L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana...

11
inform ITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio l'Itis Mattei di Urbino si è raccolto nella chiesa di san Luigi Gonzaga, a Pesaro, attorno alla famiglia di Silvana Arduini - con Francesco, il figlio ed Aurelio, il marito - per dare l'ultimo saluto a colei che per decenni è stata una figura di primo piano all'interno dell'Istituto. Una chiesa gremita di persone ha testimoniato chi fosse Silvana Arduini: trentacinque anni dedicati alla scuola, a questa scuola, dove ha saputo essere un'insegnate attenta ai bisogni dei suoi studenti, scrupolosa nella sua preparazione metodologica e didattica. Ma Silvana, all'Iitis, è stata colei che ha ricoperto incarichi di grande responsabilità, come quello di primo collaboratore del dirigente, affiancando negli anni i vari dirigenti che si sono succeduti, costituendone la loro memoria storica. Come ero proprio della sua persona, ogni incarico veniva svolto con serietà, dedizione, puntualità, professionalità. Amavo dirle, nei momenti di pausa, "Silvana, mi fido di te come di me stessa". Scherzavamo quando, ligia al rispetto delle regole, andava a fumarsi una sigaretta fuori dal cancello dell'Itis, perché il resto erano le pertinenze esterne della scuola. E, chi conosce l'Itis, sa che il cancello non è a due passi dalla scuola. Ma, Silvana, doveva essere l'esempio per gli studenti. Quanta pazienza metteva nell'ascoltare i colleghi che le sottoponevano le varie problematiche o i genitori che ascoltava attentamente. Ma era capace anche di cortese fermezza, qualora necessario. Oggi ho perso un'amica carissima, prima ancora che la mia principale collaboratrice. Ho perso, abbiamo perso, una persona con la quale era semplice entrare in sintonia, disponibile sempre. Resterà in ognuno di noi l'esempio che ci ha lasciato ed in suo onore continueremo a lavorare tenacemente, affinché l'Istituto che lei ha amato tanto, continui ad essere grande. La ringraziamo per quello che ha saputo essere e per quanto ha saputo dare.» L'addio a Silvana Arduini, vicepreside Itis e maestra di vita 1 A. S. 2016- 2017 GIORNALINO DELL'ITIS " E. MATTEI" - URBINO

Transcript of L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana...

Page 1: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

informITIS

Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio l'Itis Mattei di Urbino si è raccolto nella chiesa di san Luigi Gonzaga, a Pesaro, attorno alla famiglia di Silvana Arduini - con Francesco, il figlio ed Aurelio, il marito - per dare l'ultimo saluto a colei che per decenni è stata una figura di primo piano all'interno dell'Istituto. Una chiesa gremita di persone ha testimoniato chi fosse Silvana Arduini: trentacinque anni dedicati alla scuola, a questa scuola, dove ha saputo essere un'insegnate attenta ai bisogni dei suoi studenti, scrupolosa nella sua preparazione metodologica e didattica. Ma Silvana, all'Iitis, è stata colei che ha ricoperto incarichi di grande responsabilità, come quello di primo collaboratore del dirigente, affiancando negli anni i vari dirigenti che si sono succeduti, costituendone la loro memoria storica. Come ero proprio della sua persona, ogni incarico veniva svolto con serietà, dedizione, puntualità, professionalità. Amavo dirle, nei

momenti di pausa, "Silvana, mi fido di te come di me stessa". Scherzavamo quando, ligia al rispetto delle regole, andava a fumarsi una sigaretta fuori dal cancello dell'Itis, perché il resto erano le pertinenze esterne della scuola. E, chi conosce l'Itis, sa che il cancello non è a due passi dalla scuola. Ma, Silvana, doveva essere l'esempio per gli studenti. Quanta pazienza metteva nell'ascoltare i colleghi che le sottoponevano le varie problematiche o i genitori che ascoltava attentamente. Ma era capace anche di cortese fermezza, qualora necessario. Oggi ho perso un'amica carissima, prima ancora che la mia principale collaboratrice. Ho perso, abbiamo perso, una persona con la quale era semplice entrare in sintonia, disponibile sempre. Resterà in ognuno di noi l'esempio che ci ha lasciato ed in suo onore continueremo a lavorare tenacemente, affinché l'Istituto che lei ha amato tanto, continui ad essere grande. La ringraziamo per quello che ha saputo essere e per quanto ha saputo dare.»

L'addio a Silvana Arduini, vicepreside It is e m aest ra di vit a

Nº 1A. S. 2016- 2017

GIORNALINO DELL'ITIS " E. MATTEI" - URBINO

Page 2: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

LETTERE DA COLLEGHI E STUDENTI"Cara Silvana,avrei voluto che il tratto di strada da percorrere insieme fosse stato un po' più lungo, per la gioia che eri capace di infondere nelle persone. Il sentimento di accoglienza e rispetto che esercitavi nel tuo ruolo professionale era una dote che ti rendeva particolarmente speciale, capace di rimuovere gli ostacoli, mai di porli. Eri generosa ed empatica con i colleghi a cui non facevi mancare mai il tuo sostegno, con le fatiche alle quali agevolavi sempre le soluzioni ma sopratutto con gli studenti, al centro di ogni tuo pensiero.Una collega nella tristezza di questi giorni ha detto riferendosi ai ragazzi: "era come se tutti fossero figli suoi"... ed eri così! Un vero punto di riferimento, ci mancherà la tua concretezza la tua ironia e il tuo sorriso. Il tuo insegnamento rimarrà nei nostri cuori e nella nostra memoria... e chissà forse ci aiuterà a risolvere le situazioni come tu sapevi fare.Ci mancherai."- Prof.ssa Tinti

"Per noi, classe V A En dell'anno 2014/2015, è stata una persona che ha lasciato indelebilmente un segno. Tanti di noi hanno avuto la fortuna di farsi accompagnare dai suoi insegnamenti addirittura dalla seconda fino al tanto temuto esame di Stato. Dire che ci ha "cresciuti" è dire poco, perché ciò che siamo al giorno oggi lo dobbiamo in parte anche a lei. È vero, il suo amore per l' insegnamento era ineguagliabile ma questo non si limitava alla spiegazione di quattro formule scritte alla lavagna oppure a funzionamenti di strani "accrocchi" (come lei amava definirli). L' obbiettivo era farci crescere e maturare, imparare come ci si comporta davanti a docenti, imparare a superare le difficoltà che ognuno di noi poteva trovare nel proprio studio ed in particolare soffermandosi su quelli di noi che facevano un po' fatica a venire a galla, valorizzandoli al massimo. A conferma di quanto detto, quando avevamo le ore pratiche di laboratorio, non era fondamentale che il circuito realizzato funzionasse, ma aveva un maggior peso il comportamento con il quale si riusciva ad eseguire un collaudo, senza perdere la calma, la determinazione e la fiducia. E lei, gruppo per gruppo a turno, era con noi a sostenerci per riuscire portare a termine quel progetto.Insomma, ne abbiamo passate tante insieme, di belle e di brutte (vedi il noiosissimo corso sulla sicurezza che non andava giù a nessuno, neppure a lei). Il tempo passa, le cose cambiano e qualcosa si perde per strada. Ma non tutto va perso. Restano gli insegnamenti, l'esperienza, ma soprattutto i ricordi: i ricordi di ciò che non si vuole dimenticare, per nessun motivo. Non la vogliamo dimenticare perché lei, per noi, è stata un'amica oltre che un'insegnante, una compagna di viaggio durante i nostri anni trascorsi all'ITIS. Non la dimenticheremo, ne siamo certi, perché una persona così sorridente e solare come lei non scomparirà mai dai nostri ricordi e dai nostri cuori."- I suoi studenti

"Mia cara Prof,con la tua passione per ciò che insegnavi mi hai convinto ad entrare nella classe di elettronica e da quel momento è iniziato il mio vero percorso verso il futuro e non smetterò mai di ringraziarti... non riesco ancora a credere a quello che è successo... soprattutto perché l'ultima volta che sono venuto a trovarti è stato solo qualche mese fa. Erano i primi giorni del nuovo anno scolastico e ricordo di come eri sempre seduta alla tua scrivania, tutta indaffarata a risolvere i soliti problemi che si presentavano ogni giorno e di quanto eri felice di rivedermi, poi siamo finalmente riusciti a parlare di cosa stessero facendo i miei vecchi compagni di classe e dei miei progressi all'università e ti avevo promesso che la prossima volta sarei tornato con la laurea in mano. Questo è il mio ultimo ricordo di te e che ricorderò sempre, ma ora sarà dura tornare a bussare al tuo ufficio e non trovarti più. Grazie ancora di tutto, mi mancherai molto."- Maicol Letezi

Page 3: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

LA PULZELLA DI ORLÉANSStudiando in classe la guerra dei 100 anni, ci siamo imbattuti nello straordinario personaggio di Giovanna d?Arco, l?eroina della fede e della libertà, figlia di contadini e analfabeta, animata da visioni religiose, fu l'anima della riscossa francese nella lunga guerra che oppose la Francia all'Inghilterra tra il Trecento e il Quattrocento. Alla tenera età di 13 anni cominciò a credere di riuscire a ricevere messaggi celesti che la esortavano alla fede e ad agire per liberare la Francia dagli invasori inglesi. In questo periodo storico l?Inghilterra aveva conquistato molti possedimenti sul suolo francese. Giovanna, quindi, a causa delle visioni, si convinse di avere il compito di liberare la città di Orléans dalla presenza del nemico e far consacrare re Carlo VII nella Cattedrale di Reims, in quanto messaggera di Dio.Giovanna decise quindi di andare a parlare direttamente con l?erede di Francia, Carlo VII detto il Delfino. Quest?ultimo essendo un po? scettico, su suggerimento dei suoi consigli, decise di invitare a corte la giovane ragazza mascherando la sua identità e facendo occupare il suo posto ad un suo subordinato. Giovanna identifica il vero re, così, Carlo VII decide di fidarsi e le concesse di cavalcare alla testa dell'esercito che andava a soccorrere Orléans. Grazie al prezioso aiuto di Giovanna che spronò l?esercito a non arrendersi, Orléans fu liberata e successivamente Carlo VII fu consacrato re a Reims.Il Delfino si riteneva soddisfatto del lavoro portato a termine e decise di non proseguire l?attacco contro gli inglesi, come invece Giovanna desiderava.

La giovane si riteneva obbligata di dover far fronte ai suoi doveri davanti a Dio e al popolo francese, così nella battaglia di Compiègne cadde prigioniera dei Borgognoni. Dopo mesi passati a peregrinare da prigione a prigione, e dopo due tentativi di evasione, fu ceduta agli Inglesi in seguito ad un pagamento. Carlo VII non mosse un dito per salvarla e Giovanna fu condotta nel castello di Rouen di fronte a un tribunale ecclesiastico Inglese. Durante i durissimi interrogatori che subì non rinnegò nulla ed espose anzi con forza i principi della sua azione. Alla fine del processo Giovanna fu dichiarata colpevole di eresia e condannata al rogo. Abbiamo approfondito la sua figura anche attraverso la visione di un film che ne riprende le vicende umane e storiche; il film diretto dal regista francese Luc Besson e interpretato dall?attrice Milla Jovovich evidenzia una Giovanna che incarna il modello femminile che, pur di combattere per i propri ideali, rinuncia ai suoi ideali di donna respingendo la femminilità in tutte le sue sfaccettature. Mostra la sua forza interiore, il suo coraggio e la sua determinazione. Vestendo abiti maschili e guidando un esercito di soli uomini sembra perdere ogni traccia femminile e quasi si trasforma in un uomo.Alla fine di questa vicenda qualche domanda ce la siamo fatta. Chi si nascondeva oltre le ?voci? misteriose? È possibile che Giovanna d?Arco appartenesse alla dinastia del re di Francia? Come è riuscita ad imparare a combattere in pochi giorni?Studi recenti dicono che Giovanna sia sopravvissuta al rogo e che i resti trovati non siano altro che ossa e tessuti bruciati di vari animali; quindi, che ne fu di lei?- Tontini Maria Letizia e Ercolani Lisa, 3ªB-IN

Page 4: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

LA CONSAPEVOLEZZA PER UN WEB MIGLIORE

Aziende come Facebook, Google e simili hanno influenzato il modo di utilizzare Internet e hanno cambiato la vita quotidiana di tutte le persone, che usufruiscono di questi servizi.Facciamoci una domanda, come Internet ha influenzato il modo di vivere? In modo negativo o in positivo? Analizzando i recenti casi di cronaca, vedi il caso di Tiziana Cantone, si potrebbe dire in modo negativo, ma è davvero così?Agli occhi di molte persone, a causa delle ultime vicende, la rete è cattiva e pericolosa. Forse hanno ragione a dire questo, però non sono consapevoli di una cosa: il Web è uno strumento nostra disposizione e siamo noi a scegliere il modo in cui utilizzarlo, bisogna utilizzare il Web con consapevolezza.Le responsabilità dell'utente e delle aziende che operano nel Web.Le aziende, come Facebook e Google, offrono servizi e permettono la creazione e la diffusione dei contenuti sulla rete e sta all'utente utilizzare questi contenuti. Quindi possiamo dire che ci sono due elementi che operano sul Web:- Siti Web e aziende che creano i contenuti.- L'utente che usufruisce di questi contenuti.Le aziende, che operano sul Web, hanno la responsabilità di creare e diffondere i contenuti

seguendo determinate regole. Gli utenti devono utilizzare consapevolmente i contenuti e se poi sono loro stessi a crearne devono essere consapevoli di quello a cui vanno incontro.Per un Web migliore le aziende e gli utenti devono fare la propria parte. Peccato che in realtà non è così, vediamo perché:1. Sempre per più persone è diventato un passatempo commentare in modo negativo video e immagini senza tenere conto di come si potrebbe sentire il soggetto o i soggetti raffigurati in essi.2. Le aziende come Facebook e Google dovrebbero garantire la privacy, ma sempre più spesso ci sono controversie su questo argomento.ConclusioniIl Web utilizzato in modo corretto, da chi lo usa, ha molti vantaggi ed è integrativo. Invece possiamo dire che diviene "apocalittico" se utilizzato senza consapevolezza e in modo sbagliato.La cosa migliore che possiamo fare è utilizzare i contenuti in modo consapevole.- Vitalie Costas, 4ªC-IN

Page 5: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

RECENSIONE DEL FILM "ALLIED"

Max Vatan (Brad Pitt), pilota e spia canadese, e Marianne Beauséjour (Marion Cotillard), agente della resistenza francese, sono in missione a Casablanca durante la Seconda guerra mondiale per compiere un attentato nei confronti di un ambasciatore nazista. I due non si conoscono e devono fingersi marito e moglie affinché la missione riesca con successo. Il loro lavoro sarà la causa scatenante dell?amore tra i due ma, allo stesso tempo, dei numerosi sospetti che Max inizierà a nutrire nei confronti di Marianne e del suo vero incarico una volta tornati in Inghilterra.Il film riesce a mettere insieme ritmo blando e tensione misurata. Casablanca è perfetta per mettere alla prova il finto matrimonio tra Max e Marianne perché qui, più che in altre parti, un buon rapporto coniugale deve essere credibile agli occhi dei concittadini e mostrarsi in modo più o meno plateale per non dare adito a qualsivoglia sospetto. Marion e Brad sono abbastanza in sintonia nei panni dei corrispettivi personaggi, pur mostrando emotività opposte. Marion è brillante, acuta e molto attenta ad

ogni piccolezza, visibilmente ansiosa e preoccupata nei momenti giusti; Brad è invece un personaggio serio e cupo. Il film può essere diviso in due parti. La prima, a Casablanca, vede il finto e felice matrimonio, talmente ben preparato da non suscitare sospetto alcuno. La seconda parte, invece, quella ambientata in Inghilterra, concerne il vero matrimonio, con vero amore. E? proprio in questo momento che, paradossalmente, la coppia viene giudicata falsa; Infatti Marianne, secondo i servizi segreti canadesi, non è chi dice di essere e Max, seppur innamorato, non è accecato dall?amore e cerca di scoprire la verità su sua moglie. Si rimane impressionati da come il regista sia riuscito a creare una tensione palpabile in sala attraverso scene e situazioni che risulterebbero banali se raccontate a qualcuno che non ha visto il film. Verità e menzogna si fondono continuamente in questa pellicola. Sono i due fattori che tengono incollati allo schermo lo spettatore. Allied è un lavoro accurato, senza sbavature nella trama che riesce ad esprimere il messaggio voluto.- Montoni Mattia, 3ªA-IN

Page 6: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

UOMO E MACCHINANon molto tempo fa, parlando del più e del meno con alcuni miei parenti, saltò fuori la frase:"Secondo me le macchine possono fare più di quanto pensiamo."Successivamente ripensando a quanto detto quella sera a cena ho iniziato a riflettere e voglio farvi parte del mio pensiero.Per iniziare cerchiamo di rispondere alla domanda: "Cos'è una macchina?"Una macchina è qualcosa che è capace di svolgere un'azione che gli uomini senza non sarebbero capaci di svolgere al massimo della resa o non sarebbero capaci di svolgere proprio.Ma siamo sicuri che le macchine possano essere solo questo?Una macchina attuale è in grado di svolgere il suo lavoro solo sotto indicazione di un uomo o di un'altra macchina, che è comunque azionata dall'uomo; possiamo quindi dire che la macchina sia in un rapporto di subordinazione con l'uomo. Ma cos'altro distingue l'uomo dalla macchina?Sicuramente il fatto che la macchina, non avendo un qualcosa che le permetta di compiere scelte arbitrariamente (che d'ora in avanti chiameremo coscienza), esegue quello semplicemente quello per cui è stata pensata ma - punto molto importante - lo esegue al meglio possibile.Ma sono veramente delle differenze così sostanziali da

poter dire che la macchina e l'uomo sono agli antipodi?Io non credo visto che abbiamo detto che le macchine sono capaci di fare una cosa sola ma di farla al meglio; volendo accostare l'uomo a una macchina possiamo dire che l'unica cosa in cui eccelle l'uomo è il costruire macchine.E forse l'unica cosa che a questo punto separa l'uomo dalla macchina è la coscienza dell'uomo; ma possiamo considerarlo veramente un pregio oppure un errore da correggere?Credo di non poter fare ricadere la coscienza in nessuna delle due categorie anche se prove evidenti ci mostrano che nell'uomo non tutto è armonia ed equilibrio.Allora immaginiamo una macchina in un rapporto di coordinazione con l'uomo, quindi una macchina che non può fare a meno dell'uomo e viceversa in modo che l'uno sia costretto a rendere migliore l'altro, in grado di comprendere e distinguere tra bene e male, una sorta di ago della bilancia.Io credo che sarebbe in grado di rimuovere o quantomeno di arginare la parte di coscienza che è capace di arrecare danni ad altri o a se stessi.E dopo questa ultima considerazione lascio a voi le conclusioni.- Longhi Matteo, 3ªA-IN

Page 7: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

FILOSOFIA A SCUOLASono Mirco, un ragazzo di 16 anni e frequento il 3º anno di informatica, però ho una particolarità: mi piace riflettere molto su tutto ciò che mi circonda e vedere il mondo da altri punti di vista, ponendomi domande e cercando di darmi risposte.Lo spunto iniziale mi è venuto da un corso di approfondimento nelle ore di storia che mi ha spinto ad approfondire l'argomento. Di recente ho letto per la prima volta nella mia vita un libro di filosofia; all'inizio ero abbastanza scettico che un ragazzo della mia età e ?inesperienza? nell'ambito di questo nuovo mondo riuscisse a comprendere ragionamenti e parole di grandi filosofi della storia partendo da uno dei più conosciuti, Socrate, fino ad arrivare all'età contemporanea con uno dei più importanti, Freud.Stranamente posso affermare che grazie al libro che ho letto dell'autore norvegese, Jostein Gaarder, intitolato ?Il mondo di Sofia?, ho capito molte cose sulla vita in sé e sull'evoluzione negli anni del pensiero dell'essere umano. Il romanzo a mio parere regala ai lettori una trama coinvolgente e scorrevole che non ha deluso le mie aspettative. Il libro racconta di Sofia, una ragazzina norvegese che inizia a ricevere, prima per posta poi oralmente, lezioni di filosofia da quello che lei ritiene un vero filosofo, Alberto Knox, anziano insegnante che decide di spiegare a Sofia la Storia della filosofia .La trama si snoda prima su due piani per poi passare ad un terzo, verso il finale, dove abbiamo le vicende di Sofia e della sua vita, accompagnate da pagine che raccontano appunto delle varie epoche filosofiche che hanno caratterizzato la storia umana, dalla mitologia al romanticismo, passando per il medioevo e i principali pensatori che hanno cambiato il modo di vedere il mondo. Personalmente penso che l'autore riesce a far calare il lettore nei personaggi e nella storia, mentre disegna uno schema preciso della filosofia, scrivendo con precisione e utilizzando esempi della vita comune per spiegare i temi di più difficile comprensione che sono disseminati nella storia di questa affascinante disciplina. Si può parlare anche delle possibili critiche che possono essergli rivolte, per lo più di natura personale, ma non ci troviamo di fronte ad un testo scolastico bensì ad un romanzo che non si

realizza nell'"insegnare" qualcosa ma nel "raccontare", cosa che riesce molto bene a Gaarder. Il testo non è pretenzioso, sicuramente la trama può risultare pesante in alcune parti dove le spiegazione del "maestro" di Sofia caratterizzano pagine e pagine del romanzo, ma i continui stacchi che vanno dagli insegnamenti alla vita di tutti i giorni riescono bene nell'intento di alleggerire le lezioni sulle varie correnti filosofiche della storia.Alla fine della lettura del romanzo mi sentivo ?diverso?, come se fossi riuscito a fare una cosa che pochi giorni prima non avrei mai immaginato potesse diventare possibile, ossia l'idea di darmi risposte concrete e reali su dubbi e domande che mi affliggevano sino a quel momento .Ora però non mi ritengo soddisfatto di questo piccolo passo che ho fatto verso un mondo che a mio parere non ha fine ...La filosofia in sé non può essere definita come una disciplina che ha avuto un inizio e una fine, è tutto nelle menti delle persone e come tale l'essere umano ha un intelletto e una immaginazione molto complessi e per alcuni aspetti nascosti perciò non si può ritenere di sapere tutto sulla filosofia: è un mondo in continuo sviluppo ed espansione.Qualsiasi cosa che è stata inventata e conosciuta fino al giorno d'oggi penso che abbia la curiosità alla base; l'uomo non soddisfatto ha continuato a non accontentarsi di poco e ha cercato sempre di scoprire nuove cose. Tramite parole, racconti e miti si ispirò e tentò di dare motivazioni e spiegazioni su ciò che lo circondava e ora io, da persona comune quale sono, posso affermare che la filosofia avvolge ogni genere di cosa nel mondo ma ancora c'è tanto da scoprire?Come esperienza personale penso che la filosofia riesca a farci aprire la mente e gli occhi su ciò che ci circonda quotidianamente e da cui siamo dipendenti.Pensare di non darsi mai un limite e continuare ad avere desideri e sogni che non vanno assecondati ma dominati.Se un giorno penserai che la vita è buia, fredda e che non può darti nulla, posso assicurarti che ti sbagli.Il buio in realtà non esiste è soltanto un'assenza di luce.- Mirco Tesei, 3ªA-IN

Page 8: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

PROGETTO "IO DENTRO GLI SPARI"La prof.ssa Antonella Ciaroni, referente del progetto, ce lo illustra brevemente:«Il progetto parte dalla proposta di lettura, rivolta a quattro classi prime, del libro di Silvana Gandolfi "Io dentro gli spari", piccolo romanzo a sfondo mafioso che vede il drammatico coinvolgimento di un adolescente all'interno delle cosche. Gli obiettivi del progetto sono anzitutto di ordine civico e sociale: sviluppare nei giovani il senso di cittadinanza, giustizia e rispetto delle leggi; evidenziare il ruolo della società civile contro il fenomeno mafioso, mirando alla resposabilizzazione dei minori come cittadini; promuovere la costituzione di una scuola come comunità, per educare al senso della legalità e della cittadinanza attiva e difendere la legalità nella vita quotidiana.Il progetto si articola in quattro incontri laboratoriali aperte e miste per gruppi di livello. Analizzare il romanzo "Io dentro gli spari" significa raccontare ai più giovani la realtà della criminalità organizzata, stimolare la riflessione critica sulla realtà che ci circonda che spesso, in altri contesti, è tutt'altro che favorevole. Nell'ultima fase il progetto si avvarrà anche del contributo di esperti: la prof.ssa Anna Teresa Ossani, docente di Letteratura italiana presso l'Università di Urbino, e due magistrati, il dott. Francesco Nitri e il dott. Vincenzo Baldi».

Per concludere, le due citazioni che fanno di prologo al progetto:"Sono combattuta tra due desideri fortissimi e opposti: il primo, vorrei che "Io dentro gli spari" venisse letto dal protagonista della storia vera che l'ha ispirato. L'altro è che non lo leggesse mai, perché forse, con gli anni, sta dimenticando. Anche se non sono sicura che si possa dimenticare una vicenda del genere".- Silvana Gandolfi"Purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un'istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando i giovani alla cultura dello Stato e delle istituzioni".- Paolo Borsellino

- La redazione

Page 9: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

INCONTRO SULL'ESSENZADEL FAIR PLAY

Il 30 marzo 2017 si terrà nell'ITIS "E. Mattei" di Urbino un incontro sul tema del "fair play". A questo progetto parteciperanno tutte le classi del biennio che, singolarmente o in gruppo, avranno la possibilità di portare i loro lavori già realizzati in precedenza, con qualsiasi modalità artistico-comunicativa riguardanti il gioco corretto e i lati positivi per lo sport riversa nella società.Lo scopo di questo progetto è incentivare i ragazzi a praticare lo sport con passione e nel modo corretto, con la consapevolezza di poter migliorare, accettando vittorie e sconfitte. È un'iniziativa importante per la quale vale la pena informarsi.- Martina Guerra e Alessia Pratelli, 5ªA-IN

UNA SETTIMANA TRA LA NEVETra la fine del mese di gennaio e gli inizi di febbraio per una settimana c'è stata l'opportunità di partecipare alla settimana bianca. L'iniziativa è stata predisposta per le classi terze e quarte con una adesione di circa sessanta alunni. La settimana è stata condivisa con il Liceo Scientifico "G. Marconi" e l'Istituto Tecnico Professionale "G. Benelli" di Pesaro. Nei giorni compresi tra il 29 gennaio e il 4 febbraio, molti studenti delle scuole della provincia di Pesaro e Urbino si sono dilettati nella pratica dello sci e dello snowboard presso gli impianti di San Martino Di Castrozza in provincia di Trento.Durante la permanenza le giornate si svolgevano seguendo degli orari prestabiliti. Ogni giorno avevamo 4 ore di lezione con il maestro, due ore alle 9 e due alle 14. Negli intermezzi di tempo in cui non c'era lezione, se i professori davano la disponibilità, potevamo sciare nelle piste assieme a loro. Alle 16 circa ci si avviava verso l'hotel, il resto della giornata era "libero" a patto che alle 19:45 fossimo nell'atrio per fare l'appello generale, poco dopo si cenava.

Consultando diversi ragazzi, che hanno partecipato alla settimana, l'esperienza è stata molto gradita, ha contribuito alla responsabilizzazione più o meno di tutti. A detta dei maestri, dei professori e dei dirigenti dell'albergo, il comportamento degli studenti è stato esemplare. Personalmente abbiamo gradito molto l'esperienza e consigliamo a tutti di prendere parte a una di quelle successive.- Mattia Bellucci, Gioele Mancinelli, Mattia Montoni, Umberto Principi, Tommaso Remedi, Michael Vitali, 3ªA-IN

Page 10: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

STUDYING ENGLISH IN ENGLAND

This year a group of people from ITIS "E.Mattei? - Urbino, spent the second week of school year in Cambridge. They had the opportunity to live a fantastic experience.The first day they arrived, they set their rooms with their clothes, baggages and they met their host families. The next day they visited London and its main monuments.Then their daily routine were often the same: they woke up at 7 o?clock and they took the bus to go to school at 8. They had three hours of lessons every morning and other three in the afternoon, then they had lunch in the school canteen and during the afternoon they had some free time or some organized activities like photo hunting and a visit to Peterborough.They had the opportunity to train and improve their English at school, at home and with the people. They enjoyed it very much also because thatexperience gave them some important life lessons and made them more responsable.

- Mattia Bellucci, Riccardo Monaco, Mattia Montoni, Gioele Scaramucci, 3ªA-IN

Page 11: L'addio a Silvana Arduini, · 2017. 3. 6. · informITIS Ecco il ricordo della prof.essa Silvana Arduini, apparso sulla stampa, della Preside prof.ssa Silvia Gelardi: «Ieri pomeriggio

LA BIBLIOTECADELL'ITIS "E. MATTEI"

La biblioteca dell?Istituto Tecnico Industriale ?Enrico Mattei? nasce nel 1971, organizzata dai proff. Carlo Ghepardi e Luciana Silvi, dopo aver traslocato tutto il materiale dal Collegio Raffaello (dove aveva sede al tempo la scuola) nell?attuale sede.Oggi l?incarico di Bibliotecario la ricopre il professor Gianfranco Bozzi, il quale dedica il suo tempo e la sua passione per i libri, a gestire quella che oggi noi studenti conosciamo come biblioteca.Ma mediamente, quante persone si recano in Biblioteca per leggersi un libro o per semplice curiosità di sfogliarne qualcuno? Quante volte ci è capitato di entrare e vedere una stanza in cui le uniche persone che si dedicano alla letture sono i professori?Secondo un recente sondaggio dell?Istat le ragazze comprese tra gli 11 e 19 anni hanno maggiore confidenza con i libri, contando un 48,6% di popolazione femminile considerabili come lettrici, contro un 35% di lettori maschi.Nonostante il rialzo negli ultimi anni, rimane comunque una percentuale maggiore del 50% di ragazzi che in un anno non leggono neanche un libro, e che non conoscono quello che è il piacere di poter ritrovare e riscoprire se

stessi tra le pagine e l?inchiostro.Ma come mai non riusciamo a dedicare neanche 20 minuti al giorno del nostro tempo per sfogliare un libro? Forse perché troppo distratti dai nostri principali interessi?Forse perché ?non abbiamo tempo??Troppa tecnologia?Nonostante il rapporto tra i giovani e la lettura sia diventato semplicemente più scolastico che di piacere, è proprio qui, a scuola, che forse i ragazzi non vengono incentivati a sufficienza. Nessuno a scuola ti parla delle emozioni e dei sentimenti che possiamo cogliere dalle vite altrui nei libri, e se lo fanno spesso non sanno farsi ascoltare. Nessuno ti dice che un racconto o un pensiero, possono trasformarsi in un mezzo di evasione dalla vita quotidiana. Non ci viene insegnato a guardare al di là delle nostre stesse aspettative.?Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c?era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l?infinito? Perché la lettura è un?immortalità all?indietro.? - Umberto Eco

- Rodrigo Quiñones, 5A-IN