La Voce del Leone

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…facciam festa tuttavia Chi vuol esser lieto,sia... La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi Anno X n° 1 Settembre 2015

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…facciam festa tuttavia Chi vuol esser lieto,sia...

La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi

Anno X n° 1 Settembre 2015

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IN QUESTO NUMERO:

3 -5 La storia millenaria del vino

2 Editoriale

6 La partita a scacchi di Marostica

7-8 Storia degli scacchi9 Comenius

11-12 La stagione teatrale2015-2016 del Politeama

13-14 Notizie dall'Istituto

La Voce del Leone

contatti:Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone

Anno X n°1 Settembre 2015 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

Le nostre Rubriche:

15-16 Appunti di viaggio a cura di Liodia Li Perni 17-19 OCCHIO alla FOTOOCCHIO alla FOTO a cura di Ramin Afzali

20-21 La rubrica degli sport a cura di Virginia Lorenzini 25 I Consigli di Andrea a cura di Andrea Verdiani 26 LE VIGNETTE a cura di Tommy Laurino 27 Cruciverba crittografato a cura di PIDI

L' intervista del Leone

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ED IT ORI ALEBuon compleanno,Leone!!Eh sì,questo è il decimo anno de La Voce del Leone e devo dire i 10 anni d'età il giornalino se li porta proprio bene !!!Non voglio annoiarvi con la lunga storia del Progetto “Giornalino scolastico” ,così si chiama nel P.T.O.F.,tuttavia sono orgogliosa di quella che io chiamo “l'avventura del Leone”.Dieci anni fa,era il lontano anno scolastico 2006/2007, nessuno,compresa chi scrive,immaginava di poter spegnere le dieci candeline di questa torta,al momento virtuale, che ho davanti a me.Sono stati anni intensi, che hanno visto profondi cambiamenti all'interno del nostro periodico. Siamo cresciuti,abbiamo migliorato non solo la grafica ma anche i contenuti e i ragazzi, che in questo decennio si sono “succeduti” all'interno della nostra Redazione, sono stati i protagonisti di questa,passatemi l'espressione,”mutazione genetica” de La Voce del Leone. Quella di oggi è,scusate l'entusiasmo, una vera e propria rivista che con cadenza mensile copre per intero il “tempo scuola”,vale a dire da Settembre a Giugno,ogni anno!!Abbiamo collaborato con realtà diverse esistenti sul territorio ed ancora oggi lo facciamo.Non posso non ricordare la Rivista culturale “Il Chiasso Largo” di Siena, diretta dal dottor Fausto Tanzanella, con la quale abbiamo avuto l'onore di condividere gli anni che vanno dal 2009 al 2011 e che ha pubblicato poesie e racconti dei nostri giornalisti;ma il Leone ha fatto da megafono anche al Premio nazionale “Liberi di scrivere”,curato dalla collega professoressa Claudia Corti,pubblicandone le opere migliori.Attualmente il nostro giornale collabora con La Fondazione Elsa, che cura la stagione teatrale e concertistica del Teatro Politeama di Poggibonsi in collaborazione con il Teatro del Popolo di Colle Val d'Elsa e il Teatro “G. Boccaccio” di Certaldo;i nostri giornalisti andranno a vedere gli spettacoli in cartellone e ne faranno una recensione che poi verrà pubblicata sul giornalino.Parimenti interessante è la partnership con l'Associazione Premio Articolo 11,presieduta dal dottor Stefano Paolillo,psicologo dell'Informazione,al quale abbiamo fatto l'intervista che potrete leggere all'interno di questo primo numero.Il decennale,come potete immaginare,sarà festeggiato a dovere e quindi mi riservo,più avanti,di darvi ulteriori notizie sui tempi e i sui modi;adesso però parliamo del numero di Settembre che tra poco sfoglierete.È tempo di vendemmia e il Leone,ovviamente,non ha mancato l'occasione di parlarvene;ma dato che guarda anche al futuro,vi propone un articolo sulla Partita a scacchi di Marostica, che si gioca ogni due anni, e quindi potrete organizzarvi per assistere alla prossima, nel Settembre 2016. Ovviamente per farvi andare più “attrezzati” all'evento,qualora decideste di fare una gita a Marostica, vi proponiamo anche una breve storia degli scacchi. Per finire troverete le consuete rubriche e la vignetta di Tommy.Insomma,il Leone c'è tutto,come sempre. Vi auguro una buona lettura!

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La storia millenaria del vinoLe origini del vino sono talmente antiche da affondare nella leggenda. Alcune di esse fanno risalire l'origine della vite ad Adamo ed Eva,indicando nel frutto proibito del Paradiso terrestre la succulenta uva e non la più famosa mela. Altre raccontano di Noè che avendo inventato il vino pensò bene di salvare la vite dal diluvio universale riservandole un posto sicuro sulla sua Arca.

Venendo a tempi più recenti, sono in molti ad affermare che la vite sia originaria dell'India, e che da qui, nel terzo millennio a. C., si sia diffusa prima in Asia e in seguito nel bacino del Mediterraneo. È un dato storico quello che in Occidente la coltura della vite e la pratica della vinificazione fossero già note in Mesopotamia dalla quale è partita la rivoluzione agricola con l'abbandono del nomadismo e la conseguente nascita dell'agricoltura stanziale. È la "mezzaluna fertile", l' area geografica compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, la “madre” dei cereali e il laboratorio nel quale si è giunti alla scoperta dei processi fermentativi da cui discendono: il pane, il formaggio e le bevande euforizzanti così come noi le conosciamo oggi.

Alcuni geroglifici egiziani ,risalenti al 2500 a. C. ,descrivono già vari tipi di vino. Nell'antico Egitto la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon

(1339 a. C.) erano incluse delle anfore contenenti la rossa bevanda sulle quali erano impressi la zona di provenienza, l'annata e il produttore (delle DOCG!). Dall'Egitto la pratica della vinificazione si è diffusa presso gli Ebrei, gli Arabi, i Greci ed infine i Romani. Il successo dell'inebriante bevanda fu consacrata poi dal dio della convivialità,Dioniso che a Roma prese il nome di Bacco. Nel cuore del Mediterraneo, la vite ha iniziato dalla Sicilia il suo viaggio verso l'Europa, diffondendosi ,prima, presso

i Sabini e ,poi, presso gli Etruschi, i quali diventarono abili coltivatori e vinificatori ed estesero la coltivazione dell'uva sui territori da loro abitati, dalla Campania sino alla pianura Padana. Dal canto suo il vino ha contribuito alla nascita dell'impero romano. Infatti gli antichi romani erano a conoscenza delle proprietà battericide di quella bevanda e la distribuivano agli uomini delle loro legioni durante le numerose campagne militari. Plutarco racconta che Cesare distribuì vino ai suoi soldati per debellare una malattia che stava decimando l'esercito. Fu così che la vinificazione assunse notevole importanza,ma fu solo dopo la conquista della Grecia che i romani si fecero promotori della diffusione della viticoltura in tutte le province dell'impero.

Nel tempo due grandi religioni hanno ,per motivi diversi,rallentato la diffusione della coltura della vite:il Cristianesimo e l'Islam;vediamo perché.

Tutti sanno che il declino dell'Impero Romano, al quale ha contribuito certamente la diffusione del Cristianesimo, segna l'inizio di un periodo buio per il vino, accusato di portare ebbrezza e piacere effimero;la diffusione nel Mediterraneo della religione di Maometto tra l'800 e il 1400 d. C. e la messa al bando della viticoltura in tutti i territori occupati ha concluso l'opera. Per nostra fortuna ,in quello stesso periodo, i monaci cristiani e le comunità ebraiche continuarono, quasi clandestinamente, la viticoltura e la pratica della vinificazione per produrre i vini da usare nei riti religiosi e così salvarono una coltivazione millenaria.

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Bisogna,però,attendere il Rinascimento per ritrovare una Letteratura che restituisca al vino il suo ruolo di protagonista nella cultura occidentale decantandone le qualità. Nel XVII secolo si affinò l'arte dei bottai, divennero meno costose le bottiglie e si diffusero i tappi di sughero che contribuirono alla conservazione e al trasporto del prodotto favorendone il commercio; ma fu il XIX secolo a vederne il consolidamento nella civiltà occidentale,infatti alla tradizione contadina iniziò ad affiancarsi il contributo di illustri studiosi che si adoperano per la realizzazione di vini di migliore qualità e bontà. Il vino divenne anche oggetto di ricerca scientifica. Nel 1866 Louis Pasteur nel saggio intitolato Etudes sur le vin affermava che "il vino è la più salutare ed igienica di tutte le bevande".

Mai affermazione fu più veritiera di questa!

Infatti studi medici recenti hanno dimostrato che fra i turisti che si recano in Paesi in cui sono frequenti le infezioni alimentari chi beve vino è meno soggetto ad attacchi di dissenteria rispetto a chi consuma acqua ,anche se imbottigliata. E questo accade perché ,a prescindere dalle cause della contaminazione, molti batteri ,che in acqua sopravvivono e a volte prolificano, nel vino muoiono per l'acidità dovuta alla presenza di alcol e di tannini. Per di più queste stesse sostanze rendono il vino una bevanda salutare per l'uomo, a condizione però,che esso venga assunto in quantità moderate,non più di un bicchiere a pasto. La ricerca ha dimostrato che un moderato consumo di vino ha effetti positivi sul sistema cardiovascolare riducendo i rischi di malattie cardiache. La ragione di questo non è ancora del tutto chiara, ma secondo alcuni è dovuta alla presenza di piccole quantità di sostanze con proprietà ipocolesterinizzanti contenute nei tannini contenuti nei vini rossi.Sono passati circa 150 anni dai primi studi di Pasteur e il tempo non li ha ancora smentiti! Fino ad oggi non è mai stato isolato un agente patogeno per l'uomo che si origini dal vino.

La vite (dal latino “vite”, derivato dall’indoeuropeo viere = curvare, intrecciare) è un arbusto rampicante, diffuso in vaste aree del nostro pianeta comprese tra il 20° e 50° grado di latitudine

Nord e il 20° e 40° di latitudine Sud. E’ una pianta molto resistente, in grado di resistere fino a 15°C sotto zero in inverno, ma che predilige temperature comprese fra 8°C e 13°C per il germogliamento, fra 16°C e 20°C per la fioritura e fra 18°C e 23°C per la maturazione.

La varietà europea della vite che è stata coltivata con grande soddisfazione in tutta l'Europa sino alla metà del 1800 è stata la vitis vinifera;purtroppo però in quegli stessi anni "sbarcò" dall'America del nord sul Vecchio Continente un insetto della famiglia degli Afidi: la Philloxera Vastratix. I primi ad accorgersi ,intorno al 1860, delle devastazioni che l'insetto era in grado di provocare alla vite europea furono i francesi. In Italia la Fillossera giunse 20 anni dopo propagandosi rapidamente.

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Gli sforzi profusi nella lotta contro questo insetto, che attacca le radici della vite europea e le fa marcire, furono vani per lunghi anni e, ad un certo punto, si pensò che esso avrebbe finito con il portarla all'estinzione,ma la soluzione del problema fu trovata con uno stratagemma ,che è probabilmente anche il primo esempio di lotta biologica nella storia dell'umanità, innestare sulle radici della vite americana, resistenti all'insetto, la vite europea che possiede una costituzione delle foglie non gradita alla Fillossera. È in questo modo che le varietà europee di grande qualità organolettica sono riuscite a resistere e a giungere sino a noi. L'arrivo in Europa di viti americane, da utilizzare come porta innesti, ha naturalmente portato anche all'impianto di ibridi in grado di produrre direttamente uva. Si tratta del Clinton e di Isabella (uva fragola). La legislazione italiana,dato che si tratta di uve poco interessanti dal punto di vista agronomico, ne ha vietato l'impianto già nel 1931. Tuttavia si trova ancora chi le coltiva e ne vinifica le uve, a dispetto dei divieti dato che se ne ricava dei piacevoli vinelli di pronta beva che hanno un loro mercato.

Per concludere,anche se l'argomento vino mi porterebbe molto lontano,tante sono le notizie su di esso da potervi dare,voglio aggiungere due parole sui vitigni da cui si producono tutti i vini esistenti.

Il vitigno è la varietà della vite dalla quale è possibile trarre vini anche diversi per sapore e consistenza,dato che essi dipendono dal tipo di terreno in cui la pianta viene coltivata ,dal clima,dalle tecniche di vinificazione e dal grado di maturazione dell'uva. Per tale ragione per tutti i vini di qualità esistono dei regolamenti, detti "disciplinari", che indicano per ciascuna zona enologica (detta Denominazione d'Origine) il tipo di vitigno la cui coltivazione è ammessa e le modalità di coltivazione e di lavorazione specifiche. I vini che sottostanno a queste regole vengono designati con le sigle DOC (Denominazione d'Origine Controllata) e DOCG (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita). Per poter garantire il vignaiolo, prima, e il consumatore, dopo, sull'appartenenza di una data pianta ad un vitigno piuttosto che ad un altro, per tanto tempo i botanici si sono cimentati in vari sistemi di descrizione e catalogazione dei vitigni dando origine alla Ampelografia (dal greco ampelos = vite, e graphia = descrizione, studio) ossia alla disciplina che studia la vite nelle sue specie e varietà coltivate.

I vitigni italiani più importanti sono questi:

- Cabernet;Merlot;Pinot nero;Re fosco dal P.R. ( dai quali si ottengono vini rossi).

- Chardonnay;Malvasia;Picolit;Pinot Bianco;Pinot grigio;Ribolla;Riesling;Tocai;Verduzzo (dai quali si ottengono vini bianchi).

A questo punto non mi resta che augurarvi una buona bevuta.

Cristina Klyusyk

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La Partita a scacchi di MarosticaOggi voglio parlarvi di Marostica, una splendida cittadina medievale della provincia di Vicenza, nella quale con cadenza biennale si svolge ,dal 1923, una partita a scacchi con personaggi viventi nel secondo fine settimana di settembre. Questa manifestazione ha una storia che voglio raccontarvi perché secondo me è molto interessante. Cominciamo.

La vicenda della Partita risale al 1454 quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia.

“Avvenne che due nobili guerrieri, Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono contemporaneamente della bella Lionora, figlia di Taddeo Parisio Castellano di Marostica e, come era costume di quei tempi, si sfidarono in un cruento duello. Ma il Castellano, che non voleva inimicarsi alcuno dei due calorosissimi giovani e perderli in duello, proibì lo scontro rifacendosi anche ad un editto di Cangrande della Scala, e decise perciò, che Lionora sarebbe andata sposa a quello che avesse vinto una partita al nobile gioco degli scacchi: lo sconfitto sarebbe diventato lo stesso suo parente sposando Oldrada, sua sorella minore. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da Basso, a pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle nobili insegne dei bianchi e neri in presenza del Castellano, della sua nobile figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili e del popolo tutto. Decise anche che la disfida fosse onorata da una mostra in campo di uomini d’arme, fanti e cavalieri e fuochi e luminarie e danze e suoni. Ecco dunque scendere in campo gli armati: arcieri, balestrieri ed alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri, il Castellano, la sua nobile corte con Lionora trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due contendenti, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il capitano d’armi, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici, massere e borghigiani e poi ancora i bianchi e i neri con Re e Regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni e due contendenti che ordinano le mosse; tripudio infine con fuochi e luminarie secondo l’ordine del castellano”.

E così oggi tutto si ripete come la prima volta, in una cornice di costumi fastosi, di corteggi pittoreschi, di gonfaloni multicolori, di marziali parate, di squisita eleganza e su tutto domina una nota di singolare gentilezza cui si è ispirata la rievocazione e questa torna a rivivere oggi quasi per un miracolo della fantasia. I comandi alle milizie vengono ancora oggi impartiti nella lingua della “Serenissima Repubblica di Venezia”. La durata di una partita è circa 2 ore.

Questo evento è uno spettacolo storico / folkloristico che viene rappresentato da oltre 600 figuranti in costume medievale. Una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, giocolieri e sputa fuoco, rinnovando negli animi il sapore antico di un’appassionante storia d’amore.

Andrea Verdiani

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Storia degli scacchi

Le origini degli scacchi si perdono nella notte dei tempi e nessuno può dire con assoluta certezza dove e quando furono inventati. A tale proposito esistono varie teorie ma l'ipotesi più accreditata pone il luogo d'origine in India. Tale ipotesi si basa su antichi poemi persiani che descrivono, talvolta anche in dettaglio, un antico gioco da tavolo, lo Chatrang, il quale sembra avere notevoli tratti in comune con il moderno gioco degli scacchi. Questi stessi poemi (risalenti circa al VI-VII secolo d. C.) definiscono il gioco persiano del Chatrang come derivato da un gioco ancor più antico e sempre di provenienza indiana, lo Chaturanga. Alcuni studiosi ritengono addirittura che lo Chaturanga derivi a sua volta da arcaici giochi cinesi, tuttavia dagli elementi finora raccolti sembra che questo sia il gioco che ha i maggiori diritti di fregiarsi del titolo di progenitore originale del moderno gioco degli scacchi, in quanto altri giochi più antichi presentavano solo alcuni tratti in comune con esso. Ritrovamenti archeologici di antichi pezzi dello Chaturanga, sono avvenuti nel 1972

nell'Uzbekistan del Sud, presso la località di Afrasaib. Tali pezzi sono stati datati al 760 d. C. circa, grazie anche al concomitante ritrovamento di una moneta del 761 d. C. che si trovava assieme ai pezzi. Appare comunque quasi certo che le origini dello Chaturanga siano ben più antiche, forse addirittura al I o II secolo d. C. I pezzi di Afrasaib sono, infatti, finemente lavorati per l'epoca, quindi con grande probabilità risalgono ad un periodo storico in cui lo Chaturanga era già molto popolare.In ogni caso la diffusione del nuovo gioco fu

relativamente rapida, anche grazie ai mercanti ed ai carovanieri dell'epoca, ansiosi di portare in patria ogni novità. Con il tempo il nome e le regole dell'originale Chaturanga cambiarono in vari modi e secondo la regione di adozione. È così che nel Borneo il gioco venne denominato Chatur, nell'isola di Giava Chator e nella regione di Burma Chitareen. In Persia un po' alla volta cambiarono non solo il nome, prima Chatrang e poi Shatranj, ma progressivamente anche le regole, che pertanto a piccoli passi si stavano avvicinando a quelle moderne. Sull'origine degli scacchi sono fiorite numerose storie e leggende, ma una in particolare ha avuto una vastissima diffusione.Adesso ve la racconto.

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“C'era una volta un ricchissimo Principe indiano. Le sue ricchezze erano tali che nulla gli mancava ed ogni suo desiderio poteva essere esaudito. Mancandogli però in tal modo proprio ciò che l'uomo comune spesso ha, ovvero la bramosia verso un desiderio inesaudibile, il Principe trascorreva le giornate nell'ozio e nella noia. Un giorno, stanco di tanta inerzia, annunciò a tutti che avrebbe donato qualunque cosa a colui che fosse riuscito a farlo divertire nuovamente.A corte si presentò uno stuolo di personaggi d'ogni genere eruditi, saggi e stravaganti fachiri, improbabili maghi e spericolati saltimbanchi, sfarzosi nobili e zotici plebei, ma nessuno riuscì a rallegrare l'annoiato Principe. Finché si fece avanti un mercante, famoso per le sue invenzioni. Aprì una scatola, estrasse una tavola con disegnate alternatamente 64 caselle bianche e nere, vi appoggiò sopra 32 figure di legno variamente intagliate, e si rivolse al nobile reggente: «Vi porgo i miei omaggi, o potentissimo Signore, nonché questo gioco di mia modesta invenzione. L'ho chiamato il gioco degli scacchi».Il Principe guardò perplesso il mercante e gli chiese spiegazioni sulle regole. Il mercante gliele mostrò, sconfiggendolo in una partita dimostrativa. Punto sull'orgoglio il Principe chiese la rivincita, perdendo nuovamente. Fu alla quarta sconfitta consecutiva che capì il genio del mercante, accorgendosi per giunta che non provava più noia ma un gran divertimento! Memore della sua promessa, chiese all'inventore di tale sublime gioco quale ricompensa desiderasse.Il mercante, con aria dimessa, chiese un chicco di grano per la prima casella della scacchiera, due chicchi per la seconda, quattro chicchi per la terza, e via a raddoppiare fino all'ultima casella. Stupito da tanta modestia, il Principe diede ordine affinché la richiesta del mercante venisse subito esaudita. Gli scribi di corte si apprestarono a fare i conti, ma dopo qualche calcolo la meraviglia si stampò sui loro volti. Il risultato finale, infatti, era uguale alla quantità di grano ottenibile coltivando una superficie più grande della stessa Terra! Non potendo materialmente esaudire la richiesta dell'esoso mercante e non potendo neppure sottrarsi alla parola data, il Principe diede ordine di giustiziare immediatamente l'inventore degli scacchi.”

In effetti il numero di chicchi risultante è di 264-1 (due alla sessantaquattro meno uno), pari ad un numero esorbitante, cioè a 18.446.744.073.709.551.615. Questa leggenda era notissima durante il Medioevo con il nome di Duplicatio scacherii, tanto che vi appare un accenno anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, dove viene adoperata dal sommo poeta per dare un'idea al lettore del numero degli Angeli presenti nei cieli:

L'incendio suo seguiva ogne scintillaed eran tante, che 'l numero loropiù che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla.(Paradiso, XXVIII, 91-93)

Andrea Verdiani

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VIAGGIO IN TURCHIACOMENIUS 2015

L'ultima tappa dell'amato progetto culturale “Comenius” è stata Istanbul, che con i suoi quasi 15 milioni di abitanti è una città grande e trafficata. Istanbul è divisa in due parti,dal punto di vista geografico:la prima europea, che è la più antica (Aya Sofia, Moschea Blu, Piazza Sultanahmet, Palazzo TopKapi e i famosi bazar);una seconda asiatica più densamente abitata. L'argomento centrale di quest'ultimo incontro è stato sempre il solito, poiché il progetto mira ad abituare i cittadini europei al rispetto della natura e della salute.Già da questo potete immaginare che abbiamo parlato di cibo, principalmente i piatti tradizionali turchi, e di inquinamento che loro producono in quantità sconcertanti a causa del loro traffico stradale infernale. Abbiamo svolto tutto ciò accompagnando queste cose serie ed importanti con alcune attività di gruppo che hanno coinvolto le nazioni partecipanti, che, come ben sapete sono cinque (Croazia, Italia, Polonia, Turchia e Ungheria). Il tempo trascorso in Turchia ,una settimana, è stato speso visitando: le magnifiche ed imponenti moschee, tra le quali la mia preferita è la “Moschea Blu”; i musei ,come quello del sultano; i piccoli paradisi verdi, spazi dimenticati (fortunatamente) dall'uomo e isolette pure e non inquinate dove gli unici mezzi di trasporto sono carri trainati da cavalli oppure motori elettrici. La prima impressione che ho avuto di Istanbul, o almeno della parte anatolica, è stata quella di una città bellissima ed allegra, nonostante il caos interno che abbiamo trovato a causa delle elezioni politiche, e dei loro strani ritmi frenetici; ma ,osservandola bene, da una piccola isola dove eravamo andati a fare un'escursione, la professoressa Milazzo mi ha fatto notare che è solo cemento, tantissimo cemento, una marea di cemento e dunque mi sono rattristato pensando a quanti alberi sono stati tagliati e quanta natura è stata distrutta per fare spazio all'uomo e alla sua dannata urbanizzazione. Ciò ci deve indurre ad una riflessione sull'importanza di coniugare bene lo sviluppo urbano con l'ambiente e la necessità di trovare anche nuovi modi per farlo.

Davide Checcucci

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Le interviste del LeoneOggi abbiamo intervistato il dottor Stefano Paolillo,psicologo dell'informazione,che presta la sua opera in RAI ed è fondatore e presidente dell'associazione culturale “Articolo 11”.

D: Che cos'è e di che cosa si occupa l'Associazione culturale” Articolo 11” della quale lei è il presidente?R: L'Associazione Premio Articolo 11,in verità,è nata per generare questo premio all'informazione. Ci tengo a sottolineare che è un premio all'informazione e non un premio di giornalismo perché premiamo coloro che fanno informazione e non solo giornalisti. Nelle varie sezioni del premio,oltre a quella dei prodotti informativi esiste anche quella dedicata ai blog. Per blog s'intende anche una pagina di FB,un account, Twitter e quanto altro serve per fare informazione. Una quarta sezione è dedicata al pubblico;infatti le persone possono segnalare dei prodotti o degli articoli e poi votarli successivamente. Il Premio fa solo da veicolo di questa Quarta Sezione.D: Sappiamo che lei è uno psicologo dell'audiovisivo,può spiegarci di cosa si occupa questa disciplina?R: Lo psicologo dell'audiovisivo è una persona che usa la psicologia per comprendere gli audiovisivi,come essi si fatti,che ricadute hanno,quali ricadute hanno,come ci si può lavorare e come si può disinnescarli. Anche perché gran parte degli audiovisivi parte della comunicazione passa attraverso di essi,basti pensare alla pubblicità,quanto influenzano i comportamenti delle persone e la società stessa. Per questi motivi uno degli spazi nei quali si muove uno psicologo della comunicazione è proprio questo.D: Quando è nato il “Premio d'Informazione Articolo 11”?R: Siamo giovanissimi,è nato quest'anno. Contiamo di arrivare lontano anche perché non ci sono giornalisti né nella giuria né nel comitato organizzatore. Sono gli utenti che decideranno chi fa una buona informazione. Io ritengo che quando si è di fronte a categorie forti,e quella dei giornalisti lo è,si rischia sempre di essere autoreferenziali. C'è sempre il rischio di pensare di avere tutte le risposte e di parlare per i colleghi. Insomma c'è il forte rischio di essere lontani dalla “verità” perché si sta chiusi nel “fortino”. Noi di “Articolo 11”,invece, siamo fuori dal “fortino”; intendo e possiamo dire:”Tu hai fatto buona informazione perché sei stato utile per capire la verità”.D: Chi sono i componenti del Comitato Organizzativo?R: In realtà sono tutti coloro che vogliono partecipare al nostro premio e che si candidano da soli a farlo. Non esiste un discrimine. Tutti possono candidarsi: coloro che fanno parte della società civile;coloro che hanno anche ruoli di responsabilità in ambito sociale senza essere personaggi mediatici. Insomma sto parlando di quella parte della società che fa le cose e che ha bisogno dell'informazione. Faccio un esempio molto semplice:per fare l'insegnante e capire quanto i programmi scolastici siano,più o meno,aderenti alla realtà esterna è necessario essere informati,essere aggiornati. L'arrivo dei nuovi strumenti,come il tablet ad esempio,e per capire come essi funzionino servono informazioni adeguate,solo dopo l'insegnante può decidere se possono essere funzionale alla sua attività di docente oppure no.D:Da dove nasce la denominazione “Articolo 11”?R: Si tratta dell'articolo 11 della Dichiarazione dell'Uomo e del Cittadino emanata durante la rivoluzione francese. È quello che parla della “libertà di parola e di opinione”; nacque allora,in quel particolare contesto storico e culturale. Il caso ha voluto che anche la Carta dell'ONU abbia nel proprio articolo 11 parlato dello stesso argomento,la libertà d'espressione. È una risonanza significativa che sancisce il diritto a: esprimere le proprie opinioni; divulgare informazioni. Insomma sancisce il diritto di fare informazione.La nostra intervista si conclude qui,la ringraziamo molto per la disponibilità e la gentilezza.

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Stagione teatrale 2015-2016TEATRO DEL POPOLO

giovedì 5 novembre 2015 ore 21.00venerdì 6 novembre 2015 ore 21.00

Associazione Culturale La PirandellianaBISBETICA

con Nancy Brilliregia di Cristina Pezzoli

TEATRO BOCCACCIOmercoledì 18 novembre 2015 ore 21.00Permàr - Archivio Diaristico Nazionale - dueL - La

PiccionaiaMILITE IGNOTO

uno spettacolo di Mario Perrottaa cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi

TEATRO POLITEAMAmartedì 24 novembre 2015 ore 21.00

Arca Azzurra TeatroBENVENUTI IN CASA GORI

di Ugo Chiti e Alessandro Benvenutiregia Alessandro Benvenuti

TEATRO BOCCACCIOlunedì 7 dicembre 2015 ore 21.00

Mr. HENRY & Mme. SCHMUTZdi e con DUO FULL HOUSE (Henry Camus e Gaby

Schmutz)

TEATRO POLITEAMAgiovedì 10 dicembre 2015 ore 21.00

Compagnia Gli Ipocriti - Fondazione Teatro della PergolaLA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA

di Tennessee Williams - traduzione di Gerardo Guerriericon Vittoria Puccini, Vinicio Marchioni

regia di Arturo Cirillo

TEATRO DEL POPOLOgiovedì 17 dicembre 2015 ore 21.00

Compagnia Moliere - Teatro ABCLA LUPA

di Giovanni Vergacon Lina Sastri, Daniele Liotti

regia Guglielmo Ferro

TEATRO DEL POPOLOgiovedì 7 gennaio 2016 ore 21.00

Officine del Teatro ItalianoI SUOCERI ALBANESI

di Gianni Clementicon Francesco Pannofino, Emanuela Rossi

regia Claudio Boccaccini

TEATRO DEL POPOLOmercoledì 13 gennaio 2016 ore 21.00

giovedì 14 gennaio 2016 ore 21.00Agidi - Enfi Teatro

CALENDAR GIRLSdi Tim Firth

con Angela Finocchiaroregia Cristina Pezzoli

TEATRO POLITEAMAmartedì 26 gennaio 2016 ore 21.00

a.ArtistiAssociati di GoriziaNUDI E CRUDI

di Alan Bennettcon Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi

regia Serena SinigagliaTEATRO POLITEAMA

martedì 2 febbraio 2016 ore 21.00Goldenart production

TRADIMENTIdi Harold Pinter

con Ambra Angiolini, Francesco Sciannaregia Michele Placido

TEATRO BOCCACCIOmercoledì 3 febbraio 2016 ore 21.00

TEATRO dello SBAGLIO con il TEATRO STUDIO di GrossetoFAR FINTA DI ESSERE GABERregia e scrittura di Cosimo Postiglione

con Luca Pierini, Cosimo Postiglione e Mirio Tozzini

TEATRO DEL POPOLOmercoledì 17 febbraio 2016 ore 21.00

Fondazione Teatro di NapoliEURIDICE ED ORFEO

di Valeria Parrellacon Michele Riondino, Federica Fracassi

regia di Davide Iodice

TEATRO POLITEAMAgiovedì 18 febbraio 2016 ore 21.00

Officine del Teatro ItalianoMODIGLIANIcon Marco Bocci

scritto e diretto da Angelo Longoni

TEATRO DEL POPOLOvenerdì 4 marzo 2016 ore 21.00

Compagnia Mauri SturnoQUATTRO BUFFE STORIE

di Luigi Pirandello e Anton Cechovcon Glauco Mauri, Roberto Sturno

TEATRO DEL POPOLOmartedì 8 marzo 2016 ore 21.00

mercoledì 9 marzo 2016 ore 21.00Compagnia della Rancia

CABARETtesto di Joe Masteroff basato sulla commedia di John Van

Druten e sui racconti di Christopher Isherwoodcon Giampiero Ingrassia, Giulia Ottonello, Mauro Simone

regia Saverio Marconi

TEATRO POLITEAMAmartedì 15 marzo 2016 ore 21.00

Compagnia Opus Ballet, 2012, con il sostegno della Regione Toscana in collaborazione con Compagnia Petrillo

Danza ed Elsinor Teatro Stabile d'InnovazioneIL LAGO DEI CIGNI

coreografie e regia Loris Petrillointerpretazione Compagnia Opus Ballet

diretta da Rosanna Brocanello

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TEATRO BOCCACCIOmartedì 22 marzo 2016 ore 21.00

Stefano Bollani, Pierfrancesco Pisani in collaborazione con Infinito srl

LA REGINA DADAcon Stefano Bollani e Valentina Cenni

scritto e interpretato da Stefano Bollani e Valentina Cennimusiche di Stefano Bollani

TEATRO DEL POPOLOgiovedì 31 marzo 2016 ore 21.00

Emilia Romagna Teatro Fondazione - Teatro Stabile dell'Umbria - Teatro Stabile del Veneto

7 MINUTIdi Stefano Massinicon Ottavia Piccolo

regia Alessandro Gassman

TEATRO POLITEAMAmartedì 5 aprile 2016 ore 21.00

Teatro Franco ParentiGLI INNAMORATI

di Carlo Goldonicon Marina Rocco, Matteo De Blasio

regia Andrée Ruth Shammah

TEATRO BOCCACCIOmercoledì 6 aprile 2016 ore 21.00

Sud Costa OccidentaleACQUASANTA - Trilogia degli occhiali

testo e regia Emma Dantecon Carmine Marignola

Fuori abbonamento2015-2016

TEATRO POLITEAMAvenerdì 20 novembre 2015 ore 21.30

Teatro della ToscanaLA PROSSIMA STAGIONE - Spettacolo da leggere

da un'idea di Luca Dini e Michele Santeramodi e con Michele Santeramo

TEATRO DEL POPOLOdomenica 22 novembre 2015 ore 16.00

Corale Vincenzo Bellini - Fabbrica D'OperaTOSCA

libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illicacon Silvia Pacini, Simone Frediani, Romano Martinuzzi,

Alessandro Calamai e Corale Bellini, Corale Verdi, Coro voci bianche Viviana Apicellaregia Alberto Paloscia

TEATRO BOCCACCIOsabato 12 dicembre 2015 ore 16.00

L'ALBERO DELLA FELICITÀdi e con Giacomo Verde

teatrino olografico realizzato da Silvia Avigocomputer grafica di Giacomo Verde

progetto sostenuto da SPAM! rete per le arti contemporanee

TEATRO POLITEAMAsabato 23 gennaio 2016 ore 16.00

Teatro a Merenda XXI edizione - Rassegna di Teatro per bambini e famiglie

L'OMINO DELLA PIOGGIAdi e con Michele Cafaggi

regia Ted Luminarc

TEATRO DEL POPOLOdomenica 20 marzo ore 16.00

Corale Vincenzo Bellini - Fabbrica D'OperaCAVALLERIA RUSTICANA

Musiche di Pietro Mascagni con Silvia Pacini, Simone Frediani, Romano Martinuzzi e Corale Bellini, Corale Verdi

Stagione concertistica 2015-2016TEATRO POLITEAMA

mercoledì 23 dicembre 2015 ore 21.00Orchestra della ToscanaCONCERTO DI NATALE

DONATO RENZETTI, direttoreAndrea Tacchi, violino

- Bach/Respighi - Tre Corali- Maxwell Davies - A spell for Green Corn: The MacDonald

Dances- Dvořàk - Sinfonia n. 8 op. 88

giovedì 14 gennaio 2016 ore 21.00Orchestra della ToscanaASHER FISCH, direttore

- Ligeti - Melodien, per orchestra (1971)- Mahler - sinfonia n. 5 versione per orchestra da camera

di Klaus Simon (2014)

sabato 5 marzo 2016 ore 21.00Orchestra della Toscana

DANIELE RUSTIONI, direttoreBeatrice Rana, pianista

- Kodàly - Danza di Galànta (1933)- Chopin - Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op. 11

- Beethoven - Sinfonia n. 4 op. 60

giovedì 21 aprile 2016 ore 21.00Orchestra della Toscana

GAETANO D'ESPINOSA, direttoreEmmanuel Rossfelder, chitarra

Michele Marasco, flauto- Busoni - Divertimento per flauto e orchestra op. 52

- Rodrigo - Concerto d'Aranjuez- Dvořàk - Sinfonia n. 7 op. 70

mercoledì 25 maggio 2016 ore 21.00Orchestra della Toscana

DANIELE RUSTIONI, direttoreFrancesca Dego, violinista

- Rossini - L'italiana in Algeri, ouverture- Paganini - Concerto n. 1 per violino e orchestra op. 6

- Schumann - Sinfonia n. 3 op. 97 'Renana'

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NOTIZIE dall' ISTITUTO

Dopo aver sudato sette camicie siamo riusciti a mettere in atto il corso di formazione per il Design e la Progettazione del verde.

Il corso si divide in tre livelli, divisi in tre anni.

Organizzato dalla Prof.ssa Vitale, si prevede l’interessamento di molte persone specialmente del corso Costruzione Ambiente e Territorio, presso l’istituto Roncalli.

Il corso ha suscitato interesse anche all’esterno dell’istituto stesso in cui si svolgerà il corso, ricevendo iscrizioni anche da Siena e provincia.

Il progetto di cui stiamo parlando è una vera occasione per ricevere una certificazione importante ad un prezzo più che abbordabile

visto che se preso all’esterno della scuola,ha un costo di circa 4000,00 €.

Il prezzo del corso non è ancora stato fissato, ma si prevede un costo che varia in funzione delle iscrizioni.

E’ da tenere presente che nell’intera regione Toscana non sono presenti altri corsi come questo, organizzato da un Istituto Superiore e questo può solo valorizzare il progetto.

Le iscrizioni sono già aperte e si concluderanno il 20 Settembre, per ulteriori informazioni non esitate a contattare via mail la prof.sa Vitale ([email protected]) oppure anche via Whats App al numero 3465336575-Gennaro Petito.

Si allega il programma dello svolgimento del corso con le materie che si apprenderanno nei tre anni.

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Istituto d’Istruzione Superiore “G. Roncalli”- PoggibonsiI ANNOMaterie d’insegnamento

- Storia dell’Arte Contemporanea e dei Costumi 1 - Storia del Design 1- Metodologia della Progettazione - Architettura degli Interni 1- Sociologia dei Processi culturali- Fotografia 1- Grafica e Modellistica

Durata del Corso: ottobre/maggio

II ANNOMaterie d’insegnamento - Storia dell’Arte Contemporanea 2- Architettura degli Interni 2- Fotografia 2- Progettazione del Verde / Restauro (a scelta)- Fondamenti di Marketing Culturale - Design Sostenibile- Grafica e Modellistica

III ANNOMaterie d’insegnamento- Fenomenologia delle Arti Contemporanee - Architettura degli Interni 3- Lighting Design- Allestimento Spazi Espositivi e Artistici- Antropologia Culturale- Progettazione del Verde / Restauro (a scelta)- Grafica e Modellistica

CONTATTI : mail: [email protected]

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Appunti di viaggio

ViennaViennaVienna è la capitale federale e ,allo stesso tempo, uno dei nove stati federali dell'Austria . È il settimo comune, per abitanti, dell'Unione europea. Situata nel Nord-Est del Paese, dista 40 km dal confine con la Slovacchia e circa 50 km da Bratislava. La città è composta da 23 distretti (in tedesco Bezirke,) dei quali il Centro è il primo. Gli altri distretti si susseguono a

spirale intorno ad esso. La periferia cittadina è pianeggiante e industrializzata a sud, collinare e verdeggiante a nord ai piedi della Selva Viennese (Wienerwald). La capitale è attraversata ,nella sua parte orientale, dal fiume Danubio, mentre un piccolo canale artificiale (il Donaukanal) lambisce il centro storico a est. Un'isola ,creata artificialmente al centro del Danubio, la protegge da eventuali inondazioni. L'isola, sistemata a parco,viene utilizzata dai viennesi per

praticare sport o rilassarsi sotto il sole, inoltre una volta all'anno (verso la fine di giugno) vi si festeggia, per tre giorni consecutivi, il Donauinselfest (festa dell'isola del Danubio). L'elegante città di Vienna è sede di importanti organizzazioni internazionali tra le quali: OPEC, AIEA e ONU.Il centro storico della città è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Vienna è nota anche come la Città dei sogni per essere stata la casa di Sigmund Freud,il “padre” della Psicanalisi, o la Città dei musicisti per avere ospitato molti dei maggiori compositori (come Antonio Vivaldi e Niccolò Paganini) . Le attrazioni turistiche sono tantissime. Una delle più importanti è la vecchia e affascinante ruota panoramica del Prater, il simbolo di Vienna. Con le sue 250 attrazioni e un estesissimo spazio verde pieno di caffè e ristoranti, il Prater è un parco giochi in cui potrete distendere la mente e divertivi. Nel centro storico rimarrete colpiti dal lusso e dallo sfarzo del palazzo imperiale (Hofburg)visitando le camere private e le sale di rappresentanza dell’imperatore. Infatti gli Asburgo sono stati una delle più longeve famiglie reali d'Europa dato che hanno iniziato a regnare circa seicento anni fa ed hanno vissuto nel palazzo fino alla fine della prima guerra mondiale. Il castello di Hofburg risale al XIII secolo, ma nel tempo è stato ampliato ed arricchito man mano che la potenza degli Asburgo cresceva. Oggi si presenta come un complesso di palazzi tra loro apparentemente distaccati: la Cappella Imperiale (Hofkapelle oBurgkapelle), il Naturhistorisches Museum ed il Kunsthistorisches Museum, la Biblioteca Nazionale Austriaca(Hofbibliothek), il tesoro imperiale (Schatzkammer), il Burgtheater, la Scuola di cavalleria spagnola (Hofreitschule), le stalle imperiali (Stallburg e Hofstallungen), ed il centro congressi Hofburg. Vienna ,che stupisce sempre per la sua maestosa eleganza imperiale, ha in realtà molto da offrire: l' architettura contemporanea, una vivace vita culturale,la moda e le tendenze in continuo cambiamento.

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È una città imponente e allo stesso tempo intima e romantica: nelle belle caffetterie antiche ci si rilassa sull'aria un valzer di Strauss,ma ,non lontano, nel Quartiere dei Musei la modernità va in scena. Uno di questi, “il museo delle belle arti” accoglie moltissimi capolavori della Storia dell'Arte occidentale, fra cui l'"Arte del Dipingere" di Vermeer, la "Madonna del Prato" di Raffaello, i “dipinti delle Infanti” di Velazquez e diverse opere di Rembrandt, Rubens, Dürer, Tintoretto e Tiziano. Aperto nel 1891 per accogliere le ampie e ricche collezioni della casa imperiale, attualmente il Museo delle Belle Arti di Vienna è uno dei più importanti del mondo per il valore delle sue opere. L'arte è un piacere, si sa, e verso sera potrete averne conferma con l'esclusivo e delizioso buffet nella sala del museo con il soffitto a cupola.

Vienna a tavolaL'arte culinaria austriaca riunisce parecchie tradizioni fra cui quelle boeme, ungheresi, italiane ed ebraiche. Nei menù di Vienna si trova il Tafelspitz, un gustoso pezzo di manzo bollito nel brodo, che di norma viene servito con salsa di erba cipollina, patate arrosto, mela o cren; il Gulasch,una specialità ungherese, che consiste in uno stufato di carne cotta con lardo, farina, cipolle, carote, patate e paprica; la Wiener Schnitzel, una cotoletta di vitello impanata e fritta; la Frittatensuppe, una frittata tagliata a striscioline e servita in una tazza di brodo caldo e il Kaiserschmarren, una frittata dolce sminuzzata e condita con composta di frutta, inventata, secondo la leggenda, dall'imperatore Francesco Giuseppe. Altri leggendari dessert sono inoltre: l'Apfelstrudel, il Powidltascherl, fagottino di pasta di patate ripieno di mousse alle prugne e il Topfenstrudel, fatto con uno strato sottilissimo di pasta da strudel ripiena di quark (una specie di ricotta) e uvetta; senza dimenticare la celeberrima Sachertorte, torta di cioccolato con marmellata di albicocche. Insomma, possiamo dire,senza essere smentiti, che i viennesi amano lasciare la tavola con la bocca dolce.

Per concludere parliamo del suo clima. Vienna ha un clima continentale mediamente mite. L'inverno è comunque lungo e rigido con frequenti nevicate, soprattutto a Gennaio. L'Estate è abbastanza calda ,con alcuni giorni più freschi causati dalle piogge che vengono dal nord-ovest dell'Europa. La media delle precipitazioni è comunque bassa, pari a circa 700 mm/anno. La temperatura media annuale è 10,4 °C in centro città e 9,8°C nei dintorni. Tuttavia vi sono differenze climatiche all'interno della stessa area urbana. I distretti occidentali, per esempio, risentono dell'influsso oceanico: qui arrivano le piogge causate dagli umidi venti marittimi, che per quasi metà dell'anno provengono da ovest. A sud e ad est, invece, il clima è continentale e si hanno temperature più estreme (molto elevate d'estate e rigide d'inverno).

Visitare Vienna è piacevole in ogni stagione dell'anno,a Natale come in Estate,perché gli eventi sono sempre tantissimi e noi non siamo in grado di consigliarvi un periodo piuttosto che un altro proprio perché “la città dei musicisti” o ”dei sogni”,scegliete voi, è sempre affascinante e ricca di suggestioni.

BUON VIAGGIO !!!Lidia Li Perni

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Le strategie per ottenere delle buone foto

OCCHIO alla FOTOOCCHIO alla FOTO Il mare

FOTO 1

TRAMONTO A FOLLONICA

Questa foto è stata scattata in spiaggia utilizzando una fotocamera digitale da 8 mega-pixel . Da notare il bel riflesso del Sole sulla superficie marina mare mentre sta tramontando .Il mare è leggermente mosso .Nell'acqua notiamo che c'è una rete per giocare a pallavolo . In questa foto sono stati modificati i colori , per ottenere una prevalenza del giallo . È stato necessario effettuare diversi scatti per ottenere l'immagine migliore .

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FOTO 2

GABBIANI SULLO SCOGLIO ACITREZZA (CT)

Questa foto è stata scattata ad Acitrezza (prov. di Catania ) .Da notare in primo piano i gabbiani sullo scoglio . L'immagine presenta altre formazioni rocciose che sembrano chiudere l'insenatura.Queste rocce sono di origine vulcanica e hanno un colore nero. L'immagine appare poco luminosa perché quando è stata scattata il cielo era molto nuvoloso . La luce particolare fa sembrare la foto come se fosse in bianco e nero,in realtà ho usato il colore.

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FOTO 3

Gabbiani in mare

Questa foto,come l'altra, è stata scattata ad Acitrezza (prov. di Catania ) e ritrae un gruppo di gabbiani sul mare .Il colore dell'acqua è di un blu intenso perché il mare è molto profondo già dopo pochi metri . Gli uccelli sono sia in mare che sullo scoglio e questi ultimi fanno risaltare la presenza di alghe.Questa foto è stata scattata nelle ore più calde del giorno ed è per questo motivo che i colori appaiono nitidi e luminosi . Il colore dominante è il blu scuro .Il mare è molto calmo e questo consente di vedere la scogliera che emerge con i suoi vivaci colori;interessanti sono le macchie di rosso .Questa immagine non è stata ritoccata con nessun programma .

Ramin Afzali

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La rubrica degli sportLa rubrica degli sport

Il PoloIl Polo è uno sport di squadra nel quale due formazioni di quattro giocatori ciascuna, in sella a cavallo e muniti di stecche di bambù, si fronteggiano con l'obiettivo di mandare una palla di legno attraverso due pali. Vince la squadra che segna più punti.

Si narra che questo sport sia la naturale evoluzione delle esercitazioni che la cavalleria inglese eseguiva per l'addestramento al combattimento a cavallo durante le campagne militari. Si può notare, infatti, che il gesto compiuto dal giocatore dall'alto verso il basso per colpire la palla, è analogo al fendente vibrato con una sciabola da cavalleria. Anticamente si colpiva con la parte tonda di minore spessore per dare più potenza alla palla e questo modo è ancora in vigore e non è proibito. La prima partita di Polo della storia fu giocata nel 600 a. C fra i Turcomanni e i Persiani. Infatti ai tempi della dinastia persiana dei Safavide, la grande piazza di Isfahan, la Meidān Naqsh-e jahān, attuale piazza Imam Khomeini era utilizzata per il gioco del Polo.

Le regole del gioco

Una partita è divisa in tempi detti chukker o chukka. La durata e il numero di chukker in una partita è variabile; a seconda dei regolamenti, un chukker dura dai 7 ai 7 minuti e mezzo e ne vengono giocati da quattro a otto in una partita. Ogni giocatore al termine di un chukker deve cambiare il cavallo, visto che esso è, in genere, spronato a correre continuamente e al massimo può essere tenuto per due chukker non consecutivi. Le regole del gioco pongono particolare attenzione alla sicurezza del giocatore e del cavallo. Una delle più famose è quella della ‘Linea della Palla’, una linea immaginaria che va dalla stecca che ha colpito alla palla. Essa è tracciata con lo scopo di far avvicinare il giocatore alla palla in sicurezza. Colui che la colpisce ha la precedenza e gli altri giocatori possono attraversare la linea della palla, solo quando non generano una situazione pericolosa. La maggior parte dei falli sono a carico di chi, attraversando la linea, genera involontariamente una condizione di pericolo. Secondo un'altra regola la palla si può colpire con entrambi i vertici della stecca.

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Il Polo è stato introdotto nei Giochi Olimpici nel 1900 ed ha fatto parte del programma olimpico per altre quattro edizioni, fino ad essere eliminato dopo i Giochi della XI Olimpiade nel 1936.

Medagliere complessivo per nazioni Pos Nazione Oro Argento Bronzo Totale

1 Regno Unito 3 4 2 92 Argentina 2 0 0 23 Stati Uniti 1 2 1 44 Spagna 0 1 0 15 Messico 0 0 2 26 Francia 0 0 1 1

Il Campionato mondiale di PoloLa Campionato del Mondo di Polo (World Polo Championship ) è la massima competizione internazionale per squadre nazionali maschili, ed è organizzata dalla Federazione Internazionale. La prima partecipazione degli azzurri alla Coppa del Mondo di Polo risale alla VI edizione (2001), la più recente alla IX edizione( 2011). In questa edizione l'Italia è salita sul podio per la prima volta nella sua storia, classificandosi al terzo posto.

Curiosità• Lo stilista Ralph Lauren adotta come simbolo nella sua collezione Polo Ralph Lauren un

giocatore di polo sul suo cavallo • LA MARTINA adotta come simbolo 2 giocatori di polo con la stecca incrociata ed è

sponsor della squadra argentina di Polo • Il batterista Stewart Copeland è proprietario di una squadra di Polo ed usa anche la

silhouette di un cavallo come logo per il suo Blue Bell Ride e per il suo sito.

Vi do appuntamento al prossimo sport.

Virginia Lorenzini

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Cuochi provetti

Ed anche per quest'anno il Leone è ritornato, sempre più ruggente e ricco di novità. Tra tutte le rubriche e i vari argomenti non può mancare la vostra rubrica di cucina “Cuochi Provetti”. Quest'anno cercheremo di farvi assaggiare piatti tipici del Mondo, perché come sapete il Leone cerca di aprirsi verso nuovi orizzonti e attraverso l'informazione di farvi conoscere culture nuove senza farvi muovervi da casa e dalla scrivania. Quest'anno avendo partecipato ad Erasmus, di cui il Leone vi ha già parlato, mi si sono aperte molte frontiere e la mia mentalità è cambiata. Così ho deciso di farvi conoscere nuovi Paesi e gastronomie differenti dalla nostra per farvi sentire i loro profumi e i frutti preziosi delle loro terre!Nell'occasione del nostro primo appuntamento, non ci spostiamo molto dall'Italia, rimaniamo in Europa, andando a scoprire un menù tutto spagnolo!!! C'è da leccarsi i baffi... assicurato e già testato ahahah !!!Quando pensiamo alla Spagna viene subito in mente la Paella (Valenciana ),un piatto di cui parleremo oggi, poi ,come dessert, una crema catalana.... E l'antipasto ce ne siamo dimenticati?? Certo che no!! In Spagna non sono molto comuni gli antipasti, ma sono comunissime le Tapas ovvero piccole razioni di cibo tipico a basso prezzo. La Tapas che vi presento oggi si mangia in quasi tutta la Spagna, è la Tortilla.

Tortilla di patate

Ingredienti:

1 Kg Patate Gialle 300gr di cipolle dorate4 uova2gr di sale½ litro di olio di semi

Preparazione:• Sbucciate le patate e tagliatele a fette e a cubetti di 1 cm. Per non farle annerire ponetele in un

recipiente con dell'acqua fredda• Mondate le cipolle e tagliatele a spicchi di 1 cm e mettetele da parte e scolate bene le patate• Scaldate l’olio in una padella capiente fino a quando avrà raggiunto la temperatura di 180° e

versateci le patate abbassando la fiamma, poiché devono cuocere lentamente diventando morbide• Aggiungete anche la cipolla che avete tagliato in precedenza e mescolate il tutto con una spatola,

facendo cuocere per 5-6 minuti• Una volta pronte scolate le patate e le cipolle dentro ad un colino affinché perdano l’olio in

eccesso e lasciatele intiepidire per 15-20 minuti. • In una ciotola sbattete le uova, aggiungete un pizzico di sale e unite le patate e le cipolle ormai

tiepide mescolando il composto.• In una padella del diametro di 23 cm riscaldate l’olio e versateci il composto facendolo cuocere a

fiamma bassa. Cuocere il tutto per 10 minuti, coprendo con un coperchio. Trascorsi i 10 minuti, aiutandovi con un coperchio girate la tortilla. Lasciate cuocere per altri 10 minuti dal lato opposto sempre a fiamma bassa.

• Quando il tutto sarà ben cotto adagiate su un piatto da portata la tortiglia. Buon appetito!!

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Paella Valenciana

Ingredienti

460 gr Pollo460 gr Coniglio200 gr Taccole200 gr di Fagioli bianchi di Spagna150 gr Peperoni Rossi200 ml di Passata di pomodoro1 cucchiaino di peperoncino dolce in polvere2 bustine di zafferano (0,150gr l'una)400 gr riso Arborio o originario30 ml olio extravergine di olivasale q.b.1 cucchiaino di paprika dolce1200 ml di brodopepe q.b.60 ml Vino bianco

LIVELLO DI DIFFICOLTÀ:

Preparazione

• Pulite e tagliate in piccole parti il pollo ed il coniglio. • Nella padella tipica (Paellera) aggiungete un filo d'olio e fate rosolare a fuoco medio per

circa 30 minuti i pezzi di pollo e coniglio sfumando il tutto con del vino e girando la carne di tanto in tanto.

• Quando il vino sarà sfumato, aggiungere 200gr di brodo poco per volta. Salate e pepate• Quando il pollo sarà rosolato, lavate il peperone, pulitelo togliendo il picciolo e tagliatelo a

listarelle. Quando è pulito e tagliato aggiungetelo nella paella.• Lavate, spuntate le taccole all'estremità e aggiungetele agli altri ingredienti in padella.

Cuocere per altri 10 minuti mescolando bene tutti gli ingredienti• A questo punto, aggiungete i fagioli bianchi di Spagna e dopo un paio di minuti unite la

passata di pomodoro,la paprika e il peperoncino• Aggiungete il brodo restante continuando ad amalgamare• Aggiungete il riso spargendolo in maniera uniforme in tutta la paellera. DA QUESTO

MOMENTO IN POI NON DOVETE PIU' TOCCARE IL RISO!• Lasciate cuocere il tutto a fuoco vivo per 7/8 minuti dopodiché abbassare nuovamente la

fiamma e lasciate cuocere a fuoco medio per altri 10 minuti finché il riso non si asciugherà. Al quinto minuto di cottura a fuoco medio, sciogliere lo zafferano in poco brodo e versatelo nel riso mescolandolo bene con gli altri ingredienti

• Per vedere se il tutto è pronto scostate il riso nella parte centrale e vedete se il brodo si sarà asciugato. Se è così e il vostro riso risulterà bello asciutto, la vostra paella valenciana sarà pronta!!

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Crema Catalana

Ingredienti

500ml latte4 Uova (tuorli)100gr zucchero1 limone1 pezzetto di cannella25gr Maizena o amido di maiszucchero di canna q.b.Noce moscata q.b.

Preparazione

• Sciogliete la maizena in poco latte freddo e mettetelo da parte • In un tegame versate il resto del latte, aggiungetevi la scorza grattugiata del limone, meta' dello

zucchero e la cannella. Portate il tutto ad ebollizione mescolando per sciogliere lo zucchero e togliete dal fuoco il tegame.

• In una ciotola a parte, mettete i tuorli d'uovo , il rimanente zucchero e aggiungeteci poi anche l'amido di mais (maizena) sciolto precedentemente nel latte.

• Quando la maizena si sarà unita al composto, aggiungete il composto preparato precedentemente con latte,limone,zucchero e cannella ancora caldo filtrandolo con un colino. Mentre filtrate il latte continuate a mescolare.

• Mettete ora il composto ottenuto in un tegame e portatelo ad ebollizione a fuoco vivace continuando e mescolare; lasciatelo cuocere per circa due minuti e poi levatelo dal fuoco. Avrete ottenuto in questo modo una crema morbida e liscia.

• Versate la crema catalana, ancora calda, nelle apposite pirofile e, appena raffreddata, mettete in frigorifero a rassodare per circa un paio d'ore.

• Al momento di servire in tavola, cospargete la crema con lo zucchero di canna e un pizzico di noce moscata e mettete la pirofila sotto il grill caldo per pochi minuti, per permettere allo zucchero di caramellarsi.

Alessia Spedale

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I Consigli di Andrea

Autrice: Renata Viganò

Titolo: L'Agnese va a morire

Editore: Giulio Einaudi

Agnese,una contadina di mezz'età,divenuta collaboratrice dei partigiani è costretta alla clandestinità insieme alle truppe della Resistenza.Quando suo marito, Palita, un intellettuale comunista membro della Resistenza viene deportato dai tedeschi Agnese continua per circa sei mesi a spostarsi da un paese all'altro per portare cibo,notizie e armi insieme agli altri partigiani. Un giorno un soldato tedesco, ospitato dalla famiglia con la quale Agnese e Palita condividevano la casa, mentre era ubriaco uccide per gioco la sua gatta nera, unico ricordo del marito, e Agnese lo aggredisce ferendolo alla testa con il mitra. Credendo di averlo ucciso fugge e si rifugia presso una famiglia di partigiani.È proprio durante questi mesi che viene sapere della morte del marito,avvenuta durante il trasporto verso i campi di concentramento. Da quel momento Agnese diventa una sorta di mamma per gli altri partigiani, poiché si occupa di preparare pasti caldi per coloro che tornano dalla guerriglia, ha il controllo delle provviste e condivide con gli altri sia momenti di gioia che quelli di tristezza e di dolore. Anche Lei ,come tutti coloro che fanno parte della Resistenza, obbedisce al Comandante e ai suoi ordini, ma dopo la grave sconfitta subita del suo battaglione partigiano Agnese torna a fare la staffetta, e viene uccisa durante un controllo fatto dai nazisti dopo essere riconosciuta da quel soldato che credeva di avere ucciso e per il quale era stata costretta a vivere da clandestina.

Il romanzo è interessante sopratutto perché dà uno spaccato della guerra partigiana che ha caratterizzato l'Italia negli ultimi due anni della seconda guerra mondiale.

Andrea Verdiani

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VIGNETTE e non solo

“Un carabiniere va al cinema e legge: "vietato ai minori di 17" allora esce e....torna con 16 amici.”

"La mia ragazza mi ha lasciato a San Valentino perché voleva un solitario, ma io ho capito male e le ho regalato un mazzo di carte..."

Sopra la panca la capra canta.....sotto la panca si lamentano perché non dormono!

Un carabiniere preoccupato incrocia un un suo collega che gli domanda:«Perché sei così preoccupato?» e il carabiniere preoccupato: «Domani ho l' esame del sangue e non ho studiato nulla!»

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Il Crittografato diVinoIl Crittografato diVinoIstruzioni: Per risolvere il cruciverba occorre sostituire ai numeri le lettere tenendo conto del fatto che a numero uguale corrisponde lettera uguale. ( PIDI)

1 2 3 4 2 5 5 6 7 8 1 7

6 3 9 7 3 10 7 11 2 10 6 9

3 12 5 12 13 13 7 9C

12 O

3 N

6 I

14 14 7 13 1 6 10 2 6 3

7 15 6 12 9 7 2 16 6

3 11 7 17 12 14 10 12 7 6

10 12 14 10 12 6 12 14 9 6

12 14 10 2 5 7 10 7 14 14 7

2 11 6 9 7 14 15 7 18 6

7 9 2 17 11 7 15 15 12 13 6

9 10 14 5 12 14 10 12

11 12 10 7 6 7 11 6 12 3 2

6 12 11 7 13 2 10 2 11

12 11 6 7 3 7 4 12 9 17 7

La Voce del Leone Redazione Afzali R.; Checcucci D.; Klyusyk C. ;Li Perni L.;Laurino T.; Lorenzini V.; Lucà N.; Petito G.; Prodan D.;Sasso E.; Santonastaso R. ;Socha O.; Spedale A. ;Verdiani A.; Xhaferi D. Caporedattore Marco Nesi