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Dall’allenamento alla scienza applicata al calcio L’ALLENATORE di Matteo Leidi 5^ALST ITIS Giulio Natta A.S. 2013/14

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Dall’allenamento alla scienza applicata al

calcio

L’ALLENATORE

di Matteo Leidi 5^ALST

ITIS Giulio Natta A.S. 2013/14

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Sommario

MAPPA CONCETTUALE ...................................................................................................................................... 3

INTRODUZIONE .................................................................................................................................................. 4

IL RUOLO DELL’ALLENATORE ............................................................................................................................. 4

ALLENAMENTO TATTICO ............................................................................................................................... 5

ALLENAMENTO MENTALE ............................................................................................................................. 7

ALLENAMENTO FISICO ( Educazione fisica ) .................................................................................................. 8

PRODUZIONE E SMALTIMENTO DI LATTATO (Biologia) ............................................................................ 9

LA SCIENZA APPLICATA AL CALCIO .................................................................................................................. 11

ANALISI DEL GOL DI ROBERTO CARLOS (Fisica) ........................................................................................... 11

STATISTICA E CONFRONTO TRA GIOCATORI (Matematica) ........................................................................ 14

NEW GOAL-LINE TECHNOLOGIES (Inglese).................................................................................................. 16

CONCLUSIONE ................................................................................................................................................. 17

BIBLIOGRAFIA: ................................................................................................................................................. 17

SITOGRAFIA: .................................................................................................................................................... 18

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MAPPA CONCETTUALE

ALLENATORE DI

CALCIO

Le tre fasi di un

allenamento:

Le scienze applicate

al calcio:

Fase Tattica

Fase Mentale

Fase Fisica

(Educazione Fisica)

Produzione e

smaltimento di acido

lattico (Biologia)

Analisi fisica del gol di

Roberto Carlos (Fisica)

Ricerca statistica per

confrontare i giocatori

(Matematica)

New goal-line

technologies (Inglese)

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INTRODUZIONE

Ho deciso di proporre il tema dell’allenatore di calcio, non solo perché da circa un anno alleno una squadra

di calcio giovanile del mio paese, ma anche perché penso che la figura dell’allenatore sia diventata molto

importante sia nel calcio professionistico moderno sia in quello giovanile che prevede un processo di

crescita attraverso il gioco. Molte argomenti presenti in questa tesina derivano da conoscenze personali, in

quanto fin da piccolo ho appreso importanti informazioni e dinamiche di gioco dai vari allenatori che ho

conosciuto. Dopo aver descritto il ruolo dell’allenatore e le tre fasi fondamentali del suo lavoro, ho voluto

inserire una parte che tratta di come la scienza possa essere applicata in diversi ambiti a questo sport. Le

materie trattate sono: biologia e educazione fisica nella prima parte; fisica, matematica e inglese nella

seconda.

IL RUOLO DELL’ALLENATORE

Esistono diverse definizioni del termine “allenatore” che spiegano il suo ruolo: <<Colui il quale coordina le

attività fisiche dell’atleta>>, <<Una figura che si occupa di dirigere l’allenamento di una squadra>>;

personalmente però preferisco spiegarlo in modo diverso, paragonando l’allenatore a tre esempi concreti:

ad un mestiere, ad uno strumento musicale e ad un sentimento.

L’allenatore è come un cuoco: deve essere capace di preparare un buon piatto utilizzando solamente gli

ingredienti che sono a sua disposizione e, anche se a volte sono poveri, deve riuscire a trovare le giuste

affinità tra essi che conferiscono al piatto un ottimo sapore.

L’allenatore è come la batteria: lo strumento che tiene il tempo e il ritmo, ma che in un gruppo musicale sta

in seconda fila, nascosta dietro agli altri strumenti. Senza di essa però un gruppo non può suonare.

L’allenatore infine è come la passione: senza di essa non si può fare un buon lavoro; è la passione che ti

spinge a migliorare e a raggiungere i tuoi obiettivi.

Il ruolo dell’allenatore inoltre varia in base all’età della squadra allenata:

Nel settore giovanile, il compito è molto delicato: egli deve

riuscire ad educare i ragazzi attraverso il gioco, facendoli

appassionare a questo sport; inoltre entra inevitabilmente a

far parte delle figure adulte che influenzano la loro crescita.

Soprattutto per i ragazzi con problemi familiari, l’allenatore

diventa un sostituto dei genitori molto importante: assume

la figura paterna in funzione di guida sicura e autoritaria;

assume quella materna in funzione di protettore e supporto

mentale. L’allenatore perciò deve saper bilanciare nel giusto

modo l’aspetto autoritario con quello affettivo così da

permettere al ragazzo di crescere divertendosi col calcio e

sviluppare interazioni normali con gli altri suoi coetanei.

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Nelle squadre professionistiche, quando i giocatori hanno già raggiunto il

completo sviluppo, la figura dell’allenatore è basilare sia per quanto riguarda

la preparazione fisico-tattica dell’atleta, sia per il supporto psicologico di cui

ognuno sente la necessità. Proprio per questo motivo l’allenamento che

l’allenatore prepara per la sua squadra deve essere equilibrato su queste

tre fasi che raggiungono la massima efficacia nell’insieme. Il troppo

lavoro su una sola fase e il mancato allenamento di un’altra porta gravi

danni al prodotto finale, che nel calcio è la partita.

ALLENAMENTO TATTICO

Nel calcio moderno la tattica è diventata l’arma vincente di una squadra, infatti essa permette di vincere

partite contro squadre che sulla carta sono nettamente superiori. La tattica di una squadra non è sempre la

stessa, ma può variare in base alla squadra avversaria, alla condizione fisica dei giocatori e al risultato di

gioco. E’ l’allenatore che crea la tattica di una squadra, ma sono i giocatori in campo che la mettono in

pratica: essendo il calcio uno sport di situazione, l’allenatore non può sapere esattamente cosa succederà

in campo perciò deve abituare i propri giocatori a prendere decisioni autonome che rientrano in un sistema

tattico chiaro a tutta la squadra. Proprio per questo l’individualità di un giocatore è fondamentale per il

gioco di una squadra: la tattica collettiva, ovvero l’azione coordinata tra i giocatori atta ad ottenere uno

scopo determinato in precedenza, è l risultato dell’unione delle tattiche individuali, quegli accorgimenti e

movimenti attraverso i quali la prestazione dei giocatori risulta utile. La condizione necessaria che un

giocatore deve avere per poter imparare la tattica è la tecnica: è impossibile per un allenatore far imparare

un disegno tattico o studiare movimenti di gioco se i calciatori non sono in grado di gestire il pallone e di

controllarlo.

Una partita di calcio può essere divisa in due fasi che si scambiano continuamente in base a quale squadra

gestisce il pallone:

- La fase di possesso palla, che prevede la tattica individuale dello smarcamento, per ricevere palla,

della protezione del pallone, del passaggio e del tiro in porta.

- La fase di non possesso palla, che prevede la tattica individuale della difesa della porta, della

marcatura e dell’intercettamento o anticipo.

Prestazion

e massima

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Quello che segue è un esempio di analisi tattica di una squadra in fase di non possesso palla:

La squadra blu è schierata in campo con il modulo 4-4-2 ed è

nella fase di non possesso. In questo caso la palla è

controllata dal terzino destro della squadra avversaria, perciò

i giocatori blu si dispongono su tre linee: quella difensiva,

quella di centrocampo e quella d’attacco (figura 1). Lo scopo

della squadra blu è quello di non far avanzare gli avversari

verso la porta, chiudere tutti gli spazi e cercare di rubare palla

il prima possibile.

La disposizione in campo dei giocatori blu non permette al

giocatore in possesso di palla di passarla ai suoi compagni,

infatti come dimostra la figura 2 tutte le possibili opzioni che il

terzino ha (in arancio) sono vanificate dai movimenti di chiusura

(in viola) dei giocatori blu. Ovviamente questa fase di non

possesso non avverrà in maniera perfetta in ogni momento

della partita a causa della condizione fisica, della tecnica e

concentrazione dei giocatori.

Figura 1

Figura 2

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ALLENAMENTO MENTALE

Nella frase “il calcio si gioca prima con la testa e poi con i piedi”

è racchiusa la regola più importante di questo sport: pensare

prima di agire. Molte persone criticano i calciatori dicendo che

sono solo ignoranti i quali non sanno neppure la matematica

elementare; al contrario per giocare a calcio, soprattutto quello

professionistico, bisogna possedere una mente pronta e

brillante che permetta di prendere decisioni rapide ed

improvvise. Oltre ad una preparazione fisica, un calciatore deve

avere abilità mentali quali l’immaginazione, la creatività,

l’estro, il coraggio e la resistenza allo stress psichico.

L’allenatore ricopre un ruolo importante in questo ambito,

infatti deve riuscire a far comprendere ai suoi giocatori che si

entra in campo con un unico obiettivo: vincere.

Deve saper motivare ogni singolo giocatore, facendogli dimenticare tutti i problemi e le sue paure; durante

la partita la concentrazione non deve mai mancare, infatti basta una minima distrazione per subire il gol

che fa perdere la partita a tutta la squadra.

Per raggiungere la vittoria è fondamentale l’affiatamento della squadra, ovvero le relazioni in campo e

nello spogliatoio tra i giocatori: se all’interno del gruppo si creano tensioni o discussioni non è facile

collaborare come una vera squadra. L’allenatore deve essere colui che mantiene l’equilibrio e la

tranquillità; proprio per questo con i giocatori deve mantenere un confronto aperto che permette a tutti di

dialogare liberamente e di ascoltare le opinioni altrui.

Per un calciatore professionista la cosa più importante da raggiungere per guadagnarsi la fama e il successo

nel mondo del calcio è la continuità, ovvero offrire alla squadra in ogni partita prestazioni ad alto livello.

Solo in questo modo una promessa può diventare un campione; basti pensare a stelle come Messi e

Ronaldo che garantiscono performance straordinarie in tutte le partite senza avere cali improvvisi.

Purtroppo però la continuità è raggiunta da pochi giocatori: tutti gli altri, a causa delle loro prestazioni

altalenanti o del loro talento non così straordinario, sono sottoposti ad uno stress psichico e ad

un’insicurezza in se stessi e nelle proprie capacità. L’allenatore deve saper motivare nel modo giusto questi

giocatori attraverso il Mental Coaching, un allenamento della mente che fa aumentare l’autostima per

poter tornare a giocare ad alti livelli.

Al giorno d’oggi, lo psicologo sportivo sta diventando sempre più importante nelle squadre

professionistiche: egli, grazie ai suoi studi accademici di psicologia applicati allo sport, riesce a risolvere

diverse dinamiche all’interno del gruppo e permette ai giocatori di effettuare performance migliori in

condizioni psicologiche ottimali.

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ALLENAMENTO FISICO ( Educazione fisica )

Il calcio è una specialità sportiva ad impiego misto, infatti in una partita si susseguono in modo irregolare

sforzi di intensità elevata che durano solo pochi secondi e fasi di corsa a ritmo blando o passo. Nelle

squadre professionistiche, durante la parte di allenamento fisico, all’allenatore si sostituisce il preparatore

atletico: egli, grazie alla sua preparazione e ai suoi studi, riesce ad allenare i giocatori in modo da

permettergli di affrontare una corsa con molte variazioni di velocità per una durata di circa novanta minuti.

In molte squadre amatoriali non è presente la figura del preparatore atletico nello staff, perciò è

l’allenatore che deve informarsi sulle regole per effettuare un giusto allenamento motorio così da evitare

traumi, infortuni ed ottenere la massima prestazione fisica possibile dai propri giocatori.

Esistono due tipi di attività durante la prestazione fisica:

- AEROBICA, la quale comprende ogni attività che consente all’ossigeno di rilasciare energia per

mezzo del metabolismo e viene eseguita a bassa intensità per più di due minuti;

- ANAEROBICA, la quale comprende ogni attività dove l’energia viene prodotta senza ossigeno e

viene eseguita ad alta intensità per meno di due minuti.

Il preparatore atletico deve far raggiungere ai giocatori il massimo rendimento fisico e quindi deve allenare

sia la parte aerobica sia quella anaerobica. Solitamente in tutte le squadre di calcio, professionistiche e non,

durante la preparazione estiva, quando le competizioni non sono ancora iniziate, viene potenziata la fase

aerobica con corse a bassa intensità che durano molto tempo. Solo dopo aver una preparazione base

aerobica si può procedere a potenziare quella anaerobica con scatti e ripetute ad alta intensità. L’unica

eccezione è il portiere, infatti questo ruolo non ha bisogno di un continuo allenamento aerobico, bensì di

uno anaerobico che gli conferisca esplosività e rapidità per effettuare tuffi, parate istintive e brevi scatti

nelle uscite.

ALLENAMENTO AEROBICO:

Attraverso questo tipo di attività si potenziano due capacità: la resistenza e la potenza.

La resistenza aerobica è la capacità psicofisica di eseguire ripetitivamente un lavoro resistendo alla fatica e

ai lunghi sforzi. La resistenza contraddistingue lavori aerobici effettuati ad un’intensità medio - bassa in cui

il corpo stimola la demolizione di acidi grassi. Una buona resistenza porta ad importanti vantaggi per

l’atleta, come la riduzione dei traumi dovuti alla stanchezza, l’aumento della capacità di carico psichico e di

resistenza allo stress,la diminuzione degli errori tecnico-tattici durante la partita e infine mantiene la salute

sana con efficaci difese immunitarie.

La potenza aerobica è invece la capacità di un atleta di effettuare allenamenti a velocità e ritmi elevati, in

cui il corpo stimola la demolizione e l’utilizzo di zuccheri. Una buona potenza porta ad un atleta altri

vantaggi che migliorano la sua prestazione, infatti l’intensità dei suoi sforzi aumenta e il debito d’ossigeno

viene pagato più rapidamente. Inoltre essa è un indicatore della funzionalità del sistema cardio-

respiratorio: se il cuore ha la capacità di far giungere ai muscoli una grande quantità di sangue ossigenato

nell’unità di tempo e le fibre muscolari riescono ad utilizzare velocemente questo ossigeno, la potenza

aerobica dell’atleta sarà elevata.

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ALLENAMENTO ANAEROBICO:

Nell’attività anaerobica si differenziano due tipi di meccanismi energetici: il meccanismo anaerobico

alattacido, in cui, non intervenendo l’ossigeno e non formandosi acido lattico, l’energia è fornita dalla

fosfocreatina; e il meccanismo anaerobico lattacido, in cui non interviene l’ossigeno e l’energia è fornita

dalla molecola di zucchero che si trasforma in acido lattico. Per azionare questi meccanismi l’attività

dell’atleta deve superare la soglia anaerobica, cioè la velocità alla quale esiste un equilibrio tra acido lattico

prodotto e quello smaltito dal corpo. Gli allenamenti alla resistenza lattacida, ovvero la capacità di

mantenere inalterata la prestazione fisica nonostante la produzione di acido lattico, sono mirati a far

adattare progressivamente il corpo a produrre e smaltire l’acido lattico. Il preparatore atletico deve

conoscere i giocatori che sta allenando in quanto la soglia anaerobica e la produzione di acido lattico

variano di giocatore in giocatore. Jens Bangsbo, ex preparatore atletico della Juventus, che attualmente

lavora nell’Università delle Scienze Motorie di Copenaghen e nello staff della nazionale calcistica danese,

per sottolineare questo fatto disse: “Ci possono essere ampie differenze nella produzione di acido lattico

tra i singoli giocatori poiché il complesso dell’esercizio svolto ad alta intensità durante un incontro dipende

da fattori quali la motivazione, lo stile di gioco, la tattica e la strategia”.

PRODUZIONE E SMALTIMENTO DI LATTATO (Biologia)

L’acido lattico, o lattato, è un sottoprodotto del metabolismo anaerobico lattacido. E’ tossico per le cellule

e si accumula nei vasi sanguigni provocando la cosiddetta fatica muscolare. Le cellule muscolari forniscono

l’energia al corpo tramite molecole di adenosina trifosfato (ATP) prodotte dalla glicolisi. In questo processo

una molecola di glucosio viene demolita in due molecole di acido piruvico con la formazione di quattro

molecole di ATP e due di NADH, il quale funge da trasportatore di energia.

GLICOLISI:

C6H12O6 + 2 NAD+ +2 ATP 2 CH3COCOO- + 4 ATP + 2 NADH + 2 H+ + 2 H2O

In presenza di ossigeno, l’acido piruvico viene metabolizzato grazie al ciclo di Krebs; invece in condizioni

anaerobiche questa reazione non può avvenire a causa dell’eccesso di NADH che impedisce lo svolgimento

della glicolisi.

Per poter permettere ad essa di continuare a produrre energia, l’acido piruvico, attraverso la

fermentazione lattica, si riduce diventando acido lattico così da rigenerare il NAD+, il quale permetterà alla

glicolisi di produrre altre due molecole di ATP per ogni molecola di glucosio.

(glucosio) (acido piruvico)

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A questo punto l’acido lattico essendo tossico può essere

smaltito in due modi: può venir utilizzato da alcuni tessuti

muscolari a scopo energetico come avviene ad esempio

nel cuore; oppure può essere riconvertito in glucosio nel

fegato. Quest’ultimo processo prende il nome di Ciclo di

Cori: il lattato viene trasportato dal sangue nel fegato il

quale lo riossida in acido piruvico. Esso attraverso la

gluconeogenesi e l’utilizzo di energia viene riconvertito in

glucosio.

Ovviamente il corpo di un soggetto allenato riuscirà a smaltire una stessa quantità di acido lattico più

velocemente rispetto al corpo di un soggetto non allenato. Inoltre è sbagliato attribuire all’accumulo di

acido lattico l’affaticamento muscolare che accompagna i giorni successivi ad un allenamento ad alta

intensità, infatti lo smaltimento del lattato avviene in massimo 60 minuti.

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LA SCIENZA APPLICATA AL CALCIO Tornando al discorso iniziale in cui usavo degli esempi per definire l’allenatore, vorrei paragonarlo anche ad

un personaggio famoso il quale ha scritto un’importante pagina della storia contemporanea: Steve Jobs.

L’allenatore e le società calcistiche dovrebbero essere come lui: essere innovativi e guardare sempre verso

il futuro senza paura. Con la continua progressione della scienza e delle tecnologie anche il calcio si sta

lentamente evolvendo e dall’applicazione di materie scientifiche ad esso non può che ottenere benefici.

L’allenatore deve sapersi aggiornare e informare su questi nuovi studi per rendere la propria squadra

sempre competitiva. Dopo questa breve introduzione, ho trattato tre diversi aspetti innovativi: lo studio

delle leggi fisiche che subentrano durante un famoso calcio di punizione; il confronto statistico di un

calciatore di fama mondiale con tutti gli altri centrocampisti europei; e infine le nuove tecnologie introdotte

in questi ultimi anni nel calcio moderno, in lingua inglese.

ANALISI DEL GOL DI ROBERTO CARLOS (Fisica) E’ il 3 giugno 1997: a Lione si gioca la prima partita del Torneo di Francia nel quale la nazionale padrone di

casa deve affrontare il grande Brasile di Romario e Ronaldo. Proprio quest’ultimo, durante un’azione di

gioco, si procura una punizione distante circa 35 metri dalla porta transalpina. Si incarica della battuta un

certo Roberto Carlos, terzino della nazionale verde-oro, il quale dopo una lunga rincorsa di una decina di

metri lascia partire un bolide di circa 150 km/h che aggira la barriera e si insacca in rete alle spalle di

Barthez, il portiere francese. Questa punizione rimarrà nella storia del calcio non per la distanza siderale e

nemmeno per l’elevata velocità della palla, bensì per lo strano effetto che Roberto Carlos riuscì a dare alla

sfera: inizialmente sembrava che essa fosse destinata ad uscire sul fondo, invece seguì un moto parabolico

verso sinistra che la fece entrare nella porta francese.

Questa “magia” calcistica può essere però spiegata dalle leggi fisiche: molti fisici hanno studiato il moto

della palla arrivando alla conclusione che essa subì una forza che la spinse verso sinistra causata dall’effetto

Magnus. Per spiegare questo effetto bisogna innanzitutto

analizzare il gesto atletico del calcio al pallone: quando il piede

di Roberto Carlos calcia la palla, potendolo considerare un urto

anelastico, la quantità di moto si mantiene, ma una parte

dell’energia cinetica si perde a causa delle proprietà

meccaniche della palla, della struttura muscolo-scheletrica del

giocatore e delle caratteristiche dello scarpa. La velocità del

piede che calcia il pallone deve essere elevata per fargli

raggiungere una velocità di 148 km/h. Oltre ad una lunga

rincorsa prima della battuta, Roberto Carlos è stato aiutato dal

fatto di essere alto solamente 168 cm; infatti un giocatore

basso ha bisogno di investire minor energia per portare la

propria gamba ad un’alta velocità rispetto ad un giocatore

alto la cui gamba pesa di più, perciò lo sforzo è maggiore.

Durante il gesto del “calciare”, la gamba si comporta come

un pendolo doppio: la coscia corrisponde al primo pendolo

che oscilla intorno all’anca, mentre lo stinco corrisponde al

secondo pendolo il quale ha come perno il ginocchio.

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Nel grafico si può notare come la massima velocità che lo stinco può raggiungere grazie all’effetto fionda,

corrisponde alla massima estensione della gamba. Colui che batte la punizione deve avere un ottimo

tempismo e coordinazione per colpire la palla proprio in quel preciso momento.

Nell’analisi del moto entra in gioco proprio l’effetto Magnus, ovvero il responsabile della variazione della

traiettoria di un corpo rotante in un fluido in movimento. I due fattori fondamentali che permettono che

questo effetto si verifichi sono appunto la rotazione del pallone e la presenza dell’aria: la prima è stata

fornita dal piede di Roberto Carlos, il quale ha applicato una forza non nel centro del pallone, ma lontano

dal suo baricentro così da creare una velocità angolare intorno all’asse di rotazione oltre ad una normale

traslazione.

La grandezza fisica responsabile della rotazione è il momento della forza, ovvero il prodotto tra l’intensità

della forza applicata e la lunghezza del suo braccio. Essendo stata colpita con l’esterno del piede sinistro, la

rotazione della palla è antioraria.

il pallone trasla

soltanto

il pallone trasla

e ruota (poco)

il pallone trasla

e ruota (molto)

aria più veloce,

pressione minore

aria più lenta,

pressione maggiore

direzione

portanza

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Come si può osservare dal disegno, essendo immersa in un flusso d’aria, la superficie della palla di destra si

muove nella direzione opposta all’aria e quindi la fa rallentare; sulla superficie di sinistra invece l’aria viene

accelerata. Questa differenza di velocità del fluido causa una differenza di pressione: maggiore a destra e

minore a sinistra. Di conseguenza sulla sfera agisce una forza perpendicolare alla sua direzione che la

spinge verso la pressione minore deviando il suo moto iniziale. Questa forza viene chiamata portanza, la

stessa che permette ad un aereo di decollare e ad una barca a vela di essere spinta dal vento.

Grazie alla elevata velocità e rotazione che il calciatore brasiliano ha impresso al pallone, la sua direzione è

stata deviata di ben cinque metri.

L’effetto Magnus però non fa seguire al pallone una traiettoria parabolica, bensì traiettoria a spirale, la cui

curvatura aumenta man mano che la palla viaggia. Se la punizione fosse stata calciata in un mondo ideale

senza la forza di gravità la palla avrebbe descritto una traiettoria simile al guscio di una lumaca.

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STATISTICA E CONFRONTO TRA GIOCATORI

(Matematica)

Andrea Pirlo, giocatore della Juventus e della Nazionale italiana, è conosciuto in tutto il mondo per essere il

miglior regista che il calcio odierno può offrire, ovvero quel centrocampista che inventa passaggi illuminanti

e catalizza tutte le azioni di gioco. Potrà mai esistere un giocatore simile a lui o che lo sostituirà al momento

del suo ritiro? A questa domanda ha provato a dare una risposta lo statista Marek Kwiatkowski durante

l’Opta Analytics Forum, un evento in cui nove esperti hanno esposto nuove ricerche statistiche applicate al

calcio. L’esposizione di Kwiatkowski riguardava il confronto di tutti i migliori centrocampisti europei

attraverso i dati raccolti durante le loro partite. I tre fattori fondamentali che hanno permesso di

confrontare i giocatori sono: la posizione in campo, la lunghezza e il volume dei passaggi.

Per determinare la posizione in campo bisogna prendere in

considerazione la posizione del giocatore durante tutti i passaggi che

effettua; in questo modo si può notare come la zona del campo che

esso occupa sia ben delineata (figura 1). Sovrapponendo le zone di

due giocatori si può dare un valore di dissomiglianza compreso tra 0 e

1: se i giocatori ricoprono un ruolo simile il valore sarà vicino a 0, se

invece è completamente diverso il valore si avvicinerà a 1.

Per analizzare la lunghezza e il volume del passaggio di un giocatore

bisogna rappresentare su un piano tutti i passaggi che sono stati

effettuati tenendo come punto di partenza il centro. Dividendo il piano in spicchi si può calcolare la

percentuale di passaggi in ogni direzione e la lunghezza media di essi (figura 2). Anche in questo caso

confrontando il volume e la lunghezza si può calcolare la dissomiglianza di passaggio tra due giocatori.

Figura 1

Figura 2

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Attraverso l’analisi di questi tre aspetti si può confrontare un giocatore come Pirlo con tutti gli altri

centrocampisti per capire quale è il più simile a lui: posizionando sull’asse delle ascisse la dissomiglianza di

volume e su quello delle ordinate la lunghezza dei passaggi, più un giocatore è vicino all’origine degli assi

più i suoi passaggi saranno simili a quelli di Pirlo; inoltre la differenza della posizione è espressa dal colore:

più esso è freddo più il ruolo del giocatore è simile.

Osservando il grafico si possono subito notare tre aspetti: innanzitutto il fatto che tutti i giocatori siano

distanti dall’origine, perciò esistono pochi giocatori simili ad Andrea Pirlo; inoltre la dissomiglianza per la

lunghezza del passaggio è superiore in media rispetto al volume, ciò significa che Pirlo è più propenso a

effettuare passaggi lunghi rispetto agli altri giocatori; infine si può notare che Luca Cigarini (indicato in

figura dalla freccia), centrocampista dell’Atalanta, sia il giocatore più simile a Pirlo.

Attraverso queste ricerche statistiche una società calcistica dovrebbe riuscire ad individuare facilmente il

giocatore più adatto a ricoprire un certo ruolo nello stile di gioco che l’allenatore esige per la sua squadra.

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NEW GOAL-LINE TECHNOLOGIES (Inglese)

Due to the constant referee’s errors, in 2012 FIFA allowed to use new methods called “goal-line

technology” to avoid the “ghost goal”, that is when the referee doesn’t know if the ball has crossed the goal

line. The FIFA president Joseph Blatter agreed to use the GoalRef and the Hawk-Eye in some international

events like the Football World Cup in Brazil. How do these new technologies work?

“Hawk-Eye” consists in eight high-definition cameras positioned around the goal. They elaborated 3D

images through special computers. This software is able to determine if the ball has or not crossed the goal

line. Hawk-Eye is already use in other sports like tennis, but in this game the match must be stopped each

time to check; in case of soccer, the information is sent to the referee’s wristwatch in less than a second.

“GoalRef”, instead, consists in the interaction between a microchip inserted in the ball and a magnetic field

around the goal. In this way, when the ball crosses the line, a sensor warns referee through his wristwatch.

After the FIFA’s decision, football world split up in two parts:

- people who think that mistakes in soccer can’t be avoided;

- people who think that new technologies could just improve soccer quality.

To decide what is right or wrong, we need to consider many factors like referees’ opinions, football’s

tradition and the high costs of these advanced technologies.

As far I am concerned, I think that only the time could tell us whether these high tech devices will be very

useful or not.

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CONCLUSIONE

In conclusione, posso affermare che l’allenatore è la figura più importante del gioco del calcio, in quanto

esso è colui che fa compiere un cammino di crescita ai propri giocatori: educativa per i ragazzi delle squadre

giovanili, professionale per i calciatori professionisti. Un buon allenatore insegna alla squadra anche quei

sani valori di sportività, rispetto e altruismo che nel calcio moderno sono stati sostituiti dalla fama e dal

denaro. Non bisogna dimenticare però che il mondo del calcio è in continua evoluzione e quindi l’allenatore

deve saper accettare e usufruire di tutte le ricerche scientifiche e tecnologiche che possono migliorare

questo sport .

BIBLIOGRAFIA:

Libri letti:

- “La scienza nel pallone” di Nicola Ludwig e Gianbruno Guerrerio

Libri consultai:

- “Mi preparo e vinco” di Marco Riccò

Articoli consultati:

- “La metodologia - Un buon allenatore” di Mistermorgan

- “Il mister moderno – Principi d’insegnamento” di Nardo Luca

- “Il ruolo dell’allenatore nel gioco del calcio” di Marco Gaburro

- “Il ruolo fondamentale dell’allenatore” di Marina Gerin

- “Psicologia sportiva” di Wikipedia

- “La tattica nel gioco del calcio” di Mypersonaltrainer

- “Allenamento della resistenza del calcio” di Mypersonaltrainer

- “La potenza aerobica nel calcio” di L.Melli

- “La differenza tra l’allenamento aerobico e l’allenamento anaerobico” di Simone Carozza

- “La potenza aerobica nel calcio” di Paolo Cieri

- “Acido lattico” di Wikipedia

- “Fermentazione lattica” di Wikipedia

- “Acido lattico nei muscoli: cos’è e come si forma. Ci sono rimedi per smaltirlo?” di Benessere360

- “Abbiamo visto il futuro del calcio” di Mattia Fontana

- “The OptaPro Analytics Forum” di OptaPro

- “Classifying central midfielders” di Marek Kwiatkowski

- “Tecnologia nel calcio: sensori sulle porte e microchip nei palloni” di Emcelettronica

- “Tecnologia nel calcio si o no? Il mondo si divide” di Marco Arceri

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SITOGRAFIA:

- www.wikipedia.it

- www.mistermorgan.it

- www.danieledaguanno.it

- www.sportpro.it

- www.accasierdosson.it

- www.abruzzocalciodilettanti.it

- blog.simonecarozza.com

- www.benessere360.com

- it.eurosport.yahoo.com

- www.optasportspro.com

- it.emcelettronica.com

- www.sport.it