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Laboratorio Montessori ISSN 1974-8787 Alessandra Perini Attivismo e dintorni

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Laboratorio MontessoriISSN 1974-8787

Alessandra Perini

Attivismo e dintorni

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La sperimentazione di strutture ed organizzazioni scolastiche

istituzionalizzataEffettive innovazioni sul “modo” di fare

scuola?

Controllo autonomo del bambino sulla propria attivitàVita comunitaria

Scuola come comunità di vita ed esperienza democratica

Lavoro collaborativoL’ambiente sociale è quello delle

attività condivise

Pedagogia sperimentale e innovazioni didattiche

VISALBERGHI

La sperimentazione di strutture ed organizzazioni scolastiche

istituzionalizzataEffettive innovazioni sul “modo” di fare

scuola?

PESTALOZZI

Valorizzazione delle facoltà e delle abilità

MONTESSORI

Controllo autonomo del bambino sulla propria attivitàVita comunitaria

Società “educante” onnipervasiva

Dilatazione dei confini della scuola che renda scuola la società stessa

Scuola come comunità di vita ed esperienza democratica

Lavoro collaborativoL’ambiente sociale è quello delle

attività condivise

DEWEY

Suscitare l’interesse degli alunni sull’oggetto/materia

di studio

CODIGNOLA

Doti e virtù da “La costruzione della felicità” di Martin E.P.

Seligman

Lo sviluppo della personail docente deve preoccuparsi di

incrementare e sostenere la formazione della personalità del

bambino

Gli interessi degli allievi costituiscono il fondamento dell’esperienza ed occorre

individuarli e stimolarli nell’arco del percorso formativo

“L’educatore deve farsi cooperatore intelligente e guida accorta…”

Mappa concettuale

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VISALBERGHI

“Raramente la sperimentazione ha avuto per oggetto il modo di fare scuola”[1]

Visalberghi mette in luce come l’innovazione sperimentale di strutture e organizzazione scolastiche spesso non abbia prodotto i risultati sperati

La sperimentazione nelle scuole è stata istituzionalizzata nel 1974, essa è “espressione dell’autonomia didattica dei docenti” e si distingue tra

sperimentazione metodologico-didattica e sperimentazione di strutture (n°419 art 1)

Ambiguità: l’articolo 2 precisa che i docenti hanno pieno diritto di iniziativa e di decisione per ciò che riguarda la sperimentazione metodologico-didattica,

ma quella delle strutture è soggetta ad autorizzazione ministeriale

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VISALBERGHICi si poteva attendere che gli insegnanti fruissero ampiamente delle

possibilità aperte dagli ordinamenti di attuare nuove forme di intervento didattico abbandonando così modelli di comportamento non più adeguati alla

realtà della scuola di massa

invece

“Si è assistito ad una proliferazione di sperimentazioni di strutture, il cui carattere innovativo è in molti casi consistito solo nella revisione dei

contenuti”[1]

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CODIGNOLA• Fonda la propria proposta di scuola

basata su "l’autogoverno” inteso come

autonomia amministrativa dell’istruzione, cooperazione volontaria ne collaborazione tra docenti e discenti nel processo educativo

• La “Scuola-Città Pestalozzi” è organizzata come una comunità di giovani cittadini, i quali sperimentano concretamente il vivere in società, esperienza sociale e democratica.

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CODIGNOLA

Gli interessi personali degli allievi costituiscono la base delle loro esperienze ed il docente deve valorizzarli assieme ed al pari dei contenuti

sociali, morali ed intellettuali che egli intende trasmettere

al fine di

condurre l’allievo alla piena formazione della propria personalità

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CODIGNOLA

..che aiuti , assecondi ed indirizzi lo svolgimento naturale, lo spontaneo sbocciare dei bambini, la “liberazione delle attività più specificatamente umane del discepolo”. [2]

“L’educatore deve farsi cooperatore intelligente e guida accorta…”

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CODIGNOLA• Preoccupazione nell’evitare che gli alunni

percepiscano , andando a scuola, di entrare in un mondo estraneo alla loro esperienza vissuta tra le mura domestiche e nella società circostante.

“Il nostro compito principale è consistito nel tentativo di inserire di fatto l’alunno nella nostra società, impegnandolo subito nelle varie attività

del nuovo ambiente sociale, in un’atmosfera di fiducia, di collaborazione di relativa autonomia”

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MONTESSORIRidimensionamento delle strutture e costruzione de “l’ambiente”

• Il bambino deve avere libertà di scelta, all’interno di un ambiente strutturato in relazione al bambino stesso e ai suoi bisogni interiori, psichici, ma anche fisici

• Gli oggetti non devono più essere nelle mani della maestra, bensì tra quelle dei bambini, permettendogli di costruire se stessi adoperandoli come “strumenti”

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MONTESSORI

L’adulto deve essere osservatore discreto, organizzatore e custode dell’ambiente

L’obbiettivo principale è quello di proporre un ambiente calmo e sereno, un’atmosfera pacifica e laboriosa che alimenti le attitudini, la curiosità, la gioiosità e l’autonomia del discente (ambiente “a

misura di bambino”)

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MONTESSORIPer alimentare l’autonomia è quindi importante consentire al bambino di esplorare il modo circostante anche per mezzo degli oggetti (“astrazioni

materializzate”) che possono essere ordinati, classificati graduati.. in modo da permettergli di ordinare le proprie impressioni e conoscere il

mondoPossiamo parlare quindi di materiale di sviluppo e non di semplici reattivi per creare i mezzi più adatti ad aiutare il

bambino nel suo lavoro spontaneo, secondo i propri interessi

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MONTESSORI

L’opera educativa deve trovare il proprio limite nella libertà del soggetto da educare, pena il fallimento degli obiettivi

Quindi

Il concetto di “esperimento” montessoriano evita di provocare reazioni per volontà dello sperimentatore ed offre invece dei reattivi alla libera scelta del

soggetto

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MONTESSORIGrazie all’esperienza della “Casa dei bambini”, Montessori mette in pratica un metodo di ripetuta osservazione e documentazione sui comportamenti e le esigenze infantiliI bambini esprimono spontaneamente il desiderio di voler partecipare alla costruzione e alla cura di questo ambiente

“Il bambino è un uomo”, quindi padre dell’uomo

dunque costruisce l’umanità con l’esperienza del proprio lavoro formativo, ricrea si gli aspetti fisici ma anche psichici, ed assorbendo ed elaborando i

caratteri culturali del suo tempo, costruisce la sua civilizzazione.

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MONTESSORILa riflessione di Montessori riguarda anche l’educazione familiare, poiché

è necessario un cambiamento non solo nell’organizzazione dell’ambiente scolastico ma anche in quello della casa

Quindi

Occorre un cambiamento nella formazione degli insegnanti ma anche dei genitori

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PESTALOZZI

• Alla base della sua concezione pedagogica troviamo la Natura

• Lo sviluppo naturale dell’essere umano avviene nel miglior modo attraverso rapporti umani naturali con genitori e familiari

• Opera educativa naturale materna

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PESTALOZZI• E’ necessario porre al centro

l’osservazione del singolo, i suoi interessi e le sue aspettative

“La vera essenza della natura umana risiede nelle attitudini e nella facoltà”

• Principio fondamentale della conformità alla

natura..

..data dall’esercizio adeguato di ciascuna delle facoltà, senza forzature da

parte dell’uomo

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PESTALOZZILe facoltà stesse tendono ad esigere un determinato “uso” per forma ed

intensità – la “tensione” a tale uso coincide con la “tendenza all’attività”

su cui si fonda il concetto pestalozziano di

rendere il bambino libero di esercitare creativamente la propria vitalità

infatti

l’educazione deve evitare lo sviluppo unilaterale delle facoltà a scapito di altre e quindi dell’equilibrio armonico e complessivo che invece

rappresenta il fine

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Il fine secondo SELIGMAN è quello di crearsi un’esistenza piena e soddisfacente per mezzo delle proprie potenzialità personali

Doti Talenti e Potenzialità-

• non sono tratti morali• non sono sviluppabili quanto le

potenzialità (ma possono effettuarsi piccole megliorie su un talento preesistente)

• sono automatici• è possibile scegliere di

valorizzare il talento e metterlo a frutto o meno ma non è possibile scegliere di possederlo

• è un tratto morale/caratteriale (al contrario del talento)

• le potenzialità sono solitamente più volontarie

• comporta scelta su se acquisirla, quando usarla e se continuare a svilupparla

• sono onnipresenti ma non universali, ciascuna di esse è misurabile e acquisibile

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Esercitare una potenzialità produce un’autentica emozione positiva in chi la compie (orgoglio, gioia, soddisfazione, appagamento..)

Le istituzioni, come la scuola, possono essere i contesti in cui i bambini e i ragazzi sperimentano, praticano e sviluppano le caratteristiche apprezzate dalla società (senso civico, lavoro di gruppo, senso del dovere..) in un contesto protetto, per mezzo di una guida.

Importanza dei Modelli - illustrano delle potenzialità e virtù

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Attraverso le potenzialità, o punti di forza del carattere, si acquisiscono le virtù

Virtù -

Seligman ed un collega decidono di finanziare la creazione di una “tassonomia delle sanità”, che funga da spina dorsale della psicologia positiva. Con un’attenta ricerca sulle tradizioni euroasiatiche della storia, vengono selezionate sei principali virtù, che vedono concorde tali tradizioni:

Saggezza e conoscenza – Coraggio – Amore e umanità – Giustizia Temperanza – Spiritualità e trascendenza

La formulazione del benessere di Seligman – proposta di 24 potenzialità

Sviluppare Potenzialità e Virtù ha a che fare con la scoperta, la creazione e la gestione, giorno dopo giorno e sono strettamente legate alle scelte di vita della quotidianità.

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Amore per il sapere …

Capacità critica

Ingegnosità

Intelligenza sociale

Lungimiranza

Coraggio

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PESTALOZZI

Pestalozzi individua potenzialità educative nell’organizzazione di tipo comunitario tra i ragazzi, all’interno della quale, senza distinzione di

classe, è possibile lo sviluppo dell’umanità

Compito del maestro è quello di mediare – L’interpretazione del percorso evolutivo deve generarsi dall’assunzione del punto di vista del bambino

Quindi

Il docente deve guidare il bambino nell’ordinare le sue impressioni confuse fino ad arrivare ad una “selezione dell’esperienza” e ad “impadronirsi

delle idee”

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PESTALOZZI

• Le tre fasi nell’insegnamento

• Le tre fasi del processo di formazione

È necessario iniziare un percorso formativo individuando cosa può apprendere il

bambino piuttosto che da ciò che egli deve sapere

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DEWEY

La scuola è intesa come la stessa società, in grado di risolvere le contraddizioni di quella adulta per mezzo di prassi didattiche mirate a dare

spazio e rilevanza al bambino, al fine di concretizzare l’ideale di vita democratica di Dewey

Il tema dell’interazione tra individuo e ambiente infatti è al centro della sua riflessione, interazione sia fisica sia sociale

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DEWEY

I giovani devono non devono “adeguarsi” all’ambiente adulto

ma

bisogna far si chela scuola sia ambiente di vita piena e intensa, in cui ognuno possa sperimentare sempre nuove responsabilità e crescere in

un’atmosfera di laboriosità, la quale rappresenta la “virtù” essenziale per lo sviluppo armonico ed equilibrato della personalità.

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DEWEY

“L’educazione nuova” (fine ‘800 – seconda metà ‘900) pone al centro dell’attenzione il bambino ed il processo educativo deve compiersi nel rispetto del suo sviluppo fisico ma soprattutto psicologico e morale

Lo Strumentalismo di Dewey vede quindi l’individuo come soggetto attivo nell’apprendere, il quale ha il compito di “ricostruire l’esperienza”

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DEWEYL’educazione attiva sottolinea il valore positivo del lavoro collaborativo in cui l’apprendimento individuale è agevolato ed incrementato dall’atmosfera

di collaborazione

L’educatore ora non deve “dirigere” o ”guidare” ma piuttosto “seguire” il soggetto in formazione

infatti

l’educazione nuova vede aumentare l’apprendimento, come il benessere del bambino, in corrispondenza dell’accrescere della sua capacità di controllare autonomamente la propria attività che lo aiuterà a determinarsi.

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DEWEY

È fondamentale creare situazioni ed ambienti che stimolino l’intelligenza e la produttività dei discenti, riuscendo a catturare la loro attenzione e la

voglia di impadronirsi del sapere e della cultura (considerata “strumento” a disposizione dell’uomo per affrontare le insidie di un

ambiente che di continuo esige dinamicità nell’adattamento)

Nell’interesse è implicato anche il concetto di sforzo, inteso come consapevole attività volta al superamento delle difficoltà in

vista del fine

L’ambiente, quindi il contesto, deve essere significativo

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BIBLIOGRAFIA

[1] : A.Visalberghi, Pedagogia e scienze dell’educazione, Mondadori, Milano 1990

[2] : E.Codignola, Un esperimento di scuola attiva. La scuola-città Pestalozzi, La Nuova Italia, Firenze 1954

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FINE