La Voce Dell'Apprendista Estate 2011

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  La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE 1 I  I I  I  I  I  I  I  I I  I   n  n n n  n  n n n  n  n n n  q  q q  q  q  q q  q  q  q q  q  u  u u  u  u  u u  u  u  u u  u  e  e e  e  e  e e  e  e  e e  e  s  s s  s  s  s s  s  s  s s  s t t t t t t t t t t t t  o  o o  o  o  o o  o  o  o o  o  n  n n  n  n  n n  n  n  n n  n  u  u u  u  u  u u  u  u u u  u  m  m m  m  m  m m  m  m  m m  m  e  e e  e  e  e e  e  e  e e  e r  r r  r  r  r r  r  r  r r  r  o  o o  o  o  o o  o  o  o o  o  E   E E   E   E   E E   E   E   E E   E   d  d d  d  d  d d  d  d  d d  d   i   i i   i   i   i i   i   i   i i   i   t   t t   t   t   t t   t   t   t t   t  o o o o o o o o o o o o r r r r r r r r r r r r  i   i i   i   i   i i   i   i   i i   i  a a a a a a a a a a a a  l    l l    l    l    l l    l    l    l l    l   e e e e e e e e e e e e  a a a  c c c u u u r r r a a a  d d d e e e l l l l l l I I I l l l l l l . . . m m mo o o  e e e  V V V e e e n n n . . . m m mo o o  G G Gr r r a a a n n n  M M Ma a a e e e s s s t t t r r r o o o  L L L E E E  R R U U B B R R R I I C C H H E E  INOLTRE LA RUBRICA CURATA DAL GRAN MAESTRO SUL SETTIMANALE DAL MONDO ...massonico DAL MONDO ...massonico DAL MONDO ...massonico DAL MONDO ...massonico Con Con Con Concetti filosofici in Friedrich Hegel cetti filosofici in Friedrich Hegel cetti filosofici in Friedrich Hegel cetti filosofici in Friedrich Hegel Ludovico Ariosto Ludovico Ariosto Ludovico Ariosto Ludovico Ariosto - - - - l’Orlando furioso l’Orlando furioso l’Orlando furioso l’Orlando furioso  Il Ternario Alchemico

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE1

I  II  I  I  II  I  I  II  I   n  nn  n  n  nn  n  n  nn  n q  qq  q  q  qq  q  q  qq  q  u  uu  u  u  uu  u  u  uu  u  e  ee  e  e  ee  e  e  ee  e  s  ss  s  s  ss  s  s  ss  s t tt t t tt t t tt t  o  oo  o  o  oo  o  o  oo  o n  nn  n  n  nn  n  n  nn  n  u  uu  u  u  uu  u  u  uu  u  m  mm  m  m  mm  m  m  mm  m  e  ee  e  e  ee  e  e  ee  e  r  rr  r  r  rr  r  r  rr  r  o  oo  o  o  oo  o  o  oo  o  

E   EE   E   E   EE   E   E   EE   E   d  dd  d  d  dd  d  d  dd  d   i   ii   i   i   ii   i   i   ii   i   t   tt   t   t   tt   t   t   tt   t  o oo o o oo o o oo o r rr r r rr r r rr r  i   ii   i   i   ii   i   i   ii   i  a aa a a aa a a aa a  l    ll    l    l    ll    l    l    ll    l   e ee e e ee e e ee e  aaa cccuuurrraaa dddeeellllll’’’IIIllllll...mmmooo eee VVVeeennn...mmmooo GGGrrraaannn MMMaaaeeessstttrrrooo 

LLLEEE RRRUUUBBBRRRIIICCCHHHEEE 

INOLTRE

LA RUBRICA CURATA DAL GRAN MAESTRO SUL SETTIMANALE 

DAL MONDO …...massonicoDAL MONDO …...massonicoDAL MONDO …...massonicoDAL MONDO …...massonico 

ConConConConcetti filosofici in Friedrich Hegelcetti filosofici in Friedrich Hegelcetti filosofici in Friedrich Hegelcetti filosofici in Friedrich Hegel 

Ludovico AriostoLudovico AriostoLudovico AriostoLudovico Ariosto ---- l’Orlando furiosol’Orlando furiosol’Orlando furiosol’Orlando furioso

 Il Ternario Alchemico

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE2

E pluribus unumE pluribus unumE pluribus unumE pluribus unum !!!!

E giunge l’estate, nell’avvicendarsi eternamente ciclico della natura.

Quella medesima natura che noi come iniziati ai suoi misteri, dobbiamo osservare 

e trarne profitto per noi stessi e per gli altri.

Per i più, invero la stagione calda appare essere un momento di ludicità , di 

ricreazione e riposo, mentre per l’iniziato è la stagione del fermo “biologico”, con 

l’avvento del trascorso solstizio estivo, inizia il declino della luce solare, ed inizia il 

 percorso iniziatico che culminerà nella grande grotta, ove il ricercatore latomistico 

rinverrà la “luce della mezzanotte”…….

Ma questi sono altri argomenti che semmai affronteremo in avanti, in questo numero, porgiamo un saluto a chi 

arriva, ed un requiem a chi parte! 

Diamo Incipit, alla Gran Loggia Tradizionale d Gran Loggia Tradizionale d Gran Loggia Tradizionale d Gran Loggia Tradizionale d’ ’’ ’Italia Italia Italia Italia, governata dal carissimo Fr.Fr.Fr.Fr. Marco Brunelli Marco Brunelli Marco Brunelli Marco Brunelli, che bontà 

sua ci ha voluto quali consacratori al suo nuovo progetto, al quale invero arridiamo, quale segno di vivacità del 

 panorama massonico nostrano. 

La GLUM, riconoscendone la bontà del progetto, ha intrapreso un fraterno dialogo proficuo.

Prima facie, sembrerebbe un bel gruppo animato da buone intenzioni, e noi ce ne compiaciamo, auspichiamo 

di averli presto anche in UMSOI, e ci adopereremo per ché ciò accada , in caso diverso, comunque auguriamo 

loro un prospero cammino.“ ““ “Veritas filia temporis Veritas filia temporis Veritas filia temporis Veritas filia temporis” ”” ”  soleva dire Aulo Gelio, ed è quanto mai vero! 

Di contro, nel ciclico avvicendarsi delle stagioni, vi è chi invece parte, avendo compiuto l’alchemica, estrema,

trasmutazione della materia, ed è per questo che salutiamo, rendendo loro onori, i carissimi FFrr. G GG Gaetano aetano aetano aetano 

Musicò Musicò Musicò Musicò, Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana, passato all’Oriente Eterno, nel 

 precorso mese di giugno, e Spartaco Mennini Spartaco Mennini Spartaco Mennini Spartaco Mennini, del Grande Oriente d’Italia, architrave storico della massoneria 

degli ultimi quarantenni, che anch’esso è stato chiamato dal GADU, a rendere conto della sua opera.

 Ai FFrr. di quelle due famiglie massoniche, porgiamo il nostro affetto Fraterno, ed ai familiari, un sincero voto 

di cordoglio, per aver perso due colonne della loro esistenza familiare, affinché sappiano che possono essere 

orgogliosi di averli avuti accanto.

  A chi viene, dunque vada il nostro benvenuto, ed a chi và, giunga il nostro saluto ed augurio di un buon 

viaggio, mentre a voi tutti che pazientemente ci leggete, auguriamo una serena estate tra i vostri cari affetti ed 

interessi, affinché a settembre , riposati e freschi i lavori possano riprendere con forza e vigore più che pria !! 

 Ill.mo e Ven.mo Fr. Santo Mancuso

Gran Maestro

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE3

Davide Arecco, Storie dell'Arte Reale. Mondo Massonico e ""nuova scienza"" dall'Europa al Piemonte. 

Capitoli di storia della cultura massonica e scientifica.

Sono queste le "Storie dell'Arte Reale"contenute nel libro di Davide Arecco.

L'Autore si concentra, in particolare, sull'età dei lumi, vista qui come fenomeno storicodi lunga durata. Tra XVII e XVIII secolo, gli spazi dell'iniziazione esoterica incrociaronola vita intellettuale europea più volte.

Dall'Inghilterra all'Olanda, dalla Francia all'Italia, i Liberi Muratori e gli uomini della"Rivoluzione scientifica" condivisero esperienze e utopie, ansie di rinnovamento emomenti di crisi.

Un'eredità storica che oggi è anche patrimonio della storiografia.

 Reggello, Firenze Libri

  Edizione 2006,

 pagg. 160

Collana .Massonica

 EAN: 9788876220357 

Prezzo di Vendita: 12,50 € 

Buona L  Buona L  Buona L  Buona Lettura e Buon ettura e Buon ettura e Buon ettura e Buone Vacanze e Vacanze e Vacanze e Vacanze 

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE4

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE5

GLOSSARIOGLOSSARIOGLOSSARIOGLOSSARIO 

massonicomassonicomassonicomassonico

( A c u r a d e l l ’ I l l . m o e V e n . m o f r  ( A c u r a d e l l ’ I l l . m o e V e n . m o f r  ( A c u r a d e l l ’ I l l . m o e V e n . m o f r  ( A c u r a d e l l ’ I l l . m o e V e n . m o f r  ∴∴∴∴ 

 Santo Mancuso Gran Maestro)  Santo Mancuso Gran Maestro)  Santo Mancuso Gran Maestro)  Santo Mancuso Gran Maestro) 

_xààxÜx  TUTU 

 Tavola . Termine che deriva da "tavola da disegno" sulla quale venivano tracciatischizzi e progett i per costruire. In massoneria speculat iva indica i l testo di unintervento o i l verbale di una riunione di loggia ( tavola architettonica)

 Tavola d’accusa . Denuncia al t r ibunale massonico.

 Tegolatura. Indica i l modo per r iconoscere un massone e per verif icare la legit t imitàdel grado di un Visitatore. Quindi, simbolicamente, è la protezione del tempio daun'eventuale infi l t razione di profani : quando ciò avviene, s i grida «Piove» e al lora s i

r inserrano le tegole.

 Tempio . quel lo di ant ica struttura — con vest ibolo, colonne, pi lastr i , t r iangol i , ara,pavimento a mosaico, volte stellate e i corridoi dei «passi perduti», dove si riflette oci s i scambia idee - ormai r iv ive solo nel quadro che i l maestro cerimonierepredispone con un'oggettist ica miniaturizzata prima di aprire una tenuta di Loggia. Iquadri s i r i fanno al le i l lustrazioni dei manual i d i s imbologia massonica o a reperi id'arte sul cui modello qualche Loggia americana ha dato vita a vere e proprie parodie.In Ital ia esistono però parecchie strutture real izzale nel formale r ispettodel l 'architettura Templare, come a Bologna, per esempio, dove furono iniziat i GiosuèCarducci , Giovanni Pascol i e (pare) Giuseppe Verdi . I l tempio i ta l iano più bel lo è

forse quel lo affrescato a caval lo del Settecento da Antonio Landini , detto i lMargott ino, e ornato con i grandi stucchi del Portogal l i . È i l più grande dei seir icavat i nei saloni del quattrocentesco Palazzo Altovit i in Borgo degl i Albizzi , piùnoto ai f iorent ini come i l «Palazzo dei v isacci» per via dei quindici bust i ( tra cui quel l i  di Dante. Petrarca, Boccacc io, di Vespucci e del Magnif ico) dispost i a mezzo ri l ievo su trefi le, una per piano. Per le riunioni di Loggia, ad ogni modo, va bene qualsiasi locale,specie se — con l ' ingresso a Occidente — conserva i l carattere di un ideale corridoioche conduce a Oriente, dove, come i l sole, sorge la «vera luce». La tradizionalestruttura esoterica viene tuttavia rievocata con oggetti simbolici , che specie i Corpiri tual i non si stancano di raccomandare per arginare la «disinvoltura profana» deiLiberi Muratori dei nostri tempi. In questo modo si r iafferma i l principio secondo cui

«i l Tempio ideale deve essere sempre un sistema coerente di simboli in quantol 'antropologia massonica è immutabi le , a differenza del le sue manifestazionicontingenti, che seguono invece i l divenire della storia».

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE6

Quello che caratterizza una riunione non è comunque i l tempio, ma la Loggia che,per essere completa, deve comprendere gl i Uffic ia l i : i l Maestro venerabi le , i l Primo eil Secondo sorvegliante, i l Segretario, l 'Esperto (dello anche i l «Grande terribile»perché vigil ia sulla sicurezza massonica e gestisce i rituali) , i l Tesoriere. l 'Oratore(che rappresenta la Legge ed è i l solo che può interrompere o richiamare un Maestro

 venerabile che non si att iene scrupolosamente alla prassi) e infine i l Copritore armatodi spada. Gli Ufficia l i hanno f unzioni diverse e complementari e nel tempio siedonoin modo da formare la stel la a sei punte che rappresenta i l bibl ico Sigi l lo di reSalomone. un simbolo forte come i l Trinomio che impose «Libertà, Fratel lanza eUguagl ianza» mollo prima che gl i i l luminist i francesi iniziat i a l la massoneria nefacessero un' idea forza del la r ivoluzione del 1789.

 Tempio . Locale dove vengono svolte le cerimonie r i tual i massoniche.

 Tenuta. Riunione ri tuale di massoni in un tempio. Se la r iunione è aperta ai profanisi d ice bianca e i membri del la loggia non indossano nessun paramento massonico.

 Tesoriere . Dignitario responsabi le del le f inanze di una loggia autorizzato araccogl iere le capitazioni .

 Terzo grado. Grado di Maestro.

 Toccamento . è un segno di riconoscimento e perciò varia secondo i rit i e i l grado.Il sistema più usato nelle Logge prevede che l 'Apprendista prema … volte i l P……D….. sul l 'I….. di colui dal quale vuoi farsi r iconoscere e i l Compagno ….. volte i lM…. il Maestro invece stringe la M…. ad «A…….» con l 'I….. e i l M... . (s imboli del la re l ig ione e del la f i losof ia) che premono i l P…. nel punto in cui , secondo gl i ant ichi

greci, si trovano le l inee della salute, della fortuna e della felicità. Tutti , comunque,in segno di amicizia , s i scambiano un Tr…. Ab…. , preceduto da … colpi del la D.. . . .sulla S….. S.. . . . . . . È una versione del «bacio della pace» che San Paolo raccomanda aicrist iani nell 'ult imo versetto della prima Epistola come impegno di carità, di pace edi fratellanza.

 Tornata . Riunione di una loggia. Può essere rituale se si svolge all ’ interno di un Tempio massonico; bianca se svolta non ritualmente e fuori dal Tempio.

 Triangolo . Gruppo di massoni che non può trasformarsi in loggia perché formato dameno di sette fratell i . Struttura massonica riconosc iuta da una obbedienza e

part icolarmente diffusa nei piccol i centri .

 Tronco della vedova . Sacco che viene fatto circolare tra le colonne al termine di unatornata r i tuale e serve per raccogl iere offerte in denaro da dest inare in beneficenza.

Ufficiali . Incarichi minori a l l ’ interno di una loggia (C.I. ed E., M.d.C., 1^.D. e 2^.D.,Elem., e tc .)  

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LA RUBRICA CURATA DAL GRAN MAESTRO SUL SETTIMANALESeguite gli aggiornanti sul sito: www.granloggiaunitameridionale .it

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE11

DAL MONDO ……...massonicoDAL MONDO ……...massonicoDAL MONDO ……...massonicoDAL MONDO ……...massonico 

Nasce la 

GRAN LOGGIA TRADIZIONALE D’ITALIA

Il 18 giugno scorso è stata consacrataall’Oriente di Roma;ad essa ed al suo Gran Maestro, esprimiamo il

 più vivo apprezzamento ed augurio di  prosperità,nel segno tangibile di un lungocammino insieme.

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE12

ÈÈÈÈ stato Nominatostato Nominatostato Nominatostato NominatoGran Maestro AGran Maestro AGran Maestro AGran Maestro Aggiuntoggiuntoggiuntoggiunto dell' U.M.S.O.I.dell' U.M.S.O.I.dell' U.M.S.O.I.dell' U.M.S.O.I.ilililil PotPotPotPot∴momomomo Fr Fr Fr Fr ∴∴∴∴ Massimo InnocenziMassimo InnocenziMassimo InnocenziMassimo Innocenzi 33333333,,,,

ad esso va il nostro plauso e l’augurioad esso va il nostro plauso e l’augurioad esso va il nostro plauso e l’augurioad esso va il nostro plauso e l’augurio

 per il suo cammino massonico, per il suo cammino massonico, per il suo cammino massonico, per il suo cammino massonico,garagaragaragarantendogli tutta la nostrantendogli tutta la nostrantendogli tutta la nostrantendogli tutta la nostra

collaborazione ed il nostro appoggiocollaborazione ed il nostro appoggiocollaborazione ed il nostro appoggiocollaborazione ed il nostro appoggio per lo svolgimento del suo mandato per lo svolgimento del suo mandato per lo svolgimento del suo mandato per lo svolgimento del suo mandato ....

_________________________________________________________ 

E’ morto Spartaco Mennini, uno dei grandi della massoneria italiana del secolo scorso. Per anni segretario del Grande

Oriente d’Italia con il Gran Maestro Salvini dal 1976, confermato con il gran Maestro Battelli. Mennini era nato ottanta anni

fa a Foiano ma riesedeva da anni a Cortona, dove era nata una grande amicizia con il presidente francese François Mitterand

in occasione del gemellaggio tra Cortona e Chateau Chinoni, di cui Mitterand era sindaco. Storico ed esoterista, segretario

della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, Mennini venne creato Massone nel 1964. Dopo lo scandalo della P2 a lui venneaffidato il delicatissimo compito di far chiarezza tramite un’inchiesta interna: il coraggio, la fermezza e il rigore da lui

dimostrati in quelle difficili circostanze gli valsero le unanimi simpatie della massoneria internazionale. Fu subito dopo chepassò alla massoneria francese di cui era tuttora il massimo rappresentante in Italia. Tra le sue grandi passioni, oltre allastoria e alla politica - militò a lungo nel partito socialista - anche l’agricoltura. Una passione coltivata fino ai suoi ultimi

giorni. La salma di Mennini, esposta nella camera ardente della Croce Bianca di Arezzo, verrà cremata lunedì. Alla moglie

Loretta e ai figli, Bernardo, amico e presidente dell’Aci di Arezzo, e Valerio amico e collega, le condoglianze di Arezzo Notizie.. Fonte : Arezzo Notizie

 Ai due Pot∴ mi FFrr∴ 

che hanno completatola loro trasmutazione

 passando allÊOriente Eterno,

 porgiamo il nostro pensieroFraterno, ed esprimiamola nostra vicinanza alle famiglie.

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE13

Concetti filosofici inConcetti filosofici inConcetti filosofici inConcetti filosofici inFriedrich HegelFriedrich HegelFriedrich HegelFriedrich Hegel

GGGGeorg Wilhelm Friedrich Hegel nato a

Stoccarda, 27

agosto 1770 fu

un filosofo,

considerato il

rappresentante

più significativo

dell’idealismo

sviluppatosi in

Germania. È

autore di una

delle linee di

pensiero più

profonde e complesse della tradizione occidentale.

Partendo dal lavoro dei suoi predecessori

nell’idealismo; Fichte e Schelling, e con influenze

e suggestioni di altre passate teorie, sviluppò unafilosofia nuova in sé, completamente innovativa e

rivoluzionaria. La sua visione storicista e idealista

della realtà nel suo complesso ha rivoluzionato il

pensiero europeo al punto da renderlo un

importante precursore della filosofia continentale

e del Marxismo.

Hegel sviluppò un quadro teorico completo, un

“sistema” (idealismo assoluto), intensificando il

rapporto tra mente e natura, soggetto e oggetto

della conoscenza e della psicologia; e tenendo

conto nella sua prospettiva dello stato, della

storia, dell’arte, della religione e della filosofia. In

particolare, ha sviluppato un concetto di mente o

spirito, manifestatasi in una serie di

contraddizioni e di opposizioni e in ultima analisi

integrata ed unita, senza eliminare o ridurre le

une né le altre. Esempi di tali contraddizioni sono

quelli tra natura e libertà o tra immanenza e

trascendenza. Le pagine che ricercano tali

soluzioni sono spesso di una complessità tale da

lasciare incerti sull’interpretazione più corretta.

L’influenza di Hegel fu pressoché assoluta. Attirò

a sé un immenso numero di ammiratori (Bauer,

 Feuerbach, Green, Marx, Bradley, Dewey, Sartre,

 Küng, Kojève, Žižek, Brandom) e una altrettanto

larga fila di critici (Schelling, Kierkegaard,  Schopenhauer, Marx, Nietzsche, Peirce, Popper,

  Russell, Heidegger). Le sue concezioni di logica

speculativa o “dialettica”, di “idealismo assoluto”,

di “Spirito”, di “negatività”, di “sublimazione”

(Aufhebung in tedesco), la dialettica del

“Signore/Servo”, la “ethical life” e l’importanza

della storia; influirono a tal punto che gran parte

della filosofia successiva procedette

sostanzialmente sotto forma di critica a Hegel.

Con la morte di Hegel, il mondo intellettuale e

soprattutto filosofico della Germania di allora

ebbe la netta impressione che una parabola si era

compiuta: la linea del razionalismo iniziata con

Cartesio e passata per Kant si era conclusa con

Hegel, senza soluzione di continuità.

L’opposizione dell’ultimo Schelling era parsa a

tutti assai inconsistente.

Hegel morì nel 1831, ma il periodo che va dal 1815

al 1840 va considerato come sottoposto

all’egemonia assoluta del pensiero hegeliano. Lo

stesso re Federico Guglielmo III aveva

praticamente accettato che tutte le università

fossero sotto il dominio degli hegeliani. A ciò

contribuì senza dubbio la restaurazione vittoriosa,

che aveva riportato la Germania alle condizioni di

 vita tradizionali, anche senza che fossero soffocatedel tutto le istanze e i fermenti liberali.

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE14

Ma a partire dal 1840 l’industrializzazione crebbe

rapidamente e con essa la formazione di due

nuove classi: la borghesia capitalistica e il

proletariato. La borghesia sentiva con urgenza

l’esigenza di una maggiore libertà d’iniziativa, e in

questo credeva d’essere favorita dall’ascesa al

trono prussiano di Federico Guglielmo IV, che in

un primo tempo sembrava non del tutto alieno al

programma liberale. Il modello della borghesia

tedesca in ascesa era quella francese degli anni

‘30, ostile alla restaurazione, anche se più disposta

ai compromessi con monarchia, aristocrazia e

clero, pur di poter controllare le rivendicazioni

popolari delle classi meno abbienti.. In Germania

le richieste della borghesia venivano avanzate con

gli strumenti della mera critica, della filosofia e

della letteratura; è così infatti che si cominciano a

configurare le strutture tipiche dello Stato

liberale: la libertà di commercio, la libertà di

stampa e di espressione, di coscienza e di

religione, ecc.

In pochi anni, tuttavia, quello che era sembrato un

periodo di tranquillità si trasforma in un periodo

di tumultuosa trasformazione sociale, politica e

culturale, che sfocia nelle rivoluzioni del 1848.

Sull’onda di analoghe rivolte accadute negli altri

paesi europei (Francia, Polonia, Grecia, ecc.),

anche in Germania si cominciano a formare le

prime rivolte piccolo-borghesi e operaie. Fu

soprattutto la rivoluzione parigina del 1830 a

provocare il risveglio del movimento sociale

tedesco. Moti rivoluzionari si verificarono in

Sassonia e Baviera e in altre parti della

Confederazione. La prima manifestazione

tipicamente operaia della Germania fu

l’insurrezione dei tessitori della Slesia nel 1844.

Essa non avanzò richieste politiche ma solo

economiche: ciò tuttavia non impedì al governo di

reprimerla brutalmente. La dispersione delle forze

rivoluzionarie, dovuta alla mancanza di un centro

politico unitario e alla divisione del paese in

numerosi Stati, nonché la debolezza e la paura

della maggioranza dei liberali borghesi tedeschi,

facilitarono la reazione del governo.

Mentre però in Germania aveva luogo questa

esperienza tipicamente liberale, dalla Franciacominciavano ad arrivare i primi echi della

letteratura non solo saint-simoniana ma

addirittura socialista, di Fourier, Proudhon, ecc.

Le prime organizzazioni operaie tedesche furono

fondate all’inizio degli anni ‘30 dagli emigrati

tedeschi in Francia e in Inghilterra. Il più noto

esponente del socialismo utopistico tedesco degli

anni ‘30 e ‘40 fu W. Weitling, sarto di professione,

trasferitosi in Francia per sfuggire allepersecuzioni. Egli criticò il sistema capitalistico

emergente in Germania, immaginando una

transizione al socialismo frutto di una sommossa

spontanea delle masse impoverite. Negli anni ‘40

si sviluppò una corrente piccolo-borghese

chiamata “Vero socialismo” (K. Grün, O.

 Lüning…) che chiedeva al governo di appoggiare

l’artigianato libero per evitare lo sviluppo del

capitalismo.

La scuola filosofica tedesca che fu protagonista nel

decennio 1835-45 di questo clima intellettuale,

dove esplodono contemporaneamente i temi

liberali della critica allo Stato assolutistico e le

critiche socialiste alla società borghese, è

certamente quella dei giovani hegeliani, ovvero

della “sinistra hegeliana” -stando alla definizione

di Strauss. “Come in Francia nel sec. XVIII, così in

Germania nel sec. XIX -dirà Engels- la rivoluzionefilosofica aprì la strada al crollo politico”.

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE15

Nel modo di farlo una differenza però c’era. “I

francesi -dice ancora Engels in L. Feuerbach e il

punto d’approdo della filosofia classica tedesca-

furono in lotta aperta con tutta la scienza ufficiale,

con la chiesa e spesso anche con lo Stato; i

tedeschi invece, professori, maestri della gioventù

insediati dallo Stato; i loro scritti accolti come testi

scolastici… il sistema hegeliano elevato persino in

certo qual modo al grado di regia filosofia di Stato

prussiana!”.

Engels fa capire bene in che modo una filosofia

come quella hegeliana poteva essere utilizzata, allo

stesso tempo, in maniera conservatrice dallo Stato

prussiano e in maniera rivoluzionaria dai filosofi

progressisti. La famosa tesi di Hegel: “tutto ciò che

è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è

reale”, se da un lato consacrava filosoficamente il

dispotismo dello Stato di polizia di Federico

Guglielmo III, dall’altro poteva essere usata

contro questo stesso Stato, che agli occhi dei

filosofi progressisti se appariva “reale” non

appariva certo “razionale”, cioè “necessario”,

corrispondente alla ragione. Hegel aveva detto

chiaramente che nel corso dell’evoluzione ciò che

prima era “reale” diventa col tempo “irreale”, cioè

perde la propria necessità, e ad esso subentra una

nuova realtà, più necessaria perché più razionale,

più vera.

In altre parole, se il sistema hegeliano sanzionava

in modo evidente lo status quo della Prussia

assolutistica, la dialettica hegeliana offriva

l’opportunità per contraddirlo. Hegel aveva capito

le leggi del movimento o dello sviluppo della

natura, della società, della storia e della

conoscenza, ma il suo sistema ne aveva posto

arbitrariamente un limite insuperabile: quello

dello stesso Stato prussiano e della stessa filosofia

hegeliana. In questi due campi l’idea aveva

raggiunto -secondo Hegel- il suo stadio supremo.

Se infatti il metodo dialettico riconosceva

l’universalità delle contraddizioni, il sistema

invece ne richiedeva la soluzione, ovvero la

necessità di uno Stato ideale, non contraddittorio.

Il metodo richiedeva che il movimento delpensiero corrispondesse effettivamente alla realtà,

ma il sistema costruiva nessi artificiali in cui far

rientrare tutta la realtà. Hegel insomma era

rimasto prigioniero del proprio sistema, privando

il suo metodo dialettico delle ulteriori

realizzazioni pratiche: esso infatti era stato

applicato solo al passato, quale metodo di

conoscenza di ciò che già era stato compiuto.

La sinistra hegeliana accentuò appunto l’interesse

per la dialettica hegeliana, contro il suo sistema,

quella dialettica per la quale non vi è nulla di

definito, di assoluto, di sacro, in quanto tutto è

destinato a evolversi, a trasformarsi, passando da

stati inferiori a stati superiori di complessità e

perfezione.

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE16

Dalla metà degli anni ‘40 il movimento

democratico-rivoluzionario tedesco prese a

rafforzarsi, chiedendo con insistenza la

Costituzione. La maggioranza dei liberali borghesi

continuavano a sperare che sarebbero riusciti ad

attuare il loro programma con mezzi pacifici,

attraverso un accordo con la monarchia e la

nobiltà. La moderazione politica della borghesia

aveva le sue radici nella arretratezza economica

della Germania.

La sinistra hegeliana iniziò ad attaccare

apertamente, con le armi della filosofia, lo Stato

prussiano di Federico Gugliemo IV e la

tradizionale religione, quando D.F. Strausspubblicò la Vita di Gesù nel 1835. La lotta

principale fu rivolta contro la religione anziché

contro la politica per avere maggiori possibilità di

continuarla: un attacco frontale al governo

sarebbe durato pochissimo. D’altra parte la

polemica antireligiosa indirettamente diventava

un critica politica, in quanto la religione era uno

dei pilastri del regime conservatore.

Strauss considerava il cristianesimo evangelico

come intessuto di miti che rispecchiano reali

esigenze temporali e culturali della comunità

primitiva, costituite dalle aspettative messianiche

e dall’impressione suscitata dalla figura storica del

Cristo. Il vangelo dunque non è storia ma mito,

senza per questo essere leggenda. Strauss, in

pratica, aveva formulato la tesi che ancora oggi

tiene impegnata la scienza neotestamentaria,

quella cioè della fondamentale differenza tra il

“Gesù della storia” e il “Cristo della fede” (tra il

Gesù reale e quello mitizzato dalla comunità

primitiva). Egli non voleva tanto negare la

“divinità”, quanto mettere in luce l’autentica verità

filosofica del cristianesimo, depurata dalle sue

incrostazioni mitologiche.

Strauss formulerà anche una tesi, ripresa poi da

Feuerbach, secondo cui l’idea della “divino-umanità” che la chiesa applicò arbitrariamente al

Cristo, in realtà va applicata all’intero “genere

umano”, che supera i limiti del singolo individuo.

La cristologia cioè andrebbe trasformata in

antropologia e al posto di Dio andrebbe messa

l’umanità. Naturalmente a causa di queste idee

anche Strauss si pregiudicò completamente la

carriera universitaria.

 Alla tesi di Strauss si oppose, sempre nell’ambito

della sinistra hegeliana, Bruno Bauer, il quale

arrivò a dire che gran parte delle narrazioni

evangeliche erano state inventate dagli stessi

autori dei vangeli, per cui questi erano anche

leggenda, senza alcun fondamento storico. Sul

piano filosofico, Bauer era convinto che ogni

forma di progresso derivasse dall’autocoscienza(analoga all’ IO fichtiano), cioè dall’attività

spirituale, di fronte alla quale la “sostanza”, cioè il

mondo esterno, aveva una funzione negativa che

andava superata. Tutto insomma, incluso il

progresso storico-sociale, veniva da lui ricondotto

al pensiero soggettivo. Strumento di tale

progresso era la critica delle istituzioni esistenti, la

quale avrebbe permesso di modificare la realtà.

Bauer fu quello che più di ogni altro nella Sinistrahegeliana cercò di collegare, seppure in maniera

ancora molto approssimata, la critica della

religione (e della filosofia hegeliana) con la critica

del sistema politico tedesco. Assai importante, in

tal senso, è la sua polemica con Marx sulla

questione ebraica, all’interno della quale questi

fece capire a quello sia che da una semplice

emancipazione ateistica non si poteva arrivare, in

modo automatico, a un’emancipazione di tipo

politico, sia che con l’emancipazione politica e con

l’emancipazione dalla religione gli ebrei non

avrebbero ancora raggiunto l’emancipazione

umana, che è possibile solo quando i rapporti

sociali ed economici si modificano in senso

antiborghese.

Bauer si preoccupò anche di difendere i giovani

hegeliani dall’attacco della cultura universitaria

statale (i teisti speculativi e i seguaci di  Schleiermacher), mostrando che i temi ateistici,

rimproverati alla sinistra hegeliana, erano in

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE17

realtà la diretta applicazione della filosofia di

Hegel. Hegel infatti aveva sì sostenuto che

religione e filosofia hanno lo stesso contenuto

(benché la prima lo esprima nella forma della

rappresentazione e la seconda nella forma del 

concetto), ma aveva anche sostenuto che il 

contenuto della religione doveva essere ripreso

dalla filosofia, trasformato in concetto e

diventare ragione filosofica. E così, mentre la

destra hegeliana interpretava il pensiero di Hegel 

come compatibile con i dogmi del cristianesimo e

come lo sforzo più adeguato per rendere la fede

cristiana accettabile al pensiero moderno

(religione superata positivamente, cioè

conservata nella filosofia); la Sinistra invece voleva sostituire completamente la religione con la

filosofia, sostenendo l’inconciliabilità di hegelismo

e cristianesimo e negando a quest’ultimo qualsiasi

elemento di trascendenza (religione superata

negativamente, cioè dissolta nella filosofia). Il

collegamento della Sinistra col materialismo e

coll’ateismo anglo-francese era evidente.

Oltre a Strauss e a Bauer, vi erano anche A. Ruge e

T. Echtermeyer che dirigevano la rivista Annali

tedeschi (1838-43), ove interverranno Feuerbach,

Marx, Bauer… Marx, in qualità di redattore-capo

del giornale liberal-radicale di Colonia, Gazzetta

renana, si rese protagonista di due battaglie

giornalistiche: l’una per la libertà di stampa (come

forma necessaria per la libertà di coscienza) e

l’altra sui “furti di legna”, dove difese il diritto

consuetudinario che consentiva alla “massa

povera” il taglio della legna contro un’applicazione

rigida del diritto di proprietà dei proprietari dei

 boschi.

L’opera più significativa della sinistra hegeliana fu

L’essenza del cristianesimo di Feuerbach, che uscì

nel 1841. Qui l’ateismo raggiunge una notevole

coerenza interna, appoggiandosi su basi

materialistiche. Rivalutata quella natura che il

sistema hegeliano aveva considerato elemento

derivato dell’idea, Feuerbach la pone addirittura a

fondamento della stessa filosofia, facendo degli

uomini dei prodotti della natura, mentre l’idea di

Dio altro non sarebbe che il tentativo di risolvere

nell’aldilà quelle contraddizioni che essi nonriescono a risolvere nell’ambito della natura

(teoria della proiezione o del riflesso fantastico). 

Il potere politico cercherà di rispondere alla critica

della religione con una filosofia (quella dell’ultimo

 Schelling) che pur apparendo, formalmente,

antitetica all’hegelismo, di fatto cercava, come

l’hegelismo, di conciliare filosofia e religione: la

differenza stava nel fatto che per l’ultimo Schelling

era la filosofia a doversi piegare alle esigenze della

religione. Come noto, i corsi di Schelling non

ebbero alcun successo.

Tuttavia la parabola della sinistra hegeliana aveva

raggiunto con Feuerbach l’apice e l’inizio del

declino. Alla constatazione che la critica filosofica

della religione, della filosofia hegeliana non aveva

corrisposto alcun cambiamento sociale e politico

di rilievo, subentrerà presto sfiducia erassegnazione.

Le direzioni che la Sinistra hegeliana prese

saranno abbastanza diverse: Strauss e Bauer

proseguiranno la critica della filosofia hegeliana

della religione (se Strauss può essere considerato

un anticipatore della demitizzazione nell’esegesi 

neotestamentaria, Bauer è il capostipite

dell’interpretazione positivistica dei vangeli).Feuerbach, sul cui materialismo naturalistico

s’innesterà il socialismo utopico di K. Grün,

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE18

continuerà a criticare la filosofia hegeliana

estraniandosi dalle vicende politiche del ‘48.

Stirner giungerà alla negazione assoluta dello

Stato politico. Marx ed Engels, oltre a questo,

approfondiranno il concetto di società civile e la

dialettica hegeliana in direzione del socialismo

scientifico.

Fino a Feuerbach la Sinistra hegeliana era

convinta dell’opportunità di contrapporre allo

Stato hegeliano uno Stato di diritto, capace di

risolvere meglio le contraddizioni, mettendosi

dalla parte dei ceti emergenti. Ma l’impossibilità

di superare lo Stato prussiano e la filosofia

hegeliana limitandosi a criticarli, fece nascere indue esponenti della sinistra hegeliana (Marx e

 Stirner) due posizioni antistataliste fra loro

opposte.

Stirner, pubblicando nel 1845 L’unico e la sua

proprietà, aveva individuato il limite idealistico

della sinistra hegeliana nei concetti astratti di

“autocoscienza” (Bauer) di “amore” e di “umanità”

(Feuerbach), per cui affermò l’individuo singolo

che pensa solo a salvaguardare se stesso, la

propria esistenza, negando la filosofia come tale,

senza cioè preoccuparsi di volerne realizzare una,

restando in perenne conflitto con le istituzioni

statali (da questa posizione nascerà l’anarchismo

di Bakunin e l’irrazionalismo di Nietzsche). Marx

invece riteneva che lo Stato andasse superato

puntando l’attenzione sul rinnovamento della

società civile, la quale era soprattutto

caratterizzata da una lotta di interessi economici

contrapposti. Già nella Gazzetta renana egli era

arrivato alla conclusione che il governo prussiano

difendeva gli interessi dei ceti privilegiati del cleroe della nobiltà. Egli se ne andò dalla Germania

appena la Gazzetta venne soppressa dalla censura

(1843). Per Marx la filosofia di Hegel poteva

essere superata solo politicamente, facendo una

rivoluzione sociale.-

CURIOSITÀCURIOSITÀCURIOSITÀCURIOSITÀ

“bussanti” e “candidati” sono coloro che chiedono di essere iniziati ai misteri della Libera

 Muratorìa;

“profani o muratori senza la parola” sono sinonimi per indicare chi massone non è;

“tra squadra e compasso” è un'espressione che indica un'informazione data da un Fratello ad un

altro e legata ad un particolare vincolo di riservatezza;

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE19

Ludovico AriostoLudovico AriostoLudovico AriostoLudovico Ariosto

l’Orlando furiosol’Orlando furiosol’Orlando furiosol’Orlando furioso

1)-Ludovico Ariosto- breve biografia  2)-Sintesi dell’Orlando il furioso  

Ludovico

Ariosto nacque a

Reggio Emilia

l’8 settembre del

1474, primo didieci tra fratelli

e sorelle. Suo

padre Niccolò,

di nobile fami-

glia, faceva par-

te della corte del

duca Ercole I

d’Este ed era comandante del presidio militare

degli Estensi a Reggio Emilia.

La madre, Daria Malaguzzi Valeri, era unanobildonna di Reggio. Ludovico dapprima

intraprese, per volontà del padre, degli studi

di legge a Ferrara, che abbandonò dopo poco

tempo per concentrarsi pienamente sugli studi

umanistici sotto la guida del monaco

agostiniano Gregorio Da Spoleto.

Ariosto seguì nel frattempo studi di filosofia

presso l’Università di Ferrara,

appassionandosi così anche alla poesia in

volgare. Divenuto amico di Pietro Bembo,

condivise con lui l’entusiasmo e la passione

per le opere di Petrarca.

Alla morte improvvisa del padre, nel 1500,

Ludovico si ritrovò a dover badare alla

famiglia; di conseguenza si vide “costretto”

ad accettare l’incarico di capitano della rocca

presso Canossa. Successivamente, rientrato a

Ferrara, venne assunto dal cardinale Ippolito

d’Este (figlio di Ercole), per ottenere alcunibenefici ecclesiastici, facendosi poi chierico.

Nel 1506 fu investito del beneficio della ricca

parrocchiale di

Montericco (ora

  frazione di

  Albinea in

  provincia di

 Reggio Emilia).

Questa condizione

gli spiacque

molto: Ippolito era

uomo avaro,ignorante e gretto;

Ariosto stesso era divenuto un umile

cortigiano, un ambasciatore, un “cavallaro”.

In questo periodo, quindi, a causa delle

faccende diplomatiche e politiche di cui

doveva occuparsi, non ebbe tempo di

dedicarsi alla letteratura. Nel 1513, dopo la

morte del papa Giulio II della Rovere, venne

eletto papa Leone X (Giovanni dei Medici), 

che aveva spesso manifestato stima e amicizia

nei confronti dell’Ariosto.

Il poeta considerava Roma il centro culturale

italiano per eccellenza e decise così di recarsi

alla curia papale con la speranza di

trasferirvisi dopo aver ottenuto un incarico,

ma nessun incarico gli fu offerto.

Intanto a Firenze Ariosto si innamorò di una

donna, Alessandra Benucci, moglie delmercante Tito Strozzi, che frequentava la

corte estense per affari. Successivamente,

dopo essere rimasta vedova nel 1515, la

donna si trasferì a Ferrara, iniziando una

relazione con lo scrittore.

L’Ariosto era stato sempre restio al

matrimonio; pertanto si sposò solo dopo anni,

in gran segreto per la paura di perdere i

benefici ecclesiastici che gli erano stati

concessi e con lo scopo di evitare che alladonna venisse revocata l’eredità del marito.

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE20

(Precedentemente Ariosto aveva avuto due

 figli da due donne diverse). 

Nel 1516 pubblicò la prima edizionedell’Orlando Furioso, poema diviso in 40

canti, la cui stesura era iniziata 11 anni primadella pubblicazione. Lo dedicò al suo signore,

il quale non lo apprezzò affatto. Quando nel

1517 Ippolito d’Este divenne vescovo di

Agria (ora Eger, in Ungheria), Ludovico si

rifiutò di seguirlo, adducendo motivi di salute.

In realtà le cause sono da ricercare nell’astio

verso il cardinale, nell’amore per la sua

Ferrara e in quello per la sua donna. Passò

quindi al servizio di Alfonso. Egli era meno

ignorante e gretto del fratello Ippolito ma

comunque “sia l’una che l’altra soma”, ci dicel’Ariosto, erano gravi.

Nel 1522 Alfonso gli affidò l’arduo compito

di governatore della Garfagnana, appena

annessa al Ducato, regione turbolenta,

infestata da banditi, in cui l’ordine doveva

essere mantenuto con la forza. In questa

occasione Ariosto dimostrò abilità politiche e

pratiche. Pure queste attività gli erano invise

perché gli impedivano di dedicarsi agli studi e

alla poesia. Dal 1525 tornò a Ferrara e passò i

suoi ultimi anni tranquillamente, dedicandosi

alla scrittura e alla messa in scena di alcune

commedie e all’ampliamento dell’Orlando

Furioso. Rifiutò l’incarico di ambasciatore

papale, spiegando che desiderava occuparsi

delle sue

opere e del-

la famiglia.

Nel 1532

Ariostoaccompa-

gnò Alfonso

all’incontro

a Mantova

con l’impe-

ratore Carlo

V; al rientro

a Ferrara, si

ammalò di

enterite e

morì, dopo alcuni mesi di malattia, il 6 luglio1533.

Ludovico fu sepolto dapprima nella chiesa di

S. Benedetto a Ferrara e successivamente

venne tumulato con grandi onori a Palazzo

Paradiso.

L’Orlando furioso - poema cavallerescopubblicato nella sua edizione definitiva nel

1532.

Il poema, composto da 46 canti in ottave

(38.736 versi in totale), ruota attorno al

personaggio di Orlando, L’opera, riprendendo

la tradizione del ciclo carolingio e in parte del

ciclo bretone, si pone a continuazione

dell’Orlando innamorato di Matteo Maria

Boiardo.

Caratteristica fondamentale dell’opera è il

continuo intrecciarsi delle vicende dei diversi

personaggi che vanno a costituire molteplici

fili narrativi, tutti armonicamente tessuti

insieme. La trama ruota intorno a tre vicende

principali: l’aspetto epico è dato dalla guerra

tra pagani (musulmani) e cristiani che fa da

sfondo all’intera narrazione e si conclude con

la vittoria cristiana in seguito allo scontro tra

gli eroi avversari.

La vicenda amorosa si incentra invece sulla

bellissima Angelica, in fuga da numerosi

spasimanti, tra i quali è protagonista per

l’Ariosto il paladino Orlando; tuttavia

Angelica incontrerà il pagano Medoro e lo

sposerà felicemente, causando l’ira e la

conseguente follia di Orlando (risanata solo

in conclusione).

Il terzo motivo, quello celebrativo, consistenel difficile amore tra Ruggero, guerriero

pagano, e Bradamante, guerriera cristiana, che

riusciranno a congiungersi solo dopo la

conversione di Ruggero, al termine della

guerra: da questa unione discenderà infatti la

Casa d’Este.

2)-Sintesi del poema-ispirazione. 

L’argomento del poema che potremo

chiamare un romanzo in ottava rima diavventure di guerra e di amore,è tutto

dominato dalla legge della cavalleria e dalla

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE21

fervida impareggiabile fantasia del poeta. In

quanto alla materia,essa si ispira ai due cicli

maggiori di re Carlo e di re Artù.

L’Ariosto riesce a raggiungere nell’Orlando i

massimi risultati, poiché riesce a fondere idiversi sentimenti che ispirate dalle leggende

cavalleresche, ne fa un vero e proprio

stupendo mondo poetico.

 Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,

le cortesie, l’audaci imprese io canto,

 che furo al tempo che passaro i Mori

 d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,

 seguendo l’ire e i giovenil furori

 d’Agramante lor re, che si diè vanto

 di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. 

La storia o meglio la trama.

Alla vigi-

lia della

battaglia

tra i Mori

che asse-

diano Pa-

rigi ed i

cristiani,

Carlo

Magno

affida Angelica al vecchio Namo di Baviera,

per evitare la contesa tra Orlando e Rinaldo

che ne sono entrambi innamorati, e la

promette a chi si dimostrerà più valoroso in

battaglia.

I cristiani sono messi in rotta e Angelica neapprofitta per fuggire ancora ed incontra un

vecchio eremita. Durante il viaggio, il perfido

Pinabello scopre che Bradamante appartiene

alla casata dei Chiaramontesi, nemica di

quelli di Maganza, a cui egli appartiene: allora

a tradimento getta la fanciulla in una profonda

caverna.

Qui però Bradamante è salvata dalla maga

Melissa, che la guida alla tomba di Merlino,

dove la guerriera viene a conoscere tutta lasua illustre discendenza, la casata estense.

Melissa informa Bradamante che, per poter

liberare Ruggero, dovrà impadronirsi

dell’anello magico di Angelica, ora in

possesso del nano Brunello; l’anello infatti ha

un doppio potere: portandolo al dito dissolve

gli incantesimi, mettendolo in bocca rende

invisibili o tramortiti.

Orlando, in seguito a un sogno, parte da

Parigi alla ricerca di Angelica, seguito dal

fedele amico Brandimarte. A sua volta la

sposa di questo, dopo un mese, parte alla sua

ricerca. Orlando salva Olimpia dagli intrighi

di Cimosco, re della Frigia, e libera il suo

promesso sposo, Bireno. L’uomo però si

innamora della figlia di Cimosco, sua

prigioniera, e abbandona Olimpia su una

spiaggia deserta.

Intanto Ruggero, che ha appreso da Logistilla

a mettere le redini all’ippogrifo, giunge in

Occidente, salva Angelica dall’orca ed è

affascinato dalla sua bellezza; ma la fanciulla,

che è tornata in possesso del suo anello fatato,

si dilegua.

Orlando giunge anch’egli all’isola di Ebuda e

salva Olimpia da una sorte analoga a quella di

Angelica. Proseguendo nella ricerca della

donna amata, resta prigioniero in un palazzo

fatato di Atlante, insieme a Ruggero,

Gradasso, Ferraù, Brandimarte. Vi giunge

anche Angelica, che libera Sacripante per

farsi da lui scortare, ma per errore anche

Orlando e Ferraù la inseguono.

Mentre questi combattono, Angelica si

dilegua portando via l’elmo di Orlando. Il

paladino libera la pagana Isabella, che,

innamorata del cristiano Zerbino, è statarapita dai briganti mentre cercava di

raggiungerlo. Nel palazzo fatato di Atlante

cade prigioniera anche Bradamante, sempre

alla ricerca di Ruggero. Intanto i Mori

scatenano l’assalto a Parigi, e il re saraceno

Rodomonte riesce a penetrare nella città,

compiendo imprese straordinarie.

In soccorso a Parigi è giunto Rinaldo con le

truppe inglesi e scozzesi, e con l’aiuto

dell’arcangelo Michele. Il paladino uccide ilre Dardinello; nella notte due suoi fedeli,

Cloridano e Medoro, cercano sul campo di

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE22

battaglia il corpo del loro sovrano, ma

vengono sorpresi dai cristiani; Cloridano

viene ucciso e Medoro resta gravemente ferito

sul terreno. Viene trovato da Angelica, che si

innamora di lui, anche se è un umile fante; i

due si uniscono in matrimonio e partono perraggiungere il Catai.

Orlando intanto ricongiunge Isabella a

Zerbino e insegue il re tartaro Mandricardo.

Per caso capita sul luogo degli amori di

Angelica e Medoro e vede incisi i loro nomi

ovunque. Dal pastore che li aveva ospitati

apprende la loro storia d’amore, e per il

dolore diviene pazzo. Trasformatosi in una

sorta di essere bestiale, compie folli imprese

distruttive. Per difendere le armi che Orlandoha disperso, Zerbino si batte con Mandricardo

e viene ucciso. A Parigi i cristiani sono di

nuovo sconfitti in battaglia. Ma l’arcangelo

Michele scatena la discordia nel campo

pagano e i vari guerrieri entrano in contesa fra

di loro.

Rodomonte apprende che la sua promessa

sposa, Doralice, gli ha preferito Mandricardo

e, quasi folle, lascia il campo saraceno,

proclamando il suo disprezzo per tutte le

donne. Invece, incontrata Isabella, si

innamora di lei. La fanciulla, per serbarsi

fedele alla memoria di Zerbino e per sottrarsi

alla violenza del pagano, si fa uccidere da lui

con un inganno.

Vi giunge Orlando folle, che ingaggia una

lotta con Rodomonte. Poi sempre fuori di sè,

passa a nuoto fino in Africa. I Saraceni sono

di nuovo sconfitti, e devono ripiegare nel Suddella Francia,

ad Arles.

Astolfo, venuto

in possesso

dell’ippogrifo,

vaga per varie

regioni, giunge

in Etiopia,

dove libera il re

Senapo dalla

persecuzione delle Arpie, discende

nell’Inferno, sale al paradiso terrestre, poi

sulla Luna dove recupera il senno perduto da

Orlando. Bradamante cade in preda ad una

folle gelosia, perché crede che Ruggiero ami

Marfisa.

Interpretazioni dell’Orlando. 

Prima grande opera della letteratura moderna

a essere pensata per la stampa, l’Orlando

Furioso ebbe immediatamente un grande

successo e fu tradotta nello stesso

Cinquecento e nei secoli successivi in

numerose lingue. Ha poi affascinato e

divertito intere generazioni, poiché la storia

trasporta in un mondo irreale e si può leggereanche come una grande fiaba.

Per diversi secoli l’Orlando Furioso fu letto

come opera prevalentemente di evasione.Dobbiamo a Hegel, nell’Ottocento,

l’interpretazione del Furioso in chiave dicritica dei valori della cavalleria, come

opera perciò che segna l’analisi e la

consapevolezza della fine di un’epocastorica, il Medioevo, con tutto ciò che esso

significava. 

In questo secolo il filosofo e criticoBenedetto Croce ne ha dato una lettura

nuova, rifiutando anche lui l’idea di un

poema d’evasione e sottolineando la suafunzione di grande affresco di un’epoca,

vista nei suoi aspetti positivi e negativi. 

L’ultimo grande omaggio all’Orlando

Furioso lo si deve a Italo Calvino, che nonsolo ne curò una versione da lui in parte

sintetizzata, ma che ai temi e alle vicendedegli eroi di Ariosto rese indirettamente

omaggio nel ciclo di romanzi dedicati ai “I

nostri antenati”.- 

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE23

Riceviamo e pubblichiamo

Il

Ternario

AlchemicoOriente di Milano 30 aprile 2011 EV∴ 

Fr∴lli tutti Car∴mi nei vostri gradi e nelle vostre dignità vi giunga il mio sereno e fraterno saluto .

Il sale, lo zolfo e il mercurioIl sale e lo zolfo non sono, propriamente parlando,corpi chimici come il sale marino o lo zolfo che si sparge sulle vigne; ilmercurio non è quella del termometro.Si tratta di tre principi ermetici,puramente simbolici.Lo zolfo è simbolo dello spirito, il mercurio dell’anima, il sale è simbolo della sapienza e del sapere. Essi sono disposti in

una coppa , essa stessa simbolo ideografico della discesa al centro, tronco di cono rovesciato; è in fondo alla coppa che sideposita il sedimento.Questo ternario alchemico sale, zolfo , mercurio ,presente nel Gabinetto di riflessione , non parla immediatamente alrecipiendario , il quale ignora che esso è patrimonio di tutte le conoscenze ermetiche. Secondo l’ermetismo ( che inrapporto con la grande opera e con la trasmutazione dei metalli ) , ogni cosa è composta da zolfo,mercurio e sale; questitre principi sono posti in relazione :Con l’energia espansiva inerente a ogni individualitàCon questa stessa energia proveniente dalle influenze ambientali che si concentrano sull’individualità;con la sfera di equilibrio che risulta dalla neutralizzazione dell’azione sulfurea centrifuga ( che tende a fuggire versol’esterno ) e della reazione mercuriale centripeta ( che tende a dirigersi verso il centro ) penetrante e compressiva.Il ternario alchemico di zolfo,mercurio e sale può essere messo in corrispondenza con quello di spirito,anima e corpo.Lo zolfo viene costantemente considerato come un principio attivo e maschile, e il mercurio come il principio passivo efemminile. Il sale è definito come neutro in rapporto allo zolfo e al mercurio , e in esso si riequilibrano le tendenze opposteinerenti alla loro rispettiva natura.

L passività del mercurio, correlativa all’attività dello zolfo, lo fa considerare come un principio umido , reattivo rispettoall’esterno, il sale è insieme il tipo della forma cristallina e un simbolo di stabilità.Sviluppando il senso di questo ternario alchemico, Guènon osserva che l’individualità nella sua interezza corrisponde alsale: lo zolfo è il principio interno dell’essere e il mercurio l’ambiente sottile di una certa modalità o di un certo stato diesistenza.Lo zolfo è paragonabile al raggio luminoso, il mercurio al suo piano di riflessione, il sale è il risultato dell’incontro delprimo con il secondo.

Fr∴ Massimo Innocenzi∴ 

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La Voce dell’ Apprendista nr. 04-2011 SPECIALE ESTATE24

 Numero chiuso in redazione, il giorno 5 luglio 2011

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