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Anno XVII N. 8 28 ottobre 2018 “La vita facile” (Il grande inganno) Quando leggiamo nel Vangelo che LA PORTA STRETTA è da preferire (Lc 13,24), potremmo interpretare che per vive- re la vita suggerita da Gesù occorre fare un’esperienza da eroi (o da persone che cercano virtù inu$li). Quando asso- ciamo alla porta stre&a il successo professionale o spor$vo e no$amo la necessità di una buona preparazione, ci accorgiamo che il sudore e la fa$ca procurano o)mi risulta$. I dolori del parto ci fanno arricchire la riflessione con- dividendo che il fru&o più bello dell’uomo e della donna scaturisce da nove mesi di paziente cura e da momen$ di forte stress fisico e psichico. Me&e il fiocco alla riflessione fare memoria che le nostre relazioni più importan$ ci ri- chiedono di inves$re mol$ssimo in passione, tenacia, pazienza, disponibilità, profondità di sguardo, ecc. LA VITA FACILE è solo una grande illusione. Il nostro cuore, sostenuto dalla mente, non cerca la via non impegna$va, ma un buon movo per spenderci e sognare nel cammino della vita. Cercare di essere un bella persona (e non sempli- cemente una persona bella), avere relazioni importan$ che riempiono il cuore, sperare che la nostra gioia sia la stes- sa di coloro ai quali sorridiamo incontrandoli sull’ascensore o per strada, sme&erla di cri$care e iniziare a costrui- re, sono scelte che ci richiedono molto impegno ma sono l’orizzonte che ci riempie la vita. Pregando e pensando ai miei compagni di viaggio in terra muggianese mi convinco sempre di più che alzarmi ogni ma)na prende senso, dall’amore che potrò dare, dal sogno che potrò inseguire. Vedo persone che si accontentano di guardare la vita dal balcone, perme&endosi di cri$care tu&o e tu), senza coinvolgersi, me&endosi ad un piano superiore. A me non basta. Lo Spirito del Signore parla al nostro cuore e ci invita alla gioia, alla Verità. Ci invita ad assomigliare ogni gior- no sempre di più al Signore Gesù, a scegliere di ascoltare il suo invito ad amare tu), acce&ando l’avver$mento che per poter far bene occorre passare per la porta stre"a. Mi piace molto l’idea di vivere, di condividere, di celebrare acce&ando il “Fate questo in memoria di me”, il Suo dono gratuito a tu). Conoscendo bene la mia fragilità, senza farla diventare un ostacolo insuperabile, è bello scegliere di amare Dio e il prossimo sopra ogni altra tentazione, pri- ma di ogni altro pensiero, acce&ando anche la sofferenza, grande o piccola che sia. Così facendo mi accorgo che le mie giornate si riem- piono e le finisco nella serenità del cuore e con riconoscenza. Pen- sando alle mie prossime giornate, guardando il calendario, mi accor- go che la Festa dei San e la Commemorazione dei defun mi invita- no a ricordare che la vita avrà un esito oltre le mie forze, che ci dob- biamo affidare a Qualcuno più forte di noi. Lo stesso calendario mi dice che il 5 novembre inizieranno le Benedizioni natalizie delle fa- miglie: che bello passare porta a porta e dirvi che nel nome di Gesù vi vogliamo bene, io e la Comunità cris$ana di S.Marcellina! Chiede- rò, implicitamente, di condividere questo bene, offrendo la possibili- tà di realizzare insieme percorsi impegna$vi ma importan$ per noi adul$, per le generazioni che ci hanno preceduto e per quelle che stanno crescendo. In a&esa di incontrarvi, buon cammino a tu) noi. don Paolo <<Viviamo pellegrini nel deserto. Non siamo i padroni orgogliosi di una proprietà definitiva che qualche volta, eventualmente, accondiscende all'ospitalità; siamo piuttosto un popolo in cammino nella precarietà nomade. Possiamo sopravvivere e continuare la rischiosa tra- versata perché stringiamo alleanze, invochiamo e offriamo aiuto, desideriamo incontri e speriamo benevolenza. Perciò i pellegrini, persuasi dalla promessa, percorrono le vie fati- cose e promettenti, si incontrano con altri pellegrini e si forma un'unica carovana: da mol- te genti, da molte storie, da molte attese e non senza ferite, non senza zavorre. >> (Lettera Pastorale 2018/2019 - Mons. Mario Delpini - Arcivescovo di Milano)

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Anno XVII N. 8 28 ottobre 2018

“La vita facile” (Il grande inganno)

Quando leggiamo nel Vangelo che LA PORTA STRETTA è da preferire (Lc 13,24), potremmo interpretare che per vive-

re la vita suggerita da Gesù occorre fare un’esperienza da eroi (o da persone che cercano virtù inu$li). Quando asso-

ciamo alla porta stre&a il successo professionale o spor$vo e no$amo la necessità di una buona preparazione, ci

accorgiamo che il sudore e la fa$ca procurano o)mi risulta$. I dolori del parto ci fanno arricchire la riflessione con-

dividendo che il fru&o più bello dell’uomo e della donna scaturisce da nove mesi di paziente cura e da momen$ di

forte stress fisico e psichico. Me&e il fiocco alla riflessione fare memoria che le nostre relazioni più importan$ ci ri-

chiedono di inves$re mol$ssimo in passione, tenacia, pazienza, disponibilità, profondità di sguardo, ecc. LA VITA

FACILE è solo una grande illusione. Il nostro cuore, sostenuto dalla mente, non cerca la via non impegna$va, ma

un buon mo�vo per spenderci e sognare nel cammino della vita. Cercare di essere un bella persona (e non sempli-

cemente una persona bella), avere relazioni importan$ che riempiono il cuore, sperare che la nostra gioia sia la stes-

sa di coloro ai quali sorridiamo incontrandoli sull’ascensore o per strada, sme&erla di cri$care e iniziare a costrui-

re, sono scelte che ci richiedono molto impegno ma sono l’orizzonte che ci riempie la vita. Pregando e pensando ai

miei compagni di viaggio in terra muggianese mi convinco sempre di più che alzarmi ogni ma)na prende senso,

dall’amore che potrò dare, dal sogno che potrò inseguire. Vedo persone che si accontentano di guardare la vita dal

balcone, perme&endosi di cri$care tu&o e tu), senza coinvolgersi, me&endosi ad un piano superiore. A me non

basta. Lo Spirito del Signore parla al nostro cuore e ci invita alla gioia, alla Verità. Ci invita ad assomigliare ogni gior-

no sempre di più al Signore Gesù, a scegliere di ascoltare il suo invito ad amare tu), acce&ando l’avver$mento che

per poter far bene occorre passare per la porta stre"a. Mi piace molto l’idea di vivere, di condividere, di celebrare

acce&ando il “Fate questo in memoria di me”, il Suo dono gratuito a tu). Conoscendo bene la mia fragilità, senza

farla diventare un ostacolo insuperabile, è bello scegliere di amare Dio e il prossimo sopra ogni altra tentazione, pri-

ma di ogni altro pensiero, acce&ando anche la sofferenza, grande o

piccola che sia. Così facendo mi accorgo che le mie giornate si riem-

piono e le finisco nella serenità del cuore e con riconoscenza. Pen-

sando alle mie prossime giornate, guardando il calendario, mi accor-

go che la Festa dei San� e la Commemorazione dei defun� mi invita-

no a ricordare che la vita avrà un esito oltre le mie forze, che ci dob-

biamo affidare a Qualcuno più forte di noi. Lo stesso calendario mi

dice che il 5 novembre inizieranno le Benedizioni natalizie delle fa-

miglie: che bello passare porta a porta e dirvi che nel nome di Gesù

vi vogliamo bene, io e la Comunità cris$ana di S.Marcellina! Chiede-

rò, implicitamente, di condividere questo bene, offrendo la possibili-

tà di realizzare insieme percorsi impegna$vi ma importan$ per noi

adul$, per le generazioni che ci hanno preceduto e per quelle che

stanno crescendo.

In a&esa di incontrarvi, buon cammino a tu) noi.

don Paolo

<<Viviamo pellegrini nel deserto. Non siamo i padroni orgogliosi di una proprietà definitiva che qualche volta, eventualmente, accondiscende all'ospitalità; siamo piuttosto un popolo in cammino nella precarietà nomade. Possiamo sopravvivere e continuare la rischiosa tra-versata perché stringiamo alleanze, invochiamo e offriamo aiuto, desideriamo incontri e speriamo benevolenza. Perciò i pellegrini, persuasi dalla promessa, percorrono le vie fati-cose e promettenti, si incontrano con altri pellegrini e si forma un'unica carovana: da mol-te genti, da molte storie, da molte attese e non senza ferite, non senza zavorre. >>

(Lettera Pastorale 2018/2019 - Mons. Mario Delpini - Arcivescovo di Milano)

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La Parola del Parroco

Il raccoglitore 2 28 ottobre 2018

La parola del Parroco Pag 1 La vita facile La vita della parrocchia Pag 2 Liturgia dei defunti Pag 3 Benedezione natalizia—calendario Pag 4 I Giovani a Villapizzone Pag 4 Le parole che salvano - Bellezza Pag 5 Oratorio NEWS Pag 6 Equo e solidale a Muggiano

Notizie dal Decanato Pag 7 Incontro alla Parola Pag 8 Invito degli Scout alla città a “Incontriamo la Parola” Pag 9 Percorsi educativi Educare all’emozione Pag 11 Verbale del Consiglio Pastorale del 8 ottobre 2018

Pag 12 Calendario del mese

SOMMARIO

LITURGIA DEI DEFUNTI A.D. 2018

Giovedì 1 novembre Ore 15.00 S.Messa al cimitero di Muggiano

(In caso di maltempo la funzione sarà annullata)

Venerdì 2 novembre Ore 8.30 : S.Messa in Chiesa

Ore 15.30 : S.Messa al Cimitero di Baggio

Ore 20.30 : S.Messa alla Guascona

Sabato 3 novembre Ore 18.00 : S.Messa in Chiesa, per tutti i nostri cari defunti

e in particolare per tutti i defunti tornati al Padre dal novembre 2017 all’ottobre 2018.

Lunedì 5 novembre Ore 16.00 : S.Messa all’Ospedale San Carlo

(Alle ore 15.30 recita del rosario)

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 3 28 ottobre 2018

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 4 28 ottobre 2018

A Villapizzone: un’esperienza di comunità

Noi del gruppo giovani abbiamo iniziato il nuo-vo anno pastorale andando a scoprire la comu-nità di Villapizzone. Gentilmente accolti da Elena, membro della comunità, siamo poi stati accompagnati all’interno della struttura dove abbiamo avuto modo di scoprire com’è la vita a Villapizzone. Questa comunità nasce nel 1978 da una fami-glia che decide di rinnovare un’ex-cascina ab-bandonata. Poco dopo altre famiglie entrano a farne parte, unite ed ispirate dai valori comuni-tari quali convivialità, condivisione, accoglien-za e sobrietà. Nel corso degli anni molte perso-ne sono passate da Villapizzone trovandovi un luogo di ascolto, aiuto e protezione nei momen-ti di difficoltà della loro vita. Abbiamo trovato interessante poter toccare con mano e osservare da vicino come questi princi-pi comunitari possano essere applicati in ogni aspetto della vita quotidiana, dai pranzi in con-

divisione, alla cassa comune ed ai momenti di riflessione partecipata. Questa esperienza è sta-ta un’opportunità per metterci in discussione e uno spunto per pensare come vivere al meglio il nostro oratorio. Inoltre, abbiamo trovato stimo-lante il concetto di sobrietà, ad oggi per nulla scontato ne banale. Nella nostra società siamo infatti soliti dare importanza ai beni materiali e a consumare senza dare un giusto peso alle co-se. Per questo motivo vorremmo imparare, at-traverso il percorso intrapreso, a impiegare nel modo migliore il nostro tempo dedicandoci alle cose cui teniamo di più e a comprendere quali siano effettivamente. Ispirati dal motto di Villapizzone “porte sempre aperte”, vorremmo prendere ad esempio questo stile di vita augurandoci di poterlo mettere in pratica nella futura vita parrocchiale.

Il gruppo giovani

Le parole che salvano

BELLEZZA

Alcuni ritengono la “bellezza” poco importan-te, futile e fugace. Per altri essa significa appa-rire, ostentare. La storia ci insegna, però, qualcosa di diverso. Pensiamo alle splendide cattedrali, al nostro Rinascimento. Attraverso tali opere l’uomo cercava di elevarsi e di raggiungere Dio. Non a caso, nell’antichità dedicarsi alla ricerca della bellezza significava conoscere, perché la bel-lezza “è la meta più alta concessa all’umano intelletto” (Platone). La tensione verso la bellezza è dunque un com-pito che ognuno può (deve?) perseguire nel proprio ambito e con i mezzi che ha a disposi-zione. Perché la ricerca del bello ci spinge a migliorare noi stessi, chi ci sta vicino, il mondo che ci circonda. La bellezza intesa innanzi tutto come cura di sé, come modo di porsi e di pre-stare attenzione ai dettagli, alle cose e alle per-sone. Ricordiamo cosa il regista M. T. Giordana fa dire a Peppino Impastato (vittima della mafia negli anni ‘70) mentre questi guarda Palermo da una collina “Se si insegnasse la bellezza alla

gente, la si fornirebbe di un’arma contro la ras-segnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tut-to il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità; si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale e presto ci si dimentica di come erano quei luo-ghi prima. Ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” (“I Cento Passi” di M. T. Giorda-na). Occorre dunque riscoprire la “bellezza”, anche nell’umiltà delle piccole cose. Educarci alla bellezza. Come dice il filosofo e psicologo L. Pagliarani “è importante l’educazione al bello. Può aumentare il piacere, il gusto, il piacere di mettere al mondo quello che non sarebbe mai nato”.

Irene e Mauro

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 5 28 ottobre 2018

Oratorio NEWS

Intervista al Roby Nell’edizione di settembre avevamo accennato alla bancarella di Roberto, che proponeva mar-mellate, miele, giardiniere ecc. Ora riportiamo una intervista che molto gentilmente il Garga-mella ci ha rilasciato, nel giorno della Festa dell’Oratorio. Fabrizio: Allora Roberto, com’è andata oggi la vendita di marmellate? Roby: Molto bene, come al solito, però io non sono contento, perché più ne vendo più ne devo fare la prossima volta. Fabrizio: Spiegaci un po’ dove prendi tutta questa frutta, per fare le tue amate marmella-te? Roby: La frutta la prendo un po’ da alcuni amici che so che hanno degli alberi da frutto. Oppure se sono in campagna e trovo una pian-ta molto ricca di frutti chiedo al proprietario se posso prenderne un po’. Fabrizio: Quanto tempo ci vuole per fare una marmellata o una confettura? Roby: Dalle due alle tre ore in tutto Fabrizio: Raccontaci come mai ogni anno ci porti queste buonissime marmellate? Roby: Ogni anno offro i miei prodotti per-ché il ricavato della vendita di queste marmel-late, va alla parrocchia che aiuta nella Comuni-tà chi ha più bisogno. Inoltre, sono orgoglioso dei miei prodotti, sono molto appassionato al buon uso dei prodotti della natura. Non voglio che la frutta vada buttata via. Se un amico mi porta della frutta o mi dice di avere della frutta io non posso non andare a raccoglierla: è più forte di me. Fabrizio: Vuoi dirci altro rispetto a questa giornata di Festa dell’Oratorio? Roby: Non c’è una marmellata specifica che faccio per la Festa dell’Oratorio, le marmellate le faccio secondo il ritmo delle stagioni. Ini-ziando a gennaio-febbraio con le arance che vado a raccogliere in Liguria e finisco con le castagne a ottobre e i kiwi a novembre. Però, a dire la verità, per la Festa dell’Oratorio faccio le zucchine in agro-dolce e la giardiniera (verdura mista) perché è molto richiesta. Fabrizio: Vogliamo ringraziare molto Ro-berto per la sua disponibilità !!! Grazie mille Roby !!!

Inizia il percorso

Benvenuti a tutti nella nuova se-zione del nostro mensile I l Raccoglitore, dedicata all’Oratorio e al catechismo. Vi è piaciuto l’articolo sulla “Sette giorni” a Valcanale? Se la risposta è sì al-lora vi piacerà anche questo arti-colo!!! Dopo la lunga e calorosa vacanza, impegnativa tra Orato-rio estivo e montagna, ci aspetta una stagione molto ricca di even-ti, di feste, legate al Signore, al cammino di fede e alla vita della Comunità muggianese. Pensando al catechismo che è iniziato in queste settimane vorrei eviden-ziare un piccolo particolare. Io vorrei tanto che quest’anno du-rante gli incontri di catechismo non si faccia troppo macello e si ascoltino di più le catechiste e il Roberto.

Fabrizio Ranieri

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 6 28 ottobre 2018

Un’esperienza che ha segnato un epoca

EQUO e SOLIDALE a MUGGIANO

Che fine ha fatto la bottega?

La risposta a questa domanda è: ora è chiusa, ma a fine ottobre riaprirà. Però sarà un’altra cosa. Purtroppo la Cooperativa Chico Mendes ha do-vuto chiudere la propria attività aperta a Mug-giano per meglio concentrarsi sugli altri eserci-zi commerciali distribuiti in Lombardia. Però i volontari che animavano la bottega han-no deciso di prenderla in mano per tentare una nuova avventura: oltre a vendere prodotti equo-

solidali la bottega diverrà anche luogo d’incon-tro e per stare insieme, per approfondire argo-menti culturali e sociali, per promuovere inizia-tive solidali, per imparare qualcosa di bello o di utile. Senza dimenticarsi che bisogna anche sta-re bene insieme piacevolmente. Per i muggia-nesi e non solo. Qualcuno suggeriva anche di impegnarsi a pro-muovere il “buon cibo” e i prodotti di qualità, o di ritrovarsi la sera per giocare e parlare. Fermo restando che almeno tre giorni alla settimana il negozio equo-solidale funzionerà. Un piccolo esempio? Ogni settimana si terrà un doposcuola per i ragazzi maggiormente biso-gnosi di attenzione della Scuola di Muggiano, in collaborazione con la Cooperativa Tuttinsie-me. Per realizzare tutto questo i volontari hanno costituito l’Associazione di Promozione Sociale Cous Cous Clan, che affiancherà l’esistente As-

sociazione di Volontariato.

Crediamo che la denominazione “Associazione di Promozione Sociale” già ci aiuti a meglio capire le intenzioni. Il desiderio è di promuove-re una convivenza civile piacevole e attenta ai bisogni delle persone, in cui l’attenzione al be-nessere e alla convivenza si coniughi con “giustizia sociale” e solidarietà. Per tutti, indi-pendentemente dal luogo di nascita. Un compito non nuovo, forse un po’ pretenzio-so ma che ci sentiamo di proporre di nuovo “qui ed ora”: a Muggiano, in cui sempre di più si rischia di risiedere solo per dormire e stare con la propria famiglia; in questo momento, in cui siamo convinti occorra vincere le paure e riacquistare il gusto per la convivenza. Un impegno che, siamo certi, la Parrocchia guarda con occhio benevolo.

In questi giorni stanno procedendo i lavori di ristrutturazione. A fine ottobre ci sarà l’inaugu-razione aperta a muggianesi ed amici. Vi aspet-tiamo: come soci, come amici, come clienti. Scegliete voi.

Mauro Tomè

(presidente pro-tempore dell’Associazione di Promozione Sociale Cous Cous Clan)

Colletta alimentare all’uscita dei supermercati

Occasione di impegno solidale per la raccolta dei viveri da distribuire alle famiglie in dif-ficoltà. I ragazzi di Muggiano hanno risposto con disponibilità alla proposta e ne hanno fatto un momento di lavoro in comune ed allegria.

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Notizie dal Decanato

Il raccoglitore 7 28 ottobre 2018

Gli educatori dei gruppi giovanili del decanato propongono

a tutti i ragazzi dei nostri oratori

la Scuola della Parola per giovani.

Una volta al mese in Chiesa Vecchia

il commento di don Pietro Guzzetti condurrà alla conoscenza della Parola di Dio che si rivolge a tutti, ad ogni età, con un’esposizione chiara e accessibile.

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 8 28 ottobre 2018

Invito degli Scout alla città a “Incontriamo la Parola”

Un’originale “maratona” biblica nella Cappella San Giorgio a Milano, con la lettura integrale e ininterrotta delle Scritture. Coinvolti oltre 1000 volontari, conclusione con l'Arcivescovo e il sindaco Sala.

«Oggi abbiamo più che mai bisogno di riappro-priarci della Bibbia - spiega Gege Ferrario, tra i promotori -. Questa è stata una bella sfida che speriamo possa portare speranza» © Matteo Bergamini

Offrire un’occasione di ascolto, incontro e testi-monianza. È questo lo spirito con cui gli scout di Milano hanno dato il via domenica 14 otto-bre a “Incontriamo la Parola”, la lettura integra-le e ininterrotta della Bibbia. Un’impresa un po’ folle – più di mille i lettori coinvolti e quasi 70 i “custodi” che hanno presenziato giorno e notte –, ma ricca di senso. «Vogliamo riportare la Parola al centro, offrire un momento di fra-ternità e lanciare un segnale di accoglienza e pace – ha detto Gege Ferrario di Ente e Fonda-zione Baden -.

Anche chi non crede può trovare nella Bibbia uno strumento utile per guardare alla propria vita e al tempo in cui viviamo con occhi diver-si. Per questo l’iniziativa era aperta a tutti, cri-stiani di ogni confessione, fedeli di altre religio-ni, atei e scettici». Sulla scia della Lettera pastorale Cresce lungo

il cammino il suo vigore, in cui l’arcivescovo Delpini indica l’ascolto della Parola come eser-cizio spirituale del pellegrinaggio, gli scout in-vitano a prendere del tempo per mettersi davan-ti alle Scritture. In una città che corre veloce, l’impresa è di quelle da «buttare il cuore oltre l’ostacolo», come avrebbe detto il fondatore dello scoutismo Robert Baden Powell.

«Oggi abbiamo più che mai bisogno di riappro

priarci della Bibbia, ma non nego un po’ di ti-more – ammette Ferrario -. Nel cuore di una metropoli grande e complessa chiediamo a più di mille persone di alternarsi per annunciare la Parola: una bella sfida che speriamo possa por-tare speranza». «La Bibbia non è il cuscino della fede ma lo sprone a rivoluzionare la nostra vita – chiude Ferrario -. Dedichiamo l’impresa a don Giovan-ni Barbareschi, scout diventato prete, partigiano e Aquila randagia, che ci ha lasciato il 4 otto-bre. L’idea della lettura integrale e ininterrotta della Bibbia, maturata da tempo, trova nel suo ricordo una motivazione e una forza in più».

Info: cell. 348.3302821; 360.366932

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 9 28 ottobre 2018

La psicologa ai genitori

Educare all’emozione Più facile a dirsi che a farsi!

Questo non significa affatto che dobbiamo assolver-ci come genitori ma bensì che dobbiamo impegnarci ancora di più per insegnare ai nostri bambini l’edu-cazione alle emozioni. E riguardo a questo ora vi riporterei due righe di Goleman (Daniel Goleman è uno psicologo, scritto-re e giornalista statunitense) che mi piacciono tan-tissimo perché riassumono quello che è il problema più grosso nella nostra società oggi: “L’educazione all’emozione ci porta all’empatia, che è la capacità di leggere l’emozione degli altri. E siccome senza percezione dell’esigenza della disperazione altrui non può esserci preoccupazione per gli altri, la ra-dice dell’altruismo sta nell’empatia, che si raggiun-ge con quell’educazione emotiva che consente cia-scuno di conseguire quegli atteggiamenti morali dei quali i nostri tempi hanno grande bisogno: l’auto-controllo e la compassione”.

Solo preparando i bambini a gestire correttamente la propria emotività, potranno usufruire di quel baga-glio interiore necessario per vivere al meglio e per relazionarsi con gli altri in modo equilibrato e sere-no. E spetta ai genitori, ai nonni, agli adulti di riferi-mento riuscire a sottrarre i bambini a quell'analfabe-tismo emotivo che è spesso alla base di tanti com-portamenti dannosi. Un impegno che deve iniziare fin dai primi istanti di vita del neonato, per proseguire e svilupparsi lungo l'età evolutiva. Ansia o tranquillità, rabbia o equilibrio: ogni perso-na sarà quello che l'educazione alle emozioni avrà saputo costruire. Molti genitori lo sanno. Pochi rie-scono ad agire sempre di conseguenza. Che cosa fare allora, o che cosa evitare per vincere la partita?

Non è necessario essere genitori speciali o avere chissà quali competenze. Per educare davvero serve soprattutto saper ascoltare, riuscire a percepire lo stato emotivo del bambino, entrare nella sua "sregolazione" interiore. E saper fare chiarezza. Con decisione e autorità, ma anche con dolcezza. E' dun-que inutile e controproducente arrabbiarsi per i ca-pricci dei bambini, Mostrare rabbia o stanchezza o mostrarsi confusi aggrava solo la situazione: si deve rimanere tranquilli, far vedere al piccolo che mam-ma o papà sanno "addomesticare" e placare la sua "esplosività. "Sono i genitori con le loro interazioni, ovvero con ciò che dicono e fanno quando il piccolo sperimen-ta uno stato emotivo" a fornire ai bambini quella competenza che si struttura, organizza e sviluppa nell'età evolutiva e che poi durerà per tutta la vita.

Più facile a dirsi che a farsi! C'è un'età per educare alle emozioni?

Quando veniamo al mondo, siamo tutti dotati di un corredo emotivo innato: le emozioni vivono e si accendono dentro di noi in modo spontaneo e auto-matico. Potremmo perciò dire che l'educazione emotiva co-mincia fin dal primo giorno di vita. Anzi, già in fase prenatale, la ricerca ha dimostrato che il modo in cui la mamma interagisce con il suo bambino, le parole che gli dice, i gesti con cui rimane in contatto con lui dentro al pancione, la musica che ascolta lasciano un segno significativo sul cervello emotivo del bambino e ne preparano la competenza emotiva. E' chiaro che nei primi mesi di vita, poi, la relazione tra il neonato e gli adulti che si prendono cura di lui costruisce le fondamenta della competenza emotiva che il bambino poi svilupperà in tutto l'arco dell'età evolutiva. Genitori tranquilli, positivi, non ansiosi, capaci di rispondere al pianto del bambino in tempi adeguati e selezionando la risposta giusta in grado di fargli conquistare tranquillità e serenità e riportarlo a uno stato di calma, stanno - così facendo - "costruendo" le sinapsi nervose che permetteranno a quel bambi-no di conquistare una buona regolazione emotiva. Un altro momento cardine per l'educazione emotiva del bambino è il periodo intorno al secondo anno di vita, quando lui può autodeterminare - almeno in parte - il proprio comportamento, dire no e intratte-nere uno "scontro aperto" con i genitori. Si tratta dei "terribili due anni" (così li chiamano gli anglosassoni) in cui la competenza emotiva può essere conquistata dal bambino solo grazie a genito-ri autorevoli, tranquilli, sicuri e soprattutto a loro volta ben regolati (ecco perché nel modello dell'e-ducazione emotiva si sostiene la capacità dei genito-ri di educare il proprio bambino senza ricorrere a urla e sculaccioni). Più facile a dirsi che a farsi!

L'educazione alle emozioni prosegue poi nella scuo-la dell'infanzia, dove il bambino, grazie all'interven-to educativo dell'adulto, può imparare a riconoscere, discriminare e condividere i propri stati emotivi, nominandoli uno per uno e differenziando, per esempio, la rabbia dalla tristezza, la paura dal di-sgusto. Ma il lavoro di educazione emotiva per un genitore non ha mai fine. Lo sa bene chi ha in casa un preadolescente: in que-sta fase della vita, il cervello emotivo del giovanis-simo prende il sopravvento e a volte si manifesta con crisi esplosive, urla e vere e proprie montagne

(Continua a pagina 10)

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 10 28 ottobre 2018

russe tra felicità senza freni e una tristezza ingesti-bile. Madri e padri, che fare per essere bravi genito-ri?

E' a mamma e papà che un bambino implicitamente affida il compito di entrare dentro ai suoi stati emo-tivi, immergersi nel magma un po' indistinto su cui lui non sa fare chiarezza, sperando che il suo stato di sregolazione emotiva trovi in chi si prende cura di lui la gestione più adeguata e le risposte di cui ha bisogno. Sono proprio i genitori, con le loro intera-zioni, con ciò che dicono e ciò che fanno quando il bambino sperimenta uno stato emotivo a fornirgli una competenza emotiva, a dotarlo di un'educazione che in età evolutiva si struttura, organizza e svilup-pa e che poi durerà per tutta la vita. Ogni genitore dovrebbe essere aiutato a gestire in modo adeguato ogni schema d’interazione emotiva con il proprio bambino. E' all'interno di questo schema che il bam-bino impara a dare un valore ai propri stati emotivi, ne comprende il significato e soprattutto apprende come regolarli. Quando il bambino piange è perché uno stato di disagio si accende in lui senza che lui sia capace di poterlo gestire. L'adulto che gli sta a fianco ne intercetta lo stato di attivazione e sregola-zione, cerca di comprenderne il senso e la trasfor-ma in gesti e parole finalizzate a promuoverne la risoluzione. In generale l'adulto deve proporre al bambino una risposta speculare e complementare all'emozione che il bambino prova. Se il bambino è triste va confortato, se arrabbiato va contenuto e aiutato a non trasformare la sua emozione in qual-cosa di violento che fa male a chi gli sta accanto, se ha paura va fatto sentire protetto e rassicurato. E anche per le emozioni positive, il ruolo del genitore è fondamentale: la felicità per un bambino è tale solo se ha al proprio fianco qualcuno che gli vuole bene e con cui può condividerla. Più facile a dirsi che a farsi!

Qualche consiglio concreto per affrontare le di-namiche tra genitori e figli Quasi sempre tra genitori e figli le emozioni fanno "male" quando il bambino non trova negli adulti la capacità di "regolare" le sue emozioni impazzite. I capricci dei bambini spesso fanno arrabbiare i ge-nitori e li "sregolano" emotivamente proprio nel momento in cui dovrebbero mostrarsi capaci di ri-manere tranquilli e di far vedere al bambino stesso che loro sanno "addomesticare" e placare tutta la sua "esplosività". La paura del bambino spesso porta il genitore a far sentire sbagliato il minore che la sta provando. Dire a un bambino "Sei un maschio e i maschi non hanno paura di nulla" significa farlo sentire sbagliato di fronte ad un'emozione molto intensa che lui sta pro-vando. Lo stesso succede anche con i bambini che piango-no per la tristezza conseguente a un lutto. "Sole le femminucce piangono" è un messaggio che impedi-sce ai maschi di entrare in contatto con la propria

tristezza, sentire che è valida ed ha un senso, pas-saggi senza i quali il minore non potrà mai elabora-re e dare il giusto significato all'intensa attivazione emotiva che ha sperimentato. Di fronte ad ogni emozione del bambino, perciò, l'adulto deve entrare nel ciclo di regolazione emoti-va che consiste in sei tappe:

1. attivazione dello stato emotivo nel bambino (il bambino sperimenta un disagio che non sa gesti-re)

2. comunicazione dello stesso da parte del bambino a un adulto con modalità non verbali (per esem-pio, il bambino piange) e solo nella seconda in-fanzia anche attraverso modalità verbali

3. intercettazione da parte dell'adulto dell'alterazio-ne dello stato emotivo del bambino (l'adulto in-tercetta lo stato di disagio del bambino e comin-cia a selezionare la risposta con cui cerca di ge-stirlo, sostenerlo e/o contenerlo)

4. offerta di una risposta basata su gesti e parole che soddisfino il bisogno emotivo espresso dal bam-bino (l'adulto tra le molte cose che può fare, in-dividua e mette in atto quella che gli sembra più adatta ad aiutare il bambino in quel momento e che meglio risponde ai suoi bisogni)

5. sperimentazione da parte del bambino della riso-luzione del proprio stato emotivo (il bambino smette di piangere e comunque affievolisce il proprio stato di attivazione emotiva fino a cal-marsi)

6. conquista nel bambino di un'esperienza di appa-gamento e soddisfazione che lascia nel corpo la percezione chiara che il suo stato di sregolazione emotiva è stato "risolto" grazie all'intervento competente dell'adulto.

In sintesi mi viene da dire che “le ricette” che paga-no, nella relazione tra genitori e figli, siano sempre quelle: l’attenzione, la vicinanza, il tempo, non in-terrompere mai la comunicazione buona o cattiva che sia.

Più facile a dirsi che a farsi!

Maria Adele

(Continua da pagina 9)

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La vita della parrocchia

Il raccoglitore 11 28 ottobre 2018

Verbale del Consiglio Pastorale del 8 ottobre 2018

1. Riflessione sul testo “Documento fi-

nale” del Sinodo dalle gen�

Interventi: <<Abbiamo l’opportunità di essere missionari senza doverci spostare in altri “territori”. Ci si chiede quale sia l’accoglienza che prefiguriamo a chi arriva qui a Milano e in particolare a Muggiano. Il centro di ascolto può essere il prototipo dell’ascolto di prima acco-glienza>>

<<La maggior parte delle persone chiede un aiuto materiale perché si trova in difficoltà. Quello che deve essere prioritario è un attenzio-ne diffusa a situazioni di emergenza nel nostro territorio.>>

La discussione si orienta poi su una presa di coscienza delle “reti” di solidarietà esistenti o che si possono creare anche con iniziative che propongano un incontro, una prossimità anche semplice ma vicina alle aspettative di chi ha bisogno. Si esorta alla rilettura del documento per poter-ne condividere non solo l’analisi ma anche le proposte, dopo un analisi dei bisogni, che la Comunità di Muggiano potrebbe mettere in at-to. Come risposta al documento “Chiesa dalle Genti”, il Consiglio riflette e propone una mag-giore attenzione alla valorizzazione delle inizia-tive già presenti a Muggiano (anche non neces-sariamente nate da un iniziativa della Comunità Cristiana), declinata per ognuno secondo le proprie capacità e disponibilità di tempo. Iniziative già esistenti e da valorizzare: Il Banco alimentare

Collaborazione con le Parrocchie del Decanato

“Diamo Ex Asilo”

2. Calendario pastorale

Il calendario stampato e consegnato (presente in copia sul sito della Parrocchia) viene confer-mato negli impegni con periodicità ricorrente (Catechismo, Ascolto della Parola, Celebrazio-ni ecc.) Si propone di inserire qualche uscita stagionale dell’oratorio proposta a tutti (Catagnata, gite ecc.), ma occorre anche valutare che ci sono già proposte a livello decanale, alle quali ci si po-trebbe o dovrebbe aggregare. Il Calendario sarà disponibile anche sul sito nell’area apposita con aggiornamenti sia all’agenda parrocchiale sia al calendario “web”

3. Verifica della Festa dell’Oratorio del

23 se"embre

<<Nella valutazione dei momenti di festa tenia-mo sempre presente il criterio dello “stile”. E’ importante verificare e confermare con quale stile proponiamo alla comunità di fare festa. Quali le differenze tra le iniziative in oratorio e quelle presenti fuori? >>

Si osservano positività nella partecipazione e nelle occasioni di incontro. La S.Messa nel campo di calcetto è stata un bel momento che ha suscitato facilmente identificazione con il tema della festa.

4. Percorsi di ascolto della Parola in

Parrocchia e in Decanato

Come già fatto in passato, alle proposte decana-li si possono affiancare quelle parrocchiali, ve-rificando non vi siano sovrapposizioni inutili. Si rinnova la proposta de “La Parola pregata” come momento di ascolto della Parola ma an-che di condivisione tra adulti. Gli incontri deca-nali permettono di approfonrire la lettura dei testi, gli incontri parrocchiali offrono l’opportu-nità di condividere i contenuti e di confrontarsi sulle possibili attualizzazioni nella vita perso-nale e familiare.

5. Incontri per la Formazione liturgica

Si specificano le date e i contenuti per la forma-zione degli operatori liturgici, ricordandone l’importanza per il servizio svolto durante le celebrazioni.

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VITA PARROCCHIALE CALENDARIO DEL MESE

CONTATTI

Parroco Don Paolo Rota tel. 3358022541 [email protected] Segreteria parrocchia telefono 02 48911197

(da Lun. a Ven. 9,30 - 11,30 / 15,30 - 17,30)

[email protected]

S.MESSE Lunedì e Giovedì 17,30 Martedì-Mercoledì -Venerdì 8,30 Sabato - Vigiliare domenicale 18,00 Domenica 10,30 - 18,00

APERTURA ORATORIO

da Lunedì a Venerdì dalle 16,30 alle 19,00 Sabato e Domenica dalle 15,30 alle 19,00

BIBLIOTECA Mar-Mer-Ven dalle 16 alle 18 Domenica dalle 11,30 alle 12,30

SERVIZIO PENSIONI Lunedì dalle 17,30 alle 18,30

CENTRO DI ASCOLTO CARITAS Venerdì dalle 16,30 alle 18,30

APPUNTAMENTI FISSI DEL MESE

Lunedì Adorazione Eucaristica 18 - 19 1° Cons.Past.Parrocch. 21,00 Martedì Catechismo 5° el. 1° media 17,00 Mercoledì Lavoro insieme donne 14,30 Catechismo 3°e 4° el. 17,00 Catechesi ADO Gruppo Adolescenti 21,00

Catechesi Gruppo Giovani 21,00 Giovedì Prepariamo la domenica 18-19 PREADO Gruppo preadolescenti 19-20 Sabato Recita S. Rosario 17,30

28 Dom 15 Corso Biblico

29 Lun

30 Mar

31 Mer

OTTOBRE

NOVEMBRE

1 Gio TUTTI SANTI 15 S.Messa Cimitero di Muggiano

2 Ven Comm.defunti Vedi orari e luoghi S.Messe a pag. 2

3 Sab 18 S.Messa in Chiesa per tutti i Ns. defunti

4 Dom San Carlo

5 Lun 16 S.Messa all’Ospedale S.Carlo

6 Mar

7 Mer

8 Gio

9 Ven

10 Sab 10 prime confessioni

11 Dom San Martino Ascolto della parola agli Olmi

12 Lun 21 Gruppo liturgico

13 Mar

14 Mer

15 Gio 21 Consiglio Pastorale con parrocchia Olmi

16 Ven

17 Sab

18 Dom

GIORNATA MONDIALE DEL

POVERO 15 Corso Biblico

19 Lun

20 Mar

21 Mer

22 Gio

23 Ven

24 Sab 19,30 “La Parola Pregata “ catechesi adulti

25 Dom

26 Lun

27 Mar

28 Mer

29 Gio 20,50 “Scuola della Parola” Chiesa Vecchia Baggio

30 Ven

Segreteria di redazione: don Paolo Rota, Antonio Rossi, Franco Rivolta, Romana Melzi, Claudio Galbiati

Hanno collaborato: Franco R., Gruppo Giovani; Irene e Mauro; Mar ia Adele, Fabr izio Ranier i.