Agorà Virgilio aprile 2010

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1 Stasi, Rossella Bufano, dal grafico Douglas Rapanà e dal professore Stefano Nuzzoli come tutor. Fatto da giovani e indirizza- to a tutti quest’anno è nato il giornale dell’isti -tuto Vir- gilio: Agorà_Vir-ligio. Iniziando dalle basi siamo arrivati a un buon livello di preparazione giornalistica, aiutati dagli esperti Davide Il liceo classico Virgi- lio, situato in via Ga- lileo Galilei, è conside- rato da sempre uno tra i migliori licei clas- sici della provincia. Esso offre da sempre un’ot-tima prepara- zione culturale anche per le sue strutture moderne. Ma non fu sempre così. Grazie a fonti attendibili si può ricostruire un'immagi- ne viva del liceo nel passato. PON Vir-ligio 2010. Nasce il giornale dell’ Istituto Lo specchio del passato Agorà_Vir-ligio APRILE 2010 NUMERO 1 L’utopia diventa realtà Segue a pagina 3 Il Liceo Virgilio com’era vent’anni fa e come è oggi Segue a pagina 4 Fine settimana col botto (pag. 5) Filobus: soluzione urba- nistica o spreco? (pag. 7) Capitale della moda per una Settimana (pag. 10) MENSILE DI ATTUALITÀ, CULTURA E TENDENZE

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Giornale del liceo Virgilio di Lecce

Transcript of Agorà Virgilio aprile 2010

1

Stasi, Rossella Bufano, dal

grafico Douglas Rapanà e

dal professore Stefano

Nuzzoli come tutor.

Fatto da giovani e indirizza-

to a tutti quest’anno è nato

il giornale dell’isti-tuto Vir-

gilio: Agorà_Vir-ligio.

Iniziando dalle basi siamo

arrivati a un buon livello di

preparazione giornalistica,

aiutati dagli esperti Davide

Il liceo classico Virgi-

lio, situato in via Ga-

lileo Galilei, è conside-

rato da sempre uno

tra i migliori licei clas-

sici della provincia.

Esso offre da sempre

un’ot-tima prepara-

zione culturale anche

per le sue strutture

moderne. Ma non fu

sempre così. Grazie a

fonti attendibili si può

ricostruire un'immagi-

ne viva del liceo nel

passato.

PON Vir-ligio 2010. Nasce il giornale dell’ Istituto

Lo specchio del passato

Agorà_Vir-ligio A P R I L E 2 0 1 0 N U M E R O 1

L’utopia diventa realtà

Segue a pagina 3

Il Liceo Virgilio com’era vent’anni fa e come è oggi

Segue a pagina 4

Fine

settimana

col botto

(pag. 5)

Filobus: soluzione urba-

nistica o spreco?

(pag. 7)

Capitale della

moda per una

Settimana

(pag. 10)

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A G O R À _ V I R - L I G I O

S C U O L A Agorà_Vir-ligio pag. 3 L’utopia diventa realtà di Giacomo Attanasio

pag. 4 Lo specchio del passato di Matteo Putignano

A T T U A L I T À Agorà_Vir-ligio pag. 5 Fine settimana col botto di Ilaria Longo e Dario Palermo

pag. 6 Italia multietnica: una convivenza difficile di Stefano Cappello

S A T I R A Agorà_Vir-ligio pag. 7 Filobus: soluzione urbanistica o spreco? di Mario Caputo,

Marco Meo, L.iliana Passiatore, Eleonora Miglietta, Cecilia Passabì,

Alessandro Trabucco

pag. 8 Ritoccare una Costituzione di Lorenzo Paladini

S P O R T Agorà_Vir-ligio pag. 12 Il Trepuzzi a un passo dalla promozione

di Giacomo Attanasio e Dalila Miglietta

C U L T U R A Agorà_Vir-ligio pag. 10 Milano. Capitale della moda per una settimana

di Mariavittoria Piccinno, Anna Chiara Cappello, Martina Nicolardi

SOMMARIO

3

A G O R À _ V I R - L I G I O

tanti i problemi iniziali,

(indisponibilità di labora-

tori principalmente), ma

finalmente il liceo Virgi-

lio ha un suo giornale

scolastico online correda-

to a un blog.

Il blog è stato scelto

proprio per la sua co-

modità mediatica e la

sua semplicità. Trami-

te il blog Agorà Vir-

ligio, fruibile tramite il

sito Blogger, pubbli-

chiamo i nostri articoli

collaborando assidua-

mente tra noi e soprat-

Giorno dopo giorno, in-

contro dopo incontro

abbiamo imparato come

e con quali metodi scrive-

re un articolo e come for-

mare una redazione gior-

nalistica.

Grazie a questi fattori e

soprattutto grazie

all’impegno di ogni

membro e collega del

gruppo, siamo riusciti a

coronare un progetto in

cantiere da molto tempo

ma mai completato: il

giornale scolastico.

Tanti gli intoppi e altret-

tutto autonomamente.

La possibilità di edizioni

cartacee è nitida grazie

ai fondi del PON 07 e

alla nostra capacità pro-

duttiva.

Un progetto inizialmente

utopistico si è trasforma-

to in un impegno mensile

per raccontare gli avve-

nimenti e, alle volte, dare

la nostra opinione su ciò

che succede all’interno e

all’esterno della nostra

scuola.

Giacomo Attanasio

L’utopia

diventa

realtà

Dalla prima...

Liceo classico “Virgilio”

PON “VIR-LIGIO” a.s. 2009/2010

Anno II, numero 1, aprile 2010

Direttore responsabile:

Prof. Tommaso Dimitri

Tutor:

Prof. Stefano Nuzzoli

Esperti:

Rossella Bufano (giornalista-web editor)

Douglas Rapanà (grafico)

Davide Stasi (giornalista)

Redazione:

[email protected]

Rivista on line:

http://agoravirgiliolecce.blogspot.com

Redattori e web editor

Giacomo Attanasio

Anna Chiara Cappello

Stefano Cappello

Mario Caputo

Ilaria Longo

Marco Meo

Dalila Miglietta

Eleonora Miglietta

Martina Nicolardi

Lorenzo Paladini

Dario Palermo

Cecilia Passabì

Liliana Passiatore

Mariavittoria Piccino

Matteo Putignano

Andrea Scatigna

Alessandro Trabucco

Liceo classico “Virgilio”

via Galileo Galilei, 4

73100 Lecce

Tel.+39 0832 351724

Fax +39 0832 220161

http://www.virgiliolecce.it

4

''C''. Inoltre l'ultima

citata si estendeva

solo fino al secondo

anno. Non esistevano

la salacomputer e la

sala multimediale, il

Virgilio non era dota-

to delle odierne e

scontate modernità.

Tuttavia possedeva

elementi che sono an-

dati perduti come la

palestra coperta (oggi

''adibita'' ad aula), do-

ve erano collocati nu-

merosi attrezzi.

Gli orari scolastici era-

no molto diversi, si u-

sciva tutti i giorni alle

13 e mezzo.

Invece nei giorni di

assemblea d'istituto,

diversamente da come

siamo abituati, ci si

riuniva nel corridoio

che dà davanti alla

presidenza per l'assem-

blea stessa e, il più del-

le volte, l'ambiente si

''riscaldava'' pericolo-

samente.

La scuola non posse-

deva ancora le succur-

sali di via Presta (che

era un panificio) e di

via Martiri d'Otranto.

Ritengo opportuno

sottolineare che la no-

stra scuola ha fatto

grandi progressi in

termini di infrastrut-

ture e sul piano

dell’offerta formativa,

basti pensare al PON

che stiamo frequen-

tando. Rimane tutta-

via moltissima strada

da fare per migliorare

le strutture e per po-

terle sfruttare al me-

glio. Resto del parere

che comunque spetti

pure a noi alunni cer-

care di portare il liceo

a gradi più elevati,

non tanto denuncian-

do l'assenza di ascolto

da parte delle autorità

quanto proponendo

noi novità, cambia-

menti e idee.

Quindi ragazzi com-

mentate, commentate

e commentate, mette-

teci le vostre idee e le

vostre riflessioni per-

ché questo è il nostro

giornale scolastico on-

line e dobbiamo sfrut-

tarlo al massimo!

Concludo con un'ultima

curiosità: il nostro liceo

è intitolato a Virgilio

perché nei suoi scritti

intitolati ''Georgiche'' e

''Bucoliche'' il poeta

latino descrive proprio

la vita che si svolgeva

nel paesaggio in cui è

situato.

Matteo Putignano

Istituito nel ’67 con il

distacco dal Palmieri

(il classico di cui era

succursale), il nostro

Virgilio presentava un

aspetto olto diverso da

quello attuale. Lo stes-

so ambiente esterno

della scuola era diffe-

rentissimo da quello

odierno: ci si affaccia-

va su una campagna

aperta.

L'entrata era costitui-

ta da un cancello che

dava l'accesso a una

strada stretta e non

asfaltata. Seguendola

si arrivava nel cortile

della scuola. Lì non

c'erano ancora il cam-

po da calcio, né quello

da pallavolo. C'era

però un campo di ba-

sket e di pallamano,

attività in cui il no-

stro liceo era un vero

campione come dimo-

strano i numerosi ti-

toli e riconoscimenti

ricevuti.

La stessa struttura

scolastica appariva

diversa da quella di

oggi. La causa? La

mancanza di numerose

aule ne riduceva di

molto la grandezza se

comparata a oggi. Le

sezioni presenti erano

solo la ''A'', la ''B'' e la

A G O R À _ V I R - L I G I O

Lo

specchio

del

passato

Dalla prima...

5

A T T U A L I T À

L’alcol è una

delle principali

cause

delle “stragi

del sabato

sera”

Fine settimana col botto

500 morti ogni fine setti-mana. Questo il dato del ministero dell’Interno del 2009 ma il numero degli incidenti stradali mortali aumenta sempre più. Come conferma l’Organizzazione mon-diale della sanità le vitti-me sono tutte sotto i quarant’anni, soprattut-to adolescenti e neo-maggiorenni. Ecco per-ché il fine settimana per molti giovani coincide con la fine della vita. Il 44,6 per cento di questi incidenti avviene, come sostiene l’Istat venerdì e sabato. L’alcol è una delle princi-pali cause delle “stragi del sabato sera”. Il tasso alco-lemico consentito per mettersi alla guida è 0,5 grammi per litro di san-gue. Tuttavia distribuzio-ne sconsiderata e controlli inadeguati ne favoriscono

l’abuso. L’Istat ha rilevato che in Italia il test dell’etilometro è stato effettuato dalle pattuglie solo sul tre per cento dei guidatori, mentre la media europea è del 16 per cento. L’uso smodato di alcolici ha come effetti colla-terali: sottovaluta-zione del pericolo, tempi di reazione più lunghi, minore capa-cità di concentrazio-ne, sonnolenza, alte-razione del senso del-la distanza, della ve-

locità e delle capacità visi-ve e maggiore sensibilità all’abbagliamento. Le droghe rappresentano un problema già di per sé spinoso. Nei luoghi tipici di ritrovo dei giovani come le discoteche è diffusa la circo-lazione di sostanze illecite. Per chi si mette alla guida assumerle può essere una condanna a morte. Oppia-cei come oppio, morfina ed eroina provocano diminu-zione dei riflessi e deficit sen-soriale fino a sei ore. Ha-shish e marijuana causano difficoltà nella messa a fuo-co e alterazioni spazio-temporali dalle tre alle sei ore. Allucinogeni quali me-scalina ed LSD procurano eccitazione e perdita dei propri limiti. Ecstasy pro-duce aggressività e stan-chezza, e sonnolenza una volta terminato l’effetto. La stanchezza provocata dall’assunzione di alcol e droghe provoca conse-

guenze molto gravi. Può concorrere anche “fare le ore piccole”. Infatti tra le quattro e le sei del mattino la possibilità di appisolarsi è di dieci volte superiore rispetto al resto del giorno. Studi medici rilevano inol-tre che dopo l’uscita dalla discoteca l’udito è sfasato per tre-quattro ore (fonte: Spaziogiovani). Una recente raccolta di dati sui decessi su strada, fornita dall’AGI, ha regi-strato tra venerdì 26 e domenica 28 marzo tren-totto morti. Tredici di questi avevano meno di trent’anni. La causa del 30 per cento di questi incidenti è la perdita del controllo del veicolo. Ci sono stati dodici morti solo tra le 22 e le 6 del mattino (fonte: AGI). Accanto all’incoscienza, dei guidatori è evidente l’incapacità del governo nel responsabilizzare i giovani che si devono mettere alla guida. Gli accorgimenti adottati fin qui per cercare di risolvere il problema come la patente a punti non possono evitare la morte di persone trop-po sconsiderate per pre-occuparsene. Controlli da parte delle forze dell'ordine ai luoghi a-mati dai ragazzi, inve-ce, sono tutt’altro che superflui per evitare queste “stragi”.

Ilaria Longo Dario Palermo

Sempre più giovani muoiono sulla strada

A G O R À _ V I R - L I G I O

Fon

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A T T U A L I T À

Forte

aumento

del tasso

migratorio

e di episodi

di intolleranza

etnica

Italia multietnica: una convivenza difficile

“La repub-blica rico-nosce e ga-rantisce i diritti in-v i o l a b i l i dell’uomo, sia come singolo sia nelle forma-zioni sociali ove si svol-ge la sua

personalità e richiede l’adempimento dei do-veri inderogabili di soli-darietà politica, econo-m i c a e s o c i a -le” (Governo). Mai come oggi in un’Italia che sta affron-tando il lungo cammino verso una probabile ri-presa economica e in di-rezione di un’auspicata, seppur lenta e graduale evoluzione solidale dei rapporti sociali, le parole dell’art. 2 della Costitu-zione dovrebbero essere avvertite nella nostra coscienza come un valore assoluto, cioè, valido in qualsiasi epoca storica. Forse, l’Assemblea Costi-tuente avrà scritto quell’articolo pensando di porre le condizioni che im-pedissero il ripetersi delle grandi ferite che sei anni di guerra avevano inferto alla dignità umana. Per questo motivo i nostri pa-dri costituenti avranno suggerito ai parlamentari dei decenni successivi di astenersi dall’emanare leggi che potessero ferire i diritti che i cittadini acqui-siscono non solo per mezzo di un pezzo di carta scritto ma bensì per virtù della natura, cioè, sin dalla na-

scita. Diritti come quelli alla vita, alla pari dignità sociale e all’uguaglianza davanti alla legge. I padri costituenti avran-no sicuramente voluto raccomandare ai compo-nenti delle assemblee le-gislative di orientare la loro attività di legislatori rispettando anche i dirit-ti di socializzazione. Ov-vero la possibilità di riu-nirsi liberamente, senza alcun limite in organizza-zioni e in gruppi sociali, nei quali le società di ogni tempo hanno potuto e-sprimere la naturale ten-denza a partecipare spontaneamente a una vita di relazione. Gruppi nei quali ci possa essere spazio per lo spirito di solidarietà, che impedi-sce, o almeno limita, le disuguaglianze economi-che tra le persone. Credo poi che non si sba-gli se si pensa che fra le p r o p o s i z i o n i d i quell’articolo possa in-tendersi inclusa anche la raccomandazione di in-cludere anche i cittadini stranieri, residenti in Ita-lia, come degni degli stes-si diritti inviolabili, rico-nosciuti ai cittadini ita-liani. Dal momento che i diritti alla vita, alla pari dignità sociale, e quelli a questi assimilabili sono dati dalla natura, non dal singolo stato in cui si na-sce. Questa mia considerazio-ne è nata dopo aver con-statato che il nostro pae-se, negli ultimi anni, è stato meta di sempre cre-scenti flussi migratori che hanno fatto emergere

altrettante gravi proble-matiche come gli episodi di intolleranza etnica. A dir poco preoccupanti sono i risultati di alcuni studi riguardanti i giova-ni e il rapporto con la società, effettuati dal centro di ricerche SWG. Ne risulta che, su un campione di duemila ra-gazzi, di età compresa tra i 19 e 29 anni, sei su dieci vedono nell’immigrato un uomo che ruba, che delinque, in poche paro-le, un esempio negativo per la società. Mi sorge lecita una do-manda: non eravamo stati anche noi italiani un popolo migratore non molto tempo fa? Il non-no mi parlava delle sue “avventure”, quando era in giro per il mondo in cerca di lavoro per man-tenere la famiglia, allo stesso modo permettete-mi di dirlo, in cui oggi girano per le nostre stra-de poveri magherbini e centro-africani. Sul volto del nonno ci sarà stata la stessa speranza di riscat-to da una vita di stenti e umiliazioni. Eppure nelle strade di oggi c’è incomprensio-ne, pregiudizio e in-differenza quando non proprio paura! I padri costituenti, se avessero dovuto scrivere quell’articolo 2, oggi for-se qualche parola alla condizione dello straniero e alla persona comunque diversa dai cittadini dello stato, forse, l’avrebbero aggiunta.

Stefano Cappello

A G O R À _ V I R - L I G I O

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S A T I R A

Fili sospesi

per aria

e grossi pali

dall’estetica

discutibile

per le strade,

ma del mezzo

rivoluzionario

neanche

l’ombra

Fil

ob

us

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ecce

Filobus: soluzione urbanistica o spreco?

Da anni ormai questo dilemma sembra non avere risposta. I cittadini di Lecce continuano a vedere fili sospesi per aria e grossi pali dall’estetica discutibile per le stra-de, ma del mezzo rivo-luzionario neanche l’ombra. Il peso dei 44 mil ioni s tanz iat i dall’Unione Europea per il progetto inizia a farsi sentire. Ma andiamo con ordine. I lavori della retificazio-ne urbana sono iniziati nel 2006 durante l’amministrazione Poli Bortone, e sono stati terminati dall’attuale sindaco Paolo Perrone. Dopo anni di lavori e disagi stradali, il pro-getto sembra essere completo, tanto che nel maggio del 2007 il primo filobus attraver-sa le strade della città con a bordo sindaco e vice sindaco ed altre personalità. Dopo que-sto primo “assaggio” tutto sembrava pron-to, anche le polemiche

dei mesi prece-denti sembra-va si fossero un po’ attenuate, ma dopo quel bus inaugurale, non se ne sono visti altri. A dire il vero i bus ci sono, ma sono abbando-nati nel deposi-to di via Meri-ne, e comincia-no ad arruggi-nire. Recente-

mente le polemiche dei cittadini si sono riacce-se, tanto da andare a finire su “Striscia la notizia” che ha mo-strato un ritratto poco edificante della nostra Lecce. L’intera città si è quindi spaccata di nuovo. Fra chi con-testa vivacemente l ’ introduzione di questo mezzo, rite-nendolo una spesa inutile ed eccessiva, oltre che un aggravio per le vie cittadine già ingolfate di vei-coli d’ogni tipo. E chi sostiene il pro-getto comunale come soluzione urbanistica d e l t r a f f i c o , dell’inquinamento e della viabilità urba-na: “l’elettricità por-terà vantaggi, la cit-tà respirerà aria più pura”. Inoltre ci si chiede chi ha deciso il percorso. Se vi sono zone di disagio della città perché non raggiunte dai servizi pubblici, esse saranno

maggiormente escluse, con grossi problemi per i cittadini di queste aree che saranno comunque costretti a prendere la macchina. Ma ora chiediamoci: vo-gliamo davvero restare a guardare impotenti da-vanti a questo spreco di denaro pubblico? Vo-gliamo davvero vedere i nostri soldi bruciarsi co-me fili dell’elettricità? Ma diciamocela tutta. Il progetto non funzionava sin dall’inizio: pali e fili simili a ragnatele hanno offuscato il cielo di Lec-ce, il suo barocco, negan-do un’estetica già poco valorizzata. Alberi tran-ciati di netto, hanno fat-to posto a file di “alberi” di acciaio (e vorremmo risolvere il problema dell’inquinamento?). Ma la speranza è l’ultima a morire. Se si farà un’opportuna informa-zione sull’uso dei mezzi pubblici, (e perché no delle piste ciclabili), e so-p r a t t u t t o s e l’amministrazione comu-nale vorrà davvero rea-lizzare questo progetto tanto atteso, forse qual-cosa cambierà e vedremo finalmente i filobus in azione e non soltanto un immaginario “Uomo Ra-gno” che volteggia tra le ragnatele elettriche della nostra città.

Mario Caputo Marco Meo

Eleonora Miglietta Cecilia Passabì

Liliana Passiatore Alessandro Trabucco

A G O R À _ V I R - L I G I O

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S A T I R A

Arriva

la moda

delle leggi

ad personam

e delle leggi

vergogna

Ritoccare una Costituzione I tempi delle dieci tavo-le di Mosè sono ormai ben lontani. Se Dio a-vesse saputo che le sue prescrizioni sarebbero divenute leggi per tutti tranne che per una ri-stretta èlite, dieci pia-ghe non sarebbero ba-state. Ma come già det-to, i tempi cambiano. C'è chi si è stufato di dover rispettare delle regole, soprattutto se si è in grado di... ritoc-carle. È così che arriva la moda delle leggi ad personam e delle leggi vergogna. In quattro anni se ne conta-no undici, tutte prove-nienti da chi di legislatu-ra ne capisce parecchio. Il capo dello stato dà così libero sfogo alla sua pen-na, firmando la legge sul legittimo impedimento, per salvare Berlusconi e i ministri dai processi. Un atto davvero nobile, se non avesse il piccolo di-

fetto di essere incostitu-zionale. Prima di questa ne vengono altre dieci: indulto extralarge e-steso ai reati dei "colletti bianchi", il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l'ordinamento giudizia-rio Mastella-Castelli, la legge Salva-Pollari, il Lodo Alfano, la norma della penultima finan-ziaria che raddoppia l'iva a Sky, i due pac-chetti di sicurezza Ma-roni contenenti norme razziali anti-ROM e anti-immigrati, lo scu-do fiscale Tremonti, ultimo, il decreto salva liste del Pdl. Se a tutto ciò ci ag-giungiamo di contorno programmi censurati e bavagli all'informazio-ne si potrebbe proprio dire che siamo usciti dai binari. Tuttavia se si facesse un salto in-dietro nel tempo si sco-prirebbe che le leggi ad personam non sono an-date di moda solo quest'anno. Nel '94, anno di insedia-mento del primo governo Berlusconi, proprio il fratello del Cavaliere vie-ne accusato di corruzio-ne. Fortunatamente arri-va il decreto "Biondi", che vieta la custodia in carcere per reati come la corruzione. Nel 2003: emergenza falso bilancio ma si deci-de che va depenalizzata. Il fato volle che il

premier avesse 3 proces-si per falso bilancio. Le cinque più alte car-che dello Stato, som-merse da lavoro e scar-toffie, vengono conti-nuamente disturbate per recarsi qualche o-retta in tribunale. Tutto ciò naturalmente è intollerabile, anche se quattro di queste cari-che non hanno affatto processo, una ne ha ab-bastanza per tutte. In ogni caso, il Lodo Schifani congela tutti i processi verso questa autorità. Con il terzo governo Berlusconi, ci sono an-cora delle cariche pub-bliche che non riescono a concentrarsi nella frenesia dei tribunali. Così il Lodo Alfano copre queste cariche, in questo caso quattro, di cui sempre tre senza processi. Un altro vezzo della magistratura è quello delle intercettazioni telefoniche. Naturalmente Berlu-sconi difende il popolo italiano dalle invasioni della privacy, classifi-candoli come vere e proprie spie. Tutto questo ci offre solo un piccolo spira-glio di un paese che, come Dante, ha smar-rito la retta via, ritro-vandosi nella selva o-scura delle leggi vergo-gna, della corruzione e dei falsi in bilancio.

Lorenzo Paladini

A G O R À _ V I R - L I G I O

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S A T I R A

Giornali

e agenzie

svolgono

sempre meno

il lavoro

di inchiesta

per la cronaca

politica

Giornali e TV: l’anello debole della democrazia?

prima di tutto, addirittu-ra prima del benessere dei nostri funzionari sta-tali. Ma nell'ambito del governo, nonostante sembri strano, le scelte politiche (che avranno influenza sulla vita di migliaia di persone) ven-gano effettuate secondo criteri... di marketing. Di conseguenza, l'obietti-vo non è più compiere le giuste scelte, ma strap-pare il consenso pubbli-co. Ruoli da protagonista hanno i giornali e le tele-visioni, divenuti ormai proprietà di chi ha il po-tere, non più mezzi di corretta informazione popolare. Il cittadino ha solo l'illu-sione di decidere, in q u a n t o è s o l o "spettatore" delle deci-sioni di pochi. Tutto ciò fa pensare che nel nostro paese la demo-crazia debba ancora tro-vare la propria strada. E potrà farlo solo dopo a-ver eliminato le barriere fatte di ipocrisia, corru-zione e disinformazione. La nostra attenzione deve essere focalizzata sulla ricerca di un siste-ma che funzioni, che pos-sa assicurare un futuro ai giovani e che sia di tipo meritocratico. Più di o-gni altro, siamo noi che possediamo l'incarico di rivoluzionare il sistema e di costruire una società basata sull'uguaglianza, sull'informazione e in-centrata su di un unico obiettivo: il benessere del cittadino.

Lorenzo Paladini

A G O R À _ V I R - L I G I O

"L'informazione è un diritto fondamentale dell'uomo e la pietra di paragone di tutte le libertà'' I regimi totalitari hanno impresso nelle menti del-le generazioni successive un monito molto impor-tante. Indipendentemente dall'ideologia da essi rap-presentata, gli Hitler, gli Stalin non sono esseri diabolici e sovrannatura-li che hanno conquistato il potere: sono uomini, senza dubbio violenti e m e g a l o m a n i , m a nient'altro che uomini, che hanno raggiunto il potere con il consenso popolare. Come è stato possibile tutto questo? Semplice. Attraverso promesse di una condizione di vita migliore (ad esempio la-voro e ricchezza per tut-ti) in una situazione eco-nomica decisamente cri-t i c a . A t t i v a n d o

un’efficace propa-ganda, calpestan-do ogni forma di libertà e utilizzan-do mezzi di comu-nicazione per ad-dormentare la coscienza critica dei cittadini. Questi regimi dif-ficilmente potreb-bero ricrearsi nel mondo Occiden-tale odierno poi-ché la democrazia ha ormai raggiun-to una forma piuttosto matura. Tuttavia ciò non ci dà la certezza che il cittadino sia

immune a un controllo delle coscienze. Il mito del "villaggio glo-bale" è molto bello: tutte le barriere di comunica-zione vengono abbattu-te, tutti sanno di tutti e vengono informati di tutto. Ma in realtà siamo solo sommersi da centinaia di notizie che provengono da fonti che crediamo essere efficaci, puntuali e soprattutto affidabili. Invece, soprattutto quando si tratta di no-tizie riguardanti la poli-tica, giornali e agenzie svolgono sempre meno il lavoro di inchiesta, ma si limitano a rivol-gersi agli uffici stampa del potere, senza effet-tuare ulteriori riscontri. E il potere, si sa, opera sempre per mettersi in buona luce e non certo per informare corretta-mente. In una democrazia ma-tura ci si aspetta che il bene del cittadino venga

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C U L T U R A

Un inno

alla quotidianità

della vita

che pone

il divieto

a eccedere

nel lusso

naturali con una pre-

ponderanza del beige

che declina verso il cal-

do grigio e il marrone.

Un inno alla quotidiani-

tà della vita che pone il

divieto a eccedere nel

lusso.

Inoltre il color tabacco,

uva, blu calamaio e gri-

gio che si ispirano agli

inverni più nuvolosi.

Fuori dall'armadio le

giacche da lavoro per

lasciare spazio al fashion

degli indumenti tecnici

con polveri di metallo e

patine per dare un tocco

di luminosità.

I tessuti tendono anche

a essere classici con

un'eccezione contempo-

ranea, privilegiando fla-

nelle pesanti e a coste.

Composizioni a griglia e

motivi geometrici, pelli

e pellicce ecologiche a

vestire la stagione.

Dalle passerelle si am-

mirano handbag e

pochette a corollario di

abiti a fantasia tigrata,

zebrata e leopardata,

indossati da top model

dritte su dècolletè, mo-

delli chanel o con

plateau, stivaletti e sti-

A G O R À _ V I R - L I G I O

Milan Fashion Week.

La settimana della mo-

da approda nel capoluo-

go lombardo. Le varie

location si vestono dal

24 febbraio al 2 marzo

2010 del glamour e del

trendy. Obiettivo

dell'industria della mo-

da permettere agli stili-

sti di presentare le pro-

prie creazioni e al pub-

blico di ammirare le ul-

time tendenze.

Le griffe più importanti

dell'alta moda interna-

zionale propongono

nuovi stili. Protagonisti

della stagione autunno-

inverno 2010-2011 i cor-

setti che si stringono

intorno alla vita grazie

all'utilizzo di tessuti ela-

stici ispirati all'intimo.

Stupire con tocchi di

semplicità è l'obiettivo.

Tessuti come lane inver-

nali compatte e pesanti,

lurex, filati, tweed, vi-

scosa, lino si uniscono a

comporre un abbiglia-

mento molto femminile,

colorato con tinte calde

come l'arancio bruciato,

il porpora scarlatto.

Quasi per evocare la

moda di altri tempi e

andare indietro nel tem-

po.

Ma le nuance dell'anno

sono i neutri farinosi e i

colori polverosi, tinte

La grande Milano al servizio dell’industria

Capitale della moda per una settimana F

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C U L T U R A

Tra noi giovani

conta poco

l’alta moda

delle passerelle

milanesi

conta poco l’alta moda

delle passerelle milanesi.

Interpretiamo lo stile a

modo nostro cercando

di trovare dei canoni

universali, ma che allo

stesso tempo apparten-

gano in maniera diversa

a ognuno di noi.

Pantaloni e jeans a siga-

retta, felpe o camicie

scaldate da golfini sono

per noi, più che una

semplice moda, un mo-

do per vestire la nostra

generazione. La nostra

moda è anche trovare

ogni anno dei criteri

nuovi che caratterizzino

nuovi stili. Truzzi, emo,

punk, dark, metal sono

quindi le tendenze del

periodo, e ogni ragazzo

segue la moda “di rico-

noscersi in uno stile”.

Anna Chiara Cappello

Martina Nicolardi

Mariavittoria Piccino

A G O R À _ V I R - L I G I O

vali sopra il ginocchio

che costituiscono con gli

occhiali a lenti colorate

trasparenti uno stile

ricercato. Uno stile che

rende le modelle le dive

della sfilata.

Tutti gli staff si muovo-

no per allestire la sceno-

grafia del grande evento

che vede come protago-

nisti il lussuoso sfilare su

tacchi vertiginosi, in

equilibro con l'abbinare

di accessori e l'armonia

di colori.

I giochi di luci avvolgono

lo stupore degli spettato-

ri, immersi in un silenzio

che si rivela il grido più

forte e che accompagna

le note delle musiche sele-

zionate e in sintonia con

gli stili proposti, al ritmo

incalzante di un set di

sfilate che riesce a creare

suggestivi momenti.

Gli scatti degli assetati

fotografi non si lasciano

scappare nessun ondeg-

giare di stoffe, incrocio

di gambe, ancheggiare

di sinuose modelle alle

quali non viene negato

dal pubblico alcun ap-

plauso. Applausi che

dimostrano che nessuno

riesce a resistere al fasci-

no della moda, la gran-

de regina che domina il

talento dei vari stilisti

nati per sfidarsi sul

campo di battaglia che è

la passerella.

Pearcing, tatuaggi, pan-

taloni a vita bassa e ma-

gliette aderenti, invece,

sono le forme di ricono-

scimento che usano i

teenager per delineare

una moda iniziata qual-

che anno fa e che si è

espansa a macchia

d’olio in tutta Europa o

quasi; sicuramente però

ha colpito l’Italia da

nord a sud.

Tra noi giovani quindi

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S P O R T

Ottima

prestanza

fisica

e capacità

tattica

del team

A G O R À _ V I R - L I G I O

fine del terzo set. E dopo il 2-1, nono-stante il Galatina non mollasse, il Tre-puzzi è stato sempre più reattivo riuscen-do così a strappare il primato. Nitida la possibilità play-off per la squadra salen-tina è possibile il passaggio in serie B2.

Giacomo Attanasio Dalila Miglietta

Il Trepuzzi volley è in testa alla classifica di serie C a 2 punti dall’ex capolista; Ga-latina. Una squadra che lotta dall’inizio dell’anno riportando costanti vittorie e rimanendo sempre in cima alla classifica. Ma, alla 13esima giornata di ritorno non è stato così. A causa dell’infortunio di due importanti giocatrici del Galati-

na, il Trepuzzi è riu-scito a ottenere la vittoria combattendo duramente fino alla fine. Ha portato a casa un buon risulta-to grazie all’ottima prestanza fisica e ca-pacità tattica del team. Il Trepuzzi dà filo da torcere alla più che blasonata squadra del Galatina. Pur giocando fuori casa è riuscito a bat-tere gli avversari alla

Il Trepuzzi a un passo dalla promozione

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