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L’ABACO

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L’EUROPA DELLE MILLE CITTÀ: GLI SPORTELLI EUROPA IN SICILIA

Percorsi di governance e animazione territoriale per la costruzione di una sfera pubblica europeaA GLOCAL EUROPEAN PUBLIC SPHERE

A CURA DI DAVIDE CRIMI

GIUSEPPE MAIMONE EDITORE

Città di Catania Regione SicilianaCommissione EuropeaRappresentanza in Italia

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Pubblicazione finanziata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea realizzata nell’ambito delle attività del centro EUROPE DDIIRREECCTT di CATANIAConvenzione Quadro GCD-A-2005/2008-IT-39Convenzione specifica annua GCD-B-2008-IT-39B

© 2009Giuseppe Maimone EditoreVia Antonino di Sangiuliano 278, Cataniawww.maimone.it

Tutti i diritti riservati

L’Europa delle mille città : gli sportelli Europa in Sicilia : percorsi di dovernancee amministrazione territoriale per la costruzione di una sfera pubblica europea a Glocal European public sphere / a cura di Davide Crimi. - Catania : Maimone, 2009.ISBN 978-88-7751-300-7(L’abaco)1. Europa – Politica Sociale – Sicilia. I. Crimi, Davide.361.6 CDD-21 S BN Pal0217700

CIP- Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”

Impaginazione: Simona Maimone

In copertina: ??????????????????????????????????????

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PARTE PRIMA

Introduzione 13Sen. Avv. Raffaele Stancanelli, Sindaco di CataniaLe modifiche introdotte dall’Europa nel concetto di autonomie locali: la nuovacentralità dei comuni

Prefazione 17Avv. Francesco Attaguile, Dirigente Generale Regione SicilianaIl metodo funzionalista e la cooperazione interistituzionale a livello locale:il ruolo strategico degli “Sportelli Europa”

Presentazione 23Dott. Pier Virgilio Dastoli, Direttore Della Rappresentanza in Italia dellaCommissione Europea

Premessa 27Dott. Marco Belluardo, Assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali, Comune di Catania

Il piano di comunicazione 31sui fondi strutturali gestiti per il tramite del programma operativo FESR Sicilia 2007/2013Dott. Marco Tornambé

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Indice

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PARTE SECONDA

Gli Sportelli Europa e i Centri di Interesse Europeo nell’area della Siciliacentro-orientale

Interventi:Agenzia Sviluppo Integrato Caltagirone 43AEDE Ragusa 45Consorzio Comuni per il Lavoro 51Comune di Sant’Agata li Battiati. Sportello informativo del partenariato dellacomunicazione 57Provincia Regionale di Catania. Per una Biblioteca del Mediterraneo 65CDE Acireale presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione (SSPA) 69CDE Catania presso Università di Catania 73Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale (SSPAL) 77L’Alba. Un piccolo periodico locale in Sicilia 81Consulenza, orientamento, apprendistato: il progetto CORAP del CIAPI 85WORLDPROMUS. Per un dialogo sulle politiche dell’immigrazione 91Provincia di Enna, una lettura del patrimonio culturale in chiave Europea 95L’ufficio Europa del Comune di Roccalumera 101

PARTE TERZA

Percorsi Europei

Interventi:Centro EUROPE DIRECT Parigi 109Exchanging Experiences – The Maltese Dimension 117Centro EUROPE DIRECT Budapest 121Centro EUROPE DIRECT Craiova 125

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PARTE QUARTA

Documenti:I principi della Carta Europea per la parità delle donne e degli uomini nella vita locale 131Dossier Europa: il lavoro svolto dall’ITC Marconi e premiato al concorso“Europa alla lavagna” 133Documento dei comuni siciliani in funzione dell’istituzione presso le loro sedi di Sportelli Europa 137Bozza deliberazione di giunta o determinazione del sindaco avente per oggettol’istituzione e consolidamento dello Sportello Europa, indirizzo politico 143COMMUNICATING EUROPE IN PARTNERSHIP COM 147CONNECTIVE EUROPE: il progetto presentato da EUROPE DIRECT Cataniaall’ANNUAL GENERAL MEETING di Budapest 2008 149

PARTE QUINTA

La Rete EUROPE DIRECT

Cos’è la Rete EUROPE DIRECT 161Risposte dall’ Unione Europea 165Per una Sfera Pubblica Europea Locale 167Per contattarci 173

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Parte Prima

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L’Europa ha profondamente modificato il modo di pensare il ruolo dei Comuni edelle istituzioni locali.

Il dibattito su questo argomento è fiorente e variegato; il punto di partenza piùsicuro è dato dal fatto che la dimensione europea offre agli Enti locali – e in primoluogo ai Comuni, centro di più immediato riferimento per i Cittadini – una nuovae maggiore rilevanza, un ruolo centrale nel disegno delle responsabilità dei diversilivelli istituzionali.

Per esaminare le modifiche che l’Europa ha introdotto sul livello territoriale, ilpunto di partenza obbligato è l’introduzione nel nostro ordinamento del principiodi sussidiarietà.

Le riforme degli anni ’90, recependo i contenuti del Trattato di Maastricht,hanno determinato una rivoluzione copernicana nella concezione del rapporto traEnti istituzionali. Questa affermazione non è solo un’iperbole retorica, non si esau-risce in un bel modo di dire: il ribaltamento di prospettiva introdotto dal principiodi sussidiarietà è totale. Così come in base alla visione copernicana non è più il soleche gira intorno alla terra ma è la terra che gira intorno al sole: allo stesso modo,l’introduzione del principio di sussidiarietà introduce una formidabile svolta nellaconcezione del rapporto tra istituzioni, nel senso che lo Stato non è più il soggettocentrale intorno al quale ruota tutto il sistema istituzionale: piuttosto, si riconosceil ruolo centrale del Cittadino (e, dal punto di vista istituzionale, del Comune, cherappresenta il livello istituzionale di più ravvicinata prossimità per il cittadino chediviene così il vero centro del sistema democratico).

Nell’ordinamento di tutti gli Stati Europei questo principio è stato accolto conconseguenze che hanno reso necessario rivedere l’assetto istituzionale. In Italia, lariforma del Titolo V della Costituzione rappresenta il recepimento di questo asset-to tra l’altro accogliendone il fondamento non soltanto sul piano istituzionale maanche storico, riconoscendo la preesistenza delle istituzioni locali rispetto a quellenazionali, come appunto attesta il cambiamento di formula che determina la fine deltradizionale ordinamento gerarchico. Non è più la Repubblica che si riparte – secon-

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Introduzione

Le modifiche introdotte dall’Europa nel concettodi autonomie locali: la nuova centralità dei comuni

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do un ordine gerarchico decrescente – in Regioni, Province e Comuni; piuttosto èla Repubblica che risulta costituita – in base all’ ordine funzionale crescente – daComuni, Unioni di Comuni, Città Metropolitane, Province, Regioni.

I mutamenti istituzionali conseguenti alle modifiche della Costituzione trasfor-mano in modo importante le dinamiche di funzionamento degli Enti Locali.

Sebbene alle modifiche del Titolo V non siano ancora seguite misure attuativein grado di trasformare le dichiarazioni di principio in criteri di funzionamento,tuttavia sussistono aspetti di rilievo che devono essere posti in evidenza.

La nuova enunciazione dell’art. 114, che sostituisce la formula “La Repubblicasi riparte in Regioni, Provincie e Comuni” con la nuova formula “La Repubblica ècostituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni edallo Stato”, con la differenza tra «si riparte» ed «è costituita» introduce un cam-biamento che non è soltanto di forma ma ha carattere sostanziale e ha reso neces-saria una radicale trasformazione dell’assetto istituzionale delle Autonomie Locali.

Ha avuto inizio così una nuova stagione estremamente interessante ma anchedifficile, in cui occorre saper tenere il passo con il sistema di una crescente compe-tizione tra territori, in un’economia di mercato che le istituzioni devono gestire conun ruolo di soggetto equilibratore e di mediazione delle tensioni sociali.

Il principio di sussidiarietà parte dal Comune, in quanto ente più direttamentevicino al cittadino, assegnando tutte le competenze inerenti la propria popolazione ed ilproprio territorio, il che significa certamente autonomia, ma comporta anche lanecessità di trovare le strutture, le capacità, le abilità per provvedere ad erogare iservizi e produrre le attività cui è chiamato.

L’autonomia implica una nuova dimensione che diviene necessaria al governolocale. Le condizioni di contesto richiedono equilibri di bilancio, rigore, rispettodei patti di stabilità. Il deficit spending – la spesa in disavanzo – non è che un ricordo diun passato ormai lontano e gli imperativi divengono sempre più quelli del conteni-mento della spesa pubblica, della riduzione dei costi, dei controlli interni, dell’effi-cienza nella gestione.

Su questo punto le critiche di sistema sono inevitabili, e parte della dottrina siinterroga sulla effettiva capacità di democrazia di base del sistema delle autonomielocali, di esprimere competenze professionali e, più ancora, di autogoverno.

L’applicazione pratica della sussidiarietà è concretezza, è saper operare conristrettezza di risorse, è ottimizzare la spesa intervenendo sugli sprechi; è, in ognicaso, far fronte alle necessità e ai bisogni della popolazione con un bilancio strimin-zito, nel continuo affanno.

Il principio astratto della sussidiarietà – e l’autonomia che ne costituisce l’imme-diato risvolto – è un sistema che assume la centralità dei Comuni come il più adeguato arappresentare interessi, esigenze e bisogni dei cittadini. Però, affinché questo sia effetti-

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vamente capace di comportare gli effetti di modernizzazione e di evoluzione del-l’ordinamento, il nuovo assetto delle Autonomie locali deve diventare una condi-zione effettiva e consolidare la capacità di autogoverno democratico il cui fonda-mento risiede nel concetto di responsabilità.

Il tema della responsabilità è costitutivo di una sana gestione, del buon andamen-to della pubblica amministrazione. Per ottenere questo “buon andamento”, nonoccorrono elementi straordinari: è sufficiente rispondere ai bisogni della collettivi-tà in modo armonico alle capacità di governo strategico e finanziario di cui l’Entedispone, tenuto conto che al Comune spettano tutte le competenze amministrativee gestionali. In questo senso, è necessario tenere il passo con il nuovo ordinamen-to e costruire le condizioni per una moderna ed attuale gestione dell’Ente Localecapace di una sana amministrazione sorretta da capacità manageriale e competenzanelle scelte.

In questo percorso di modernizzazione, gli Sportelli Europa rappresentano unavalvola sensibile di estrema importanza per l’Ente Locale: non solo perché costitui-scono il luogo di prossimità del Cittadino in relazione al diritto di accesso alle isti-tuzioni, ma anche perché questi Sportelli rappresentano il luogo effettivo di coor-dinamento e network inter istituzionale, assicurando in concreto la concatenazionedei diversi livelli di governo secondo il principio di sussidiarietà, in base al quale ilComune è la porta d’accesso alla dimensione provinciale, regionale, nazionale ecompiutamente europea.

Valorizzare il ruolo di coordinamento e di collegamento di queste strutture siaa livello locale subregionale che in relazione alle interazioni con le altre espressio-ni locali dell’Europa e del Mediterraneo è una chiave operativa di grande rilievo eimportanza, e questo lavoro di sintesi è la manifestazione oggettiva del rilievo cheva attribuito al fatto di connotare le nostre Città e i nostri territori in modo positi-vo, moderno, competitivo, compiutamente europeo.

In questo senso, il lavoro svolto dagli Sportelli Europa dei Comuni siciliani (chein questo volume sono rappresentati per l’area territoriale della Sicilia centro-orientale) secondo le indicazioni del Piano di Comunicazione FESR 2007/2013 emediante l’efficace coordinamento del Dipartimento Regionale per il collegamen-to con le Istituzioni Europee - Rappresentanza a Bruxelles per il tramite della reteEUROPE DIRECT, network della Commissione Europea, è un punto di snodo e dicomunicazione di grande rilievo che rappresenta un valore aggiunto per i territori,gli enti locali e i Cittadini che occorre utilizzare al meglio per imprimere nuovisignificati al concetto di cittadinanza e dare dinamismo allo sviluppo economico eculturale.

Sen. Avv. Raffaele StancanelliSindaco di Catania

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Il mondo contemporaneo appare sempre più come uno scenario a geometria varia-bile. La Sicilia è un pezzo d’Europa o un pezzo del Mediterraneo, dipende da comela si guarda. In realtà non si tratta di due aspetti differenti, ma di due sguardi com-plementari.

Il mondo globalizzato richiede una visione d’insieme. La piccola città non è ununiverso chiuso, è un pezzo di territorio che esiste in un universo di relazioni, doveappaiono la campagna e il sistema urbano, dove coesistono trazzere e autostrade,cogliere gli influssi del Mediterraneo e delle politiche dell’Unione Europea, dovetutto è collegato.

Il nostro scenario mediterraneo pone l’urgente necessità di infrastrutturazionedella Sicilia adeguata alle sfide poste dalla globalizzazione, prioritariamente in fun-zione della realizzazione della zona di libero scambio.

In modo complementare e sinergico, le politiche europee di sviluppo regionale,imperniate sui principi di sussidiarietà, integrazione e concentrazione hanno l’effet-to di rafforzare i temi dell’autonomia e del dialogo interistituzionale.

Questa esigenza è tanto più marcata quanto più il sistema delle autonomie loca-li delineato dalle riforme costituzionali lascia ancora largamente indeterminato ilrapporto tra i vari livelli di governo.

Il discorso formale sul “sistema delle Conferenze” non esaurisce il dibattito(Conferenza Stato-Città-Autonomie Locali; Conferenza Stato-Regioni eConferenza Unificata)1. Ciò non solo perché questo assetto è rimasto un modellodi riferimento che ha dato luogo a pochi esiti (tra l’altro anche per la conflittualitàdel ruolo della Commissione parlamentare per le questioni regionali, ma soprattut-to perché l’introduzione di questo nuovo modello di equilibrio interstituzionale(check and balances, per seguire l’esempio federale americano) richiede anche unequilibrio dinamico, comunicativo, di informazione.

Il concetto di autonomia locale sussiste se in concreto è presente una capacità didemocrazia di base che permette l’effettivo funzionamento del dialogo interistitu-

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Prefazione

Il metodo funzionalista e la cooperazione interistituzionale a livello locale: il ruolo strategico degli “Sportelli Europa”

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zionale e della sussidiarietà intesa come leale collaborazione tra Enti nell’interessedel Cittadino e dello sviluppo del territorio.

Se questa condizione è data, il federalismo ha tutti i requisiti per essere lo stru-mento mediante il quale la coesione tra i diversi livelli istituzionali può avveniresenza dover togliere autonomia e capacità ad alcuno, al contrario potenziando lacapacità di ognuno di noi di esprimere il meglio.

Le istituzioni, infatti, vivono nella misura in cui chi le interpreta possiede lacapacità di esprimere liberamente il suo pensiero e la sua vita civile ed economica.Le istituzioni esistono in funzione del cittadino e non viceversa. In questo senso,l’Unione Europea disegna un sistema di ampio respiro, dove le diverse parti che locompongono, con pari dignità, devono aver chiarezza su ruoli e funzioni, ed esserecapaci di intervenire positivamente sulla capacità di apportare benefici all’interocomplesso, assicurando un sistema di solidarietà che renda possibile la coesione,l’unità nella diversità.

Entrando in particolare, il contesto italiano dei Comuni è un mondo fortemen-te variegato, contrassegnato da una fortissima eterogeneità delle dimensioni degliEnti, che sono oltre 8100, di cui però soltanto 636 superano la soglia dimensiona-le di 15.000 abitanti, 2754 occupano la fascia compresa tra 15.000 e 3.000 abitanti,3.945 hanno meno di 3.000 abitanti e 768 scendono sotto i 750 (vedi grafico per leproporzioni).

Grafico 1. Dimensioni dei Comuni italiani, distribuzione. Dati elaborati da “Il sistema delle autonomie locali” di

Luciano Randelli, Il Mulino, 2007.

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Questo stato di cose rende necessaria l’applicazione di un altro principio di deri-vazione comunitaria, quello di differenziazione, espressione della compiuta consa-pevolezza che, contrariamente alle convinzioni della tradizione di derivazionenapoleonica dell’uniformità delle amministrazioni, applicare le medesime regole arealtà profondamente diverse per dimensioni, estensione, densità e parametrisocio-economici può condurre non ad una diminuzione ma ad un aumento delleineguaglianze sostanziali.

L’UE 27 presenta un numero di circa 100.000 entità territoriali (123 livelliregionali, 1.125 provinciali, 88.000 comuni) dotati di assemblee elettive ed organiesecutivi, che hanno il diritto e la capacità effettiva di regolamentare e amministra-re territorio e popolazione della propria sfera.

Il riconoscimento delle autonomie sussiste nella Carta dei Diritti Fondamentalicon specifico riferimento “…al mantenimento e allo sviluppo dei valori comunidell’Europa, nel rispetto dell’identità nazionale degli Stati membri e dell’ordina-mento dei loro pubblici poteri a livello nazionale, regionale e locale” e con specifi-co obbligo di recepire il diritto comunitario.

Dato questo assetto, le autonomie locali costituiscono nel sistema europeo unmeccanismo di bilanciamento tra strutture comunitarie e stati nazionali, di granderilevanza e di primissimo piano, in quanto risolvono il problema della “distanza”delle istituzioni europee (radicandosi, proprio per il tramite degli Enti Locali, sullarealtà del territorio) e trasformano il concetto di sovranità – tipico degli stati nazio-nali pre-europei – in un rinnovato concetto di partecipazione popolare.

Dopo i Trattati di Maastricht e Amsterdam, l’affermazione del principio di sus-sidiarietà ha vincolato gli Stati membri ad un più attento ascolto delle autonomie,che costituiscono il livello effettivo in cui viene messa alla prova la maturità demo-cratica del sistema.

Coerentemente al metodo funzionalista con il quale le Comunità Europee sonoriuscite a consolidare in modo graduale (a fronte di momenti di apparente stasi e diimpossibilità a procedere) i fondamenti di una più solida Unione, lo stesso metodoviene stabilito (con incentivi economici che si fondano in prevalenza sulle politichedi coesione e i relativi fondi strutturali) per gli Enti Locali.

Dire “metodo funzionalista” significa affermare intese tra Enti per esercitarefunzioni comuni e ricavare vantaggi in termini di maggiore efficienza ed economi-cità che derivano dalla cooperazione rispetto all’isolazionismo. Questo metodo, cheè la base storica della cooperazione europea a partire dalla Comunità del Carbonee dell’Accio, è ora proposto per la collaborazione interistituzionale a livello territo-riale degli Enti Locali.

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Ecco perché i documenti della programmazione regionale, nazionale e comuni-taria indicano in modo convergente che lo sviluppo delle Comunità Locali e delleAutonomie passa attraverso la capacità di progettare in modo coordinato e integra-to servizi e funzioni per affrontare le sfide della modernità ed essere in condizionedi sostenere competitivamente la propria presenza in un’economia di mercato.

Il principio della cooperazione interistituzionale trova affermazione nel nostroordinamento nelle disposizioni del Testo Unico (art. 33), che incentiva l’eserciziocoordinato di funzioni tra Enti Locali, specialmente tra i Comuni di minore dimen-sione demografica, con l’intendimento di definire ambiti sovracomunali per l’eser-cizio coordinato di funzioni e servizi.

Il metodo funzionalista viene trasferito come sistema procedurale di attuazione:così, al fine di favorire il processo di riorganizzazione sovracomunale dei servizilegati alle forme associative tra Comuni ai sensi dell’art. 34 comma 4 del TUEL,occorre aprire un sistema concertativo di dialogo comune finalizzato a costruireprocessi decisionali aperti in rapporto a funzioni, servizi, o anche alla realizzazionedi opere e interventi, per i quali è possibile avvalersi degli strumenti previsti dall’or-dinamento e, specificamente, delle risorse messe a disposizione dalla legge regiona-le 2/2002, art. 76 in favore delle forme associative, cumulabile con le altre incenti-vazioni statali, nonché compatibile con altre disposizioni di legge, quali ad esempiol’art. 56 della finanziaria 2004 in tema di organizzazione dei distretti produttivi.

Il punto di partenza di tali finalità comuni è individuabile nella definizione di unsistema territoriale omogeneo dal punto di vista economico, sociale e culturale,rappresentando pertanto un ambito ottimale per la gestione in forma associata difunzioni e servizi di competenza comunale ma di interesse sovracomunale, i cuiprincipali vantaggi della gestione associata di servizi sono riconducibili a:

• riduzione dei costi attraverso economie di scala;• accesso agli incentivi statali e regionali;• ampliamento della gamma dei servizi e crescita qualitativa;• innovazione dei modelli di gestione e aumento della flessibilità;• evoluzione del ruolo dell’Ente, degli interessi della comunità e delle compe-tenze.In ordine alle esperienze di partecipazione già svolte inerenti l’integrazione ter-

ritoriale (patti territoriali, pit, etc.), anche considerato ciò che nelle analisi socio-economiche viene definito il deficit di civicness dell’Italia meridionale (e cioè lacarenze in queste aree di relazioni strutturate da parte di organizzazioni della socie-tà civile) e la scarsa propensione alla collaborazione, è ragionevole ipotizzare diavviare l’esperienza associativa attraverso la gestione associata di pochi servizi.

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Si tratta in genere di scegliere quelli con impatto minore (ma non per questomeno significativo) sul personale dell’amministrazione e, in generale, della popola-zione, costruendo il consenso su questi e poi passando a un ambito via via più dif-fuso e più calibrato sulla dimensione del sistema territoriale di riferimento; che latecnologia e la formazione mirata possono avere un ruolo importante nella costru-zione di servizi associati, con valore innovativo e proiettivi nella logica dello svilup-po integrato.

Gli Sportelli Europa hanno un ruolo decisivo in questo senso, costituendo cen-tri di competenza (expertise) che hanno la possibilità di fare da collante in rappor-to ai soggetti privati, agli imprenditori, ma anche alle ONG (organizzazioni nongovernative), alle OSC (organizzazioni della società civile) e al mondo della scuola,dell’università, della formazione professionale e dell’apprendimento permanenteper tutte le categorie di cittadini, garantendo un approccio orientato a formareeffettivamente la società della conoscenza e del sapere condiviso.

In altre parole, gli Sportelli Europa in quanto centri di competenza e di orien-tamento, costituiscono un fattore di democrazia di base, essendo strumenti di effet-tivo accesso alle informazioni da parte del cittadino, specialmente laddove lo spor-tello si configura come uno spazio pubblico che offre connettività – e cioè accessoa internet – e servizi di orientamento e assistenza nella selezione e gestioni di infor-mazioni legate a temi europei.

Avv. Francesco AttaguileDirigente Generale Regione Siciliana

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L’inizio del XXI secolo ha un andamento tortuoso e complesso. Il mondo è appa-rentemente più ricco e più libero, ma è anche più diviso fra ricchi e poveri e sem-bra rotolare in caduta libera, nella derivadi un a globalizzazione senza regole e diun pianeta ingovernabile.

La forza delle istituzioni – dall’ONU al più remoto municipio – è duramentemess a alla prova da una molteplicità di fattori, il primo dei quali è la fase di reces-sione che le economie occidentali stanno vivendo, che significa crisi finanziaria,problemi di liquidità, alto tasso di indebitamento e stipendi bassi.

È in un contesto di perdita di consenso delle istituzioni nazionali che sonomaturati i “no” dei referendum in Francia e Olanda, che hanno bloccato laCostituzione Europea, e il più recente “no” dell’Irlanda, che ha dato lo stop persi-no al più modesto e ridimensionato progetto di revisione dei trattati.

In questo momento di crisi, sarebbe certamente più semplice stare dalla parte dichi sostiene che l’Europa non serva a nulla, che è solo una burocrazia in più rispet-to a quelle già fin troppo pesanti dello stato e delle regioni.

Questo modo di guardare le cose serve senz’altro a scaricare la responsabilità suun livello esterno, serve a dire che “il problema sono loro”, serve a non guardare infaccia la realtà e a continuare con una demagogia che è facile preda di istinti popu-listi e quindi produce facile consenso.

Sostenere invece che l’Europa è nata per garantire stabilità economica, perporre fine alla guerra nel continente, per garantire una vita nel rispetto dei dirittiumani e civili, per garantire a tutti di poter crescere materialmente, intellettiva-mente e spiritualmente, ecco, questo è più difficile.

Anche se è la verità storica. Anche se è l’eredità legittima del Manifesto diVentotene, del documento concepito nel momento più buio della storia d’Europa,dal confino mentre infuriava la guerra mondiale, in un momento in cui la speranzasembrava un’idea vana. Eppure è lì che si possono trovare i presupposti ideali chehnno animato l’Europa di questi ultimi cinquant’anni: ideali di cooperazione e dipace, di temperamento degli egoismi nazionali, di armonizzazione di esigenze con-trapposte. Un processo che si è verificato storicamente, che rappresenta un succes-

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Presentazione

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so senza precedenti. Anche se adesso, la fase congiunturale è complessa e segna unrallentamento. Anche se dagli Stati Uniti ci guardano stupiti e non si capacitano dicome un popolo abbia potuto dire “no” a una Costituzione che, se adottata, avreb-be affermato il più elevato livello di diritti del cittadino che sia mai stato storica-mente tutelato e legalmente garantito.

Come ha scritto Jeremy Rifkin “La parte più difficile è convincere gli europeiad appassionarsi ai propri diritti”.

Il problema non è nuovo: già negli anni ’30 del secolo scorso Aldous Huxley (cuimolto deve il Grande Fratello mediatico descritto da George Orwell in “1984”)preconizzava un futuro in cui la verità sarebbe divenuta totalmente indistinguibiledalla propaganda e, anzi, la propaganda, mescolando il vero e il falso nel cocktailinebriante del verosimile, avrebbe vinto tutto, perchè sembra più vera della verità.

Di fronte al nuovo consolidarsi degli egoismi nazionali è ancora più stridenteparlare del diritto all’acqua, un bene collettivo e universale che – in quanto tale –dovrebbe essere caratterizzato dalla non-rivalità e dalla non-esclusione, così comerischia di apparire un vuoto cedimento alla retorica la celebrazione dei sessant’an-ni di vita della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclamata dalleNazioni Unite nel 1948.

L’Unione europea ha assistito in una posizione difensiva al precipitare deglieventi, essendosi tuttavia presentata al negoziato (a quale negoziato ?) in ordinesparso con la malcelata speranza di alcuni Paesi membri che esso fallisse per colpadi altri.

Che Unione è mai questa, se non ha il coraggio di disseminare nel mondo i valo-ri che costituiscono le sue radici, come la pace, la solidarietà e la dignità della per-sona umana?

“I muri tra paesi ricchi e paesi poveri non possono stare in piedi” ha dettoBarack Obama a Berlino, puntando su un tema di solidarietà che fa parte dellanostra storia, della storia dell’Europa. E non va dimenticato che per decenni, neldiciannovesimo e poi nella prima metà del ventesimo secolo, l’Europa ha dissemi-nato nel mondo i suoi emigrati alla ricerca di solidarietà e di dignità umana. Eccoperché l’Europa non può rifiutare oggi la solidarietà e la dignità umana ad altri emi-grati.

La crisi di questa Europa della coesione sociale desta preoccupazione. Gli ulti-mi dati sulle percentuali di aiuto allo sviluppo, diffusi dal commissario LouisMichel, sono impressionanti per il loro arido messaggio che indica come la mag-gior parte dei Paesi membri dell’Unione europea abbia scelto di non attenersi alladecisione presa quando – tutti insieme – adottarono gli “obiettivi del millennio”.

Il trattato di Lisbona è un testo privo di retorica, e retorica non era certo lacostituzione europea che, frettolosamente, è stata accantonata dai governi senzaaver approfondito le ragioni del “no” francese ed olandese.

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Gli Stati nazionali, dopo il “no” irlandese, hanno ripreso con maggior veemen-za la facile critica all’Europa tecnocratica che imporrebbe le sue decisioni a cittadi-ni inconsapevoli e quella pseudo-neutralità con cui i governi si mettono al riparodai rischi di dissenso finisce sistematicamente per esporre le istituzioni europeecome un bersaglio del dissenso popolare.

In Italia, paese di pluriannuale tradizione europeista – la fiducia dei cittadiniverso l’Unione europea è precipitata dal 50% al 39%, ma il consenso verso le isti-tuzioni europee si è mantenuto nella media europea (50% per il Parlamento diStrasburgo e 48% per la Commissione di Bruxelles) mentre solo un italiano su 60dichiara di nutrire fiducia nel Parlamento italiano ed un italiano su 77 nel governonazionale.

Nonostante le nuove ondate di critiche verso l’Unione europea, la percentualedei nostri concittadini che nutrono fiducia in “Bruxelles” è cresciuta del 2% cosìcome è cresciuto il numero di chi ritiene che pezzi importanti della nostra vita quo-tidiana debbano essere affidati al “governo dell’Europa”.

Il trattato di Lisbona approvato dal Parlamento italiano non è intriso di irriden-te retorica ma permette di rafforzare i poteri democratici del Parlamento diStrasburgo nelle materie in cui il Consiglio dei ministri dell’UE potrà votare amaggioranza, attribuisce competenze all’Unione in aree politiche essenziali comel’energia e l’ambiente ed amplia i diritti dei cittadini e di tutti coloro che vivono sulnostro territorio.

Noi siamo convinti che, dopo anni di difficili negoziati, il trattato di Lisbonarappresenta un buon punto di partenza per una nuova tappa dell’integrazione euro-pea, a condizione che i governi siano pronti a rispettarne e a farne vivere le inno-vazioni con spirito di costruttiva solidarietà.

Al Parlamento Europeo spetterà il compito di verificare che il nuovo trattato siain grado di dare risposte a quel che i cittadini si attendono dall’Europa e, in casocontrario, di aprire senza indugi una nuova fase di riforma dell’Unione europea.

Ecco perché una corretta, compiuta e adeguata comunicazione europea a livel-lo del territorio, a contatto con i cittadini, è più che mai necessaria. In gioco sonoi nostri diritti, il futuro delle nostre città, la nostra vita stessa. Occorre passare daun gioco di propaganda politica ad una informazione autentica, occorre fare capireche il fine dell’Europa è pace e stabilità, rispetto e reciproca comprensione. Eccoperché per ogni Comune uno Sportello Europa è fondamentale. È la consapevolez-za di essere in rete, è la coscienza di essere Europa.

Pier Virgilio DastoliDirettore della Rappresentanza in Italiadella Commissione Europea

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La scelta esercitata dal Comune di Catania di avvicinare la sfera delle politiche diinformazione e comunicazione su tema europeo alla competenza della famiglia edelle politiche sociali esprime un’idea molto significativa del mutamento di pro-spettiva che incontrano i dibattiti sullo sviluppo sostenibile nel nostro tempo.

Non soltanto la coscienza ambientale si va diffondendo come elemento neces-sario di fronte alle emergenze del pianeta (il riscaldamento climatico, la sostenibi-lità delle opere strutturali e infrastrutturali come capacità di produrre incrementodi benessere cui non sia conseguente inquinamento e insalubrità dell’ambiente), maancor più questo tema si estende e si rende complesso al punto che i più avvertiticommentatori dei fatti della nostra contemporaneità si accorgono che tutto questoè infondato se non si parte da una consapevolezza sociale, civile, il cui nucleo indis-solubile è dato dalla struttura primaria dell’apprendimento, la cellula fondamenta-le di socializzazione che è, appunto e insostituibilmente, la famiglia.

Questa lettura rende immediatamente chiaro che, prima ancora che parlare disostenibilità ambientale, occorre parlare di una sostenibilità sociale che, con le suefunzioni di educazione, avvio all’apprendimento, all’istruzione e alla coscienza civi-le, costituisce precondizione a qualsiasi nozione di sostenibilità. Non ci può essereraccolta differenziata, non ci può essere governance, non ci può essere nozione disfera pubblica se non c’è un contesto sociale orientato a costruire e condividere emantenere alto questo livello di consapevolezza

La fase attuale della congiuntura macroeconomica mondiale legittima e avvalo-ra questa costruzione. La crisi della finanza speculativa e degli interventi aggressi-vi in economia, la necessità di rivedere le teorie monetariste in funzione di un ritro-vato meccanismo keynesiano adeguato al nostro tempo, la rivisitazione dell’inter-vento pubblico in economia rendono necessaria una ridefinizione della stessa ideadi Europa, che non può modellarsi esclusivamente in funzione di interessi conti-nentali e atlantici – del resto attualmente in profonda crisi – ma deve acquisire unnuovo sguardo rispetto al welfare sulla base della lezione tedesca ma anche con uno

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Premessa

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sguardo più attento al complesso mondo di scambi di solidarietà che è infine ilMediterraneo.

Queste ragioni danno la misura dell’accortezza di questo orientamento dell’at-tuale Amministrazione, che peraltro trova una singolare coincidenza nel fatto cheai livelli successivi della sussidiarietà, il recente avvicendamento del Direttore dellaRappresentanza della Regione Siciliana a Bruxelles sia adesso incaricato delDipartimento Regionale alla Famiglia, circostanza che rafforza il senso e l’esito isti-tuzionale delle scelte esposte e della chiave interpretativa che si ritiene di adottare,considerata la nostra condizione di territorio europeo ex obiettivo 1 (priorità con-vergenza) e la naturale inclinazione al dialogo con i Paesi transfrontalieri delMediterraneo.

Proprio in questa funzione – ed è questo il significato dell’accostamento di dueprogrammi significativi nell’ambito della comunicazione istituzionale sui temieuropei – sta la forza del discorso e la legittimità dell’operazione di interpretazionedel ruolo dei Centri Europe Direct di Catania e di Ragusa – che non solo è oggipartecipe di questo evento in modo attivo, con la presenza del suo Sindaco che èanche presidente della commissione Mediterraneo e Cooperazione – come stru-menti di costruzione di una sfera pubblica europea a livello locale, le cui metodo-logie sono oggetto di esportazione di modelli di governance in rapporto ai partnermediterranei – e qui il riferimento è prioritariamente al progetto MEDPACT dicooperazione in corso, ma anche a possibili e ricercati sviluppi futuri.

La prospettiva di chi ama l’idea di libertà insita nel nome Europa, conduce ariguardare il principio di sussidiarietà e di vicinanza delle istituzioni al cittadinoaffermando che le città hanno un ruolo più che mai importante. Le città sono ilvero centro strutturante e organizzatorio di tutte le relazioni e, per le caratteristi-che geopolitiche e storiche della Sicilia e del Mezzogiorno, inducono la lettura dellaloro azione in termini di funzione sociale e solidarietà. Il mutato scenario internazio-nale, il nuovo corso americano, la crisi economica generale e il fallimento del libe-ro mercato, rilancia una lettura del federalismo che ne affranca i contenuti da pro-spettive aridamente economicistiche e riporta all’attenzione il tema fondamentaledella libertà del cittadino, che può trovare compimento soltanto attraverso la con-divisione del benessere e la solidarietà dell’integrazione sociale, temi che specie nel-l’area mediterranea sono fondamentali.

In questo senso, le città costituiscono un’istanza di libertà e di autonomia che sicontrappone alla logica centralistica e monetaria del nazionalismo. È importantericordare che uno dei documenti più significativi del pensiero europeista, ilManifesto di Ventotene, indica proprio il nazionalismo quale causa diretta dei dueconflitti mondiali del secolo scorso. Per richiamarne un passaggio, in quel docu-

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mento si legge: “...lo stato, da tutelatore della libertà dei cittadini, si è trasformato inpadrone di sudditi, tenuti a servirlo con tutte le facoltà per rendere massima l’efficienza bel-lica. Anche nei periodi di pace, considerati come soste per la preparazione alle inevitabiliguerre successive, la volontà dei ceti militari predomina ormai, in molti paesi, su quella deiceti civili, rendendo sempre più difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi”.

Queste parole sono ancora attuali, sia se guardiamo a certe tentazioni delle clas-si egemoni all’interno degli stati europei in questa fase di recessione dell’economia,e ancor più se guardiamo al deficit di democrazia e di libertà che purtroppo anco-ra sussiste nell’assetto nazionale dei Paesi non europei del Mediterraneo. Con que-sto sguardo, rivolgere l’attenzione a percorsi di dialogo sociale e istituzionale – coe-rentemente con le strategie di comunicazione, informazione e diffusione delleIstituzioni Europee e in particolare attraverso il circuito Europe Direct – significaanche dare contenuto concreto alla collaborazione tra Città del Mediterraneo in unpercorso di raggiungimento di standard europei di libertà e democrazia che sono lecondizioni per strutturare le relazioni dei territori nella dimensione di “sfere pubbli-che” reciprocamente interrelate e ottenere un’area di comunicazione effettivamen-te capace di scambiare commerci e cultura come è avvenuto nei secoli d’oro del pas-sato.

Da questa prospettiva, progetti apripista come il programma Medpact / Stream -in cui la città di Catania è impegnata come soggetto capofila di un partenariato cheimpegna le città di Betlemme (West Bank), Fès (Marocco), Valencia (Spagna), e irappresentanti delle Rete delle Città Strategiche (ReCS) e della Fondazione deiComuni d’Europa Anci/Ideali – rivestono il ruolo di costituire situazioni di diffu-sione e incremento di progetti comuni con i governi locali delle città transfronta-liere, che, nelle zone transfrontaliere del Mediterraneo, è naturalmente orientato asviluppare la dimensione del dialogo sociale in funzione di prospettive comuni disviluppo condiviso e costituisce il modo più attuale di utilizzare i fondi europei inprospettiva di utili investimenti.

Marco BelluardoAssessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali del Comune di Catania

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La comunicazione dei fondi europei è una delle attività che, ormai da svariati anni,l’Unione Europea ha “richiesto” agli organismi di gestione dei Programmi europei,stati membri e regioni, con l’intento di conferire la dovuta trasparenza e la neces-saria visibilità tanto dei processi che governano l’utilizzo di tali risorse quanto degliesiti che da essi scaturiscono. Obiettivo: spingere, indurre tutte le pubbliche ammi-nistrazioni europee a comunicare ed a farlo in modo omogeneo quale metodo dilavoro collaudato, prassi abituale.

È, infatti, già a partire dal periodo di programmazione 1994-1999 che Statimembri e regioni, nel tentativo di seguire le indicazioni fornite dalla Commissioneeuropea, pongono in essere le prime azioni di comunicazione dei loro programmioperativi che, però, in tale fase prodromica si presentano globalmente disorganiche.Trae origine, con ogni probabilità, da tali risultati “insoddisfacenti” la necessità diregolamentare specificamente il settore della comunicazione dei fondi europei.

L’importante passo è compiuto il 30 maggio del 2000 con l’adozione del Rego-lamento comunitario n. 1159. Tale regolamento, autentica pietra miliare in mate-ria di comunicazione europea dei fondi strutturali, non soltanto impone agli statimembri di dar vita ad azioni informative e pubblicitarie strettamente relate tra loroe di natura sistemica – tali da poter assumere la veste formale di un vero e proprio‘Piano di comunicazione’ – ma ne disciplina, altresì, le modalità di realizzazione.Vengono, insomma, fissati in modo inequivoco, principi e dettagli degli interventiche ogni Autorità di Gestione, nel nostro caso le regioni, deve porre in essere nelcorso dell’attuazione dei programmi comunitari. Si passa, in poche parole, ad unobbligo comunitario “regolamentato”, con tutte le conseguenze per la pubblicaamministrazione che da tale dovere derivano sia in termini di attività da svolgereche di procedure da porre in essere.

Così, nel 2001 viene adottato dalla Giunta regionale di Governo il Piano dicomunicazione del Por Sicilia 2000/2006. Il documento, redatto dal Dipartimentoregionale della Programmazione con la collaborazione del Ministero dell’Eco-

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Il Piano di Comunicazione del PO Fesr Sicilia2007/2013

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nomia, recepisce in toto le indicazioni formulate dal Regolamento comunitario1159 del 2000, sviluppandone precipuamente l’aspetto gestionale e quello territo-riale. È questa una corretta intuizione. Qualunque processo volto alla gestione diflussi informativi necessita, infatti, di una solida organizzazione della struttura chelo governa. Da qui, una specifica attenzione verso l’organismo di coordinamentodel Piano ed il suo assetto.

Sin dalla sua costituzione, ovvero da oltre sei anni, il coordinamento esecutivodel Piano di comunicazione del Por Sicilia è stato curato da 3 dipendenti dell’am-ministrazione in servizio presso il già citato Dipartimento della Programmazione,nei primi due anni coadiuvati da una società incaricata di fornire assistenza tecnicae, successivamente, da due soggetti esterni assunti a tempo determinato.

Ma, al di là della disamina qualitativa e quantitativa relativa alla struttura dicoordinamento, la più significativa considerazione emersa in questi anni dal puntodi vista gestionale riguarda la circostanza per la quale, per la prima volta, l’attuazio-ne del Por ha coinvolto l’amministrazione regionale nella sua interezza e non uni-camente una parte di essa. Evenienza questa che ha fatto sorgere un quesito: “Comeoperare entro l’amministrazione regionale per rendere fruibili all’esterno le infor-mazioni sul Programma?” Un’attenta riflessione su questo interrogativo ha spintol’amministrazione a strutturare le attività secondo i dettami della ‘comunicazioneintegrata’. Attraverso una rete di comunicazione, composta da funzionari dei varidipartimenti coinvolti nell’attuazione del Por, si è operato per il raggiungimento diuno degli’obiettivi specifici indicati nel Piano di Comunicazione, ovvero la “creazio-ne di un efficiente sistema di comunicazione interna tra i soggetti dell’amministrazioneregionale”. A tal proposito, nel 2002, a seguito di una serie di incontri tra l’Autoritàdi gestione e i vari dipartimenti, viene costituita la rete dei referenti dei dipartimen-ti regionali per la comunicazione del Por Sicilia 2000/2006. I compiti della rete e,segnatamente, dei referenti che la compongono sono, già ad un primo esame, gra-vosi.

Infatti i referenti – il cui elenco dei nominativi comprensivo dei rispettivi reca-piti è stato inserito nel sito www.euroinfosicilia.it alla voce “soggetti” – oltre adesercitare una azione di raccordo tra i rispettivi dipartimenti di appartenenza e ilcoordinamento esecutivo del Piano di comunicazione nonché oltre ad esercitareuna continua azione di sensibilizzazione all’interno dell’amministrazione sull’im-portanza dell’informazione, sono stati punti informativi di riferimento all’esterno,per i cittadini, relativamente ai loro specifici settori di competenza.

Le difficoltà in questo percorso non sono, però, mancate. Nonostante i componenti dellarete si siano nel complesso mostrati all’altezza del compito loro affidato e, soprattutto, nono-stante abbiano intrapreso quel percorso di “consapevolezza del processo di relazionalità”,

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l’estrema rilevanza dell’attività legata alla comunicazione non è stata talvolta compresafino in fondo da alcuni di essi che, probabilmente oberati dalla gestione e monitoraggio degliinterventi finanziati con il Por, non hanno inserito la comunicazione delle azioni di lorocompetenza tra i percorsi lavorativi quotidiani, rendendo così non sempre e non del tuttoagile e tempestivo il flusso di informazione.

La scelta di ‘far rete’ ha investito anche altri strumenti di comunicazione ester-na. Così, a completare il percorso di comunicazione integrata che si è inteso svilup-pare e tenuto conto che l’attività di comunicazione interessava principalmente il ter-ritorio siciliano, si è ritenuto di aggiungere un altro anello alla catena di lavoro, alfine di dare maggior forza e vigore al sistema di comunicazione adottato e conferir-gli una più elevata efficacia. Tale ulteriore tassello è stato rappresentato da tutti ipotenziali beneficiari delle informazioni. A tal fine è stato costituito il Partenariatodella Comunicazione, rete informativa territoriale istituita tra l’amministrazioneregionale e soggetti operanti in Sicilia, tanto pubblici che privati, a vario titolo inte-ressati al settore dei fondi europei. Il Partenariato della Comunicazione ha rispostoal duplice scopo di fornire all’Amministrazione la possibilità di dare una più ampia ecapillare diffusione delle informazioni sulle opportunità offerte dal POR – attraver-so l’attivazione di sportelli informativi presso i soggetti aderenti – ma ha, al contem-po, consentito ai Partner l’accesso a canali privilegiati di formazione e informazionesu modalità e processi di attuazione del POR Sicilia 2000/2006.

I risultati sono stati importanti e di grande utilità sono state anche le criticitàregistrate che hanno permesso di affinare, ottimizzandolo, tale strumento per ilciclo di programmazione 2007/2013. Se è vero, infatti che sono state più di 300 leistituzioni coinvolte nella sottoscrizione del protocollo sino ad oggi, bisogna ogget-tivamente registrare che sono stati realmente operativi circa 100 partner e che glisportelli aperti risultano essere meno di cento. D’altronde bisogna parimenti osser-vare che molti degli enti oltre a svolgere il loro ruolo di disseminazione delle atti-vità e informazioni sul Por Sicilia, hanno fornito supporto logistico per i seminarinonché spunti di riflessione ed utili suggerimenti sulle azioni di comunicazione chesi sono realizzate in questi anni. Le componenti che hanno, però, maggiormentecondizionato una altrimenti eccellente performance di tale rete sono stati l’assenzadi un’attività di rilevazione relativa al grado di coinvolgimento del territorio (man-canza del feedback da parte dei destinatari finali delle informazioni) e una difficol-tà a gestire il governo della rete del Partenariato originata dall’assenza di alcuniindispensabili strumenti (i.e. intranet) e di risorse appositamente dedicate.

Ciò detto, il Partenariato della Comunicazione può, senza dubbio alcuno, esse-re definito una soluzione organizzativa e comunicativa intelligente ed efficace pro-prio per la capacità, di cui tale strumento ha dato prova, di mobilitare e mettere in

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rete una pluralità di soggetti che, seppur eterogenei, sono protesi alla realizzazionedi un comune obiettivo condiviso. In sintesi, soggetti pubblici e privati che lavora-no insieme alla promozione di tutte le opportunità offerte dai fondi strutturalieuropei nel territorio siciliano.

Il Piano di Comunicazione del Por Sicilia 2000/2006 ha, dunque, dato vita adun attività costante, che si è dipanata lungo tutta la durata del Programma ed ha,altresì, dato vita alla altrettanto costante realizzazione secondo una concezionemultitasking di molteplici e tra loro differenziati prodotti di comunicazione. Taliimportanti risultati sono stati conseguiti, pur tra varie difficoltà organizzative, gra-zie all’utilizzo di competenze e relazioni diffuse ed alla collaborazione tra uffici, chelavorando insieme hanno consentito di raggiungere l’obiettivo fissato. La comuni-cazione dei fondi strutturali ha permesso, dunque, di instaurare percorsi virtuosiche altrimenti forse non si sarebbero realizzati.

Ma il risoluto impegno a ‘comunicare l’Europa’ e le opportunità da essa offertenon si è esaurito in quanto sin qui illustrato. Infatti, nel corso dell’attuazione deiPiani di Comunicazione dei Programmi Operativi delle diverse regioni, il dibattitosulla rilevanza dei temi dell’informazione, della visibilità e della trasparenza non siè mai arrestato ed anzi è proseguito arricchendosi sempre più di nuovi elementi.Negli ultimi anni, in particolare, tutte le istituzioni dell’UE hanno dato nuovo rilie-vo alla comunicazione, individuando in essa una delle leve strategiche delle proprieazioni, conferendole un autonomo ruolo politico e non già connotandola soltantocon la caratteristica della trasversalità. È pur vero che il ricorso alla comunicazionepubblica, interpretata soprattutto quale strumento di trasparenza, risulta a livelloeuropeo particolarmente complesso poiché si scontra con il problema della fram-mentazione linguistica e culturale del territorio dell’Unione. Ma, probabilmente,proprio tale frammentarietà è stata uno dei motivi forti che, unitamente alle ‘falli-te’ prove di consenso dei referendum olandesi e francesi sulla costituzione europea,hanno indotto le istituzioni comunitarie a dare un ulteriore vigoroso impulso al set-tore della comunicazione. Nei fatti, questa volontà si è tradotta in nuove indicazio-ni regolamentari fornite dalla Commissione.

Il nuovo regolamento destinato all’attuazione di fondi strutturali europei per ilperiodo 2007/2013, Regolamento CE 1828/2006, dedica alla comunicazione iprimi dieci articoli. Già la collocazione di questo tema quale incipit del dettatoregolamentare evidenzia la scelta degli organismi comunitari di attribuire carattereprimario alla comunicazione. In aggiunta, le specifiche inserite sono decisamentepiù stringenti rispetto a quelle del precedente regolamento europeo. Un esempioper tutti: l’obbligatorietà per le Autorità di gestione di pubblicare sul sito web lalista dei beneficiari degli interventi corredata dal nome delle operazioni e dall’enti-

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tà del finanziamento ricevuto. Forse eccessivo dettare per via regolamentare unasimile azione che nel rispetto degli obiettivi di trasparenza e visibilità, avrebbe ‘aregime’ già dovuto essere praticata in tutti i programmi operativi. Ma nel passatociò non è avvenuto e, quindi, ‘dovere’ obbligatoriamente dare esplicita menzionecirca l’identità dei soggetti che hanno avuto accesso alle risorse e l’entità del cofi-nanziamento rappresenta anche, per la Sicilia, un deciso passo in avanti nella dire-zione della trasparenza delle procedure e della piena riconoscibilità degli interven-ti europei effettuati nel territorio.

Ed è proprio nel solco della trasparenza delle procedure e della riconoscibilitàdel ruolo dell’UE che si innesta il nuovo Piano di Comunicazione del ProgrammaOperativo Fesr Sicilia 2007/2013.

L’esperienza del periodo di programmazione 2000/2006 ha rivelato, elementodesunto anche attraverso indagini svolte nei diversi territori, che i cittadinidell’Unione non sono sufficientemente consapevoli del fondamentale apporto chel’UE fornisce grazie al finanziamento di programmi destinati a potenziare la com-petitività economica, a creare posti di lavoro e a rafforzare la coesione interna. Percolmare tali lacune nell’informazione e per conferire la massima notorietà agliobiettivi ed alle priorità che il Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013della Regione Siciliana si è dato, si è ritenuto necessario intervenire sulle politichedi comunicazione. In un tale scenario, se da una parte è essenziale che le azioni d’in-formazione e pubblicità sugli interventi strutturali comunitari abbiano come finali-tà principale la garanzia della massima trasparenza nell’impiego delle risorse finan-ziarie, risulta parimenti indispensabile che ciò avvenga in un contesto di grandevisibilità del ruolo svolto dall’Unione Europea in Sicilia.

In ragione di ciò, nel Piano di comunicazione da un lato si ribadisce il principiodella trasparenza – tanto accrescendo l’informazione ai potenziali beneficiari sullepossibilità di finanziamento offerte attraverso i fondi quanto facendo rispettare lespecifiche disposizioni regolamentari – dall’altro nel documento di comunicazionesi rafforza il concetto della visibilità degli interventi. In relazione a questo secondoaspetto, viene responsabilizzata maggiormente l’Autorità di Gestione che dovràtenere durante tutto il periodo un comportamento attivo indirizzato alla piena vei-colazione dei risultati raggiunti in Sicilia con i fondi europei attraverso le azioni dipubblicità e promozione degli interventi (pubblicazione lista interventi sul sito web,divulgazione di progetti interessanti su televisione, radio, stampa etc.). L’effettivarealizzazione di quanto descritto verrà garantita da un attento e costante monito-raggio dell’efficacia delle azioni di comunicazione. Ma non solo. Saranno specifica-mente coinvolti i potenziali beneficiari, non unicamente in materia di cartellonisti-ca o di adempimento degli obblighi regolamentari di comunicazione, ma anche in

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direzione di una piena collaborazione nella esecuzione delle azioni di comunicazio-ne previste nel Piano. Infatti, l’obbligo di rispettare quanto disposto nel Piano e diprestare la necessaria collaborazione per la riuscita delle azioni in esso previste saràclausola appositamente indicata nei contratti e/o convenzioni con i soggetti bene-ficiari e, quindi, avrà carattere di cogenza.

Inoltre, in aggiunta alle disposizioni regolamentari in materia di trasparenza evisibilità ed alla scelta di rafforzare la promozione del ruolo dell’UE in Sicilia, biso-gna tenere conto che la programmazione regionale del FESR fa riferimento agliobiettivi e alla strategia comunitaria di Lisbona. Le politiche di questa programma-zione e, conseguentemente, la relativa comunicazione si concentrerà, quindi, anchesui seguenti aspetti:• rendere il settore dell’imprenditoria maggiormente concorrenziale;• promuovere la cultura imprenditoriale e creare un contesto favorevole

alle PMI;• aumentare e migliorare gli investimenti nel campo della Ricerca• favorire l’innovazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie• favorire l’uso sostenibile delle risorse e migliorare la protezione dell’ambiente;• contribuire a consolidare la base industriale locale.

Oltre che sui temi della Strategia di Lisbona, le azioni di informazione e pubblicità ver-teranno, poi, anche sulle priorità di intervento del PO:• la rete di trasporto ferroviaria e stradale; • il rischio idrogeologico, sismico, vulcanico, industriale e ambientale;• la valorizzazione dei beni e delle attività culturali per aumentare l’attrattività

dei territori;• il potenziamento del tessuto imprenditoriale siciliano oltre che dei servizi

urbani nelle aree metropolitane e nei medi centri.

Il Piano di Comunicazione fa propri tutti questi obiettivi e, grazie alle azioniin esso previste, mira a fornire a tutti gli individui, secondo un criterio di pariopportunità, le medesime possibilità di conoscenza e fruizione delle “opportunitàeuropee”.

Da rimarcare, infine, l’indicazione nel Piano del rispetto delle caratteristiche diaddizionalità e concentrazione dei fondi strutturali europei. In tal senso, la strate-gia di informazione prevede che venga evidenziato e correttamente divulgato allapubblica opinione il carattere aggiuntivo che le risorse comunitarie hanno rispettoalle risorse pubbliche nazionali destinate ai medesimi obiettivi.

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Precisate le strategie di comunicazione di riferimento, per il raggiungimentodegli obiettivi del Piano di Comunicazione è stato individuato, soprattutto qualeelemento di carattere metodologico, un migliore utilizzo dello strumento partena-riale. Si è pensato di modulare il partenariato economico-istituzionale verso sog-getti, con adeguate competenze, capaci di fornire un utile supporto nella predispo-sizione delle attività di informazione e comunicazione.

Attraverso le reti di informazione territoriali già esistenti, sia a livello regionaleche nazionale ed europeo, verranno promosse le azioni che saranno poste in esserecon il PO oltre a quelle specifiche del Piano di comunicazione.

In particolare, collaborando con il coordinamento esecutivo del Piano i nodidella rete regionale funzioneranno da tramite con il territorio nella promozionedelle iniziative di comunicazione e, principalmente, nella ricezione e resa delleinformazioni su opportunità, procedure e risultati delle azioni legate al PO. A talefine, si utilizzerà il già esistente strumento del Partenariato della Comunicazionedel Por Sicilia 2000/2006, implementandolo e razionalizzandolo in direzione di unchiaro riscontro di flussi informativi con il territorio e di un ruolo particolarmenteattivo degli enti locali nella gestione del processo di comunicazione “a rete”. Saràposta maggiore attenzione, a differenza di quanto avvenuto nella passata program-mazione, all’informazione di ritorno dal territorio che è necessario termometrorilevatore dell’efficacia delle azioni di comunicazione.

I soggetti coinvolti nell’attività della comunicazione ‘a rete’ continueranno asvolgere la funzione di sportelli informativi nel territorio, fornendo informazionichiare e dettagliate ai potenziali beneficiari e ai comuni cittadini. In particolare,dovranno essere illustrati:• condizioni di ammissibilità da rispettare per poter beneficiare del

finanziamento nel quadro del programma operativo;• procedure d’esame delle domande di finanziamento e delle rispettive

scadenze;• criteri di selezione delle operazioni da finanziare;• soggetti di riferimento a livello nazionale e regionale.

Nella nuova programmazione maggiori competenze, in termini soprattuttogestionali, sono attribuite agli enti locali dell’Isola che, di conseguenza, sarannoancor più coinvolti nel processo di comunicazione a rete. Province e Comuniavranno un ruolo particolarmente attivo nel monitoraggio del loro territorio, svol-gendo il compito di “nodo” privilegiato nell’interazione con i soggetti attivi e pas-sivi territorialmente vicini.

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Ulteriore elemento di novità presente nel Piano è rappresentato dalla decisionedi ”sfruttare” le collaborazione con altre reti o punti informativi già esistenti sul ter-ritorio regionale, nazionale e comunitario. Si è guardato, in questo caso, agli spor-telli europei operanti nei comuni siciliani, all’attività di informazione comunitariasvolta dal FORMEZ, alla rete di informazione europea INFORM, coordinata dallaDG Politiche regionali e agli sportelli di informazione comunitaria “EuropeDirect” esistenti in Sicilia. In particolare, si è voluto valorizzare l’esperienza di que-sti ultimi, specialisti del settore della comunicazione europea nel nostro territorio,coinvolgendoli direttamente nell’attività del Partenariato della Comunicazione edella rete interna dei referenti regionali.

Per concludere, citiamo due fra le diverse azioni del Piano che si ritiene possa-no essere trainanti per lo sviluppo e, ci si augura, il successo delle attività di comu-nicazione del PO Fesr: il sito web e i rapporti con i media.

Una particolare attenzione è già stata riservata all’ottimizzazione del sito webwww.euroinfosicilia.it che, infatti, lo scorso anno è stato ridisegnato al fine dimigliorarne la navigabilità e rendere all’utenza maggiormente agevoli le ricerche.considerati i riscontri pervenuti circa l’efficienza raggiunta dal sito ma, tenutoanche conto dell’ampliamento quali-quantitativo delle informazioni che esso saràchiamato a contenere nel prossimo periodo, si provvederà ad un successivo resty-ling che dia la possibilità di un sempre più facile accesso alle informazioni.L’obiettivo finale è che www.euroinfosicilia.it costituisca per tutti gli operatori delsettore, ma, soprattutto per il cittadino, il punto di riferimento per ottenere notiziee conoscere le opportunità date dall’UE in Sicilia.

Per quanto riguarda, infine, il sistema di relazione con i media locali è previstodi rendere maggiormente partecipi, rispetto a quanto avvenuto nel passato, gli ope-ratori dell’informazione nella comprensione delle politiche comunitarie e nella dif-fusione delle informazioni al pubblico. Per realizzare ciò, si tenterà da un lato dicoinvolgere in specifiche sedute informative sul tema dell’Europa e del suo ruolo inSicilia i giornalisti del settore, dall’altro si potenzierà la struttura dell’ufficio stam-pa del Programma.

In sintesi, il Piano di comunicazione si configura, dunque, come uno strumen-to primario per il raggiungimento degli obiettivi fissati nel PO ed il conseguentepieno e razionale utilizzo delle risorse messe a disposizione. La strategia posta inessere, e già avviata con il Piano di comunicazione del precedente ProgrammaOperativo, mira a rendere il sistema sempre più aperto alla partecipazione attivadegli operatori pubblici e privati e dei cittadini, consolidando il servizio che diffon-de informazioni e conoscenze.

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Quindi, opportunità e cambiamenti coniugati a visibilità, trasparenza, riconosci-bilità. Questa la ricetta del Piano di Comunicazione del PO Fesr Sicilia 2007/2013,questa la sua mission che ha finora seguito un percorso, come in precedenza detto,“forzatamente” normativo per pervenire a esiti, comportamenti ed azioni chedovrebbero, invece, essere abituali. Ma il traguardo finale sta proprio in questoovvero nel superamento della necessità che l’attività di comunicazione sia ‘dettataper legge’, ‘normata’ e realizzata unicamente a motivo di ciò. E allora, la strada daseguire per centrare tale ambizioso traguardo è quella della creazione di una robu-sta consapevolezza in tutti gli attori del processo di comunicazione, mittenti odestinatari che siano. Consapevolezza dell’importanza del ruolo che ciascuno rive-ste nell’iter comunicativo, consapevolezza della condivisione dell’interesse pubbli-co, consapevolezza che un agire costante nella comunicazione delle informazionidetenute da un singolo porta ad una razionalizzazione dell’intera attività lavorativadi un’amministrazione. Tutto questo per un sistema di relazionalità realmente con-sapevole ed efficace.

Marco TornambèReferente per l’attuazione del Piano di Comunicazione del PO Fesr Sicilia 2007/2013

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Parte Seconda

Gli Sportelli Europa e i centri di interesse europeonell’area della Sicilia centro-orientale

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Nel Calatino Sud Simeto lo sviluppo “corre” soprattutto sui binari dell’agricoltura,delle piccole e medie imprese manifatturiere e del turismo, senza tralasciare, però,un settore – quello delle politiche sociali – di grande rilievo e utilità specie in unafase difficile come l’attuale. Protagonista di un ampio ventaglio di iniziative èl’Agenzia di sviluppo integrato, la società a prevalente partecipazione pubblica che,dal 1998, svolge, per quest’area, un ruolo di sostegno alla programmazione dellosviluppo locale, di promozione e attuazione dei programmi di investimento territo-riale. Si tratta di un’attività che, messa in campo attraverso i vari strumenti dellaprogrammazione negoziata – dal Patto territoriale per l’occupazione, al Leader II,al Patto specializzato per l’agricoltura, al Prusst, a Urban II Caltagirone, al Pit “Leeconomie del turismo”, al Leader Plus, allo Sportello unico per le attività produt-tive, sino ai tanti progetti avviati e alle consistenti risorse attivate attraverso il PorSicilia “2000-2006” – ha fatto di questo comprensorio un “modello” da seguire. Il14 settembre 2006, a conclusione di un “mini-tour” siciliano della Commissioneper lo sviluppo regionale del Parlamento europeo, il suo presidente GerardoGaleote (Ppe), ha definito quella realizzata dall’Agenzia “un’attività molto proficuae interessante, perché rappresenta lo sforzo comune dei diversi attori del territoriodi contribuire in maniera efficace al suo sviluppo”. E all’esperienza dell’Agenziaguardano con vivo interesse anche le realtà del Nord Africa. Come dimostra la visi-ta (30 giugno – 2 luglio 2008) della delegazione del Libano, formata da rappresen-tanti del Governo, della Camera di Commercio e da alcuni imprenditori, accompa-gnati dal coordinatore del programma Unpd-Art Gold Lebanon, Luigi Cafiero, edal responsabile Undp-Nazioni Unite progetto Ils Leda, Maurizio Del Bufalo. Una“tre giorni” da cui i partecipanti hanno tratto – come sottolineato a conclusione –“utili elementi di conoscenza e comprensione di un’esperienza esemplare di agen-zia locale di sviluppo europea per trasferire, possibilmente, modelli virtuosi di svi-luppo in alcune aree del Libano attraverso il programma <Art Gold Lebanon> delleNazioni Unite”. La visita della delegazione si è snodata attraverso incontri con le

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L’esperienza dell’Agenzia di Sviluppo Integrato di Caltagirone

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istituzioni locali e la conoscenza di alcune significative realtà imprenditoriali dellazona, chiudendosi con una riunione nella sede della Camera di Commercio diCatania.

“Stiamo portando avanti – afferma il presidente dell’Agenzia di sviluppo inte-grato, Francesco Navanzino – un vasto programma di iniziative attraverso le qualil’Agenzia riafferma il proprio ruolo di guida nei processi di crescita dell’area, nellaconsapevolezza della necessità sia di una forte integrazione fra settore pubblico eprivato, sia di azioni strategiche e concertate di sviluppo locale”. In quest’ottica, unruolo di primo piano assumono anche le azioni a favore dei più deboli, delle cate-gorie sociali maggiormente bisognose di concreti interventi di sostegno. Anche inquesto settore l’Agenzia si è contraddistinta per iniziative innovative, come l’asse-gno servizi (con cui sono stati potenziati i servizi a favore di anziani, bambini, diver-samente abili e famiglie in difficoltà e garantiti, nel contempo, contributi assicura-tivi e previdenziali ai lavoratori del comparto) e il microcredito, che si accinge adiventare, in questo territorio, uno strumento per dare a chi è escluso dal sistemabancario tradizionale (non potendo fornire adeguate garanzie) la possibilità discommettersi su un’idea imprenditoriale.

Simona Barrano

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L’AEDE (Association Européenne Des Enseignants) di Ragusa è stata costituita nelfebbraio del 1986.

Negli oltre venti anni di vita ha indirizzato la sua azione in modo particolare sul-l’informazione e sulla formazione, sia in ambito strettamente scolastico, studenti,genitori, docenti, sia, a più ampio raggio, in ambito provinciale e regionale,imprenditori, politici, forze sociali, mondo della cultura e dell’arte.

Tralasciando, per necessità di spazio, tutte, le conferenze, gli incontri, i dibatti-ti pubblici, le tavole rotonde, le GES (Giornata Europea della Scuola), le visite digruppi alle Istituzioni europee, è dell’AEDE il primo corso di formazione perdocenti, (1989), sulla “Dimensione europea dell’insegnamento”, con pubblicazionedei relativi Atti comprensivi delle unità didattiche elaborate durante il corso, messea disposizione del personale docente di tutte le scuole della regione Sicilia.

Segue, nel 1990, un Corso di aggiornamento sulla “Dimensione europea del-l’educazione e dell’insegnamento”, in collaborazione col Comitato provinciale per-manente attività di carattere internazionale, presso il Provveditorato agli studi diRagusa.Oltre che al mondo della scuola, obiettivo privilegiato per la sua funzioneinsostituibile nella formazione delle leve motrici dello sviluppo, quelle risorseumane qualificate di cui tanto, ancora oggi, si avverte l’inadeguatezza a supportarela crescita del Paese, l’informazione e la formazione viene rivolta anche al mondodelle imprese, al mondo degli amministratori e dei decisori politici, al mondo deglioperatori economici. Ancora dell’AEDE, nel 1994, col patrocinio, tra gli altri, delParlamento Europeo, Ufficio per l’Italia, e della presidenza dell’ARS, un convegnosu “Le politiche comunitarie di sviluppo regionale” .

Anno cruciale, quel 1997, anno di cambiamenti radicali ai quali bisognava pre-pararsi, soprattutto, conoscendoli per tempo sì da volgerli a vantaggio proprio e ditutta la comunità. Sempre col patrocinio del Parlamento Europeo, il convegno su“Le prossime sfide dell’Unione europea: l’euro, l’occupazione, il Trattato diAmsterdam e l’allargamento. Il punto di vista del Parlamento europeo”.

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AEDE Ragusa

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Il Convegno internazionale sul tema: “Nuove prospettive per le piccole e medieimprese dopo la Conferenza di Barcellona. La cooperazione euro-mediterranea”.

Impossibile e particolarmente dispendioso di tempo e di spazio sarebbe seguirepuntualmente le attività dell’AEDE per la diffusione di programmi ed iniziativecomunitarie, quali la promozione di un seminario internazionale sul SOCRATES,in collaborazione con la BDP (Biblioteca di Documentazione Pedagogica) diFirenze, a Baia Samuele, con la partecipazione, (già da allora era ben presente e alcentro delle iniziative AEDE la dimensione mediterranea), di delegati dei Paesirivieraschi del Mediterraneo.

Quale il progetto EUROGIO’, venti trasmissioni televisive realizzate, in collabo-razione con Videomediterraneo, nelle principali città dell’isola con studenti, docen-ti, genitori di 44 scuole di tutta la Sicilia per preparare la comunità siciliana all’usodell’Euro. Tutte le venti trasmissioni, al fine di dare la più ampia diffusione possi-bile al messaggio formativo sono state diffuse sia con CD, videocassette, sia viasatellite sia anche tramite Internet. Le squadre vincitrici del gioco sono state por-tate al P.E. di Strasburgo dove hanno allestito una mostra con i lavori realizzati daglistudenti.

Oppure PIAZZAEURO, valutato dall’allora Ministero P.I. come uno dei tremigliori progetti realizzati in Italia per la diffusione della conoscenza dell’Euro.

E ancora, gli incontri con docenti e studenti delle scuole della provincia diRagusa; la fornitura di materiale divulgativo; l’invio di informazioni, bandi, concor-si, in particolar modo quelli relativi alla mobilità giovanile; i gemellaggi internazio-nali, come l’ospitalità offerta a Marina di Ragusa, nel 1998 e nel 2002, a 50 studen-ti e docenti della città romena di Radauti; l’ospitalità agli studenti russi della UralGotky University di Ekaterinburg in anni diversi; l’incontro ad Ekaterinburg condocenti di sette università sovietiche durante una Summer school.

Ma un riferimento va tuttavia fatto, forse emozionale, per il rimpianto diun’utopia, forse, sfumata, ai due convegni sulla nuova Costituzione Europea, primache essa fosse elaborata, “Riflessioni per una Costituzione Europea”, come contri-buto all’entusiasmante dibattito in seno e intorno alla Convenzione. Oltre trecen-toquaranta i partecipanti al convegno.

E dopo la sua presentazione, certamente un risultato che a noi sembrava divari-cato fortemente, rispetto alle nostre aspettative di federalisti, sebbene pur sempreuna Carta costituzionale di cui l’Europa e il mondo avvertivano l’assoluta, impro-crastinabile necessità, l’organizzazione di un nuovo convegno: “La Costituzione deicittadini europei: opportunità e prospettive”, per far conoscere la neonata e, soprat-tutto, distribuire alcune migliaia di copie della Costituzione.

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Le attività di rilievo più recenti: la celebrazione dei 50 anni dalla firma deiTrattati di Roma, nel 2007, il Concorso “Fare storia con chi la storia l’ha fatta”, laproposta teatrale “Il viaggio di Sindbad: alla riscoperta delle comuni radici cultura-li euro- mediterranee” e l’Anno Europeo del Dialogo interculturale, nel 2008.

Nel 2007 l’AEDE ha portato in tutte le scuole superiori della provincia diRagusa l’iniziativa “Banchetto d’Europa”.

Duplice il significato. In primo luogo offrire a tutti gli studenti, ai docenti e aigenitori la possibilità di ricevere gratuitamente materiale divulgativo (DVD, CD,pubblicazioni) offerto dalla Commissione e dal Parlamento europeo. Sono statiallestiti degli stand (banchetti) e dopo una breve illustrazione dei “piatti” a disposi-zione, tutti si sono serviti liberamente di quanto liberalmente offerto.

Con alcune classi si sono anche concordati incontri su tematiche specifiche rela-tive all’U.E., con la partecipazione di esperti. Le pietanze offerte durante il ban-chetto erano le conoscenze approfondite dell’Unione e delle sue politiche.

Non solo ai giovani il banchetto è stato offerto, ma anche ai “diversamente gio-vani”, agli oltre mille soci del Centro diurno anziani del Comune di Ragusa.

A conclusione dell’iniziativa di informazione-formazione 50 di essi sono statiospiti del Parlamento europeo di Strasburgo, un’esperienza indimenticabile. E non

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L’Aula magna del Liceo scientifico “E. Fermi” di Ragusa.

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solo per loro. Basti dire che il funzionario che li ha accolti, sentendoli intervenirenel dibattito con precisa conoscenza dei problemi e chiarezza di proposte ha escla-mato: “Oggi davvero abbiamo avuto l’occasione rara di sentire la voce e l’opinionedelle cittadine e dei cittadini europei”.

La realizzazione del progetto Sindbad è ancora in fieri, ma l’obiettivo è portaresulle scene un personaggio appartenente ad una cultura “altra” per realizzare, attra-verso gli incontri dei suoi viaggi, una visione più veritiera e completa della culturaeuro mediterranea.

Il Concorso “Fare storia con chi la storia l’ha fatta”, rivolto alle scuole medie diprimo grado di Ragusa, nasce dalla considerazione che la memoria del passato èancora bruciante per chi l’ha vissuta ed è più che mai necessario, perciò, che si con-tinui a lavorare perché chi ha vissuto direttamente alcuni eventi tragici della storiadel ’900 possa testimoniarli ed elaborare così anche il proprio dolore, oltre che con-tribuire a mettere un tassello, con la propria micro-storia, per la costruzione di unaseria riflessione storica su quanto è avvenuto. Così come è importante che i giova-ni siano aiutati ad avvicinarsi a questo tipo di fonte, con rispetto, capacità di ascol-to e comprensione critica.

La testimonianza orale è uno dei mezzi per incontrare alcuni elementi di realtàriguardanti significativi fenomeni ed avere nei riguardi di questi fenomeni una rea-zione non solo intellettuale, ma anche empatica.

La conoscenza delle storie locali può avere effetti conoscitivi, formativi e meto-dologici potenti e necessari per comprendere la complessità della storia generale.

La riflessione e il racconto orale della recente storia europea ad opera degli ulti-mi protagonisti ancora in vita ha in sé la forza della testimonianza diretta deglieffetti negativi sulla vita di ciascun individuo delle divisioni, dei contrasti e dei con-flitti tra le nazioni europee. Il benessere di cui gode l’Europa oggi è il frutto diret-to di una scelta tra la soluzione dei conflitti con la forza delle armi, da una parte, edall’altra, il cammino virtuoso della cooperazione tra i popoli intrapreso cinquan-t’anni fa con la firma dei Trattati di Roma. Una pubblicazione, ha raccolto le testi-monianze di 4 anziani “narratori”, ormai prossimi ai novant’anni, delle loro espe-rienze durante gli anni del secondo conflitto mondiale.

I giovani sono stati invitati a trascrivere, anche mediante DVD e CD, il raccon-to di quanto ascoltato dalla voce degli anziani. I migliori lavori sono stati premiatigrazie al patrocinio dell’Amministrazione comunale di Ragusa e della BancaAgricola popolare di Ragusa.

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Per quanto concerne l’Anno Europeo del Dialogo Interculturale, l’AEDE haorganizzato una caccia al tesoro nell’ambito della XXIV manifestazione dell’Addioall’estate Mazzarelli, il 13 settembre .

In considerazione del fatto che il dialogo tra culture diverse può realizzarsi soloa patto di riconoscere pari dignità agli interlocutori, e a tutti gli interlocutori,appartenenti a culture “altre” rispetto a quella di appartenenza di ciascuno di noi,si è ritenuto opportuno richiamare l’attenzione di tutti, in particolare dei cittadinie delle cittadine della provincia di Ragusa, su un altro anniversario importante: i 60anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall’AssembleaGenerale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948. Tali Diritti, per altro, sonostati accolti e ribaditi dall’Unione Europea con la Carta dei Diritti Fondamentalidell’Unione Europea nel dicembre del 2000.

La manifestazione, alla quale hanno preso parte sette squadre, contrassegnatedai colori dell’arcobaleno, ha focalizzato l’attenzione dei partecipanti e del pubbli-co sui valori sanciti dalla Carta e patrimonio comune di tutti i cittadini europei.

Salvatore Licita

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Lo stand col materiale divulgativo, fornito dal P.E., che è stato distribuito al pubblico, durante tutta la giornata

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Al Consorzio “Comuni per il Lavoro” appartengono ventitre comuni: Ucria,Floresta, Sinagra, Santa Domenica Vittoria, Ficarra, San Fratello, Cesarò, SanMarco d’Alunzio, Pettineo, Capizzi, Castroreale, Mazzarrà S. Andrea, Basicò, SanPiero Patti, Monforte S. Giorgio, Condrò, Roccavaldina, Valdina, GualtieriSicaminò, Limina, Gaggi, Motta Camastra e Savoca che insistono sulla fascia tirre-nica della provincia di Messina, sui monti Nebrodi e nella zona dell’Alcantara.

Se fai progetti per un anno semina grano.Se fai progetti per un decennio pianta alberi.Se fai progetti per la vita forma e educa le personeProverbio cinese

Il ruolo della comunicazione in un mondo in via di globalizzazioneLa comunicazione costituisce una sfida alla globalizzazione poiché registra e tradu-ce tutti i cambiamenti di una società in continua evoluzione. Diventa fondamentale

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Locale e globale: diciotto comuni per il dialogo territoriale e una sussidiarità europea

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in un contesto storico più che mai dinamico e privo di certezze, far conoscere ai cit-tadini e alle imprese i servizi che le amministrazioni pubbliche offrono. Ed è utilediffondere il patrimonio di eccellenze presente su territori dai confini sempre piùampi, dilatati dalla multimedialità e da un progresso tecnologico che annulla ognidistanza.

Comunicare in modo imparziale consente di raggiungere il miglior rapporto trarisorse impiegate e risultati conseguiti, in questo modo i cittadini, le famiglie e leimprese riescono a identificare nella macchina amministrativa un sostegno e un faci-litatore del bene comune. Se a ciò si aggiunge quanto proposto dalla CommissioneEuropea in termini di promozione della cultura e cioè:• la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale; • la promozione della cultura quale vettore di creatività nel quadro della strategia

di Lisbona; • la promozione della cultura quale elemento vitale delle relazioni internazionali

dell’Unione;• ne scaturisce un quadro d’insieme nel quale la comunicazione tra enti e cittadi-

ni attraverso la consortilità, quale strumento vettore di specificità, approda adun sistema generale di strategie partecipate che promuove le diversità e leconiuga in una globalità responsabile.Per raggiungere tali obiettivi la Commissione suggerisce nuovi partenariati e

metodi di lavoro: l’attuazione di un dialogo strutturato con il settore culturale,l’istituzione di un metodo aperto di coordinamento, il sostegno all’elaborazionedelle politiche fondata sui fatti e l’integrazione della cultura in tutte le politichepertinenti. In questa direzione si è mosso il Consorzio “Comuni per il Lavoro” cheha la sua sede in Sicilia, nella provincia di Messina, e precisamente a Valdina. AlConsorzio appartengono ventitre comuni: Ucria, Floresta, Sinagra, SantaDomenica Vittoria, Ficarra, San Fratello, Cesarò, San Marco d’Alunzio, Pettineo,Capizzi, Castroreale, Mazzarrà S. Andrea, Basicò, San Piero Patti, Monforte S.Giorgio, Condrò, Roccavaldina, Valdina, Gualtieri Sicaminò, Limina, Gaggi,Motta Camastra e Savoca che insistono sulla fascia tirrenica della provincia diMessina, sui monti Nebrodi e nella zona dell’Alcantara. Si tratta di municipalità cheinsistono su un territorio eterogeneo e che hanno voluto scommettere sulla consor-tilità e sulla comunicazione come strumento di scambio interculturale che si favetrina delle eccellenze.

La consortilità rafforza la cultura della cooperazione, sempre più necessaria pergovernare i processi di globalizzazione in atto.

Con questi presupposti il Consorzio “Comuni per il Lavoro” ha puntato sullacomunicazione con l’obiettivo di

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• diffondere informazioni sulle attività e sulle iniziative promosse dal consorzio eindirettamente dagli enti associati;

• migliorare i rapporti con i mezzi di informazione di massa;• organizzare conferenze, incontri ed eventi stampa di formazione e promozionali;• realizzare un notiziario consortile, quale principale strumento di comunicazio-

ne interna ed esterna in un’ottica promozionale del partenariato.

TargetL’attività di comunicazione del consorzio è stata rivolta ad un target in evoluzione.In un primo momento il target è stato rappresentato dalle municipalità dei comu-ni consorziati.

Come un’antenna il consorzio ha recepito le singole informazioni provenientidai comuni consorziati ed ha trasmesso le informazioni complesse della realtà col-lettiva rappresentate dall’ente consorzio.

Con la realizzazione del sito internet il target si è dilatato e il consorzio contri-buendo alla divulgazione delle attività e delle iniziative dei comuni, mettendo nellasua vetrina sul web opportunità occupazionali, bandi, informazioni, curiosità ebuone pratiche ha raggiunto un’utenza composita che è cresciuta in modo esponen-ziale.

StrategieLa principale strategia è stata la promozione della consortilità come sintesi dellesingole eccellenze. E’ stata elaborata una comunicazione globale nella quale il sin-golo ha mantenuto la propria riconoscibilità e il consorzio è diventato vetrina dieccellenze, di ricchezze storiche, geografiche e sociali, di iniziative e proposte.

Ciò per non sacrificare la specialità alla omogeneità, nella consapevolezza che laconsortilità rappresenta per gli enti un valore aggiunto.

Sono stati considerati tutti gli input utili e ogni output è scaturito da un costan-te lavoro di promozione dell’immagine dell’ente.

È stata conferita al consorzio una portata valoriale e il web è diventato finestramultimediale ma anche autostrada di idee e opportunità in uno scambio costanteinput – output.

Tra le strategie dell’area comunicazione è rientrato l’inserimento delle notizierelative alle iniziative consortili nei circuiti internazionali e che fanno capoall’Unione Europea, confidando nell’efficacia e nell’utilità di una rete di informa-zione che coinvolge attori locali, nazionali e internazionali in strategie operativericonducibili al medesimo denominatore. Nel nostro caso la promozione del con-sorzio e delle specialità delle municipalità consorziate con una costante ricerca di

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equilibrio tra campanilismo e globalizzazione.Si è coniugata attrattiva e competitività. Ogni scelta è scaturita da un attento

monitoraggio delle esigenze del target di riferimento e del contesto socio territo-riale guardando in prospettiva a tutte le opportunità di crescita e di competizione alivello locale, regionale, nazionale e internazionale.

Comunicazione interna ed esternaE’ stata utilizzata la comunicazione interna per recepire e organizzare le informa-zioni provenienti dalle singole municipalità e per trasferire le notizie relative alleattività del consorzio. E’ stata monitorata l’attività di comunicazione attraverso gliorganismi del consorzio e attraverso i mezzi di comunicazione le politiche deicomuni consorziati, sintetizzando iniziative, obiettivi e buone pratiche.

La comunicazione esterna è stato lo strumento strategico che ci ha consentitodi promuovere una immagine attraente del consorzio capace di veicolare informa-zioni stimolando nell’utenza il desiderio di essere parte attiva di un organismo dina-mico, moderno e rispettoso di ogni singolarità. Con la comunicazione esterna lepolitiche consortili sono state inserite sia nella rete locale di informazione che inquella internazionale.

La comunicazione interna è stata la leva gestionale per sostenere i processi dicambiamento e valorizzare le risorse e la comunicazione esterna è servita per comu-nicare i risultati alle utenze.

E’ stata superata la tradizionale separazione tra comunicazione interna ed ester-na per farne un unico processo sintetizzabile nella comunicazione organizzativa deiflussi di comunicazione.

La comunicazione attraverso la carta stampata, il web, i forum, i convegni, gliincontri, le riunioni, i manifesti e ogni altro mezzo utilizzato ha permesso allemunicipalità consorziate di non interrompere il flusso di comunicazione avviatodalla nuova area, responsabile della comunicazione.

Una scelta precisa perseguita con la pianificazione di strategie diverse a secon-da degli eventi da comunicare per garantire al consorzio una visibilità costante.

Obiettivi raggiuntiGli obiettivi pianificati sono stati quasi tutti raggiunti, in meno di un anno dall’ado-zione delle strategie di comunicazione da parte del Consorzio Comuni per ilLavoro.

L’ultimo obiettivo è una News periodica da diffondere a livello locale, naziona-le e internazionale.

Una opportunità che consentirà al Consorzio di acquisire visibilità in modo

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esponenziale con il coinvolgimento diretto e immediato dei ventitre comuni con-sorziati. Una nuova chance per raggiungere i mercati internazionali captando lerisorse messe a disposizione dall’UE.

Sono stati messi a disposizione del consorzio gli ultimi bandi in scadenza e laricerca di partner interreg IV C da parte della Spagna, attraverso una campagna diinformazione disponibile sul sito web www.consorziocomunilavoro.it. e sul sitoEurope Direct di Catania. Attraverso il convegno “Dall’idea all’Impresa” è statapromossa l’imprenditoria come opportunità occupazionale per i giovani. Sono staticreati gli sportelli “M’Imprendo”, presso le municipalità consorziate, per sostenerei giovani imprenditori dall’impianto all’avviamento delle aziende. Il Consorzio èstato, inoltre, presente tra gli attori del Forum degli informatori comunitari tenu-tosi a Catania nell’Aprile 20008 per una condivisione fattiva delle strategie propo-ste dall’UE.

Motivazioni delle scelteTutte le scelte dell’Area Comunicazione del Consorzio sono state fatte nel rispettodella verità, col preciso obiettivo di essere utili alla collettività, nel rispetto dei valo-ri della persona umana e del patrimonio costruito negli anni da ogni municipalità.

Sono state promosse le individualità senza trascurare la globalità e le scelte sonostate tradotte in valori, evitando ogni forma di speculazione.

Con entusiasmo è stata promossa la ricchezza di pochi perchè diventasse patri-monio di tutti.

Con il sogno di una società che cresce per lasciare campi arati ai progetti dellegenerazioni future, con coraggio sono state sostenute tutte le scelte.

Sono state gettate le basi, nel settore del dialogo interculturale in linea con icontenuti della nuova agenda europea della cultura nell’era della globalizzazioneper fare della comunicazione partenariale un punto di forza, di partenza e non diarrivo, a vantaggio di una società che cresce e che cambia.

Mariella Di Giovanni

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Che cos’èLo sportello ha per obiettivo la diffusione capillare sul territorio comunale, attra-verso la propria dotazione strumentale, di informazioni, materiale e bandi relativiall’attuazione delle misure del programma operativo regionale siciliano (POR2000-2006).

Ciò significa che chiunque può prendere visione dei bandi comunitari pubblica-ti sulla gazzetta ufficiale regionale siciliana e conoscere, tramite le news del sito webeuroinfosicilia.it, i bandi di prossima pubblicazione.

Referente tecnico per le attività del partenariato è l’ing. Antonio Mazzotta([email protected]).

Nel marzo del 2004 il Sindaco protempore firma il protocollo d’intesa con ilDipartimento della Programmazione della Regione Siciliana per aderire al “parte-nariato della comunicazione”.

Tale iniziativa rientra tra le attività del Piano di comunicazione del ProgrammaOperativo Regionale (POR) Sicilia per gli anni 2000-2006.

Il partenariato è costituito dall’insieme degli enti pubblici e degli operatori eco-nomici che si impegnano, con risorse proprie, a “fare rete”, una rete finalizzata alladivulgazione più ampia possibile delle numerose attività legate al POR.

“…l’obiettivo generale del Piano di Comunicazione è garantire un’informazio-ne trasparente sulle possibilità offerte dagli interventi strutturali ai potenziali bene-ficiari finali, nonché alle autorità locali e altre autorità pubbliche, alle organizzazio-ni professionali ed imprenditoriali, alle parti economiche e sociali, alle organizza-zioni non governative e agli operatori e organizzatori di progetti; nonché informa-re l’opinione pubblica sul ruolo svolto dall’Unione europea e dagli Stati membrinella realizzazione degli interventi e sui risultati effettivamente conseguiti…tra lemodalità di attuazione del Piano di Comunicazione è prevista l’attivazione di unarete di comunicazione con punti di informazione locali individuati nei soggetti isti-tuzionali, economici e sociali che già svolgono attività di informazione e orienta-

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Comune di Sant’Agata li Battiati. Sportello informativo del partenariato della comunicazione

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mento sulle politiche comunitarie, nelle organizzazioni rappresentative delleimprese, nel mondo della scuola e dell’università, negli organismi che si occupanodella formazione professionale, di occupazione e di sviluppo imprenditoriale, non-ché nelle organizzazioni non governative che operano nel Terzo settore, per le pariopportunità e per la difesa dell’ambiente…” (fonte: Regione Siciliana,Dipartimento della Programmazione, Protocollo di intesa per il Partenariato dellacomunicazione-POR Sicilia 2000-2006).

In tale modo l’amministrazione comunale si impegna, con le proprie risorseumane e strumentali, a diffondere agli operatori economici, agli attori sociali ed ingenerale alla cittadinanza le informazioni e le opportunità di utilizzo dei fondistrutturali dell’Unione Europea.

Come previsto dal protocollo d’intesa, viene istituito uno sportello informativoche ha sede presso il Settore Urbanistica, all’interno dell’Ufficio di coordinamentolocale del PRUSST “Le economie del turismo”.

Con la collaborazione del Centro elaborazione dati CED comunale, le informa-zioni sui fondi europei possono essere reperite anche sul sito internet ufficialecomunale, tramite collegamento “link” sul sito www.euroinfosicilia.it, sito ufficialedel POR Sicilia.

Le attività informative dello sportello sono varie, legate soprattutto alla comu-nicazione, interna ed esterna all’amministrazione, delle opportunità offerte daibandi regionali a valere sulle diverse misure del POR, pubblicate dal 2004 ad oggi.

Le attività svolteSin dall’inizio ci si è resi conto che la semplice comunicazione front-office delleopportunità offerte dai fondi strutturali europei non era sufficiente ad innescare unvero coinvolgimento dell’attenzione degli operatori economici e degli attori socia-li presenti nel territorio comunale.

Si è cominciato così, per una maggiore efficacia delle attività dello sportello, apromuovere all’esterno alcune di queste opportunità:• con il notevole apporto operativo dell’ufficio commercio si è pianificata ed

attuata la promozione, con successiva animazione sul territorio ed assistenzatecnica, per un adeguato progetto prodotto dalle P.M.I. locali (commercianti edartigiani consorziandi) al fine di partecipare al bando regionale POR relativo allamisura 4.01.d “aiuti al commercio ed all’artigianato”;

• insieme all’ufficio di gabinetto del Sindaco sono stati richiesti agli uffici dellaCommissione e del Parlamento Europeo e successivamente distribuiti, presso lescuole elementari e nella scuola media, di opuscoli didattici informativi sulle isti-tuzioni dell’Unione Europea, sulla cittadinanza europea, e sui nuovi stati membri;

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• si è promossa presso gli uffici lavori pubblici, urbanistica e servizi sociali la par-tecipazione al bando regionale POR mis. 5.02 (delibera CIPE 20/94 FAS) sullariqualificazione urbana, con relativa animazione del partenariato istituzionaleinsieme alla Provincia Regionale di Catania;

• insieme all’Ufficio Comune del Progetto Integrato Territoriale “Catania cittàmetropolitana, a cui aderiamo, si è elaborata una proposta di progetto pilota:una rete di greenway da Misterbianco alla Timpa di Acireale (coalizione deicomuni del PIT 35 + PIT delle Aci) per poter partecipare all’avviso pubblicoregionale PIR “reti per lo sviluppo locale”.Nel settembre del 2004 il Dipartimento della Funzione Pubblica bandisce la

partecipazione ai corsi di formazione manageriale Campus Cantieri finalizzati allainnovazione nella pubblica amministrazione. Il Comune partecipa con il progetto“Comunità e comunicazione – dallo sportello informativo all’animazione per lo svi-luppo locale”, orientato al superamento dell’esperienza dello sportello informativodel partenariato della comunicazione.

Si è voluto infatti superare la limitazione dell’esperienza meramente informati-va delle attività di front office svolte nei seguenti uffici: sportello POR, Segreteriadel Sindaco, Ufficio relazioni con il pubblico, sito web/Centro elaborazione dati,indirizzando maggiori energie verso l’animazione dello sviluppo locale.

L’esperienza maturata durante il corso ha indotto il nostro team ad avanzare unaproposta per un progetto, successivamente approvato con deliberazione dellaGiunta municipale n. 36/2005, finalizzato ad “incrementare le capacità della pub-blica amministrazione nel programmare e attuare processi strategici di sviluppolocale per la collettività”.

Le linee strategiche individuate per raggiungere il fine sono:• garantire un’informazione esatta e chiara sulle opportunità di sviluppo locale ai

potenziali beneficiari finali, alle autorità pubbliche, alle parti economiche esociali.

• messa a sistema delle competenze dei capi settore per le finalità del progetto.• promozione ed animazione di azioni per lo sviluppo locale.• fundraising di fondi extracomunali per la finalità e gli obiettivi di progetto.

Il team di progetto si è riunito presso l’Ufficio relazioni con il pubblico in ora-rio di chiusura al pubblico. Per ogni riunione è stato stilato un sunto degli argo-menti trattati e sono stati compilati i relativi fogli di presenza.

Il gruppo di lavoro, durante le riunioni che hanno costituito la fase di analisipreliminare, ha ritenuto opportuno orientare le proprie forze nella realizzazione dialcune azioni dedicate esclusivamente ad una migliore comunicazione interna, cioè

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all’approntamento di strumenti e metodologie capaci di facilitare un maggiorescambio di informazioni tra i dipendenti dell’Ente.

Si è ritenuto ciò il primo “step” per poter superare le criticità elencate nel pro-getto finalizzato in argomento.

Sono stati, così, realizzati due cicli di seminari formativi “interni” sull’utilizzodella posta elettronica, ed in generale sull’uso dell’office automation nei PC, per-ché ci siamo resi conto che “l’acquisizione di alcune conoscenze in tali ambiti eranoassolutamente propedeutiche a qualsiasi altra iniziativa programmata nel piano dilavoro 2005”.

Vogliamo comunque ricordare alcune attività ed alcune interrelazioni tenuteverso l’esterno:• nell’aprile 2005 il nostro team ha collaborato nella realizzazione dell’iniziativapromossa ed organizzata dalla Provincia Regionale di Catania e da Sviluppo Italiapresso la nostra aula consiliare “Ho un’idea faccio impresa” dedicata all’autoim-prenditorialità;• su richiesta del Dipartimento della Programmazione della Regione Siciliana èstato predisposto un articolo sulle nostre attività, e conseguentemente pubblicatosulla rivista “Opportunità Sicilia” del piano di comunicazione del POR Sicilia. Larivista ha una tiratura di 30.000 copie per numero ed è inviata agli enti pubblici sici-liani ed ai partner;• nel settembre 2005, dopo aver letto l’articolo di cui sopra, un Consorzio di PMIcon sede a Palermo, la East Consulting Export, avendo stipulato una convenzionecon il Comune di Carini, ci ha chiesto la documentazione inerente il nostro pro-getto finalizzato ritenendola utile per i propri fini statutari. Sono stati trasmessi alConsorzio per e-mail copie dei files del nostro progetto;• il Dipartimento della Funzione Pubblica ha organizzato, nei giorni del 16, 17 e18 novembre a Roma, la Convention 2005 del programma Cantieri. Alla conven-tion sono state invitate anche le 120 amministrazioni partecipanti ai corsi di forma-zione manageriale Campus Cantieri. Il 20 ottobre lo Staff del programma Cantierici ha comunicato che il nostro team di progetto è tra quelli a cui è stato assegnatol’attestato di squadra e che l’attestato di squadra viene “…assegnato ai team di pro-getto che hanno realizzato i migliori Project Work nell’ambito delle attività didat-tiche di Campus…”.

Altra attività svolta dallo Sportello del “Partenariato della comunicazione”,seguendo la linea strategica dell’animazione territoriale verso una “società della cono-scenza” e della promozione della “governance interna” per l’innovazione della pub-blica amministrazione, è stata quella di collaborare con l’Ufficio Comune, presso la

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Direzione politiche comunitarie del Comune di Catania, del PIT 35 “Catania cittàmetropolitana”, nell’organizzazione di diversi progetti formativi per i dipendentidella pubblica amministrazione:

1. “Progetto strategie e sviluppo dei Comuni”, progetto governance, sistemi diprogrammazione e controllo delle autonomie locali, organizzato dal Dipartimentodella Funzione Pubblica e dal Formez.Il corso si è tenuto a Catania e si è svolto in 90 ore frontali e 50 ore on line. E’seguita una fase di 240 ore di affiancamento consulenziale alle amministrazionicomunali per l’implementazione delle soluzioni operative individuate. Gli obiettivisono stati:

· apprendere i principi teorici della governance e le opportunità operative dellagovernance interna, esterna ed interistituzionale, applicata all’area del program-ma integrato territoriale PIT 35. · accompagnare i comuni costituenti il PIT 35 verso il processo di elaborazionedel piano strategico.

2. “Missione possibile” (cultura della legalità, sicurezza, principi di cittadinanza);3. “Opere sociali: bisogno di educazione ed educazione al bisogno”;4. “PARSEC”, pubblica amministrazione, ricerca e sviluppo tecnologico per una

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Una riunione, nella sede dello sportello informativo, del team del progetto “comunità e comunicazione”

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evoluzione competitiva, organizzato dal Ministero della Ricerca, il CNR ed ilFormez, per tutta l’area ex obiettivo 1 (PON Ricerca 2000-2006);5. “Management pubblico”, rafforzamento competenze nella pubblica ammini-strazione;6. “Informatizzarsi”, rafforzamento competenze nella pubblica amministrazione;7. “Progetto EOLO”, e-governement, società dell’informazione.

In merito al precedente punto numero 1, durante il “progetto governance” èstato elaborato, come project work, uno studio di fattibilità sulle politiche giovani-li. Lo studio è stato redatto al fine di valutare la fattibilità amministrativa, tecnica egestionale di un successivo piano di azione sulla condizione giovanile degli abitan-ti di Sant’Agata li Battiati.

Lo studio costituisce un allegato al progetto “comunità e comunicazione, dallosportello informativo all’animazione per lo sviluppo locale”.

Per elaborare lo studio di fattibilità ci si è avvalsi degli strumenti metodologiciappresi durante il corso in argomento: la gestione del ciclo del progetto (projectcycle management), oramai stabilmente raccomandata dall’Unione Europea perqualsiasi tipo di atto progettale (cfr. Europen Commission, Project cycle manage-ment guidelines, Aid delivery methods, Vol. 1, Brussels, march 2004).

Tale metodologia garantisce un alto grado di coerenze sistemica con l’ambitopiù ampio del progetto finalizzato “comunità e comunicazione”.

Per l’anali di contesto del piano d’azione è stata utilizzata la stessa documenta-zione prodotta, dallo sportello informativo per conto dell’amministrazione comu-nale, nell’anno 2005 per la Provincia Regionale di Catania in occasione della pro-grammazione dello sviluppo per il periodo 2007-2013 dei fondi strutturali europei.

Dalla disamina dei bisogni rilevati si asserisce che l’obiettivo è il seguente:“…promuovere la responsabilità sociale individuale dei giovani attraverso il coin-volgimento diretto e attivo degli stessi e degli adulti, … per una politica giovanileorientata a valorizzarne la cittadinanza sociale”.

Lo sportello si è occupato anche:a) delle procedure relative alla delibera CC “approvazione dello schema di statutodel consorzio per la promozione delle attività di marketing territorialeSiciliainvest”, gestito in associazione con il Comune di Tremestieri Etneo;b) delle procedure relative alla delibera GM n. 99/2006 “adesione al progetto pilo-ta finalizzato allo sviluppo della conoscenza delle politiche comunitarie per gli EntiLocali negli ambiti della progettazione comunitaria, della formazione e dell’euro-partenariato”;

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c) della animazione interna per far partecipare i dipendenti ai seguenti seminari:· “I finanziamenti a gestione diretta della C.E., dalla ricerca dell’informazioneall’individuazione dei partner”, organizzato dal Formez (progetto WebEuroPA),Catania luglio 2004;· “Riconoscere ed utilizzare le opportunità di finanziamento dell’UE”, organiz-zato dall’Euro Info Centre EICT IT-386 e dalla Servizio politiche comunitarieed euromediterranee della Provincia Regionale di Catania nel giugno 2005.

Le opportunità futureIl nostro sportello informativo del POR Sicilia aderisce dal 2005 alla “Comunitàprofessionale degli informatori comunitari del FORMEZ” ed è inserito, quindi, uffi-cialmente nella rete degli Uffici Europa della relativa guida (vedi pag. 70) prodottadal FORMEZ (progetto Web EuroPA 2006) su concessione del Dipartimento dellaFunzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla documentazio-ne della comunità si accede dalla pagina web Formez (http://europa.formez.it/rete_informatori.html).

L’attività del partenariato della comunicazione, adeguatamente ripianificata,sarà la base per la comunicazione nel periodo di programmazione 2007-2013, comesi evince da strategie ed obiettivi contenuti nel “Piano di comunicazione, azioni diinformazione e pubblicità, 9 gennaio 2008” relativo al programma operativo FESRdella Regione Siciliana:• “…In linea con le indicazioni comunitarie in materia, per il raggiungimento

degli obiettivi del piano, … saranno ulteriormente valorizzate le reti di informa-zione europea esistenti in direzione di un sistema integrato e coordinato di enti,uffici, organismi, sportelli e centri di documentazione specializzati nel settore,anche per lo scambio di esperienze tra gli operatori a livello territoriale ed euro-peo…(par. strategie, pag. 10 del piano di comunicazione PO FESR)”;

• “…consolidare la rete di collaborazione esterna per la diffusione della comuni-cazione con il partenariato istituzionale, economico e sociale, in particolare coni soggetti che operano nel campo dell’informazione sulle politiche comunita-rie……(par. obiettivi specifici, pag. 11)”;

• “…coinvolgere gli operatori di reti di informazione comunitaria nelle attività diinformazione sul programma e sulla sua attuazione e sul ruolo svoltodall’Unione Europea… (par. le linee di intervento, pag. 18.

Per poter attuare quando auspicato nel “Libro bianco su una politica europea dicomunicazione – COM (2006) 35 definitivo – Bruxelles, 1.2.2006”, ed in particola-re riferimento al paragrafo 2 “Potenziamento del dibattito e del dialogo – Una sfera

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pubblica europea”, della parte 1 “Mettere la comunicazione al servizio dei cittadi-ni”, l’attività di networking dovrà, quindi, essere una delle attività principali deiprossimi mesi.

Ciò significa che le reti locali di informazione, come quelle del partenariato sici-liano della comunicazione, come quella nazionale delle varie comunità di pratica oprofessionale degli informatori comunitari Formez, dovranno sempre più interagi-re e costruire valore aggiunto, per esempio raccordando le proprie iniziative attra-verso reti lunghe come quella delle “Antenne Europe Direct” che sempre più dovràassumere per tale scopo la caratteristica di “rete delle reti”.

Ing. Antonio A. Mazzotta

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Nel processo di integrazione fra le tradizioni culturali dei popoli e la modernizza-zione, il dialogo interculturale, all’interno dell’area euro-mediterranea, assumeun’importante valenza politica.

Il Mediterraneo, nonostante sia considerato uno spazio marginalizzato dagli svi-luppi della globalizzazione, in realtà si configura come un crocevia essenziale perl’avvio di relazioni internazionali fondate sulla cooperazione e la pace.

In questo contesto, la Sicilia, per posizione geografica e per il suo patrimoniostorico e culturale, potrebbe svolgere un ruolo strategico di primo piano nell’ambi-to del partenariato euro-mediterraneo fondato, oltre che sugli scambi economico-finanziari, soprattutto su una forte interazione culturale.

Secondo queste premesse, l’istituzione di una “BIBLIOTECA del MEDITERRA-NEO” rappresenta uno strumento privilegiato per il raggiungimento degli obietti-vi generali e specifici successivamente indicati.

L’obiettivo generale – che deriva dal Rapporto della Provincia di Catania,Programmazione Fondi Strutturali 2007/2013 – è stato individuato nello “sviluppo diun’identità culturale e provinciale, come contributo determinante al conseguimento dellefinalità generali di coesione sociale del Rapporto”, integrate con il concetto di euromedi-terraneità.

In questo senso si ritiene utile articolare l’obiettivo specifico, presente nel“Rapporto” provinciale – “Migliorare la qualità dei servizi culturali e dei servizi per lavalorizzazione del patrimonio, compresa la promozione della conoscenza e della divulgazio-ne, anche ai fini dell’innalzamento della qualità della vita.” – nelle modalità seguenti:• Recuperare, valorizzare e catalogare il patrimonio librario e documentale rela-

tivo a tutte le culture dell’area euro-mediterranea, per promuovere la coesisten-za delle varie unità linguistico-culturali, rendendo centrali i diritti dell’uomo;

• Sviluppare, approfondire, diffondere la conoscenza degli aspetti socio-culturali,antropologici, religiosi, ambientali legati all’identità dei popoli che si affaccianosul Mediterraneo, attraverso studi, ricerche, pubblicazioni, seminari, forum per-

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Provincia Regionale di Catania.Per una biblioteca del Mediterraneo

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manenti, convegni, attività multimediali, mostre, concerti, rappresentazioni tea-trali, manifestazioni cinematografiche, ecc.;

• Costituire una banca dati, specializzata in varie discipline nell’ambito delle rela-zioni interculturali, al fine di attivare la messa in rete telematica (Meta-Opac);

• Istituire un “Centro di documentazione e ricerca” della Biblioteca, quale sup-porto tecnico e scientifico ai progetti e alle attività multiculturali;

• Promuovere la cooperazione, sviluppando una rete di rapporti e scambi cultu-rali e scientifici tra Sistema Bibliotecario, Archivi Storici, Musei, Scuole,Università, Fondazioni, Istituzioni, Agenzie informative, organismi della socie-tà civile e Imprese – (dei Paesi del bacino del Mediterraneo e non) – interessatialla realizzazione di progetti finalizzati alla conservazione, tutela e fruizione delpatrimonio storico-culturale del Mediterraneo.

Allo stato attuale, non esistono, nel territorio provinciale, biblioteche dedicateal tema dell’euromediterraneità.

La struttura, inoltre, potrebbe integrarsi con iniziative complementari, svolte daaltre istituzioni ed organismi, aumentandone il valore aggiunto in termini di rica-duta sugli utenti.

Le iniziative descritte offrono la possibilità di sviluppare sinergie con altri set-tori dell’Amministrazione, attraverso l’approfondimento tematico, in cui laBiblioteca del Mediterraneo può fungere da supporto documentale.

L’intervento, corrisponde alle linee indicate dal “Rapporto” provinciale perl’ASSE II, ed è coerente con i documenti d’indirizzo del Presidente della Provincia.

L’iniziativa, inoltre, rientra all’interno dei principali modelli prescrittivi degliorganismi nazionali e internazionali (Ministero degli Affari Esteri - Ministero perle Innovazioni e le tecnologie – Regioni – UPI – ANCI – UNESCO – Nazioni Unite– Consiglio d’Europa), dei coordinamenti di settore (IFLA - SBN – AIB) e rispondealla strategia che l’Unione Europea sta attuando per favorire la cooperazione e illibero scambio nell’area euro-mediterranea.

La biblioteca potrà essere realizzata con un progetto integrato, prevedendo:a) l’utilizzazione del patrimonio architettonico – culturale in cui insediare la strut-tura, oppure rifunzionalizzando immobili (acquisiti o da acquisire da partedell’Amministrazione);b) l’acquisto delle attrezzature mobili, del materiale documentale e librario, non-ché di licenze e abbonamenti telematici e delle relative infrastrutture e tecnologieper l’interoperabilità.

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Attività di formazioneS’intendono avviare delle attività di formazione, aggiornamento e riqualificazione– (per il personale dell’Amministrazione provinciale, delle biblioteche collegate edegli utenti istituzionali) – necessarie a gestire servizi multiculturali.

Attività di promozione e scambio interculturaleLe iniziative mireranno, attraverso una programmazione su scala annuale, alla crea-zione di opportunità di scambi interculturali, garantendo la diversità culturale e lin-guistica, la libertà di espressione e il libero accesso all’informazione.

Promozione di attività di impresa interculturaleS’intende fare svolgere, alla “Biblioteca del Mediterraneo”, un’attività di promozio-ne di impresa nel settore culturale tra i giovani dei Paesi dell’area euro-mediterra-nea.

Mario Fargione e gruppo di lavoro “Servizio Biblioteca”

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Il Centro di Documentazione Europea di Acireale è stato attivato nel 1996 in basead una Convenzione tra la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e laCommissione Europea.

Il Centro è ospitato all’interno del Collegio Pennisi palazzo ottocentesco, diproprietà dell’Ordine della Compagnia dei Gesuiti, ex “Collegio Pennisi”,uno deipiù antichi e prestigiosi Collegi non solo della Sicilia ma dell’intero meridione ita-liano. La costruzione del complesso, di grande imponenza e maestosità, ha richie-sto un arco di tempo dal 1883 al 1896 ed è allo stato attuale il più esteso e ben con-servato della città.

Il CDE si propone di:• promuovere e sviluppare studi e ricerche nel campo dell’ integrazione europea • rendere accessibili al pubblico le informazioni sull’Unione europea e le sue poli-

tiche•sostenere e promuovere iniziative volte ad estendere ed approfondire la conoscen-

za delle questioni europee

I servizi che il C.D.E. della S.S.P.A. di Acireale offre al pubblico sono:• Consultazione di tutte le monografie e dei periodici editi dall’Ufficio delle

Pubblicazioni dell’Unione Europea concernenti le politiche comunitarie• Consultazione della Gazzetta della Comunità Europea, delle sentenze della

Corte di Giustizia, del Tribunale di primo grado, dei documenti dellaCommissione, dei pareri del Comitato economico e sociale e del Comitato delleRegioni

• Distribuzione gratuita di opuscoli informativi sui principali temi di interessegenerale dell’Unione Europea

• Accesso alle banche dati europee quali Eur-lex, Celex, Rapid, Scad Plus, Eudor,Idea.All’interno del Centro è presente una Sala destinata all’accoglienza ed una Sala

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C.D.E. di Acireale presso la Scuola Superioredella Pubblica Amministrazione (SSPA)

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di consultazione.La S.S.P.A. mette a disposizione del Centro per organizzazione di specifici even-

ti sull’U.E. un’aula Convegni con impianti per videoconferenza e traduzione simul-tanea.

Gli orari di apertura al pubblico sono: dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alleore 12.00 e il martedì dalle ore 15.00 alle 17.00.

Il Responsabile documentalista del Centro, fin dalla sua istituzione, è il dott.Antonio La Ferrara.

I recapiti sono: Tel. 095/608732 Fax: 095/604541 E-mail: [email protected] [email protected]

La responsabile nazionale del coordinamento dei tre C.D.E. presenti all’internodella S.S.P.A. è la dott.ssa Giuliana Costantini, la quale, dal mese di giugno 2007, èanche coordinatore nazionale aggiunto dei CDE italiani.

Attività svolta • Convegno “La Costituzione Europea: quale futuro per l’Europa?” realizzato in

collaborazione con l’Università degli studi di Catania 10 novembre 2003 AulaMagna Rettorato

• Conferenza “L’allargamento dell’Unione Europea. Prospettive economiche esociali” realizzata in collaborazione con la S.I.O.I. (Società Italiana perl’Organizzazione internazionale) 28 maggio 2004 Aula Convegni S.S.P.A.Acireale

• Conferenza “La cittadinanza europea nell’anno 2005” con il patrocinio dellaRegione Sicilia e del Comune di Acireale 12 dicembre 2005 Aula ConvegniS.S.P.A. Acireale

• Convegno “L’unione dei popoli per il popolo dell’Unione: democrazia e dirittiumani in 50 anni dai Trattati di Roma”, evento rientrante nell’ambito del pro-getto di rete realizzato dalla rete italiana dei C.D.E. e dalla Rappresentanza inItalia della Commissione Europea in occasione del 50° anniversario del Trattatodi Roma 12 maggio 2007 Aula Convegni S.S.P.A. Acireale

Tutti gli eventi hanno avuto un notevole successo di pubblico (il numero di par-tecipanti rilevato dalle schede di partecipazione varia dalle 80 alle 250 persone). Irelatori chiamati a intervenire sono stati sempre esperti di chiara fama e/o autore-voli esponenti delle Amministrazioni locali.

Visite e stage

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• Visita della scuola media statale “Michele La Spina” di Acireale• Stage dell’Istituto Statale di istruzione superiore di secondo grado “Regina

Elena”di Acireale

Tirocini presso il C.D.E.Dott. Davide Amalfa 2004Dott.ssa Anna Lipari 2004Dott. Angelo Raspante 2005Dott.ssa Nancy Cattafi 2008

Collaborazioni Collaborazione con l’Associazione culturale “Agorà Universitari Uniti” per la rea-lizzazione di una produzione multimediale cd-rom dal titolo “l’Unione Europea el’Euro” che è stato inviato a tutti gli studenti dell’Università di Catania

Richieste di convenzioni• Istituto Professionale di Stato per l’industria, Artigianato e settore servizi di

Acireale• Istituto tecnico industriale statale “G. Ferraris” di S. Giovanni La Punta (CT)

Antonio La Ferrara

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Da oltre mezzo secolo è in atto nel continente europeo un processo – accidentato,tortuoso, non lineare, ma esaltante perché di portata epocale – indirizzato allacostruzione di una forma di integrazione che, partendo dalla materia economica, hafinito con l’abbracciare l’ambito sociale, culturale e giuridico, sostanziando un“processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”,secondo quanto espresso nell’art. 1 del Trattato sull’Unione europea. Questa real-tà si inserisce in un contesto di società globalizzata: com’è noto, i fattori che hannodeterminato tale situazione sono riassumibili, principalmente, nell’internazionaliz-zazione dei rapporti di produzione e di consumo, nella globalizzazione delle rela-zioni economiche, tecnologiche e culturali, nonché nella mondializzazione deisistemi informativi. Si tratta di una realtà sempre più competitiva: le grandi sfideeconomiche, industriali, tecnologiche implicano grandi investimenti, anche nel set-tore della formazione e della ricerca. Sono sfide che richiedono un sapere non loca-listico né parcellizzato e pretendono un approccio nuovo rispetto a quello tradizio-nalmente abbracciato da ciascuna comunità scientifica nazionale.

Nell’intitolare l’anno 2009 alla Creatività e all’Innovazione1, l’Unione ha valu-tato quanto sia “necessario che l’Europa rafforzi la propria capacità di creazione einnovazione per motivi sia sociali che economici. L’innovazione è una valida rispo-sta alle sfide ed alle prospettive della globalizzazione. Sono necessarie, in particola-re, capacità e competenze che consentano a chi le possiede di adeguarsi al cambia-mento [...] e di essere aperto a nuove idee che stimolino l’innovazione e la parteci-pazione attiva ad una società culturalmente diversificata e basata sulla conoscenza”.Ciascuna persona che contribuisce al sapere universitario deve avvertire dunque laresponsabilità dello sviluppo di una sensibilità, di un approccio ai problemi affran-cato da una prospettiva “provinciale” per ragionare su scala continentale, in funzio-

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CDE Catania presso l’Università di CataniaL’idea di Europa e il sapere universitario

1 Cfr. COM (2008) 159

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ne di un investimento nella risorsa più preziosa della nostra società, il capitaleumano giovanile. Non a caso Jean Monnet scrisse che, se avesse dovuto pensare ariavviare il processo d’integrazione europea, avrebbe iniziato dalla cultura2.Certamente poteva dire ciò (nel 1976) perché la crisi del secondo dopo-guerra erastata superata attraverso quel potente strumento di pacificazione del continenterappresentato dal “governo” europeo dell’attività carbo-siderurgica.

Oggi la sfida che si pone alla comunità universitaria europea è quella di valoriz-zare la relazione di natura dinamica tra competenze e innovazione: sempre piùspesso la Commissione europea richiama l’attenzione sul fatto che “le attitudini,nonché le capacità e competenze personali contribuiscono ad orientare l’innovazio-ne e questa, a propria volta, contribuisce a modificare la domanda di qualifiche, alivello sia sociale che societario. Un atteggiamento favorevole al cambiamento puòessere altrettanto importante delle qualifiche di carattere più formale. . Le qualitàfondamentali, pilastri della capacità creativa e innovativa, sono la motivazione e lospirito di iniziativa… Riuscire a mantenere vivo l’interesse..dei giovani per la crea-tività rappresenta pertanto una delle principali sfide per i sistemi educativi…”.L’ambito giuridico dell’integrazione europea ben si presta a saldare queste diverseesigenze. Il processo istituzionale che si è avviato in Europa non può e non deveprescindere dalla conservazione e dalla valorizzazione dell’identità culturale di cia-scuno Stato membro o, meglio ancora, di ciascuna nazione che ad esso partecipa.Non a caso lo stesso Trattato di Unione ne valorizza l’esistenza, ponendo a caricodell’Organizzazione l’obbligo di rispettare le identità nazionali (art. 6, n. 3). Perquest’ordine di motivi il sapere universitario, i suoi contenuti, le modalità di inse-gnamento sono, tutte, questioni riservate alla competenza di ogni Stato membro.Tuttavia, nel rispetto e nella valorizzazione della diversificazione culturale,l’Unione favorisce programmi multinazionali in materia di istruzione e di forma-zione dei giovani, progetti innovativi di didattica, reti di competenze in campoaccademico e professionale, mobilità internazionale di studenti e ricercatori, tra-sparenza nei programmi di formazione ai fini di un loro reciproco riconoscimento.

In questo differente e più complesso rapporto della comunità accademica con ladimensione europea trova una propria ragion d’essere l’attività dei Centri di docu-mentazione europea2, afferenti alla rete Europe Direct della Commissione europea,situati entro le Università attive in Europa. Studenti, ricercatori e operatori di ognisettore professionale sono quotidianamente chiamati ad inquadrare e confrontare ipropri temi di ricerca, la propria attività, le proprie competenze con il tessuto nor-

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2 “Si c’était à refaire, je commencerais par la culture”, da Mémoires, Paris 1976.3 Cfr. http://ec.europa.eu/europedirect/visit_us/edc/index_it.htm

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mativo europeo, destinato ad integrarsi entro gli ordinamenti giuridici nazionali: iCDE costituiscono un osservatorio privilegiato di questa realtà, un canale di tra-smissione di saperi, di informazioni, di dati.

Il Centro di Documentazione europea dell’Università di Catania è stato istitui-to alla fine del 1996, sulla base di una convenzione stipulata tra la Commissioneeuropea e l’Ateneo, rinnovata nel luglio del 2005. Il Centro è ospitato nella Facoltàdi Giurisprudenza dell’Ateneo.

Presso il CDE è possibile consultare il materiale legislativo, le riviste settoriali ele monografie edite dall’Ufficio Pubblicazioni Ufficiali dell’Unione europea, oltrea numerosi opuscoli informativi sul funzionamento delle istituzioni, sull’euro esulle principali politiche comunitarie. È a disposizione degli utenti una sala di con-sultazione per l’accesso alle banche dati comunitarie. Il Centro dispone inoltre diun sito web, aggiornato quotidianamente, su cui è possibile reperire informazioni,documenti, dossier di approfondimento, rassegne documentali mensili e accedereai siti delle principali istituzioni ed agenzie comunitarie: www.lex.unict.it/cde/.

In un’ottica di collaborazione fra studiosi del fenomeno dell’integrazione regio-nale europea e di dialogo interdisciplinare è nata la collana di working papers on line– “I quaderni europei”4 – che, per la varietà delle sezioni (economica, giuridica, lin-guistico-letteraria, storico-politologica, o pertinente alle relazioni internazionali,per iniziare), spera di contribuire a rispondere all’esigenza di creare uno ‘spazio’aperto di dialogo e di visibilità alle ormai numerose riflessioni della nostra comuni-tà scientifica sul tema oggetto della nostra attenzione. La collana, online dal mese dimaggio, raccoglie contributi scientifici sulle tematiche dell’integrazione europeadalle più diverse prospettive predisposti da studiosi dell’Ateneo catanese o da stu-diosi di altre Università italiane e straniere ospiti nella stessa Università. I paperssono reperibili unicamente in formato elettronico e possono essere scaricati in for-mato pdf dal sito: http://www.lex.unict.it/cde/quadernieuropei

Il CDE offe un ulteriore servizio di approfondimento attraverso l’organizzazionedi seminari di orientamento alle politiche e alle opportunità dell’Unione europea.

Il Centro è attualmente situato in via Gallo n. 13 ed è diretto dalla prof ssaNicoletta Parisi, ordinario di Diritto internazionale nella Facoltà di Giurisprudenzadell’Università di Catania. Il responsabile documentalista è la dott.ssa ChiaraCantarella. Collabora alle attività di ricerca e organizzazione del Centro di docu-mentazione europea la dott.ssa Silvia De Luca. Il CDE può essere contattato aiseguente indirizzi di posta elettronica: [email protected] oppure telefonicamente o viafax al numero +39.095317525.

Nicoletta Parisi

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4 cfr. http:/www.lex.unict.it/cde/quadernieuropei/

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La SSPAL, Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale, è nata con laL. 127/1997 che la configura deputato alla formazione dell’intero sistema delleautonomie locali.

La norma è confluita all’interno del Testo Unico degli Enti Locali nell’art. 104,che la definisce “Scuola superiore per la formazione e la specializzazione dei diri-genti della pubblica amministrazione locale”.

Al suo obiettivo storico, che è quello di provvedere alla formazione d’accesso,ai passaggi in carriera e all’aggiornamento professionale dei segretari comunali,organi di vertice delle amministrazioni locali, il DPR 27/2008 ha infatti aggiunto:1) la formazione d’accesso alla qualifica dirigenziale, l’aggiornamento professiona-

le ed il perfezionamento del personale della pubblica amministrazione localeche svolge funzioni dirigenziali e direttive, lo svolgimento di corsi e seminari diaggiornamento e riqualificazione destinati ai dirigenti e al personale in serviziopresso gli enti locali il cui Consiglio sia stato sciolto ai sensi dell’articolo 143 deldecreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 o per i quali sia intervenuta dichiara-zione di dissesto;

2) lo svolgimento di percorsi formativi per gli amministratori locali. Il nuovo ruolo assegnato alla SSPAL è una sfida di non poco rilievo.L’intendimento del Legislatore, infatti, è stato quello di avvalersi della Scuola

Superiore della Pubblica Amministrazione Locale non soltanto per rendere piùefficiente il sistema dell’Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali (ilrichiamato art. 104 del TUEL ricade infatti nel Capo II del Titolo IV del TestoUnico, dedicato appunto alla figura dei Segretari Comunali e Provinciali), masoprattutto per fruire di questa rete nazionale e farne elemento unificante nellemodalità e nel metodo per la riforma e l’innovazione della PubblicaAmministrazione.

Traendo esempio dal modello francese dell’École Nationale d’Administration(ENA), ampie sezioni della pubblicistica sull’argomento interpretano la Scuola

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La Scuola Superiore della PubblicaAmministrazione come strumento di attuazionedella sfera pubblica locale (SSPAL)

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come “Università delle Autonomie”, capace di coniugare i tre saperi giuridico, eco-nomico e direzionale e farne l’architrave del sistema di modernizzazione dei pote-ri pubblici locali, per costruire quel sistema di governance che attende di essereimplementato in esito ai provvedimenti attuativi della riforma del Titolo V dellaCostituzione e che necessita di un’etica pubblica nel governo del sistema di relazio-ni dell’Ente, sia in fase di programmazione e progettazione che in fase di rendicon-tazione, monitoraggio e controllo.

In primo luogo, pertanto, la funzione della SSPAL è quella di farsi garante dellaconoscenza del sistema degli Enti Locali. Molti dati sono spesso dati come noti,ma in realtà spesso non è così e non solo per gli aspetti giuridici e normativi delladisciplina degli Enti Locali, ma anche in ordine alle loro condizioni strutturali.Qualche esempio potrà essere utile per rendere più esplicito il concetto.

In Italia esistono (Dati ISTAT su elaborazione IFEL/ANCI 2008) 8.101 Comuni,di cui appena l’ 1,23% supera i 60.000 abitanti. Oltre il 70% dei Comuni nonsupera i 5.000 abitanti, e forse sorprenderà sapere che le Regioni con il più altonumero di Comuni sono Lombardia (1.546) e Piemonte (1.206), laddove laCampania ne ha 551 e la Sicilia – che pure ha un’estensione prossima a quella dellaLombardia – 390. Così come può sorprendere sapere che i Comuni rappresenta-no soltanto l’ 8,43% sul totale della spesa per la Pubblica Amministrazione.

Inevitabilmente, quando si scorrono i dati si pensa a dimensioni economichedella gestione degli Enti. Ed anche qui analizzare i dati ha per effetto quello digenerare alcune sorprese.

Di fronte all’ una situazione di deficitarietà strutturale che appare endemica, difronte a uno scenario di forte crisi che coinvolge la gran parte delle autonomie loca-li – spesso a causa di difficoltà derivanti da secolari lassez-faire o da una politicadisinvolta accompagnata da un’altrettanto disinvolta gestione delle risorse pubbli-che – il DRP 27/08 con la sua riforma, ha espresso la consapevolezza del bisogno diformare la classe dirigente e la classe politica; ed altresì, la consapevolezza del biso-gno che questa formazione sia effettuata in maniera organica dalla SSPAL, che giàda dieci anni si occupa della formazione professionale dei segretari comunali e delladirigenza pubblica.

Conoscere il dato è fondamentale per non soggiacere a impressioni guidate dalpregiudizio o dalla sensibilità del momento contingente.

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Tornando alla lettura dei dati, il quadro percentuale del debito dei Comuni perarea geografica appare piuttosto lontano dallo stereotipo. A fronte di un debito deicomuni del Nord che sfiora il 50% nel primo semestre del 2007, il Centro nonsupera il 30% e il Sud limita il suo deficit al 22,39.

Se poi, dando uno sguardo ai dati SVIMEZ 2008, andassimo a toccare altredimensioni come ad esempio i dati sulla spesa pubblica in conto capitale, scopri-remmo che l’idea piuttosto diffusa di un Mezzogiorno inondato da un fiume dirisorse pubbliche si rivela altrettanto infondata, sia perché se guardiamo alla “leggeobiettivo” i dati dicono che l’80,3% di queste risorse sono andate al Centro-Norde solo il 19,7% al Mezzogiorno ma inoltre anche i fondi strutturali dellaCommissione Europea sono stati rendicontati con “progetti coerenti” e cioè inter-venti che avevano copertura in altre risorse nazionali (il che significa che i fondicomunitari sono stati salvati, ma senza mantenere il carattere di addizionalità del-l’intervento statale rispetto a quello comunitario: in parole semplici, ciò significache invece di avere l’intervento nazionale più l’intervento comunitario, ilMezzogiorno ha avuto l’intervento nazionale invece dell’intervento comunitario.

Il punto è che la gestione della macchina pubblica degli Enti Locali ha dinami-che complesse, così come il sistema organizzativo pubblico è il sistema complessoper antonomasia tra i corpi sociali. Ne consegue che conoscere significa, in primo

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Spesa Complessiva Pubblica Amministrazione - Dati ISTAT su elaborazione IFEL/ANCI 2008

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luogo, saper dove guardare e come guardare, opzione che non è ottenibile né sol-tanto attraverso la dimensione teoretica degli insegnamenti d’ateneo né soltantoattraverso la dimensione empirica del fare facendo ma che richiede un fondamen-tale intarsio tra i due livelli che si interseca ancor più con il mondo delle professio-ni, a causa della interdisciplinarità dei diversi settori dell’azione amministrativa: daldiritto amministrativo e civile all’economia, dall’urbanistica e all’ingegneria appli-cata alla gestione di aziende e istituzioni, dai sistemi informatici alle competenzespecialistiche dei vari settori.

L’interdisciplinarità assume quindi il tratto caratterizzante del ruolo che laSSPAL assume nel suo orientamento di regolazione della “sfera pubblica locale”,declinando un modello di organizzazione interorganico e trasversale in cui trasluceil nuovo modello organizzativo degli Enti Locali.

Queste note assumono un valore ancor più rilevante se si intende come la rifor-ma del Titolo V abbia per centro di irradiazione dei suoi molteplici aspetti un prin-cipio che, per natura storica e istituzionale, è di derivazione comunitaria. Si trattacertamente del principio di sussidiarietà, di quel principio che assume quale centroprimario degli interessi pubblici non più lo stato nazionale ma proprio l’istituzionepiù vicina, di più immediato accesso al cittadino e cioè il Comune.

In rapporto a questa operazione di ridefinizione degli istituti di democrazia par-tecipativa, di questo emergente sistema di livelli differenziati di governo in costan-te interazione (multilevel governance) e di crescente intensificazione del ruolodell’Ente pubblico come soggetto promotore di azioni private e, al tempo stesso, diregolatore della trasparenza, dell’accessibilità e dell’evidenza pubblica, la SSPALassume il ruolo di risorsa strategica dell’intero sistema delle autonomie.

Avv. Maria Letizia PittariSegretario Comunale, Dirigente SSPAL Sicilia-Catania

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Nell’aprile del 2005 veniva pensata l’Alba che uscirà, a distanza di tre settimane, il7 maggio. Un progetto culturale e sociale (il sottotitolo riecheggia Arte CulturaSocietà) che voleva, come periodico, inserirsi nell’area provinciale catanese per darevoce alle tante proposte artistiche e culturali in genere che, pur degne di attenzio-ne, rimanevano (rimangono) nel sotterraneo dell’indifferenza, o quasi, perché altrevoci, al di là dell’effettivo valore (che magari hanno), riescono a farsi sentire con piùforza.

Cammino e meta non erano però strettamente provinciali; si guardava infatti(nonostante i limiti: pagine e periodicità mensile) al fuori provincia, all’Italia, almondo.

Sorse, quindi, l’Alba e si propose con un preciso e rigoroso abito deontologicoche si rispecchiò nelle parole di Jean Paul Sartre incise nella presentazione alla rivi-sta Les temps Modernes: «Noi non vogliamo aver vergogna di scrivere e non abbia-mo voglia di parlare senza dire niente». Perché il giornalista come lo scrittore diSartre «dovrebbe essere – ho scritto nel primo editoriale di Alba – sempre “in situa-zione nella sua epoca” perché “ogni parola ha i suoi echi. Ogni silenzio anche”. Ilche significa che chi scrive… non può servirsi della parola senza nutrirla di respon-sabilità e non deve (perché non può) tacere di fronte a qualsiasi forma di degradomorale, materiale e sociale». Questo si è cercato di fare (il giudizio non può esserepiù nostro) in quattro anni di difficile, anche contrastato, cammino per l’identità delperiodico.

I limiti in cui lo abbiamo fatto non li abbiamo nascosti; per cui troverei incisivoe preciso il giudizio di Marzio Pieri, docente di Letteratura Italiana all’Universitàdi Parma, su l’Alba di novembre/dicembre del 2008: «Ne comprendo il gioco sullimite, i condizionamenti e tutto quanto; la pubblicità, i compleanni, gli alberi dellacuccagna, le nozze di amianto, i necrologi… è il volto di quanti altri mai giornalet-ti di provincia che sopravvivono sulla pubblicità e le piccole soddisfazioni di lettoripiccini. Ma l’Alba vanta una differenza. In quelli io sento la base mercantile e qual-

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L’Alba. Un piccolo periodico in SiciliaPer una “sfera pubblica europea” locale

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che colonnina o di cultura o d’arte vi sta come dei fregi o dei cartoccetti sui ramid’un bel pino a ombrello, che sarebbe bello e Pino anche senza di loro. Miracolodell’Alba è la parità, la condizione metonimica (civile? Umana? Prospettica?) frapolitica, cultura arte, bottega, le piccole gioie della gente. Senti che a pareggiarli èil rispetto nell’occhio che guarda, la morte è una puttana, la gran gareggiatrice èquesta unica vita».

E in nome della “differenza” di cui parla Pieri, l’Alba ha cercato di resistere e diallargare sempre più il dibattito culturale, sociale e politico (nell’accezione piùnobile del termine) alle associazioni, alla scuola, alle istituzioni in genere e ai sin-goli cittadini che nell’Alba hanno trovato un interlocutore aperto ad ogni forma dicivile confronto.

Il tentativo che ha condotto la nostra testata è stato quello di costruire una “sferapubblica europea” a livello locale, coinvolgendo nel dibattito diversi Comuni del-l’area etnea: Milo, Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Belpasso,Paternò, Ragalna, Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano…

Il risultato de l’Alba può essere variamente inteso: da stridente zibaldone a rivi-sta locale a veicolo di pensiero e di cultura.

Grazie ad autorevoli penne amiche, riteniamo di aver detto qualcosa di interes-sante e di alternativo nel panorama della stampa locale. Perché abbiamo voluto scri-vere di politica, di cultura, di arte o di società (reinterpretando e riportando le paro-le del filosofo Pasquale Licciardello [l’Alba, marzo 2006]), guarniti di etica per can-didarci “alla stima del vero giornalista. Il quale ha una sua visione del mondo e ladifende, correndo rischi che ogni salda coerenza comporta”.

Prof. Pino PesceDirettore testata l’Alba

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Il progetto Co.Or.Ap. (Consulenza, Orientamento e Apprendistato ) ideato edattuato dal C.I.A.P.I. di Palermo finanziato dall’Unione Europea POR Sicilia 2000-2006, in attuazione della linea di intervento C della Misura 3.18 – Formazione eapprendistato per i sistemi locali di sviluppo – ha realizzato azioni di orientamentogenerale e professionale rivolte alla platea dei giovani che, completato il primo ciclodi istruzione e intendono inserirsi nel mercato del lavoro attraverso l’istituto del-l’apprendistato ed erogato servizi informativi e di consulenza tecnica per le impre-se che intendono reperire e formare le risorse di cui necessitano, attraverso l’assun-zione di giovani apprendisti.

Il C.I.A.P.I. (Centro Interaziendale di Addestramento Professionale Integrato) diPalermo è una struttura senza fini di lucro, nata nel 1970, su iniziativa della Cassaper il Mezzogiorno, con la partecipazione societaria della FIAT, dell’EnteMinerario Siciliano, dell’Istituto Roosevelt e del C.I.A.P.I. di Siracusa. Con delibe-ra del CIPE, passa sotto il controllo del Socio di maggioranza Regione Siciliana(Legge Regionale 6 marzo 1976 n°25). Nel primo periodo di vita, l’attività delC.I.A.P.I. è finalizzata, alla qualificazione e riqualificazione di personale giovane eadulto da destinare, essenzialmente, ai nascenti poli industriali di Termini Imeresee Carini. Nel corso del tempo, differenzia le finalità e specializza le professionalità,tanto da rappresentare, oggi, un punto di riferimento nell’ambito della formazioneprofessionale, non solo a Palermo, ove ha sede, ma in tutta la Regione Siciliana.Negli ultimi anni, espande la propria attività in un’ottica sempre più ampia, affian-cando alla tradizionale formazione professionale, la progettazione, l’organizzazio-ne e la gestione di iniziative specifiche, attingendo a fondi non solo regionali maanche nazionali ed europei.

Il C.I.A.P.I. al fine di attuare una azione sinergica di animazione territoriale hastipulato convenzione con Antenna Europe Direct allocata presso il Comune diCatania in funzione della comunicazione e diffusione sul territorio di opportunita’e temi europei.

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Consulenza, orientamento e apprendistato: il progetto CORAP del CIAPI

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L’Antenna Europe Direct allocata presso il Comune di Catania, PoliticheComunitarie, fa parte del network della Commissione Europea Europe Direct diattuazione e realizzazione di iniziative volte alla diffusione, alla circolazione e allacondivisione di informazioni, comunicazioni, notizie e temi inerenti le politichedell’Unione Europea e che, tra i suoi compiti istituzionali, particolare rilievo assu-me l’animazione territoriale e il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e priva-ti che realizzano attività e manifestano interesse per i temi europei, al livello delleistituzioni pubbliche nonché dei settori sociali dell’economia, della cultura, dellascuola e, in generale, dell’opinione pubblica;

Fra i molteplici progetti specifici del C.I.A.P.I. che presentano bilanci positivi econsiderati validi strumenti per chi si accinge ad inserirsi nel mondo del lavoro sicolloca il progetto CO.OR.AP. indipendente e al contempo sinergico e complemen-tare al progetto IN.FO.A., (gestione C.I.A.P.I.).

Il progetto CO.OR.AP. ha inteso rilanciare l’istituto dell’Apprendistato(disciplinato da ultimo dal D.lgs. 276/2003) quale importante strumento di forma-zione professionale e canale privilegiato di collegamento tra formazione e lavoro,attraverso l’istituzione nel territorio regionale di un percorso di formazione ester-no rivolto ai giovani apprendisti d’intesa e in collaborazione con le imprese e conle parti sociali.

L’istituto dell’apprendistato consente al giovane non solo di inserirsi immedia-tamente nel mondo del lavoro ma anche di:• acquisire competenze professionali standard definite e condivise da imprendito-

ri, scuole, sindacati e soggetti della formazione professionale e, pertanto, real-mente spendibili ai fini della propria carriera lavorativa;

• acquisire, inoltre, competenze professionali valide per un eventuale rientro nelsistema scolastico, ma soprattutto capitalizzabili ai fini della costruzione di unpersonale sviluppo professionale, non più inteso in termini di qualifica profes-sionale statica, bensì di somma progressiva di conoscenze ed abilità tecnichespecifiche, ma anche utilizzabili elasticamente in diversi contesti lavorativi, inbase alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro.

Il rapporto ISFOL 2006 rileva come tra i nuovi istituti contrattuali previsti dallariforma Biagi prevalga, subito dopo il part-time (19%), il contratto di apprendista-to (14%).

Oltre agli indubbi vantaggi per le aziende che assumono apprendisti consisten-ti in sgravi fiscali e vantaggi di natura normativa, l’istituto dell’apprendistatorisponde ai bisogni che il territorio esprime, in materia di occupazione poiché con-sente all’impresa di:

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• formare l’apprendista rispetto alla necessità di disporre competenze professio-nali adeguabili alcambiamento tecnologico, produttivo ed organizzativo dell’azienda;

• essere protagonista attivo nei processi di definizione dei programmi di forma-zione e verifica deirisultati;

• concorrere alla costruzione di un sistema di forte interazione tra formazioneprofessionale e sviluppo delle competenze professionali necessarie alla propriaazienda.

L’intervento CO.OR.AP ha previsto la progettazione e la realizzazione di unpiano di comunicazione finalizzato a promuovere l’istituto dell’apprendistato e lafruizione dei servizi presso l’utenza utilizzando, in modo integrato e sinergico, tuttii mezzi di comunicazione classica (radio, televisione, affissioni e stampa), unitamen-te alle attività seminariali e convegnistiche e/o alla partecipazione a fiere e manife-stazioni di settore.

In tal senso è stata attuata una campagna istituzionale e una di supporto ai ser-vizi attivati presso gli Sportelli Multifunzionali dislocati sul territorio.

Attraverso il suddetto piano, è stato possibile raggiungere gli obiettivi di pressio-ne sui target individuati, creando un’immagine dell’iniziativa coerente e univoca.

La campagna di comunicazione ha tenuto conto sia del versante istituzionaledell’iniziativa, sia di quello informativo e promozionale presso il pubblico di riferi-mento.

La strategia della campagna di comunicazione è stata incentrata sulla grandevisibilità e capillarità dei mezzi utilizzati e su una forte azione promozionale neiconfronti dei cittadini e degli operatori di settore.

Per garantire l’obiettivo di visibilità e capillarità, la campagna è stata sostenutada uno specifico piano di utilizzo integrato dei media che ha compreso : spot tele-visivi e radiofonici, affissioni statiche e dinamiche, annunci stampa oltre che dallarealizzazione di prodotti editoriali e da attività convegnistiche e seminariali, il tuttocoordinato dal funzionamento di un ufficio stampa.

Sono state attuate Azioni di diffusione del progetto in particolare di sensibilizza-zione, informazione e pubblicità con l’obiettivo di promuovere l’istituto dell’appren-distato e la fruizione dei servizi previsti nell’ambito del progetto ricorrendo ad unamassiccia campagna di comunicazione volta a richiamare l’attenzione non soltantodei giovani e delle imprese, che costituiscono il target group principale, ma anchedegli operatori che gravitano intorno al settore, dei media, degli opinion leader, deirappresentanti delle istituzioni senza trascurare l’opinione pubblica in generale.

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Nello specifico il CO.OR.AP. ha erogato servizi finalizzati a potenziare e miglio-rare le politiche attive del lavoro, necessarie allo sviluppo socio-economico del ter-ritorio siciliano, mettendo in atto azioni che favoriscano la crescita di opportunitàe di capacità per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. In particolaresono stati offerti momenti di orientamento ad ampio raggio ed ogni tipo di infor-mazione che permette di leggere la complessa realtà sociale e culturale in continuocambiamento, per essere in grado di servirsene in funzione delle proprie potenzia-lità, attitudini, interessi, valori e soprattutto del proprio progetto professionale. Glioperatori hanno offerto alle imprese un servizio di consulenza per la selezione el’inserimento del personale in apprendistato.

L’attività di orientamento presso le Istituzioni Scolastiche di I° e II° grado haprevisto il coinvolgimento di tutte la rete che presiede la socializzazione degli allie-vi; per rete nella fattispecie intendiamo il coinvolgimento e la collaborazione delleistituzioni scolastiche e degli sportelli multifunzionali, nonché i coordinatori delleclassi coinvolte ed eventualmente i rappresentanti di classe.

L’ Intervento di carattere formativo è stato finalizzato a promuovere l’auto –orientamento ed un eventuale successiva definizione di percorsi personali di forma-zione, lavoro e sostegno all’inserimento occupazionale. Il modulo erogato è inosservanza alle disposizioni vigenti in termini di politiche attive del lavoro ineren-ti lo sviluppo e la valorizzazione dell’individuo (D.M. n. 166/2001).

Sono stati allestiti stand con la Carovana job village in tour nel territorio regio-nale, partecipazione a Fiere e Manifestazioni quali la fiera di Barcellona Pozzo diGotto “Notte giovani artisti”, la Festa del gelato di Cefalù, la Sagra del vinoMamertino di San Lucia del Mela, etc.

Sono stati realizzati dei seminari informativi di promozione dell’istituto dell’ap-prendistato e di animazione territoriale in quasi tutte le province del territorio sici-liano (Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Palermo) e nei Comuni di Barcellonae Mistretta.

I seminari hanno avuto come finalità precipue di:• Identificare e sperimentare dei dispositivi di facilitazione del funzionamento del

sistema, sia in termini di condivisione di obiettivi e strategie, a livello politico-istituzionale, sia in termini di confronto e scambio di esperienze, progetti ebuone prassi, tra gli operatori coinvolti nel progetto.

• Coinvolgere i soggetti istituzionali che svolgono un ruolo decisionale nell’am-bito dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro al fine di coor-dinare efficacemente le politiche e gli interventi promossi dagli stessi conriguardo all’istituto dell’apprendistato.

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• Implementare un modello di rete relazionale tra gli Sportelli Multifunzionalicoinvolti nel progetto in tutta la Regione Siciliana.

• Coinvolgere i soggetti istituzionali che svolgono un ruolo decisionale nell’am-bito dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro al fine di coor-dinare efficacemente le politiche e gli interventi promossi dagli stessi conriguardo all’istituto dell’apprendistato.

Le azioni di consulenza e orientamento sono state erogate presso i 33 Sportellie 20 recapiti, dislocati sul territorio regionale, con il supporto di operatori specia-lizzati nella gestione di servizi e nella conduzione di interventi di consulenza, orien-tamento ed informazione orientativa

I 270 operatori rispondevano alle figure professionali previste dal “Modello ide-altipico organizzativo ed operativo di una sede orientativa” ed erogavano i servizicontemplati dallo stesso con specifico riguardo all’istituto dell’apprendistato.

In sintesi il progetto ha prodotto grandi numeri – considerando che è statoavviato il 01/12/2007 – superiori alle aspettative previste in sede progettuale infat-ti, la costante attività di monitoraggio in itinere ha permesso di evidenziare i risul-tati conseguiti al 30/09/2008: di 9307 giovani e di 445 aziende contattate con indi-ci di gradimento molto alto dei servizi erogati.

Letizia Pastore

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World Promus ONG e IBDO GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico)sono da tempo attivi nell’area della “città metropolitana di Catania” ed hanno giàdato prova di attendibilità e di forte orientamento sociale nella gestione e regola-zione delle politiche dell’immigrazione, di cooperazione allo sviluppo e di solida-rietà internazionale. In particolare le due organizzazioni, oltre ad aver creato even-ti, convegni ed iniziative di sensibilizzazione sui temi in argomento, hanno già resoconcreti accordi partenariali e convenzioni con enti sia pubblici che privati quali leProvince Regionali di Catania e di Ragusa, gli stati africani di provenienza di immi-grati (Nigeria, Camerun, Congo, ecc.) il comune di Catania, Aree di SviluppoIndustriale in Sicilia (Calatino, Giarre, ecc.), Consorzi di eccellenza locali (CoPAIdi Ragusa, l’Istituto sud-Est Europa), Organizzazioni datoriali ed imprenditorialiProvinciali la ed altri enti simili con cui sono in corso accordi e trattative.

Qualificare il partenariato strategico, in linea con le indicazioni della comunicazio-ne della Commissione al Consiglio, al Parlamento, al Comitato Economico eSociale e al Comitato delle Regioni Com (2006) 421, significherà soprattutto atti-vare convenzioni, partenariato, accordi di programma con enti, istituzioni e soprat-tutto con i soggetti produttori ( agricoli e industriali) per rendere gestibili i flussi eaccompagnare la regolamentazione del mercato del lavoro inerente gli immigrati. Sottoquesto profilo, il World Promus ONG e l’IBDO GEIE (Gruppo Europeo diInteresse Economico) sono da tempo attivi nell’area metropolitana della città diCatania ed hanno già dato prova di attendibilità e di forte orientamento socialenella gestione e regolazione delle politiche dell’immigrazione, di cooperazione allosviluppo e di solidarietà internazionale, contribuendo allo sviluppo delle piccole emedie imprese e al benessere sociale, azioni di valorizzazione su settori economiciche possono implementare la filiera integrata sia a livello del territorio che a livel-lo dei paesi d’origine con particolare riferimento ai flussi delle materie prime e allaloro trasformazione. Incidere su questo livello può significare alimentare processi

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WORLDPROMUSPer un dialogo sulle politiche dell’immigrazione

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di sedentarizzazione di immigrati in paesi d’origine e di salvaguardia del know-howe della competitività delle imprese italiane.

All’Orizzonte del 2010Il processo d’integrazione avviato con la “Dichiarazione di Barcellona” guarda allacooperazione euro-mediterranea come ad un processo d’integrazione fra Europa eAfrica del nord. Ciò significa di fatto una ridefinizione delle “nuove frontiere” fisi-che, politiche e culturali della “vecchia Europa” di cui la politica euro-mediterra-nea dovrà pienamente farsi carico.

In questo nuovo contesto politico – economico – culturale, tutte le politiche disviluppo, dovranno porsi l’obbiettivo di sfruttare al meglio le complementarità esi-stenti fra l’Europa e l’ Africa in tutti i possibili campi, ed in particolare in quegliambiti economici, che avendo come sfondo l’idea di sviluppo sostenibile, possanorealizzare da un lato la delocalizzazione di certe filiere e/o segmenti produttivi chemeglio si prestano per i loro contenuti tecnologici, culturali ed economici, ad esse-re sviluppati in Africa, il che per altro rappresenterebbe, anche un altro percorsoattraverso il quale realizzare quel’obbligo (morale) comune da parte dei paesi ricchiche occupano un posto privilegiato nell’economia mondiale , al fine di finanziarel’investimento privato ma anche quello pubblico internazionale per i bisogni comu-ni, portando nel contempo ad essere tali produzioni più competitive sui mercatiinternazionali, e dall’altro, a concentrare le filiere e/o i segmenti produttivi di mag-giore ed alto contenuto tecnologico, che richiedono un contesto in cui siano pre-senti infrastrutture, cultura, saperi e ricerca avanzati, alte competenze e professio-nalità, in Europa.

La ripresa della concertazione per la costituzione della zona di libero scambio,conseguente al mutato scenario internazionale a seguito del nuovo corso americanoed il contestuale processo di internazionalizzazione delle imprese nell’area MEDA,determinano un assetto in cui i nuovi confini dell’UE sono di fatto prospicienti quel-la vasta area economico- politica dell’Africa sub-sahariana che ha in paesi come ilCamerun, il Mali e soprattutto la Nigeria, quest’ultimo autentico colosso economi-co - commerciale, interlocutori dotati di ingenti quantità di materie prime, di fortevocazione commerciale ed inseriti in organismi di cooperazione internazionale che,come nel caso del “OAU” e del “ECOWAS”, hanno avuto lo scopo di aumentarel’unità africana e di realizzare quelle condizioni di pace e di stabilita politica che sonorequisiti essenziali per lo sviluppo ed il decollo di qualsiasi economia.

Cosi come il procedere nel processo di realizzazione del partenariato euro-mediterraneo accelererà lo sviluppo e la competitività nei paesi dell’area MEDA, la“nuova” contiguità con i paesi dell’area sub-sahariana dovrà fungere da volano per

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un nuovo approccio alle politiche commerciali, finanziarie ed industrialidell’Europa nei confronti dell’Africa al fine di accelerare quel processo sinergico dimutuo vantaggio che una politica intelligente ed avvertita non può non cogliere.

In tutto ciò, l’Italia e la Sicilia in particolare nel cuore del mediterraneo, devo-no cogliere l’opportunità di farsi porta voce e protagonisti di un volgente processodi integrazione di economie e di popoli, di valenza epocale.

René Kitenge e Romuald Toimbee

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Risale al 1974 una prima risoluzione del Parlamento europeo in cui si allude allanecessità di varare azioni comunitarie nell’ambito della cultura e, in particolare, nelsettore della salvaguardia del patrimonio culturale. I primi interventi comunitari silimitavano al sostegno al restauro del “patrimonio monumentale”, come ad esem-pio l’Acropoli di Atene o il quartiere storico di Chiado, a Lisbona. Ma oggi l’inter-vento comunitario copre ormai il patrimonio costituito da beni mobili e immobili(musei e raccolte, biblioteche, archivi), il patrimonio archeologico e architettonico,il patrimonio naturale (paesaggi e siti) ma anche il patrimonio linguistico, gastro-nomico e artigianale. Dette azioni sono rivolte al patrimonio nella sua duplicedimensione culturale ed economica. In Europa, il patrimonio è ampiamente rico-nosciuto come veicolo di identità culturale. La conoscenza del patrimonio cultura-le dipende sia dalla qualità della sua valorizzazione sia dalla capacità degli europeidi riconoscere e apprezzare i beni culturali nazionali e quelli degli altri paesidell’Unione.

La significativa ricchezza e concentrazione di aree archeologiche e di antichiedifici dello spettacolo nel centro-sud fa del Mezzogiorno un singolare laboratorioin cui far entrare in sinergia il capitale-patrimonio con l’investimento-risorseumane.

L’assenza di un investimento dedicato e organico ha ritardato lo sviluppo el’evolversi delle strutture operanti sul territorio, eccezion fatta per alcuni siti che –come Pompei o Taormina, sia per storia che per straordinarietà degli interventi dicui sono stati oggetto – hanno dato vita ad eventi e organismi di valenza interna-zionale e con carattere ricorrente.

Il Mezzogiorno da qualche anno è stato “riscoperto” come grande giacimentoculturale. Sicuramente non si è mai affievolita la discussione e - in qualche casol’attenzione – sulla questione del Sud del nostro Paese, ma bisogna riconoscere cheattraverso la determinazione dell’intervento europeo si è registrata un’accelerazio-

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Provincia di Enna, una lettura del patrimonio cul-turale in chiave europea

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ne nella formulazione dell’idea – per molti anni suggerita e auspicata da intellettua-li, studiosi e artisti, di Patrimonio Culturale come settore di sviluppo sostenibile peril Mezzogiorno. Ha influito, o perlomeno agevolato questa ritrovata coscienza, ilQuadro Comunitario di Sostegno 2000/2006 – che ha riservato grande attenzioneal settore dei Beni Culturali e a tutti gli ambiti a questi correlati, dal turismo allerisorse umane.

La Legislazione Nazionale vigente ha recepito le opportunità dell’interventocomunitario e per predisporre gli strumenti attuativi ha introdotto una serie dinovità, sia in ambito regolamentare che più propriamente legislativo. Se la rifor-mulazione dell’intero comparto dei Beni Culturali, esteso anche alle Attività cultu-rali, l’aggiornamento della normativa in materia di patrimonio artistico e culturale,possono essere intesi come interventi diretti, non di minore importanza per il con-solidamento dell’idea di Patrimonio Culturale come motore per sviluppo socio-economico del Sud, è stato l’ampliamento degli ambiti di intervento delle leggi asostegno dell’occupazione e della formazione con l’acquisizione dei profili profes-sionali impegnati nel settore culturale.

I Programmi Operativi Regionali delle aree previste dall’Obiettivo 1 a loro voltahanno recepito le indicazione dell’intervento europeo, riposizionando i Beni (e inparte anche le Attività) Culturali tra i grandi argomenti dello sviluppo, sottraendo-li da quel limbo di “pertinenza statale” in cui per molti anni erano stati riposti. Unadignità, raccontata, millantata, desiderata e promessa da molti e da molto tempo,oggi riscattata e resa possibile da un investimento europeo di parecchi milioni dieuro che nell’arco di un sestennio si esaurisce.

Il passaggio tra dignità conferita e identità autonoma fondante lo sviluppo delnostro Mezzogiorno è il motivo del progetto realizzato dall’Associazione culturale“Teatri del Cielo” , volto ad uno sviluppo integrato del patrimonio storico e archeo-logico con le attività culturali, per un circuito teatrale e culturale nella Provincia diEnna.

Descrizione dell’iniziativaIl territorio della provincia di Enna costituisce uno tra i maggiori giacimenti cultu-rali della Sicilia, sia per la qualità del patrimonio architettonico, paesaggistico e sto-rico che per la condizione in cui questo si trova: condizione che se da una parteindica un ritardo in termini di investimento e sviluppo nel settore delle risorseumane e del turismo culturale, d’altro canto ha preservato e mantenuto integreintere zone sottraendole dall’utilizzo invasivo e sconsiderato come per esempio èavvenuto per le fasce costiere di tradizionale transito del turismo di massa.

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Il patrimonio culturale di un luogo rappresenta la sedimentazione storica delprocesso evolutivo di una collettività che si è costituita e insediata in quel determi-nato luogo. Le rappresentazioni di spettacolo, possono essere considerate come lacomponente dinamica del settore culturale locale.

Una componente effimera, in quanto la rappresentazione di uno spettacolo nonlascia traccia materiale di sé ai posteri, consumandosi nel momento stesso in cuiviene realizzata. Tali variabilità e mutevolezza temporale, tuttavia, non costituisco-no un limite ma esprimono una reale potenzialità tipica delle arti rappresentative.È grazie alla continua reinterpretazione generata dalle arti rappresentative che ci èconsentito di osservare, in modo dinamico, la cultura della società che le adotta.

L’idea del progetto è appunto, la creazione di una rete integrata tra siti storici,archeologici e monumentali presenti nel territorio, attraverso la realizzazione diuna serie di rappresentazioni di spettacolo e mostre. Il progetto intende, attraversoun ventaglio di spettacoli teatrali e musicali e di mostre dedicate al mito, al sacro esoprattutto ai luoghi, ricostruire un itinerario di cultura che possa restituire signi-ficato ed attualità al grande patrimonio di questa area.

Il teatro è anche quel territorio dell’arte e dell’esperienza ancora indenne dallasettorialità e dalla specificità, una sorta di viatico per avvicinarsi al valore di un ter-ritorio nella sua interezza e completezza. Per questo motivo si prevede non una ras-segna ma un progetto connaturato con il luogo, ispirato dalla sua storia e soprattut-to teso ad unire interessi e sensibilità diverse. Il progetto si è sviluppato quindi,attraverso l’utilizzo delle città come scenario dell’azione spettacolare/culturale, conuna rivalutazione di spazi, angoli, piazze, architetture.

L’offerta delle manifestazioni assecondando una serie di obiettivi quale la diver-sità dei linguaggio artistici, l’educazione al fatto teatrale, facendo sì che siano occa-sione e ribalta per promuovere, diffondere un programma culturale che abbia comeobiettivo l’identità dei luoghi e del patrimonio storico-culturale. Dal 2002, annodella costituzione, varie sono state le attività svolte dall’AssociazioneCulturale”Teatri del Cielo” grazie anche a un variegato partenariato costituito daEnti Pubblici e privati che sono impegnati nel settore dei beni culturali e delle pro-duzioni artistiche e culturali Risultano soci:la Provincia Regionale di Enna;il Comune di Enna;l’Associazione Capua Antica Festival;la Società Prisma Spettacoli;la Società Global Service;il Consorzio Leonardo;Città Aperta Editrice.

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Attività

Teatri di Pietra – Quarta edizioneDal 2005 ogni anno si rinnova l’impegno nell’ambito della manifestazione “Teatridi Pietra”. Ideata e diretta da Aurelio Gatti ed organizzata dall’AssociazioneCulturale “Teatri del Cielo” mette in rete aree archeologiche e monumentali dellaSicilia oltre che di diverse regioni italiane: Lazio, Basilicata, Campania e Toscana.Evento di notevole rilevanza artistico-culturale, giunto alla quarta edizione, dovel’Associazione “Teatri del Cielo” è ormai un interlocutore consolidato e di riferi-mento.

L’iniziativa, un ciclo di spettacoli classici che si svolgono nei mesi di luglio edagosto, si tiene nell’affascinante cornice del sito archeologico di Morgantina adAidone e presso la necropoli di Realmese nel Comune di Calascibetta.

La manifestazione nasce in collaborazione con la Regione Siciliana – laProvincia Regionale di Enna, le Soprintendenze Regionale e Provinciale ai BeniCulturali ed Ambientali ed i Comuni di Aidone e Calascibetta.

Centro Culturale e LetterarioNel cuore del centro storico della città di Enna a ridosso dei locali del museo Alessie della Chiesa Madre l’Associazione ha creato il Centro Culturale e Letterario “AlKenisa” co-finanziato nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria LeaderPlus “Rocca di Cerere” e dal Comune di Enna.

Il Centro “Al Kenisa” nasce all’interno del prestigioso ed antico edificio dell’exchiesa dei Santi Pietro e Paolo, sede di una delle due moschee nella città di Enna altempo della dominazione musulmana, rimaneggiata nella prima metà del ’600 edecorato internamente con stucchi dei primi decenni del ’700. Sue caratteristichesono l’altare settecentesco, sormontato da un medaglione in stucco bianco ed unacripta scavata nella roccia con 36 essiccatoi ed un altare posto alla fine di essa.

Attraverso il recupero e la valorizzazione di un bene monumentale di così eleva-to pregio, il Centro si propone di creare uno spazio polifunzionale permanente dovepromuovere e realizzare iniziative culturali di vario genere, al fine di rivitalizzare,diversificare ed elevare il sistema culturale del territorio. Le attività proposte dalCentro “Al Kenisa” tratteranno di letteratura, design, arti visive, cinema, teatro,musica, fotografia e quant’altro possa coniugarsi con le con le caratteristiche del sito.

Il progetto prende spunto dall’esperienza maturata dall’Associazione Culturale“Teatri del Cielo” in materia di promozione e fruizione dei Beni Culturali dellaProvincia di Enna, nonché dall’amore e dall’interesse per l’immenso patrimonioartistico e culturale esistente sul territorio.

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Servizio turistico informativo L’Amministrazione Comunale di Enna, ha concesso la gestione del Chiosco adia-cente il Castello di Lombardia all’Associazione Culturale “Teatri del Cielo” che conpropri mezzi e personale dal primo marzo 2008 ha avviato un servizio volto a: • assicurare l’informazione, l’assistenza e l’accoglienza turistica a livello locale ;• raccogliere, a fini statistici e di studio, dati ed informazioni sulla domanda e sul-

l’offerta turistica locale, sugli arrivi e sulle presenze;• attivare iniziative adeguate per sensibilizzare la popolazione residente nei con-

fronti dell’attività turistica della città;• attivare iniziative volte a favorire conoscenza e valorizzazione delle risorse turi-

stiche, culturali, storiche del territorio;• distribuire gratuitamente materiale informativo e promozionale;• attivare quanto altro costituisca motivo di interesse per lo sviluppo e la valoriz-

zazione turistica della città.

Settimana Internazionale della Musica - Prima edizioneRispettando la tradizione storica che ha dato i lustri a personalità quali Di Stefanoe Sinopoli in indimenticabili prime operistiche, dal 4 al 12 Luglio 2007 si è svoltapresso il Castello di Lombardia di Enna, la prima settimana internazionale dellaMusica. L’Associazione culturale “Teatri del Cielo” insieme al Comune di Enna el’Università Kore si è fortemente impegnata nell’organizzazione dell’evento di altovalore e di grande fruizione culturale al fine del recupero delle tradizioni culturalie dei siti ambientali, nella logica delle tradizioni musicali del brillante passato. Vedii concerti del Castello, oppure il Concorso Internazionale Neglia di Enna.

La settimana Internazionale della Musica ha rappresentato per i contenuti unagaranzia di visibilità nell’ambito regionale e di ampio respiro.

Dedicata ad Arturo Toscanini, il percorso musicale adottato ha avuto il targetdegli anni più belli del Castello. Si sono avute le presenze prestigiose di artisti qualiVincenzo Balzani, il soprano giapponese Fumiko Kobajascji della DOHOUniversity Giappone, il pianista fiorentino Antonio Di Cristofano, il pianista cata-nese Gianfranco Pappalardo Fiumara e l’ orchestra ed il coro dell’Università Koredi Enna diretti dal Prof. Massimo Leonardi.

Progetto di Valorizzazione del Patrimonio Librario delle Biblioteche dellaProvincia di EnnaLe numerose biblioteche pubbliche della Provincia di Enna conservano un patri-monio librario di straordinaria rarità. Una prima rilevazione del patrimonio libra-rio del XV secolo conservato nelle biblioteche pubbliche del territorio provinciale

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ha consentito di censire circa 400 edizioni, alcune delle quali allo stato degli studinon registrate dal più importante repertorio bibliografico italiano sugli incunaboli.Uno studio approfondito con i più recenti metodi scientifici permetterà di farconoscere l’importanza di questo patrimonio librario, nonché di studiare le dinami-che socio-culturali dei comuni della Provincia di Enna.

L’iniziativa prevede uno studio delle edizioni del XV secolo dei fondi antichidelle biblioteche pubbliche della Provincia di Enna, la pubblicazione di un catalo-go relativo agli incunaboli delle biblioteche pubbliche ed una giornata di studi sullibro antico e sulla circolazione libraria nella Provincia di Enna tra Medioevo edEtà Moderna.

Il progetto, in fase di realizzazione, è finanziato dalla Provincia Regionale diEnna – Assessorato Beni Culturali.

Paolo Fulco

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ConstestoNegli ultimi tempi abbiamo assistito ad un incessante sviluppo di orientamenti eprogrammi relativi all’U.E. che hanno visto emergere, prima di ogni cosa, l’esigen-za di comunicare con i cittadini.

In particolare, alcune iniziative della Commissione Europea, come il Pianod’Azione, Piano D per la democrazia, il dialogo ed il dibattito, il Libro Bianco su unapolitica europea di comunicazione, hanno evidenziato la necessità di stimolare ildibattito pubblico in Europa, attraverso un maggiore coinvolgimento delle istituzioni,degli Stati, delle realtà amministrative locali e regionali e della società civile.

In questo contesto il Comune di Roccalumera, cittadina della Riviera Jonicaposta tra Taormina e Messina, che già nel 2004 ha costituito l’Ufficio Europa, haposto la sua attenzione sulla comunicazione ritenendola strumento di primariaimportanza nel processo di integrazione europea e indispensabile punto di riferi-mento per garantire una partecipazione più attiva, basata sull’informazione ed ildialogo.

L’ Ufficio Europa di RoccalumeraL’esperienza dell’Ufficio Europa di Roccalumera rappresenta una testimonianzautile ad incoraggiare quei piccoli Enti Locali che desiderano avvicinarsi attivamen-te alle politiche comunitarie ed intendono accogliere la sfida intrapresa dallaCommissione di costruire una sfera pubblica europea comune.

L’Ufficio Europa è stato costituito per volontà del Sindaco avv. Giovanni Miasie dell’Amministrazione Comunale che, consapevoli delle grandi opportunità di svi-luppo offerte dall’U.E., hanno voluto creare uno strumento che potesse aiutare acoglierle e superare il deficit di carattere informativo e procedurale presente nelterritorio.

Bisogna comunque evidenziare che piccole realtà come la nostra devono matu-rare il concetto di Europa e per tale motivo devono essere continuamente stimola-

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Comune di RoccalumeraIl ruolo del piccolo Ente locale nella Sfera Pubblica Europea

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te e che questa azione, che intende favorire l’ integrazione europea e sostenere unprocesso non più top-down bensì bottom-up nel rapporto con i cittadini, deve farfronte alle tante difficoltà che scaturiscono dalla non conoscenza delle tematichetrattate e dalla mentalità comune che vede ancora distante l’Unione Europea.

Il nostro Ufficio è stato concepito non solo come strumento di divulgazionedelle informazioni comunitarie ma anche come strumento di sviluppo locale e disensibilizzazione sociale e si pone l’ obiettivo di contribuire alla valorizzazione eco-nomica, sociale e culturale del territorio e della sua popolazione, diffondendo lacultura europea, stimolando la progettualità locale, ricercando opportunità di svi-luppo, attivando processi di marketing e favorendo collegamenti transnazionali.

Strategie di funzionamentoL’Ente locale che intende intraprende un percorso di partecipazione alle attivitàcomunitarie, oltre a tenere conto della realtà che rappresenta, deve organizzare lapropria azione e ricercare necessariamente le strategie per far si che un Ufficio, chenon è regolamentato da alcun dettato normativo, sia efficiente ed efficace.

Il nostro Ente ha sviluppato un progetto specifico volto ad individuare non solole attività ed i servizi da erogare all’utente ma anche un modello organizzativo chefosse in grado di attivare quei procedimenti necessari per il suo funzionamentotenendo conto delle esigenze del territorio che deve essere costantemente monito-rato. Inoltre prevede più fasi di avvio proprio per preparare il territorio ed i sogget-ti che a vario titolo vi operano, attraverso interventi ed azioni mirate che sviluppa-no il senso comune di educazione e cultura europea.

I servizi attivati dall’Ufficio sono:LL’’iinnffoorrmmaazziioonnee su politiche comunitarie e programmi comunitari, legislazionecomunitaria, nazionale e regionale, strumenti di finanziamento;LL’’aanniimmaazziioonnee tteerrrriittoorriiaallee che prevede organizzazione di workshop, seminari tema-tici per l’approfondimento e aggiornamento su specifiche politiche di intervento,eventi ed incontri formativi e di orientamento;LL’’aassssiisstteennzzaa tteeccnniiccaa su analisi delle opportunità di finanziamento, supporto nel-l’analisi dei bandi e di relative application form, individuazione reti di partenariato,supporto ad iniziative di gemellaggio di cittàLLaa pprrooggeettttaazziioonnee tecnica e gestione progetti comunitari.

Caratteristiche della comunicazioneLa prima fase di avvio del nostro ufficio è stata caratterizzata dalla comunicazione,con la consapevolezza che la disinformazione rappresenta un “gap” che spesso ral-lenta lo sviluppo del territorio stesso.

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È stato predisposto il Piano di Comunicazione dell’Ufficio Europa che prevedeazioni informative e pubblicitarie con l’obiettivo di informare i potenziali benefi-ciari finali sulle opportunità offerte dall’U.E.: Enti Locali, Operatori economici esociali che svolgono attività sul territorio e Cittadini;

La comunicazione ai potenziali beneficiari e l’informazione all’opinione pubbli-ca sono le finalità che l’Unione Europea si impone, ed impone agli Stati Membri diraggiungere con un piano di comunicazione.

Per meglio realizzare tali finalità e, quindi per far giungere prima e meglio leinformazioni agli operatori e per sensibilizzare, in maniera forte, l’opinione pubbli-ca, circa il ruolo svolto dall’U.E., l’Ufficio Europa ha intrapreso delle azioni conl’intento di determinare un impatto informativo in grado di rendere più visibilel’intervento comunitario, servendosi di precisi strumenti per sensibilizzare l’opinionepubblica e diffondere l’informazione anche con manifestazioni informative qualiseminari, conferenze ed eventi di coinvolgimento sociale.

Azioni della comunicazioneFra le tante iniziative avviate dall’Ufficio riteniamo che il gemellaggio di città rappre-senti una strategia vincente in grado di coinvolgere direttamente tutto il tessutoeconomico e sociale del territorio, sviluppando una coscienza europeista. Per dare unmaggiore impatto a questa azione è stato costituito un Comitato di gemellaggio conl’intento di raggiungere in modo capillare tutto il territorio stimolando l’interesseal confronto ed al miglioramento.

Dal 2006 siamo gemellati con la città di Pembroke (Malta), con la quale abbia-mo già avviato azioni comuni, scambi culturali con i cittadini e i giovani, incontritra operatori ed istituzioni scolastiche, ottenendo degli importanti risultati e siamoin fase di definizione del gemellaggio con la città di Kenilworth (Regno Unito).

Queste iniziative non solo ci hanno permesso di creare un partenariato necessa-rio per poter avanzare la nostra candidatura a valere dei fondi comunitari masoprattutto di portare a conoscenza del nostro territorio l’importanza di partecipareattivamente al grande processo di integrazione europea, favorendo il dialogo interculturaletra i cittadini.

Sono stati avviati eventi di natura strategica per rilevare il grado di interesse daparte dell’utenza verso le politiche comunitarie con l’intento di creare un rapportodi collaborazione e di scambio e di individuare azioni mirate.

Attraverso il convegno sulla nuova programmazione 2007/2013 rivolto alle isti-tuzioni scolastiche, che vedeva presenti i dirigenti e docenti delle scuole di ogniordine e grado della provincia di Messina, abbiamo rilevato che il settore scolastico e

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giovanile rappresenta un settore privilegiato in grado di far maturare il concetto di cittadi-nanza europea.

L’Ufficio ha tenuto dei corsi di Cultura Europea nelle scuole e creato il“Laboratorio Europa” .

Nei percorsi formativi proposti, la storia dell’integrazione europea e il funzio-namento delle istituzioni, così come gli approfondimenti sul processo di allarga-mento e la conoscenza della storia e della cultura dei nuovi paesi, hanno portato gliallievi alla scoperta del senso della cittadinanza europea, che si unisce e non si sosti-tuisce alla cittadinanza nazionale e che sottolinea la volontà di una comunità dipaesi e popoli di condividere il proprio futuro.

Sono state tenute lezioni in aula, animate da presentazioni e materiale informa-tivo oltre che da attività pratiche e simulazioni di sedute parlamentari che hannostimolato i processi di apprendimento degli allievi in modo diretto e partecipativoaccrescendo la consapevolezza del confronto democratico, la partecipazione attivaal dibattito su questioni di interesse comune.

Sono state realizzate manifestazioni legate al 9 maggio Festa dell’Europa. Talegiornata commemorativa è stata sostenuta dalla presenza di un punto informativodell’Ufficio Europa esterno all’Ente nella principale Piazza di Roccalumera, daldibattito aperto circa le tematiche comunitarie, dalla curiosità di uno stand esposi-tivo che non vendeva prodotti ma dava la possibilità di comunicare l’Europa attraver-so la divulgazione di informazioni, opuscoli e materiale multimediale, da momentidi animazione festosa che hanno visto protagonisti in modo particolari i ragazzi cheper tale occasione hanno organizzato un percorso di conoscenza dell’UnioneEuropea nella Piazza principale. I visitatori, attraverso la visita guidata degli stands,potevano conoscere tradizioni, usi, costumi e cultura dei paesi dell’U.E., conosce-re le Istituzioni Europee. Sono stati organizzati spettacoli animati dagli studentidelle scuole.

È stato organizzato, con il patrocinio della Rappresentanza Italiana dellaCommissione Europea e della Presidenza della Regione Siciliana e con la collabo-razione dell’Ufficio di collegamento con le Istituzioni a Bruxelles della Presidenzadella Regione Siciliana il concorso “L’Europa siamo noi”, rivolto agli Istituti compren-sivi ed agli Istituti di Istruzione secondaria di ogni tipologia e indirizzo presenti sulterritorio comprensoriale con l’obiettivo di ampliare la conoscenza della storia, deivalori, delle politiche dell’Unione Europea all’interno delle scuole, coinvolgendogli studenti nella realizzazione di elaborati, al fine di stimolare il loro interesse sulleattività dell’U.E. Il concorso ha visto tre classi vincitrici distinte per cicli scolastici.Le classi vincitrici delle scuole primarie e scuole secondarie di primo grado hannovinto il viaggio a Palermo per la visita al Parlamento Regionale. La classe vincitri-

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ce delle scuole secondarie di secondo grado ha vinto il viaggio a Roma di tre gior-ni per la visita del Parlamento Nazionale.

Effetti delle azioni di comunicazioneIl Comune di Roccalumera ha investito e continua ad investire molto nella comunica-zione intesa come azione di crescita del nostro territorio.

L’attività dell’Ufficio Europa di Roccalumera si è estesa all’Unione dei Comunidelle Valli Joniche dei Peloritani, cui fanno parte 14 Comuni della Riviera Jonica(Itala, di Scaletta Zanclea, Roccalumera, Pagliara, Mandanici, Furci Siculo, S.Teresa di Riva, S. Alessio Siculo, Forza d’Agrò, Limina, Antillo, CasalvecchioSiculo, Roccafiorita).

Oggi nel nostro comprensorio si comincia a parlare di Europa, si sono apertidibattiti e azioni che rappresentano un piccolo granello nella grandiosità della sto-ria europea ma che ci rendono orgogliosi di poter scrivere anche noi la nostra espe-rienza.

Dott.ssa Angelica Caspanello Avv. Giovanni MiasiUfficio Europa Sindaco di Roccalumera

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Parte Terza

Percorsi europei

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Europe Direct Paris

M. Gérard Valentini, responsabile Europe Direct Parigi

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During the last year, the Institute of Tourism Studies (ITS) has embarked on a num-ber of projects aimed at expanding the role of the Institute within the changingcontext of tourism in Malta and at meeting the educational and vocational demandsby the introduction of new forms of tourism including agritourism, rural tourism,eco-tourism, cultural and relational tourism – all of which promise a more sustai-nable product.

The PRISMA Project was an ideal experience as it promised to introduce a newtype of tourism that focuses on human relationships and the way the totality of acountry such as Malta impinges upon them.

Relational tourism regards the individual as the focus of the touristic experien-ce and hence, aims to satisfy all the aspects of the experience. This can be donemost effectively by treating the tourist as a native for the duration of the stay. Thisimplies that it would be better for the tourist to live in a small bed & breakfast in aculturally rich locality such as Valletta, Mdina and Birgu, and experience the life ofa Maltese person rather than spend a week in a hotel. This has considerable advan-tages such as obtaining the most up-to-date information from the horses’ mouth soto speak, from the people who live in the town who know exactly where the bestdeals and best shops are, and which activities to attend. This can only be done bymingling with the Maltese people in their clubs, churches and local activities.

During March 2008, the first meetings between the Maltese partner, the“Institute of Tourism Studies” (ITS) and the representatives of “ARCES” (UniversityCollege legally recognised by the Italian Ministry for the University and Research),“Assonautica Palermo” (National Association for Pleasure Boating – a non-profitorganisation of the Italian Chamber of Commerce system working to boost leisureboating and tourist boating; the “Department of Public Works of Sicily” ( Statebody in charge of co-ordinating infra-structural works carried out in Sicily) and the“Val D’Anapo Local Action Group” (GAL) – a Co-operative limited company madeup of state bodies, and the financial and technical interlocutor for all the players

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Exchanging experiences. The Maltese dimension.

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involved in the process of sustainable development in the Val D’Anapo district; tookplace and it was decided that the first step would involve an exercise aimed at buil-ding an in-depth database that collected all the pertinent information that could beuseful for the development of Relational Tourism in Malta and Sicily.

Although Malta’s ties with Sicily go back hundreds of years, this type of in-depth collaboration that involved the construction of such a detailed database fit invery neatly with the European Commission’s initiatives centred on listening, com-municating and ‘going local’.

The PRISMA Project was also a cooperative project of unprecedented propor-tions inasmuch as it took the spirit of last year’s European Commission document“Communicating Europe in Partnership” and applied it across the board.

In the area of “Coherent and Integrated Communication”, the Institute ofTourism Studies and its partners used a variety of media ranging from e-mail totelevision, and the three major exchanges between the partners, two in Sicily andone in Malta were extensively covered by all of Malta’s major television stations.

A three-part three-hour programme on the Education 22 channel highlightedthe Prisma Project by interviewing all the major players and by sending a camera-man and journalist to Palermo to cover the meetings there.

This is a very important point as it has direct bearing on the empowerment ofcitizens so that they are informed and kept up-to-date on projects such as the PRI-SMA Project. This was particularly apparent when the Relational Tourism pilot-projects were launched – aimed at showing that the idea behind the project is soundand can be applied to larger entities providing a much-needed push towards theintroduction of newer and more sustainable forms of tourism in Malta.

The following pilot-projects were initiated:

The Utilisation of Electronic Mapping ResourcesThis was the direct result of the collaboration between Maltese and Sicilian resear-ches in building databases concerning all aspects of Relational Tourism on bothislands. The database is the first of its kind and will provide an invaluable aid to allthose who wish to invest in Relational Tourism in Malta and Sicily.

Organic FarmingThis is still in its infancy in Malta and more widespread in Sicily. The Maltesepilot-project has helped to present the advantages of such agriculture and in somecases inform people that it actually existed on our soil. It also led to exchanges bet-ween Maltese and Sicilian organic farmers. Other activities that have been germi-

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nated directly from this type of cooperation include exhibitions of agri-products onboth islands and exchanges between agri-businesses from both islands to learn dif-ferent techniques that may be used to increase the efficiency of this type of farming.

Maritime HeritageIn an effort to introduce Malta’s maritime heritage to both Maltese and foreignaudiences, this pilot-project provided itineraries highlighting the way MaritimeHeritage shaped Maltese society and in some places still plays a role.

Wine & ViticultureThe advent of EU accession boosted the production of locally made wines fromlocal grapes. The design of wine itineraries has given an opportunity to both wine-growers and the local populace to appreciate local grapes and wines. It has also ledto exchanges between Maltese and Sicilian viticulturists.

Culture, Drama and the ArtsThe production of Bakkanti, an original treatment of the Greek classic Bacchae byEuripides empowered the citizens of both the city of Birgu in Malta, a fortified cityand an ideal setting for Relational Tourism, and those of Palermo where it was sta-ged to great acclaim; showing that innovative cultural initiatives can provide a brid-ge between two cultures by magnifying the ideals they share. The play directed andadapted by Lino Farrugia, a well-known Maltese TV drama writer and director, anda playwright in his own right produced the play in three languages: English,Maltese and Italian; blending them together in a way that made the play quitedaring. The comments and the standing ovations by both the Maltese and Sicilianaudiences clearly showed that the experiment worked and further collaborationsare in the offing highlighting both Maltese and Sicilian drama and arts.

Traditions in LimestoneAnother aspect of the European Commission’s report is “Going Local” based oncommunicating at a regional and local level. This was further represented by thispilot-project although it has been the hallmark of the entire PRISMA Project. Thisproject attempted to holistically combine all the aspects of Maltese culture that arebased on “Limestone” – the Maltese Stone that has been instrumental in shapingour culture and architecture from the time of the Neolithic Temple Builders of7000 years ago to the massive bastions that make Malta so distinctive. So ubiqui-tous is this limestone that most of Malta’s soil is Terra Rossa soil, the basis of whichis limestone. The porosity of this rock also allows for the development of aquifers

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of fresh water so important on such a dry island. Therefore, limestone has helpedput a roof on Maltese heads, feed them and slake their thirst, no wonder it enjoyssuch a prominent position in our society.

The PRISMA Project adhered to many principles discussed in the EuropeanCommission’s report especially in the annals of communication by producing ashort documentary that highlighted the major advantages of Relational Tourismand an audio-visual multimedia representation of the advantages of Malta andSicily in relation to this type of budding touristic activity.

The incredible degree of collaboration between the Maltese and Sicilian par-tners highlights the importance in developing a European Public Sphere. It is alsohelped spur the development of the first Local Action Groups in Malta by unitinga number of farming cooperatives, agricultural NGOs and Rural Local Councils, toprovide a united front towards the development of sustainable rural tourism byaccessing specific EU funds. As political decisions within the EU are taken by con-sulting the citizens, the same method was used in uniting all the players whose coo-peration was essential in working towards the introduction of Local Action Groups.

The role of the ITS was crucial in providing the networking needed to get allthe interested parties together to collaborate on a common goal. One of the mostspectacular successes of this type of networking was getting all the major wine-pro-ducers around the table to plan specific viticultural itineraries. Considering thesmall size of Malta and the fiercely competitive market, the experience showed thatcooperation even between rivals for the greater good is possible.

In an environment characterised by Malta’s embryonic rural tourism sector andrampant development, it is essential that players in the rural and agritourism fieldpresent a united front, so that both the local government and the Commission rea-lise that there exists a popular Maltese movement towards the sustainable develop-ment of the rural sector.

This shows that the ITS has embraced and reinforced the partnership approachthat is being pushed by the Commission. To this, one has to add the work done withregional institutions such as the Malta Tourism Authority and the Department ofPublic Works of Sicily as it shows that the approach used by the ITS to work withits partners mirrors the way the member states are working together.

The ITS experience through the PRISMA Project has opened new ways of howpartnerships can be made and utilised on an island that is so small that the only wayforward for rural tourism and sustainable development is through the collaborationof entities by means of networking and Local Action Groups.

David Pace

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The presentation of ED-PCEIPThe ED-PCEIP works in the frame of Pest County Regional Development Agencyfrom the year of 2000. In the first four-year-period it belonged to the network ofEuropean Information Offices created by the Hungarian Ministry of ForeignAffairs. From 2004 – the year when Hungary joined the EU – ED-PCEIP becamemember of the European “Europe Direct” network.

Pest County has a special situation in Hungary. As a county - it represents aNUTS3 statistical region; however it also belongs to the Central-Hungarian(NUTS2) Region which consists of Budapest and Pest County. It surroundsBudapest; nevertheless it has no central town – neither county seat. Almost all theofficial county buildings (Chamber of Commerce and Industry, Labour Centre,etc.) are situated in Budapest. Budapest is also a transport junction – and people ofPest County mainly use services offered by the capital city. All these reasons explainwhy Europe Direct - Pest County European Information Point operates inBudapest.

The Pest County Regional Development Agency (PCRDA) - host institution ofED-PCEIP – has a 12 year professional experience in all kind of regional develop-ment issues – planning, co-ordination, evaluation, communication, etc; andthrough its activity it is in close contact with different kind of county actors (publicauthorities, SMEs, sub-regional associations, civil organisations), and also gover-nmental and official institutions (County Administration Office, State Treasury,Labour Force Centre, etc.). The PCRDA’s reputation and active relation networkin the region helps ED-PCEIP to reach various target groups with EU informationin the County.

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Europe DirectPest County European Information Point (ED-PCEIP), Budapest, Hungary

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The activities towards the main target groups of ED-PCEIP:

• Public authorities, sub-regional associations: the office has relationship withEU contact persons at almost all local authorities in the region, regularly pro-vides direct information on EU matters and calls for application; sends EU info-materials; organises information days on actualities; participates with info tentsin local events.

• Civil organisations, libraries: the office has a database of all civil actors dea-ling with – among others – EU affairs; regularly provides information on EUdevelopments and calls for proposals; sends EU info materials; supports theirevents with EU, information stand, gives lectures on various EU issues. Theofficers devote special attention to youth and pensioner’s organisations.

• Educational institutions: the relay has databases of primary and secondaryschools and of higher educational institutions; and also a database of teachersactively involved in EU affairs, officers send them EU related infomaterials con-cerning calls for proposals, partner search, educational and youth programmes.Officers also give lectures on EU issues and programmes for young people.

• Media: the office has contact with local media (newspapers, radios, local televi-sions, etc.). Officers send the news releases of Representation of EC in Hungary,calls for proposals, and also organised EU games in newspapers.

Partnerships of ED-PCEIPThe ED-PCEIP has created good partnership and co-operation with other EUinformation provider organisations as well. The officers have continuous contactwith Europe Direct Relays; Representation of EC; Information Office of EuropeanParliament; EU Info Service of Ministry of Foreign Affairs; Culture Point Office,Enterprise Europe Network; European Documentation Centres; SOLVIT, EURES,EUROPASS Centre; EURODESK; Tempus Public Foundation responsible for treat-ment of EU educational programmes; etc.

The ED-PCEIP tools for communication

• Basic services of the office: CCuussttoommeerr SSeerrvviicceePeople and institutions can pose questions either personally or via telephone, e-mail or written mail, officers are ready to answer them within a short period oftime.

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EEUU LLiibbrraarryyThe library of ED-PCEIP disposes of more than 1000 publications, books, stu-dies and CD-ROMs concerning the EU and the Hungarian accession. These areavailable mainly in Hungarian and English; however some of them are accessi-ble in further official EU languages. Beyond these publications that are to useand copy in place, the office also offers free informative publications of theEuropean Commission and Hungarian EU-related institutions. IInntteerrnneett ssppoottThe Europe Direct Relay provides free Internet access to the websites and onli-ne databases related to the European Union. The official server of the EU, thewebsites of the Ministries of Hungary, grant databases and Europe server areaccessible among others. Downloaded documents may be printed.

• Communication toolsWWeebb ppaaggeess – the Europe Direct web site – which has a separate part in the website of Pest County Regional Development Agency - provides information onED events and contains several regularly actualised links to EU related institu-tions and issues broken down thematically;NNeewwsslleetttteerrss – with hot issues of EU sent to relevant institutions, with contactdetails of ED-PCEIP;PPrriinntteedd iinnffoorrmmaattiioonn mmaatteerriiaallss ccoommppiilleedd bbyy EEDD--PPCCEEIIPP – The ED-PCEIP laun-ched a series of self-made information material on EC’s communication priori-ties. (Lisbon Treaty 2008; Climate Change to be issued at the end of 2008.)

• Out of the office services IInnffoorrmmaattiivvee PPrrooggrraammssOn request officers are giving lectures at programs, conferences or seminars,and also provide information stands to the exhibitions and fairs of Pest Countytownships. The always-widening database of EU-experts in Hungary allows ED-PCEIP to offer theme-relevant lecturers to conferences. SSppeecciiaall pprroojjeeccttss ffoorr ddiiffffeerreenntt ttaarrggeett ggrroouuppssIn order to strengthen relationship with different target groups and to increasetheir knowledge on the EU, ED-PCEIP offers special programmes. · A game called “EUrobi – EUrozi” for secondary school students were launched –questionnaires on special EU issues were sent to the participants and for thosewho achieved the best results a big event was organized with valuable presents.

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· Media game – an EU-related game series in local newspapers were organized –in order to have an up-to-date contact database with local media and to betterreach people with EU information.· Information day and EU lecture series for university and college students.

Contact details of Europe Direct – Pest County European Information PointAddress: H-1052 Budapest, Városház utca 7. T: +36 1 485 6962, F: +36 1 485 6960, E-mail: [email protected]: www.pmtkht.hu/eip

Silvia Besze

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That’s how the citizens of Craiova received the news of our opening. We are EuropeDirect Craiova and we are gladly “standing” here for you to discover us. In terms ofobjectives, we are just like the rest of the other ED Centers: offering informationabout the European Union to everyone who is eager to get it and being sort of a link bet-ween the highest levels of the E.U. and the common citizens. In terms of approach, well,there is something special in everything we aim or accomplish.

With serious, supporting partners, such as The City Hall of Craiova, TheUniversity of Craiova, The Human Resources Development Excellency Center ofCraiova, The Territorial Office for Small and Medium-sized Companies of

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“Welcome, Europe Direct! We needed you so!”

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Craiova, The Metropolitan Church – Archbishopry of Craiova, we respond, we deve-lop, we feed the hunger of information, we build knowledge bridges. But most of all, weencourage young people, we are fond of being in the middle of children and youn-gsters to help and watch them absorb the information and use it for a strongerEurope. We have to say that every kind of information is well-received, it doesn’tmatter if it is on common currency or green energy.

We take advantage of every chance to go in kindergartens, schools, high scho-ols and universities to share our experience and knowledge, to bring joy by brin-ging information, to observe and support high creative potential as well. All this isdone by different contests between schools on general European themes (such as“The Euro Currency”, “European Flags”, “The European Map”, “The EuropeanInstitutions”, “The European Main Events” and so on), creative workshops, entertai-ning games, asphalt drawings, kite making and grafitti demonstrations, wall pain-tings, clay modelings and much more activities of great enthusiasm to everyoneinvolved in.

How would you mime, for example, the European citizens right to the presum-ption of innocence or the right to life? Think of it and imagine the good laughs wehad when high school students tried to do it the funniest way possible!

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We encourage all of them to take part in debates on Europe, we teach them howto respect the laws and policies, how to enjoy the rights and how to make the worlda better place to live in; in return, they teach us how to smile more, how to feel thateverything you give birth to is a part of this larger soul called Europe.

As for one of the communication priorities of The European CommissionRepresentation in Romania, it is well known that in our country, for ED Centers it hasbecome already a tradition to plant tea trees in public parks in order to help natu-re and make people understand that climate change is a serious issue we have todeal with. We did it, too, in order to raise awareness and celebrate nature.

That’s who we are, that’s how we want our people to be: Europeans, by thinking and byacting. It is all about enlightening, communication, respect and joy of living. We salute you!

Roxana Tudor

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Parte Quarta

I Documenti

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Una Carta che invita gli enti territoriali ad utilizzare i loro poteri e i loro partena-riati a favore di una maggiore parità per le donne e per gli uomini – Elaborata epromossa dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e dai suoi partners.

Principi1. La parità delle donne e degli uomini rappresenta un diritto fondamentale

Questo diritto deve essere attuato dagli esecutivi locali e regionali in tutti gliambiti dove questi esercitano le proprie responsabilità, ciò include l’obbligo dieliminare ogni forma di discriminazione, sia diretta che indiretta.

2. Per assicurare la parità tra donne e uomini, occorre tenere conto delle discrimi-nazioni multiple e degli ostacoliPer affrontare la parità tra donne e uomini devono essere prese in considerazio-ne le discriminazioni multiple e i pregiudizi, oltre a quelli fondati sul sesso, sullarazza, il colore, le origini etniche e sociali, le caratteristiche genetiche, la lingua,la religione o le convinzioni, le opinioni politiche o altre opinioni, l’appartenen-za ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, l’handicap, l’età,l’orientamento sessuale o lo stato economico e sociale.

3. La partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni è un pre-liminare della società democraticaIl diritto alla parità tra donne e uomini richiede alle autorità locali e regionali diprendere tutte le misure e adottare tutte le strategie appropriate per promuove-re una rappresentanza e una partecipazione equilibrata delle donne e degliuomini in tutti gli ambiti delle decisioni.

4. L’eliminazione degli stereotipi sessuali è indispensabile per l’avvio della paritàtra donne e uominiLe autorità locali e regionali devono eliminare gli stereotipi e gli ostacoli suiquali si basano le disparità di status e della condizione delle donne, e che con-

Estratto della Carta Europea per la Parità delle Donne e degli Uomini nella vita locale

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ducono alla valutazione impari dei ruoli delle donne e degli uomini in campopolitico, economico, sociale e culturale.

5. Per far progredire la parità tra donne e uomini, è indispensabile integrare ladimensione di genere in tutte le attività degli enti locali e regionaliLa dimensione di genere deve essere presa in considerazione nell’elaborazionedelle politiche, dei metodi e degli strumenti che riguardano la vita quotidianadella popolazione locale – per esempio attraverso tecniche d’integrazione digenere in tutte le politiche e prendere in considerazione il genere nell’elabora-zione e nell’analisi dei bilanci. A tal fine, devono essere analizzate e prese in con-siderazione l’esperienza della vita locale delle donne, comprese le loro condizio-ni di vita e di lavoro.

6. Piani d’azione e programmi adeguatamente finanziati come strumenti necessa-ri per far progredire la parità fra donne e uominiGli esecutivi locali e regionali devono elaborare piani d’azione e programmi conmezzi e risorse, sia finanziari che umani, necessari alla loro messa in pratica.Questi principi sono le fondamenta sulle quali vertono gli Articoli nella TerzaParte della Carta.

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La dichiarazione SchumanIl 9 maggio 1950 il ministro degli esteri francese Robert Schuman, ispirato dal con-sigliere Jean Monnet propose di mettere in comune la produzione europea del car-bone e dell’acciaio, affidando ad una Istituzione sovranazionale, la gestione dellematerie prime.

Nella sua Dichiarazione, Schuman, lasciava trasparire la volontà di raggiungereun accordo anche solo con il governo tedesco, pur dichiarandosi pronto ad aprirenegoziati con i Paesi europei interessati all’adesione.

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Dossier EuropaIl lavoro svolto dall’ITIS MARCONI e premiato alconcorso “Europa alla lavagna”

Sotto la guida dei prof. Maria De Maria, Lella Nicoloso, Alba Pugliesi, Claudio Viglianisi

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L’obiettivo fondamentale era la formazione di una unione economica fra gliStati europei, che venne presto condivisa da Italia, Belgio, Lussemburgo e Olanda.

Da allora sono trascorsi più di cinquant’anni, ma i principi ispiratori dellaDichiarazione sono più che mai attuali. Per comprendere queste considerazionibasta ricordare le riflessioni di Schuman “la pace mondiale non potrà essere salva-guardata se non con sforzi creativi proporzionali che la minacciano”. “Il contribu-to che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile peril mantenimento di relazioni pacifiche.”

L’Unione, come aveva previsto Schuman, ha garantito, al suo interno, mezzosecolo di pace, mentre al di fuori scoppiavano conflitti etnici e religiosi, tensionipolitiche e guerre civili.

Se i Paesi in cui esistono odi radicati e contrasti insuperabili, avessero lo stessocoraggio e la stessa lungimiranza di Schuman, riuscirebbero a superare divisioni eostilità evitando tragedie immani.

Nei giorni scorsi, durante la visita di Stato a Londra, il Presidente dellaRepubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ha affermato che “l’Unione Europea è lostrumento per assicurare un futuro di pace e di sicurezza non solo nel nostro con-tinente”.

Il messaggio di uomini con tali ideali deve indurre le nuove generazioni euro-pee alla ferma convinzione che questi principi appartengono alla intera umanità.

Gli uomini e le donne che hanno contribuito all’integrazione europeaDopo anni di divisioni e la tragedia della seconda guerra mondiale, il 25 Marzo1957, vengono firmati a Roma i trattati che istituiscono la Comunità economicaeuropea. Si avvera così il sogno di grandi uomini che vedevano in questa unione unmodello invidiabile di convivenza. Il Continente europeo non sarebbe stato piùdiviso in Stati-Nazione rivali, non ci sarebbero state più frontiere, si sarebbero con-divisi gli stessi ideali, e alla fine forse anche la stessa moneta. L’allargamento a 25dei Paesi dell’Unione e la firma della Costituzione sono tappe fondamentali delprogetto sintetizzato dalle parole profetiche di Jean Monnet:” non coalizziamoStati ma uniamo uomini”.

SCHUMAN ROBERT(1886 -1963), fu un famoso politico franco-tedesco ritenuto uno dei padri fondato-ri dell’ Europa. Partigiano nella Resistenza francese, ministro delle finanze nel1946, più volte primo ministro nel biennio 1947-48 e ministro degli esteri nel 1948,nel 1950 Robert Schuman presentò un progetto (noto come piano Schuman) perporre le principali risorse minerarie dell’Europa sotto il controllo di un organismo

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internazionale. Da questo disegno ebbe origine la Comunità del Carbone edell’Acciaio (CECA).

SPAAK PAUL HENRI(1899-1972), uomo politico belga, considerato uno dei padri fondatori dell’UnioneEuropea, rivestì l’incarico di presidente dell’Assemblea consultiva del Consigliod’Europa dal 1949 al 1951, anno in cui si dimise a seguito del rifiuto della GranBretagna di accettare il piano Schuman, il progetto di unificazione europea propo-sto dall’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman. Dal 1952 al 1954 fupresidente della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) e in seguitoebbe un ruolo centrale nella preparazione e firma del Trattato di Roma (25 marzo1957), che istituì la CEE e l’EURATOM.

MONNET JEAN (1888-1979) economista e politico francese, insieme a Robert Schumann, fu idea-tore della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). La CECA costituìil primo e più avanzato esperimento di cooperazione sovrannazionale tra i Paesi chesei anni dopo diedero vita alla Comunità Economica Europea.Convinto assertoredella necessità di superare le barriere nazionali e di pervenire ad una federazione trai paesi europei, Monnet fu uno dei maggiori artefici dei Trattati di Roma, che nel1958 istituirono la CEE e l’Euratom. Nel 1956 Monnet organizzò e divenne presi-dente del Comitato d’Azione per gli Stati Uniti d’Europa.

DE GASPERI ALCIDE (1881 - 1954), uomo politico italiano. Convinto europeista, vagheggiava una fede-razione di Stati europei e nel 1953 fu eletto presidente dell’Assemblea dellaComunità Europea del Carbone a dell’Acciaio (CECA). Intervenne con decisionedurante la crisi della “sedia vuota” e attraverso il riallacciamento dei contatti con idiversi governi europei riuscì a riallacciare il filo dell’integrazione.

SPINELLI ALTIERO(1907-1986), uomo politico italiano. Membro del Partito comunista, fu condannatoper attività antifascista e restò in carcere dal 1927 al 1937. Contrario allo stalinismo,si allontanò dal partito e si avvicinò al movimento di Giustizia e libertà. Al confino,nel 1941 redasse insieme con Ernesto Rossi il Manifesto di Ventotene, atto di fon-dazione del Movimento federalista europeo, divenendo quindi uno dei padri del pro-cesso di unificazione politica dell’Europa occidentale. Negli ultimi anni della sua vitafu deputato al Parlamento europeo, eletto come indipendente nelle liste del PCI.

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ADENAUER KONRAD (1876 - 1967), primo cancelliere della Repubblica federale tedesca (1949-1963).Nel 1945 fu tra i fondatori dell’Unione cristiano-democratica (CDU), di cui diven-ne presidente. L’obiettivo principale di Adenauer era trasformare la GermaniaOvest in un baluardo delle potenze occidentali per contenere l’espansione sovieti-ca in Europa. A questo fine, stabilì strette relazioni con gli Stati Uniti e riconciliòil paese con la Francia, evitando ulteriori mosse verso la riunificazione con la comu-nista Germania Est. Nel 1955, sotto la presidenza di Adenauer, la Repubblica fede-rale tedesca aderì alla NATO e ottenne il riconoscimento come nazione indipenden-te; inoltre fu tra i membri fondatori della Comunità economica europea.

DELORS JACQUESJacques Delors (1925) Francese, economista e uomo politico socialista è stato mini-stro dell’economia e delle finanze. Dal 1985 al 1995 ha presieduto la commissioneesecutiva della comunità europea. È il padre del trattato di Maastricht (1991) edell’Unione Europea (1993). Il suo “libro bianco” presentato dalla commissioneeuropea nel 1993 contiene numerose indicazioni di politica economica per combat-tere il grave problema della disoccupazione nei paesi membri.

VEIL SIMONE(Nizza 1927), figura politica di primo piano nel panorama francese del dopoguer-ra, ebbe un ruolo determinante nell’approvazione della legge sull’aborto del 1975.Favorevole all’unione dei paesi europei, si candidò come capolista nelle filedell’Union pour la démocratie française (UDF), durante la prima elezione delParlamento Europeo, nel 1979. Eletta deputato europeo, presiedette dapprima ilParlamento di Strasburgo dal 1979 al 1982, divenendo successivamente capogrup-po dei liberal-democratici (centro-destra) dal 1984 al 1989. Rappresentante delladestra liberale e moderata, si oppose con forza a qualsiasi ipotesi di accordo localecon il Front national di Jean-Marie le Pen, mettendo continuamente in guardial’opinione pubblica e la classe politica contro i pericoli dell’estrema destra.

FONTAINE NICOLENicole Fontaine (1942) Francese, deputato europeo dal 1984. È stata membro dinumerose commissioni da quella giuridica a quella dell’istruzione, e presidentedella commissione dei diritti delle donne. È stata dal 1999 al 2001 la seconda donnaal vertice del parlamento europeo, dopo Simone Veil, a ricoprire questa carica.Inoltre, è stata nel corso di varie legislature, membro permanente del comitato diconciliazione e rappresentante dell’assemblea nella delegazione mista parlamentoeuropeo-parlamenti nazionali.

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I COMUNI SICILIANI COME RAPPRESENTATI IN CALCE,

• premesso che nell’anno 2007 ricorre il 50° anniversario della firma dei Trattati diRoma e che la Regione Siciliana ritiene di rafforzare ulteriormente le azioni tese alcoinvolgimento dei soggetti pubblici operanti sul territorio alla cultura europea ealle politiche di sostegno per l’accrescimento della cittadinanza europea in funzio-ne sussidiaria;

• richiamate le disposizioni di adeguamento del Titolo V della Costituzione, lad-dove si riconosce alle Regioni la titolarità di rapporti internazionali, favorendo dun-que questi processi di integrazione culturale ed agli Enti Locali una dignità di auto-nomia statutaria e di pari ordinamento con gli altri Enti che costituiscono laRepubblica;

• preso atto dell’esigenza manifestata dai Comuni di istituire singolarmente o col-lettivamente “Sportelli Europa”, che consentano una maggiore partecipazione deicittadini alle attività promosse dall’Unione Europea;

• considerato che il Dipartimento regionale per il Collegamento con le Istituzionidell’Unione Europea può contribuire allo sviluppo dei suddetti sportelli presso iComuni attraverso un’attività di informazione, assistenza ed eventuale formazione,così come le due Antenne istituite dalla Commissione Europea – Rappresentanzain Italia, allocate presso le città di Palermo e di Catania nell’ambito del networkeuropeo Europe Direct, costituendo un repertorio di conoscenze, competenze emetodologie che possono accrescere la loro utilità se adoperate in modo sinergico;

• valutato che, per le finalità espresse, appare opportuno operare per il migliora-mento delle opzioni di definizione di un sistema integrato sotto il profilo delle rela-

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Documento dei comuni siciliani in funzione dell’istituzione presso le loro sedi di sportelli Europa

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zioni di sussidiarietà e di convergenza a livello degli Enti Locali intesi come sog-getto strutturante dei rapporti del sistema territoriale, e riscontrando negliSportelli Europa lo strumento più idoneo a stabilire lagami funzionali in armonia ein applicazione del principio di sussidiarietà;

• preso atto altresì delle elaborazioni realizzate dal Formez in previsione dell’attua-zione di uno sportello europeo, nonché delle recenti previsioni dell’Aiccre in fun-zione della figura professionale dell’informatore europeo, ed altresì il ruolo di for-mazione e di supporto al territorio definito dalla Commissione Europea per il tra-mite dei suoi centri Europe Direct;

• considerato che gli Enti partner del presente protocollo intendono mutuamentesviluppare le attività connesse alle politiche europee ed in particolare:

• la promozione e incentivazione, in ambito comunale o intercomunale, delle attivi-tà connesse alle politiche europee in termini di sussidiarietà e di cittadinanza attiva;

• la diffusione più sistematica e meglio organizzata delle informazioni e dellecomunicazioni provenienti dall’Unione Europea in funzione dello sviluppo soste-nibile e delle priorità della convergenza;

CONSIDERATO CHE LE RAGIONI PER CUI È OPPORTUNO CHE TUTTI GLI ENTI

LOCALI ADOTTINO STRUMENTI DI RACCORDO TRA LA DIMENSIONE TERRITORIA-LE E QUELLA EUROPEA POSSONO ESSERE CONCENTRATE IN DUE ARGOMENTI:PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ E SOCIETÀ CIVILE;

• che i due argomenti sono del resto strettamente collegati: l’Ente locale costitui-sce infatti l’articolazione presso cui il principio di sussidiarietà trova la sua realizza-zione, proprio per via del contatto immediato con la società civile, cioè con il citta-dino nelle sue espressioni condivise di contenuto sociale, economico, culturale.

• che l’esercizio concreto della cittadinanza trova nell’Ente locale il suo naturalepunto di concretizzazione, ed è per questo che il Comune, a maggior ragione sepiccolo e/o isolato, attivando un Ufficio Europa (meglio: uno Sportello Europa,proprio per non generare una visione burocratica e dare enfasi piuttosto alla logi-ca di relazionalità con i cittadini) realizza un obiettivo fondamentale delle politi-che europee, rendendo concreto il principio di sussidiarietà e qualificandolo con-cretamente come accesso alle informazioni e alle opportunità;

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CON IL PRESENTE DOCUMENTO

RICHIAMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA SOTTOSCRITTO CON IL DIPARTIMENTO

REGIONALE PER IL COLLEGAMENTO CON LE ISTITUZIONI DELL’UNIONE EUROPEA;

Preso atto dell’esistenza delle Antenne di informazione e comunicazione sulle poli-tiche europee di Catania e di Palermo, riconosciuti ed integrati dalla CommissioneEuropea nel network istituzionale Europe Direct;

Richiamata la definizione concreta e sintetica di società della conoscenza contenuta dalreport 2005 dell’UNESCO, che la inquadra come passo successivo rispetto alla“società dell’informazione” e intende un modello di società conseguente allo svi-luppo democratico della tecnologia, caratterizzato dal passaggio dal paradigma“uno a molti” (con un soggetto che detiene l’informazione che la trasmette a unpubblico eterogeneo), al nuovo paradigma che rende possibile uno scambio aperto“molti a molti” dove la conoscenza è il prodotto di un nuovo modello di società,aperta allo scambio e all’approfondimento, alla effettività della comunicazione ealla sua applicazione come fattore della produzione e come prodotto medesimo,con un nuovo modello di sviluppo e di crescita economica cui puntano le societàavanzate;

considerato che l’accesso, qualificato secondo la definizione di società della conoscen-za – non più risolversi nel mero accesso agli atti amministrativi come affermava laprima formulazione della legge 241/09 – ed estende oggi i suoi significati alla capaci-tà di ottenere informazioni da parte del cittadino, assumendo il ruolo chiave per l’at-tuale organizzazione del lavoro e delle fonti di conoscenza ai programmi delle istitu-zioni a tutti i livelli della sussidiarietà (Comune, Provincia, Regione, Stato, UnioneEuropea), che avviene essenzialmente mediante comunicazione internet-based.

CONFERMANDO LA VOLONTÀ DI ISTITUIRE UNO SPORTELLO EUROPAALL’INTERNO DEL PROPRIO COMUNE

Nella consapevolezza che il Comune, attivando uno Sportello Europa, ha la possi-bilità di rendere effettive le dinamiche della cittadinanza europea come condizionedi partecipazione attiva alle politiche attive a tutti i livelli della sussidiarietà,

Ritenuto che, per definire uno Sportello Europa, si può pensare ad un sistemaintermedio tra l’Ufficio Relazioni con il Pubblico e lo Sportello Unico per le

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Attività Produttive. In realtà, come si vedrà nello svolgimento, anche se è utile einteressante il raffronto, conviene prendere le distanze da entrambi i modelli e pen-sare ad una configurazione autonoma,

Ritenuto, altresì che, per non travisarne il significato, è importante non esaurire ilruolo dello Sportello Europa in una sorta di agenzia economica che svolge in viapressoché esclusiva questa funzione, in primo luogo, perché l’Europa non corre sol-tanto lungo la dimensione dell’economia, poiché con la realizzazione della monetaunica, un fondamentale elemento dell’integrazione economica è stato raggiunto, edoccorre adesso realizzare nuove connessioni sul piano della cultura e dei simbolicondivisi;

Valutata rilevantissima, in particolare, la funzione di collegamento con le scuole –per la conoscenza dei molteplici concorsi che l’Unione Europea organizza per sen-sibilizzare le politiche scolastiche a promuovere la conoscenza dell’Europa con pro-grammi adatti alle scuole di ogni ordine e grado – ma anche per i vari programmiche possono interessare l’ambiente, il patrimonio culturale, le risorse umane,l’equilibrio tra sistema urbano e sistema rurale, le reti e i nodi di servizi.

Sottolineato ancora che il modello della società dell’informazione richiede un ruoloattivo delle amministrazioni pubbliche regionali e locali tanto nella progettazione egestione di servizi che nelle politiche culturali in favore dell’e-inclusion, e cioè del-l’accesso alle tecnologie internet-based, considerate secondo una dimensione chenon è esclusivamente culturale, o sociale, o economica, ma che coglie nell’intera-zione tra le sfere dell’agire umano la chiave per migliorare la competitività, trasfor-mandola in conoscenza condivisa;

Considerato che la funzione di avvicinamento delle istituzioni europee ai cittadinipassa attraverso l’adozione, al primo livello della sussidiarietà, di Sportelli Europache, per funzionare, richiedono le competenze di una nuova classe di funzionari cheposseggano conoscenze e abilità utili a mediare tra la dimensione prevalentementetecnologica e quella di comunicazione, configurando un middle management dimediazione;

Valutato che, opportunamente, gli Sportelli Europa richiedono la definizione dinuove figure professionali in termini di informatori europei e animatori della sfera pub-blica europea, innestandosi nel solco della necessità di adeguamento delle attività diinformazione e comunicazione in rapporto al mutato sistema tecnologico e cultu-

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rale che si è determinato e si determina nell’attuale situazione di veloce mutamen-to e innovazione, contribuendo ad alimentare i legami tra le sfere pubbliche locali,regionali e transfrontaliere;

PER QUESTE RAGIONI, I COMUNI SOTTOSCRITTORI DI QUESTO DOCU-MENTO

CHIEDONO

ALLA COMMISSIONE EUROPEA – RAPPRESENTANZA IN ITALIA, per il tramitedel coordinamento nazionale della rete Europe Direct

E

ALLA REGIONE SICILIANA, per il tramite del Dipartimento Regionale per ilCollegamento con le Istituzioni dell’Unione Europea,

1) l’adozione di misure e azioni di sostegno all’implementazione e alla realizzazio-ne degli Sportelli Europa;

2) disponibilità per azioni formative, anche mediante soluzioni “go local”, con lapresenza di funzionari ed operatori appartenenti ai vari programmi dell’UnioneEuropea;

3) assistenza nella lettura ed interpretazione di programmi legati ai FondiStrutturali, anche in chiave regionale in termini di Programmi operativi;

4) valorizzazione degli Sportelli Europa e delle competenze degli operatori e for-mazione continua, anche in funzione di gestione delle nuove tecnologie inter-net-based;

5) rafforzamento dei legami con le Scuole e l’Università.

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BOZZAOggetto: Istituzione e consolidamento dello Sportello Europa. Indirizzo politico.

Premesso che nell’anno 2007 ricorre il 50° anniversario della firma dei Trattati diRoma e che la Regione Siciliana ritiene di rafforzare ulteriormente le azioni tese alcoinvolgimento dei soggetti pubblici operanti sul territorio alla cultura europea ealle politiche di sostegno per l’accrescimento della cittadinanza europea in funzio-ne sussidiaria;

Richiamate le disposizioni di adeguamento del Titolo V della Costituzione, laddo-ve si riconosce alle Regioni la titolarità di rapporti internazionali, favorendo dun-que questi processi di integrazione culturale ed agli Enti Locali una dignità di auto-nomia statutaria e di pari ordinamento con gli altri Enti che costituiscono laRepubblica;

Preso atto dell’esigenza manifestata dai Comuni di istituire singolarmente o collet-tivamente ‘Sportelli Europa’, da concepire come centri di competenza integrati inrete per consentire una maggiore partecipazione dei cittadini alle attività promos-se dall’Unione Europea e la conoscenza diffusa degli strumenti e delle opportunitàposte in essere dal ciclo programmatorio 2007 / 2013;

Considerato che il Dipartimento regionale per il Collegamento con le Istituzionidell’Unione Europea ha avviato una forte regia di coordinamento per contribuireallo sviluppo dei suddetti sportelli presso i Comuni attraverso un’attività di infor-mazione, assistenza ed eventuale formazione, valorizzando il ruolo delle dueAntenne istituite dalla Commissione Europea. Rappresentanza in Italia, allocatepresso le città di Palermo e di Catania nell’ambito del network europeo Europe

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Bozza deliberazione di giunta o determinazione del Sindaco per l’istituzione e il consolidamentodello sportello Europa, indirizzo politico

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Direct, con il fine di costituire un repertorio di conoscenze, competenze e metodo-logie volte ad accrescere la loro utilità se adoperate in modo sinergico;

Valutato che, per le finalità espresse, appare opportuno operare per il miglioramen-to delle opzioni di definizione di un sistema integrato sotto il profilo delle relazio-ni di sussidiarietà e di convergenza a livello degli Enti Locali intesi come soggettostrutturante dei rapporti del sistema territoriale, e riscontrando negli SportelliEuropa lo strumento più idoneo a stabilire lagami funzionali in armonia e in appli-cazione del principio di sussidiarietà;

Considerato che l’attività di tali Sportelli Europea è concepita in ordine a finalitàche possono essere enunciate come:• promozione e incentivazione, in ambito comunale o intercomunale, delle attivitàconnesse alle politiche europee in termini di sussidiarietà e di cittadinanza attiva;• diffusione più sistematica e meglio organizzata delle informazioni e delle comu-nicazioni provenienti dall’Unione Europea in funzione dello sviluppo sostenibile edelle priorità della convergenza;

Considerato che le ragioni per cui è opportuno che tutti gli Enti locali adottinostrumenti di raccordo tra la dimensione territoriale e quella europea possono esse-re concentrate in due argomenti: principio di sussidiarietà e funzionamento com-piuto della società civile come società della conoscenza condivisa e che i due argo-menti sono del resto strettamente collegati alla realizzazione di una piena cittadi-nanza europea;

Confermando la consapevolezza che il Comune, attivando uno Sportello Europa, hapossibilità di rendere effettive le dinamiche della cittadinanza europea come condi-zione partecipazione attiva alle politiche attive a tutti i livelli della sussidiarietà,

Ritenuto che, per definire uno Sportello Europa, si può pensare ad un sistemaintermedio L’Ufficio Relazioni con il Pubblico e lo Sportello Unico per le AttivitàProduttive e che Sportelli Europa richiedono la definizione di nuove figure profes-sionali in termini informatori europei e animatori della sfera pubblica europea,innestandosi nel solco della necessità di adeguamento delle attività di informazionee comunicazione in rapporto mutato sistema tecnologico e culturale che si è deter-minato e si determina nell’attuale situazione di veloce mutamento e innovazione,contribuendo ad alimentare i legami tra sfere pubbliche locali, regionali e tran-sfrontaliere;

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Richiamato che, nella fase attuale, la Regione Siciliana, per il tramite del suoDipartimento per il collegamento con le Istituzioni Europee e il network EuropeDirect della Commissione Europea, esprimono con forza l’opportunità di questaintegrazione delle conoscenze per più efficace apporto nella partecipazione aglistrumenti del ciclo di programmazione 2007 / 2013 e ravvisato altresì nelleProvince un ulteriore livello per le politiche di sussidiarietà definizione degliSportelli Europa come centri di competenza;

delibera ovvero determina

• Formulare indirizzo politico per l’implementazione e la realizzazione delloSportelli Europa;• Manifestare, nei confronti della Regione Siciliana, Dipartimento per il collega-mento con le Istituzioni Europee e verso i centri Europe Direct della CommissioneEuropea, disponibilità per azioni formative;• Disporre lo Sportello ad azioni di assistenza nella lettura ed interpretazione diprogrammi legati ai Fondi Strutturali, anche in chiave regionale in termini diProgrammi operativi;• Valorizzare lo Sportello Europa in funzione di strumento di comunicazione anchenei confronti delle scuole e delle organizzazioni della società civile, anche in fun-zione di gestione delle nuove tecnologie internet-based;

Il presente atto non comporta spese.

Disposizione eventualeAllocare lo Sportello presso .........., affidandone la responsabilità a

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COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITIESBrussels, 3.10.2007COM(2007) 568 finalCOMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PAR-LIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIALCOMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONSCommunicating Europe in Partnership{COM(2007) 569 final}{SEC(2007) 1265}{SEC(2007) 1267}

(Synthesis of the introduction)

Fifty years on from the signing of the Treaty of Rome, the European Union conti-nues to transform and reform itself to make the most of the opportunities of andrespond to the challenges in areas such as globalisation, energy efficiency and inde-pendence, mobility, competitiveness, migration, security and climate change.Today’s Union is larger, more diverse and deals with increasingly complex issueswhere the EU value added is significant but not easy to communicate.

In this new environment a more sophisticated way of working is required, onethat heavily relies on a partnership between different actors across European socie-ty to deliver results that matter to European citizens and are adequately debatedwith them. Evidence suggests that there is an underlying conviction amongstEuropean citizens that our societies can only tackle today’s challenges by workingon a European scale. This shift in the purpose and focus of the Union today thusfits well with the aspirations of citizens.

Today, more than ever, the debate on Europe must be taken beyond the institu-tions to its citizens. This was emphasised by the 2007 June European Council

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Communicating Europe in Partnership

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which underlined the crucial importance of reinforcing communication with theEuropean citizens, providing full and comprehensive information on the EuropeanUnion and involving them in a permanent dialogue1. This will be particularlyimportant during the Reform Treaty ratification process and as we approach the2009 European elections.

The Commission shares this challenge with all EU institutions, bodies andMember States. A properly conceived and adequately resourced communicationpolicy is an essential element in the range of EU policies. It must combine proxi-mity to the citizens together with a reach extending across the Union and beyondits current borders to the countries aspiring to become members as well as to therest of the world.

This Commission has already adopted three initiatives centred on listening,communicating and ‘going local’. The Action Plan2 kicked off a major internalreform of the Commission’s use of communication resources. Plan D3 created along-term framework for citizens’ dialogue to go beyond the current “future ofEurope” debate. Most recently, the White Paper on a European CommunicationPolicy4 advocated two-way communication, involving active public participation ofcitizens with a shift in emphasis from a Brussels-based to a ‘going local’ approach.

This Communication uses the results of the above initiatives5 to consolidatecurrent activities and to formulate a set of concrete proposals which should serve asthe basis of an enhanced communication policy for the European Union, whichrespects the autonomy of the different institutions. The overall objective is tostrengthen coherence and synergies between the activities undertaken by the diffe-rent EU institutions and by Member States, in order to offer citizens better accessand a better understanding of the impact of EU policies at European, national andlocal level. Such a policy will address fundamental concerns of citizens, for whomthe information on the EU seems disorganised, dispersed and difficult to under-stand.

EU issues are mainly seen through national lenses and rarely presented in atrans-national context, despite the fact that many practical challenges faced by citi-zens can only be solved at European level. Moreover, citizens’ knowledge of theEU, its institutions and policies is rather limited. This situation should first beaddressed by the Member States through the educational systems, for which theyare responsible. It should also be tackled by democratic platforms, including natio-nal and European level political parties which have the responsibility of transmit-ting conflicting views in order to animate and structure the public debate on EUissues.

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Sharing enlightenment through European Connective experiencesConnective Europe is a project conceived in a full open source approach. Here weare talking about OPEN SOURCE not just in its technical implications, but in a morecomprehensive meaning, which is also aesthethical, artistical and philosophical.

Connective Europe: il progetto presentato daEurope Direct Catania all’Annual Genral Meetingdi Budapest 2008

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A CONNECTIVE CONCEPTION requires to recognize the effectiveness of thelinks: so, nevertheless aware of the complex nature of the universe, the connecti-ve approach doesn’t give up the idea of the clear understanding of the connectiveaddress of the communication. Looking for the causes a communication goes fromA to B, so it is possible a better understanding and awareness of the common andshared values between individuals, and also among people, seeing the stars of com-mon roots in European and Mediterranean cultures. This is the aim of the CON-NECTIVE EUROPE project, and to contribute to its diffusion and expansion is tocontribute to give people chance to mobility through Europe and Mediterranean,chance to explore and compare, chance to get hospitality, chance to travel not as atourist but as someone who is doing a real initiatic experience, knowing the worldthrough the nature of his (her) own desires of knowledge, sharing with people lin-ked by a relational network founded upon these European common roots.

THE CONNECTIVE APPROACH, considered as aesthethical current, it express astrong criticism on post-modernism, which is considered as a reactionary conception.

This evaluation of the post-modernism is founded on the acknowledgementthat the post-modern theory of chaos (the famous “butterfly effect”, from the EdwardLorenz formula, according that the wings of a butterfly in Brazil, through severalrelated events, can be considered the cause of a hurricane in Texas) is a way torenounce to understand the effective reasons why things happen. If we look better,we can find that post-modernism was buildt as aesthethical doctrine during the ’80-’90s, when the needs of the establishment in Western countries was to cover theeffects of ’68 generational contestation. And if we go backward, we can also easilydiscover that, before the long and desperated years of the two world wars (enlighte-ned just by avant-garde movement as expressionism, dadaism and surrealism), themost important aesthetic conception, at the beginning of the XX century, was pro-perly the MODERNISM. Modernism (inter-related with the art-nouveau and libertymovements) was an aesthetic doctrine which was finding, in each of its expression,freedom from the mistakes of the past, and a new technological form of emancipa-tion that was feeled by the people through the radio and the new world of the com-munication and transports.

Fascism and nazism were the awful tombs of the modernism as social and indi-vidual emancipation movement, so the current (nevertheless the quoted relvantexperience through the avant-garde movements during the first half of the century)had to wait for the end of the world war two to re-flourish, and this happened withthe psychedelic revolution during the ’70s.

As Aldous Huxley prophetically foresaws, the new reactionary wave this timewas not a repressive movements like fascism or nazism (as the Orwell’s paradygma-

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tic dictator of “1984”), but a soft-control through propaganda and voluntary addic-tion of drugs, as fundamental elements of the normalization of the opposition, doneby the control of the star-system (here you find also the explanation of the reasonwhy national policies preferes to mantain drugs as illegal tools).

The transformation of the emancipation movement in a show business and anichilistic (or, at least) narcisistic choice of life was edified by the icons of post-modernism, with its renounce to inquire, to research, to understand (which inste-ad was the spirit of the ’70s). Everything was reduced to an edonistic meaning oflife, just sex & drugs & rock’n’roll, without no social and political implication.Money, television, individual success were encouraged by the communicationsystem, and the post-modernism was the polar star of this massification (as nullifi-cation of the dissident) process.

CONNECTIVISM is the aesthetical current which overcomes the reactionarywave of post-modernism. The refuse of the “butterlfy effect” requires for the con-nective social intelligence a next formulation of the Chaos’ Theory (refusing theLorenz formulation “everything can generate everything”) which will be able toreceive the complexity but not to undergo to the impossibility of explanation.

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Sure, there’s not a phenomenon in the real world which is determined by just acause. But, if I take a train that carry me from Rome to Paris, this will happenbecause of I take this train and not because of what I had for breakfast, or the colourof the clothes I choose that day. The internet technologies and instruments, withthe concept of link as relation to a place with another, is a perfect metaphora ofwhat we have to mean while we are searching for something whiche is related tosomething else. The way to reach are quite infinitive, but the reason is always done.

CONNECTIVISM wants and needs to understand the relation between lightand material world, recognizing that the intermediate world between this narrowis the world of colours and beauty. Connectivism requires a social intelligence, thatwe can express imagining the individual as each neuron into the brain. When twoneurons are well (harmonically) connected, they appear elightened. So it is for peo-ple: when they are well connected (because of intellective common interests, music,arts, and so on) they are enlightened.

This was very clearly expressed by classic thinkers passionated to the EUROPAidea, because we can find this concept in the words of philosophers and artists asMontesquieu, Voltaire, Blake, Picasso, Moureau, etc. as EUROPA as Respublique

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des Lettres, as spiritual society, as place of communication to build for each persona life who will means possibility for each one to improve himself in material, intel-lective and spiritual paths.

The last statement to make clear is that CONNECTIVISM feels the enlighten-ment diffusion process as something that is for all. Nevertheless the way to feelenlightenment shaping this concept like the predestination theory does (as some-thing given just to some people, even before their birth in this world), the socialintelligence of CONNECTIVISM feels enlightenment as a process that is for eve-ryone.

Instead, the problem is that there are still too much people that are not in con-dition (materially, psychologically, spiritually) to receive this light. For these rea-sons, CONNECTIVE INTELLIGENCE is to cooperate to produce a more equili-brate world through sharing knowledge and resources in a sustainable way.

Contribute to the building of this CONNECTIVE SOCIAL INTELLIGENCE issomething that always starts from the real earth, from the territory where citizenslives (therefore it is very important the openess of local governance to this connec-tive mentality), and the cooperation to make this process working at world widelevel, through cooperative networks.

We can look at this model of this diffusion process as something like the LargeHadron Collider (LHC) highest-energy particle accelerator complex, intended tocollide opposing beams of protons (one of several types of hadrons) with very highkinetic energy, buildt by the European Organization for Nuclear Research (CERN),with a cooperation process which involves over eight thousand physicists from overeighty-five countries as well as hundreds of universities and laboratories. Moresocial and less scientist, the aim is quite the same.

The idea is to set up a more strong communication between European partnersat local level, building a two-ways communication about common culturale values,with a going-local approach, and cross-border mobility exchanges, which means toset up an EUROPEAN PUBLIC OPEN SPHERE.

This will be public because local government ought to allow people to haveconnectivity and public space where assist to exhibitions, films, politics, education,academy, with the involvement of schools, universities, organizations of the civilsociety and non-governmental organisation, improving information and freedomof expression, empowering citizens through education and connectivity, involvingmedia and technology and the European public opinion, making inter-institutionalagreements among the national, regionals and really local territories.

We desire to make culture something for everybody, something to share, buil-ding a plural idea of identity, with sociological and anthropological relation with

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theater, music, plastic and perfoming arts, to realize unity in diversity according tothe real European Spirit of reciprocal understanding and discovery.

THE CONNECTIVE EUROPE project shows a way to cooperate between citi-zens and local governance (in an European framework), cuilding a network whichdesire to study and reasearch common roots in Europe values and cultures thoroghagreements and reciprocal hospitality, creating events, meetings and exhibition inculture and arts, transforming (with cooperation of Universities, Schools, LocalGovernments, Studies Centers, etc) travels into experience, retrieving the initiaticmeaning the travel had during the romantic age of XIX century, and transposing insomething no more reserved to some restrict élites, but an experience for everyonewho desire to know, to share, to get experience.

ReferencesCommunicating Europe in Partnership, COM(2007) 568 final;Permanent dialogue between EU and citizens, SI(2007) 500;Action Plan SEC(2005) 985;Plan D COM(2005) 494;White paper on a European Communication COM(2006) 35;Europe Direct Relays Networks;Eurocult21 stories;Sicily-Malta strategic plan.

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Parte Quinta

La Rete Europe Direct

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La rete EUROPE DIRECT rappresenta uno degli strumenti principali dellaCommissione per offrire informazione ai cittadini a livello locale e trasmettere ilfeedback alle istituzioni europee. Tra i compiti dei centri figurano, in stretta coo-perazione con le Rappresentanze CE negli Stati membri, un approccio attivo allacomunicazione che va da risposte/trattamento di domande all’interazione con glioperatori, moltiplicatori e mezzi di comunicazione locali, stimolando il dibattitoattraverso l’organizzazione di conferenze e manifestazioni.

Come afferma la comunicazione “Insieme per comunicare l’Europa” comunica-re a livello regionale e locale è indispensabile per coinvolgere i cittadini in un dibat-tito europeo; per questo motivo la Commissione rafforzerà le sue attività di comu-nicazione fornendo informazioni e avviando dibattiti e discussioni con i cittadini incontesti nazionali, regionali e locali, promuovendo in tal modo una cittadinanzaeuropea attiva e contribuendo allo sviluppo di una sfera pubblica europea.

Grazie a maggiori sinergie e coordinamento con le altre reti di informazione edi assistenza della Commissione che riguardano settori politici specifici, i centri diinformazione EUROPE DIRECT rafforzeranno la capacità di comunicare dellaCommissione.

I compiti dei centri potranno evolversi in linea agli sviluppi politici e ad even-tuali decisioni della Commissione riguardanti la razionalizzazione delle sue reti. Icentri contribuiranno altresì all’obiettivo della Commissione di sviluppare spazipubblici europei che fungano da “luoghi d’incontro” per cittadini, ONG, operatoripolitici e mezzi di comunicazione ospitando un’ampia gamma di attività europee.EUROPE DIRECT mira in generale a far sì che tutti i cittadini, provenienti tanto dazone rurali quanto urbane, possano avere un facile accesso alle informazioni su tuttii campi delle attività dell’Unione europea e, in particolare, su come queste ultimeinteressano la loro vita quotidiana, grazie a una migliore copertura geografica deicentri ripartiti equamente tra tutti gli Stati membri dell’Unione.

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Cos’è la Rete Europe Direct

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Missione dei centri EUROPE DIRECT è quella di promuovere una cittadinanzaeuropea attiva e informata, rappresentando per i cittadini punti di entratanell’Unione, mediante l’offerta di informazioni generali sull’UE, rinviando a fontidi informazione specializzate, rafforzando la sensibilizzazione e promuovendo ildibattito. Analogamente i centri costituiscono un punto di contatto per laCommissione, in quanto canalizzano i feedback dei cittadini, cooperando con altrivettori attivi dell’informazione e assistendo le Rappresentanze nelle loro attivitàlocali.

Il centro fornisce servizi di base adeguati alle esigenze locali, consentendo alpubblico di ottenere informazioni, orientamenti, assistenza e risposte a domande inmerito alla legislazione, alle politiche, ai programmi e alle opportunità di finanzia-mento dell’Unione, fornendo al pubblico: un servizio di risposte alle domande, tracui il rinvio ad altre fonti specializzate di informazione, presso locali debitamentesegnalati, direttamente accessibili e visibili, con zone per ricevere i visitatori, peresporre la documentazione, per la lettura, per la proiezione di video, per lo stoccag-gio di materiali di informazione e per la tenuta di riunioni. Questo servizio dovràessere fornito per un minimo di 20 ore/settimana, con accesso Internet e ai mate-riali informativi forniti dalle istituzioni europee;

Il centro intende coinvolgere e sensibilizzare il pubblico sull’esistenza dei i. cen-tri di contatto EUROPE DIRECT e relativi servizi via Internet, e-mail e numeroverde 0080067891011, accessibile dai 27 Stati membri; nonché dei vari siti temati-ci web, in particolare Europa, e basi dati con accesso gratuito delle altre reti diinformazione e punti di contatto delle istituzioni europee e, ancora, contribuire astimolare l’interesse nei confronti della Commissione a livello locale mediante:relazioni regolari e partecipazione a riunioni per consentire alle Rappresentanzedella Commissione di meglio tener conto delle esigenze locali attraverso le loroattività di comunicazione, fornendo assistenza nel monitoraggio dei mezzi di comu-nicazione locali e supporto per l’organizzazione di manifestazioni locali, come indi-cato dalle Rappresentanze della Commissione.

Il centro EUROPE DIRECT è un centro propulsore di dibattito a livello localecirca gli obiettivi, le politiche e i programmi dell’Unione mediante organizzazionedi riunioni pubbliche, manifestazioni, elaborazione di prodotti dell’informazioneper il pubblico (ad esempio: conferenze, seminari, fiere, pubblicazioni, prodottiaudiovisivi, ecc.); organizzazione di manifestazioni e/o elaborazione di prodotti del-l’informazione per gruppi destinatari specifici (ad esempio: scuole/gruppi giovani-li, imprenditori, agricoltori, candidati a progetti finanziati dall’UE, ecc.); organiz-zazione di manifestazioni e sviluppo di attività di networking per gli operatori isti-tuzionali e i moltiplicatori (ad esempio: altri centri Europe Direct, reti della

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Commissione, ufficio informazioni del Parlamento europeo, parlamentari europei,autorità locali, ONG, altri vettori attivi dell’informazione, ecc.); organizzazione dimanifestazioni e rafforzamento della cooperazione con i mezzi di comunicazionelocali e regionali (ad esempio: concorsi per giornalisti, programmi radiotelevisivispecifici, pubblicazioni regolari sulla stampa, ecc.).connotandosi come centro disnodo di una “rete di reti” per la creazione e l’animazione di una effettiva SFERAPUBBLICA EUROPEA LOCALE in interazione costante con le atre sfere europee,istituzionali e delle forme di espressione di cittadinanza attiva.

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EUROPE DIRECT (http://ec.europa.eu/europedirect/index_it.htm) fornisce:

• Informazioni generali sui temi dell’Unione europea in tutte le lingue ufficiali • Risposte alle vostre domande sulle politiche dell’Unione europea • Informazioni pratiche su numerosi argomenti: ad esempio, su come far rico-

noscere le proprie qualifiche o come denunciare i prodotti pericolosi • Indicazioni per contattare gli organismi cui dovete eventualmente rivolgervi • Consigli per aiutarvi a risolvere problemi pratici nell’esercizio dei vostri diritti

in Europa

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Risposte dall’Unione Europea

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L’obiettivo generale del centro EUROPE DIRECT CATANIA è comunicarel’Europa a livello locale, con specifico riferimento all’area subregionale della Siciliacentro-orientale, e specialmente attraverso la rete locale degli Uffici Europa neidiversi Comuni a livello territoriale.

L’azione congiunta per il tramite degli Uffici Europa dei Comuni d’area ha inquesto senso un valore di avvicinamento della politica e delle istituzioni locali allacittadinanza, e questo avviene nel segno di una politica voluta dall’Europa e a con-tenuto europeo. Un concetto forte, i cui presupposti sono chiaramente percepibi-li se si legge il documento “Communicating Europe in Partnership”, che riecheg-gia contenuti filosofici della nobile idea di Europa, dal tema habermasiano dellospazio pubblico della cittadinanza al concetto di repubblica delle idee d’età illumi-nistica e ai suoi rimandi ellenistici attraverso il medioevo delle corti e dello stilno-vo. L’Europa dunque ricondotta alla sua funzione di strumento di civiltà, di parte-cipazione, di cittadinanza attiva, di costruzione sociale e culturale. Date queste pre-messe, riportando lo sguardo alla vita concreta di tutti giorni e in quella specialetrincea della sussidiarietà che sono i Comuni, tutte le attività, dagli orari di apertu-ra del centro, al servizio internet, alle risposte in termini di orientamento e consu-lenza fino ai workshop, alle conferenze e ai lavori partecipati e organizzati dai cen-tri europei (in cui si traducono le linee di priorità inerenti la mondializzazione, l’ef-ficacia e l’indipendenza energetiche, la concorrenzialità, l’immigrazione, la sicurez-za e i cambiamenti climatici) recano questo elemento come architrave portante, cheè quello dell’Europa al servizio dei cittadini, l’Europa delle risposte, l’Europa delleopportunità, che si consolida in quanto luogo di fruizione e di dibattito, sfera pub-blica europea a livello locale.

Costruendo valore aggiunto alle collaborazioni già svolte con le diverse organiz-zazioni pubbliche e private degli attori operanti nel contesto territoriale di riferi-mento, estendendo la rete di collaborazione e di fiducia e realizzando effettivamen-te comunicazione in senso bidirezionale, nel senso di portare da un lato le informa-

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Per una sfera pubblica europea locale

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zioni che provengono dalle Istituzioni Europee e, dall’altra, di dare visibilità e rico-noscibilità alle iniziative a tema europeo promosse dagli attori locali. In particola-re, speciale rilievo va dato – coerentemente alle indicazioni della COM “Insieme percomunicare l’Europa” a temi quali la mondializzazione, l’efficacia e l’indipendenzaenergetiche, la concorrenzialità, l’immigrazione, la sicurezza e i cambiamenti cli-matici.

In relazione alle esigenze generali di informazione sull’UE, il contesto diCatania e, in generale, della Sicilia centro-occidentale, esprime una figura comples-sa e variegata, all’interno della quale tuttavia sono bene identificabili alcune costan-ti ed alcuni centri di riferimento.

L’immagine complessa e variegata dipende non soltanto dalle contraddizionitipiche di un contesto territoriale come quello del sud Italia e delle isole (per cui siconfigurano aspetti strutturali come quelli indicati dalle “variabili di rottura” delQCS 2000/2006 tra cui possono essere ricordate, tra le altre: l’occupazione, il gradodi dipendenza economica, la capacità di innovazione, la capacità di investimenti, lacapacità di attrazione turistica, le condizioni di legalità e coesione sociale), maanche dal fatto che il contesto a “geometria variabile” ha l’effetto di collegare esten-sioni territoriali che hanno problemi ed esigenze differenti (Catania città e il suohinterland commerciale, Messina e la sua riviera ad alta vocazione turistica, Enna eCaltanissetta con un entroterra dotato di paesaggi e riserve ad alta naturalità,Ragusa con prodotti d’eccellenza nel settore agroalimentare e una crescente voca-zione turistica, Siracusa con la sua tradizione culturale).

La visibilità del centro EUROPE DIRECT CATANIA è garantita dal suo esserparte del Comune di Catania, Ente al primo livello della sussidiarietà, costituendouno sportello di accesso diretto al cittadino. Il fatto poi che la specifica ripartizio-ne della struttura ospitante (Direzione Politiche Comunitarie del Comune) siaanche la struttura di coordinamento del Piano Strategico Catania CittàMetropolitana, già soggetto coordinatore del PIT (strumento di attuazione dellaprogrammazione su Fondi Strutturali a livello territoriale) di cui sono parte altriComuni dell’hinterland, il programma SISTEMA del Ministero Infrastrutture eTrasporti per la visione integrata del sistema territoriale Catania-Ragusa-Siracusa,le diverse manifestazioni organizzate e partecipate con strutture di Enna,Caltanissetta e Messina, i protocolli d’intesa sin qui svolti, assicurano una buonavisibilità sul territorio. L’adesione a reti come la ReCS (Rete delle CittàStrategiche), Eurocities (con descrizioni del profilo culturale di una rete di cittàeuropee pubblicata nei dossier Eurocult21) e la partecipazione a programmi comeMEDPACT (Streamcities, con un partenariato di città del Mediterraneo), amplificaqueste opportunità di visibilità.

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Sotto il profilo istituzionale, particolare attenzione è stata data alla collaborazio-ne con le Scuole (in particolare, per il tramite del centro UNESCO locale) e con leUniversità (specialmente attraverso i legami del Movimento Federalista Europeoall’interno dell’istituzione e per il tramite delle azioni svolte dalla Cattedra JeanMonnet). Ancora sulla specifica funzione dell’Ente Locale, particolare rilievo èattribuito alla collaborazione con la Provincia (e alla sede dell’European EnterpriseNetwork locale) e alla funzione di coordinamento regionale in rapporto ai vari“Uffici Europa” presso i Comuni, svolta dall’Ufficio di Rappresentanza a Bruxellesdella Regione Siciliana.

Sotto il profilo dei rapporti con la stampa, sono di routine le relazioni con l’uf-ficio stampa del Comune, della Provincia e dell’Università, con il coordinamentodel Dipartimento Regionale della Programmazione (Piano di ComunicazionePOR). Importanti connessioni e legami sono stabiliti inoltre con testate, sia gior-nalistiche che radiotelevisive, significative a livello locale.)

Le attività previste dal centro EUROPE DIRECT CATANIA partono da condi-zioni favorevoli, innanzi tutto nel senso che la situazione è tendenzialmente positi-va e le comunità locali esprimono un sostanziale orientamento di consensoall’Unione Europea, che è sentita come spazio di pace e forza di equilibrio per lapolitica e l’economia. Occorre tuttavia non sottovalutare recenti pressioni che ali-mentano linee di dissenso specialmente orientate da demagogiche enfasi sulladispersione burocratica.

Per comunicare temi di questa complessità, si opererà un adattamento al conte-sto specifico per il tramite delle sensibilità dei soggetti attivi a livello territoriale (adesempio, la scuola e gli operatori culturali per il tema della mondializzazione e icambiamenti climatici; gli enti locali, gli organismi di settore e gli operatori – conriguardo all’imprenditoria femminile e giovanile e in relazione alle disposizioni delpiano di sviluppo rurale regionale – per il tema delle energie sostenibili; gli impren-ditori e le associazioni di imprese per la concorrenzialità e l’innovazione; le ong diriferimento sui temi dell’immigrazione e della sicurezza), per sviluppare una sferapubblica europea a livello locale in condizione di interagire, date le condizioni e leopportunità previste dagli strumenti di programmazione, con i livelli regionali,nazionali e comunitari.

Lo Sportello Europa: caratteristiche e funzionalità

Perché uno “Sportello Europa”.Le ragioni per cui è opportuno che tutti gli Enti locali adottino funzioni di raccor-do tra la dimensione territoriale e quella europea possono essere concentrate in due

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argomenti: principio di sussidiarietà e società civile. Date le premesse e il contesto,tuttavia, invece di utilizzare questi “termini tecnici”, è più utile dire che l’Europa èuno strumento per allargare lo sguardo, per capire che ci sono altri modi e altrimetodi per governare e per essere ascoltati.

L’Ente locale è il luogo cui il principio di sussidiarietà trova la sua realizzazione,proprio per via del contatto immediato con la società civile, cioè con il cittadino inquanto persona, nelle sue espressioni di soggettività sociale, economica, culturale.L’Europa, tornando al suo ideale umanistico e rinascimentale, non è l’impero ma, alcontrario, è la coesistenza pacifica, civile, estetica ed artistica delle Mille Città.

La Città è il luogo propulsivo dell’Europa e il Comune, a maggior ragione sepiccolo, attivando un Ufficio (meglio: uno Sportello Europeo, proprio per nongenerare una visione burocratica e dare enfasi piuttosto alla logica di relazionalitàcon i cittadini) realizza l’obiettivo fondamentale di rendere concreto il principio disussidiarietà e qualificarlo concretamente come luogo fisico di accesso alle informa-zioni e alle opportunità.

La società europea è società della conoscenza, condivisione delle informazioni edel sapere. Secondo la definizione UNESCO, una società della conoscenza è unnuovo modello di società, pronta allo sviluppo e alla crescita economica. Le nuovetecnologie internet based sono costitutive di questo nuovo modello di società, per-mettendone la generalizzazione e la diffusione.

L’Unione Europea, attraverso le politiche di crescita e occupazione, incentiva ilsistema di diffusione a basso costo delle informazioni, che sta trasformando ilnostro sistema sociale in una “economia della conoscenza”, con l’assetto prevalen-te della produzione che si sposta sempre più verso la sostituzione del lavoro pesan-te e materiale con gli assetti intangibili e immateriali, in cui i fattori chiave sono laconoscenza e la creatività.

Si tratta di una rivoluzione industriale che presenta nuove e grandi opportuni-tà, in cui ciò che si sta lentamente sgretolando è il modello tradizionale di lavoro edi gerarchie sociali, a vantaggio di un meccanismo più diffuso e più efficiente didistribuzione.

Si tratta di passaggi lenti e non indolori, rispetto ai quali il sistema socio-politi-co ed economico ha bisogno di adattamenti e ridefinizioni, con la perdita di ruoli efunzioni tradizionali e con inevitabili sacche di resistenza al cambiamento, che puresono condannate nel tempo a soccombere, perchè il cambiamento è tuttavia in atto.

Cogliere questi cambiamenti significa predisporsi alle opportunità del futuro.Chiudersi non può avere altro significato che subirli.

Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale affinché la società nel suo comples-so possa affrontare questo cambiamento. Il ruolo di questi Enti – e degli Sportelli

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Europa – è quello di promuovere interazione, integrazione e conoscenza. La cono-scenza produce libertà. A condizione però che la gente sia in grado di accoglierequesta libertà, sappia cioè essere effettivamente titolare di una condizione piena dicittadinanza.

Per definire uno Sportello Europa, si può pensare ad un sistema intermedio tral’Ufficio Relazioni con il Pubblico e lo Sportello Unico per le Attività Produttive.In realtà, anche se è utile e interessante il raffronto, conviene prendere le distanzeda entrambi i modelli e pensare ad una configurazione autonoma.

L’Ufficio relazioni con il pubblico, oltre a garantire l’accesso e l’informazione hail compito di favorire iniziative volte alla semplificazione e all’incremento dellemodalità di accesso alle informazioni in possesso dell’amministrazione, che includela promozione di servizi di interconnessione telematica e on line, attraverso la rea-lizzazione di reti civiche e siti internet, il cui elemento caratterizzante è dato dallafunzione di perno connettore tra territorio e istituzioni.

L’altro paradigma per lo Sportello Europa, è dato dallo Sportello per le attivitàproduttive, concepito come strumento di semplificazione dei rapporti tra PubblicaAmministrazione e Imprese.

Il funzionalismo è stato il metodo principe per la realizzazione delle istituzionicomunitarie, oggi Unione Europea. L’essenza del funzionalismo sta nel puntarenon a idee astratte ma a ciò che serve concretamente e che è, appunto, funzionale.

La grande lezione che viene dai cinquant’anni dell’Europa moderna si concen-tra in questa regola aurea: prima d’ogni altra considerazione, fondare tutto sullenecessità comuni e trovare ciò che permette meglio di vivere insieme.

Questo senso di concretezza si applica bene alla dimensione degli sportelli unici.Oltre alle funzioni amministrative, molti sportelli unici svolgono un ruolo impor-tante per la promozione delle attività economiche, attraverso servizi informativi edi consulenza sulle opportunità di localizzazione, gli incentivi economici e occupa-zionali.

È importante tuttavia non esaurire il ruolo degli Sportelli Europa in un sorta diagenzie economiche che svolgono in via pressoché esclusiva questa funzione. Inquesta osservazione si può cogliere un’eco dell’inevitabile polemica sui fondi strut-turali: sono gestiti bene? Sono gestiti male? Anche qui si pone il rischio della stru-mentalizzazione della propaganda. Il caso irlandese è emblematico: malgradol’Irlanda sia stato il paese che, dati alla mano, meglio ha saputo utilizzare i FondiStrutturali per il periodo 2000-2006, ciò non ha impedito di votare contro l’Europaal referendum.

L’euro, la moneta unica, in questi tempi in cui il petrolio ha un’incidenza dicosto micidiale, è un fattore di stabilità economica fondamentale, senza il quale

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l’economia italiana avrebbe pagato carissima la mancata adesione. Ma è fondamen-tale non esaurire il significato dell’Europa in uno strumento economico e passare auna nuova fase di nuove connessioni sul piano della cultura e dei simboli condivisi.

In particolare, rilevantissima è la funzione educativa e di collegamento con lescuole – per la conoscenza dei molteplici concorsi che l’Unione Europea organiz-za per sensibilizzare le politiche scolastiche a promuovere la conoscenzadell’Europa con programmi adatti alle scuole di ogni ordine e grado – ma anche peri vari programmi che possono interessare l’ambiente, il patrimonio culturale, lerisorse umane, l’equilibrio tra sistema urbano e sistema rurale, le reti e i nodi di ser-vizi.

Il tema degli Sportelli Europa è del resto già fortemente dotato di concretezza,in ragione della spinta espressa dal Commissario Europeo per la Comunicazione,Margot Wallström e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea peril tramite dei centri di competenza EUROPE DIRECT (che, in Sicilia, hanno sede aPalermo e a Catania), nonché per l’azione di coordinamento svolta da FrancescoAttaguile, direttore della rappresentanza a Bruxelles della Regione Siciliana, e dairesponsabili del piano di comunicazione POR.

Gli Sportelli Europa sono strumEnti polifunzionali, perni connettivi tra i varilivelli della sussidiarietà (a livello istituzionale) e con le regioni europee e dell’areamediterranea (a livello territoriale e di partenariato).

Il punto irrinunciabile è il loro configurarsi come spazi colorati, pieni di bandie-re blu con stelle gialle, pubblicazioni in lingue diverse, sale di lettura e possibilitàdi accesso a internet, centri di orientamento con consulenze mirate per tutto ciòche attiene ai vari campi di attività dell’Unione Europea e delle politiche naziona-li, regionali e locali di attuazione di una piena ed effettiva Cittadinanza.

Davide CrimiResponsabile del programma Europe Direct Catania

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Rete Europe DirectLa Rete europea conta oltre 450 antenne informative nei 27 paesi dell’Unioneeuropea. In Italia sono attualmente operativi 46 centri EUROPE DIRECT.

I servizi• Attività di informazione, comunicazione e pubblicistica, orientamento, assistenzae consulenza, educazione e formazione, promozione e animazione:Le antenne offrono un servizio adattato alle esigenze locali, grazie al quale i citta-dini possono ottenere informazioni, orientamento, assistenza e risposte a domandesulla legislazione, le politiche, i programmi e le possibilità di finanziamentodell’Unione europea; sono in pratica i punti di contatto della Commissione euro-pea a livello locale.A tal fine ogni centro EUROPE DIRECT:• fornisce ai cittadini un servizio immediato di risposte alle loro domande, ancheattraverso un servizio di documentazione e di accoglienza del pubblico;• offre una vasta gamma di pubblicazioni, opuscoli e guide gratuiti su come funzio-nano le istituzioni dell’Unione europea, i Trattati su cui si fonda, gli atti legislativiche produce e attua di concerto con i Governi nazionali, le principali politichecomuni, le opportunità di finanziamento per enti, imprese e organizzazioni dellasocietà civile;• fa conoscere a livello locale e regionale le politiche e i programmi dell’Unionediffondendo informazioni, pubblicazioni e documentazione (rendendoli disponibi-li nei propri locali o distribuendoli nel corso di fiere, esposizioni e seminari a carat-tere locale o regionale), organizzando eventi, informando e collaborando con imedia;• si impegna in modo propositivo per promuovere la partecipazione locale e regio-nale ai programmi comunitari;

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Per contattarci

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- promuove attivamente il dibattito locale e regionale sull’Unione europea e le suepolitiche;• consente alle istituzioni europee di migliorare la diffusione di informazioni ade-guandole alle necessità locali e regionali;• ove necessario, orienta le richieste del pubblico verso altre fonti di informazionepiù specializzate.

Cooperazione con altri vettori di informazione attivi localmente, attività di networking epubbliche relazioni: Ogni antenna coopera con altre Reti di informazione e di sviluppo locale, naziona-li o comunitarie, attive nella stessa regione e in altri Paesi dell’Ue: è proprio ladimensione europea e la presenza capillare della Rete in ciascun paese Ue il verovalore aggiunto della Rete d’informazione EUROPE DIRECT. Ogni centro operapoi, a livello locale, in stretta collaborazione con diversi soggetti istituzionali delsettore pubblico, privato e del non-profit, per assolvere, al meglio, al proprio com-pito di informare e comunicare tutti gli aspetti legati alle politiche e azionidell’Unione europea.

Feedback alle istituzioni europee: Ogni antenna fornisce regolarmente un feedback alle istituzioni europee, comuni-cando loro le domande più salienti, i pareri e i suggerimenti, le preoccupazioni e leosservazioni dei cittadini su qualunque aspetto dell’operato dell’Unione che li toc-chi direttamente.

Centri Europe Direct in Sicilia:

Antenna Catania Europe DirectComune di Catania - Direzione Politiche ComunitarieVia Tempio, 6295100 CataniaTel.: 095 7424629Fax: 095 74 24 599E-mail: [email protected]; [email protected] Responsabile: Davide Crimi

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Antenna Europe Direct RagusaComune di Ragusa Sede di rappresentanza: Palazzo dell’Aquila – Corso Italia 72, 97100 Ragusa Sede operativa: Centro direzionale ASI – contrada Mugno zona industrialeTel.: 0932 676625 – Fax 0932621715Email: [email protected] Responsabile: Serafina Buarné

Europe Direct - Euromed Carrefour SiciliaVia Principe di Villafranca, 5090141 PalermoTel.: 091 335081Fax: 091 582455E-mail: [email protected]; [email protected] Sito Internet Responsabile: Simona Chines

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