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L ACQUA E LA SUA IMPORTANZA LINTERVISTA DOMANDA E RIPOSTA LA BUONA NOTIZIA COME FATTO? 3^Ach istituto Pacinotti Taranto dipartimento di chimica

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L’ACQUA E LA SUA

IMPORTANZA

L’INTERVISTA DOMANDA E RIPOSTA

LA BUONA NOTIZIA

COM’E FATTO?

3^Ach istituto Pacinotti Taranto dipartimento di chimica

Com’è fatto/ come funziona?.........pag2

Domanda e risposta………………………pag5

La buona notizia………………………….pag10

L’intervista…………………………………pag11

Mini Focus

INDICE L’acqua e la sua importanza

Applicare il giusto trattamento, nel

posto giusto e al momento giusto. Questa è la promessa della cosiddetta “agricoltura di precisione” (AP), una gestione dei processi agricoli sempre più importante, visto la crescita continua della popolazione mondiale. I 9,5 miliardi di persone che

popoleranno il pianeta nel 2050 rappresentano una sfida enorme per l’agricoltura, chiamata a incrementare i livelli di produttività nel rispetto dell’ambiente.

COME FUNZIONA?

Il processo di semina è stato studiato nei minimi dettagli e si compone di 2 fasi fondamentali distinte, per ottimizzare al massimo la resa di ciascun seme e i costi.

1. Fase di Mapping

Si parte dallo studio delle immagini satellitari del suolo, effettuate con vari filtri, in modo da conoscerne a fondo scientificamente ogni millimetro. Poi si lancia in volo un drone a lunghissima autonomia per un mapping più preciso del territorio, per individuare possibili ostacoli, zone favorevoli alla semina e a quale tipologia di pianta.

Illustrazione 1: Popolazione mondiale (in mld.

abitanti)

1950 2000 2050 2100

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2

4

6

8

10

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Mini Focus

Com’è fatto/Come funziona?

Agricoltura di precisione

2

2. Fase di Semina

Elaborato poi il file di mapping con appositi software, ne scaturiscono i dati da “dare in pasto” al computer di bordo del drone-seminatore che, volando ad una quota di circa 2/3 metri dal suolo, lascia cadere a terra, in punti precisi geo-referenziati, i semi delle piante avvolti in un contenitore di nutrienti e completamente biodegradabile. Le metodologie per affrontare la distribuzione variabile sono fondamentalmente due: quella impostata su mappe e quella che utilizza sensori. Il rateo variabile basato su sensori utilizza dispositivi che rilevano in tempo reale i dati reputati interessanti (caratteristiche chimico-fisiche del terreno, vigoria della coltura, presenza/assenza di vegetazione, ecc.) da utilizzare come indicatori per gestire lo svolgimento dell’operazione. Il metodo non richiede l’uso del ricevitore satellitare. Il rateo variabile basato su mappe modifica l’entità di prodotto da distribuire in base alle informazioni sulle caratteristiche dell’appezzamento contenute nelle mappe di prescrizione.

COME FUNZIONANO I DRONI?

I droni, per quanto affascinanti, sono solo un mezzo. Servono per portare in quota i veri artefici dell'agricoltura di precisione: i sensori. Multi-spettrali, laser-scanner, termo-camere in grado di raccogliere dati e informazioni altrimenti impossibili da ricavare. Sensori in grado di “vedere” le piante con altri occhi: quelli infrarossi. Nella luce infrarossa la vegetazione ha una maggiore riflettività rispetto ad altri oggetti. Questo grazie alla clorofilla, che rilevata e quantificata tramite foto aeree, fornisce un indice di vigore della vegetazione.

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Rotore

Le mappe di vigore sono strumenti fondamentali nell'agricoltura di precisione. Si tratta di foto aeree di campi coltivati. A seconda del colore rilevato dai sensori montati sui droni, si riesce a capire quali piante stanno crescendo meglio e quali, invece, sono più indietro. L'obiettivo è quello di avere un raccolto uniforme e della stessa qualità. L'agricoltura di precisione ha anche le sue ricadute green. Chi può contare su dati precisi non ha bisogno di “sparare nel mucchio”, ma può dosare erbicidi, pesticidi e fertilizzanti e solo dove servono davvero. Per l'azienda agricola è un risparmio di denaro; per l'ambiente un sollievo e per i consumatori tutta salute in più.

Hub sensori

Camera a infrarossi

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L’IMPRONTA IDRICA è la quantità di

acqua consumata da un individuo, un insieme di persone

o un’industria. Abbiamo notato tramite ricerche, che

l’Italia riveste il ruolo della ”maglia nera“, perché

contribuisce per l’ 89% al consumo dell’acqua.

Cosa possiamo fare affinchè si riduca

questa percentuale?

Qui di seguito sono riportate domande non scontate, anzi,

che ci fanno riflettere nei gesti quotidiani affinchè

l’acqua non si sprechi ma diventi un bene prezioso per

tutti.n0063

Mini Focus

Domanda & risposta

No all’impronta idraulica 6

Quanto consuma in media

ogni giorno un italiano?

Quante persone nel mondo

non hanno ancora accesso a sorgenti di acqua pulita?

Qual è la distanza media compiuta

ogni giorno dalle popolazioni di alcuni paesi

dell'Africa e dell'Asia per procurarsi acqua

potabile?

Cos’è l’inquinamento termico,

cosa lo causa e quali sono i pericoli?

Perché è stata istituita una giornata

per celebrare l’importanza dell’acqua?

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Domande

Qual è il continente più arido della terra?

Come mai è così importante la

nostra attenzione verso i prodotti

che acquistiamo?

Come può l’Energy Star sostituire vecchi

modelli affinchè non ci sia un elevato

consumo d’acqua?

Quanta acqua serve per produrre una

lattina di Coca-Cola? E per una bistecca

di carne?

L'acqua contenuta nelle piante contiene

energia? E come possiamo sfruttarla?

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RISPOSTE

Nel mondo circa 750 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile. In media, circa

1.000 bambini muoiono ogni giorno per malattie legate ad acqua non sicura, mancanza di

servizi igienico-sanitari e scarsa igiene. Inoltre, dei 748 milioni di persone che nel mondo non

hanno ancora accesso all'acqua, il 90% vive in aree rurali e vengono escluse dai progressi

realizzati dai propri paesi.

Un italiano consuma in media 200 litri al giorno pro-capite. Questo valore comprende anche

una piccola percentuale di perdite idriche registrate in alcune aree del territorio italiano.

Nei casi in cui l’acqua potabile c’è, spesso si trova molto lontana dai centri abitati. Per

procurarsela bisogna affrontare un lungo cammino, anche di 4-5 ore al giorno. Un compito che

di solito spetta alle donne e alle ragazze.

Per inquinamento termico si intende un'anomalia, di causa antropica, delle temperature

registrate all'interno di un ecosistema. Vi sono due tipologie d'inquinamento termico.

l'inquinamento termico diretto: quando la sorgente inquinante agisce direttamente immettendo

energia termica; l'inquinamento termico indiretto: quando gli effetti delle sorgenti inquinanti si

ripercuotano a scala globale.

L'obiettivo principale della giornata mondiale dell'acqua che si svolge ogni 22 marzo dal 1993,

è quello di richiamare l’opinione pubblica sull’importanza imprescindibile del bene primario

per eccellenza: l’acqua corrente. E allo stesso tempo promuovere una gestione sostenibile delle

risorse idriche.

L’intervista

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7

Il continente più arido è l'Australia che è definita da alcuni studiosi "continente fossile": ciò è

dovuto al fatto che la maggior parte delle sue rocce si sono formate nel Precambriano. Il paese è

per lo più pianeggiante e ha un suolo prevalentemente arido.

Acquistare con consapevolezza è fondamentale per scegliere alimenti nel rispetto della propria

salute, per questo è importante leggere le etichette, perché ci indicano la provenienza, l'elenco

degli ingredienti presenti, l'indicazione degli allergeni e se sono presenti additivi chimici.

È consigliabile utilizzare i prodotti Energy Star invece dei vecchi elettrodomestici, allo scopo di

ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra e quindi di ridurre l'inquinamento

dell'ambiente.

200 litri. Più che al contenuto effettivo della lattina (solo 35 centilitri) a far lievitare l'impronta

idrica di una lattina di bibita gassata è l'alto contenuto di zucchero, che incide notevolmente

nella filiera produttiva. La Coca-Cola company a dire il vero, dal 2007 collabora

finanziariamente con il WWF per trovare forme di agricoltura (per esempio, della canna da

zucchero) e di produzione più sostenibili; Per produrre invece una solo un chilo di carne,

vengono utilizzati 15 mila litri di acqua.

Niente più inquinamento né surriscaldamento terrestre, il futuro dell'energia è nelle piante

grazie ad una soceta Olandese che ha trovato il modo di ricavare elettricità dalle piante e il

progetto si chiama "plant Power". Un esempio di come utilizzare l'energia delle piante è la

lampada Living Light che si alimenta tramite energia prodotta dalla fotosintesi.

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IL NOSTRO CONTRIBUTO

AFFINCHE DIMINUISCA L’IMPRONTA IDRICA :

1 Utilizzare detersivi ecologici , diminuendo il numero di lavatrici e di lavastoviglie

giornaliero o settimanale

2 Utilizzare elettrodomestici in classe energica che aiutano nel risparmio energetico

3 Riciclare e smaltire i rifiuti nel modo corretto, soprattutto la plastica, che è la prima causa di

inquinamento delle acque di fiumi, laghi e mari

4 Ridurre lo spreco alimentare.

5 Se possibile, preferire la doccia al bagno, si consuma un terzo di acqua

6 Bere acqua del rubinetto, se correttamente filtrata, piuttosto che comprare l’acqua al

supermercato; oltre a ridurre il consumo di acqua, farai del bene anche alla tua salute

7 Non usare il WC come un bidone dell’immondizia: ogni volta che si aziona lo sciacquone

vanno via in media 7 litri di acqua.

8 Al lavaggio dei piatti a mano, preferiamo la lavastoviglie: si spreca meno acqua, se però la

facciamo funzionare a pieno carico!

9 Chiudere il rubinetto quando non serve, ad esempio mentre ti lavi i denti o mentre ti fai la

barba

10 Innaffiare le piante da giardino e fiori da balcone alla sera, oltre a risparmiare acqua (che

non evapora) otterremo risultati migliori, perché le foglie e i petali bagnati al sole rischiano di

bruciarsi!

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Gli italiani stanno riscoprendo, dopo tanto tempo, l’acqua del rubinetto. Essi la usano per

comodità, per il gusto ma soprattutto per il costo minore.

Secondo alcune ricerche svolte da delle associazioni, come

OMR (Open Mind Research), in occasione della giornata

mondiale dell’acqua (22 marzo), il 74% della popolazione,

nel corso del 2017, ha scelto l’acqua “del sindaco” che viene

ormai utilizzata in modo abitudinale. Sono percentuali che

segnano un incremento di circa 10 punti in più rispetto a 4

anni fa.

Potremmo ormai dire che siamo di fronte a un cambiamento

epocale. Siamo stati per molto tempo, prigionieri dell’acqua

minerale.

Ora ci ritroviamo d’avanti a un popolo che è riuscito a

cambiare le proprie abitudini e i propri stili di vita. Questo è stato confermato anche da Lauro Prati, presidente di Acqua Italia, l’associazione che

progetta e crea diversi impianti per l’acqua. E proprio gli impianti,

ovvero i chioschi dell’acqua, hanno rappresentato e rappresentano

tutt’ora la leva per il cambiamento avvenuto in Italia. Nel 2010 i

chioschi erano appena 200 in tutta Italia,adesso però siamo quasi

2021, con il 60% dei chioschi concentrati nelle regioni dell’Italia

settentrionale.

Con questi chioschi il cittadino può ritirare, con una spesa di solo

5 centesimi a litro, l’acqua che più preferisce( Naturale, Gassata o

a temperatura ambiente). Ciò significa una vera e propria scelta

vantaggiosa sia per il risparmio sia per lo smaltimento della

plastica. Purtroppo circa il 14% degli italiani è ancora dubbiosa sui controlli dell’acqua dei chioschi ma

la stragrande maggioranza è completamente d’accordo e consapevole di ciò che fa.

Infine, grazie a questi piccoli ma utili chioschi, gli italiani affezionati consumatori dell’acqua

del rubinetto (circa il 70%) stanno calando sempre di più, garantendo sicuramente un maggior

risparmio.

Mini Focus

Nel 2010 solo

200 chioschi in

tutta Italia, ORA

ben 2021

22 marzo

giornata internazionale

dell’acqua.

a LITRO

La buona notizia

Chioschi dell’acqua

OMP: è un motore di ricerca sicuro,

con uno standard più elevato per

garantire che gli approfondimenti

vadano oltre le informazioni.

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Ci sono stati dei

cambiamenti per quanto

riguarda l’aria nella zona di

Taranto dagli anni ’60 ad

oggi?

Dagli anni ’60 fino ad oggi ci sono stati

parecchi cambiamenti; noi partivamo da

una realtà non proprio agricola ma quasi,

nella città di Taranto perché prima degli

anni ’60 l’unico insediamento produttivo

era l’Arsenale. Non vi erano molti

problemi di emissione nella qualità

dell’aria ad eccezione delle possibili

esposizioni professionali dei lavoratori

dell’Arsenale il cui rischio più grande era

l’amianto. Con l’avvento della grossa

industria la situazione della qualità

dell’aria di Taranto è cambiata molto

tuttavia i controlli sulla qualità dell’aria,

così come in tutta Italia, si hanno solo a

partire dagli anni ’80; nonostante ciò la

qualità dell’aria è cambiata. Il primo

cambiamento fu l’impatto avuto sugl’

insediamenti produttivi, successivamente

nel 2009 si ebbe un nuovo cambiamento

riguardante le emissioni dell’agglomerato

da parte della cokeria e nel 2012 è

avvenuto il sequestro dell’impianto e la

diminuzione della produzione. Con un

controllo dei dati nel 2012 con quelli

odierni si notano miglioramenti soprattutto

grazie alle varie attività di bonifica ed alla

diminuzione del 50% della produzione.

I giorni istituiti come

Wind Days quale impatto

hanno sull’ambiente

tarantino, in particolare

nella zona circostante

l’impianto?

Il discorso dei Wind Days nacque per

avere delle prescrizioni alle aziende cioè si

era notata una media annuale del

benzopirene che superava il limite

previsto dalla legge, in particolare le

Intervista Dott.ssa Spartera Maria Ada, dirigente ARPA Taranto

Mini Focus

Mini Focus

L’intervista

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emissioni di benzopirene erano più

concentrate nei giorni in cui il vento

veniva da nord-ovest e spirava dalla zona

industriale verso la città. Per diminuire la

concentrazione degli inquinanti in quei

giorni si sono imposte alle aziende alcune

prescrizioni, come la diminuzione della

produzione. Sono stati fatti studi delle

concentrazioni orarie nei giorni di Wind

Days, nelle ore di punta e si è visto che la

concentrazione degli inquinanti è

esorbitante. Un caso particolare fu il 23

ottobre con superamenti e momenti di

nebbia/polvere , ma fu un caso particolare

dal punto di vista meteorologico data la

presenza di una tromba d’aria molto forte.

Tuttavia si è riusciti a dimostrare che le

prescrizioni date hanno avuto un buon

effetto e si è misurato l’abbassamento

della concentrazione di inquinanti.

L’industria ha mai

superato i livelli stabiliti di

emissione degl’idrocarburi

policiclici aromatici (IPA)

nell’aria? Se si, avete dei

dati delle volte in cui sono

avvenuti questi episodi?

Quali erano o sono

attualmente i livelli stabiliti

dalla legge per l’emissione

di queste polveri?

I limiti previsti per le emissioni

dipendono dalla tipologia dell’impianto

per cui si era davanti una situazione in cui

il camino dell’agglomerato, il camino

E312, pur avendo delle emissioni di

diossina abbastanza importanti rientrava

nei limiti di legge poichè la legge italiana

ha per quel tipo di emissioni un limite

molto alto, a differenza dei limiti previsti

per gli inceneritori, si parla di ordini di

grandezza differenti. Per far diminuire la

quantità di emissioni si ebbe l’aiuto delle

associazioni ambientaliste, con queste

la regione modificò i limiti nazionali di

emissioni di diossina adeguandoli ai limiti

degli inceneritori. Dopo diverse vicende,

con il rischio di rendere la legge non

costituzionale,tramite una trattativa del

governo tra Regione, ARPA e azienda è

rimasta in piedi, grazie a questa legge

nacquero due impianti di abbattimento. La

risposta nonostante tutto è che il limite di

legge era stato superato ma dato che i

limiti nazionali erano troppo elevati

risultava tutto a norma. Per le diossine non

c’è un limite sulla qualità dell’aria a

differenza del benzopirene, il quale è

sottoposto a limiti. Dato che per le

diossine non ci sono limiti si lavorava solo

su quanta diossina viene immessa. Per

quanto riguarda gli IPA vi è sempre il

problema delle emissioni diffuse dato che

derivano dall’impianto della cokeria, un

impianto con molte emissioni diffuse come

porte aperte.

Ci potrebbe parlare in

generale della sua

esperienza lavorativa in

questo campo,

particolarmente arduo

soprattutto per una donna?

Io sono di Taranto e mi sono trasferita a

Firenze per l’università, dopo la laurea ho

lavorato per industrie in cui si effettuavano

ricerche farmaceutiche e poi sono ritornata

a Taranto per un bando della ASL inerente

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la sicurezza sul lavoro, qui ho fatto

soprattutto esperienza di controllo

nell’industria. Questo mi è servito molto

nella vita. Con i vari passaggi di carriera

mi sono trovata nel presidio di

prevenzione. Da lì con l’avvento della

legge dell’istituzione dell’ARPA mi sono

ritrovata nel’ARPA dove ho continuato ad

occuparmi di alimenti e successivamente

mi sono iniziata ad occupare di rifiuti.

Dopo la formazione sono diventata

direttore del servizio territoriale a Taranto,

ovvero sui controlli ambientali. Alla fine

sono diventata capo di dipartimento. Ciò

che è importante è che nessuna esperienza

lavorativa va persa, tutto quello che si fa

poi torna utile. Il campo della chimica è un

campo in cui non ci si può fermare,

bisogna sempre studiare per andare avanti

con la scienza. La cosa più semplice,

ovvero il rapporto con le altre persone,

serve soprattutto nel lavoro. Ripeto ogni

esperienza serve e niente deve andare

perso; come donna è più difficile avere

rapporti professionali dato che è un settore

prevalentemente maschile, dove i colleghi

non accettano ordini da una donna a causa

di una certa mentalità nazionale o

addirittura mondiale.

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SPINOSA Andrea Lourdes,

LO CRICCHIO Emanuela,

LA GIOIA Federica,

MORABITO Christian

Creato da:

acquaro noemi

addabbo marina

arachi giulio

castellano gianmario

de pasquale franccesco

de rose mara

gentile camilla

lipari viola

lo cricchio valentina

Melchiorre lorenzo

Palmisano matteo

Polito andrea

Principale alessio

Scarati ilaria

Soldano sara

Con la collaborazione

di:

spinosa andrea lourdes

lo cricchio emanuela

la gioia federica

morabito christian