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L’individuo funzionale: l’Osteopatia nella pratica clinica integrata Napoli, 24 Novembre 2012 Dott. D. Bongiorno DO M.R.O.I. davidebongiorno.wordpress.com 1 martedì 11 dicembre 12

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L’individuo funzionale: l’Osteopatia nella pratica clinica integrata

Napoli, 24 Novembre 2012

Dott. D. Bongiorno DO M.R.O.I.davidebongiorno.wordpress.com

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OSTEOPATIA

Ogni individuo è costituito da una numerosa serie di elementi interfacciati tra loro e che si continuano l’uno nell’altro ripartendo tra loro forze dinamiche e statiche, interne e esterne, coscienti e involontarie, emozionali e intenzionali

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Dei tre grandi principi che il Dr. Still enunciò, sul finire del 1800, ne consideriamo in particolare due:

• La globalità del corpo • La relazione tra struttura e funzione

L’integrazione tra questi principi e le interfacce citate in precedenzapotrebbero venire racchiuse in un modello formato da “tre sfere”: unaper ogni sistema

SDM

SS SV

MTR SNV

LV

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L’osteopatia e l’odontoiatria si trovano sempre più a collaborare nell’area anatomica comune: il cranio

perchè non aprire l’integrazione anche a altri livelli... ...ad esempio viscero-fasciali?

L'osteopatia interviene laddove si è creata una limitazione di movimento di una o più zone del corpo tale da alterare l'equilibrio dell'individuo: ogni luogo di partenza può essere o no anche luogo d’arrivo...di una disfunzione

Fortunatamente (?) possediamo una grande libertà di adattamenti e di integrazioni funzionalidav

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Questo porta all’individualità funzionalePensiamo ad esempio alle concatenazioni post-lesionali ... una problematica di spalla può provocare una limitazione di movimento dell'omero, ma anche della clavicola, della scapola e per il contraccolpo, di una o più vertebre del tratto cervico-dorsale.

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Il dolore scompare poco dopo, ma le limitazioni articolari e le tensioni muscolari influenzano la mobilità locale che può aumentare o diminuire portando alla esclusione o all’inclusione di strutture correlate anche se distanti secondo il concetto dell’anatomia classica.

...Riassumendo... I meccanismi di compenso meccanico adottati naturalmente dal corpo e le variazioni locali del sistema nervoso e vascolare possono provocare, nel tempo, dei sintomi spesso a distanza dalla regione in cui si è verificato il trauma

Scopo della normalizzazione osteopatica è quello di riportarela micromobilità

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Il mio punto di vista vuole essere quello di indicare le correlazioni che il cranio (in particolare la cavità orale: denti e lingua) ha con alcuni “ripartitori tensionali” quali l’osso ioide, la scapola, la clavicola e le regioni diaframmatiche a cui si correlano, ad esempio, fegato e stomaco

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Se pensiamo ad un “individuo funzionale” ecco che noi osteopati dovremmo “restituire” allo specialista odontoiatra un paziente che riesca a gestire al meglio non solo l’omeostasi interna ma soprattutto l’allostasi

Perché l’osteopatia?

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Ogni individuo risulta dal bilanciamento di questi tre sistemi (stutturale/viscerale/duramerico) a loro volta integrati ed influenzati da un sistema omeostatico e allostatico . Quest’ultimo osteopaticamente più interessante perchè osserva il comportamento dell’individuo nella sua relazione con gli stimoli esogeni, più rapidi e variabili rispetto a quelli interni.

Dei sistemi interni ognuno è imprescindibile dall’altro così che la focalizzazione di un intervento sulla sfera cranio-sacrale (SDM sistema duramerico) non ha, da sola, la stessa efficacia di una trattamento combinato: le SFERE sono inter-dipendenti l’una dall’altra e inter-influenti l’una con l’altra.

SDM

SS SV

MTR SNV

LV

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SDM

SS SV

MTR SNV

LV

AAC

SDM: sistema duramericoSS: sistema strutturaleSV: sistema visceraleMTR: membrana di tensione reciprocaSNV: sistema nervoso vegetativoLV: legamenti viscerali (mesi o epiploon)AAC: asse aponeurotico centrale

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Perchè i visceri?

I visceri come tutte le parti del nostro corpo se si muovono e rallentano, si “fermano” anche e dunque possono “bloccarsi”. Ricordando che oltre alla motilità intrinseca (i.e. peristalsi) abbiamo la mobilità del viscere in toto (i.e. rene), la restrizione della loro mobilità generale porta ad una alterazione della mobilità intrinseca ma anche degli scivolamenti relativi. Vi sono poi meccanismi automatici che spesso si citano ma di cui non sempre si conosce la “forza” nel determinare atteggiamenti viziati

→ funzione / struttura / funzione...pensiamo ad esempio alla deglutizione faringo-esofageadav

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Pensiamo ad un individuo “normale”, questo deglutirà all’incirca 1-1.5 volte al minuto cioè mediamente 90 volte all’ora e quindi più di 2000 volte al giorno portando la lingua a cercare la “fissazione” sul palato e portando i denti a serrarsi per garantire una sorta di chiusura ermetica tale per cui il bolo salivare possa essere sospinto nel lume faringeo-esofageo e da qui verso lo stomaco...

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...senza rendercene conto abbia scoperto delle “liaisons” , dei collegamenti tra cavo orale, denti, lingua, muscoli sovraioidei, osso ioide, muscoli sottoioidei, scapola, sterno e clavicola, esofago, diaframma e stomaco..in più cranio, rachide cervicale, muscoli cranio-toracici (SCOM) e cervico-toracici (M. SCALENI)...

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ABBIAMO MAI OSSERVATO VERAMENTE UN PAZIENTE DEGLUTIRE?

Nella globalità e complessità del gesto, ogni individuo tende ad acconsentire alla deglutizione anche attraverso i muscoli del collo e se poi questo paziente soffre di RGE, aumentando la quantità di deglutizioni con anche una loro evidente spasmodicità, le strutture saranno molte di più e molto più coinvolte. La relazione tra struttura e funzione entrerà in una fase di “ridondanza funzionale”dav

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Dovremmo poi considerare oltre all’aspetto funzionale della deglutizione anche l’habitus morfo-psico-emozionale dei nostri pazienti.Questo è l’ambito legato al vissuto ma anche al presente e alle caratteristiche di ogni “morfotipo”. Ancora una volta è la relazione tra omeostasi e allostasi.

Già Ippocrate aveva impostato il suo operato sulle differenti caratteristiche morfologiche.dav

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Le caratteristiche di risposta agli stimoli esterni, mutuato dal morfotipo, portano ad una risposta nell’ambito del

neurovegetativo che sarà neutrale, remissiva o iperreattiva.Nei soggetti parasimpatico-tonici la postura sarà posteriore

per “allontanamento” dallo stimolo mentre in quelli ortosimpatico-tonici lo stimolo verrà affrontato con postura

anteriore

Balanced >Para∑ >Orto∑

Morfotipo

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Possiamo comprendere che se spostiamo la mandibola (arretrando o avanzando la base linguale) dovendo

“virtualizzare” la sua inserzione in corrispondenza della regione papilla retroincisiva superiore la lingua cambierà la

dinamica deglutitoria

e la deglutizione?

Classi ortodonticheI II III

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m. digastrico m. miloioideo

m. stiloioideo

m. digastrico

v. giugulare interna

m. tiroioideo

porzione superioredel m. omoioideo

m. sternoioideo

porzione inferioredel m. omoioideo

a. carotide esterna

osso ioide

clavicola

cartilagine tiroidea

m. scaleni

manubrio sternale

m. sternocleidomastoideo (SCOM)

muscolo grande pettorale

m. sternotiroideo

m. trapezio

m. deltoide

muscoli loggia anteriore

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genioglosso

genioglosso

genioglosso

genioioideo

stiloglosso

glossoioideo

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DENTI LINGUA

DEGLUTIZIONEMasc/Mand/Temp. O. Ioide/m. sovra-sotto-joidea

(f. tiroidea / tiroide)

DIAFRAMMA

clavicola

STOMACO FEGATO

arto superiore

VIE AEREE(TRACHEA)

VIE DIGESTIVE(ESOFAGO)

CRANIO-SACRALEomoioideo ⇒ scapola

Colonna Vert. / Pivot e Zone di CERNIERA

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DENTI LINGUA

DEGLUTIZIONEMasc/Mand/Temp. O. Ioide/m. sovra-sotto-joidea

(f. tiroidea / tiroide)

DIAFRAMMA

clavicola

STOMACO FEGATO

arto superiore

VIE AEREE(TRACHEA)

VIE DIGESTIVE(ESOFAGO)

CRANIO-SACRALEomoioideo ⇒ scapola

Colonna Vert. / Pivot e Zone di CERNIERA

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DENTI LINGUA

DEGLUTIZIONEMasc/Mand/Temp. O. Ioide/m. sovra-sotto-joidea

(f. tiroidea / tiroide)

DIAFRAMMA

clavicola

STOMACO FEGATO

arto superiore

VIE AEREE(TRACHEA)

VIE DIGESTIVE(ESOFAGO)

CRANIO-SACRALEomoioideo ⇒ scapola

Colonna Vert. / Pivot e Zone di CERNIERA

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L’Osteopata partecipa nel riportare la migliore fisiologia delle strutture convergenti alla regione “oro-faringea”: 1) con tecniche che si dedicano alle regioni del collo e al pavimento buccale, ricercandone tensioni e “normalizzandole” secondo i principi della osteopatia...2) controllando le tensioni fasciali cervico-toraco-addominali...4) sostenendo una normale fisiologia del tratto cervicale e del diaframma... quindi riportando una normale fisiologia della cavità orale partendo però da una fisiologia corretta impostata dalle procedure odontoiatriche senza le quali tutto sarebbe disfunzionale...

elementi che trovano coerenza ne

L’UOMO FUNZIONALE

CONCLUSIONI

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grazie per la cortese attenzione

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