LA VISIONE DOPPIA - otticamaffiolettibergamo.it · La tesi di laurea di Giulio Rocchitelli è stata...

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9 A cura di Rodolfo Manzocchi OTTICA & MEDICINA l termine diplopia deriva da due parole gre- che: diplous, che significa doppio, e ops, che significa occhio. Sinonimo di diplopia sono le parole “visione doppia”: anche gli anglosassoni utilizzano il termine double vision oppure, soprat- tutto in ambito clinico, diplopia. La comparsa della diplopia avviene quando uno stimolo visivo forma la propria immagine su aree retiniche non corrispondenti, come ad esempio la fovea di un occhio e una zona extrafoveale dell’oc- LA VISIONE DOPPIA si può combattere I 52 A cura di Silvio Maffioletti TESI DI LAUREA Spesso la diplopia è la prima manifestazione di problemi a livello neurologico o muscolare che causano la rottura delle capacità fusionali del sistema binoculare. chio controlaterale. E’ provocata dalla rottura delle capacità fusionali del sistema binoculare, conse- guente a uno squilibrio sensorio-motorio che pro- voca un disallineamento degli assi visivi e si mani- festa con una deviazione non concomitante. In caso di paresi/paralisi oculo-motoria o di fibro- si si verificano, secondo le leggi innervazionali di Sherrington e di Hering, una paresi/paralisi prima- ria del muscolo colpito, un’iperazione dell’anta- gonista omolaterale, un’iperazione del sinergista

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9

A cura di Rodolfo Manzocchi

OTTIC

A & M

EDIC

INA

l termine diplopia deriva da due parole gre-

che: diplous, che significa doppio, e ops, che

significa occhio. Sinonimo di diplopia sono le

parole “visione doppia”: anche gli anglosassoni

utilizzano il termine double vision oppure, soprat-

tutto in ambito clinico, diplopia.

La comparsa della diplopia avviene quando uno

stimolo visivo forma la propria immagine su aree

retiniche non corrispondenti, come ad esempio la

fovea di un occhio e una zona extrafoveale dell’oc-

LA VISIONE DOPPIAsi può combattere

I

52

A cura di Silvio Maffi oletti

TESI DI L

AUREA

Spesso la diplopia è la prima manifestazione di

problemi a livello neurologico o muscolare

che causano la rottura delle

capacità fusionali del sistema binoculare.

chio controlaterale. E’ provocata dalla rottura delle

capacità fusionali del sistema binoculare, conse-

guente a uno squilibrio sensorio-motorio che pro-

voca un disallineamento degli assi visivi e si mani-

festa con una deviazione non concomitante.

In caso di paresi/paralisi oculo-motoria o di fibro-

si si verificano, secondo le leggi innervazionali di

Sherrington e di Hering, una paresi/paralisi prima-

ria del muscolo colpito, un’iperazione dell’anta-

gonista omolaterale, un’iperazione del sinergista

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AREA SCIENTIFICA

controlaterale ed un’ipofunzione dell’antagonista

controlaterale.

Le caratteristiche che differenziano la diplopia

dallo strabismo sono la normale corrispondenza

retinica, l’incapacità a sopprimere e la non-con-

comitanza della deviazione diplopica. La non-

concomitanza si spiega con la paresi/paralisi di

uno o più nervi cranici o con la fibrosi di uno o più

muscoli extraoculari.

La diplopia, che può essere omonima o crocia-

ta, è spesso la prima manifestazione di disordini

sistemici, specialmente nei processi muscolari e

neurologici. Tutti i deficit oculomotori che si scom-

pensano in soggetti adulti (pertanto con visione

binoculare ben consolidata) si manifestano con

questo sintomo, che è fortemente invalidante per-

ché impedisce al soggetto una normale vita di re-

lazione.

Le cause della diplopia possono essere varie.

Esiste una diplopia acquisita con deviazione non

concomitante che comprende patologie cerebra-

li circolatorie, neurologiche degenerative, traumi,

tumori, disfunzioni tiroidee, cataratta mantenuta

a lungo, chirurgia refrattiva. Esiste una diplopia

che si manifesta in pazienti portatori di patologie

congenite come fibrosi, deficit dell’obliquo supe-

riore, disordini innervazionali, strabismi costanti e

intermittenti, anisoametropie. Esiste una diplopia

conseguente all’intervento chirurgico eseguito su

pazienti con strabismo che vogliono migliorare dal

punto di vista estetico.

Il trattamento della diplopia può essere chirurgico

oppure non chirurgico.

La via non chirurgica si può avvalere dell’occlu-

sione, una procedura passiva che elimina la sin-

tomatologia soggettiva mediante la soppressione

della seconda immagine, generalmente con filtri

Fig. 1 – Diplopia omonima.

Fig. 2 - Diplopia crociata.

La tesi di laurea di

Giulio Rocchitelli

è stata presenta-

ta nella sessione

tesi del 17 marzo

2005, presiedu-

ta dal prof. Ales-

sandro Borghesi,

nella sala lauree

dell’ edificio U5

dell’Università de-

gli Studi di Milano

Bicocca.

Giulio Rocchitelli è nato a Busto Arsizio, dove ri-

siede e svolge la propria attività professionale. Ha

compiuto il tirocinio universitario nel 2004 presso

la Clinica Columbus di Milano seguito dal prof.

Stefano Miglior e dal prof. Silvio Maffioletti (rela-

tori interni e responsabili didattico-organizzativi

dell’attività programmata) e dalla dottoressa Gio-

vanna Cattini (relatore esterno, responsabile del-

l’inserimento del tirocinante in clinica e garante

dell’attività svolta nei confronti dei responsabili del

corso di Laurea in ottica e optometria).

GIULIO ROCCHITELLI

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TESI DI LAUREA

Bangerter. Si può avvalere di prismi oftalmici o di

prismi di Fresnel, assai diffusi nella terapia pre-

chirurgica e/o in tutte le deviazioni stabili; la scelta

della prescrizione prismatica e del tipo di suppor-

to richiede considerazioni riguardanti la direzione

della base del prisma, la distorsione indotta, la co-

smesi, il peso e le limitazioni del potere prismatico

stesso. Si può infine avvalere della tossina botuli-

nica, un trattamento usato come alternativa all’in-

debolimento chirurgico del muscolo antagonista a

quello leso.

La diplopia provoca problemi nella deambulazione

con conseguenze gravi per i soggetti colpiti che,

in alcuni casi, devono abbandonare la loro attività

lavorativa e la guida; la loro normale vita diventa

improvvisamente impossibile e spesso soprav-

vengono, a complicare la situazione, significativi

problemi psicologici.

Quando la terapia conservativa non è efficace o

non è tollerata, la via definitiva è rappresentata dal-

la chirurgia, i cui principi fondamentali da osserva-

re sono l’emostasi accurata e una manipolazione

quanto più possibile atraumatica dei tessuti.

E’ importante che il soggetto si affidi ad un’equi-

pe competente con professionisti esperti tra cui

l’oftalmologo (per la diagnostica, la chirurgia e le

patologie oculari associate), l’ortottista (per tutte le

Il trattamento può essere chirurgico

oppure puntare sulla “soppressione”

della seconda immagine con prismi e, a volte,

con la tossina botulinica.

valutazioni pre e post chirurgia), il neurologo (per

un esame approfondito in caso d’eziologia non

certa), l’endocrinologo (in caso d’oftalmopatie ti-

roidee) e l’ottico-optometrista (per la fornitura dei

mezzi atti al trattamento non chirurgico e prechi-

rurgico della diplopia).