La vera ed efficace Cario Cattaneo La cultura, il Comune ... · memorie, la cultura, le tradizioni...

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La vera ed efficace prevenzione dei delitti sta nella educazione delle moltitudini Cario Cattaneo cuttunate detto, La cultura, il Comune Ad una comunità etnica, come Cucila arhcreshc. non può bastare i! prodotti) dei mass-mcdia per affermare, recuperare, rilanciare !;i propria identità se non rilegge e rcintcrprcta hi propria cultura e la propria immagine, il proprio ruolo all'interno di una società <ilU quale resta legata, seri/.a per- dere la sua specificità, da un pro- cesso di integratone organica. Ruolo esercitato da Piana degli Albanesi negli oltre 500 anni della sua esistenza in momenti significati i della storia italiana e siciliana. La cultura e di per se coinvolgente, il ium inaiile, trai- nante, nella strada del giusto, del vero, del bello. Impone per- tanto una scelta valorialc che ga- rantisca la continuità della storia di un popolo e conservi inalterate le sue peculiarità. Via una scelta valorialc impone anche percorsi agiti e dinamici, mirati a supera- re le pastoie hurocratichc e a raggiungere obicttivi concreti at- traverso l'asse portante della pro- gramma/.ione, della pianifiea/.io- ne e della "Scelta di metodiche operative che abbiano la radice nella volontà detcrminata a co- struire insieme, a produrre in- sieme per riconoscerci nella co- mune eredità dei valori ar- hcrcshc. E di valori autentici Piana degli Albanesi è portatrice. Quale isti- tuto meglio di una biblioteca o di un musco potrebbero custodire le memorie, la cultura, le tradizioni di una comunità alloglotta'.' Quali strumenti meglio dei ser- vi/i inrorrnazione potrebbero sollecitare la curiosità intellet- tuale'.' Sono grata a tutti coloro che con amore, con tenacia, con pa- /icn/.a. instancabilmente hanno lavorato e continuano a lavorare per la sopravvivenza della lingua e della cultura albanesi dando testimonian/a d'impegno prezio- so. A un progetto di ricostru- zione e di riappropriazione di quel patrimonio comune che e l'esistente, perché sia potenziato e tramandato, sarebbe impensa- bile dare attuazione se venisse meno il concorso di tutte quelle forze -istituzionali e intellettuali- delegate dalla storia ad alimen- tare e promuovere la cultura. Sono grata agli operatori della Biblioteca Comunale per avere "inventato" (3i|l>.oc. veicolo d'in- formazionc. trait-d'unìon con l'utenza, pagine aperte a chi sta a cuore il destino e la crescita di Piana degli Albanesi. l'ina Ortaggio Assessore BB. CC. e P. I. SOMMARIO Biblioteca Comunale; storia organizzazione servizi p. 2 La cultura arbreshe negli attrezzi di lavoro de! museo p. 3 II museo etno-antropologico di Piana degli Albanesi p. 3 Pe una storia di Piana degli Albanesi p. 4 Piana dei Greci p. 4 Diario delle attività integrative p. 5 II corso di lingua albanese nelle attività integrative p. 5 Moiiotuvrita Piana degli Albanesi p. 6 La coslumistica- nuovo capitole della cultura arbèreshe p 6 Inaugurato l'Archivio storico dell'Eparchia p 7 In Biblioteca troverai.. I libri SLÌla Mafia p 7 Lo denominazioni della Biblioteca n fi Cogito ergo.... Può sembrare manuali.' ripro- porr,' i! leniti (iella omologazione culturali', ma non è così. U progressivo consolidarsi di modelli socio-culturali portatori di un ceno modo proda nv, di distribuire, di consumare, e uncora pensare, di divenirsi, è un fenomeno decisivo per io sviluppo e la dinamica dei rapporti sociali. Il veicolo di questi modelli, co- me e nolo, sono i mezzi di comu- nicazione di massa. Un vt'ra e propria vidcocrazia che nel vil- laggio globale determina tenden- ze e comportamenti .individuali e collettivi, solo apparentemente pluralisti. Bisogna vestire tutti allo stesso modo (grange), man- giare idcntiche cose (Jiamburgers Mac Donalds), ascoltare la stessa musica e cosi via. Chi non si adegua si deve rasse- gnare ad un ruolo di diverso de- stinato alla marginalità. Questi comportamenti standar- dizzati preludono alla forma più grave di sudditanza, quella cultu- rale e politica. Ragionare in questi termini non significa affatto, però, tessere l'elogio dei bei tempi andati o di modelli socio-culturali sconfini dalla storia e annegati nel san- gue, o ancora di un pauperismo ipocn la. \'essuno dimentichi, e sicura- mente non lo dimentica, che gli attuali livelli di benessere massi- ficato, pur con le note difficoltà e disequilibri, almeno in Occidente non hanno precedenti storici D'altra parte esasperare le di- versità porta alla subcultura quando non al razzismo capovolto delle minoranze- (A i tra cosa è evidentemente la diversità culturale e linguistica - come nei caso della nostra comunità -per- la cui tutela sono state combat- tute dure battaglie tutte pero riconducibih nell'alveo del in difesa dei diritti civili, quiil: i/i democrazia linguìstica) I! culto, non lei considerazione culturale, delia marginalità crea- tiva, dei maìi'detli(siani> i">> po\'!ì, l'i!li>n mu^icisli, tti>:ìii>,: i, ultra -ni. ••„-»•>!, nit'Ht' li: ».'<..' i 'I', l'^'. . >!!lil:ll, '- ' .i producono altra marginalità, a volte devianza o tout court violenza. Lanci di massi dalle autostrade, incidenti da post- discoteca, suicidi ed omicidi inspiegabili, dipendenza da droghe di vano tipo. Come avviene spesso il motto più immediato di fare barriera e la reazione proibizionista. L'omologazione. e la marginalità sono evidentemente facce della stessa medaglia. Per resistere e reagire occorre creare le condizioni perché si possano esprimere alcune libertà fondamentali. l^i libertà dal bisogno, innanzi- tutto, la quale deve accompagna- rsi ad una pari libertà ed autono- mia pensiero che solo le cono- scenze e la cultura possono assi- curare. Bisogna essere curiosi, tenace- mente curiosi. conoscere e ancora conoscere. A/a se possibile andare olire. Le buone injormazioni per di- ventare cultura vanno selezionate e ricomposte in sintesi personale e originale. Meglio paradossalmente sba- gliare con la propria testa che con queliti degli altri. E' chiare. O'Tnai che soltanto la cultura, così come l'abbiamo intesa, può porsi non solo come ostacolo ma prevenire la omolo- gazione e la marginalità. nostro compito e la nostra ambizione è quella di concorrere a questo sforzo con i mezzi che ci sono proprt, cioè approntando strumenti e organizzando servizi. Pietro Manali (Bibliotecario)

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La vera ed efficaceprevenzione deideli t t i sta nella

educazione dellemolti tudini

Cario Cattaneo

cuttunate detto,

La cultura, il Comune

Ad una comunità etnica, comeC u c i l a arhcreshc. non può bastarei! prodotti) dei mass-mcdia peraffermare, recuperare, rilanciare!;i propria identi tà se non rileggee rcintcrprcta hi propria cul turae la propria immagine, il proprioruolo a l l ' i n t e rno di una società<i lU quale resta legata, seri/.a per-dere la sua specificità, da un pro-cesso di integratone organica.Ruolo esercitato da Piana degl iAlbanesi negli oltre 500 annidella sua esistenza in momentisignificati i della storia italiana esiciliana. La cul tura e di per secoinvolgente, il ium inaiile, trai-nante, nella strada del giusto,del vero, del bello. Impone per-tanto una scelta valorialc che ga-rantisca la continuità della storiadi un popolo e conservi inalteratele sue peculiarità. Via una sceltavalorialc impone anche percorsia g i t i e dinamici, mirati a supera-re le pastoie hurocratichc e araggiungere obicttivi concreti at-traverso l'asse portante della pro-gramma/.ione, della pianifiea/.io-ne e della "Scelta di metodicheoperative che abbiano la radicenella volontà detcrminata a co-struire insieme, a produrre in-sieme per riconoscerci n e l l a co-mune eredità dei valori ar-hcrcshc.

E di va lor i autentici Piana degliAlbanesi è portatrice. Quale isti-tuto meglio di una biblioteca o diun musco potrebbero custodire lememorie, la cul tura , le tradizionidi una comunità alloglotta'.'Qual i s t rumenti meglio dei ser-vi / i dì inrorrnazione potrebberosollecitare la curiosi tà intel let-tuale'.'Sono grata a t u t t i coloro che conamore, con tenacia, con pa-/icn/.a. instancabilmente hannolavorato e continuano a lavorareper la sopravvivenza della l inguae della cultura albanesi dandotestimonian/a d'impegno prezio-so. A un progetto di ricostru-zione e di riappropriazione diquel patrimonio comune che el'esistente, perché sia potenziatoe tramandato, sarebbe impensa-bile dare attuazione se venissemeno il concorso di tutte quelleforze -istituzionali e intellettuali-delegate dalla storia ad alimen-tare e promuovere la cultura.Sono grata agli operatori dellaBiblioteca Comunale per avere"inventato" (3i|l>.oc. veicolo d ' in-formazionc. trait-d'unìon conl'utenza, pagine aperte a chi sta acuore il destino e la crescita diPiana degli Albanesi.

l'ina OrtaggioAssessore BB. CC. e P. I.

SOMMARIO

Biblioteca Comunale; storia organizzazione servizi p. 2

La cultura arbreshe negli attrezzi di lavoro de! museo p. 3

II museo etno-antropologico di Piana degli Albanesi p. 3

Pe una storia di Piana degli Albanesi p. 4

Piana dei Greci p. 4

Diario delle attività integrative p. 5

II corso di lingua albanese nelle attività integrative p. 5

Moiiotuvrita Piana degli Albanesi p. 6

La coslumistica- nuovo capitole della cultura arbèreshe p 6

Inaugurato l'Archivio storico dell'Eparchia p 7

In Biblioteca troverai.. I libri SLÌla Mafia p 7

Lo denominazioni della Biblioteca n fi

Cogito ergo....

Può sembrare manuali.' ripro-porr,' i! leniti (iella omologazioneculturali', ma non è così.

U progressivo consolidarsi dimodelli socio-culturali portatoridi un ceno modo dì proda nv, didistribuire, di consumare, euncora dì pensare, di divenirsi,è un fenomeno decisivo per iosviluppo e la dinamica deirapporti sociali.

Il veicolo di questi modelli, co-me e nolo, sono i mezzi di comu-nicazione di massa. Un vt'ra epropria vidcocrazia che nel vil-laggio globale determina tenden-ze e comportamenti .individuali ecollettivi, solo apparentementepluralisti. Bisogna vestire tuttiallo stesso modo (grange), man-giare idcntiche cose (JiamburgersMac Donalds), ascoltare lastessa musica e cosi via.

Chi non si adegua si deve rasse-gnare ad un ruolo di diverso de-stinato alla marginalità.

Questi comportamenti standar-dizzati preludono alla forma piùgrave di sudditanza, quella cultu-rale e politica.

Ragionare in questi termini nonsignifica affatto, però, tesserel'elogio dei bei tempi andati o dimodelli socio-culturali sconfinidalla storia e annegati nel san-gue, o ancora di un pauperismoipocn la.

\'essuno dimentichi, e sicura-mente non lo dimentica, che gliattuali livelli di benessere massi-ficato, pur con le note difficoltà edisequilibri, almeno in Occidentenon hanno precedenti storici

D'altra parte esasperare le di-versità porta alla subculturaquando non al razzismocapovolto delle minoranze- (A i tracosa è evidentemente la diversitàculturale e linguistica - come neicaso della nostra comunità -per-la cui tutela sono state combat-tute dure battaglie tutte peroriconducibih nell'alveo del indifesa dei diritti civili, quiil: i/idemocrazia linguìstica)

I! culto, non lei considerazioneculturale, delia marginalità crea-tiva, dei maìi'detli(siani> i ">>po\'!ì, l'i!li>n mu^icisli, tti>:ìii>,:i, ultra -ni. ••„-»•>!, nit'Ht' li: » . '<. . '

i 'I', l ' ^ ' . . >!!lil:ll, '- ' .i

producono altra marginalità, avolte devianza o tout courtviolenza. Lanci di massi dalleautostrade, incidenti da post-discoteca, suicidi ed omicidiinspiegabili, dipendenza dadroghe di vano tipo.

Come avviene spesso il mottopiù immediato di fare barriera ela reazione proibizionista.

L'omologazione. e lamarginalità sono evidentementefacce della stessa medaglia.

Per resistere e reagire occorrecreare le condizioni perché sipossano esprimere alcune libertàfondamentali.

l^i libertà dal bisogno, innanzi-tutto, la quale deve accompagna-rsi ad una pari libertà ed autono-mia dì pensiero che solo le cono-scenze e la cultura possono assi-curare.

Bisogna essere curiosi, tenace-mente curiosi. conoscere eancora conoscere. A/a sepossibile andare olire.

Le buone injormazioni per di-ventare cultura vanno selezionatee ricomposte in sintesi personalee originale.

Meglio paradossalmente sba-gliare con la propria testa checon queliti degli altri.

E' chiare. O'Tnai che soltanto lacultura, così come l'abbiamointesa, può porsi non solo comeostacolo ma prevenire la omolo-gazione e la marginalità.

lì nostro compito e la nostraambizione è quella di concorrerea questo sforzo con i mezzi che cisono proprt, cioè approntandostrumenti e organizzando servizi.

Pietro Manal i(Bibliotecario)

Biblioteca comunale: storia, organizzazione, servizi

La Biblioteca "GiuseppeSchirò" ha avuto una lungagestazione. Istituita alla finedegli anni settanta (1977).unitamente ad una struttura

museale ancora indefinita,l'approvazione dello statuto-

regolamento risale solamenteai primi anni ottanta (1984).La formazione del patrimonio li-

brario fu avviata a partire dal1985 con l'apporto fondamentaledi numerose donazioni private edella Sezione Beni Bibliograficidella Soprintendenza aiBB.CC.AA di Palermo nonchécon acquisizioni dirette da partedeH'Amm.ne secondo un progettobibliot economico iniziale cheprevedeva uno sviluppo basato sutre linee fondamentali:- cultura generale comprensiva ditutte le discipline;- cultura arbereshe in tutti i suoiaspetti (storia, letteratura, arteecc..);- storia del movimento contadino eoperaio in Sicilia.Tale progetto, come si vedrà, in

seguito ha subito notevoli varia-zioni.

Nel 1985 la biblioteca è stataprovvisoriamente allocata pressola nuova sede municipale. L'angu-stia dei locali non consentiva diavviare la catalogaziene del mate-riale librario che venne soltantoregolarmente inventariato e, concomprensibili difficoltà,messo a disposizionedell'utenza(1987).Contemporaneamente furono av-

viati i lavori di adattamento a bi-blioteca della vecchia sede muni-cipale e predisposto il relativoprogetto di arredamento che, suc-cessivamente, fu finanziato e,come vedremo, realizzato altrove

Bisogna aspettare tempi più re-centi (1991) perché, la bibliotecatrovi una allocazione più idonea

presso i locali della ex Pretura invia G.Kastnola n.213, dove at-

tualmente eroga i propri serviziQuesta sistemazione, resa piùconfacente dalla fornitura

(1992/1993) del materiale di ar-redamento soprarichiamato, purcon i necessari aggiustamenti con-sente finalmente alla struttura difunzionare secondo i canoni bi-

blioteconomici fissati per le bi-blioteche pubbliche di Ente Loca-le.Di concerto con la sezione Beni

Bibliografici della Soprinten-denza ai BB.CC.AA di Palermo.si è deciso di impostare la bi-blioteca a "scadale aperto", checonsente all'utenza di procederedirettamente alla ricerca ed alprelievo dallo scaffale dei libri,mentre la ricollocazione vienecurata dagli addetti.

Questo metodo pone come pre-supposto che venga impiegata,oltre alla catalogazionedescrittiva e semantica, lacatalogaziene classificata, secon-do la Classificazione DecimaleDewey (d'ora in avanti CDD),sulla quale ci soffermeremo ab-bondantemente in futuro.

La CDD viene utilizzata anchecome segnatura ai fini della collo-cazione dei volumi negli scaffali.Da questo momento vengono av-

viate le operazioni di catalogazio-ne che, alla data odierna, sonoquasi del tutto ultimate. Rimanequalche residuo problema di uni-formità. In base al materiale di-sponibile ed alla riformulazionedel progetto biblioteconomico ini-

ziale vengono create ben tre se-zioni speciali (Sicilia, Ragazzi edAlbanologica) ed una sezioneEmeroteca, comprensiva di duequotidiani, di un settimanale edelle Gazzette Ufficiali (nazionalee regionale).Grazie all'apporto di diverse uni-

N o ! l o n o n v a d o i n b i b l i o t e c a . . .

La Biblioteca informa...- Sono consumabili presso la sede della biblioteca le Gazzette Ufficia-li delia Repubblica Italiana, riguardanti i concorsi e le leggi.- Dal primo gennaio 1994 saranno disponibili te Gazzette della Re-gione Siciliana.- IM biblioteca ha attivato gli abbonamenti per alcuni quotidiani esettimanali: Giornale di Sicilia. La Repubblica, Panorama e di alcuneriviste pubblicate dalla comunità albanofona d'Italia: Zjarri, KatundiYne, Lidhja,- IM struttura si è dotata di un fotocopiatore che permette all'utenzadi riprodurre quelle parli di testo che lo interessano presenti in pub-blicazioni per le quali non e autorizzalo il prestito.- Il servizio prestiti e gratuito. IM durata del prestito è di gg. 20.

la' di personale precario, prove-niente dai progetti dell'ex art.23della L.67/88 e opportunamenteformato con apposito corso di for-mazione, è stato possibilegarantire all'utenza un'apertura

per tutti i giorni della settimanacon orari che abbracciano l'interoarco della giornata

I servizi attualmente erogati sonoi seguenti:- inventariazione dei libri che en-

trano in biblioteca con relativabollatura;- catalogaziene, secondo le moda-lità ISBN e classi ficazionc(CDD) con l'utilizzo dell'attrezza-tura informatica e degli ap-plicativi (CDS/1SIS/BIBLO) in usonella biblioteca comunale;- sistemazione del materiale cosìinventariato e catalogato, munitodella prescritta segnatura, negliscaffali secondo l'ordine di collo-cazione.- schedatura mediante la compila-zione di una o più schede persoggetto, per autore, per classifica-zione, per titolo e inserimentodelle predette schede ordinate al-fabeticamente, nei relativi scheda-ri in modo d;i facilitare l'opera diricerca cartacea degli utenti;

revisione continua dellacatalogaziene improntata a criteridi sempre maggiore uniformità ealle necessita' di aggiornamentobiblioteconomico;- rapporti con l'Ente regionale diriferimento (richieste contributo,rcndicontazionc, consulenze varieecc.. ):- redazione delle proposte di ac-quisto, (basata sulle richieste de-gli utenti - "desiderata" - ed anchesulla necessità di valorizzare e in-

crementare i settori carenti );- acquisizione dei materiali

secondo le procedure vigenti;

- consulenza biblioleconomica ebibliografica;- produzione di cataloghi cartacei edi bibliografie specializzate,- servizio di prestito che presto,per gli utenti impossibilitati(anziani, soggetti portatori di han-dicap temporanei o permanenti)sarà1 effettuato anche a domicilio;- raccolta e tenuta delle Gazzetteufficiali Nazionali e Regionali conservizio di consulenza per la con-sultazione,- riproduzione in fac-simile e rile-gatura di testi rari non in com-mercio,- ricerche per il recupero e l'asse-gnazione di fondi librari privati,- rapporti continui e costanti, peril miglioramento ulteriore deiservizi, con altre strutture biblio-

tecarie di rilievo regionale e na-zionale,- servizio di fotocopiatura del ma-teriale in dotazione alla bibliotecasecondo le modalità regolamentari- mostre dei libri in dotazione o di

altre strutture bibliotccarie nazio-nali e straniere;- visite guidate di studenti nei lo-cali della biblioteca al fine di faropera di scnsibi lizzaci onc su atti-vati e metodi di lavoro e di incre-mentare la fruizione del patrimo-nio librario.Sono infine in cantiere l'apertura

di nuove sezioni rispettivamentededicate ad un fondo archivisticostorico manoscritto recentementerinvenuto, alla videoteca , alla di-scoteca , alla sala scacchi

Delle attività di promozione cul-turale già stato dato ampio spazionelle precedenti pubblicazioni di

La cultura arbreshe negli attrezzi di lavoro del museo di Piana degli Albanesi

Nell'istituzione museali; dellacultura albanese obicttivo princi-pale è la raccolta e salvaguardiadi tutti quei boni elnoanlropolo-gici che concorrono alla defini-zione dell"'identità storica delterritorio" Viene pertanto privi-legiato quell'universo di beni co-me l'agricoltura tradizionale, l'ar-cheologia industriale, artigianalelocale, le cerimonie le usanzeecc., che risultano dall'importanteriferimento « alle opere e le at-tivila dell'uomo».II musco della cultura tradizio-nale albanese vuole testimoniarequindi l'attività dell'uomo ne!territorio, specialmente dell'atti-vità quotidiana delle classi con-tadine, sia sotto il profilo dellacultura materiale (attrezzi di la-voro e cicli lavorativi), sia sotto ilprofilo della cultura verbale emorale che si esprime attraversoil linguaggio e il comportamento(lingua, canti, racconti, proverbi,credenze, idee, usi costumi).Poiché la cultura materiale non èaltro che un sistema di segni esimboli, per mezzo dei quali sicomunicano determinati conte-

nuli attraverso il linguaggio co-dificato e riconosciuto dal grup-po, è necessario individuare edanalizzare i segni ricorrenti, saràcpsì possibile identificare le ori-gini storiche e le fonti letterarie,le trasformazioni e i passaggi daun'opera all'altra, da un ambitosociale all'altro dell'oggetto.I,a raccolta e tutela degli attrezzidi lavoro e di tut t i gli oggetti le-gati alla quotidianità assumonopertanto if significato di un re-cupero e riappropriazione del-l'identità umana e sociale mi-nacciata.(ìli attrezzi di lavoro in generalericadono nell'ambito economicoper la funzione che svolgono nelsistema produttivo, ma hanno al-tresì una connotazione più vasta:essi infatti veicolano anche infor-mazioni sulla società clic li haprodotti, sia dal punto di vistatecnico ed economico, che dalpunto di vista dell'organizzazionesociale.Il vocabolario attinente agli at-trezzi di lavoro utilizzato nelle di-verse comunità contadine sici-liane rivela la presenza di un

"continuum semantico" che siestende dal livello economico aquello sociale, a quello culturale(1 ). Nel nostro caso, è chiaro cheun processo di cedimento del-l'elemento arbresh all'elementoromanzo, lento dapprima ma poisempre più intenso, ha conlentoall'attuale parlata una fisionomiaparticolare, specialmente nellessico.I uttavia, ancora oggi dopo secolidi contatto con 1 elemento ro-manzo e malgrado il difficilesviluppo linguistico, l'arbresh diPiana degli Albanesi continua amantenere parecchi traiti arcaicicome e ampiamente dimostratodalla terminologia legala agli at-trezzi di lavoro presenti nel mu-seo. A questo proposito non bi-sogna dimenticare che l'acco-glienza favorevole riservata aglialbanesi di Sicilia è da collegarsianche con la situazione socio-economica dell'Isola, che nel pe-riodo fra il Quattrocento e il Cin-quecento a causa degli aumentidei prezzi del grano e degli altriprodotti agricoli aveva determi-nato la necessità di ripopolare

antichi casali e quindi rimettere acultura feudi abbandonati, puòavere favonio il manlenimento diun vocabolario albanese lesaloall'agricoltura. Infatti la presenzadi contadini albanesi nei territorisiciliani è documentata già aliafine del XIV secolo quando fupromossa una immigrazione dimano d'opera, fra i quali alcunilavoratori addetti ai vigneti e aglioliveti chiamati "de Duracio" op-pure "albancnses" o ancoraalbanisi", come risulta da alcuni

reeistri notarili (2).Dallra parte la presenza dellestesse attivila produttive tradi-zionali in tulli i paesi del Medi-terraneo fa sì che buona partedell'originario lessico legato aicicli tradizionali si sia perpetualoanche quando gli Albanesi si so-no insediati nei feudi siciliani.

Laura StassiSoprintendenza BB. CC. Ai-Sez. Ètnoantropologica (PA )

Continua a p. 5

II Museo Etno-Antropologico di Piana degli Albanesi

II Museo etno-antropologico diPiana degli Albanesi, dedicato allamemoria di Nicola Barbato, èsorto grazie all'impegno del perso-nale proveniente dai progetti ex-ari 23 L. fin. 67/88- U quasi to-talità degli oggctli attualmenteesposti (non tutti specifici di Pia-na) sono stati donati o tempora-neamente messi a disposizione daprivati. Fanno eccezione alcuniabiti tradizionali femminili che,invece, sono stati acquisiti dal-l'Amministrazione Comunale.

La sezione più significativa delMuseo per completezza di reperti,e quella dedicata alla cultura ma-teriale. L'inclusione di un talespazio espositivo assume un parti-colare rilievo non solo perché,com'è ovvio, l'ambito del lavoroconladino si è tradizionalmenteconfigurato come nucleo centraledell'universo culturale tradizionaledi Piana degli Albanesi, ma so-prattutto perché l'insieme dei ma-nufatti, il ciclo produttivo cui sonoconnessi, le loro modalità d'usoconcorrono allo studio delle for-mazioni socio-economiche, deirapporti dunque attraverso cui gliArbèreshè hanno mediato cultu-ralmente l'attuazione storica delloro essere Te dheu i huaj. Allasuddetta sezione si affiancano lealtre, che raccolgono segni dellaidentilà etnica arbereshe. abititradizionali femminili e relativelecniche di manifattura, aspetti delcalendario festivo greco-bizantino,gioielleria, ecc.

Nell'allestimento della sezione dicultura materiale sv è privilegiato,laddove è stalo possibile, l 'illu-strazione dei cicli lavorativi; ciclodel grano (dalla "semina al la pa-nifica/ione"), ciclo della ute

(dallo "scasso del terreno allavendemmia e alla vinificazione").ciclo della caseificazione (con do-cumentazione fotografica).

Si è ricostruito inoltre l'interno diuna abitazione di ca. 70 anni fa(arredamento camera da letto evana utensileria domestica) e sisono ntagliati spazi esposilivi pervari mestieri, documentati conquasi tutti gli attrezzi che, prima,venivano destreggiati dalle manisapienti di falegnami, calzolai,maniscalchi, barbien, (è interes-sante notare come all'esercizio diquest'ultimo mesliere erano con-nesse anche pratiche mediche co-me l'estrazione dei denti).

Nel museo sono presenti anche iplastici di mulini ad acqua e dimasserie, le cui strulturc, in parteancora ben conservate in parteormai fatiscenti, sono disseminalenel territono. Queste infraslrultu-re, funzionali all'economia cereali-cola e pastorale del latifondo, han-no perso gran parie della loro im-portanza dopo la riforma agrariadel nostro secolo. Molte risultanoabbandonale, altre divise m mini-proprietà tra i numerosi nuoviproprietari degli ex-feudi

In ogni settore della cultura ma-tenale ciascun oggelto è dotato diun'etichetta numerata che rimandaad una scheda compilata col meto-do dell'inchiesta sul campo e corri-spondente "al modello di schedatu-ra proposto dalla Soprintendenzaai Beni Culturali. La scheda oltrea fornire una sorta di cartad'identità dell'oggetto(denominazione locale e italiana,luogo di provenienza, misure, epo-ca, ecc.) prevede la registrazionedella tecnica di fabbricazione dellafunzione, dui ciclo produttivo e dei

rapporti di produzione cui appar-teneva, della sua eventuale fun-zione simbolica ed è corredala dafoto, disegni, diapositive. Un datodi particolare importanza è costi-tuito dalla denominazione localeMolti attrezzi, specie quelli rien-tranti nel ciclo produttivo del gra-no, conservano la denominazionealbanese,, mentre altri attrezzihanno denominazione non albane-se. In alcuni casi si tratta di sici-lianismi (un es. fra i tanti,"burxhet", che corrisponde al sici-liano "bburgetta "forchetta). A taleriguardo si può osservare chetermini ormai desueti nel dialettosiciliano odierno risultano inveceancor oggi impiegati in area ar-bereshe per effetto della maggioretendenza alla conservazione lin-guistica.

Il Museo ha ospitato ancheesposizioni di vano genere (quellededicate alla micologia, alla pittu-ra). Da diversi anni in prossimitàdella Pasqua viene allestita lamostra delle icone e delle miniatu-re in abito femminile. Il visitatorepuò fruire liberamente il museooppure essere accompagnato gra-tuitamente dagli operatori turistici,dai quali può apprendere infor-mazioni sulla specificità elnico-linguistica e storico-culturale diPiana degli Albanesi. Una raccoltadi costumi muliebri tradizionali tracui un fastoso abito nuziale risa-lente al 1855 ca.; una bacheca al-lestita dall'orafo Sergio Lucito cheespone la parure di gioielli abbi-nati alle scriche vesti punteggialed'oro, brezi (cintura in argento i.pindajfl (orecchini con pendenti),Krìq/'a e kilt-feti'.-; (crocetta conpettorale), mtsarjt (collana adoppio !":]» di pietra d: cru:\r.a

chiusa in più punti da sfere di fili-grana), oltre a gioielli d'ogni fog-gia in oro rosso, a volte smaltatoslile '600 e '700 siciliano e singolicapi o parti di costume (colletto,polsini, fiocchi), una biblioteca or-ganizzala e funzionale, dolala disezioni speciali, quali quella sici-liajia ed albanese; nonché la di-sponibilr-à di spazi inlerni per in-conln. diballili, congressi e mani-festazioni multimediali, complela-no infine, il museo etno-antropologico, che ha le carte inregola per divenire un cenlro sludidi ricerca e documentazione di altolivello.

Giuseppina Schifò

Per una storia di Piana de<»Ii Albanesii ';fi, Muna Arri i co ; Ì 6 ^ 7 - Ì ~f>2;. hem fiemno pro/e-nare ili storni avt-

. r.J''. 'niversilei di Catania, nomina!, da (.'aria ìli re^io isiono^raja.'.•irnow in i'.iiropti per <?ji studi siane- pubblicò. Ira I altro, il lexicon

[ u;x-,5iii j.phicum Sicuium nei 1757. un 'opera di grande valore e impe\»iiì. chi' nspecclna in vita e la sfuria delle città siciliani' del sua leni-''-•! Il dolio chierico della Cappella palafitta di l'alemio. (jtoacclnno• >: Marzo, riconoscendone lì grande Calore, ripubblicò il Lexicon, tra-Dicendolo in Udì lano e arricc'ìiendolo di note ed ciggionicimettli.

In questo numero dipifìÀi^ npordvito le pagine che l'Amico dedico•; piai:-:, a!Ut stia stona e a'quella (tygli aitn comimi albanesi dì Sict-':a Si traila di una breve scheda ititi,muniva sul nostro comune, riccaii intamtazioni enuliit!. specie per quanto riguarda le cinese e ìe isti-tuzióni religiose operami n,'l ternror'o connatale. Di particolare nten-:..im' i' / 'attenzione che lo storice, siciliano risenti aliti figura e'•ili'opera di padre (ìiorgio Guzzeltt: fondatore del Sennanrio(ìreco-'.ihfjnc'se d: rti le min. t'umco nomo che viene citalo accanto all'eroe

( notaio ( alinola Scantierhe^ \t)tt altrettanto "-recise situo nrcece -,infornici:ioiu che l'Amico offre della controversa stona delle relazam,fra (ix.ii npi><irtcneti!t ai due riti praticati a l'iana .\on cnrnspondc al\-ero. ad esempio, che la ( 'hiexa di San l ' i lo .sia staiti la prima edificatoìe noto che la prima chiesa fu quella di SS. Mana ai Oihgilna .$:/!pendio del /nonle !'izz:Uti. e che là fu poi edificala la chiesa ài S-:i>;(.aortiti ni!'intento ili (/tifilo che sarebbe divenni:-' i! nuovo centro ur-bani i i

Ma a! di la di oeni altra conticierfiziont'. la ttfstimonianzadel! 'Amico, la cui /ama di storico puntuale e rigoroso andò ben oltre icoiijini nazionali, rimane preziosa ed interessante, non meno di (/uà/itonon sia lei noia posta a queste pagine del Lexicon dall'altro '.toner,siciliano, ( intacchino Di \farzo. noia che però, per ovvi problemi dispazio pubblicìieremo in altra occasione, lì lettore di t'ijìko^ j>oin:consultare i/tie.'il 'opera nella sezione Sicilia delia nostra Biblioteca

PIANA DEI GRECIPiana dei greci l . t

'ni'cot-um. Sic La Chiana ( V

parli or ienta l i del monte Piz/u'.a.a l t r iment i Piana dell'arcivescovol 'insta Ha/elio, essendo sotto larmnsdizione dell'arcivescovo diMonreaie. il quale solamente do-:jolio per concessione ai urea al-nanesi Si ebbe origine dall 'anno;<188 costava nel censimento diCarlo V di 306 case e 2iW abita-• o r > , poi di KlK? case e _W>-1Libilanii in quel dell'anno I6Ì2. efinalmente m quello del secoloXVIII dì 1214 case e 36(1> animeCoinprendesi nella Comarca diPalermo e nella provincia m i l i t a -re di Sciacca. Ne è declive il sito•,erso mezzogiorno ed oriente,jstendesi poi m uno spazioso eLjjasi adeguato campo OccorreJman/.i le mura in chiesa diSant'Antonio abate: indi unaretta ed ampia uà divide il paese.e le corrispondono altre minori enon anguste. PresentasinelFinuresso di quella il conven-r.o di San Nicola coltivato dagliit 20 stimarli scalzi donato dallevàrie rendite dalia pietà dei cit-tadini, e ne sorge dirimpetto ilpalazzo Arcivescovile li tempiomaggiore parrocchiale Santo SanDemetno, nobile negli editicisotlo la cura dell'arciprete, ilquale col suo clero ne intendequotidianamente agli uffici d ivi-ni, occupa quasi il centro, scor-sesi poscia un'ampia piar/a, de-ve un'elegante fonte di mann:jostiluitp per curiidell'arcivescovo Ludovico Al tor-so de Los Cameros abbonda di.icque copiose e chiarissime. Suc-jede la Chiesa di San Giorgie,dove anche si amministrano sa-cramenti con l'annesso oratorio,che venne fondato nel nostro'empo e promosso dall'eeregioiiorgio Guz/.etta del medesimostituto'. venne poco fa sollevato

.in collegio di Maria nella Chiesadi Santa Maria dell'Odigitria.Nella Chiesa di San Vito Martire,che fu la prima parrocchia deglialbanesi, ora risiede il rito latino,dall ' islitulo del Lare i vescovoFrancesco Ferrei li, ed il clero siimpiega al sacro ministero sulloun curalo. Vanno a questa sogget-te altre chiese come del pari s'iequella di San Demctrio, e ci \\LI\-n'o confraternite di fedeli di s:topromiscuo '-"malmente nella su-prema altura dimorano dall'annoÌ573 i minori capuccini, e frc--juenlano ne pietosi esercizi la;hiesa deli'Annunziata conce-dendolo i greci; né lungi è laChiesa della Santa Croce con la

memoria del Monte Calvar io , cheminone il ime al paese

Bisogna intorno alle o r ig in i an-dare un po' lontano, il che certonon siirà noioso Imperversandobarbari per Liniera Grecia, sca-glialisi contro la Macedonia, la dicui parie australe oggi el 'Albania o l 'Lpuo, condotti daAmurai IL costrinsero GiovanniCastnol non ultimo fra i pr incipialbanesi caduti nella guerra, apagar tributo ed ;i lasciare mostaggi i f i g l i o l i dormo fu i co-storo rimasto ai ìmte l t i supersti-te, conseguilo con vane arti ilregime della patema signoria,cosi formidabile divenne ai lur-chi. d'aversi attirato t i nome diScanderberg, che vale nella lorolingua il Grande Alessandro, lorosi oppose come validissimo ba-luardo, affiggendogli allo slessodi stragi miserande, conservò permolti anni ia cattolica fede intattae secura nelle sue parti contro ildispotismo dei tiranni e dopomolte gloriose gesta come si lianegli annali di sua vita lasciatadi sé una t'ama immortale, dormìil sonno della morte, apertosiadunque l'addito ai nemici di in-vader l'Albania, questa non soloma altre provincia resero loropreda, e conoscendo pienamente icittadini nessun rimedio sullepatrie cose rimaner loro, pensa-rono di passare in Sicilia con lefamiglie, per conservare inviolatala religione dei loro padri. Hd iprimi verso il 1480 accolti dalconte di Ademò fabbricarono unpaese denominato dei greci alleradici australi delLLlna. occupa-i uno poscia il territorio di Mania-ce ai lati occidentali dello stessomonte dove abitarono borgate,tennero alcuni il suolo di casaritra Calatagirone e Piazza, occupa-le varie altre contrade, accedatibenignamente dai signori di ci-scun luogo Costoro tutta volta,postposlo il greco rito ed abbrac-ciato il latino istillilo, ritennero lanomenclatura grecanica, coloroche però abitarono m prima il ca-sale di Bisirense presso Lilibeosotto un colle, non lungi dai laIbrte//^ e dal monte di Calata-mauro verso libeccio, tenaci nelpatrio costume, chiamati m co-munanza ai Ialini, si stabilironosotto gli auspici! di Caterina diCardona signora di Chiusa l'on-dando il piccolo paese di Contes-sa. Abbiamo ciò descritto a suoluogo, ma pubblichiamo, tenen-doci al Fautori là del Puri, aversiavuto origine nella metà del seco-lo XV ed aversi una chiesa par-rocchiale sacra alla vergine An-

lì un /u l t a voi clero dell'uno edel l a l t ro rito, ma ora m chiaro dipiù esatte i eli /unii conosciamorecai la ;'icca parrocchia il nomedi San Niccolo Vescovo di Mira,appel lala 1 altra Ialina di SantaMaria del I -onte ed andare aquella soggette le cinesedell Anmin/ ia la . di San Rocco edelle Anime del Purgatorio

Già dopo due anni nel 1477. perbenel icio di Giovanni Vi l laraulsignore di Pri/yi, assegnalo iltenitori» ad a l t r i greci albanesi,radanosi Pala/^o Adnano sotlo ilmolile delle Rose, la di cui Par-rocchia greca è sacra attualmentealla B " V e i g m e sotto i! t i tolodel F Immacolato Concepimento,la Ial ina alla Madonna del Lumee si ha suiti aganca la chiesa delCalmelo. Ma m più gran copiaessendo approdale delle famigliedell 'Albania nell 'anno 1488, esedendo Giovanni Borgia a re-gime della Chiesa di Monreale,mosso dalle loro preghiere il pioVescovo, loro concederle il feudodello Merco alle radici del MontePi/zula, irriguo, fertile, propensoalla coltivazione, di là discosto 8m , ed assegnò gl'imi lati dellostesso monte molto adatti allacosini/ione di un nuovo paese,quivi stabilirono adunque i no-velli coloni delle umili casipole,e si elessero la Chiesa di san Vi-to. donata del dritto parrocchialeFu allora costruita una torre dicustodia di nuovi incrementi ac-cresciuta la colonia divenne ungrosso paese Abbiamo già dettodi Mezzo)uso.

Or credo qui degno di ricordan-za in prò dei nostri albanesi, quelche quanto prima pubblicherà,siccome senio, m uno specialetrattalo corrispondente alla gran-de erudì/ione di che va tornitoPaolo M Panino parroco di SanNiccolo dei Greci in Palermo,non aver cioè i greci a noi emigralo adirati dall'amenità dellecontrada, ma per custodire idogmi e t r i t i della cristiana edella cattolica religione, ai qualiavrebbero appena potuto Ira ibarbari tenersi avvincolati Ldinvero liberi dagli errori grecani-ci, non che prolessano colcore laprocessione del S. Spinto dalFigliolo ma la proferiscono conlodevole consuetudine in espresseparole, il che gli è evidente nonconservar dai greci gli alln oido-dossi talmente propugnano ilprimato della sede romana, chenelle preci Hturgiche fan memo-ria con alto canto del sommopontefice; commendano di fattoadattissimi i pani azimi alla con-

AMIsacra/ione, poiché non ricusanodi comunicarsi delFa/.iome dul iecinese lat ine Ci sono p iove e v i -denti di non sentirla poi coi Fu/iam della beatifica visione npoi-lata sino al giorno del g iud t / i o :q u a l i esposti nelle loro cinesenei odial i si rappresenta eh elelhed i beali dinan/.i al trono di Diocopii angeli con Hanno ni l i lo la tolilialmente conhatenii te e n/zalochiese alle annue del Purgatoriofra le (mah olirono comuni sii!-l i a g n e dei sacnfici

Ritorniamo ormai a parlar dellaPiana, della quale vide sortici equesto nostro secolo XV'ill iloro!'. Serafino da San Pietro ePaolo dell'Ordine degli Agosti-mani Seal71 e Giorgio Gu//eiUr.rifulse quegli non volgare teologoed esimio oratore^, visse lungotempo in Roma definitore gener'a-le e vi presentò più volte espri-mendo della sua dottrina nellagenerale congrega/ione, pubblicòun'orazione funebre recitata in'1 rimani e lasciò mss. molte ele-gantissime Ialine iscrizioni eduna stupenda opera ;/ sajuenteche sì versa siti prefeti. Giorgioprete dell'Oratorio in Palermo,piomosse e fondò con dote delsuo, il Seminano greco nellacapitale, fu caro grandemente aiprincipi pei santi costumi e per higlande dottrina; or da poco temposi addormì nel sonno dei giusticarico di anni. Abbiam già "dettodel territorio. Sta m paese m "*7gradi di long. ed in poco più che38 di lai. Salubre è Pana e le < K -que limpide e tresche.

Vola sulle ali di un LIBRO

V1LNI IN

-L e

DIARIO DELLE ATTIVITÀ INTEGRATIVE

Questa pagina sarà dedicata da questo nu-mero ad una sorla di diario delle at t ivi tà inte-grative

Le attività, già regolarmente deliberate, so-no stale impostate, come e noto, sulla collabo-razione tra varie Istituzioni ncnché espertiprivati , ciascuno con un proprio -nolo specifi-co come da progetto Le adesioni, raccolte ecurate nei vari aspetti (organizsativi, assicu-rativi eie..) dalla Associazione Arci-Pranvera,sono state molto numerose ( N.55). Sulla basedel numero def ini t ivo delle iscrizioni e delledisponibilità dei collaboratori esterni, il pro-gramma didattico originario è stato rivedutoed aggiornato secondo una sene di blocchiomogenei jjer materia distr ibuit i per la duratadel corso

II mese di Febbraio e stato dedicato alla al-fabeti/dazione m lingua albanese e ad una se-rie di interventi sul costume tradi/.ionalefemminile

(ìl i esperti impegnali nel corso di lingua al-banese sono M. Mandala, V. Matranga, Gm-seppina Norcia e Giuseppina Scliirò mentreMarco Lola ed Elena Ortaggio sono impegnatinel corso sul costume.

Per una gestione ottimale dei corsisti si èprovveduto, m considera/ione del modulo diprovenienza , ad una loro divisione in duegruppi pressocché uguali nei numero che la-vorano a giorni alterni. Ogni gruppo cosicomposto viene successivamente.per le attivi-tà di sostegno, suddiviso m cinque sotto-gruppi coordinali ciascuno da due insegnantimentre, per le at t ivi tà integrative, gli stessicorsisti vengono ricomposti in due gruppi se-guiti da due docenti

Sono stati predisposti con qualche difficoltàappositi locali ed idonea attre/zatura. Sussi-stono ancora alcuni problemi logistici e difunzionamento che quanto prima in collabo-razione con rAmmmistia/ionc Comunale sa-

ranno piesto alTrontati e auspicabilmente ri-solti

lì1 naturalmente prematuro azzardare unaprima valutazione didattica dell'esperienza,tuttavia sono già emersi fra gli alunni diversigradi di attenzione rispetto alle a t t iv i tà inte-grative come differenziate situazioni formati-ve e altrettanto differenziate propensioni al-l'apprendimento per quanto riguarda le att ivitàdi sostegno

Questi problemi sono già alla attenzionedegli operatori e a tal fine saranno avviatimomenti di verifica e di confronto sia con idocenti delle scuole elementari che con i geni-tori per poter mettere in cantiere, per quantopossibile, ipotesi di intervento più appropria-lePei ciasciin blocco omogeneo di interventi i

coordinatori saranno impegnali su questa pa-gina ad informare sul programma e sulla me-todologia didattica adottata o su quant'allroritengano opportuno.

Il corso di lingua albanese nelle attività integrativeL già stato reso pubblico, nel

precedente numero di BIBLOS(dicembre 1993), il procelle delleattività integrative nefla Scuciaelementare avviato dalla Biblio-teca comunale di Piana in colla;borazione con altre associazionilocali

"fra i settori di intervento prò-

IN BIBLIOTtCA

SI FA CULTURA '

spellali, quello dell'insegnamentodell'albanese (educazione lingui-stica) è certamente quello piùdelicato, convinti come siamodello stretto rapporto che inter-corre tra lo sviluppo delle capaci-tà linguistiche e lo sviluppo dellecapacità cognitive di un bambinoTra gli studiosi che hanno cercatodi valutare gli effetti psicosocialie cognitivi del bilinguismo in-fantile, oggi prevale l'opinioneche in uneducazionc bilingue cisiano alcuni vantaggi certi misu-rabili nello sviluppo delle capaci-tà intellettive e linguistiche delbambino. Alcuni studiosi ci av-vertono però degli effetti negativicausati da una diseguale sviluppointellettuale delle due lingue. Ciòavviene quando una delle linguecresce a danno dell'altra: quando,cioè, una delle lingue, e solita-mente la lingua di prima acqui-sizione o "lingua madre", nonvenga sufficientemente tenuta inconsiderazione nel processo diacquisizione delle capacità dicomunicare attraverso il lin-guaggio, e la si connota negativa-mente, relegandola a ruoli consi-derali marginali o addirittura, aduna condizione dalla quale eman-ciparsi in un processo di sistema-tica sostituzione con una linguaconsiderata di rango più elevato.I7,' per questo che il nostro tenta-tivo di "rimediare" alla indiffe-renza da una parte delle islttu-/ioni preposte prospettando unacorretta educazione bilingue nellanostra comunità, non è soltantouna pur legittima doverosa formadi resistenza alla omologazionelinguistica e culturale in atto.

Siamo dunque convinti che nonpossiamo pianificare una correttaeducazione linguistica senza te-ner conto della cultura che cia-scuna lingua veicola, così comenon possiamo non tener contodegli usi sociali della lingua inuna situa7.ionc di multilinguisino(albanese, italiano, siciliano)qual'è la nostra.

Il corso di albanese è dunqueinserito m un progetto che ab-braccia tutti gli ambiti della cul-tura locale (oltre a quella panal-banesc, come vedremo). Quegliambiti, cioè, in cui la lingua na-sce e si trasforma, e dunque vive{si consideri ad esempio la nostrascelta di organizzare un corsosulla cultura materiale agricoltu-ra pastorizia, caccia ecc.).

Dell'albanese verrà consideratodunque non solo il suo funziona-mento in quanlo sistema lingui-stico (la sua grammatica), ma an-che la sua funzione nella vitaculturale (nel senso più ampiodella parola) di Piana ed il suomolo nella economia" linguisti-ca della comunità.

Risulta evidente che la "lingua"che sarà posta all'attenzione dichi seguirà i nostri corsi è quellache ciascuno di noi parla tutti igiorni, con tutte le sue innova-zioni e i suoi dinamismi (prestilidal siciliano e/o dall'italiano; re-centi innovazioni endogene, ecc.).i quali sono comunque sintomi diuna sistema linguistico (moltistudiosi considerano il prestito«una valvola di sicurezza», la ga-ranzia di resistenza di un sistemalinguistico). Imparare a leggere e;i scrivere la lingua che ognuno

parla quotidianamente, prendereconoscenza del suo funzionamen-to è il primo, necessario passoper poter affrontare serenamenteio studio di qualsiasi altre lingua,compresa la lingua italiana. Moltidegli "errori" cne si fanno quandosi parla o si scrive l'italiano("errori" dovuti alla interferenzadell'albanese con l'italiano) pos-sono essere evitati prendendo co-scienza del diverso fun-zionamento delle due lingue.

Si deve considerare quanto fino-ra, così sinteticamente, è statodelineato, come il primo neces-sario obiettivo di un progetto cheprevede varie e progressive tap-pe, K' previsto, infatti, un ciclo diquattro anni (dalla Sa elementarealla 3a media) in cui dalla fase dialfabetizzazione si arriverà allaconsiderazione di testi di variscrittori e poeti siculo-albanesi.Man mano che si procederà nelciclo, progressiva considerazioneverrà attribuita alla lingua alba-nese standard (o shqip), con laquale molti, se non tutti, i nostriautori si sono confrontati e siconfrontano. L'Albania, con lasua lingua, i suoi dialetti, la suastoria, la sua geografia, la suacultura, ecc. sarà progressivamen-te posta come oggetto di studio edi confronto conia nostra realtàlocale e potrebbe essere oggettodi approfondimento in corsi ri-servati a studenti delle medie su-periori e universitari.

Vito Matranga

Continua da p. 3Anche i cicli lavorativi possiedono una vasta terminologia albanese: alb vacate 'Lbotticina" alb. vuce "bisaccia", alb. karrateliq "bolle" .alb. burrore "sella", alb kembor^ "campanaccio"" alb. kudh "paiolo", alb. dnteé "mattarello", alb. shishun i kli'mshni "secchio per lai-te", alb. xubie "scopino di saggina", alb. vusfieté "bisegolo", n\b.dighe "cera", alb. trikusè "corda".Se la pnncipale caratteristica di questa parlata, come abbiamo visto, è rappresentata dalla sua arcaicità, dall'altra parte il contatto con ]'ad-strato romanzo ha fatto sì che essa si sviluppasse in particolare modo con cambiamenti o meglio adattamenti soprattutto a livello foneticoi • i k < i , • • ^ r r i- f • • - - L- * . \ , . , . *T - d l r , !

lane, come per esempio alb'misura di capacità ). alt."un i t à di n i i s u r i i " ! a ih

L'istituzione del musèo di cultura albanese fornisce quindi un quadro della realta produi tpsubito, mantiene ancora delle sue peculiarità, come gli attre//i ni lavoro siimno :\e

Laurit Staisi

Moi i otuvrita Piana degli Albanesi

La chiesa di Maria SS del Rosario, già dedicala a S. Vcnanzio, venneedificata accanto al i 'abita/ ione dei Costantmi e. in parte, con i me/./.i fornitida questa facoltosa famigliaUo Schirò nei Canti tradizionali afferma- «Importante per il culto che vi sisvolge in lingua albanese, non meno che nella chiesa dcirOdigitria.Specialmente nel mese di ottobre. {...] è la chiesa di Maria SS. del Rosario»1

h da tenere presente che all'imerno della chiesa vi era l'omonimaCongregazione istituita il 25 febbraio 17-U e di cui si conserva lo Stallilo inun documento inedito del 16 ottobre 184.V.La Congregazione aveva come fine quello di divulgare il eulto dellaMadonna del Rosario, ed aveva quale momento importante, la rccita/.ionesolenne dei Rosario, la prima domenica di ottobre. Poiché non è noto quandoalcune pratiche liturgichc e paraliturgichc del rito latino siano penetrate nelrito greco, in questo orlicelo ci soffermeremo sul mese di ottobre (\foi iotuvrit).La sistemazione e l 'apertura del l 'Archivio Storico deH'Eparchia di Pianadegli Albanesi, recentemente effettuate dal prof. G. Schifò, ci ha consentitodi scoprire un documento molto interessante che reca il titolo di registrid'introito ed esito nella aolenizzazionc del mese di ottobre^. Dal documentosi viene a conoscenza che l ' introito del mese di ottobre dedicato al laMadonna del Rosario, venne istituito il 30 settembre 1907 su iniziativa deipapas Gactano Petratta- Sepa Fetta. Paolo Matranga e Antonino Schifò, iquali si attirarono -come riporta il documento- le ire del clero di rito lat inoDall'ottobre del 1907 all 'ottobre del 1909, il rosario e la medita/ione sisvolgevano in italiano.Ncl l910 furono introdotte però delle novità molto importanti, anche per glistudiosi di letteratura albanese, quali la recitazione del rosario e la letturadella meditazione in lingua albanese, dopo la traduzuionc dei rispettivi testieffettuata dal poeta Giuseppe Schirò. che nel 1907 aveva dato alle stampe iCanti sacri delle colonie albanesi di Sicilia.Il documento riporta anche la notizia sulle ristrutturazioni della chiesa,quali la sostituzione nel 1909 dell'altare latino con uno greco,n documento infine ci consente di trarre le seguenti conclusioni: 1) a Pianal'uso della lingua albanese nelle liturgie doveva essere molto raro, prima delnostro secolo (si cfr. la testimonianza succitata dello Schirò). e solo conl'iniziativa di uomini illustri come Mons. Paolo Schirò, il poeta GiuseppeSchirò e papas Gactano Petrotta, si è giunti ad adoperare -accanto al greco-anche l'albanese (si pensi al ruoto dalla rivista Fjala e l'In Zoti)\) 11rosario veniva recitato in italiano e in siciliano, come attestano le fonti orali;3) ì nostri padri, pur introducendo testi liturgici di rito latino, li traduccvanoallo scopo di salvaguardare la lingua avita.Mi piace ricordare, infine, che i testi liturgici bizantini sono stati tradoni -quasi interamente- dal compililo papas Giorgio Schirò negli anni 1958-1990e con essi tutto il Nuovo Testamento e parti del l'occhio.

Nicola Lo Jacono

1) G SCHIRÒ. Canti tradizionali ed altri saggi delle colonie albanesi diSicilia, Napoli, 1923 (r. anas. Piana-Palermo, 1986), p. CVI.2) Archivio Storico dcH'Eparchta di Piana degli Albanesi, Fondo I I I , ChiesaMatrice di San Demetno ed altre Chiese, voi 326.1) Idem, voi 327.

Dal Monastero Basiliano di Grottafcrrata

Nuova Donazione alla Biblioteca "G. Schirò"di P Marco Pena direttore della Biblioteca di Grottaferrata

La Biblioteca ha ricevuto in dono da p. Marco Petta, direttore dellacelebre Biblioteca di Grottafcrrata. nonché studioso degli antichimanoscritti conservati nel celebre monastero basiliano diGrottaferrata, diverse pubblicazioni, di cui daremo nel prossimonumero di pìpXoc; un elenco completo. Siamo grati a p. Marco perquesta sua preziosa donazione, che certamente costituisce unarricchimento dall'inestimabile valore della sezione albanologica dellanostra Biblioteca.Ci auguriamo che altri vogliano seguire l'esempio del nostro illustreconcittadino, e rendere pubblico il patrimonio librario privato.

La costumistica:un nuovo capitolo della cultura arbèrcshc

lia lo varie peculiarità clic la noslia commiAlbanese1 di Piana lui noi corso della su,i stoitenacemente perpetualo, con corniola/irculturali sempre in linea con i suoi caraltcoriginali (-incile se mediate da naturali proce-di acculturazione), la costumistica rappreselicertamente un settore fra i più affascinanti de,cullili a arbereslie.Questa branca così importante doll'elriograllocale ha avuto nel passalo poche attenzioni {pane degli studiosi ui t.ose albanesi, perché laè sempre considerata come1 espressione di "ar-ni inot e", di spellatolo, relegandola semprecontorno delle lemaliche principali della noslIInia.Sollanlo da pochi anni si assiste ad una sitrattazione in maniera organica (ricoslru/iordelle diverse tipologie, della loro dettagliacomposi/ione, loro collocazione in laste1 ornigenee di interesse secondo la stagionai ila omomenti celebrativi civili e, sopraliuttreligiosi) sulla base di (oriti orali confortaamìie da quelle storielle. A tal proposito saieblauspicabile quanto prima la pubblica/ioìscientifica di un catalogo del costume tradi/i»naie di Piana.Questo interesse -diciamo anche "scientifico"sfocia negli anni '80 con la realizza/ione ddiversi allestimenti esposilivi.Il costume è un momento di sintesi culturaall'interno dell'intera comunità albanese;ritroviamo simlx)li^mi religiosi molto forti (baupensare al solo aliilo della sposa), elementi ic<nogralici comuni anche alle arti visive sicilianiterminologìe di grande interesse linguisticemotivi di manifestazione ed anche di afferri),/ione dello status sociale (il costume è andiquesto !) che sarà causa di amare riflessioni dtviaggiatore G. Voulier, trovatosi a Piana n<periodo della nascita dei fasci Siciliani e ehmolto fedelmente registrò questa dicotomia fi10 sfarzo degli sfavillanti abiti e la miseria pinera dei ceti meno abbienti.11 costume è stato anche momento (integrazione o, quanto meno, di avvicinameli!fra i due gruppi etnico-ljngujslici presentiPiana, ovvero tra albanesi e "latini": la ncilon(gonna rossa ricamata in oro, cornponenidell'abito nuziale) è stata adottala anche nel Ivariante coloristica bianca insieme ad aliielomenli accessoriali in celebrazioni <sposalizi, quasi a voler assolvere ad una sorta (media/ione fra le usanze degli uni e quelle degallri.Ma una decodificazione storico-culimale denostro costume lemmìnile è comunqucomplessa, perché esso è composto da dì ver;elementi che ad una attenta lettura soniriconducibifi sia alla cultura ospitante isolan.(con tulle le forme di inculturazione) che essa lisubito nel corso dei secoli (nell'ambito dell,costumistica, ad esempio, è stalo moltiimportante l'influsso spagnolo) che a quella autoclona.lei è proprio questo connubio di diversi elemenle tradizioni artigianali che nasce e si sviluppa irun perfetto sincretismo di colorì, tormesimbolismi, quello che -a ragione- viene considorato il più bel costume dei popoli.

Marco Loti

Inaugurato l'Archivio storico delPEparchia di Piana degli Albanesiil 22 febbraio 199-4. presso : localidelITparclua di Piana degli Albanes.. è slatauff ic ia lmente inaugurala l'apertura alpubblico del l 'Archivio stoiico de l l 'Kparchia .1 lavori di ordinamento, i n i / i a t i , circa dueanni or .sono, sono stali condotti dal prò!.Giuseppe Scruni, che già vanta al suo at t ivopii ordinamenti di diversi altri archiviccclesistici s ici l iani . Ira i qua!, quellodell'Arcivescovado di Monreale,importantissimo per la ricostruzione della sto-na di Piana degli Albanesi1,'ordinamento dell 'Archivio di Piana è unrisultato importante che olire agi: studiosiimene possibilità per le loro ricerche Ladocumenta/ione, varia e notevole, che essoconserva permette di gettare luce nuova sumolle vicende della stona religiosa e civiledelle comunità albanesi di Sicilia, ed ino l t reolì'ie mate r ia l i ancora medili per la ncostru-/lonc della stona del Seminano Mudato da

Padre Giorgio (.ìu/y.ctta. Durante l ' incontro,preparato con cura dall'lìparchia, mons. SolirKeiTura ha sottolinealo l'imporlaii/adell 'archivio, soll'ennandosi m particolaresulla copiosa documenta/ione riguaidanle lecomunità albanesi di Sicilia e che oggi e di-sponibile per gli studiosi che vorranno ap-profondire le loro ricerchePapas Antonino Paratore, Rettore delSeminario, ha tracciato una stona degliarchivi ecclesiastici, sottolineando -da un lalo-!'importanza che hamio questi archivi per laricerca storiografica e -dall 'altro- ha illustratole complesse e vane procedure che oggivalgono per gli ordinamenti di detti archiviMatteo Mandala, autore di alcuni saggi sullastoria di Piana basati sulla consulta/ione deidocumenti custoditi nell 'Archivio dell 'Hpar-chia, ha evidenzialo alcuni dati checonfermano la necessità di avviare una nuovafase della ricerca stonogralica. allargata ad

altre fonti archivistiche, qual i l 'Arch iv io diMonreale e l 'Ar-chivio di Slato di Palermo.Nel contempo ha espresso l'augurio che anchela Biblioleca del Seminario, ricchissima divolumi ormai rari, venga al più presto ordi-nata e apena al pubblicoLa dotl.ssa Ma//ola. responsabile dellaSovrinlendenza ai beni archivistici dil'alenno. si è soffermata sul molo che giocanogli archivi, siano essi ecclesiastici, pubblici opr ivat i , a favore della ricerca storica, intesaanche come recupero di un' identi tà culturale edi una memoria che solo nei documenti epossibile rintracciare. Da qui il suo augurioche i giovani possano dedicarsi con attenzioneed interesse allo studio delle carte custoditepresso gli archiviInfine e mterventuo i! prof Giuseppe Schirò.il quale ha i l lustrato i cnteri di ordinamentodei vari fondi che concorrono al la formazionedel l 'Archiv io di Piana

VIENI CON ME ! IO CORRO IN BIBLIOTECA !

In Biblioteca troverai. LibRi sullA MAFIAMafia e politica. Relazione del 6 Aprile 1993. Commissione parlamentareanliina/ìa'indicazioni per un economia libera dal crimine. Commissione Parlamentared'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminaliSimilariDossier mafia per le scuole. documentazione e materiali raccolti dallacommissione parlamentare antimafiaDitcumentazione allegata alla relazioni' conclusiva della commissioneparlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in SiciliaRelazione sulla ( 'amarra. Commissione Parlamentare d inchiesta sulfenomeno della mafui e sulle altre associazioni criminali similariRelazione sulla situazione delia criminali! in Calabria. < ammissioneParlamentare d'inchiesta su! fenomeni, della mafia e sulle altre associazionicriminali similari'insediamenti e infiltrazioni ili suggelli dd organizzazioni di tipo mafioso inuree non tradizionali. ( "ammissione ì'crlamentare d'inchiesta sul fenomenodella mafia e sulle altre assoccmzioni criminali similariRelazione sulla situazione della criminalità in Puglia. L ammissioneParlamentare d'inchiesta su! fenomen, > della mafia e sulle altre associazionicriminali similariRelazione conclusiva della commissione parlamentare d'inchiesta sulfenomeno della mafia in Sicilia

Abbate- Ikmadonna Nostra mafia dei montiAnturii /- 'albero Falcone

ANC1 -I. Ambiente Mafia Pulitici! Affari.

Arlacchi Irroga e granite criminalità...

Amone Mafia. Il proctsso di Agrtgfnto

Hiagi 11 Boss solo

Hiagi Tato Runa

Hol/oni- D'Avaivo // capo dei capi

Calvi Figure di una battaglia

Catan/aro // delitto come impresa

Cavallaro Mafia, album di cosa nostra

Cipnani / mandanti

Cons. Reg Calabria Processi formativi e mafia

Cons. Reg. Calabria // territorio ... nella lolla alla mafia

Costammo A viso aperto

Cri sani i no- 1.̂ Fiura La mafia come metodo

Cullare Vi racconto qualche cosa sulla mafia

Deaglio Raccolto rosso,

Falcone- Padovani Cose di cosa nostra

[-anto \luiiu poter, tienine' ti^:-

I-'Iuresla '.'inolii de! U \~i» t>

1-,-leiM .V , ' ( /"K> tutti ' sii'/iiH.

Relazione di minoranza >ui rapporti tra mafia e politica ( ammissione Parlamentared'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari

Relazione di minoranza sulla situazione della criminalità in Calabria. CommissioneParlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminalisimilari

Relazione di minoranza sui rapporti tra mafia e politica. Commissione Parlamentared'inchiesta sul fenomeno della majia e sulle altre associazioni criminali similariRelazione sui rapporti tra mafia e politica. Commissione Parlamentare d'inchiesta suifenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similariRelazione sullo stato del! edilizia scolastica a Palermo L ammissione Parlamentared'inchiesta sul fenomeno della majia e sulle altre associazioni criminali similariRelazione sulla visita effettuata a (tela dalla Commissione parlamentare sul fenomenodella mafia in data 13 novembre 1992. Commissione Parlamentare d'inchiesta sulfenomeno della mafia e sulle olire associazioni similariRelazione sulla visita effettuato dalia Commissione Parlamentare sul fenomeno dellaMafia a Barcellona Pozzo di Gotto in data 23 gennaio ! 993 ( 'ammissioneParlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e altre associazioni similariRelazione sulle amministrazioni comunali disciolte in Campania. Puglia. Calabria eSicilia. Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altreassociazioni similariRelazione sulle risultanze del Porum promosso il 5 febbraio dàlia CommissioneParlamentare Antimafia, con la direzione nazionale antimafia...

l'orgtone Omertà di StatoFolia Palermo. Leoluca Orlando

Gai asso La mafia non esiste

Galasso l-a mafia poìiucn

Gambetta l.a mafia Ciciliana...

Ganaz/oli Antimafia potf-ncnptum

Garau ( 'aro killer ti scrivo

Genco // delegalo

Grasso Contro il racket.

Ilcnner Hess Mafia, le origini e la struttura

La Licata Stona di Giovanni Falcone

Lauro Classe dirigente, mafia e fascismo

Lodalo Dieci unni di mafia

Lodato Polenti, Sicilia anni novanta

Lupo Storni dello mafia

Maiali-ina L.a 'Ndranghetti

Mercatante La nuti\-it IHLI!:U

Meivadalanie Sot:<>.it!li<rti »i,.--

Mignosi i1'1' *i\>ni)ic <. . ' , . ' . •

M i r a ^ l m t M •:' L .x, !«,;;> , . > , , . ' .

Mondi l i • ' • • ' , .

Mori Con la mafia ai ferri cortiNi castro Mafia. 00" e massoni

Occlitogross Ragazzi delia mafia

Orlando / 'orliamo vivere

Paniamone \Iafia e antimafia

Pantalone L'industria del potere

Pellegrini Andreotti. la fine del mandando

Pe/.zino La congiura dei pugnalcilori

Pino Le signore della droga...

Quaranta Scusatemi, la mafia non es,.;i<.

Rizza Una ragazza con'.ro la mafia

Romano Stona della mafia

Rossi Arnvederci IHU'KI

ROSSI / M . ' u J M N d f , 1

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A Tommaso Di Sal\o è slatadedicala ia saia n. 2 della no-stra Biblioteca, ovvero la salache raccoglie le classi 800 e900.Nativo di Piana degli Alba-nesi, dove compì i suoi primismdi ginnasiali presso ilprestigioso Seminano Greco-Albanese fondato da padreGiorgio Guzzetta, Di Salvo silaurea in Lettere presso lahacoltà di Palermo difen-dendo una dissertazione dilaurea di soggetto albanologi-co concernente l'opera l in-guistica di Denteino Camarda(vedi più oltre), e in particola-re limiti e pregi del suo con-tributo allo studio diacronicodella lingua albanese Diquesta pregevole dissertazio-ne, la Biblioteca comunale

possiede una rara copia chearricchisce la sc/.ione albano-logica. conferendole una pe-culiarità rilevante data la ca-rente entità e qualità deglistudi dell'epoca.Allontanatosi dal paese natìo.nei confronti del quale con-serva oltre al ricordo l'affettopiù vivo. Di Salvo condussesuccessivamente sludi di spc-cialii/azione nel campo dellaletteratura italiana, raggiun-gendo notevoli risultati sianella prepara/ione di edizionicritiche dei maggiori autoriitaliani, sia nella stesura diopere antologichc e criiico-leltcrarie. che nelle intenzionieditoriali sono stale realizzalea scopo didattico, ma chenella realtà coslituiscono delletappe fondamentali della sto-

ria letteraria itahana e dellacritica contemporanea.Dei suoi più imperlanti lavori,ne ricordiamo soliamo alcu-ni, data fa vastità della suaproduzione e dei suoi inte-ressi scientifici, in particolarele opere sulla Divina Com-media (edizioni critiche,commentate e corredale daapparati informatici moderni),sui Promessi Sposi, sui ro-manx.i del Verga, sulla lettera-tura contemporanea, che inquesto caso sono stati ac-compagnate da attività pro-mo/ionali che hanno per-messo la valorizzazione dinumerosi giovani artisti.Nei giorni nostri, TommasoDi Salvo -che opera e vive aFirenze- è universalmente ri-tenuto come uno dei più

br i l lan t i pubblcisti nell 'ambi-to dell'ilalianislica e, certo,uno dei massimi esperti didantistica. Solo marginalmen-te e per dovere di informazio-ne, si menziona il fatto cheTommaso Di Salvo ha contri-buito notevolmente alla costi-tuzione del patrimonio libra-rio di questa Biblioteca, ce-dendo parte consistente, pre-giata ed invidiabile della suaricca biblioteca privata, do-nazione che ha permesso lacreazione di un fondo specia-lizzato nel contesto dellaclasse SOO con particolare ri-ferimento agli studi dantisliciin Italia e nel mondo

LA BIBLIOTECA COMUNALE"GIUSEPPE SCHIRÒ"

Biblioteca Comunale "Zef Sidro"Sede: via Kastriola 215, Secondo Piano

Legenda1 Reception2 Sala Tommaso Di Sdivo" Classi 900-9003 Sala "Nicola Barbato* - Classi 000-7004 Sala "Qaetano Petrotla" - Sezioni "Sicilia" e "Ragazzi"5 Sala "Dcmetrio Camarda" - "Sezione Albanologica"6 Sala "C/irolamo De Rada" - "Sezione Emeroteca*7 Sala "Marco LA Piana -"Luca Matrantja' - Sezioni Archivio Sfori co-Manose riti8 Area Mostre0 Schedali ed Area Mostre

Denominazione; Biblioteca Comunale Giuseppe SchiròIstituzione: delibera consiliare n. 47 del 24.3 1 977Statuto: delibera consiliare n. !27del 10.5.1984Sistemi dì catalogaziene:classificata: Classificazione Decimale Dewey (CDD)descrittiva. Regole Italiane Cala legazione per Autori (R.I.C.A)Semantica Soggettano Biblioteca Nazionale Italiana (S. B.N-I)Addetti- Pietro Manali, MaUeo Mandala, Francesco Gu//etta

Sede: Via Giorgio Kastriota n. 2 1 3Dotazione libraria: circa IO. 000 volumiSoftware: CDS\ISIS\BIBLO3Orari di apertura:iMìitdi-l'enerdi ora 9.000-12.30, 16.30-18.30Sabato ore 9.30-12.30Tei. (091) 8571 787 -Fax: (091) 8574796Collaboratori: Personale dei progetti ex ari 23 1 , 67/88

Hp/.o^, nmzo 1994