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ECUMENISMO Eco dei Barnabiti 4/2016 13 L e riflessioni per questa nuo- va edizione della Settimana di preghiera, sono frutto del lavoro preparatorio sul tema scelto e sviluppato da un gruppo di rappresen- tanti di diverse comunità cristiane tede- sche, incaricato dall’équipe di lavoro del Consiglio ecumenico delle Chiese della Germania. La re- dazione definitiva dei testi è avvenuta a Wittenberg, in Sas- sonia, grazie alla collaborazio- ne del movimento Fede e costi- tuzione (FC) del Consiglio Ecu- menico delle Chiese e del Pontificio Consiglio per la Pro- mozione dell’unità dei cristiani della Chiesa cattolica romana, con un’indicazione di rilievo degli estensori: la scelta del te- ma è stata suggerita dall’Esorta- zione apostolica Evangelii gau- dium (n. 9) di Papa Francesco (2013), in seguito anche ad una preziosa dichiarazione sot- toscritta da luterani e cattolici alla quale accennerò più avan- ti. Nella nota introduttiva alla Settimana torna l’incoraggia- mento a considerare i testi del sussidio anche come un invito a trovare altre occasioni duran- te l’anno per esprimere il grado di comunione che le diverse Chiese hanno raggiunto e per continuare a pregare insieme, al fine di ristabilire in pienezza l’unità cristiana voluta da Cri- sto. Tutti infatti, fedeli, pastori e teologi, possiamo contribuire ogni giorno a tale ristabilimento, in- nanzitutto con la preghiera. Pascal di- ceva che «per ogni goccia che cade è tutto l’oceano che si innalza». Certa- mente anche la mia goccia di preghie- ra, di bene e di offerta quotidiana per l’unità dei cristiani non è inutile. verso il Giubileo della Riforma Il testo biblico citato è stato scel- to appositamente per introdurre alla celebrazione del quinto centenario della pubblicazione in Wittenberg, il 31 ottobre 1517, delle famose 95 tesi sulle indulgenze del monaco agostiniano Martin Lutero, avveni- mento che fu determinante per i movimenti riformatori e che ha se- gnato in particolare la vita della Chiesa d’Occidente per tanti secoli. Una nota che ci riguarda: Antonio M. Zaccaria aveva 15 anni. Lutero allora non pensava affatto ad attac- care frontalmente il Papa per arrivare a provocare una se- parazione. Era un ‘cattolico riformista’ che aveva osato esprimere delle riserve su ciò che egli considerava abusi gravi e palesi, inviando le sue riflessioni all’arcivescovo Albrecht di Brandeburgo e ad alcuni colleghi teologi perché fossero oggetto di di- scussione accademica. Una Riforma della Chiesa dal ca- po alle membra” era solleci- tata da tanti anni e da più parti. Al tempo di Lutero era in atto un ampio disagio nei confronti della prassi pasto- rale e della teologia. Le sue 95 tesi non sono che “la punta di un iceberg”. Che in seguito si sia giunti alla divi- sione della Chiesa è da attri- buire non solo a Lutero, ma anche a vicende piuttosto complesse di carattere eccle- siastico e politico. una celebrazione di Cristo Per secoli i cattolici hanno riconosciuto in quel fatto il primo atto della rottura del- l’unità ecclesiale in Occidente, mentre i luterani l’hanno celebrato come inizio di una Chiesa più evan- gelica, come un atto di libertà e di affermazione della modernità. L’or- L’AMORE DI CRISTO CI SPINGE ALLA RICONCILIAZIONE Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2017 La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani prevista ogni anno dal 18 al 25 del mese di gennaio, ormai da oltre un secolo, caratterizzata da temi diversi, nel 2017 pone in risalto l’invito paolino a lasciarci riconciliare con Dio, perché l’amore di Cristo a questo ci sollecita (2Cor 5,14-20). Lipsia, chiesa di S. Tommaso, pulpito

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ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 4/2016 13

Le riflessioni per questa nuo-va edizione della Settimanadi preghiera, sono frutto del

lavoro preparatorio sul tema scelto esviluppato da un gruppo di rappresen-tanti di diverse comunità cristiane tede-sche, incaricato dall’équipe di lavorodel Consiglio ecumenico delleChiese della Germania. La re-dazione definitiva dei testi èavvenuta a Wittenberg, in Sas-sonia, grazie alla collaborazio-ne del movimento Fede e costi-tuzione (FC) del Consiglio Ecu-menico delle Chiese e delPontificio Consiglio per la Pro-mozione dell’unità dei cristianidella Chiesa cattolica romana,con un’indicazione di rilievodegli estensori: la scelta del te-ma è stata suggerita dall’Esorta-zione apostolica Evangelii gau-dium (n. 9) di Papa Francesco(2013), in seguito anche aduna preziosa dichiarazione sot-toscritta da luterani e cattolicialla quale accennerò più avan-ti. Nella nota introduttiva allaSettimana torna l’incoraggia-mento a considerare i testi delsussidio anche come un invitoa trovare altre occasioni duran-te l’anno per esprimere il gradodi comunione che le diverseChiese hanno raggiunto e percontinuare a pregare insieme,al fine di ristabilire in pienezzal’unità cristiana voluta da Cri-sto. Tutti infatti, fedeli, pastori eteologi, possiamo contribuireogni giorno a tale ristabilimento, in-nanzitutto con la preghiera. Pascal di-ceva che «per ogni goccia che cade ètutto l’oceano che si innalza». Certa-mente anche la mia goccia di preghie-

ra, di bene e di offerta quotidiana perl’unità dei cristiani non è inutile.

verso il Giubileo della Riforma

Il testo biblico citato è stato scel-to appositamente per introdurre alla

celebrazione del quinto centenariodella pubblicazione in Wittenberg,il 31 ottobre 1517, delle famose 95tesi sulle indulgenze del monacoagostiniano Martin Lutero, avveni-

mento che fu determinante per imovimenti riformatori e che ha se-gnato in particolare la vita dellaChiesa d’Occidente per tanti secoli.Una nota che ci riguarda: AntonioM. Zaccaria aveva 15 anni. Luteroallora non pensava affatto ad attac-

care frontalmente il Papa perarrivare a provocare una se-parazione. Era un ‘cattolicoriformista’ che aveva osatoesprimere delle riserve su ciòche egli considerava abusigravi e palesi, inviando lesue riflessioni all’arcivescovoAlbrecht di Brandeburgo ead alcuni colleghi teologiperché fossero oggetto di di-scussione accademica. Una“Riforma della Chiesa dal ca-po alle membra” era solleci-tata da tanti anni e da piùparti. Al tempo di Lutero erain atto un ampio disagio neiconfronti della prassi pasto-rale e della teologia. Le sue95 tesi non sono che “lapunta di un iceberg”. Che inseguito si sia giunti alla divi-sione della Chiesa è da attri-buire non solo a Lutero, maanche a vicende piuttostocomplesse di carattere eccle-siastico e politico.

una celebrazione di Cristo

Per secoli i cattolici hannoriconosciuto in quel fatto ilprimo atto della rottura del-

l’unità ecclesiale in Occidente,mentre i luterani l’hanno celebratocome inizio di una Chiesa più evan-gelica, come un atto di libertà e diaffermazione della modernità. L’or-

L’AMORE DI CRISTOCI SPINGE ALLA RICONCILIAZIONE

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2017La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani prevista ogni anno dal 18 al 25 del mese digennaio, ormai da oltre un secolo, caratterizzata da temi diversi, nel 2017 pone in risalto l’invitopaolino a lasciarci riconciliare con Dio, perché l’amore di Cristo a questo ci sollecita (2Cor 5,14-20).

Lipsia, chiesa di S. Tommaso, pulpito

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ganizzazione dell’avvenimento ce-lebrativo, previsto come Giubileodella Riforma, ha suscitato anchedelle controversie nell’ambito del -le relazioni interconfessionali dellaGermania. Dal 2008, dopo anni diseria preparazione nel Decennio diLutero, in seguito a un lungo dibat-tito tutti si sono accordati nel con-tribuire in vari modi alla comme-

morazione di quell’evento-simbolodell’inizio della Riforma, cioè dellapresunta affissione delle tesi allaporta della chiesa del castello diWittenberg nel 1517, con un chiaroobiettivo: lo storico anniversariodeve risultare una festa di Cristo,una celebrazione di Cristo, nellaconvinzione che questo è il modoecumenico più appropriato di fe-

steggiare. Non si tratta infatti di fe-steggiare la separazione – sarebbeun’assurdità – ma di riconoscerecon gioia la presenza della graziadel Cristo vivo che, nonostante lenostre difficoltà, infedeltà e remore,continua ad agire con pazienza inogni tempo e non si stanca di ri-chiamare i suoi discepoli, tutti limi-tati e segnati dal peccato, ad unaperenne conversione-riforma nel se-gno della riconciliazione. A propo-sito della celebrazione della Rifor-ma come celebrazione di Cristo,nelle Costituzioni il nostro SantoFondatore, contemporaneo di Lute-ro, Zwingli e Calvino, aveva scrittoche «il vero fine della Riforma si co-noscerà in questo: se cercheremosoltanto il puro onore di Cristo e lapura utilità del prossimo» (n. 16).Basta quindi scontri, conflitti e vio-lenze, basta sospetti, condanne ediffamazioni, ma piuttosto incontro,dialogo, volontà di comunione e diriconciliazione nella carità e nellaverità. Questo significa celebrare eonorare veramente Cristo.

impegno ecumenico e sfidein Germania

Pure riconoscendo che la Rifor-ma, nata in Germania, ha condottoa numerose divisioni nel corso dellastoria che si sono protratte sino ainostri giorni, ora dobbiamo ricono-scere che dopo secoli di alterne ecomplesse vicende, anche oscure etristi, molte cose sono cambiate po-sitivamente, il clima è mutato grazieall’azione dello Spirito del Signoree all’impegno nel dialogo ecumeni-co che implica sia la dottrina che lavita dei cristiani. Questo è avvenutoe sta ancora avvenendo in partico-lare in Germania dove oggi 50 deisuoi 81 milioni di abitanti sono cri-stiani, soprattutto cattolici e lutera-ni, ma anche appartenenti ad altreChiese. Le Chiese in Germania nonhanno ancora superato tutte le lorodifferenze, ma già dai campi diconcentramento del terribile perio-do nazista hanno imparato a cono-scersi, a soffrire, a rispettarsi e a lavorare insieme ecumenicamentecon vivace impegno. Ad esempiovescovi cattolici e protestanti si riu-niscono due volte all’anno per di-scutere temi di attualità che riguar-dano la vita delle Chiese e affronta-

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Assisi 2016

cero acceso, preghiera viva per l’unità

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re questioni teologiche. Dal1948 esiste il Consiglio delleChiese cristiane al quale dal1974 aderisce anche la Con-ferenza dei vescovi cattolici.Spicca, grazie all’impegnoecumenico delle due Chiesemaggioritarie, l’organizzazio-ne delle grandi assembleebiennali dei Kirchentag e Ka-tholikentag, aperte a tutti glialtri cristiani, per dialogare ecollaborare per il bene dellasocietà tedesca.Non mancano tuttavia, an-

che in Germania, alcune sfideecumeniche da affrontare e ri-solvere. La prima è quella po-sta dalle Chiese minoritarieche chiedono alle due mag-gioritarie più spazio alla loropresenza e più possibilità di collabo-razione non solo su un piano bilate-rale, ma anche multilaterale. La se-conda è data dalla insoddisfazione dimolti cristiani che hanno lavo-rato a lungo per la causadell’unità a livello locale enon vedono progressi in cam-po ecumenico, ad esempio aproposito dell’ospitalità euca-ristica. Le coppie interconfes-sionali in particolare, molte inGermania, sono convinte cheil movimento ecumenico oggidovrebbe essere più coraggio-so e fecondo a tale riguardo.Sono deluse quando lo vedo-no stagnare invece di andareavanti con determinazione. LaConferenza mondiale di FC aLund nel 1953 aveva già av-vertito che «se non progredia-mo realmente verso la riuni-ficazione, le nostre ripetuteproclamazioni di unità nonavranno alcun significato perla cristianità e per il mondo».La terza sfida è posta dall’in-differenza di molti a conosce-re la fede cristiana. Una dellepriorità delle Chiese è quelladi stabilire un dialogo con lo-ro. Porre la fede cristiana alcentro di tale impegno comu-ne, non può che rafforzare ilegami che già le uniscono.Il 500° anniversario della

Riforma potrebbe essere l’oc-casione per ricordare pubbli-camente a tutti, credenti e noncredenti, ciò che significa es-

sere cristiani: credere nell’amore diDio manifestato in Cristo per l’uma-nità e per la creazione. È per questomotivo che le Chiese della Germania

hanno deciso che l’anniversa-rio sia soprattutto una celebra-zione di Cristo, a favore del-l’ecumenismo della vita.

dal conflittoalla comunione

A livello mondiale la Com-missione cattolico-luterana de-dicata all’unità, ha lavoratointensamente per anni allaredazione di una ricca di-chiarazione comune in vistadella commemorazione dellaRiforma in un contesto ecu-menico: Dal conflitto allacomunione (2013). Questoimportante Rapporto tieneconto dei risultati di cin-quant’anni di dialogo tra le

due Confessioni e rivolge unosguardo nuovo sulle loro propriestorie e le loro teologie. Distinguen-do bene le intuizioni teologiche

della Riforma da ciò che eraviziato dalla polemica, i cat-tolici sono ora in grado di in-tendere meglio la sfida cheLutero pone alla Chiesa deinostri tempi e di riconoscerein lui un «testimone del van-gelo» (n. 29). Così, dopo se-coli di mutue incomprensio-ni e condanne, nel 2017 perla prima volta i cristiani lu-terani e cattolici commemo-reranno insieme l’inizio del-la Riforma.L’accento della celebrazio-

ne è volutamente posto sulCristo, sul suo Vangelo e sulleopere di riconciliazione chestanno al centro della fedecristiana, come S. Paolo tienea evidenziare e incoraggiare.L’intento ecumenico è innan-zitutto quello di celebrarel’amore e la grazia di Dio, la«giustificazione dell’umanitàper la sola grazia», sottoli -neando così l’elemento prin-cipale sul quale si fondano leChiese nate dalla Riforma diLutero; ma intende pure am-mettere con franchezza il do-lore causato dalle profondedivisioni che la Riforma hagenerato e hanno ferito laChiesa, riconoscere aperta-mente le colpe commesse eoffrire l’opportunità di pro-

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Lutero, manoscritto del famoso inno «Ein’ festeBurg ist unser Gott», «Il nostro Dio è una forterocca» (1527-1529)

Campello, cappella ecumenica

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gredire con fiducia verso la riconci-liazione.

l’amore di Cristo urge

Il testo biblico paolino scelto perla Settimana sottolinea che la ricon-ciliazione è un dono di Dio per tut-ti; che la persona riconciliata in Cri-

sto è a sua volta chiamata a procla-marla con le parole e le azioni:l’amore di Cristo lo richiede; che ta-le riconciliazione non sarà senza sa-crificio: Gesù ha donato la vita ed èmorto per tutti; che anche gli amba-sciatori della riconciliazione sonochiamati a fare dono della propriavita, perché non vivano più per sestessi, ma per colui che è morto pertutti. L’espressione greca di Paolo,tradotta: «l’amore di Cristo ci spin-ge» (14), è ricca di significato e diinput ecumenici a favore della con-creta riconciliazione. L’amore diCristo è una forza motrice che cipossiede come una totalità, ci avvol-ge, ci sollecita, ci stringe, ci co-stringe, ci abbraccia, ci preme…Non possiamo ridurci soltanto a ri-petere queste parole e a rimanereinerti. L’amore di Cristo per la suaChiesa ci spinge a pregare per l’uni-

tà, ma ci chiede anche di andare ol-tre la semplice preghiera. Le comu-nità e le Chiese hanno bisogno deldono della riconciliazione di Dioche è sorgente di vita, ma esse nehanno soprattutto bisogno per testi-moniare insieme l’amore davanti almondo, nonostante le differenze.Gesù ha pregato il Padre che i suoi

discepoli «siano uno, perché il mon-do creda» (Gv 17, 21). Il mondo,oggi più che mai, ha bisogno di mi-nistri della riconciliazione per farecadere le barriere dell’odio, co-struire ponti di fraternità, instaurarela pace e aprire la via a nuovi modidi vivere nel nome di colui che ciha riconciliato con Dio, Gesù Cri-sto. I migranti e i poveri ad esempioci scuotono, ci fissano negli occhi,ci interrogano, cercano un rifugio,fraterna accoglienza, un po’di pane,una coperta… C’è da augurarsi chenella Settimana di preghiera la sor-gente della riconciliazione miseri-cordiosa di Dio trabocchi e facciacrollare i muri dell’egoismo orgo-glioso che genera ogni tipo di ingiu-stizia e divisione, perché molte per-sone possano trovare la pace e do-vunque possano essere gettati pontidi solidarietà.

Otto giorni in ginocchio e in ascoltodella Parola che provoca

alla riconciliazione con Dioe i fratelli

1. Uno solo è morto per tutti (2 Cor5,14)

Convertendosi a Cristo Paolo haaperto gli occhi su una nuova realtà:qualcuno è morto per tutti gli uomi-ni del passato, del presente e del fu-turo. Paolo non esiterà a dare la vitaa causa di Cristo, per i fratelli. Molticristiani nel corso dei secoli hannodato la vita per coloro che ama -vano, nella certezza, morendo conCristo, di accedere a una nuova for-ma di esistenza. Il pastore martireDietrich Bonhoeffer ha scritto: «Iosono fratello del mio prossimo a mo-tivo di ciò che Gesù Cristo ha fattoper me. Il mio prossimo è mio fratel-lo a motivo di ciò che Gesù Cristoha fatto per lui». Le Chiese cristianeannunciano il Vangelo della riconci-liazione, ma nonostante le loro divi-sioni, oggi devono interrogarsi sulmodo di proclamarlo insieme concoerenza, testimoniandolo con lavita dei credenti.

– Cosa significa per noi che Gesùè morto per tutti?– Che visione abbiamo degli altri?– Come è coinvolto il dialogo ecu-

menico e interreligioso?

Dio nostro Padre donaci la graziadi trovare l’unità in Gesù che è mor-to per tutti, collaborando con l’azio-ne dello Spirito Santo. La tua divinapresenza ci incoraggi e ci consoli.Amen.

2. Non vivere più per se stessi (2Cor5,15)

La morte e risurrezione di Cristoha segnato per sempre la vita diPaolo e dà senso anche alla nostravita cristiana. Noi viviamo in luigrazie alla sua potenza vivificante.Quando perdiamo la nostra vita perlui, noi la assicuriamo. Noi siamochiamati al contempo a svilupparenuovi modi di vita a servizio deifratelli che sono indigenti, isolati,in difficoltà e a condividere con lo-ro i mezzi di sussistenza. Il Vangeloci sollecita a uscire, ad andare ver-so le periferie esistenziali, verso glialtri, per abbattere le barriere del-

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Trani, preghiera ecumenica nella chiesa del Carmine

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l’isolamento e delle povertà genera-te dall’egoismo.

– Come possiamo vivere per gli al-tri nella nostra vita quotidiana?– Quali sono le implicazioni ecu-

meniche della chiamata a non viverepiù solo per noi stessi?

Padre dell’umanità, apri la nostramente e il nostro cuore all’ascoltodella voce di Gesù tuo figlio e nostromaestro interiore e aiutaci a vivere inlui e tra noi fraternamente, operandoil bene. Amen.

3. Non considerare più nessuno concriteri mondani (2Cor 5,16)

L’incontro di Paolo con Cristo sullavia di Damasco ha cambiato radical-mente la sua vita, la visione delle co-se e il modo di pensare e di agireumano e mondano. L’incontro conCristo e con il suo Vangelo cambiaanche il nostro modo di vivere e cispinge a vedere gli altri come Dio livede, cioè come suoi figli e nostrifratelli e sorelle, senza sospetti e pre-giudizi, tutti avvolti dal suo amorepaterno e misericordioso.

– Nella mia vita quali sono stati imomenti nei quali pure io mi sonosentito come sulla via di Damasco?– Cosa può e deve cambiare in noi

quando consideriamo gli altri cristianie le persone aderenti ad altre religio-ni come Dio li vede?

Perdonaci Signore quando pensia-mo solo a noi stessi e rimaniamochiusi e adagiati tra i nostri egoismi:continua a scuoterci e risvegliaci dalsonno delle illusioni mondane. Inse-gnaci ad amare tutti e ad essere mi-sericordiosi. Amen.

4. Le cose vecchie sono passate (2Cor5,17)

Noi spesso viviamo rivolti al pas-sato: può essere utile e necessarioper guarire le memorie. Ma ciò puòanche paralizzare e impedire di vi-vere il presente. Paolo ci ricorda chele cose vecchie sono passate e ci af-fida un messaggio liberatorio: ci in-coraggia a conservare la memoriadel passato, ad attingere la forza dainostri ricordi e soprattutto dalla me-moria del bene che Dio ha compiu-to, ma nel medesimo tempo ci invitaad abbandonare ciò che è vecchio e

superato, pure ciò che era buono,per seguire più speditamente Cristo,guardare avanti e scoprire la vitanuova in lui. Nell’anno 2017 molticristiani ricordano l’opera di Luteroe di altri riformatori. Tra loro ci sonostati anche dei testimoni coraggiosi.È importante però non lasciarsi im-brigliare dagli avvenimenti negatividel passato e aprirsi a un nuovo av-venire in cui le divisioni saranno su-perate e il popolo di Dio sarà final-mente uno.

– Cosa ci insegna una lettura co-mune della storia delle nostre divisionie delle nostre reciproche diffidenze?– Nella Chiesa alla quale apparten-

go cosa può e deve cambiare perchéle divisioni possano essere superate ei legami di comunione possano esse-re rafforzati?

Signore Gesù aiutaci a guarire leferite e le lacerazioni del nostro pas-sato, benedici il nostro cammino ver-so l’unità e guida i nostri passi verso

l’avvenire che tu vuoi per noi, da verifratelli ritrovati. Amen.

5. Tutto è diventato nuovo (2Cor5,17)

L’incontro con Cristo risorto hacambiato Paolo in tutto il suo es -

sere. Si è lasciato afferrare da Cri-sto con fede ed è avvenuta unanuova creazione. Questa vita nuo-va diventa visibile e percepibile an-che in noi quando la lasciamo pren-dere forma e ne facciamo l’esperien-za quotidiana nella compassione,gentilezza, umiltà, tenerezza, pa-zienza… pure nelle nostre non fa-cili relazioni ecumeniche, nellacertezza che più noi cerchiamo diavvicinarci a Cristo, più ci avvici-niamo tra noi. Il quinto centenariodella Riforma ci offre un’occasioneparticolare per ricordare sia i suc-cessi, sia le tragedie della nostrastoria cristiana. L’amore di Cristo cispinge a vivere da persone, rinno-vate, che cercano attivamente la ri-composizione dell’unità e la ricon-ciliazione.

– Cosa mi aiuta a capire che io so-no una creatura nuova in Cristo?– Cosa devo fare per vivere vera-

mente rinnovato in Cristo?

– Quali sono le implicazioni ecu-meniche dell’invito ad essere creazio-ne nuova?

Donaci o Dio un cuore nuovo euno spirito nuovo, con l’energia del-la tua grazia, perché non abbiamopaura della novità evangelica e sia-

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Lipsia, tomba di Bach

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mo resi capaci di superare ciò chemette in pericolo la nostra unità inte. Amen.

6. Dio ci ha riconciliato con sé(2Cor 5,18)

La riconciliazione che Dio ci of-fre è avvincente ed esigente. Essa ciattrae e desideriamo che si attui tranoi, nelle nostre diverse tradizioniconfessionali; ma ci accorgiamo cheessa ha anche un costo e ciò ci inti-morisce, ci frena. Infatti riconciliarsisignifica rinunciare al nostro desi-derio di superiorità, di potenza, diprestigio e apprezzamento. Nel Van-gelo Cristo non cessa di invitare allaconversione e alla rinuncia, per es-sere più cristiani, più veri. Tutte leChiese sono chiamate a promuove-re dovunque la riconciliazione e aresistere ad ogni forma di discri -minazione umana perché tutti sia-mo chiamati a vivere l’alleanza conDio.

– Cosa significa per le nostre co-munità cristiane vivere l’alleanza conDio?– Nelle nostre società attuali quali

forme di discriminazione le nostreChiese devono combattere?

Dio nostro Padre che hai rivelato inGesù, umile e servo, il volto del tuoamore misericordioso, liberaci daogni presunzione di superiorità e do-naci la forza di resistere a tutte le for-me di discriminazione, per portaregli uni i pesi degli altri. Il dono della

tua alleanza di amore ci colmi digioia. Amen.

7. Il ministero della riconciliazione(2Cor 5,18-19)

La riconciliazione tra Dio e l’umani-tà è centrale nella nostra fede cristia-na. Questo ci sollecita a esaminare lacomplessa realtà delle nostre divisioni.Dio ci aiuta in tanti modi a guariredalle nostre separazioni. Grandi rifor-matori come Martin Lutero, UlrichZwingli e Jean Calvino, ma anche co-me Ignazio di Lojola, Antonio M. Zac-caria, Carlo Borromeo, Francesco diSales hanno tentato di portare un rin-novamento nella Chiesa d’Occidente,ma ciò che avrebbe dovuto essereun’esperienza della grazia è stato cor-rotto dal peccato umano che ha gene-rato la divisione del popolo di Dio.Nel corso dei secoli si sono moltipli-cati ostilità e sospetti reciproci. Dive-nire ministri di riconciliazione signifi-ca lavorare insieme con fiducia e ri-spetto vicendevole per superare lebarriere che ci separano. Il dialogoecumenico nella carità e nella veritàfavorisce la guarigione della memoria,il pentimento delle reciproche colpe ela riconciliazione in Cristo.

– Quali sono le situazioni nelle qua-li riteniamo che un ministero di ricon-ciliazione è veramente necessario?– In quale modo rispondiamo a

questa necessità?

Dio di bontà, Dio paziente, guari-sci le nostre menti e i nostri cuori:

aiutaci a diffondere la tua pace, iltuo amore, il tuo perdono e a non ar-renderci davanti alle difficoltà. Fa’ dinoi delle persone di comunione, co-me a te piace. Amen.

8. Lasciarsi riconciliare con Dio (2Cor5, 20)

Se le profezie bibliche si realizzas-sero veramente, se cessassero le guer-re, se regnassero la giustizia e la pa-ce di Dio… ciò sarebbe il risultatodella riconciliazione offerta da Dio.Ciò sarebbe il paradiso| Quando noipossiamo fin da ora gustare l’esisten-za del paradiso, preghiamo insieme eci rallegriamo. Condividere immagi-ni, poemi, canti, colori, bellezze del-le nostre diverse tradizioni, potrebbegenerare un nuovo fervore cristiano.Sì, queste risorse possono aprirci anuovi spazi e orizzonti in cui viveree testimoniare insieme con gioia lanostra fede comune e la nostra spe-ranza nell’avvento del Regno di Dio.

– Come immaginate il paradiso?– Quali musiche, canti, racconti,

poemi e immagini che appartengonoalla vostra tradizione cristiana vi dan-no la sensazione di partecipare allarealtà della gloria di Dio?

Dio nostro Padre, Figlio e SpiritoSanto, ti ringraziamo per il dono diquesta Settimana di preghiera vissutainsieme fraternamente, nella qualeabbiamo sentito in tanti modi la tuapresenza illuminante e consolante.Insieme ti lodiamo e ti supplichiamoperché possiamo continuare a cre-scere nell’unità e nella riconciliazio-ne, come tu vuoi. Amen.

9. Per una unità nella diversità ricon-ciliata

Ad Assisi, nella giornata di pre-ghiera ecumenica e interreligiosa perla riconciliazione e la pace, il 20 set-tembre scorso Papa Francesco haaffermato che «la diversità non èmotivo di conflitto, di polemica odi freddo distacco» e ha pregato ilCristo Crocifisso e Risorto affinché«ci custodisca tutti nell’amore e ciraccolga nell’unità, nella quale siamoin cammino, perché diventiamo quel-lo che lui desidera: una cosa sola»(Gv 17,21), riconciliati in lui e tra noi.

Enrico Sironi

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Haarlem, cattedrale, cappella della preghiera ecumenica