo già tutti pro-fessionisti della comunicazione. Eppure spesso ci accorgiamo come sia difficile relazionarci e comunicare con gli altri, siano essi a noi vicini o semplicemente altri occasionali.Crediamo dunque che riflettere sulle modalità di una comunicazioneinterpersonale efficace possa consentire rapporti migliori e uno stile di comportamento organizzativo coerente e produttivo.Il corso che proponiamo permette ai partecipanti di sperimentare concretamente i principi base della comunicazione interpersonale e di riconoscere i tratti originali del proprio stile di comunicazione.Permette inoltre di prendere contatto con i concetti di base utili per una prima diagnosi dei conflitti interpersonali.I moduli sono concepiti in modo da prendere dimestichezza con i principi base della psicologia sistemica relazionale, attraverso una pluralità di metodi: momenti di riflessione, esercitazioni, casi azien-dali, simulazioni e visione di film.I contenuti riguardano le dinamiche in un gruppo di lavoro, gli stili dileadership, il conflitto, la comunicazione strategica e lo stile di comu-nicazione personale.

DestinatariQualsiasi ruolo di responsabilità che preveda il coordinamento di altre persone

Durata6 giorni3 moduli di 2 giorni ciascuno

DocenzaElisabetta Montanari, Coop Consumatori Nordest, Scuola Coop

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O Visione e valori:comunicare senso nelle organizzazioni

“Senso” è un termine che apre a diversi significati, tutti leggibili in uncontesto organizzativo: senso come direzione, significato, percezio-ne, consapevolezza, motivazione.Le organizzazioni sono un complesso di strategie, relazioni interper-sonali, procedure, che costituiscono la cornice, il senso del proprio operare e che spiegano la natura dei risultati e dei comportamenti attesi. Le persone che vi lavorano sono parte di questa cornice. Ne su-biscono gli effetti, ma contribuiscono anche alle sue coerenze o inco-erenze portando il proprio stile, le proprie caratteristiche, le proprieconvinzioni e il proprio sapere professionale. Due sensi, quello delle organizzazioni e dei singoli individui che sono uno parte dell’altro, si integrano e si scontrano in una relazione sempre dinamica. Due sensi che separati rischiano di diventare sensi unici.La proposta è rivolta a tutte le figure gestionali che vogliano appro-fondire le modalità relazionali più efficaci per mobilitare le energie dei propri collaboratori e contestualizzare operativamente la visio-ne; sviluppare una comunicazione efficace che generi impegno nel conseguimento dei risultati; riflettere sull’importanza della coerenza valoriale.L’attività prevede una alternanza tra momenti di aula e visite guidatea luoghi simbolici presenti sul territorio.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaAlessandro Rizzi48

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PPOValorizzare i collaboratori:

la collina delle meraviglie

Capita che i capi si lamentino della quantità e della qualità delle risorse umane a loro affidate. A noi piace ricordare quel che raccomandava De-lano Roosvelt in pieno New Deal: ...fate quello che potete, dove siete, con quello che avete... (tenendo presente che ... più potete meglio è).Qualche tempo fa ci è capitato di lavorare con gli operatori dell’ANF-FAS di Firenze e lì abbiamo preso atto di tutto ciò che riuscivano a fare con persone (risorse si direbbe in aziendalese) che altrove sa-rebbero considerate scarti, se non impedimenti, alla tanto decantata produttività.Non è certo questo il solo “miracolo” che abbiamo visto accadere sulla magica collina lungo la via Bolognese che ospita la sede dell’Associa-zione, ma questo in particolare ci ha fatto ipotizzare di strutturare un percorso formativo su queste capacità (o competenze), in modo da far toccare con mano a quelli che di solito si lamentano (cioè quasi tutti noi), quanto si può ottenere dalle “risorse” (meglio “persone”), qualsia-si sia il loro stato di salute e il loro quoziente intellettivo.Anffas Onlus - Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Di-sabilità Intellettiva e/o Relazionale - è una grande associazione di genitori, familiari ed amici di persone con disabilità che opera da piùdi 50 anni. Dal suo statuto leggiamo che tra l’altro opera per:- promuovere, in tutte le sedi, il principio dell’inclusione sociale, in

particolare l’inclusione scolastica, la qualificazione professionale e l’inserimento nel proprio contesto sociale e nel mondo del lavoro attraverso il percorso di “presa in carico”;

- promuovere la formazione, la qualificazione e l’aggiornamento di docenti e personale di ogni ordine e grado;

- formare persone impiegate o da impiegare direttamente nelle attivi-tà gestite dalle realtà appartenenti all’unitaria struttura Anffas Onlus.

I nostri colleghi saranno accompagnati da un formatore che li aiuterà ad elaborare l’esperienza vissuta facilitando la costruzione di ponti cognitivi e, perché no operativi con il loro vissuto professionale quotidiano.

DestinatariTutti coloro che rivestono ruoli di conduzione di gruppi

Durata2 giorni

DocenzaMassimo Cirlinci

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O Il Capo Coach

La figura professionale del “coach” è ormai diffusa in molti ambiti, ilpiù noto forse quello sportivo.Un capo diventa coach nel momento in cui inizia a pensare che il proprio collaboratore sia in grado di costruire in autonomia la stradaper perseguire un obiettivo assegnato, raggiungerlo e migliorare col tempo il metodo usato.“Coach” in inglese significa anche “carrozza”: un “mezzo” che può facilitare il passaggio da una situazione presente (problematica) ad una futura (desiderata).Nel corso si lavora sul senso dell’essere “coach” – “allenatore” – dei propri collaboratori, cioè sulla capacità di costruire una relazione motivante e basata sulla fiducia.Una relazione che favorisca la loro crescita facendo leva sulla consape-volezza, sull’orientamento agli obiettivi, sull’assunzione di responsabi-lità, e che preveda il miglioramento delle performance complessive.Strumenti del manager coach sono le domande “potenti”, l’ascolto attivo, l’assegnazione di compiti “step by step”, il feedback, la cele-brazione dei risultati.Ogni strumento nel processo di coaching assume una finalità pecu-liare.Attraverso un laboratorio esperienziale, si prende consapevolezza su come poter delegare in modo efficace, stimolare il miglioramento delle performance in modo rispettoso, definire obiettivi di sviluppo concreti, guidare i collaboratori nel superamento di ostacoli e vincolie nella risoluzione di problemi.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata3 giorni1 modulo da 2 giorni più 1 giorno

DocenzaSocietà di consulenza

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PPOPartecipanti in azione:

la cultura della responsabilità

Ricevere un incarico di responsabilità costituisce una soddisfazione che segna la storia del nostro percorso lavorativo. Essere responsabili significa, seguendo l’etimologia del termi-ne, rispondere a qualcuno o a se stessi di ciò che si fa e di come il nostro pensare e agire incide nello spazio circostante. Questo dicono i dizionari, ma con un po’ di fantasia si può giocare con le parti che compongono il termine, res e pondus, e trovare un lega-me con il peso delle cose. Magari quello dell’incarico ricevuto e quel-lo del farsi carico del gruppo di lavoro che si è chiamati a coordinare. Questa proposta formativa è finalizzata ad identificare cos’è la re-sponsabilità, come si può gestire, come si comunica, come si fa a generarla e a renderla un riferimento importante per tutti. Prende-remo quindi in considerazione non solo l’accezione di respon-sabilità connessa al ruolo, all’incarico di cui è investito il singolo, ma anche quell’aspetto che mette in relazione gli uni con gli altri e che esprime una dimensione di rapporti professionali caratteriz-zati da fiducia reciproca, partecipazione, coerenza e affidabilità. La metodologia utilizzata, denominata “Partecipanti in Azione”, ha come principale caratteristica l’utilizzo di diverse esercitazioni che consentono una sperimentazione dei concetti che si andranno a esplorare. Le ipotesi di lavoro saranno suggerite anche dai parte-cipanti in modo da rendere l’esperienza professionale un elemento centrale per lo sviluppo delle successive argomentazioni.

DestinatariColoro che gestiscono gruppi di lavoro

Durata2 giorni

DocenzaIntra Coaching & Development

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ORGANIZZARE

La gestione dei progetti

Nelle nostre Cooperative, e anche a livello di sistema, sono frequentiprogetti che vedono la partecipazione di diverse funzioni.Il Project Management, in senso tecnico, è l’insieme delle metodolo-gie che permettono ad ogni livello di pianificare, gestire e raggiunge-re gli obiettivi legati alle attività straordinarie: nuove aperture, ristrut-turazioni, aggiornamenti nei sistemi informativi, logistici ecc.Nel corso affronteremo il tema degli equilibri interni alle organizza-zioni, dato che i gruppi di progetto tradiscono la tradizionale organiz-zazone gerarchico-funzionale dell’impresa.Il corso è rivolto ai Project Manager ed è finalizzato a sviluppare le dimensioni fondanti del ruolo, ma in generale è utile a tutti coloro che lavorano in gruppo. Offre la possibilità di sperimentare differenti stili comunicativi utilizzabili nel team, modalità di facilitazione del lavoro di gruppo, metodi di mediazione e negoziazione delle istanze individuali.Fornisce d’altra parte un quadro metodologico e una gamma di stru-menti di supporto alla pianificazione e alla gestione delle attività.La metodologia didattica privilegia esercitazioni basate su casi azien-dali reali e approfondimenti sui casi riportati dai partecipanti con unapproccio consulenziale.

DestinatariTutti coloro che vengono coinvolti in gruppi di progetto aziendali e interaziendali

Durata6 giorni3 moduli da 2 giorni

DocenzaRoncucci&Partners, Società di consulenza

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La gestione dei conflitti

I conflitti sono parte della nostra vita, personale e professionale.Avvicinarsi ad essi attraverso strumenti cognitivi rigorosi può aiutare anon subirli.L’attività si muove su due binari:

- il primo riguarda le relazioni interpersonali, i ruoli e i comporta-menti individuali;

- il secondo riguarda la struttura dell’organizzazione e la sua cultura.I due binari corrono paralleli, a volte si intersecano, talvolta coinci-dono.In ogni caso è necessario prenderli in considerazione contemporane-amente.Attraverso una metodologia articolata in più fasi, i partecipanti impa-rano a riconoscere gli elementi in gioco in un conflitto e a ipotizzarepossibili interventi.Le riflessioni che si sviluppano attraverso la visione di filmati, com-menti, letture e narrazione di casi esemplificativi, si alternano ad un lavoro su casi professionali e personali che costituiscono una parte importante dell’attività d’aula.I concetti che vengono affrontati riguardano le dimensioni utili alla comprensione di una organizzazione complessa.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata6 giorni2 moduli da 2 giorni più un giorno e mezzo

DocenzaScuola Coop, Nicola Naddi

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ENegoziare nelle organizzazioni: Peace keeping

Chi è un peacekeeper? Cos’ha in comune con un manager?In apparenza svolgono due ruoli e appartengono a dimensioni moltolontane. A ben vedere li accomuna il bisogno di negoziare con moltiinterlocutori. In azienda il manager persegue obiettivi coordinando persone e intere funzioni, instaurando relazioni con i fornitori, cer-cando la collaborazione con altre funzioni; la convivenza pacifica dei popoli, spesso spaccati in fazioni, rappresenta invece il buon esi-to del lavoro di una missione/attività di peacekeeping.Il nostro Peace Keeping è un Action Game sul tema della negoziazio-ne: si simula il contesto di guerra in una nazione realmente esistenteed i partecipanti interpretano il ruolo del peace keeper. Attraverso questa metodologia riusciamo ad allargare lo scenario di apprendi-mento a contesti che non sono esclusivamente aziendali, creando unforte senso di coinvolgimento e partecipazione.Tra gli obiettivi manageriali che si perseguono:- evitare i tipici errori di percezione e di valutazione durante le nego-

ziazioni- separare e distinguere i “problemi” dalle “persone”- costruire “contratti sociali” oltre che economici

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaForma del Tempo

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RE Lavorare con un obiettivo di gruppo:

il menù che funziona

Per ragionare su come raggiungere un obiettivo attraverso il lavoro digruppo usiamo in questo corso la metafora della cucina.La realizzazione di una cena come attività formativa è funzionale a sviluppare tre livelli di attenzione:- aspetto metodologico/operativo: riguardante la segmentazione delle

attività necessarie, la loro suddivisione tra le singole persone, preve-dendo accuratamente i tempi necessari;

- aspetto progettuale/realizzativo: riguardante la pianificazione dei tempi e delle attività definendo le priorità, gestendo urgenze ed im-previsti;

- aspetto di verifica/controllo: mettere in atto quanto preparato, attivan-do contemporaneamente una costante attività di controllo e verifica del lavoro, del clima, delle relazioni e del tempo a disposizione.

Organizzare una cena vuol dire lavorare contemporaneamente su due metafore: la prima che vede l’organizzazione come una macchi-na il cui funzionamento si caratterizza per standardizzazione e ripeti-tività, e i cui valori determinanti sono la regolarità e la precisione. La seconda che vede l’organizzazione come contenitore culturale, che si fonda sull’incontro, la valorizzazione e l’orientamento di storie e sentimenti individuali.In sintesi, la realizzazione di una cena è contemporaneamente un’e-sperienza di project management ed allo stesso tempo di gestione delle relazioni interpersonali e delle diversità culturali.Nella prima giornata i partecipanti saranno coinvolti operativamentenell’organizzazione, preparazione e servizio di una cena rivolta a colleghi.Va da sé che i prodotti utilizzati nella cena saranno a marchio, un occasione in più per scoprire il valore dei prodotti Coop.Nella seconda giornata si approfondiranno le tecniche di pianifica-zione e controllo e le modalità di gestione dei gruppi di progetto.

DestinatariColoro che gestiscono gruppi di lavoro

Durata2 giorni

DocenzaMassimo Lugli e Chef di Forma del Tempo

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EErrare è umano, apprendere è organizzazione

Alcune tra le più grandi scoperte sono avvenute per errore. È proprio la possibilità di sbagliare e di riflettere su ciò che è successo che ren-de possibile esplorare liberamente e dunque innovare. L’innovazione e il fallimento sono due dimensioni tra loro collegate. Dunque le im-prese che vogliono innovare devono fare i conti con la possibilità di sbagliare. Questo tema è particolarmente rilevante nel nostro Paese. Infatti il fallimento da noi è una dimensione riprovevole, un marchio di infamia indelebile nella storia di un individuo. A chi ha fallito si negano nuove opportunità, come se l’apprendimento non fosse pos-sibile. Su questo tema proponiamo un corso all’interno del quale è previ-sto uno spettacolo teatrale della durata di un’ora a cui segue un talk show. Dalle due giornate si esce con un feed back personale sulle proprie aree di rischio nonché con un piano per gestirle.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaForma del Tempo

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PER SÉ... MA NON SOLO

Resilienza: affrontare con equilibrio i cambiamenti

Se ne parla nei libri di management contemporanei, che esplorano gliorizzonti e gli agganci interdisciplinari alla gestione aziendale. Cosa è la resilienza? Il concetto è mutuato dalla fisica ed è la proprietà deimateriali di resistere a sollecitazioni impulsive, ovvero di deformar-si elasticamente prima di rompersi a seguito di un urto, cioè ad un evento traumatico.Cosa ci ricorda o richiama? Innanzitutto la capacità che le persone hanno di andare avanti con il proprio percorso personale nonostantele condizioni di vita e di lavoro diventino repentinamente difficili. Si compone di consapevolezza e fiducia nelle proprie risorse e capacità,equilibrio personale, resistenza e perseveranza, anche di fronte a mo-mentanee battute di arresto.È una dote dell’individuo, la resilienza? Certamente si fonda su una base di autostima, ma anche sul sentimento di appartenenza a un grup-po, sulla qualità del capitale relazionale e sociale che un buon capo o una buona organizzazione in senso lato riesce a incentivare, dando valore al benessere collettivo e alla cooperazione tra le persone.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaFrancesco Muzzarelli

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Conoscere le proprie risorse: il viaggio dell’eroe

In tempi di crisi come i nostri niente di meglio che giocare ad inter-pretare se stessi come eroi ed eroine, in grado di attivare risorse inter-ne e talenti di cui non sempre si è consapevoli, che ci consentano diaffrontare progetti e strade non ancora battute.Il contesto fiabesco, fatto di maghi, principesse e cavalieri, aiuta i par-tecipanti ad attivare la creatività e il pensiero laterale nell’affrontare criticità e cambiamenti, avendo cura di salvaguardare contemporane-amente gli obiettivi da raggiungere e il benessere del sistema sociale.La teoria dei livelli logici di Dilts come ancoraggio concettuale e un luogo speciale di ispirazione quale è il Museo Marino Marini di Fi-renze fanno da cornice a questo percorso di scoperta “interiore”, in cui ci si può stupire di quali e quante siano le risorse che ciascuno dinoi è in grado di attivare.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaSocietà di consulenza

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Alle radici dell’innovazione

Il corso si svilupperà a partire dalla storia artistica del Rinascimento fiorentino, periodo in cui molte famiglie, tra cui quella de’ Medici che spicca per importanza, offrirono a personaggi del calibro di Leonardoda Vinci, Michelangelo e molti altri, la possibilità di esprimere e svi-luppare il loro genio creativo.I Medici credettero in loro incoraggiandoli e sostenendoli moralmen-te ed economicamente. Assumendosi la responsabilità della buona riuscita delle loro opere, fecero si che la vita e il lavoro di questi artistidiventassero parte integrante della cultura del tempo.Lo scopo è quello di lavorare sui temi legati alla propria responsabi-lità e all’assunzione del rischio, ma anche sulla fiducia, la delega e l’accettazione dell’errore.Altra tematica importante è l’integrazione nel team per favorire la cre-atività. I Medici riuscirono a creare i presupposti e i contesti adeguatiaffinché personaggi molto “egocentrici” potessero raggiungere risul-tati di eccellenza.Nel corso approfondiremo:- lo sviluppo del pensiero creativo- la capacità di vivere nell’incertezza e fuori da schemi rigidi- l’utilizzo del pensiero creativo/innovativo per imparare a stimolare

i propri collaboratori- lo sviluppo delle abilità per riuscire a trasmettere alle persone fidu-

cia e aiuto quando portano avanti l’innovazione- l’integrazione nel team per lo sviluppo e l’implementazione dell’in-

novazione.

DestinatariTutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaAlessandro Rizzi

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Prendere decisioni

Decidere implica la scelta fra più alternative di esito spesso incerto.Come decidere? Quando farlo da soli? Quando coinvolgere i col-laboratori e, soprattutto, come farlo per evitare successivi disguidi organizzativi?Sono tutti quesiti le cui risposte influenzano le prestazioni dell’im-presa sia sul versante economico sia su quello della qualità delle re-lazioni interne.Tra gli obiettivi: imparare a fronteggiare un processo di decisione in modo chiaro e corretto, sviluppare la capacità di scomporre problemicomplicati, aumentare il proprio livello di serenità decisionale, cono-scere strumenti sia logico-razionali sia creativi che permettano una maggiore incisività decisionale.I contenuti che vengono proposti riguardano le condizioni di decisio-ne: in-certezza, rischio, ignoranza; le fasi del circuito decisionale, i vincoli pratici alla presa di decisione. Blocchi, trappole e intuitività; le decisioni del singolo e quelle di gruppo. I metodi pratici di suppor-to alle decisioni.

DestinatariDirigenti, quadri e direttivi

Durata2 giorni

DocenzaFrancesco Muzzarelli

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La gestione del tempo nell’era della fretta

Ognuno di noi quotidianamente si confronta con l’impossibilità di fare tutto e gestire il tempo in modo efficace. Attraverso questo corsocerchiamo di mettere ordine nel “mondo che non sta più nelle agen-de”. Un’opportunità importante per valorizzare il tempo, rispettandonoi e gli altri e migliorando la qualità del nostro lavoro e della nostra vita.Nel corso approfondiremo:- i vantaggi nella gestione del tempo- l’efficacia e l’efficienza- come definire i propri obiettivi e le priorità- il quadrante del nostro tempo- il metodo RAR- c ome portare a termine le cose fondamentali e “buttare nel cestino”

tutto ciò che non lo è - i “rubatempo”- come delegare con successo

Destinatari:Tutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaFrancesco Gentili

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Prendila con filosofia!

Da tempo, attraverso diversi contributi teorici, riflettiamo insieme sul significato del termine benessere nelle sue diverse dimensioni: perso-nale, professionale e organizzativo. È la prima volta però che propo-niamo un’attività d’aula che fa di questo tema il suo focus. Bisogna quasi tornare a dove tutto ebbe inizio: la Grecia classica nella quale i primi filosofi posero le basi della cultura occidentale e svilupparono la riflessione legata ai grandi temi dell’umanità.Diceva Epitteto nel suo manuale che L’arte di vivere [la filosofia] ha come materia la vita di ciascuno e in questa chiave ci rifacciamo alle pratiche filosofiche per costruire un laboratorio formativo sul tema del benessere.

Oggi il benessere appare più come una capacità legata alla costante ricerca di nuovi equilibri che al raggiungimento di un punto d’arrivo immutabile. Durante l’attività esploreremo in maniera ampia il concetto di benes-sere e la sua declinazione sul piano individuale e organizzativo.Individueremo strumenti, abilità, azioni concrete, fattibili e sostenibi-li, per migliorare il ben-essere proprio e dei propri colleghi, generan-do consapevolezza sulle opportunità da cogliere, pur nell’ambito dei vincoli organizzativi esistenti.Attraverso la sospensione del giudizio epoché, il parlare con sincerità parresia, l’attenzione vigile al fluire dell’esperienza prosoché prove-remo a liberare il significato della parola benessere dai luoghi comu-ni contingenti per chiederci quali implicazioni abbia e quali decli-nazioni possa trovare nell’ambito organizzativo oltre che in quello personale.Momenti di lettura collettiva di testi, di riflessione dialogica sulle possibi-li interpretazioni e lavori in sottogruppo saranno parte dell’attività d’aula insieme a momenti di riflessione individuale guidati dal docente.

Destinatari:Tutte le funzioni aziendali

Durata2 giorni

DocenzaManager Zen

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Mestieri

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Sembra che la radice etimologica del termine “mestiere” abbia moltoa che vedere con quella di “mistero”.Con le attività proposte in questa area proveremo a fare luce in qual-che ambito di questi “Misteri”.Terminati, almeno per ora, i kit didattici sui singoli reparti freschissi-mi, proponiamo materiali formativi sul mondo dei prodotti tipici e dialta qualità.L’intento comune è quello di coniugare gli approfondimenti sulle co-noscenze legate agli specifici mestieri alle azioni che il mondo Coop mette in essere per migliorare la propria capacità di offerta.Anche in questa tipologia di corsi l’attenzione è volta a meglio evi-denziare lo sforzo che Coop mette nel caratterizzare la propria offertacommerciale anche in senso sociale.

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Le persone brave fanno prodotti buoni

Fin dal primissimo anno di attività Scuola Coop ha proposto modalitàformative che facessero del connubio tra cibo e persone il loro fulcro.Non cibo qualunque e, quasi conseguentemente, non persone qua-lunque; forse non ne eravamo consapevoli all’inizio, ma oramai la correlazione tra persone brave e cibo buono è quasi un dato assodato.Nel corso di questo decennio abbiamo assistito alla felice evoluzionedel nostro prodotto a marchio con le proposte Fior Fiore e Viviverde, abbiamo seguito il successo commerciale degli Artigiani di Bottega eal contempo abbiamo fatto i conti, anzi li stiamo ancora facendo, conla più devastante crisi socioeconomica che ha coinvolto il mondo occidentale da 70 anni in qua.Ecco allora, in maniera anche forzata, ma non triste, la riscoperta dell’autoproduzione, dei mercati agricoli, ammantati dal moderno slogan del km 0.Come si coniugano questi fenomeni?A noi sembra che concetti come relazione, legame, conoscenza stia-mo ritrovando la loro centralità. Per questo continueremo a proporre momenti di riflessione e apprendimento in cui il cibo assume un ruo-lo di collante concettuale oltre che di piacere per il palato.Terremo in considerazione il fatto che il 2015 è l’anno dell’EXPO a Milano, incentrato sul tema della nutrizione. È un’occasione impor-tante per chi opera nel settore alimentare, lo è ancor di più per noi e per la nostra visione delle relazioni di mercato.La ricchezza enogastronomica italiana non è solo una delle carte che ci rimangono da giocare seriamente nel mercato mondiale, ma è an-che un vero e proprio giacimento culturale su cui si basa la stessa identità del Paese. E come è noto con la cultura si mangia a differenzadi quel che pensa un noto commercialista diventato ministro, tornatocommercialista.

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Forn-azione

Il kit didattico Forn-azione prodotto da Scuola Coop nel 2008 viene qui proposto come base per un corso di due giornate.I temi affrontati sono le conoscenze merceologiche, i comportamentie i bisogni di acquisto dei clienti, le azioni e le strategie Coop nel settore, il valore aggiunto dal personale di vendita Coop.Nelle due giornate i partecipanti verranno messi in grado di utilizzareefficacemente nelle proprie Cooperative il kit didattico.

DestinatariTecnici di settore, capi reparto,addetti in percorso di carriera

Durata2 giorni

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IGastrolandia

Il kit didattico Gastrolandia, prodotto da Scuola Coop nel 2003 è stato già utilizzato da molte Cooperative per la propria formazione interna.Scuola Coop propone la Formazione tramite Gastrolandia (con qual-che aggiornamento) sia alle Cooperative che non lo hanno utilizzatosia alle Cooperative che pur avendolo usato si trovino nelle condizio-ni di iscrivere partecipanti che per motivi diversi non hanno potuto frequentare il corso.I temi affrontati sono le conoscenze merceologiche, i comportamentie i bisogni di acquisto dei clienti, le azioni e le strategie Coop nel settore, il valore aggiunto dal personale di vendita Coop.

DestinatariTecnici di settore, capi reparto, addetti in percorso di carriera

Durata2 giorni

DocenzaCarlo Caldini, Scuola Coop e Testimonianze di Sistema67

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Carne – val€

Il kit didattico Carne-val€, prodotto a Scuola Coop nel 2005, è stato già utilizzato da molte Cooperative per la propria formazione interna.Scuola Coop propone la Formazione tramite Carne-val€ sia alle Co-operative che non lo hanno utilizzato sia alle Cooperative che pur avendolo usato si trovino nelle condizioni di iscrivere partecipanti che non hanno potuto frequentare il corso.I temi affrontati sono le conoscenze merceologiche, i comportamentie i bisogni di acquisto dei clienti, le azioni e le strategie Coop nel settore, il valore aggiunto dal personale di vendita Coop.

DestinatariTecnici di settore, capi reparto, addetti in percorso di carriera

Durata2 giorni

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IFrutta – l’orto

Il kit didattico Frutta l’Orto, prodotto a Scuola Coop nel 2006, è statogià utilizzato da molte Cooperative per la propria formazione interna.Scuola Coop propone la Formazione tramite Frutta l’Orto sia alle Co-operative che non lo hanno utilizzato sia alle Cooperative che pur avendolo usato si trovino nelle condizioni di iscrivere partecipanti che non hanno potuto frequentare il corso.I temi affrontati sono le conoscenze merceologiche, i comportamentie i bisogni di acquisto dei clienti, le azioni e le strategie Coop nel settore, il valore aggiunto dal personale di vendita Coop.

DestinatariTecnici di settore, capi reparto, addetti in percorso di carriera

Durata2 giorni

DocenzaCarlo Caldini, Scuola Coop, Testimonianze di Sistema69

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Diamoci all’ittica

Il kit didattico Diamoci all’Ittica, prodotto a Scuola Coop nel 2007, èstato già utilizzato da molte Cooperative per la propria formazione interna.Scuola Coop propone la Formazione tramite Diamoci all’Ittica sia alleCooperative che non lo hanno utilizzato sia alle Cooperative che pur avendolo usato si trovino nelle condizioni di iscrivere partecipanti che non hanno potuto frequentare il corso.I temi affrontati sono le conoscenze merceologiche, i comportamentie i bisogni di acquisto dei clienti, le azioni e le strategie Coop nel settore, il valore aggiunto dal personale di vendita Coop.

DestinatariTecnici di settore, capi reparto, addetti in percorso di carriera

Durata2 giorni

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AAmministrazione, finanza e controllo

Le attività relative a questa area sono realizzate, coordinate e propo-ste da Laura Bini, in stretto collegamento con i referenti delle Coope-rative e con ANCC.Si tratta di interventi di tipo formativo consulenziale rivolti a diverse figure professionali, tra cui molti Dirigenti, con un taglio che rispondead esigenze operative, culturali e strategiche.

Le novità in materia normativa, che generalmente comportano conse-guenze organizzative ed economiche, sono tempestivamente affron-tate, spesso con un taglio personalizzato sulle esigenze della GrandeDistribuzione.Si tratta talvolta di iniziative uniche, perché inesistenti sul mercato.

Il lavoro è da sempre articolato su due linee, una a carattere impren-ditoriale, l’altra a carattere normativo - istituzionale, con “quadrofe-dele” come base e lingua comune di riferimento.Con le attività che si costruiscono via via anche sulla base delle novitànormative, economiche ed organizzative, si toccano temi cruciali della gestione economica, finanziaria, fiscale e del personale.

Il Programma effettivo delle attività, basato su corsi, seminari e inter-venti consulenziali, concordato con i referenti delle Cooperative e ANCC viene comunicato con cadenza trimestrale, seguendo spesso la contingenza a cui la materia è vincolata.

Per tutte le informazioni legate allo sviluppo di quest’area di interven-to e per eventuali richieste la referente è Laura [email protected]

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Attività per le piccole e medie Cooperative

Le piccole e medie Cooperative presenti sul territorio nazionale sonopiù di un centinaio e molte di queste sono testimoni di oltre un secolodi storia del nostro Paese. Una storia fatta di grandi cambiamenti e di trasformazioni del tessuto produttivo e sociale, una storia che te-stimonia l’importanza dei legami sociali e del radicamento sul ter-ritorio. Elementi vitali di un modo di fare impresa e offrire servizio che le morse di un mercato sempre più competitivo e la recente crisi minano nel profondo.Le attività formative realizzate nel corso degli anni con il gruppo delleCooperative piccole e medie si sono mosse su questo orizzonte, co-struendo una prospettiva verso il futuro che conserva il senso delle origini.Nel corso del 2013 si sono riprese le fila di alcune attività avviate negli anni precedenti. Come ogni anno, si è tenuta una edizione del Master per Capi negozio che, rivista nella sua formulazione, ha ri-scontrato la soddisfazione dei partecipanti. Le giornate previste sono state accorpate in moduli della durata di tre giorni riducendo così l’impegno economico legato alle trasferte e consentendo ai parteci-panti di vivere le attività proposte con un respiro più lungo. L’impe-gno richiesto è certo significativo e lo sforzo delle Cooperative nel favorire la partecipazione è stato grande. I Capi negozio che nel corso degli anni avevano frequentato il Master hanno preso parte a un’attività di focalizzazione e aggiornamento sui temi relazionali ed economici che costituiscono gli assi portanti del precedente Master.

Sono riprese le attività anche per gli assistenti di rete e merceologi-ci che negli anni passati avevano preso parte al corso Formazione economica loro dedicato. Un’attività di aggiornamento focalizzata sui ferri del mestiere, gli indici numerici di riferimento, che fa da ponte a una nuova proposta formativa da avviare nel 2014. Una proposta che coniugherà la conoscenza delle merceologie e dei mercati di riferimento con la lettura e l’analisi dell’andamento della rete, riproponendo la possibilità di cimentarsi su casi reali proposti dalle Cooperative.

È stata particolarmente apprezzata un’attività di confronto e scambio con l’ausilio di colleghi di altre Cooperative sul reparto ortofrutta. Una giornata con visita a punti vendita del territorio che ha prodotto idee nuove e costituito occasione di condivisione. Per il 2014 con-tiamo di realizzare altre giornate simili partendo dalle richieste di focalizzazione su temi e ambiti di interesse delle Cooperative.

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AInfine, il prossimo anno partirà la prima edizione del Master per ruoli di responsabilità rivolto a coloro che ricoprono o si apprestano a rico-prire ruoli strategici di guida nelle varie Direzioni. La proposta è stata messa a punto con un lavoro di condivisione dei temi principali, di individuazione dei probabili partecipanti e dei contenuti di maggior rilevanza per i loro percorsi professionali. Ancora una volta è impor-tante ribadire che quanto costruiamo con il contributo di tutti, assume un valore maggiore, più vicino alle realtà coinvolte, meglio calibrato rispetto alle esigenze, peculiare e unico come merita di essere.

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PRODOTTI DELL’ORTO

In questa area segnaliamo le esperienze nate in collaborazione con le singole Cooperative e aggiungiamo una serie di proposte che in-tegrano l’offerta. Nel primo caso si è trattato di volta in volta di pro-durre materiale didattico, di progettare percorsi formativi, di erogare docenze su singole tematiche.Nel secondo caso presentiamo metodologie che presuppongono la personalizzazione dei contenuti per i diversi committenti.Occasioni da costruire insieme.

Collaborazioni con le singole Cooperative

Riassumiamo di seguito alcune iniziative effettuate.

UniCoop Tirreno La Cooperativa ha lanciato nel corso del 2013 un progetto per la creazione della figura del tutor aziendale. Sono stati coinvolti circa 35 tra Capi negozio e Capi reparto a cui saranno affidate diverse re-sponsabilità. Si va dall’affiancamento nel percorso di crescita di neo Capi negozio e neo Capi reparto, all’intervento specifico per l’imple-mentazione di nuove modalità di lavoro, o anche a focalizzazioni su tematiche specifiche con colleghi di singoli punti di vendita. Scuola Coop è stata coinvolta sia nella fase di progettazione del percorso, sia nell’effettuazione di due giornate di incontri.

Inoltre presso la sede è stata effettuata una giornata di presentazione dei risultati del Coop Contest 2012/2013 alla Direzione della Coope-rativa.

Coop Lombardia In collaborazione con la Direzione Commerciale delle Cooperativa è stato progettato ed erogato un percorso per la conoscenza e l’utilizzo di Capta nel canale supermercati. Sono stati coinvolti, in un’ottica spe-rimentale, Capi zona, Responsabili merceologici, Capi negozio e Capi reparto freschi di 4 Superstore. Dopo una prima giornata di formazione volta alla comprensione e utilizzo dello strumento, si è passati alla fase operativa con sperimentazioni effettuate nei punti vendita.

In collaborazione con la Presidenza è stata organizzata una giornata di riflessione sull’impresa cooperativa a partire dalla presentazione dell’ultimo libro del Prof. Luigino Bruni Le prime radici. L’incontro è stato rivolto ai Dirigenti e Quadri della Cooperativa, attivamente coinvolti in una riflessione su alcune delle tematiche presentate. La

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serata è continuata con una tavola rotonda aperta al pubblico che ha visto la partecipazione di Luigino Bruni, di Gad Lerner, del Presidente di Coop Lombardia e del Direttore di Scuola Coop.

Coop AdriaticaNell’ambito di un percorso denominato Obiettivo Coop sono sta-te effettuate due docenze tramite l’utilizzo di La So! Coop. L’attivi-tà, rivolta a Capi reparto super, li vedeva impegnati operativamente nell’organizzazione e preparazione di un pranzo utilizzando prodotti a marchio Coop. Un’esperienza che mescola, come nelle migliori ricette, diversi ingre-dienti: project management, gestione delle rela zio ni interpersonali e delle diversità culturali.Il nostro contributo ha permesso, attraverso la modalità interattiva e divertente di La So! Coop, di approfondire la conoscenza e scoprire qualcosa di nuovo sul mondo Coop e le sue linee di prodotto.

Coop Consumatori NordestScuola Coop ha effettuato due interventi formativi sul tema della ge-stione delle riunioni con soci eletti nelle diverse realtà territoriali.

Inoltre sono state effettuate alcune docenze sui temi relazionali all’in-terno dei percorsi formativi per Capi reparto.

UniCoop FirenzeIl gruppo di studio con Miguel Benasayag ha trovato un terreno di spe-rimentazione nel nuovo Centro commerciale di Novoli. Un interven-to di ricerca-azione che vede coinvolti alcuni dirigenti di quella Co-operativa, l’area sociale, il Capo negozio, i giovani dell’Associazione creata dalla Fondazione il Cuore si scioglie e persone del quartiere. L’obiettivo è ambizioso: vedere se il nucleo Cooperativo può aiutare a rivitalizzare un quartiere proprio a partire da un non luogo, il Centro commerciale, nel quale però il supermercato esprime un condensato di valori positivi di carattere sociale e commerciale. Scuola Coop dà una piccola mano, ma soprattutto osserva con curiosità lo sviluppo concreto di una sua attività, che potrebbe diventare un caso di studio.

In vista delle elezioni dei nuovi consiglieri la Cooperativa rinnova il materiale informativo loro dedicato. La sua realizzazione sarà curata da Scuola Coop.

SaitIl Sait di Trento ha avviato un’attività formativa sul prodotto a marchio che interessa tutta la rete di vendita. Diversi gli incontri che si sono tenuti nel 2013.

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OProposte metodologiche

Open Space

Negli ultimi anni tra le metodologie didattiche che abbiamo speri-mentato c’è l’Open Space Tecnology (OST).Per capire veramente cos’è un OST bisogna viverlo. È più facile dire cosa non è: non è una lezione, non è una conferenza, non è un se-minario.L’OST è un modo per farsi venire delle buone idee.Questo metodo è stato inventato da un sociologo americano, Harri-son Owen, che lo usa ormai da vent’anni in ogni tipo di circostanza e con ogni tipo di persone.L’OST è infatti uno strumento molto flessibile, l’unica cosa determi-nante è la qualità di chi partecipa.La nascita dell’idea di Owen, forse un po’ mitizzata, viene fatta ri-salire al fatto che durante i convegni ai quali partecipava sembrava rendersi conto che il momento più produttivo era la pausa caffè: è durante il break, infatti, che si può parlare veramente degli argomenti che si hanno a cuore e conoscere persone che condividono i nostri interessi.E questo scambio permette di portare a casa qualcosa in più.Beh, mito o no alzi la mano chi non si è mai trovato in questa situa-zione!Da qui nasce il metodo OST: un momento in cui si riuniscono perso-ne con interessi comuni che si scambiano idee e prospettive rispetto ad una domanda data che rappresenta la cornice dell’incontro.Gli argomenti di discussione sono proposti dai partecipanti e ognunoè poi libero di decidere quali discussioni seguire sulla base dei propriinteressi.Un Instant Report, a fine giornata, raccoglie tutte le proposte e rap-presenta la base di lavoro per la rielaborazione delle idee.Alcune Cooperative hanno già fatto analoghe esperienze.Rinnoviamo la nostra offerta di collaborazione con chi in Cooperativafosse interessato a saperne di più.

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La So! Coop

La So! Coop è il gioco didattico realizzato da Scuola Coop quasi dueanni fa e che ormai è entrato a pieno titolo tra gli strumenti formativiutilizzati per diffondere e consolidare la conoscenza su vari aspetti del mondo Coop. Non si tratta soltanto di uno strumento, La So! è un’occasione per apprendere in modo divertente, costruendo la pro-pria conoscenza con il contributo proprio e degli altri. Si tratta di un valore importante, veicolato attraverso il gioco di squadra e un pizzi-co di competizione.Il gioco è costruito come i più noti quiz, prevede un tabellone con domande aperte di difficoltà crescente. Ogni squadra, a turno, prova a rispondere alle diverse domande, met-tendo in comune le conoscenze dei singoli e rielaborando le diverseinformazioni che emergono. In questo modo ogni gruppo prende in considerazione ciò che già sa e arriva a costruire la conoscenza spe-cifica procedendo per diversi livelli di approfondimento. Il gioco è coordinato da un animatore che supporta le varie squadre nella for-mulazione della risposta, fornendo spunti di riflessione o suggerimen-ti per mettere in moto il processo di ricerca e aggiungendo elementi di curiosità o dettaglio alle risposte dei partecipanti.La struttura di La So! Coop è particolarmente duttile, poiché si svilup-pa sulla piattaforma online Moodle.I contenuti possono essere personalizzati così come la durata o la difficoltà del gioco, che possono variare a seconda delle esigenze di erogazione e di popolazione professionale presa a riferimento.Tra le versioni già realizzate, oltre a quella standard con temi su Coop a tutto tondo, ricordiamo quella esclusivamente dedicata al prodot-to a marchio, costruita e aggiornata costantemente in collaborazio-ne con Coop Italia. Tra le nuove proposte abbiamo realizzato una versione del gioco alla scoperta delle caratteristiche dei prodotti di gastronomia, utilizzata nel corso Gastrolandia. Abbiamo realizzato una versione sui temi della sicurezza in collaborazione con ANCC; Settore salute e sicurezza sul lavoro.

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OIl coaching fa Scuola

Continua e si sedimenta l’esperienza di Scuola Coop nell’ambito deipercorsi di coaching individuale, realizzati in collaborazione con al-cuni colleghi formatori delle Cooperative.

Il coaching è un metodo, attraverso il quale il coach accompagna la persona verso il conseguimento di un obiettivo opportunamente determinato. Il coaching ha il pregio di aumentare la consapevolezza di sé e del contesto, delle risorse a propria disposizione e dei vincoli; inoltre rafforza il commitment verso il raggiungimento dell’obiettivo, attraverso la stesura e il monitoraggio di un piano di azione.Il coaching si basa su una relazione di sostegno, fiducia e collabo-razione, pienamente coerente con i valori cooperativi. Una idea di impostazione dei rapporti tra capi e collaboratori e tra colleghi che cipiace far conoscere e diffondere.

Anche per il 2014 siamo a disposizione delle Cooperative che voglio-no condividere con noi l’utilizzo di questa metodologia.

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Capta: usare i dati, individuare opportunità di vendita

CAPTA è un modello di lettura delle vendite che permette un’analisi dei comportamenti di acquisto dei clienti in un punto vendita. Inoltrerappresenta un supporto operativo per la produzione e la verifica di proposte di miglioramento.

CAPTA è nato e si è sviluppato nelle diverse edizioni del Master dei Capi negozio di Scuola Coop, in particolare nei moduli dedicati alla gestione del conto economico. Proprio questa genesi ne garantisce ap-plicabilità e potenzialità: è uno strumento semplice ma non banale.

I tre dati intorno ai quali ruota questo modello sono: la captazione direparto (fatti cento i clienti entrati in punto vendita, quanti hanno ac-quistato al reparto X?), il numero di battute (questi clienti che hanno acquistato al reparto X quanti articoli hanno preso mediamente?), il valore della battuta media (quanto valevano mediamente questi arti-coli comperati?).

La lettura intrecciata di questi dati, sia in versione numerica che gra-fica, permette uno sguardo diverso rispetto a quelli che abitualmentediamo ai nostri report, ma soprattutto agevola una lettura dei com-portamenti di acquisto dei nostri clienti, di quelli cioè già presenti inpunto vendita.Un pezzo in più per ogni cliente, per ogni giorno, sarebbe forse trop-po ma perché non provarci?Capta può darci una mano ad orientare e focalizzare gli sforzi in taledirezione.Nel corso del 2013 è stata effettuata una sperimentazione in Coop Lombardia che ha visto coinvolta la Direzione Commerciale e quat-tro superstore della rete.

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Artisti Coop

Anche quest’anno le aule e gli spazi di Scuola Coop sono state colo-rate e valorizzate dalle opere dei nostri colleghi artisti.Foto e dipinti che raccontano storie di passioni coltivate, di cura del dettaglio, di ricerca e di scoperta di se stessi e del mondo in modo diverso dal quotidiano.Inviteremo anche in futuro le persone che incontriamo nelle nostre aule a considerare la Scuola come uno spazio comune, aperto all’e-spressione artistica. Confidiamo nel passaparola per incontrare altri colleghi artisti, pieni di passione e talento e che hanno il piacere di condividere la loro visione del mondo attraverso una foto o una tela. Regalandoci le loro emozioni e uno stupore sempre nuovo.

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RINGRAZIAMENTI

Abbiamo vissuto un anno intenso, pieno di attività, di novità e di impegno.

Non l’abbiamo mai fatto, ma questa volta un primo ringraziamento va a chi a Scuola Coop lavora, perché se lo merita.

Un ringraziamento a tutti i partecipanti alle nostre attività. Non sono persone di passaggio. Rendono questa organizzazione viva e vivace.

Un grazie anche a tutti i colleghi che con le loro testimonianze e il loro supporto ci aiutano a mantenerci vicini alle Cooperative.

Un ringraziamento ai nostri colleghi del Comitato Didattico. Molti di loro ormai pensano “noi” quando sentono parlare di Scuola Coop.

Un ringraziamento speciale a Francesca Bini di Coop Adriatica. Cam-bia ruolo e ci mancherà. Lavorare con lei è stato un vero piacere.

Un ringraziamento a tutti coloro che ci danno una mano con con-tinuità. Menzione speciale tra loro a Elisabetta Montanari di Coop Consumatori Nordest e a Sergio Soavi di Coop Italia per mille e una ragioni. Un ringraziamento a Nicola Cataldi per la sua pazienza e la sua gen-tilezza.Un ringraziamento ai Dirigenti della Giuria del Coop Contest della passata edizione. Il lavoro fatto e le relazioni di fiducia e stima che si sono create fanno pensare che basti poco per lavorare bene insieme come cooperatori.

Un ringraziamento ai nuovi Vice Presidenti di Scuola Coop, Eden Ba-raldi e Mauro Bruzzone. Nuovi nuovi non sono, ma abbiamo lavorato così bene insieme in tutti questi anni e sono stati così importanti per la nostra tenuta che perdere il loro sostegno e la loro professionalità sarebbe stato un peccato.

Nel ringraziare ancora Marco Lami, Presidente uscente, diamo il ben-venuto al nuovo Presidente di Scuola Coop, Turiddo Campaini. Qual-siasi Presidente di Cooperativa che pensi valga la pena dedicare un po’ di tempo a Scuola Coop ci onora.

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StampaTipografia ABC - Sesto Fiorentino

Illustrazioni e graficaFabrizio Silei

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