L’Estetica Trascendentale · 2015. 2. 6. · Le basi della matematica I giudizi della geometria...

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L’Estetica Trascendentale

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L’Estetica Trascendentale

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Per capire in che modo il soggetto condiziona l'oggetto occorre ripercorrere l'analisi delle

facoltà conoscitive che Kant svolge nella Critica della Ragion Pura

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Le facoltà conoscitive

la conoscenza umana si divide in due “tronchi”, senso e intelletto:

al primo gli oggetti sono dati (sono percepiti), col secondo sono pensati,

la differenza è qualitativa (non quantitativa);

bisogna perciò studiarli separatamente e cominciando dal senso (le cose devono essere percepite sensibilmente prima di essere pensate).

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Struttura della CRP

CRP

Introduzione

Dottrina degli elementi

Estetica trascendentale

Logica

trascen-

dentale

Analitica

trascendentale

Dialettica

trascendentale

Dottrina del metodo

Senso

Intelletto

Ragione

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Trascendentale

Nella Scolastica sono trascendentali quei concetti (uno, bene, vero…) che si predicano di tutte le cose.

In Kant

È ciò che trascende l’esperienza (= a priori),

ma in quanto la rende possibile, ne è condizione (come il verde degli occhiali).

Trascendentale non è trascendente.

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Chiamo trascendentale ogni conoscenza che

si occupi, in generale, non tanto di oggetti quanto del nostro modo di conoscere gli

oggetti, nella misura in cui questo deve essere

possibile a priori.

Critica della Ragion Pura

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Estetica trascendentale

L’Estetica è la dottrina che studia la conoscenza sensibile (dal greco “àisthesis”, “sensazione”)

La conoscenza sensibile è

intuizione: cioè conoscenza diretta, immediata (=non mediata; ≠ subitanea)

dei fenomeni: con i sensi non conosciamo le cose quali sono in se stesse, ma come si manifestano.

Senso

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Materia e forma del fenomeno

Nei fenomeni intuiti distinguiamo:

Una materia, costituita dalle sensazioni (cioè dalle modificazioni prodotte in noi dall’oggetto) che è un elemento a posteriori;

una forma che è il modo in cui il soggetto ordina i dati sensoriali che è un elemento a priori (il modo di ordinare l’esperienza, precede l’esperienza)

Senso

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Spazio e tempo Kant osserva che tutti gli oggetti esterni che intuiamo

sensibilmente sono sempre collocati in uno spazio e in un tempo.

Spazio e tempo non vanno intesi come realtà ontologiche e proprietà delle cose ma sono funzioni proprie del soggetto, il modo di operare della sensibilità.

Sono le forme trascendentali della sensibilità.

Senso

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Dimostrazione La loro conoscenza non può derivarci

dall’esperienza, perché spazio e tempo sono condizioni indispensabili affinché ci sia una tale esperienza:

posso conoscere una realtà esterna solo se ho già la nozione di spazio;

posso conoscere una successione solo se ho già la nozione di tempo.

Senso

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Differenza tra spazio e tempo

lo spazio è la forma del senso esterno (dei fenomeni che ci appaiono fuori di noi);

il tempo è la forma

del senso interno, cioè dei fenomeni che ci appaiono interni alla nostra coscienza (percezioni, volizioni...)

e del senso esterno, in quanto colloco la percezione degli oggetti esterni nel flusso temporale della mia coscienza.

Senso

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Intuizioni pure Le forme dei fenomeni possono essere intuite a sé,

senza alcuna materia:

queste intuizioni della sola forma dei fenomeni si chiamano intuizioni pure,

contrapposte a quelle che comprendono anche la materia che sono dette intuizioni empiriche.

Sulle intuzioni pure si basano giudizi sintetici a priori di geometria e aritmetica

Senso

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Le basi della matematica

I giudizi della geometria sì basano sull’intuizione pura a priori dello spazio (io intuisco che la retta è la distanza più breve tra due punti: non lo ricavo né dai concetti, né dalla figura).

I giudizi della aritmetica si basano sul tempo (quando contiamo, consideriamo una successione, enumeriamo una cosa dopo l'altra).

Senso

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Limiti della matematica In quanto forme della sensibilità, spazio e tempo

sono applicabili solo ai fenomeni e non significano nulla al di fuori di essi, non posso riferirli agli oggetti in sé;

così i giudizi di aritmetica e geometria che su essi si basano, sono validi a priori, ma con un limite: valgono solo per “gli oggetti di una possibile esperienza”, cioè, per i fenomeni.

Senso