MUGGIANO DINTORNI Contraddizioni 25 APRILE: … · ma non fate il mio nome”. L’abitu-dine è di...

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MUGGIANO & DINTORNI e-mail: [email protected] internet: www.muggiano.it A A prile 2015 ANNO XV - NUMERO 4 P.O.W. 24406 L a verità va sempre detta, si sa che alla fine premia... l’anniver- sario della Liberazione che ricorre quest’anno, è solo un pretesto gior- nalistico, una scusa, forse anche una giustificazione per fare que- st’intervista. E’ da qualche tempo che avevamo in mente di risentire le parole di Guido Baroni, uno sti- matissimo personaggio da sempre tra i lettori del nostro mensile. Una personalità, molto nota in zona, ma non perché nella sua vita sia stato un politico o chissà chi, senza dub- bio gli va il merito di essere stato un giusto, una persona corretta, cui in molti, anche nella nostra Reda- zione, in passato si sono rivolti per chiedere un consiglio, un suggeri- mento, anche solo un parere su qualsiasi cosa che si voleva fare. Ed è così che all’alba dei suoi 99 anni ci siamo rivolti a lui per cono- scere le esperienze di guerra, la prigionia, insomma una parte della sua lunga vita. Con Baroni non serve chiedere le cose due volte, “mi sun chì...” – io sono qui – “venite e l’intervista la facciamo, ma non fate il mio nome”. L’abitu- dine è di parlare sempre in mila- nese, con alcuni intercalari in Italiano, quando vuole sottoline- arne l’importanza. Un modo di fare di una volta. Ridiamo e scherziamo in dialetto, ma quando i temi si fanno impor- tanti, di valore, rilevanti... allora si parla in Italiano, così tutti hanno ben chiaro. Spiace dirlo, ma per- sone così non è facile incontrale, forse non ci sono neppure più. “No... Guido – una profonda ami- cizia ci lega da anni – come fac- ciamo? E’ un’intervista. “Ma sì... fasè quel che vourì.. “ (“fate quel che volete!, perdonateci la sintassi del milanese...). Ma entriamo nel vivo del tema. Guido Baroni, classe 1916, compirà 99 anni il 25 maggio prossimo. Ma anche il giorno in cui ci troviamo, per pura coincidenza, è una data da ricordare: martedì 17 marzo ri- corre anche l’anniversario del- l’Unità d’Italia (17 marzo 1861). E’ un geometra molto richiesto ancora oggi, nonostante la veneranda età, ed è un soggetto con un bagaglio d’esperienza e di memorie da rac- contare che supera ogni più arri- schiata immaginazione, a cui sicuramente le parole non man- cano, oltre al dono di saper ascol- tare, con una memoria ferrea. Alla prima semplice domanda, su come si sente, risponde tranquilla- mente che “…il buon Dio non ha ancora bisogno di me ed allora me ne sto qui tranquillo, ringrazian- dolo per la salute che non mi ha mai fatto mancare…”. Inevitabile la domanda a proposito dell’argomento Unità d’Italia alla quale Guido ci risponde in un bat- ter d’occhio e senza tentennamenti. “Dunque… – attacca il geometra – con il senno di poi posso dire che l’Unità del nostro Paese è stata una bella cosa, però non posso dimen- ticare che sono nato un bel po’ di anni dopo e quindi sicuramente non c’ero… In compenso posso rac- contarvi che il 17 maggio del 1917, quando compivo quasi un anno, il mio povero papà Lodovico moriva nella Prima Guerra Mondiale sul Monte San Michele, lasciando sola mia madre con quattro figli piccoli. Una vera e propria tragedia anche se gli zii non ci hanno mai abban- donati…”. La condizione di orfano di guerra, come vedremo in seguito, in realtà qualche vantaggio lo portò. Guido, poi, racconta di quando, compiuti i diciotto anni, ha accom- pagnato in treno la madre che nu- triva da tempo il desiderio di andare al sacrario di Redipuglia in cerca dei resti del marito che, pur- troppo, non sono stati ritrovati forse perché sepolti sul campo di battaglia o versati in qualche fossa comune. C’era una lapide con il nome Baroni Guido, ma era uno zio, il fratello del padre Lodovico, che abitava a Bareggio. Ci parla, poi, del trasferimento a Muggiano nel 1919 dove abitavano i nonni materni; del periodo di scuola passato, dal 3 marzo del 1923, in un convitto per orfani di guerra ad Affori e della sua vivacità a stare in classe, cosa che gli com- portava non poche punizioni e ca- stighi ed un posto quasi in fondo alla classe mentre i più bravi – lui eccelleva in aritmetica – meritavano i primi banchi; della scelta per un indirizzo lavorativo piuttosto che continuare gli studi per i quali era portato; del suo amore per la mec- canica all’interno della “Borletti” e del ricorso alle scuole serali per ot- tenere il diploma di geometra. Tanti aneddoti precisi con l’indica- zione di tutti i nomi delle maestre piuttosto che dei compagni di classe o di lavoro. Sentirlo snoccio- lare particolari di quasi cento anni fa ci lasciava continuamente inter- detti ed a bocca aperta. “Agli esami d’abilitazione per geo- metri – continua il nostro intervi- stato – ero molto amico di un compagno di banco che, a diffe- renza di me, era molto bravo in ita- liano mentre io me la cavavo bene in progettazione e topografia. Per farla breve ci passavamo gli eser- cizi andando a turno nei bagni a nascondere i foglietti scritti in un posticino concordato in precedenza salvo, poi, essere scoperti da un professore…”. E’ un fiume in piena e l’interes- sante racconto si prolunga ben oltre l’ora di cena, tanto che dobbiamo sospendere poiché ancora non siamo arrivati al periodo della guerra che più c’interessa. 8 settembre 1939 Un paio di giorni, senza raffred- darci troppo, e siamo di nuovo in- torno allo stesso tavolo in quel luogo carico di storia e colmo di strumenti di lavoro che hanno ac- compagnato il geometra nella sua lunga vita lavorativa. Ma, visti i risultati della sera precedente, non c’era tempo da perdere e così partiamo subito con la prima do- manda riguardante il “richiamo alle armi” che gli è stato recapi- tato poco tempo dopo essere stato congedato dalla leva obbligatoria che, a quel tempo, durava ben di- ciotto mesi. Guido, per riprendere il discorso, l’altra sera ci aveva detto che lavo- rava come “stagionale” al Lido di Milano e l’8 settembre del 1939 è arrivata la lettera di “richiamo”… “Sì, la lettera in realtà era arrivata una settimana prima, ma era stata nascosta da mia madre, diceva di andare a Fossano dove c’era il mio battaglione di leva. Facevo parte dell’11° Compagnia, III Battaglione Fanteria, Divisione “Livorno”, II Corpo d’Armata. Nel frattempo, però, facendo finta di niente mi sono prima recato ad Alessandria per cercare di essere reinserito negli uffici del Corpo d’Armata. L’ac- coglienza fu molto calorosa, co- noscendomi bene il Capitano comandante la Compagnia, per il quale avevo lavorato durante la leva, mi volle in fureria. Ero l’unico furiere del reggimento non di car- riera. Quel Natale sono tornato a casa in licenza, anche se la guerra era già cominciata, al tempo era- vamo neutrali per gli accordi presi con il ministro inglese Chamber- lain. Le forze italiane contavano come il due di picche a briscola. In- fatti, gli alleati quando ci bombar- davano cercavano di colpire le postazione tedesche e di fare meno danni a noi, proprio per il fatto di non essere considerati propria- mente nemici. Poi ognuno ha raccontato le cose a suo uso e consumo e, da che mondo e mondo, chi perde ha sempre torto e poca voce in capitolo”. 25 APRILE: SETTANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE Nel mese di aprile ricorre un anniversario importante per l’Italia e per tutti noi e cioé il settantesimo anniversario della Liberazione. Abbiamo pensato di celebrarlo con qualcosa di importante ed unico: l’intervista a Guido Baroni, classe 1916, veterano di guerra ed ex prigioniero degli Inglesi che, con grande simpatia e amicizia, ha acconsentito a rac- contarci una parte della sua incredibile vita. La guerra, tre anni di prigionia ed il ritorno casa ben oltre la Liberazione. Il resoconto dei due nostri inviati. P rima, tra il cemento e l’asfalto, sono arrivate le pannocchie, poi toccherà al grano far capolino la pros- sima estate tra i grattacieli di Porta Volta. D’altronde è EXPO che lo chiede e che lo vuole con il suo slogan mangereccio e poi la Lombardia che, a dispetto del terziario e delle industrie, è la regione più agricola d’Italia. Pannocchie&grano sono sicura- mente accattivanti, scenografiche ed educative, ma se riflettiamo un at- timo ci accorgiamo che questi pro- dotti, ostentati come una borsa griffata nella capitale mondiale del 2015, possono diventare il simbolo di una grande contraddizione. L’agricoltura ha bisogno di suolo fertile e la Lombardia negli ultimi anni ne ha consumato parecchio: come si può parlare di cibo a livello mondiale proprio nella regione ita- liana che ha consumato e consuma più suolo di tutti? Un semplice viaggetto lungo le tan- genziali è molto esemplificativo: a nord il paesaggio è prevalentemente industriale, poi, man mano che si gira verso ovest e poi verso sud, la visuale si allarga, vediamo correre campi e prati punteggiati da aziende agricole. Purtroppo anche il verde dell’est, dell’ovest e del sud sono minacciati: la BreBeMi si collega alla TEEM (la nuova Tangenziale Est Milano che fa parte delle infrastrutture accesso- rie a EXPO) che con la ripresa eco- nomica potrebbe unirsi alla futura TOEM (la nuova Tangenziale Ovest), la quale, infine, potrebbe col- legarsi alla Vigevano-Malpensa. Certo, i pendolari, la logistica… ma, senza entrare nei dettagli di queste arterie stradali, ci rendiamo conto che hanno consumato e potrebbero consumare il suolo fertile del Parco Agricolo Sud che produce cibo per gli animali e le persone? Proprio quel cibo tanto decantato da EXPO. I signori dell’Esposizione Mondiale sanno che a due passi da Mori- mondo dove i monaci dell’Abbazia si sono “inventati” le marcite con la cui erba per secoli hanno sfamato il bestiame potrebbero esserci 10 km. di asfalto, larghi 24 metri, in dire- zione Malpensa? I turisti sanno che il mais seminato davanti al Castello Sforzesco arrivava dai campi dell’Abbiatense, zona agri- cola i cui terreni fanno gola a molti? Perché in molti affermano che è neces- sario valorizzare il territorio, le bellezze artistiche, l’eccellenza tecnologica, la filiera agroalimentare, ma nessuno si preoccupa del consumo del suolo? Facciamo pure le strade, intascando mazzette, scandalizziamoci per i mo- vimenti terra delle cosche, semi- niamo il grano tra l’asfalto delle strade, raccogliamo le pannocchie in città, tagliamo i nastri, chiamiamo gli chef che fanno la reclame per le multinazionali alimentari, ma prima di riempirci la bocca di cibo, natura, ambiente, cultura, agricol- tura… beh, è forse indispensabile sciacquarcela con l’acqua dei fonta- nili interrati e inquinati per la no- stra ingordigia economica. Contraddizioni (CONTINUA A PAGINA 10) Simona Borgatti [email protected] Marco Rossetti R.B. Delpero [email protected]

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MUGGIANO

& DINTORNI

e-mail: [email protected]: www.muggiano.it

AAprile 2015ANNO XV - NUMERO 4

P .O.W. 24406

L a verità va sempre detta, si sache alla fine premia... l’anniver-

sario della Liberazione che ricorrequest’anno, è solo un pretesto gior-nalistico, una scusa, forse ancheuna giustificazione per fare que-st’intervista. E’ da qualche tempoche avevamo in mente di risentirele parole di Guido Baroni, uno sti-matissimo personaggio da sempretra i lettori del nostro mensile. Unapersonalità, molto nota in zona, manon perché nella sua vita sia statoun politico o chissà chi, senza dub-bio gli va il merito di essere stato ungiusto, una persona corretta, cui inmolti, anche nella nostra Reda-zione, in passato si sono rivolti perchiedere un consiglio, un suggeri-mento, anche solo un parere suqualsiasi cosa che si voleva fare. Ed è così che all’alba dei suoi 99anni ci siamo rivolti a lui per cono-scere le esperienze di guerra, laprigionia, insomma una partedella sua lunga vita. Con Baroninon serve chiedere le cose duevolte, “mi sun chì...” – io sono qui– “venite e l’intervista la facciamo,ma non fate il mio nome”. L’abitu-dine è di parlare sempre in mila-nese, con alcuni intercalari inItaliano, quando vuole sottoline-arne l’importanza. Un modo difare di una volta. Ridiamo e scherziamo in dialetto,ma quando i temi si fanno impor-tanti, di valore, rilevanti... allora siparla in Italiano, così tutti hannoben chiaro. Spiace dirlo, ma per-sone così non è facile incontrale,forse non ci sono neppure più.“No... Guido – una profonda ami-cizia ci lega da anni – come fac-ciamo? E’ un’intervista. “Ma sì...fasè quel che vourì.. “ (“fate quelche volete!, perdonateci la sintassidel milanese...). Ma entriamo nelvivo del tema.Guido Baroni, classe 1916, compirà99 anni il 25 maggio prossimo. Maanche il giorno in cui ci troviamo,per pura coincidenza, è una datada ricordare: martedì 17 marzo ri-corre anche l’anniversario del-l’Unità d’Italia (17 marzo 1861). E’un geometra molto richiesto ancoraoggi, nonostante la veneranda età,ed è un soggetto con un bagagliod’esperienza e di memorie da rac-contare che supera ogni più arri-schiata immaginazione, a cuisicuramente le parole non man-cano, oltre al dono di saper ascol-tare, con una memoria ferrea. Alla prima semplice domanda, sucome si sente, risponde tranquilla-mente che “…il buon Dio non haancora bisogno di me ed allora mene sto qui tranquillo, ringrazian-dolo per la salute che non mi hamai fatto mancare…”.Inevitabile la domanda a propositodell’argomento Unità d’Italia alla

quale Guido ci risponde in un bat-ter d’occhio e senza tentennamenti.“Dunque… – attacca il geometra –con il senno di poi posso dire chel’Unità del nostro Paese è stata unabella cosa, però non posso dimen-ticare che sono nato un bel po’ dianni dopo e quindi sicuramentenon c’ero… In compenso posso rac-contarvi che il 17 maggio del 1917,quando compivo quasi un anno, ilmio povero papà Lodovico morivanella Prima Guerra Mondiale sulMonte San Michele, lasciando solamia madre con quattro figli piccoli.Una vera e propria tragedia anchese gli zii non ci hanno mai abban-donati…”. La condizione di orfano di guerra,come vedremo in seguito, in realtàqualche vantaggio lo portò.Guido, poi, racconta di quando,compiuti i diciotto anni, ha accom-pagnato in treno la madre che nu-triva da tempo il desiderio diandare al sacrario di Redipuglia incerca dei resti del marito che, pur-troppo, non sono stati ritrovatiforse perché sepolti sul campo dibattaglia o versati in qualche fossacomune. C’era una lapide con ilnome Baroni Guido, ma era unozio, il fratello del padre Lodovico,che abitava a Bareggio. Ci parla, poi, del trasferimento aMuggiano nel 1919 dove abitavanoi nonni materni; del periodo discuola passato, dal 3 marzo del1923, in un convitto per orfani diguerra ad Affori e della sua vivacitàa stare in classe, cosa che gli com-portava non poche punizioni e ca-stighi ed un posto quasi in fondoalla classe mentre i più bravi – luieccelleva in aritmetica – meritavanoi primi banchi; della scelta per un

indirizzo lavorativo piuttosto checontinuare gli studi per i quali eraportato; del suo amore per la mec-canica all’interno della “Borletti” edel ricorso alle scuole serali per ot-tenere il diploma di geometra. Tanti aneddoti precisi con l’indica-zione di tutti i nomi delle maestrepiuttosto che dei compagni diclasse o di lavoro. Sentirlo snoccio-lare particolari di quasi cento annifa ci lasciava continuamente inter-detti ed a bocca aperta.“Agli esami d’abilitazione per geo-metri – continua il nostro intervi-stato – ero molto amico di uncompagno di banco che, a diffe-renza di me, era molto bravo in ita-liano mentre io me la cavavo benein progettazione e topografia. Perfarla breve ci passavamo gli eser-cizi andando a turno nei bagni anascondere i foglietti scritti in unposticino concordato in precedenzasalvo, poi, essere scoperti da unprofessore…”. E’ un fiume in piena e l’interes-sante racconto si prolunga ben oltrel’ora di cena, tanto che dobbiamosospendere poiché ancora nonsiamo arrivati al periodo dellaguerra che più c’interessa.

8 settembre 1939Un paio di giorni, senza raffred-darci troppo, e siamo di nuovo in-torno allo stesso tavolo in quelluogo carico di storia e colmo distrumenti di lavoro che hanno ac-compagnato il geometra nella sualunga vita lavorativa. Ma, visti irisultati della sera precedente,non c’era tempo da perdere e cosìpartiamo subito con la prima do-manda riguardante il “richiamoalle armi” che gli è stato recapi-

tato poco tempo dopo essere statocongedato dalla leva obbligatoriache, a quel tempo, durava ben di-ciotto mesi. Guido, per riprendere il discorso,l’altra sera ci aveva detto che lavo-rava come “stagionale” al Lido diMilano e l’8 settembre del 1939 èarrivata la lettera di “richiamo”…“Sì, la lettera in realtà era arrivatauna settimana prima, ma era statanascosta da mia madre, diceva diandare a Fossano dove c’era il miobattaglione di leva. Facevo partedell’11° Compagnia, III BattaglioneFanteria, Divisione “Livorno”, IICorpo d’Armata. Nel frattempo,però, facendo finta di niente misono prima recato ad Alessandriaper cercare di essere reinserito negliuffici del Corpo d’Armata. L’ac-coglienza fu molto calorosa, co-noscendomi bene il Capitanocomandante la Compagnia, per ilquale avevo lavorato durante laleva, mi volle in fureria. Ero l’unicofuriere del reggimento non di car-riera. Quel Natale sono tornato acasa in licenza, anche se la guerraera già cominciata, al tempo era-vamo neutrali per gli accordi presicon il ministro inglese Chamber-lain. Le forze italiane contavanocome il due di picche a briscola. In-fatti, gli alleati quando ci bombar-davano cercavano di colpire lepostazione tedesche e di fare menodanni a noi, proprio per il fatto dinon essere considerati propria-mente nemici. Poi ognuno haraccontato le cose a suo uso econsumo e, da che mondo emondo, chi perde ha sempre tortoe poca voce in capitolo”.

25 APRILE: SETTANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

Nel mese di aprile ricorre un anniversario importante per l’Italia e per tutti noi e cioé il settantesimo anniversario dellaLiberazione. Abbiamo pensato di celebrarlo con qualcosa di importante ed unico: l’intervista a Guido Baroni, classe1916, veterano di guerra ed ex prigioniero degli Inglesi che, con grande simpatia e amicizia, ha acconsentito a rac-contarci una parte della sua incredibile vita. La guerra, tre anni di prigionia ed il ritorno casa ben oltre la Liberazione.

Il resoconto dei due nostri inviati.

P rima, tra il cemento e l’asfalto,sono arrivate le pannocchie, poi

toccherà al grano far capolino la pros-sima estate tra i grattacieli di PortaVolta. D’altronde è EXPO che lochiede e che lo vuole con il suo sloganmangereccio e poi la Lombardia che, adispetto del terziario e delle industrie,è la regione più agricola d’Italia. Pannocchie&grano sono sicura-mente accattivanti, scenografiche ededucative, ma se riflettiamo un at-timo ci accorgiamo che questi pro-dotti, ostentati come una borsagriffata nella capitale mondiale del2015, possono diventare il simbolo diuna grande contraddizione. L’agricoltura ha bisogno di suolofertile e la Lombardia negli ultimianni ne ha consumato parecchio:come si può parlare di cibo a livellomondiale proprio nella regione ita-liana che ha consumato e consumapiù suolo di tutti? Un semplice viaggetto lungo le tan-genziali è molto esemplificativo: anord il paesaggio è prevalentementeindustriale, poi, man mano che sigira verso ovest e poi verso sud, lavisuale si allarga, vediamo correrecampi e prati punteggiati da aziendeagricole. Purtroppo anche il verde dell’est,dell’ovest e del sud sono minacciati:la BreBeMi si collega alla TEEM (lanuova Tangenziale Est Milano chefa parte delle infrastrutture accesso-rie a EXPO) che con la ripresa eco-nomica potrebbe unirsi alla futuraTOEM (la nuova TangenzialeOvest), la quale, infine, potrebbe col-legarsi alla Vigevano-Malpensa. Certo, i pendolari, la logistica… ma,senza entrare nei dettagli di questearterie stradali, ci rendiamo contoche hanno consumato e potrebberoconsumare il suolo fertile del ParcoAgricolo Sud che produce cibo pergli animali e le persone? Proprio quelcibo tanto decantato da EXPO. I signori dell’Esposizione Mondialesanno che a due passi da Mori-mondo – dove i monaci dell’Abbaziasi sono “inventati” le marcite con lacui erba per secoli hanno sfamato ilbestiame – potrebbero esserci 10 km.di asfalto, larghi 24 metri, in dire-zione Malpensa? I turisti sanno che il mais seminatodavanti al Castello Sforzesco arrivavadai campi dell’Abbiatense, zona agri-cola i cui terreni fanno gola a molti? Perché in molti affermano che è neces-sario valorizzare il territorio, le bellezzeartistiche, l’eccellenza tecnologica, lafiliera agroalimentare, ma nessuno sipreoccupa del consumo del suolo? Facciamo pure le strade, intascandomazzette, scandalizziamoci per i mo-vimenti terra delle cosche, semi-niamo il grano tra l’asfalto dellestrade, raccogliamo le pannocchie incittà, tagliamo i nastri, chiamiamogli chef che fanno la reclame perle multinazionali alimentari, maprima di riempirci la bocca di cibo,natura, ambiente, cultura, agricol-tura… beh, è forse indispensabilesciacquarcela con l’acqua dei fonta-nili interrati e inquinati per la no-stra ingordigia economica.

Contraddizioni

(CONTINUA A PAGINA 10)

Simona Borgatti

[email protected]

Marco RossettiR.B. Delpero

[email protected]

2 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

Cinque Giornatedimenticate

S pettabile Redazione, volevo farnotare ai lettori del mancato ri-

cordo, nessuna menzione, in alcuntelegiornale o servizio regionale,delle Cinque Giornate di Milano.Peccato. Persone, eroi, che hannosacrificato la loro vita per liberareMilano dall’occupazione Austriacae indirettamente permettere a noidi raggiungere le nostre condizioniattuali di vita.

Informare i giovani d’oggi, vistoche sui libri ormai non è più ricor-data questa commemorazione,credo sia un obbligo da parte delleistituzioni. Sono convinto sia fon-damentale richiamare alla memo-ria il passato, non solo intitolandovie o piazze ai caduti di quel pe-riodo, ma anche informando i gio-vani del perché è stato tale, ogniqualvolta che cade l’anniversario.

Forse è più facile ricordare quellegiornate installando le bandierinedel Comune di Milano sui mezzipubblici dell’A.T.M. attirando cosìla curiosità della gente, ma ètroppo poco. Grazie.

Angelo Minora________

Dalla campagnala soluzione

della crisiS pettabile Redazione, ora che

abbiamo un nuovo Capo delleStato, speriamo che il popolo capi-sca che è inutile cercare cose im-possibili e troppo grandi, quandoDio ci ha creati e messi sulla terraper vivere in pace. Siamo nati sìpiccoli, ma lavoratori dei campifino dai tempi antichi. A tale scopo

vi mando una fiabadella civiltà conta-dina, per far capire ailettori del “Il Rile”l’importanza del con-tadino. La vita di campagna ècertamente più anticadella vita in città, per-ché fin dal principiogli uomini abitavanoqua e là secondo leesigenze del vitto.Solo tanto tempodopo si riunirono ecostruirono le città.Perciò questo fatto èun titolo di nobiltàdella campagna ri-spetto la città. Satur-n i o q u a n d o f ucacciato dall’Olimposi riparò in Italia per-ché poteva stare na-scosto e sfuggire alleminacce di Giove. InItalia allora regnavaGiano, al quale Sa-turno aveva conse-

gnato l’agricoltura. QuandoSaturno improvvisamente scom-parve, Giano chiamò Saturnia, gliconsacrò l’altare e ordinò dellefeste in suo onore. Cominciavano il17 dicembre e duravano settegiorni, durante i quali gli Italianisembravano essere ritornati all’etàdell’oro in cui regnava Saturnocome Dio dell’agricoltura. Egli eraraffigurato con una falce in mano,

simbolo delle messi. Il famoso At-tilio Regolo mentre si trovava a la-vorare nei campi, ricevette l’invitodi recarsi a Roma per assumere lacarica di Console. Cincinnato ricevette la nomina didittatore mentre stava nel suo cam-picello, e naturalmente l’elenco sipotrebbe allungare di molto. Il pas-saggio dai lavori agricoli alle altecariche dello Stato era per gli Ita-liani antichi la cosa più naturale delmondo, questo il pensiero di Ca-tone che fu il modello degli uominiantichi, perché la vita di città contutti i suoi agi sembrava agli Ita-liani antichi fiacca e molle. Invecela vita di campagna, con tutte lesue varie occupazioni, dava loro ilsenso della pienezza e della realiz-zazione.La fattoria doveva avere tutti i lo-cali necessari non solo per la vitadegli agricoltori, ma anche localiadatti per il bestiame e per ripararetutti i prodotti della terra. L’aia hasempre avuto grande importanzanell’agricoltura, fino a quando lemacchine agricole hanno permessodi fare quei lavori che un tempo sifacevano a mano. Al buon anda-mento della fattoria doveva con-tribuire anche la moglie delfattore; quali siano i suoi doveri loafferma un passo tratto da Ca-tone. Le galline nell’economia do-mestica hanno la loro importanza,perciò in un trattato d’agricolturalasciatoci da Palladio Rutilio, fra ilterzo e quarto secolo dopo Cristo,non manca un cenno anche su que-st’argomento. Ora nel 2015, il contadino che hafatto vivere il mondo intero, dal no-stro Stato e dai suoi funzionari èquasi ignorato, pensano solo allapolitica che è diventata un’indu-stria redditizia superiore a tutte lealtre. Lottano a forza di promesseper mantenersi il seggio. Quandosono in crisi come ora aumentanole tasse e mettono in crisi un po-polo intero. Ma non pensano queicervelloni che il contadino quandoviene una grandinata, o una moriadi bestiame, o un incendio nonguarda ai responsabili, perché saperdonare. Ma prima di far pagareai lavoratori i danni, elimina tuttele spese superflue, incrementa ilreddito domestico, lavora dodiciore al giorno e fa come le formichenel risparmio. Guardino anche il passato, il go-verno De Gasperi, con l’8% di IGEe il 12% di imposte, con una guerrapersa, in due legislature è riuscito

a sanare l’Italia e a portarla ad es-sere uno dei sette paesi più indu-strializzati del mondo. Il popoloItaliano ha tutti gli anticorpi persuperare questa crisi, perché ilcontadino con l’amore del lavoro,coniugato con l’inventiva e la peri-zia, ha formato il progresso indu-striale di cui gli Italiani sono fieri.Perciò ora che hanno il comando inmano con le votazioni, sappianodare il voto a chi vuole vivere conil proprio lavoro e non con la spe-culazione o la furbizia. Perché anche San Paolo in unadelle sue lettere scrive: chi non la-vora neppure mangi. E Papa Pio Xdiceva: assistenza e carità sono do-veri sociali, ma è irresponsabile sela si fa a chi non è povero o malato,perciò prima di fare la carità e l’as-sistenza bisogna assicurasi che nonsia un furbo che non ha voglia dilavorare.

Olindo Lazzaron________

Amministrazionedeludente

C hi aveva sperato nella “rivolu-zione arancione” nel Comune

di Milano (con quante aspettativeabbiamo contribuito ad eleggerePisapia!) non può che rimanere de-luso da come stanno andando lecose nei Consigli di Zona, o quan-tomeno in Zona 6 e 7. Certo vi siprendono iniziative interessanti suvari  ambiti  locali, pensiamo adesempio a quelle rivolte all’aggre-gazione sociale e l’intrattenimentodei cittadini, ma sulle questioni perle quali a decidere è un assessore,allora le cose cambiano. Sembra cisi limiti ad attendere con religiosariverenza le sue disposizioni. La realtà è che Milano è governatada due o tre assessori che fanno edisfano sulla base delle loro con-vinzioni,  anche sagge; ma questeprocedure hanno  ben  poco a chefare con la partecipazione, e ab-biamo visto che cos’è successo peril caso della Via d’Acqua. Il decentramento non funziona me-glio di quanto (non) funzionavacon la vecchia Amministrazione e i

cittadini anzi devono fare più faticaa farsi ascoltare: allora il centro-si-nistra nei Consigli di Zona dialo-gava e faceva alcune battaglie conloro. Ora invece, sulle questioni im-portanti, diventato maggioranza,aspetta l’assenso  della Giunta,senza avere neppure il coraggio,non si dice di criticare, ma neppuredi fare proposte, di avanzare sug-gerimenti, di sostenere dei punti divista, forse temendo che non sianoquelli dell’Assessore alla partita. Dal canto loro gli Assessori nonsembra che accettino le osserva-zioni neppure dei Consiglieri diZona: la sinistra al potere non tol-lera critiche, tanto meno della suastessa maggioranza! Ed ecco spie-gata la politica “attendista” deiConsigli di Zona sulle questioniimportanti: tutto è lasciato ai tempie ai modi dell’Assessore di riferi-mento. Un esempio? Si può tornare ancorasul grave caso del P.I.I. “Parri –parco dei Fontanili”: la prorogaanche di alcuni anni della realiz-zazione delle opere di urbanizza-zione (sistemazione a verdepubblico delle aree rimaste libere,passerella ciclo-pedonale su viaParri) e dei servizi a standard qua-litativo (centro sportivo con piscinae palestra, centro polifunzionale in-tegrato) rispetto all’ultimazionedegli edifici privati residenziali, giàabitati; l’abbattimento della cascinaCassinazza, anziché il suo previstorecupero; la distruzione degli ortiurbani di via dei Calchi Taeggi, rea-lizzati dal Comune nel 2010 conuna spesa accertata finora di più di350.000 euro. Si sta formando unaperiferia che, nonostante l’inter-vento edilizio e il suo carico inse-diativo, rimane senza negozi, senzauna piazza: manca proprio un’ideadi quartiere, di città.Ricordate Pisapia che dal palco in-vitava i suoi elettori a non abban-donarlo? Ecco, ci sembra che siastato lui ad abbandonare noi e lenostre periferie. 

Andrea GiorcelliConsigliere della Zona 7

(capogruppo Verdi-Ecologisti)

Elisa ScaranoConsigliera della Zona 6

(capogruppo Verdi-Ecologisti)

“Il Rile” si può trovare ogni mese gratuitamente presso:Muggiano: Macelleria Rossetti, Panificio Muggiano, ParrocchiaSanta Marcellina, Cafè K2, Associazione Amici del Quadrato,Merceria ‘Il Borgo’, Cooperativa Muggiano, Scuola Elementare,Parrucchiere ‘Millennium’, G.S. Muggiano Calcio, Banca Intesa,Lago dei Cigni, Centro Dentistico Polispecialistico, Parafarma-cia, Panta Rei. - Quartiere degli Olmi: Panificio Senna, EdicolaOlmi, Banca Intesa, Farmacia Olmi, Farmacia Comunale, ArciOlmi, Parrucchiere ‘Euro Fashion’, Bar Betulle, Elettro Olmi,AICS Olmi, Panettiere via Betulle, Scuola Elementare e Media,Simon's Bar. - Quarto Cagnino: Associazione ‘Mondo Donna’,‘El Prestinee de Quart’. - Quinto Romano: Azienda AgricolaVerga, Edicola, Parrocchia Madonna Divina Provvidenza, Bi-blioteca ‘Quintochelegge’. - Baggio: Comando Vigili Zona 7,Consiglio di Zona (piazza Stovani), Consiglio di Zona (Sede),Croce Verde Baggio, Edicola via Rismondo, Biblioteca diBaggio, Centro Culturale Ronchi, Centro Polispecialistico 33,Cava Aurora, Parrocchia Sant’ Anselmo, Avis, Aido, Panificio divia Gianella, Libreria Lineadiconfine, Ottica Montesano, Edicoladi via delle Forze Armate 346, Sindacato Pensionati, Poliambu-latorio di via Masaniello, ‘A 4 Zampe’. - Cusago: CartolibreriaForni, Viridea, Ristorante ‘Il Magione’, Agenzia ‘Girovaga’, Bi-blioteca, Centro Prelievi, Mercatino Antiquariato, Bar Ravelli,Tabaccaio, Salumificio Mericco, Circolino Monzoro. - Corna-redo: Officina Citroen Magistrelli. - Settimo Milanese: Biblio-teca Comunale Settimo, ‘Matmar Graphic’, ‘L’Albero dellaFrutta’, ‘Garden Ravelli’ di Seguro. - Trenno: Cascina Campi- Trezzano sul Naviglio: Comune, Centro Socio Culturale. -Cesano Boscone: Cinema Cristallo, Caf ACAI, Zini, Edicolavia Libertà, Farmacia dott. Camera, Centro Culturale VillaMarazzi, Ottica Crepaldi, Benzinaio via Pasubio, Studio Me-dico ‘Dentaltre’, Lavanderia ‘Arte e Sapone’, Edicola di viaGaribaldi, ‘Spighe d'oro’ (Circolo Anziani), Le Grotte di Sale.- Cisliano: ’Stilcasa’, Benzinaio Tamoil. - Magenta: Libreria‘Il Segnalibro’.

Anno XV – Numero 4 – Aprile 2015 – Copie 3.000

Aut. Tribunale Milano N. 766 dell’1.12.2000

Editore: Associazione Culturale “Il Rile”

Redazione: Largo Don Saturnino Villa, 2 - 20152 MilanoTel. 333.2152427 - Fax 1782244934

Presidente: Marco Rossetti - [email protected]: Renato Bortolo Delpero - [email protected] Resp.le: Andrea Ferrari - [email protected]

Responsabile Pubblicità: Nadia Isola - [email protected]: Guido Torti, Andrea Rossi, Moreno Frigerio

Davide La MonacaSergio Bulgaro ed Elio Signorini (in memoria)Disegno in prima pagina: Roberta Canepa

Impaginazione: Renato Bortolo DelperoCorrettore bozze: Angelo Ferrari

Stampa: Tipografia Landoni - Milano - Via Martinetti, 15Distribuzione: Guido Torti, Andrea Rossi

Hanno collaborato a questo numero: G. Castronovo, D. Acconci, G. Uberti, L. Malchiodi, G. Paniati,

G. Sisti, R. Gariboldi, L. Lenzini, M.E. Peinado, S. Borgatti, G. Ciappina, M. Baroni, W. Cherubini.

Chiuso in redazione il 20/03/2015La prossima data per inviarci gli articoli è il 15/04/2015

Il Rile pubblicherà, nei limiti di spazio disponibile, tutti gli articolifirmati fatti pervenire in tempo utile. Eventuali invii postali sonoda indirizzare a Guido Torti, via Lucera n. 13 - 20152 Milano.

Muggiano& dintorni

Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione del-l'autore, non necessariamente quella della Redazione.L'invio di immagini e testi implica l'autorizzazione del-l'autore alla pubblicazione. In nessun caso verrannopresi in considerazione testi anonimi. La Redazione nonrisponde di indicazioni errate nelle locandine che pub-blicizzano (gratuitamente) eventi di qualunque genere.

COME SOSTENERCIConsegna del mensile garantita a domicilio: contributoannuale di 10,00 euro, mediante bonifico intestato a:Associazione Il Rile - Largo Don Saturnino Villa n. 2 -20152 Milano - Banca Prossima - Filiale n. 07585 - AgenziaMuggiano - via A. Mosca, 180 - 20152 Milano - IBANIT61 J033 5901 6001 0000 0128 629 oppure contattare laRedazione al cell. 333.2152427 dalle ore 20 alle ore 21.

Lettere allaRedazione

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Il sentiero nel bosco

C amminai adagio, strisciando i miei piedi nel viottolo e dissi: è così bellala pioggia. Accarezzai la terra con i miei passi dicendo: terra ti amo,

domani sarai padrona di me stesso, mi avvolgerai come un lenzuolo. Ora ticalpesto, ti odio e ti amo perché mi hai fatto nascere con le tue sostanze nu-tritive, è così bella la pioggia, abbracciai alberi nudi, spogliai le mie radicinel sentiero bagnato e scivolai nelnulla. Come oggi di fronte all’im-mensità divenni partecipe di unmondo che non mi apparteneva, ècosì bella la pioggia, anche unuomo può amare una donnasenza spogliarsi delle sue radici evivere, è così bella la pioggia, forse...non è il sentiero nel bosco, mabensì il percorso della mia vita.

Aldo Maspero

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3Aprile 2015Muggiano

& dintorni

R enzo: amici… più passa iltempo e sempre più non vorrei

recarmi ai seggi elettorali.Ludovico: come mai?Renzo: l’eccessivo numero di poli-tici inquisiti e di politici che, tra-dendo la fiducia loro concessa daglielettori, cambiano casacca con cosìtanta facilità, mi sta convincendosempre più dell’inutilità del miovoto. Questi politici mi ricordanotanto i Proci di omerica memoriache gozzovigliavano nella reggia diItaca durante l’assenza di Ulisse. Rodolfo: e quindi?Renzo: devo confessarvi che alleprossime elezioni sono orientatoverso l’astensione.Giacomo: ma la situazione non puòche peggiorare se sono in tanti coloroche, pensandola come te, non si re-cano ai seggi elettorali. Questa ovvia-mente è la mia opinione personale.Lei… prof. Vezio cosa ne pensa?Vezio: avrai pure ragione caroRenzo…, ma più saggezza hal’amico Giacomo. Caro Renzo…permettimi che lo sottolinei, non èche lavandotene le mani in modopilatesco riesca a risolvere i graviproblemi da te evidenziati. Anzi, iltuo “lavartene le mani” aggrave-rebbe, e di molto, la situazione.Sappiamo tutti quali furono le con-

seguenze per Gesù Cristo dopo chePonzio Pilato “si lavò le mani”: lafolla, prendendo in mano la situazione,gli preferì Barabba e fu così che GesùCristo finì in croce.Amici… bisogna saper analizzare itesti evangelici! Ci riservano, an-cora, dopo quasi duemila anni,delle sorprese di una tragica attua-lità, talvolta sconvolgenti.Puntuale, in tal senso, il capitolo 27del Vangelo di San Matteo dove leg-giamo che “venuto il mattino tutti isommi sacerdoti e gli anziani delpopolo tennero consiglio controGesù per farlo morire. Messolo incatene lo consegnarono a Pilato. Perla festa egli (cioè Pilato) era solito ri-lasciare un carcerato a loro richie-sta… Allora Pilato disse loro: voleteche vi rilasci il re dei Giudei? Ma isommi sacerdoti e gli anziani per-suasero la folla a richiedere Barabbae a far morire Gesù... Tutti urlarono‘sia crocifisso…’ Pilato, poiché nonotteneva nulla si lavò le mani da-vanti alla folla. E tutto il popolo ri-spose: ‘Il suo sangue ricada sopra dinoi e sopra i nostri figli’”.Cari amici… una prima osserva-zione: quella folla non agì da sola;venne invece organizzata, pilotata egestita da menti di persone che nonerano, poi, così tanto invisibili: sitrattava, infatti, dei sommi sacerdotie degli anziani del popolo, personeche per la posizione sociale occupataerano nella condizione, diremmo

oggi, di “formare l’opinione pub-blica”. Seconda osservazione: avretenotato come l’evangelista Matteoutilizzi a volte il termine “folla”, avolte il termine “popolo”. Non visfuggirà sicuramente, nell’ambitodella riflessione che stiamo svol-gendo, come il “popolo” rappresentiil “tutto”, mentre la “folla” rappre-senti una “parte del tutto”. Amici…nel nostro caso non possiamo ancoranon osservare come, pur essendo lafolla (cioè una parte: sicuramentenon sarà stato che qualche migliaiodi persone) a chiedere la condannadi Gesù, alla fine però il titolare delladecisione finale risulta il popoloebraico, cioè il tutto.Riassumendo diremo: È la folla a de-cidere, ma la decisione risulta adot-tata da tutto il popolo ebraico.Marco: prof.… lei all’inizio ci ha par-lato di “sorprese di una tragica at-tualità”. Ma qual è in concretol’insegnamento che Renzo e credotutti noi elettori dobbiamo trarredalla vicenda evangelica da lei illu-strataci? Vezio: mi sia consentito risponderea Marco prendendo come esempiol’attività di un organo costituzionaleche tutti noi conosciamo, perchéemanazione diretta di noi elettori: ilParlamento quando adotta le suedecisioni. Qualcosa di simile alla vi-cenda che duemila anni fa videcoinvolti come protagonisti GesùCristo, Ponzio Pilato e il popoloebraico, è recentemente successoalla Camera dei deputati dove sola-mente 308 Onorevoli, sui 630 checompongono il plenum dell’Assem-blea, hanno votato ed approvato inprima lettura la riforma della nostraCostituzione. E 308, è bene ricor-darlo, sono addirittura meno dellametà di 630! Ma, alla fine, il Presi-dente leggendo il risultato della vo-tazione, ha così concluso il suo

intervento: “la Camera approva”.Proprio come è avvenuto a Gerusa-lemme dove la decisione di crocifig-gere Gesù Cristo, sebbene presa dauna folla composta da qualche mi-gliaio di persone, alla fine fu attri-buita all’intero popolo ebraico.Amici miei… quanto successo allaCamera dei deputati dove una mi-noranza (308 su 630), approfittandodi una maggioranza (322 su 630)che “se n’è lavate le mani” abban-donando l’Aula parlamentare, ha

approvato la modifica della nostraCarta costituzionale:– da una parte attualizza più chemai le modalità procedurali, attra-verso le quali s’è sviluppata la vi-cenda consumatasi a carico di GesùCristo duemila anni fa a Gerusa-lemme;– dall’altra induce ad affermare che”l’astensione significa con certezzadarla vinta in partenza all’avversa-rio, anche quando questi è nume-ricamente minoranza e, fattoaltrettanto grave, a prescindere dallacircostanza che sia dalla parte giustao dalla parte sbagliata”.Amici… ritornando al punto dacui siamo partiti, e cioè da Renzoche, così come tanti altri, nonvuole recarsi più ai seggi elettorali,non risulterà molto difficile, allaluce del dibattito e dalle riflessionisvolte da noi tutti, applicare ancheai nostri giorni la vicenda evange-lica “Pilato, crocifissione di Gesù epopolo ebraico” e trarne le logicheconseguenze.(Dai dibattiti svolti al Circolo dellaConcordia).

Cosa insegna il “lavarsene le mani” di Ponzio Pilato? In questoarticolo il professor Vezio, con le parole di Giuseppe Castronovo,prendendo spunto da quanto successo nel Parlamento Italianocon l’approvazione di una modifica della Costituzione, interpretaquanto accaduto avendo come guida il Vangelo di Matteo. Laconclusione è chiara: bisogna sempre partecipare alle ele-zioni, perché il lavarsene le mani, cioè l’astensione, favoriscela minoranza che sovente è anche dalla parte della non ragione.

Giuseppe Castronovo

gcastronovo.blogspot.it

Elezioni: le conseguenze dell’astensione

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Centro Carlo PomaG rande successo di pubblico lo scorso 21 marzo al

Centro Socio Culturale Carlo Poma in via CaioMario, 18 a Quinto Romano, dove si è tenuta un’im-portante manifestazione con diversi eventi, tutti conlo scopo di movimentare la vita del quartiere. Duecento le persone che hanno visitato due mostre,una di cartoline vecchie di Milano (La cartolina illu-strata a cura di Sergio Ivano Renzi) e la seconda di fo-tografie (Milano cos’era e com’è a curadell’associazione Amici di Buccina-sco). In molti, poi, hanno assistito al-l’originale lettura in quattro lingue(Arabo/Francese/Italiano e Mila-nese) della poesia “Un cortile di Mi-lano” di Domenico Clema e ClaudiaPistura Stringhetti. La lettura dellaversione in meneghino, in partico-lare, ha avuto un ottimo riscontro. Ma c’è stato anche un grande spazioper le signore della maglia... La Si-gnora Mitti, nota acquerellista delNaviglio Grande che ha fatto na-scere l’iniziativa di una lungasciarpa per il Naviglio con l’associa-zione Coinvolgente – di cui, tra l’al-tro, proprio qualche mese fa

abbiamo ampiamente scritto sul nostro mensile – haricevuto una sciarpa di ben 108 metri realizzata amano dalle “ragazze” del centro che per un anno sisono ritrovate il giovedì pomeriggio per chiacchie-rare, socializzare e lavorare a maglia ma, soprattutto,stare insieme. Una grande soddisfazione da entrambe le parti, masoprattutto un modo per coinvolgere le persone an-ziane del centro in attività sociali. Non mancheremoin futuro di approfondire l’attività del Centro SocioCulturale Carlo Poma.

Il gruppo delle signore di Quinto Romano, che hanno contribuito alla realizzazione della sciarpa, con la signora Mitti al centro

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4 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

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Muggiano& dintorni

S fatiamo fin da subito un’infon-data quanto diffusa convin-

zione sulla presunta mancanza divarietà della cucina vegan. In realtàchi è diventato vegan ha riscopertola passione per la cucina. E nonpuò essere diversamente. Infatti, la cucina vegan induce allapreparazione di piatti e ricettenuove, “costringe” alla manipola-zione, all’interazione e alla ricerca diingredienti che sono scoperti, osser-vati, gustati e apprezzati come maiin precedenza. Si rivelano legamicon ingredienti vegetali e naturali,si riscopre la piacevolezza delladieta a colori (le verdure, infatti,hanno mille tonalità), aumenta ilpiacere della condivisione delle ri-cette, lo scambio di idee e delleesperienze sui giornali dedicati e neiforum piace molto ai fruitori. È indubbiamente molto utile parteci-pare ai corsi che i vari gruppi veganorganizzano in tutte le città, consentedi osservare un cuoco vegan al-l’opera, permette di verificare iltempo necessario per la preparazionedei piatti, dà la possibilità di intera-gire con chi lavora abitualmente conla cucina vegan e alla fine è possibilefinalmente degustare il risultato. Basta leggere i forum per rendersiconto dell’entusiasmo con cui cen-

tinaia di persone descrivono conpiacere i propri piatti quotidiani equanto soddisfacente e buono siastato il loro pasto. Insomma, tuttol’opposto di chi ritiene che la cu-cina vegan non abbia varietà.

Ingredienti tradizionali e nuoviLa cucina vegan ci regala una vastagamma di ingredienti che sonoquelli più tradizionali della nostracultura mediterranea, solitamentepenalizzati dalle scelte dell’attualeindustria agro-alimentare: cereali,verdura, legumi, frutta, noci e semi,un tesoro enorme eppure un giaci-mento pressoché inesplorato. Gli ingredienti base sono moltoscarsamente impiegati nella quoti-diana cucina onnivora, fatta per lopiù di carne, formaggi e uova e pocoaltro, se non pasta, pane e riso. Sonoin numero relativamente ristretto,quindi, e preparati d’abitudine conpoca fantasia: dicendo “verdure”vengono in mente solo l’insalata o leverdure bollite e dicendo “legumi”vengono in mente solo i fagioli les-sati o qualche zuppa. Invece le de-cine di migliaia di ricette vegandisponibili sui ricettari cartacei e on-line, presentano uno scenario bendiverso e ben più ricco: un vero pia-neta da esplorare, ricco di sorpreseper il palato, che ci porta a contattocon tradizioni culinarie e alimentidimenticati.

Accanto a questi ingredienti tradi-zionali da riscoprire, ne troviamoaltri, altrettanto tradizionali, malontani dalle nostre abitudini: glisvariati elementi a base di soia e ilseitan. Dalla soia i popoli orientaliricavano da millenni il latte di soia,utile nella preparazione di ricettesalate e dolci, che si usa in cucina alposto del latte vaccino. Non ha gli

svantaggi di quest’ultimo (grassi eproteine animali, indigeribilità permolti) mentre ha tutti i vantaggi diuna bevanda vegetale e sana. Cagliando poi il latte di soia (con illimone, l’aceto o il nigari, sostan-zialmente cloruro di magnesio) siottiene il tofu, che viene da alcunidefinito “formaggio di soia”, mache in realtà non ha molto a che ve-dere con il formaggio, al di là delprocesso di produzione; il tofu èutile nella preparazione di tante ri-cette salate e dolci, perché è insa-pore e assume il gusto degli altriingredienti con cui lo si cucina. Il seitan, invece, si ricava dal glu-tine, la parte proteica del frumento.

Dopo una cottura nel brodo vege-tale, si ottiene un prodotto che sipuò utilizzare per la preparazionedi polpette, ragù, scaloppine, spez-zatino e così via. Esistono poi ancheuna miriade di piatti pronti o d’af-fettati vegetali (a base di seitan, ditofu, di entrambi, o di seitan conaggiunta di legumi), würstel vege-tali, ecc., che hanno la caratteristica

di avere forma simile ai prodottigià in commercio a base di carne,ma che sono invece 100% vegetali,con un sapore diverso e ancora piùinvitante dei corrispettivi carnei, epiù sani.

Tempo e costiCucinare vegan o onnivoro è equiva-lente, in termini di velocità e minutida impiegare nelle preparazioni ecotture; come sempre, dipende dache cosa si cucina, se i piatti sono piùo meno elaborati, se usiamo ingre-dienti freschi o ci accontentiamo diquelli surgelati o in scatola. Da questo punto di vista le cosenon variano, invece dal punto divista “economico” sembra proprioche la cucina vegan ci fa rispar-miare! D’altra parte, è abbastanzaovvio: gli ingredienti vegetali co-stano meno di quelli animali, vistoche, a propria volta, il costo di pro-duzione è molto più basso. Lacarne costa poco rispetto a untempo, perché i produttori utiliz-zano metodi intensivi, per giuntaricevendo sussidi statali di filieraquindi, di fatto, quello che non sipaga al supermercato, sovente lo sipaga in tasse... Il tofu costa decisamente meno diun corrispondente formaggio dipari qualità, il seitan costa menodella carne, anche se si tratta peresempio di cibi che costano di piùdei cibi vegetali “tradizionali”. L’unico ingrediente che potrebbecostare di più rispetto al suo corri-spondente di origine animale è illatte di soia, ma, siccome non se nebevono decine di litri al giorno, ilpiccolo costo aggiuntivo è più checoperto dal risparmio in tutto ilresto del menu.

Un menu tipo di una settimanaQuello che vorrei invece fornire quiè un semplice esempio di piattiquotidiani inseriti in un menu-tiporealistico, solo per rendere l’idea diche cosa un vegano medio abitual-mente mangi.

A colazioneBevande: latte di soia alla vanigliacon orzo solubile; caffè; the al li-mone; cappuccino di soia (al bar ofatto in casa); frullato di frutta fre-sca e latte di soia; spremuta.Cibo: fette biscottate con la mar-mellata; biscotti (in qualsiasi super-mercato ce ne sono di diversemarche senza latte, uova, burro,miele); sfogliatine; muffins; unafetta di panettone o colombavegan, in stagione; crackers.

In mensa/fuori casaPrimi: riso all’orientale, pasta aglioolio e peperoncino; zuppa di le-gumi; pasta in bianco o al pomo-doro più lievito in scaglie, pastacon legumi, vellutata di asparagi.Contorno: cicoria piccante; polentaal sugo di pomodoro; verdure e le-gumi misti freddi; verdure alla gri-glia; piselli stufati con cipolla,anelli di cipolla.

Spuntino/merenda pomeridianoUna manciata di frutta secca (noc-ciole, noci, mandorle, pinoli, nocibrasiliane, ecc.); crackers; frutta;frullato; un tramezzino con tofu,pomodoro fresco e maionesevegan; the coi biscotti; un budino.

A cena durante la settimanaCi sta bene un piatto unico, e se sitratta di una combinazione “se-condo più contorno” si può ag-giungere del pane. Ad esempio:tortiglioni al cavolo nero; risotto diverdure miste di stagione; puré dipatate e frittata di farina di ceci conla cipolla; cous-cous con fagiolicannellini e cavolfiore al curry;porri al forno con lenticchie rosa.

Nei weekendAnche in questo caso consigliabilepreparare piatti unici, però le ricettesono un po’ più elaborate, visto chec’è più tempo e ce n’è la possibilità.Torta salata di bieta e tofu conpasta di pane più insalata mista;tartine di paté di ceci e maionesefatta in casa più pasta al forno conradicchio rosso e besciamella; sei-tan al vino bianco più spinaciall’olio con dadini di patate; pol-pette di melanzane più piadinafarcita di guaca mole, radicchio diTreviso e belga saltata ai frutti dicappero, pasta con purea di zuccae fagioli borlotti; tofu alle carotepiccanti, burger di spinaci, spezza-tino di seitan e piselli, brasato diseitan al barolo.Per quanto riguarda i dolci, non c’èche l’imbarazzo della scelta: ba-nana bread, pan brioche, strudel dimele; sfoglia ai lamponi, muffinsalla cannella; torta morbida al cioc-colato e buccia di limone; semolinidolci fritti.Da leccarsi i baffi! Credits: MarinaBerati, “Perché vegan”.

Daniele Acconci

Festa dello spezzatino Seitan

Grande festa in cucina: lo stile veganLo stile alimentare vegano non permette di annoiarsi, e questascelta rappresenta davvero una grande festa in cucina: rompe laroutine quotidiana, e conduce ad esplorare nuove possibilità,nuove ricette, nuovi piatti. La scelta si allarga, si possono assag-giare cose diverse, con gusti sconosciuti che regalano nuovesensazioni. Alla vigilia di Expo, che avrà proprio come tema l’ali-mentazione, non possiamo tralasciare quest’importante tema con

il valido supporto di Daniele Acconci.

Sotto la chiesa vecchia di Baggio“C’è un tesoro nascosto sotto la chiesa di San-

t’Apollinare”. Con questa frase avevamoaperto la Sagra di Baggio del2013. Quell’anno, infatti, unaindagine condotta con unaavanzatissima tecnologia dalPolitecnico di Milano aveva mo-strato la presenza di antiche fon-damenta, manufatti e sepolturesotto il pavimento. Curiosi ditutto il mondo state attenti! Daquest’anno non si potrà più dire“c’è un tesoro sepolto” perché fi-nalmente, quel tesoro, sarà dis-sotterrato. Da aprile partirà, infatti, unoscavo archeologico che proseguiràper tutta l’estate. Una novità asso-luta che il Comitato dell’organo diBaggio ha pensato di presentarealla cittadinanza attraverso unaserata. Quando? L’appuntamento

è fissato per mercoledì 22 aprile, alle ore 21, nella vec-chia chiesa di Sant’Apollinare in via Ceriani 3. La serata sarà condotta da Marco Peruffo e da GiorgioUberti, autori del libro sul complesso monumentaledi Sant’Apollinare e vedrà la partecipazione del Pro-

fessor Furio Sacchi, docente diArcheologica Classica dell’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuoree di un rappresentate dello Stu-dio Formica che da quasi setteanni segue le campagne di re-stauro della chiesa vecchia. Gliinterventi saranno scanditi dabrevi brani musicali. Finalmente sarà possibile averemaggiori informazioni sulla fon-dazione della chiesa, fino ad oggiipotizzata attorno tra il IX e il Xsecolo. La nostra speranza è chela terra ci sveli che un’anticastruttura esisteva già nel IV se-colo. Per ora restano solo suppo-sizioni… ancora per poco!

Giorgio Uberti

Il capitello corinzio della prima metà del I secolo d.C. rinvenuto nel 1874 durante i lavori di abbattimento dellachiesa medievale di Sant’Apollinare

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5Aprile 2015Muggiano

& dintorni

P er “Vino naturale” s’intende unvino prodotto in modo rispet-

toso dell’ambiente e salutare perchi lo consuma e di conseguenza diqualità migliore e ben connotatogustativamente. Nelle settimane scorse abbiamo vi-sitato due eventi ai quali hannopartecipato molte aziende prove-nienti da tutta Italia e anche dal-l’estero: il salone del Vino diPiacenza Live 2015 (14-15-16 feb-braio) e Live Wine a Milano (21-22-23 febbraio). Entrambi, sebbeneravvicinati, hanno fatto bene al si-stema del vino naturale ed hannoconsentito a molte aziende titolate– e anche a quelle sconosciute – dimettersi in mostra. Premettiamo brevemente che pervino naturale s’intende una be-vanda imbottigliata senza l’ag-giunta di nessuna sostanza, trannel’anidride solforosa e fermentataspontaneamente. Il vino naturale sidistingue piuttosto nettamente daivini convenzionali, da quelli biolo-gici e finanche dai vini biodinamici,che peraltro sono quelli più similisia nella lavorazione che nel gustofinale in quanto non utilizza alcunadditivo. Come afferma Samuel Cogliati nelsuo volumetto “Vini naturali” nonè possibile accomunare i vini natu-rali in un’unica categoria: alcuni sidifferenziano poco da quelli con-venzionali (come aspetto, olfattoe soprattutto gusto), altri invecesi spingono verso conseguenzeestreme, sia sul piano visivo, cheolfattivo, che gustativo. Il risultatoè facilmente comprensibile: quindise beviamo o serviamo un vino na-turale dobbiamo conoscerlo bene,perché potrebbe sprigionare saporie profumi sconosciuti, che magarinon vengono del tutto apprezzati.

La vistaL’aspetto cromatico dei vini natu-rali assume colori e sfumature di-verse rispetto ai vini convenzionali.Spesso i bianchi sono di un giallocarico e talora i rossi sono più opa-chi ed evoluti nella tonalità, per viadi una lieve ossidazione. Queste ca-ratteristiche possono essere acuitedall’assenza di solfiti. Il colore delvino può trarre in errore il bevitore,che penserà di avere a che fare ma-gari con un passito rispetto ad unbianco tradizionale.

Ma è soprattutto la presenza di unalieve torbidezza o addirittura dimateria solida in sospensione (sianei bianchi che nei rossi) a crearespesso imbarazzi e fraintendi-menti. In realtà si tratta di sostanzefenoliche e, talvolta, da minerali. Èsufficiente portare la bottiglia inposizione verticale qualche minutoprima della degustazione o travi-sare il vino in un decanter per ov-viare all’inconveniente.

L’olfattoAnche i profumi dei vini naturalirisultano talvolta diversi dai viniconvenzionali. Ad una prima ana-lisi, gli odori poco fini e poco nitidi

– legati alla riduzione o a lunghi af-finamenti sulle fecce fini – ricor-dano sentori di chiuso, di ariaviziata, di straccio bagnato, di pol-vere di cantina. Tuttavia tutto ciò è destinato adevaporare con l’ossigenazione delvino, infatti, l’aria ripulisce il pro-fumo, talvolta nel giro di pochiistanti nel calice, oppure nella per-manenza in un decanter. Spesso èquesto il classico caso in cui il vinosarà migliore alcune ore dopo o ad-dirittura il giorno dopo. Quindibasta premunirsi per tempo e cono-scere il vino per ottenere i risultatimigliori dal punto di vista gusta-tivo. In molti casi ci si trova a con-frontarsi con vini con un’aciditàvolatile elevata. Quello della presenza dell’acidoacetico – legata ai rischi di una vi-nificazione non invasiva – è piùproblematica e potrebbe costituire

un problema, per il gusto finale delvino. La varietà dei profumi costi-tuisce una connotazione tipica diquesta tipologia di vini. Le bottiglietraggono, infatti, un carattere fortedalla generosità aromatica d’uvemature e intatte, provenienti da ter-roir preservati, nonché dalla fer-mentazione spontanea, dalla lorovariegata natura organica-battericae da una vinificazione che rinunciaagli additivi standardizzanti. I risultati sono prodotti che esconodai canoni degli aromi enologiciper sprigionare note fruttate, flo-reali e speziate molto definite chedovrebbero essere colte alla perfe-zione da assaggiatori e da degusta-

tori. A contatto con l’aria, i vininaturali rivelano la propensione acrescere d’intensità, fino ad esplo-dere nei profumi (e nei gusti) piùpieni.

TemperatureContrariamente a quanto accadecon i vini convenzionali, non sem-pre il bianco naturale va gustatofreddo e analogamente per il rossoè consigliabile non eccedere col te-pore. Si rischierebbe di compro-metterne il bouquet, e sarebbe unpeccato non degustarlo al puntogiusto.

Il gustoLe stesse specificità che si colgononel profumo s’incontrano anche nelgusto. La prima caratteristica èl’eventuale presenza di gas carbo-nico, quindi colpisce la presenza ditannini ruvidi o aggressivi, unacerta acidità vibrante, ed un aromaparticolarmente articolato, impre-vedibile, originale. Queste caratte-ristiche, unite al fatto che ilprodotto non è mai uguale d’annoin anno, danno l’immagine com-pleta di cosa significa degustare unvino naturale. Ma non solo: anche le bottiglie diuno stesso vino possono essere di-verse. Per cui è importante conser-

varle secondo le regole e utilizzarepreferibilmente il decanter per ap-prezzarle in pieno.

Alcune cantineNei due eventi ricordati in prece-denza (Piacenza e Milano) abbiamoincontrato almeno duecento can-tine. Senza avere la presunzione diformulare giudizi definitivi, vorreisegnalare alcune cantine che pro-ducono ottimi vini. Iniziamo dal piacentino, dalla ValTrebbia: Casè, Denavolo e il Poggiodi Andrea Cervini di Travo e LaStoppa di Rivergaro. Casè di Alberto Anguissola si trovaa Travo, in località Casal Pozzino(di qui il nome di Casè). L’aziendaè nata nel 1998 e i primi vigneti fu-rono impiantati in quell’anno e nel2000. L’azienda ha un’estensione dioltre 10 ettari, in cui sono piantativari vitigni. In entrambe le fiere haproposto un bianco gustoso cheproviene da quattro diversi vitignibianchi, mischiati ad altre realtà abacca rossa, un vino della tradi-zione (barbera e bonarda al 50%) eun Pinot nero denominato “CasèRiva del Ciliegio”, fermentato inbotte piccola, adatto a lunghi invec-chiamenti in bottiglia. La Stoppa di Elena Pantaleoni sitrova a Rivergaro, in località Anca-rano. I suoi vigneti sono collocati incima ai declivi della Val Trebbiolache domina la valle del Trebbia, là

dove batte il sole e l’aria è più fre-sca. L’azienda si estende su 58 et-tari, di cui 28 destinati a boschi(querce, castagni, robinie) e 30 avigna. I risultati sono vini specialicome il Trebbiolo frizzante del2013, il Gutturnio fermo, il Mac-chiona 2007 e il Gutturnio riserva.Eccellente la Stoppa 2004, cosìcome Ageno. Per finire, eccellente la Vigna delVolta, un passito di malvasia del2008, che prende il nome dal mez-

zadro che ha coltivato la vigna pertanti anni. La Toscana – tra le altre– ha presentato l’azienda di Co-simo Maria Masini, di San Miniato,Pisa, che ha proposto alcuni vinibiodinamici di grande spessore: ot-timi bianchi, splendidi rosati e rossitrionfanti di gusto e sapore. Da nonscordare il vinsanto, un compostodi malvasia bianca e di trebbiano,ottimo per meditazione. La cantinaorganizza anche visite guidate esontuose degustazioni. Tra i vini piemontesi biodinamicida annotare la presenza di Auriel,un’azienda di Ponzano Monferratoche presenta due barbera del Mon-ferrato e un grignolino ricavati dauve cresciute in ambiente senzaprodotti chimici di sintesi sia invigna, sia in cantina. Una nota sim-patica è rappresentata da Terre diMatè della provincia di Alessan-dria, al suo primo vino, molto deli-cato e simpatico. In Abruzzo, a due passi dal-l’Aquila, tra molte cantine moltobelle e gustose, ecco Di Cato Vinicon un malvasia secco dal nomeimportante “Eughenos” con cita-zione latina “Nunc est bibendum”del poeta romano Orazio. Ottime in ogni modo anche le altreproduzioni. Citiamo anche la pre-senza dell’azienda CàLustra deiColli Euganei, della splendidaValle di Faedo, con i suoi ottimiprodotti, e la Zago Agricola di Ta-

iedo di Chions di Pordenone coneccellenti prosecchi (extra dry, brutmillesimato e sui lieviti). Per concludere due affascinantiaziende delle nostra splendideisole: la Lantieri con la sua succu-lenta Malvasia delle Lipari (isola diVulcano, nelle Isole Eolie), ricca diprofumi e di piacevolezze antichee l’azienda Fenech dell’Isola di Sa-lina nelle Eolie, là dove il vino as-sume i sapori e i colori del mare,del cielo e del sole cocente.

Molte aziende agricole hanno partecipato ai recenti e importantieventi espositivi di Piacenza e di Milano in cui hanno presentatoi loro vini, ne abbiamo giusto fatto un accenno nel numero scorso.Anche Vinitaly a fine marzo a Verona è stata un’importante ma-nifestazione nel settore. Ma cosa s’intende per vino naturale?È certamente un fenomeno in crescita che non conosce confini.Molte, infatti, sono le aziende vinicole che producono secondoi concetti dell’agricoltura naturale o vinificano seguendo i prin-cipi del vino naturale. Abbiamo voluto approfondire il tema conDaniele Acconci che, oltre ad essere un vero e proprio ap-passionato nel settore, è anche coltivatore di una vigna a San

Colombano nel Lodigiano.

Il vino naturaleDaniele Acconci

Live Wine alte

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6 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

L a nostra Associazione nasce nel 1947, una delle primea Milano. La sua è una storia intessuta di doni rice-

vuti e restituiti ai fratelli più bisognosi. Mentre la guerraspegneva i suoi ultimi fuochi, tra desolazioni e distru-zione, nelle corsie dell’Ospedale Maggiore (Cà Granda -Niguarda) un nucleo di giovani e adulti compariva e pro-cedeva nell’impegno di ridare fiducia agli smarriti. Ispi-rati dalla parabola evangelica del Buon Samaritano, essicoltivarono nel cuore il desiderio di mettersi in cammino,affiancando i fratelli più colpiti, con l’aiuto del Signore,sempre ispirati dai consigli evangelici. Sono trascorsi molti anni quando, nel 1992, un piccoloseme germina anche a Cesano Boscone: nasce così il Nu-cleo dell’Associazione presso la Casa di Cura Ambro-siana, seguito da un corso base socio-assistenziale. L’ideadi offrire un servizio di volontariato ai degenti della CCAmaturò conversando con i frati della Rettoria dell’IstitutoSacra Famiglia. La proposta fu accolta con entusiasmoanche dall’Associazione che incaricò un suo valente vo-lontario, già operante presso l’Ospedale San Carlo, di co-ordinare le operazioni organizzative, concretizzando edando vita al progetto. Il coordinatore mirò immediatamente a realizzare unacorretta formazione, indirizzata a sviluppare il comunemetodo di approccio al sofferente, attraverso l’ascolto ela risposta empatica per attuare, con la giusta metodolo-gia, un’efficace e corretta Relazione d’Aiuto. Ad una ven-tina di aspiranti volontari, venne offerta l’opportunità difrequentare una serie di incontri, per acquisire elementibasilari ad affinare le capacità di ascolto, risposta empa-tica, linguaggio dei sentimenti, nell’attesa di iniziare ilservizio attivo alla Casa di Cura Ambrosiana di CesanoBoscone. Le consegne furono: “Dialogo con i pazienti, enessun altro intervento di tipo infermieristico”.

Comprendemmo così che il nostro volontariato si sarebbeconcretizzato più nell’essere che nel fare, e ciò era in per-fetta sintonia con le regole dettate dalla formazione checontinuavamo a coltivare tra noi. Solo successivamentefurono concessi, per esigenze sopravvenute in reparto,possibili interventi, ai pasti, vista la nostra disponibilitàe verificate le modalità garbate con cui sapevamo svol-gere il servizio. Nel corso dell’anno 1993, essendosi consolidato un buongruppetto di volontari, ci furono affidati, oltre il RepartoLungodegenza, anche il Reparto Riabilitazione. Moltianni di intenso lavoro, soprattutto mirato ad un perfezio-namento della formazione, permisero al gruppo di man-tenersi nel tempo, ritrovando sempre nuove forze perrealizzare quel sogno che portavamo nel cuore.

Il nostro continua ad essere un gruppo di amici che sistimano e si sostengono vicendevolmente, nel comuneintento di migliorare. I membri dell’Associazione si al-ternano con una turnazione quotidiana di Volontari attiviin struttura, che assicurano così una presenza giornalieracostante in corsia ed un servizio assistenza alle funzionireligiose, infrasettimanali e festive. La nostra preoccupazione è sempre più quella di prati-care un’intensa relazione d’aiuto che consenta ai degentidi recuperare le loro forze vitali, indispensabili, ad unavita migliore, dopo la malattia. Animati e sostenuti daprofonde motivazioni, continuiamo ad inseguire il nostrosogno che è quello di essere un vero punto di riferimentoper chi attraversa un duro momento di prova, essendocolpito nella salute. Siamo più che convinti che il sognopuò diventare realtà solo continuando a diffondere miratipercorsi di formazione tra volontari nuovi e antichi, certicome siamo, che nulla può essere affidato al caso. Il ventaglio di percorsi è ampio ed attraente, prevede ap-profondimento su Dialogo e Relazione d’aiuto, corsi perTutor, riunioni periodiche mensili completamente a ca-rico dell’Associazione, quanto a costi. Il buon livello diprofessionalità che abbiamo acquisito è giornalmente ri-conosciuto dagli Operatori di reparto, dai Caposala e daiMedici. Gli ottimi rapporti che intercorrono con la Dire-zione della Casa di Cura, ci lusingano e ci fanno sentireaccolti, benvoluti e apprezzati, in questa benemerita Isti-tuzione che vive nella realtà più grande che è la Fonda-zione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.

Graziella Paniati e Giancarla Sisti, responsabili del Nucleo Volontari dell’Unione Samaritana

operante presso la Casa di Cura Ambrosiana di Cesano Boscone

Unione Samaritana: la storia in Casa di Cura Ambrosiana

Incontri cordiali e ascolto attento al letto dei degenti in CCA

Anche questo mese voglio darespazio ad un articolo che in-

globa la rubrica “Caro amico, tidono…” raccontando la storia diRuggero Pignataro, nostro amico evolontario ADMO Cesano Boscone,da me citato già in diversi articoli. Diventando gruppo comunale AIDOTrezzano abbiamo ovviamente man-tenuto la referenza e la collaborazioneiniziata a maggio 2013 con l’associa-zione ADMO Lombardia (donatorimidollo osseo) e proprio in questoambito ho conosciuto Ruggero. Durante la giornata della ricono-scenza AIDO Cesano Boscone, altrinostri amici con cui collaboriamo, ilpresidente Vincenzo Madaffari miha presentato questo giovane pienodi entusiasmo che aveva qualchedomanda da farmi. Mi colpì proprioil suo desiderio di sapere, di farequalcosa. Da quel giorno di stradane abbiamo fatta tanta, non ci siamopiù lasciati e appena ne abbiamoavuto l’occasione ci siamo confron-tati, aiutati a vicenda, collaborandoattivamente fino ad oggi. La ricerca dei volontari, non solo neinostri ambiti, è difficile, trovare vo-lontari giovani ancora di più, masuccede. Sono rari, ma si trovano. Civuole tempo, ma li aspettiamo. Nonè necessario far parte dello stessogruppo per lavorare insieme, non ènecessario far parte della stessa città.Basta aver voglia di dare qualcosa,basta avere lo spirito giusto, solaritàe armonia per parlare alle persone.Basta essere consapevoli che po-tremmo essere l’unica possibilità divita di un’altra persona. AIDO e noiche la rappresentiamo, siamo felicidi questa collaborazione, uniti sem-pre nella cultura del dono.

“Mi chiamo Ruggero Pignataro, ho38 anni sono nato a Milano e vivoda sempre a Cesano Boscone. Lamia storia inizia con la donazione disangue. Ricordo ancora con emo-zione la prima volta che donai. Ri-cordo di esser tornato dal Policlinicocon una freschezza interiore. Misentivo migliore, non migliore dialtri, ma più ricco dentro. Durantel’attesa per la visita pre-donazionemi è capitato diverse volte di leg-gere il foglio informativo del-l’ADMO e anche parlando di personacon un volontario presente quelgiorno, scoprendo, grazie a lui, a cosaserve donare il midollo osseo. Leggendo poi lo slogan “proprio tupotresti salvare una vita” mi sonoreso conto (non ne ero a cono-scenza) di questa potenzialità chetutti hanno. Con un piccolo gesto,con piccolissimo sacrificio pos-siamo avere l’onore e la fortuna disalvare una vita. Io non son qui aparlarvi dell’aspetto medico delladonazione, non ne ho le cono-scenze, ma voglio trasmettere que-sta voglia di donare che lega tuttinoi. Si dice spesso “donare senzaricevere”. Ecco, non sono d’ac-cordo. Donare ti permette di rice-vere una gioia infinita! E allora mi rivolgo a chi tante voltesicuramente ha detto pensando aqualcuno “se potessi, gli salverei lavita” “farei di tutto per aiutarlo”:ecco, ora è il momento di farlo, diimpegnarsi, di decidere di esseremigliore. Ora è il momento di tipiz-zarsi! Per questo motivo vi chiedodi tipizzarvi e lo chiedo perché conquesto piccolo gesto nel mondo sa-pranno che voi ci siete, saprannoche il vostro midollo osseo potràpermettere a qualcuno di tornare avivere. Io ho fatto la tipizzazionedue anni fa, spero di non riceveremai la chiamata, perché ciò signi-fica che quell’unica persona com-

patibile con me su 100.000 sta bene,ma se mai succedesse, sarò pronto!Il motivo che mi ha fatto definitiva-mente decidere di tipizzarmi èstato il contatto con un volontario.Fino al momento in cui non mi sontrovato una persona davanti e nonun semplice volantino, i dubbi, lepaure e le incertezze prendevano

sempre il sopravvento. Per questomotivo ho deciso di diventare unvolontario attivo. Sono convinto che in tanti hannopiù volte pensato di diventare unpossibile donatore ma esattamentecome me, hanno dato più ascoltoalle paure, alla mala informazione esoprattutto a quelle sbagliate checircolano. Il midollo osseo, non è ilmidollo spinale. L’unica conse-guenza nella donazione del midolloosseo è che si salverà una vita.

In occasione della giornata della Ri-conoscenza del novembre 2013 or-ganizzata da Aido Cesano Bosconeconosco due persone per me asso-lutamente importanti che mi hannoguidato e sostenuto nel concretiz-zare l’idea di creare il gruppoADMO Cesano Boscone. Mi riferi-sco a Vincenzo Madaffari, presi-

dente della sezione comunale Aidodi Cesano Boscone, il quale mi haimmediatamente presentato LauraMalchiodi di Trezzano sul Naviglioall’epoca supervisor del “puntoinfo aido&admo” (oggi Presidentedel neo costituito gruppo comu-nale AIDO). Da loro è arrivato lostimolo necessario per partire. Il 12 giugno 2014, quella che fino aquel giorno era soltanto un’idea,prende forma. È creato il gruppo fa-cebook “ADMO Cesano Boscone” e

solo due settimane dopo in occa-sione della Notte Blu, organizzatadall’ASCO associazione commer-cianti, si scende in piazza. Un gransuccesso, un bel momento di sensi-bilizzazione. Dopo essersi presen-tata alla città, ADMO è presenteanche in uno dei più importanti mo-menti del paese ovvero la festa Pa-tronale. Anche in quest’occasione ilgruppo si unisce con i volontari del-l’AIDO Cesano Boscone accumu-nati da un unico spirito “diffonderela cultura del dono”. Nel cercare disvolgere le proprie attività sul terri-torio, ADMO Cesano Boscone non

perde di vista la col-laborazione con lasede regionale equindi presenziaanche agli eventinelle piazze più im-portanti di Milano. Dopo il banchetto diNatale 2014, il 14 e15 marzo scende incampo in occasionedella Pasqua che èalle porte con unosplendido gruppo divolontari tra cui Vin-cenzo Senese, re-sponsabile ADMOnel gruppo comu-nale AIDO di Trez-zano sul Naviglio. Èstato un successoperché oltre ad an-dare esaurito il pro-dotto presente albanchetto, abbiamoavuto modo graziead una folta squadradi volontari, di infor-

mare un gran numero di personesull’importanza della donazione dimidollo osseo. Una particolare emozione è stataregalata da alcune delle personepassate al banchetto che ci hannoraccontato quanto vissuto in primapersona sia come donatore che ri-cevente. Un’esperienza unica! Civediamo ai gazebi sul territorio!”. Visitate il nostro sito: www.aido-trezzanosn.weebly.com e aiutatecia informare!

Quando l’unione fa la forza!Laura Malchiodi

Responsabile della comunicazione AIDOGruppo Comunale Trezzano sul Naviglio

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7Aprile 2015Muggiano

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Domenica dalle 10 alle 12

Al Parco delle Cave non crescono solo funghi

osì dice il dizionario della lin-gua italiana alla voce parco:

“Zona più o meno estesa di un territorionazionale, tutelata da apposite leggi chemirano alla conservazione del patrimo-nio floristico e faunistico” eppure nelParco delle Cave non crescono solofunghi, ma anche costruzioni. Ho avuto occasione di ammirarealcune immagini che mostrano unabella gettata di cemento sorta rapi-damente ai primi di marzo, con so-vrapposte casette in legno: nuovasede degli “Shadow Archery TeamParco delle Cave”. Confesso di nonconoscere quest’associazione, masono certo che svolga la sua attivitàin maniera egregia e utile alla so-cietà. Il mio articolo non è quindicontro quest’associazione, ma con-tro le stranezze che, secondo me, ri-guardano la costruzione della loronuova e prestigiosa sede all’internodel territorio del Parco delle Cave,in luogo di quella precedente, di-scosta e molto meno invasiva. Come ho scritto nel primo capo-verso, rifacendomi alla definizioneletterale del significato del termine“Parco”, le aree occupate da unparco dovrebbero essere destinatesolo alla conservazione del patri-monio floristico e faunistico e que-ste costruzioni di certo nonrientrano in questa casistica. Leg-gendo poi il cartello di cantiere, chemi sembra incompleto in diversevoci, si scopre che quest’opera è

eseguita da Expo 2015 nell’ambitodi quanto previsto nel “Progetto Vied’acqua sud”, e qui mi chiedo cosac’entra l’Expo 2015 con gli arcieri?Vuole forse dotarsi di una miliziasilenziosa per contenere le orde dituristi? Cosa c’entrano gli arciericon le vie d’acqua? Mi piacerebbe avere una rispostasensata a queste mie domande, inol-tre sarebbe interessante anche cono-scere il costo di quest’operazione,poiché sono tra i contribuenti e nonmi dispiacerebbe sapere come sonospesi i miei soldi. Dove sono i “Nocanal” che tanto giustamente si op-posero alla grande boiata del “Ca-nale Expo”? Forse sono protestantia tempo determinato? In pochi mesihanno perso la voce e non riesconopiù a gridare allo scandalo? Oppuregli si sono chiusi gli occhi e non ve-dono più cosa accade all’interno delParco delle Cave? Mi sembra tristecostatare persone che si sono occu-pate di una questione seria come lasalvaguardia di questo preziosoparco cittadino per qualche tempo,per poi dimenticarselo. Almeno cosìsembrerebbe. Mi si obbietterà che all’interno delparco esistono altre due sedi di as-sociazioni recintate (Cava Aurora eBersagliera). È vero ma, si sa, esi-stono da molti decenni prima che ilParco delle Cave fosse pensato erealizzato (1997). L’area fu espropriata dal Comunedi Milano nell’aprile del 1998 peressere integrata nel Parco delleCave, istituito nel 1997 dallaGiunta Formentini e affidato alla

gestione di Italia Nostra. In prece-denza, in quest’area c’era la sede inlegno dell’associazione ShadowArchery Team. Il costruttore, indi-cato nel cartello fronte cantiere, sichiama Impresa costruzioni G.Maltauro SpA. Il Prefetto di Milanoaveva provveduto, con decreto, acommissariare l’impresa Maltauro,relativamente ai lavori per le archi-

tetture di servizio del sito di Expo2015, oggetto dell’inchiesta sullacupola degli appalti. Qualsiasi Parco – dal momentodella sua istituzione – è tutelatodalla Legge per NON essere edifi-cabile entro i suoi confini. Le palaz-zine in costruzione hanno tuttebasamento in cemento armato equindi non rimovibili. Dobbiamo

dedurre, quindi, che per effetto diExpo 2015, il Parco delle Cave èstato ridimensionato nei suoi con-fini ad ovest?Ora vorrei capire anche qual è ilruolo del Comune di Milano inquest’operazione edilizia: il Parcodelle Cave è di proprietà comunalee quindi l’Ente Expo 2015 avràchiesto il permesso all’Amministra-zione comunale per effettuare i la-vori, ma a quale titolo il Comune diMilano ha concesso questo per-messo? E a quali condizioni? E per-ché solo a loro e non ad altreassociazioni?Quest’operazione edilizia nascecon molti lati non chiari, cheun’amministrazione trasparentedovrebbe aver già chiarito preven-tivamente, senza che siano i citta-dini a sollevare il problema. I nostriamministratori cittadini sono statidelegati da noi, ma non per questohanno la facoltà di fare quello chevogliono senza dover rendereconto. Ci aspettiamo che questiquesiti trovino una doverosa rispo-sta al fine di riportare la serenità eallontanare ogni sospetto daquest’azione che ritengo, allo statodei fatti, non molto chiara.Attendo fiduciosamente un cennodi risposta.

Roberto Gariboldi

CSA Petrarca

La tanto temuta “Via d’Acqua” che avrebbe dovuto attraversareil Parco della Cave di Baggio alla fine è finita in nulla, con lo stral-cio dell’opera, giudicata impattante ed inutile da più parti. Masembra non esserci pace, per l’oasi verde baggese. Roberto Ga-riboldi segnala alcuni lavori entro i confini del parco che hannoportato alla realizzazione di una vera e propria cittadella, in fondoa via Broggini, di fronte alla Cava Aurora. Raccogliamo al solitola segnalazione del nostro lettore, disponibili come sempre a dare

spazio alle eventuali risposte alle questioni proposte.

IV edizioneGran Galà di Poesia

P restigiosa premiazione di Poesia alla Sala del Gre-chetto della Biblioteca Sormani di Milano, lo

scorso 10 marzo 2015, indetta dall’Associazione Cul-turale Arte Ba-Rocco di Milano, nella persona del suopresidente Rocco Basciano con la collaborazione diMaria Grazia Belloni e Raffaella Palumbo. Ospiti d’onore Basilio Rizzo, presidente del ConsiglioComunale di Milano, Franca Schiavon, servizio di Pre-sidenza Consiglio Comunale di Milano, Palma AntonioBarbalinardo conduttore, Massimo D’Acquisto vocefuori campo di Rete 4, Vera Atyushkinavelina, Maria Cera Santoro presidente diGiuria, Lidia Silanos membro di Giuria,Donato Carissimo membro di Giuria,Maria Celano presidente Associazione Lu-cana Magna Grecia e Stefano Marco Licinipianista-organista del Conservatorio. Nella manifestazione sono stati nomi-nate altre persone di cui la scrittrice cheattualmente è arrivata a pubblicare ilsuo 3° libro (Io ritorno bambina), che leè stato conferito (dal presidente dell’As-sociazione Rocco Basciano) il beneme-rito, di cui si è prestata a consegnareattestati alle personalità presenti comeanche la numerologa Maria NovellaPaonessa e i vincenti della Sezione:Aspettando EXPO, che testimoniano con la loro pre-senza, l’ottima manifestazione. A giudizio di merito: Sezione A - Poesia a tema libero: 1°Premio Carla Abenante con la Poesia “Affanni”; 2°Premio Pierangelo Castellino con “Donna”; 3° PremioElisa Bassi con “L’Onda”; 4° Premio Maria Murrierocon “Il Volo delle Parole”.

Sezione B - Poesia in vernacolo: 1° Premio Guido Verricon “Lacrim de San Lorenz”; 2° Premio MarianeveCasciello con “Natale nel mio cuore”; 3° Premio Er-manno Bighiani con “El vecc cassinell”; 4° Premio Fi-lippo Carmeni con “Amuri campagnolu”. Sezione C - Poesia in lingua straniera: Habiba Zouabi con “Tri-stesse”; 2° Premio Elisabetta Denti con “Fragments of me-mories”; 3° Premio Mauro Lacqua con “Escribi”; 4° PremioFerdinando Spinelli con “The Spring in The Winter”. Sezione D - Poesia per giovani talenti: Fausta Marciuliano con“Mamma”; Premio speciale della Giuria a Isabella Dita-ranto con la poesia “Acquerello”. Premio Speciale “Aspet-tando l’EXPO“ a Leonardo Manetti con la poesia “Olio”,Cristina Franco con “Foglia”, Maria Grazia Cutaia con ”IlSilenzio degli Alberi”, Teresa Spagnuolo con “Una Foglia”e Lucia Bianchi con “La Magnolia Giapponese”.

La cerimonia di premiazione si è conclusa con i rin-graziamenti del presidente dell’Associazione Cultu-rale Arte Ba-Rocco, Rocco Basciano, rivolti alnumeroso pubblico intervenuto con un arrivedercialla prossima edizione del Gran Galà di Poesia.

Lorenzo Lenzini

C

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8 Aprile 2015Muggiano

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Cani randagiN e avevamo fatto giusto un accenno nel

numero scorso. Il problema dei canirandagi presso Cascina Guascona era tornatoalla ribalta con numerosi avvistamenti diurnie soprattutto serali di un piccolo “branco”d’animali liberi. Le autorità competenti,dopo le numerose segnalazioni, erano inter-venute sistemando una trappola per caninelle campagne e dobbiamo ammetterel’azione ha avuto un riscontro.

Tutto è avvenuto la mattina del 21 marzoquando è giunta in Redazione un’accoratatelefonata “due cani sono nella trappola...”.Sono state necessarie un paio di settimaned’appostamenti, ma soprattutto grazie al-l’ostinazione degli abitanti di cascina Gua-scona che quotidianamente non hanno maifatto mancare l’esca all’interno della gabbia-trappola, spesso preda di altri animali, perraggiungere un primo risultato. E’ così chesono caduti in trappola un cucciolo nero me-ticcio ed un incrocio adulto, subito portati alcanile comunale in sicurezza. Ma non è finita. Il 24 marzo, pochi giorniprima di entrare in stampa con il nostro men-sile, a cadere nella trappola è stata una fem-mina, incrocio con un pit bull, mentrealmeno un’altra coppia di randagi è statavista vagare nelle campagne attorno. Evi-dente che, in quest’occasione, l’azione di pre-venzione ha avuto i suoi effetti, l’importanteè non abbassare la guardia dopo il tragicoepilogo del marzo 2012 che portò all’ag-gressione da parte di un branco di canidiventati selvatici ed alla morte del pensio-nato Gaetano Gnudi. Un ringraziamento al Consigliere ComunaleRosario Pantaleo che ha inviato un espostoalle autorità competenti sull’argomento.

SuperstradaVigevano-Malpensa:

derubricata e senza soldiA nche a Roma l’arteria di collegamento

con l’aeroporto di Malpensa fa discu-tere ed accende gli animi. E’ giunto in Reda-zione sul tema, in particolare riferito al trattoVigevano-Malpensa, un comunicato del-l’onorevole Paolo Cova, parlamentare del PDche riportiamo testualmente. “Si sta discutendo inutilmente: quella stradanon si farà”: è perentorio Paolo Cova propo-sito della realizzazione della superstrada Vi-gevano-Malpensa, che dovrebbe tagliare indue territori pregevoli, da un punto di vista

ambientale, come il Magentino, dentro ilParco agricolo sud e il Parco del Ticino. Espiega anche perché entra così deciso nellapolemica tra i favorevoli e i contrari: “Già loscorso anno ero intervenuto ad Albairate perinformare che erano stati tolti i fondi perquesta strada e derubricato il progetto.Un’opera che poteva avere un senso neglianni Novanta, ma con il passare del tempoha visto i costi raddoppiati e 265 milioni dieuro di fondi statali fermi da 20 anni”. Cova tiene a sgomberare il campo da ognidubbio, in proposito: “L’iter è stato semplicee lineare: nel giugno 2013 il Governo harevocato i fondi per la realizzazione dell’ar-teria. Nell’ottobre dello stesso anno da ‘pro-getto definitivo’ l’opera è stata derubricata a‘studio di fattibilità’. Infine, a giugno 2014,c’è stato un ulteriore passo da ‘studio di fat-tibilità’ a ‘progetto preliminare’. E questo lodicono le carte, non le chiacchiere di chivuole strumentalmente cavalcare, dal puntodi vista politico, il malcontento, sia di chi lavuole, sia di chi è contrario ”. Quindi, per il parlamentare Pd “stiamo par-lando del nulla, per ora. Ritorniamo a discu-tere di questo progetto se verrà nuovamentefinanziata l’opera”.

“Che vita nel pratoa marcita”

G ran bella serata quella promossa da“Campo! - Università di Milano Campa-

gna” lo scorso 12 marzo presso la Chiesetta diCascina Campazzo nel Parco del Ticinello.Una straordinaria conferenza di DomenicoBarboni dal titolo “Che vita nel prato a mar-cita!” che si è rivelata un appuntamento ec-cezionale per chi ama il Basso Milanesedesideroso di approfondire la conoscenza diuno dei suoi ambiti più significativi. 

Domenico Barboni, valente naturalista, foto-grafo e studioso del territorio, ha presentatola sua ultima fatica descrivendo, con l’entu-siasmo  e la maestria che lo contraddistin-guono, un tema poco conosciuto: quellodella vita in marcita. Un approccio diversoper illustrare questi straordinari habitat, untempo molto diffusi ed ora ritrovabili unica-mente in poche aree superstiti del Parco Sud,delle Cave o del Ticinello. 

Come già accaduto con il bellissimo lavoro sulciclo vitale delle lucciole, Domenico è stato ingrado di regalare forti emozioni con immaginisensazionali,  in gran parte inedite, intera-mente autoprodotte e di notevole valore scien-tifico. Un ringraziamento particolare da partedella Redazione, presente con una delega-zione, per l’omaggio di Domenico Barboni delvolume “Modo di migliorare le fabbriche deiformaggi”, la riproduzione di un testo unicodel 1844, promossa dall’associazione il Fonta-nile di Rodano, riprodotto sia nella sua formaoriginale che nella trascrizione. Un testo di grande valenza storica, non soloper Rodano, in quanto testimonia l’ambientesu cui si fondava l’economia del territoriocon l’allevamento delle vacche e la produ-zione del latte. Il manoscritto, recentementerinvenuto in una cascina durante lavori diristrutturazione, è stato redatto da PaoloGrassi che nella prima metà dell’800 cer-cava di introdurre il cascio granito par-migiano nella produzione locale. Nonmancheremo prossimamente di pubblicareuna recensione del volume.

Cascina Linterno: rifiutato finanziamento“È francamente incredibile che il con-

sigliere regionale Fabrizio Cecchettirilasci fantomatiche dichiarazioni sulla esi-genza di tutelare Cascina Linterno con ognimezzo. Regione Lombardia ha rifiutato di fi-nanziare il progetto del Comune di Milanoche punta al recupero della Cascina, renden-dola anche una realtà museale, perché la ri-tiene non significativa dal punto di vistaculturale”. Lo ha dichiarato il vicesindaco eassessore all’Urbanistica, Edilizia privata eAgricoltura di PalazzoMarino, Ada Lucia De Ce-saris lo scorso 11 marzo. “Nel rigettare il progettopresentato da quest’am-ministrazione per parteci-pare al bando regionale divalorizzazione del patri-monio culturale, il diri-gente responsabile ci hascritto – testualmente –che Cascina Linterno nonè un istituto o un luogo dicultura”. “Ricordo infine– conclude De Cesaris –che il progetto del Co-mune è già stato appro-vato da tutti gli enticompetenti, a partiredalla Sovrintendenza,quindi del tutto inutili le continue polemichesul progetto”.

Muggiano: rastrelliereper biciclette

A nche a Muggiano nelle settimane scorsesono state sistemate delle rastrelliere

fisse per biciclette. Fanno parte del pro-gramma dell’Amministrazione milanese difavorire la mobilità a due ruote in tutta lacittà. Ottima cosa per sostenere con la bellastagione l’utilizzo della bicicletta. Il posizio-

namento di una di queste rastrelliere ha tut-tavia sollevato qualche perplessità con al-cune telefonate in Redazione sul tema. Qualche automobilista incallito, in riferi-mento alla posizione della rastrelliera in viaAntonio Mosca, quasi antistante il sagratodella chiesa di Santa Marcellina, ha fatto no-tare che quella posizione sottrae un postoauto e, sebbene siamo in una zona a trafficolimitato, in occasioni particolari il parcheggionella via è alquanto difficoltoso.

Forse, aggiungiamo noi, la sistemazionedalla parte opposta della strada, date anchele dimensioni dell’area riservata ai pedonimolto ampia, avrebbe potuto accontentaretutti, automobilisti e ciclisti.

Fontanile San Martino

D iversi lettori hanno segnalato che re-centi lavori di livellamento delle cam-

pagne attorno a Cascina Guascona hannoportato all’interramento di parte dell’asta delfontanile San Martino, l’antico corso d’acqua,con la sorgente presso Assiano, che era ap-punto una volta utilizzato per l’irrigazionedi questi terreni.

Tra l’altro gli abitanti di Cascina Guascona,in particolare i più anziani, sono soliti chia-mare il tratto di strada (via Guascona) che so-vrappassa il fontanile con l’antico toponimo“El guàà” ovvero il guado. Un toponimo cheha origini settecentesche, quando il pontedella strada non era ancora realizzato e perpassare era necessario attraversare le acquedel fontanile stesso. Pensate la storia di questo toponimo come sitramanda solo oralmente da diversi secoli,ma soprattutto il disagio della popolazionedi allora quando, anche in inverno, dovevaattraversare un vero e proprio corso d’acquaper raggiungere il borgo di Muggiano. Eral’unica strada!

N O T I Z I E F L A S HN O T I Z I E F L A S H

I due cani nella gabbia poco prima dell’intervento degli addetti

La rastrelliera per biciclette

Il tratto del Fontanile San Martino interrato

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9Aprile 2015Muggiano

& dintorni

Fallimento Consorzio C.E.R.S.I l Tribunale di Monza

con sentenza numero338, depositata in Cancel-leria il 24 dicembre 2014,ha dichiarato il fallimentodella società ConsorzioCooperative Edilizia Re-sidenziale e Servizi, piùnoto come ConsorzioC.E.R.S. Il Consorzio, negli anniscorsi, è stato tra i princi-pali operatori che hannorealizzato abitazioni nellazona di Muggiano e Bag-gio, ma anche in altre zone della città e dell’hinterland milanese. Il pro-lungarsi della crisi immobiliare ha certamente contribuito al dissestofinanziario del Consorzio. L’udienza per l’esame dello stato passivo èstata fissata al 12 maggio 2015.

Uno dei progetti della CERS a Muggiano

Fontanile Franchetti

I l fontanile Franchetti (noto anche comeCav Franchett) ha la sorgente accanto al

Campo Robinson, al Quartiere degli Olmiadiacente via Bagarotti. La sorgente si trovasu area privata e da anni è abbandonata, oc-cupata da orti ormai non più coltivati. Il Co-mune di Milano ha recentemente intimatoalla proprietà la sistemazione dell’areastessa, così all’inizio di marzo buona partedei rifiuti sono stati asportati, ripristinandola sorgente, ricca di acqua, che defluisceverso Cesano Boscone.

Si tratta dell’unica sorgente di fontanile nelComune di Milano, dentro l’anello delle tan-genziali, ancora attiva e merita certamenteun’attenzione particolare in quanto, per dav-vero, potrebbe trasformarsi in una piccolaoasi ambientale nella città. Con un modestointervento l’area potrebbe essere trasformatain zona protetta. Resta solo un piccolo rammarico... il Co-mune di Milano ha imposto alla società im-mobiliare proprietaria dell’area la pulizia, illato destro della sorgente, ma ora è il latosinistro della sorgente stessa, di pertinenzacomunale, che necessita di pulizia con aspor-tazione dei rifiuti. Confidiamo che le autoritàmilanesi intervengano quanto prima. Vi ter-remo aggiornati.

L’ortomercato apre al pubblico

D a lunedì 9 marzo il mercato ortofrutti-colo all’ingrosso di Milano è aperto al

pubblico anche dal lunedì al venerdì, dalleore 10 alle ore 12, in aggiunta alla tradizio-nale apertura del sabato dalle ore 9 alle ore11. A stabilirlo la Commissione Mercato Or-tofrutticolo riunitasi lo scorso 25 febbraio eche ha visto la partecipazione dei rappresen-tati dell’Amministrazione, Sogemi, grossisti,dettaglianti, ambulanti e produttori agricoli.I nuovi orari d’apertura al pubblico rispon-dono alle esigenze espresse da tutti gli stake-holder dell’ortomercato e consentiranno diampliare i servizi per i cittadini. Questa mi-sura è una delle numerose iniziative chesono state e saranno intraprese da Sogemi,allo scopo di valorizzare le eccellenze in am-bito agroalimentare presenti sul territorio,oltre a rendere più efficiente l’intera filiera estimolare un rapporto più diretto e traspa-rente tra produttori e consumatori.

“La scelta di estendere l’orario d’apertura alpubblico dei mercati generali, dal sabato atutti i giorni della settimana, esclusa la do-menica – spiega l’assessore al Commercio eAttività produttive Franco D’Alfonso – rap-presenta un segno tangibile della volontà diSogemi e dell’Amministrazione di avvici-nare sempre di più i milanesi a una realtàcome i mercati generali, che vogliono porsiquale vero e proprio moderno hub agroali-mentare al servizio della città”. “Sono lietoche l’accordo tra Sogemi, grossisti, commer-cianti sia fissi che ambulanti – prosegue

D’Alfonso – abbia per-messo di superare leproblematiche relativeall’apertura anticipataalle 4, trasformandocosì una criticità inuna concreta opportu-nità di miglioramentodei servizi offerti daSogemi ai cittadini”.L’Italia è il primoproduttore europeodi ortofrutta e l’Orto-mercato di Milano è ilprincipale mercatoall’ingrosso: al suo in-terno è movimentatoil 10% della merce chetransita complessiva-mente all’interno ditutti i mercati ortofrut-

ticoli italiani. La valorizzazione delle eccel-lenze agroalimentari è uno dei punti cardineche hanno portato alla realizzazione del con-corso internazionale d’idee per la riqualifica-zione dell’area del Mercato Ortofrutticolo diMilano. Il concorso è stato lanciato lo scorsomese di ottobre e il progetto vincitore saràpresentato nelle prossime settimane in unamostra specifica. Il nuovo Polo Agroalimentare di Milano –che non sarà solo una realtà all’ingrosso maun vero e proprio centro di aggregazioneaperto 24h al giorno – consentirà di valoriz-zare la filiera dei mercati locali che fannoleva sul rapporto fiduciario con il cliente fi-nale e che garantiscono maggior capacita discelta e qualità per il consumatore.

Pulizie straordinarieA msa segnala anche che saranno pro-

mosse alcune giornate di pulizie straor-dinarie per i quartieri di Milano. Inparticolare per la nostra zona è stato fissatoil 19 aprile quale giornata dedicata a Mug-giano - Quinto Romano. Immaginiamo di vedere schiere di uominie mezzi in giro per la città alla ricerca delminimo rifiuto! Un effetto di Expo, certa-mente positivo ed interessante, ci dispiacesolo che la manifestazione internazionalenon si tenga tutti gli anni!

Esami gratuiti nelleFarmacie comunali

F armacie comunali milanesi aperte a mag-gio e giugno per i due mesi della preven-

zione, con visite gratuite per tutti i milanesi.Parte il 2 maggio la campagna “I Lions per

la prevenzione”, organizzata dall’Associa-zione Lions Clubs International – Distretto108 Ib4 e patrocinata dal Comune, che con-sentirà a bimbi e adulti di effettuare scree-ning gratuiti per il controllo di udito, vista,diabete, respiro e osteoporosi. “Puntare sulla prevenzione è fondamen-tale per tutelare la salute dei milanesi equesta è un’occasione importante per per-mettere a persone che hanno meno possi-bilità di poter usufruire di visite gratuite edi qualità – ha dichiarato PierfrancescoMajorino, assessore alle Politiche Sociali eCultura della Salute –. La collaborazione

con le farma-cie e il TerzoSettore rendepossibile e ca-pillare l’azionedi sensibiliz-zazione e in-f o r m a z i o n e ,consentendocidi mettere incampo azioniche promuo-vono il diritto

alla salute e rendono concreta ed efficacela rete per la cura della persona, portan-dola sempre più vicina ai cittadini”. La campagna, cui hanno già aderito 35 far-macie Lloyds comunali, ha come obiettivoquello di sensibilizzare le persone sull’im-portanza della prevenzione, consentendoanche a chi non ne ha la possibilità, per varimotivi, di sottoporsi periodicamente ascreening sanitari e di poterlo fare gratuita-mente. I milanesi saranno accolti nelle far-macie anche dai volontari dell’associazionee dai tanti giovani che hanno aderito all’ini-ziativa e che saranno a disposizione ancheper distribuire materiale di approfondi-mento e sensibilizzazione. La campagna sisvolgerà anche grazie ad un coordinamentomedico e sarà eseguita da personale sanita-rio tecnico. Gli screening inizieranno il 2maggio e proseguiranno fino al 27 giugno. Per garantire continuità al servizio ed evi-tare code di attesa, le persone interessatepossono prenotarsi direttamente o telefoni-camente presso la farmacia Lloyds comu-nale dove ha sede lo screening gratuito. Ilcalendario con le date di ogni screening e gli

indirizzi delle farmacie sono consultabili suwww.mondolions.org. Per comprendere quanto sia importantecontrollare periodicamente il proprio statodi salute, basta considerare alcuni fattori: ilglaucoma è una malattia spesso asintoma-tica che, se non diagnosticata in tempo, puòportare alla cecità; in Italia il 13,7% dei sog-getti over 60 (pari circa a 1.600.000 persone)ha qualche difficoltà nel sentire, con conse-guente limitazione alla partecipazione dellavita di tutti i giorni; l’inquinamento atmo-sferico e il fumo favoriscono la comparsa direazioni infiammatorie delle vie aeree che,se trascurate, possono portare all’ossigeno-dipendenza, ossia la necessità di respirareun supplemento di ossigeno per sopravvi-vere; l’osteoporosi non dà alcun segnalepremonitore, e si manifesta improvvisa-mente con una delle tipiche fratture “da fra-gilità ossea”. Valutare la propensione individuale al-l’osteoporosi, sottoponendosi a una misura-zione periodica della propria “densitàminerale ossea”, può ridurre significativa-mente i rischi di fratture.

Dalla Terra alla TavolaSta trovando sempre più interesse nella po-

polazione il mercato agricolo-artigianale“Dalla Terra alla Tavola” che mensilmente sitiene presso l’Azienda Agricola Ravelli in viaEdison, 2 a Settimo Milanese. Una decina dicommercianti, anche della nostra zona, in ge-nere nella seconda domenica del mese si ritro-vano nel piazzale antistante l’azienda agricolaproponendo i propri prodotti. Si tratta di unmercato a filiera corta, con la vendita di pro-dotti direttamente da chi li produce. È così che nell’edizione dell’8 marzo abbiamotrovato un’azienda agricola che offriva or-taggi, proveniente dal Piemonte, un’aziendasiciliana con frutta ed agrumi in particolare,un casaro con i suoi prodotti, salami e prodottiagricoli dell’Azienda Agricola “La Corte” diMuggiano. Senza ombra di dubbio è un inte-ressante spunto per cercare di ridurre i costiin tempi di ristrettezze economiche, senzaperdere qualità dei prodotti alimentari. E, non dimentichiamolo, il consumatore puònell’occasione di questo mercato fare un veroe proprio en plein compiacendo i piaceri delpalato con i prodotti alimentari direttamentedai produttori, e soddisfacendo la passionedell’orto con i prodotti in vendita pressol’Azienda Agricola Ravelli.

N O T I Z I E F L A S HN O T I Z I E F L A S H

Le operazioni di pulizia del fontanile

I commercianti con, al centro, Patrizia Stringaro assessore al Bilancio ed alle Attività produttive del Comune di Settimo Milanese

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10 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

Quindi, con l’entrata in guerradell’Italia, anche lei è stato desti-nato al fronte?“Sì! Si è aperto il fronte nord-ovested il nostro reggimento ha valicatole Alpi piemontesi per andare a sta-bilirsi a Lars, appena dentro laFrancia. Ma è durato poco per lacapitolazione della Francia. Lì è ar-rivato l’ordine di prepararsi per an-dare in Russia, al quale io mi sonoopposto con decisione, chiedendo– in qualità d’orfano di guerra – diessere esentato da zone operative.Poi, nel momento in cui si erano giàequipaggiati tutti contro il freddo,è arrivato il contrordine perché inostri soldati erano già in ritiratadal fronte russo e la nuova destina-zione era diventata Roma, dove ilnostro battaglione si è accampatosulle rive del Tevere, vicino a Cec-chignola. Ricordo quella che eradefinita ‘la marcia di resistenza’che consisteva nel far percorrere180 chilometri in cinque giorni atutta la divisione. Era il dicembredel 1941”.

Primavera 1942“Nel mese di marzo 1942 arrival’ordine che ci dovevamo preparareper uno sbarco e siamo andati a Ci-vitavecchia a fare le prove. Di nottecon dei barconi si facevano eserci-tazioni in previsione di invaderel’isola di Malta, che gli inglesi ave-vano occupato essendo vicinissimaall’Italia ed al continente europeo.Anche in questo caso ho fatto ri-chiesta di non partecipare ad azionipericolose e la mia domanda è stataaccettata. Dissi chiaramente al te-nente, che era milanese, che ioavrei seguito il battaglione dopo losbarco e lui ha preso atto della miasituazione. Come per la primavolta anche in questo caso non sene fece niente di quest’ordine efummo destinati in Africa, subitodopo essere stati equipaggiati ade-guatamente. Nuovo ordine, peruna nuova destinazione, cancellatosubito dopo per il semplice fattoche dal fronte africano eravamo giàanche lì in ritirata”.Cambiamenti repentini ed improv-visi dettati da un andamento sfa-vorevole del conflitto al qualeeravamo legati mani e piedi?“Esatto! Penso che, nonostante lepoche notizie per mantenere alto ilmorale dei soldati, a quel punto laguerra per noi italiani era già persa.Tra le poche notizie c’era quella cheuna di due navi Italiane partite perl’Africa era stata affondata dagli in-glesi. Chiuso! La nuova destina-zione era Caltagirone, sud-ovestdella Sicilia”.

Luglio 1943Ma… sostanzialmente per il vostroreggimento niente combattimentifino a questo punto?“No! Combattimenti niente. Soloesercitazioni anche se il reggi-mento cambiava destinazione ungiorno sì e l’altro ancora. Anchequi in Sicilia non è successo nulladi grave, fino allo sbarco del luglio1943. A casa era invece avvenutoqualcosa di molto importante, bmisento ancora orgoglioso. Fu reca-pitata a mia madre, il 14 aprile1943, dai Carabinieri una lettera incui il Comando del Reggimento,in occasione della Pasqua, inviavaun assegno di 200 Lire quale pre-mio per l’ottima condotta tenutain servizio del Sergente GuidoBaroni. E’ una cosa di cui sonoancora compiaciuto è un mio per-sonale talismano. Immaginatequella donna: vedova di guerra,con un figlio al fronte da tempoche si vede recapitare dai Carabi-nieri una tale cifra.... Fece subitoun libretto di risparmio a mionome”. Guido ci mostra quella lettera confierezza, conservata in una tecacome un vero e proprio cimelio. E’poi prodigo di altri aneddoti che,purtroppo, dobbiamo sintetizzareper esigenze di stampa.

In Sicilia, il Capitano della Com-pagnia, su suggerimento dell’Aiu-tante Maggiore del Battaglione,assegnò il sergente Baroni conquindici soldati al corpo di guar-dia di un deposito di carburanti.La Divisione “Livorno” proprio inquesti luoghi ebbe le più eroicheimprese, per ben due giorni dal 10al 12 luglio del 1943 resistette alleforze alleate tra Monte Zai eMonte dell’Apa.

Fu la dimostrazione che quelladegli anglo-americani non è statapropriamente, com’è spesso de-scritta, una passeggiata. Il contrat-tacco italiano su Gela dell’11 luglio1943 iniziò dalle basi di partenzasulle quali si attestarono il 10 lu-glio i reparti della Divisione “Li-vorno”. Ma proseguiamo nel dettagliatoracconto... “L’assegnazione del mio plotoneera il “Podere San Nicola”, sullastrada di Gela, che era la residenzadi campagna della famiglia Crisa-fulli di Caltagirone. Proprio in quelperiodo la moglie del Crisafullidiede alla luce un figlio, dopo es-sere fuggiti dalla città bombardatadagli americani. C’era il suo me-dico che poteva, grazie ad un la-sciapassare, andare dove voleva equando è venuto qua per una visitaal bambino ci ha informati dellosbarco riuscito degli alleati. I tede-schi se n’erano ormai andati, gliamericani avanzavano veloce-mente ed a noi non rimaneva chearrenderci. Diedi ordine di racco-gliere le armi e con una bomba amano le feci saltare all’interno diun pozzo, per non dover combat-tere inutilmente contro forze moltopiù preparate di noi. Ho lasciatoandare due soldati siciliani, racco-mandando loro di non farsi vederein divisa, ed ho ordinato agli altridi rimanere in piedi senza cercaredi nascondersi. Ne avevo sentitetroppe sui soldati allo sbando nellaprima guerra mondiale che veni-vano fucilati sul posto. Ho detto aicivili della villa di mettere lenzuolabianche sui davanzali in segno diresa. Infine, una volta giunti da noie sapendo che a loro interessavanosolo i tedeschi, ho cercato di farmisubito amico il tenente americano,indicando dov’era il deposito dicarburanti. Il mio intento era soloquello di salvare più vite possibilie non soltanto le nostre. L’ultimaraccomandazione ai miei soldati èstata quella di abbandonare puretutto ma non la borraccia dell’ac-qua che sarebbe stata essenzialeper la sopravvivenza. Gli Ameri-cani ci hanno caricato su delle ca-mionette e durante il tragitto hodovuto perfino accettare, oltre a bi-scotti e cioccolata, anche alcune si-garette nonostante io non fumassi.Destinazione la spiaggia di Gela dadove siamo stati imbarcati per Tu-nisi. Era il 15 luglio del 1943”.

Prigioniero di guerra“Ecco… questa era la naturale con-seguenza di scelte quantomenosbagliate. Al mio reggimento è an-data bene visto che sono ancora quia raccontarvelo. Nella capitaledella Tunisia siamo stati rinchiusiin un campo sportivo assieme ad

altri prigionieri. Gli anglo-ameri-cani ci davano una razione algiorno composta da scatole dicarne e due pani da dividere inventi. Siccome erano proibiti col-telli e quant’altro, io – che ero unodei responsabili di gruppo – ta-gliavo con una lamiera i grossi pania fette, facevo voltare i miei compa-gni per farne scegliere una di na-scosto per non creare differenzevisto che le fette non erano mai per-

fettamente uguali. Dopo aver con-sultato i miei compagni abbiamodeciso di accettare la qualifica dicollaboratori”.Quindi non eravate più consideraticome prigionieri di guerra?“Eravamo sempre prigionieri, macon libertà di movimenti. Cihanno dato una giacca e dei panta-loni contrassegnati da un discorosso, per essere riconoscibili, e cihanno portato ad Algeri passan-doci nelle mani degli inglesi. Era-vamo in 120 ed avevamo un nostrocampo. Ci hanno suddivisi in squa-dre ed io che ero un ‘magùtt’ (mu-ratore) andavo con la mia adaggiustare le strade, dipingere lerighe bianche sui tronchi degli al-beri e quelle rosse per segnalare unpericolo… Cose mai viste là emolto apprezzate”.

La prigionia in Scozia nel 1944Quanto tempo era, Guido, che nontornava a casa?“Ma… fate un po’ voi i conti. Co-munque stavo bene di salute e que-sta era la cosa più importante. Io hosempre pensato che mio padre ve-gliasse su di me e questa convin-zione rimane tutt’oggi. Proprio inquesto frangente era giunto l’or-dine che saremmo andati in Ame-rica e a tutti ci avevano dato unacartolina da spedire a casa per direche andava tutto bene e che sa-remmo andati oltre l’oceano. Cosa,invece, che non è successa e cihanno sì imbarcato ad Algeri maper raggiungere l’Inghilterra e, piùprecisamente, Glasgow in Scoziadopo quindici giorni di naviga-zione. In pratica con la nave ave-vamo quasi raggiunto l’America,per evitare i sottomarini tedeschi.Dal caldo torrido africano al freddoscozzese con la stessa divisa che,per fortuna, ci hanno sostituito ilgiorno dopo con la matricola inbella vista. La mia era P.O.W. 24406.Dovrei avere anche una fotogra-fia… ve la cerco”.In pratica voleva dire “Prigionierodi Guerra numero 24406”, sullanuova divisa che era uguale aquella dell’esercito inglese?“Sì… Insieme alla divisa ci hannoanche fornito maglie e calzettoni dilana scozzese che dovevamo tenered’acconto. Ognuno si lavava ognicapo che doveva essere sempre pu-lito. Eravamo accampati nella cam-pagna scozzese dove centinaia dibaracche formavano una vera epropria polveriera. Eravamo comesoldati, ci facevano caricare casse dimunizioni sui camion per esseretrasportate a Londra e negli altriporti da dove sarebbero partite lenavi per lo sbarco in Normandia.Una cosa mai vista, una quantità di

munizioni talmente enorme dafarci domandare come avremmopotuto noi italiani solo pensare divincere la guerra”.Guido è come un rullo compres-sore e racconta aneddoti e inizia-tive della sua squadra che hannolasciato a bocca aperta anche i piùalti gradi inglesi. Idee e soluzioni dicerti problemi che soltanto unamente italiana avrebbe potuto in-ventarsi e mettere in atto con i po-chissimi strumenti a disposizione. Pensate che erano talmente consi-derati che, quando è finita laguerra, li hanno trattenuti ancoraun bel po’ a coordinare il rientro inPatria di tutti i prigionieri chec’erano finché, finalmente, non èarrivato anche il turno del nostrointerlocutore.

Il ritorno a casa nel 1946“Fui chiamato a rapporto, dal Mag-giore inglese, che mi comunicò iltrasferimento con altri 4 soldati adun campo di rimpatrio, per esi-genze di lavoro amministrativo peril rientro dei soldati collaboratori.Era un sabato dopo la conta (cheavveniva tutti i sabati) quando ebbila comunicazione del comandante.

Nel pomeriggio dello stesso giornoci fu una partita di calcio con unreggimento polacco. Dissi a lorodel nostro trasferimento ad uncampo di rimpatrio.... ricordo an-cora lo sguardo affettuoso con unabbraccio simbolico da veri fratelli.Le prime parole che mi furono ri-volte in un italiano stentato furono:‘Voi non siete più prigionieri, tor-nate a casa in famiglia. Per noi nonesiste il rientro, la nostra casa saràgli Urali’. Era, infatti, questo il de-stino dei battaglioni polacchi cheavevano collaborato con gli inglesi,ora che la Polonia era diventataterra di conquista sovietica. Con ilcamion siamo stati tutti e cinqueportati a Linz in Inghilterra, ci

siamo sistemati ed abbiamo presocontatto con un sergente inglese,che parlava italiano, il quale cispiegò come si svolgeva il rapportoamministrativo di rimpatrio, il la-voro per il quale eravamo stati in-viati lì. Dopo qualche settimana horicevuto una lettera dall’amicoFaustino, già congedato in Italia,che mi supplicava di trovare l’insu-lina per il figlio molto bisognoso ditali cure. Avevo qualche soldo ed,in una farmacia nelle vicinanze,spesi tutto in insulina pensandoche tale medicinale (non facilmentereperibile in Italia) fosse utile anchead altri. Il 29 marzo fummo, conaltri 80, trasferiti al porto di Londraed imbarcati. Dopo quattro giornidi navigazione eravamo a Napolidove mi sono subito scontrato conla tragica realtà di un disastrosodopoguerra”.Guido, a questo punto quando ilbuio sta già calando, sembra essereil meno stanco di tutti. Si vede be-nissimo quanto sia la sua voglia dicontinuare il racconto ma dob-biamo concludere. Riusciamo, allora, a sapere che daNapoli gli appartenenti al gruppodel nord Italia sono partiti in trenoed hanno, dopo varie fermate com-preso Livorno, raggiunto Milano.Salito su di un tram con il suo saccostracolmo ha chiesto al bigliettaiocome poteva pagare il biglietto,poiché non aveva più un soldo intasca, e lui l’ha guardato prima in-curiosito e poi con un sorriso di be-nevolenza facendogli segno chenon ce n’era proprio bisogno.Giunto finalmente a Muggiano èstato accolto dal parroco don Sa-turnino Villa e da tanti compae-sani con grandissima gioia. Unagrande festa in suo onore è statamessa in piedi, qualche giornodopo, per concludere un’avven-tura straordinaria e quasi incredi-bile. Era il maggio del 1946 e luicompiva trent’anni.Subito dopo i saluti con parenti edamici Guido Baroni si è diretto aPavia dall’amico Faustino con unaparte della preziosa insulina acqui-stata in Inghilterra per il figlio delcommilitone. Un gesto di cuore,senza nulla chiedere, che evidenziaancora una volta la grandezzad’animo di quest’uomo. Il restodell'insulina fu consegnato al fra-tello che la portò in Borletti peraltre persone bisognose.Una storia che ai giorni nostri famolto pensare alle disavventure chei nostri militari hanno subito. Ab-biamo tutti dimenticato il settante-simo anniversario della Liberazionema una stretta di mano e un ringra-ziamento è il nostro congedo. Buoncompleanno Guido!

(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)

Il quasi centenario Guido Baroni

Il sergente Guido Baroni

Un importante riconoscimento

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11Aprile 2015Muggiano

& dintorni

“L a musica è un linguaggio uni-versale, ha la capacità di cemen-

tare la comunità, di scandire i ritmi erinsaldare i legami tra tutti i suoimembri favorendo la coesione sociale,di favorire la comunicazione attraversoil linguaggio non verbale, far esprimerele proprie emozioni, condividere i pro-pri sentimenti e stati d’animo, maanche sviluppare gli aspetti socialidella persona. La Festa della Musica,diventa quest’anno un’opportunità perandare oltre lo spettacolo effimero.Un’opportunità d’integrazione socialerivolta al pubblico di giovani affetti dadiversi handicap e in particolare daquelli psicologici. Un’opportunità perpermettere alle persone coinvolte diprendere contatto con il proprio mondointerno. La Musica Libera!”, con que-ste parole si presenta la XXI edi-zione italiana della Festa Europeadella Musica 2015. Italiana perchéla Festa Europea della Musica ènata in Francia, per la precisione aParigi, nel 1982. La Festa viene lanciata il 21 giugno(solstizio d’estate) del 1982, dal Mi-nistero della Cultura Francese gui-dato dal ministro Jack Lang. In tuttaFrancia, musicisti dilettanti e profes-

sionisti invadono strade, cortili,piazze, giardini, stazioni, musei.Non contenta di rendere solamentela pratica musicale visibile, la Festadella Musica è diventata un auten-tico fenomeno sociale. Dal 1985,Anno Europeo della Musica, laFesta si svolge in Europa e nelmondo. Dal 1995, Barcellona, Ber-lino, Bruxelles, Budapest, Napoli,Parigi, Praga, Roma, Senigallia sonole città fondatrici dell’AssociazioneEuropea Festa della Musica. Dal 2002 l’Associazione Italiana perla promozione della Festa della

Musica (AIPFM - www.festadella-musica-europea.it), si occupa dipromuovere l’evento sul territorioitaliano. Pertanto la Festa della Mu-sica non è un festival. È una grandemanifestazione popolare gratuitache si tiene il 21 giugno di ognianno per celebrare il solstiziod’estate; è una festa aperta a tutti ipartecipanti amatori o professioni-sti, che desiderano esibirsi di frontead un vasto pubblico, sempre cu-rioso e disponibile. Attualmente aderiscono alla Festapiù di 300 città nei cinque conti-

nenti, una sessantina in Italia,dando vita ad una rete distribuita sututto il territorio nazionale.Tantis-simi concerti di musica dal vivo sisvolgono ogni anno, il 21 giugno, intutte le città, principalmente all’ariaaperta, con la partecipazione di mu-sicisti d’ogni livello e genere. Con-certi gratuiti, valore del gestomusicale, spontaneità, disponibilità,curiosità, tutte le musiche apparten-gono alla Festa. Un’occasione unicaper musicisti, associazioni, giovani,allievi e gruppi, per mostrare il pro-prio talento, farsi conoscere e conta-giare le città e i borghi con la propriapassione, dando vitalità e creandoatmosfere magiche in ogni angolo. La nostra associazione Banca delTempo di Cusago ha conosciutosolo l’anno scorso l’esistenza diquesta festa, grazie alla segnala-zione di un nostro socio. Appenaabbiamo capito lo spirito dellastessa abbiamo aderito subito.Siamo diventati membri dell’Asso-ciazione Italiana, coinvolgendotutte le associazioni di Cusago e

Monzoro per organizzarsi in un co-mitato promotore. L’anno scorso siamo riusciti ad or-ganizzare quattro postazioni mu-sicali, due a Cusago e due aMonzoro. Hanno suonato una ven-tina di gruppi per circa otto ore,con musiche molto diverse tra loro.L’esperienza è stata molto bella eanche impegnativa, ma abbiamopensato che dovevamo riproporlaanche quest’anno. A gennaio ab-biamo invitato tutte le associazionidi Cusago e Monzoro a far partedel Comitato Promotore della Festaper la II Edizione e ci hanno se-guito: AVIS Trezzano/Cusago,Mondine di Monzoro Onlus, Comi-tato di Monzoro, Chiesa Evangelicadi Baggio e ARCI ‘Il Glicine’ (intrattativa Rotary Club Cusago). Siamo diventati soci dell’Associa-zone Italiana anche per quest’annoe abbiamo presentato la Festa loscorso 12 marzo all’interno dellarassegna I Giovenott... con le Musecon l’aiuto di Roberto Giuliano eValeria Frigerio del Settore Svi-luppo Economico e Culturale delComune di Abbiategrasso. Perchéabbiamo invitato Abbiategrasso?Semplice; anche loro aderisconoalla Festa insieme a Milano, Rho,Buccinasco, Bergamo, Brescia,Ranco (VA)... per citare sole le cittàquelle più vicine a noi. È stata unaserata molto interessante di con-fronto e collaborazione.Finita la prima fase di costituzionedel Comitato, siamo entrati nella se-conda fase: coinvolgimento dei mu-sicisti e raccolta delle iscrizioni chesaranno aperte fino al 31 maggio.Per l’iscrizione è sufficiente man-dare un mail con i dati personali odel gruppo a [email protected] seguito della raccolta d’iscrizioni,saremo in grado di organizzare ilprogramma musicale e le postazioniper genere musicale. Saranno anche fondamentali glisponsor, la festa è gratuita, ma cisono delle spese, la più salata:SIAE, oltre all’iscrizione all’AIPFM,locandine, manifesti, service, affittostrumenti ecc... Sono aperte anchele adesioni come sponsor. La Festa si svolgerà a Cusago sa-bato 20 e domenica 21 giugno. LaFesta della Musica negli ultimi anniha avuto un’importante diffusionenei Comuni piccoli e medi e perquesto anche l’Associazione BorghiAutentici d’Italia sostiene l’inizia-tiva; ma anche il Ministero per iBeni e le Attività Culturali sponso-rizza l’iniziativa e quest’anno laFesta di Cusago e Monzoro fa partedel portale Expo In Città. Musicisti e amanti della musica viaspettiamo per festeggiare l’arrivodell’estate accompagnati dallaMusica.

Seconda edizione a Cusago e Monzoro della Festa Europea dellaMusica, una grande manifestazione popolare gratuita che si tieneil 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate. È unafesta aperta a tutti i partecipanti amatori o professionisti, che desi-derano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico, sempre curioso edisponibile. Ci aspettano quindi concerti gratuiti, dilettante o pro-fessionista, ognuno si può esprimere liberamente. Una Festa cheappartiene, prima di tutto, a coloro che la fanno. Mariàngeles Ex-pòsito Peinado, presidente della Banca del Tempo di Cusago,l’associazione che coordina l’evento, ci racconta di cosa si tratta.

Festa Europea della MusicaMariàngeles Expòsito Peinado

Presidente Banca del Tempo di Cusago

Festa Europea della Musica, Corte Madonnina Cusago 2014, I edizione

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12 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

Più spettacolial Cristallo

D al 9 febbraio 2015 il cinema teatro Cri-stallo di Cesano Boscone ha adottato in

via sperimentale la multiprogrammazione:ogni giorno della settimana gli spettacolisono almeno due (uno pomeridiano, alle ore16, e uno serale alle ore 21,15), con la possi-bilità di spettacoli mattutini per le scuole chene fanno richiesta. Nei giorni in cui è in ca-lendario uno spettacolo teatrale dal vivo, lasala nel pomeriggio rimane chiusa.

L’ingresso per gli spettacoli pomeridiani in-frasettimanali (da lunedì a venerdì, non fe-stivi) è ridotto per tutti: 5 euro (ad eccezionedegli spettacoli con speciali contenuti com-plementari: documentari, mostre, film di ele-vato interesse culturale, concerti etc.). Il Cristallo intende così venire incontro a di-verse esigenze: la possibilità di intercettarepiù spettacoli, la volontà di agevolare le per-sone che hanno difficoltà ad uscire la sera, ilrilancio delle attività con le scuole. Le asso-ciazioni e le realtà del territorio che volesseroprogrammare qualche spettacolo nella fasciaoraria mattutina o pomeridiana, possonoprendere contatto con la direzione della salaal numero 348.3124205. Passaparola!

AperturaSanta Maria Rossa

A pertura straordinaria di Santa MariaRossa a Monzoro (Cusago) per Expoin-

città. Le visite guidate all’antica Abbazia e aisuoi affreschi si alterneranno alla premia-zione dello stand più significativo della ma-nifestazione “Cusago in fiore”. È quantoprevisto il prossimo 10 maggio, un pome-riggio di visite alla splendida Abbazia tre-centesca di Santa Maria Rossa a Monzoro,abitualmente utilizzata per eventi privati esolo occasionalmente per concerti. Sarà un’occasione unica per ammirare le bel-lezze di Santa Maria Rossa: tour guidati sa-ranno effettuati circa ogni mezz’ora dalle ore

15,30 alle 19, in italiano oppure in inglese, alcosto di 5 euro con possibilità di riduzioni (3euro per chi ha più di 65 anni, gratis per ibambini fino a 10 anni). Le visite all’antica chiesa sono organizzatedalla Proloco di Cusago e dell’Amministra-zione comunale e rientrano nel calendariodi Expoincittà, il palinsesto di eventi cheavranno luogo nella Grande Milano durantei sei mesi di Expo 2015. Alle 17 le visite cederanno il posto ad unabreve premiazione nell’ambito di “Cusago infiore”, la tradizionale manifestazione floro-vivaistica organizzata l’11 e 12 aprile dallaProloco, sui prati antistanti il Castello viscon-teo di Cusago. L’antica chiesa sconsacrata diSanta Maria Rossa, oggi proprietà privata equindi aperta solo in occasione di eventi pro-grammati, è l’ultima parte rimasta dell’anticaabbazia edificata nel XIV secolo. Ha una costruzione ad aula unica, con coper-tura a capanna, ed accoglie un piccolo pre-sbiterio di forma quadrangolare dovecampeggia un grande affresco con il Cristocircondato dai quattro evangelisti. Ad un ar-tista aggiornato sulla più alta pittura lom-barda del tempo, si debbono i due affreschicon la Madonna e santi e il San Giorgio. Il nome di Santa Maria Rossa deriva dal co-lore delle vesti con cui la Vergine è ritratta inun affresco interno, ancora visibile; altri af-freschi, di scuola giottesca, sono attualmenteconservati nella pinacoteca del Castello Sfor-zesco di Milano.

“In campoper un sorriso”

A ncora prima di scendere in campo, ZiniProdotti Alimentari realtà industriale di

Cesano Boscone ha già fatto una doppietta:un goal all’insegna della solidarietà e uno al-l’insegna… del gusto! Il 21 marzo e domenica22, il Pastificio di Cesano Boscone ha parteci-pato, in qualità di sostenitore, alla 4ª edizionedel Trofeo PUPI “In Campo per un Sorriso”,

torneo di calcio a 7over 30 organizzatodalla FondazionePUPI di Paula e Ja-vier Zanetti, vicepre-sidente dell’Inter, infavore del progetto

“Lo sport ci rende uguali”: l’obiettivo era diraccogliere fondi per i bambini residenti nellezone disagiate dell’Argentina, contribuendoa restituire loro e alle loro famiglie la fede, ladignità e la speranza.

In totale Zini ha messo a disposizionepiù di 250 kg della sua esclusivapasta fresca surgelata, preparata almomento dagli Chef del punto ri-storo dedicato a pubblico e calciatori.Un’occasione per una pausa risto-ratrice all’insegna dell’alimentosimbolo della cucina italiana, partico-larmente apprezzato in ambito spor-tivo per il suo apporto di carboidratiche permette di incamerare la giustadose d’energie prima d’ogni attivitàfisica, ma anche di rifocillarsi dopo losforzo sostenuto. Per assecondare i gusti di tutti, è statapredisposta un’ampia selezione di ri-cette: Gnocchi di patate al ragù, Seda-nini alla amatriciana e Ravioli ricotta e

spinaci al pomodoro e basilico, ideali per i ve-getariani. Da non perdere poi i deliziosi Sor-risi al basilico, caratterizzati da un morbido eprofumatissimo ripieno racchiuso da un in-volucro di pasta fresca all’uovo: un inno allatradizione mediterranea più autentica. Da diversi anni Zini Prodotti Alimentaririentra tra le aziende sostenitrici della Fon-dazione PUPI: recentemente il Pastificio harealizzato la nuova collezione di felpe perso-nalizzate, in vendita a scopo benefico. Lapasta Zini, disponibile in più di 50 formatipresso lo Spaccio Zini di via Libertà 36 a Ce-sano Boscone, è preparata secondo un me-todo particolare che prevede la cottura e lasuccessiva surgelazione. In questo modo almomento del consumo è subito pronta: ba-stano due minuti in acqua bollente, in pa-della o nel microonde, secondo le istruzioniriportate sulla confezione. Sempre presso lo Spaccio Zini di Cesano Bo-scone si possono acquistare le Salse Zini, unalinea di sughi in piccole scaglie surgelate,pronti in pochi secondi in padella, a bagno-maria o nel forno microonde e disponibili in11 ricette della tradizione italiana. Spaccio Zini Prodotti Alimentari: via Li-bertà, 36 – 20090 Cesano Boscone (MI). Oraridi apertura: dal martedì al sabato: 9-12,30;15-17,30 per informazioni: 02.4583546.

Milano: nuove rastrelliere per bici

Q uasi 750 nuove rastrelliere in città, di cuigià in funzione 50 a Baggio. E’ la grande

novità in tema di biciclette di questa prima-vera, oltre alle 1.000 bici elettriche e alle 70nuove stazioni di BikeMi. Sulle strade di Mi-lano nei prossimi mesi arriveranno 748 nuovistalli che ospiteranno ben 3.740 bici. Dal 2011Palazzo Marino ha già posizionato 592 ra-strelliere per 2.995 posti in tutta la città: conquelli in arrivo, il totale sotto quest’Ammini-strazione sfiorerà quota 7.000. “E’ dall’inizio del mandato che lavoriamoper aumentare le rastrelliere in una città incui cresce costantemente il numero dei cicli-sti – dichiara l’assessore alla Mobilità e Am-biente Pierfrancesco Maran –. Questi nuovistalli, distribuiti capillarmente in tutte lezone di Milano, consentiranno un parcheg-gio più sicuro per quasi 4 mila bici”. Le prime 58 rastrelliere, tutte da 5 posti l’una,fanno parte del progetto di riqualificazionee valorizzazione “Baggio verso Expo”, esono già state quasi tutte collocate in prossi-mità dei punti strategici del quartiere: la pi-

scina, l’ufficio postale, l’ospedale San Carlo,la biblioteca, il mercato, alcune scuole prima-rie. L’investimento del Comune è stato dicirca 25 mila euro e la fornitura è stata affi-data tramite procedura telematica MEPA. Attraverso un bando di gara comunitario èstata affidata inoltre la fornitura di altre 690rastrelliere, anche queste da 5 posti l’una. IlComune, che in questo secondo lotto ha in-vestito circa 332.000 euro, ha già individuatola collocazione per 263 stalli: 100 saranno col-locati al Gate di Cascina Merlata di Expo, 92nei cortili delle scuole o in prossimità di 28scuole che hanno aderito ai progetti #Stars eal #Bicittadini (due iniziative svolte a livelloeuropeo di divulgazione della cultura dellabicicletta). Gli altri 71 saranno distribuiti apioggia in tutte le zone della città, a secondadelle esigenze più immediate. Il Nuir (Nucleo intervento rapido del Co-mune) avvierà la posa di queste rastrellierea partire dalle prossime settimane. Parallela-mente, il Comune definirà la localizzazionepiù opportuna dei restanti 427 stalli, tenendoconto delle richieste dei cittadini e dei Con-sigli di Zona. 

Milano: al via #nevicata14

S ono partiti il 17 marzo i lavori di installa-zione di #nevicata14, la soluzione di archi-

tettura partecipata che, nel semestre di Expo,cambierà il volto di piazza Castello. I lavori du-reranno circa sei settimane e finiranno intempo per il Salone del Mobile, proprio a pochigiorni dall’inaugurazione di Expo 2015. Nelleofficine sono già in corso le lavorazioni degliarredi che abbelliranno la piazza: sedute, puntiluce, panchine, zone d’ombra, alberi in vaso,piattaforme utilizzabili per attività pubbliche odi spettacolo, elementi illuminanti, pali segna-letici, il tutto supportato dalla rete WiFi. Tutte le attrezzature, i dispositivi e le albera-ture saranno disposte su aree bianche, circo-lari e di varie dimensioni, tracciate a terracome grandi chiazze di neve durante un di-sgelo. Nelle prime settimane l’area recintataper i lavori sarà ampia, ma diverrà semprepiù circoscritta per non inibire mai comple-tamente la fruizione della piazza. I lavori di installazione, diretti dal gruppoGuidarini&Salvadeo + Snark, come anche lefasi di progettazione di #nevicata14, svoltesinei mesi scorsi, saranno un’occasione di con-fronto continuo tra gli architetti, gli operatoriimpegnati nella realizzazione e i cittadini in-teressati. Durante i lavori di installazione si svolgeràuna visita guidata per il pubblico in compa-gnia dei progettisti, programmate per sabato11 aprile, alle ore 11.30, all’ingresso degliExpo Gate (durata 1 ora circa).

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Il progetto per piazza CastelloSanta Maria Rossa

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13Aprile 2015Muggiano

& dintorni

A Cusago è tempo di fiori

R itorna “Cusago in fiore” la ormai tradi-zionale manifestazione florovivaistica

dedicata agli amanti del verde organizzatada Proloco di Cusago in collaborazione conl’Amministrazione comunale. L’11 e il 12aprile, dalle 9 alle 18, la Corte Madonnina e iprati adiacenti al castello visconteo saranno

investiti da colori e profumi portati da unacinquantina di vivaisti specializzati che arri-veranno da tutta Italia. Oltre ai vivaisti sa-ranno presenti i prodotti del Distretto Rurale“Riso&Rane” e la mostra di acquerelli delmaestro Gionata Alfieri. Quest’anno la ma-nifestazione si inserisce nel calendario deglieventi legati a Expo in Città fregiandosi delpatrocinio dell’Esposizione Universale. Ma nel paese Visconteo, oltre a fare un’im-mersione nei colori e nei profumi floreali, do-menica 12 aprile gli appassionati del verdepotranno partecipare al laboratorio di ortiurbani “L’orto delle meraviglie” curato daMarco Corneo mentre sotto i tassi del ca-stello, a partire dalle 16.00, i più piccoli po-tranno assistere allo spettacolo teatrale “IlPiccolo Principe” a cura di Dedalus con l’at-tore e regista Maurizio Brandealese”. A corollario della manifestazione il merca-tino dell’antiquariato e del cibo biologico coni produttori bio della Franciacorta, della Val-camonica e della Val Nure. Cusago in fiorenon si esaurirà il 12 aprile: il 10 maggio, alleore 17, nella storica Abbazia trecentesca di S.Maria Rossa nella frazione di Monzoro, av-verrà la premiazione del vivaista con la col-lezione d’eccellenza.

Milano: un milione peri camion inquinanti

M ilano verso la Low Emission Zone. Ne haparlato il 13 marzo l’Assessore alla

Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Marannel corso di una conferenza stampa a Pa-lazzo Marino, presentando il bando che met-terà a disposizione un milione di euro perl’ammodernamento dei camion più inqui-nanti. Alla conferenza erano presenti ancheil Vice Presidente di Assimpredil Ance An-drea Lavorato, il Presidente di LegambienteLombardia Damiano Di Simine e l’Ammini-stratore Unico di AMAT Maria Berrini. La Low Emission Zone (LEZ) è uno dei pro-getti fondamentali contenuti nel Piano Ur-bano della Mobilità Sostenibile (PUMS). IlPUMS, infatti (la cui attuazione completapermetterà una riduzione complessiva delleemissioni da traffico pari al 36%) prevedeanche la realizzazione di un sistema in grado

di controllare puntualmente e regolare l’in-gresso dei veicoli in città e, quindi, di favo-rire la circolazione di quelli con i miglioristandard ambientali. Con una delibera ap-provata, il Comune stanzia, a partire da finemarzo, un milione di euro di incentivo perl’installazione di filtri antiparticolato sui vei-coli più inquinanti.

“I camion superiori a 3,5 tonnellaterappresentano una delle maggiorifonti di inquinamento in città, per-ché purtroppo in questo compartoregistriamo un forte ritardo nel pro-cesso di ammodernamento, richiestoperaltro dalla normativa antinquina-mento attualmente in vigore – hadichiarato l’assessore Maran –. No-nostante le norme emanate dallaRegione Lombardia in tema di pre-venzione e riduzione delle emis-sioni, infatti, mezzi molto inquinantidi grandi dimensioni continuano adentrare a Milano. Noi abbiamo unnuovo obiettivo ambientale: ridurregli autocarri inquinanti in città. Per

questo è necessario creare una Low EmissionZone, sul modello londinese. Non si può pen-sare di cambiare ed ammodernare i camionlombardi all’improvviso, ma è necessario unlavoro a tappe serrate condiviso con le asso-ciazioni di categoria per ottenere risultatiqualificanti”. 

L’attuazione completa del progetto LEZ, rea-lizzato con fondi europei e ministeriali nelquadro di progetti per l’infomobilità, per la ge-stione delle merci pericolose, e per la difesadella qualità dell’aria, prevede l’installazionedi 100 varchi elettronici, posizionati all’in-gresso della città. Sulla base di analisi ambien-tali mirate, sviluppate nell’ambito del progettopilota Converse (CONtrollo dinamico dei VEi-coli merci e da lavoro con Sistema Real time diSegnalazione Ecologica), finanziato con fondidel Ministero Ambiente nel quadro del PRIA(Piano Regionale Interventi per la Qualitàdell’Aria), e grazie al Protocollo sottoscrittocon Regione Lombardia e Assimpredil ANCEl’anno scorso, si prevede inoltre di sperimen-tare, in particolare sul comparto dei veicoli pe-santi, tecnologie e sistemi di controllo qualiapparati di bordo (OBU – On Board Unit) ingrado di rilevare le effettive percorrenze effet-tuate e le rotte seguite dai veicoli.L’obiettivo è appunto quello di integrarequeste tecnologie più “dinamiche” con si-stemi di controllo del traffico esistenti e fu-turi (come Area C e la LEZ) e di definire,anche ispirandosi a modelli come quelli dellaGrande Londra, nuove politiche di regola-zione della circolazione, utilizzabili anchenell’area più vasta, che favoriscano la circo-lazione di mezzi meno inquinanti e la rego-

lazione delle rotte per quelli più ingombrantio trasportanti merci pericolose. In questo contesto il Comune istituisce unbando, che sarà pubblicato sul suo sito e sichiuderà a giugno, dotato, grazie ai fondiConverse, di un finanziamento complessivodi un milione di euro, destinato a favorirel’acquisto e l’installazione di filtri antiparti-colato su veicoli merci da lavoro alimentati agasolio, classe Euro 0 ed Euro 1. Potranno be-neficiare del finanziamento i veicoli merci dalavoro appartenenti alle categorie N2 ed N3di classe Euro 0 ed Euro 1, con sede legale ooperativa in Lombardia, che aderiranno allasperimentazione di Converse e installerannole vetrofanie e gli OBU messi gratuitamentea disposizione.

Festa della Donna2015

D omenica 8 marzo presso l’associazioneAmici del Quadrato in via Antonio

Mosca 189 Milano, alla presenza di un nume-roso pubblico è stata inaugurata una mostrad’arte dal titolo “La Festa della Donna 2015”.Alla presentazione di questa manifestazione ilgiorno 8 marzo erano presenti oltre agli artistipartecipanti numerosi pittori cui è stato con-segnato un attestato personalizzato con unpiccolo cenno critico redatto da Gennaro Mon-tanaro inerente le opere presentate ed espostepresso la sala espositiva dell’associazione. L’elenco dei partecipanti. Pilar SeguraBadia: Il paesaggio, le vedute montane edelle marine sono rappresentate con natura-lezza e spontanea gestualità. Isabella Ditaranto: L’artista cerca di trasmet-tere con le sue immagini e attraverso le pro-prie ispirazioni adoperando i colori moltoricercati ed i più appropriati nelle cromie del-l’acquerello. Ivana Gazzetta: La figura è trattata con unprofondo studio di ricerca psicologica tantoda farci comprendere quali siano stati i sen-timenti delle sue ispirazioni sempre diversee sempre rivolte al sociale. Graziella Ghisletti: Le profondità prospettichee il variare delle composizioni, dimostranocome l’artista sia alla ricerca di una ispira-zione sempre diversa e più profonda, per tra-smetterla in modo semplice ma elegante. Graziella Fraschini: Nel monocromo sa espri-mere la sua personalità facendo risaltare isuoi personaggi attraverso ombre e luci chesi delineano accarezzando la forma e dandomolto rilievo alla sostanza. Maria Luchetta: Nelle sue figure senza dub-bio troviamo quel fascino che inchioda lospettatore, lo incuriosisce lo in-calza il colore prende il soprav-vento e diventa dominante con isuoi colori dai toni caldi e forti. Domenico Porpora: Quando af-fronta le figure, pur lasciandomolto spazio all’immaginazionecon un sapiente uso dello sfu-mato,le caratterizza con alcunemovenze ben definite che le fannodiventare affini tra loro. Francesco Adduci: Quando trattatemi ambientali,preferisce la cam-pagna con gli sfondi messi in evi-denza da una prospettiva creatada macchie di verde ed acque az-zurre. In queste composizioni le

figure di contadini o pescatori sono il filo con-duttore delle sue opere. Mario Locatelli: La visione della realtà, i temiambientali, la campagna viene messa in evi-denza da una prospettiva creata da macchiedi verdi e acque cristalline la dove il cielo az-zurrino si specchia e va ad illuminare tutto ilpaesaggio. Salvatore Cangemi: Attraverso la sua tavo-lozza, l’artista ha voluto fare un omaggio aquesta giornata particolare riuscendo a co-gliere nel segno gli aspetti odierni facendotrasparire la solitudine, la malinconia nasco-sta da una mascherina, la riflessione. Malfitano Elena: Aspetti di natura, motivi pae-saggistici, situazioni della quotidiana espe-rienza umana passano al vaglio attraverso lasensibilità dell’artista, che li rende interpretidella propria emozionalità in una narrazionepittorica intensa armoniosa e luminescente.Maria Robles: Gli aspetti sociali dei due gio-vani innamorati circondati da uccelli roteantiin campiture fiorite e l’estremo concetto dellavecchiaia fanno riflettere sulla natura e sullavita. L’artista vuole raccontare con i suoi di-pinti i motivi esistenziali della vita quoti-diana umana. Le sue opere esprimonoespressioni di sentimenti positivi. Mercoli Gabriella: Del paesaggio, delle ve-dute montane e delle marine l’artista vuoletrasmettere il suo afflato attraverso una stra-ordinaria e suggestiva visione il loro forte va-lore rappresentativo della natura. Essa èvista con naturalezza e dipinta con sponta-nea gestualità. Elisa Frigerio: Trasforma il sogno in imma-gini deliziose di fioriture ed un paesaggioche si dissolve nell’orizzonte, mentre un nor-male divano è dipinto con una pittura imme-diata, impetuosa ed carica di energia. Le lorodisposizioni si esaltano attraverso una colo-ristica capace e nel contempo equilibrata. Diiana Selena: La trasformazione dello spa-zio-temporale è circoscritto in volute formegeometrizzanti che danno all’opera un certomovimento plastico che sfociano in una figu-razione in chiave antropomòrfà. L’artista siavvale del colore, il suo mezzo espressivo,vivo, ma soprattutto capace di determinarela vita della forma. Carlo Golia: I suoi nudi sono la materia pre-ziosa senza mai essere sofisticata, consente,con intima grazia, questi esiti che illuminanoun linguaggio sensibile, colmo di vibrazioninon solo per gli occhi, lo spazio lirico dellasua vocazione è in una ricerca assidua ed ele-gante per dare alle sue opere l’appellativi:Nessuno Tocchi Eva.Ivanoe Caramella: Uno degli aspetti che mag-giormente invitano al confronto con la sua pit-tura consiste nella capacità di cogliere il verosotto qualsiasi apparenza si identifichi, unanatura morta, un paesaggio oppure di una fi-gura umana in atteggiamento di riposo in ogniuno di essi emerge il profilo di una pittura chevale l’intensità delle sue emozioni.

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“Cusago in Fiore”

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Camion in città

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14 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

I n Italia i parassiti più comunidegli animali domestici sono le

pulci, distinti in quelle del cane equelle del gatto, pidocchi succhia-tori e masticatori, zanzare, flebo-tomi come i papatacci, mosche,zecche e acari. La pulicosi è l’infestazione da pulci,esse si nutrono di sangue, è sicura-mente quella più diffusa. Oltre acausare anemia in forma grave e tal-volta mortale, soprattutto in animaligiovani e in quelli debilitati, le pulcipossono trasmettere importanti ma-lattie infettive. Malattie dermatolo-giche secondarie al grattamento,malattie allergiche per reazione agliantigeni che inoculano durante ilmorso, come la dermatite allergicaal morso di pulce o Dap. Le pulci, in-fine, sono responsabili della tra-smissione della principale tenia delcane e del gatto, quando sono inge-rite durante il leccamento del man-tello. Per questo, spesso, l’animalecon le pulci è anche infestato daquesto endoparassita e si dovrebbeprocedere al controllo delle feci el’eventuale sverminamento.Tra le principali malattie infettivetrasmesse dalle pulci nella speciefelina ci sono la bartonellosi, tra-smessa anche all’uomo tramitegraffio o morso quando nella le-sione vengono inoculate le fecidelle pulci, che non sono altro cheil sangue digerito ed espulso dalle

pulci, l’anemia infettiva felina, dif-fusa prevalentemente nelle coloniedi randagi e sporadicamente anchenei gatti di casa infestati da pulci epuò portare alla morte del gatto, senon diagnosticato celermente. Le pulci sono causa anche della Dap,ovvero allergia alle pulci. I sintomidella dap sono un prurito generaliz-zato, localizzato soprattutto a li-vello della base della coda, dovei continui grattamenti dell’ani-male originano zone alopecicheo ipotricotiche e lesioni crostose.L’infestazione deve essere sem-pre sospettata se il nostro ani-male si gratta, si lecca, simordicchiano si sfrega su su-perfici ruvide. Per confermarlaè necessario visualizzare il pa-rassita sulla cute, più facile davedere nella zone con menodensità di peli, come il ventre. Incasi d’infestazione modesta èpiù utile trovare le feci dellapulce, visibili come detriti scuriraccolti con spazzolamento, se inu-miditi ritornano ad essere sangue. Nel trattamento della pulicosi si di-stinguono due classi di molecole,quelle che prevengono l’infesta-zione e quelle che portano la mortedel parassita dopo che lo stesso sinutre del sangue dell’ospite. Ri-cordo che non tutte le molecoleadatte al cane lo sono anche per igatti, ciò dovrebbe essere tenutoconto dai proprietari di entrambe lespecie. Il ciclo vitale della pulce, se-condo le condizione ambientali, sipuò compiere in 14 o 140 giorni.

Lo sviluppo delle uova da larve adadulti, può essere facilitato in casadal riscaldamento e dai tappeti emoquette presenti, nel periodo in-vernale, mentre tra la primavera el’autunno il ciclo si può svilupparetranquillamente all’esterno delleabitazioni. Importante perché iltrattamento dell’infestazione sia ef-

ficace bisogna trattare e lavare beneanche cucce, plaid, divani etc. incontatto con l’animale ed ovvia-mente tutti gli animali presenti incasa. La profilassi deve essere fattatutto l’anno per i soggetti con der-matite, mentre per i soggetti non al-lergici basta farla dalla primaveraall’autunno inoltrato. Più raramente si può avere la pedi-culosi, infestazione da pidocchi manon trasmissibili all’uomo. I pidoc-chi masticatori si nutrono di scoriedella cute, i succhiatori si cibano disangue dell’ospite.

Le infestazioni negli animali dellenostre case è poco comune. La fem-mina depone le lendini a poca di-stanza della cute e l’infestazioneavviene per contatto diretto tra ani-male infestato o brandine o spaz-zole. Particolare attenzione alpidocchio masticatore che è il vei-colo che può trasmettere una teniaspecifica al cane. Sintomo della pe-diculosi è il forte prurito indotto eil mantello opaco, la prevenzione è

la miglior arma. Per ciò che riguarda le punturedi flebotomi, zanzare e mo-sche, non sono veri e propriectoparassiti, ma la loro impor-tanza risiede nel fatto che sonovettori di malattie infettive eparassitarie con la loro pun-tura. I flebotomi, presenti ingran parte del bacino mediter-raneo, sono vettori di protozoiappartenenti alla leshmania. Ipapatacci, sono più attivi nelleore dell’alba e del tramonto. Lasintomatologia più frequente-mente può essere cutanea, re-nale, oculare, muscolare,

intestinale. Con adeguato tratta-mento il cane infetto può essereguarito clinicamente anche se il pa-rassita rimane nel cane. La leishmania infantum può infettareanche l’uomo, soprattutto bambinie individui immunodeficienti. Lavaccinazione rappresenta la migliorstrategia di controllo. Al mondo cisono più di 3500 specie zanzare, leloro punture causano fastidi, mauna in particolare è la causa della fi-laria cardiopolmonare. Con la pun-tura inocula un parassita che allostadio adulto si localizza prevalen-

temente nelle arterie polmonari, de-terminando insufficienza cardiaca epolmonare. Le punture delle mo-sche possono determinare derma-titi, ma anche miasi, ovveroinfezione sostenuta dalle larve dimosca che si schiudono dalle uovadeposte, soprattutto nelle partiumide dell’animale. Dopo le pulci le infestazioni più im-portanti sono quelle delle zecchedure, in Europa ne esistono ben 12specie. Le zecche femmine si nu-trono di sangue per portare a ter-mine il loro ciclo riproduttivo.Quando ha succhiato sufficiente-mente il sangue, si stacca dall’ospitee depone le uova nell’ambiente.Sono responsabili della trasmis-sione di numerose malattie. Dato che le malattie passano attra-verso la saliva è molto importanteche la loro rimozione avvengasenza provocare il rigurgito delloro pasto all’interno dell’animaleo dell’uomo. Quindi vietato usareolio o altri sistemi di soffocamentodella zecca, bisogna invece pren-dere una pinzetta afferrare l’acaroil più vicino possibile alla cute,stringerlo saldamente ed estrarloruotandolo, facendo attenzione adestrarre anche l’apparato boccale.Ammetto che nel pelo è difficiletrovare ed estrarre l’animale,quindi consiglio la prevenzione. Sottolineo che l’uso d’antiparassi-tari deve essere sempre consigliatodal veterinario o dal farmacista perevitare di dare molecole incompa-tibili con la specie da trattare. Spero di esservi stata utile, rin-novo l’appuntamento al prossimonumero.

L’Angolo dello “Speziee”

Ectoparassiti nel cane e nel gatto

Sempre più diffusi tra noi gli animali domestici e con la bella sta-gione si ripresentano alcune infestazioni fastidiose dei nostri pic-coli amici. I parassiti esterni del cane e del gatto, meglio dettiectoparassiti, comprendono numerose specie di artropodi, cioèinsetti, come le pulci, i pidocchi, le zecche e gli acari. Questi pa-rassiti sono importanti, perché possono causare lesioni cutaneeo sistemiche (come nel caso di parassiti ematofagi), indurre rea-zioni allergiche, oltre a veicolare agenti patogeni di diversa natura

e infestare anche l’uomo. Nel parliamo con la nostra esperta.

Dott.ssa Roberta Radaelli

[email protected]

Arte in movimentonella raccolta dei rifiuti

A rte e gestione integrata dei rifiuti, un connubio possibile.Continua a 360° la rivoluzione della gestione integrata

del ciclo dei rifiuti nell’Est Ticino da parte del Consorzio deiComuni dei Navigli, che interessa 18 Comuni con un bacinodi circa 110 mila abitanti. Lo scorso 24 marzo, ad Albairate,dove si trova la sede del Consorzio, è stato inaugurato ilnuovo mezzo speciale di raccolta Supermidicar Double (biva-sca) personalizzato con una colorata serigrafia, realizzata dalnoto artista, pittore e scultore italiano Ugo Nespolo, che ri-chiama simboli della città di Milano come il Duomo, in vistadella manifestazione universale Expo Milano 2015. Questa singolare iniziativa è stata voluta da IdealService, lanuova società appaltatrice affermata a livello nazionale cheper la prima volta ha commissionato, alla società produttricedegli speciali automezzi, questa forma di “Arte in Movi-mento”, per rendere omaggio all’Est Ticino e in generaleall’area metropolitana milanese che ospiterà l’Expo. All’inaugurazione dello speciale mezzo bivasca personaliz-zato sono intervenuti, tra gli altri: Carlo Ferré (presidentedel Consorzio dei Comuni dei Navigli),  GiovanniPioltini (sindaco di Albairate), Fabrizio Fontana (direttore

Divisione Servizi ambientali di IdealService) e Christian Mi-gliorati (direttore generale del Consorzio). Il mezzo speciale personalizzato è già entrato in funzione eprogressivamente sarà fatto circolare per il servizio di rac-colta porta a porta nei 18 Comuni serviti: Albairate, Arluno,Bernate Ticino, Besate, Bubbiano, Busto Garolfo, Calvigna-

sco,  Casorate Primo,  Cassinetta di Lugagnano, CastanoPrimo, Cisliano, Corbetta, Cusago, Mesero, Morimondo, Oz-zero, Vanzaghello e Vittuone. Dopodiché sarà anche espostoin occasione di eventi nel territorio nazionale. IdealService dal mese di febbraio espleta la raccolta porta aporta dei rifiuti urbani con un servizio innovativo caratte-rizzato dall’introduzione di una tecnologia avanzata chepermette per ogni utente la rilevazione elettronica puntualee affidabile dei conferimenti in uno speciale contenitore de-nominato “mastella”. A pieno regime nei 18 Comuni serviti saranno operativi 25mezzi speciali, compreso quello personalizzato con la seri-grafia di Nespolo.

Quinto... che LeggeL’associazione Culturale e Assistenziale Quinto... che

Legge nei mesi di aprile e maggio intensificherà il do-poscuola dal lunedì al venerdì tutti i pomeriggi dalle 15 alle17. Inoltre, per i soci, saranno impartite lezioni private delleseguenti materie: italiano, matematica, fisica, inglese, fran-cese, tedesco e corso d’inglese per ogni età (ogni mercoledìdalle 18,15 alle 19,15). L’evento di maggio sarà la presentazione del libro “Peramore di Sonia ho viaggiato nel tempo” sabato 23 maggioalle ore 17.

Da sinistra: Giovanni Pioltini, Fabrizio Fontana, Carlo Ferrée Christian Migliorati

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15Aprile 2015Muggiano

& dintorni

Ancora tutto da decidere

P osta piena per il Muggiano, cheresta aggrappato alle prime po-

sizioni della classifica, in pienacorsa per un posto nei play-off.Partita che inizia in maniera piut-tosto scialba, ed al 19’ un’uscita er-rata di Panada crea un bruttorischio per la porta granata. Fortu-natamente la conclusione è altasopra la traversa. Fiammata muggianese alla mez-zora quanto Botticella, su puni-zione dal limite, centra in pienol’incrocio dei pali. I padroni di casasi fanno pericolosissimi, dopo cin-que minuti, con un’azione in velo-cità che coglie una difesa granatapiuttosto sonnolenta. Anche questavolta la conclusione è fortunata-mente fuori, ma che spavento! L’intervallo arriva a proposito, per-ché la ripresa vede un Muggianoun po’ più tonico, e da subito allaricerca della vittoria necessaria perconsolidare la posizione in classi-fica. Il vantaggio arriva dopo ottominuti, con un colpo di testa di Sa-ponaro, direttamente da una lungarimessa con le mani di Polenghi. E’ lo stesso Saponaro che si ripetedopo due minuti, questa volta conun gran tiro da fuori area. Il due azero sgonfia un poco la pressionemuggianese, ed infatti al 25’, subi-scono il 2 a 1 su un veloce contro-piede. Nell’occasione si fa pureespellere Genovese, per una scelle-rata ed inspiegabile reazione sulgiocatore che aveva segnato. Episo-dio che potrebbe costare carissimo

perché la squadra granata si disu-nisce, perde concentrazione e dieciminuti dopo rischia addirittura ilpareggio, fortunatamente Panadaci mette una pezza, e di piede evitail gol. Nei minuti finali, arriva il 3 a1 di Maietta, a scaricare la tensione,ed assicurare la vittoria.

Q uesta volta è una vittoria con-vincente quella che si merita il

Muggiano, forse addirittura avaranel risultato. Partono a mille i gra-nata e, dopo tre minuti, Raimondocoglie una clamorosa traversa conun tiro al volo dopo un pregevolecontrollo di petto. Passano cinqueminuti ed è la volta di Tessarin aprendere la traversa con una con-clusione da dentro l’area. Insistono i granata, che sembranoin pieno controllo della gara, ed al25’ colgono il meritato vantaggiocon Tessarin che di testa, su cross diBotticella, non sbaglia. Accelera an-cora il Muggiano cogliendo l’evi-dente difficoltà degli ospiti, ed allamezzora raddoppiano per meritodi Botticella con una conclusionedal limite. La partita, in pratica, finisce quiperché nella ripresa gli ospiti cer-cano una timida reazione, conscarsi risultati, ed il Muggiano con-trolla senza particolari patemi.Nessun’azione degna di nota finoalla fine e sono altri tre punti per imuggianesi.

I ncredibile ed inaspettato pareg-gio per il Muggiano contro una

squadra che occupa gli ultimi postidella classifica. Sia chiaro, da su-bito, il Grossman non ha rubatonulla, è il Muggiano che è stato in-genuo oltre che “bruttino” nelgioco. Inizio di gara abbastanza in-tenso, ma occasioni zero fino al 39’quando Tessarin spacca la partitarealizzando un rigore per un fallo

su Raimondo lanciato a rete. La ri-presa inizia nei migliore dei modiper i granata. Infatti, dopo nem-meno due minuti, realizzano an-cora con Botticella che conclude dallimite. Il raddoppio ha il potere di addor-mentare il Muggiano che subisce il2 a 1 dopo cinque minuti. Sugli svi-luppi di un corner la palla è rimpal-lata in una confusione generale,sbatte sulla traversa, ritorna incampo e finisce sul piede di un gio-catore del Grossman, che senzaquasi accorgersi realizza una rocam-bolesca rete. Reagisce il Muggianoe, nel giro di due minuti, costruiscedue occasionissime con Raimondoma la prima è sciupata con un colpodi testa alto da favorevole posizionee la seconda è “buttata” a lato, solodavanti al portiere. Al 20’ un’inutile quanto ingenuofallo di Minnuto (il giocatore av-versario stava uscendo dall’area!)costa un rigore contro il Muggiano,ed è 2 a 2. Gli ultimi minuti vedonoil Muggiano a testa bassa nella di-sperata ricerca del gol, per i trepunti, ma due volte Savasto ed unaRaimondo non riescono sfruttareghiotte occasioni. Due punti buttatiper il Muggiano che, alla fine, po-

trebbero essere (speriamo di no)fondamentali.

P unteggio tennistico per il Mug-giano nel recupero serale della

giornata di febbraio sospesa perneve. Nemmeno il tempo di ini-ziare la partita, ed il Muggiano allaprima azione passa in vantaggio.Zanini anticipa tutti ed insacca l’1a 0. Al 15’ Botticella sbaglia undisimpegno difensivo ed inav-vertitamente serve un giocatoreavversario, che non ha molte diffi-coltà a siglare il pareggio. Alla mez-z’ora ci pensa ancora Zanini acentrare il bersaglio, anticipando ditesta i difensori avversari e por-tando il Muggiano al vantaggio.Sul finire del tempo, è Bonticella asiglare il 3 a 1 con una conclusionedal limite dell’area. Ripresa e dopo otto minuti è ancoraZanini a realizzare il 4 a 1 (triplettaper lui) raccogliendo dentro l’areaun’invitante assist di Cerami. Ce-dono vistosamente i padroni dicasa, e le occasioni per il Muggianosi susseguono. Al 15’ una punizione

di Botticcella filtra in area e, senzache nessuno la tocchi, finisce dentroper il 5 a 1. A cinque minuti dal ter-mini è la volta di Savasto, che saltaanche il portiere, ed è il 6 a 1 chechiude definitivamente i giochi.

Maurizio Baroni

Lions 1Muggiano 3

Muggiano 2Gescal Boys 0

CLASSIFICA

Calcio 3 a CategoriaCampionato 2014-15

Carducci* 51Viscontini 51Muggiano 45Baggio Secondo* 45Accademia Settimo 44Iris 1914* 40Gescal Boys 31Lions Milano 20Fiera 14Grossman* 14Nuovo Atl. Gunners 12Fornari Sport 9Virtus Cornaredo* 8

* Una partita in meno

Podismo Muggiano A llenamenti di carico in vista della maratona di

Milano del 12 aprile terminati. Le ragazze ed iragazzi del Podismo Muggiano hanno accumulatouna quantità tale di chilometri che voleranno verso iltraguardo dei 42 km.

A marzo, domenica 15, abbiamo corso la mezza ma-ratona di Vigevano, la Scarpa d’Oro. Bellissimo per-corso dallo stadio comunale fin dentro il castellovisconteo, piazza Ducale, sponde del Ticino ed arrivoancora dentro lo stadio. Sempre primo il nostro ke-niano bianco, classe 1962, Francesco Donvito, con iltempo di 1h 26’ 59”, 8° di categoria. Nelle ragazze, 27a

di categoria per Heba Ismail, che ha chiuso nel tempodi 1h 55’ 25”, infine PaoloPetrosillo, 31° di catego-ria con il tempo di 1h 33’38”, a seguire tutto ilgruppo, bravissimi. Molte uscite da Mug-giano al Parco delle Cave/Boscoincittà/Trenno eritorno. Il mese di marzosi è concluso con la Stra-milano, domenica 29,dove il Podismo Mug-giano ha messo in pistaben 33 atleti.

Giuseppe Ciappina

SPORT & DINTORNI

Grossman 2Muggiano 2

Vigevano

Abbraccio

Fornari 1Muggiano 6

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16 Aprile 2015Muggiano

& dintorni

I niziativa interessante quella di“Piacere Milano” (www.piace-

remilano.it), presentato dall’agen-zia Clinc, dalle cooperative socialiLa Cordata e Spazio Aperto Servizi edal gruppo Alta-via, che proponeai milanesi un ruolo da protagoni-sti dell’ospitalità verso i visitatoriin arrivo per Expo 2015, tra l’altrofacendo scoprire nuovi itineraricittadini (progetto “la Mappa”).Cosa che potrebbe ben associarsial fatto che il New York Times haindicato Milano come la città davisitare nel 2015 e si stima chedagli Stati Uniti arriveranno circa700 mila visitatori. Magari, qualcuno sarà stato ancheal MoMA-Museum of Modern Artdi New York ed avrà visto il mo-

dello dell’ex Istituto Marchiondi, lìesposto e potrebbe programmareuna visita “dal vero”. Quella del-l’Istituto Marchiondi, in via Anto-nio Mosca a Baggio, è una storiache nasce nel 1954 quando, a se-guito dei bombardamenti che di-strussero la sede in via Quadronno,l’Opera Pia che gestiva l’IstitutoMarchiondi Spagliardi, il cui scopoera di ospitare “ragazzi difficili”,senza famiglia o provenienti da nu-clei familiari disagiati, e garantirloro un’educazione, anche scola-stica, bandisce un concorso adinviti per la realizzazione dellanuova sede.Il progetto di Vittoriano Viganòconiuga un’architettura innova-tiva (“brutalista”, accolta tra i ca-polavori del Novecento) con unaconcezione educativa nuova, chel’architetto sintetizza nella man-canza di muri (“I ragazzi non

scappano”, titola Bruno Zevi perL’Espresso nel marzo del 1958).L’attività didattica, iniziata nel1957 termina nel 1984. Da allora,tranne una piccola parte utilizzatadal Centro Diurno Disabili, il Mar-chiondi è caduto nell’abbandono,divenendo di volta in volta rifugiodi Rom e senzatetto, fino allamessa in sicurezza di un po’d’anni fa.

Nel frattempo, da più parti è stato ri-chiesto che al “colosso” fosse offertauna seconda occasione, ottenendoanche l’imposizione di un vincoloarchitettonico. E una seconda vitasembrava che il Marchiondi potesseaverla con il progetto individuato daComune di Milano (proprietariodell’immobile), Politecnico e Fonda-zione Cariplo, che prevedeva la rea-lizzazione di uno studentato per gli

studenti del Politecnico e un centroaperto a tutta la cittadinanza. Il costoiniziale era di 18 milioni d’euro, poisalito a 25 e la cosa è sfumata. Da parte sua, il Consiglio di Zona 7ha inserito il recupero del Mar-chiondi nel piano triennale delleopere. Ma, della trentennale attivitàdel Marchiondi, non sono rimasteche aule vuote, vetri rotti ed erbaccecresciute in quello che era statoinaugurato come il prototipo di unnuovo sistema d’educazione. Sull’Istituto Marchiondi è stata rea-lizzata anche un’interessante pub-blicazione dal titolo “L´IstitutoMarchiondi Spagliardi di VittorianoViganò” (300 pagine curate da FranzGraf e Letizia Tedeschi, a seguito diuna ricerca coordinata da BrunoReichlin e Franz Graf, promossadall’Accademia di Architettura diMendrisio-Svizzera, accompagnatada una apposita mostra e due gior-nate di convegno nel 2008). Ma torniamo ai turisti americani invisita all’Expo e a Milano: qualemigliore occasione, quindi, dopoaver visitato lo Stadio, il “Cavallodi Leonardo” al Galoppatoio, datomagari un’occhiata alla Chiesa Vec-chia di Baggio, quella di vedere ilMarchiondi dal vero? Ma siamopreparati a questa possibilità? Certo, i tempi sono quelli che sonoe non si può pensare di ristrutturareil Marchiondi. Ma, renderlo visibile,magari anche con illustrazioni, pan-nelli… oltre ai newyorkesi, potrebbeservire anche ai baggesi.

“Piacere, Milano” propone ai milanesi di guidare i visitatori nellascoperta di nuovi itinerari cittadini. Il New York Times ha proprioindicato Milano come la città da visitare nel 2015. Dagli Stati Unitiarriveranno 700 mila visitatori. Potrebbero visitare l’ex IstitutoMarchiondi il cui modello è esposto al MoMA (Museum of ModernArt di New York), ma� è sconsigliato per ora. La proposta di

Walter Cherubini.

Il cortile interno del “Marchiondi”

Walter Cherubini

Centro Studi ConMilanoOvest

EXPOniamo il “Marchiondi”?

“Identità Milano”e Periferie

“Brand” è una parola strana e Milano un “ope-roso alveare con tante celle che non comuni-cano tra loro”. L’architetto e senatore a vitaRenzo Piano avvierà un progetto di “ram-mendo” delle periferie al Lorenteggio. Maanche negli altri quartieri “periferici” ci sono tanti“aghi” e molto “filo”. Milano saprà utilizzarli?

“B rand”… è un termine che non hamolto convinto anche parte dei 60 re-

latori al “Forum Brand Milano”, un appunta-mento promosso dal Comune e organizzatodal Comitato Brand Milano in collaborazionecon Triennale e Università Statale, svoltosi gliscorsi 19 e 20 febbraio nella Sala Napoleonicadell’Università degli Studi di Milano. Due giorni – Una due giorni di incontri e di-battiti sulla nuova immagine di Milano,dopo due anni di lavoro fatto dal ComitatoBrand Milano (www.brandmilano.org) percomprendere l’evoluzione della storia iden-titaria di Milano e il rapporto della città trala sua tradizione e la sua innovazione. In sintesi: Milano che cos’è e dove sta an-dando? Domanda che magari potrà sem-brare oziosa ma, in un mondo in continuatrasformazione ed interdipendenza, nonsembra essere così fuori luogo.Interventi – Nei due giorni, tra gli altri, sonointervenuti esponenti della cultura milanese

come Gillo Dorfles, i rettori delle universitàmilanesi Gianluca Vago (Statale), CristinaMessa (Bicocca), Franco Anelli (Cattolica) eGiovanni Valotti (prorettore Bocconi), Salva-tore Adduce, sindaco di Matera capitale eu-ropea della cultura 2019, il designer FabioNovembre, lo chef Davide Oldani, Alessan-dro Rosso di Alessandro Rosso Group, l’im-prenditrice Claudia Buccellati, GuglielmoMiani dell’Associazione Montenapoleone,Philip Webster dell’Associazione stampaestera a Milano, Armando Branchini di Fon-dazione Altagamma, Corrado Peraboni diFondazione Fiera Milano, i giornalisti Gian-giacomo Schiavi e Piero Colaprico e nume-rosi assessori del Comune di Milano conl’intervento finale del sindaco Pisapia. Presentati anche i volumi “Identità Milano” e“Citytelling - Raccontare identità urbane. Il casoMilano”, nonché proiettati una serie di filmati“Milanoè” sui cambiamenti sociali e identitaridi Milano ed illustrato il sito www.brandmi-lano.org, che svilupperà il dibattito sull’imma-gine della città anche sul web.Alveare – Tutto bene, allora? Da una parte,gli organizzatori hanno lamentato l’atteggia-mento della stampa, che ha riportato poco onulla del dibattito. Dall’altra, è sembrato chetutti abbiano messo in mostra le proprie ca-pacità e, però, malgrado lo sforzo degli orga-nizzatori e di Stefano Rolando, presidente delComitato Brand Milano, sia mancata quellacoralità d’intenti che sempre si auspica, quel“fare sistema” che non riesce a radicarsi. In estrema sintesi, si è reso evidente quantosintetizzato dall’indagine Ipsos: “Milano è un

operoso alveare, con tante celle che non comuni-cano tra loro. Una Milano che non fa sistema, (…)che per farlo deve guardare oltre la cerchia dellemura spagnole”. Ma, “se Milano è la Cerchia deiNavigli, va da sé che già le periferie sono luoghisconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini”. Periferie – E la lingua batte dove il denteduole: in un paio di circostanze abbiamo sen-tito accenni sulle “periferie”: per Sergio Esco-bar, direttore del Piccolo Teatro di Milano,quelle da ricucire non sarebbero le periferie

(in effetti Renzo Piano parla di “rammen-dare”), bensì le città, mentre ad una domandasulle periferie, Michele De Lucchi, chiamatoa svolgere il tema “Città e cambiamento”, harisposto che ai figli dice di “non andare neibrutti posti” (mah, sarà stata l’ora ormai tardadi un’intensa mattinata…). È vero, al Forum mancavano Giuseppe Guz-zetti (Fondazione Cariplo), Alexander Pe-reira (Teatro alla Scala) e Carlo Sangalli(Unione Commercianti), che in merito alle

periferie si sono espressi in altro modo e conaltro interessamento. Ma su questo interver-remo in seguito, perché dipenderà anche danoi se queste “manifestazioni d’interesse”diventeranno fatti ed una prima occasione èstata il Periferie InConTra “200 milioni perle Periferie” dello scorso mese di marzo (det-tagli su www.periferiemilano.it). Renzo Piano – Intanto, è di questi giorni lanotizia che l’architetto e senatore a vita RenzoPiano – dopo Catania, Roma e Torino – av-

vierà un progetto peril “rammendo” delleperiferie anche a Mi-lano (Quartiere Loren-teggio, nel quale unProtocollo d’Intesa sot-toscritto da Comunedi Milano, RegioneLombardia e Aler pre-vede interventi da 85milioni per riqualifica-zione degli stabili, in-terventi di ecoeffi-cientamento degli edi-

fici pubblici, illuminazione pubblica, avviod’imprese sociali, sostegno ai soggetti in diffi-coltà economica e Laboratorio di quartiere). E nelle altre periferie? Ci sono tanti “aghi” emolto “filo”, ma Milano saprà utilizzarli ocontinuerà ad essere un “operoso alveare, contante celle che non comunicano tra loro. Una Mi-lano che non fa sistema”?

Walter CherubiniConsulta Periferie Milano

www.periferiemilano.it

Cusago nel circuito di ExpoArte, tradizioni e natura ad un passo da Milano. Molte sa-ranno le iniziative inedite e non che accompagnerannoanche nella cittadina viscontea il semestre della manifesta-zione universale milanese. Abbiamo pensato di pubblicaremensilmente gli appuntamenti più vicini al fine di agevolarei nostri lettori. “Cusago in fiore”, Camminata Campestre efesta patronale le manifestazioni di aprile-inizio maggio.

C usago è un centro di quasi 4.000 abitanti, circondatodal verde delle campagne nel cuore del parco regio-

nale Parco Agricolo Sud Milano; si trova a pochi chilometrida Milano, con cui confina direttamente. Ha mantenuto lasua tradizionale vocazione agricola, con 16 cascine ancoraattive, e nei suoi confini si trovano numerosi fontanili dal-l’acqua cristallina e rigogliosa vegetazione spontanea. Losplendido castello del XIV secolo accoglie i visitatori comeun tempo faceva con i signori di Milano: le famiglie Vi-sconti e Sforza utilizzavano questo gioiello, “fratello mi-nore” del Castello sforzesco di Milano, come residenza divilleggiatura, caccia e per difendersi dalle frequenti epide-mie che colpivano la città. Attualmente il castello necessitadi urgenti interventi di ristrutturazione, ma mantiene inal-terato il suo fascino. Durante le frequenti manifestazioni che si tengono nella

piazza, sui prati circostanti e sotto i porticati della vicina“Corte Madonnina”, il Castello a volte è eccezionalmenteaperto e può essere visitato nelle sue parti sicure. Il Castelloè situato in Piazza Soncino, di fronte alla chiesa parrocchialedi San Fermo e Rustico. L’abbazia agostiniana Santa MariaRossa, nella frazione di Monzoro, conserva splendidi affre-schi ed è pure visitabile durante i concerti organizzati dallaProloco in collaborazione con il Comune; viene altrimentiproposta dalla proprietà per eventi privati. Il Mulino del XVIsecolo, situato su un fontanile e con una pala ancora funzio-nante, ha goduto di un attento restauro conservativo ed èora sede del Romantik hotel “Mulino grande”. Il ristorante “il Magiono” all’interno del Mulino è solo unodei ristoranti di ottimo livello presenti a Cusago: gli amantidella buona cucina possono scegliere tra lo storico “Or-lando” con la sua recente filiazione stile bistrot “Brindo”, ilraffinato “Pascoli”, la cucina meneghina di “La Posteria” maanche “L’Osteria del Conte” e “La Brasserie”. Il Bar Ravellie il Bar Le Clochard offrono spuntini di qualità. Un’occa-sione in più per scoprire questo interessante paese.

“Cusago in fiore”: Mostra-mercato di piante e fiori nel centrostorico di Cusago sabato 11 e domenica 12 aprile ore 9-18. Tra-dizionale manifestazione florovivaistica per gli appassionatidel verde: espositori da tutta Italia propongono un grande as-sortimento di piante e fiori nella splendida cornice di piazzaSoncino, sul prato di fronte al Castello del XIV secolo.

Laboratori e mostre a tema, degustazioni di prodotti biolo-gici, spettacolo teatrale (“Il piccolo principe”) e laboratoriper bambini completano il programma. Manifestazione gra-tuita. Organizzazione a cura della Proloco in collaborazionecon il Comune di Cusago.Lo stand giudicato più originale della manifestazione “Cu-sago in fiore” (11-12 aprile) riceverà un premio il 10 maggionell’antica Abbazia trecentesca Santa Maria Rossa a Mon-zoro, frazione di Cusago; con l’occasione sarà organizzatauna visita a pagamento all’Abbazia e ai suoi affreschi, conguide multilingue. Organizzazione a cura della Proloco incollaborazione con il Comune di Cusago.

“Camminata campestre”: Escursione non competitiva nellacampagna cusaghese. Partenza il 12 aprile dalle ore 15 dalGazebo dell’Associazione Banca del Tempo. La manifesta-zione avrà luogo con ogni condizione meteorologica, possi-bile iscrizione presso le attività commerciali di Cusago conun modesto contributo di 3 euro. Promotori: Banca deltempo Cusago e Avis Trezzano s/N con il patrocinio del Co-mune di Cusago e della Regione Lombardia ASL Milano 1.Per informazioni [email protected].

“Festa patronale di Cusago”: Festa religiosa in onore diSan Vincenzo 1-3 maggio. Festa religiosa in onore di SanVincenzo. Organizzazione a cura della Parrocchia SanFermo e Rustico.

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