La Voce del Pese mese di dicembre 2011

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anno X XI numero 5 periodico indipendente di informazione, critica, cultura, curiosità, scherzi e facezie su cavaion e dintorni Dicembre 2011 LA POSTA della GINA PIENA THINK DIFFERENT TURISMO di IERI.. e di OGGI PATTI CHIARI TANTI AUGURI DI BUON NATALE E UN FELICE 2012

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Periodico di Cavaion ed Affi diretto da Maurizio Delibori

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LA POSTAdella

GINA PIENA

THINK DIFFERENTTURISMO di IERI.. e di OGGI

PATTI CHIARI

TANTI AUGURI DI BUON NATALEE UN FELICE 2012

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periodico indipendente diinformazione, critica, cultura,curiosità, scherzi e faceziesu cavaion e dintorniAUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI VERONA IN DATA 23/01/1974 R.S. 300

direttore responsabileMAURIZIO DELIBORI

hanno collaborato a questo numeroMATTEO ANTEGHINIADRIANA BOZZETTOIGINO DALLE VEDOVECORRADO MANCINIFRANCO SALVETTISABRINA TRAMONTEDANIELA ZANETTIgrafica e impaginazioneALESSANDRO DELIBORI

la collaborazione èlibera e gratuita

[email protected]

made in cavaion veronese (VR)

anno XXInumero 5

dicembre 2011

E' tornato Natale!Ed anche la VdP ritorna con questo numero di fineanno. Un anno proficuo e laborioso che ha vistodiscutere varie problematiche del territorio locale eche ha visto l'organizzazione di un convegno e lapartecipazione ad un altro sempre su tematicheriguardanti Cavion e dintorni. In primaveraorganizzeremo altri momenti di sensibilizzazioneverso una migliore "cura" del nostro paese,Intanto eccovi un augurio di cuore:

"Sono nato nudo, dice DioPerché tu sappia spogliarti di te stesso,

Sono nato uomo perché tu possa essere dio,Sono nato nella semplicità

Perché tu smetta di essere complicato,Sono nato persona, dice Dio, perché

tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso,Sono nato per Amore

Perché tu non dubiti mai del mio Amore".Che il Santo Nataleci aiuti a riscoprire

i valori umanie cristiani del vivere.

Maurizio Delibori

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Giovedì 1 dicembre nella Sala Civica del nostro Comune si è tenuto un incontro con il Primo Cittadino diCassinetta di Lugagnano, Domenico Finiguerra1.

Cassinetta di Lugagnano, che conta circa 1800 anime, è un paeselombardo della provincia milanese, attraversato dal NaviglioGrande, a cavallo tra il Parco del Ticino e il Parco Agricolo SudMilano. Fa parte dell’Associazione Comuni Virtuosi, risultandovincitore del premio nazionale Comuni Virtuosi 2008 nellacategoria “gestione del territorio”. E’ altresì comune della ReteComuni Solidali e membro dell’Associazione Internazionale Mayorfor Peace.Il binomio Finiguerra­Cassinetta di Lugagnano è assunto agli onori

della cronaca (TG1, Report,.. stampa nazionale) ed è diventato sinonimo di difesa del territorio,riconosciuto come unica e vera risorsa dell’essere umano sia per la sua sopravvivenza sia nella suavalenza di ambiente nel quale vivere una esistenza serena, in armonia con la natura che, se rispettata, saessere madre generosa ma, se violentata, dileggiata, offesa, sa manifestare l’ira del giusto causandodistruzione e morte.L’idea di contattare ed invitare a Cavaion Domenico Finiguerra l’ha avuta un nostro concittadino, AndreaVilotto, dopo aver presenziato ad incontri organizzati in altri comuni della provincia veronese. Unringraziamento particolare quindi ad Andrea che ha dimostrato come anche un singolo cittadino possafarsi ideatore e realizzatore di incontri aventi unicamente lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica infatto di protezione del territorio e dell’ambiente.Per ingannare l’attesa prima dell’inizio della serata si sono proiettate immagini di Cavaion. Si è poi partiticon uno spot ideato dal recentemente scomparso Steve Jobs. In questo si mostrano immagini dipersonaggi che, nei loro campi, hanno saputo, appunto, pensare in maniera differente (think different)apportando vere e proprie rivoluzioni, sociali, scientifiche, artistiche. Fra i più riconoscibili e noti: JohnLennon e Yoho Ono, Bob Dylan, Martin Luther King, il Mahatma Gandhi, Marta Graham, Maria Callas,Pablo Picasso.

1 Domenico nasce a Milano il 3 settembre 1971. Figlio di immigrati lucani (Lavello, PZ), arrivati in Lombardiaalla fine degli anni ’60 è cresciuto nella periferia milanese, tra Corsico (Q.re Lavagna) e Cesano Boscone. Nel1990 la sua famiglia si trasferisce ad Abbiategrasso. Frequenta l’Istituto Tecnico Statale ad OrdinamentoSpeciale (ITSOS) di Via Pace a Milano dove consegue il diploma di perito linguistico con una tesisull’immigrazione indiana in Inghilterrra e Maghrebina in Francia.Nel 1996 si laurea in Scienze Politiche alla Statale di Milano, con una tesi di ricerca sulle amministrazionilocali della provincia di Milano.Obiettore di coscienza, svolge il servizio sostitutivo civile presso la comunità di pronto intervento per disabilipsichici dell’ANFFAS di Milano. Prosegue la sua attività lavorativa nel campo dei servizi sociali ed educativi finoal 2002.Nel 1994 è eletto consigliere comunale ad Abbiategrasso per il Partito Democratico della Sinistra, andando aricoprire la carica di Capogruppo Consiliare. Dopo 6 mesi si dimette a causa di insanabili divergenze sullapolitica urbanistica ed ambientale.Nel 2002 è eletto Sindaco di Cassinetta di Lugagnano con il 50,1 % alla guida di una lista civica di ispirazione dicentrosinistra. Nel 2007 viene riconfermato con il 62,1%, in netta controtendenza con il dato nazionale eprovinciale, che vede una forte penalizzazione per il centrosinistra. Oggi non è iscritto a nessun partito.E’ promotore insieme a molti altri della campagna e del movimento nazionale “Stop al Consumo di Territorio”che il 24 gennaio 2009 ha preso avvio da Cassinetta di Lugagnano. E’ tra i primi firmatari dell’appello per laCostituente Ecologista Civica e Democratica che vuole realizzare in Italia l’esperimento condotto in Francia conEurope Ecologie.

THINK DIFFERENTOvvero della capacità di ricercare e trovare soluzioni alternative

per alimentare le casse della Pubblica Amministrazionesenza per questo distruggere il territorio.

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L’incontro era poi articolato in quattro sessioni:1. Presentazione, da parte di Adriana Bozzetto, di datiriferiti al consumo di territorio in Italia a confronto diquanto avviene in Germania e, per quanto riguarda ilpaesaggio, proiezioni di immagini relative al Comunedi Cavaion, riguardanti gli interventi edilizi compiutisui fianchi delle colline moreniche cavaionesi (SanMichele, Ceriel).

Veduta aerea del Ceriel(foto di Matteo Vilotto)

2. Intervento di Domenico Finiguerra.Nel suo intervento Finiguerra, dopo aver ricordato l’ articolo dellaCostituzione a difesa del paesaggio e del territorio (Art. 9), hasottolineato l’importanza che la loro salvaguardia rappresenta non solonell’immediato, ma anche per le generazioni future; l’urgenza di unaloro gestione in un ampio orizzonte temporale, oltre i confini del merocalcolo elettorale.

Ha altresì sottolineato che proprio il paesaggio, frutto di un territorio per secoli saggiamente gestito dainostri antenati, strettamente legato alla nostra storia ed alla nostra cultura, costituisce la vera ricchezza delnostro Paese, la voce primaria delle nostre esportazioni, così l’ha definita Finiguerra. Perchè noi, deinostri luoghi, esportiamo il Lago, le colline della Valpolicella, l’anfiteatro morenico, l’Adige, non lecementificazioni.Secondo Finiguerra, i trasferimenti dello Stato dovrebbero essere inversamente proporzionali al consumodi territorio, mentre oggi avviene il contrario, si ricevono per finanziare opere.Un esempio ne è Cavaion che costruirà un nuovo campo di calcio perché ottiene un finanziamento dallaProvincia pari a mezzo milione di Euro. Forse sarebbe il caso di stabilire delle priorità nell’ambito dellaspesa pubblica.L’Amministrazione guidata da Domenico Finiguerra ha saggiamente deciso di porre un blocco allacementificazione del territorio, promuovendo il ripristino/ristrutturazione dell’esistente perché, secondoFiniguerra, troppo spesso i Comuni parlano di esigenza abitativa, ma è solo un pretesto per fare cassasenza, aggiungiamo noi, impegnarsi nell’escogitare soluzioni alternative (think different!).Al fine di supplire ai mancati introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione si è attuata una oculatariduzione dei costi, eliminando quelli inutili, aumentando la fiscalità (ICI seconde case, rette per mensescolastiche e asilo, tenendo comunque conto del reddito dei cittadini interessati) al fine di garantireservizi e infrastrutture efficienti nonché la possibilità di vivere in un ambiente sereno ed accogliente.Proprio per sottolineare che non solo ai cittadini viene richiesto uno sforzo economico, se pur condiviso,gli Assessori di Cassinetta si sono attribuiti un compenso mensile ridotto a 80 Euro. E i nostri?Un’altra fonte di reddito è costituita dalla celebrazione di matrimoni con rito civile, garantita sette giornisu sette ed anche in orari serali. Questa attività, lo scorso anno, ha portato nelle casse del Comune circa30.000 Euro.Gli Amministratori, poi, sono poi impegnati costantemente nella ricerca di sponsorizzazioni a vario titolo.3. Dibattito moderato dal Professor Maurizio Delibori.Durante il dibattito Domenico Finiguerra ha ribadito l’importanza dell’impegno in prima persona deicittadini a livello politico.

Think Different

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A completamento di tale suggerimento ci sentiamo di poter affermare che qualsiasi compagineamministrativa, sia essa espressione di una lista civica o di un partito, dopo aver conquistato la fiducia deicittadini, deve essere altresì in grado di mantenerla con la debita serietà ed assunzione di responsabilitàimprescindibilmente legata alla carica ricoperta. Questo vale, è ovvio, anche per le forzedell’opposizione.Una informazione interessante emersa è quella riguardante il costo, per i cittadini di Cassinetta diLugagnano, dello smaltimento rifiuti. Anche in quel comune è attiva la raccolta porta a porta e, propriograzie a questa modalità, il costo è legato, giustamente, alla quantità (peso) di rifiuti prodotti.Dopotutto, si pagano l’energia elettrica, l’acqua, il carburante per la climatizzazione dell’abitazione, ecc.secondo il quanto consumato non a forfait.Magari il nostro Vice­Sindaco potrebbe mettere in piedi un progetto finalizzato alla realizzazione di unatale procedura anche da noi e, sicuramente, i suoi omologhi di Cassinetta non si rifiuteranno di spiegarglicome funziona.In linea generale è emersa, da parte dei presenti, una ferma condanna nei confronti di chi, proprio per lasua funzione di amministratore della cosa pubblica, non si erge a garante della tutela del territorio e delpaesaggio, beni comuni. Tale ferma condanna è però e purtroppo accompagnata da senso di impotenza edi sconforto in quanto ai cittadini manca un organismo di riferimento super partes al quale rivolgersi peresporre il loro dissenso o, addirittura, denunciare evidenti scempi, senza per questo dover affrontare costie farraginose burocrazie.4. La serata si è conclusa con la presentazione del calendario 2012 di Cavaion Veronese intitolato GRUSENZA ALI III – hic manebimus optime.Questo è il quarto della serie iniziata nel 2009 da Adriana Bozzetto, con l’obiettivo di offrire aicavaionesi, anche ai più distratti, immagini che, purtroppo, testimoniano l’insensata “gestione” delterritorio nonché paesaggio nella quale si nota anche l’assoluta mancanza di progettualità finalizzata, fral’altro, ad armonizzare l’esistente con il nuovo.Le fotografie sono della stessa Bozzetto. Per il calendario 2012 si è avvalsa, per dicembre, di unaimmagine aerea scattata da un giovane cavaionese, Matteo Vilotto, che ringrazia di cuore, che benrappresenta lo scempio perpetrato e che si continua a perpetrare sul Ceriel.Gli organizzatori della serata avrebbero auspicato la presenza del Sindaco di Cavaion Veronese, almenoper un saluto di benvenuto al suo omologo di Cassinetta di Lugagnano, come suggerirebbero le leggi, sepur non scritte, dell’ospitalità.Fra i presenti, i rappresentanti di solo una delle due minoranze, Progetto Paese, amministratori e cittadinidi altri comuni, rappresentanti di associazioni e, cosa alquanto rara, anche giovani cavaionesi,La loro presenza può far ben sperare nella possibilità di necessari e doverosi cambiamenti in un futuro sispera non troppo lontano e compensa l’assenza di tutti quelli che preferiscono non vedere, non esporsi,perché, non si sa mai…

Think Different

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Questa rubrica è aperta al pubblico e tuttipotranno mandare indicazioni, soluzioni, oanche fare delle domande cui nessuno hamai saputo rispondere. Nel prossimonumero forniremo agli interessati unarisposta.Scrivete quindi le vostre richieste a:

"LA POSTA DELLA GINA PIENA"([email protected])

La Gina Piena risponde:Carissima GinaIn questi giorni ricorre il 17°anniversariodella prima gita organizzata dall'alloraSindaco Sabaini in quel di CavaillonFrancese. Mi risulta che in quellacircostanza il vostro giornale aveva inviatoun vostro giornalista, un certo “LUDRO”, ilquale con dovizia di particolari avevadescritto sapientemente quella miticaavventura. Purtroppo in quel numero ebbeanche la malaugurata idea di dare risalto,in chiave totalmente “ironica”a dellechiacchere da bar, che gli crearono nonpoche disavventure sia a lui che al direttoredel giornale. Questo fatto fece passaretotalmente inosservato il reportage in terradi Francia sia per i componenti dellaspedizione e sia per i cittadini di CavaionVeronese. Io che ho avuto la fortuna diessere uno dei componenti dellaspedizione chiedo di ripubblicare con ilgiusto risalto un pezzo giornalistico di rara“Bellezza”. Mi hanno detto che il vostroinviato dopo quella disavventura, fumandato per punizione prima in Kosovo epoi in Afganistan come corrispondentedi guerra per Telepace, è vero o sono lesolite “ciacole “ che si sentono al bar!!???

firmato: Un Geometra in pensione.

LA POSTAdella

GINA PIENANel 2012 la chiesa parrocchiale di Cavaion celebrerà iduecento anni della sua costruzione con una serie dimanifestazioni e celebrazioni che vedranno anche lavoridi restauro del sacro edificio. Ma quando è sorta lachiesa? Una prima chiesetta romanica di formerettangolari sorse al posto dell’attuale parrocchialeancora nel XIII sec., dedicata a San Giovanni Battista edofficiata la domenica ed in occasione di festivitàparticolari, da un sacerdote che saliva dalla Pieve diSanta Maria di Cisano. Dal 1460, dopo un primoampliamento, vicino alla chiesa risiedeva anche unsacerdote che ne era il rettore. Divenuta parrocchiale nel1585, nella prima metà del XVII sec. la chiesa venneampliata raggiungendo le dimensioni dell’attuale

presbiterio. Anche ilcampanile venneulteriormente innalzato nel1749. Ma l'ampliamento piùconsistente ed una radicalericostruzione, la chiesa li subìtra il 1812 ed il 1830 quando

raggiunse infine le attuali proporzioni.In tale ricostruzione che durò diversi anni, furonoutilizzati numerosi marmi e pietre provenienti dallachiesa di San Michele, mentre vennero abbattuti mura eparti della chiesa precedente, allungandone la navatatanto che la facciata risultò troppo addossata alla stradaper Incaffi, cosicché si costruì una seconda più ampiafacciata a meridione, imponente e monumentale.Le due facciate della chiesa furono usate dai detrattoridei paesi vicini che attribuivano ai cavaionesi di avere“due facce” come la loro chiesa.Di fianco (ad est) si aggiunse in seguito il grandeOratorio con sale per associazioni e per opereparrocchiali.La facciata ad ovest è a capanna, mossa da quattrolesene, con semplice portale rettangolare, finestracentrale e piccolo occhio romanico.La facciata a sud è in stile neoclassico, ornata da quattrocolonne, e recante la scritta: DOM IN HONOREM S.JOANNIS BAPITSTAE. Sopra vi è un grande orologio,coronato da un timpano che regge una croce fra quattrovasi.L'interno, ad un’unica navata, potrebbe essere definito distile neoclassico con influssi palladiani. Colpisce per lesue armoniche linee architettoniche, sottolineate da varipilastri e da colonne con capitelli, archi e volte decorati.Ma di questo avremo modo di parlare in modo dettagliatonei prossimi mesi, prima della festività ufficiale previstaper il 24 giugno, San Giovanni Battista.

Maurizio Delibori

I 200 anni della chiesaparrocchiale di Cavaion

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PER UN PROGETTO DI TURISMO CULTURALE…Cavaion si scopre quindi un paese ricco di testimonianze archeologiche che spaziano dall’epocapreistorica a quella romana e poi medioevale; viene naturale pensare a un progetto complessivo chepossa valorizzare tutto questo patrimonio per un turismo culturale che possa dare impulso esviluppo anche all’economia dell’entroterra gardesano.

Riprendiamo questa conclusione del box incluso nell’articolo del numero di luglio della VdP:LA LUNGA, MILLENARIA STORIA DEL LAGHETTO DI CA’NOVAper tentare di mettere in pratica “sul campo” questo progetto. Proponiamo quindi, per cominciare, unitinerario “turistico­archeologico” per mostrare un esempio di come si potrebbe concretamente operare.Tale itinerario deriva dalla pluriennale esperienza della sottoscritta come animatrice turistico­culturalecon gruppi di persone di varia estrazione nel territorio dell’entroterra gardesano, una zona forse menoconosciuta di quella costiera ma altrettanto bella e interessante sotto molteplici punti di vista.Si tratta di un percorso proposto più volte e ogni volta con parecchie varianti e spunti diversi, ma èsostanzialmente un modo di visitare la zona pianeggiante di Cavaion verificandone storicamente gliinsediamenti, dall’epoca preistorica a quella romana e via di seguito...La partenza è da piazza Fracastoro (Municipio), dove nel seminterrato del palazzo municipale è ospitatoil Museo Archeologico, ricco di testimonianze e di materiali provenienti dagli scavi al laghetto di Ca’Nova, dalla Necropoli di Bossema e da altre località vicine a Cavaion.Ci incamminiamo su Via Berengario per arrivare alla rotonda in direzione di Calmasino e Bardolino e perdare un’occhiata al più recente dei ritrovamenti in territorio di Cavaion: la villa rustica di Fontane(epoca tardo­romana), venuta alla luce durante gli scavi per la realizzazione del complesso turistico­ricettivo, ora residenziale, Borgo del Sole.E’ una struttura databile dal 1° al 4° secolo dopo Cristo, molto estesa, orientata a sud e con un grossomuro di sostegno a nord. La parte a ovest è quella che non è stato possibile indagare, in quanto vi insistela rotonda che ha inglobato le antiche fontane (da cui il nome della località). Gli ambienti, individuabilida muretti di sassi alti 80­90 cm. , occupano un’area di circa 700 mq. e sono divisi da vari cortili.Proseguiamo a sinistra, verso il laghetto, percorrendo per un certo tratto l’antica via del “Palustrel” (comeera chiamata nell’Ottocento) e prendiamo via S.Faustino, passando presso il laghetto di Ca’ Nova. Quivale la pena soffermarsi, non solo per ricordare che il luogo è stata la “culla”dei primi cavaionesi(l’insediamento è stato datato dal 2000 circa al 1500 a.C.), ma anche per sottolinearne la valenzanaturalistica, augurandosi magari che possa partire quel vecchio progetto di valorizzazione chel’Amministrazione Comunale aveva lanciato nel 2005.

Raggiungiamo quindi un edificio che adesso ciappare come un rustico abbandonato, ma che inrealtà è stata una delle chiesette romaniche piùimportanti della zona, S.Faustino. Citata addiritturain documenti del 1197, essa fu restaurata una primavolta verso la fine del Seicento, e poi sistemataancora dopo il rovinoso passaggio delle truppefrancesi ai primi del Settecento.Nei pressi è stato individuato un pozzo romano, equesto fa pensare che, come in altri casi analoghinei dintorni (S.Vito di Cortelline, S.Croce), si possatrattare di un antico insediamento romano poirioccupato dal culto cristiano.

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Proseguendo per la stradina arriviamo a corte Tacchetto, un suggestivo complesso rurale che ha avuto lasfortuna di vedersi sfiorare dal tracciato della superstrada… ma che conserva nonostante ciò un suofascino discreto e rustico.Poi, sempre costeggiando la superstrada, passiamo da località Palazzina, dove incontriamo uno dei corsid’acqua della piana cavaionese, la Bisaola, le cui tracce sono identificabili in una antica mappacinquecentesca studiata e presentata al convegno sulla Viabilità Antica tenutosi a Cavaion nel 2008. Intale mappa possiamo riconoscere il corso della Bisaola e anche la situazione idrografica che esisteva untempo presso l’attuale laghetto di Ca’ Nove, denominata allora “Palù del Neno” .Vicino a Preella Poggi teniamo la sinistra e, percorrendo il sottopassaggio della superstrada, arriviamo aCastagnar: località che probabilmente fu uno dei numerosi insediamenti romani della piana; ciò ètestimoniato dal ritrovamento di una bellissima stele che raffigura la scena bucolica di un carro condottoda un personaggio e seguito da un altro, scena interpretata come il passaggio dalla vita terrena all’aldilà .Questa stele funeraria, donata dai proprietari del fondo, è ospitata nel Museo Archeologico.Raggiungiamo quindi la strada Bardolina, antica e importantissima arteria di comunicazione dal lago conla via cosiddetta “del Sale” che proveniva dalla Dogana di Pol sull’Adige.Da qui possiamo intravedere da lontano corte La Pra', dove nel 2000 furono ritrovate all’interno di unpozzo (sempre di epoca tardo­romana) delle olle, piccoli recipenti di ceramica per liquidi, di cui unamiracolosamente intatta.Tenendo la destra arriviamo al capitello di Levai, in mezzo allacampagna, e proseguiamo fin quasi a Gambamola, dove tagliamoper i campi (fortunatamente in questa zona non ci sono recinzioni)per raggiungere il campo vicino a contrada Bossema dove nel1993, a seguito di lavori agricoli, venne rintracciata unaimportante necropoli composta da 8 tombe, di cui alcune adinumazione e altre a incinerazione. Questo è uno dei casi in cui sipuò constatare come l’indagine archeologica non abbiacondizionato più di tanto il proprietario del fondo, che dopo leopportune indagini di scavo e il prelevamento dei materiali, dopoqualche mese ebbe la possibilità di riprendere la coltivazione.Siamo sulla via del ritorno, e, salutando la Bisaola che si inoltraverso Calmasino passiamo da località Torcolo, fino ad arrivare aSorsei, dove attraversando la provinciale si arriva poi a Taborro esuccessivamente alla rotonda da dove eravamo partiti.Questo è solo un esempio, e naturalmente neanche completo, diun possibile itinerario turistico sulle tracce degli insediamenti diepoca romana.Quanti altri itinerari si potrebbero creare ancora a Cavaion… pensiamo all’epoca medioevale (la Bastia diS.Michele, gli introi), all’epoca veneta (le ville, le corti), agli ambienti a valenza naturalistica (Val Sorda,Val del Tasso), agli edifici di culto e tanti altri spunti interessanti…Varrebbe la pena pubblicare un opuscolo di questi itinerari ad uso turistco, e magari attrezzare talipercorsi con la posa di cartelli o bacheche come è stato fatto recentemente per il sentiero di S.Michele,coinvolgendo in prima persona i ragazzi delle scuole, che sono i veri destinatari e fruitori di domani delnostro territorio.

Daniela Zanetti

Per un Progetto di Turismo Culturale

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Ce l’abbiamo fatta!Finalmente potrete vedervi e rivedervi tutti i film di Tè Donna:sono disponibili al prestito presso la Biblioteca G. Polanschi di Cavaion.

Approfittiamo per presentare “Tè donna” a chi non la conosce.Tutto è partito nel 2006, da un gruppetto di donne che avevano voglia di impegnarsi e da una domanda:“…perché non organizziamo un cineforum, o magari qualcosa di più amichevole, confidenziale?!…”Questa iniziativa è nata dal desiderio di rispondere a questa domanda ed è frutto di preziosi momenti diriflessione, scambio di idee e voglia di costruire delle occasioni di incontro.Per realizzare questa iniziativa ci siamo incontrate spesso in momenti impegnativi ma anche piacevoli,sempre accompagnati da una tazza di tè, rituale di accoglienza, di attenzione all’ospite, che facilita il

parlarsi, a volte il raccontarsi, confrontarsi, il concedersi del tempo, per sé e pergli altri.È risultato naturale associare il tè ad una modalità femminile di stare insieme ecosì abbiamo scelto di chiamare questa iniziativa “Tè Donna”.Le serate sono sempre caratterizzate dalla proiezione di filmcinematograficamente qualitativi che raccontano storie di donne; a seguire unmomento di conversazione sulle tematiche affrontate dal film con l’immancabiletazza di tè caldo tra le mani.

L’ultima serata prevede la partecipazione di donne che per la loro esperienza e competenza ci possonodare un contributo di conoscenza sul tema proposto nei film, con modalità comunicative diverse quali lapoesia, il teatro, la musica.Per la settima l’edizione Tè Donna 2012, l’appuntamento è fissato per giovedì 23 febbraio e nei consuetigiovedì successivi fino alla serata finale del 22 marzo.Il programma delle serate uscirà nel prossimo numero della Voce del Paese.Ringraziamo la Biblioteca di Cavaion per aver sempre sostenuto l’iniziativa e per ospitare nella sua sedequesto primo nucleo di cineteca selezionata da “Tè Donna”.Daniela Bicego, Michela Bortolozzo, Maria Cailotto, Roberta Seppi e Sabrina Tramonte

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BISCOTTINI DI NATALEOstie alle MandorleIngredienti:2 albumi – 100 gr. zucchero100 gr. mandorle tritate fini1. Battete a neve gli albumi eaggiungete pian piano lo zuccheroe le mandorle amalgamando bene.2. Sulla placca del forno o in unateglia antiaderente distribuite deimucchietti di composto delladimensione di un cucchiaino: fateattenzione a distanziarli perchènella cottura si allargano molto,appunto come delle ostie.3. Passate in forno non caldissimoper 15­20 minuti (non devonocolorire troppo).Tette della ReginaIngredienti:60 gr. nocciole e mandorle tritate100 gr. burro – 100 gr. zucchero200 gr. farina1. Impastate tutti gli ingredientiaggiungendo un goccio di latte senecessario.2. Formate dei pasticcini tondi einfilate al centro una nocciola intera.3. In forno caldo per 20­25 minuti.

segue

LE RICETTE

di BETTA

A Cavaion, concertazione sul PAT cercasi. Fino ad ora il processodi concertazione si è sviluppato in una serata nella quale si sonoillustrate le linee giuda ispiratrici del PAT. Peccato che si trattassesolo di concetti generali, uguali fra l’altro per tutti i comuni, senzaentrate nella specificità dei programmi della maggioranza.Dalle azioni però molto traspare e si capisce che si punta ancoraall’espansione residenziale come fattore primario del nuovoassetto territoriale cavaionese. La cosa merita però qualcheriflessione. I problemi dell’Italia oggi sembrano tutti legati allamancanza di crescita, eppure da più parti il messaggio che giungeè chiaro “la crescita infinita è un’illusione che non possiamo piùpermetterci in un pianeta finito”. Più produzione significaconsumo di risorse non rinnovabili, più popolazione significacondannare alla povertà e a morire di fame milioni di persone, piùedilizia significa consumo di territorio. Ma se nel nostro modelloeconomico la crescita è cosi indispensabile come si fa? Sono inmolti a sostenere che, in assenza di un nuovo modello, la crescitadeve cambiare volto, non più “crescita = quantità” ma “crescita =qualità”. Ne discende una produzione che utilizzi meno risorsenon rinnovabili, una popolazione più sana che possa essere attivaanche in età avanzata così da sopperire “all’invecchiamento”, unaconcezione dell’urbanistica in direzione della “qualità della vita”.Allora se vogliamo trasferire questi concetti nellaprogrammazione urbanistica di Cavaion fondamentale diviene ilpassaggio dalla programmazione quantitativa a quella qualitativa.Ciò significa ridurre il consumo del suolo agricolo a finiedificatori, progettare edifici con spazzi adeguati, prevedere areeverdi a sufficienza e piantare alberi accanto gli edifici, attuarepolitiche di viabilità che indirizzino il traffico di scorrimento fuoridal centro urbano nel quale deve essere favorita una mobilitàdiversa da quella veicolare, ridurre la concentrazione di edificiche ostacolano la ventilazione urbana e ne favoriscono ilriscaldamento, adeguare le strutture ed i servizi comunali alleesigenze della popolazione ecc. ecc. Risulta evidente che nellanostra situazione ove, per fortuna, su imposizione regionale vi èuna modesta possibilità di utilizzo di suolo agricolo ma moltovolume a disposizione, questo verrà concentrato nelle zone giàurbanizzate con il risultato di avere meno aree verdi, più trafficoveicolare, più concentrazione di fabbricati. Ed inoltre avremmostrutture e servizi comunali sempre più inadeguati alle esigenze diuna popolazione in continua crescita.Lo sviluppo deve essere sostenibile “sostenibilità economica,sociale, ambientale ed istituzionale”.Argomenti che cercheremo di affrontare in successivi interventi,ma di una cosa dobbiamo essere consapevoli:

• se aspettiamo che la maggioranza se ne renda conto,sarà troppo poco e troppo tardi

• se agiamo individualmente, sarà troppo poco• ma se agiamo come comunità, potrebbe essere quanto

basta e giusto in tempoCorrado Mancini

Consigliere Comunale Progetto Paese Cavaion

PATTI CHIARI

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Chiocciole alla RicottaIngredienti:150 gr. ricotta – buccia grattugiata dilimone 40 gr. burro sciolto – 120 gr.zuccherouna bustina di levito per dolci – latte300 gr. farinaPer il ripieno:100 gr. confettura e 50 gr. nocciole tritate1. Mescolate la ricotta, il burro, lo zucchero,la buccia di limone, quindi unite la farina e illievito setacciati insieme, allungando conun po’ di latte se necessario. Dovreteottenere una pasta morbida che metteretein frigo per un po’ prima di utilizzare.2. Stendete la pasta come una sfoglia (conqueste dosi si possono fare due rettangolidi circa cm 20x30) spennellatela con laconfettura riscaldata e cospargete con lenocciole.

3. Arrotolate la pasta e rimettete in frigoun’altra ora.4. Tagliate i rotoli a fettine di circa 1 cm edisponete le chiocciole sulla teglia da fornotenendole ben distanziate perchéaumentano molto.5. In forno caldo per 25­30 minuti.

di Betta Castani

Hai qualche ricettaper "sfidare" lanostra Betta?Spediscila alla VdP!

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Una festa dalle origini molto antiche, ma che riunisce annualmente gli abitanti dell’oasi d’Incaffi. Stoparlando della tradizionale festa di Sant’Andrea (30 Novembre), molto sentita dalla popolazione.Anche quest’anno si è svolta presso la rimessa di FrancoMascanzoni, ed ha riscosso maggiore partecipazione (oltre 150persone) rispetto agli anni precedenti. La serata è iniziata alle 18.30con la messa presieduta dal parroco don Maurizio ed in seguito ilcomitato d’Incaffi ha distribuito agli ospiti bruschette, minestrone,salumi, fogassa e castagne. Tutto offerto dal comitato. La musicapopolare di Armando ha accompagnato la festa fino a tarda sera.Gli abitanti di Incaffi sono stati invitati Martedì 6 Dicembre a casa di Giulio Giacomelli assieme allagiunta comunale. Un’ottima serata deliziata da un piatto caldo di minestrone e buona compagnia!

Matteo Anteghini

LA VOCE DI INCAFFI

Page 20: La Voce del Pese mese di dicembre 2011

Angolo della Poesia

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Quattro candele rosse illuminavano la corona dell'Avvento posta sulmobile del soggiorno. I bambini della stanza da letto accanto si eranoaddormentati, sapendo che le quattro luci erano accese. Il silenzionella camera del soggiorno era tale che, ad un certo momento dellanotte, le candele si misero tra loro a parlare.La prima candela s'illuminò con forza e così parlò:"Mi chiamo PACE. La mia luce brilla, ma il mondo di me si èdimenticato. Nessuno più mi presta attenzione."La luce lentamente si attenuò, fino a spegnersi completamente.La seconda candela prese allora ad illuminarsi con vigore e s'udì unavoce distinta:"Mi chiamo CREDO, però sono dimenticata e superata.Del Signore Iddio la gente non vuole più saperne.Pertanto non ha più senso che io continui a restare accesa."Un bagliore illuminò la stanza e la luce della seconda candela sispense di botto.Lentamente e con un filo di voce la terza candela iniziò allora a farsisentire:"Mi chiamo AMORE, ma mi mancano tutte le forze per restareaccesa. Gli uomini mi hanno messo da parte. Guardano solo se stessie dimenticano tutti i loro simili che più non riescono ad amare".Con un forte bagliore anche questa candela si spense,lasciando in aria un leggero pennacchio di fumo.Improvvisamente nella stanza entrò uno dei bambini chedormivano nella camera da letto posta accanto.Si era svegliato di soprassalto per un brutto sogno.Egli vide che tre delle candele si erano spente, si sorprese e disse:"…ma, ma non dovevano spegnersi.

Io volevo vedere la loro luce ! "E si rattristò talmente che quasi iniziò a piangere.Lo senti la quarta candela che, con coraggio si fece forzae rivolse la parola al bambino:"Non aver paura se mi senti parlare, ma vorrei dirti che fintanto mivedi brillare, puoi usarmi per riaccendere le altre tre che si sonospente."Mi chiamo SPERANZA.