IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di...

16
Il vero Natale Dopo aver celebrato la solennità dell’Immaco- lata Concezione di Maria, entriamo in questi gior- ni nel clima suggestivo della preparazione prossi- ma al Santo Natale. Nell’odierna società dei con- sumi, questo periodo subisce purtroppo una sor- ta di “inquinamento” commerciale, che rischia di alterarne l’autentico spirito, caratterizzato dal raccoglimento, dalla sobrietà, da una gioia non esteriore ma intima. È dunque provvidenziale che, quasi come una porta d’ingresso al Natale, vi sia la festa di Colei che è la Madre di Gesù, e che meglio di chiunque altro può guidarci a cono- scere, amare, adorare il Figlio di Dio fatto uomo. Lasciamo dunque che sia Lei ad accompagnarci; siano i suoi sentimenti ad animarci, perché ci pre- disponiamo con sincerità di cuore e apertura di spirito a riconoscere nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio venuto sulla terra per la nostra reden- zione. Camminiamo insieme a Lei nella preghie- ra, e accogliamo il ripetuto invito che la liturgia dell’Avvento ci rivolge a restare nell’attesa, un’at- tesa vigilante e gioiosa perché il Signore non tar- derà: Egli viene a liberare il suo popolo dal pecca- to. Egli viene e ogni volta si trova a dividere con noi il conflitto tra il bene ed il male. Egli viene e la sua presenza nel mondo non elimina la lotta tra il buio e la luce, ma fa vincere la luce; non interrom- pe il duello tra la morte e la vita,ma fa vincere la vita; non cancella la disperazione, ma fa vincere la speranza; non impedisce le guerre e gli odi, ma fa trionfare la pace e l’amore. Egli viene, anche se qualcuno gli sbatte la porta in faccia; e, quando nasce rallegra i poveri, ma turba l’Erode di turno; i forestieri si interessano a lui, ma la sua gente non lo accoglie. Gesù ritorna in ogni Natale, ma in realtà è nato una volta e non ci ha più abbandonati, cammina con noi ogni giorno, è in noi e nei nostri fratelli. La sua grotta oggi siamo noi. Perciò, è Natale ogni volta che diamo la mano a chi ha bisogno di aiuto. È Natale ogni volta che accogliamo nel suo nome chi è piccolo e debole. È Natale ogni volta che sorridiamo a chi è triste. È Natale ogni volta che facciamo nostra la sofferenza degli altri. È Natale quando ci perdoniamo a vicenda e torniamo a stringerci la mano. Ecco perché, se lo vorremo, anche quest’anno sarà Natale. (Segue a pagina 2) IL CASTello PARROCCHIA DI CARPENEDOLO IL CASTello dicembre 2007

Transcript of IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di...

Page 1: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

Il vero Natale

Dopo aver celebrato la solennità dell’Immaco-lata Concezione di Maria, entriamo in questi gior-ni nel clima suggestivo della preparazione prossi-ma al Santo Natale. Nell’odierna società dei con-sumi, questo periodo subisce purtroppo una sor-ta di “inquinamento” commerciale, che rischia dialterarne l’autentico spirito, caratterizzato dalraccoglimento, dalla sobrietà, da una gioia nonesteriore ma intima. È dunque provvidenzialeche, quasi come una porta d’ingresso al Natale,vi sia la festa di Colei che è la Madre di Gesù, eche meglio di chiunque altro può guidarci a cono-scere, amare, adorare il Figlio di Dio fatto uomo.Lasciamo dunque che sia Lei ad accompagnarci;siano i suoi sentimenti ad animarci, perché ci pre-disponiamo con sincerità di cuore e apertura dispirito a riconoscere nel Bambino di Betlemme ilFiglio di Dio venuto sulla terra per la nostra reden-zione. Camminiamo insieme a Lei nella preghie-ra, e accogliamo il ripetuto invito che la liturgiadell’Avvento ci rivolge a restare nell’attesa, un’at-tesa vigilante e gioiosa perché il Signore non tar-derà: Egli viene a liberare il suo popolo dal pecca-to. Egli viene e ogni volta si trova a dividere con

noi il conflitto tra il bene ed il male. Egli viene e lasua presenza nel mondo non elimina la lotta tra ilbuio e la luce, ma fa vincere la luce; non interrom-pe il duello tra la morte e la vita,ma fa vincere lavita; non cancella la disperazione, ma fa vincerela speranza; non impedisce le guerre e gli odi, mafa trionfare la pace e l’amore.Egli viene, anche sequalcuno gli sbatte la porta in faccia; e, quandonasce rallegra i poveri, ma turba l’Erode di turno; iforestieri si interessano a lui, ma la sua gente nonlo accoglie.

Gesù ritorna in ogni Natale, ma in realtà è natouna volta e non ci ha più abbandonati, camminacon noi ogni giorno, è in noi e nei nostri fratelli. Lasua grotta oggi siamo noi. Perciò, è Natale ognivolta che diamo la mano a chi ha bisogno di aiuto.È Natale ogni volta che accogliamo nel suo nomechi è piccolo e debole. È Natale ogni volta chesorridiamo a chi è triste. È Natale ogni volta chefacciamo nostra la sofferenza degli altri. È Natalequando ci perdoniamo a vicenda e torniamo astringerci la mano. Ecco perché, se lo vorremo,anche quest’anno sarà Natale.

(Segue a pagina 2)

IL CASTelloPARROCCHIA DI CARPENEDOLO

IL CASTellodicembre 2007

Page 2: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO 2

Venerdì, 30 novembre 2007 è sta-ta presentata l’enciclica di BenedettoXVI, dal titolo “Spe salvi” (“Salvatinella speranza”) con la quale il SantoPadre ha voluto offrire all’umanità,spesso disillusa, la dimensione dellasperanza offerta da Cristo.

Il documento, di circa 80 pagine,diviso in otto parti è indirizzato aiVescovi, ai presbiteri e ai diaconi,alle persone consacrate e a tutti ifedeli laici.

Comincia con un passaggio del-la Lettera dell’apostolo San Paoloai Romani “nella speranza siamostati salvati” (8,24) e sottolinea co-me “elemento distintivo dei cristia-ni il fatto che essi hanno un futuro”:la loro vita “non finisce nel vuoto”(n. 2).

“Giungere a conoscere Dio – il ve-ro Dio, questo significa ricevere spe-ranza”, dichiara nel numero 3 dellaenciclica, la seconda del Papa, dopo la “Deus Caritasest” (“Dio è amore”), pubblicata a gennaio del 2006.

Il Papa spiega la speranza cristiana presentandol’esempio della schiava sudanese santa GiuseppinaBakhita, nata nel 1869 in Darfur, che diceva “io sonodefinitivamente amata e qualunque cosa accada – iosono attesa da questo Amore” (3).

Nel testo si afferma inoltre cheGesù non ha portato “un mes-saggio sociale-rivoluzionario”come Spartaco, e che “non eraun combattente per una libera-zione politica”; ma che ha porta-to “l’incontro con il Dio vivente”,“l’incontro con una speranzache era più forte delle sofferen-ze della schiavitù e che per que-sto trasformava dal di dentro lavita e il mondo” (4).

Cristo ci rende veramente li-beri: “Non siamo schiavi dell’u-niverso” e delle “leggi della ma-teria e dell’evoluzione”. “Nonsono gli elementi del cosmo...che in definitiva governano ilmondo e l’uomo, ma un Diopersonale governa le stelle,cioè l’universo”, continua il Pa-pa. Siamo liberi perché “il cielonon è vuoto”, perché il Signore

dell’universo è Dio che “in Gesù si è rivelato comeAmore” (5).

Cristo “ci dice chi in realtà è l’uomo e che cosa eglideve fare per essere veramente uomo”. “Egli indicaanche la via oltre la morte” (6). Per questo motivo, peril Papa è molto chiaro che la vera speranza non èqualcosa ma Qualcuno: non è fondata su cose che

“Spe salvi”, una enciclicaper donare speranza all’umanità

Benedetto XVI: la vita “non finisce nel vuoto”.

In tante famiglie, seguendouna bella e consolidata tradizio-ne, subito dopo la festa dell’Im-macolata si inizia ad allestire ilPresepe, quasi per rivivere in-sieme a Maria quei giorni pienidi trepidazione che precedette-ro la nascita di Gesù.Costruire ilPresepe in casa può rivelarsi unmodo semplice, ma efficace dipresentare la fede per trasmet-terla ai propri figli. Il Presepe ciaiuta a contemplare il misterodell’amore di Dio che si è rivela-to nella povertà e nella sempli-cità della grotta di Betlemme.San Francesco d’Assisi fu cosìpreso dal mistero dell’Incarna-

zione che volle riproporlo aGreccio nel Presepe vivente, di-venendo il tal modo iniziatore diuna lunga tradizione popolareche ancor oggi conserva il suovalore per l’evangelizzazione. IlPresepe può infatti aiutarci a ca-pire il segreto del vero Natale,perché parla dell’umiltà e dellabontà misericordiosa di Cristo, ilquale “da ricco che era, si è fattopovero” (2 Cor. 8,9) per noi. Lasua povertà arricchisce chi laabbraccia e il Natale reca gioiae pace a coloro che, come i pa-stori a Betlemme, accolgono leparole dell’angelo: “Questo pervoi il segno: un bambino avvoltoin fasce, che giace in una man-

giatoia” (Lc. 2,12). Questo rima-ne il segno, anche per noi, uo-mini e donne del Duemila. Nonc’è altro Natale.

Come fa ogni anno il papa coni ragazzi di Roma benediremodomenica 23 dicembre alla mes-sa delle 9.45 i Bambinelli che ibambini collocheranno nel Pre-sepe delle loro case.Con questogesto vorremo invocare l’aiutodel Signore perché tutte le fami-glie cristiane si preparino a cele-brare con fede le prossime festenatalizie. Ci aiuti Maria ad entra-re nel vero spirito del Natale.

Il ParrocoDon Franco Tortelli

(Segue da pagina 1)

Page 3: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO3

passano e ci possono essere tolte, ma suDio che si dona per sempre (8).

In questo senso, aggiunge, “l’attuale cri-si della fede è soprattutto una crisi dellasperanza cristiana”.

Il documento papale mostra inoltre le il-lusioni che hanno reso schiava l’umanitàcome per esempio il marxismo che “ha di-menticato l’uomo e ha dimenticato la sualibertà”. “Credeva che una volta messa aposto l’economia tutto sarebbe stato a po-sto. Il suo vero errore è il materialismo”(20-21).

Il mito del progresso è un’altra delusio-ne analizzata, così come succede aquanti credono che l’uomo possa essereredento mediante la scienza. La scienza“può anche distruggere l’uomo e il mon-do”. “Non è la scienza che redime l’uomo”(24-26).

Il Papa indica poi quattro luoghi di ap-prendimento e di esercizio della speranza.

Il primo è la preghiera:“Se non mi ascol-ta più nessuno, Dio mi ascolta ancora”. IlPontefice ricorda quindi la testimonianzadel Cardinale vietnamita François XavierNguyen van Thuân, per 13 anni in carce-re, di cui 9 in isolamento: “In una situazione di dispera-zione apparentemente totale, l’ascolto di Dio, il poterparlargli, divenne per lui una crescente forza di spe-ranza” (32-34).

Un altro luogo è l’agire. “La speranza in senso cri-stiano è sempre anche speranza per gli altri. Ed èsperanza attiva, nella quale lottiamo” affinché “il mon-do diventi un po’ più luminoso e umano” (35).

La sofferenza è l’altro luogo di apprendimento dellasperanza: “Certamente bisogna fare tutto il possibileper diminuire la sofferenza”, tuttavia “non è la fuga da-

vanti al dolore che guarisce l’uomo, ma lacapacità di accettare la tribolazione e inessa maturare, di trovare senso mediantel’unione con Cristo, che ha sofferto con in-finito amore” (36-39).

L’ultimo luogo di apprendimento dellasperanza è il Giudizio di Dio. “La fede nelGiudizio finale è innanzitutto e soprattuttosperanza”: “esiste la risurrezione dellacarne. Esiste una giustizia. Esiste la ‘revo-ca’ della sofferenza passata, la riparazio-ne che ristabilisce il diritto” (41-47).

In questo senso Benedetto XVI ricono-sce che l’ateismo del XIX e del XX secolo è“una protesta contre le ingiustizie del mon-do”che diventa “protesta contro Dio”.

Tuttavia, spiega, “se di fronte alla soffe-renza di questo mondo la protesta controDio è comprensibile, la pretesa che l’uma-nità possa e debba fare ciò che nessunDio fa né è in grado di fare, è presuntuosaed intrinsecamente non vera. Che da talepremessa siano conseguite le più grandicrudeltà e violazioni della giustizia non èun caso ma è fondato nella falsità intrinse-ca di questa pretesa” (42).

“La nostra speranza è sempre essen-zialmente anche speranza per gli altri; solo così es-sa è veramente speranza anche per me”, indica. “Dacristiani non dovremmo mai domandarci solamente:come posso salvare me stesso?”, afferma il Papa,ma “che cosa posso fare perché altri vengano salva-ti?” (48).

L’enciclica conclude presentando Maria come “stel-la della speranza”: “Madre di Dio, Madre nostra, inse-gnaci a credere, sperare ed amare con te - invoca -.Indicaci la via verso il suo regno! Stella del mare, brillasu di noi e guidaci nel nostro cammino!” (49-50).

L’arresto di un vicerettore del Se-minario è una ferita profonda e dolo-rosa per la Chiesa bresciana. Nutroprofonda speranza che l’accusa si ri-solverà in una bolla di sapone; hoascoltato tanti che hanno conosciutoquesto sacerdote, che sono vissutiinsieme a lui per anni e il giudizio èconcorde: non uno che abbia avan-zato dubbi o riserve. Ma la ferita nonsi rimarginerà presto.

Noi viviamo anche dell’immagineche gli altri hanno di noi e la notizia,sparata dai giornali come una bom-ba, unita a insinuazioni, ha segnato la nostra Chie-sa. Anche se in futuro l’innocenza venisse ricono-

sciuta, l’offesa rimarrebbe, impieto-sa. Sporcare ciò che è pulito è facile;ripulire ciò che è stato sporcato è dif-fi cile, lungo e produce un risultatosempre imperfetto.

Viene da chiedere: perché? Ha unsenso tutto questo? Paolo scrive aiRomani che Dio “fa servire ogni cosaal bene di coloro che lo amano” (Rm.8,28). Che cosa può signifi care allo-ra per noi, Chiesa bresciana, questaesperienza di sofferenza? Che cosaci sta dicendo e chiedendo il Signo-re? Provo a rispondere con la consa-

pevolezza che ciascuno è chiamato a riflettere da-vanti a Dio e a dare una risposta personale, creati-

A tutti i sacerdotidel presbiterio di Brescia

Page 4: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

va, che lo faccia uscire più maturo da questa prova.La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-

to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiaradel poco che siamo. Sant’Agostino scrive che nonc’è nessun peccato che noi stessi non potremmofare, se messi in determinate condizioni. Il bene chec’è in noi, la resistenza al male che riusciamo amettere in opera, viene dal Signore, è sua grazia. Diquesto possiamo gioire con stupore e riconoscen-za, ma non possiamo vantarci. Scrive san Paolo aiCorinzi: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ri-cevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti comese non l’avessi ricevuto?” (1 Cor. 4,7). Questaumiltà ci aiuta a essere meno risentiti di fronte alleaccuse o alle insinuazioni: non le meritiamo, manon le meritiamo per dono di grazia, non per virtùpersonale.

Il secondo atteggiamento è quello della consape-volezza serena del bene che è in noi.

Possono venirci lanciate le accuse più gravi; manoi sappiamo quello che il Signore ha operato eopera nella nostra vita; sappiamo le motivazioni del-le nostre scelte e dei nostri comportamenti; sappia-mo l’amore e il disinteresse con cui cerchiamo diagire. Possiamo procedere con fi ducia serena sottolo sguardo di Dio, sotto il suo giudizio. L’errore piùgrave, la tentazione più sottile sarebbe quella di ri-spondere alle accuse col disimpegno, dicendo: “Sequesto è il guadagno, vale meglio limitarci a compie-re lo stretto dovere e nient’altro. Saremo più sicuri emeno vulnerabili”.

Ed è vero; ma saremmo anche meno cristiani emeno preti. Dietro a questo atteggiamento c’è l’or-goglio sottile di chi, per risentimento, dice degli altri:“Non mi meritano; s’arrangino e vedranno quantovalgo”. È vero che un prete, proprio per la sua atti-vità coi ragazzi e per i ragazzi, è vulnerabile; lo sipuò accusare facilmente, anche perché un’accusasimile è accettata facilmente dal sentire comune.Ma non possiamo rinunciare a operare, perché nonpossiamo rinunciare ad amare. L’amore è, per natu-ra sua, attivo; non si ritira, ma prende sempre posi-zione a favore della vita, del bene, della gioia deglialtri. Se ci ritiriamo dall’impegno nell’oratorio per l’e-ducazione dei piccoli, per la loro crescita umana ecristiana, se riduciamo il nostro servizio all’adempi-mento burocratico delle prestazioni religiose, tradia-mo la nostra vocazione. Di fronte agli inevitabili ti-mori l’aiuto decisivo è quello che ci viene dalla con-templazione del Signore. Di lui si dice che “quandoera oltraggiato non rispondeva con oltraggi e sof-frendo non minacciava vendetta, ma rimetteva lasua causa a Colui che giudica con giustizia” (1 Pt.2,23). Se Gesù si fosse lasciato spaventare dallapericolosità della sua missione, se avesse cercatola sicurezza a ogni costo, come avrebbe potuto mo-strare l’amore di Dio per noi?

Dobbiamo allora rimanere inerti? Accettare passi-vamente di essere oggetto di sospetti umilianti? An-che qui la risposta è: no. ‘No’ per un atteggiamentosano di difesa di noi stessi. Ma ‘no’ anche per amoreverso gli altri. Non possiamo permettere che ildiffondersi di un sospetto malizioso rovini le cose

belle che ci sono nel mondo, che renda ambigui irapporti più sani, le espressioni più pure di affetto edi attenzione agli altri. Non possiamo permettereche la paura di interpretazioni maliziose e malignecancelli quello che è fonte di calore umano e digioia.

In alcuni interventi di questi giorni appare la gioiamaligna di poter cogliere in fallo chi si presenta co-me portatore di un messaggio esigente sulla ses-sualità. Quasi a dire: “Vedete la Chiesa? Si presen-ta come paladina della verità, condanna tutti i vizi,esige una impossibile rinuncia alle esigenze dellasessualità; poi cade anch’essa nei vizi che condan-na”. Siamo radicalmente fuori da questo tipo di cri-tica. Predichiamo che la sessualità va unita con l’a-more e il senso di responsabilità; e lo predichiamonon per ossequio formale a una legge antiquata o auna cultura settaria, ma per stima dell’uomo e dellasua dignità, perchè solo una sessualità ricca diamore e matura nella responsabilità è degna di lui.

Un’ultima osservazione. Si accusa un prete, e siaccusano nello stesso tempo tutti i preti.

Il fatto è tutt’altro che gradevole perché ci sentia-mo tutti insieme messi sul banco degli imputati sen-za che nessuno si sia preoccupato di guardarci infaccia e di misurarsi con noi. Ma forse questa situa-zione è la conferma di una realtà effettiva sulla qua-le abbiamo insistito spesso e cioè che tutti i preti diuna diocesi costituiscono un unico presbiterio soli-dale attorno al Vescovo.

Naturalmente le responsabilità, sia morali chegiuridiche, sono strettamente personali; ma i pesi(così come le gioie) si portano insieme. Né io Vesco-vo posso tirarmi indietro dicendo: io non c’entro; népuò farlo un qualsiasi prete del nostro presbiterio.Questo esige da noi un senso vivo di responsabilità:sappiamo che i nostri comportamenti, buoni o catti-vi, ricadono sulle spalle degli altri. Abbiamo il doveredi crescere verso la maturità perchè il peso delle no-stre immaturità è sopportato da tutti; dobbiamo ten-dere verso la santità, perchè il peso della nostra me-diocrità fi nisce per intristire tutti.

A tutti, però, chiediamo proprio per questo di es-sere leali. Se ci considerano una cosa sola nel pre-sbiterio, considerino anche tutto il bene che c’è inmezzo a noi. Se tengono questo atteggiamento consincerità – stando anch’essi, come noi, sotto losguardo di Dio – siamo convinti che avranno del pre-sbiterio bresciano un’immagine bella. Non perfetta,purtroppo, per la nostra debolezza; ma certamentecristiana e umanamente ricca, per grazia di Dio.Questa è la nostra convinzione che esprimiamo conumiltà ma anche con fi ducia. Ai laici credenti chie-diamo di esserci vicini in questo momento diffi cilecosì come sentiamo di essere vicini a loro nelle loroquotidiane tribolazioni e fatiche.

+ Luciano, vescovo

Brescia, 30 novembre 2007,festa di sant’Andrea apostolo

ILCASTELLO 4

Page 5: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO5

La Chiesa in I ta l ia, sebbeneamata dalla gente per le tante ope-re di carità e assistenza che nonfanno notizia, è comunque oggettodi una “strategia denigratoria” ordi-ta dai media perché “dà molto fa-stidio”, afferma il neo CardinaleAngelo Bagnasco presidente dellaConferenza Episcopale Italiana(CEI) che ha parlato di una Chiesache vuole rimanere lontana dai ri-flettori, ma che è sempre pronta aservire il popolo e a lottare accan-to a lui nell’intento di riaffermare ilvalore unico della dignità umana.

In particolare, il porporato ha affermato che ilconfronto tra la missione della Chiesa e la realtànella quale questa missione si svolge può essereletto su due livelli quello mediatico, che rifletteuna “posizione critica, spesso addirittura polemi-ca, se non ironica verso la Chiesa”, e quello po-polare, che “non fa notizia e dunque non finiscesui giornali ma nel quale le cose appaiono ben di-verse da quelle rappresentate”.

L’amore e la fiducia della gente per la Chiesa,ha continuato, nasce da una carità fatta di opereconcrete attraverso la fitta rete di assistenza di-spiegata su tutto il territorio nazionale.

A questo proposito ha affrontato il tema dell’im-migrazione, portando come esempio le parroc-chie, i movimenti, le organizzazioni cattoliche e leassociazioni che costituiscono “una rete di tantipiccoli punti di ascolto che danno delle risposte,forse parziali, ma comunque risposte alle esigen-ze dei gruppi di immigrati”.

“Eppure questo non fa notizia, non comporta ti-toloni sui giornali – ha osservato –. E dunque diimmigrati ci si occupa solo quando accadono fattieclatanti”.

“Il tessuto ecclesiale offre ben altro”, ha poi sot-tolineato il porporato accennando alle “piccolema concrete iniziative cui si dà vita nelle diverserealtà, che manifestano un certo fervore di attivitàdei cristiani a favore degli emarginati, dei più po-veri”, e una “mentalità d’accoglienza nella comu-nità cristiana”.

“Noi sacerdoti siamo vicini quoti-dianamente alla gente – ha detto –;ne condividiamo la vita, ne seguia-mo i problemi, le speranze e legioie, sappiamo che ha bisogno diquei segnali di concretezza e di rin-novamento che tutti promettono mache nessuno riesce a offrire”.

“Da troppo tempo le donne e gliuomini del nostro paese attendonodi poter vedere rifiorire nei cuori lasperanza. Noi cerchiamo di far ca-pire loro che per ritrovare la speran-za è necessario uscire dalla palude

delle parole, rimboccarsi le maniche ed agire se-guendo la strada della solidarietà”.

“Mi rendo conto – ha poi aggiunto – che questosuo configurarsi come Chiesa popolare evidente-mente dà molto fastidio a qualcuno, anzi a diversisoggetti.

Non mi meraviglio più di tanto, dunque, di que-gli attacchi sistematici portati attraverso i media,nel contesto di una strategia denigratoria controla Chiesa”.

In questo contesto, ha continuato, è chiaro chesi avverte “la necessità di rinnovare e rilanciaresempre più l’impegno della nuova evangelizza-zione in Italia”, affinché “quel sentimento diffuso eprofondamente cristiano che sta alla base del no-stro popolo”, possa “essere non solo mantenutoma anche arricchito delle verità della fede e delleragioni della fede per poter tornare ad esseresempre più missionario”.

Di fronte a tali impegni la Chiesa in Italia guardacon speranza al contributo dei laici, che hanno“un ruolo di grande rilievo e di grande responsabi-lità”, che deve essere però “commisurato allecompetenze e responsabilità proprie”.

“L’auspicio è che la partecipazione dei laici siasempre più intensa ma anche ben motivata e so-stenuta da una forte vita spirituale e da una buo-na preparazione culturale”.

“Dobbiamo cercare nuove forme di approccio,ma soprattutto rinnovare la nostra preghiera per-ché il Signore non faccia mancare operai alla suavigna”, ha quindi concluso.

Cardinal Bagnasco: la Chiesa in Italia, denigrata perché “dà molto fastidio”

Il suo contributo al vivere sociale “non fa notizia”

Page 6: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO 6

PENITENZIERIA APOSTOLICADECRETO

In occasione del 150° anniversario della manife-stazione della Beata Vergine Maria nella Grotta diMassabielle, vicino a Lourdes, è quotidianamenteconcessa l’Indulgenza plenaria ai fedeli, che, dalgiorno 8 dicembre 2007 fino al giorno 8 dicembre2008, piamente e alle condizioni stabilite, visiteran-no la Grotta di Massabielle, e, dal 2 all’11 febbraio2008, visiteranno, in qualsiasi tempio, oratorio,grotta, o luogo decoroso, l’immagine benedettadella Beata Vergine Maria di Lourdes solennemen-te esposta alla pubblica venerazione.

I fedeli, fin dalle origini del santuario di Lourdes,compresero che la Beata Vergine Maria, mediante ilministero della Chiesa Cattolica, vuole amabilissima-mente provvedere in quel luogo a tale integrale sal-vezza degli uomini.

Infatti venerando la Beatissima Vergine Maria nel luo-go “che i suoi piedi toccarono”, i fedeli si alimentano coni Santi Sacramenti, formulano fermi propositi di condur-re nell’avvenire una vita cristiana di crescente fedeltà,percepiscono vivamente il senso della Chiesa e di tuttequeste cose sperimentano validissimi argomenti. Nel-l’anno 1854 fu definito il Dogma della Immacolata Con-cezione di Maria Vergine; nell’anno 1858 Maria Santis-sima si mostrò con ineffabile materna dolcezza alla piaBernardetta Soubirous, utilizzando le parole della defi-nizione dogmatica “Io sono l’Immacolata Concezione”.

Affinché da questa pia memoria derivino crescentifrutti di rinnovata santità, il Sommo Pontefice Bene-detto XVI ha stabilito di concedere largamente il donodell’Indulgenza plenaria, come è spiegato di seguito.

Tutti e singoli fedeli veramente pentiti, debitamentepurificati mediante il sacramento della Confessione, eristorati con la Santa Comunione, e innalzando infinedevotamente preghiere secondo l’intenzione delSommo Pontefice, potranno lucrare l’Indulgenza ple-naria, applicabile anche, a modo di suffragio, alle ani-me dei fedeli in Purgatorio:

A - Se, dal giorno 2 febbraio 2008, nella Presenta-zione del Signore, fino all’intero giorno 11 febbraio2008, nella memoria liturgica della Beata Vergine Ma-ria di Lourdes e 150° anniversario dell’Apparizione, enella solennità dell’Immacolata devotamente visite-ranno, in qualsiasi tempio, oratorio, grotta, o luogo de-

coroso, l’immagine benedetta della medesima Vergi-ne di Lourdes, solennemente esposta alla pubblicavenerazione, e dinnanzi all’immagine medesima par-teciperanno ad un pio esercizio di devozione mariana,o almeno si soffermeranno per un congruo spazio ditempo in raccoglimento con pie meditazioni, conclu-dendo con la recita del Padre Nostro, la professione difede in qualsiasi forma legittima e l’invocazione dellaBeatissima Vergine Maria.

B - Gli anziani, gli infermi, e tutti quelli che, per legit-tima causa, non possono uscire da casa, potrannougualmente conseguire, nella propria casa o là dovel’impedimento li trattiene, l’Indulgenza plenaria, se,concepita la detestazione di qualsiasi peccato e l’in-tenzione di adempiere, non appena possibile, le tresolite condizioni, nei giorni 2-11 febbraio 2008, compi-ranno col desiderio del cuore, spiritualmente, una vi-sita (ai luoghi sopra indicati), reciteranno le preghieredi cui sopra e offriranno con fiducia a Dio per mezzo diMaria le malattie e i disagi della loro vita.

Perché i fedeli possano più facilmente essere parte-cipi di questi celesti favori, i sacerdoti, approvati perl’ascolto delle confessioni dall’autorità competente, siprestino con animo pronto e generoso ad accoglierlee guidino solennemente la recita di pubbliche pre-ghiere all’Immacolata Vergine Madre di Dio.

Nonostante qualunque contraria disposizione.

Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 21 novembre 2007, nella Presentazione della Beata Vergine Maria.

James Francis S.R.E. Card. StaffordPenitenziere Maggiore

+ Gianfranco Girotti, O.F.M.Conv.Vesc. Tit. di Meta, Reggente

Indulgenza plenaria al Santuario dell’Immacolataper i 150 anni dalle apparizioni di Lourdes

dal 2 all’11 febbraio 2008 e dal 5 -8 dicembre 2008Pubblichiamo di seguito il Decreto per la speciale indulgenza plenaria concessa

da Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario delle apparizioni della Beata Vergine Maria a Lourdes.

Page 7: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO7

Nel 2007 è ricorso il 25° anniver-sario della morte di don EmilioSpada (1911-1982). Lo si è ricor-dato dedicandogli il primo volumedella ristampa dei “Carpini Fioren-ti” del Pasotti. Rimarrà nella me-moria del nostro paese la sua sto-ria di Carpendolo e il libretto sulsantuario del castello.

Il sacerdote carpenedolese fuconosciuto e apprezzato in tutta ladiocesi per la sua passione versola storia locale. Comuni e parroc-chie gli affidarono lavori di ricerca,che egli espresse in pubblicazionisu Colombaro di Cortefranca, Er-busco, Virle Treponti, Bedizzole,Carpenedolo, Remedello, Rovato,Odolo, Lumezzane Pieve, Taver-nole. Don Spada soggiornavaspesso presso i parroci, che ave-vano grande stima di lui e lo ospi-tavano frequentemente nelle lorocanoniche, mentre egli svolgevale sue ricerche. D’altra parte eglistesso era stato parroco in dueparrocchie.

Don Emilio non si limitò a rac-contare la storia, ma volle custo-dirne anche le fonti documentarie:per questo si dedicò al riordina-mento e all’inventariazione di nu-merosi archivi parrocchiali. Primadi procedere alla stesura di un li-bro, curava la sistemazione deglistrumenti necessari per compilar-lo, appunto gli archivi. Egli non at-tribuì mai a sé l’operato degli altri;anzi nei suoi studi diede spessoapporti inediti, talvolta snobbatidagli studiosi più conosciuti, per-ché egli non apparteneva ai lorocircoli.

Ero curato a Bedizzole, quandodon Spada pubblicò il libro suquella parrocchia (1979); egli ave-va da poco ritrovato il battistero

paleocristiano della pieve di Pon-tenove, seguendo una sua ipotesidi ricerca, che si dimostrò vera; ri-cordo che gli addetti ai lavori di co-se archeologiche storsero il nasoe fermarono i lavori, ma la scoper-ta ormai era fatta e il merito erastato tutto dello Spada; i cosiddettiesperti si piegarono poi a comple-tare quello che lo Spada aveva ini-ziato. Egli non era affatto un dilet-tante in tale materia, perché avevafrequentato la scuola del gesuitapadre Antonio Ferrua, rettore delPontificio Istituto di archeologiacristiana di Roma. Gli interventinei suoi libri sull’epigrafia romanae sull’archeologia cristiana sonopregevoli. Nel libro di Carpenedoloi capitoli riguardanti l’epoca roma-na, barbarica e medioevale sonoinsostituibili. Le linee storiche dalui tracciate sulla storia del paesein queste epoche sono sostanzialie le pubblicazioni successive glisaranno debitrici di informazioniche egli ha già portato in luce; saràcorrettezza e saviezza riconoscer-ne e citarne puntualmente l’opera.

Il capitolo dei canonici della cat-tedrale, di cui don Emilio era man-sionario, volle onorarlo, alla suamorte, con un necrologio, ricor-dandone “i buoni esempi, l’amorea l l a p regh ie ra comune e l aprofonda cultura della storia bre-sciana; ammirato e stimato dastudiosi”. Qui si vuol ricordare lafigura dell’esimio sacerdote, pub-blicando un brano ripreso dallasua storia di Carpendolo, relativoall’organizzazione del comune ealle provvisioni del 1477, che era-no regole di buon governo delpaese. Alcuni termini del docu-mento sono diversi dai nostri, masi tratta di l ingua volgare del

1477. La trascrizione di don Spa-da, poi, si scosta talvolta dal do-cumento originale, ma a questoinconveniente si cercherà di ov-viare in seguito (M.T.).

Scrive, dunque, don Spada:«Da tempo antico questo Comu-

ne, diversamente dagli altri, fu re-golato da tre organismi associativi:l’Arengo, la Vicinia e il Consiglio.

Il Consiglio Maggiore o Arengo ful’assemblea generale dei capifami-glia, prima in numero di cento, suc-cessivamente per lo sviluppo dellapopolazione in numero di duecen-to, e nel XVI secolo di trecento.

L’Arengo si riuniva ogni due an-ni il 21 di dicembre al suono dellacampana comunale della torre,con ampia facoltà di creare gli uf-fici e di scegliere gli uomini dellaVicinia.

La Vicinia, di numero più ristret-to, era formata di cento compo-nenti ultraventenni, eletti dall’A-rengo per l’amministrazione dellaComunità, i quali ad ogni occor-renza si convocavano per delibe-rare, anch’essi avvisati dal suonodi una campana, e da annunzi ora-li per le vie (strida).

Essi duravano in carica due anni.Il Consiglio Speciale era un

gruppo di venti o ventiquattro uo-mini con funzioni collaterali all’atti-vità del Console, primo cittadino,che durava in carica uno o duemesi soltanto.

Eletto il Console dall’Arengo,egli eleggeva altri tre per gli uffici,quindi seguivano altre votazioniusando le palline; operazionechiamata ballottazione.

Oltre al Console e Consiglieri,erano in Comune altre cariche: iSindaci o sorveglianti, i Ragionati,gli Estimatori e il Notaio. Soggetti a

Omaggio a don Emilio SpadaLe provvisioni comunali (1477)

Page 8: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

Perpetuare la tradizione delpresepio nelle famiglie e nellacollettività è soprattutto mantene-re viva nei suoi gesti suggestivi ebelli la capacità e la volontà di te-stimoniare la nostra fede, conl’annuncio della salvezza portataa tutti gli uomini dal Figlio di Dioincarnato.

Nel nostro paese la tradizionedel presepio si sposa felicemen-te al la valor izzazione di unagrande scuola di presepisti e diun grande patr imonio di fedeespressa nell’opera di artisti e divalenti artigiani.

Nella scena presepiale si trovala memoria viva della nascita delSalvatore e di come fu accolto, orifiutato, dagli uomini: per questo,allestire il presepio non solo nellechiese, ma anche nei diversi luo-ghi in cui gli uomini vivono e lavo-rano, costituisce una testimo-nianza e un invito a riconoscernela presenza.

Il numero e la qualità dei pre-sepi è andato aumentando inquesti anni e l’impegno di tutti siè lodevolmente accresciuto: la

bella gara che si rivolge a tutti,dai bambini agli adulti, prepara lamente dei più piccoli e affina lecapacità dei più grandi, in un’o-pera corale che rende lode a Ge-sù, opera nella quale chi vi parte-cipa sperimenta una socialità

nuova e un lieto lavorare insie-me. Quest’anno, dopo mesi di la-voro ,fa bella mostra di sé il grup-po presepiale certamente tra ipiù grandi mai visti:si tratta di unpresepio scolpito ex novo da seiamici del “Gruppo artistico 98” di

ILCASTELLO 8

Votazione furono anche i medici, ichirurghi, i maestri delle scuole, ealtri addetti a servizi minori.

Le Provisioni del 1477.Nell’anno 1477, giorno 15 di-

cembre, al fine di evitare le liti e ledivisioni, si riunì la Vicinia, presen-te il Podestà di Lonato, e furonoriformate le provisioni e gli ordina-menti nel seguente modo.

a) Gli Uffici del Comune.1. Chiunque eletto o in futuro eli-

gendo agli uffici, espressamente lirifiuterà, pagherà venti soldi al Co-mune, e non potrà per cinque anniessere rieletto.

2.Non vi sarà persona che occu-pi due uffici contemporaneamen-te: es. massaro, ragionato e con-sole; se ciò si verificherà l’elezionesarà nulla.

3. Chiunque essendo eletto allaVicinia non si farà presente nelleriunioni, pagherà un grosso [una

moneta] per ogni assenza.4. “Item (= inoltre) che li homini

de Consey [consiglio] sia obligati avegnir al Consey, sonando cumvintequatro botti sempi, aut essen-doge comandato a bocha, sotto lapena predetta...”.

5. “Item che li predetti romeni delConsey sia obligati a vegnir e starla presentia de li Nostri MagnificiRectori de Bressa et altri SignoriVenetiani et etiam del podestà no-stro de Lonado, senza premio al-cuno, et servir a quelli in quello cheoccorre, sotto pena de soldi cin-que per cadauna persona et percadauna volta, et ch’el Consol de-bia fare tal executione sotto penade pagar in duplum”.

6. Gli uomini del Consiglio nonpotranno spender i beni del Comu-ne oltre le libre 16 senza il permes-so della Vicinia.

b) Le feste di precetto.

“Item che non sia persona alcu-na che olsi [voglia, o osi] ne presu-ma lavorar ne far lavorare la Do-menega et festi comandati per laGiesia [chiesa], nec etiam in que-sti quatro festi: videlicet (= cioè) inla Conceptione de la Madona, inla Decollatione de Sancto Zohan,in la festa de Sancto Bernardino etin la festa de Sancto Bortholomeo,sotto pena di soldi vinti per cha-dauna persona...”.

c) Delle Chiese.“Item che non sia persona alcu-

na che olsi ne presuma andar so-pra li Giese de la terre... sotto penade un ducato per chadauna perso-na et per chadauna volta...”.

E ciascuna persona potrà accu-sare chi non osserva le provisionisoprascritte». (Continua).

(Don Emilio Spada, dal libro Carpendolo, Nuova Storia,

pp. 146-147)

“Carpenedolo paese del presepio”Maxi e mini presepi in San Rocco - 220 opere dal mondo.La statua-scultura più alta è mt. 2,20, la più piccola mm.1.

Page 9: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO9

Carpenedolo le cui statue supe-rano i 2 mt. e che accolgono i vi-sitatori per introdurli al mistero einvitarli poi a proseguire la visitaalle oltre 220 opere esposte, perg iungere in f ine davant i a l lostraordinario presepio grandedove si rimane estasiati dal mu-tare delle immagini, dove il pa-store diventa angelo e viceversa,dove Giovanni Paolo II appareimprovvisamente luminoso nellanotte e Benedetto XVI sorride almistero nella luce del giorno. Davedere senza fretta (il ciclo dura6 minuti). Una rappresentazioneche porta alla preghiera.

La riflessione che guida chi fa ilpresepio fa di ogni rappresenta-zione della Natività un gesto con-sapevole di testimonianza, rivol-to in particolare alle generazionipiù giovani, in cui il fascino dellabellezza aprirà i cuori e le mentiad accogliere il Salvatore: fare ipresepi deve essere un progredi-re nella meditazione del misterogrande della costante presenzadi Gesù nell’Eucaristia, fonda-mento e guida della nostra vita.

Carpenedolo e i suoi presepisono entrati nell’itinerario ob-bligato degli estimatori che ar-rivano da ogni dove per ammi-rare le oltre duecento opereesposte nella Chiesa di SanRocco visibile dalla statale.

Gratificati dai molteplici pre-mi e riconoscimenti consegui-ti negli ultimi anni il gruppo“Amici del presepio” carpene-dolesi , hanno espresso ungrande sforzo per realizzareinediti spazi espositivi, met-tendo in mostra nuove realiz-zazioni. La maestosità dell’in-sieme ti fa sentire piccola par-te nel grande Mistero. Nulla èlasciato al caso. Si esce dallavisita con il desiderio di ritor-nare ed accompagnare altri,perché il bello è più bello se locondividi.

La mostra apre a Natale e chiu-de il 7 gennaio

FESTIVI 9 -12 14 -19FERIALI 15 -18

PRENOTAZIONE GRUPPI:Possibile fino al 27 gennaiotel. 030 969095 - 030 9966333

Complimenti... è veramente la nuova e grande rappresentazionedella Natività collocata all’ingresso della mostra-museo del presepioin San Rocco, realizzata da sei amici del “Gruppo artistico ‘98” di Car-penedolo. L’idea parte da lontano, quando il nostro parroco, don Fran-co, di ritorno dal pellegrinaggio a Fatima con un gruppo di carpenedo-lesi, portò fotografie, progetto e misure di un grande e moderno prese-pio che si trova là sul fianco destro del piazzale del Santuario.

Si trattava di un’opera moderna, che lo ispirò a riproporre l’idea nelleadiacenze del nostro Santuario. A seguito di una conversazione con ilsuaccennato gruppo maturò la proposta di creare una composizione pre-sepiale consona alla tipologia del complesso della Madonna del Castello.

Nelle stanze dell’ex Caserma rese disponibili al gruppo dalla parroc-chia, i sei artisti si sono dedicati allo studio e realizzazione su piccolimodelli in creta, affiancati per la parte tecnica da uno scultore brescia-no professionista. Si è passati poi a creare una struttura in legno rico-perto da finissima rete metallica, che doveva sostenere la creta.

Dopo l’esecuzione del modello in creta si è proceduto alla coperturacon uno strato di gesso dello spessore di circa 2 centimetri con fascedi iuta imbevute del prodotto, che sono state posate sulla creta, otte-nendo così il calco negativo, Dopo l’indurimento il negativo è stato ri-costruito e ricoperto interamente di gesso e iuta, che è servita da lega-me-sostegno per la solidità del gesso. La maestosità e la bellezza del-l’insieme colpiscono il visitatore. La statua di San Giuseppe ha un’al-tezza di mt.2,20, la Madonna mt.2,12, Gesù bambino mt.1,25; alle lo-ro spalle le teste del bue e l’asino.

Lo studio e la realizzazione dell’opera hanno impegnato gli artistidall’autunno 2006 fino alle porte dell’estate 2007. Dopo una primaesposizione, in occasione della festa di San Bartolomeo, trovano feli-cissima collocazione nella rassegna dei presepi, in attesa di trovaredefinitiva sistemazione in una zona attigua al nostro bel Santuario. Ilnostro grazie a questi artisti locali, che hanno accettato un modo perfarsi apprezzare e ricordare... Un esempio da imitare.

Un’opera d’arte in donodal Gruppo Artistico ‘98

La grande rappresentazione della Natività, realizzata dal “Gruppo Artisti-co ‘98” nell’ingresso della Mostra del Presepio.

Page 10: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO 10

Sono iniziati da 2 mesi i lavori di ristrutturazione del-l’antica chiesa del Sacro Cuore, per portarla allosplendore di un tempo ed alcune donne con grandededizione hanno costituito un gruppo con cui hannorealizzato una Pesca di beneficenza aperta con suc-cesso in occasione della festa dell’Immacolata l’8 e il9 dicembre scorsi e poi continuata nel tempo d’Avven-to e di Natale...

Un grande sforzo di raccolta premi ben ricompensa-to dalla generosità dei nostri commercianti e ditte va-rie, un bell’impegno nell’allestimento dell’esposizione

e la soddisfazione di molti che passavano nella vec-chia sagrestia della chiesa di S. Rocco ad acquistare ibiglietti per contribuire all’iniziativa. Più di 5000 i nu-meri esposti in articoli di vario genere.

Un grazie alle signore che memori della loro giovi-nezza passata all’oratorio femminile hanno offertotempo e pazienza per questa buona causa.

Il grazie va anche per un gruppetto di preadolescenticresimandi che in appoggio esterno alla Pesca con unabancarella di articoli vari in vendita hanno raccolto per laparrocchia un contributo di ben 215 euro.

Una pesca a favoredella Chiesa del Sacro Cuore

Nel 2008 si festeggerà il sessantesimo di rifonda-zione della Banda dopo la seconda guerra mondiale.

Alcuni dei “ragazzi” che allora cominciarono asuonare uno strumento, sono tuttora entusiasti dipartecipare a tutte le manifestazioni religiose e civilicui la Banda è chiamata a dare il proprio contributo(una trentina di eventi durante l’anno).

Questo testimonia lo spirito diservizio che anima tutti i compo-nenti e che si cerca di insegnare an-che al gruppo di ragazzi (una quin-dicina) che si apprestano a dare unnuovo impulso all’organico che ulti-mamente si è un po’assottigliato.

Suonare in un complesso che nonsi avvale dell’elettronica costa un po’di fatica, ma può dare grosse soddi-sfazioni, specie se si riesce a crearequello spirito di gruppo che sempreaiuta a superare le difficoltà.

Il sostegno della Parrocchia e del-l’Amministrazione Comunale èsempre stato tangibile, così come ci

sono sempre state sensibilità ed amicizia da parte dinumerosi sponsor.

Questo ha permesso alla Banda di organizzare corsipiù qualificati per i ragazzi ed anche di potersi avvaleredi strumentisti di alto livello per i concerti più importanti.

Insomma cultura musicale e tradizione al serviziodella comunità per mille eventi ancora...

Corpo Musicale CarpenedoleseLa Banda: una presenza costante che dà prestigio agli eventi della comunità.

Page 11: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO11

Incontri per genitori degli adolescentiDeludente la partecipazione agli incontri organizzati

per i genitori nel mese di novembre con gli psicologi perapprofondire le tematiche educative riguardanti i ragazzie gli adolescenti. La buona riuscita del primo ciclo nelmese di maggio aveva fatto ben sperare riguardo l’atten-zione degli adulti per il mondo degli adolescenti. La par-tecipazione in massima parte delle mamme fa pensareche molti di questi adolescenti siano orfani di padre!

Corso animatori Grest e OratorioLa buona riuscita del Grest esitivo è dovuta all’impe-

gno di un gruppo numeroso (circa 60) di giovani e ado-lescenti. Il Grest non è solo animazione del tempo liberoma è, soprattutto, relazione con l’altro nella scoperta deivalori fondamentali su cui si fonda la convivenza uma-na. Per riuscire in questo cammino di scoperta di sestessi e dell’altro è necessario maturare alcune atten-zioni educative per una corretta relazione con i fanciullie ragazzi. L’impegno educativo dei nostri giovani è so-stenuto da un corso per animatori che si svolge al Ri-trovo con la collaborazione di un gruppo di educatoridel Segretariato Oratori della nostra Diocesi.

CastagnataDomenica 28 ottobre si è svolta la tradizionale ca-

stagnata in Oratorio. Grazie alla disponibilità di ungruppo di genitori e al forno da campo del signor Pa-sotti Roberto, il pomeriggio della domenica è trascor-so in allegria e compagnia. Una alternativa al solitotour dei centri commerciali.

Giornata del Ringraziamento Ogni anno la Chiesa italiana celebra la giornata del

ringraziamento per lodare Dio per i doni della terra. Il no-stro paese, vista la presenza di un gruppo consistente dilavoratori della terra, vive ancora questo rapporto tra ilCreato e il lavoro dell’uomo anche se non mancano ledifficoltà. Difficile è recuperare una cultura contadina eancora più difficile educare le giovani generazioni al ri-spetto per la terra.L’impegno degli adulti è lasciare la ter-ra in condizioni migliori rispetto a come l’hanno trovata.

Nel pomeriggio di Domenica 11 novembre si è svol-ta la Benedizione degli animali domestici.

Speriamo che l’attenzione e l’affetto di cui vengonocircondati gli animali faccia crescere nei nostri ragazziuguale attenzione verso tutte quelle persone che nelmondo soffrono a causa di una economia dove spes-so prevalgono le logiche del guadagno ad ogni costoanche a scapito delle economie dei paesi più debolidel nostro pianeta.

Il CinemaIl sabato sera e la domenica pomeriggio vengono

proiettati dei film all’oratorio. Il nostro teatro non puòcompetere con le Multisala e non si proiettano Prime vi-sioni, ma viene offerta la possibilità ai ragazzi e alle fa-

miglie di trascorrere due ore in serenità gustando film di-vertenti e ‘sicuri’perché privi di volgarità e parolacce.

La domenica pomeriggio viene arricchita anche daalcune proposte ‘fuori programma’: lo spettacolo deiburattini del sig. Onofrio, la festa dell’Epifania con lapremiazione del Concorso presepi, e il gradito ritornodel gruppo genitori di Gambara.

È arrivata S. LuciaMercoledì 12 dicembre S. Lucia ha fatto visita an-

che ai ragazzi del nostro Oratorio. Un incontro simpa-tico con questa santa amata dai nostri bambini. Rice-vere dei doni è bello e ancora più bello è poter donarequalcosa di sé agli altri.

Un dono in donoAnche il nostro Oratorio vuole essere attento a chi è

meno fortunato di noi. Quest’anno vogliamo aiutare ibambini dell’Oratorio di Punchao sulle Ande del Perù.

In questa comunità vive e lavora da otto anni un sa-cerdote bresciano, originario di Bornato, padre GiulianoGargiulo. Padre Giuliano ci ha scritto raccontandoci co-me i suoi ragazzi hanno una spiccata predisposizioneper l’arte e sono impegnati nella realizzazione di vetrateartistiche e nella costruzione e intaglio di mobili.Questeattività permettono ai giovani di guadagnarsi da vivereevitando così di emigrare verso la città di Lima.

Sosteniamo con la nostra offerta la scuola d’arte deigiovani di Punchao.

Preghiera del mattino e in famigliaNel tempo di Avvento ci si prepara all’arrivo di Gesù

nel Natale. Un impegno concreto è quello di intensifi-care la preghiera nella propria famiglia per ‘addobba-re’ a festa non solo la casa ma anche il nostro cuore.

La preghiera del mattino è l’occasione per affidare aGesù la nostra giornata sapendo che Lui è con noi e ciinvita ad essere suoi amici e amici tra di noi.

Una settantina di ragazzi della scuola Media e cento-cinquanta ragazzi della scuola Elementare hanno ac-colto l’invito a partecipare a questo momento di pre-ghiera che si svolge presso la palestra della scuola chegentilmente ci è stata concessa dal Consiglio d’Istituto.

BREVI DALL’ORATORIOBREVI DALL’ORATORIO

Page 12: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

Si dice che nel mondo attualesiano scomparsi i valori e abbia-mo l’impressione che la parolacoscienza sia solo un termineche ha un senso profondo per gliuomini di fede di almeno due ge-nerazioni fa. La realtà è che performare le coscienze dei cristiani“vecchio stile” (che possono ave-re tutti i loro limiti) ci sono volutianni di intesa educativa, collabo-razione tra i tre grandi pilastri del-la società: Chiesa, Scuola e Fa-miglia... ma oggi queste tre realtàsono tra loro come isole lontanein un mare di pochissimi traghettidi comunicazione. Che fare quan-do ci si accorge che oggi è più ne-cessario di un tempo formare lecoscienze eppur si nota che ilprocesso formativo è in stallo? Inquesti ultimi anni ho sentito moltoparlare del problema con analisisociologiche ben fatte, ma questepur molto utili non bastano da so-le... si è parlato di Nuova Evange-lizzazione e mi pare che sianomolti i cr istiani che nemmenohanno letto il Vangelo; nelle fab-briche, nei luoghi di lavoro, nellescuole, e negli uffici non si sentequasi mai parlare di religione cri-stiana o di Dio... nella valutazionedei problemi non si tiene contodella Sua Parola.

Si ha l’impressione che il volermetter l’uomo a contatto con Dioper accrescere la sua relazionenaturale con il Signore e Creatoresia un’impresa titanica... In questianni ho visto positivamente il ten-tativo di radunare i genitori deibambini per il percorso di Inizia-zione cristiana, mi sembra unastrada da non lasciare anche semolti adulti vedono questa inizia-tiva come un dovere pesante-mente imposto. Personalmenteho potuto constatare che, dentroquesti cammini di formazione, al-cuni genitori si sono posti con se-rietà il problema di Dio e che c’èstato un cambiamento nella vitadell’intera famiglia; dal momentoin cui è scattato un rinnovato o to-talmente nuovo interesse perDio, si sono viste alcune conse-guenze nella loro vita concretacome la partecipazione metodi-

ca alla Messa, l’approfondimentodella fede con letture appropriatee ricerca personale su temi di in-teresse particolare, presenza inParrocchia e desiderio di aiutarein alcune attività comunitarie...

Il nuovo sistema dell’Iniziazio-ne cristiana ha dato alcuni risul-tati visibili, ma sono pochi e vieneda dire “abbandoniamolo” e ci sidemoralizza: a mio avviso inveceandrebbe fortemente potenziatoil lavoro fino a rendere entusiastialtri genitori e poi tenerli vicinonel motivarne altri ancora.

Ora questa ricerca degli adultida parte della Chiesa è un po’ unrisalire controcorrente... ma nonsi deve demordere!

Qualche giorno fa ho fatto unragionamento per assurdo e dasogno in me stesso: “Se noi do-vessimo avere dalla nostra partetutti genitori che ogni anno porta-no il figlio a catechismo per la pri-ma volta e potessimo lavoraretutti concordi per 20 anni senzamai perderci di vista e questo siripetesse senza sosta, vorrebbedire che nei due decenni prossimiriusciremmo a costruire un popo-lo nuovo nella fede fatto di perso-ne che avrebbero imparato a con-frontarsi e incontrarsi reciproca-

mente e a non vergognarsi e nep-pure sentirsi minoritarie nella so-cietà...

Credo sia un sogno da coltivareperché forse è un ideale cui ten-dere e una meta, la cui distanzapuò essere abbreviata... In so-stanza penso che non dobbiamodimenticare che chi lavora controla Chiesa e contro Dio, punta sul-le giovani generazioni e ha svuo-tato di valori gli adulti e li ha resigenitori che non hanno forza echiarezza educativa. Noi non an-dremo da nessuna parte se noncreeremo una nuova intesa coiGenitori per dare la coscienza diDio e occasioni e ambienti di vita-fede sani ai nostri figli. Forse di-mentichiamo che Chiunque hacreato nuove grandi idee e stili dicomportamento ha saputo for-mare i giovani con intese a tuttocampo.

Nel Natale che ci dispone a ri-cordare la Venuta di Gesù nelmondo vorremmo chiedere cheEgli ci por ti determinazione esperanza, per andare avanti a ri-costruire una società e una Chie-sa di Valori e principi, di bontà egiustizia, che si formi a partiredalla famiglie.

Don Ivan

ILCASTELLO 12

20 anni di lavoro da oggi...

Page 13: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO13

Ringrazio di tutto cuore! È belloincontrare persone che nella nostrasocietà cercano di dare al messag-gio del Vangelo un volto; vederepersone anziane e giovani, che ren-dono concretamente sperimentabi-le nella Chiesa e nella società quel-l’amore dal quale noi, come cristia-ni, dobbiamo essere conquistati: èl’amore di Dio che ci fa riconoscerenell’altro il prossimo, il fratello o lasorella! Sono pieno di gratitudine edi ammirazione per il generoso im-pegno nel volontariato di tante per-sone di diversa età a Carpenedolo;a voi tutti e a coloro che rivestono unincarico a titolo gratuito in parroc-chia ed in paese. Alla segretariadell’ufficio parrocchiale,agli aiutosacrista, ai catechisti/e, a coloroche si dedicano alle pulizie dellachiesa e degli ambienti parrocchiali,alle persone che animano i centrid’ascolto e alle famiglie ospitanti, aicori dei bambini e dei giovani, a chiha restaurato mobili e reliquiari erinnova i vasi sacri, allestisce mo-stre, pesche e iniziative di benefi-cenza e alle signore che hanno rea-lizzato tovaglie nuove per la chiesa,a chi custodisce con amore le chie-sette dei quartieri, ai pensionati cheintervengono per manutenzioni,agli animatori del grest e dei campiscuola unitamente alle cuoche e aigenitori e giovani che aiutano in ora-torio, ai tecnici che hanno realizzatogratuitamente progetti e seguito i la-vori in passato e coloro che stannoseguendo attualmente progetti e la-vori, agli Amici del presepio, alledonne del gruppo missionario e del-la caritas, ai volontari del Ritrovogiovanile,alle incaricate per la distri-buzione del giornalino della parroc-chia, a tutti coloro che indistinta-mente sono preziosi come le radicinascoste dell’albero che rendono etengono viva la comunità parroc-chiale che offre peraltro un grandis-simo e continuo servizio preziosis-simo all’intero paese.

Grazie a Dio è per molti una que-stione d’onore impegnarsi volonta-riamente per gli altri, per un’asso-ciazione, per un’unione o per deter-minate situazioni di bene comune.

Un tale impegno significa anzituttoun’occasione per formare la propriapersonalità e per inserirsi con uncontributo attivo e responsabile nel-la vita sociale. La disponibilità adun’attività volontaristica, tuttavia, sibasa a volte su molteplici e fra lorodiverse motivazioni. Spesso c’è al-l’origine semplicemente il desideriodi fare qualcosa che abbia senso esia utile e di aprire nuovi campi diesperienza. I giovani cercano in ciònaturalmente e con buona ragioneanche gioia ed eventi belli, un’espe-rienza di autentico cameratismo inuna comune attività ricca di senso.Spesso le idee e le iniziative perso-nali si collegano con un fattivo amo-re del prossimo;così il singolo vieneintegrato in una comunità che lo so-stiene.

Vorrei a questo punto esprimere ilmio ringraziamento molto sentitoper la marcata “cultura del volonta-riato”.Vorrei ringraziare ogni donna,

ogni uomo, tutti i giovani che si dedi-cano con servizio volontaristico aibambini/ragazzi/adolescenti, non dirado è imponente; si pensi solo alcatechismo e alle proposte estive.Soprattutto vorrei ringraziare ancheper quei piccoli e grandi servizi e fa-tiche che non sempre danno nel-l’occhio. L’amore del prossimo ri-chiede sempre l’impegno persona-le e volontario, per il quale certa-mente anche la realtà civica può edeve creare condizioni generali fa-vorevoli. Grazie a questo impegno,l’aiuto mantiene la sua dimensioneumana e non viene spersonalizza-to.E proprio per questo voi volontarinon siete “tappabuchi”nella rete so-ciale, ma persone che veramentecontribuiscono al volto umano e cri-stiano della nostra società.

Proprio i giovani desiderano chele loro capacità e i loro talenti ven-gano “suscitati e scoperti”. I volonta-ri vogliono essere chiamati in causapersonalmente. “Ho bisogno di te!”,“Tu ne sei capace!”: quanto ci fa be-ne una tale richiesta! Proprio nellasua semplicità umana, essa ci ri-manda in modo indiretto a quel Dioche ha voluto ciascuno di noi e chea ciascuno di noi ha dato il suo com-pito personale, anzi, che ha biso-gno di ciascuno di noi e aspetta ilnostro impegno.Così Gesù ha chia-mato gli uomini e ha dato loro il co-raggio per la cosa grande che essida sé non si sarebbero sentiti capa-ci di fare. Lasciarsi chiamare, deci-dersi e poi intraprendere un cammi-no senza la solita domanda circal’utilità e il profitto – questo atteggia-mento lascerà tracce risanatrici. Isanti hanno indicato questa via conla loro vita. È un cammino interes-sante ed appassionante, un cam-mino generoso e, proprio oggi, at-tuale. Il “sì” a un impegno volontari-stico e solidale è una decisione cherende liberi e aperti alle necessitàdell’altro; alle esigenze della giusti-zia, della difesa della vita e della sal-vaguardia del creato. Negli impegnidi volontariato entra in gioco la di-mensione-chiave dell’immagine cri-stiana di Dio e dell’uomo: l’amore diDio e l’amore del prossimo.

Con nel cuore il pensiero del Papa e della Chiesa il Parroco dice grazie

Ai volentieri volontari

Mobile di sagrestia prima del restauro...

...a restauro finito. Opera di volontariato.

Page 14: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

Dio vuole persone che amino conLui. Una cultura che vuole conteg-giare tutto e tutto pagare, sperimen-ta grazie alle innumerevoli personeimpegnate a titolo gratuito che la vi-ta stessa è un dono immeritato. Perquanto diverse, molteplici o anchecontraddittorie possano essere lemotivazioni e anche le vie dell’impe-gno volontaristico, alla base di tuttesta in fin dei conti quella profondacomunanza che scaturisce dalla“gratuità”. Nella Enciclica “Deus ca-ritas est” il papa Benedetto XVI hascritto: “L’amore è gratuito; non vie-ne esercitato per raggiungere altriscopi”. “Chi è in condizione di aiuta-re riconosce che proprio in questomodo viene aiutato anche lui; non èsuo merito né titolo di vanto il fatto dipoter aiutare.Questo compito è gra-

zia”. Gratuitamente trasmettiamociò che abbiamo ricevuto, medianteil nostro impegno, la nostra caricavolontaristica. Questa logica dellagratuità è collocata al di là del sem-plice dovere e potere morale.

Infine, il comandamento dell’a-more di Dio e del prossimo (cfr Mt.22,37-40;Lc.10,27) ci ricorda che aDio stesso, mediante l’amore delprossimo, noi cristiani tributiamo l’o-nore,”quello che avete fatto a unodei più piccoli di questi miei fratelli,l’avete fatto a me!” (Mt. 25,40). Senell’uomo concreto che incontria-mo è presente Gesù, allora l’attivitàa titolo gratuito può diventare un’e-sperienza di Dio.

Cari collaboratori volontari, quan-do uno non fa solo il suo dovere nel-la professione e nella famiglia – eper farlo bene ci vuole già molta for-za e un grande amore –, ma s’impe-

gna inoltre per gli altri, mettendo ilsuo prezioso tempo libero a servi-zio dell’uomo e della sua dignità, ilsuo cuore si dilata. I volontari noncomprendono il concetto di prossi-mo in modo stretto; essi riconosco-no anche nel “lontano” il prossimoche da Dio è accettato e che, con ilnostro aiuto, deve essere raggiuntodall’opera di redenzione compiutada Cristo. L’altro, il prossimo nelsenso del Vangelo, diventa per noicome un partner privilegiato di fron-te alle pressioni e costrizioni delmondo, in cui viviamo. Chi rispettala “priorità del prossimo”, vive edagisce secondo il Vangelo e prendeparte anche alla missione dellaChiesa, che sempre guarda l’uomointero e vuol fargli sentire l’amore diDio.Cari volontari, la Chiesa sostie-ne il vostro servizio pienamente.Sono convinto che dai volontari diCarpenedolo anche in futuro pro-verrà molta benedizione e nell’au-gurio di vedere tanti altri ad unirsi avoi VOLENTIRI VOLONTARI ,vi ac-compagno tutti con la mia preghie-ra.Chiedo per tutti voi la gioia del Si-gnore che è la nostra forza. Il buonDio vi sia sempre vicino e vi guidi ericompensi continuamente median-te l’aiuto della sua grazia.

Don Francoarciprete

ILCASTELLO 14

Battesimi60. Zanoni Alessandro di Massimilianoe Pezzaioli Barbara61. Franceschetti Viola di Enrico e Co-mini Angelina62. Babani Matteo di Albert e Juli63. Botturi Gianluca di Roberto e Pa-stori Barbara64. Tononi Federico di Guido e Cernu-schi Silvia65. Bollini Desiree di Alessandro eCampesi Bianca66. Micheli Clarissa di Gianluca eLembo Monja67. Bondioli Elena di Mauro e PigoliMarzia68. Peters Valentina di Arturo e PezziRoberta69. Lazzari Delia di Daniele e LilloniSimona

Matrimoni33. Causetti Alessio con Belli Laura

Defunti97. Sorvoli Vincenza ved. Buffardeci dianni 8798. Bordanza Giovanni di anni 6799. Calza Angiolino di anni 89100. Pezzaioli Severino di anni 75101. Bologna Francesco di anni 73102. Boselli Stefano di anni 66103. Berlingheri Vito di anni 67104. Bruschi Eugenia Carmela di anni 86105. Bresciani Elisa di anni 91106. Cagliari Giuliano di anni 42

AAAANNNNAAAAGGGGRRRRAAAAFFFFEEEEPPPPAAAARRRRRRRROOOOCCCCCCCCHHHHIIIIAAAALLLLEEEE

Tovaglia liturgica di recente fattura.Opera di volontariato.

G.E.per Santuario e Parroocchia Eu-ro 200 - Anziani di Capriolo per Santua-rio 75 - In mem. di Giovanni Desenzani165 - In mem. di Adalgisa Bozzola 25 -P.M. 50 - In mem. di Adalgisa Bozzola90 - Fam. Malpezzi in mem. di AdalgisaB. 100 - In mem. di Giulia Dellaglio 20 -Carla e Matteo in mem. di Mario 100 -Fam. Pellegrini Bruno 250 - Per batt. diFrancesco nonna Piera 100 - Teresaper restauro Santella Immacolata 200 -Teresa per Santuario 100 - In mem. diCisa 80 - Nicola e Enzo 500 - Nn AllaMadonna 500 - Nn 300- N.N.per la Ma-donna 20 - N.N.per la Madonna 100 - Inmem.di Giacomo Nodari 500 - N.N.perRingraziamento 150 - 50° Nozze Cleo-nice e Dario 50 - In mem. di Agnese Bi-gnotti 75 - Per una grazia 100 - P.L. perSantuario 200 - In mem. di Agnese Bi-gnotti per Oratorio, i nipoti 350 - N.N.150 - Per Santuario B. 50 - R.T. 50 - Inmem.della mamma, Lucia 200 - M.Z.50- Le mie vacanze per la Parrocchia 500 -

Marino e Miriam 2500 - Una ditta di Car-penedolo 300 - Pezzaioli Tomaso 50 -N.N. 100 - In mem. della zia Maria Bi-gnotti, i nipoti 135 - Festa quartiere S.Giuseppe 500 - Madonna del Castello500 - Mario e Franca Tononi per San-tuario 100 - 55° nozze Iole e Vittorio 50 -Per Padre Pio 20 - 45° nozze Giordanoe Annamaria Visani 50 - ConsorzioRogge 200 - Per San Leopoldo 20 - Inmem. di Ausilia 500 - T.B. 500 - In mem.di Maria Panigari 200 - In mem. di LuigiAlberto e Giovanni 500 - Pesca FestaSan Giuseppe 200 - A.C. 200 - TinaBasso 50 - Ammalati 690 - In mem. Da-niel per Oratorio la famiglia 600 - Fam.Garrone per 25° 100 - N.N. 1500 - B.A.per Santuario 50 - In mem. di Redento,le vicine 40 - In ric.1a Com.di Davide 50- N.N. 500 - P.G.R. 100 - P.G.R. 100 -Quartiere S. Giuseppe 500 - N.N. perOratorio 50 - Ammalati 395 - In mem. diLetizia Giovanardi fam. Vianelli 50 - Inmem.di Letizia Giovanardi per Sala Po-

OOOOFFFFFFFFEEEERRRRTTTTEEEE 2222000000007777

Page 15: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

ILCASTELLO15

livalente 250 - Fam.Perini Mario e Ama-bile 150 - Tina Basso 20 - Angela 400 -Cap. San Rocco 40 - Gruppo Trattori“Teste Calde” 500 - B.G.B. per Santua-rio 150 - N.N.per nozze figlia 100 - N.N.per Santuario 2000 - N.per Sala Poliva-lente 2000 - In mem. di Livio Braga perOratorio, genitori Scuola Materna Suo-re 200 - Villaggio Santa Maria 230 - Inmem. di Daniel P. per Oratorio 100 - 60°nozze Gualeni, Boschetti 200 - SorelleBeffa in mem. di Rinaldo per Santuario........ - Edoardo e Pietro per Sala Poliva-lente 500 - N.N. per Oratorio 200 - 50°nozze di Cima Francesco e Varini Do-menica 500 - Per lavori parrocchialiN.N. ....... - In mem.di Rinaldo Beffa 50 -Fraternità Francescana per Olio Santis-simo 250 - Ammalati 1380 - Roberto edEmanuela 25° nozze 50 - Perosini perRingraziamento 50 - Fam. Nodari Fer-nanda e figli 350 - N.N. 100 - In mem. diMario Desenzani per Oratorio 500 - Fe-sta Ringraziamento 100 - In mem.di Sil-vana 30,50 - Per quadro Madonna Bo-selli C. 35 - Rodolfo Bossini 1000 - Inmem.defunti Bossini 1000 - Bened.Ca-se 100 - Fam. Pietro Pietta per Poliva-lente 150 - Comitato Borg De L’Asen120 - In mem. di Renzo Mauro Onofrio250 - Bossini Srl 500 - Marika e Massi-mo per Polivalente 500 - N.N.per Orato-rio 90 - Comensoli Ferrari per 25° 250 -In mem. di Angelo e Ivo 45 - Luciana eRinetta Corna 300 - Fam.Rocco per na-scita gemelli 350 - N.N. ........ - Saietti P.M. 300 - P. G. 20 - N.N. per Ringrazia-mento 100 - 60° nozze Nizzoli Bonandi200 - Agricoltori per Sala Parrocchiale300 - N.N. per Oratorio 300 - Per vegliaLucia Barone 50 - A.P. in ringr. 50 - N.N.400 - In mem. di Antonio Mondini 15 -S.M.per la Chiesa del Sacro Cuore 50 -N.N.50 (x 8 ) - N.N.varie 95

Arcone del Santuario visto dal bas-so: crepe a seguito del terremoto -già in atto opera di restauro.

Mercoledì 1 gennaio SOLENNITÀ DI SANTA MARIA MADRE DI DIOXXXXI Giornata Mondiale della pace

Venerdì 4 gennaio Primo venerdì del mese: sarà portata l’Eucaristia agliammalati

Domenica 6 gennaio SOLENNITÀ DELL’EPIFANIAFesta dei popoli

Sabato12 gennaio Ore 16.30:Corso prebattesimale

Domenica 13 gennaio SOLENNITÀ DEL BATTESIMO DEL SIGNOREAmministrazione dei Battesimi nella Messa delleore 9.45 Ore 14.30:Benedizione dei fanciulliIncontro per genitori del 3° anno dell’Iniziazione cri-stiana

Martedì 15 gennaio Ore 20.30: Incontro di spiritualità per giovani a Re-medello (partenza dal Ritrovo alle ore 20.00)

Mercoledì 16 gennaio Dalle ore 9.30 alle ore 14.00: Ritiro spirituale dei sa-cerdoti della nostra zona pastorale

Giovedì 17 gennaio Festa di Sant’Antonio Abate - Santa Messa per gliagricoltori alle ore 20.00 in Chiesa parrocchiale

Venerdì 18 gennaio Inizio dell’ottavario di preghiera per l' unità dei cristiani

Sabato 19 gennaio Ore 16.30:Corso prebattesimale

Domenica 20 gennaio Giornata mondiale di preghiera per l’unità deiCristiani

Venerdì 25 gennaio Festa della conversione di San Paolo ApostoloChiusura ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani

Sabato 26 gennaio Ore 16.30:Corso prebattesimale

Domenica 27 gennaio Ore 14.30: Incontro per i genitori dei cresimandiOre 16.15:Battesimi

Giovedì 31 gennaio Memoria di S.Giovanni Bosco

Venerdì 1 febbraio Primo venerdì del mese: sarà portata l’Eucaristia agliammalati

Inizio del Corso fidanzati ore 20.00Durerà per 10 giorni Nei giorni feriali sarà proposto alla sera dalle ore 20.00alle ore 22.00Nelle due giornate domenicali dalle ore 9.00 alle ore12.00 con a partecipazione alla Santa Messa

Sabato 2 febbraio Giornata mondiale per la vita consacrata

Domenica 3 febbraio Giornata nazionale per la Vita Presentazione alla Comunità dei fidanzati parteci-panti al CorsoIncontro genitori fanciulli del 1° anno dell’IniziazioneCristiana

Mercoledì 6 febbraio SACRE CENERI e inizio del cammino quaresimaleore 16.00: Impartizione delle ceneri ai fanciulli e ragazziGiorno di digiuno e astinenza

Domenica 10 febbraio Ia Domenica di QuaresimaConsegna del mandato ai fidanzati termine del corso

CALENDARIO LITURGICO

Page 16: IL CASTellova, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere è un invi-to fortissimo all’umiltà, alla consapevolezza chiara del poco

“Il Castello” - Dicembre 2007 - Aut. Trib. BS N. 13/94 del 14/5/94 - Direttore responsabile: Mons. Antonio FappaniDirezione e redazione: Parrocchia S. G. Battista V. Ventura, 1 Carpenedolo (BS) - Videoimpaginazione: C.G.S. - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

o all’Ufficio Parrocchiale

I sacerdoti uniti al Consiglio Pastorale porgono a tutti voi l’augurio sincero di un Santo Natale e di un Felice Anno 2008, nella speranza di Cristo.

Il calendario 2008, distribuito in omaggio nel bollettino èdisponibile in Ufficio Parrocchiale per chi lo desidera