L’Europa e il modo cristiano di pensare · trinali (cfr CV 212). Le comunità cristiane sono...

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ANNO 8 – n. 2 GIUGNO 2019 L’Europa e il modo cristiano di pensare Le elezioni per il nuovo Parlamento europeo si sono concluse , ma non sono i risultati che inte- ressa approfondire in questo numero del “Cittanova”. Piuttosto il fatto che sotto le per- centuali espresse dai noi cittadini europei si so- no confermate alcune costanti che caratterizza- no il modo di pensare e soprattutto di sentire interiore rispetto a ciò che succede. E questo non è estraneo al nostro essere cristiani. L’ideale dell’Unità tra i popoli europei si confron- ta con una mentalità individualistica che produ- ce l’attaccamento agli interessi nazionali a tal punto da non far percepire i vantaggi che pro- vengono dall’essere uniti. Questa tendenza ri- flette a livello europeo ciò che già caratterizza la quotidianità. Lo stile di vita con i suoi ritmi e le garanzie di salvaguardia della propria individua- lità, esigite come diritto, penalizzano la perce- zione della soddisfazione del condividere aspet- ti e momenti di vita con gli altri e aumenta an- che il sospetto reciproco. Questa tendenza individualistica si raccorda con altri fattori. Il livello di benessere goduto, seppur relativo, poiché non è per tutti allo stesso modo, pone in posizione difensiva nei confronti di chi potrebbe costituire una minaccia, come le esigenze ne- cessarie o imposte dall’essere uni- ti agli altri popoli europei e tanto più appare minaccia l’immigrazio- ne da altri popoli. La paura di per- derci può trasformare ogni altro in avversario se non in un nemico. Questa paura la sente anche chi fa fatica a mantenere un livello mi- nimo di benessere. La conseguenza è l’indisponibilità alla solidarietà con altri, anche se stanno peggio. Una seconda conseguenza è l’am- plificazione, di molto oltre la realtà, del livello di pericolo costituito da- gli altri, soprattutto se stranieri. Questi fenomeni si aggiungono all’incertezza, che è sempre legata a qualsiasi tentativo di bat- tere strade nuove, come quella dell’unione eu- ropea o quella dell’integrazione degli stranieri e il tutto genera un senso di precarietà. Incertez- za e precarietà che minano la fiducia nel futuro, per quello che potrà succedere se non si pren- dono misure di protezione. Tra queste c’è quel- la di affidarsi a chi, in modo platealmente deci- so, prende posizioni politiche di difesa dell’iden- tità e della condizione economica. Quale può essere una posizione di pensiero e di azione ispirata dalla fede e dalla carità, ma che tenga conto del come stanno le cose, cioè delle motivazioni oggettive e soggettive che portano all’indisponibilità alla solidarietà? Que- sta è la domanda che da cristiani e cittadini cre- denti, dobbiamo porci, insieme. Come rassicurare concretamente i cittadini che vivono la precarietà, soprattutto i più deboli, e dimostrare che si possono intraprendere iniziati- ve di solidarietà che danno risultati già ora pre- parando il futuro? Un cordiale saluto e augurio per la prossima estate. I preti dell’Unità pastorale

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ANNO 8 – n. 2 GIUGNO 2019

L’Europa e il modo cristiano di pensare Le elezioni per il nuovo Parlamento europeo si sono concluse , ma non sono i risultati che inte-ressa approfondire in questo numero del “Cittanova”. Piuttosto il fatto che sotto le per-centuali espresse dai noi cittadini europei si so-no confermate alcune costanti che caratterizza-no il modo di pensare e soprattutto di sentire interiore rispetto a ciò che succede. E questo non è estraneo al nostro essere cristiani. L’ideale dell’Unità tra i popoli europei si confron-ta con una mentalità individualistica che produ-ce l’attaccamento agli interessi nazionali a tal punto da non far percepire i vantaggi che pro-vengono dall’essere uniti. Questa tendenza ri-flette a livello europeo ciò che già caratterizza la quotidianità. Lo stile di vita con i suoi ritmi e le garanzie di salvaguardia della propria individua-lità, esigite come diritto, penalizzano la perce-zione della soddisfazione del condividere aspet-ti e momenti di vita con gli altri e aumenta an-che il sospetto reciproco. Questa tendenza individualistica si raccorda con altri fattori. Il livello di benessere goduto, seppur relativo, poiché non è per tutti allo stesso modo, pone in posizione difensiva nei confronti di chi potrebbe costituire una minaccia, come le esigenze ne-cessarie o imposte dall’essere uni-ti agli altri popoli europei e tanto più appare minaccia l’immigrazio-ne da altri popoli. La paura di per-derci può trasformare ogni altro in avversario se non in un nemico. Questa paura la sente anche chi fa fatica a mantenere un livello mi-nimo di benessere. La conseguenza è l’indisponibilità alla solidarietà con altri, anche se stanno peggio. Una seconda conseguenza è l’am-plificazione, di molto oltre la realtà, del livello di pericolo costituito da-gli altri, soprattutto se stranieri.

Questi fenomeni si aggiungono all’incertezza, che è sempre legata a qualsiasi tentativo di bat-tere strade nuove, come quella dell’unione eu-ropea o quella dell’integrazione degli stranieri e il tutto genera un senso di precarietà. Incertez-za e precarietà che minano la fiducia nel futuro, per quello che potrà succedere se non si pren-dono misure di protezione. Tra queste c’è quel-la di affidarsi a chi, in modo platealmente deci-so, prende posizioni politiche di difesa dell’iden-tità e della condizione economica. Quale può essere una posizione di pensiero e di azione ispirata dalla fede e dalla carità, ma che tenga conto del come stanno le cose, cioè delle motivazioni oggettive e soggettive che portano all’indisponibilità alla solidarietà? Que-sta è la domanda che da cristiani e cittadini cre-denti, dobbiamo porci, insieme. Come rassicurare concretamente i cittadini che vivono la precarietà, soprattutto i più deboli, e dimostrare che si possono intraprendere iniziati-ve di solidarietà che danno risultati già ora pre-parando il futuro? Un cordiale saluto e augurio per la prossima estate.

I preti dell’Unità pastorale

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Invito alla lettura dell’esortazione apostolica Christus vivit di papa Francesco

Rami al cielo e radici dentro la terra dal commento di p. Antonio Spadaro, direttore di Civi-tà Cattolica

Il tono dell’Esortazione è decisamente legato all’energia per cambiare il mondo sin da oggi (e non solo da domani o nel futuro). Ma Bergoglio pone un intero capitolo per dichiarare l’importanza delle radici. Il futuro senza passato vola via, la giovinezza senza la storia e la tradizione rischia di essere pura ideologia o mito o manipolazione o superficialità: «Al mondo non è mai servita né ser-virà mai la rottura tra generazioni» (n. 191). La Chiesa è una canoa – ha detto uno dei giovani uditori sinodali, proveniente dalle isole Samoa – in cui i vecchi aiutano a tenere la direzione inter-pretando la posizione delle stelle, e i giovani, in dialogo con loro, remano con forza. Il Papa ha ricordato il suo intervento e lo ha riproposto nell’Esortazione Christus vivit, concludendo che dovremmo salire tutti su una stessa canoa per costruire un mondo migliore (cfr n. 201). Per Francesco, il giovane è un profeta, ma può dav-vero profetizzare solamente ascoltando i sogni di

chi lo precede nel cam-mino della vita: sogni che costui fa sulla base della sua lunga espe-rienza. Scrive adesso il Papa: «Nel libro La saggezza del tempo ho espresso

alcuni desideri sotto forma di richieste. “Che cosa chiedo agli anziani, tra i quali annovero anche me stesso? Chiedo che siamo custodi della memoria. Noi nonni e nonne abbiamo bisogno di formare un coro. Immagino gli anziani come il coro perma-nente di un importante santuario spirituale, in cui le preghiere di supplica e i canti di lode sostengo-no l’intera comunità che lavora e lotta nel campo della vita”. È bello che “i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini, lodino il nome del Si-gnore”» (n. 196). Gli anziani costruiscono i loro sogni sulla base della memoria, dei ricordi, con le immagini di esperienze vissute negli anni. Se i giovani affondano le loro radici nei sogni degli an-ziani, allora – secondo Francesco – possono ve-dere il futuro, possono avere visioni che aprono i loro orizzonti. Se invece gli anziani non sognano, i giovani non possono più vedere chiaramente l’o-rizzonte (cfr n. 193). La frattura dei rapporti inter-generazionali introdurrebbe una frattura nella sto-ria.

Una rinnovata giovinezza della ChiesaUna rinnovata giovinezza della Chiesa

Prospettive di impegno dal commento dei p. Costa e Sala segretari del Sinodo

La pastorale giovanile non può che essere sinoda-le, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una «valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona se-condo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei mem-bri [della Chiesa], attraverso un dinamismo di cor-responsabilità. […] Animati da questo spirito, potre-mo procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza della varietà di cui si compone, accogliendo con gratitudine anche l’apporto dei fedeli laici, tra cui gio-vani e donne, quello della vita consacrata femminile e maschile, e quello di gruppi, associazioni e mo-vimenti. Nessuno deve essere messo o potersi mettere in disparte» (CV 206). Per la Chiesa si tratta di un vero e proprio cammino di conversione, che la renderà più acco-gliente e partecipativa, e capace così di evangeliz-zare grazie alla forza delle relazioni di cui è intes-suta. In una Chiesa non più monolitica ma poliedri-ca (cfr CV 207) si apriranno spazi di protagonismo per i giovani e anche per le donne, alla cui condi-zione CV dedica parole di inequivocabile chiarez-za, quando, al n. 42, aveva riconosciuto la legittimi-tà delle rivendicazioni di uguaglianza e il retaggio storico di forme di dominazione maschilista. La capacità di inclusione è la chiave della proposta pastorale avanzata in questo capitolo e fa premio sull’ossessione per la trasmissione delle verità dot-trinali (cfr CV 212). Le comunità cristiane sono invi-tate a offrire spazi di accoglienza senza troppe bar-riere, e alle scuole cattoliche è chiesto di non tra-sformarsi in bunker a difesa dagli errori della cultu-ra esterna, impermeabili al cambiamento (cfr CV 221)

1. Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella

giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca

diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita.

Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun

giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!

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Le celebrazioni dei sacramenti dell’Iniziazione

Domenica 5 maggio Il vescovo Dante presiede a S. Aga-ta la celebrazione della Conferma-zione e della prima Comunione dei ragazzi del gruppo Tobia accompa-gnati dalle catechiste Silvia, Emilia e Antonella.

Domenica 12 maggio II ragazzi di quarta elementare prepa-rati dalle catechiste Lisa e sister Antonina incontrano per la prima volta Gesù Eucaristia nella chiesa di S. Agostino.

Domenica 19 maggio Il sacramento del Perdono è donato per la prima volta a S. Agostino ai bambini di terza elementare che vi-vono la Riconciliazione accompagnati dalla catechista madre Victoria.

Domenica 26 maggio I ragazzi di seconda media, ac-compagnati da Marina Nadia Ele-na e Donata, accolgono il dono dello Spirito che in una rinnovata Pentecoste conferma il dono batte-simale di essere figli di Dio. Presie-de la celebrazione a S. Agostino mons. Ruggero Zucchelli.

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I laboratori dell’Azione Cattolica

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a cura di Franco Verdi Nel tempo dei populismi e delle prospettive nazionaliste e sovraniste,

l'Europa sembra aver perso la sua centralità politica. Ma il processo di

integrazione economica, culturale e sociale e, in futuro, politica è inevi-

tabile in un mondo globale e interdipendente. Come contribuire all'inau-

gurazione di una nuova stagione europeista? Ripartendo dalle radici e

scrutando il futuro. Insomma, cambiando prospettiva. In quest'ottica

vanno visti i laboratori di partecipazione, coordinati da Gianluca Pasini,

che l'Azione Cattolica dell'Unità Pastorale ha proposto e che hanno a-

vuto svolgimento, presso il chiostro di S.Ilario, dal 4 al 17 maggio scorso.

L‘Europa da ritrovareL‘Europa da ritrovare

L'intento di costruire un presente e un futuro migliore, al cuore del progetto europeo fin dalle origi-ni, coinvolge tutte le generazioni inclusi i più giovani che negli ultimi tempi riscoprono l'im-portanza della partecipazione e dell'Unità Europea che hanno ricevuto senza averla scelta. Le voci di tre ventenni della nostra comunità, Cecilia Ettore e Marco, hanno aperto, col pri-mo incontro,una finestra sulla cosiddetta Generazione Erasmus. Nel corso degli studi acca-demici hanno frequentato università spagnole e portoghesi.Come hanno vissuto a contatto con altre realtà giovanili?Cosa pensano dell'Europa? In quale direzione vorrebbero che si incamminasse? Ne è uscito uno spaccato di sensibilità innovativa: dalle opportunità formative ancora per pochi, all'idea di un vissuto giovanile meno limitato e più aperto all'incontro, all'idea di un'Europa che deve diventare grande, con meccanismi decisionali più semplici, più coraggiosi nell'affrontare le sfide che molti sentono prioritarie: i flussi migratori, la crisi econo-mica, la disoccupazione giovanile, la transizione verso un modello di produzione diverso. A seguire, il puntuale intervento dell'avv. Maria Luisa D'Ambrosio ha inteso offrire una documentata rassegna descrittiva delle principali istituzioni comunitarie. L'UE ha una struttura istituzionale unica nel suo genere.Le priorità generali sono fissate dal Consiglio Europeo che riunisce i leaders politici a livello nazionale ed europeo. I deputati europei, eletti direttamente, rappresentano i cittadini nel Parlamento Europeo. Gli interessi globali dell'UE sono promossi dalla Commissione Europea i cui membri sono nominati dai governi nazionali. I governi difendono i rispettivi interessi nazionali in seno al Consiglio dell'UE.Definizione dei programmi: il Consiglio Europeo fissa gli orientamenti politici generali ma non ha potere di legiferare. Guidato da un presidente, attualmente Donald Tusk, è costi-tuito dai capi di stato e di governo dei paesi membri, dal presidente della Commissione e si riunisce almeno 2 volte ogni 6 mesi. Il processo legislativo: sono tre le principali istituzioni.Il ParlamentoEuropeo, che rappresenta i cittadini ed è eletto direttamente da essi; il Consiglio dell'UE, che rappresenta i governi, la presidenza è assicurata a rotazione dagli stati membri; la Commissione Europea che rappresenta gli interessi dell'Europa nel suo complesso.Queste tre istituzioni elaborano insieme le politiche e le leggi. In linea di principio, la Commissione propone i nuovi atti legislativi che il Parlamento e il Consiglio devono adottare. I paesi memb-ri applicano poi le norme e la Commissione si assicura che vengano applicate.Altre due isti-tuzioni svolgono un ruolo fondamentale; la Corte di Giustizia che fa rispettare il Diritto euro-peo,la Corte dei Conti che verifica il finanziamento delle attività. I poteri e le responsabilità di queste istituzioni dono sanciti dai Trattati che stabiliscono regole e procedure. I trattati sono approvati dai capi di stato e/o di governo e ratificati dai loro parlamenti. L'UE possiede una serie di altre istituzioni e organismi che svolgono funzioni specializzate. I principali sono:il Servizio Europeo per le azioni esterne che assiste l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, attualmente Federica Mogherini, che presiede il consiglio per gli affari esteri e guida la politica estera; la Banca Centrale Europea, responsabile per la politica mo-netaria; la Banca Europea per gli Investimenti che finanzia i progetti di investimento e sostie-ne le piccole e medie imprese attraverso il Fondo Europeo per gli Investimenti.

Il tema del secondo incontro è stato affidato alla rico-nosciuta competenza del dott. Michele Bellini, cremonese, project manager a Sciences-Po di Parigi, stretto collaboratore di Enrico Letta. Il futuro dell'Europa- ha introdotto- sarà sempre più legato alla capacità-volontà di stare insieme. È necessario perciò interrogarsi per capire da dove nasca l'antieu-ropeismo, perchè l'Italia sia passata dal sentimento europeista ad un diffuso scetticismo. La risposta si lega alla questione dell'identità europea che oggi appare sfocata e debole. I padri fondatori, dopo la tragedia delle guerre del Novecento, posero mano al progetto, il primo nella storia in tensione unitiva da stati nazionali preesistenti, a partire dall'unità economica, che avrebbe dovuto rendere necessaria l'intesa politica. Così non fu perchè l'evoluzione dei processi internazionali, l'integrazione delle relazioni a dominanza tecnologica, ha portato allo smarrimento, soprattutto nei paesi più deboli, che genera paura, inquietudine, arroccamento a punti fermi e rassicuranti, protettivi ed escludenti. Il ritorno ai nazi-onalismi, causa prima delle guerre del novecento, va fronteggiato con una nuova cultura della statua-lità- non lo stato nazione a base etnica- capace di conciliare gli interessi nazionali con obiettivi comu-ni.Uniti nella diversità. Perchè vale la pena rimanere uniti?- si è chiesto Bellini. Per ragioni econo-miche, perchè da soli non ce la facciamo a reggere le sfide e la competizione planetaria. Per ragioni politiche, perchè solo unita l'Europa può spingere verso maggiore giustizia nei rapporti internazionali. Di fronte a fenomeni di larga scala come i processi migratori e le connessioni coi fondamentalismi reli-giosi, la lezione, tutta europea, della laicità e il suo corredo di tolleranza e pluralismo, può essere un efficace metodo. Nè vale perchè antistorico invocare un'Europa cristiana quando dietro la croce ap-paiono i muri e i fili spinati. Sulla questione degli assetti istituzionali, Bellini ha evidenziato rapporti squilibrati verso la Commissione interministeriale che dovranno essere riequilibrati verso il Consiglio e

il Parlamento. Decisiva perciò a tal fine è la consistenza e l'ampiezza del mandato democrati-co. L'esercizio democratico del voto diventa questione prioritaria.

L'Europa dei giovani e l'Europa delle istituzioni

Sabato

4 maggio

2019

Sabato

11 maggio

2019

Unione Europea: le radici e il presente

Nel terzo incontro, la riflessione si è sviluppata in un excursus storico di citazioni dal Magistero di Giovanni Paolo II (tre campi di impegno di un'Europa aperta all'Est: riconciliare l'uomo con la creazio-ne, con i suoi simili, con se stesso) a Benedetto XVI (compito difficile di rappresentanti lungimiranti è risanare l'economia e non rassegnarsi alla crescente differenza tra pochi ricchi e molti poveri). Dal ric-co magistero di papa Francesco sono stati richiamati i valori fondativi: la sacralità della persona uma-na; non un'Europa impaurita e ripiegata ma protagonista di un nuovo Umanesimo; l'ispirazione origi-nale e spirituale dei padri fondatori; la casa dei popoli;la cultura del Mediterraneo; la strada della Speranza; solidarietà fattiva, apertura al mondo, pace e sviluppo. Il parroco don Irvano, dopo aver richiamato l'attenzione all'Europa di Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, ha cercato nei testi profetici del card. Carlo M. Martini le motivazioni della crisi attuale, da dove nasca l'antisolidarismo che mina alla radice la costruzione europea. Soprattutto da uno stile di vita individua-lista, dalla paura di perdere sicurezza e benessere, dall'autoritarismo rassicurante che intacca libertà e democrazia. L'impegno del magistero della Chiesa, e del comportamento dei cristiani va verso un'Eu-ropa di Pace, con un modello economico socialmente equo, esemplare nel mondo nell'esercizio concreto della solidarietà.

Venerdì

17 maggio

2019

L'Unione Europea nella Dottrina Sociale della Chiesa

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Il cinquantesimo di ordinazione di don Mario e don Cristino

Domenica 23 giugno Solennità del Corpus Domini

10.00 S. Messa in S. Agata presieduta da don Mario

e da don Cristino

Processione fino a s. Agostino

Domenica 29 settembre

10.00 S. Messa in S. Agostino presieduta da don Mario

e da don Cristino

12.00 pranzo della comunità nell’oratorio di via Chiara Novella

Ravviva il dono che hai ricevuto!Ravviva il dono che hai ricevuto! Ci conosciamo già dai tempi del Seminario vescovile dioce-sano di Cremona ed ora, dopo 50 anni dalla nostra Ordina-zione Presbiterale, siamo ancora qui anche se ormai non più in perfetta condizione fisica, ma sempre psicologica-mente e spiritualmente vigili e pronti. Il lungo periodo giova-nile in seminario è durato praticamente dai nostri anni 10 sino ai 25 e pertanto è stato per tutti decisivo nel forgiare la nostra personalità umana e sacerdotale, oltre al nostro ca-rattere e ai nostri temperamenti. Superiori, professori e compagni ovviamente sono stati assai rilevanti nella nostra formazione e pertanto più che mai siamo loro riconoscenti; anche se nel corso di quei lunghi anni non sono mancati momenti ed episodi di reciproca incomprensione. Cinquant’anni orsono, subito dopo l’ordinazione. don Mario Binotto e don Cristino Cazzulani sono stati destinati ad inte-ressarsi a due grandi oratori giovanili cittadini e precisa-mente e rispettivamente quelli di San Michele e di San Sigi-smondo: allora praticamente tutti i ragazzi e le ragazze del-la parrocchia (e anche oltre) frequentavamo gli ambienti oratoriani. In seguito, essendo giunto per ambedue il tempo di diven-tare Parroci, sono stati destinati rispettivamente don Mario a San Giovanni in Croce e don Cristino a Piadena, ove pe-rò ormai l’esser parroci comportava un notevole impegno pastorale, a cui peraltro nessuno dei due s’è mai tirato in-dietro! Ora siamo qui a celebrare il ricordo della lontana ordinazio-ne ed ad augurare loro ogni vero bene e fruttuoso negli im-pegni pastorali cui sono ancora in grado di ottemperare.

don Pierluigi Pizzamiglio

I festeggiamenti in Seminario lo scorso maggio: don Francesco Cortelli-ni (vicerettore), don Cristino, don Antonio Moro, don Marco D’Agostino (rettore), don Pierluigi Pizzamiglio, don Eugenio Pagliari, don Emilio Doldi, don Silvio Soldo, don Mario.

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Settimana comunitaria (5-11 maggio)

Dal 5 all’11 maggio, alcuni ragazzi dell’Unità Pastorale si sono ritrovati nell’oratorio di Sant’Agostino per l’esperienza della settima-na comunitaria: un modo per condividere la loro vita quotidiana vi-vendo come se l’orato-rio fosse la loro casa. La giornata si apriva con preghiera e colazione tutti insieme, poi ciascuno di loro partiva per la sua normale routine da studente o da giovane lavoratore, per ritrovarsi insieme al momento dei pasti, al pomeriggio e alla sera. Il filo conduttore della setti-mana è stato il tema del creato, perciò l’esperienza si è aperta con una gita a Milano per visitare la splendida Chiesa di San Mauri-zio al Monastero Maggiore e ammirare i suoi meravigliosi affreschi (alcuni dei quali con-nessi proprio al tema preso in esame); duran-te le serate sono poi state proposte varie atti-vità di riflessione, anche grazie alla presenza di alcuni ospiti: il presidente di Padania Acque Claudio Bodini e don Marco d’Agostino. Il te-ma di base è stato ripreso anche grazie alla lettura di alcuni passi della Laudato si’ di pa-pa Francesco, che ha accompagnato la pre-ghiera serale. Il titolo dato alla settimana è stato #maèstupendo, e già il titolo riassume la bellezza dell’esperienza, un modo per far co-noscere più profondamente le persone e per far vivere le relazioni fino in fondo.

Matteo Rainieri

Ogni gara è una storia a sé, ma i regolamenti impongono rituali che invariabilmente scandi-scono due momenti precisi:

inizio e fine della gara. Oltre il furore agonistico del gioco, prima di iniziare una

gara di calcio i giocatori si danno la mano e la danno all’arbitro, così come alla fine di una parti-ta di pallavolo tutte le mani sfilano per un saluto al di sotto della rete; vinti e vincitori si salutano e si danno appuntamento alla prossima. Ogni an-no è una nuova sfida anche per la Polisportiva S.Ilario: a settembre è una festa a fischiare l’ini-zio dei giochi, così come alla fine di maggio so-no i tornei e le feste finali a segnare la gioia di aver concluso insieme un’annata di sport. Poco importa se le piogge battenti di questo maggio un po’ fuori dalle righe hanno cospirato contro gli organizzatori: puntuale è arrivato il torneo dei Pulcini, articolato su 4 serate, con 6 squadre che si sono affrontate mettendocela tutta, come sempre, a prescindere dal meteo infelice. Che poi, diciamolo, a raddrizzare il clima, c’han pen-sato i grigliatori, pronti a soddisfare gli appetiti di ragazzi e adulti. Dopo il calcio è stato il volley della Polisportiva a festeggiare la fine dell’anna-ta sportiva: sabato 1 giugno trasformando gli stessi spazi dell’oratorio in campi da pallavolo (2 su erba e 1 su cemento) per dare il via a una carambola di partite, con il coinvolgimento delle atlete, dei genitori, degli allenatori e dei dirigenti. Così come dopo ogni partita, anche per la Poli-sportiva viene il tempo di fare bilanci ma questa è un’altra storia; ora è il momento di ringraziare: gli allenatori, i dirigenti, i sacerdoti e i consiglieri, i volontari e soprattutto gli atleti e le loro famiglie, per aver condiviso con la Polisportiva i percorsi dello sport e dell’educazione al gioco, con la cer-tezza che a settembre festeggeremo l’avvio di un nuovo anno, dove cercheremo di vincere la nostra sfida, come sempre no?

“Giocare per credere”!

Torneo pulcini : feste e saluti,

conferme e arrivederci

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Casa Parrocchiale di Sant’Agata 0372 - 28791 Casa Parrocchiale di Sant’Agostino 0372 - 22545 Segreteria pastorale 0372 - 20503 Fax per entrambe le parrocchie 0372 - 080923 Don Irvano Maglia - parroco 335 - 8426622 Don Mario Binotto 339 - 7877203 [email protected] Don Luigi Donati Fogliazza – vicario 328 - 5654711 [email protected] Don Angelo Guerreschi Parizzi 0372 - 412734 Don Franco Regonaschi - San Bassano 371 - 1296467 Don Cristino Cazzulani 0372 - 22302 Don Pier Altero Ziglioli 338 - 9759951 Don Achille Bolli 349 - 3486973 Oratorio via Chiara Novella 0372 - 35459 Oratorio via Breda contattare don Luigi

Calendario

Giugno

Domenica 16: ore 18.30 in S. Agata Anniversari di matrimonio Domenica 23: ore 10.00 in S. Agata Messa nella solennità del Corpus Domini e processione fino a S. Agostino. Ricordo del 50° di ordinazione di don Mario e don Cristino (sospese le Messe del matti-no in S, Agostino) Martedì 25: ore 18.00 in S. Ilario suffragio mensi-le Venerdì 28: ore 21 festa finale del Grest (oratorio via Breda)

Luglio

Per tutto il mese sospesa la Messa feriale delle 18.00 in S. Ilario

Martedì 2: ore 18.30 in S. Agata suffragio mensile Giovedì 4: ore 21.00-22.00, Adorazione Eucari-stica in S. Agata Martedì 30: ore 8.30 in S. Ilario suffragio mensile

Agosto

Per tutto il mese sospesa la Messa feriale delle 18.00 in S. Ilario

Giovedì 1: ore 21.00 - 22.00, Adorazione Eucari-stica in S. Ilario Martedì 6: ore 18.30 in S. Agata suffragio mensile Martedì 27: ore 8.30 in S. Ilario suffragio mensile

Settembre

Martedì 3: Ore 18.30 in S. Agata suffragio mensile

Venerdì 13-Domenica 22: Festa dell’Oratorio

Venerdì 13: ore 15.30 in oratorio via Chiara Novella CaosVolley; ore 21.00 teatro di S. Aga-ta incontro di formazione (educatori e genitori)

Sabato 14: ore 19.30 oratorio via Breda tutti insieme a cena

Domenica 15: ore 15.30 in oratorio via Chiara Novella gioco e sport a cura della Polispostiva

Venerdì 20: ore 21 oratorio via Chiara Novella tutti in preghiera

Sabato 21: ore 21 oratorio via Breda musical Aladdin della Compagnia dell’Ago

Domenica 22: ore 10 in S. Agostino Messa e saluto a don Pieraltero Ziglioli; ore 16.00 in ora-torio via Breda torneo di calcetto.

Martedì 24: il vescovo Antonio incontra le comu-nità in preparazione alla visita pastorale; ore 18 in S. Ilario suffragio mensile Sabato 28: ore 17.30 in saloncino Benedetto XV assemblea delle comunità con il vicario episcopa-le per la pastorale Domenica 29 festa della comunità: ore 10.00 Messa in S. Agostino per il 50° anniversario di don Mario e don Cristino (sospesa la Messa in S. Agata); pranzo in oratorio via Chiara Novella.

Notiziario delle parrocchie di S. Agata, S. Agostino e S. Ilario

Unità pastorale...in viaggio

Sabato 1 giugno

GITA A VERONA S. Zeno, S. Maria in Orga-no, S. Maria matricolare, chiostro dei canonici, piaz-za dei Signori, arche scaligere, piazza delle Erbe, piazza Bra e Arena La photogallery completa sul sito

Sabato 18 e domenica 19 maggio

GITA DELLE FAMIGLIE IN

LIGURIA

Sito internet: www.santagatasantilario.it