LA VALUTAZIONE A FINI DI INVALIDITÀ' CIVILE E HANDICAP

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Istituto Nazionale Previdenza Sociale Commissione Medica Superiore LA VALUTAZIONE A FINI DI INVAL IDITÀ' CIVI L E E HANDICAP DE L M INORE AFFETTO DA DIABETE ME LL ITO TI P O I L INEE - GUIDA PREMESSA Com'è noto, la storica classificazione del diabete mellito, proposta dall'OMS nel 1980, ne prevedeva, in base a un criterio misto, terapeutico e patogenetico, la suddivisione in cinque classi cliniche: Criteri NDDG (1979) modificati da OMS (1980) Diabete mellito insulino-dipendente (IDDM) già definito diabete infanto-giovanile Diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM) già definito diabete dell'età adulta Diabete mellito da malnutrizione Altri tipi di diabete secondari a: malattie pancreatiche Altri tipi di diabete secondari a: sindromi ormonali Altri tipi di diabete secondari a: farmaci o tossici Altri tipi di diabete secondari a: anomalie dell'insulina o del recettore Altri tipi di diabete secondari a: malattie genetiche Diabete mellito gestazionale Il progresso delle conoscenze sulle cause dei vari tipi di diabete ha portato, nel 1997, la American Dìabetes Association (ADA) a proporre una classificazione esclusivamente etiologica, recepita dall'OMS nel 1999 e marginalmente rivisitata dalla stessa ADA nel 2014 ( cfr."Diabetes Care, Voi. 37, suppl. 1, gennaio 2014"). 00142 Roma Largo Josemaria Escrivà de Balaguer, 11 tei 06 5905 7382 tei 06 5905 7368 fax 06 5964 7155 cf 80078750587 pi 02121151001

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I s t i t u t o Nazionale Previdenza Sociale

Commiss i one Medica Super io re

LA VALUTAZIONE A F IN I D I INVALIDITÀ' C I V I LE E HANDICAP

DEL MINORE AFFETTO DA D IABETE MELLITO TI PO I

L I N E E - G U I D A

P R E M E S S A

Com'è noto, la storica classificazione del diabete mel l i to , proposta dall'OMS nel 1980, ne prevedeva, in base a un criter io misto, terapeut ico e patogenet ico, la suddivis ione in cinque classi cl iniche:

Cr i ter i NDDG ( 1 9 7 9 ) modi f icat i da OMS ( 1 9 8 0 )

D i a b e t e me l l i t o i n s u l i n o - d i p e n d e n t e ( I D D M ) già def in i to d iabete in fanto-g iovan i le

D i a b e t e me l l i to non i n s u l i n o - d i p e n d e n t e ( N I D D M ) già def in i to d iabete dell'età adu l ta

D i a b e t e me l l i t o da m a l n u t r i z i o n e

Altr i t ipi di d i a b e t e s e c o n d a r i a : mala t t i e pancreat iche Altr i tipi di d i a b e t e s e c o n d a r i a :

s indromi o rmona l i

Altr i tipi di d i a b e t e s e c o n d a r i a :

f a rmac i o tossici

Altr i tipi di d i a b e t e s e c o n d a r i a :

anomal ie del l ' insul ina o del recet tore

Altr i tipi di d i a b e t e s e c o n d a r i a :

mala t t i e genet iche

D i a b e t e me l l i to g e s t a z i o n a l e

Il progresso delle conoscenze sulle cause dei var i t ip i di d iabete ha por ta to , nel 1997, la American Dìabetes Association (ADA) a proporre una classificazione esc lus ivamente et iologica, recepita dall'OMS nel 1999 e marg ina lmente r iv is i tata dalla stessa ADA nel 2014 ( cfr."Diabetes Care, Voi. 37, suppl. 1, gennaio 2014").

0 0 1 4 2 Roma Largo Josemar ia Escrivà de Balaguer, 11 te i 06 5905 7382 te i 06 5905 7368 fax 06 5964 7155 cf 8 0 0 7 8 7 5 0 5 8 7 pi 0 2 1 2 1 1 5 1 0 0 1

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C l a s s i f i c a z i o n e et io log ica de l d i abe te mel l i to ( ADA 1 9 9 7 - 2 0 1 4 ) s e m p l .

D iabete mel l i to t ipo 1 Distruzione

delle cellule /3

i m m u n o m e d i a t a Diabete mel l i to t ipo 1 Distruzione

delle cellule /3 i d i o p a t i c a

Diabete mel l i to t ipo 2 Deficit secretorio e

insulino resistenza

A p r e v a l e n t e d e f i c i t Diabete mel l i to t ipo 2 Deficit secretorio e

insulino resistenza A p r e v a l e n t e r e s i s t e n z a

Altri tipi spec i f i c i Difetti genetici

delle cellule j3

(d. monogenico)

F o r m e g i o v a n i l i a f f i n i al t i p o 2 • M O D Y 1 • M O D Y 1 • MODY 3 • MODY r a r e ( 4 - 1 3 )

D i a b e t e n e o n a t a l e D i a b e t e m i t o c o n d r i a l e

Altri tipi spec i f i c i

Difetti genetici

dell'azione

insulinica

Res i s t en za a l l ' i n su l i n a t i p o A

Altri tipi spec i f i c i

Difetti genetici

dell'azione

insulinica D i a b e t e l i p o - a t r o f i c o

Altri tipi spec i f i c i

Malattie del

pancreas esocrino

p a n c r e a t i t i

Altri tipi spec i f i c i

Malattie del

pancreas esocrino t r a u m i

Altri tipi spec i f i c i

Malattie del

pancreas esocrino

n e o p l a s i e

Altri tipi spec i f i c i

Malattie del

pancreas esocrino

F ib ros i c i s t i c a

Altri tipi spec i f i c i

Malattie del

pancreas esocrino

e m o c r o m a t o s i

Altri tipi spec i f i c i

Endocrinopatie a c r o m e g a l i e

Altri tipi spec i f i c i

Endocrinopatie

c u s h i n g

Altri tipi spec i f i c i

Endocrinopatie

g l u c a g o n o m a

Altri tipi spec i f i c i

Endocrinopatie

f e o c r o m o c i t o m a

Altri tipi spec i f i c i

Farmaci o tossici Ac i d o n i c o t i n i c o

Altri tipi spec i f i c i

Farmaci o tossici

g l i c o c o r t i c o i d i

Altri tipi spec i f i c i

Farmaci o tossici

O r m o n e t i r o i d e o

Altri tipi spec i f i c i

Farmaci o tossici

A g o n i s t i p a g o n i s t i

Altri tipi spec i f i c i

Infezioni Roso l i a c o n g e n i t a

Altri tipi spec i f i c i

Infezioni

c y t o m e g a l o v i r u s

Altri tipi spec i f i c i

Forme rare

immunomediate

S t i f f - m a n s y n d r o m e

Altri tipi spec i f i c i

Forme rare

immunomediate A n t i c o r p i a n t i - r e c e t t o r e

Altri tipi spec i f i c i

Altre sindromi

genetiche

D o w n

Altri tipi spec i f i c i

Altre sindromi

genetiche K l i n e f e l t e r

Altri tipi spec i f i c i

Altre sindromi

genetiche

T u r n e r

Diabete mel l i to g e s t a z i o n a l e

00142 Roma 2 Largo Josemar ia Escrivà de Balaguer, 11 te i 06 5905 7382 te i 06 5905 7368 fax 06 5964 7155 cf 8 0 0 7 8 7 5 0 5 8 7 pi 0 2 1 2 1 1 5 1 0 0 1

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Le considerazioni espresse nelle presenti linee guida at tengono esc lus ivamente alla valutaz ione del d iabete mel l i to t ipo 1 ( DMT1) insorto pr ima dei 18 anni di età e sono estensibi l i alle altre f o rme di diabete ad insorgenza in età pediatr ica (qual i le f o rme MODY - Maturìty Onset Diabetes of the Young-) solo allorché esse comport ino, al pari del DMT1, la necessità del t r a t t amen to insul inico.

D I A B E T E M E L L I T O T I P O 1

I l d iabete mel l i to t ipo 1 rappresenta meno del 1 0% di t u t t e le f o rme di diabete mel l i to. La sua prevalenza è pari circa a 0,5%. Costituisce indubb iamente una delle malat t ie croniche più f requent i dell ' infanzia e la sua incidenza è s t imata tra 6 e 10 casi per 100.000 per anno nella fascia di età da 0 a 14 anni e tra 6 e 7 casi per 100.000 per anno nella fascia di età da 15 a 29 anni . I registr i nazionali e internazional i (DIAMOND e EURODIAB) d imost rano che l'incidenza del DMT1 è in rapido e costante aumento ( + 3-4%/anno) sopra t tu t to fra i bambin i più piccoli ( + 5,4%/anno nella fascia 0-4 ann i ) . In Ital ia l'incidenza del DMT1 è par t i co larmente alta in Sardegna dove risulta circa 3 vo l te super iore r ispetto al l ' Ital ia peninsulare che peral tro non presenta part icolar i di f ferenze t ra Nord e Sud.

Patogenet icamente il DMT1 è caratter izzato da una distruzione progressiva, f ino alla scomparsa, delle cellule (3 insul ino-secernenti dovuta , nella maggior parte dei casi, a meccanismi au to immun i ta r i (DMT1 immunomed i a t o ) , documentat i dal r iscontro di specifici markers (ICA, GAD, IA2, IAA, ZnT8) , più ra ramente senza causa apparente ( DMT1 idiopatico, che si mani festa pr inc ipa lmente in soggett i di etnia africana o asiat ica). Sotto il profi lo et iologico esistono dat i in favore di una predisposizione genetica ( legata probab i lmente agli ant igeni di istocompatibilità HLA-DR) all 'azione di un qualche st imolo esogeno capace di innescare una risposta immuni ta r ia auto-aggressiva.

II DMT1 au to immune si può associare ad altre patologie croniche ad analoga patogenesi come la t i ro id i te di Hashimoto ( 12 -15% dei casi), la celiachia ( 6%) la sclerosi mult ip la ( 1-2%) e l'Addison ( 1 % ) .

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La velocità di d istruzione delle cellule (3, una volta avviatos i il processo au to immun i ta r i o , è variabi le. La forma a progressione rapida si manifesta pr inc ipa lmente, ma non esc lus ivamente, nei bambin i ; la forma a progressione lenta è tipica degli adult i e viene talora definita come diabete au to immune latente del l 'adulto.

S in tomato log ia

L'esordio clinico del diabete mel l i to t ipo 1 avviene in o l tre il 5 0 % dei casi pr ima dei 20 anni e più f requentemente all'epoca della pubertà. E' possibile tu t tav ia che la malatt ia si presenti sin dalla pr ima infanzia e anche nel corso del pr imo anno di v i ta . In t u t t i i casi l'esordio è s intomat ico con pol iuria, n ictur ia, polidipsia, polifagia (che non si accompagna ad incremento ponderale ma spesso a d imagramen to ) . Talora la malatt ia si manifesta in occasione di un evento stressante ( infezioni, t r aum i , in tervent i ch irurgic i) con i segni della cheto-acidosi ( anoressia, nausea, vomi to , dolori addomina l i ) o addir i t tura del coma chetoacidosico ( dis idratazione, respiro di Kussmaul, al ito acetonico). Gli esami di laborator io svelano ipergl icemia a digiuno e soprat tu t to dopo i pasti,

glicosuria in genere mol to r i levante, ipoinsul inemia o insulina non dosabile, presenza di corpi chetonici e nella maggioranza dei casi di uno o più markers di attività auto immun i ta r ia (ICA, GAD, IA2, IAA, ZnT8) contro le cellule insular i . Nel coma chetoacidosico le urine mostreranno alta glicosuria e intensa positività alle reazioni per i corpi chetonic i . Nel sangue si rileva marcata ipergl icemia ( in genere tra i 500 e i 700 mg/d l ) , presenza di corpi chetonic i , iponatremia modesta, iperpotassemia, iperosmolarità, ipertr ig l icer idemia e aumento degli acidi grassi l iberi. Sul sangue arter ioso si evidenzierà r iduzione ( con valori anche prossimi a 7,0) del PH e d iminuz ione della pressione parziale di C02.

C o m p l i c a n z e del d i a b e t e t ipo 1

Le complicanze acute più t ip iche sono rappresentate dal coma cheto-acidosico e dal coma ipogl icemico che, se non adeguatamente t r a t t a t i , possono cost i tuire causa di exi tus.

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Le compl icanze croniche del diabete t ipo 1 sono le medes ime del diabete mel l i to t ipo 2:

• macroangiopat ia aterosclerot ica con possibili d isturb i ischemici cardiaci, cerebral i e a carico degli a r t i ;

• microangiopat ia, a carico del rene ( g lomeru lopat ia d iabet ica), della retina (ret inopat ia diabetica, semplice o pro l i ferante) e del s istema nervoso periferico ( neuropat ia d iabet ica);

• il quadro di neuropat ia periferica, p reva lentemente sensit iva e vegetat iva, o l tre che alla microangiopat ia è a t t r ibu i to anche ad un danno d i ret to delle s t ru t tu re nervose, forse dovuto a meccanismi di gl icosi lazione non enzimatica delle prote ine s t ru t tu ra l i ;

• infezioni in tercorrent i , causate da una r idotta efficienza dei granuloc i t i ; • l'ulcera diabetica ( piede diabet ico) dovuta al concorrere della neuropat ia,

della macroangiopat ia e delle sovrapposiz ioni in fet t ive .

Le compl icanze iatrogene, dovute a reazioni al l ' insulina nella sede di r ipetute iniezioni sot tocutanee, possono presentarsi come l ipoatrof ia, l ipoipertrof ia o come reazioni al lergiche.

T e r a p i a I l d iabete di t ipo 1 è una malatt ia cronica per la quale, a t tua lmente , non è prevedibi le guar ig ione e compor ta , di necessità, la sommin is t raz ione a vita di terapia infusionale con insul ina. A t tua lmente la disponibilità di preparat i insulinici più "f is io logic i" r ispetto alle molecole di or ig ine bovina o suina usate un t empo e di prodot t i diversi in base alla rapidità d'azione (insul ina rapida, lenta, u l t ra lenta, ad azione r i tardata) rende più facile che in passato il control lo della gl icemia in quest i pazienti e una migl iore qualità di v i ta . Il moni toragg io della terapia e l 'adeguamento delle dosi r ichiedono inoltre misurazioni quot id iane e più spesso p lur iquot id iane della g l icemia.

In a l ternat iva alla terapia tradiz ionale mul t i - in ie t t iva per via sot tocutanea, è oggi possibile r icorrere al l ' infusione cont inua con micro infusor i . Si t r a t t a di disposit iv i portat i l i di piccole d imens ion i , paragonabi l i a quelle di un cel lulare, che rilasciano insulina ad azione rapida 24 ore su 24 at t raverso un tubo sott i le e un'agocannula

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(set di infusione) inserita nel sot tocute. La quantità di insulina rilasciata è personalizzabile in base alle esigenze del paziente. I l micro infusore può essere p rog rammato affinché eroghi insulina in cont inuo -profi lo basale - per control lare la gl icemia tra i pasti e durante il sonno. Dopo i past i , inoltre, per coprire l ' introito di cibo il paziente può sommin is t rars i au tonomamente un bolo di insulina in dose determinata at t raverso il calcolo della quantità di carboidrat i assunt i . Anche quando si util izza un micro infusore è comunque necessario mon i torare i livelli gl icemici nel corso della g iornata e adeguare le dosi di insulina in base all 'assunzione di cibo e all'attività fisica prat icata. Il set di infusione, inoltre, deve essere sost i tu i to f requentemente .

Altra possibilità terapeut ica è cost i tuita da l l ' impianto, in una tasca sottocutanea della parete addominale, di una pompa i per l' infusione continua e a richiesta di insulina nella cavità per itoneale. I l principale svantaggio di questo sistema è cost i tu i to dalla frequenza con cui il catetere va incontro ad occlusione rendendo necessario l ' intervento del ch i rurgo. Il rischio principale è l ' ipoglicemia. Una part icolare var iante di pompa impiantabi le è provvista di sensori per la determinaz ione continua della gl icemia con rilascio "f is io logico" del l ' insul ina. Questi model l i di pompe impiantabi l i con sensori hanno un rischio di episodi ipogl icemici gravi infer iore ai normal i micro infusor i .

I l t rap ianto di pancreas, per la necessità di un t r a t t amen to immunosoppress ivo cronico, è ancora oggi sostanzia lmente l imi tato ai pazienti che debbano essere sottopost i anche a t rap ianto di rene per nefropatia diabetica avanzata. L'al lotrapianto di isole pancreat iche, ad oggi, fornisce ancora r isultat i a distanza infer ior i r ispetto al t rap ianto d'organo.

La terapia genica e l'uso delle staminal i vanno considerat i , allo stato, come campi di ricerca con potenzialità t u t t e da ver i f icare.

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L ' impegno del m i n o r e , de l la famig l i a e de l la s c u o l a ne l t r a t t a m e n t o del DMT1.

Secondo le raccomandazioni prospet tate dallo "Standard italiano per la cura del diabete", pubbl icate cong iuntamente dalla SID ( Società Ita l iana di Diabetologia) e dalla AMD ( Associazione Medici Diabetologi) in data 28 maggio 2014, il paziente in t r a t t amen to insulinico deve essere educato a :

• "avere le abilità necessarie per effettuare la rilevazione della propria glicemia;

• saper interpretare i risultati come base per intraprendere una azione; • percepire i collegamenti tra specifici comportamenti (alimentazione,

esercizio fisico) e i risultati della misurazione glicemica, prendendo da questi la motivazione al cambiamento dei comportamenti;

• mettere in atto autonomamente comportamenti correttivi, farmacologici e non, in risposta ai risultati delle misurazione glicemiche, soprattutto per la prevenzione del rischio ipoglicemico".

L'autocontrol lo gl icemico deve essere considerato una componente essenziale del l 'autogest ione quot id iana dei pazienti con DMT1. Le raccomandazioni SID-AMD suggeriscono, per i pazienti in età infer iore a 18 anni , 6-8 control l i /d ie e consigl iano un control lo ancora più s t re t to nei bambin i più piccoli. Nelle sue raccomandazioni del 2014 l'ADA consiglia che nei pazienti in terapia

mul t in ie t t iva o con micro infusore il control lo della gl icemia sia eseguito s i s temat icamente pr ima dei pasti e degli spunt in i , occas ionalmente dopo i pasti pr incipal i , pr ima di andare a letto e pr ima di un esercizio fisico, sempre nel sospetto di ipogl icemia e dopo la correzione della ipogl icemia stessa. E' ev idente come tale attività, indispensabi le per la prevenzione delle compl icanze microangiopat iche, sia par t i co larmente delicata e impegni necessar iamente oltre che il piccolo paziente anche gli adult i di r i fe r imento , fami l iar i o personale scolastico. L'adulto di r i fe r imento è ch iamato a " r i co rdare" al bambino l 'appuntamento p lur iquot id iano con la misuraz ione, ad aiutar lo nel l ' interpretaz ione del r i l ievo e nella successiva fase decis ionale-terapeut ica, a conservare adeguatamente e a gest ire con modalità steri l i il complesso dei presidi di uso quot id iano ( s ir inghe

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per insul ina, agli e lancette pungi d i to, reatt iv i per la ricerca di glucosio e corpi chetonici nelle ur ine, reatt iv i per il dosaggio della gl icemia su sangue capi l lare).

Va inoltre considerato che il minore, ancorché in ot t ima le control lo gl icemico, dovrà sottopors i per iod icamente a control l i ocul ist ic i, nefrologic i , neurologic i , psicologici, cardiologici, odontoiatr ic i al f ine di cogliere tempes t i vamente l 'eventuale comparsa di compl icanze.

Né va d iment icato come nel minore con DMT1 event i intercorrent i anche banal i , come malatt ie infett ive o piccoli t r aumat i sm i , comport ino la necessità di r iesaminare e adeguare il t r a t t amen to farmacologico e talora l'ospedalizzazione.

L ' impatto s o c i o - a s s i s t e n z i a l e de l d i abe te mel l i to t ipo 1

La natura di malatt ia di "alto interesse sociale" del diabete mel l i to è stata riconosciuta dal Legislatore ital iano già con l'art. 1 della Legge 16 marzo 1987, n. 115. "Disposizioniper la prevenzione e la cura del diabete mellito." (Pubblicata nella G.U. 26 marzo 1987, n. 71 ) . Più recentemente le problemat iche socio-assistenziali del diabete mel l i to insorgente nell'età evolut iva sono state comp iu tamente del ineate nel "Piano sulla malattia diabetica" redatto dalla Commissione Nazionale Diabete del Ministero della Salute, approvato il 6 d icembre 2012 (G.U. febbraio 2013) .

La Commissione minister ia le, in fa t t i , sottol inea come il d iabete mel l i to dell'età evolut iva sia "la più comune malattia cronica fra i bambini" (pag.6) e sia "caratterizzato da una forte instabilità e, quindi, da una gestione estremamente difficile in relazione a peculiarità fisiologiche, psicologiche e nutrizionali. I l bambino/adolescente con diabete vive un disagio transitorio in relazione all'età e allo stadio di maturità; ciò comporta uno svantaggio e una limitazione di grado variabile allo svolgimento delle funzioni tipiche dell'età, imponendo un peso che deve essere sopportato anche dai genitori, dai fratelli, dai parenti dalla scuola e dalla comunità in genere" ( pag. 64) .

Nel medes imo testo ( pag. 65) si elencano, t ra le a l t re, le seguent i criticità nella gest ione del diabete in età evo lut iva:

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• 7 mutamenti della società influenzano negativamente la famiglia (famiglie monoparentali o problematiche, ritmi di lavoro accelerati) e creano difficoltà nel ruolo educativo;

• le difficoltà in ambito scolastico possono determinare sentimenti di diversità e condizioni di esclusione, con limitazione del benessere psico-fisico e rischio di associazione con problemi psico-sociali e comportamentali quali difficoltà relazionali, ansia, depressione e disturbi del comportamento alimentare;

• le resistenze basate su pregiudizi e ostacoli legati talora a normative obsolete, interferiscono gravemente sul coinvolgimento dei pazienti nelle attività scolastiche ed extra-scolastiche".

Nel del ineare le caratter ist iche della " re te di assistenza diabetologica dell'età evo lu t i va" la Commiss ione sottol inea come "/'/ diabete interferisce in ogni aspetto della vita e delle esperienze del bambino/adolescente" e come esista nella popolazione " una scarsa consapevolezza del carico umano e sociale che grava sul bambino/adolescente affetto da diabete" sicché "la cura deve essere impostata non solo sotto il profilo biomedico, ma anche sotto quello psicosociale" (pag. 4 7 ) .

Nel documento viene at t r ibu i to part icolare ri l ievo al contesto relazionale fami l iare e scolastico e non solo per il fa t to che " la terapia , che non può essere eseguita nella maggior parte dei casi in maniera autonoma dal bambino, deve essere garantita da altri in tutti gli ambienti di vita" ( pag. 50 ) .

In part icolare la famigl ia è indiv iduata come la principale protagonista e responsabi le " della qualità della vita e della prevenzione delle complicanze a distanza" e di conseguenza costituisce il dest inatar io pr ior i tar io del "programma educativo/motivazionale specifico sulla malattia " da parte delle "funzioni specialistiche" del SSN.

Alla scuola viene r iconosciuto un doppio ruolo: "da una parte rappresenta un momento importantissimo nel graduale processo di accettazione del diabete e di autonomia da parte del bambino e del ragazzo, dall'altra costituisce una opportunità di educazione nutrizionale".

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«5 Commiss ione Medica Super io re

Né sfugge agli estensori del testo minister ia le che "l'obiettivo primario da perseguire è la sicurezza in ambito scolastico, in particolare per quanto riguarda la somministrazione della terapia e la gestione di eventuali emergenze metaboliche ( ad es. la ipoglicemia) ". Viene pertanto previsto, a integrazione delle "Linee guida per la definizione degli

interventi finalizzati all'assistenza di studenti che necessitano di somministrazione di farmaci in orario scolastico" ( Ministeri della Salute e del l ' Istruz ione, 25 novembre 2005) , che "allo scopo di aiutare la scuola a svolgere al meglio il suo ruolo, sia sotto il profilo della crescita psicologica sia sotto quello dell'assistenza e vigilanza, i team specialistici daranno la loro disponibilità per incontri di formazione con i dirigenti scolastici e gli insegnanti che seguono un alunno con diabete" (pag. 51) .

Secondo le raccomandazioni SID-AMD del 2014, "lo studente con diabete deve poter partecipare a tutte le attività scolastiche, compresi i programmi di attività fisica, gite o altri eventi" e a tal f ine "un numero adeguato di insegnanti o altri dipendenti della scuola dovrebbe essere addestrato alle procedure necessarie in caso di ipoglicemia" e alla "supervisione" del minore.

Particolare importanza fo rmat iva viene oggi a t t r ibu i ta ai "campi scuola" che "inizialmente intesi come supporto alle famiglie con disagio sociale, sono oggi riconosciuti dalle principali istituzioni diabetologiche internazionali (ADA, IDF, ISPAD)" come "un'opportunità finalizzata a migliorare le capacità di integrazione sociale" per tu t t i i g iovani diabet ic i , al f ine di "promuovere l'educazione specifica per l'autogestione del diabete in ambiente protetto; stimolare l'indipendenza nella gestione del diabete in assenza di familiari; favorire il confronto con i coetanei; sviluppare il processo di autostima, la responsabilizzazione, il controllo emotivo e far superare ogni sensazione di isolamento e di diversità" (Piano sulla malatt ia diabetica, pag. 52) .

E' oppor tuno sotto l ineare come l'attività fisica e sport iva svolta dai minor i con DMT1 non debba essere considerata, specie a f ini medico-legal i , come la prova di un "compenso o t t ima le " ma come una fondamenta le esigenza terapeut ica. In fa t t i un costante esercizio fisico di t ipo aerobico, a lmeno 3-4 vol te per set t imana, migl iora l'efficacia del t r a t t amen to insulinico, r iduce l 'emoglobina glicosi lata, riduce i tr ig l icer id i e il colesterolo tota le, innalza la frazione HDL,

0 0 1 4 2 Roma ]_Q Largo Josemar ia Escrivà de Balaguer, 11 te i 06 5905 7382 te i 06 5905 7368 fax 06 5964 7155 Cf 8 0 0 7 8 7 5 0 5 8 7 pi 0 2 1 2 1 1 5 1 0 0 1

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svolge un ruolo prote t t ivo sul rischio macro e microangiopat ico e riduce il rischio cheto-acidosico e/o ipogl icemizzante dell 'esercizio fisico occasionale.

L a v a l u t a z i o n e del d i abe te mel l i to t ipo 1 a fini di invalidità e h a n d i c a p

La breve disamina condotta sugli aspett i clinici del d iabete mel l i to t ipo 1, sul l ' impegno terapeut ico che esso comporta e sulle indicazioni socio-assistenziali recentemente det ta te dal Ministero della Salute non può che approdare ad una pr ima considerazione basilare e propedeut ica ad ogni proposta va lu ta t iva . L'acquisizione, da parte del minore a f fet to da diabete mel l i to t ipo 1, della necessaria consapevolezza di dover convivere con una malatt ia cronica non guar ib i le, ma solo control labi le, e al contempo della indispensabile competenza a gest ire il t r a t t amen to terapeut ico, rappresenta un processo graduale, lento ed inev i tab i lmente legato alla sua complessiva maturaz ione psico-fisica. L'autonoma competenza alla terap ia, in fatt i , non si esaurisce nella sola capacità manuale di auto- inoculazione del farmaco ma presuppone invece l'acquisizione di compiute capacità di cr it ica, giudizio e autodeterminaz ione tal i da permet te re di f rontegg iare nel modo più oppor tuno le estemporanee esigenze di adeguamento terapeut ico proposte da variazioni del l 'a l imentazione o dell'attività fisica ovvero dalla comparsa di s intomi indicat ivi di una condizione di ipo o ipergl icemia. Si t ra t ta ev identemente di una attività cogni t ivo-vol i t iva tan to complessa quanto delicata e pericolosa per le possibili conseguenze di un errore va lu ta t ivo .

A tal proposito non si può non r icordare che, pur in altr i ambi t i e a f ini d ivers i , la capacità di autodeterminaz ione da parte del minore sia esclusa pr ima dei 14 anni di età e debba essere va lutata caso per caso tra i 14 e 18 anni, r isu l tando presunta solo al ragg iung imento della maggior età.

Su tal i presuppost i , considerando pr ior i tar ia la tute la della salute e della sicurezza del minore e allo stesso tempo eccedente dalle possibilità della commiss ione va lutatr ice una compiuta valutaz ione sul suo grado di maturità, la

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Commissione Medica Superiore r i t iene che per i minor i af fett i da diabete mel l i to t ipo 1, si debba:

1. r iconoscere in ogni caso la sussistenza di difficoltà pers istent i a svolgere i compit i e le funzioni propri dell'età, ai f ini dello status di "m inore inva l ido" e del conseguente d i r i t to all'indennità di f requenza;

2. r iconoscere in ogni caso la sussistenza della condizione di handicap con connotazione di gravità, con previsione di revisione al ragg iung imento dell'età adul ta.

Tale or ientamento o l tre che soddisfare p ienamente l 'obiett ivo più generale perseguito dalla Commissione Medica Superiore INPS di p romuovere in ogni caso una valutazione medico legale fondata sull 'evidenza clinica, garantisce al minore por tatore di una malatt ia cronica, come è il d iabete mel l i to, l'assistenza scolastica necessaria a permetterg l i la massima espressione delle sue qualità e capacità nell 'ottica fu tura di un pieno inser imento nella società e nel mondo del lavoro.

In f a t t i , come sotto l ineato, già nel 1992, in un documento congiunto dalla IDF ( Internat iona l Diabetes Federation) e dall'ISPA ( Internat iona l Society for Pediatrie and Adolescent Diabetes), "..un bambino non può lottare per i suoi diritti. Pertanto è compito della società fornire aiuto al bambino e alla famiglia. Quest'aiuto dovrebbe includere risorse mediche, sociali e pubbliche..".

I l Presidente della Commissione Medica Superiore Prof. Massimo Piccioni

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