La terra va coltivata, non bruciata - ARPAC · tarian, cioè un ominide dalle dita opponibili...

20
Il Rapporto ISPRA sui Rifiuti Speciali Morlando a pag.3 Estate tempo di vacanze, tempo di mare. Gli sforzi del- l'Unione Europea per garan- tire acque di balneazione pulite e sane, sono cominciati circa quattro decenni fa e con- fluiti successivamente nella prima direttiva europea.... Pollice a pag.5 Gli ecosistemi naturali Tutto ha un suo equilibrio. Forse i tanti interrogativi della nostra vita possono avere una risposta, se si os- serva il continuo svolgersi dell’esistenza in tutte le sue forme. Gaudioso a pag.9 Paparo a pag.11 Volare in modo ecosostenibile In Italia, la piaga incendi ha raggiunto quest’anno il mas- simo storico. L’area boschiva che le fiamme stanno deva- stando è vastissima. Il degrado e l’abbandono di tanti territori, ma anche la cattiveria e la non- curanza di ambigui perso- naggi, lasciano campo libero ai piromani e alle ecomafie, con gravi rischi per l’ambiente e la stabilità idrogeologica. Gli in- cendi provocano danni incalco- labili dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità e alla distru- zione di ampie zone di bosco... Liguori a pag.2 Spaghetti, fusilli, mezzi ziti e rigatoni. Da condire con il ragù, con il pesto, con la panna, da rimpinzare con la carne macinata o da gustare con burro e parmigiano. Pur- ché siano al dente. Pasta, piatto forte della tradizione gastronomica italiana... Fanelli a pag.12 Le malattie più diffuse nella stagione estiva Non esiste estate in cui non si manifestino i malanni di stagione, solitamente dovuti al caldo, al sole e la tanto sospirata vita all’aria aperta che, in qualche modo, ci espone al ri- schio di infezioni e di malattie. Nello specifico, gli esperti hanno individuato cinque malattie più diffuse e comuni del pe- riodo estivo... Cuoco a pag.13 Esposito a pag.16 Donne, pioniere del green! È sempre più frequente l’utilizzo seriale di og- getti in plastica (per la maggior parte riciclati) per realizzare architetture ecosostenibili e che presentano spesso effetti di sorprendente bel- lezza ed insospettate valenze estetiche. Palumbo a pag.14 Costruire con gli involucri di plastica Alcuni interessanti progetti realizzati nell’ultimo decennio Durante la prima settimana del mese di luglio 2016, i tecnici della Unità Operativa Mare dell’Arpac, a bordo del battello oceanografico Helios, sono stati impegnati nelle attività di monitoraggio lungo tutta la costa regionale per l’attuazione della Direttiva europea “Marine Strategy”. a pag.7 Le fioriture microalgali nel golfo di Napoli Quando la pasta è Made in Italy NATURA & BIODIVERSITÀ SCIENZA & TECNOLOGIA BIO-ARCHITETTURA CURIOSITÀ La terra va coltivata, non bruciata ARPAC Climatarian, mangiare senza impronta NATUR@MENTE Sono sempre stato orgogliosa- mente foodie, come persona particolarmente interessata a tutti gli aspetti della cultura del mangiare e del bere. I miei figli, benché sporadicamente, sono vegetarian, attenti a evi- tare carne e pesce. è poi suc- cesso l’imponderabile, in questa fascinosa estate 2016 mi sono imbattuto in un clima- tarian, cioè un ominide dalle dita opponibili attento all’im- patto che il cibo può avere sull’ambiente e in particolare sulle emissioni di gas serra le- gate a un determinato ali- mento. Non ero in nessun posto trendy e alla moda, sem- plicemente a casa mia. Tafuro a pag.19 PRIMO PIANO DALL’EUROPA AMBIENTE & TENDENZE Abbrunzo a pag.17 Negli ultimi anni, i ricercatori hanno cercato modi sempre nuovi per ricavare energia pu- lita, nel pieno rispetto dell’am- biente. Dai batteri, al sole, sono arrivati a utilizzare persino le piante e le loro quotidiane e na- turali attività di sopravvi- venza. In questo specifico caso, in genere, alla base delle tecno- logie ci sono particolari sistemi in grado di sfruttare la fotosin- tesi clorofilliana e i microrgani- smi presenti nel suolo. Bioo Lite: la pianta che ricarica il cellulare Allarme incendi. Anche la Regione Campania adotta nuove misure contro il devastante fenomeno Il “buon” mare in Europa

Transcript of La terra va coltivata, non bruciata - ARPAC · tarian, cioè un ominide dalle dita opponibili...

Il Rapporto ISPRA sui Rifiuti Speciali

Morlando a pag.3

Estate tempo di vacanze,tempo di mare. Gli sforzi del-l'Unione Europea per garan-tire acque di balneazionepulite e sane, sono cominciaticirca quattro decenni fa e con-fluiti successivamente nellaprima direttiva europea....

Pollice a pag.5

Gli ecosistemi naturali

Tutto ha un suo equilibrio.Forse i tanti interrogatividella nostra vita possonoavere una risposta, se si os-serva il continuo svolgersidell’esistenza in tutte le sueforme.

Gaudioso a pag.9

Paparo a pag.11

Volare in modo ecosostenibile

In Italia, la piaga incendi haraggiunto quest’anno il mas-simo storico. L’area boschivache le fiamme stanno deva-stando è vastissima. Il degradoe l’abbandono di tanti territori,ma anche la cattiveria e la non-curanza di ambigui perso-naggi, lasciano campo libero aipiromani e alle ecomafie, congravi rischi per l’ambiente e lastabilità idrogeologica. Gli in-cendi provocano danni incalco-labili dal punto di vistaambientale dovuti alla perditadi biodiversità e alla distru-zione di ampie zone di bosco...

Liguori a pag.2

Spaghetti, fusilli, mezzi ziti e rigatoni. Dacondire con il ragù, con il pesto, con lapanna, da rimpinzare con la carne macinatao da gustare con burro e parmigiano. Pur-ché siano al dente. Pasta, piatto forte dellatradizione gastronomica italiana...

Fanelli a pag.12

Le malattie più diffuse nella stagione estiva

Non esiste estate in cui non si manifestino imalanni di stagione, solitamente dovuti alcaldo, al sole e la tanto sospirata vita all’ariaaperta che, in qualche modo, ci espone al ri-schio di infezioni e di malattie. Nello specifico, gli esperti hanno individuatocinque malattie più diffuse e comuni del pe-riodo estivo...

Cuoco a pag.13

Esposito a pag.16

Donne, pioniere del green!

È sempre più frequente l’utilizzo seriale di og-getti in plastica (per la maggior parte riciclati)per realizzare architetture ecosostenibili e chepresentano spesso effetti di sorprendente bel-lezza ed insospettate valenze estetiche.

Palumbo a pag.14

Costruire con gli involucri di plasticaAlcuni interessanti progetti realizzati nell’ultimo decennio

Durante la prima settimana del mese di luglio 2016, i tecnici della UnitàOperativa Mare dell’Arpac, a bordo del battello oceanografico Helios,sono stati impegnati nelle attività di monitoraggio lungo tutta la costaregionale per l’attuazione della Direttiva europea “Marine Strategy”.

a pag.7

Le fioriture microalgali nel golfo di Napoli

Quando la pasta è Made in Italy

NATURA & BIODIVERSITÀ

SCIENZA & TECNOLOGIA

BIO-ARCHITETTURA CURIOSITÀ

La terra va coltivata, non bruciata

ARPAC

Climatarian, mangiaresenza impronta

NATUR@MENTE

Sono sempre stato orgogliosa-mente foodie, come personaparticolarmente interessata atutti gli aspetti della culturadel mangiare e del bere. I mieifigli, benché sporadicamente,sono vegetarian, attenti a evi-tare carne e pesce. è poi suc-cesso l’imponderabile, inquesta fascinosa estate 2016mi sono imbattuto in un clima-tarian, cioè un ominide dalledita opponibili attento all’im-patto che il cibo può averesull’ambiente e in particolaresulle emissioni di gas serra le-gate a un determinato ali-mento. Non ero in nessunposto trendy e alla moda, sem-plicemente a casa mia.

Tafuro a pag.19

PRIMO PIANO

DALL’EUROPA

AMBIENTE & TENDENZE

Abbrunzo a pag.17

Negli ultimi anni, i ricercatorihanno cercato modi semprenuovi per ricavare energia pu-lita, nel pieno rispetto dell’am-biente. Dai batteri, al sole, sonoarrivati a utilizzare persino lepiante e le loro quotidiane e na-turali attività di sopravvi-venza. In questo specifico caso,in genere, alla base delle tecno-logie ci sono particolari sistemiin grado di sfruttare la fotosin-tesi clorofilliana e i microrgani-smi presenti nel suolo.

Bioo Lite: la pianta che ricarica il cellulare

Allarme incendi. Anche la Regione Campania adotta nuove misure contro il devastante fenomeno

Il “buon” mare in Europa

Fabiana Liguori

In Italia, la piaga incendi haraggiunto quest’anno il mas-simo storico. L’area boschivache le fiamme stanno deva-stando è vastissima. Il degradoe l’abbandono di tanti territori,ma anche la cattiveria e la non-curanza di ambigui personaggi,lasciano campo libero ai piro-mani e alle ecomafie, con gravirischi per l’ambiente e la stabi-lità idrogeologica.Gli incendi provocano danni in-calcolabili dal punto di vistaambientale dovuti alla perditadi biodiversità e alla distru-zione di ampie zone di bosco,polmoni verdi del paese, che ri-coprono un ruolo centrale es-sendo assorbitori e contenitoridi anidride carbonica, maanche fondamentali nella miti-gazione e nell`adattamento aicambiamenti climatici in corso. Per quanto riguarda la RegioneCampania, Legambiente hadiffuso alcuni dati del CorpoForestale dello Stato: nel 2015si sono verificati 933 incendi,un numero che vale alla re-gione la maglia nera a livellonazionale. Un triste primatoche strappa, purtroppo, pezzidi vita e bellezza al territoriocampano. Per combattere in questa “infi-

nita” battaglia e difendere leterre più belle d’talia, la Re-gione ha messo in atto diverseiniziative. Qualche giorno fa, si è dotata diuna propria flotta di elicotteriper intensificare le attività divigilanza e spegnimento degliincendi, grazie alla stipula di

uncontratto di affidamento delservizio, di durata biennale edel valore complessivo di oltresei milioni di euro. Il contrattoprevede l’allestimento di 7 eli-superfici con altrettanti elicot-teri in servizio per l’interoperiodo di grave pericolosità(fino al 20 settembre).

Ogni area del territorio dellaCampania sarà così raggiungi-bile dai mezzi aerei regionali inmeno di 15 minuti dalla segna-lazione. La Regione, inoltre, ha istituitouno speciale numero verde gra-tuito (800.449.911), dove è pos-sibile avvisare circa eventuali

situazioni di pericolo per ilbosco direttamente alla Cen-trale Operativa Regionale, di-slocata presso gli ufficidell’Assessorato all’Agricol-tura. Il numero verde della Re-gione si affianca ai numeri diemergenza del Corpo Forestaledello Stato (1515), del Corpodei Vigili del Fuoco (115) edella Protezione Civile Regio-nale (800.232.525), che concor-rono nel sistema antincendioboschivo della Regione Campa-nia. Altra importante iniziativaè quella realizzata dalla SMACampania, società in Housedella Regione Campania, cheha sviluppato una app scarica-bile gratuitamente sul cellu-lare, che rende i cittadini"guardiani della propria terra",dando loro la possibilità di foto-grafare gli incendi e inviare lasegnalazione alle autorità,geolocalizzata e in tempo reale.La app, semplice e veloce, per-mette di indicare anche la tipo-logia di emergenza: incendioboschivo, incendio rifiuti, pre-senza rifiuti pericolosi e disca-riche o attività piromani. Bello essere “Custodi” dellapropria terra, ma, ancor piùbello, soprattutto in questo pe-riodo, è sapere che c’è qualcunoche invece di “inseguire” Poke-mon, acciuffa piromani!

Paolo D’Auria

Cinque. Sono gli anni trascorsida quando i cittadini italiani siespressero, attraverso il refe-rendum, a favore di una ge-stione pubblica del bene“acqua”. Tra ritardi, polemichee vuote promesse, ad oggi siamoancora ben lontani dall’attua-zione della volontà popolare.Una prima “spallata” a questostato delle cose, in direzionedella semplificazione ammini-strativa e gestionale, sembre-rebbe arrivare almeno a livelloistituzionale. Il Ministero del-l’Ambiente ha già raccoltomolte delle osservazioni deglioperatori e attivato diverse mi-sure con l’obiettivo di definireuna gestione più efficiente del-l’acqua pubblica, chiarendo uni-vocamente i soggetti coinvolti ele relativi responsabilità. Il Di-

rettore Generale per la salva-guardia del territorio e delleacque, Gaia Checcucci, attra-verso il report sui “ServiziIdrici” presentato agli Stati Ge-nerali della Green Economy2016 rivela: “Saranno costituitesette Autorità di Distretto, inluogo delle 37 esistenti: la ri-

forma semplifica la filiera isti-tuzionale individuando ruoliben precisi e ponendo in capoalle Autorità di Distretto la ti-tolarità piena in materia di pia-nificazione della risorsa idricasotto l’aspetto qualitativo equantitativo e la relativa predi-sposizione e aggiornamento dei

Piani di gestione delle acque.Inoltre esse avranno la titola-rità esclusiva sulla pianifica-zione funzionale alla gestionedel rischio alluvioni attraversola predisposizione dei Piani digestione ai sensi della Direttiva2007/60”. “È stato poi predispo-sto - ha continuato il direttore -il decreto sulla tariffa sociale,che consente l’accesso gratuitoall’acqua per le fasce sociali di-sagiate, prevedendo la fruibilitàgratuita di un quantitativo mi-nimo vitale. Con il decreto mo-rosità, anch’esso in corso diapprovazione definitiva, per lestesse categorie disagiate chebeneficiano del ‘bonus acqua’ siprevede la non disalimenta-zione dell’utenza in caso di mo-rosità”. “Il Ministero - prosegue- sta inoltre monitorando e sup-portando con grande attenzionee costanza lo sviluppo delle at-

tività dei 10 Commissari, nomi-nati dall’estate dello scorsoanno ai sensi dello Sblocca Ita-lia, sugli oltre 128 interventiche sono oggetto di commissa-riamento e che riguardano 80agglomerati sotto infrazione,sui quali si agita lo spettro dellapenalità di mora e rispetto aiquali la Commissione Europeachiede risposte certe e provvedi-menti che attestino un cambiodi passo”.Fondamentale, infine, l’istitu-zione degli “Osservatori- cabinedi regia” sulla siccità, che il Mi-nistero ha promosso insieme alDipartimento di Protezione Ci-vile, Ministero dell’Agricoltura,Autorità di distretto, e altre re-altà istituzionali, per “la condi-visione dei dati e la regolazionedegli aspetti quantitativi attra-verso la partecipazione di tuttigli stakeholder”.

La terra va coltivata, non bruciata

Acqua pubblica: dal Ministero iniziative per una gestione efficace

Allarme incendi. Anche la Regione Campania adotta nuove misure contro il devastante fenomeno

Costituzione delle Autorità di Distretto, tariffa sociale e bonus acqua le iniziative previste

Angelo Morlando

Il rapporto annuale Ispra suirifiuti speciali (pericolosi enon) è uno strumento moltoutile per monitorare la situa-zione generale e per confron-tare analiticamente tutti isettori di interesse nel corsodel tempo. Nel 2014 la produ-zione italiana è stata pari acirca 130,6 milioni di tonnel-late compresi i rifiuti specialiprovenienti dal trattamentodi rifiuti urbani, pari a oltre10,7 milioni di tonnellate. Dal2013 al 2014, vi è stato un au-mento pari a circa il 5%, paria circa 6,1 milioni di tonnel-late, imputabile per la mag-gior parte ai rifiuti specialinon pericolosi. La produzionedi rifiuti speciali pericolosi simantiene, invece, sostanzial-mente stabile (+0,3%, corri-spondente a quasi 24 milatonnellate). Per i rifiuti spe-ciali pericolosi, la maggiorquantità proviene dal settoredelle costruzioni e demolizioni(Ateco da 41 a 43) con unapercentuale pari al 39,7%. Se-guono le attività manifattu-riere (Ateco da 10 a 33) con il20,5%, mentre il 27,4% è rap-

presentata dalle attività ditrattamento dei rifiuti e atti-vità di risanamento (Ateco 38e 39). La maggiore produ-zione di rifiuti speciali non pe-

ricolosi deriva dal settoredelle costruzioni e demolizioni(42,3%) seguono le attività ditrattamento di rifiuti e di ri-sanamento (27,2%) e quelle

manifatturiere (19,2%). A li-vello regionale la quantità deirifiuti recuperati e riciclatisono state determinate ri-spetto al totale gestito nellospecifico ambito regionale,pertanto, non tengono contodelle quantità di rifiuti pro-dotti in ciascuna regione etrattate in altre. Tale praticaè specifica proprio della Re-gione Campania che, oltre anon avere impianti di disca-rica per rifiuti speciali, de-stina elevati quantitativifuori regione e all’estero. Nel2014 il quantitativo comples-sivo di rifiuti speciali recupe-rato come fonte di energia ècirca 2,1 milioni di tonnellate,con una flessione del 4,7% ri-spetto al 2013. Le principalitipologie di rifiuti utilizzaticome fonte di energia, sono: ilbiogas (36,3%), i rifiuti dellalavorazione del legno, cartaed affini (33,5%), i rifiuti pro-dotti dal trattamento mecca-nico di rifiuti (11,1%) e irifiuti combustibili (6,4%).Nel 2014, gli impianti di ince-nerimento in esercizio chetrattano rifiuti speciali sono85, di cui 43 destinati princi-palmente al trattamento di ri-

fiuti urbani. La gran partedegli inceneritori è localizzataal Nord (51), al Centro sonopresenti 11 impianti, al Sud23. L’incenerimento dei rifiutispeciali interessa complessi-vamente, considerando anchequelli trattati in impianti perrifiuti urbani, circa 1,4 mi-lioni di tonnellate. Al terminedi questa carrellata di nu-meri, restano, però, sempre lestesse domande che i cittadiniormai chiedono sempre di piùa gran voce: a quando le boni-fiche ? È importante, perché,a tali numeri ufficiali, man-cano tutti i numeri di rifiutisicuramente speciali, maeventualmente anche tossici enocivi, che sono stati interratinegli ultimi 50 anni e di cuinon ne abbiamo ancora con-tezza. Sulle discariche incon-trollate come la So.Ge.Ri inCastel Volturno, stiamo at-tendendo la messa in sicu-rezza di emergenza, con laquale finalmente si eseguiràanche il Piano di Caratteriz-zazione e, finalmente, si potràalmeno sapere cosa è stato in-terrato. I cittadini non si ar-rendono e hanno il diritto diconoscere la verità.

Il Rapporto ISPRA sui Rifiuti SpecialiNel 2014 la produzione italiana è stata di oltre centotrenta milioni di tonnellate

Alessia Esposito

Un premio istituito dall’Asso-ciazione Intraprendere - Arte,Natura e Tecnologia, col pa-trocinio morale dell’Unionedegli Industriali della provin-cia di Napoli e del Fai - Presi-denza Regionale Campania.Si tratta di GreenCare, allasua prima edizione, che pre-mia associazioni e singoli chesi prendono cura di piccolearee di verde, secondo il prin-cipio che il miglioramento ar-riva grazie al piccolocontributo di ognuno. Per il2016 il premio va alle areeverdi di Ponticelli, Monte-santo e Cicciano. A Ponticelli,all’Associazione Gli Incisiviper il Giardino in affido vannocinquemila euro da investire

in piantumazioni, macchinarie arredi. Ad ottenere un rico-noscimento anche il Giardinodi Sijtsken Dupon di Ciccianoper la cura di un’area verdeprivata, al Parco Sociale Ven-taglieri per l’impegno in unprogetto eco, per il connubioarte – natura all’AssociazioneMontesanto 3 che ha curatol’installazione “Migrazioni”presso la Scala di Montesanto.A tutte queste realtà andràun’opera disegnata dal mae-stro Riccardo Dalisi e realiz-zata da Marco Cecere con imigranti-artigiani del Labora-torio L’Avventura di latta; in-vece a tutti i curatori di verdesegnalati andrà un attestatodi merito per la parte svoltanella conservazione e nellamanutenzione dell’ambiente.

Premio fuori concorso asse-gnato invece al Presidentedella Repubblica Mattarellaper la volontà di aprire VillaRosebery e favorire una mag-giore fruizione dei suoi spaziverdi ai cittadini, grazie allagestione a cura dei volontaridel FAI di Napoli. Inoltre sisegnalano due menzioni spe-ciali. La prima alla ScuolaIstituto Comprensivo “Saba-tino Minucci” per il “ProgettoMela” e all’impresa Chimpexper l’area verde realizzatanello spazio industriale diCaivano. Ma non finisce qui.Dopo il Premio GreenCare Be-nedetta de Falco, ideatrice edorganizzatrice dell’iniziativa,annuncia il progetto pilotaGreenCare School, patroci-nato dall’Ufficio Scolastico re-gionale della Campaniaattraverso il quale sensibiliz-zare gli alunni della scuolaprimaria sui temi del verdeurbano. A settembre sarannocoinvolte quattro scuole, com-prendendo una platea di circa400 alunni nei quartieri Mer-cato e Stella di Napoli e nelleprovince di Barra e Mugnanodi Napoli. Il motivo è prestospiegato dalla stessa DeFalco: “Siamo convinti chedalla manutenzione anche diuna piccola area verde, ma ge-stita in condivisione con conti-nuità e pazienza, ne possaderivare, poi da adulti, unsenso civico più appassionatoe legato alla cura dei beni co-muni". (Foto da www.ilnapolista.it)

Premio GreenCare 2016

Domenico Matania

A Gennaio il Premier Matteo Renzi e Tim Cook, ceodi Apple, lo avevano annunciato, ora c’è il via uffi-ciale. L'Università degli Studi di Napoli Federico IIospiterà la prima iOS Developer Academy d'Europagrazie ad un accordo di partnership con Apple per losviluppo di app. L'iniziativa partirà ufficialmente adottobre con oltre 200 studenti che parteciperanno alprimo anno. La Regione Campania dalla sua met-terà in gioco 7 milioni di euro per finanziare 1000

borse di studio de-stinate a studenticampani e non, chein questo primotriennio frequente-ranno i Corsi diFormazione Apple.Un'intesa che pre-vede l'insediamentodel marchio dellaMela al terzo pianodel campus univer-sitario da 60milametri quadrati aSan Giovanni a Te-duccio.Non si tratta diposti di lavoro, ma

di una grossa opportunità per i formandi di entrarein contatto con una realtà strutturata come quelladi Apple, che consentirà di ottenere competenzenell’ambito dell’ICT e di incentivare alla creazionedi startup digitali.A partire da Agosto le prime selezioni; il Rettoredella Federico II Gaetano Manfredi commenta conentusiasmo: «La nostra stella polare è il merito, sa-remo inflessibili. Stiamo già lavorando con Apple perstabilire una procedura di selezione che consenta diindividuare i migliori talenti in tutta Europa. Oltrealla preparazione sarà fondamentale la predisposi-zione verso il mondo dell'innovazione e dell'industria4.0. Per questo gli aspiranti dovranno affrontare untest di preselezione e un colloquio motivazionale. Av-vieremo le selezioni ad agosto, poi tireremo lesomme. Siamo convinti che gli studenti napoletanipotranno giocarsela fino in fondo e a testa alta con iloro colleghi che dal resto dell'Europa proveranno aconquistare un posto nell'Apple Academy».

Apple – Federico II: ora è ufficiale

Vince il verde di Ponticelli, Montesanto e Cicciano

Un accordo di formazione e cooperazione

Tina Pollice

Estate tempo di vacanze,tempo di mare. Gli sforzi del-l'Unione Europea per garan-tire acque di balneazionepulite e sane, sono cominciaticirca quattro decenni fa e con-fluiti successivamente nellaprima direttiva europeaWater (2006/7/CE) sulle acquedi balneazione. La direttiva specifica che laqualità delle acque di balnea-zione può essere classificatain 'eccellente', 'buono', 'suffi-ciente' o 'povero' a seconda deilivelli di batteri fecali rilevati.La relazione annuale sulleacque di balneazione del-l'Agenzia Europea dell'Am-biente (AEA) valuta lo statodella qualità delle acque dibalneazione nel 2015 reputan-dole buone, confermandoletali anche per l'anno 2016. Ilrapporto mostra che i regola-menti normativi comunitari egli anni di investimenti nelleinfrastrutture delle acque re-flue hanno contribuito note-volmente alla riduzionedell'inquinamento. Sono statianalizzati prelievi d'acquamarina effettuati in più di21.000 siti di balneazione co-stiere e interne in tuttal'Unione Europea, la Svizzerae l'Albania, indicando se vi è onon vi è contaminazione dainquinamento fecale di li-quami o di bestiame. Il 96%dei siti di balneazione ha otte-nuto i requisiti minimi, oltre il84% ha ottenuto il livello piùrigoroso di 'eccellente'. Di-verse grandi aree turistiche ecittà come Blackpool, Copena-ghen e Monaco di Baviera, congli aiuti finanziari hanno po-tuto migliorare i propri si-stemi fognari garantendozone di balneazione più pulitenelle aree portuali, nei luoghifluviali urbani e nelle spiaggevicine. La relazione testimo-nia come uno spazio econo-mico altamente evoluto qualequello europeo produce elevatistandard ambientali. PerHans Bruyninckx, direttoreesecutivo dell'AEA, già nel1991 il 56% dei siti di balnea-zione aveva raggiunto i piùalti standard. Questa percen-tuale successivamente è salitaal 87% nel 2015 sulla base diquasi 9600 zone di balnea-zione monitorate ogni anno.Più del 90% dei siti di balnea-

zione in otto Stati membrihanno ottima qualità delleacque nel 2015: in Lussem-burgo tutti gli 11 siti segna-lati, Cipro 99,1% dei siti delleacque di balneazione, Malta97,7%, la Grecia 97,2%, Croa-zia 94,2%, l'Italia 90,6%, Ger-

mania 90,3% e in Austria90,2%. In tutta Europa solo385 zone di balneazionehanno ancora criticità e sonostati valutati come aventi unascarsa qualità delle acque dibalneazione nel 2015: in Italia95 siti di balneazione pari al

1,7%, Francia 95 siti di bal-neazione pari al 2,8% e Spa-gna 58 siti di balneazione parial 2,6% e, nonostante ciò, laquota di siti di balneazionenominale 'povero' è sceso dal1,9% nel 2014 al 1,6% nel2015, quella delle acque di

balneazione di ottima qualitàè aumentata dal 78% nel 2011all'84% nel 2015. Per le atti-vità ricreative come il nuoto,la contaminazione fecale èmotivo di preoccupazione perla salute pubblica. Il nuoto neimari o laghi contaminati puòcausare malattie quali salmo-nelle, tifo. Le principali fontidi inquinamento sono le acquedi scarico e l'acqua di scaricodi aziende agricole e terreniagricoli. Tale inquinamentoaumenta durante le fortipiogge e inondazioni a causadell'overflow (straripamento)di liquami e acque di drenag-gio inquinati nei fiumi e mari.Quarant'anni fa, grandi quan-tità di acque reflue non con-trollate, non trattate, o,parzialmente trattate sonostate scaricate nei mari euro-pei. La relazione annualesulle acque di balneazione del-l'AEA per il 2015, è la primarelazione ufficiale prodottacon dati di tutti gli Stati mem-bri dell'UE che hanno moni-torato i loro siti di balneazionetenendo fede alle disposizionidella direttiva Water (2006/7 /CE) e l'osservanza di essa hagarantito e garantisce la frui-zione del mare in sicurezza ein acque pulite.

Il “buon” mare in EuropaQuarant'anni di investimenti hanno migliorato le acque di balneazione

Luigi Mosca

Nel corso di un dottorato di ri-cerca presso il Dipartimento diComunicazione e ricerca so-ciale dell’università di RomaLa Sapienza, è stato svolto unlavoro di analisi della comuni-cazione online “autoprodotta”dalle Agenzie regionali (e pro-vinciali) per la protezionedell’ambiente. Gli aspetti ana-lizzati sono quelli più di fre-quente presi in esame dallericerche in materia. Alle pub-bliche amministrazioni, comeè noto, viene sempre più ri-chiesta la capacità di «raccon-tare se stesse». È un’esigenzache è stata abbondantementeconsacrata nel nostro ordina-mento giuridico, seppure coninterventi legislativi di stampodiverso: su tutti, la legge 150del 2000, incentrata sulle pro-fessionalità della comunica-zione, e il decreto legislativo33 del 2013, pensato invece inun’ottica di trasparenza e pre-venzione della corruzione.D’altronde, come concordanotutti gli studiosi di pubblicaamministrazione, la propen-sione a comunicare è fonda-mentale se si vuole ammo-dernare il sistema istituzio-nale, nella prospettiva diorientarlo sempre più alla sod-disfazione dei bisogni dei citta-dini, intesi anche come utentidei servizi pubblici. Da questo punto di vista, ilpeso crescente assegnato inItalia alle Regioni ha aperto,negli ultimi decenni, delle pro-mettenti prospettive. Più vi-cine, almeno di un gradino, aipropri cittadini, le Regionisono davvero più inclini delleamministrazioni statali a co-municare sé stesse e le proprieattività? Negli ultimi anni nu-merose ricerche sono state de-dicate nel nostro paese aquesto tema, con riferimentonon solo agli enti regionali maanche agli enti territoriali nelloro complesso. Tutti, o quasi,questi studi hanno preso inesame la comunicazione dellepubbliche amministrazioni at-traverso le tecnologie digitalidi rete. Cioè, innanzitutto, attraversoi siti web istituzionali, i perio-dici diffusi online, i socialmedia, gli sportelli telematicie simili. Indubbiamente, sonoproprio le potenzialità offerteda questi strumenti ad aver

fatto espandere, negli ultimidecenni, la comunicazione«autoprodotta» dal sistemaistituzionale, per utilizzareuna terminologia frequentenegli studi di settore. Nelcorso un dottorato di ricercapresso il Dipartimento di co-municazione e ricerca sociale dell’università di Roma La Sa-pienza, abbiamo svolto un la-voro di analisi della comuni-cazione online «autoprodotta»dalle Agenzie regionali (e pro-vinciali) per la protezionedell’ambiente. Gli aspetti analizzati sonoquelli più di frequente presi inesame dalle ricerche in mate-ria. Innanzitutto, si è valutatoquanto i siti web istituzionalidelle agenzie rispettino la nor-mativa in tema di traspa-renza, accessibilità e usabilità;peraltro per questi aspetti spe-cifici sono disponibili sul webdiversi software che asse-gnano automaticamente deipunteggi. In seconda battuta,si sono prese in esame dimen-sioni più tipicamente comuni-cative e informative, utiliz-zando indicatori in grado divalutare il valore dei contenutiofferti, in termini di incidenzasull’opinione pubblica e sul si-stema mediatico: si è focaliz-

zato lo sguardo sulla fre-quenza di pubblicazione di co-municati e notizie sull’attivitàdegli enti, sulla quantità didati diffusi attraverso il web esu quante volte i siti istituzio-nali delle agenzie risultano ci-tati da altri siti (unacaratteristica, quest’ultima,che può essere considerataidonea a connotare una fonteinformativa influente).Infine, si è provato ad analiz-zare la propensione delleArpa/Appa a instaurare ca-nali di dialogo e relazione congli utenti, facendo leva sui so-cial media o su strumenti tele-matici a disposizione degli Uffici relazioni con il pubblico.I risultati hanno evidenziatonodi problematici già sottoli-neati ampiamente dagli studisulla comunicazione delle pub-bliche amministrazioni ita-liane. In primis, si è riscontrato unapproccio alla comunicazioneconnotato da una certa rigi-dità burocratica. In linea gene-rale, le Agenzie sono diligentinell’applicare le norme che im-pongono alle pubbliche ammi-nistrazioni obblighi precisi dipubblicazione sul web (laprima dimensione conside-rata). Invece, quando si tratta

di sviluppare contenuti piùconformi ai canoni della comu-nicazione in rete e del sistemamediatico, si registra un pro-filo abbastanza prudente daparte di questo settore istitu-zionale. Si percepisce, in-somma, l’ansia di mettersi inregola sul piano giuridico,mentre l’obiettivo di informarei cittadini e di suscitare il lorointeresse può passare, nellaprassi, in secondo piano. È ilsegno, anche, che le professio-nalità della comunicazionenon sempre sono adeguata-mente valorizzate, in questocome in altri comparti dellaPa. Un altro tema ricorrente,già noto agli studiosi che si oc-cupano di comunicazione isti-tuzionale, riguarda invece glisquilibri territoriali che si re-gistrano nel nostro paese, conalcune regioni, prevalente-mente situate nel Centro-Nord Italia, in cui le istituzionisembrano più abituate a co-municare direttamente con icittadini e a utilizzare, adesempio, gli strumenti del web2.0. Il nostro lavoro ha eviden-ziato una posizione di leader-ship per le agenzie di Toscana,Emilia-Romagna, Piemonte eVeneto, sia per quanto ri-guarda lo sviluppo dei conte-

nuti, che per quanto riguardail dialogo con gli utenti attra-verso l’Urp e i social media. Latabella pubblicata a margineriguarda solo uno degli indica-tori utilizzati, che intende mi-surare quanto è influente unsito web in base ai link di sog-getti esterni che lo segnalano. La seconda parte di questa ri-cerca propone invece un’ana-lisi del contenuto dellecronache giornalistiche cheraccontano le questioni am-bientali. Due le regioni scelte,Campania e Toscana, e tre letestate giornalistiche cartaceeconsiderate: Il Mattino, Re-pubblica e il Corriere dellaSera (con l’allegato locale, ilCorriere del Mezzogiorno) inCampania; La Nazione, Re-pubblica e il Corriere dellaSera (con il Corriere fioren-tino) in Toscana. Impossibilein questa sede esporre i risul-tati di questo studio: inestrema sintesi, emerge un’at-titudine, da parte dei mediatoscani, a raccontare le crisiambientali locali in manierapiù equilibrata, meno dram-matica, utilizzando un lessicopiù preciso e analitico, in con-fronto alla narrazione trac-ciata dalla stampa inCampania.

Un’analisi della comunicazione online “autoprodotta”dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente

Lucio De MaioAndrea CelentanoDario MonacoMarianna Santoriello

Durante la prima settimana del mesedi luglio 2016, i tecnici della UnitàOperativa Mare dell’Arpac, a bordodel battello oceanografico Helios,sono stati impegnati nelle attività dimonitoraggio lungo tutta la costa re-gionale per l’attuazione della Diret-tiva europea “Marine Strategy”. Si tratta di una direttiva che istitui-sce un quadro condiviso per l’azionecomunitaria nel campo della politicaper l’ambiente marino e contiene unaserie di indicazioni per permettereagli Stati membri di raggiungereentro il 2020 il buono stato ambien-tale (GES - Good Environmental Sta-tus) delle proprie acque.Durante tali attività di monitoraggiomarino è stato possibile rilevare, trala fine di giugno e l’inizio di luglio, lapresenza di zone con colorazione ver-dastra delle acque, in corrispon-denza di estesi tratti della fasciacostiera del Golfo di Napoli, con fre-quenti schiume sulla superficie. Si tratta di fenomeni tipicamente as-sociati ad eventi di intense fioriture

microalgali.Le fioriture microalgali sono feno-meni naturali dovuti alla crescitaesponenziale di organismi fitoplan-ctonici unicellulari o coloniali (Diato-

mee, Dinoflagellati eccetera) che sipossono innescare in concomitanza dideterminate condizioni come elevatailluminazione, abbondanza di nu-trienti e temperature elevate.

Tra la fine del mese di giugno e l’ini-zio di luglio del 2016 si sono createcondizioni favorevoli al manifestarsidi questo fenomeno. Infatti, in tale periodo, ai frequentifenomeni di instabilità atmosfericache hanno caratterizzato la prima-vera 2016, ha fatto seguito un pe-riodo ben soleggiato con giornatetipicamente estive, che ha consentitoalle acque, arricchite di nutrienti inquelle aree dove la depurazione fo-gnaria è carente, di ristagnare lungola fascia costiera. Inoltre, propriograzie alla calma atmosferica, le tem-perature del mare sono rapidamenteaumentate. Nell’arco di una decina di giorni,nella prima metà del mese di luglio,è stato registrato un sensibile au-mento delle temperature che al largosono passate da circa 26.5°C a circa28° C e, in alcune aree costiere hannoraggiunto anche i 29,5°C.Nei giorni del 15 e 16 luglio si sonoregistrate mareggiate dovute ai ventioccidentali che hanno accompagnatouna perturbazione entrata nel Medi-terraneo. Il frangere delle onde sullescogliere ha provocato estese striscedi schiume, molto evidenti in partico-lare lungo la costa tra Castellam-mare di Stabia e Sorrento, dovuteproprio alla presenza in mare di que-ste fioriture microalgali. Successivamente, venti settentrio-nali hanno allontanato dalla costa leacque superficiali richiamando acquepiù profonde e fredde e, già nellagiornata di domenica 16 è stato pos-sibile osservare, in particolare sullacostiera sorrentina, il sensibile ab-bassamento delle temperature super-ficiali del mare accompagnatodall’aspetto cristallino dell’acqua.

(foto scattate dai tecnici Arpac)

Le fioriture microalgali nel golfo di NapoliIl fenomeno, osservato da Arpac a luglio, è associato a temperature del mare particolarmente alte

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 luglio 2016 - Anno XII, N.14Edizione chiusa dalla redazione il 29 luglio 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, A. Celentano, F. Clemente, F.Cuoco, P. D’Auria, F. De Capua, G. De Cre-scenzo, L. De Maio, D. Matania, A. Esposito,R. Fanelli, R. Femiano, R. Funaro, R. Maisto,D. Monaco, A. Morlando, A. Palumbo, A. Pa-paro, T. Pollice, M. SantorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

[email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Giulia Martelli

Quella di sito patrimonio del-l'umanità è la denominazioneufficiale delle aree registratenella lista del patrimonio del-l'umanità, o nella sua acce-zione inglese World HeritageList, della Convenzione sulpatrimonio dell'umanità.Tale Convenzione, adottatadalla Conferenza generaledell'UNESCO il 16 novembre1972, ha lo scopo di identifi-care e custodire l’elenco diquei siti che rappresentanodelle particolarità di eccezio-nale importanza da un puntodi vista culturale o naturale. La valutazione di questi luo-ghi avviene secondo precisicriteri dal Comitato della Con-venzione.Durante l’ultima riunione deimembri, nel mese di luglio aIstanbul, sono stati inseriti inlista otto nuovi siti naturali,per un totale di 1052 (di cui814 beni culturali, 203 natu-rali e 35 misti), distribuiti su165 Stati del mondo.Ma vediamo nel dettaglio inuovi innesti: in Canada, èstato scelto il Mistaken Point,una scogliera frastagliatalunga 17 kilometri che custo-disce fossili del periodo Edica-riano; in Africa, nel Ciad,l'Unesco premia l'altopiano

dell'Ennedi, dove l’acqua e ilvento hanno scolpito canyon evallate. Poi, la scelta è cadutasul sito di Hubei Shennongjia(Cina), che protegge una tra lepiù importanti foreste prima-rie cinesi, rifugio di alcunespecie rare come l'orso tibe-tano, il leopardo nebuloso e lascimmia dal naso camuso. Se-lezionati dall'Unesco anche lepaludi irachene dell'Ahwar,sede di antiche città mesopo-tamiche dove sfociano il Tigrie l'Eufrate, e il deserto ira-niano di Lut, il luogo più caldodel Pianeta (con oltre 70 gradicentigradi registrati nel2005), e dove sorgono le dunepiù alte del mondo, fino a 300metri. Aggiunto, inoltre, l'ar-

cipelago di Revillagigedo, inMessico, formato da quattroisole che in realtà sono cime divulcani, insieme a due localitàsudanesi: il parco marino diSanganeb e la baia di Dungo-nab con l'isola di Mukkawar. L'ultimo sito patrimonio del-l'umanità, transnazionale, è ilTien-Shan occidentale, partedell'omonimo sistema mon-tuoso asiatico (che abbracciaKazakistan, Kirghizistan eUzbekistan).Con grande orgoglio, ricor-diamo che è l'Italia, la na-zione che detiene il maggiornumero di siti inclusi nellalista del patrimonio Unesco:ben 51 perle da visitare e con-templare.

Otto nuovi luoghi del mondodiventano patrimonio Unesco

Rosa Funaro

Tortorella è un minuscolopunto sulla carta geograficanel bel mezzo del Parco nazio-nale del Cilento e Vallo diDiano, nell’entroterra delgolfo di Policastro, a 50 chilo-metri a Sud di Padula. Ilpaese, di origini medievali, èsu una collina che domina laprofonda gola del torrenteBussentino. Tutt’intorno unpaesaggio verde e intatto dovedimorano numerose specie diuccelli: dalla Tortora, da cuiprende il nome il paese, aimaestosi corvi imperiali. Do-menica 24 luglio, in questapiccola realtà rurale, haaperto i battenti il Museo

dell’uomo e della natura(Mun), una struttura polifun-zionale che nasce con lo scopodi riscoprire e valorizzare ilpatrimonio naturale e cultu-rale del territorio. Il Museo ce-lebra la bellezza e il geniodell’uomo, attraverso unampio programma di mostreed eventi su scienza, natura,paesaggistica, tecnologia, tea-tro, musica e poesia. Il nuovo polo nasce dalla col-laborazione tra la Città dellaScienza, l’associazione Dome-nico Scarlatti e la società Eri-cusa. Fra i partner dell’inizia-tiva il Wwf, la Lipu e l’IstitutoCharles Darwin international.La struttura, che si estende suuna superficie di un ettaro e

mezzo, è il frutto del recuperodi una cava dismessa, riquali-ficata e trasformata in anfi-teatro con una straordinariavista panoramica, rielabo-rando così, in chiave contem-poranea, la tradizione deiteatri della Magna Grecia. Ilmuseo, nato grazie a fondi eu-

ropei, è stato progettato e rea-lizzato per essere a basso im-patto ambientale, impiegandomateriali ecosostenibili edecologici. Estendendosi oltre iconfini regionali e nazionali,mira a diventare una realtà divalenza internazionale, grazieanche a una serie di protocolli

d’intesa con contesti esteri,anch’essi indirizzati a svilup-pare il tema del genio del-l’uomo in rapporto alla tutelaambientale e del territorio.Nello specifico, si connoteràcome un luogo articolato emultiforme, in cui, oltre afruire di mostre, sarà possibileascoltare buona musica, assi-stere a rappresentazioni tea-trali, partecipare alla presen-tazione di libri ed eventi cul-turali. I visitatori, quindi, unavolta giunti al Mun, avrannola possibilità di compiere unpercorso sempre diverso, fattodi attività culturali, ludiche epratiche che di fatto sfuggonoalla logica dei percorsi mu-seali tradizionali.

A Tortorella apre il Museo dell’Uomo e della Natura

Rosemary Fanelli

Foundation for Environmental Education Italia e Confagricol-tura hanno sottoscritto un protocollo di intesa, che ha ufficia-lizzato l’avvio di “Spighe verdi”, un progetto di valorizzazionedell’ambiente rurale, destinato ai comuni ubicati nelle zonepiù interne del Paese - e di fatto più svantaggiate. Analoga-mente al programma internazionale “Bandiera Blu”, l’eco-label attribuito alle località turistiche balneari, “Spighe Verdi”premierà i comuni virtuosi, con particolare riguardo alle te-matiche ambientali. Per il 2016, grazie all’impegno degli entiterritoriali, le “Spighe Verdi” sono state assegnate a comuniubicati in 9 diverse regioni. Tra queste eccellono la Toscana ela Campania, insignite del maggior numero di riconoscimenti:la prima con Castellina in Chianti, Massa Marittima e Casta-gneto Carducci, la seconda con Agropoli, Positano e Pisciotta.Gli altri riconoscimenti sono stati conferiti a Serralunga diCrea (Piemonte), Lavagna (Liguria), Caorle (Veneto), Matelica(Marche), Montefalco (Umbria), Ostuni (Puglia) e Ragusa (Si-cilia). Come è stato per “Bandiera Blu”, anche “Spighe Verdi”si trasformerà in un eccezionale volano di sviluppo del territo-rio. Per l’attribuzione del titolo, FEE Italia e Confagricolturahanno ideato degli indicatori per valutare le politiche di ge-stione del territorio, tra i quali l’educazione allo sviluppo so-stenibile, il corretto uso del suolo, la presenza di produzioniagricole autoctone, la sostenibilità e l’innovazione in agricol-tura, la qualità dell’offerta turistica, l’esistenza ed il grado difunzionalità degli impianti di depurazione, la gestione dei ri-fiuti e la cura dell’arredo urbano. “Spighe Verdi” non sarà soloun marchio di qualità, ma l’espressione di un processo di mi-glioramento continuo, a salvaguardia delle risorse ambientali.Affinché il programma raggiunga i risultati auspicati, sarà ne-cessaria la volontà delle amministrazioni comunali di intra-prendere un percorso di miglioramento, mediante ilcoinvolgimento della comunità e delle imprese locali. Questasinergia consentirà a “Spighe Verdi” di diventare un efficacestrumento di valorizzazione del patrimonio rurale, ricco di ri-sorse naturali e culturali.

Il progetto “Spighe verdi”per il patrimonio rurale

Entrano in lista altri siti di eccezionale bellezza e grande valore naturale

Nel Cilento nasce un polo di grande valenza scientifico-culturale, realizzato con materiali ecosostenibili

Anna Gaudioso

Tutto ha un suo equilibrio.Forse i tanti interrogatividella nostra vita possonoavere una risposta, se si os-serva il continuo svolgersidell’esistenza in tutte le sueforme. Gli ecosistemi, adesempio, per svilupparsi inmaniera naturale lo fanno dasoli e ci riescono raggiungendoil loro equilibrio, definito cli-max. Il termine deriva dalgreco klimaks, che tradotto initaliano significa “scala” e siadopera per definire l’apice diun processo di crescita. Questo termine da un puntovista scientifico si usa in eco-logia per definire la fine di unprocesso d’evoluzione di unecosistema, quando questoraggiunge l’equilibrio miglioremai raggiunto prima. Ciò chedistingue gli ecosistemi natu-rali da quelli artificiali, qualisono definiti quelli agricoli eurbani, è appunto l’interventodell'azione dell'uomo per au-mentare la loro produttività.Se ci pensiamo bene, il ter-mine equilibrio potrebbe es-sere la risposta ai tantiinterrogativi della nostra esi-stenza. L’ecosistema per rige-nerarsi naturalmente habisogno di raggiungere il suomassimo equilibrio. Quindiviene da pensare che là dove siraggiunge il massimo equili-brio può esserci una rispostapositiva, una crescita intesa intutte le sue forme. La naturatende a creare un equilibriobasato sulla sopravvivenza delmaggior numero di specie pos-sibili. Perciò, negli ecosistemi

naturali esiste un maggiorgrado di biodiversità. Il suo obiettivo è la sopravvi-venza di tutte le specie ed illoro continuo miglioramentoed adattamento. Perciò tendea far sopravvivere, e di conse-guenza selezionare, il maggiornumero di specie viventi. Innatura non importa il fatto chetutte le piante sopravvivano eproducano (anzi, questo sa-rebbe dannoso e probabil-mente incompatibile con la

vita), importa che alcune diesse (le migliori, quelle con lamaggiore capacità di adatta-mento) riescano a riprodursi.Gli ecosistemi naturali possie-dono una grande quantità diresidui organici e le piante pernutrirsi utilizzano gli oligoele-menti necessari. Ciò non ac-cade in un ecosistema agricolo,dove i terreni, dopo la raccoltadiventano aridi e hanno biso-gno dell’aiuto di fertilizzanti.Anche il suolo fa la sua parte:negli ecosistemi naturali si ri-genera da sé, diventa semprepiù fertile, soprattutto quandole piante e gli organismi ani-mali che in esso vivono sononumerosi. In questo meccani-smo l'azione dei funghi e deibatteri trasformatori diventaimportante per garantire lacrescita e l'equilibrio di questatipologia di ecosistemi, chesono preziosi per il nostro pia-neta perché costituiscono ri-serve di ossigeno e di cibo,oltre che importantissimi fat-tori per il controllo climatico enon solo: se si pensa che lamaggior parte dei farmaci uti-lizzati a livello mondiale sonodi origine vegetale e sfruttanoi principi attivi delle piante, cisi renderà presto conto quantola nostra salute dipenda dallavitalità degli ecosistemi natu-rali e della biodiversità in essipresente.

GLI ECOSISTEMI NATURALISono preziosi per il nostro pianeta perché costituiscono riserve di ossigeno e di cibo

I microrganismi sono suddi-visi in un numero elevatis-simo di specie, operanopraticamente ovunque, inogni tipo di terreno.Invisibili all’occhio umano,sono quelli che decompon-gono e riciclano la materiaorganica. Un grammo disuolo contiene circa un mi-lione di microrganismi. Ap-partengono al regno dellemonere (i batteri) dei prote-sti (i protozoi) dei funghi (lie-viti e muffe). Ci sono poi ivirus che non sono conside-rati né viventi né non viventiperché possono vivere e ri-prodursi solo a spese dellecellule che li ospitano.I funghi sono organismi chedipendono direttamentedalla materia organica, vivao morta. Gran parte dellamateria organica che produ-cono viene poi ulteriormentedegradata da altri microrga-nismi. I funghi comprendonoi lieviti (unicellulari), lemuffe e i funghi veri e propri.I batteri, che sono microrga-nismi unicellulari, sono pre-senti ovunque si manifesti la

vita. Sono quasi invisibili:per dare un esempio, un pun-tino della lettera “i” ne po-trebbe contenere 250mila.Pur essendo così piccoli, rive-stono un’importanza straor-dinaria per il suolo. Infatti,la sua fertilità può essere mi-surata dalla quantità di bat-teri presenti. L’opera di questi batteri èalla base della decomposi-zione della materia organica,la quale, così trasformata,può essere assimilata dallepiante. Le piante, nel corso della loroesistenza, producono in pro-prio il cibo a partire dai nu-trienti provenienti dal suolo.Quando una pianta muore,

l’energia e i nutrienti restanoimprigionati nelle sue fibre.Un animale che si nutre diuna pianta consuma sial’energia che i nutrienti rac-chiusi nel cibo; la parte chenon viene consumata dal-l’animale resta come mate-riale di scarto. Quindi unaparte di energia e di nu-trienti rimane intrappolatain questi resti. Alla mortedell’animale, parte dell’ener-gia della pianta resta nel suocorpo. A questo punto en-trano in gioco i decompositoriche procedono al riciclo ditutta quanta l’energia e deimateriali presenti nei restidegli animali e in tutta lamateria organica morta. A.G.

Il “lavoro duro” dei decompositoriUn grammo di suolo contiene circa un milione di microrganismi

La cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica

Rossella Femiano

In Sardegna, nel cuore del SulcisIngle-siente, diversi sono gli studi sperimen-tali implementati presso il CentroRicerche Sotacarbo - Grande MinieraSebariu:- tecnologie ad “impatto zero” per la ge-nerazione/trasferimento di energia dacarbone e biomassa;- produzione di combustibili liquidi apartire dal carbone;- tecnologie di pre e post-combustioneCCS- integrazione tra tecnologie di produ-zione dell’energia da risorse rinnova-bili (biomassa e solare) ed impiantitermoelettrici alimentati con combu-stibili fossili;- tecnologie di ossicombustione.In questo scenario, ogni anno l’AgenziaNazionale per lenuove tecnologie,l’Energia e lo sviluppoeconomico sostenibileENEA, quale stake-holder del progetto diR&D, insieme alla Re-gione Sardegna pro-pone l’“InternationalSulcisSummer Schoolon CCS Technologies”.Dal 28 giugno all’ 1 lu-glio 2016, alla pre-senza di 37 parte-cipanti tra laureati,dottorandi e dottori diricerca, si sono avvi-

cendate sessioni di approfondimentosull’unica tecnologia in grado di cattu-rare almeno il 90% della CO2 deri-vante dalle principali fonti di emissionidel mondo. I combustibili fossili (carbone, gas na-turale e petrolio) attualmente sono lanostra principale fonte di energia inquanto le fonti rinnovabili di energiaproducono solo il 13% del nostro fabbi-sogno e tale percentuale potrà salirefino ad un 30% nel 2030. Di fatto, se-condo una statistica condottadall’In-ternational Energy Agency (IEA), nel2007, l’81,1% delle fonti di energia pri-maria è rappresentata dai combustibilifossili. Le centrali termoelettriche el’industria pesante sono i maggiori re-sponsabili delle emissioni di CO2 in at-mosfera: il 52% delle emissioni globalipari a circa 15 miliardi di tonnellate/

anno. Le alte concentrazionidi CO2 in atmosferastanno incidendo sul“Global Warming” ese non si adottano mi-sure adeguate i cam-biamenti climaticidiventeranno irrever-sibili. La sola tecno-logia di estrazione estoccaggio del biossidodi carbonio che potràcontribuire ad una di-minuzione del 20%entro il 2050 è la CCS(con la realizzazione

di 3400 impianti di scala commerciale).Per la cattura della CO2 le azioni sonotre: pre-combustione della CO2;ossi-combustione;post-combustione. Unavolta catturata, la CO2 viene com-pressa allo stato liquido per il tra-sporto (via gasdotto o via naviserbatoio) e lo stoccaggio nel sotto-suolo. In particolare, sia i reservoir dipetrolio/gas (fino a 5000m) sia gli aqui-feri salini profondi (da 700 a 3000m)

sono dotati di uno strato poroso ingrado di assorbire la CO2 liquida eduno strato di roccia impermeabile ca-pace di intrappolare la CO2. La sicu-rezza dello stoccaggio aumenta con iltempo grazie a intrappolamento resi-duo (nei pori di dimensioni inferiori),intrappolamento per dissoluzione(nell’acqua salina), intrappolamentoper mineralizzazione (dissoluzione eprecipitazione della CO2).

COSTRUIRE SOSTENIBILE CON MOZZICONI DI SIGARETTAFabiana Clemente

Inquinamento ambientale! Unfenomeno che non accenna aregredire. Tuttavia, sono moltele proposte per arrestarne lacorsa. I mozziconi di sigarettagiocano, purtroppo, un ruolo diimportanza primaria. Circa6000 miliardi di sigarette ven-gono prodotte ogni anno, pro-ducendo all’incirca 1,2 milionidi tonnellate di rifiuti. Cifre incontinuo aumento, destinate araddoppiare fra dieci anni, acausa di un aumento della po-polazione mondiale. Il lorosversamento per strada causaun rilascio di sostanze tossiche– presenti nei filtri. Nella fat-tispecie, gli agenti nocivi di-spersi nel terreno sonol’acetato di cellulosa, arsenico,cromo, nichel e cadmio. Il loro

degrado richiede moltissimianni, e nel frattempo hannocontribuito in modo significa-tivo ad inquinare l’ambiente.Come fare per scongiurare ilpericolo? Ogni campagna disensibilizzazione, per infor-mare i cittadini circa la gravitàdella situazione, non ha sortitol’effetto sperato. Molte le pro-poste da studi autorevoli neltentativo di ridurre il feno-meno e trovare la soluzione alproblema. Il risultato? La solu-zione risiede nel problema. Unvalido rimedio proviene dal-l’australiana RMIT Univer-sity. Un team di ricercatori,guidato dal Dr. Abbas Mohaje-rani – docente presso la Schoolof Engineering della RMITUniveristy – ha ideato unanuova formula per la produ-zione di mattoni per l’edilizia.

L’ingrediente segreto? I mozzi-coni di sigaretta. Ovvero, ma-teriali derivanti da essi. Almomento, sono stati impiegatiin un rapporto dell’1% rispettoal totale. Ma secondo gli stu-diosi basterebbero anche solo il2,5 % della produzione totaledi mattoni a livello mondiale,per compensare la produzioneannuale di sigarette su scalamondiale. Una bonifica a 360

gradi! Risollevare le sorti del-l’ambiente! Ma non solo! Rea-lizzare mattoni con mozziconidi sigarette, comporterebbe unrisparmio di energia per laproduzione di circa il 58%.Inoltre, sono simili soltantoesteticamente, mentre risul-tano più leggeri ed isolanti ri-spetto ai mattoni concorrenti.

Ergo, favoriscono un notevolerisparmio dei consumi energe-tici domestici. In un solo pro-dotto è racchiuso un duplicebeneficio. Rispondere all’emer-genza ambientale da un lato,offrire una nuova possibilitàedilizia sostenibile. L’ambienteringrazia due volte!

(Foto www.casaeclima.com)

Le centrali termoelettriche e l’industria pesante sono i maggiori responsabili delle emissioni di CO2 in atmosfera

Una nuova formula per la produzione di mattoni per l’edilizia

Volare in modo ecosostenibile

Anna Paparo

È un’idea tutta italiana quella di rica-vare carburante dai semi di tabacco.Messa su dall’azienda ligure “Sun-chem” e dall’Università di Piacenza, èuna vera e propria rivoluzione ecoso-stenibile, che ha permesso il 15luglioal primo aereo di linea di volare in Su-dafrica alimentato per metà dal bio-carburante. I riflettori sono tutti puntati suun’azienda ligure di Arma di Taggia(Imperia), la Sunchem, guidata dal-l'imprenditore Carlo Ghilardi, che incollaborazione con un gruppo di ricer-catori dell'Università cattolica di Pia-cenza, coordinati dallo scomparsoprofessor Carlo Fogher, nel 2007 habrevettato un processo per estrarrebiocarburante dai semi del tabacco. Ericerca dopo ricerca, nel 2011 ha otte-nuto il seme “Solaris”, ideale per que-sto scopo, in quanto non ogm, nonalimentare e senza nicotina. Il nuovo progetto, sfruttando appienoquesta “nuova” pianta priva di nico-tina, consente di dare una mano al-l'economia delle aree rurali senzadanneggiare le coltivazioni o compro-mettere l'approvvigionamento idrico.Così, grazie a questa fantastica sco-perta, un Boeing di linea della compa-gnia sudafricana SAA ha volato daJohannesburg a Città del Capo ali-mentato per il 50% da biocarburante

ricavato dal seme di tabacco Solaris.In particolare, il Sudafrica si è impe-gnato a ridurre le sue emissioni diCO2 del 34%entro il 2020 e del 42%entro il 2025. In questo vero e proprioprocesso di “trasformazione verde”non si è tirata indietro neanche lacompagnia aerea di bandiera che hadetto di volere utilizzare nei suoiaerei, biocarburanti “fatti in casa”entro il 2017. Motivo di orgoglio e di grande emo-zione per Carlo Ghilardi, fondatoredella Sunchem, questo biocarburanterappresenta un’ulteriore vittoria delMade in Italy. Inoltre, il direttore ope-rativo di Sunchem, Sergio Tomma-sini, in un’intervista rilasciata aBusiness Journal Liguria, ha spiegatoche l'azienda sta cercando di raggiun-gere un accordo per lo sviluppo esfruttamento dei biocarburanti conBoeing Italia, ENI, Alitalia, DeltaFina e centri di ricerca, sottolineandoche da 1ettaro di coltivazione di ta-bacco energetico si potrebbe avere unamedia di produzione di sementi da 6a 10tonnellate e oltre, con più raccoltedurante l'anno. Il seme contiene circail 40% di olio e dalla spremitura afreddo potremmo avere il 33-34%diolio grezzo e il 65% di panello proteico.Se ne può ricavare olio per biocarbu-ranti e jet-fuel per l'aviazione e, utiliz-zando i residui, mangimi animali ebiomassa per fini energetici.

In Sudafrica si viaggia in aereo grazie a biocarburante italiano ricavato dal tabacco

Manca poco più di un mese alla na-scita della prima “Arca di Noè”mondiale dei ghiacci, un progettopromosso dal Consiglio Nazionaledelle Ricerche (acronimo Cnr) incollaborazione con l'Università Ca'Foscari di Venezia per salvare lamemoria custodita dai ghiacci. Lacarote di ghiaccio raccolte sarannoconservate per secoli in Antartide,nella base italo-francese “Concor-dia”.Il progetto prevede l’inizio dei la-vori per il quindici di agosto e saràcaratterizzato dall’estrazione a benquattro mila trecento metri di al-tezza di tre carote di ghiaccio, lun-ghe cento trenta metri per ladurata di circa un mese.I campioni prelevati rappresente-

ranno i primi “volumi”, che, dopoessere trasportati a valle e analiz-zati, saranno trasferiti nel 2020 in

Antartide e conservati per secoli inuna grotta a ben meno cinquanta-quattro gradi centigradi scavatasotto la neve. Questa idea rivolu-zionaria che prevede la creazionedi quest’Arca “speciale”, capace dicustodire campioni di ghiaccio pre-levati in decine di ghiacciai sparsiin tutto il mondo nasce in rispostaal problema del riscaldamento glo-bale. E le carote del Monte Biancosaranno le prime ad essere campio-nate. Proprio perché la temperaturadella Terra sta aumentando avista d’occhio portando alla distru-zione di molti ghiacciai e alla per-dita dei preziosi dati scientifici checustodiscono al loro interno, nascequesta idea portando un po' di spe-ranza. Come ha ben sottolineato il promo-tore italiano del progetto, nonché

direttore dell'Istituto per la dina-mica dei processi ambientali delCnr e professore all'università Ca'Foscari, Carlo Barbante, «la nostragenerazione di scienziati, testi-mone del riscaldamento globale, hauna grande responsabilità verso legenerazioni future. Per questo doneremo campioni dighiaccio provenienti dai più fragilighiacciai alla comunità scientificadei decenni e dei secoli a venire,quando questi ghiacciai sarannoscomparsi o avranno perso la qua-lità dei loro archivi». E creare quest’arca di Noè deighiacci rappresenta un’idea al-quanto originale, ma nello stessotempo provvidenziale per trovareuna possibile soluzione allo sciogli-mento dei ghiacciai dovuto al ri-scaldamento globale.

A.P.

I GHIACCI SONO PRONTI A SALIRE SULL’ARCA DI NOÈ

Nuovo progetto contro il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai

Spaghetti, fusilli, mezzi ziti e ri-gatoni. Da condire con il ragù,con il pesto, con la panna, darimpinzare con la carne maci-nata o da gustare con burro eparmigiano. Purché siano aldente. Pasta, piatto forte dellatradizione gastronomica ita-liana, demonizzata dai dietologi,ma immancabile sulle tavole dinoi italiani, al punto da averciresi i primi consumatori ed iprimi produttori al mondo. Ilsettore rappresenta il polo piùimportante dell’industria ali-mentare italiana e vale da soloun quinto delle esportazioni, conun importo pari a 18,5 miliardidi euro l’anno. Peccato che la produzione digrano non riesca a coprirne ilfabbisogno. A causa di questodeficit, le industrie pastaie,salvo poche eccezioni, sono co-strette ad importare il cerealedall’estero, per colmare un defi-cit medio annuo di circa 2 mi-lioni di tonnellate, pari al 40%circa della richiesta totale. Ilgrano duro acquistato dal-l’estero proviene per lo più daUcraina, Stati Uniti, Turchia e

Venezuela. A pagarne lo scottosono soprattutto i consumatori,che pure acquistando pasta“made in Italy”, si ritrovano nelpiatto muffe e micotossine, pre-senti nel grano di importazioneperché soggetto ad una diversapolitica di controllo sulla filiera,ma anche per le modalità di im-portazione della materia prima.Il grano, infatti, viene stipatoper settimane nelle navi cargo,dove umidità, calore e carenzadi areazione creano un am-

biente favorevole alla prolifera-zione di queste sostanze tossi-che, che confluiscono anche nelprodotto finale, seppure nei li-miti di tolleranza stabiliti dallanormativa comunitaria. I diktat dell’industria e del pa-lato, che richiedono un massic-cio quantitativo del grano duro,a discapito delle altre varietà,ha comportato un aumento delleimportazioni, con la conse-guente moltiplicazione di malat-tie ed intolleranze, molte delle

quali sarebbero imputabili pro-prio alla presenza delle micotos-sine. I consumatori non hannoalcun modo per difendersi, per-ché la dicitura “made in Italy”,presente sulle confezioni, para-dossalmente è corretta, perchéfa riferimento alle operazioni ditrasformazione del grano, ma-cinato in semola e poi miscelatocon l’acqua. Secondo la norma-tiva, queste due operazioni con-dotte sul nostro territoriolegittimano la dicitura “made in

Italy”, ad appannaggio dell’in-dustria pastaia, che senza ricor-rere a questi accorgimenti nonpotrebbe soddisfare le richiestemondiali. Nell’attesa che il con-flitto tra ragioni dell’industria econsumatori finisca, noi umilied appassionati consumatori dipasta, continueremo a gustarefumanti piatti di spaghetti, con-diti un pizzico di micotossine.Con tanto “sano” appagamento,del palato e della mente.

Ros.Fa.

Fabio Cuoco

La dieta vegana, si sa, è limi-tata, in quanto non forniscetutto ciò di cui l’organismo habisogno, come le proteine di ori-gine animale o la grossa moledi omega 3 presente nel pesce.Ciononostante, questo stile divita non è necessariamentesbagliato: si può, infatti, vivereuna vita salutare anche sce-gliendo la strad vegana, anzi,prediligendo le verdure e gliortaggi, si combatte il rischio dicolesterolo in eccesso e di altrepatologie gravi e non gravi chepossono colpire il nostro orga-nismo. Di recente, molti gior-nali hanno pubblicato delle fotodi un bambino, cresciuto daigenitori con alimentazione ve-gana, ricoverato in un ospedalein condizioni molto precarie.Questo bimbo è stato il manife-sto dei non vegani contro que-sto stile di vita, che hannotentato di equiparare la dietavegana alla malnutrizione.Questa criminalizzazione me-diatica ha scatenato l’ira ditutti i vegani d’Italia, i quali,sostenuti dalla SSNV, la so-

cietà scientifica di nutrizionevegana, hanno evidenziatocome il bambino malnutritofosse cardiopatico e, di conse-guenza, si trattasse di un pre-testo per sostenere la causadell’industria zootecnica.Gli stessi, inoltre, hanno invi-tato a porre l’attenzione, piut-tosto, sui bambini che vengonomalnutriti in eccesso, ossia chepresentano problemi di obe-sità. La strumentalizzazione,di cui parla l’SSNV, risulta evi-dente analizzando i dati: ognianno, il centro contro l’obesitàinfantile dell’Ospedale Gelsinidi Genova, eroga 380 visite am-bulatoriali ed altrettanti rico-veri a causa di una dietasquilibrata a cui i genitori sot-

topongono i propri figli. Sistima che ben il 46% dei bam-bini presenta problematichecome l’ipertensione ed altre pa-tologie collegate all’errata edeccessiva alimentazione. Nonvi sono, inoltre, casi di ricoveridi bambini vegani. Un altrodato interessante proviene dalsistema di sorveglianza in etàinfantile del Ministero dellaSalute, “OKkio alla salute”, se-condo cui i bambini tra i 6 e gli11 anni con problemi di eccessoponderale sarebbero oltre 1 mi-lione. Probabilmente, dunque,la dieta vegana non sarà la piùcorretta, ma di certo non pro-voca sintomi di malnutrizioneper difetto, come sostenuto er-roneamente dai media.

Quando la pasta è Made in Italy

Il Villaggio dei Sapori del SudUn viaggio tra storia, natura e gastronomia

La valorizzazione delle tipi-cità locali e delle proprie tra-dizioni al fine di garantireuna più ampia offerta turi-stica integrata anche ponen-dosi quale obiettivo la“destagionalizzazione”delflusso turistico è il principiocardine alla base del pro-getto “Villaggio dei Saporidel Sud - Un viaggio tra sto-ria, natura e gastronomia”candidato dai Comuni diMontecorvino Pugliano ePontecagnano Faiano a par-tecipare all’avviso pubblicoapprovato dalla RegioneCampania con D.D. n.68 del20 giugno 2016.Sono già due le edizioni del“Villaggio dei Sapori delSud” che hanno visto la par-tecipazione di migliaia di vi-sitatori prevalentemente delSud Italia rappresentandouna vera e propria “vetrina”di degustazione ed esposi-zione dei prodotti tipici delmeridione con oltre ventiespositori. Le eccellenzedella filiera agroalimentarein mostra: dal grano allamozzarella, dal pomodoro,

all’olio, dai legumi ai prodottidella zootecnia, i prodottidella quarta gamma qualefiore all’occhiello di Ponteca-gnano Faiano. Elemento dinovità e di grande forza delnuovo progetto proposto èproprio il gemellaggio con ilComune di MontecorvinoPugliano in quanto laddovevi sia una più marcata inte-razione territoriale, le siner-gie aumentano favorendo unmarketing territoriale piùampio e, sicuramente, dimaggior rilievo.Un network di visite guidate,iniziative ed eventi con-giunti, coinvolgimento dellescuole con concorsi e labora-tori sull’agroalimentare esulla tutela ambientale: que-sti i principali strumenti chesi vogliono adottare ancheper favorire una conoscenzadegli attrattori turistici pre-senti in entrambi i comuni: ilMuseo e Parco Archeologicoa Pontecagnano Faiano, ilBosco di San Benedetto in-sieme ad alcune Masseriepresso Montecorvino Pu-gliano. Ros.Fem.

Nessun nesso tra la dieta vegana e la cosiddetta malnutrizione

Il settore rappresenta il polo più importante dell’industria alimentare nazionale

Fabio Cuoco

Non esiste estate in cui non simanifestino i malanni di sta-gione, solitamente dovuti alcaldo, al sole e la tanto sospi-rata vita all’aria aperta che, inqualche modo, ci espone al ri-schio di infezioni e di malattie.Nello specifico, gli espertihanno individuato cinque ma-lattie più diffuse e comuni delperiodo estivo, vale a dire infe-zioni cutanee, gastroenteriti eintossicazioni alimentari, al-lergie da puntura di insetti,reazioni da contatto e colpi disole e di calore. L’AssociazioneMondiale per le malattie infet-tive ed i disordini immunolo-gici, a questo proposito,fornisce preziosi consigli perprevenire la maggior partedelle situazioni a rischio.Per quanto concerne le infe-zioni cutanee, si parla sostan-zialmente di impetigine,un’infezione batterica moltocontagiosa, che colpisce preva-lentemente i bambini e causavesciche-bolle che si risolvononel giro di una settimana. Èconsigliabile un trattamento abase di antisettici, per ammor-bidire ed eliminare le croste,oltre all’uso di antibiotici to-pici da applicare 2-3 volte algiorno per almeno una setti-

mana dopo la scomparsa dellevesciche. In merito alle intos-sicazioni alimentari, è sempli-cemente consigliato mangiaresolo prodotti di cui si conoscela provenienza, in particolareè possibile riconoscere, ancheal supermercato, quei pro-dotti, specie quelli freschi, cheevidenziano i dati di produ-zione e di confezionamento,

oltre alla provenienza geogra-fica. Per quel che riguarda, invece,le allergie da puntura di in-setto, in particolare api e ve-spidi, causano reazioni chevariano da una semplice eru-zione pomfoide ad uno shockanafilattico che, se non curatoper tempo, potrebbe causare lamorte della persona punta.

Da non sottovalutare anche lepunture di zanzara, specie peri bambini, che devono essereprevenute rispettando le normeigienico sanitarie.Le reazioni da contatto riguar-dano, in special modo, la mi-cosi da piscina, piuttostocontagiosa e favorita dal con-tatto diretto e la frequenta-zione di luoghi pubblico con

scarso rispetto delle normeigieniche.Infine i colpi di calore: in que-sto caso gli esperti ci invitanoa seguire le buone norme notea tutti, come ad esempio beremolta acqua per idratarsi,all’aperto bagnarsi la testa fre-quentemente ed evitare atti-vità fisica durante le ore piùcalde.

Batteri intestinali: il nuovo segreto della longevità

Per secoli si è cercata una so-luzione in grado di contra-stare l’avanzare del tempo evivere più a lungo. Mangiaresano, alimenti ricchi di an-tiossidanti, regime alimen-tare anti-age, supporto diintegratori e multivitaminici.Molte le proposte da studiautorevoli. Molti i tentativifinalizzati a dare una svoltasignificativa. E se il segretodella longevità si celasse neibatteri intestinali? A soste-gno di questa tesi c’è uno stu-dio pubblicato sulla rivistaCurrente Biology. La ricerca è stata messa apunto dall’Università AlmaMater Studiorum di Bolognae dell’Istituto di tecnologiebiomediche del Consiglio Na-zionale delle Ricerche di Se-grate Milano. Secondo lo

studio, la flora batterica dichi arriva ai cento anni di etànon invecchierebbe comequella degli altri. Sarebbe,infatti, immune alla fisiolo-

gica scomparsa dei microrga-nismi buoni a beneficio diquelli nocivi. È stato isolatoun particolare microbiota diun gruppo eterogeneo di cit-

tadini residenti nella provin-cia di Bologna. È stato poiconfrontata la flora intesti-nale di 24 semi-supercente-nari - di età compresa tra i105 e i 110 anni – con quelladi alcuni centenari – dai 99 ai104 anni – anziani e adulti. Irisultati dell’indagine hannoportato alla luce l’esistenza,nella flora intestinale, di unasorta di nucleo fisso costituitoda batteri appartenenti allefamiglie Ruminococcaceae,Lachnospiraceae e Bacteroi-daceae. Queste specie sonopresenti in persone sane eproducono molecole essen-ziali per il benessere di tuttol’organismo. Tali batteri,purtroppo, con l’avanzaredell’età diminuiscono drasti-camente. Sostituite da speciepro-infiammatorie. Nelle per-

sone più longeve, il micro-biota sembra non invec-chiare, non vi è proliferazionedi batteri nocivi. Diversa-mente, nell’intestino dei cen-tenari vi è la proliferazione dimicrorganismi buoni – la cuiazione è soprattutto quellaantinfiammatoria. Inoltre, favoriscono la buonasalute dell’epitelio intesti-nale. Nei supercentenari aumentaanche la concentrazione deibatteri della famiglia Chri-stensenellaceae, batteri pre-senti in persone con unbuono stato di salute. La flora intestinale, dunque,gioca un ruolo strategico nelcorretto funzionamento delsistema immunitario e delmetabolismo energetico.

F.C.

Le malattie più diffuse in estateUn piccolo vademecum per combattere i sintomi dei malanni estivi

Giocano un ruolo strategico nel corretto funzionamento del sistema immunitario e del metabolismo energetico

Antonio Palumbo

È sempre più frequente l’uti-lizzo seriale di oggetti in pla-stica (per la maggior partericiclati) per realizzare archi-tetture ecosostenibili e chepresentano spesso effetti disorprendente bellezza ed inso-spettate valenze estetiche.Tra i progetti che hanno vistola luce nell’ultimo decennio nericordiamo solo alcuni tra ipiù interessanti.Fast Archi-tecture dello Studio Ghigos èun padiglione che ha ospitatoi lavori tenutisi durante i“workshow” di NABA al Sa-lone del Mobile 2006 e che èstato poi autogestito dagli stu-denti per iniziative in conti-nuo divenire: la struttura èstata allestita con taniche chediventano mattoni e creanopareti leggere che possono cre-scere e allungarsi all’infinito.Per il Ristorante Morimoto,realizzato a New York nel2006, Tadao Ando ha intesoconferire un effetto altamentescenico all’interno del localeprogettando una parete conbottiglie di plastica da mezzolitro, riempite di acqua mine-rale ed illuminate da unaserie di led bianchi, che confe-riscono alla stessa un grandeimpatto visivo. Il progetto per la Plastic Bot-tle School, costruita a SanPablo (Filippine) dalla MyShelter Foundation, ha vistoimpegnata in prima lineaanche la Pepsi. L’edificio èstato realizzato principal-mente con bottiglie d’acqua inplastica riciclata da 1,5-2 litri,che sono state tenute assiemecon paglia, foglie di mais e ar-gilla essiccate e barre d’ac-ciaio, e si è rivelato piùresistente delle altre strutturein cemento armato.In Nigeria, la DevelopmentalAssociation for RenewableEnergies sta realizzando abi-tazioni ed edifici scolastici uti-lizzando bottiglie di plasticariempite con sabbia e legateda una fitta rete di corde. Lebottiglie vengono poi compat-tate grazie ad un misto difango e cemento, molto più re-sistente dei semplici blocchi dicalcestruzzo. Le costruzioni,antisismiche ed ignifughe,sono in grado di resistereanche ai proiettili. Il progettoè stato finanziato dall’AfricanCommunity Trust, una ONG

con sede a Londra.All’interno del complesso pergli uffici della Danone a Tokyoalcuni divisori sono stati rea-lizzati da Klein Dytham inte-ramente con bottiglie damezzo litro di acqua Evian,accatastate verticalmente edimpilate su fili che si esten-dono dal pavimento al soffitto,per creare un divisorio traspa-rente.Il futuristico padiglione espo-

sitivo Eco Ark Pavilion, realiz-zato a Taipei da ArthurHuang con un milione emezzo di bottiglie di plasticariciclate, con i suoi nove piani,è un progetto originale ed eco-sostenibile. Per garantire lastabilità strutturale necessa-ria e la resistenza ai fenomeniatmosferici, l’architetto haprogettato degli innovativimattoni, chiamati “Polli-bricks”: questi, ottenuti da

bottiglie in plastica rimodel-late in moduli da costruzionefacilmente assemblabili e ca-paci di sopportare la violenzadegli elementi, hanno garan-tito ai visitatori uno spazioprotetto e sicuro ed apertonuovi orizzonti all’edilizia eco-sostenibile del futuro.Infine, l’intervento più recenteriguarda un progetto piccoloma dal forte carattere socialeed ambientale. Si tratta di un

edificio ideato per la città diBandung, in Indonesia, dalloStudio SHAU: la TamanBima Microlibrary è una bi-blioteca di circa 160 metri edè il primo prototipo di unaserie di biblioteche di quar-tiere pensate per diverse cittàindonesiane. La particolaritàdella struttura è costituita ap-punto dalla pelle esterna, rea-lizzata utilizzando barattoli digelato in plastica usati.

Costruire con gli involucri di plasticaAlcuni interessanti progetti realizzati nell’ultimo decennio

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Ma accanto a considerazionipolitiche e socio-culturali, sonoda mettere in evidenza almenodue casi letterari di uno spes-sore notevole non solo per la no-stra storia della letteratura:Ferdinando Russo e SalvatoreDi Giacomo (1860-1934). Ilprimo per la spontaneità, lapassionalità e l’immediatezzadella lingua e dei testi (canzoni,poesie, poemetti) (si pensi allaTammurriata palazzola, a ‘OLuciano d’ ‘o rre o ‘O surdato ‘eGaeta che gli valsero ancheun’accusa di “borbonismo” oalle tante poesie ingiustamenteconsiderate secondarie); il se-condo per l’uso consapevole diparole, figure e temi, per le ac-curate scelte linguistiche chehanno “fermato” l’uso el’espressione di una buonaparte della nostra lingua. Pro-fondo conoscitore di poesie clas-siche e italiane, Di Giacomo,“poeta” (come amava definirsisui suoi biglietti da visita) haalternato momenti di studiataletterarietà a momenti di altapoesia (si pensi solo a Era demaggio o alla Luna nova o allastessa Marechiaro, che l’autore

stesso “teneva sullo stomaco”per l’eccessivo successo). E pro-prio dalla canzone napoletanae dalla sua storia si potrebbepartire per approfondire anchela storia della nostra lettera-tura e della nostra lingua: daTe voglio bene assaie (e le sueparodie) del 1835 al nostro innonazionale ‘O sole mio che dapoco ha compiuto un secolo,dalla Luna rossa (che di annine ha compiuti cinquanta) alletantissime e dimenticate com-

posizioni del dopoguerra e dellostesso Festival di Napoli, esisteun patrimonio immenso di pa-role ancora tutte da conoscere eda studiare anche per eviden-ziare (quando è possibile) unacontinuità qualche volta inin-terrotta (si pensi a Donna Cun-cetta, a Lazzari felici o a Terramia dello stesso Pino Daniele o,sotto l’aspetto storico-lingui-stico e anche socio-linguistico,ai testi dei cantanti napoletanipiù recenti e popolari). Da stu-

diare e da analizzare, poi, ai finidi una più completa ricostru-zione della storia della nostralingua, l’uso consapevole delnapoletano nelle stesse comme-die (e nelle poesie) di EduardoDe Filippo (con le frequenti tra-duzioni immediate nel corsodella recitazione o l’uso altret-tanto frequente di parole e co-struzioni italiane) o dello stessoMassimo Troisi (e le sue inter-viste quasi sempre concesseesclusivamente in napoletano).

Il Rinascimento artistico e letterarioDa Ferdinando Russo a Salvatore di Giacomo a Eduardo fino a Pino Daniele e Massimo Troisi

ConclusioniNon avevamo certo la pre-tesa di esaurire un argo-mento così ampio in cosìpoco tempo: l’augurio chepossiamo farci è quello dicontinuare a fare insiemequesti appassionanti “viagginel tempo”. Esistono mi-gliaia e migliaia di testi mailetti, catalogati o studiati dalTrecento ad oggi, dai primidocumenti ufficiali alleprime villanelle, dalle favolepopolari alle canzoni dei fe-stival del dopoguerra, mi-gliaia di libri che nessuno haaperto e migliaia di libri chepotremmo ancora scrivere.Obiettivo di questi studi eraproprio questo: non contrap-porre due lingue, due lette-rature, verrebbe quasi vogliadi dire due nazioni, quellanapoletana e quella italiana,entrambe con una storia eduna dignità forse uniche almondo, ma approfondire laconoscenza della primasenza rinnegare la seconda,per ritrovare quell’identitàdi cui oggi più che mai, inItalia come in Europa, ab-biamo bisogno.

(Settima e ultima parte)

Rosario Maisto

Un particolare episodio è acca-duto a Genova, dove unamamma scrofa con dieci cin-ghialetti ha deciso di migliorarela propria cultura e trasferirsi-presso la facoltà di Scienze Poli-tiche dell’Università di Genova.La sua presenza in allatta-mento, tuttavia, non è stata gra-dita dalle autorità, per cui èstato organizzato un blitz percatturare la famigliola, che erastata “adottata” da alcuni ani-malisti del luogo. L’operazione èriuscita a far sloggiare gli inso-liti universitari della facoltà, se-parando la famigliola. Lafemmina è riuscita a fuggire contre dei piccoli, mentre sette sonostati catturati, marcati e rila-sciati in un vicino bosco. Mal-grado si parli di invasioni dicinghiali, questi “cittadini” sonoristretti a qualche centinaio dimetri: Genova è una città conun perimetro di oltre 40 km checonfina con boschi abbandonati,per cui i cinghiali fanno duepassi e si ritrovano in città, “adaiutare” poi si aggiunge la manodell’uomo che offre loro cibo ab-bandonando i rifiuti fuori daicassonetti, attrattiva irresisti-bile per un animale affamato. Sitratta di animali grandi e pos-sono rappresentare un pericoloper la circolazione, infatti di in-cidenti con cinghiali sprovveduti

sono già riportati in alcune cro-nache locali, inoltre possono fardanni alle aree verdi, o in casiestremi rappresentano un peri-colo per i cani. Ma allora cosa si deve fare? Gliabbattimenti non sono la pezzaal problema, la soluzione piùovvia sarebbe creare una bar-riera elettrificata che separi am-biti naturali e ambiente urbano. Oltre ai cinghiali,a Roma daqualche giorno una coppia dicornacchie grigie spaventa gliabitanti di un condominio, e ungabbiano ha nidificato sullachiesa dell’Angelo a Pozzuoli at-taccando alcuni passanti.

Quello che manca è l'idea gene-rale che la presenza di tanti ani-mali in città rappresental’essenza del mutamento, chedeve essere compreso e gover-nato,gli animali occupano neltempo, le nicchie più estreme, elasciare vuoto uno spazio poten-zialmente idoneo come le nostrecittà rappresenterebbe ungrande spreco per loro, ma èanche l’opportunità per unagrande lezione di ecologia, e diaccettazione del diverso, per noi,che abbiamo occupato già cosìtanto del loro spazio.

(seconda parte)(Foto di Filip Dabrowski)

Anche gli animali selvatici vengono a vivere in città

Cambiamenti ciclici nell'incli-nazione dell'orbita nel corso dimilioni di anni hanno modifi-cato le condizioni climatiche diMarte fino a generare ere gla-ciali, del tutto analoghe a quelleterrestri. I segni di queste eresono rimasti nei depositi dighiaccio che si trovano in corri-spondenza dei poli, e ora sonostati osservati grazie ai datiradar registrati dalla missioneMars Reconnaissance Orbiterdella NASA. I dati riportano untasso accelerato di accumulo dighiaccio nello strato superfi-ciale, tra 100 e 300 mt di pro-fondità delle calotte polari.Infatti, le osservazioni radardella calotta glaciale permet-tono di ricostruire la storia det-

tagliata dell'accumulo di ghiac-cio e dell'erosione associata alcambiamenti climatici. Come laTerra, anche Marte va incontroa cicli stagionali e annuali, maanche cicli più lunghi, che in-fluiscono sulla distribuzione delghiaccio. Questi cicli più lunghipotrebbero essere più pronun-

ciati sul Pianeta Rosso, e que-sto perché su scale temporali dimilioni di anni, l'inclinazionedell'asse di rotazione marzianocambia in misura notevole, finoa circa 60°,in confronto, l'incli-nazione dell'asse terrestrevaria di circa 2° nello stesso pe-riodo. Su Marte, dunque, l'inso-

lazione di un certo punto dellasuperficie può variare molto sullungo periodo, ed è per questoche a tutte le latitudini la sta-bilità del ghiaccio cambia note-volmente. Poiché su Marte ilclima fluttua seguendo legrandi oscillazioni dell'asse dirotazione, il ghiaccio oggi è di-stribuito diversamente rispettoal passato. Le misurazioni dello spessoredel ghiaccio fornite dal MarsReconnaissanceOrbiter mo-strano che a partire dalla finedell'ultima era glaciale mar-ziana, circa 370.000 anni fa, sisono accumulati sui poli circa87.000 Kc di ghiaccio, la mag-gior parte dei quali sul PoloNord. Si tratta di una quantità

di ghiaccio sufficiente a rico-prire l'intera superficie del pia-neta per uno spessore di 60 cm.Lo studio dell'accumulo dei de-positi polari di ghiaccio suMarte, apre una nuova pro-spettiva per lo studio dei para-metri planetari, come l'eccen-tricità dell'orbita e l'inclina-zione dell'asse di rotazione, edelle loro variazioni nel corsodel tempo, nonché il clima mar-ziano passato e presente, tuttoquesto farà fronte alle futuremissioni di esplorazioni umanedel Pianeta Rosso. L'acqua èuna risorsa critica per la colo-nizzazione quindi, bisogna pre-servarla e conservarla per ilbene del nostro futuro e diMarte. R.M.

Ben sette su dieci le donne che preferiscono il green nel settoredei consumi, del turismo e del tempo libero. È il risultato diuna ricerca di Beltè su un campione di 1600 italiane tra i 18 ei 65 anni compiuta attraverso il metodo Wia (Web Opinion Ana-lysis), ovvero grazie ai dati raccolti grazie ad un monitoraggioonline sui principali social network, blog, forum e community.Numeri che sembrano confermare il trend proveniente dagliUSA. Qui gli studi della Organic Trade Association hanno in-fatti fatto registrare, nel 2015, un incremento dell’11% dellavendita alle donne di prodotti alimentari biologici; un dato chefa parlare gli esperti di donne alla ricerca della loro “natural-ness”. Una tendenza che si sta impadronendo della nostra pe-nisola con donne che dichiarano di scegliere, nelle loropreferenze di consumo, prodotti che siano naturali (75%), bio-logici (72%) e che rispettino l’ambiente (70%). Una conseguenzadella sempre maggior attenzione delle donne al benessere(75%), alla forma fisica (70%) e all'alimentazione sana e ge-nuina (59%). Quali sono le categorie maggiormente interessatedal boom green? Si tratta del campione femminile corrispon-dente alle figure di professioniste (79%) e manager (74%) conun’età compresa tra i 30 e i 49 (77%) e che risiedono per la mag-gior parte nelle grandi città come Milano (78%), Roma (76%) eTorino (73%). Le amanti del bio vivono al Nord (75%), seguitoda Centro (72%), Sud (69%) e Isole (67%). Ma pare che l’amoreper la natura non riguardi solo le scelte di consumo; sono infattisempre più le donne che lasciano i lavori d’ufficio per dedicarsia una vita professionale più bio nel settore agricolo aprendo unagriturismo (+ 15% secondo i dati Agriturist) o in imprese affini(+ 10% dai dati Vivitalia). Insomma, le donne scelgono cibi bio, moda detox e vacanzegreen. Ai produttori non resta che adeguarsi. A.E.

Donne, pioniere del green!

L'ultima era glaciale Marziana!

Prime tra tutte le specie più antropofile, come ratti e topolini

Ricerca Beltè, stili di vita eco e consumi

Cristina Abbrunzo

Negli ultimi anni, i ricercatorihanno cercato modi semprenuovi per ricavare energia pu-lita, nel pieno rispetto dell’am-biente. Dai batteri, al sole, sonoarrivati a utilizzare persino lepiante e le loro quotidiane e na-turali attività di sopravvi-venza. In questo specifico caso,in genere, alla base delle tecno-logie ci sono particolari sistemiin grado di sfruttare la fotosin-tesi clorofilliana e i microrgani-smi presenti nel suolo.Invenzioni che hanno comescopo quello di generare ener-gia pulita, senza interferiretroppo con la natura. L’ultimainvenzione di questo genere ar-riva dalla Spagna e prende ilnome di Bioo Lite. Questa sto-ria potrebbe ricordare gli espe-rimenti di scienze che sifacevano alle scuole elemen-tari, in cui si provava a colti-vare una piantina di lenticchiesotto l'ovatta nella tazzina dacaffè, o alle medie, quando siinseriva una presa elettrica al-l'interno di una patata e si davaenergia ad una lampadina. Ècosì che un'azienda di Barcel-lona, la Arkyne Technologies,ha pensato di utilizzare unasingola pianta per ricaricare i

cellulari. Bioo Lite è una co-mune piantina che utilizzal'energia generata dalla foto-sintesi clorofilliana per ricari-care gli smartphone, un'ideafrutto di anni di ricerche. Di si-curo ricorderete, scavando tra iricordi, che la fotosintesi è ilprocesso per cui la luce del sole

trasforma l'anidride carbonicae l'acqua in ossigeno e compo-sto organico. I batteri nella pianta romponoil composto rilasciando elet-troni che viaggiano all'internodi microfilamenti. Il risultato èuna sorta di elettricità che rie-sce a dare potenza ad una porta

USB, dentro la quale è possi-bile collegare il proprio smar-tphone.Arkyne Technologies sostieneche la piantina, attraverso ilprocesso di fotosintesi e graziead un vaso speciale, riesce asopportare fino a tre carica-menti al giorno.

La pila/vaso produce energiasia di giorno che di notte per 5anni, senza interferire con lavita della pianta, basta innaf-fiare la pianta quotidiana-mente e che quest’ultima siaviva. Un vaso Bioo Lite puòprodurre quotidianamente fra itre e i quaranta watt.Per usare Bioo Lite non è ri-chiesta alcuna abilità partico-lare e bastano cinque semplicipassaggi: prima si rimuove lapresa USB dal vaso, si ag-giunge l’acqua, si scuote il vasoper far attivare la procedura, siaggiunge la pianta prescelta in-sieme alla terra e subito dopo sipuò collegare un oggetto elet-tronico.Non tutte le piantine produ-cono la stessa quantità di ener-gia. I cactus e le piante grassenon sono infatti raccomandate.Bioo Lite funziona soltantoquando la pianta è viva, quindiaverne cura ed imparare un po'di pollice verde potrebbe sem-pre tornare utile: se uccideretela vostra amica verde dovretesostituirla con un'altra.Il primo articolo prodotto, unapiantina delle dimensioni di21x11x11 cm è disponibile a unprezzo orientativo di 112 dol-lari. Il progetto è in fase di rac-colta fondi su Indiegogo, ha giàsuperato il suo obiettivo econo-mico prefissato di 17 mila dol-lari, e vola quindi verso ilsuccesso. Le spedizioni da di-cembre 2016.

Lo smartphone con pannello solare nel display

Gli smartphone sono apparec-chi elettronici sempre più dif-fusi in tutto il mondo e usati inmodo sempre più considerevolenel corso della routine quoti-diana: immaginate la quantitàdi energia che si potrebbe ri-sparmiare se tutti gli apparec-chi potessero ricaricarsi sempli-cemente tramite l'esposizionealla luce del sole. Quella chefino a pochi anni fa poteva sem-brare fantascienza, oggi è unarealtà in continuo sviluppo:continua a crescere la moltepli-cità di proposte per la realizza-zione di apparecchi alimentaticon energia rinnovabile, tra-mite metodi che puntano allamassima efficienza, che si trattidi caricabatterie separati o disistemi integrati per la produ-zione energetica. Abbiamo vistoad esempio la bici che consentedi ricaricare il telefono peda-

lando, o la suola delle scarpeche consente di farlo cammi-nando. Esiste, però, una seriedi progetti mirati alla creazionedi piccoli e funzionali pannellitrasparenti da applicare allosmartphone, che consentono diricaricarlo sfruttando l’energiasolare. Qualche anno fa, si èsentito parlare di un’inven-zione su cui stava lavorando la

Michigan University: collettorisolari trasparenti da applicareal posto dei vetri per creareenergia. La tecnologia era an-cora allo stadio iniziale ma,forse, oggi ci siamo e qualcunopotrebbe portare a termine unprogetto simile in tempi moltopiù brevi. Kyocera, l’aziendagiapponese di elettronica, stacercando di fare proprio questo:realizzare uno smartphone ca-pace di autoricaricarsi sfrut-tando l’energia proveniente dapiccoli e trasparenti pannellisolari integrati. La società hapresentato il suo dispositivo da5 pollici al Mobile World Con-gress (MWC) che si è tenuto direcente a Barcellona, spie-gando che, allo stato attuale, latecnologia consente di alimen-tare un minuto di chiamata contre minuti di ricarica di luce so-lare. Il dispositivo è stato rea-

lizzato in collaborazione con laditta francese Sun Partner, cheè responsabile della creazionedei pannelli solari integratisotto gli schermi degli smar-tphone. I pannelli fotovoltaicihanno naturalmente una di-mensione molto piccola, otte-nuta grazie alla miniaturizzaredi celle solari in un foglio da 1a 5 mm di spessore. Inoltre,sono trasparenti, una cosa checonsente di ricaricare il telefo-nino posizionandolo diretta-mente al sole, pur mantenendolo schermo funzionale. Finora,la società giapponese Kyocera èstata la prima a presentare unosmartphone del genere, anchese si ritiene che Apple potrebbeadottare questa tecnologia.Naturalmente c’è ancora moltoda fare, ma è sorprendente cosala ricerca sia riuscita a ottenerefino a oggi. A.C.

Bioo Lite: la pianta che ricarica il cellulareAlla base della nuova tecnologia ci sono particolari sistemi in grado di sfruttare la fotosintesi clorofilliana

Si ricarica al sole senza supporti esterni

ACQUELo scarico proveniente da undepuratore di un consorzioindustriale, che produceacque reflue industriali, an-corché effettuato in un si-stema di canali consortili, èda considerarsi come scaricodirettamente in mare, quindinon soggetto ai limiti per “clo-ruri” e “solfati” imposti per loscarico in corpo d’acqua su-perficiale. Tribunale ordina-rio di Campobasso Sentenzan.815 del 14 dicembre 2015.Sentenza Tribunale Ammini-strativo Regionale per il Mo-lise Sezione Prima n.00257/2013 reg. prov. coll. n.00191/2009 reg. ric.

RIFIUTILo smaltimento di rifiuti diimballaggio (nella specie:carta e plastica) mediante in-

cenerimento in assenza dellaprescritta autorizzazione in-tegra il reato di cui all'art.256, comma 1, del d.lgs. n.152 del 2006, senza necessitàche sia verificata l'idoneitàdella combustione a sprigio-nare sostanze tossiche o vele-nose. La fattispecie incrimi-natrice punisce, infatti, l'abu-sivo smaltimento dei rifiuti enon la produzione di inquina-mento atmosferico, cosicchénon assume alcun rilievol'eventuale danno o pericolodi danno per l'ambiente atmo-sferico. Cass. Sez. III n. 24415del 13 giugno 2016 (Ud 3 mar2016).

AMBIENTE Conformemente al principio“chi inquina paga”, l'obbligodi riparazione incombe aglioperatori solo in misura corri-

spondente al loro contributoal verificarsi dell'inquina-mento o al rischio di inquina-mento e che è possibilepresumere l’esistenza di unnesso di causalità tra deter-minati operatori e l’inquina-mento accertato attraversoindizi plausibili quali la vici-nanza dell'impianto dell'ope-ratore all'inquinamento accer-tato e la corrispondenza tra lesostanze inquinanti ritrovatee i componenti impiegati dadetto operatore nell'eserciziodella sua attività. Quando di-sponga di indizi di tal genere,l'autorità competente è allorain condizione di dimostrareun nesso di causalità tra le at-tività degli operatori e l'inqui-namento diffuso rilevato.TAR Marche Sez. I n. 347 del3 giugno 2016.

A.T.

Felicia De Capua

In giurisprudenza è oramaiconsolidato l’orientamento se-condo cui non può discono-scersi, in astratto, la legit-timazione di un’associazionedi tutela dei consumatori adesercitare il diritto di accessoai documenti dell’amministra-zione o dei gestori di servizipubblici in relazione ad inte-ressi che pervengono agliutenti (Cons. Stato, sez. IV, 29aprile 2002, n. 2283). Tuttavia, anche alle associa-zioni di tutela dei consumatorisi applica l’art. 22, L. n.241/1990, che consente l’ac-cesso non come forma diazione popolare, bensì a tuteladi “situazioni giuridicamenterilevanti”, e dunque anche perdette associazioni occorre veri-ficare la sussistenza di un in-teresse concreto e attualeall’accesso (Cons. Stato sez.IV, 6 ottobre 2001, n. 5291). La “Disciplina dei diritti deiconsumatori e degli utenti” (L.30 luglio 1998, n. 281) nel rico-noscere alle associazioni inquestione la legittimazione adagire perché vengano inibitigli atti e i comportamenti chesiano effettivamente lesividegli interessi collettivi, nonattribuisce alle stesse un po-tere di vigilanza diffuso da

esercitare a mezzo del dirittoall’acquisizione conoscitiva didocumenti, che consenta veri-fiche al fine di stabilire sel’esercizio del servizio pubblicopossa ritenersi svolto secondole prescritte regole di effi-cienza (Cons. Stato sez. VI, n.555/2006). Il diritto di accesso“non può essere un mezzo percompiere un’indagine o uncontrollo ispettivo, perché intal caso è assente un diretto

collegamento con specifiche si-tuazioni giuridicamente rile-vanti (Cons. Stato sez. IV, 29aprile 2002, n. 2283). Occorreche il richiedente intenda di-fendere una situazione di cui èportatore, qualificata dall’ordi-namento come meritevole ditutela, non essendo sufficienteil generico e indistinto inte-resse di ogni cittadino alla le-galità o al buon andamentodella attività amministrativa

(Cons. di Stato, n. 7/2012). Latitolarità (o la rappresentati-vità) degli interessi diffusi nongiustifica un generalizzato epluricomprensivo diritto allaconoscenza di tutti i docu-menti riferiti all’attività delgestore del servizio, ma solo ildiritto alla conoscenza di attirelativi a servizi rivolti ai con-sumatori, tali da denotare uncollegamento in via imme-diata e diretta, e non in via

meramente ipotetica e ri-flessa, con gli interessi diffusidei quali l’associazione è por-tatrice (Cons. di Stato sez. IV,6 ottobre 2015 n. 4644). Dun-que “alle associazioni a tuteladei consumatori, l’ordina-mento non riconosce un dirittodi accesso diverso da quello at-tribuito in generale dalla L. n.241/1990 (ex plurimis, v. Cons.Stato sez. IV, 29 aprile 2002,n. 2283, cit.).

Viaggio nelle leggi ambientali

Le associazioni a tutela dei consumatori:la domanda di accesso ai documenti

CLIMATARIAN, MANGIARE SENZA IMPRONTAAndrea Tafuro

Sono sempre stato orgogliosamentefoodie, come persona particolarmenteinteressata a tutti gli aspetti della cul-tura del mangiare e del bere. I mieifigli, benché sporadicamente, sono ve-getarian, attenti a evitare carne epesce. È poi successo l’imponderabile,in questa fascinosa estate 2016 misono imbattuto in un climatarian, cioèun ominide dalle dita opponibili at-tento all’impatto che il cibo può averesull’ambiente e in particolare sulleemissioni di gas serra legate a un de-terminato alimento. Non ero in nessunposto trendy e alla moda, semplice-mente a casa mia. Lucille quindicennefrancese, compagna di mio figlio, mi

fa: “Il climatarian è colui che adottauna dieta che ha lo scopo principale dicontrapporsi al cambiamento clima-tico”. Quindi, il climatarian, quando scegliedi che cibarsi, non è attento solo allasua salute, ma anche a quella del pia-neta, prendendosene cura limitandol’impatto del cibo sulla produzione digas che portano all’innalzamento dellatemperatura globale. Mangiare clima-tarian vuol dire mettere al centro dellapersonale dieta l’impronta di carbonio,la carbon footprint, che individua leemissioni di gas serra responsabili deicambiamenti climatici. Tutte le fasiche occorrono per la produzione di unalimento, la sua lavorazione e trasfor-mazione, il confezionamento, il tra-

sporto dal luogo di origine fino alla no-stra tavola e finanche la cottura con-dizionano l’aumento a dismisura digas serra. Per tale motivo le nostrescelte alimentari quotidiane risultanoindispensabili per arrestare o almenolimitare i cambiamenti climatici.Esempio di ciò è il, più volte citato,consumo di proteine animali dellacarne, se fosse limitato a sole due voltealla settimana, sarebbe possibile ri-sparmiare fino a 2300 grammi di CO2al giorno. Cara Lucille, ma quali sonole regole per una alimentazione rispet-tosa dell’ambiente e che punta a ri-durre i gas serra? Caro Andrea, iclimatarian danno subito il tu, tresono le regole base dei climatarian: ri-durre il consumo di carne e semmai

scegliere quella di maiale, di pollo e ditacchino; consumare prodotti localicosì da ridurre l’energia sprecata neltrasporto e le emissioni prodotte nellaproduzione; utilizzare tutte le parti diun alimento; grande spazio a frutta,verdura e altri prodotti vegetali, ri-spettando i ritmi stagionali. Per nonperdere la bussola e avere riferimentiprecisi e univoci, i climatarians, conparticolare e meticolosa attenzione perquel che riguarda i consumi di carne,guardano più all’impatto climatico chealla salute. Nella scelta di ciò che è meglio man-giare a tavola sia per l’organismo cheper l’ambiente, è opportuno far riferi-mento alla Doppia Piramide Alimen-tare, appositamente elaborata.

LONGEVITY SMARTFOOD, CIBO ALLUNGA VITACandele Ferrara spezzatecon ragù, culardella arrostocon insalata, soppressata diMugnano del Cardinale,spicchio di provolone del mo-naco, il tutto innaffiato conun aglianico del beneventanoe tenuto a freno da un bic-chierino di nocillo di CastelCicala. Non ci pensate pro-prio! Vi presento i longevitysmartfood, l’ esercito dellasalvezza… alimentare. E’ ilsol dell’avvenire del cibo didomani. E’ la scoperta sensa-zionale della nutrigenomica,che ha dimostrato come rie-scano ad influenzare i geniche presiedono alla duratadella vita. Giovenale direbbe:mens sana in corpore sano,con i longevity smartfood simangia senza accorgersi difarlo e si digiuna senza fa-

tica. Eccolo il cibo amico,quello che contiene antocia-nine (arance rosse, cavoli, ci-liegie, frutti di bosco,melanzane, patate viola,prugne nere, radicchio, uvanera), capsaicina (paprikapiccante e peperoncino), lacurcumina, l’epigallocate-

chingallato (tè verde e tènero), la fisetina (cachi, fra-gole, mele), la quercetina(asparagi, capperi, cioccolatofondente, cipolle, lattuga),resveratrolo (uva). Tutti que-sti alimenti fanno parte delladieta Smartfood, la primacon un marchio scientifico

approvata dallo Ieo di Mi-lano, una rivoluzione saluti-sta in grado di guidarci in unaffascinante viaggio nell’ali-mentazione, miscelandoli apiacere, senza tentenna-menti. Non è una dottrina, èun invito a considerare lascienza come un alleato ingrado di farci vivere meglio.Sciogliete un quadratino dicioccolato in bocca e l’esi-stenza si allunga, assaporateuna fragola e sposterete ilcrepuscolo. Fate largo uso diaglio, cereali integrali, fruttasecca, legumi, semi, oliod’oliva: sono nostri alleati, ingrado di diminuire l’inci-denza delle malattie. I longe-vity smartfood sono in gradodi combattere i chili in ec-cesso, prevenire le patologietumorali, le malattie cardio-

vascolari, metaboliche, neu-rodegenerative. E’ il trionfodella cucina povera che sitrasforma in ricchezza, comedirebbe Giovenale. Povertàche significa semplicità e piùancora qualità, che piace so-prattutto ai nostri geni, chesono stati decrittati e com-presi,anche nei gusti. Accon-tentateli non siate avari einserite nella vostra cartailongevity food. In fondo sonosolo trenta ed è possibilequalche strappo. E’ un innoalla libertà, mangiare per inostri geni è un piacere.Mia nonna Maria, per me-renda, mi dava sempre pane,olio e zucchero… ho semprepensato che fosse una dellemaggiori climartarian almondo e esegeta di longevitysmartfood. A.T.

"Capiscimi. Non sono come unmondo ordinario.

Ho la mia pazzia, vivoin un'altra dimensionee non ho tempo per lecose che non hanno

un'anima"Charles Bukowski

Foto

di F

abia

na L

iguo

ri