La trasmissione intergenerazionale delle diseguaglianze di reddito: canali, metodologie, risultati e...

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metodologie, risultati e implicazioni di metodologie, risultati e implicazioni di policypolicy

Michele Raitano(ISAE, CRISS e Università “La Sapienza”)

[email protected]

Scuola per la Buona PoliticaFondazione Basso, 20 marzo 2008

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Indice della presentazione Definizione, approcci di studio e obiettivi. I canali di trasmissione delle

diseguaglianze. Il ruolo della trasmissione dei titoli di

studio: il caso italiano. La misurazione del grado di persistenza

delle diseguaglianze dei redditi. Il legame fra diseguaglianza corrente e

intergenerazionale. La relazione fra redditi familiari e esiti dei

figli. Alcune considerazioni di policy.

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La mobilità sociale Il processo mediante il quale gli individui

si muovono attraverso diversi status socio-economici.

Mobilità intra ed intergenerazionale. Si studia la trasmissione fra genitori e figli

di posizioni sociali diversamente definite. L’approccio sociologico: la mobilità della

classe sociale di appartenenza. L’approccio economico: la mobilità dei

redditi. Un problema di fondo: la disponibilità di

dati adeguati per valutare dimensione del fenomeno, trend temporali e effettuare comparazioni fra paesi.

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I pregi della mobilità sociale: efficienza ed equità

L’efficienza: una migliore allocazione dei talenti.

Mobilità sociale ed eguaglianza di opportunità: concetti simili, ma non perfettamente sovrapponibili.

La definizione di circostanze e meriti.

Indicatori di mobilità sociale e inclusione sociale.

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I canali di trasmissione intergenerazionale delle diseguaglianze

Non trasmissione in un unico punto del tempo, ma processo con molteplici snodi. I principali: le scelte di istruzione e l’entrata e la dinamica sul mercato del lavoro.

Si individuano 4 canali (con molteplici meccanismi) che agiscono spesso in interazione.

1. Genetico: abilità cognitive e non. 2. Economico: reddito e ricchezza, vincoli di

liquidità e menù di scelta. Ma l’effetto dei trasferimenti monetari?

3. Familiare/culturale: informazioni e cure; valore non monetario dell’istruzione; gusti e preferenze; abilità non cognitive e avversione al rischio.

4. Sociale: area di residenza; network sociali; omogamia coniugale.

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Il ruolo dell’istruzioneTratti individuali cruciali per il futuro successo economico sono

influenzati da meccanismi che agiscono nei 4 canali.

In particolare i 4 canali influenzano l’investimento in capitale umano, ritenuto strumento per indebolire le diseguaglianze intergenerazionali.

Ma forte impatto del background familiare sulle scelte di istruzione.

Alcune motivazioni della correlazione intergenerazionale dei titoli di studio:

trasmissione genetica di abilità e capacità cognitive (mai dimostrata dagli studi di genetica, soprattutto sul Q.I.);

peer effect; diversa attenzione prestata dai genitori agli studi dei figli; modelli di ruolo e imitazione; disponibilità economica e vincoli al credito; differente rischio – e avversione al rischio! – dell’investimento

in istruzione; salari e rendimenti differenziati per background: i risultati per

l’Italia.

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La comparazione internazionale

L’Italia si posiziona fra i PVS per grado di correlazione degli anni di istruzione di genitori e figli (Hertz et al. 2007).

A livello globale, limitata riduzione dell’indice nelle differenti coorti.

Country Coefficiente di correlazione Graduatoria Peru 0.66 1 Ecuador 0.61 2 Panama 0.61 3 Chile 0.60 4 Brazil 0.59 5 Colombia 0.59 6 Nicaragua 0.55 7 Indonesia 0.55 8 Italy 0.54 9 Slovenia 0.52 10 Egypt 0.50 11 Hungary 0.49 12 Sri Lanka 0.48 13 Pakistan 0.46 14 USA 0.46 15 Switzerland 0.46 16 Ireland 0.46 17 South Africa 0.44 18 Poland 0.43 19 Vietnam 0.40 20 Philippines 0.40 21 Belgium 0.40 22 Estonia 0.40 23 Sweden 0.40 24 Ghana 0.39 25 Ukraine 0.39 26 East Timor 0.39 27 Bangladesh 0.38 28 Slovakia 0.37 29 Czech Republic 0.37 30 The Netherlands 0.36 31 Norway 0.35 32 Nepal 0.35 33 New Zealand 0.33 34 Finland 0.33 35 Northern Ireland 0.32 36 Great Britain 0.31 37 Malaysia 0.31 38 Denmark 0.30 39 Kyrgyzstan 0.28 40 China (Rural) 0.20 41 Ethiopia (Rural) 0.10 42

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La situazione italiana (1)

Correlazione dei titoli di studio padri-figli per coorte ancora molto elevata e con un trend di decrescita non chiarissimo.

Nessuna differenza significativa fra uomini e donne.

Coefficiente di correlazione di Spearman dell'istruzione dei figli per titolo di studio dei genitori. Fonte: Raitano (2008) su dati ISFOL PLUS06

0

0.05

0.1

0.15

0.2

0.25

0.3

0.35

0.4

0.45

0.5

1941-1945 1946-1950 1951-1955 1956-1960 1961-1965 1966-1970 1971-1975 1976-1980

Coorte di nascita dei figli

Media genitori Padre Madre

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La situazione italiana (2)

Lenta crescita della diffusione dei titoli di studio, ma influenza del titolo di studio del padre pressoché costante.

Tab.2: Rapporto fra le frequenze campionarie pesate del conseguimento della laurea condizionato al titolo di studio del genitore per coorte di nascita del figlio.

Coorte di nascita

1971-1980 1961-1970 1951-1960 1941-1950 1941-1980

Padre laureato/padre con licenza elementare 9,7 13,0 14,3 17,8 13,5 Padre laureato/padre con licenza media 4,6 4,5 3,9 3,6 4,3

Padre laureato/padre diplomato 1,9 2,0 1,8 1,9 1,9

Padre diplomato/padre con licenza elementare 5,1 6,7 8,1 9,2 7,1

Padre diplomato/padre con licenza media 2,4 2,3 2,2 1,8 2,3

Padre con licenza media/padre con licenza elementare 2,1 2,9 3,7 5,0 3,1 Fonte: Gabriele-Raitano (2007) da dati ISFOL-PLUS 2005

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La situazione italiana (3)

Influenza del background familiare forte e significativa in tutti gli snodi delle scelte formative individuali.

Tab. 1: Frequenze campionarie pesate del conseguimento degli obiettivi scolastici per titolo di studio del padre (valori percentuali); coorti di nascita 1940-1980. Percorso scolastico

Quanti si iscrivono alle superiori?

Fra gli iscritti, quanti

conseguono il diploma? Quale diploma?

Fra i diplomati, quanti

si iscrivono all’università?

Fra chi si iscrive, quanti

conseguono la laurea Titolo di studio del padre

Liceo Tecnico

professionale

Qualifica professionale

triennale

Al massimo scuola media

55,9 79,2 15,4 71,1 13,5 41,1 46,6

Diploma secondario superiore

93,7 95,0 38,5 56,8 4,7 67,2 62,5

Laurea 99,3 99,5 74,1 22,9 3,0 87,5 81,4 Totale 61,9 83,2 24,2 64,7 11,1 50,3 56,0 Fonte: Gabriele-Raitano (2007) da dati ISFOL-PLUS 2005

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Le caratteristiche delle indagini empiriche

La disponibilità di dati: fino a pochi anni fa indagini relative unicamente agli USA.

Due principali fonti di dati: indagini panel e cross section con informazioni retrospettive.

Le variabili dipendenti – gli esiti dei figli – e quelle di background – le caratteristiche dei genitori -.

I limiti delle relazioni causali: gli effetti delle variabili omesse e delle caratteristiche non osservabili.

Differenti metodologie di stima.

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La misurazione delle diseguaglianze intergenerazionali (1)

L’approccio sociologico: La definizione delle classi

occupazionali. Variabili dipendenti qualitative

ordinabili. Le matrici di transizione: mobilità

assoluta e fluidità sociale. I risultati delle comparazioni

internazionali: Italia “paese persistente”.

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La misurazione delle diseguaglianze intergenerazionali (2)

L’approccio economico: Il reddito: variabile dipendente quantitativa. La stima della relazione loglineare e l’elasticità ß:

il grado di persistenza media. ys = α + ß yF + ε Ma ß è un indicatore “troppo sintetico”? E’ corretto assumere una relazione lineare? L’analisi della transizione per quintili: la variazione

della mobilità lungo la distribuzione. Ma la disponibilità di panel adeguati complica le

stime. La procedura di stima “a due campioni”.

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La misurazione dell’elasticità intergenerazionale

Bisogna stimare una relazione fra reddito permanente di genitori e figli quindi:

A che età considero i redditi individuali? A che età i meccanismi di trasmissione dei vantaggi esercitano i loro maggiori effetti?

Per quanti anni li osservo? Qual è l’impatto delle fluttuazioni dei redditi?

Che concetto di reddito esamino? Salari, redditi familiari, redditi disponibili e/o ricchezza (includendo l’abitazione)?

Considero solo coppie padri-figli maschi? Le stime sono molto sensibili alle risposte: enorme

variabilità dei risultati empirici. Ma esiste “l’eccezionalismo americano”? Pochi dati per valutare il trend temporale.

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I risultati delle stime di ß

Fig. 1: Elasticità intergenerazionali dei redditi stimate per alcuni paesi.Fonte: elaborazioni da Corak (2006), Piraino (2007) e Mocetti (2007)

0.15

0.19

0.32

0.41

0.50 0.51

0.69

0.47

0.170.18

0.27

0.0

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.7

Danimarca Norvegia Finlandia Canada Svezia Germania Francia Stati Uniti Regno Unito Italia Brasile

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La mobilità nei diversi quintili

Tab. 3: Probabilità per un figlio maschio di essere nello stesso quintile di reddito del genitore Danimarca Finlandia Norvegia Svezia Regno Unito Stati Uniti 1° Quintile 0,247 0,278 0,282 0,262 0,297 0,422 2° Quintile 0,249 0,216 0,238 0,225 0,228 0,283 3° Quintile 0,224 0,219 0,215 0,223 0,188 0,256 4° Quintile 0,223 0,229 0,221 0,217 0,247 0,252 5° Quintile 0,363 0,347 0,354 0,374 0,346 0,36 Fonte: Jannti et al. 2006

Tab. 4: Probabilità per un figlio maschio di muoversi fra quintili estremi rispetto alla posizione del padre Danimarca Finlandia Norvegia Svezia Regno Unito Stati Uniti Dal primo al quinto 0,144 0,113 0,119 0,109 0,124 0,079 Dal quinto al primo 0,153 0,151 0,146 0,159 0,091 0,095 Fonte: Jannti et al. 2006

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Diseguaglianza corrente e mobilità Relazione poco studiata in letteratura. Ma sembra esistere una forte correlazione fra

gli indicatori. Da cosa dipende? Correlazione o causalità?

Fig. 2: Correlazione fra diseguaglianza dei redditi ed elastictà intergenerazionale.Fonte: d'Addio (2007)

Stati Uniti

ItaliaRegno Unito

Norvegia

Finlandia

Svezia

Danimarca

Francia

Germania

Australia

Canada

Spagna

0

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.2 0.22 0.24 0.26 0.28 0.3 0.32 0.34 0.36

Coefficiente di Gini

Ela

sti

cit

à i

nte

rgen

en

era

zio

nale

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Le cause della correlazione La chiave di lettura: dispersione dei redditi

legata ai rendimenti dell’investimento in capitale umano; aumenta la diseguaglianza corrente e, dato l’impatto del background sulle scelte formative, anche quella intergenerazionale.

Esiste un’anomalia italiana? Si apre uno spazio per la policy intervenendo

sulla distribuzione corrente? Bisogna indagare a fondo sull’effetto causale del reddito: contano i redditi o (in senso lato) le capabilities?

Nuovo trade off fra diseguaglianza e crescita? Ma è necessario ridurre gli incentivi

all’istruzione per limitare la trasmissione delle diseguaglianze?

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La correlazione fra ß e rendimenti dell’istruzione

Fig. 3: Correlazione fra elasticità intergenerazionale dei redditi e rendimenti dell'istruzione universitaria.Fonte: Corak (2006)

Danimarca

Canada

Germania

Svezia

Francia Stati Uniti

Regno Unito

0

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

5 7 9 11 13 15 17 19 21

Correlazione = +0.882

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La relazione fra reddito familiare ed esiti dei figli (1)

Il β indica una una semplice correlazione. Ai fini di policy bisogna capire le cause profonde del legame fra redditi di genitori e figli.

Molti studi (solitamente riferiti agli USA) valutano l’impatto dei redditi familiari su molteplici outcomes dei figli che influenzano le loro prospettive socio-economiche: test cognitivi, salute, comportamenti, istruzione, tipo di lavoro e status socio-economico.

Analisi di persistenza di diseguaglianza e povertà. Due principali teorie: investment and good parent

theories. Il basso reddito limita le risorse a disposizione e/o la capacità di essere buoni genitori: modelli di “stress” e di “ruolo”.

Il ruolo di sanità e istruzione pubblica universale, ma più in generale dei trasferimenti in kind che riducono il legame con le capabilities familiari.

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La relazione fra reddito familiare ed esiti dei figli (2)

Forte correlazione fra reddito familiare e esiti dei figli, ma qual è la vera causalità? Problemi pervasivi di non osservabilità delle variabili latenti ed il ruolo delle variabili esogene che influenzano reddito dei genitori e outcomes dei figli.

Effetti reddito mediati dall’interazione con l’attivazione di diversi canali sociali.

In generale effetto reddito “puro” debole, ma significativo, soprattutto per istruzione e successo economico. Ma un effetto piccolo su molti outcomes può generare un rilevante effetto complessivo cumulato?

Conta diversamente il reddito nelle varie fasi della gioventù?

La relazione fra reddito e outcomes è lineare? Conta la fonte di reddito? E’ causalmente diverso

l’impatto dei redditi da trasferimento?

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Conclusioni e spunti di policy Meccanismo di trasmissione molto complesso. Riflettere a fondo sui vari canali e sulle loro molteplici

interazioni. Sta davvero aumentando l’impatto delle abilità non

cognitive? Quanto contano norme, preferenze, avversione al rischio, carattere?

2 peculiarità italiane: difficile “uscire” dalla povertà e dalla ricchezza.

I limiti delle tradizionali misure anti-povertà. Dal reddito alle capacità. Da trasferimenti monetari a servizi?

Basta deregolamentare i mercati? Le politiche per l’infanzia: quanto paternalismo? In generale, per incidere sul legame intergenerazionale

è sufficiente trasferire reddito – comunque necessario per incidere sulle diseguaglianze correnti - o c’è bisogno di politiche complementari?

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Un pò di bibliografia… (1) Bjorklund A., Jannti M. (1997), “Intergenerational income mobility in Sweden

compared to the United States”, American Economic Review, vol. 87. Bowles S., Gintis H. (2002), “The inheritance of inequality”, Journal of Economic

Perspectives, vol. 16. Bowles S., Gintis H., Osborne Groves M., ed. by (2005), Unequal chances: family

background and economic success, Russell Sage, New York. Breen R., ed. by (2004), Social mobility in Europe, Oxford University Press. Checchi D., Fiorio C. e M. Leonardi (2006), “Sessanta anni di istruzione scolastica

in Italia”, Rivista di Politica Economica, VII-VIII. Corak M., ed. by, (2004), Generational income mobility in North America and

Europe, Cambridge University Press. Corak M. (2006), “Do poor children become poor adults? Lessons from a cross

country comparison of generational earnings mobility”, IZA Discussion Paper, n. 1993.

d’Addio A. C. (2007), “Intergenerational transmission of disadvantage: mobility or immobility across generations? A review of the evidence for OECD Countries”, OECD Working Paper, (2007)7.

Franzini M., Raitano M. (2007), “La trasmissione intergenerazionale delle diseguaglianze di reddito”, in Pizzuti F.R. (a cura di) Rapporto sullo stato sociale 2008, UTET, Torino.

Gabriele S., Raitano M. (2007) “Incentivi ad accumulare capitale umano e background familiare: l’evidenza italiana”, ISAE, Politiche Pubblichhe e Redistribuzione, Roma.

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Un pò di bibliografia…(2) Hertz T., Jayasundera T., Piraino P., Selcuk S., Smith N., Verashchangina A.,

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