La Televisione Dello Sport

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Paola Abbiezzi LA TELEVISIONE DELLO SPORT Introduzione All’interno degli studi sociali dei media l’argomento sportivo è spesso relegato a margine, come genere minoritario. Il proposito del presente lavoro e dunque quello di individuare un corpus unitario sul quale orientare le linee di osservazione del fenomeno sportivo calato nelle dinamiche televisive, nell’ottica di produrre una duplice linea di ricerca: da un lato orientando l’attenzione all’ambito teorico, dall’altro imponendo un approccio sincronico, attraverso un’analisi diretta dei formati e dei generi offerti attualmente dalla televisione. L’intento è costruire una mappatura generale, utile anche per gli sviluppi futuri dell’indagine. Il punto di partenza e stato la convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio). In particolare e apparso utile adottare un percorso di studio che seguisse la linearita dello svolgimento della prestazione sportiva, individuata nei parametri della preparazione, della performance e della celebrazione. Si tratta anche dell’interpretazione di un prodotto che manifesta uno spessore valoriale di grande impatto sociale. La nostra ricerca procede da un’indagine teorica a una storica, e infine testuale dei prodotti recenti. ■ Il primo capitolo si propone di considerare lo spessore valoriale dello sport del quale la produzione mediale deve tener conto nella propria funzione sociale. L’incontro tra lo sport e i media, infatti, dovrebbe trovare proprio nella dimensione etica una forza propulsiva di grande impatto. I condizionamenti di tipo economico e politico, che tanta parte hanno nell’organizzazione del mondo sportivo professionistico, giocano senza dubbio un ruolo di primaria importanza. La linea guida alla nostra osservazione risiede proprio nella volonta di arricchire le svariate impostazioni di studio con un apparato significante, che e quello della valutazione dell’incidenza del fenomeno sportivo nelle complesse dinamiche di appropriazione e di rielaborazione che si attuano ail’interno dei discorsi sociali, di cui lo sport costituisce, grazie all’universalita e alla semplicita del messaggio che veicola, un momento di grande rilevanza. A partire da questa premessa, il secondo capitolo si propone di evidenziare in che modo lo sport e stato oggetto di considerazione da parte delle diverse impostazioni di studio, con l’evidenza di un approccio

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Paola Abbiezzi  

LA TELEVISIONE DELLO SPORT 

Introduzione 

All’interno degli studi sociali dei media l’argomento sportivo è spesso relegato a margine, come genere minoritario. Il proposito del presente lavoro e dunque quello di individuare un corpus unitario sul quale orientare le linee di osservazione del fenomeno sportivo calato nelle dinamiche televisive, nell’ottica di produrre una duplice linea di ricerca: da un lato orientando l’attenzione all’ambito teorico, dall’altro imponendo un approccio sincronico, attraverso un’analisi diretta dei formati e dei generi offerti attualmente dalla televisione. L’intento è costruire una mappatura generale, utile anche per gli sviluppi futuri dell’indagine. Il punto di partenza e stato la convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio). In particolare e apparso utile adottare un percorso di studio che seguisse la linearita dello svolgimento della prestazione sportiva, individuata nei parametri della preparazione, della performance e della celebrazione. Si tratta anche dell’interpretazione di un prodotto che manifesta uno spessore valoriale di grande impatto sociale.  La nostra ricerca procede da un’indagine teorica a una storica, e infine testuale dei prodotti recenti.  

■ Il primo capitolo si propone di considerare lo spessore valoriale dello sport del quale la produzione mediale deve tener conto nella propria funzione sociale. L’incontro tra lo sport e i media, infatti, dovrebbe trovare proprio nella dimensione etica una forza propulsiva di grande impatto. I condizionamenti di tipo economico e politico, che tanta parte hanno nell’organizzazione del mondo sportivo professionistico, giocano senza dubbio un ruolo di primaria importanza. La linea guida alla nostra osservazione risiede proprio nella volonta di arricchire le svariate impostazioni di studio con un apparato significante, che e quello della valutazione dell’incidenza del fenomeno sportivo nelle complesse dinamiche di appropriazione e di rielaborazione che si attuano ail’interno dei discorsi sociali, di cui lo sport costituisce, grazie all’universalita e alla semplicita del messaggio che veicola, un momento di grande rilevanza.  A partire da questa premessa, il secondo capitolo si propone di evidenziare in che modo lo sport e stato oggetto di considerazione da parte delle diverse impostazioni di studio, con l’evidenza di un approccio multidisciplinare. Il nucleo fondante che emerge da questa osservazione e anche in questo caso la percezione di una mancanza, nell’ambito degli studi sociali, di un corpus organico di studi definibili come media sport studies. Un tentativo che si e cercato di portare a compimento attraverso la predisposizione di una griglia di lettura, allo scopo di costituire una linea di studio organica. Questa impostazione si propone di rendere omogenei i diversi punti di vista, applicando alla dimensione teorica le linee di svolgimento della pratica sportiva, evidenziabili nelle fasi della preparazione, della prestazione e della celebrazione. In questo contesto si e cercato di applicare anche alla dimensione teorica la realta della pratica, sottolineando i caratteri che la rendono assimilabile alla diffusione mediale delle discipline sportive. L’apparato teorico riferibile allo sport, infatti, puo agevolmente essere contestualizzato in una griglia che tenga conto delle dinamiche di negoziazione, di rappresentazione e di disseminazione che ricalcano pienamente la linearita dello svolgimento della pratica sportiva stessa. J Il terzo capitolo indaga, secondo un percorso diacronico, le implicazioni economiche, legislative e linguistiche che sottostanno alle attuali produzioni televisive dello sport. Si tratta di un’impostazione che si propone di dimostrare come l’evoluzione stessa della televisione italiana abbia molti punti di contatto con il mondo sportivo, in quanto molto spesso i grandi eventi che hanno determinato dei veri e propri mutamenti nel panorama radiotelevisivo si devono, anche, allo sport. L’indagine, in particolare, mette in luce i caratteri di reciprocita che lo sport e la televisione hanno vissuto a partire dalla nascita della televisione (ma addirittura dalla emissione radiofonica degli eventi sportivi), e come questi caratteri siano ancora oggi evidenti se si considera che l’affermazione delle nuove tecnologie come la televisione satellitare a pagamento o il digitale terrestre

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sono debitori, per la loro affermazione, anche nei confronti dell’offerta di materia sportiva. L’ultimo capitolo presenta l’osservazione dei contenuti di questo prodotto, nell’ottica di una mappatura dei generi televisivi dello spott. Il percorso seguito in questo contesto e quello che e stato suggerito anche nella sistematizzazione teorica del secondo capitolo, ovvero l’applicazione, anche alla produzione televisiva piu recente, della griglia che guida linearmente lo sport praticato: la preparazione, la prestazione e la celebrazione, individuati come momenti forti entro i quali la televisione costruisce il suo percorso discorsivo. Il nostro tentativo, ancora una volta, e quello di, recuperare una dimensione coerente che sappia integrare i percorsi dello sport e quelli propri della produzione televisiva, e che non sia semplicemente applicata a posteriori, ma che, trovando un fondamento nella finalita comunicativa, sia in grado di definire i ca^atteci-dbnecessita che vincolano i due oggetti che sembrano non poter.^are l’uno.a meno dell’altro. In una partita che, faccia emergere un sostanziale equilibrio tra loffggtijstelevisivo dimostri di mantenere i caratterLprigi^ari ,del gr^priipffuplp valoriale, e nello stesso! tempo la

televisione sappjaBjeipr^iinpiEe appiano le proprie potenzialita linguistiche e fguUn. Lo sport come fenomeno sociale e come veicolo di valori * ≪Lo sport e sicuramente uno dei fenomeni rilevanti che, con un linguaggio da tutti comprensibile, puo comunicare valori molto profondi. Puo essere veicolo di alti ideali umani e spirituali quando e praticato nel pieno rispetto delle regole; ma puo anche venir meno al suo autentico scopo quando fa spazio ad altri interessi che ignorano la centralita della persona umana≫ (Giovanni Paolo II, Giubileo degli sportivi, Roma, 28 ottobre 2000) Parlare dello sport e delle sue istanze valoriali comporta una riflessione approfondita sulla natura stessa dell’oggetto di indagine, tale da poterne valutare i contorni, spesso sfumati, che ne determinano la collocazione al crocevia di differenti aree di studio. Innanzi tutto occorre definire un territorio comune che riesca a evidenziare che cosa significhi parlare di sport, in un’epoca in cui l’essenza stessa delle discipline sportive e sempre piu condizionata dalle modalita della loro messa in scena e risponde ai criteri della produzione mediale; con il rischio di una perdita dell’istanza valoriale che lo sport rappresenta. La coincidenza temporale della nascita dello sport moderno con la formazione della societa industriale e senza dubbio il punto di partenza per una riflessione sull’evoluzione del fenomeno sportivo. In particolare si osserva una vera e propria assimilazione della produzione seriale

dello sport ai caratteri propri dei consumi di massa. I Lo sport, pertanto, puo essere considerato secondo una duplice valenza: come prodotto della societa di massa ma anche come meccanismo che concorre alla definizione della societa stessa, assolutamente integrato nelle strategie evolutive di una cultura di cui afferma molti caratteri. Valore in se e veicolo di valori altri.  Un prodotto che risulta funzionale rispetto alle strategie comunicative, perche prodotto culturale esso stesso, e nello stesso tempo facilmente adattabile nei suoi contenuti a costituire un ≪sistema di rinforzo≫ di determinate visioni del mondo, specie in una societa come quella attuale nella quale la competizione e il successo costituiscono valori largamente condivisi1. Anche il concetto di tempo libero, istituzionalizzato nella seconda meta deirOttocento, viene sempre piu a coincidere con una valutazione industriale del tempo stesso, in accordo con la necessita della sua organizzazione. Nel corso dei decenni, lo stesso termine ≪tempo libero≫ si e sempre piu accostato alla tradizione americana e al concetto di recreation, che ≪richiama subito alla mente, piu intensamente, l’aspetto ludico del piacere procurato dal tempo libero e la sua istituzionalizzazione sotto forma di gioco ≫2, cosi come il termine Stesso di sport oscilla tra un’accezione che fa riferimento a una dimensione organizzativa e una invece piu legata all’aspetto amatoriale, del divertimento fine a se stesso. E sicuramente l’accezione implicita nell’antica parola francese ≪desportn za annettere, nella pratica del linguaggio comune, al significato agonistico e di impegno fisico del termine ≪sport≫ una connotazione attenta ai valori di diletto, divertimento, di ludico passatempo. [...] Fare una cosa perjsport significa, in fondo, nel linguaggio comune, attribuire alla propria azione un fine prevalente di evasione e di divertimento3. Troviamo pertanto, proprio a partire dalla considerazione dell’etimologia della parola, una coincidenza tra lo sport e la parabola evolutiva che caratterizza l’intero iter della cultura moderna, in particolare la crescente cultura ≪ludica≫ dell’intrattenimento che si esprime, in ambito televisivo,

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come consolidamento del processo di ≪valorizzazione assoluta del successo del pubblico come criterio di qualita, e della centralita del marketing nel processo di ideazione e produzione dell’industria culturale italiana≫4. Una visione che trova piena conferma nell’inserimento dello sport moderno all’interno della produzione mediale. L’osservazione dello sport in questo contesto ha prodotto svariati orientamenti di studio, tesi principalmente alla definizione di una corrente ≪apocalittica≫ che rileva come l’appropriazione dello sport da parte dei meccanismi produttivi dei media ne abbia inesorabilmente contagiato la vera essenza, al punto da consigliarne la considerazione nella sola valenza dilettantistica. La dimensione professionistica rappresenterebbe, in quest’ottica, solo un’implacabile degenerazione dei valori originari della pratica stessa5. Emblematica da questo punto di vista e la riflessione di Robert Redeker, che e uno dei piu accaniti accusatori del mito dello sport moderno, a cui riconosce una centralita assoluta, all’interno della societa contemporanea, ma al quale imputa una strategia di obnubilamento delle menti orientata alla completa dissoluzione dell’uomo..[Lo!sport] costituisce il fenomeno sociologico che ha maggiormente contraddistinto il secolo scorso, e sembra destinato a segnare anche quello che e appena iniziato. A poco a poco, nei cent’anni che abbiamo alle spalle, lo spazio e il tempo sono stati saturati dail’informazione sportiva e l’immaginario collettivo si e lasciato colonizzare a tal punto dallo sport che in molte sfere (come ad esempio quella della politica) esso e divenuto fonte di metafore. Lo stesso discorso vale per l’economia, dove le similitudini sportive s’impongono spontaneamente, come quando si parla incessantemente delle performance delle imprese e della loro competitivita o dell’andamento della Borsa. O anche nel caso dei record d’ascolto dei programmi televisivi e della diffusione dei giornali, a riprova che gli stessi beni culturali, ormai mercificati, si prestano ad analogie di questo tipo6. Una collocazione del fenomeno sportivo, dunque, in una posizione di rilievo alla quale tuttavia corrisponderebbe uno spessore significante soltanto dal punto di vista esteriore. Rispetto ai contenuti e ai valori veicolati dallo sport, infatti, l’autore ha uno sguardo spietatamente pessimistico, che non lascia alcuna speranza. Pur nell’ammissione dell’universalita del messaggio che addirittura assimila, in un azzardato paragone, alla manifestazione di una religione laica, ne osserva una vacuita di intenti, o almeno, di esiti. Il Campionato mondiale di calcio e [...] un’assemblea universale (con. gli occhi di tutto il mondo puntati su un calice, la coppa, che i vincitori innalzano fieramente verso il cielo) [...]; ma da questa cerimonia non discende alcun messaggio spirituale o culturale, nessuna speranza per l’umanita, nessuna promessa di miglioramento della sua condizione. Si celebra soltanto il culto dei marchi pubblicitari e la legge del piu forte1..Si tratta di una posizione che non condividiamo pienamente, pur riconoscendo che lo sport professionistico e la sua rappresentazione mediale non consentono una piena adesione ai valori tradizionali dello sport. Siamo infatti fermamente convinti che lo spessore dello sport esista, al di la delle implicazioni deteriori che spesso lo caratterizzano, e che possa essere recuperato a livello professionistico anche nella rielaborazione offerta dai media, non attraverso un’accoglienza acritica di talune esasperazioni entusiastiche e a volte superficiali che abbracciano un concetto di sport che si fa vessillo delle piu semplicistiche passioni, ma nemmeno con il cedimento a un rifiuto completo del suo aspetto valoriale. La nostra riflessione si propone, piuttosto, di trovare una via di mezzo rispetto a questi orientamenti indicando come, attraverso un’osservazione critica delle dinamiche di appropriazione, ci sia una speranza di integrazione tra le due visioni, in cui proprio il concetto di opposizione tra professionismo e dilettantismo puo trovare una giusta collocazione se spostiamo l’ottica di riflessione sulla relazione tra la pratica e la sua mediazione; mediazione che deve fare riferimento a una professionalita che si nutre proprio delle istanze valoriali del prodotto che diffonde. Non si tratta insomma di distinguere semplicemente tra lo sport ≪buono≫, quello praticato a livello giovanile, nelle scuole, a livello amatoriale e lo sport ≪corrotto≫, quello di livello professionistico rappresentato dai media, ma di valutare la possibilita di concepire una corrispondenza tale per cui di ciascun ambito si possa rilevare la necessita di una professionalita che badi allo spessore dello sport praticato o diffuso e che di conseguenza ne tragga spunto per determinare una guida alla propria attivita. Cio che occorre e recuperare il senso del valore dello sport e della sua diffusione mediale e di saperlo comunicare senza per questo doverlo astrarre dalle dinamiche proprie della societa. E difficile, certo, rilevare i valori originari dello sport all’interno delle strategie che ne condizionano le relazioni con la societa, d’altra

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parte non e nemmeno utile rinunciare alla focalizzazione di alcuni punti nodali dai quali non si puo prescindere, dal momento che lo sport vive delle implicazioni economiche, politiche, organizzative che determinano il funzionamento della societa e dell’organizzazione mediale. Lo sport ≪e≫ comunicazione, se intendiamo la comunicazione nell’accezione che ne sottolinea la dimensione partecipativa della condivisione, pertanto non ci si puo scandalizzare se lo sport risponde ai meccanismi che regolano le linee comunicative proprie del sistema mediale. L’importante e comprendere qual e il nucleo originario da cui nasce questo tipo di comunicazione e qual e il risultato del processo comunicativo che si compie in relazione alla performance sportiva, pienamente calata nelle procedure di funzionamento della societa contemporanea. * I .l — Uno sport di qualita E sul concetto di qualita dello sport che e possibile rilevare le istanze comunicative che meritano di essere considerate. Nell’ottica di nostro interesse, ovvero nel rapporto specifico con la televisione, lo sport non puo essere ricondotto a semplice materia da plasmare secondo un’estetica linguistica che si fregia della tecnologia per offrire un prodotto in grado di conquistare un pubblico che si appaga della sua visione. Va piuttosto considerato come un prodotto che, insieme alla piacevolezza della sua messa in scena, sia in grado d i trasmettere i significati piu profondi, il suo volto e la sua anima..Dunque, se e vero che lo sport e veicolo di valori, il suo inserimento all’interno delle dinamiche produttive della televisione non puo che accostarsi alla valutazione di una televisione di qualita. Una tv che promuove la comprensione reciproca, la risoluzione pacifica dei conflitti, il dialogo, il rispetto dell’altro come persona, la difesa della propria e dell’altrui intimita, il valore del perdono, la sensibilita culturale e artistica, il rispetto per la verita, il primato dei valori spirituali su quelli materiali dell’avere, il primato dell’onesta sulla ricerca del successo...9. Lo sport, in questo senso, si offre certamente come utile chiave interpretativa. La messa in scena dello sport, infatti, deve tenere conto della valenza esemplare che la pratica sportiva assolve dal punto di vista dei modelli veicolati, in quanto rappresenta un’importante riserva di immagini e di simboli che gia a livello della pratica ne evidenziano il carattere ≪educativo≫, dal quale la diffusione mediale, e televisiva in particolare, non puo prescindere. Lo sport appare oggi come un raccoglimiti. Tutto fa pensare, in effetti, che lo sport sia il corpo simbolico che la nostra societa adopera per parlare delle sue speranze, dei suoi fantasmi, delle sue paure10. E proprio sul valore intrinseco dello sport, che sostiene chi lo pratica ed emoziona chi assiste alla competizione, e che dunque gia impone l’idea di ≪messa in scena≫, che possiamo recuperare alcune questioni utili alla considerazione del rapporto tra lo sport e la sua rappresentazione televisiva in un’ottica di fiducia, a dispetto di tante impostazioni che invece si orientano in una .F umagalli, .in .Be t t e t in i .Braga .F

umagalli, .Po c ie l lo , .Roversi .T riani .assoluta riduzione del problema nei termini del rimpianto di una immaginaria ≪eta aurea≫. E necessario, pertanto, orientarsi verso un’osservazione critica che anziche insistere sugli effetti (nefasti) dei media, si muova nell’ottica del concetto di simbiosi-, lo sport e infatti ≪usato≫ per vendere giornali e spazi pubblicitari, per instillare bisogni di consumo, per suscitare consenso e nello stesso tempo i media aiutano lo sport a vendere il proprio spettacolo ai pubblico e a vendere prodotti che appartengono a differenti categorie merceologiche (i gadget della squadra, gli abbonamenti, ma anche beni immateriali legati alla sua rappresentazione simbolica). In questa visione emerge certamente la difficolta di astrarre dallo sport professionistico attuale i valori originari della pratica (e della fruizione), in quanto il contesto sembra far prevalere l’incidenza degli interessi economici sul contenuto valoriale, indipendentemente dalla rappresentazione televisiva, ma se consideriamo appunto il valore dello scambio reciproco, siamo in grado di evidenziarne anche i caratteri positivi. Il fatto che lo sport ≪respiri≫ la cultura entro al quale si radica, e un’opinione ormai ampiamente consolidata. Cio su cui vale la pena riflettere e la considerazione che all5interno del concetto stesso di sport troviamo culture assolutamente dissonanti come quelle centrate sul profitto e sulla logica del guadagno personale, difficilmente coniugabili con una dimensione dello sport che rimanda a un discorso di partecipazione sociale e di generativita sociale11. La necessita piu evidente e dunque quella di lavorare sul concetto di cultura sportiva, una tensione che deve coinvolgere sia la.pratica dello sport che la produzione della sua rappresentazione, che va considerata come vero e proprio prodotto culturale. In quest’ottica i media non possono tralasciare le implicazioni valoriali che la mediazione dello sport determina. Certo non e facile orientarsi in un panorama in cui la realta

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dell’attivita sportiva professionistica dimostra fortissimi legami con la dimensione deteriore del concetto di sport, e non possiamo non osservare quanto questa degenerazione sia entrata in una pratica che ha condizionato anche i mezzi di diffusione dello sport, nell’ottica di favorire una produzione completamente calata all’interno degli interessi dei ≪potentati≫ economici, di fatto i veri proprietari dello sport professionistico. Rileviamo addirittura una somiglianza tra i caratteri della comunicazione/ informazione sportiva e quelli propri della comunicazione politica, anche perche, spesso, i due ambiti sembrano coincidere. Si tratta di un fenomeno non ancora completamente approfondito, ma che emerge chiaramente nella considerazione di quanto lo sport, e il calcio in particolare, abbia fornito veri e propri codici comunicativi e addirittura organizzativi alla transazione politica che ha interessato il nostro paese a partire dai primi anni Novanta, vistosamente giocata anche nell’universo televisivo. Un fenomeno che sottolinea di nuovo la centralita sociale dello sport come fenomeno culturale di massa. Non e un mistero, infatti, quanto forti siano le relazioni tra il mondo sportivo (calcistico) e il sistema politico economico, tanto che si parla addirittura di un passaggio ≪dalla politicizzazione del calcio alla calcistizzazione della politica≫12. Una fitta rete di trame incrociate, infatti, nasconde (ma forse sarebbe meglio dire ≪mette in luce≫), i condizionamenti di un mondo attorno al quale girano interessi economici altissimi, gestiti dal sistema bancario, che si ripercuotono anche sulla dime.sione politica. In tutto cio i diritti televisivi giocano un ruolo di primo piano. Un insieme di circostanze, dunque, che va ben oltre la dimensione meramente sportiva, e di cui occorre tenere conto nelPottica delle modalita di rappresentazione dell’intera scena. La rappresentazione mediale del calcio non puo pertanto essere astratta da alcune linee guida che condizionano il modo stesso di avvicinare il fenomeno nel suo complesso, o meglio nella sua complessita. La trasformazione del pianeta calcio si rese evidente gia intorno alla meta degli anni Ottanta, quando Silvio Berlusconi comprese quanto il prodotto calcio fosse stato sottovalutato in termini gestionali e come invece potesse essere meglio integrato nelle dinamiche di marketing: comunicazione, cura dell’immagine, diritti televisivi, pubblicita, sponsorizzazioni, sfruttamento del marchio, sinergie. Proprio in quel periodo vennero ≪inventati≫ i tornei estivi, partite assolutamente inutili sul piano atletico, ma molto convenienti nell’ottica di uno sfruttamento economico del prodotto. La consapevolezza delle immense potenzialita della trasmissione televisiva degli incontri, meno costosi di un mediocre varieta e forieri di ingenti introiti pubblicitari, mostro il primo barlume di una nuova era. Fu allora che comincio l’inarrestabile ascesa dei diritti televisivi, con la conseguente frammentazione del calendario, grazie anche alla nascita della pay tv, primo vero concorrente della televisipne pubblica ir≫ ambito sportivo. Da qui anche la trasformazione delle societa di calcio in vere e proprie aziende con fini di lucro, e l’inserimento del mondo del calcio, a pieno titolo, nella dimensione economico-politica del paese. Una rottura definitiva con il passato, con il beneplacito del governo13, nell’ottica della costituzione di una nuova realta nella .quale le societa calcistiche avrebbero potuto produrre utili e distribuirli ai propri azionisti, sbarcare in Borsa per trovare nuovi capitali e di qui finanziare nuovi progetti. Una previsione che, di fatto, non si avvero. L’intercambiabilita dei ruoli dei protagonisti, inoltre, sembra una curiosa metafora della formazione stilata da un bizzarro allenatore, che deve giostrare giocatori che sono in grado di ricoprire indistintamente il ruolo di presidente di Lega, presidente di societa di calcio, uomo politico, proprietario di emittenti televisive che partecipano alla contrattazione dei diritti, il tutto contemporaneamente14. Questa complessita ha portato di fatto alla tutela degli interessi particolari, a discapito di un intero sistema, che e stato corrotto nella sua dimensione piu profonda, quella della pratica sportiva, che avrebbe dovuto essere il cuore dell’intero sistema e che invece e divenuta un corollario a disposizione della tutela di interessi personali. La situazione di generale bancarotta, per la quale e stato necessario un intervento governativo nell’ottica di sanare le situazioni piu gravi15, ha determinato un crollo che alla fine ha coinvolto .N apoletano .Lig u o r i, .anche la dimensione sportiva, minando molta della fiducia dei tifosi nei confronti dell’intero sistema che sembrava reggere. Un autore americano, Franklin Foer, gia nel 2004 esprimeva in modo chiaro quelli che sono stati sorprendentemente (ma chi si e poi sorpreso?) gli esiti dell’inchiesta giudiziario-sportiva che ha coinvolto il calcio italiano nel corso dell’estate 2006. Foer dedica un capitolo a quelle che lui chiama le ≪nuove oligarchie italiane≫, concentrandosi sulla famiglia Agnelli e su Silvio Berlusconi,

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individuati come i simboli del nesso molto stretto che vincola le vicende delle imprese industriali e quelle sportive, sottolineando alcuni argomenti che ne mettono il luce le dipendenze: Juventus e Milan possono condizionare a loro vantaggio le partite scegliendo arbitri mediocri, abituati a squadre minori, e accondiscendenti (almeno nel loro subconscio) nei confronti dei grandi club (..). Altri arbitri che hanno preso decisioni contro la Juve si sono visti relegati ad arbitrare partite di serie B. [...] Solo in poche occasioni alcuni di questi sordidi fatti sono emersi alla luce del sole16. Rispetto a queste riflessioni, la nostra attenzione si rivolge alle modalita attraverso cui queste implicazioni sono (o meglio, non sono) venute alla luce nel racconto mediale dello sport, che sembra essersi concentrato sempre piu sul suo volto e non sulla sua ≪anima≫. Un’incapacita, dunque, del sistema giornalistico italiano di osservare cpn occhio oggettivo un mondo in cui le implicazioni economiche (e politiche) condizionano anche la rappresentazione mediale dello sport17. F. F o e r , H ow .an .o f .C aro, .Beh a .C aro, .Oggigiorno il calcio e un sistema chiuso [...] le cui parti si tengono insieme per reciproca necessita, per alleanze improbabili. E un sistema [...] fondato su una bolla economica, mediatica, politica, morale... e il regime del pallone, una prigione in cui sono rinchiusi i suoi principali attori: i giocatori, i presidenti, i giornalisti, i tifosi. [...] Il regno del pallone appare immune dagli attacchi esterni. Questi sembrano scivolargli addosso senza intaccarlo. E una sfera perfetta, tonda, sgusciarne. Eppure i segni della crisi sono nascosti a fatica18. Sembrerebbe un percorso senza via d’uscita, ove le riflessioni sulle contraddizioni intrinseche sono affidate a quei mediatori che sono essi stessi parte del sistema, dal quale non riescono a prendere le distanze (per questo spesso le considerazioni sulle contaminazioni dello sport compaiono in articoli redatti da giornalisti economici e/o politici piu che da giornalisti sportivi). Sotto il profilo economico19 lo sport e senza dubbio un comparto di grande rilevanza: il calcio e totalmente integrato nel complesso mondiale dell’intrattenimento, sempre piu spettacolo e business, e sempre meno legato al momento sportivo. I canali di finanziamento sono profondamente mutati nel corso degli anni, e le societa calcistiche hanno delle organizzazioni manageriali, sono di fatto strutture produttive che rispondono a strategie di marketing tipiche di aziende di medio-grandi dimensioni. Il business di queste societa e dato sempre piu entertainment, e dunque il calcio da sport e diventato un settore produttivo. Ma, a differenza di altri settori, i> soggetti che vi operano non sembrano perseguire strategie di crescita sostenibili. Anzi. E la televisione, medium per eccellenza che entra nel gioco, non e in grado di prenderne le distanze in quanto parte del sistema, e .Leo g ra n d e, .G iu d ic e , .asseconda le linee di appropriazione attraverso i contorni che le risultano piu appetibili. E possibile dunque applicare anche al giornalismo sportivo i parametri che si riferiscono aUorientamento professionale dei media (informativi), che vedono contrapposta una linea ≪pragmatica ≫ a una linea ≪sacerdotale≫20. Nel giornalismo sportivo in generale e nell’appropriazione televisiva dello sport, pero, convivono entrambe le dimensioni, in quanto esiste un orientamento ≪pragmatico≫, che persegue le finalita della logica dei media applicando i criteri di selezione e produzione tipici del newsmaking21 insieme aUorientamento ≪sacerdotale ≫, che dimostra una piena coincidenza tra i contenuti offerti e il rito deirinformazione al servizio di parte, rappresentata in questo caso non da un partito politico o dalla diffusione di un’ideologia, ma dai potentati economici del calcio. Lo stesso si puo riscontrare nell’effetto di spettacolarizzazione che, se nella politica richiede un processo di trasformazione delle strategie comunicative, nell’ambito sportivo e gia parte integrante dell’evento, e dunque si declina agevolmente nelle linee della personalizzazione, che vive delle emozioni e delle reazioni degli attori, piu che delle reali prestazioni22. .M a z zo l en i, .Il sistema dunque e talmente perfetto da creare una vera e ; propria sinergia tra la produzione televisiva e gli interessi di diffusione del prodotto sport, secondo un percorso che si lega piu a un progetto di marketing che non a una vera e propria riflessione sui contenuti. Cio che va ritrovato, pero, e il senso di uno sport che e necessariamente integrato nelle logiche d ’impresa, ma che non per questo deve essere svilito. Cosi come la dimensione aziendalistica potrebbe essere calata in una visione etica della responsabilita sociale dell’impresa23, nonche nella responsabilita etica di chi si pone come intermediario tra la realta sportiva e i suoi fruitori, il pubblico, gli appassionati. Solo orientando il discorso in questo senso e possibile recuperare le istanze valoriali dello sport e calarle all’interno di una visione ≪positiva≫ di completamento tra la pratica sportiva e il suo inserimento nelle logiche economiche nonche all’interno delle dinamiche della ri-produzione

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mediale, televisiva in particolare. Occorre, dunque, ripartire dallo sport, recuperarne l’intero potenziale educativo e soprattutto recuperare quella cultura dello sport che si esplica nel suo essere una preziosa risorsa della societa contemporanea. 1, .Se n , .Sa c c o n i, .Sem p r in i, .M ariano, .M. C aramazza .M onaci .M . P in i .C . C arroli, .M . D origatti .C. Ru sc o

n i .1.2 — La complessita dello sport Lo sport si alimenta di vivaci antinomie, destinate a rimanere irrisolte, e che proprio per questo determinano la complessita di un fenomeno che va compreso a fondo. Ripercorriamo a questo proposito la riflessione di Gianfranco Piantoni24, che esplora con trasporto le linee trasversali che costituiscono i fondamenti della passione sportiva, e da cui emerge un’immagine dello sport come ≪maestro di vita≫. Piantoni individua l’essenza dello sport proprio nel suo essere luogo di contraddizioni. Il suo primo punto di osservazione e la dialettica tra regole e spettacolo, elementi in difficile convivenza, perche se le regole sono il frutto di un’astrazione del mondo al fine di dargli un senso, lo spettacolo e cosa diversa, non sempre adattabile alle forme di rappresentazione della disciplina sportiva e all’evoluzione della mediazione televisiva che si e imposta attraverso la cultura della rappresentazione del reale. Un’antinomia sulla quale si fonda tutta la riproduzione televisiva dello sport, che vincola l’esistenza stessa di alcune discipline alla loro rappresentabilita e alla traduzione in immagini, in contrasto con la dimensione immaginifica che il racconto a parole sapeva evocare in epoche (non tanto) lontane in cui la scrittura era l’unico mezzo di diffusione delle emozioni sportive. In linea con questa visione si colloca anche la dicotomia evidente tra lo sforzo umano e il sostegno tecnologico, che puo essere collocato sia all’interno della pratica, sia nella relazione con le dinamiche rappresentative. Si tratta di istanze che implicano la necessita di una performance orientata all’estremizzazione del risultato ma anche alla produzione di uno spettacolo impeccabile, quantificabile, segmentabile, teso a divenire materiale utile per costruirvi sopra discorsi sociali, in un’ininterrotta costruzione di storie che si fondano sugli istanti, o di storie ridotte a istanti. .P ia n

to n i, .Ed e qui che rientra in gioco l’orientamento rappresentativo che puo restituire l’umanita della prestazione sportiva, necessaria per distinguere l’evento reale dalla prestazione virtuale, o pendere verso una estremizzazione delle dinamiche linguistiche, che si dissociano dalla pratica e si orientano verso la dimensione fruitiva, quasi che la virtualizzazione esasperata del gesto atletico possa costituire un plus delle strategie televisive. La tendenza a sbalordire svolgerebbe in questo senso una mera funzione ludica, con il rischio di essere solo un genere lirico, che costringe al suo interno il trasporto di ogni sentimento, ma che all’esterno perde la sua finalita originaria, in quanto si tratterebbe di un’occupazione legata solo alla rappresentazione del gioco e non alla sua essenza25. Un’altra dicotomia rilevante, ai fini della nostra osservazione e strettamente legata alla precedente, e quella che poggia sulla distinzione tra reale e immaginario. Il grande campione e quello che inventa, nella realta della prestazione atletica, la cosa giusta da fare in ogni preciso momento, e che al contempo sa sollecitare l’immaginario inteso come pre-gustazione dello spettacolo, come fascino dell’inesistente che abita il mondo dell’attesa. Proprio qui si colloca la riflessione che tiene conto della relazione tra sport e universo mediale, ove le regole del gioco devono integrarsi con le regole dello spettacolo e fare i conti con la sua dimensione immaginifica, che accoglie e fa suo lo spettacolo dello sport e le emozioni della passione sportiva, trasmutandole in prodotto televisivo. In questo ambito entrano in gioco le linee rappresentative dello sport stesso, che sempre piu poggiano sull’idea del superamento del concetto di referenzialita nell’ottica d i, una rielaborazione linguistica in grado di consegnare alla visione la piu vera delle dimensioni della fruizione, lontana pero dalla .H uiz in g a , .passione che sul ≪non visto≫ costruisce l’epopea delle grandi imprese. Operare una mediazione dello sport significa pertanto sapersi confrontare con questa complessita, la cui ricostruzione televisiva determina in ogni circostanza una scelta rispetto alle contraddizioni intrinseche del fenomeno stesso. Una scelta che non e neutrale e che impone la necessita di una competenza, da parte di chi si fa mediatore di questo fenomeno, sia dell’aspetto contenutistico sia delle potenzialita linguistiche del mezzo che se ne appropria. 1.3 — La mediazione dello sport come luogo di professionalita i Il fatto di considerare lo sport al crocevia delle istanze che evidenziano una dimensione valoriale interna, fatta di esplicite contraddizioni, una collocazione e un radicamento nella societa e una integrazione con gli aspetti comunicativi dell’industria mediale, determina la necessita di evidenziare il meccanismo relazionale che si instaura. Al di la delle tensioni, infatti, sono altrettanto chiari i caratteri che accomunano lo sport al mondo mediale, primo fra tutti l’universalita del messaggio

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che consente una partecipazione collettiva come vera e propria celebrazione. In quest’ottica va recuperato il senso profondo del messaggio .he lo sport veicola, proprio attraverso le sinergie comunicative che assimilano il mondo mediale ad alcune qualita positive rappresentate dallo sport. La funzione di identificazione, ad esempio, non solo ha un valore nella costruzione della rete sociale, ma sottolinea anche una piena congruenza con alcune linee produttive della televisione stessa. Lo sport, infatti, puo essere considerato il primo vero format internazionale, che viene ≪glocalizzato≫ a seconda della declinazione narrativa che si sceglie di operare. A fronte di una universalita delle regole, infatti, offre un riconoscimento nell’individualita e nella rappresentativita delle singole nazionali, o nelle squadre locali, o semplicemente nell’identificazione nell’atleta, in una continua oscillazione tra singolo e collettivita, nell’accezione dell’attivita sportiva intesa come esperienza personale che per realizzarsi nella sua totalita necessitai del confronto con l’altro. Proprio in questo confronto, che poggia la sua essenza sullo scambio inteso come sottotraccia della funzione comunicativa, troviamo i caratteri che piu degli altri possono essere rielaborati dalla televisione nella prospettiva di una produzione ≪positiva≫ e critica dello sport, che sia non solo mero contenuto, ma vero e proprio messaggio. Che abbia dunque un’attenzione non solo all’aspetto della elaborazione linguistica del prodotto, ma ima considerazione della sua piena valenza comunicativa rispetto alle funzioni del messaggio, del contesto di fruizione, della caratterizzazione del proprio pubblico, considerato sia come il destinatario di un prodotto emotivamente coinvolgente, che come soggetto in grado di elaborare lo spessore significante dello sport stesso. La valutazione della grande carica psicologica che lo sport possiede, inoltre, considerata come vero e proprio strumento educativo26, puo essere il terreno sul quale la televisione costruisce i propri prodotti. I concetti di sfida, di limite, come chiavi di interpretazione della vita stessa, possono contribuire a costruire la proposta di un evento mediale nel quale, accanto alla linea della cronaca, si possa tracciare anche un percorso in grado di guidare all’interpretazione dell’oggetto in se, unitamente alle tematiche che sottostanno alla traccia narrativa principale. In quest’ottica non conta solo l’obiettivo raggiunto, e dunque la rappresentazione e la celebrazione dell’istante, ma anche .P i a n t o n i , L o sport tra agonismo, business e spettacolo, .lo sforzo che si compie per raggiungere il traguardo, cosi come risulta evidente che la sconfitta e foriera di forza necessaria per poter ricominciare, nell’accettazione e nella capacita di interpretare positivamente il declino, senza perdere la speranza. Ed e proprio sulla speranza, o meglio sulla fiducia, che chiudiamo queste pagine introduttive. Confidiamo, infatti, in una produzione televisiva che non lasci da parte la considerazione delle enormi potenzialita della diffusione dello sport, e che superi il limite della sola dimensione economica — necessaria e vincolante — soprattutto nella diffusione dei contenuti. Proprio su questi aspetti la televisione potrebbe offrire un prodotto davvero di qualita, facendosi carico di responsabilita sociali che non possono essere ridotte all’antica, e superata, concezione di una televisione pedagogica. Fa riflettere, a questo proposito, il fatto che proprio nelle riflessioni che si sono occupate del concetto di qualita televisiva, lo sport sia completamente assente, quasi che si tratti di un genere a parte, svincolato dalle responsabilita che si riconoscono invece alle produzioni riconducibili ai generi dell’informazione, dell’intrattenimento e della fiction27. Se consideriamo infatti che i programmi sportivi, in particolare le dirette delle partite di calcio, occupano i primi posti nelle classifiche degli ascolti, non possiamo non prendere atto del forte injipatto sociale che la diffusione televisiva dello sport esercita. 27 Sul concetto di qualita televisiva si veda, tra gli altri, C. Sartori, .Bompiani, Milano 1993; M. G Lasagni - G. Richeri, ., Rai-Eri, Roma 1996; G. Bettetini - C. Giaccardi, .Eri - Rai, Roma 1997; E Angela, .redatto nel maggio 2002, fonte www.segretariatosociale.rai.it/paIinsesto/ documenti.html; C. Clement, .dicembre 2002, fonte

www.segretariatosociale.rai.it/palinsesto/docurnenti.html; F. De Vescovi, ., Guerini e Associati, Milano 2003. Il pensiero diffuso e invece che la trasmissione degli eventi sportivi costituisca di fatto una forma di ≪ospitalita≫ televisiva di un oggetto esterno. Abbiamo osservato pero quanto siano forti le reti di relazioni che non consentono piu di considerare lo sport come un genere avulso dalla televisione, pertanto parlare di sport televisivo porterebbe addirittura alla considerazione di un vero e proprio sovragenere. Una riflessione sulla qualita della televisione, pertanto, non puo prescindere dalla valutazione delle diverse declinazioni che lo sport assume all’interno del palinsesto. Perche se e vero che lo sport e un oggetto che vive anche al di fuori della televisione, esso costituisce comunque uno dei materiali piu appetibili, che ritroviamo infatti

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≪normalizzato≫ o ≪ridiscorsivizzato≫28 in tutti i generi, dall’informazione all’intrattenimento, dalla fiction alla. pubblicita. Un materiale dal quale tutti i professionisti possono attingere con il vantaggio del successo di pubblico assicurato. Si tratta dunque, da parte di coloro che operano nel settore, di riconoscere lo sport come materia prima da plasmare, ma anche di saperlo considerare come strumento di scrittura, vero e proprio scambio di sapere29, la cui elaborazione non puo avere una connotazione neutrale, anche solo nell’ottica della sua diffusione su larga scala. Se dunque nella riflessione sulla qualita televisiva si ritiene oggi necessario che gli operatori abbiano una preparazione culturale e professionale superiore a quella che si poteva pretendere nel passato30, proprio alla luce delle trasformazioni che lo sport ha .Be t t e t in i, .Be t t e t in i, .La Porta .subito nel corso degli ultimi anni e che lo hanno collocato in una posizione strategica al crocevia di interessi economici, politici e mediali, e evidente che anche coloro che si occupano della diffusione dello sport non possono prescindere dalle sue connotazioni valoriali e culturali, e non prendere atto dell’incidenza che un tale argomento ha nel meccanismo della produzione mediale. La mediazione televisiva dello sport, dunque, dovrebbe puntare su una reale professionalita degli operatori del settore nel suo complesso, in opposizione al dilettantismo che troppo spesso viene presentato, almeno in ambito sportivo, come genuino marchio di

qualita. h I media sport studies', un quadro interpretativo" II / La

riflessione sullo sport nella sua dimensione mediale ha trovato solo recentemente una riconosciuta significativita all’interno delle scienze sociali, soprattutto negli studi che si sono occupati delle dinamiche di relazione tra l’apparato costruttore di senso e alcuni prodotti culturali radicati nella societa contemporanea. Fino alla fine degli anni Ottanta il rapporto tra sport e media era stato indagato solo marginalmente dagli studi accademici, concentrati su alcuni approcci della tradizione statunitense relativi alla cultura americana1, o circoscritti alla riflessione sulla violenza nel tifo calcistico2. Negli anni a seguire abbiamo assistito a una crescente proliferazione di pubblicazioni che, in accordo con il progressivo interesse per gli studi sui media e il loro rapporto con la cultura, hanno inserito in maniera piu organica l’aspetto .Ab b ie z z i .C o z en s .Stum p f , .D enney, .Boyle, .H ar ring to n , .1 9 6 8 ; I. Taylor, .H argreaves .1 9 8 2 ; .W illiams .D u n n in g .M

urphy, .1984. della mediatizzazione del fenomeno sportivo, indagato soprattutto in alcune accezioni che ne sottolineano la relazione con i concetti di identita, potere e cultura popolare3. Il nostro approccio, necessariamente multidisciplinare, si propone di evidenziare le principali aree di studio che hanno avuto come oggetto lo sport mediale, e di delineare una mappatura delle linee di riflessione riconducibili a un corpus organico individuabile nei media sport studies'. Una premessa indispensabile e il riconoscimento del posizionamento dello sport al crocevia di molteplici esperienze di studio. Se infatti l’osservazione delle relazioni tra sport e media e piuttosto recente5, possiamo invece riconoscere una tradizione consolidata agli studi che hanno indagato il fenomeno sportivo secondo differenti punti di vista: attivita fisica che condiziona l’esperienza umana, da un punto di vista individuale e relazionale (ambito psico- pedagogico), nodo sistematico di evoluzione e determinazione 3 R. Beamish, .in H. Ca n t e lo n - R G

runeau (eds.), .University ofToronto Press, Toronto 1982; A. C larke C larke, .in J. H argreaves, (ed.), .cit.; id., .Blackwell, Oxford 1986; R. G runeau, .in R. Jackson

&T. Me P h a il (eds.), .Olympic Organizing Commettee and University o f Calgary, Calgary, Alberta 1988; P.  Heaven - D. R owe, .in D. R ow e - G .

Lawrence (eds.), .Harcourt Brace Jovanovich, Sydney 1990; M. R o c h e (ed.), .Meyer& Meyer, Aachen 1998. .W en n e r .e .G . Bel lo t to , .G . Be t t e t in i .G rasso

.della societa (ambito storico-sociologico e antropologicp)6 o come espressione di dinamiche di potere (ambito socio-economico); lo sport dunque come chiave di lettura delle''trasformazioni o dei processi di relazione dell’individuo con la societa e la cultura. Sembra quasi che lo sport venga periodicamente e transitoriamente riscoperto in relazione al bisogno di comprendere per via indiretta, scandagliando le trasformazioni degli umori, dei gusti e delle passioni collettive, l’operare di dinamiche sotterranee del mutamento culturale7. Le scienze sociali, dunque, si sono interessate al fenomeno sportivo, subordinandolo di volta in volta alle differenti emergenze ideologiche e generando addirittura alcune sotto discipline, come e avvenuto ad esempio per la sociologia e la psicologia dello sport8. .P o r ro , .G . G reco,

.Veb l en, .J . O rtega y G asset, .II, .In fa n t in o .M um fo rd , .II.l - Da sport ≪agito≫ a sport mediale. Tracce per un percorso di studio Il punto di partenza per un’osservazione che voglia dunque circoscrivere il proprio interesse all’aspetto mediale dello sport, deve muovere dalla considerazione del potere comunicativo del

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fenomeno sportivo, produttore e prodotto di senso (dal punto di vista dei valori, del linguaggio, delle regole) all’interno della societa e della cultura, a partire dalla sua originaria connotazione festiva. Se dunque lo sport e festa, o almeno lo e stato fino all’assorbimento delle sue pratiche nella marmellata massmediologica, si puo individuarvi la presenza di un forte ≪soggetto≫ sociale, origine di tutte le sue manifestazioni, e lo svolgimento di un’intensa attivita di comunicazione. [Tale] soggetto [...] puo essere identificato con un’unita culturale, con un sistema di valori e di piacere capace di manifestarsi e di autoriprodursi nell’esercizio festivo del gioco e dell’agonismo. Si tratta del soggetto che ≪parla≫ nello sport, che regge le manifestazioni discorsive di tutte le sue pratiche, che costruisce senso e che lo distribuisce copiosamente a un’udienza resa omogenea e unitaria proprio dalla sua scelta di partecipazione a una fenomenologia collettiva9. L’individuazione delle implicazioni comunicative dello sport e delle caratteristiche funzionali rispetto ai coinvolgimenti valoriali .di attivita e di consumo, determinano la sua trasformazione in mezzo di comunicazione che a sua volta produce altri discorsi. Il nostro percorso di indagine muove dunque dall’osservazione del passaggio da sport ≪agito≫ a sport mediale e si propone di indagare gli studi che hanno aperto la strada a una valutazione dello sport nel suo rapporto con i media. Questo passaggio e suggerito dallo studio di Gorge Sage10 le cui osservazioni offrono una guida terminologica che, a partire dalle motivazioni che spingono all’attivita sportiva, nella rilettura di Wenner11 vengono adattate al fenomeno sportivo calato nella societa mediale. Lo studio dello sport viene dunque riletto alla luce di alcuni concetti: istinto, sviluppo cognitivo, mastery, integrazione sociale, socializzazione, controllo sociale, espressivita, considerati come punto di contatto tra gli studi che si sono occupati di sport tout court e studi mediali dello sport. Istinto Levidenziazione della presenza di pulsioni istintive scaricate attraverso l’attivita sportiva e stata approfondita da svariate linee di studio che risentono delle impostazioni medico-biologica, psicologica e antropologica. Alcune riflessioni rimandano addirittura agli ambiti dell’etologia e della sociobiologia. Lo sport, individuato come fenomeno prettamente culturale, che prevede sistemi elaborati di norme e sanzioni, viene collocato in quest’ottica all’interno di un piu ampio panorama a meta strada tra attivita istintiva e strumento normativo. In questo senso le pratiche agonistiche sarebbero riconducibili a una matrice comune di combattimento ritualizzato, al fine di canalizzare l’aggres- .Sage, .W hnner, .sivita e di prevenire fenomenologie di conflitto. La rilettura di Wenner va oltre e mette a confronto l’energia attivata dalla prestazione atletica alla ≪passivita≫ dello spettatore televisivo12. L’autore evidenzia un’energia di tipo istintivo che si esprime al livello che viene definito ≪letargico≫, quasi a compensazione dell’energia spesa nell’affrontare la vita moderna. A questa categoria possiamo ricondurre quegli studi collocabili all’interno di una visione marcatamente sociologica, che hanno insistito sul fenomeno della partecipazione mediale13 e i numerosi studi che hanno sottolineato gli aspetti violenti del tifo14, suggerendo l’ampliamento del raggio di interesse alle eventuali responsabilita della rappresentazione (soprattutto televisiva) dello sport. Sviluppo cognitivo L’attenzione alle funzioni dello sport legate allo sviluppo cognitivo e debitrice dell’ampia produzione di orientamento psicologico15, .D . Dayan .Katz, .E lias .E. D u n n in g , .Sucre, .F. Fer ra ro t ti, .U svardi, .Dal Lago, .Dal Lago .M oscati, .M a r ch i .C a il lois, .W in n ic o t , .che ha sottolineato il valore del gioco nelle tappe dell’eta evolutiva. Il gioco, e lo sport come parte di esso, e in questa prospettiva indicato come una delle modalita attraverso le quali il bambino sperimenta, interiorizza e pratica comportamenti che gli saranno utili nella soluzione dei problemi. In questo ambito si collocano le riflessioni che hanno avuto come oggetto il contesto dello sport mediale, osservato sia da un punto di vista didattico rispetto alle singole discipline16 sia, e sicuramente piu rilevante nella nostra prospettiva, il filone che indaga lo sport e la sua rappresentazione mediale condizionata dalle implicazioni economiche dello show business17. Questo filone di studi sottolinea il netto contrasto tra le evidenze educative che la rappresentazione sportiva dovrebbe veicolare, e i prodotti mediali dello sport moderno. Come sottolinea Wenner, lo sport calato nella dimensione del business e diventato un veicolo di pubblicita e come tale ha perso molta della sua valenza educativa. In questa prospettiva apocalittica convergono molti degli studi sui media che osservano con preoccupazione i prodotti mediali (soprattutto nella forma televisiva) che puntano il dito sulla manipolazione dell’oggetto rappresentato e sugli effetti che determinerebbe18. Anche in questo caso possiamo affermare che sono molto scarsi gli studi che mettono in relazione la rappresentazione dello sport e le sue responsabilita da un punto di vista

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educativo19.  Un’altra impostazione di studio riconducibile a questa categoria e quella offerta dalla critica marxista, che vede nello sport moderno una manifestazione dello spirito capitalistico, confezionato per farsi portatore di messaggi promozionali, e come tale strumento attraverso cui il popolo viene sviato dagli interessi prioritari. In particolare si rifanno a questa impostazione gli studi che hanno raffigurato genericamente lo sport, soprattutto nell’incontro con i media, come il destinatario passivo di strategie capaci di corromperlo. L’osservazione di Porro, a questo proposito, e comunque ottimistica e sposta l’attenzione sulla pratica sportiva e sulle responsabilita del sistema mediale: Nessun potere mediatico riuscira [...] a uccidere la cultura sportiva e la pratica dello sport per tutti che dal sistema commerciale non dipende se non in misura irrilevante. Altra cosa e sollecitare dai media l’attenzione dovuta a questo importante fenomeno sociale, denunciando il pericolo di una trasformazione dello sport-spettacolo in una sorta di videogame planetario, capace di oscurare tutte le manifestazioni non immediatamente remunerative in termini di audience, di diritti televisivi e di introiti pubblicitari26. Espressivita personale Si tratta certamente dell’aspetto della pratica sportiva che risulta piu evidente tra le funzioni che lo sport svolge. In particolare evidenzia il concetto della realizzazione personale (attraverso la pratica, l’allenamento, la prova) e il divertimento. Anche i fruitori dello sport mediale si confrontano con questi aspetti, soprattutto per quanto riguarda la dimensione del divertimento e della fruizione. Certamente anche questo aspetto si rifa prevalentemente .Barthes, .Id em , .Por ro , .alle impostazioni di studio sull’audience, inteso sia nell’aspetto della gratificazione dell’ascolto, sia nelle modalita partecipative27, ma anche agli studi orientati alla rappresentazione televisiva dello sport, in particolare alla valutazione dei generi televisivi e alla tematizzazione dei contenuti28. Un altro aspetto indagato dagli studi testuali sullo sport riguarda la consapevolezza da parte degli sportivi professionisti del valore della presenza dei media rispetto alla loro prestazione, e dunque un’accentuazione degli atteggiamenti sugli atti, dei personaggi sugli atleti, in un progressivo allontanamento del fuoco di attenzione dal gesto sportivo29. Questo quadro interpretativo che conferma'l’ipotesi della collocazione dello sport mediale all’intersezione di differenti punti di vista, non ci trova pienamente soddisfatti rispetto alla nostra volonta di tracciare una mappa che consenta di individuare i caratteri degli studi mediali sullo sport. Un’impostazione di questo tipo, infatti, e troppo riduttiva perche, orientata dalla valutazione delle funzioni dello sport, tende a confinare la linea di riflessione nell’ambito della dimensione della fruizione e considera il prodotto mediale sportivo quasi esclusivamente in riferimento agli effetti sul pubblico. Il passaggio dallo sport agito allo sport mediale in questa prospettiva, dunque, rischia di ricondurre i media sport studies a una semplice modalita di confronto tra due modi diversi di vivere lo sport, la pratica e la fruizione (indistintamente .Dal

1 a h o , .Be t t e t in i .G rasso .G . Sim o n e l l i .F er rarot ti, .Sim o n e l l i .Ferrarotti, .S im onell i .Ferrarot ti, .Mastery o funzione ≪formativa≫ dello sport Rimanda a una serie di riflessioni che osservano le potenzialita dello sport nella determinazione della percezione del proprio ruolo e in aiuto al superamento delle ansie e delle incertezze a esso collegate20. Tradotto nell’esperienza dello sport mediale si puo parlare di performanza culturale, ovvero di riconoscimento di alcuni elementi propri della cultura che rendono il fruitore consapevole della sua appartenenza sociale. Il riferimento non puo che andare agli studi collocabili nell’ampia area dei cultural studies, in particolare nelle riflessioni sui legami tra la rappresentazione dello sport e le modalita di percezione della razza, del gender, dell’identita nazionale. Integrazione sociale Il fatto che lo sport costituisca uno strumento di integrazione sociale e ormai ampiamente condiviso da svariati orientamenti di studio. La condivisione di significati simbolici e il senso di appartenenza al gruppo e stata una delle linee di studio che piu ampiamente hanno orientato le riflessioni sullo sport. Anche in questo caso, il passaggio alla sua mediatizzazione consente di riflettere sull’aspetto dei valori rappresentati, e dunque sulla condivisione e la partecipazione collettiva. La riflessione scientifica in questo senso rimanda certamente di nuovo alla considerazione .della partecipazione21 e alla dimensione ≪parasociale≫ della fruizione televisiva. Socializzazione Nell’attivita sportiva il fenomeno della socializzazione e una premessa indispensabile alla pratica stessa, che si evidenzia nei valori dell’autodisciplina, del rispetto delle norme, del comportamento; tali valori possono essere riscontrati nella rappresentazione mediale dello sport, in particolare in quella che puo essere osservata come la rappresentazione della

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cultura sportiva22, che va ad affiancarsi ai tradizionali canali di trasmissione dei valori sportivi (la famiglia, la scuola, l’allenatore) attraverso il percorso della ridiscorsivizzazione dell’evento sportivo23. Controllo sociale L’osservazione dello sport come meccanismo di controllo prende origine da diverse linee di riflessione. Un riferimento puo essere quello agli studi sulla funzione catartica della violenza rappresentata24, cui rimandano alcune riflessioni sulle discipline sportive all’apparenza violente e che secondo alcuni avrebbero appunto una funzione liberatoria, mettendo in scena anche la dimensione della regola e della sanzione o semplicemente esasperando la dimensio- .(J. .T h

o m p so n , .G. Be t t e t in i .G rasso .Be t t e t in i, .dal vivo o mediata), senza pero indagare pienamente le dinamiche di produzione e i caratteri del prodotto. La nostra indagine pertanto si propone di andare oltre e di costruire un percorso di riflessione che tenga conto anche di altri elementi che consideriamo importanti nei rapporti tra sport e media. In particolare possiamo evidenziare i caratteri dell’apparato produttivo, le dimensioni della negoziazione tra i diversi soggetti coinvolti, una maggiore attenzione al concetto di rappresentazione e una linea di riflessione che esamini gli esiti e le ricadute dei passaggi appena sottolineati. In questo senso ci sembra utile operare una scelta nella linea di osservazione che deve evidentemente partire non dagli ambiti disciplinari che hanno generato percorsi di studio sullo sport, ma dallo sport stesso, evidenziandone i caratteri che a nostro avviso hanno un rilievo particolare negli studi mediali. Ci piace pensare pertanto a una mappa che rappresenti una via originale rispetto al semplice elenco di punti di vista e che esprima le eredita disciplinari a partire dal fulcro del nostro interesse: il fenomeno sportivo mediale. II.2 — Un modello di indagine: la temporalita delPatto sportivo come guida alla riflessione teorica Il contesto di riferimento per tentare questa ricognizione e l’osservazione dei vincoli che legano e condizionano i soggetti coinvolti nella creazione dell’evento sportivo mediale (societa, complesso produttivo, contenuti, audience), che riprendiamo dal modello ≪transazionale≫ offerto da Wenner30. L’autore americano osserva con lucidita le forze che entrano in gioco, per usare un termine sportivo, e ne evidenzia i ruoli e le .W enner, .azioni. Il sistema principale (o sopra-sistema) e rappresentato dal- ! la societa nel suo complessoj che si costituisce come frame.entro cui si trova la realta definita mediateci sportsproduction complex e che comprende le relazioni tra le organizzazioni mediali, le organizzazioni sportive e i giornalisti sportivi. Attraverso il lavoro di questi ultimi, le organizzazioni creano i contenuti dello sport mediale, oggetto di fruizione da parte del pubblico, cuore dell’intero sistema. .W e n n e r , .Questo approccio sociologico consente di rilevare le relazioni tra i soggetti, al punto da non poter distinguere l’attivita del singolo indipendentemente dalla sua relazione con gli altri31. In particolare una visione suggestiva e quella proposta da Rowe, che sottolinea la interrelazione tra il mondo sportivo e il complesso mediale determinata dall’incontro tra la ≪fisicita≫ espressa dallo sport e la creazione di simboli prodotta dall’apparato mediale, tale da rendere impensabile l’esistenza dello sport a prescindere dalla sua rappresentazione mediale32. Tale relazione sarebbe cosi costrittiva da suggerire addirittura la concezione dello sport come mezzo di comunicazione di massa, subordinato alle logiche che presiedono alla produzione, al linguaggio, alla fruizione di prodotti mediali. Anche l’evoluzione dei mezzi33 sembra essere condizionata dal susseguirsi dei grandi eventi sportivi34. Per questo lo studio dello .Rowe , .A ubibzzi, .Be t t e t in i .Braga .F umagalli .sport mediale e affascinante e nello stesso tempo difficile da' gestire all’interno di un impianto teorico soddisfacente, in quanto rischia di perdersi in un labirinto di discipline e teorie. ; Un modello che ci sembra utile nel tentare questa esplorazione parte dalla considerazione dello sport nella temporalita del suo ≪farsi≫. Ogni atto sportivo, infatti, e dunque ogni oggetto sportivo rappresentato, puo distinguersi a seconda della propria collocazione temporale nelle fasi della preparazione, della performance e della celebrazione. Questo schema ci sembra utile per determinare con maggior esaustivita i differenti punti di vista che si sono occupati di sport e media, e ci consente di ≪mappare≫ il percorso di studi e di collocare di volta in volta le riflessioni scientifiche all’interno di un percorso lineare, nel pieno rispetto dell’oggetto di attenzione35. II.2.1 — La preparazione La preparazione, l’allenamento, il training costituiscono uno degli aspetti fondamentali nella considerazione del fenomeno sportivo inteso come attivita fisica, necessaria premessa a qualsiasi tipo di realizzazione di ogni disciplina. Nella nostra ipotesi di indagine, la preparazione riguarda tutti i passi necessari intrapresi dai soggetti coinvolti nella realizzazione dell’evento sportivo

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mediale. Indispensabile premessa e la valutazione del pretesto informativo che soggiace a ogni rappresentazioni mediale dello sport, unitamente a una funzione di intrattenimento. In questo senso possiamo a buon diritto inserire il prodotto sportivo all’interno delle logiche dei media sia da un punto di vista delle routine produttive che dipendono dall’area informativa36, sia all’interno delle logiche piu propriamente commerciali. .C o lom bo , .G . Be t t e t in i - A. G rasso .La fase preparatoria pertanto interessera sia le dinamiche di produzione della notizia, sia gli aspetti economici che riguardano la negoziazione dei diritti di trasmissione, nella -Valutazione del rientro economico dettato dagli alti ascolti in termini di pubblico. Produzione della notizia Il punto di partenza e dunque il genere informativo, che impone diverse modalita di preparazione a seconda che il mezzo intenda trasmettere la diretta, e optare per l’ospitalita dell’evento, o costruisca attorno a esso altri discorsi. In ogni caso le dinamiche di produzione dell’informazione costringono l’apparato mediale a confrontarsi con una serie di processi negoziali che andranno poi a condizionare il risultato finale37. Il primo livello di attenzione riguarda la valutazione delle coincidenze temporali tra l’evento sportivo e l’apparato produttore di informazione. La previsione e la conseguente possibilita di programmazione dell’integrazione dell’evento all’interno del complesso sistema produttivo e certamente uno dei privilegi degli operatori dell’informazione sportiva. La prevedibilita del tempo di svolgimento e caricata di fascino dall’imprevedibilita del ri-, sultato, ma la festivita dell’evento viene agevolmente ≪routinizzata ≫38. .W olf, .So r r e n t in o , .Idem .A. Ag o st in i, .So r r e n t in o .So r ic e , .Barlozz et ti, .La diretta dell’evento sportivo si inserisce nella temporalita televisiva. La rottura della quotidianita (che si e sempre associata ai grandi eventi mediali) si cala nella ritualita, al punto da poter classificare il rito agonistico sulla base di ritmi temporali adeguabili al tempo televisivo: La macro-serialita — o se si vuole — i picchi ciclici dei grandi eventi (a cominciare dal ciclo quadriennale delle Olimpiadi e dei Mondiali di calcio); la serialita interna (come la scansione settimanale del campionato di calcio); e infine l’articolazione temporale di ciascuna puntata della serie (nel caso del calcio, i due . tempi di una partita); [ma] questi accadimenti vengono [anche] sottoposti a una mutazione estetica e retorica che li ritestualizza completamente39 con delle ripercussioni proprio al livello della percezione della funzione informativa. Nel caso specifico della costruzione di un genere informativo tradizionale, come e il telegiornale sportivo, la routinizzazione dell’informazione trova un’interessante (e vantaggiosa) integrazione tra spettacolarita delle immagini dello sport e formato esteriore assimilabile alla forma del genere telegiornalistico generalista40. Ma non senza sacrifici. In particolare infatti assistiamo a un necessario riposizionamento funzionale rispetto alla diretta, con cui ogni prodotto di informazione deve confrontarsi: in alcuni casi la funzione informativa diviene secondaria, assumendo invece un ruolo esclusivamente veridittivo rispetto alla mediazione offerta dalla testata giornalistica rispetto' agli eventi. Il rapporto con la stampa e certamente piu semplice. Sembra infatti piu chiara la sua dislocazione all’interno dell’area informativa tradizionalmente intesa. Certo la costruzione della notizia .Bà r lo z z e t t i, .A b b ie z z i, .S im o n e l l i

./.c sportiva, pur seguendo le dinamiche produttive tradizionali, sottolinea alcuni caratteri peculiari nel rapporto con le fonti (organizzazioni sportive) e nelle dinamiche di selezione e gerarchizzazione delle notizie (in riferimento a criteri di notiziabilita relativi al pubblico)41, ma rimanendo comunque nell’ambito di un rapporto lineare, dove gli interessi in gioco sembrerebbero meno alti. Il prodotto veicolato, infatti, non ha in se i caratteri dell’esclusivita (come invece avviene nella diretta degli eventi), in quanto gia confezionato come prodotto informativo ricostruito dal discorso giornalistico. Nella fase preparatoria si predispone dunque come materiale che risponde alle esigenze di informazione. Informazione e comunicazione Il problema si pone nel rapporto con i mezzi elettronici, soprattutto con la televisione. Nella visione di De Coubertin dello sport moderno, la stampa e la radio hanno un ruolo importante, si tratta di mezzi cui si chiede di farsi veicoli dei valori rappresentati dallo sport: nulla e dovuto per informare sui grandi eventi (la radio, che pure veicola in diretta le emozioni dell’atto sportivo, non si sovrappone all’idea dello spettacolo dal vivo). E con la televisione che assistiamo a una decisiva trasformazione. Si tratta di un vero e proprio incontro tra due media, un matrimonio di interesse in cui i due partner portano ciascuno la propria dote di spettacolarita. La televisione allarga immediatamente la platea dello sport; lo sport offre alla tv un materiale prezioso. [...] Questi accadimenti si susseguono nel palinsesto e, a ben .G erm a no , .2003. vedere, non vengono

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semplicemente ospitati. Sono sottoposti, infatti, a una mutazione estetica42. E per soddisfare gli interessi reciproci, i soggetti stipulano dei contratti. La preparazione, pertanto, comporta la definizione di regole, il rispetto delle quali diviene imprescindibile per l’esistenza stessa dell’evento sportivo mediale. Il diritto di informazione si riduce a pochi minuti, il resto viene venduto43. L’aspetto preparatorio dell’evento mediale viene messo nelle mani degli uffici marketing, la visibilita delle discipline viene condizionata dagli interessi economici: la fase preparatoria dunque non risponde solo a criteri legati alle dinamiche informative ma viene messo in dubbio lo stesso concetto di informazione, che seleziona a priori, sulla base della proprieta dei diritti di trasmissione, i contenuti del discorso mediale. Se questo aspetto e determinante nella programmazione televisiva della diretta di grandi eventi sportivi, ha delle ricadute anche negli altri formati, come nel caso del telegiornale sportivo che spesso svolge una funzione di vetrina rispetto agli eventi di cui l’emittente detiene i diritti di trasmissione in diretta, contribuendo alla costruzione dell’identita di rete≫ e cancellando dalla propria agenda gli altri eventi. Le organizzazioni sportive possono essere considerate in una doppia accezione, di produttore dello spettacolo sportivo e nello stesso tempo di fonte (tradizionalmente intesa) di notizie44. Questo duplice ruolo determina chiaramente dei forti condizionamenti del modello informativo, in quanto il passaggio di informazioni risponde anche ai criteri di promozione. .I o z z ia .M inerva, .A scani, .P ia n to n i, .Il modello di Wenner sottolinea queste tensioni. L’autore parla di negoziazione e di conseguente trasformazione dello sport in un prodotto da lanciare sul mercato, risultato della transazione dei due tipi di organizzazioni — sportive e mediali — che a loro volta esercitano una forte pressione sui giornalisti sportivi. L’autore americano sottolinea anche un ulteriore livello di condizionamento (di tipo economico) che coinvolge sia le organizzazioni mediali che quelle sportive a vario titolo, soprattutto nella considerazione degli assetti proprietari. Una lucida osservazione di queste relazioni in ambito italiano e offerta dallo studio di De Nardis45 che, con sguardo critico, espone i rischi dello sport commercializzato e mediatizzato, soprattutto nell’ottica dell’inquinamento della pratica sportiva tradizionale46. La parte piu interessante ai fini del nostro studio, .quella in cui l’autore esamina le correlazioni tra sport, politica e new media47, evidenziando le maggiori tensioni (o i condizionamenti piu espliciti) nei primi anni Novanta. Il discorso si concentra sul processo di mutamento della politica che l’autore fa coincidere con la nascita (o evoluzione) del calcio spettacolo sottolineando le fortissime analogie tra la struttura organizzativa mediatico-pubblicitaria del movimento politico denominato Forza Italia e la societa sportiva presieduta da Berlusconi: il Milan. La transazione tra societa, sport e sistema mediale e descritta addirittura nei termini di condizionamento da parte dello sport sul .D e N ardis, .N . Po r ro , .Lig u o r i .N apoletano, .sistema politico48 e ravvisa nello sport il fondamento linguistico e simbolico della nuova politica. D’altra parte anche il sistema calcistico viene fortemente condizionato dalle dinamiche di aziendalizzazione. Questo processo era gia stato evidenziato da Porro nella descrizione delle logiche gestionali dello sport che a partire dal modello tradizionale, fondato sul primato del risultato, si evolvono nei modelli: ❖ ≪dinastico-imprenditoriale≫, basato sul patrocinio di un grande e potente gruppo industriale ma senza la formazione di una vera e propria rete organizzativa; ❖ ≪market oriented≫, caratterizzato da logiche aziendali orientate al mercato49, in cui il campione sportivo e un testimonial pubblicitario; ❖ ≪sinergico≫, in grado di fornire un forte senso di appartenenza a un apparato simbolico determinato, grazie alla presenza di una potente leadership unificante. La rete imprenditoriale su cui si fonda il sistema organizzativo diventa dunque sistema di comunicazione interno ed esterno50. Circoscrivendo l’interesse al solo fenomeno televisivo, questa relazione ha fatto coniare la fortunata definizione di ≪matrimonio di interesse≫. L’incontro tra sport e televisione avviene alle origini del mezzo elettronico: si tratta di un amore a prima vista, consolidato da un matrimonio di interesse in cui ciascuno dei due partner da e riceve qualcosa. L’unione e ormai indissolubile: oggi e. impensabile lo sport senza la televisione ed e altrettanto difficile immaginare la televisione senza sport51. .Po r ro, .Io z z ia .M inerva, .La valutazione di questi forti condizionamenti ha spesso portato a una visione pessimistica delle relazioni tra sport e media, sottolineando in particolare il processo di snaturamento del fenomeno sportivo in favore della creazione di un prodotto subordinato alle logiche commerciali dei media. A questo proposito, pero, ci viene in aiuto l’osservazione di Porro che sottolinea anche i margini di autonomia che si offrono a uno sguardo

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critico, liberato dai condizionamenti di molta pubblicistica che, pur autorizzando una serie di preoccupazioni sulla corruzione dello sport, non deve pero cedere a una deriva moralistica e nostalgica. L’autore ha fiducia nella sopravvivenza di una, seppur minima, autonomia delle forze in gioco, offrendo al lettore un barlume di ottimismo. In ogni riflessione criticamente orientata, insomma, bisogna tener fermi due punti: il carattere di interazione che nella gestione dei media e sempre presente fra diversi sistemi (come l’economia e la politica, ma anche l’ambito produttivo o il broadcasting) e l’esistenza di una piu estesa e significativa sfera di autonomia, propria del ≪discorso sportivo≫. Anche la dimensione culturale produttiva dello sport opera, insomma, uno specifico dello sport52. II.2.2 — La performance: modi e contenuti del racconto sportivo La convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio)53 ha orienta- .Po r ro , .to in origine la ricerca scientifica che si e occupata del racconto della gara sulla carta stampata, alla radio o attraverso le immagini televisive54. La performance sportiva, intesa come momento culminante della prova dell’atleta (con i coinvolgimenti emotivi che determina sia nella pratica che nella fruizione) si sottopone a una messa in discorso da parte dei media; si crea pertanto una sovrapposizione e integrazione di linguaggi che si esplicano in modi diversi a seconda del medium che predispone il racconto, ai modi del racconto e ai temi raccontati. Si puo agevolmente supporre che ogni sport si sia modellato sul medium che al tempo della sua nascita e del suo sviluppo era dominante, di punta; ogni sport, fin dall’inizio, si e dato delle norme, dei comportamenti, delle ritualita attraverso un costante riscontro mediatico (come reagivano gli aedi, cosa scrivevano le gazzette, come ne parlava la radio). Succede,cosi che certi sport siano indissolubilmente legati a certi media e non ad altri55. Gli studi orientati in questo senso hanno evidenziato innanzi tutto il valore significante dello sport e le modalita di appropriazione di questo sistema da parte dei media, che a loro volta impongono un sistema di regole e un linguaggio codificato e assolutamente autonomo. Possiamo pertanto ricondurre questo aspetto dell’indagine sullo sport a due aree di interesse: l’area produttiva (che tiene .A. Asa Berger, .Jacomuzzi .A.

.Grasso, .G. Bettetini .Grasso, .conto delle potenzialita linguistiche dei mezzi, anche in termini evolutivi) e l’altra, orientata al prodotto collocato all’interno di formati e generi, e subordinato a un’analisi di tipo testuale. Se la prima linea di indagine e legata soprattutto alle strategie comunicative messe in atto dai professionisti televisivi56, la seconda invece si e orientata allo studio delle dinamiche di tematizzazione degli eventi e abbraccia sia l’ambito radiotelevisivo che quello della carta stampata allo scopo di monitorare la narrativizzazione attraverso l’individuazione delle aree semantiche, dei soggetti coinvolti e la conseguente costruzione dei personaggi, sia a livello enunciativo che a livello narrativo oltre che nei caratteri propri del trattamento discorsivo. Si tratta di una linea di studi che puo trovare origine all’interno degli studi sulla lingua italiana e sui linguaggi settoriali57 ma che si sviluppa in anni piu recenti sulla scorta della valutazione quantitativa e qualitativa della produzione a stampa, in occasione soprattutto dei grandi eventi. L’acquisizione dei contenuti come risultato del percorso di analisi, ha consentito di collocare le riflessioni all’interno di un’impostazione di respiro sociologico, nel panorama delle rappresentazioni sociali prodotte dai media58. In particolare rispetto .Tomassetti, .Bascetta,

.G. .Beccarla, .Maiktti.Lepri, .Idem, .M. Boldrini. .Brambilla .Giuntini, .J. M aguire, .ai rimandi espliciti a valori, pregiudizi e stereotipi entro cui il pubblico si riconosce, evidenti soprattutto nella produzione mediale statunitense. L’enfasi sulla competitivita e sull’aggressivita, come sottolinea Porro59, ma anche l’eroismo rappresentato dal campionismo, l’esaltazione dello spirito di squadra, la ricostruzione del risultato quantificato attraverso l’individuazione di record, punteggi, performance, hanno condizionato anche la rappresentazione dello sport nel nostro Paese e orientano la riscrittura dell’evento. Questo percorso di osservazione integra l’analisi della stampa e quella degli altri media, televisione in particolare. E infatti la televisione il luogo centrale per l’osservazione dell’evento sportivo mediale, linguaggio e strumento di presentificazione attraverso la specificita della diretta. .Polity Press, Cambridge .M. Roche, .Meyer and Meyer, Aachen .D. Rowb, .cit.; G. W h a n n e l, .Open University Press, Buckingham .Per quanto riguarda la produzione italiana, a parte l’utilizzo dello sport come chiave di lettura per una ricostruzione storica e sociale dell’Italia, come avviene in A. Papa - G. Panico, .Il Mulino, Bologna .M a rc h e sin i, .Il Mulino, Bologna .T. Giani G a llin o , .Cortina, Milano .la produzione si .concentrata quasi esclusivamente sulle modalita di narrativizzazione del calcio e dei suoi eroi, in particolare cfr. F. Boni, .in Idem, .cit.; .G ia n e tti, .in G. Sim o n e lij - A. F e r r a r o t t i, .cit.; .P o rro , .Vqpt, Torino .Idem, .Eri Vqpt, Torino .G. Simonelli, .Euresis, Milano .G. S im o n e lli (a cura di), .Eri Vqpt, Roma .o sulla collocazione dello sport all’interno dell’evoluzione storica dei generi e dei linguaggi, M. Sorice, .o .Editori Riuniti, Roma .E. M en d u n i, .Editori Laterza, Bari .A. G rasso - M. Scag lio

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n i, .Garzanti, Milano .59 N . Porro, .cit. Alla luce delle riflessioni di cui sopra, gli studi sulla performance mediale dello sport possono essere pertanto ricondotti a due accezioni: ombre e riproduzioni da una parte e temi e ricostruzioni dall’altra. Ombre e riproduzioni La dimensione spettacolare dello sport e senza dubbio uno degli ambiti piu affascinanti per lo studio delle relazioni tra sport e media. In particolare l’aspetto della simulacralita del racconto e la conseguente ritestualizzazione dell’evento, calato all’interno delle logiche linguistiche dei media (in particolare quelli elettronici), suggerisce diversi spunti di riflessione. La drammaturgia dello sport e l’applicazione dell’analisi testuale alla diretta degli eventi ci vengono in aiuto per guidare il nostro percorso di ricognizione60. Un primo, approccio e riferito alle caratteristiche della riproduzione, attraverso le riflessioni sul concetto di rappresentazione che trovano nella diretta degli eventi sportivi anche una coincidenza con gli studi che si sono occupati dell’individuazione della specificita del linguaggio televisivo. La domanda ricorrente e il posizionamento del prodotto finale rispetto all’oggetto esterno (lo sport) e all’opera di mediazione che possiamo collocare a meta strada tra referenzialita e simulacralizzazione. In particolare le riflessioni sulla rappresentazione televisiva dello sport hanno oscillato tra due aspetti distintivi, che potremmo definire l’uno esterno e l’altro interno alla dimensione televisiva. Secondo un’ottica ≪esterna≫ la materia sportiva e stata considerata come pratica agonistica, dotata di un proprio linguaggio, di proprie regole, preesistente e indipendente dalla televisione, ma che i .instaura con essa un rapporto di ospitalita. In questa acceiiohe j sembrerebbe dunque possibile ridurre la relazione tra sport e televisione al concetto di rappresentazione referenziale61. Una seconda linea di riflessione suggerisce invece una considerazione dello sport come materia televisiva, e pone l’accento sulle modalita linguistiche della televisione. Secondo questo punto di vista sembrerebbe prioritaria l’accezione di autoreferenzialita televisiva. L’evidenza dell’immagine manifesta ha una funzione testimoniale, ma quanto piu vengono utilizzati apparati tecnici sofisticati, tanto piu lontana risulta la realta cui ci si riferisce. La verita, dunque, lascia il posto alle strategie di veridizione. Ma non sempre e possibile trovare una linea di demarcazione precisa. Un’oscillazione tra i due ambiti e ben esemplificata dallo studio di Fausto Colombo che sottolinea gli aspetti della rappresentazione e nello stesso tempo la creazione di una nuova realta che, se da un lato si configura come perfetta integrazione di linguaggi, dall’altro tende a esasperare l’autonomia nella costruzione simbolica della realta elettronica. [...] Un atteggiamento che pare tipico dello sviluppo televisivo e il processo di vampirizzazione della realta extratelevisiva [...] che puo essere ben ‘colto a partire dalla descrizione di alcuni generi televisivi solo apparentemente determinati da processi e culture non elettroniche62. Uno di questi e appunto lo sport. I caratteri che si impongono come determinanti nella delimitazione di questo ambito sono .Bettetini, .1991. 62 F. C olombo, .1990. .69 .quelli legati alla spettacolarita insita nel gesto atletico che comporta la presenza (partecipante) di un pubblico. Pertanto se e vero che ≪lo sport, spettacolo per sua natura, comprende fra le proprie parti costituenti lo spettatore≫63, la dimensione della messa in scena dellatto sportivo rimanda alle riflessioni sulla cooperazione del lettore nella dinamica di creazione del testo64. Se dunque un qualsiasi testo audiovisivo prevede l’ipotesi di un’entita simulacrale che interagisce con il percorso strategico di enunciazione, anche nella rappresentazione della vicenda sportiva, che oscilla tra regole e imprevisto, il ruolo del lettore, iscritto nel testo, e fondamentale. Gosl come lo e nella dimensione della fruizione dal vivo. La previsione delia presenza del pubblico, insomma, non e solo una strategia comunicativa inculcata dal mezzo elettronico, ma e insita nei caratteri stessi dell’azione, indipendentemente dalla mediazione televisiva. Per questo molte riflessioni sulla rappresentazione televisiva dello sport sono partite proprio dalla valutazione del ruolo del pubblico e dalla considerazione dei condizionamenti che questo esercita sia nella visione dal vivo (e il caso degli studi Sul tifo) sia nella fruizione televisiva, con le relazioni che riguardano la scrittura registica, e dunque il prodotto finale, e le trasformazioni reali sulla disciplina stessa, ovvero le ripercussioni sul prodotto originale, in un percorso bidirezionale che ne osserva trasformazioni linguistiche e metamorfosi reali65. Gia nel 1978 un numero dei ≪Cahiers du cinema≫66, dedicato allo sport in televisione, aveva evidenziato la centralita del ruolo del pubblico nelle strategie comunicative delle immagini di sport. Gli spettatori dello sport, in questo contesto, vengono classificati .p. 89. .Bettetini, .cit. 65 E il

caso del fenomeno della riregolamentazione evidenziato da Bettetini, .“ Aa.Vv., .in ≪Cahiers du cinema≫, 292 (settembre 1978). in tre

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tipologie: gli amanti dello sport praticato, gli amanti della televisione e del suo immaginario, gli amanti del metalinguaggio. Da qui l’individuazione dei modi attraverso i quali la televisione racconta l’evento, condizionando i prodotti alle attese,del pubblico di riferimento, tra referenzialita e autonomia linguistica. Non solo. L’esperienza di alcune discipline sportive e resa possibile soltanto dalla rappresentazione televisiva (e il caso del ciclismo, la vela o la maratona), per altre l’esperienza diretta e molto limitata. La televisione diviene dunque lo strumento attraverso il quale lo spettatore puo vivere a distanza l’emozione dell’evento sportivo, o addirittura l’unico modo o il modo migliore per assistervi. Rispetto alle strategie comunicative e al loro accostarsi alla performance sportiva, nella necessita di orientarne la messa in scena, e possibile evidenziare alcuni sistemi di ripresa intesi come ≪modalita tecnico-linguistica≫67, in cui l’evoluzione della tecnologia gioca un ruolo fondamentale per le potenzialita espressive e le scelte di racconto, dettate daH’interpretazione dello spazio e del tempo sportivo, tramite le inquadrature e la loro successione68. Il tempo della diretta e legato a quello dell’evento, sia come successione di fatti (che non possono — o non dovrebbero — essere modificati dal sistema di ripresa), sia come modalita convenzionale di racconto. Lo sviluppo della storia sportiva, pero, non sempre e integrabile in un sistema lineare69, pertanto la sua .Tomassetti, .o .Bettetini,

.Solarino, .Tritapepe, .Uccello, .Jones, .Ferraro .ricostruzione televisiva sull’asse temporale seguira un criterio di scelta e di opportunita. Anche lo spazio dovra essere reinterpretato in funzione della posizione delle telecamere e dalle inquadrature, fattore questo indispensabile nella scelta dei sistemi di ripresa. La relazione tra rappresentazione televisiva e percezione dal vivo, tema sul quale si sono genericamente orientati gli studi sugli eventi sportivi, assume a questo punto un rilievo inferiore rispetto all’osservazione delle modalita di realizzazione di un prodotto ormai autonomo. Non rsi tratta piu infatti di consentire una visione ≪come se≫ lo spettatore fosse presente, ma di rendere reale e compiuto un pro- % dotto che altrimenti verrebbe percepito soltanto attraverso una segmentazione di percezioni. ^ Nel caso del ciclismo su strada [...] lo spettatore non puo avere nessuna cognizione diretta dell’andamento della gara: potra assistere al passaggio dei ciclisti in un punto del percorso o potra riferire di chi ha vinto se si e sistemato al traguardo. Ma tutto cio che oggi sappiamo dell’andamento di una gara ciclistica, delle sue fasi, delle alleanze che si sono prodotte, delle strategie che si sono attuate, e il risultato di immagini televisive70. Si tratta dunque di scegliere quale dei sistemi di ripresa si adatta meglio alla disciplina da rappresentare in funzione della sua (ri) costruzione audiovisiva. Tali sistemi possono essere, nell’ordine: sequenziale, centrale o a estrapolazione per soggetti di valore71. Il sistema sequenziale poggia su un dispositivo che mette per l’appunto in sequenza temporale le telecamere e le commuta in successione una all’altra. Questa applicazione e utile nel caso in cui si debba coprire uno spazio lineare, che puo essere rappresentato da un circuito automobilistico, o da una pista di sci alpino. .Tomassetti, .o ., cit., p. .Apparentemente si tratta di uno schema molto semplice, ma non sempre lo svolgimento della gara consente una costruzione agevole del racconto. Le varianti che si possono applicare a questo schema sono molteplici, una per tutte riguarda il caso dello sci alpino, ove la performance di un atleta si sovrappone a quella dell’atleta successivo. La regia sopperisce a questo problema ricorrendo a un escamotage, quello di registrare e dilazionare la messa in onda della partenza del concorrente successivo. Mentre il primo atleta percorre l’ultima parte della sua gara, viene registrata la partenza del secondo. Dopo l’arrivo del primo, e mentre il secondo e gia in pista, viene diffusa la registrazione della sua partenza e ricongiunta alla sua gara in diretta. In questo caso sia lo spazio che il tempo vengono modificati dalla ripresa, a vantaggio del ≪realismo≫ della rappresentazione televisiva, ma con delle ripercussioni sulla considerazione del concetto di rappresentazione, che qui oscilla pesantemente verso i caratteri dell’autonomia linguistica. Tale ricostruzione pero e necessaria non soltanto ai fini di un’esaustivita del racconto ma anche con funzione interpretativa del gesto atletico. La scelta di cio che va mandato in onda e infatti solo una delle possibili interpretazioni del fatto agonistico: il regista lavora per sottrazione. Il sistema ≪centrale≫ di ripresa e generalmente destinato alla rappresentazione di discipline di squadra (ma e valido anche per il pugilato) che si svolgono in spazi chiusi. Le telecamere posizionate sull’asse centrale rispetto all’evento sportivo, organizzano le inquadrature sull’alternanza tra campo lungo e campo stretto, e guidano la visione lungo la dialettica ≪visione d’insieme≫ - ≪dettaglio ≫. Il caso piu noto e quello del calcio che suggerisce anche dei

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sottosistemi rispetto a questa impostazione generale, con l’ausilio di telecamere a bordo campo che operano un’integrazione, sequenziale lineare rispetto all’azione. La scelta della larghezza maggiore o minore del campo visivo corrisponde anche a vere e proprie letture e interpretazioni della cn gara. Per quanto riguarda il calcio, in particolare, si confrontano due ≪scuole≫ di regia, quella anglosassone, della ricerca dell’oggettivita e quella sudamericana, della ricerca dell’emozione con una comune esigenza di adesione del sistema di ripresa alla tipologia di gioco espressa dalla squadra. La visione parziale, favorisce alcuni tipi di gioco e ne danneggia altri. [...] E il gioco rasoterra, con i passaggi corti, il calcio a un tocco di palla (il Brasile, la Francia, o l’Algeria e il Marocco), e una tecnica che quadra perfettamente con la visione parziale. [La visione totale, invece si adegua al] calcio dei grandi spazi, della scuola nordica, il football epico della scuola sovietica72. Il terzo sisteftia di ripresa, definito a estrapolazione, e quello costituito da gruppi di telecamere separati gli uni dagli altri, nel caso in cui si debba coprire 1 avvenimento multiplo nello spazio (come lo sci di fondo o il golf) o pluridisciplinare nello stesso luogo (come l’atletica). In questo caso il regista opera per scelte (tra pedane nell’atletica, passaggi-arrivi nel ciclismo...), estrapolando le immagini che rappresentano i momenti e i protagonisti di gara piu interessanti. Sulla base di questa classificazione possiamo pertanto osservare come il racconto della diretta degli eventi sia assolutamente subordinato alle logiche proprie del mezzo elettronico, che impongono la realizzazione di un prodotto che mantiene alcune delle tracce originarie ma che sempre piu si offre come formato assolutamente televisivo, con una peculiarita che e quella di mascherare i processi di rielaborazione discorsiva, a vantaggio di una ricostruzione talmente simulacrale da sembrare reale, nel mantenimento di una un’unita di narrazione pur nella frammentazione del referente. .TIisson, .7 .La disposizione delle telecamere e la scelta delle inquadrature dunque come strumenti di costruzione del racconto della performance sportiva, che diventa anche tematizzazione dei contenuti. Temi e ricostruzioni Uno degli aspetti piu interessanti nell’osservazione della performance sportiva, cosi come viene presentata dai media, e l’individuazione degli interventi che ne orientano la scrittura e che di conseguenza concorrono alla costruzione di significati ≪altri≫ rispetto alla prestazione atletica in se. Come abbiamo osservato in precedenza, il pretesto informativo e il punto di partenza nell’evidenza dei caratteri della performance sportiva mediata, che si modella principalmente nella forma della diretta, con le implicazioni legate ai caratteri della referenzialita o .dell’autonomia linguistica, ma risponde anche alle dinamiche di costruzione del racconto nell’individuazione di alcune ricorrenze tematiche. In questo paragrafo, in particolare, ci interessa evidenziare gli orientamenti che consentono un’osservazione della ricostruzione mediale dello sport proprio dal punto di vista delle modalita della messa in discorso dei contenuti. Lo sguardo sulla produzione della notizia, e il racconto giornalistico in generale, nell’ottica dell’individuazione dei caratteri che condizionano la tematizzazione, ha orientato raramente il proprio interesse sull’informazione sportiva. Troviamo una serie di studi volti all’osservazione delle dinamiche di rappresentazione dell’identita nazionale, dell’appartenenza di gender, e delle discipline sportive come espressione di radicamento culturale, di orientamento sociologico, dove lo sport e una chiave di lettura per evidenziare altre emergenze di studio. Gli orientamenti di ricerca chiaramente riconducibili allambito dei media sport studies, sono stati prevalentemente condotti ad hoc in occasione di grandi eventi, come le Olimpiadi o i Monr 1 diali di Calcio, con lo scopo di rilevare i processi di appropriazione -dell evento da parte dei media, e nello specifico di osservare le modalita di costruzione del racconto complessivo restituito dall’opera di mediazione73. Un modello teorico di riferimento e la sociosemiotica dell’informazione74, che ha consentito di applicare anche all’informazione sportiva la metodologia di indagine che, attraverso l’analisi testuale, e in grado di evidenziare alcune tendenze discorsive generalizzabili. Di seguito rileviamo alcuni ≪territori≫ su cui puntare l’attenzione, utili per un’analisi della costruzione (o ricostruzione) mediale della performance sportiva, allo scopo di individuare tematiche ricorrenti e modalita enunciative particolari: ❖ la terminologia\, valutata in funzione della comunicazione dell’evento ma soprattutto come codice di base per una definizione dell’universo valoriale rappresentato, che trascende il gesto atletico; ❖ la cronaca, intesa come epopea di mitiche imprese, costruita sulla traccia dei percorsi narrativi; ❖ i personaggi, subordinati a una vera e propria mutazione mediale, nel passaggio da eroi dello sport a celebrita

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interamente assorbite dall’universo massmediologico; ❖ le icone, ovvero il risultato della trasfigurazione dell’evento sportivo in immagini, luoghi, imprese, che trasformano la cronaca in fabula assurgendo a simbolo della gara sportiva e che sedimentano nella memoria collettiva, come cristallizzate nella loro essenza mitologica75. .Simonelu .Ferrarotti, .Simonelu .Porro, .M ar ro n e , .Per quanto riguarda la terminologia, molti, studi si sono occupati del rilievo del linguaggio nell’area dell’informazione sportiva76. In alcuni casi si e sottolineato addirittura come il linguaggio abbia sostituito il gesto atletico77, con la creazione di parole-chiave che hanno acquistato una valenza autonoma78. La prestazione, dunque, si carica di immagini, di valori e di significati che ne identificano l’uso sociale che va ad aggiungersi alla pura materia di cronaca79. Le modalita attraverso le quali il codice viene strutturato nella creazione del racconto sono ovviamente condizionate dal mezzo; per questo possiamo evidenziare diverse tipologie di narrazione, individuate sugli strumenti del comunicare: la penna, la voce e le immagini, intese sia secondo un percorso cronologicamente orientato (e dunque ciascuna come risultato evolutivo della precedente), sia come sistema complesso, atto a organizzare i temi e i racconti dello sport, in una commistione di linguaggi, generi e formati. La cronaca dello sport, attraverso le linee narrative del racconto e subordinata ai singoli mezzi di comunicazione, opera una tematizzazione e una ricostruzione dei significati. In alcuni studi si e osservato come i media trascrivano la realta in chiave simbolica ed esemplare, e come per lo sport sia evidente una volonta di .O rmezzano, .Castronovo .Tranpaglia, .78 II .B a r th

e s , .M a i e t t i , .Id em , ./ ' 'O scrittura narrativa che si sovrappone alla gia esemplare prestazione atletica. La linea narrativa puo essere esemplificata in alcune tappe significative che ricorrono nella cronaca del fatto sportivo. Se mutuiamo, infatti, dall ambito letterario una tradizionale categoria di analisi testuale, sara facile notare come questa sia applicabile, senza bisogno di alcuna forzatura, al percorso dell’atleta. Le azioni che i personaggi compiono in ogni racconto sono infatti catalogabili in sei tipi standardizzati: 1) la privazione, ovvero la mancanza iniziale da cui prende le mosse la vicenda che, trasposta nella dimensione sportiva che qui ci interessa, richiama facilmente alla memoria alcuni episodi [come sconfitte precedenti e volonta di riscatto che motivano la prestazione atletica]; 2) il viaggio, segna l’inizio di un itinerario punteggiato da una serie di tappp decisive; 3) la prova, che nel nostro caso non e altro che la gara; 4) la rimozione della mancanza, cancellata dal successo ottenuto dall’atleta; 5) il ritorno al luogo di partenza, questa volta in veste di vincitore; 6) la celebrazione, che segna il termine del racconto e consacra definitivamente il personaggio a eroe80. Il racconto della prova, pertanto, e debitore a una serie di premesse e ricadute che orientano il fuoco di interesse e plasmano la forma del racconto. In linea generale, pertanto, possiamo affermare che non e lo spirito sportivo astratto a essere rappresentato, assistiamo piuttosto a una frammentazione del gesto atletico, che .Germondari, .G. Simonelli .Voegler,

.si esprime prevalentemente attraverso la personalizzazione del racconto. La performance sportiva, insomma, si presenta come un’opera di ricostruzione di microstorie, in funzione metonimica rispetto alla complessita dell’evento. I personaggi fulcro della narrazione, eroi che veicolano i valori dello sport e si connotano nella dimensione mediale, hanno suscitato l’interesse di svariate linee di studio, secondo un orientamento sociologico contestualizzabile nel panorama degli studi sull’identita e sulle implicazioni tra sport e appartenenza sociale e culturale81. NeH’ambito piu specifico dei media sport studies, l’interesse prevalente e stato quello di mettere in luce la figura dell’atleta come testimonial, e individuare i passaggi che segnano la sua mutazione da eroe a personaggio. Gli eroi dello sport sono sempre piu simili ai divi dello spettacolo della televisione, del cinema e della pubblicita. La prestanza fisica e l’armonia delle forme vengono esaltati gia nella rappresentazione della gara, orientando la linea narrativa e offrendo le premesse per un discorso ≪altro≫, in grado di connotare le successive performance dell’atleta, non necessariamente di carattere sportivo82. II modello rappresentato dall’atleta, che spesso rappresenta l’epopea dell'uomo comune, alterna quadri interpretativi che oscillano dalla massima esaltazione dell’eccezionaiita (con l’esa .Roche .Porro, .Whannel,

.Roche, .Boni, .A. Abruzzese, .Codeluppi .Bodini .6 .Cherubini .Canigiani .sperazione dell’aspetto del divismo) all’assoluta condivisione del quotidiano (secondo il procedimento del ≪familismo≫). La'televisione, in particolare, opersL un progressivo svuotamento della dimensione epica degli atleti, per svelarne intimita inattese: la copertura del fatto sportivo si colloca sempre piu all’interno di logiche assolutamente extra-agonistiche. L’ultimo aspetto che costituisce una griglia di lettura nell’ambito della valutazione mediale

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della performance sportiva e quello dell’individuazione delle icone, intese come sublimazione del gesto atletico, che si manifestano nell’esasperazione della strategia metonimica esercitata dai media nei confronti dell’azione sportiva. Come abbiamo ripetutamente osservato, i media operano una serie di scelte orientate e il risultato e un’opera di frammentazione e ricostruzione dell’evento. L’esempio piu eclatante e l’estrema appropriazione da parte dei media dell’universo sportivo e certamente rilevabile nel tentativo di operare delle vere e proprie trasfigurazioni mitiche di imprese che cristallizzano nella memoria collettiva gesti, imprese, uomini e luoghi. Da qui parte una serie di studi che hanno avuto come oggetto l’analisi dell’immagine (fotografica o audiovisiva), nel tentativo di evidenziare soprattutto i caratteri del linguaggio mediale, nella ricostruzione dell’immaginario simbolico degli eventi degni di appartenere alla storia83. Gli studi esplicitamente rivolti alla materia sportiva sono piuttosto scarsi, vincolati ad alcune ricerche di area marketing, con lo scopo di evidenziare la valenza simbolica dello sport, non a livello denotativo, ma nella connotazione che lo rende integrabile a una visione economica. Un riferimento a questo proposito puo essere la gia citata ricerca condotta dall’Osservatorio sulla Comunicazione dell’Universita Cattolica sull’immaginario simbolico del .Bettetini, .Giro d’Italia, con lo scopo di sensibilizzare gli sponsor rispetto alla ≪qualita≫ e all’interesse esercitato dall’evento. In questa ricerca, nella parte di analisi desk, sono state evidenziare alcune icone che ancora oggi hanno un significato simbolico:rad esempio l’attentato a Togliatti, e Gino Bartali rappresentato come ≪eroe della Provvidenza≫, il passaggio della borraccia tra Coppi e Bartali, simbolo del contrasto tra rivalita e cooperazione, la scritta sulla neve dello Stelvio: ≪W FAUSTO≫, a indicare la solitudine del vincitore, la superiorita del campionissimo, la vittoria dell uomo sul rivale e sulla natura. Anche le analisi testuali delle rappresentazioni piu recenti hanno dimostrato la tendenza alla sintesi del gesto in un’immagine, anche se fatichiamo a trovarne di equivalenti. Forse l’urlo di Maradona ai Mondiali Usa ’94, rabbia e riscatto rivolti alla telecamera, e da li al mondo intero. Ma anche Ronaldo e il suo malore ai Mondiali di Francia ’98 che, come afferma Boni, ben rappresenta l’ingerenza degli sponsor e della tv sul corpo mediale dell atleta, al crocevia tra una dimensione locale (simbolo di un club professionistico), nazionale (bandiera di una precisa Nazione) e globale o multinazionale (come testimonial di grandi circuiti commerciali)84. Va da se che questo e uno dei piu originali e affascinanti modi di far aderire il linguaggio mediale alla rappresentazione della performance sportiva, ma si trova a nostro parere un po’ al limite della classificazione che abbiamo inteso finora e che sembrerebbe rappresentare gia una rilettura commentativa che muove verso il modello celebrativo. La riduzione a icona sembrerebbe pertanto il punto di contatto tra la simultaneita del racconto della performance e il suo radicamento nel tempo, tra il modello che abbiamo riferito alla performance e quello che indichiamo come celebrazione; l’icona, infatti, pur nella sua adesione al gesto atletico, si presta a un utilizzo reiterato e a una progressiva distanziazione dalla sua origine. .II.2.3 - La celebrazione dello sport e la sua disseminazione L’aspetto celebrativo dello sport risponde a una strategia mediale riconducibile a un generico intervento additivo (o trasformativo) che sposta progressivamente il fuoco dell’attenzione dal cuore dell’evento ai suoi ≪sobborghi≫, e che si esprime in una distanziazione temporale e una rielaborazione testuale. Dal punto di vista della temporalita, la distanza dall’evento condizionera la struttura discorsiva in un progressivo passaggio da documento a testo autonomo, collocabile all’interno dei formati appartenenti alle connotazioni di genere. In questo ambito, affascinante e variegato, troviamo una vera e propria disseminazione dei fenomeno sportivo che, smembrato e segmentato, acquista una marcata autonomia dal pretesto di partenza, per adeguarsi completamente al mezzo, suo strumento di trasformazione. A partire pertanto dalla disponibilita del materiale sportivo, inteso come repertorio culturale e valoriale, si presentano infinite possibilita di rielaborazione dei contenuti assolutamente integrabili con le dinamiche produttive e linguistiche dei media in generale. Non e questo il contesto per un riferimento alla letteratura dello sport, ma a partire proprio da qui risulta evidente la matrice narrativa che regola la disseminazione del fenomeno sportivo all’interno dei mezzi e dei linguaggi85, gia rilevata nel contesto delle dinamiche di racconto della performance, ma che nella celebrazione del gesto atletico trova anche maggiori potenzialita espressive. Un’indagine che sia in grado di mappare questo territorio deve avere come substrato teorico di riferimento un’impostazione di tipo cronologico, che necessariamente pone al centro l’avvento della televisione come linea di

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demarcazione tra l’era dello sport .Ba ldis sone , .plasmato sulle parole, e l’era dello sport ricostruito dalle immagini. Si tratta di due modi diversi di celebrare lo sport, ma nel percorso che allontana temporalmente dalla performance la dimensione dell’immagine e quella che si adatta piu facilmente a una perlustrazione delle linee di disseminazione testuale. Le parole dello sport, infatti, sono gia per natura successive all’azione, la dimensione celebrativa e insita nella modalita del racconto scritto86. E l’immagine che fa la differenza. E la traccia lasciata sulla pellicola che suggerisce l’esistenza di un prodotto legato si al suo referente ma che ha una sua autonomia, un prodotto che puo essere ritagliato, ricostruito e riadattato secondo le esigenze piu svariate. Come e evidente, il nostro tentativo di segmentare linee di studio a partire dall’evento sportivo, si trova a questo punto integrato a una visione d’insieme in cui la forte commistione con i media lega in maniera indissolubile le vicende dello sport all’evoluzione dei mezzi; pertanto gli studi sullo sport mediale convergono necessariamente negli studi sulla storia dei mezzi87. Il vincolo tra l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti sociali, in un’interazione che e stata sottolineata in diversi contesti di studio come sistema complesso88, risulta altresi evidente nella considerazione dello sport come punto di contatto tra il radicamento culturale e la produzione simbolica dei media, che ne determina.O rmezzano, .87 Per una ricostruzione storica delle implicazioni di necessita tra la storia dei mezzi e le vicende sportive cfr. tra gli altri .Gra sso , .Garzanti, Milano .Sorice, .cit. ■; .Menduni, .cit.; Idem, .Bompiani, Milano

.Levi, .Rizzoli, Milano .Abbiezzi, .in .B e tte tin i - .Braga - .Fumagalli, .cit. .Williams, .no la percezione anche in relazione al mezzo che se ne appropria, laddove i mezzi audiovisivi occupano un posto rilavante. In questo senso sono molto affascinanti gli studi che hanno tentato di ricostruire storicamente la narrazione dello sport, sottolineando addirittura una convergenza cronologica tra la nascita dello sport moderno e l’avvento del cinema che sembra legare la storia dello sport con la storia dei modi della sua rappresentazione per immagini: C’e un filo sottile che lega la storia delle Olimpiadi moderne all’universo audiovisivo, un filo sottile, in origine, ma forte, come una forza del destino, di quel destino che le avrebbe immancabilmente trasformate in grande spettacolo televisivo. [...] una questione di date, una coincidenza — il destino — di tempi. Le Olimpiadi decoubertiane nascono nel 1896. L’anno prima, anzi per la precisione pochi mesi prima, era nato il cinema.[...] E cosi tra le moltissime testimonianze letterarie e fotografiche dell’evento, appaiono in tutto il loro fascino, veramente come se fossero frutto di una ≪macchina miracolosa≫, le prime immagini in movimento delle Olimpiadi89. L’universo audiovisivo e dunque il territorio su cui si cimentano i mezzi che a partire dal racconto dello sport costruiscono storie ≪altre≫. Le immagini sono la materia cui attingere per costruire il prodotto celebrativo che incrocia diversi territori funzionali, attraversando formati e generi che si rivolgono inizialmente all’universo sportivo con atteggiamento documentale e approdano a territori autonomi, calati nelle logiche mediali. Affrontare questo ambito di studio rimanda alle osservazioni sui caratteri dei generi e dei linguaggi audiovisivi, a partire dalla percezione della normalizzazione dello sport e dalla sua ridiscorsivizzazione90, orientate anche all’area della storia della televisio .Simonei.u .Bettetini, .ne, in cui lo sport non e altro che una sottotraccia ai generi e ai formati. Stati di necessita che influiscono sulla costruzione televisiva dello sport, coincidenze e convergenze che intersecano le dinamiche economiche, tecnologiche e linguistiche, che vivono anche dell’appropriazione dello sport da parte del mezzo televisivo, cannibalizzato e reso materia televisiva. Assistiamo pertanto a una vera e propria disseminazione della materia sportiva, prodotto del mezzo televisivo (dall’approfondimento del talk show alla narrazione della fiction fino ad approdare alla rielaborazione del reality91) e nello stesso tempo materia che concorre a produrre la televisione stessa, fornendo materiale, contenuti e formati di riferimento92. E in questo ambito che l’interesse di studio si fa piu interessante,  in quanto e il luogo in cui la commistione tra il linguaggio sportivo e televisivo e piu evidente e suggerisce alcune risposte agli interrogativi che hanno plasmato fin dall’origine gli studi mediali sullo sport, ovvero il rapporto tra la funzione referenziale e spettacolare, in una alternanza tra informazione e intrattenimento, ospitalita e appropriazione. .W h a nnel, .II.3 - Conclusioni provvisorie. I media come luogo di comunicazione dello sport tra mediazione e rappresentazione Dall’indagine sin qui condotta possiamo pertanto evidenziare quali sono i caratteri peculiari dei media sport studies, entro quali possiamo collocare gli sguardi sullo sport nella sua relazione con l’universo mediale. Ritornando al modello che ha guidato la nostra ricognizione, risulta possibile riscrivere le relazioni concentrando

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l'attenzione sulle linee di studio che hanno condizionato l’osservazione del fenomeno sportivo e dunque rilevare alcuni punti di contatto e alcune specificita di orientamento teorico. Nel modello di Wenner, come abbiamo osservato piu sopra, sono evidenziati i rapporti di relazione tra i media, lo sport e la societa. Tale sistema e senza dubbio la griglia che orienta anche la collocazione delle linee di studio che si sono occupate dell’argomento. Gli sguardi sullo sport provengono da diverse aree disciplinari, ma sembrano essere collocate principalmente in due linee di osservazione che fanno entrambe riferimento allo stretto legame tra sport e societa. Procedendo infatti da una visione macro a una valutazione delle dinamiche piu micro, abbozziamo una griglia che sottolinea una prevalenza degli studi di area sociologica, con un’evidenza della riflessione che conduce il discorso attraverso le aree della produzione (aspetto negoziale), del prodotto (contenuti e tematizzazione) e del consumo (fruizione e partecipazione), da cui si generano delle sotto-categorie, relativamente agli studi storici (che hanno nuovamente a che fare con l’aspetto della negoziazione, e con i vincoli relativi all’evoluzione tecnologica), di teoria dell’informazione (riguardanti l’osservazione delle dinamiche di produzione e l’applicazione di analisi sociosemiotiche al prodotto sportivo mediale), e agli studi sui media generalmente intesi. Il percorso che abbiamo cercato di tracciare sino a qui conferma l’ipotesi iniziale ovvero che ci siano punti di contatto, e in alcuni casi addirittura di sovrapposizione e intersezione, tra le discipline che si occupano del rapporto tra sport e media, e che esista una tale frammentazione che non e possibile evidenziare un corpus organico di studi in questo senso. Possiamo comunque ipotizzare un denominatore comune che risiede proprio nella natura dello sport e nelle caratteristiche spazio- temporali che lo caratterizzano come uno dei prodotti piu appetibili per l’universo mediale. Se come appare evidente dal percorso sin qui condotto, i media sono il luogo in cui lo sport viene piu agevolmente comunicato (abbiamo infatti evidenziato i caratteri comunicativi dello sport che ben si integrano con le dinamiche comunicative dell’universo mediale), tale processo significante si manifesta soprattutto in due aree, quella della rappresentazione e quella della mediazione. All’interno di questi due ambiti possiamo agevolmente collocare tutti gli sguardi che, in modo parziale o secondo un’impostazione piu sistematica, hanno affrontato lo sport nel suo rapporto con i media come griglia applicata a posteriori ma anche come percorso guida nei confronti di future evoluzioni delle indagini. Le potenzialita comunicative dello sport, infatti, ben si integrano in una dimensione rappresentativa (che si esplica sia nella linea della referenzialita come in quella dell’autonomia linguistica, nel gioco alternato tra ospitalita e appropriazione) e di mediazione, nella pluralita delle relazioni che intercorrono a livello economico, sociale e linguistico e che determinano come risultato un prodotto che racchiude in se i caratteri di ciascuna delle parti in gioco, piu o meno ancorato alla propria origine. In questo senso possiamo affermare che la maggior parte degli studi sulle relazioni dello sport con l’universo mediale ha ceduto spesso a un’impostazione ancorata a una visione nostalgica, che ha spesso peccato di miopia rispetto alla costruzione teorica che vede lo sport al centro delle dinamiche di relazione tra societa e sistema mediale. Pertanto il fatto di pensare a, un’eta aurea dello sport, quando ancora non era contaminato dalle leggi dello show business, limita il discorso a un continuo confronto con un passato mitizzato e mitizzante ma che rimane fine a se stesso. Non basta pertanto relegare l’osservazione dello sport a una semplice presa di coscienza delle trasformazioni reali che gli sono state imposte, che riguardano sia il gesto atletico che il suo simulacro mediale, ma e necessario porsi delle domande che abbiano come scopo quello di evidenziare i processi di costruzione atti a spiegare i

caratteri del mediasport. I l i Per una storia dello sport televisivo in Italia Il complesso rapporto tra sport e televisione da un punto di vista storico, per quanto riguarda il panorama italiano, e stato affrontato dagli studi mediali per lo piu attraverso visioni parziali, secondo percorsi spesso autonomi e paralleli; gli incroci sono stati sottolineati come occasionali, limitati a momenti puntuali-allinterno di visioni piu ampie dedicate o alla storia dello sport tout court o alla storia della televisione1. Il lavoro che piu degli altri si 1 Troviamo riferimenti alla dimensione televisiva dello sport all’interno di testi sulla storia della televisione in generale. Cfr. tra gli altri: S. P e ttin a ti, ., SEI, Torino 1988; F. M o n te le o n e , .Marsilio, Venezia 1992; .Grasso, .Garzanti, Milano 1996; E. M en d u n i, .Il Mulino, Bologna 1998; .G rasso, .Garzanti, Milano 2000; L. C a s te lla n i, .Edizioni Studium, Roma 2002; R. Levi, .Rizzoli, Milano 2002; E. M en d u n i, .Bompiani, Milano 2002; M. So ric e , .o .Editori Riuniti, Roma 2002; .G rasso - M. S c ag lio n i, .Garzanti, Milano 2003; C. F e r r e t t i - B. Scaramucci, .Rai Eri, Roma 2004; F. F e r r a r o t t i, .Newton & Compton, Roma 2005; per

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quanto riguarda i testi sulla storia delio sport, i riferimenti alle relazioni con il mondo televisivo sono ancora piu scarsi, tra gli altri cfr. .G h ir e lli, .Einaudi, Torino 1972; S. Jacomuzzi, .Torino, Einaudi 1976; G. Ormezz a n o , .Longanesi, Milano 1978; Id em , .Longanesi, Milano 1978; Id em ,

.Longanesi, Milano 1980. vede lo sport al centro delle dinamiche di relazione tra societa e sistema mediale. Pertanto il fatto di pensare adunera aurea dello sport, quando ancora non era contaminato dalle leggi dello show business, limita il discorso a un continuo confronto con un passato mitizzato e mitizzante ma che rimane fine a se stesso. Non basta pertanto relegare l’osservazione dello sport a una semplice presa di coscienza delle trasformazioni reali che gli sono state imposte, che riguardano sia il gesto atletico che il suo simulacro mediale, ma e necessario porsi delle domande che abbiano come scopo quello di

evidenziare i processi di costruzione atti a spiegare i caratteri del mediasport. Ili Per una storia dello sport televisivo in Italia Il complesso rapporto tra sport e televisione da un punto di vista storico, per quanto riguarda il panorama italiano, e stato affrontato dagli studi mediali per lo piu attraverso visioni parziali, secondo percorsi spesso autonomi e paralleli; gli incroci sono stati sottolineati come occasionali, limitati a momenti puntualfall’interno di visioni piu ampie dedicate o alla storia dello sport tout court o alla storia della televisione1. Il lavoro che piu degli altri si 1 T ro v iam o rife rim en ti alla d im e n s io n e televisiva dello sp o r t all’in te rn o d i testi sulla s to ria de lla telev isio n e in generale. Cfr. tra gli altri: S. P e

t t i n a t i , .SE I, T o rin o .E M o n t e l e o n e , .M a rsilio, Venezia .G r a s s o , .G a rz an ti, M ila n o .E. M e n d u n i , .Il M u lin o , B o lo g n a .G r a s s o , .G a rz a

n ti, M ila n o .L. C a s t e l l a n i , .E d iz io n i S tu d ium , R om a .R. L ev i, .Rizzoli, M ila n o .E. M e n d u n i , .B om p ia n i, M ila n o .M . S o r i c e , .E d ito ri R iu

n iti, R om a .G r a s s o - M . S c a g l io n i , .G a rz a n ti, M ila n o .C . F e r r e t t i - B. S c a r am u c c i , .Rai E ri, R om a .F. F e r r a r o t t i , .N ew to n & C om p to

n , R om a .p e r q u a n to rig u a rd a i te s ti sulla sto ria d e llo sp o rt, i rife rim en ti alle re la z io n i co n il m o n d o televisivo so n o  an co ra p iu scarsi, tr a gli altri

cfr. .G h ir e l l i, .E in a u d i, T o rin o .S. Ja c om u z z i, .T o rin o , E in a u d i .G. O rmezza n o , .L o n g an e si, M ila n o .Id em , .L onganesi, M ila n o .I d em , .L

onganesi, M ila n o .offre come opportunita di riflessione nella direzione dell’integrazione e dei condizionamenti tra i due mondi, e quello offerto da Giovanni Iozzia e Luciano Minerva, il cui studio ha avuto molta fortuna anche grazie al concetto lucidamente espresso nel titolo: Sport e televisione. Un matrimonio di interesse2. Partendo dalla loro indagine, nostro intento e quello di evidenziare come molte di queste ≪coincidenze≫ abbiano avuto una funzione determinante nell’evoluzione tecnico-linguistica del mezzo televisivo oltre ad aver esercitato degli evidenti condizionamenti nella trasformazione dello sport moderno. I grandi eventi mediali dello sport, infatti, costituiscono per la televisione una straordinaria occasione per confrontarsi con le proprie funzioni, raffinare le proprie strategie comunicative e potenziare le strumentazioni tecnologiche3. Ci proponiamo pertanto in questo capitolo di ricostruire una storia che, attraverso la diffusione della materia sportiva, ha incrociato l’affermazione del mezzo televisivo con i condizionamenti dettati dallo show business. L’origine della storia che lega lo sport alla televisione poggia le sue radici sulle esperienze che negli anni antecedenti la nascita del mezzo televisivo hanno elaborato le modalita di mediazione dello sport e si sono espresse nelle prove che hanno raccontato i grandi momenti sportivi attraverso le parole e le immagini. .Iozz ia .M inerva, .Io z z ia .M inerva, .e .III.l — L’emozione della voce, il fascino delle immagini Lo sport in televisione si colloca entro le dinamiche che seguono il percorso evolutivo che riconosce nella radio la progenitrice del mezzo televisivo. In particolare, la trasmissione in diretta delle immagini dello sport ha origine nel racconto orale della radio, che costruisce il proprio palinsesto anche attraverso l'offerta di cronache sportive, che hanno costituito uno dei momenti di lando del mezzo e hanno contribuito a decretarne il successo4. Se e opinione diffusa, infatti, che esista una ≪perfezione audiovisiva≫ di fronte alla quale i mezzi che non poggiano su questa duplice potenzialita appaiono come inferiori, e anche vero che il fascino della radio si fonda proprio su questa sua ≪primitiva≫ specificita5 che ha trovato anche nello sport una vera e propria palestra espressiva. 4 La trasformazione della radio in .di massa, operata soprattutto a partire dagli anni ’30, trova anche nello sport una materia che le consente di proporsi come un mezzo di evasione domestica. L’attenzione degli studiosi spesso si e concentrata in termini pressoche esclusivi sugli usi politici della radio, ma e importante rilevare l’incidenza dell’aspetto spettacolare ed evasivo (che comprende sport, prosa e varieta) e che secondo G. Isola, .La Nuova Italia, Firenze 1990, p. 91), occupava in quegli anni addirittura il 30% del palinsesto, mentre le trasmissioni ≪parlate≫, giornalistiche e culturali, non superavano il 12% della programmazione totale. Per il resto, piu della meta (il 58%) era dedicata alla musica. Per una ricostruzione della storia della radio  delle origini in Italia cfr. F. Monteleone, .Marsilio, Padova 1976; A. Monticone, .Studium, Roma 1978; A. Papa, .2 voli., Guida Editore, Napoli 1978; G. Isola, .cit.; F. M

onteleone, .Marsilio Editori, Venezia 1992; Id., .Bruno Mondadori, Milano 1998; L. Parola (a cura di), .RAI-ERI, Roma 1999. .E anche attraverso l’adesione alle grandi manifestazioni sportive di massa, dunque, che si costruisce il vero banco di prova dei mezzi in grado di trasmettere in diretta un ≪presente drammatico ≫ vissuto da una folla immensa, che partecipa pienamente all’evento nell’attimo stesso in cui avviene. E c6n la diretta

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che si ha la percezione dell’indissolubilita dell’unione tra l’evento e la sua mediazione, e dei caratteri partecipativi della fruizione a distanza. La radiocronaca e una forma della condivisione di quell’evento di cui il cronista si fa mediatore, puntando a ricrearne per noi le emozioni, piu che le circostanze. Veniamo cosi inclusi, inglobati in quell’evento, che da allora e nostro, ci riguarda, ci appartiene perche lo abbiamo elaborato tramite gli spunti che la radio ha offerto al nostro modo di sentire6. La valutazione dell’evoluzione storica del rapporto tra sport e televisione prende il via dunque dall’esperienza radiofonica, che diviene non solo il punto di partenza della storia di un genere, ma un elemento che si integra, partecipa e condiziona anche l’evoluzione del mezzo televisivo negli anni a seguire, sia da un punto di vista linguistico sia da un punto di vista funzionale7. La radio, insomma, vive nell’incontro con lo sport uno dei momenti di maggiore fascino, in quanto la dimensione partecipativa della diffusione dell’evento sportivo ben si coniuga con le funzioni che il mezzo esercitava nei confronti del proprio pubblico. .Somm i Pic en a r d i, .M o n t e l eo n e , .M e n d u n i, .D ipollina, .Si puo perfino dire che la radio contribui ad accrescere la passione sportiva degli italiani fino a condizionarne il tempo libero; e la domenica divenne il giorno consacrato, piu di ogni altro, a questo genere di ascolto radiofonico. Qui non c’e regime, c’e un’Italia che si accende per l’arrivo di ogni Giro ciclistico, che si emoziona ad ascoltare il rombo dei motori nel Gran Premio di Tripoli o nelle fasi salienti della Mille Miglia e della Targa Florio; ma c’e soprattutto la folla dei grandi incontri di calcio che risuona da tutte le radio e manda in estasi migliaia e migliaia di persone8. Le prime radiocronache riguardano soprattutto il calcio9, con la diffusione integrale limitata alle sole partite della Nazionale per timore di perdere spettatori negli stadi. Fin dalle origini di questo sodalizio si puo notare una duplice funzione svolta dalla diffusione via etere dell’evento sportivo, alternativa rispetto alla fruizione dal vivo, e integrativa per cui il rapporto si consolida, imponendo forti condizionamenti tra il mezzo e l’evento. Vincoli che risultano evidenti gia nel 1934, anno in cui si svolge proprio in Italia la seconda edizione del Campionato del Mondo di Calcio (allora denominato Coppa Rimet). E in questi anni, infatti, che si osserva un vero e proprio boom della radiofonia nel nostro Paese10, e la coincidenza con la trasmissione di un evento sportivo di tale portata non puo che concorrere al successo del nuovo mezzo. * F. M o n t e l eo n e , .c it., .Fer r et ti .B roccoli - B. Scaramucci, .G . G ola,

.e .M e n d u n i , .Sembra quasi che ci sia addirittura una linea parallela che guida la storia dello sport e la storia della radio, che in questi anni si associa alla convinzione della Funzione propagandistica della prestazione atletica11. Sport e radio, dunque, convergono in un’unica azione di promozione reciproca e in occasione del Mondiale di Calcio l’evento sportivo si conferma anche come pretesto di diffusione del mezzo radiofonico12. L’edizione italiana del Campionato del Mondo di Calcio e davvero una grande occasione per la radio, che puo far vivere in diretta il torneo alimentando l’immagine del partito fascista, concorrendo a cementare il senso della Nazione. Lo dimostra l’articolo del ≪Radiocorriere≫ della settimana dal 3 al 10 giugno 1934: Cosi un popolo si allena, sportivamente, ad ogni possibile evento e trova nello sport il premio migliore del suo lavoro ricostruttivo. La radio, narrando, riferendo, commentando, esalta il vigore dei giovani, ne stimola l’emulazione, compie opera proficua per la salute collettiva. Sport e radio, alleati nell’esaltazione dei valori fisici e morali della razza, servono utilmente alla Nazione che ne respira con appassionante entusiasmo il soffio animatore13. Il Mondiale e anche l’occasione per il potenziamento degli impianti di trasmissione e, con uno sforzo davvero straordinario, l’Eiar14 si incarica dei servizi sul Campionato del Mondo riu- .te s to .M inerva, .scendo a garantire la copertura diretta in esclusiva per ben nove nazioni: Ungheria, Spagna, Belgio, Svizzera, Francia, 'Germania, Argentina, Olanda, oltre naturalmente all’Italia15. i La convinzione e che la diffusione delle partite sia un vero e proprio servizio offerto alle squadre di calcio, al punto che sara lente radiofonico a chiedere alle squadre un contributo per coprii re le spese sostenute (e non viceversa). Alle emittenti sLMconosce dunque il diritto di informazione, per cui nulla si ritieni.dovuto per accedere all’informazione e diffondere le notizie. Ma l’abitudine degli ascoltatori italiani alle radiocronache calcistiche e gia viva dall’anno precedente: e dal 1933, infatti, che ogni domenica si trasmette il secondo tempo di un incontro di serie A, con la scelta della partita da trasmettere tenuta segreta fino all’ultimo (strategia di ≪contenimento≫ della concorrenza che verra poi mutuata anche nel rapporto con la televisione). Ma anche altre discipline, come il Giro d’Italia, il Tour de France, la Mille Miglia, cominciano a trovare una loro collocazione abituale nel palinsesto

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radiofonico. La voce per eccellenza era quella di Nicolo Carosio, i cui tempi narranti non sempre erano accordati alla temporalita dell’azione, \ .M o n t e l eo n e , .M inerva, .cit. al punto da generare numerose ≪leggende≫ sulle sue radiocronache16. Un fatto e pero indiscutibile: la voce di Nicolo Carosio ha davvero segnato l’immaginario del pubblico radiofonico, tanto che addirittura fu chiamato a condurre la diretta della sfilata delle brigate partigiane a Milano il 6 maggio del) 1945, quasi a consolidare l’idea che fosse proprio lo sport a cementare in qualche modo l’identita nazionale17. L’evoluzione del racconto sportivo nell esperienza radiofonica segnera anche negli anni a seguire i momenti che scandiranno il tormentato rapporto tra i mezzi di diffusione e i grandi eventi dello sport sia sul piano tecnico, con lo sforzo di ammodernamento e potenziamento della rete diffusiva, sia sul piano dei contenuti e dei formati, che gia nella programmazione radiofonica dell’immediato dopoguerra tendono a generare quella commistione tra informazione sportiva e intrattenimento che sara propria della fase neotelevisiva. Ne e un esempio il programma Giringiro, un varieta al seguito del Giro d ’Italia che commentava gli avvenimenti quotidiani con toni scanzonati e umoristici, ad opera di Garinei e Giovannini18. Rispetto alle funzioni operate dalla radiocronaca dell’evento sportivo, pero, si fa strada sin da subito la necessita di stimolare l’immaginazione dell’ascoltatore. La passione per lo sport, infatti, .D ipol lina, .G . Isola, .G iobbe .C hiarenza ,

.Isola, .genera l’esigenza di visualizzare cio che le parole descrivono e le immagini, in questo senso, ne sono la necessaria integrazione. I modelli dell’immagine sportiva che segneranno anche le linee espressive della televisione sono da ricercare nelle prime esperienze di diffusione dello sport per immagini. Gia nel 1927 e nel 1928 due lungometraggi dell’istituto Luce appassionano gli sportivi. Il primo e proprio il racconto del Giro d ’Italia, e per la prima volta in Italia lo sport e oggetto di un film completo19. L’Istituto Luce riesce ad ottenere anche l’esclusiva mondiale per le Olimpiadi di Amsterdam e da questo momento in poi il racconto dello sport diventa un elemento centrale nelle strategie dell’ente cinematografico. Ma la grande occasione e offerta dall’Olimpiade di Berlino del 1936, e costituisce per la Germania nazista l’opportunita di mostrare la propria potenza a tutto il mondo. Tale celebrazione del potere e affidata alla regista Leni Riefensthal, attraverso la realizzazione di un film di sette ore, Olympia 193620. La grande novita e che, accanto alle decine di cineprese e di stazioni radiofoniche che collegano la capitale tedesca, ci sara per la prima volta anche la trasmissione in diretta di immagini televisive. In linea sperimentale le Olimpiadi vengono dunque riprese per la televisione di Stato, la Reichsrundfunk Gesellschaft, nata nel 1928, e trasmesse via cavo in diretta in locali pubblici di sei metropoli tedesche. Ovviamente non rimane nulla di quelle immagini, annullate dalla mancanza di un supporto in grado di registrarle, ma il futuro della comunicazione televisiva dello sport era li, in quelle immagini viste da un migliaio di persone accalcate attorno .M ontai.d o , .a piccolissimi schermi collocati in locali pubblici predisposti per l’occasione. Uno dei primi cameraman e Walter Bruch, l’inventore molti anni piu tardi del sistema Pai (Phase Alternating Line), lo standard televisivo che quasi tutti i paesi europejl adotteranno per le trasmissioni televisive con un segnale di 625 linee di scansione per 25 fotogrammi al secondo21. . Poco prima, sempre nel 1936, era stata diffusa dalla Bbc la prima partita di calcio ripresa dalla televisione in Europa: Everton- Arsenal22. Prima di questa data le immagini delle partite di calcio venivano riprese esclusivamente dalle cineprese e proiettate, dopo sviluppo, montaggio e sonorizzazione, nell’ambito dei cinegiornali23. Nel 1945 nasce Cinesport, il primo cinegiornale prodotto interamente in Italia che tratta solo di attualita sportiva; e prodotto da Giovanni Elli, un operatore dell’istituto Luce24. Quando la .C orazza .Z enat ti, .C a t o l f i , L o .Rai nel 1954 inizia le sue trasmissioni, non avendo ancora personale esperto per l’attualita giornalistica nello sport, stipula un accordo proprio con il cinegiornale di Giovanni Elli che prende il nome di Notiziario Sportivo25. E dunque il cinema26 l’altro progenitore dello sport televisivo. E anche se prive del fascino emozionale della trasmissione in diretta, propria della diffusione della radiocronaca, le immagini cinematografiche dello sport si presentano come modello di riscrittura della materia sportiva, che verra assorbito dalla televisione, attraverso la duplice funzione documentale (che trovera la sua collocazione nel formato deH’informazione) e finzionale, evidente nell’intera produzione televisiva dello sport a partire dal montaggio della diretta, per approdare alle produzioni di fiction. Dall’emozione delle parole in diretta, unita al fascino dell’immagine cinematografica, nasce dunque l’idea dello sport televisivo. III.2 — Alle origini dello sport televisivo In Italia le trasmissioni sperimentali della televisione iniziano nel 1949

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per la zona di Torino e Milano, e non a caso la prima partita italiana del campionato nazionale che va in onda in via sperimentale e Juventus-Milan, il 5 febbraio 1950, telecronista Carlo Bacarelli. Nel 1951 si realizzano i primi esperimenti di ripresa di altre discipline, la lotta libera, il pugilato, la ginnastica, l’atletica leggera e l’automobilismo: Alberto Ascari, il 10 settembre 1952, vince Il Gran Premio d’Italia a Monza. La corsa viene filmata ed oggi .F. C o c c h i, .Ber t ier i, .costituisce il piu antico reperto conservato nella cineteca storica della Rai27. Un’altra preziosa testimonianza dei numerosi esperimenti di ripresa e costituita da alcuni minuti della partita di campionato disputata tra Inter e Fiorentina Pii ottobre 1953. La prima telecronaca sperimentale di una partita di calcio della Nazionale italiana risale invece al 13 dicembre 1953, proprio alla vigilia dell’inizio ufficiale delle trasmissioni televisive28. Tra le trasmissioni sperimentali troviamo anche La domenica sportiva, andata in onda per la prima volta il 1° gennaio 1952 con il titolo provvisorio di Cronache sportive. . L’Italia degli anni ’50 e un paese in grande ripresa economica, ma lo sport viene considerato un lusso per pochi. La fruizione e ancora a livello minimale ed elementare, e ritrova nella strada, e nella fatica dei ciclisti, l’identificazione piu immediata in linea con l’abitudine a una mediazione immaginifica piu che a una sua rappresentazione per immagini, rappresentazione che di li a poco sarebbe stata la vera svolta nelle dinamiche di diffusione e fruizione della materia sportiva. Progressivamente l’evoluzione dello sport televisivo si integra con le fasi di sviluppo del mezzo, al punto che possiamo evidenziare la successione di alcuni momenti, individuabili nel periodo dello sport ≪pedagogico≫, del paleosport, del neosport e dello sport satellitare, che si iscrivono pienamente nelle fasi della tv delle origini, della paleo televisione, della neotelevisione e della post-televisione. La televisione delle origini ben si situa all’interno del progetto pedagogico che ha animato gran parte dell’industria culturale italiana. Si tratta di una ≪dimensione morale≫ che condiziona l’operato dei dirigenti Rai e dei politici che si occupano della televisione .G rasso, .M inerva, .ma anche certamente di un laboratorio linguistico ed espressivo, con un palinsesto che e incerto tra la ricerca della novita attinta dalla produzione americana e la necessita di ancorarsi a generi riconosciuti dalla tradizione nazionale, in particolare sull esempio della produzione radiofonica ma anche teatrale e cinematografica29. L’incontro e l’integrazione con lo sport, pertanto, sembrano rispondere a entrambe queste necessita, assimilandosi perfettamente anche alla finalita educativa e moralizzatrice imposta al mezzo televisivo delle origini e nello stesso tempo attingendo alla dimensione spettacolare gia sperimentata negli Stati Uniti, che saranno sempre il luogo ispiratore delle dinamiche di rappresentazione dello sport. Come abbiamo gia osservato, il palinsesto della prima giornata di trasmissioni ufficiali della televisione italiana ha gia uno spazio dedicato alla materia sportiva, che ben si coniuga con il potenziale tecnico del nuovo mezzo (basato soprattutto sulla trasmissione in diretta). Se verifichiamo infatti il palinsesto del 3 gennaio 1954, osserviamo che l’appuntamento sportivo e collocato sia nel pomeriggio, alle 15.45 come Pomeriggio sportivo, indicato genericamente come ≪Ripresa diretta di un avvenimento sportivo≫, che alle 23.15 con La domenica sportiva-. ≪Risultati, cronache filmate e commenti sui principali eventi sportivi della giornata≫30. Il binomio sport televisione appare subito interessante anche a giudicare dal rilievo che viene dato al contenuto sportivo della televisione da parte della carta stampata. Il Giornale d ’Italia, ad esempio, dedica una rubrica domenicale, dal titolo Chiaro.So iu c e , .D ir e z io n e T e c h e Rai .scuri del teleschermo, firmata dallo pseudonimo ≪tele≫, a partire dall’l.11.1953. Si tratta di una rubrica ricca di curiosita sul mondo della tv e proprio l’articolo del 3 gennaio 1954 sull’awio delle trasmissioni regolari, individua le aspettative rispetto alla programmazione del nuovo mezzo televisivo: ^ Domani avviene il passaggio tra il periodo sperimentale ed il servizio regolare, in un clima di viva attesa. Soprattutto a Roma, alcune recenti teletrasmissioni - in particolare quella della celebrazione delPAnno Mariano, la trasmissione della partita di calcio Italia-Cecoslovacchia - hanno alimentato l’entusiasmo per il nuovo mezzo; occorre, ora, evitare il raffreddamento di questa euforia e cio lo si ottiene curando il piu possibile i programmi31. Un curioso mix di sacro e profano, dunque, dove lo sport viene avvicinato addirittura alle celebrazioni mariane, quasi a confermarne l’essenza rituale e ≪religiosa≫ che spesso ha condizionato le osservazioni sulla fruizione dello sport televisivo. Ma la stampa rileva anche le prime perplessita in ordine ai danni (presunti) arrecati al mondo sportivo dalla messa in onda in diretta delle immagini dello sport. .D ir e z io n e Te c iie Rai, .Sport e televisione non vanno d’accordo. Il calcio e al

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centro della polemica; dalla fine di gennaio nessuna partita e stata ripresa dalla TV, soltanto il telegiornale trasmette riprese filmate, con ritardo. ≪La tv ci danneggia≫, dicono gli sportivi. In America in dieci anni il numero degli spettatori negli stadi e diminuito dell’80 per cento. In Italia c’e lo stesso pericolo≫. Le societa calcistiche e la F.I.G.C. per tutelare gli interessi delle squadre hanno deciso recentemente di non consentire le trasmissioni televisive, ad eccezione di casi speciali. La TV dal canto suo si difende: ≪Nessun danno puo venire allo sport dalle nostre riprese. Di ogni avvenimento viene trasmesso soltanto la seconda parte e nessuno sa, fino a 30 secondi dall’inizio, di quale incontro si tratti. Chi e tifoso continuera ad esserlo≫. Ma le due parti non s’intendono. Qualche proposta e stata fatta alla TV: le si chiede di trasmettere al nord le partite di calcio giocate nel sud e viceversa; o di escludere dal collegamento TV le citta in cui avviene l’incontro trasmesso. I tecnici risponderanno se cio e realizzabile32. Un rapporto subito contrastato, dunque, a conferma degli interessi in gioco che condizioneranno sempre le attivita dei soggetti coinvolti: le societa sportive, l’apparato televisivo, inteso anche nella dimensione tecnica, e il pubblico. v Per quanto riguarda l’apparato produttivo, nei primi anni di vita della televisione in Italia si seguono solo le partite che si possono far arrivare nelle sedi di Roma e Milano, in tempo per l’inizio della Domenica sportiva., in onda alle 23.15. Le partite vengono riprese con delle cineprese 16 mm. ma la pellicola ha un tempo di lavorazione lungo. Staffette della polizia scortano gli addetti al trasporto della pellicola ai treni che portano velocemente la pellicola negativa impressionata presso i centri di. produzione dove ci sono degli sviluppatori ultrarapidi. Il positivo .e stampato entro un’ora. Dopo il montaggio e la sonorizzazione i servizi diventano trasmissibili con una durata cbe varia dai 5 ai 10 minuti per partita33. Da un punto di vista organizzativo dei contenuti delle trasmissioni televisive, il palinsesto settimanale prevede quattro appuntamenti sportivi: due di domenica, come) abbiamo rilevato nell’osservazione della programmazione della prima giornata di trasmissioni ufficiali, il Pomeriggio sportivo alle 15.45 e La domenica sportiva alle 23.15; gli altri due il lunedi con Telesport alle 20.45 e il sabato, alle 21.00 con Notiziario sportivo. Un’impostazione che inaugura la tradizione della celebrazione dello sport secondo la linea della preparazione, della performance e del commento34. Ma non esiste solo il calcio, nel 1954 c’e anche la prima telecronaca diretta in occasione della corsa di ciclismo Milano-Sanremo35. I grandi eventi sportivi costituiscono un formidabile terreno di sperimentazioni tecniche per la televisione oltre che un ottimo lancio promozionale. La quinta edizione della Coppa Rimet, 11 Campionato Mondiale di Calcio, infatti, costituisce la prima grande vetrina promozionale per la televisione in Europa occidentale. L’intuizione sul ruolo trainante dello sport piu popolare, infatti, si dimostra confermata dalla diffusione dei televisori. Con una coincidenza, la Svizzera, Paese che ospita la sede centrale della Federazione Internazionale di Calcio, e anche il primo centro .M inerva, .Ferretti .Br occoli - B. Scaramucci,

.sovranazionale per il coordinamento tra gli organismi televisivi europei36. Per seguire lo sport,’ le attrezzature devono funzionare anche in ambienti insoliti e si richiede una sempre maggiore velocita nella stampa delle pellicole; inoltre occorrono tecniche di ripresa adatte alle diverse caratteristiche delle singole discipline sportive. Cosa che avviene per le Olimpiadi di Cortina del 1956. Le telecronache di Carlo Baccarelli, il piu titolato dei cronisti sportivi, commentano le immagini che costituiscono il risultato del grande impegno tecnico profuso dalla Rai, che inquadra nello splendido scenario delle Dolomiti le prestazioni degli atleti attraverso l’uso di ben undici telecamere37. Nel primo biennio, grazie anche al richiamo di questi grandi eventi sportivi, il numero degli abbonati alla televisione passa dai 90.000 del 1954 a 1.100.000 del 1956. III.3 - Paleosport: informare, educare, ≪sportivizzare≫ Il passaggio dall’eta pioneristica della televisione alla sua maturita e scandito anche dalla diffusione dei grandi eventi sportivi: oltre alla gia citata Coppa Rimet del 1954 e alle Olimpiadi di Cortina del 1956, ricordiamo anche l’incontro di pugilato Loi-Ferrer, sfida per il titolo mondiale dei pesi leggeri, trasmessa in diretta dal Palazzo dello sport di Milano il 29 novembre 1955, che risulta l’evento sportivo piu seguito dell’anno. .n i A questi eventi si aggiungono, nel 1958, la prima trasmissione di una partita di Coppa dei Campioni e nel mese di giugno la Coppa Rimet dalla Svezia38, fino all’evento che segna davvero il passaggio alla maturita della trasmissione televisiva dello sport e che coincide con le Olimpiadi di Roma del I960. Ampio spazio e dedicato all’evento da parte' della stampa; in particolare, ≪Sorrisi Canzoni e tv≫ titola un suo servizio proprio Le Olimpiadi

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che televedremo: Trecentocinquanta milioni di persone, appartenenti a venti nazioni, potranno assistere alle riprese delle manifestazioni agonistiche, gli americani invieranno aerei a reazione per prelevare i filmiti, mentre il Giappone sperimentera il sistema basato sul montaggio. Un prestigioso quadro incroci permettera di trasmettere simultaneamente le telecronache in tutte le lingue del mondo. [...] Niccolo Carosio, che trasmette da oltre trent’anni e che vanta il record di avere raccontato oltre 2000 goal, non poteva mancare a un cosi grande appuntamento. Carosio si occupera naturalmente di calcio. [...] La dodicesima edizione dei Giochi Olimpici moderni fa scattare una nuova ≪febbre del video≫, sembra di essere tornati ai tempi di Lascia o raddoppia?, quando le strade si svuotavano e la gente si assiepava nei bar per seguire le trasmissioni; questa volta gli apparecchi televisivi sono nelle case degli italiani che preferiscono pero ritrovarsi al bar per assistere alle competizioni sportive per commentarle e fare il tifo. A partire dall’inizio del mese di agosto e pero entrata in vigore una disposizione: coloro che intendono tenere in funzione un apparecchio televisivo nel loro esercizio dovranno non solo pagare il normale canone di abbonamento, ma dovranno anche corrispondere alla SIAE una .cifra di diritti d’autore che sara determinata con una quota fissa proporzionale alla categoria qui il locale appartiene. Tutto cio si ripercuote sui clienti che vedono maggiorati i prezzi delle consumazioni39. 5 La Rai per queste Olimpiadi ha fatto le cose in grande: 4 studi, 100 prestazioni televisive, una centrale video, 450 tecnici e 300 milioni di preventivo spese che hanno assicurato ai telespettatori di tutto il mondo una perfetta visione'delle gare sportive commentate da 17 telecronisti e totalizzato 106 ore di trasmissione, di cui 96 in Eurovisione. Anche la radio mantiene comunque una sua specificita rispetto alla funzione televisiva. A fronte delle molte ore di diretta offerte dalla tv, infatti, sperimenta il sistema multiplex40 e attraverso il programma Radio Olimpia, con la regia di Sergio Zavoli, consente di seguire tutta l’Olimpiade in diretta, passando con rapidita da un campo di gara all’altro. Dal punto di vista dell’evoluzione tecnologica assistiamo, gia sul finire degli anni Cinquanta, all’introduzione di una novita che andra a condizionare la produzione televisiva degli anni a venirein maniera molto marcata, e che si affermera in Italia soltanto nei primi anni Sessanta: si tratta della possibilita di registrare le immagini su nastro magnetico. In questo modo la televisione sara in grado di sviluppare davvero le proprie tecniche espressive e di sfruttare appieno le proprie potenzialita soprattutto dal punto di vista dell’ ≪attualizzazione≫ delle immagini (minore scarto tra l’evento, la produzione e la diffusione delle immagini televisive)41. i . .M a io r in o , .M . E manuelli, .La possibilita della registrazione videomagnetica diviene anche indispensabile strumento di creazione della memoria storica della televisione stessa. Per il periodo 1954-1961, infatti, cio che la Rai ha ritenuto di conservare in archivio, trasferito su pellicola, schedato e repertoriato, e solo una minima parte della sua produzione, a causa della difficolta delle procedure di sviluppo e stampa, e per di piu legata a cio che a noi oggi sembra di minor interesse documentale (la prosa, la commedia): un movente culturale, senza dubbio. Lontano dalla cultura, ma legato al concetto della dimensione ≪popolare≫ della televisione, e invece l’archivio del centro di produzione di Milano, che sembra funzionare con efficienza per quanto riguarda i goal. Dei telegiornali, dello spettacolo leggero, delle rubriche, insomma, non rimane granche, mentre i goal, quelli si, sono rimasti42. Con la registrazione videomagnetica la fissazione del materiale sportivo diviene ancora piu agevole; inoltre la possibilita di differire di qualche ora la messa in onda consente di superare le tensioni registrate precedentemente con la Lega Calcio: se la diretta infatti spaventava per la concorrenza con gli stadi, la differita risponde senza dubbio meglio alle esigenze degli enti organizzatori. E proprio dal I960 che ogni domenica va in onda il tempo di una partita di calcio, in differita, per la quale la Rai si impegna a fornire l’impressione della diretta43. .S im o n e l l i, .S o r i c e , L o .S a n g u

in iti! , .l5r.rrr.TiNi .La televisione negli anni Sessanta vive dunque la fase della sua affermazione sia da un punto di vista dell’evoluzione tecnologica che della struttura dei formati e dei contenuti, definiti sulla base di precise finalita pedagogiche. E il periodo della cosiddetta ≪paleotelevisione ≫44, che solitamente Viene fatto coincidere con la dirigenza di Ettore Bernabei45. Si tratta della fase storica che si colloca all’interno di una logica della cultura di massa, individuabile nella percezione del mezzo come ≪finestra sul mondo≫, veicolo di un prodotto culturale che incontra l’immaginario collettivo e che si esplica nella gestione del palinsesto, nell’individuazione dei generi, nella destinazione di un preciso prodotto a un grande ed eterogeneo pubblico che gli attribuisce significati universali46. Questa finalita

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ben si integra con la diffusione televisiva dello sport, inteso come veicolo di valori condivisibili da un pubblico molto ampio e che ben si adatta al carattere pedagogico della tv .Idem, .1983, .163). .1960 .1974. .B e rn a b e

i .1999; .S o r i c e , .57 e .B e rn a b e i, .L a P o r t a , .2003; .F u m a g a l l i , .B e t t e t i n i - P. B r a g a .F u m a g a l l i , .17-44. .B e c h e l l o n i , .1995 .61 .B e

t t e t i n i .B r a g a .F u m a g a l l i , .italiana. Esiste addirittura un documento stilato in accordo tra la Rai e il CONI che risale agli esordi della televisione italiana e che sottolinea l’assoluta integrazione delle finalita educative che uniscono il Coni e il Servizio pubblico. Da un punto di vista dell’apparato organizzativo, e del 1961 la nascita del secondo canale, che si situa nella yecessita di incrementare il pubblico diversificando l’offerta, anche se per i primi anni sara una televisione di seconda scelta, nonostante la programmazione di elevata qualita47. Per quanto riguarda la elaborazione di nuovi formati televisivi a partire dallo sport, osserviamo come proprio dagli anni Sessanta sia possibile evidenziare la ricerca di potenzialita enunciative della materia sportiva che esulino dalla semplice diretta dell’evento. Ricordiamo in particolare Processo alla tappa, condotto da Sergio Zavoli nell’ambito del Giro d ’Italia, dal 20 maggio 1962, in onda tutti i giorni dalle 17.00 alle 17.30. Si tratta del primo programma dedicato allo sport che inserisce la dimensione della ≪celebrazione≫ nell’immediatezza del fine-gara. In particolare il Processo si muove attraverso una serie di commenti del dopocorsa, cercando di raccontare le fatiche dei ciclisti, trattati con un’attenzione e un riguardo fino ad allora sconosciuti. Da punto di vista del formato informativo tradizionalmente inteso si cominciano a produrre veri e propri notiziari sportivi: dal 1961 Telesport, notiziario sportivo trasmesso settimanalmente sul programma nazionale, Nottesport a chiusura dei programmi del secondo canale dal 1963 fino al giugno del 1965 e il Telegiornale Sport in onda sei giorni alla settimana sul programma nazionale intorno alle ore 2048. .Ma troviamo anche le prime esperienze di rotocalco che, a partire da Tv7, si declinano alla materia sportiva, con Sprint, a cura di Maurizio Barendson e Antonio Ghirelli. Dal 1965 e per quattro anni di fila, il programma proporra filmati di argomento sportivo di 12’ ciascuno, diretti da registi del calibro di Damiano Damiani, Nanni Loy, Gianni Puccini, Bruno Baratti. Per la prima volta le tecnologie televisive portatili consentono di impreziosire il racconto televisivo, inaugurando la linea del coinvolgimento emozionale dettato dairimpressione non solo dell’≪essere 11≫, come avveniva nella diretta delle immagini, in quella che abbiamo definito la funzione alternativa alla visione dal vivo, ma addirittura del ≪vedere di piu≫, nella dimensione della partecipazione e della condivisione in ≪soggettiva≫ delle immagini: telecamere portatili fino alla panchina degli allenatori, agli angoli del ring, il piu vicino possibile all’atleta impegnato in gara49, sul bob, sul casco di uno sciatore, su auto e moto in prova. Un’anteprima, dunque, delle ricostruzioni linguistiche che a torto vengono fatte coincidere con l’avvento della neotelevisione: piuttosto possiamo trovare una coincidenza tra evoluzione tecnologica e contenuti sportivi che genera un binomio in grado di attivare sperimentazioni linguistiche ed evoluzioni discorsive50. Solo qualche anno prima, nel 1962, durante i Mondiali di Calcio in Cile prevaleva ancora l’uso della pellicola e, per il pubblico europeo, addirittura l’ascolto radiofonico, l’unico che poteva davvero garantire la contemporaneita con l’evento. In mancanza della possibilita di trasmissione delle immagini via satellite51, la .ritrasmissione del Mondiale cileno ha un ritardo rispetto al reale svolgimento delle partite di ben 48 ore. Le immagini seguono un processo di sviluppo e spedizione davvero macchinoso: vengono filmate in Cile da operatori degli organismi aderenti all’Eurovisione, sviluppate e montate a Santiago e successivamente trasportate a Zurigo e Francoforte con staffette aeree. Da li] attraverso un complicato sistema di ponti radio, irradiate alle diverse destinazioni. La Rai trasmette dodici partite, distribuite sui due canali52. Simili difficolta si incontrano durante le Olimpiadi di Tokio del 196453. E evidente che le immagini in questa occasione si offrono come strumento di veridizione rispetto a quanto gia conosciuto e perdono gran parte del fascino che invece offre la diretta. Sara l’edizione successiva dei Mondiali a sancire un vero e proprio binomio con la televisione, anche qui per una coincidenza: la patria d’origine del calcio moderno e anche la nazione maestra di televisione; il mito della Bbc riguarda anche le modalita di ripresa del calcio, a partire dalla prima partita, quella Everton-Arsenal trasmessa trentanni prima, quando in tutta Europa non si immaginava nemmeno che fosse stata inventata la televisione. Per i Mondiali del 1966 la Bbc e Itv formano addirittura un consorzio per fornire immagini di qualita in tutto il mondo, con un risultato qualitativo di riprese che non si era mai visto54. La .M inerva, .cit. .Rai trasmettera

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dodici partite in diretta e quattro in differita e per i quarti di finale, in collaborazione con la Bbc, realizzera per la prima volta un collegamento video con quattro stadi in contemporanea55. La seconda meta degli anni Sessanta si configura come il periodo di consolidamento del rapporto tra sport e televisione. La tecnologia si va affinando, adeguandosi sempre piu al discorso televisivo e sempre meno subordinandosi alle dimensioni dell’evento sportivo. Possiamo affermare che proprio nel corso di questa seconda meta del decennio la televisione comincia a prendere coscienza del proprio ruolo di mediatrice nei confronti dello sport, ruolo che non si esplica soltanto in una dimensione di ospitalita ma addirittura di riscrittura attraverso le potenzialita di autonomia linguistica. A conferma di questa linea di riflessione troviamo il consolidamento di molti strumenti tecnologici che consentono al linguaggio televisivo di imporre un tempo soggettivo sulla dimensione oggettiva dell’evento. Ci riferiamo in particolare alla scomposizione e rallentamento dell’immagine sportiva, ai fini di una migliore comprensione della vicenda ma anche a conferma dell’incisivita che il mezzo televisivo impone all’evento stesso56. .W e f .k s , .Anche una rubrica di informazione, come La domenica sportiva, viene trasformata in un vero e proprio programma attraverso una dilatazione temporale e l’affidamento a un conduttore, Enzo Tortora. Tale scelta sembra essere determinata ancora una volta dalla dimensione divulgativa della televisione di quegli anni, laddove anche l’identificazione dell’italiano mediqt ben si collegava all’immagine di un uomo non particolarmente competente di sport, ma ugualmente appassionato. III.4 — Verso la neotelevisione sportiva: competizione e concorrenza L’awio del decennio successivo coincide con due appuntamenti : che hanno profondamente segnato la memoria collettiva dei telespettatori sportivi. In estate si svolgono i Mondiali in Messico, il primo Campionato del Mondo di calcio visibile via satellite57. I messicani trasmetteranno per la prima volta a colori, anche se in Italia la tecnologia del colore verra introdotta solo dopo l’attuazione della Legge di Riforma del 1975. Sono ancora Mondiali in bianco e nero, dunque, per il pubblico italiano, ma non per questo, anzi forse proprio per questo, carichi di fascino. Il pallone deflagra nella popolarita grazie alle prime notti magiche vissute a milioni davanti alla tv che trasmette via satellite, dizione oscura e affascinante per l’epoca. Erano notti vere, per via del fuso orario, la Nazionale parte male come al solito, si qualifica in qualche modo e poi arriva lei, Italia-Germania: 4-3. Davanti alla tv in bianco e nero, davanti ai primi replay, anzi ralenti - si usava la dizione francese — delle azioni: tanto che .quando l’immagine tornava in diretta, i registi dal Messico lanciavano in sovrimpressione la scritta ≪Vivo-Live≫, rimasta nel- 1 immaginario di tutti. [...] Ma ≪ItaliaGermania4a3≫ spazza via tutto. Davanti alla tv quella notte si rischia la vita, tutti si esulta, si piange e si prega. Poi si va in strada di notte e si festeggia, a milioni. Chi fermera mai piu il pallone come primo evento popolare e coinvolgente del paese58? I Mondiali messicani costituirono un grande fenomeno televisivo, al punto che probabilmente si deve anche al grande successo estivo59 la decisione di produrre una rubrica, tutta dedicata al calcio, da trasmettere a ridosso della fine delle'partite del Campionato italiano. E l’altro appuntamento che segna la memoria televisiva sportiva degli anni Settanta, l’avvio di Novantesimo minuto. Ideato da Maurizio Barendson60, Paolo Valenti e Remo Pascucci, e condotto da Paolo Valenti dalla prima giornata di campionato. Si tratta di uno dei programmi della televisione italiana di maggiore successo, costruito puntigliosamente a tavolino attorno a un canovaccio che contribuisce a decretarne il successo. Si tratta della prima affermazione dei personaggi del calcio parlato, veri protagonisti di una modalita discorsiva che fonde perfettamente la forma e il contenuto, sino a costruire un prodotto assolutamente originale. L’informazione in diretta era affidata alle parole dei radiocronisti di Tutto il calcio minuto per minuto, cronaca in diret.D ipollina, .Dalla Chiesa, .ta, palpitante, con lobbligo della trasmissione solo a partire dal secondo tempo delle partite e con i tifosi incollati alle radioline in attesa dei risultati dei primi quarantacinque minuti delle partite di cui non si conosce nulla. Con Novantesimo minuto si aprono gli orizzonti, si vedono le immagini da tutti gli stadi, nell’immediatezza della conclusione delle partite: una vera rivoluzione. Per quanto riguarda l’aspetto dell evoluzione tecnologica, si deve agli anni Settanta il consolidamento della trasmissione via satellite e l’avvento delle trasmissioni a colori. Gia nel 1970, con i Mondiali di sci a Selva di Val Gardena61, si sperimentano le trasmissioni di immagini a colori, che restano ancora in fase di sperimentazione nel 1972, con le Olimpiadi di Monaco, rimaste tristemente nella storia per l’attacco di ≪Settembre nero≫

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al villaggio olimpico62. Per quanto riguarda l’ambito informativo, assistiamo al proseguimento delle sperimentazioni operate da Sprint, che seguono i canoni della rubrica di approfondimento, attraverso la nascita di un altro programma, Dribbling, sempre di Barendson e Valenti. L’orientamento e quello di far conoscere, attraverso immagini spettacolari, sport poco seguiti, come il volo a vela, o i tentativi di record di immersione subacquea63. .La dimensione informativa sembra essere una delle caratteristiche della televisione di questi anni che dimostra in qualche modo di affrancarsi dall’ufficialita dimostrata nel decennio precedente e di acquistare maggiore consapevolezza delle proprie potenzialita. I cambiamenti avvenuti intorno alla meta degli anni Settanta, come la trasformazione della carta stampata, la Legge di Riforma della Rai e la nascita della radio e delle televisioni private, rispondono a esigenze sociali nuove, messe in luce anche dall’evoluzione nelle forme di consumo di una societa economicamente e culturalmente evoluta. Assistiamo in questo periodo a un grande incremento del mercato pubblicitario, che produce di conseguenza una progressiva autonomia economica del sistema dei media, un luogo di facile accesso per chiunque. Cambiano i termini di definizione con la creazione di un sistema di mercato in cui i livelli di concorrenza incidono in particolare: ❖ sui contenuti, a causa dell’aumento dei temi e dei soggetti sociali che trovano copertura sui media; ❖ sui generi, in particolare nella riflessione che osserva il passaggio dalla paleo alla neotelevisione; ❖ sulle fonti, che maturano una propria consapevolezza nella possibilita di coltivare una propria visibilita pubblica64. Il passaggio da una dimensione di monopolio alla nascita delle televisioni locali e costituito da piccoli passaggi preparati e con.C afikro, .So r r e n t in o , .Idem .fermati da innovazioni tecnologiche, pronunciamenti istituzionali e dal nuovo clima culturale. La sentenza n. 202 del 28 luglio 197665 conferma di fatto la legittimita del monopolio della Rai, ma consente ai privati le trasmissioni via etere di portata non eccedente lambito locale66. Un pronunciamento storico che segno la nascita di un numero incredibile di emittenti private. Nel 1978 l’Italia, con 434 televisioni, diviene il paese con il piu alto numero di emittenti libere in rapporto agli abitanti. Una germinazione incontrollabile, impossibile da classificare67. La cosiddetta Legge di Riforma della Rai modifica anche la sua struttura aziendale, delle reti, delle testate giornalistiche (radiofoniche e televisive) Dalle ≪redazioni radiofoniche≫ si passa alle redazioni sportive dei due telegiornali. In particolare viene .1972, .“ Per un approfondimento dei passaggi che hanno segnato l’approvazione della Legge di Riforma della Rai, cfr. tra gli altri: R. Zaccaria, .GiufFre, Milano 1977; Aa. Vv. .Atti del Convegno di studio della FIEL - Federazione Italiana Emittenti Locali, Roma 27 ottobre 1977,  Edizioni Luigi Parma, Bologna 1978; R. M ormone, .Napoleone, Roma 1978; G. C oacci, .La Scuola, Brescia 1978; F. Iseppi - G. Richeri (a cura di), .Franco Angeli, Milano 1980; Aa. Vv., .Maggioli, Bologna 1986; A. Agostini - B. Fenati - S. Krol, .Eri-Torino 1987; A. Grasso, .eie.; F. Monteleone, .cit.; E. Pigozzi - G. Tramontana, (a cura di), .Euresis Edizioni, Milano 2001; M. Sorice, .cit.; E. Menduni, .Il Mulino, Bologna 1998 (terza ediz. 2002); E. Menduni, .Bompiani, Milano 2002. .D otto

.Piccinini, .2006; A. Grasso, .2006; .Aa. Vv: .individuata nel pool sportivo una struttura unitaria per gestire i rapporti con il CONI, le federazioni sportive e le societa. Cosi, mentre i due telegiornali lavorano separatamente, per le telecronache sportive si sperimenta un alternanza tra le due reti. La moltiplicazione dei soggetti che si impongono nel panorama radiotelevisivo e che organizzano la propria programmazione anche attraverso la materia sportiva condiziona dal punto di vista della concorrenza anche 1 offerta e la sperimentazione della Rai. La dilatazione temporale del palinsesto modifica anche la concezione della produzione di nuovi programmi, i cui criteri si spostano da semplice valore comunicativo (riguardante i contenuti) alla funzionalita del formato: la serialita, ad esempio, diviene uno dei criteri fondanti il nuovo palinsesto. Lo sport si inserisce pienamente in questo flusso continuo di spettacolo e informazione e trova una sua collocazione privilegiata all’interno dei programmi contenitore68. La spinta all’innovazione, anche nella proposta di materia sportiva, si osserva anche grazie alla produzione delle televisioni locali che adattano ai gusti localistici i generi tradizionali dello sport, riscrivendoli attraverso strumenti produttivi scarsi che portarono a risultati ibridi e a volte strampalati, ma senza dubbio di grande impatto69. .M . W olf , .Bar lozz et ti .Bec h e l lo n i, .Taggi, .C astellani, .M e n d u n i, .Il palinsesto della Rai, infatti, sia dal punto di vista radiofonico che televisivo lasciava ampi spazi di integrazione. Come gia accennato in precedenza, la trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto partiva solo dopo l’intervallo; c’era quindi un potenziale enorme su cui lavorare. Gia nella stagione 1977- 78 era partita la prima offensiva alla Rai sul piano della diffusione della materia sportiva (in particolare il calcio). L’idea, infatti, fu quella di convertire un programma radiofonico in un prodotto televisivo, con la consapevolezza inoltre che la dimensione locale avrebbe potuto aggiungere appeal alla dimensione partecipativa che la

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materia sportiva imponeva. La prima trasmissione televisiva di questo genere fu Roma e Lazio dal primo minuto, in onda su Tvr Voxon, emittente televisiva romana abbinata alla radio. Il programma riscosse un grandissimo successo, cui fece seguito l’ideazione del primo programma a partecipazione diretta degli spettatori, dal titolo A botta calda, condotto da Enzo Scala, il piu popolare e il piu pagato opinionista calcistico di Roma, un anticipo di quel calcio parlato condito di polemiche furiose e faziose che caratterizzeranno gli anni a seguire. La materia sportiva (e calcistica in particolare) diviene uno dei principali motori delle emittenti locali, una vera e propria palestra per i giornalisti (e le giornaliste) sportivi che debutteranno piu tardi nei grandi network70. Lo stile di conduzione informale e il coinvolgimento dei telespettatori, attraverso il contatto diretto del telefono, determina un ulteriore passo verso una dimensione partecipativa di programmi .G rasso .Sca gl io n i, .G . G r ig n a f f in ì, .G . Be t t e t in i .R Braga .F umagalli, .anche a contenuto sportivo, mutando il modello comunicativo del broadcasting tradizionale: una differenziazione dei pubblici anche sulla base della propria appartenenza a una comunita di ≪tifosi≫. Dal punto di vista della tecnologia e alla meta degli anni Settanta che si colloca l’avvento del colore, anche se inizialmente non porta la quantita di abbonati prevista (solo diecimila contro il milione che il vertice Rai aveva progettato e auspicato); sull’iniziale flop della tecnologia a colori certamente ha influito l’alto costo dei televisori, la scarsa programmazione, che offre a colori solo un terzo del palinsesto e l’incertezza sulle nuove tecnologie dovuta alla scelta tra il sistema Pai e Secam71. Fu ancora una volta un evento sportivo a detenninare il consolidamento di una tecnologia: i Mondiali in Argentina nel 1978. Gia con l’edizione precedente, disputata in Germania, le esperienze tecniche e il consueto salto di qualita indotto anche dalle Olimpiadi avevano profondamente segnato la diffusione delle partite e il concetto stesso dell’universalita del messaggio sportivo. Si comincia proprio a meta degli anni Settanta a considerare lo sport come vero e proprio veicolo commerciale, al punto che per alcune delle manifestazioni internazionali comincia a prevalere la scelta della sede sulla base delle ingerenze degli sponsor72. Scende in campo in questo periodo una multinazionale della co.O rtoleva, .Bernadei .D

ell’A r ti, .municazione, la Warner Bros Corporation, che addirittura allestisce una squadra di calcio, i Cosmos di New York, composta da star internazionali scelte sulla base del richiamo delle comunita etniche presenti negli Stati Uniti. Una squadra ≪artificiale≫ allestita con il preciso scopo di generare un interesse per il calcio, operazione che pero non sortira gli effetti sperati. Una dinamica questa che tende a essere confermata anche dalla valutazione delle aree (e mercati) da ≪colonizzare≫ attraverso lo sport, in particolare attraverso il calcio73. In Italia la nascita della Terza Rete e un segnale di svolta, nonostante gli inizi siano quantomeno stentati, a causa soprattutto della debolezza del segnale che di fatto non ha pubblico. Certo l’apertura di redazioni giornalistiche in tutte le regioni avra un effetto immediato anche sull’informazione sportiva. Sara pero l’anno successivo, il 1980, a segnare il momento di decollo della rete destinata a segnare una fondamentale stagione della proposta televisiva anche dal punto di vista dei linguaggi e dei formati. Le scelte di palinsesto optano anche per una proposta innovativa proprio (guarda caso) in materia di sport, con l’ideazione di un programma dal titolo II processo del lunedi. Si tratta di un programma che si connota subito come un genere nuovo (per la televisione pubblica), un talk show ad alto tasso di drammatizzazione, che riscuote un successo senza precedenti74 attraverso il quale diventa genere televisivo quella ≪chiacchiera sportiva≫ che aveva individuato Umberto Eco qualche anno prima75. Si aprono cosi nuovi scenari legati al rapporto tra lo sport e la televisione, che si muovono lungo le linee della dimensione linguistica propria della neotelevisione, e la dimensione strutturale .Sorice, .del panorama radiotelevisivo italiano. A fronte della situazione di monopolio ormai scardinata, la pluralita di soggetti sulla scena determina la consapevolezza che la concorrenza si impone anche a partire dall’offerta di sport. III.5 — Gli anni Ottanta e lo spettacolo dello sport La relazione tra lo sport e la televisione si colloca, all’inizio degli anni Ottanta, in una posizione di assoluta preminenza nelle vicende che hanno regolato la situazione del panorama radiotelevisivo. Abbiamo osservato come gia nella seconda meta degli anni Settanta la nascita e le sperimentazioni ciie accompagnano le moltissime televisioni locali si siano espresse nelle relazioni con lo sport in maniera originale e innovativa, dando luogo a ibridazioni che hanno dato il via a determinazioni di nuovi formati e a riposizionamenti delle emittenti in funzione del nuovo ruolo del pubblico. E pero con il decennio successivo che si consolida

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la posizione della televisione commerciale in termini di concorrenza su tutto il territorio nazionale. Ancora una volta e in coincidenza con un evento sportivo che si manifestano chiaramente situazioni gia esistenti anche se difficilmente percepite dal grande pubblico. L’occasione e data dal ≪Mundialito≫, un torneo calcistico organizzato in Uruguay tra la fine di diceinbre del 1980 e l’inizio di gennaio del 1981, che doveva mettere a confronto la nazionali di calcio vincitrici di Campionati del mondo. Si tratta di un espediente per accrescere l’immagine dell’Uruguay, cosi come era avvenuto per l’Argentina due anni prima durante lo svolgimento del Campionato del mondo di Calcio. Evidentemente il valore sportivo della manifestazione non e molto alto, ma si fa avanti per l’Italia Canale 576 che offre 900.000 dollari a fronte dei 750.000 che offre l’Eurovisione (attraverso cui la Rai acquistava i diritti di trasmissione). La lunga querelle giudiziaria che ne segue si conclude con una mediazione ≪politica≫: alla Rai le partite della nazionale italiana e a Berlusconi le altre. In teoria una ≪vittoria≫ della Rai, in pratica un duro colpo alla credibilita dell’azienda pubblica, che per la prima volta prende coscienza della presenza di un forte concorrente, che si dimostra tale anche nell’anno successivo, in occasione del rinnovo dei diritti televisivi del Campionato di Calcio, per cui la Rai e costretta a una estenuante contrattazione con la Lega calcio, con la consapevolezza di non potersi piu ritenere depositaria di diritti acquisiti. Nella primavera dello stesso anno, inoltre, Canale 5 organizzera addirittura un torneo internazionale denominato Mundialito Club, ponendosi dunque non solo come strumento di mediazione di un evento sportivo, ma addirittura come promotore e organizzatore di eventi sportivi pensati per la loro diffusione televisiva. Anche il marketing delle grandi multinazionali comincia a influenzare pesantemente gli eventi dello sport, in particolare del calcio, come avviene per la Coppa Intercontinentale, incontro che mette a confronto rispettivamente le squadre vincenti della Coppa dei Campioni Europea e Sudamericana, e che viene ribat .tezzata ≪Coppa Toyota≫, con sede definitiva a Tokio e l’esclusiva della sponsorizzazione alla casa automobilistica. Canale 5 si presenta sul mercato televisivo come una vera e propria alternativa alla diffusione di sport cosi come era stato pensato dalla Rai fino ad allora. Come avviene infatti per la programmazione di telefilm (ove si ricorre all’acquisto di prodotti americani) cosi anche per lo sport vengono importati eventi che non fanno parte della cultura sportiva del nostro Paese ma che ricalcano pienamente le dinamiche di spettacolarizzazione dello sport radicati nella cultura americana77. Altra strategia e quella di puntare sulla riproposizione di manifestazioni un po’ abbandonate dalla Rai, come il tennis (ad esempio la finale di Coppa Davis del 1984) e alcuni incontri di pugilato, che divengono veri e propri punti di forza della programmazione Fininvest78. Anche nei confronti del Comitato Olimpico, il nuovo interlocutore del panorama televisivo italiano si pone come parte in causa della contrattazione, proponendosi addirittura per l’acquisto dei diritti di trasmissione delle Olimpiadi di Los Angeles del 198479. II risultato, come e evidente, e la lievitazione dei prezzi, stimati addirittura da tre a cinque volte maggiorati rispetto alla situazione di monopolio80. .Dal canto suo, la Rai non sembra troppo preoccupata della situazione, addirittura in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Sarajevo del 1984, per un errore tecnico di ripresa, ≪buca≫ la discesa dello slittino di Paul Hildgartner, che sta per conquistare la medaglia d’oro per l’Italia. Nonostante tutto, comunque, la reazione del Coni e determinata a mantenere un rapporto esclusivo con il Servizio Pubblico, nel quale si riconosce una affinita di intenti, soprattutto a fini educativi, non ravvisabili nell’attivita commerciale delle televisioni private. Il mondo sportivo, pur avendo avuto incoraggianti offerte dalle televisioni private, ha sempre preferito il discorso diretto ed esclusivo con la Rai, in quanto l’ente radiotelevisivo e l’unico, per legge, ad avere la possibilita di effettuare trasmissioni in diretta su tutto il territorio nazionale. [...] E essenziale ideare delle trasmissioni promozionali per i giovani, da destinare alle fasce pomeridiane dedicate soprattutto ai ragazzi. Per la Rai il costo di tali produzioni sarebbe minimo, perche le federazioni hanno dichia- . rato da tempo che sarebbero disponibili a farsi carico degli oneri organizzativi. Tali trasmissioni inoltre potrebbero costituire programmi alternativi ai telefilm stranieri e potrebbero servire a una maggiore diffusione della pratica sportiva, affrontando lo sport nei suoi aspetti educativi e sociali, magari in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, e colmando cosi alcune lacune dei programmi scolastici81. Un chiaro investimento di responsabilita ai fini educativi, che sembra stridere in un’epoca in cui la dimensione pedagogica del Servizio Pubblico

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comincia a lasciare spazio a ben altre linee di azione dal punto di vista produttivo. Ma che lascia, almeno per il momento, la certezza di un inevitabile legame tra il CONI e la Rai, al punto che viene confermata la commissione paritetica tra .i due enti, con lo scopo di lavorare mediante incontri periodici al miglioramento e all’estensione della programmazione sportiva televisiva. Si tratta di evidenziare la collocazione ideale dei programmi dedicati alla materia sportiva, con l’accortezza di evitare l’accavallarsi di avvenimenti sportivi di rilievo, al fine di consentirne una completa copertura televisiva. Un impegno di promozione ed educazione ai valori dello sport, che viene confermato anche nel documento del 29 giugno 1984: Col nuovo anno e se possibile gia dall’ultimo trimestre dell’ 84 verranno identificati alcuni spazi settimanali, riservati alla promozione della cultura sportiva. Essi saranno orientati in tre direttive: a) trasmissioni pomeridiane per gli adolescenti e i giovani, atte a diffondere la pratica sportiva con possibili integrazioni dei programmi scolastici di educazione fisica; b) trasmissioni in terza serata rivolte agli insegnanti di educazione fisica nelle scuole di ogni ordine e grado; c) trasmissioni dedicate a tutti quanti praticano attivita fisica dilettantistica, con particolare riguardo alla prevenzione delle patologie di ogni eta82. E certo comunque che, al di la degli intenti pedagogizzanti che si cercano di mantenere nella dimensione della rappresentazione sportiva, la concorrenza indotta dalla televisione commerciale condiziona le dinamiche informative e di rappresentazione dello sport. Se per quanto riguarda la trasmissione in diretta degli eventi la Rai detiene ancora 1 esclusiva a livello nazionale, e sull’ampliamento dei formati che si gioca la grande partita dello sport televisivo. Forte del coinvolgimento che determina nel telespettatore, l’interesse per lo sport ben si coniuga infatti con le strategie della televisione commerciale, tanto piu che le produzioni informative legate allo sport spesso si costruiscono sui nuovi formati che arricchiscono il palinsesto televisivo, dai programmi .piu legati alla tradizione informativa, attraverso il contenitore per approdare al talk show e aH’intrattenimento vero e proprio. Lo sport, infatti, si integra pienamente con i linguaggi della neotelevisione, ove il rapporto tra intrattenimento, e altre forme di programmazione, come l’informazione e la cultura, si sposta sempre piu verso l’intrattenimento che diventa il tessuto connettivo della programmazione, di cui lo sport e una delle componenti piu pregiate. .La strategia che sta alla base della progressiva inclusione dello sport nelle dinamiche televisive, dunque, e quella di superare la specificita tecnica e di diventare uno spettacolo per tutti. Gia dal 1980 si fa strada questa consapevolezza, e ne e una conferma l’ideazione del gia citato II processo del lunediM, che sancisce il passaggio dal giornalismo di approfondimento alla personalizzazione del commento. Si declina dunque anche nella materia sportiva quella logica del giornalismo che tende a far prevalere le dimensioni del conflitto e della contrapposizione, e che viene ricondotta alla piu am- * .M

ilnduni, .c it. .X pia argomentazione legata al giornalismo di denuncia. Si tratta di una vera e propria

rottura rispetto al conformismo che fino ad allora aveva avuto un ruolo dominante nel giornalismo sportivo che, per la prima volta, esplicita la faziosita del tifo come peculiarita e non come ammissione di debolezza o rinuncia ai caratteri dell’obiettivita, fino ad allora vantati come qualita propria dei giornalisti sportivi della televisione pubblica. A cio si aggiunge anche la linea legata all’intrattenimento, che applica alla funzione informativa i caratteri propri della commedia dell’arte, dove ciascun personaggio e chiamato a recitare un ruolo che va a vantaggio dello spettacolo e che sempre meno ha a che fare con l’informazione tradizionalmente intesa. Se la linea dell’approfondimento era stata inaugurata dal programma di Zavoli, cui Biscardi ideatore de II processo del lunedi dichiara di ispirarsi, la dimensione della chiacchiera sportiva qui certamente prevale, conducendo lo sport al formato del talk show come vero e proprio teatro televisivo in cui viene messo in scena lo scontro verbale acceso e spesso pretestuoso85. Un’altra tappa fondamentale che sancisce la direzione dello sport televisivo nei termini di legittimazione popolare, e offerta dalla vittoria dell’Italia ai Mondiali di Spagna nel 198286. La Rai trasmette tutti gli incontri, alternati sulle tre reti, ma la prestazione altalenante della Nazionale, con il conseguente silenzio stampa dei giocatori, costringe la televisione pubblica a sopperire alla mancanza delle voci dei protagonisti con la proliferazione di commentatori e opinionisti! Una vera e propria palestra nell’ottica dell’aumento dell’offerta dei formati che caratterizzera anche gli

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anni a seguire. .Biscardi, .M e n d u n i, .cit. Il calcio diventa bellissimo dopo quell’11 luglio 1982. Madrid, stadio Bernabeu. E diventa la merce televisiva piu affascinante al mondo. Non serve l’urlo di Tardelli, per capirlo, non servono le immagini di Sandro Pertini festante in tribuna (immagini che verranno mostrate anche tra un secolo). Basta il ricordo della suggestione, delle immagini perfette, dei replay impeccabili, della tv che aveva definitivamente capito come spettacolarizzare il gioco del calcio. E poi vinse l’Italia, e l’impazzimento mediatico successivo non ebbe tregua e cambio per sempre il modo di raccontare il mondo del pallone. Gli ≪eroi≫ azzurri vennero braccati da giornali e tv per tutte le vacanze, meritate, successive all’impresa. E si scopri che avevano fidanzate da schianto, vennero fuori servizi spettacolari, erano belli e vincenti, [...] si inizio a parlare di guadagni consistentissimi, di procuratori, di bella vita, di divismo. Era nato il calcio glamour. Del resto, se non negli anni Ottanta, quando avrebbe potuto nascere?87. Sulla scia del successo ≪Mundial≫ la Rai elabora nuovi programmi e nuovi formati dello sport, come la rubrica sportiva Tg2 Lo Sport, in onda dopo il telegiornale a partire dalla stagione 1982-83, rendendo autonoma la pagina sportiva che aveva caratterizzato la trattazione della materia sportiva negli anni precedenti. Viene creato anche un supplemento domenicale dello sport, Domenica Sprint, e nel 1984 comincia la programmazione di un notiziario sportivo quotidiano, Tg2 Sportsera, in onda alle 18.30 per cinque giorni alla settimana. Il carattere che sembra essere peculiare di questa fase dell’evoluzione dello sport televisivo e quello della contestualizzazione dello sport all’interno di generi extrainformativi: indicative sono le vicende di Novantesimo minuto, divenuto uno spazio all’interno del contenitore domenicale Domenica in, o de La domenica sportiva, che ha svoltato da una linea piu informativa a un ade.Dipollina, .guamento a un pubblico sempre piu vasto, nonostante formalmente la conduzione sia stata affidata a un giornalista sportivo, Sandro Ciotti. Nell’edizione 1986-87 in particolare, il tono colloquiale del conduttore e la presenza femminile di Maria Teresa Ruta confermano l’evoluzione del programma verso le dimensioni di un contenitore per la seconda serata domenicale88. Le tecniche di analisi, inoltre, esclusivamente televisive, fanno della televisione di questi anni un unicum nella proposta di sport: l’uso della moviola come specificita tecnica genera una svolta in grado di condurre la televisione su un piano irraggiungibile dagli altri media. Ma se da un punto, di vista formale molti sono i tentativi di innovare il linguaggio televisivo, l’irruzione della cronaca nella partita tra Juventus e Liverpool, disputata allo stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio del 198589, manifesta chiaramente l’incapacita del mezzo televisivo di scindere la festa dalla tragedia, generando una situazione di caos, in cui il racconto televisivo della partita si alterna a confuse notizie sull’accaduto. La trasmissione si conclude addirittura con le immagini dei giocatori festanti con le sovrimpressioni dei numeri di telefono cui i parenti possono rivolgersi per avere notizie dei propri parenti presenti a Bruxelles. In questi anni gli informatori sportivi tendono sempre piu all’offerta di informazione sportiva firmata, personalizzata. Sono gli anni in cui anche Novantesimo minuto fa emergere le figure dei corrispondenti come vere e proprie maschere regionali, che 88 G. Sim o n e l u , .G. Be t t e t in i .G ra sso .costruiscono la narrazione dei fatti, attraverso un vero e proprio ≪teatrino≫ in cui il singolo pezzo e fortemente riconoscibile nell’indeterminatezza della produzione redazionale90. Sono gli anni in cui anche ex atleti91 cominciano a confrontarsi con le dinamiche del racconto giornalistico, offrendo la propria immagine e la propria esperienza a supporto del ruolo informativo della televisione, ma nello stesso tempo contribuendo alla progressiva affermazione della personalita e del divismo che a partire dall’informazione andra a permeare anche l’oggetto del discorso: lo sport e i suoi protagonisti. Una tendenza che sembra essere valida soprattutto per il calcio, palcoscenico sul quale si esibiscono oltre agli atleti anche i giornalisti sportivi. Rispetto alle altre discipline, invece, se da una parte il dispiegamento di mezzi tecnici conferma una solida professionalita del servizio pubblico, dall’altra le modalita della narrazione della telecronaca risentono di un andamento molto tradizionale ai limiti della noia92. Per quanto riguarda la televisione commerciale l’impossibilita di trasmettere in diretta su tutto il territorio nazionale vin- .D ipol lina , .G rasso, .cola l’evoluzione della produzione al livello dei programmi di commento, approfondimento e addirittura parodia, in una dilatazione temporale dell’attualita dell’evento, come avviene nella determinazione di spazi e tempi assolutamente inusuali, come la domenica mattina alle 12.30, orario in cui va in onda il programma Guida al campionato, rubrica calcistica che amplifica la linea emozionale dell’attesa

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dell’evento, o il programma di seconda serata Mai dire gol, in onda su Italia 1 dal 1990. Siamo ormai alla fine del decennio e, come dimostrano le Olimpiadi di Seul del 1988, la totale appropriazione del fatto sportivo da parte della televisione e ormai avvenuta: la NBC, detentrice di tutti i diritti per la trasmissione mondiale delle Olimpiadi, riesce addirittura a imporre gli orari delle gare adattati al consumo del pubblico americano. In Italia, oltre alla Rai, sara Telecapodistria a proporre le immagini dell’evento, in un flusso ininterrotto dalle 2.30 di sabato 17 settembre alla mezzanotte di domenica 3 ottobre. Si tratta di un accordo con Berlusconi che prelude al progetto di istituire una televisione italiana dedicata esclusivamente allo sport. E la vigilia di un’altra fase che portera dall’emozione dello spettacolo alla consapevolezza del prodotto, sempre piix destinato a un pubblico di consumatori. La produzione di sport televisivo nella televisione degli anni Ottanta ha dimostrato un preciso orientamento verso la linea di taglio americano, volta alla specializzazione dell’analisi tecnica di un prodotto pregiato, unita alla dimensione emozionale che ha indirizzato le produzioni successive con il tentativo di restituire l’intensita della partecipazione e l’emozione del tifo. Possiamo affermare che lo sport neotelevisivo ha segnato definitivamente la rottura con lo stile tradizionale operato fino ad allora dalla televisione pubblica, quasi a decretare l’avvenuta affermazione del duopolio anche sulla base dei linguaggi adottati nella rappresentazione degli eventi sportivi. costruiscono la narrazione dei fatti, attraverso un vero e proprio ≪teatrino≫ in cui il singolo pezzo e fortemente riconoscibile nell’indeterminatezza della produzione redazionale90. Sono gli anni in cui ancbe ex atleti91 cominciano a confrontarsi con le dinamiche del racconto giornalistico, offrendo la propria immagine e la propria esperienza a supporto del ruolo informativo della televisione, ma nello stesso tempo contribuendo alla progressiva affermazione della personalita e del divismo che a partire dall’informazione andra a permeare anche l’oggetto del discorso: lo sport e i suoi protagonisti. Una tendenza che sembra essere valida soprattutto per il calcio, palcoscenico sul quale si esibiscono oltre agli atleti anche i giornalisti sportivi. Rispetto alle altre discipline, invece, se da una parte il dispiegamento di mezzi tecnici conferma una solida professionalita del servizio pubblico, dall’altra le modalita della narrazione della telecronaca risentono di un andamento molto tradizionale ai limiti della noia92. Per quanto riguarda la televisione commerciale l’impossibilita di trasmettere in diretta su tutto il territorio nazionale vin- .Dipollina, .G rasso, .cola l’evoluzione della produzione al livello dei programmi di commento, approfondimento e addirittura parodia, in una dilatazione temporale dell’attualita dell evento, come avviene nella determinazione di spazi e tempi assolutamente inusuali, come la domenica mattina alle 12.30, orario in cui va in onda il programma Guida al campionato, rubrica calcistica che amplifica la linea emozionale dell’attesa dell’evento, o il programma di seconda serata Mai dire gol, in onda su Italia 1 dal 1990. Siamo ormai alla fine del decennio e, come dimostrano le Olimpiadi di Seul del 1988, la totale appropriazione del fatto sportivo da parte della televisione e ormai avvenuta: la NBC, detentrice di tutti i diritti per la trasmissione mondiale delle Olimpiadi, riesce addirittura a imporre gli orari delle gare adattati al consumo del pubblico americano. In Italia, oltre alla Rai, sara Telecapodistria a proporre le immagini dell’evento, in un flusso ininterrotto dalle 2.30 di sabato 17 settembre alla mezzanotte di domenica 3 ottobre. Si tratta di un accordo con Berlusconi che prelude al progetto di istituire una televisione italiana dedicata esclusivamente allo sport. E la vigilia di un’altra fase che portera dall’emozione dello spettacolo alla consapevolezza del prodotto, sempre piu destinato a un pubblico di consumatori. La produzione di sport televisivo nella televisione degli anni Ottanta ha dimostrato un preciso orientamento verso la linea di taglio americano, volta alla specializzazione dell’analisi tecnica di un prodotto pregiato, unita alla dimensione emozionale che ha indirizzato le produzioni successive con il tentativo di restituire l’intensita della partecipazione e l’emozione del tifo. Possiamo affermare che lo sport neotelevisivo ha segnato definitivamente la rottura con lo stile tradizionale operato fino ad allora dalla televisione pubblica, quasi a decretare l’avvenuta affermazione del duopolio anche sulla base dei linguaggi adottati nella rappresentazione degli eventi sportivi. La limitazione della differita e stata senza dubbio uno stimolo per la televisione commerciale che si e dovuta confrontare con la ricerca di nuovi formati e nuovi generi a partire (o a prescindere) dall’evento stesso, alla ricerca di una dilatazione temporale che andasse a declinarsi lungo la temporalita dell'evento nell’attesa, nel commento, e nell’approfondimento. Tale patrimonio di esperienza e poi confluito nelle esperienze

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successive, condizionando anche il prodotto televisivo di marchio Rai che, pur mantenendo una propria tradizione linguistica, ha dovuto necessariamente fare i conti con una concorrenza che nel decennio

successivo avrebbe potuto garantirsi anche la trasmissione in diretta dell’evento sportivo. III.6 - Pay per sport L’estate del 1990 puo considerarsi un momento cruciale nell evoluzione del sistema televisivo in rapporto allo sport. Nei mesi di giugno e luglio il nostro paese vive il fascino delle ≪notti magiche ≫ di Italia 90, con la partecipazione collettiva al Mondiale nelle strade di tutta Italia e soprattutto davanti alla televisione, al punto che la semifinale Itaiia-Argentina rappresenta ancora oggi il record di ascolto per una partita di calcio (con una media di telespettatori di ben 27.537 milioni)93. .L’organizzazione dei Mondiali di calcio, comunque, e stata certamente di grande stimolo per la struttura produttiva della Rai, ma sara anche l’ultimo evento sportivo per il quale il servizio pubblico detiene l’esclusiva della diretta: la Legge n. 223 del 6 agosto 1990, infatti, conosciuta come Legge Mammi, oltre a sancire dopo quattordici anni il sistema misto pubblico-privato, attribuisce anche alle televisioni commerciali la possibilita di essere presenti a livello nazionale utilizzando la diretta. Questa grande novita, che avra le sue ripercussioni su tutta la programmazione televisiva, per quanto riguarda lo sport si configura come inizio di una vera e propria ≪nuova era≫ televisiva. Verra applicato anche agli eventi sportivi in diretta quel nuovo linguaggio televisivo che gia aveva permeato la produzione di altri formati nel corso degli anni Ottanta. Sara soprattutto il calcio a diventare il soggetto fondamentale del cambiamento televisivo, coniugandosi con i diversi generi e definendosi in tempi modulari e segmentati. In questi anni, infatti, la televisione prosegue nella tendenza a inserire il prodotto sportivo, e il calcio in particolare, nel periodo di massimo ascolto della lunga giornata televisiva riproponendo il modello caratteristico della serialita televisiva, cui aggiunge nuovi strumenti linguistici, legati alla dimensione della regia, e aggiungendo a esso le molteplici opportunita, sia dal punto di vista produttivo che dal punto di vista della fruizione, che cominciano a proporsi nel panorama televisivo, offerte dalla televisione a pagamento94. Nascono dunque, sia sulla televisione pubblica che sul network privato, nuovi formati. Ricordiamo proprio nel 1990 la nascita di .C atolfi, .A b b ie z z i .Pressing, in prima serata su Italia 1, condotto prima da Marino Bartoletti e affidato dall’anno successivo alla conduzione di Raimondo Vianello, che contrasta la tradizionale Domenica sportiva della Rai con l’ironia e la chiacchiera leggera. Nella stessa direzione si muove il gia citato programma condotto dalla Gialappa’s Band95, Mai dire gol, e L’appello del martedi, condotto da Maurizio Mosca sulla falsariga de II processo del lunedi. Ma anche la rappresentazione in diretta viene assolutamente riscritta (e il caso del Giro d’Italia, e della Coppa dei Campioni, i cui diritti vengono acquisiti da Fininvest nel 1993). La tendenza a ≪svecchiare≫ le modalita di trattazione dello sport, contaminando anche i programmi sul calcio, ha delle inevitabili ricadute anche sulla produzione di programmi sportivi Rai. Ne e un esempio Quelli che il calcio, ideato da Marino Bartoletti e condotto da Fabio Fazio, a partire dal 199396. Il vantaggio, in questo caso, era dato dalla possibilita di utilizzare la diretta radiofonica del programma Tutto il calcio minuto per minuto e calarlo in una formula che riuscisse a raccontare, attraverso le emozioni del calcio, le domeniche degli italiani. Il calcio era un racconto verticale che ci faceva dono di un inizio e di un finale importanti come i racconti ben riusciti pretendono. A noi non restava che interrompere quel racconto, a sua volta spezzato da gol, con altre storie che orizzontalmente tagliavano per l’appunto la linea narrativa verticale del calcio. [...] Quel che e interessante e che Quelli che il calcio e stato una sorta di nuovo genere televisivo. Un intrattenimento a meta tra il varieta e il programma giornalistico, il talk ma anche il reality show. [...] Abbiamo giocato perche stavamo a nostra volta raccontando un gioco e questa e secondo me, in sintesi, la chiave .Volli .che spiega la popolarita riscossa dal programma. La forma ha t coinciso con il contenuto57. Il vero fatto nuovo di questi anni nel rapporto sport televisione e costituito dalla nascita di Telepiu, prima emittente via etere a pagamento. Si tratta di una vera e propria scommessa, che orienta l’offerta sullo sviluppo tecnologico e sulla tematizzazione dei contenuti. Se inizialmente e il cinema il contenuto privilegiato della prima televisione a pagamento italiana, sara proprio lo sport, e in particolare il calcio, il prodotto trainante che ne consolidera il radicamento. All’inizio, infatti, quando la proposta e distribuita sulle tre reti (cinema, sport e cultura), ancora non riesce a superare i 600.000 abbonati. Ma il passo fondamentale

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fu certamente l’offerta in abbonamento, a partire dalla stagione 1993-94, del Campionato di Calcio, come alternativa tangibile alla visione dal vivo negli stadi, e che riusci addirittura a modificare l’orario di inizio delle partite. Ma la vera novita sara il passaggio dal sistema analogico al digitale, con l’offerta in payper view delle partite: il vantaggio del satellite, infatti, e quello di permettere, moltiplicando le frequenze, l’offerta di piu partite che si svolgono^ contemporaneamente, soddisfacendo i tifosi di diverse squadre. I diritti del calcio, inoltre, vengono aggiudicati attraverso precisi format98, decretando la fine dell’assoluto monopolio della Rai. A dire il vero lente di Stato vi aveva gia rinunciato nel triennio 1990-1993, cedendo i diritti di 15 partite di Coppa Italia all’allora Fininvest, per un valore di 5 miliardi di lire. Ma la vera 97 F. F a z io , .in E Ajbbiezzi (a c u ra d i), .Beha - A. d i C a ro , .Bur, .Pressing, in prima serata su Italia 1, condotto prima da Marino Bartoletti e affidato dall’anno successivo alla conduzione di Raimondo Vianello, che contrasta la tradizionale Domenica sportiva della Rai con l’ironia e la chiacchiera leggera. Nella stessa direzione si muove il gia citato programma condotto dalla Gialappa’s Band95, Mai dire gol, e L’appello del martedi, condotto da Maurizio Mosca sulla falsariga de II processo del lunedi. Ma anche la rappresentazione in diretta viene assolutamente riscritta (e il caso del Giro d’Italia, e della Coppa dei Campioni, i cui diritti vengono acquisiti da Fininvest nel 1993). La tendenza a ≪svecchiare≫ le modalita di trattazione dello sport, contaminando anche i programmi sul calcio, ha delle inevitabili ricadute anche sulla produzione di programmi sportivi Rai. Ne e un esempio Quelli che il calcio, ideato da Marino Bartoletti e condotto da Fabio Fazio, a partire dal 199396. Il vantaggio, in questo caso, era dato dalla possibilita di utilizzare la diretta radiofonica del programma Tutto il calcio minuto per minuto e calarlo in una formula che riuscisse a raccontare, attraverso le emozioni del calcio, le domeniche degli italiani. Il calcio era un racconto verticale che ci faceva dono di un inizio e di un finale importanti come i racconti ben riusciti pretendono. A noi non restava che interrompere quel racconto, a sua volta spezzato da gol, con qltre storie che orizzontalmente tagliavano per l’appunto la linea narrativa verticale del calcio. [...] Quel che e interessante e che Quelli che il calcio e stato una sorta di nuovo genere televisivo. Un intrattenimento a meta tra il varieta e il programma giornalistico, il talk ma anche il reality show. [...] Abbiamo giocato perche stavamo a nostra

volta raccontando un gioco e questa e secondo me, in sintesi, la chiave .V o lli .I che spiega la popolarita

riscossa dal programma. La forma ha coinciso con il contenuto97. Il vero fatto nuovo di questi anni nel rapporto sport televisione e costituito dalla nascita di Telepiu, prima emittente via etere a pagamento. Si tratta di una vera e propria scommessa, che orienta l’offerta sullo sviluppo tecnologico e sulla tematizzazione dei contenuti. Se inizialmente e il cinema il contenuto privilegiato della prima televisione a pagamento italiana, sara proprio lo sport, e in particolare il calcio, il prodotto trainante che ne consolidera il radicamento. All’inizio, infatti, quando la proposta e distribuita sulle tre reti (cinema, sport e cultura), ancora non riesce a superare i 600.000 abbonati. Ma il passo fondamentale fu certamente l’offerta in abbonamento, a partire dalla stagione 1993-94, del Campionato di Calcio, come alternativa tangibile alla visione dal vivo negli stadi, e che riusci addirittura a modificare l’orario di inizio delle partite. Ma la vera novita sara il passaggio dal sistema analogico al digitale, con l’offerta in payper view delle partite: il vantaggio del satellite, infatti, e quello di permettere, moltiplicando le frequenze, l’offerta di piu partite che si svolgono contemporaneamente, soddisfacendo i tifosi di diverse squadre. I diritti del calcio, inoltre, vengono aggiudicati attraverso precisi format98, decretando la fine dell’assoluto monopolio della Rai. A dire il vero l’ente di Stato vi aveva gia rinunciato nel triennio 1990-1993, cedendo i diritti di 15 partite di Coppa Italia all’allora Fininvest, per un valore di 5 miliardi di lire. Ma la vera 57 F. Fazio, .fi Abbiezzi .Beha .di Caro, .battaglia si svolge nel 1996, allo scadere dei contratti stipulati tre anni prima dalla Lega calcio con Rai e Telepiu. Il 23 ottobre 1996 un decreto del Governo Prodi [...] liberalizza le pay tv. Non solo Telepiu, ma tutti coloro che, in teoria, se ne ritengano in grado, possono presentare un offerta per trasmettere calcio ≪in criptato≫. Alla luce del nuovo decreto, il consiglio di Lega elabora un ≪progetto calcio≫. Il pallone nostrano suddiviso in 12 punti: 12 fette di una ≪torta≫ (diritti ≪in chiaro≫ e ≪in criptato≫, diritti radiofonici, campionato, Coppa Italia e quant’altro) alla cui acquisizione potranno concorrere, secondo le regole della libera concorrenza, ≪tutti coloro che avanzeranno offerte ritenute dalla lega vantaggiose≫95. Prima della successiva

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spartizione dei diritti, un altro protagonista calca la scena, si tratta di Cecchi Gori, ai tempi presidente della Fiorentina e proprietario di TMC, che riesce a strappare i diritti del calcio in chiaro alla Rai, anche se poi non riuscira a garantire il pagamento, consentendo cosi il ritorno dei diritti alla televisione pubblica. Con la fine degli anni Novanta a Telepiu si affianca l’altra piattaforma digitale, Stream, controllata di Telecom che si e convertita al satellite dopo aver abbandonato l’ambizioso progetto di cablare le citta. La concorrenza appare subito evidente, da una parte Telepiu, controllata dai francesi di Canal Plus e con una piccola partecipazione della Rai, non estranea del tutto a Berlusconi, forte di ben sei anni di monopolio sugli eventi calcistici in diretta; dall altra una nuova piattaforma che intende affermarsi proprio grazie al calcio. Nel 1999 nasce Stream Calcio - rompendo il monopolio tv dell’offerta delle partite di calcio in diretta - che decollera grazie ai diritti televisivi delle societa Fiorentina, Lazio, Parma e Roma, consociate nella SDS (Societa Diritti Sportivi). .Intanto Murdoch, magnate di origine australiana, numero uno al mondo nel settore e proprietario del colosso televisivo BslcyB, detentore dei diritti del calcio inglese, acquista da Telecom il 35% di Stream, cui si aggiungono nell’anno successivo l’acquisizione delle azioni di Cecchi Gori e SDS: Murdoch e Telecom rimangono gli unici azionisti. La presenza di un forte socio straniero, e la concorrenza che si accende ai massimi livelli, non fa che moltiplicare il valore dei contratti offerti ai club per l’acquisto dei diritti criptati100, oltre che aumentare la discrepanza degli introiti tra alcune squadre, le cosiddette ≪grandi≫, e tutte le altre. E del 2001, infatti la costituzione di Plusmedia Trading, un consorzio che nasce per opera di otto club101 e che dara vita alla nuova piattaforma digitale Gioco calcio, nata per contrastare Sky, nuovo colosso nato dalla fusione tra Telepiu e Stream, entrambe strozzate da bilanci in rosso. Gioco Calcio non avra fortuna, e a meta stagione quasi tutti i club passeranno a Sky, che diventa rapidamente monopolista del calcio. E chiaro ormai come quel ≪matrimonio di interesse≫ definito nei primi studi mediali sullo sport televisivo, piega sempre piu verso una dimensione affaristica che tende a offuscarne l’aspetto romantico. Negli anni [...] i diritti del calcio rivestono un’importanza strategica nello sviluppo delle nuove televisioni satellitari pan-europee. In Italia il calcio [...] e un’industria fiorente che ha un giro d’af- ' fari di circa ottomila miliardi [di lire] ed ha ripercorso in qualche .modo lo stesso cammino dell’indiistria storica dello spettacolo, quella del cinema. Nel giro di pochi anni abbiamo assistito ad una trasformazione radicale e gli introiti della struttura economica ≪industria calcio-televisione≫ si sono modificati a tal punto che ora circa tre quarti delle entrate sono sotto la voce ≪diritti televisivi≫. Non a caso si e parlato di un cambiamento tale in Europa da far pensare ad una ≪americanizzazione≫ del sistema calcio europeo e di tutto lo sport comunitario102. L’evoluzione radicale del volume di affari e della composizione dei ricavi delle squadre di calcio professionistiche, come abbiamo visto e piu che quadruplicata nel decennio 1990-2000. La crescita dei ricavi e principalmente dipesa dall’avvento della televisione a pagamento e dalla negoziazione dei diritti televisivi addirittura triplicati: dai 180 miliardi nel 1993-1994 ai 480 del 1998-1999103. Certo il rapporto tra calcio e televisione a questo punto si struttura come un vero e proprio sistema economico. La costruzione di una squadra con grandi prospettive di successo, infatti, necessita inevitabilmente di ingenti investimenti come ad esempio l’acquisto di grandi campioni, con la prospettiva di una crescita di ricavi che puo arrivare soltanto con la vendita dei diritti televisivi. I ricavi aumenteranno dunque proporzionalmente al numero dei tifosi-spettatori ma anche al livello di performance delle altre squadre che partecipano al medesimo torneo. Si tratta dunque di un sistema fortemente interrelato, in cui il modello competitivo si alterna al modello cooperativo, una relazione definita dagli economisti come ≪modello dei costi fissi endogeni≫104. Va da se .Ca to lp i, .o .Pezzoli, .che in questa prospettiva il risultato della prestazione ma anche l’immagine della societa sportiva assumono un ruolo assolutamente rilevante; passa allora in primo piano la dimensione della comunicazione, intesa come funzione aziendale con il compito di occuparsi della creazione, strutturazione e sviluppo di tutte quelle strategie di mercato in grado di affermare efficacemente nel tempo la mission e quindi l’immagine dell’azienda, attraverso le pubbliche relazioni, l’ufficio stampa, il piano della comunicazione105. In questo sistema, dunque, il rapporto con i media in generale, e con la televisione nello specifico, diviene una relazione produttiva, che sempre piu si allontana dalla dimensione della rappresentazione o della mediazione, e dove l’aspetto negoziale diviene fondante, in quanto si basa non

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solo sulle dinamiche linguistiche e sulle modalita di rappresentazione, ma incide sempre piu sul contenuto delle trasmissioni sportive delle prestazioni atletiche106. r & III.7 — ≪Consumare≫ lo sport L’ultima fase della televisione sportiva, che si colloca nella prima meta del ventunesimo secolo, si situa al crocevia di molte altre storie, al punto che il fuoco dell’attenzione deve necessariamente aprirsi all’osservazione della tecnologia non piu intesa solo in relazione alla televisione ma nella considerazione del suo intrecciarsi con le nuove piattaforme di trasmissione e i nuovi linguaggi, con.Ascani, .cit. .dizionando, oltre alla dimensione del prodotto, anche e sempre piu il ruolo del pubblico107. Sono anni segnati da un deciso superamento della localizzazione dei grandi eventi (Olimpiadi di Sydney 2000, Mondiali di Corea e Giappone 2002), che vengono coperti dalla tecnologia nel tentativo di limitare, pur con i problemi inevitabili, la discrepanza temporale determinata dal fuso orario, con lo scopo di generare una forma di rappresentazione televisiva globalizzata.' Ma e con il 2006, anno delle Olimpiadi di Torino e ancor piu dei Mondiali di Germania, che davvero si esprime al meglio la tecnologia di rappresentazione dello sport che e anche rappresentazione di un Paese, l’Italia, che ospita l’evento Olimpico invernale e che torna vincitrice dalla Germania. E la fase del predominio della tecnologia digitale, in cui si osserva una continua moltiplicazione dei canali che stimola l’interattivita evoluta e genera profondi cambiamenti nei modelli produttivi e negli scenari di consumo108. 107 per un approfondimento sul panorama radiotelevisivo alla luce delle nuove tecnologie si veda: R. F id le r, .Pine Forge Press, Thousand Oaks, CA 1997, trad. it.. .Guerini e Associati, Milano 2000; A. Abruzzese .A. D a l Lago, (a cura di), .Coste & Nolan, Genova 1999; Eurisko, .Milano, aprile 2001; A. P ila ti, .in .Franco Angeli, Milano 2002; L. Pugliese, .Olivares, Milano 2002; A. P e t r a ll i, .Carocci, Roma 2003; L. Di F e lic ia n to - n io - M. Mezza, .Guerini e Associati, Milano 2004; G. Fre z z a - M. So ric e , .Edizioni 10/17, Salerno 2004; F. Colombo, (a cura di) .Vita e Pensiero, Milano 2004; M. G av rila, .Guerini e Associati, Milano 2006; A. Fumagalli - S. Persicani (a cura di), .Franco Angeli,

Milano 2006. 108 Cfr. M. Gavrila, .La trasformazione delle tecnologie digitali, infatti, ha generato forme di ibridazione e di convergenza che sempre piu danno luogo a nuove modalita di fruizione del prodotto sportivo, determinando una serie di rapporti economici di enormi dimensioni che legano l’industria produttiva dello sport e l’industria culturale dei media. In particolare si tratta della fusione dei media digitali portatili con i contenuti dello sport, laddove i broadcaster e i gestori telefonici si indirizzano sempre piu verso l’aumento della capacita di trasmissione del segnale della televisione digitale su ogni telefono cellulare attraverso il sistema Dvb-h (.Digital video broadcasting handled). In questi termini anche la contrattazione sui diritti di diffusione dell’evento sportivo deve fare i conti con il termine ≪esclusiva ≫, a causa proprio deH’intervento della telefonia mobile, dell’UMTS, del digitale terrestre. Finche la partita si poteva vedere solo su Sky aveva un certo peso, se ora si puo vedere anche sul digitale terrestre (e sul computer, sui telefonini) ne ha un altro. In qualche modo, anche tutte le altre squadre di calcio che ancora devono chiudere i contratti con Sky, e bene sappiano che le cifre potrebbero essere meno stellari se poi si vendono i diritti anche a Mediaset. [...] Ma la strategia di Mediaset deve essere forzatamente a lungo raggio: perche se e vero che avere il calcio sui decoder del digitale terrestre e un forte lancio per la tecnologia, e vero che Mediaset per ora rischierebbe di spendere molti soldi acquistando i diritti^ senza poi averne un gran ritorno'09. Il prodotto sportivo, dunque, diviene particolarmente rilevante, ancora una volta, nell’ottica della definizione, dell’accettazione e del radicamento delle nuove tecnologie. .V o lp e , .dizionando, oltre alla dimensione del prodotto, anche e sempre piu il ruolo del pubblico107. Sono anni segnati da un deciso superamento della localizzazione dei grandi eventi (Olimpiadi di Sydney 2000, Mondiali di Corea e Giappone 2002), che vengono coperti dalla tecnologia nel tentativo di limitare, pur con i problemi inevitabili, la discrepanza temporale determinata dal fuso orario, con lo scopo di generare una forma di rappresentazione televisiva globalizzata. Ma e con il 2006, anno delle Olimpiadi di Torino e ancor piu dei Mondiali di Germania, che davvero si esprime al meglio la tecnologia di rappresentazione dello sport che e anche rappresentazione di un Paese, l’Italia, che ospita l’evento Olimpico invernale e che torna vincitrice dalla Germania. E la fase del predominio della tecnologia digitale, in cui si osserva una continua moltiplicazione dei canali che stimola l’interattivita evoluta e genera profondi cambiamenti nei modelli produttivi e negli scenari di consumo108. 107 Per un approfondimento sul panorama radiotelevisivo alla luce delle nuove tecnologie si veda: R. Fidler, .Pine Forge Press, Thousand Oaks, .trad. it.. .Guerini e Associati, Milano .A. Abruzzese - A. Dal Lago, (a cura di), .Coste & Nolan, Genova .Eurisko, .Milano, aprile .A. Pilati, .in .Franco Angeli, Milano .L. Pugliese, .Olivares, Milano .A. Petralli, .Carocci, Roma .L. Di Felicianto- Nio " M. Mezza, .Guerini e Associati, Milano .G. Frezza - M. Sorice, .Edizioni .Salerno .F. Colombo, (a cura di) .Vita e Pensiero, Milano .M.

Gavrila, .Guerini e Associati, Milano .A. Fumagalli ~ S. Persigani (a cura di), .Franco Angeli, Milano .M. Gavrila, .cit. La trasformazione delle

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tecnologie digitali, infatti, ha generato J forme di ibridazione e di convergenza che sempre piu danno luo1- ! go a nuove modalita di fruizione del prodotto sportivo, determinando una serie di rapporti economici di enormi dimensioni che legano l’industria produttiva dello sport e l’industria culturale dei media. In particolare si tratta della fusione dei media digitali portatili  con i contenuti dello sport, laddove i broadcaster e i gestori telefonici si indirizzano sempre piu verso l’aumento della capacita di trasmissione del segnale della televisione digitale su ogni telefono cellulare attraverso il sistema Dvb-h (Digital video broadcasting handled). In questi termini anche la contrattazione sui diritti di diffusione dell’evento sportivo deve fare i conti con il termine ≪esclusiva ≫, a causa proprio dell’intervento della telefonia mobile, dell’UMTS, del digitale terrestre. Finche la partita si poteva vedere solo su Sky aveva un certo peso, se ora si puo vedere anche sul digitale terrestre (e sul computer, sui telefonini) ne ha un altro. In qualche modo, anche tutte le altre squadre di calcio che ancora devono chiudere i contratti con Sky, e bene sappiano che le cifre potrebbero essere meno stellari se poi si vendono i diritti anche a Mediaset. [...] Ma la strategia di Mediaset deve essere forzatamente a lungo raggio: perche se e vero che avere il calcio sui decoder del digitale terrestre e un forte lancio per la tecnologia, e vero che Mediaset per ora rischierebbe di spendere molti soldi acquistando i diritti, senza poi averne un gran ritorno109. Il prodotto sportivo, dunque, diviene particolarmente rilevante, ancora una volta, nell’ottica della definizione, dell’accettazione e del radicamento delle nuove tecnologie. .V o lp e , .Non si tratta piu, quindi, di distinguere tra televisione pubblica e privata, o tra televisione via etere o via satellite, ma di una pluralita di offerta dello stesso prodotto che, di conseguenza, si modifica a seconda del mezzo che se ne appropria. La scelta di Mediaset, inoltre, di offrire il prodotto calcio in Pay per View sul digitale terrestre, conferma anche una commistione dell’offerta proprio all’origine, da parte dei broadcasters. Si e trattato di una coincidenza di interessi: da un lato la possibilita di affermare proprio attraverso il calcio una tecnologia ancora percepita come rudimentale, dall’altro la consapevolezza di un varco all’interno della muraglia sui diritti televisivi innalzata da Sky110. Mantenendo il nostro interesse nell’ambito esclusivamente televisivo, osserviamo la complessita di quella che fino a poco fa poteva essere una generica definizione di sport all’interno del panorama televisivo. Infatti, a seconda che si tratti di televisione generalista, pubblica o privata, di network nazionali, televisioni locali, digitale satellitare, digitale satellitare mono-tematica (dedicata a una sola disciplina, o rappresentativa di una singola squadra), digitale terrestre, osserviamo come cambia anche il concetto stesso di sport, come prodotto che viene offerto o venduto in base a precise esigenze di mercato. Va aggiunta anche l’offerta del gestore telefonico Tre durante i Mondiali di Germania, delle immagini delle partite sui videofonini. Possiamo sinteticamente abbozzare uno schema di questo tipo, che consente di posizionare il prodotto sportivo all’interno del panorama televisivo attuale: .Pay tv, pay per view: .Pay tv, .pay

per view .a .L’ultimo atto di una storia che alterna novita a tradizioni e fidelizzazioni consolidate, appare comunque essere quella legata alla televisione generalista, ovvero la decisione di Mediaset, a partire dalla stagione 2005-2006, di acquisire i diritti di highlights del campionato di calcio, nella piena consapevolezza che l'offerta televisiva di un’emittente generalista deve necessariamente puntare su alcuni formati e prendere atto che altri (nel caso specifico gli eventi sportivi in diretta) sono destinati a migrare sulla televisione a pagamento. L’acquisto dei diritti degli highlights del campionato ha determinato lo spostamento di un genere (quello che si autodefinisce nel titolo del suo programma storico Novantesimo minuto) alla televisione commerciale, con il titolo SerieA. Il programma, un misto tra informazione e intrattenimento, condotto inizialmente da Paolo Bonolis, mostra subito le smagliature proprie di una commistione tra informazione e intrattenimento che appare irrisolta, suscitando anche le ire dei giornalisti della testata sportiva, al punto da virare successivamente verso una direzione piu informativa, con la conduzione di Enrico Mentana, per approdare al format Controcampo, condotto da Sandro Piccinini. Ma la nostra rassegna storica, a questo punto, deve lasciare il posto a una indagine di tipo qualitativo, che cerchera di scandagliare i formati e i linguaggi che vanno a costituire l’offerta televisiva del prodotto sport. . La dimensione del consumo nella passivita dell esperienza televisiva tradizionale o nella ricerca e attrazione del prodotto attraverso le possibilita di interazione

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consentite dalla televisione satellitare o ancora nella portabilita del prodotto sportivo sul telefonino, sono certamente la vera novita degli ultimi anni, e ci suggeriscono anche una valutazione, forse nostalgica, forse passionale, del duplice significato del termine ≪consumo≫: da un lato espressione della fruizione da parte del pubblico di un prodotto televisivo facilmente adattabile ai nuovi mezzi, dall’altro come processo che tende a esaurire e a svilire gradualmente i caratteri della festa e dell’eccezionaiita del fatto sportivo, tendenza che appare sempre piu inesorabilmente affermarsi. Appendice Negli ultimi anni, il mondo dello sport nel nostro Paese e stato fortemente scosso dall’esplosione di uno dei piu grandi scandali che abbiano mai coinvolto l’universo del calcio. L’apertura di un’inchiesta, nell’estate del 2006, su presunti interventi da parte della dirigenza juventina e di altri club allo scopo di pilotare l’assegnazione di arbitri ≪amici≫, porta allo scoperto una serie di intrighi e di connivenze che coinvolgono il mondo del calcio, il mondo economico-finanziario, il mondo del giornalismo, il mondo televisivo111. Ha inizio un processo mediatico che conquista le prime pagine dei giornali, e sul quale tutte le televisioni si buttano a capofitto; vengono diffuse le intercettazioni telefoniche che mettono alla gogna i ≪potenti≫ del sistema. Prende il via anche il processo vero, affidato alla giustizia sportiva, nella scenografica sede dello stadio Olimpico di Roma, pensato per ben altre ≪celebrazioni≫. Vengono avanzate richieste di penalizzazione fortissime, tanto che si ipotizza un campionato di serie A senza alcune delle grandi squadre (Juventus, Fiorentina, Milan, Lazio), in un’incertezza diffusa su quello che potra essere il prodotto calcio negli anni futuri, da parte dei piu preconizzato come il tracollo di un sistema sempre piu (e troppo) intaccato dagli interessi economici. .Ma a conferma dell’imprevedibilita del risultato sportivo, sulla suspense che genera proprio la passione per lo sport reale, ecco che la Nazionale di calcio torna dalla Germania con la Coppa del Mondo, scrivendo un nuovo capitolo in quella che e la celebrazione degli eroi, al grido di ≪amnistia≫ per quelle colpe che hanno macchiato lo sport piu popolare del nostro Paese. Una richiesta che viene solo parzialmente accolta dalla giustizia sportiva che riduce le pene previste per le societa di calcio coinvolte, e che suggerisce l’avvio di un campionato di calcio finalmente libero dai condizionamenti e dagli intrighi di potere. Ma nessuno ci crede davvero. Al termine del Campionato 2006- 2007, infatti, si affacciano nuove ombre sulla regolarita di azioni sportive e amministrative di alcune squadre di calcio, in una storia che sembra davvero infinita ma alla quale il pubblico sembra ormai assuefatto, quasi cosciente che il tutto faccia, inesorabilmente, parte del ≪gioco≫. Un gioco che e sempre piu visibile attraverso la televisione, ove le stesse intercettazioni telefoniche sembrano parte di un grande reality show, i cui protagonisti, una volta squalificati, vengono accolti nei talk show come opinionisti. Il problema vero, dunque, non e tanto la correttezza

dell’intero sistema, quanto la credibilita del gioco messo in scena. Indipendentemente da tutto. .Floris, .I formati televisivi dello sport IV IV. 1 — I generi televisivi dello sport, tra evento e ricomposizioni La nostra indagine sul rapporto tra televisione e sport si concentra a questo punto sulle caratteristiche dello sport televisivo, con l’intento di trovare una collocazione della materia all’interno della piu ampia definizione di genere televisivo'. Il contenuto sportivo che rimanda alle imprese atletiche si declina infatti in formati molto diversi, rendendo difficile un preciso orientamento di osservazione. Da quanto emerso dalle pagine precedenti, lo sport, inteso come sfondo tematico e pretestuale, costituisce materiale di grande interesse per l’industria televisiva (e la storia che abbiamo riper- 1 Sul concetto di genere televisivo si veda, tra gli altri, M. W o lf, .Eri, Torino 1981; R. S te lla , .ox .Donzelli, Roma .C a s te lla n i, .Studium, Roma .E. Men d u n i, .Il Mulino, Bologna .terza edizione ampliata .Idem, .Laterza, Roma .M. Sorice, .Editori Riuniti, Roma .P. Taggi,

.Editori Riuniti, Roma .G ra sso - M. S c ag lio n i, .Garzanti, Milano .G. Grignapfini, .Carocci, Roma .corso ce lo conferma), in quanto si presta a innumerevoli processi di adattamento ai generi, secondo una linea che procede genericamente dall’informazione all’intrattenimento, e che si esplicita nei formati classici della tv, come l’evento in diretta o differita, riadattato nei formati ≪classici≫ del telegiornale, della rubrica, dell’approfondimento per approdare al talk show, alla fiction e addirittura al reality show. Ci proponiamo pertanto di procedere verso l’individuazione delle linee di accostamento della televisione al fenomeno sportivo, linee che si sovrappongono, si fondono e si osteggiano in nome della rielaborazione televisiva dello sport e che si concludono nella costruzione di una serie di programmi talmente vasta e

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variegata da procurare un certo disorientamento nel telespettatore e che rende difficile trovare una chiave di lettura del genere/prodotto sportivo2 all’interno del panorama televisivo dei nostri giorni. Il tentativo di costruire una mappa che consenta di orientarsi nella pluralita dell offerta televisiva dello sport individua il punto di partenza nella performance, l’evento extratelevisivo. 2 Intendiamo con questa doppia accezione individuare i caratteri che consentono di codificare il materiale sportivo televisivo dal punto di vista dei contenuti, ma anche dal  punto di vista delle dinamiche produttive, ove i rapporti negoziali tra i .e gli organizzatori dell’evento sportivo mettono in luce le procedure realizzative del prodotto televisivo (si pensi alla diretta, ma anche all’attivita di post produzione che concorre a riscrivere lo sport all’interno degli altri formati televisivi). Da questo processo negoziale emerge che la distinzione tra .indicata come base nelle dinamiche decisionali del percorso di produzione televisiva, nel caso dello sport si risolve in una integrazione delle due scelte (acquisto dei diritti ma anche ottimizzazione del materiale conquistato da vendere al meglio agli inserzionisti pubblicitari). Sugli aspetti produttivi dell’impresa televisiva si veda: .Rjcheri, .Baskerville, Bologna 1993; C. Dematte, .Etas Libri, Milano 1997; F. De Vescovi, .Il Mulino, Bologna 1997; M. .am b a ro - F. Silva, .Il Mulino, Bologna 1998; A. P ila ti - .R ich e ri,

.Baskerville, Bologna 2000; I s t i tu to di economia d e i m ed ia , .Sesto rapporto IEM, Guerini, Milano 2002; F. Ba t t o c c h io , .Carocci, Roma 2003. La nostra riflessione non si prefigge di offrire una schedatura) dei programmi dell’ultima: stagione, operazione che risulterebbe! immediatamente superata dall’evoluzione continua dei formati, piuttosto si propone di costruire una griglia interpretativa che consenta, anche in futuro, la collocazione al suo interno dei pro-i grammi generalmente indicati come appartenenti al macro-genere dello sport. Tentare di descrivere un quadro dello sport televisivo impone di confrontarsi con i caratteri dei formati televisivi piu in generale e a concentrare l’attenzione sul percorso che lo sport, inteso come materia prima da plasmare secondo strategie comunicative televisive, compie all’interno delle nuove tendenze della televisione. II percorso che intendiamo seguire e quello che abbiamo ipotizzato nella prima parte del nostro lavoro, che ha orientato anche l’osservazione delle linee di studio che hanno direttamente o marginalmente avuto come oggetto il rapporto tra lo sport e il mondo mediale, ovvero la linea che segue le fasi della preparazione, della performance e della celebrazione. Possiamo inserire questo approccio di riflessione in un grafico che evidenzi, nella linearita dello svolgimento della prestazione sportiva, il percorso che si determina sia sulla base della vicinanza/ lontananza dall’evento considerato, sia sulla base delle modalita discorsive che lo affrontano. Sull’asse della temporalita extra-televisiva dello sport potremo dunque visualizzare le dinamiche televisive in grado di dilatare o contrarre la temporalita del gesto atletico in funzione della prossimita al fenomeno; sull’asse che individua i formati, distingueremo invece un percorso che, attraverso la rielaborazione testuale, procede dall’informazione all’intrattenimento. All’interno di questo grafico sara cosi possibile inserire tutte le produzioni che si occupano a vario titolo di sport e che sono assolutamente integrate nelle dinamiche discorsive della televisione. Inforn Prima dell’evento Perfor iazione nance Dopo l’evento r • ; ≫ Intrattei iimento .Il modello di riferimento e il genere informativo, come strumento di veridizione dell’esistenza dello sport stesso: resoconto di risultati, classifiche, record, un appiglio che ci tiene ancorati alla certezza che lo sport esiste ancora come fatto concreto. Ma e indubbio che sia pressoche impossibile risolvere il rapporto tra informazione e televisione nei termini tradizionali di codificazione di un genere, tanto piu per la materia sportiva. La consapevolezza dell’impossibilita dell’obiettivita nella pratica informativa, conduce pertanto la riflessione sulle dinamiche discorsive, che attraverso le procedure semantiche della temporalizzazione, spazializzazione, tematizzazione e figurativizzazione, concorrono a determinare i formati testuali che si costruiscono sull’uso specifico delle opportunita comunicative interne alla televisione3. .M a r rone, .C alabrese .Vo l l i, .Come abbiamo gia evidenziato, lo sport ha in se le caratteristiche significanti che ne consentono una traduzione ,a piu livelli, sulla base delle strategie comunicative che sottostanno alla dimensione informativa della televisione. In piu l’esibizione sportiva, intesa come fatto concreto, si presta a una trasformazione perfettamente adattabile allo schema canonico applicabile a ogni forma di narrativita, e dunque anche al racconto giornalistico dello sport4. E se la televisione e prevalentemente racconto, lo sport ne esprime perfettamente i nuclei centrali: la ricerca dell’appagamento nella vittoria, la messa in scena del conflitto, di natura psicologica o fisica vera e propria, la celebrazione della vittoria o l’accettazione della sconfitta. Il racconto televisivo di un evento sportivo puo essere facilmente riconducibile ai passaggi della competenza e delia performance (momenti pragmatici) come punto cruciale della struttura narrativa — in linea con la messa in scena dell’evento — ma anche agli aspetti piu propriamente cognitivi, che poggiano sulla manipolazione e la sanzione, in risposta alla dilatazione temporale del testo sportivo televisivo, sempre piu spesso confezionato come prodotto di

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attesa (secondo un climax ascendente) o di celebrazione (con il completo assorbimento dell’evento o del singolo atleta nelle dinamiche televisive)5. Il genere informativo segue apertamente questa linea narrativa, e la adatta ai diversi formati televisivi applicabili a ciascuno dei momenti sopra descritti. .G

iacomarra, .Buscema, .zzato, .G . M a r ro n e , .Vogler, .G erm o n d a r i, .G . S im o n e l l i .5 R A b b ie z z i, .G . B e t t e t i n i .B r a g a .F u m a g a l l i .Il processo di scrittura, di messa in forma dell’evento, conduce all’individuazione dei formati testuali che poggiano sulla linea temporale extratelevisiva (oggettiva6 potremmo dire) dell’evento sportivo, intrecciata alle marche testuali, che applicano alla temporalita descritta le linee discorsive e i parametri comunicativi che si possono inserire nel macro-genere dell’informazione. Applicando dunque alla materia sportiva lo schema che propone Gianfranco Marrone7 per scandagliare le strategie comunicative dell’informazione televisiva, possiamo ipotizzare un percorso di questo tipo: * .1 / a In questo schema e possibile evidenziare i singoli segmenti attorno ai quali la televisione costruisce i suoi programmi riconducibili al macro-genere dello sport, condensandoli o dilatandoli a seconda del formato all’interno del quale vengono c o llo c a ti:, Possiamo dunque avere programmi che si occupano solo della dimensione dell’attesa, secondo un formato informativo (telegiornale, rubrica di approfondimento, ricostruzione storica a documentario) o che proprio sul pathos generato dalla dimensione della preparazione costruiscono il climax ascendente attraverso il genere dell’intrattenimento (presenza di comici, inquadramento in uno specifico formato come il varieta a ≪clima≫ sportivo etc.), e cosi puo avvenire per tutte le fasi sopra elencate. IV.2 — Tra anticipazioni e resoconti: la centralita del telegiornale sportivo La dimensione informativa, legata alla consapevolezza della prevedibilita dell’evento, consente dunque una costruzione multi-testuale dell’oggetto sport. Si e sempre pensato che la dimensione della diretta sia la vera discriminante della televisione come marca distintiva rispetto alla funzione informativa offerta dagli altri mezzi di diffusione delle notizie, in quanto consente una completa sovrapponibilita della scrittura rispetto alla notizia-evento. I media event decretano la supremazia del mezzo televisivo su qualunque altro medium in cio che e prevedibile, tendenzial.S im o n e l l i

.M ar rone , .mente eccezionale, ma soprattutto passibile di trasmissione in diretta. [...] Che gli eventi mediali facciano ormai stabilmente parte del nostro orizzonte di vita e un fatto assodato8. Che in questo senso il materiale sportivo sia un terreno privilegiato, ove la televisione puo mostrare le proprie potenzialita, e un concetto ormai consolidato, cui si aggiunge anche la piena consapevolezza dei caratteri di notiziabilita insiti nell’evento sportivo in se. Tra pochi minuti il Papa entrera nello Stadio Olimpico di Roma, dove assistera da tifoso a una partita di calcio che sara amichevolissima, immagino, visto che sara la prima partita a memoria d’uomo, che si disputa alla presenza di un Pontefice. Tutto questo e peculiarmente, eminentemente, esclusivamente avvenimento televisivo. Se c’e la notizia, questa si esaurira totalmente nella visione, nella fruizione televisiva dell’avvenimento. [..(] In questo evento si riassume l’inespugnabilita della televisione come mezzo di informazione supremo per gli eventi prevedibili9. Ma una riflessione piu attenta dell’ambito sportivo non ci vede pienamente d’accordo sulla collocazione della diretta al vertice della linea che guida il nostro percorso di indagine nell’iter che va dall’informazione all’intrattenimento. Riteniamo infatti che la diretta degli eventi sportivi, come vedremo nel dettaglio piu avanti, non sia, almeno formalmente, il luogd che possa essere riconosciuto come prettamente informativo, in quanto cede in modo evidente alla tendenza comunicativa che si compone di elementi propri della ricostruzione narrativa o addirittura appartenenti a quella forma che negli ultimi anni e "A . Ag o s t in i, .M entana, .stata presentata come nuova e autentica funzione della tv, quella di avanzare, nel reality10, la sua pretesa di accostare la realta attraverso l’eliminazione di ogni filtro Riteniamo pertanto che il punto di partenza per la nostra indagine sia la collocazione della materia sportiva all’interno del formato che piu degli altri, per tradizione e per ritualita, si e soliti riconoscere come peculiarmente informativo: il telegiornale. E non perche il telegiornale dello sport si ponga come il luogo esclusivo in cui si fa informazione sportiva, ma in quanto costituisce un luogo tradizionalmente riconosciuto come specifico televisivo dell’informazione, secondo alcuni addirittura un format, nel senso di meccanismo rigido e scientifico che si e duplicato in moltissimi programmi, aggiornandosi solo il minimo indispensabile11. Un programma dunque con una forte testualita facilmente assimilabile e confrontabile con i meccanismi propri dell’informazione generalista. II telegiornale resta [...] un programma di assoluto rilievo nel palinsesto televisivo, un simbolo, spesso un’antonomasia

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della televisione stessa [...] Proprio l’invadenza del fenomeno reality [a cui possiamo ricondurre anche le modalita di trasmissione in diretta di alcuni eventi sportivi], ha finito per dare rilievo anche alle soluzioni che ad essa si oppongono, alle esigenze di una televisione meno effimera, interprete delle dinamiche della 10 Sulla reality televisioni si veda: .A r o l d i .V i l l a , .in ≪Ikon≫, n . .p p . .A le s s a n d r i .c u ra d i), .M ila n o .D em a r ia .G r o s s o

.S p a z i a n t e , .E ri-V q p t, .F e r r a r o , .in .V o l l i (a c u ra d i), .C a ro c c i, .V i l l a , .in .B e t t e t i n i .B r a g a .F u m a g a l l i (a c u ra d i), .F ra n co Angeli, M

ila n o .p p . .F. Bu sc em i, .So r ic e .sfera pubblica, ai progetti di conoscenza e di lettura televisiva del mondo, in una parola, alla presenza dell’informazione12. Se consideriamo dunque la riscrittura televisiva dello sport attraverso l’applicazione dell’etichetta informativa, non possiamo non orientare la nostra analisi in primis sul telegiornale quotidiano interamente dedicato allo sport, formato che apre la strada alle successive rielaboraziorii, cosi come avviene anche sulla scena dell’informazione generalista ove la dispersione dei formati [...] non e sufficiente a scalfire l’immagine del telegiornale nella sua ordinarieta, nella sua forma di contenitore delle notizie del giorno proposte secondo un ordine gerarchico13. L’individuazione della presenza di un formato televisivo dello sport che evoca il piu autorevole luogo dell’informazione televisiva, e dunque il nostro punto di partenza nella disamina dei formati e dei generi dello sport televisivo. Riconosciamo nel telegiornale quotidiano sportivo tre funzioni peculiari che lo caratterizzano e lo distinguono dal telegiornale generalista: la funzione identitaria, informativa e rituale14. ❖ Funzione identitaria. La presenza di uno spazio informativo quotidiano dedicato esclusivamente allo sport si offre come elemento caratterizzante solo alcune emittenti generaliste. Risulta evidente, dunque, che si tratta di una scelta destinata alla determinazione dell’identita di rete, non necessariamente legata all’offerta di eventi in diretta. Una strategia orientata all’individuazione di uno specifico pubblico, gestita dalla presenza di una redazione giornalistica sportiva. Questa funzione si esplicita nel ≪prestito≫ di giornalisti della redazione anche ad .Simonell i .A b b ie z z i, .Sim o n e l l i .altri programmi che si occupano di sport, il cui riconoscimento funge da marca distintiva in direzione di una collocazione del programma all’interno del genere informativo*5. Nelle emittenti tematiche satellitari l’identita di rete e l’orientamento nei confronti dell’offerta sportiva e gia implicita nell’organizzazione dei ≪pacchetti≫, offerti come differenti tipologie di abbonamento per il pubblico di appassionati. ❖ Funzione rituale. Anche la frequenza della programmazione del telegiornale sportivo permette alcune riflessioni, che ne evidenziano una completa subordinazione alla ritualita degli eventi sportivi (tra festivita e ferialita), e una distinzione rispetto al telegiornale generalista. Notiamo alcune differenze nell’offerta delle singole emittenti, sia da un punto di vista della programmazione orizzontale (dove la cadenza quotidiana in alcuni casi esclude le giornate di sabato e domenica) sia da un punto di vista della programmazione verticale, rispetto al numero delle edizioni proposte16. Per quanto riguarda la dimensione orizzontale, possiamo osservare come alcune televisioni generaliste tendano a escludere la programmazione del telegiornale sportivo nel fine settimana17, momento in cui .Riz za , .I d em , .G . Bar lozz et ti .Id em , .G rasso .Sc agl ioni, .cit.; .Ba t to c c h io , .si concentrano gli eventi sportivi, cosa che invece non avviene nella programmazione delle televisioni tematiche18. Il significato di questa scelta puo essere ricondotto alla volonta di dedicare il fine settimana agli altri formati, che consentono di adeguare al meglio il discorso televisivo all’attualita dell’evento (nella forma del magazine o del talk show). ❖ Funzione informativa. Il telegiornale dello sport si presenta sostanzialmente come un resoconto, assolutamente ritualizzato rispetto ai ritmi televisivi, ma per nulla esaustivo rispetto a un’accurata offerta di informazioni. Tale funzione verrebbe svolta piu radicalmente da altri prodotti (la diretta degli eventi per le emittenti che ne posseggono i diritti, o i diversi formati dell’approfondimento), decretando una sconfitta, da un punto di vista dei contenuti, in quello che formalmente apparirebbe il luogo piu consono per la rielaborazione informativa. Anche in questo caso appare diversa l’impostazione delle reti tematiche, che fanno coincidere nella funzione informativa del proprio telegiornale anche la funzione identitaria, e che esplicitano in questo modo anche una logica di palinsesto che vede nel telegiornale una ≪vetrina≫ degli eventi in diretta offerti dalla rete. Per quanto riguarda la logica palinsestuale di tipo verticale, la proposta di diverse edizioni nel corso della giornata si pone in aperto contrasto con la finalita dell’aggiornamento, che dovrebbe sottostare a questo tipo di programmazione. L’offerta quotidiana di informazione sportiva rappresenta un indubbio vantaggio per la televisione. Da un lato la sua forma esteriore, le e ben nota, dunque facilmente gestibile

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senza un eccessivo dispendio di energie da un punto di vista produttivo, dall’altro il contenuto e spettacolo per eccellenza, carico di quella dose di .eccezionalita (airinterno della programmaticita dell’eVento^Mhfe gli assicura i caratteri di notiziabilita, visto che anche 4a-rieBi3$a del materiale e facilmente integrabile con le routine’^} ro diit ti ve : ! Ma questo formato cosi tradizionale, che poniamo in dina alla nostra riflessione, stride con un’osservazione Hiitiiorfc jpOIk) conto: i contenuti che vengono proposti non sono costruiti sulla quotidianita degli eventi sportivi che si svolgono giornalmente, piuttosto rispondono a criteri di notiziabilita che esulano dalla prossimita temporale all’evento. Non si fa informazione rispetto a cio che avviene giornalmente, ma si dilata il tempo del Commento sulle discipline piu seguite. Il tg sportivo deve integrare la ritualita dell’orario di messa in onda con la periodicita degli eventi di cui dare notizia, ed e questa relazione che non consente una completa integrazione tra forma e contenuti. La gestione dell’informazione sportiva, infatti, oscilla tra la forma del telegiornale generalista (cui si ispira nella dimensione dei lanci, nella costruzione dei servizi, nella scenografia dello studio) e i contenuti tipici del programma di approfondimento, in cui l’aspetto dell’attualita, come priorita nella scelta delle notizie, passa in secondo piano rispetto ad altri caratteri come la ≪qualita≫ delle discipline trattate, la disponibilita del materiale, la compatibilita con l’aspetto produttivo della testata rispetto al gruppo televisivo di appartenenza. Ci troviamo di fronte a un paradosso informativo, nel quale osserviamo come a uno spazio quotidiano dedicato allo sport non corrisponde un adeguato rispetto della quantita di argomenti da trattare, ma semplicemente un’opportunita in piu per affrontare i medesimi temi. Un’occasione mancata, potremmo dire, per rivendicare, insieme alla forma che riconosciamo come luogo di informazione, anche dei contenuti che rispecchino le dinamiche della prassi che lega (o almeno dovrebbe) i criteri di notiziabilita all’oggetto (lo sport in genere) e non al soggetto (l’emittente televisiva che tiene conto del proprio pubblico in termini di quantita). Il ruolo del tg sportivo si fa garante dell’esistenza dello sport e nello stesso tempo si offre come modello di un formato tradizior naie destinato all’informazione. La sua collocazione all’interno della nostra griglia interpretativa si pone certamente ai vertice della linea testuale, rispetto ai generi e ai formati della televisione, e nello stesso tempo si spalma lungo la linea temporale orizzontale, occupando soprattutto gli spazi dell’anticipazione e del commento, lasciando a ridosso dell’evento lo spazio ad altri formati che fanno da cornice alla performance. Rispetto all’individuazione di un prodotto definito come il telegiornale, il passo successivo non ci consente di determinare una definizione di genere altrettanto precisa da un punto di vista dei caratteri formali del testo, ma ci impone di proseguire lungo la linea della temporalita, attraverso la quale saremo in grado di sottolineare la prossimita o la lontananza, oltre che dall’evento, anche dalla forma del telegiornale, presa a modello del genere informativo per eccellenza, almeno da un punto di vista esteriore. IV.3 - La temporalita come griglia interpretativa: preparazione, performance, celebrazione L’intento di mappare i generi televisivi dello sport procede nella piena consapevolezza dell’impossibilita di definirne i confini in modo certo. Non e possibile infatti orientare la nostra riflessione basandoci esclusivamente sulle convenzioni testuali che ne evidenzino la collocazione all’interno di una specifica area produttiva, ma necessariamente dobbiamo incrociare, come piu volte sottolineato, la nostra osservazione con la collocazione temporale e con il formato di riferimento. La riscrittura della materia sportiva risponde sia a necessita produttive (lo sport rappresentato garantisce un successo di pubblico pressoche assicurato, anche come pretesto'di,discussione), sia al ≪clima≫ che la materia sportiva concorre a determinare, in grado di permeare tutte le produzioni televisive, dai promo pubblicitari alla programmazione cinematografica di ambientazione. Non e un caso che in momenti di assoluta ≪festivitai> dettata dalla concomitanza con eventi sportivi di rilevanza internazionale, come i Mondiali di Calcio, le emittenti che non detengono i diritti di trasmissione delPevento si trovino di fronte a una scelta tra controprogrammazione o antiprogrammazione19: la scelta insomma tra la completa ignoranza dell’evento o l’appropriazione della materia indipendentemente dalla messa in onda in diretta delle immagini. Tendenzialmente nessuna emittente osa escludere il clima diffuso dal Mondiale (o da altra manifestazione sportiva di tale portata) come testimonia lo studio condotto in occasione di Usa ’9420, e confermato a distanza di 12 anni dalla programmazione dell’estate 2006, in un processo di contaminazione interna al testo (quando il clima sportivo scardina la struttura tradizionale del

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programma per orientarlo alla tematica sportiva) o esterna, quando colpisce genericamente la scelta palinsestuale che, nei momenti di stanca, manda in onda film di ambientazione calcistica21. .G rasso -- .Sca gl io n

i, .Ba t to c c h io ,- .Sim o n e l l i .Fer rarot ti, .Nella continua oscillazione tra festivita e ferialita, ogni evento sportivo che garantisce un ascolto di rilievo, pertanto, viene facilmente e prontamente spalmato lungo l’intero palinsesto televisivo. Osserviamo una ferializzazione della-festa che tende a scardinare ogni concetto di media event e di ospitalita televisiva, per adeguarlo ai processi produttivi televisivi. Vediamo allora come, nelle fasi della preparazione, della performance e della celebrazione, la televisione si adopera nella ricerca e creazione di formati che si possono tutti ricondurre al concetto di sport televisivo. IV.3.1 — La preparazione Nella valutazione dell’offerta ampia e articolata di programmi sportivi, presentata dal numero speciale di ≪Link≫ dedicato a calcio e televisione, che costituisce il nostro punto di riferimento nella valutazione qualitativa dei programmi sportivi, l’individuazione della rilevanza della categoria temporale rispetto al nucleo centrale (l’evento) ha portato alla definizione di alcune tipologie di programmi rispetto alla contemporaneita, la prossimita, la breve distanza e la media distanza dalla performance22. A nostro avviso manca in questa classificazione una riflessione • su quella fase che, nel momento antecedente l’evento, si fa testimone della dilatazione temporale (e testuale) che la televisione applica al fenomeno sportivo in genere. Si tratta del fenomeno di contestualizzazione liturgica dell’evento che si costruisce attraverso la progressiva distanziazione dal quotidiano, in modo da poter offrire una ricontestualizzazione dell’evento stesso entro il frame prescelto, che fara da linea narrativa per la trasmissione in diretta. 11 Cfr. M. Beltrame, Calcio in televisione. Parole e numeri, numero

monografico .L’aspetto della preparazione, in questo senso,'sembra assumere un valore simbolico che associa in modo suggestivo la preparazione dello spettacolo televisivo all’allenamento e alla preparazione atletica e che si esplicita a livello narrativo, come abbiamo gia sottolineato, in quella dimensione della .manipolazione che certifica la possibilita di azione, e di competenza, intesa come fase preparatoria e indispensabile per la piena realizzazione dell’evento stesso. Le aspettative sono esaltate dal valore (anche economico) che l’evento ricopre nella proposta televisiva, generate dall’acquisizione dei diritti e dunque dalla legittimazione non solo della trasmissione dell’evento ma anche dell ottimizzazione dell’esborso effettuato. Come abbiamo osservato, non solo le emittenti che posseggono i diritti di trasmissione in diretta, ma anche le emit;tenti che non li posseggono tendono a enfatizzare in modo articolato questa fase del racconto dello sport, attraverso alcuni formati che andiamo a scandagliare. La necessita di ottimizzare i costi sostenuti da una parte, e dall’altra l’obbligatorieta di collocare la propria programmazione negli spazi liminali rispetto all’evento, promuovono dunque una serie di programmi che assumono le forme piu svariate. Mantenendo come punto di riferimento il formato del telegiornale, osserviamo come i contenuti dello stesso si possano collocare anche nella categoria temporale della preparazione, consolidando il clima di attesa. Si tratta in questo caso di una conferma di quello che abbiamo piu sopra definito un ≪paradosso informativo≫, in quanto se consideriamo il termine ≪informazione ≫ nell’accezione che vuole la costruzione di una notizia come successiva all’evento reale, in questo caso l’oggetto notizia e costituito piuttosto da previsioni, attese, o anche informazioni sull’andamento della preparazione fisico-atletica degli sportivi che saranno impegnati nella disputa attesa, ma non nello specifico dirette ad aumentare la conoscenza dello spettatore relativamente all evento in se. Non e un caso dunque che questo tipo di informazione calata nel formato tradizionale del telegiornale sportivo sia quasi esclusivamente dedicata all’argomento calcio, laddove la materia si assimila pienamente ai criteri oggettivi di notiziabilita23 che poggiano sull’interesse, sui personaggi coinvolti, sul pubblico di destinazione. Questi criteri condizionano la produzione di pressoche tutti i programmi che partecipano del clima di attesa dell’evento e che contribuiscono ad accrescere il climax ascendente verso la trasmissione in diretta. Tra passato e futuro: le rievocazioni Se consideriamo eventi sportivi di grande portata, come le Olimpiadi o i Mondiali di calcio, notiamo una dilatazione temporale che si esprime nella volonta di generare un clima di predisposizione cognitiva, emozionale e partecipativa nei confronti dell’evento. Una prima categoria di programmi si colloca in una posizione di ampia anticipazione rispetto all’evento stesso. Questi programmi sono riconducibili genericamente alla dimensione dell’approfondimento della fase preparatoria atletica in senso stretto o alla dimensione

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rievocativa, quasi a unire la celebrazione del passato come certificazione e punto di partenza del climax ascendente dell’attesa. 2J Sui criteri che soggiacciono alla costruzione della notizia, riconducibili al concetto di .cfr, tra gli altri gli studi classici di G. Tu c hm a n , .Free Press, New York 1978; H. Gans, .Pantheon, New York 1979; P. S c h le s in g e r, .Methuen, London 1978; P. G o ld in g - P. E l u o t , .Longman, London 1979; M. Fisciiman, .News, University ofTexas Press, Austin 198O; in particolare, per l’Italia: M.Wolf,

.Bompiani, Milano 1985; C. So r r e n t in o , .Baskerville, Bologna 1995; I d em , .Carocci, Roma 2002; A. A g o stin i, .Il Mulino, Bologna 2004. Si tratta di programmi appartenenti al genere del racconto documentale, a volte cinematografico, come avviene per i film ufficiali delle Olimpiadi, ma anche della riproposizione di incontri storici relativi al medesimo evento (le rievocazioni delle partite storiche di un Mondiale, i successi ottenuti da una squadra, i record stabiliti, presentati indistintamente con uno stile tecnico giornalistico o volutamente costruiti sul coinvolgimento emotivo). Sembra che la televisione comprenda e traduca appieno il significato (e le potenzialita) offerte da quel luogo liminale che segna il passaggio dalla quotidianita all’evento gia ritualizzato nei suoi significati profondi24. Il rito di passaggio25 creato dalla televisione contribuisce ad accrescere nel pubblico la consapevolezza dell’appartenenza a una comunita e prepara, consapevolmente e con gli strumenti adeguati, a partecipare al rito collettivo vero e proprio. La creazione di questo passaggio e costruita attraverso strategie che dimostrano un completo assorbimento della materia nella dimensione televisiva che sempre piu spesso concorre a scardinare gli elementi di ancoraggio alla realta, quasi che la distanza temporale dall’evento possa sancire anche la liceita della sua riscrittura. Questa ricostruzione del passato infatti e generata attraverso dinamiche di produzione che tendono a una rottura dell’autenticita dell’evento, in funzione della pregnanza dell’aspetto linguistico audiovisivo. La tecnologia digitale, che consente di rielaborare il testo originario, concorre infatti a distruggere la ≪verita≫ .W h a n n e l , .Silverstone, .D ayan .Katz, .dell’immagine; il passato insomma diviene solo un tassello utile per un lavoro di bricolage, con il rischio di generare il coinvolgimento emotivo attraverso degli espedienti linguistici (il colore, il ralenti, il montaggio) a discapito di contenuti che da soli hanno una pregnanza significante26. .Si tratta dunque di un’operazione di produzione (o meglio di post produzione televisiva), che fa emergere chiaramente la volonta della televisione di appropriarsi della materia sportiva. Questo tipo di programmazione, pur avendo una chiara strategia di coinvolgimento emotivo nei confronti del telespettatore, risponde anche a una strategia informativa, in quando tende a rendere il proprio pubblico competente e dunque pronto ad accogliere la performance nel suo farsi. Tra presente e futuro: la strategia promozionale Procedendo lungo la linea temporale, e dunque avvicinandoci al momento della performance, la promozione diviene strumento di forte connotazione dell’emittente che si rivolge al proprio pubblico alimentando il pathos dell’attesa con gli strumenti propri del linguaggio televisivo. .W h a n n e l , .Sim o n e ix i - A .F er r a ro t t i, .I promo a contenuto sportivo si presentano dunque come il luogo in cui i caratteri spettacolari dello sport si incontrano con le strategie comunicative dei messaggi promozionali. Si tratta di testi che manifestano una valenza metonimica28 rispetto all’evento e che si costruiscono come ideale ponte tra passato e futuro. Questi formati hanno una valenza fortemente significante, nel senso che si appropriano della materia sportiva a uso delle strategie comunicative della televisione e nello stesso tempo confermano quella tendenza della televisione stessa a ridurre il materiale sportivo a singoli momenti iconici come espressione del significato ultimo dell’intera prestazione atletica. Si tratta di una tendenza che abbiamo gia osservato come caratteristica della produzione di informazione sportiva della carta stampata (e in particolare delle immagini fotografiche29) ma che con la televisione si colloca in una posizione di assoluta preminenza. Concordiamo dunque con Garry Whannel30, nel riconoscere in questa tendenza un processo di ≪mitologizzazione≫ dello sport, visibile anche nella costruzione degli highlights (successivi alla performance vera e propria e dunque collocabili nella fase della celebrazione) ma che concettualmente sono assimilabili alla finalita che soggiace alla creazione del trailer promozionale. Un orientamento che risponde ai caratteri del panorama generale della produzione audiovisiva, nel quale emergono le istanze del confronto con l’eredita mediatica storica, e con l’alto sfruttamento delle risorse testuali, facilmente gestibili sul piano produttivo attraverso le interfacce digitali. .S im o n e l l i , .W h a n n e l, .c it. Il ricorso all’archivio, infatti, come risposta alla pulsione di riscoperta e rivisitazione dei materiali testuali, genera inedite traduzioni, adattamenti e riprese, creando delle vere e proprie mutazioni audiovisive. .Il risultato dei promo a contenuto sportivo e dunque la creazione di una dimensione temporale autonoma

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che frammenta e riassume i momenti del gioco, in una linea di continuita tra passato e futuro. Cio che si realizza e una frammentazione dei discorsi linguistici sviluppati da piu eventi diversi in cui sono stati impegnati gli aitanti e una loro ricomposizione in un nuovo discorso32. Come avviene per tutte le produzioni televisive, anche il racconto che il testo promozionale realizza sullo sport fa leva sul punto di vista di chi lo realizza e sulle aspettative di chi guarda. E un linguaggio sincopato che, rispetto al discorso sportivo oggetto della tematizzazione, sfrutta un codice differente ma uno stesso patrimonio semantico, che determina un luogo di incontro tra gli autori e i destinatari. Da un punto di vista produttivo, le forme brevi dello sport televisivo rispecchiano la tendenza alla serialita e modularita dei .Spaziantb, .in .Pe z z in i - R. Rutelli .M e n d u n i, .Pe z z in i .prodotti, che divengono riconoscibili attraverso la costruzione di un formato che genera un legame di fidelizzazione con il proprio pubblico di riferimento, un pubblico ≪specializzato≫ in grado di interpretare i messaggi impliciti veicolati da questi testi. Se il linguaggio sportivo, infatti, e uno strumento di comunicazione compiuto, in grado di sviluppare un discorso organico nella temporalita di svolgimento della competizione, il linguaggio dei testi promozionali sportivi e invece incompiuto, insaturo, e necessita di un intervento di interpretazione e di partecipazione da parte dei soggetti coinvolti come spettatori. Un linguaggio molto piu vicino all’area della comunicazione che a quella dell’informazione, tanto che la produzione di questi testi e affidata ai pubblicitari e non ai giornalisti sportivi. Questa scelta evidenzia le discrepanze di una strategia comunicativa che gioca sulla competenza del telespettatore e sul suo coinvolgimento emotivo, ma che non puo poggiare su un tessuto significante di prima mano, dal momento che l’evento e ancora incompiuto e deve puntare sulle aspettative prodotte dall’esperienza passata33. .2.Sulla, soglia dell’evento: riti di passaggio e costruzione del frante discorsivo Nel percorso di avvicinamento al nucleo temporale costituito dalla prestazione atletica, troviamo in successione i formati che sono piu facilmente contestualizzabili nell’area informativa e possono avere una duplice funzione a seconda della distanza temporale dall’evento, che si dilata dalla giornata precedente lo svolgimento della gara a qualche ora o addirittura minuto prima del fischio di inizio. Nel primo caso si tratta di programmi di approfondimento che svolgono una funzione di preparazione all’evento, ma che risultano degli ≪ibridi≫, in quanto seppur vicini temporalmente all’attuazione della performance, non ne vivono l’atmosfera diretta rispetto alla quale inseriscono un filtro comunicativo che si esprime nella costruzione dello studio (che rimanda all ambientazione del telegiornale o del programma di approfondimento) attraverso il quale la dimensione dell’attesa viene risolta con i caratteri legati alla ricostruzione documentale o ai caratteri dell’intrattenimento34. Piu incisivi nella finalita informativa, almeno nelle premesse, risultano essere i programmi che incorniciano l’evento sportivo costruendo una testualita sul momento di passaggio dalla feria alla festa, quella soglia che dovrebbe essere da un lato un luogo di sospensione, dall’altro presa di coscienza di una nuova dimensione. Solo qualche anno fa, tale passaggio era sancito semplicemente dall’evidenza della rottura operata dalla messa in onda delleven- .to. Nel corso degli anni la ferializzazione dello sport, operata dai media in generale ma soprattutto dalla televisione, dimostra piuttosto una volonta di diluizione del momento puntuale del passaggio tra feria e festa, sul quale costruisce una testualita autonoma e nello stesso tempo debitrice della propria essenza all’evento immediatamente successivo. Non dunque una eliminazione della soglia ma addirittura una sua esaltazione al punto da renderla un formato vero e proprio35. Il vantaggio di questo genere di programmi risiede nella relativa facilita di gestione della materia discorsiva (generalmente inquadrabile nel formato del talk show) sia nei confronti del prodotto sportivo ≪piu ricco≫ (quello delle televisioni a pagamento) sia del prodotto piu ≪povero≫ (quello offerto dalle televisioni non detentrici dei diritti di trasmissione, a livello nazionale o in ambito locale). Sono proprio le emittenti locali che hanno inaugurato questo genere informativo per sopperire alla mancanza delle immagini in diretta e nello stesso tempo offrire un programma di informazione che poggiasse soprattutto sui caratteri del coinvolgimento emotivo. Tale formato, pero, risponde perfettamente anche alle esigenze delle emittenti che posseggono i diritti di trasmissione in diretta dell’evento, nella logica di ottimizzazione del prodotto. Nel caso delle emittenti detentrici dei diritti, si tratta di una modalita discorsiva che ha una duplice funzione, quella di offrire un discorso che racconta l’oggetto (l’evento sportivo) ma anche il soggetto (l’emittente televisiva)36. .Silverstone, .cit. .Frequente, infatti, e il richiamo dell’attenzione del

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telespettatore sulle forze spese per la buona realizzazione dell’evento, sulla centralita del proprio ruolo, chiaramente esplicitato anche dall’inquadratura della postazione dei propri cronisti. Esistono, infatti, negli stadi e nei palazzi dello sport aree riservate agli organi di informazione detentori di diritti ed altre aperte a tutti gli altri, cui si concede solo il diritto di cronaca. Assistiamo pertanto a una rappresentazione della location che gia da sola e significativa: i cronisti che mostrano alle proprie spalle lo stadio che si va riempiendo di pubblico sono un chiaro riferimento all’assoluta centralita del proprio ruolo informativo; al contrario le emittenti locali che rincorrono i tifosi fuori dallo stadio esprimono, anche attraverso le immagini, la propria esclusione dal luogo che ospitera l’evento. Si tratta della piena manifestazione della tendenza televisiva ad appropriarsi dell’evento per includerlo nelle dinamiche di ritualizzazione tipiche della programmazione a flusso che, in un’epoca di televisione onnivora, tendono a moltiplicare le cerimonie lavorando paradossalmente, oltre che al loro successo, anche alla loro dissoluzione37. La serializzazione degli appuntamenti risponde all’esigenza tutta televisiva della loro governabilita, attraverso una messa in cornice che mette in primo piano la televisione percepita come frame rituale a disposizione di tutti, spostando il fuoco dell’attenzione sull’enunciazione televisiva anziche sul realismo della rappresentazione38. La struttura formale di questi programmi e sostanzialmente riconducibile al genere del talk show, con una connotazione piu o meno tecnicistica in base agli ospiti presenti in studio (giornalisti, ex giocatori, semplici appassionati) e alle strategie di conduzione. .Baulozz et ti, .IV3.2 — La performance .La produzione di programmi che vanno in onda tohternporaneamente allo svolgersi dell’evento trova una collocazione in due' modelli, l’uno che fonda sulla diretta delle immagini la.propria costruzione discorsiva, l’altro che proprio grazie alla m a n c a n z a delle immagini sancisce la propria forza costitutiva.' Dueimodelli che mettono a confronto l’oggetto-prodotto sport'con i emozione delle parole, la sua immagine con l'immaginazione. '■* ’’ j L’evento per immagini La trasmissione in diretta dell’evento sportivo attraverso le immagini e l’espressione piena dell’unicita dell’offerta televisiva rispetto agli altri mezzi di informazione. Ma, come abbiamo piu volte sottolineato, il valore della contemporaneita mette in evidenza anche la strategia rappresentativa, in un’ottica interpretativa, necessaria alla diffusione di un evento programmato. La riflessione sul racconto in diretta dello sport si muove lungo due percorsi, l’uno nostalgico, che vede il prodotto televisivo come alternativa alla visione dal vivo, l’altro piu disincantato, che mette in luce consapevolmente il processo di messa in discorso dell’evento, spostando l’asse di attenzione dall’oggetto rappresentato al soggetto della rappresentazione. Un’osservazione compiuta vorrebbe trovare un equilibrio tra le due visioni, in modo da garantire allo spoit in diretta quel valore che e il risultato di un lavoro che, se si propone di aderire fedelmente a un fatto autonomo, mantiene comunque in primo piano il ruolo di chi ha la responsabilita di scegliere l’immagine dello sport come prestazione atletica e come veicolo di valori. Una responsabilita non da poco, dunque, per chi deve scegliere, nel minor tempo possibile, cio che andra a costituire l’icona mediale (e dunque la memoria universale) di un evento sportivo. La riflessione sulle dinamiche rappresentative dello sport in diretta, dunque, non puo essere relegata alla sola dimensione tecnica, ma deve ampliare la propria visione anche al ruolo professionale del regista, insieme traduttore e autore di momenti appassionanti. .Emerge da queste parole una tensione emozionale molto forte, riconducibile a una professione che raramente viene considerata negli !aspetti che hanno a che fare con la deontologia professionale. L’attivita del regista televisivo dello sport, infatti, non e evidente agli occhi di chi non ha dimestichezza con il montaggio televisivo. Il risultato di tale intervento, dunque, viene percepito come prodotto senza mediazione, spettacolare in se. Non sempre la posizione degli operatori del settore coincide^ con questo punto di vista; anzi, a seconda che operino nel contesto del servizio pubblico o della televisione commerciale, le riflessioni sul proprio lavoro sembrano addirittura opposte. Secondo il gia citato Giancarlo Tomassetti, una partita noiosa tale rimane anche se si opera di regia. Il punto di vista invece di uno dei registi storici di Mediaset, Popi Bonnici, e parzialmente diverso: 3,1 .T omas set ti, .Una brutta partita non sara mai una bella partita, <ma posso arricchirla o depauperarla. Una partita noiosa posso renderla ancora piu noiosa, per esempio mandando meno replay. Al contrario posso cercare di renderla piu interessante. Non posso farla diventare una bella partita ma posso raccontarla con vivacita, costruendo delle ≪storie≫. [...] Puoi giocare sull’abitudine di alcuni allenatori di allontanare

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il camerman che fa le riprese della panchina. Allora riprendi l’allenatore nel momento in cui 10 allontana stizzito, e hai costruito una storia. Se questa stessa storia la agganci, per esempio, al gol che ha subito la sua squadra, automaticamente stai costruendo la storia della sua ≪rabbia≫, del suo nervosismo. Nella realta questo non e avvenuto, ma nella realta televisiva che stai mostrando si40. .11 mondo ha scelto la sospensione dell’incredulita, chiede di rifare il vero per farlo assomigliare al falso,. [...] si puo falsificare per creare un evento, per renderlo piu credibile, per aumentare il tasso emozionale41. .Tag g i, .278. siamo rilevare un’affinita di intenti anche rispetto alla produzione di sport, prodotto dall’altissimo tasso emozionale. Inoltre, l’accostamento delle dinamiche di scrittura dello sport ai caratteri dell’intrattenimento televisivo, gia evidenziato nella commistione con il genere informativo, e ancora piu riconoscibile nel formato della diretta, che sempre piu entra in relazione con uno degli strumenti oggi imperanti nell’ambito della produzione televisiva, il format, inteso come .Nell’applicazione del concetto di format all’universo sportivo notiamo alcune peculiarita, che rispondono alle caratteristiche piu generali: il rapporto tra pratiche produttive e testo, sulla base del meccanismo di autorialita plurale, in cui la determinazione della standardizzazione della ripresa si incontra con gli interventi autoriali-interpretativi del regista; il gusto degli spettatori, rispetto alle loro esperienze di consumo e dunque a un’assuefazione ad alcune caratteristiche della messa in scena divenute ormai imprescindibili43 e lo stile che, unitamente alla tecnologia, si definisce in base ad alcune marche distintive che sono il risultato di scelte stilistiche, caratteristiche delle estetiche di programmazione dello sport44. 42 M. S o r i c e , .cit. .2 0 1 . .So r ic e , .Idem .La diretta dell’evento sportivo, dunque, si pone al crocevia di due spinte generatrici, luna dettata dall’evento esterno, la performance sportiva, con le proprie regole definite e imprescindibili, l’altra dettata dalle regole televisive, che rispondono ai caratteri dell’uniformita del prodotto, della sua integrazione rispetto all’identita di rete, della riconoscibilita e della volonta interpretativa rappresentata dalla figura del regista. Se, come e ormai acquisito, la messa in scena dell’evento sportivo puo essere ricondotta a pieno titolo nella categoria degli eventi mediali, di cui si sottolinea il pathos dell’incertezza del risultato, e anche vero che proprio in quanto appartenente a un genere ormai entrato a far parte delle dinamiche discorsive della televisione, la drammaturgia dell’evento e studiatissima e predefinita. Rispetto alla schematizzazione degli eventi mediali offerta dai gia citati Daniel Dayan ed Elihu Katz, ad esempio, l’evento sportivo puo essere ricondotto al modello della competizione, con la rappresentazione del valore delle norme negoziate e accettate,, della conquista, che descrive e celebra l’impresa, e de\Yincoronazione, nell’ottica di evidenziare il risultato ottenuto45. In questo senso e chiaro come il presupposto di scrittura sia assolutamente funzionale al tipo di narrazione che si ritiene piu opportuna in base allo svolgimento dell’evento, ove la messa in scena si pone come un’opera in fieri, sulla base di una continua alternanza degli strumenti linguistici rispetto alle vicende rappresentate. La strumentazione tecnica gioca senza dubbio un ruolo fondamentale. Un esempio molto significativo, in questo senso, e rappresentato in ambito calcistico dalle riprese della partita che ha consegnato alla nostra Nazionale il suo quarto titolo mondiale46, e che ha potuto contare su un impianto di ben 25 telecamere e .e D . Dayan .Katz, .una bellissima sky-cam che, partendo da una torre esterna, entra airOlympiastadion di Berlino dall’ingresso Maratona. Di queste 26 telecamere, non tutte vengono effettivamente usate nel gioco. Molte sono a disposizione dei broadcasters riceventi, come facilities per la personalizzazione della partita47. Questo e un fatto nuovo: la personalizzazione era un concetto quasi sconosciuto un quarto di secolo fa. Oggi la partita dell’Host Broadcaster — la societa televisiva che produce il Mondiale — viene integrata dall’Ente televisivo che ne acquista i diritti, al punto che il pre e il post-partita sono pressoche di sua esclusiva produzione, ma anche i 90 minuti possono essere modificati dall’intervento del regista ricevente48. Si tratta di un compito che nei format di intrattenimento e chiamato adattamento, e che si orienta alla cultura di un paese, al gusto degli spettatori, ma anche alla rete e al suo pubblico. Da una parte, insomma la spinta dell’industria televisiva (e nel nostro caso dell’industria sportiva globalizzata), dall’altro la necessita di localizzazione di un prodotto globale, con la costruzione di storie fortemente radicate nella cultura sportiva dei telespettatori49. .A .Tomas setti, .A b b ie z z i, .Nei primi 90’ di Italia-Francia, il regista50 produce circa 60 replay multipli. Li usa per specificare l’azione e spesso aggiunge l’emozione, ma molte volte a discapito del gioco live. E interessante invece il replay-flash

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back, che viene proposto a distanza dal fatto di gioco, con una sintesi che comprende azione e reazione. I 60 replay si moltiplicano cosi in circa 90 frammenti. Questa frammentazione muove in direzione di una strategia di interpretazione del fatto sportivo, ove la costruzione delle storie sembra essere la sottotraccia preferita del regista. Si puo notare dunque come i caratteri fondamentali della rappresentazione in diretta dell’evento sportivo giochino soprattutto sulla segmentazione della dimensione temporale: un tempo frazionato e reiterato secondo dinamiche assolutamente televisive e adeguato alle abitudini di fruizione e alle esigenze di ottimizzazione delle strategie produttive. Si tende infatti sempre piu a determinare una omogeneizzazione dell’evento televisivo attraverso l’imposizione di regole che rispondono a esigenze di formattizzazione. Una tendenza che e evidente, rimanendo sempre legati al mondo del calcio, nella completa trasformazione del torneo europeo Champions League in vero e proprio format televisivo. In questa competizione, infatti, ha un peso fondamentale l’agenzia di intermediazione dei diritti sportivi, la TEAM51 di Lucerna, che e stata l’artefice della costruzione dell’evento sportivo in televisione. La societa svizzera gestisce tutti gli aspetti dell’evento, dall’elaborazione del concepi fino alla commercializzazione dei diritti, in un .I lavoro che tiene conto sia della dimensione sportiva che, soprattutto, della sua pregnanza nel mondo televisivo52. .Regulation ofthe UEFA Champions League, .pre-match .post-match.Ogni evento deve essere prodotto da un host broadcaster al quale viene affiancato il main visiting broadcaster (l’operatore tv del paese di provenienza della squadra ospite). Il controllo da parte di TEAM e orientato a ogni aspetto della copertura televisiva, dal brand (il marchio Champions League), alla musica, allo standard di ripresa, che va da un minimo di 10 camere a un massimo di 17, la cui dislocazione e prevista dal regolamento. Ma sono regolati anche il pre e il post-partita, con l’imposizione della presenza dell’allenatore e di uno o due giocatori alla conferenza stampa, delle sessioni di allenamento aperte ai media, della disponibilita di almeno un giocatore per un’intervista della durata di almeno cinque minuti53. Esiste, a favore del diritto di cronaca, un’area ≪mista≫, aperta a tutti i media, all’interno della quale i giocatori e l’allenatore sono costretti a passare, anche se non viene loro imposto di rilasciare interviste. .Il confine tra reality show e sport sembra davveromoltovincerr to54, ma anche il concetto di informazione. . , ■t.Iaitiiie-•M■'* Per questo, nella mappatura che ci siamo, proposti idiYoffrire risulta necessario distinguere le tipologie di [diretta televishfo'.che, se temporalmente possono essere collocate, nel . nucleo !centrale del nostro diagramma, a seconda della pregnanza' jdella marca autoriale si collocano a un’altezza non sempre, equidistante dai poli dell’informazione e dell’intrattenimento, ma a seconda della volonta di spiegare o di interpretare il gesto atletico manifestano chiaramente la propria funzione e la propria appartenenza a un genere. Immaginare l ’evento La contemporaneita della messa in onda televisiva rispetto all’evento sportivo si esplicita anche, come abbiamo piu sopra osservato, nella diretta senza immagini dell’evento. Si tratta di una tipologia di programma che fonda la propria costruzione linguistica nella commistione di linguaggio radiofonico e linguaggio televisivo e che opta per l’applicazione del formato del talk show alla contemporaneita con l’evento (quasi esclusivamente calcistico), dovuta alla indisponibilita delle immagini. E certamente questa una forma ibrida di televisione che ha fatto la fortuna delle televisioni locali55 e che si esprime attraverso una personalizzazione del prodotto televisivo evidente nella esplicita parzialita dei giudizi degli ospiti. La componente calda della messa in scena delle parole, in cui diventano fondamentali le reazioni e gli atteggiamenti, acquista .ancora piu valore grazie all’imprevedibilka dell’andamento della gara, che stimola le reazioni e mette in scena la mutevolezza dei sentimenti, dall’entusiasmo alla piu cupa disperazione, in una condivisione di passioni da parte dei telespettatori che trovano nello studio televisivo la rappresentazione delle proprie passioni ed emozioni56. In mancanza delle immagini e richiesta una capacita interpretativa e commentativa molto forte da parte del conduttore e dei suoi ospiti, che spesso sfocia in un ≪teatrino≫, ma che contribuisce a far riaffiorare il carattere immaginifico del racconto dello sport che poggia le proprie radici nella tradizione della carta stampata e nell’emozione della diretta radiofonica. IV.3.3 — La celebrazione Tra informazione ed emozione: gli highlights La progressione della distanza temporale successiva all’evento sportivo costituisce una grande opportunita per il mezzo televisivo che, liberato dai condizionamenti dettati dalla dimensione della mediazione in diretta, puo finalmente rendere autonoma la trattazione dell’argomento, inserendolo pienamente nei

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canoni propri dei diversi generi televisivi. Se, come abbiamo visto piu sopra, la dilatazione temporale consente la costruzione di un frame interpretativo, che si colloca anche nella dimensione dell’attesa, e la celebrazione dell’evento che si offre come una vera e propria palestra per la televisione, in quanto affrancata (parzialmente) dal vincolo dell’acquisizione dei diritti. Si pone come vera e propria materia grezza disponibile a una piena ridiscorsivizzazione sulla base delle storie rappresentate. .S im o n e l l i , .La dimensione temporale, anche e soprattutto per la fase celebrativa, si muove lungo un percorso che nasce dal fischio finale, dal traguardo raggiunto, dal record ottenuto, per iniziare un percorso di dilatazione che scardina il gesto sportivo dalla sua attuazione e lo ricolloca all’interno dei formati televisivi, in una progressiva cristallizzazione dell’evento e nel suo completo inserimento nelle, dinamiche televisive. A seconda della collocazione del prodotto televisivo all’interno dei diversi generi, possiamo riconoscere alcune caratteristiche generali. L’adesione alla funzione informativa della riscrittura televisiva tende a produrre una riduzione in differita dei momenti piu significativi dell’evento sportivo che possono tradursi in servizi del telegiornale, come piu sopra abbiamo osservato, ma anche in prodotti autonomi grazie alla velocizzazione della tecnologia. La pervasivita del linguaggio pubblicitario57, inoltre, che sempre piu abitua il telespettatore alle forme brevi della tv, determina ulteriori potenzialita di rielaborazione. In passato questa ricostruzione a posteriori dello sport era denominata ≪sintesi≫, oggi anche dal punto di vista terminologico si e abbandonata la definizione che si riferiva a una ricostruzione quasi esclusivamente di tipo cronologico deH’awenimento, in funzione del termine americano highlight, che trova la sua massima realizzazione nella produzione della televisiva ESPN (Entertainment and Sports Programming Network), il piu grande e importante network televisivo sportivo degli Stati Uniti58, che ha .P e z z i n i .dato un impulso davvero innovativo alla produzione di questo particolare tipo di testo che, a partire da una finalita informativa, si e declinato in una dimensione piu interpretativa, componendo e ricomponendo il materiale sulla base di una traccia predeterminata. Per ricordare solo alcune delle linee costitutive degli highlights, secondo quella che e l’interpretazione che fornisce Dan Steir,producer di ESPN, negli anni Novanta59 possiamo rilevare alcuni modelli: dall’highlight ≪cronologico≫ a quello ≪epico-fantastico≫, da quello centrato sull’uomo decisivo della gara a quello su una gara che ha perso di interesse perche finita con largo distacco (e dunque ben vengano i piu grotteschi e umilianti dettagli di una sconfitta, punto su punto, errore su errore), da quello ≪personalizzato ≫ sullo scontro individuale tra grandi stelle a quello che mostra il lavoro poco visibile ma fondamentale di un giocatore. Si potrebbe continuare all’infinito. Excursus storici, esaltazione dei personaggi, humour, tattica, estetica e drammatizzazione dei momenti decisivi diventano cosi elementi costitutivi di questi veri e propri oggetti di culto per gli appassionati a stelle e strisce. Per raggiungere l’obiettivo, mantenere sempre alta la tensione e l’attenzione degli spettatori, ESPN utilizza tecniche di montaggio e narrazione ad hoc. Mai sentirete un conduttore anticipare il risultato rispetto all’highlight, proprio per non far cadere mai la tensione. E solo la fine della partita permette di cominciare a costruire Yhighlight, che quasi mai si auto-costringe entro limiti temporali e/o logici, e va prima pensato e poi assemblato, non certo viceversa. Il metodo .H irsberg,

.highligbst .highlights .prò ducer)60. Per quanto riguarda l’Italia, la tendenza a un orientamento verso questo tipo di produzione si evidenzia soprattutto nell’offerta di Sky Sport, ove l’aspetto interpretativo ed emotivo appare fondamentale e la rilevanza di questo prodotto e sottolineata anche dalla sua collocazione all’interno del panel relativo alla spartizione dei diritti. Nell’ottica del nostro proposito di orientare verso una mappatura del genere, possiamo osservare come gli highligts costituiscano una ricostruzione puntuale dell’evento stesso, proposto talvolta addirittura come clip che si interseca al discorso in diretta (come abbiamo rilevato piu sopra nell’osservare le ultime tendenze della produzione soprattutto del calcio). Un prodotto ibrido in quanto, se e vero che svolge una funzione informativa (la piu vicina rispetto alla conclusione dell’evento), nello stesso tempo la carica emotiva che trasmette e la ricostruzione interpretativa che offre, imporrebbero una sua collocazione in una posizione vicina alla dimensione dell’intrattenimento. Non solo commistione tra informazione e intrattenimento, in quel genere indicato dai piu come infotainment ma completa fusione di informazione ed emozione, vero e proprio sportainment. .Ar r ig o n i .T ranquillo, .Ab bie z z i .Cosi vicino, cosi lontano: sport, chiacchiere e racconti Nel nostro percorso, attraverso il quale operiamo un progressivo allontanamento temporale dallo svolgersi

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dell evento, osserviamo a questo punto i formati televisivi collocabili entro tre fasce temporali:  breve, media o lunga distanza. Dal punto di vista del genere riconosciamo nelle prime due fasi un formato assimilabile al concetto del talk show, nell'ultima, invece, un completo assorbimento nella dimensione narrativo-celebrativa, che si esplicita nell approfondimento documentaristico o nella fiction vera e propria. Nelle fasi temporali piu vicine allo svolgimento dell’evento emerge in maniera molto evidente una tendenza alla contestualizzazione verbale delle immagini di sport, che avviene sia secondo le dinamiche della festivita (avendo a pretesto un evento eccezionale dal punto di vista palinsestuale) sia della ferialita, ove la ritualita della trasmissione fa riferimento alla periodicita di un evento seriale61. Se nel primo modello possiamo collocare il talk show che si costruisce attorno all’evento, nel secondo caso il programma si costruisce attorno alla ricorrenza testuale che accoglie l’evento e lo contestualizza all’interno di formule ripetute: figure e situazioni riconoscibili, presenza di figure e personaggi identificabili secondo precise connotazioni, atmosfera familiare e colloquiale. La scelta tra l’esibizione o la ≪normalizzazione≫ del tifo, inoltre, e uno dei criteri che consentono di differenziare i programmi collocabili all’interno di questo modello, come piu o meno vicini alle forme dell’intrattenimento62. .La dimensione del tecnicismo di approfondimento e evidenziata dalla presenza di figure giornalistiche. Risulta evidente, nella nostra classificazione, che questi formati si costruiscono, dilatando temporalmente il contesto attorno alla notizia-evento, riscritta attraverso la modalita degli highlights, come il segmento testuale a cui fanno riferimento. La media distanza dalla prestazione atletica consente un ulteriore distacco dall’aspetto emozionale inteso come reazione istintiva, per lasciare il posto a margini di approfondimento che si collocano in una linea di riflessione, nella quale le parole e i dibattiti lasciano il posto alle ricostruzioni narrative e agli approfondimenti di piu ampio respiro. Anche in questo settore non mancano le distinzioni. Possiamo infatti osservare una duplice tendenza, individuabile nel registro tecnicistico contrapposto aU’andamento letterario. E allora l’approfondimento giornalistico puo piegare verso una revisione del gesto atletico secondo i canoni dell’analisi ≪tecnicoscientifica ≫63, o ampliare il proprio discorso secondo alcune linee che uniscono alla ricostruzione giornalistica l’aspetto emotivo, legato ai valori universali che lo sport veicola64, in cui all’analisi di tipo tecnico si sostituisce una lettura dell’oggetto mediata da presenze simboliche provenienti dalla cultura di matrice letteraria o frutto della ricerca storica. .Si tratta di una formula che gia indica il cammino verso un ulteriore allontanamento temporale dalla performance, al punto da contribuire alla sua cristallizzazione nella memoria, ma che collochiamo in questa dimensione in quanto legata ai formati giornalistici. Si tratta infatti di programmi che hanno ancora una struttura che rimanda al programma di informazione sportiva, collocati in uno studio, con un conduttore che e solitamente un giornalista sportivo. Cambia, a seconda delle puntate, la dimensione di attualita rispetto all’argomento trattato, quasi che l’universalita del messaggio possa costituire una chiave di lettura che giustifica la trattazione dei diversi argomenti. La citazione d’obbligo e Lo sciagurato Egidio ma anche altre esperienze sono fiorite attorno a questo felice esempio, tutte accomunate da alcune formule che tendono a fare del discorso sullo sport un momento di cultura, con una teatralita che si contrappone al colore quasi folkroristico del talk tradizionale. Significativa in questo contesto e la testimonianza di Darwin Pastorin: .Cenerentola.SegnaLibro, .Sky racconta .poeti del gol .Lo sciagurato Egidio .Sfide. .In esse notiamo una tendenza alla narrativizzazione; alla ricerca di un racconto che sia in grado di fare dello sport il luogo di un! epos universale e simbolico, tendenza che trovera nella'ricostruzione della fiction il luogo della'sua completa'consacirazione66. E dunque questo luogo che progressivamente allontana (lai I evento sportivo costituisce il laboratorio in cui si realizzano prodotti sempre piu autonomi, nei quali la percezione del valore universale dello sport lo affranca dalla dimensione meramente informativa, intersecando i discorsi su di esso con la linea letteraria fino ad approdare alla produzione di fiction. Lo sport, che favola II racconto televisivo dello sport, collocato nella lunga distanza dall’evento, tende a proporre un ulteriore distacco, operato attraverso una riscrittura pienamente, calata nelle dinamiche della .Pa s t o r in , .narrazione televisiva, in adesione ai canoni del documentario o della ricostruzione finzionale. Una dimensione che risponde alla funzione ≪affabulatoria≫67 della televisione, cantastorie moderno, che parla al pubblico attraverso una serie di storie che tendono a far vibrare le corde emotive del telespettatore attingendo ai temi e agli interessi

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forti, il bene, il male, la felicita, i sogni e le paure, e che nelle vicende dello sport trovano una materia davvero preziosa, gia racconto nella sua prima espressione, facile da riplasmare secondo i canoni narrativi. Una narrazione che contribuisce anche al mantenimento della comunita, come espressione di contenuti che interpretano il punto di vista delia collettivita, essendo lo sport un evento che richiama alla partecipazione collettiva gia nel suo farsi. La narrazione televisiva dello sport si colloca solitamente nel formato della miniserie68, che mostra la sua ascendenza cinematografica negli elevati investimenti finanziari e negli stili di ripresa, mentre mantiene nella struttura formale i caratteri televisivi della segmentazione in puntate. Il punto di riferimento, dunque, e la compiutezza della vicenda sportiva che si ritrova nella completezza di un racconto dal carattere lineare. Da un punto di vista cinematografico in senso stretto non esiste una teorizzazione del genere sportivo69, ma e indubbio che .Bu o n a n n o , .Bu o n a n n o , .C otta.

Ram o s in o , .Be t t e t in i .Braga .Fumagalli .C a u d in i, .si tratti di un filone interessante, proprio per la contaminazione con altri generi. Un destino segnato, insomma, perjQgni#gefiereidi riscrittura dello sport, che trova il suo archetipo nelle produzioni cinematografiche statunitensi. * ! ,ì*j L’immaginario che accomuna il cinema e lo sport≫ faUeva su due linee produttive, luna vicina all’area giornalistica .e che !-racconta lo sport attraverso lo stile dell’inchiesta o del .documentario70, l’altra che incrocia con passione il filone letterario, e qhe sfocia nella produzione di opere di fiction71. IL concetto stesso di fiction si esplica nelle dinamiche narrative che selezionano e mettono in sequenza l’oggetto rappresentato, in un’alternanza tra documento e costruzione finzionale, nel continuo confronto tra testimonianza e invenzione, tra storia ed emozione. L’aspetto finzionale si rende evidente in alcune chiavi di lettura, nell’invenzione di personaggi che consentono di dare un senso compiuto all’intera narrazione, o nella costruzione di storie che trovano nello sport semplicemente un’ambientazione corale di riferimento. .Br eschand , .Fa n t in i, .Possiamo dunque distinguere i contorni precisi delle modalita di rielaborazione filmica dello sport sulla base della dimensione referenziale o dell’impeto creativo che muove l’intero racconto, individuando alcuni modelli di riferimento. Nella ricostruzione narrativa dello sport, infatti, si evidenzia una continua oscillazione tra i due poli, in quanto il valore documentale si associa alla pregnanza del coinvolgimento emotivo ricorrendo a un’astrazione che molto spesso cede al modello della semplificazione. In questo contesto, l’adesione alle fonti di riferimento si scontra con la memoria visiva del telespettatore e proprio per questo risulta piu difficile da rappresentare. Riconosciamo sostanzialmente tre modelli di racconto dello sport: il documentario, il racconto ≪biografico≫, la ricostruzione di ambiente. La produzione documentaristica sullo sport e davvero sterminata72, anche se non sempre il canale di distribuzione privilegiato e la programmazione televisiva, ma piuttosto la vendita nei canali dell’home video. . Per quanto riguarda la televisione italiana, la storia del documentario sportivo ha origine nella produzione di Telepiu che, nel programma Zona Mondo, raccontava il calcio in contesti geografici o sociali particolari. Una tendenza che e stata seguita anche da Sky, che commissiona ai documentaristi storie ambientate in vari Paesi del mondo. La ricostruzione documentale segue diversi percorsi tematici73, tra i quali l’approccio prevalente sembra essere quello della ≪sfida e del riscatto≫, raccontati dal punto di vista dei protagonisti .T e t t a m a n z i , .o dal punto di vista del pubblico. Un meccanismo, questo, che consente di mettere in luce emozioni forti, grandi sentimenti, soprattutto nella rievocazione di fatti che hanno lasciato un segno neH’immaginario collettivo. Ma anche altre sono le tematiche ricorrenti come il tifo, le storie personali, l’ambientazione (sociale, economica, politica). Attualmente, nel panorama televisivo italiano, la produzione documentaristica trova la sua collocazione soprattutto sul pacchetto offerto dal bouquet Sky, nella programmazione di Sky Sport e di ESPN classic. Se la dinamica discorsiva e quella che teoricamente possiamo accostare allo stile dell’inchiesta, nei contenuti e raro trovare una vera e propria denuncia74. Un caso emblematico sono i documentari di Andrea Bettinetti per Sky Italia75, nei quali sembra prevalere l’idea che lo sport, e il calcio nello specifico, siano il punto di partenza per indagare mondi particolari, dalle periferie parigine ai territori arabo-palestinesi. Lo sport, dunque, come chiave di lettura per descrivere un imprecisato ≪altrove≫, ma un oggetto da indagare nella sua complessita. Appartengono a questo genere anche i film ufficiali degli eventi sportivi, che trovano una collocazione nel palinsesto televisivo solitamente nei periodi antecedenti i grandi eventi, come abbiamo piu sopra ricordato, e che concorrono a determinare l’atmosfera di attesa e preparazione

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dell’evento. Molto diversa la rappresentazione finzionale delle vicende sportive, secondo la linea della rappresentazione biografica o della tematica sportiva utilizzata come sfondo tematico. .La rappresentazione biografica della materia sportiva tratteggia personaggi o situazioni individuate come icone dei valori sportivi, e dunque la riproduzione si svolge seguendo i caratteri propri della descrizione della vita e delle imprese di un atleta76 (si pensi a II grande Fausto11, Bartali18, Il sogno di Enzo FerrarP) o della ricostruzione storica {Ilgrande Torino80). Il .acconto biografico mostra i protagonisti come il centro e il cuore del racconto, indagati secondo i cliche suggeriti dalla funzione di testimonial dei valori dello sport e dei caratteri personali. Ma l’azione, il gioco, la prestazione atletica sono completamente assenti. Certo i personaggi dello sport hanno un fascino eccezionale, e il pubblico facilmente empatizza con essi, ma la trasposizione della loro vicenda, sportiva o personale, crea dei problemi nella costruzione del personaggio, in quanto se e unanimemente accettato il loro valore sportivo, questo non sempre puo avvenire per l’aspetto personale81. .F u m a g a l l i , .Nella ricostruzione storica, lo sport diviene la chiave di lettura per una narrazione corale. Nel caso de II grande Torino, ad esempio, la tragedia viene raccontata in filigrana attraverso l’atmosfera dell’Italia del dopoguerra82. In questo caso si tratta di una ricostruzione storica impeccabile, con addirittura il recupero dei cinegiornali d’epoca sui funerali della squadra, seppur con un andamento a volte melodrammatico. Un altro esempio riconducibile a questo'genere risale al 1990, in occasione dei Mondiali di calcio in Italia, con la proposta di una miniserie dedicata ai mondiali del 1934, dal titolo II colore della vittoria83. Se per quanto riguarda il ciclismo, sport individuale, la dimensione sportiva e almeno marginalmente rappresentata, non cosi avviene per il calcio. Il grande Torino dimostra quahto sia difficile mostrare il calcio giocato, ricostruire una partita, mettere un attore nei panni di un qualsivoglia mito calcistico. Il terzo modello, che utilizza la materia sportiva come sfondo tematico, si muove ancora piu oltre, in un processo di allontanamento dalla funzione referenziale, e offre dei prodotti che sollecitano una profonda critica nei confronti del mondo dello sport. Quasi che sia la fiction a voler svolgere quella funzione di denuncia che ci saremmo aspettati nella produzione documentaristica di inchiesta, pur con le esasperazioni dettate dalle esigenze narrative. I prodotti riconducibili a questo modello forniscono una rilettura del mondo dello sport che non lascia via d’uscita e che porta all’eccesso la demonizzazione di un mondo dipinto come la cartina di tornasole che mette in luce il peggio degli uomini e delle donne. In particolare ci riferiamo alle miniserie, che si sono rivelate un vero fiop dal punto di vista degli ascolti, dedicate al mondo .del calcio: Ho sposato un calciatoreM, che costruisce la storia attraverso le dinamiche del gossip e della settimanalizzazione tipica dei rotocalchi che si occupano ormai a pieno titolo dei personaggi del mondo dello sport, e le due serie in onda sulla Rai de L’ultimo rigore85. I temi portanti di entrambe le produzioni sono gli scandali, la droga, il doping, la corruzione e le scommesse, che raccontano lo sport in modo ben poco edificante; esso diviene semplicemente un meccanismo narrativo, senza fornire una lettura critica del fenomeno, una linea che si e rivelata un vero flop dal punto di vista degli ascolti. Lo sport, dunque, sempre piu pre-testo, materiale da riplasmare secondo i dettami propri dei formati televisivi che pur mantenendo alla base una funzione divulgativa rispetto ai valori e agli aspetti positivi, si pone come ambientazione unanimemente riconosciuta allo scopo di determinare un racconto altro, sempre piu lontano dalla realta della prestazione agonistica in se. IV.4 — Reality sport L’allontanamento (temporale, ma anche testuale) dalla performance determina pertanto un completo assorbimento del materiale sportivo all’interno delle dinamiche televisive, ove la prestazione diviene il pretesto narrativo ma anche il meccanismo di riscrittura che si adegua perfettamente alle logiche televisive. .Una televisione onnivora, capace di egemonizzare, ingoiare, omologare ogni realta esterna ai propri schemi e modelli, che segmenta e ricostruisce lo spettacolo sportivo, esasperandone la dimensione mediologica e sminuendone, necessariamente, quella originariamente agonistica. Allora rimane solo il meccanismo della gara, intesa come contrapposizione, ove viene esasperata la componente, dell’antagonismo facilmente !scrivibile nei meccanismi propri del gioco televisivo inteso sia come spettacolo, sia come contenitore dii ge? neri altri, e anche l’atleta perde la sua connotazione agonistica per assumere quella piu facilmente gestibile, secondo un’ottica televisiva, di ≪personaggio≫. .soap opera .Nella nostra disamina, ci ritroviamo dunque a ricercare cio che rimane dell originaria materia sportiva, che percepiamo

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disseminata all’interno di prodotti che hanno completamente perso la valenza legata ai processi informativi, per essere assorbita dai formati piu chiaramente comunicativi (legati alla dimensione della sponsorizzazione) o dell’intrattenimento, in un percorso che poggia le sue radici nella storia della televisione, ma che trova una vera e propria esasperazione nelle produzioni piu recenti. .G erm o nd a r i, .G . Sim o n e

l l i .L’origine di questo intreccio si colloca nella percezione del valore comunicativo dello sport e dei suoi personaggi come vincolo che puo legare le aziende ai valori dello sport, e dunque decretarne il successo87. Non intendiamo in questo contesto ampliare il raggio di interesse al fenomeno generale dei rapporti di sponsorizzazione88, ma riconosciamo che e un argomento che si situa a pieno titolo nella riflessione delle dinamiche di relazione tra sport e televisione. Cio che e cambiato e stato il progressivo adattamento dell’atleta ai canoni televisivi, ove non basta piu il testimonial che mette in evidenza la fatica propria della conquista, ma piuttosto gli si richiede una mutazione dell’immagine, in ordine a una omologazione ai modelli imperanti nell’universo televisivo. E se inizialmente gli atleti erano veicoli di valori per i prodotti legati all’ambito prettamente sportivo, nel corso degli anni c’e stata una progressiva universalizzazione del personaggio, divenuto metafora dei valori della vita in generale, di quel successo che ben si coniuga con i caratteri del piu ampio panorama dello star system. .successo

nella vita, .A. Aaker .J o a chimsthaler, .I d em , .A b b ie z z i, .c u ra .Feruarotti, .Sim o n e l l i .Fer ra ro t ti, .Da qui un interesse della televisione che non e solo legato alla dimensione comunicativa che si esplica nella produzione di spot televisivi a contenuto sportivo90, ma soprattutto in quella produzione di formati che pur avendo come riferimento il mondo dello sport, attingono da esso soltanto superficialmente, e lo Utilizzano secondo uno scopo che si associa ai caratteri dello spettacolo televisivo in senso lato. Allora l’atleta puo essere un ospite di riguardo per un talk show, in un varieta, puo mostrare le sue debolezze in un reality, e l’intero mondo dello sport puo divenire semplice meccanismo per un gioco televisivo. Sembra addirittura che si sia passati da una televisione che racconta lo sport secondo i caratteri della reai Tv, ovvero che si propone di registrare naturalmente gli eventi senza che gli interventi di regia incidano in modo manifesto (anche se come abbiamo visto non avviene proprio cosi), a un racconto dello sport che cede completamente alla logica del reality show, che cioe ospita vicende che non hanno alcuna pretesa di essere una registrazione fedele della realta, ma piuttosto ≪una realta di secondo livello che obbedisca alle regole linguistiche del racconto e della fiaba con happy end≫91, alla quale gli atleti si adattano perfettamente. .Pr om edia , .Sim o n e l l i, .A. Abruz ze se .C o lom bo , .A. Fer ra ro t ti, .Sim o n e l l i .A. Ferrarotti, .O gna, .S im o n e l l i .F er ru cc i, .C anova .A. A lessandri, .Id

em .S. C a v ic ch io l i - I. P e z z in i , .A. G u g lie lm i - S. Balassone, .P. A roldi .Villa, .P. Tag g i, .A. Sig ism o n d i .Bonfante .L’atleta diviene solo un pretesto narrativo legato ormai solo formalmente al mondo sportivo, un mondo che perde compietamente la sua connotazione valoriale, per approdare a una semplice rielaborazione linguistica legata ai formati televisivi. Il processo di ridiscorsivizzazione dello sport e dunque completato. Gli sportivi si riciclano come concorrenti nei reality show, mantenendo l’aura di ≪Vip≫ alla stregua di ex cantanti, ex attori, ex personaggi televisivi, che cercano una propria reintegrazione all’interno del mondo dello spettacolo92. E la loro partecipazione e percepita addirittura come forma esplicativa del meccanismo di gioco, che unisce show ed emozione93. L’ex atleta trova in questi formati una collocazione privilegiata, avendo gia con la sua carriera sportiva divertito ed emozionato il proprio pubblico, e potendo reiterare questa funzione a coronamento di una parabola ormai discendente da un punto di vista strettamente sportivo, ma che puo essere ripercorsa secondo i canoni dello spettacolo televisivo. E allora il sogno divenuto realta nella vita dell’atleta, si riscrive nella realizzazione della vittoria nel gioco, ove la potenza atletica si deve necessariamente scontrare con gli elementi propri del carattere personale, che sembrano essere davvero svelati solo .2 0 0 0 ; .G rasso, .I d em , .2 0 0 0 ; C . D emaria .G rosso .Spaziante, .2 0 0 2 ; F. Ba to c c h io .C apra, .3 (2 0 0 4 );

.Vil i-a, .G. Be t t e t in i .Braga .F umagalli .G . G r ig n a f f in i, .nella dimensione del reality show. Non solo. Il passaggio successivo trae dalla vicenda sportiva solo i caratteri del percorso di conquista, traducendola in semplice meccanismo di gioco. Due linee dunque, quella dello straniamento, rispetto alla condizione originaria dell’atleta, che si declina anche nella collocazione in ambiente sportivo di personaggi assolutamente avulsi da questo mondo, e quella del rito di passaggio, che porta alla luce i processi attraverso i quali si raggiunge il successo94: gli allenamenti, il sacrificio, la determinazione, ma con un’adesione solo formale a questo percorso, in risposta ai canoni propri del genere talent shou?*’. Le aspettative, dunque, in relazione alla rappresentazione dello sport televisivo, sono sempre piu adeguate alle

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dinamiche televisive, al punto da condizionarne ogni passaggio: e non ci si stupisce che le nozze tra il calciatore Francesco Totti e Ilary Blasy siano state trasmesse in esclusiva sul canale satellitare SkyTg24, che le vittorie di alcuni atleti siano seguite attraverso la registrazione delle emozioni dei loro genitori che guardano la diretta dell’evento96 o che la vittoria ai Mondiali della nazionale italiana I *' .T e t t a

m a n z i , .Ba t ò c c h io .C a p r a , .O c c a s io n e .sia stata celebrata con una festa di piazza, per il raggiungimento della quale il pullman degli atleti e stato seguito attraverso una telecamera aerea, per tutto il percorso di avvicinamento, per un pubblico ormai assuefatto ad una tipologia di narrazione che si colloca a meta strada tra reai tv e reality show97. A partire da un pretesto informativo, dunque, le modalita narrative della televisione si spingono ben oltre, e costruiscono da una parte una diramazione dell’informazione generalista, dall’altra una serie di formati che si caricano di valori emotivi e che si confondono nel flusso indistinto dei programmi e dei generi. Possiamo dunque parlare di una vera e propria televisivizzazione dello sport, come di un processo che a nostro avviso tende a smaterializzare lo spessore originario della materia sportiva per adeguarla alla virtualita dell’immagine televisiva. Una televisione che richiede sempre piu una partecipazione del proprio pubblico il quale, se non puo ancora incidere sul risultato finale della gara, puo almeno provarci nel gioco televisivo che vede tra i suoi protagonisti sempre piu anche i campioni sportivi. E dunque, nel percorso di orientamento che ci siamo prefissati all’inizio di questo capitolo, confermiamo l’ipotesi di partenza, ovvero che nell’ottica di una mappatura dei generi televisivi dello sport, si possa orientare la classificazione aH’interno di un incrocio tra la linea temporale (che segue la performance sportiva) e la linea testuale (che risponde ai criteri della produzione televisiva). Notiamo, inoltre, che i poli che piu si allontanano dalla puntualita della prestazione atletica sembrano unirsi in un clima che coopera sia alla celebrazione che alla preparazione del nuovo evento, in un percorso ciclico, e nello stesso tempo che il percorso che .abbiamo indicato oscillare tra la dimensione dell’informazione e quella dell’intrattenimento, si presenta con un andamento che via via concorre ad alleggerire la materia sportiva, in funzione di un ispessimento della dimensione televisiva, dove a nostro avviso si possono osservare semplicemente delle ombre che dello sport mantengono solo una lieve, lievissima traccia. Di seguito, a titolo esemplificativo delle nostre riflessioni, ipotizziamo una collocazione dei principali programmi sportivi delle ultime due stagioni televisive (2005-2006 e 2006-2007). Inforir Documentari Studio sport Tg2

Sportsera Film «ufficiali» Dribbling Diret Prima dell’evento Perfor (azione Studio sport Documentari Tg2

Sportsera Film «ufficiali» Controcampo Ultimo minuto ta Rai mance Dopo l’evento Sfide Promo D ire t Italia-

Germania 4 -3 Champio Talk in tv le Guida a l campionato Quelli deL Intratte .a Sky Controcampo Sfide diritto d i replica Bartali ns League sciagurato Egidio Highlights diretta II Grande Torino L ’ultimo rigore Il processo d i

Biscardi calcio Campioni nimento Conclusioni Al termine del nostro percorso di riflessione, ci troviamo in difficolta a esporre delle considerazioni conclusive. Per due motivi. In primo luogo perche 1’argomento e in continua evoluzione; nello specifico, dati i vincoli che condizionano da un punto di vista organizzativo e linguistico le dinamiche di appropriazione della materia sportiva da parte dell’universo mediale, abbiamo la consapevolezza che ogni tentativo di imporre all’osservazione una fissita sia comunque solo provvisorio. L’altro motivo della nostra perplessita risiede nella convinzione, che e stata anche premessa al nostro lavoro, di aver concepito la ricerca non con lo scopo di offrire uno strumento risolutivo, bensi con l’intenzione di offrire una prima esplorazione in una linea di studi troppo spesso relegata ai margini delle scienze sociali. L’ipotesi di partenza, alla quale riteniamo di aver trovato una conferma, si basava sulla convinzione di poter considerare lo sport e la televisione come due universi simbiotici, che traggono l’uno dall’altra vera e propria linfa vitale, e rispetto ai quali fosse necessaria una visione d’insieme. Il risultato piu soddisfacente dal nostro punto di vista e quello di avere collocato l’intreccio tra sport e televisione in un’ottica di integrazione anziche di opposizione, come spesso gli studi precedenti avevano ipotizzato e, partendo da questa evidenza, di essere stati in grado di orientare lo studio attraverso una griglia di lettura coerente. Questa impostazione ha suggerito di partire dallo sport nella sua dimensione fattiva, per consentire un’applicazione delle sue dinamiche costitutive anche all’indagine teorica e di osservazione del campione. Molto spesso, infatti, le impostazioni di studio che si sono occupate del rapporto tra lo sport e la televisione si sono orientate verso un’esclusione dell’uno o dell’altro elemento in favore ora dello spessore sociale dello

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sport, ora delle dinamiche discorsive della televisione, secondo percorsi di riflessione i cui risultati hanno messo in luce un universo segmentato che non consentiva la considerazione dello sport televisivo nel suo complesso, o meglio nella sua complessita. L’esigenza di trovare una linea che risolvesse questa frammentarieta ha condotto alla considerazione dello sport nel suo ≪farsi≫, come utile strumento per scandagliare le differenti impostazioni di studio ed evidenziare le modalita attraverso le quali la televisione se ne appropria e lo riscrive. Il nostro lavoro ha seguito dunque come metodo di indagine la linearita della prestazione sportiva, che vive nella preparazione, nella performance e nella celebrazione i suoi momenti costitutivi, e all’interno della quale e stato possibile integrare sia le visioni teoriche che hanno orientato l’osservazione dello sport nel contesto mediale, sia le applicazioni linguistiche dei testi televisivi che si accostano e si sovrappongono alla dimensione sportiva stessa. Al centro di queste visioni e stato collocato lo studio delle dinamiche evolutive dello sport televisivo, come conferma delle implicazioni evidenziate dall’apparato teorico e come premessa alle potenzialita linguistiche dei prodotti televisivi dello sport. Dal punto di vista dell’approccio teorico, l’osservazione ha rilevato la collocazione dello sport mediale all’interno degli ambiti di riflessione che si rifanno principalmente a un’impostazione culturale degli studi sociali. Inoltre sono risultati particolarmente efficaci gli studi relativi al newsmaking nell’ottica dell’individuazione della fase preparatoria, che vive anche dei condizionamenti dettati dalle relazioni che pongono lo sport al centro delle dinamiche sociali. In questo contesto e emersa la stretta relazione tra la dimensione informativa (con i caratteri che sono propri delle procedure produttive) e quella piu legata all’aspetto comunicativo, che risponde pienamente alle impostazioni del marketing, piu che dell’area giornalistica in senso stretto. La fase della performance, ovvero della realizzazione della prestazione sportiva, ha consentito di ordinare gli studi che si sono orientati all’osservazione del prodotto sportivo mediale come testo che risponde sia alle regole linguistiche della disciplina rappresentata, sia a quelle del medium che se ne appropria. Si tratta delle riflessioni condotte dagli studiosi del linguaggio televisivo, ma anche dai professionisti del settore, sempre piu spesso chiamati a ripensare la propria attivita alla luce delle potenzialita espressive che si manifestano nella scelta tra un’adesione referenziale e un’inclinazione verso la prevalenza dell’incidenza dell’autonomia linguistica. L’area della celebrazione, ovvero della completa assimilazione dello sport alla dimensione mediale, riunisce gli studi che hanno invece considerato il fenomeno sportivo come prodotto mediale completamente autonomo rispetto alla sua origine significante. Si tratta di un territorio su cui si collocano le osservazioni che, a partire dal prodotto televisivo, si spostano nella direzione degli aspetti lirici del fenomeno, e che includono le forme della rappresentazione letteraria o cinematografica. Da qui e emersa la necessita di orientare le propria attenzione verso una visione storica che fosse in grado di evidenziare come l’evoluzione dello sport moderno sia strettamente legata allo sviluppo dei mezzi di comunicazione che se ne appropriano e lo declinano in funzione delle proprie potenzialita tecniche e linguistiche. In questa parte del nostro lavoro, e risultato chiaramente come la televisione sia il luogo che meglio esprime i caratteri comunicativi dello sport. La ricostruzione storica del rapporto tra sport e televisione si pone dunque come necessaria interpunzione in un discorso che, nella parte conclusiva, si e orientato all’applicazione della griglia temporale della manifestazione sportiva alle linee di scrittura proprie della televisione. L’ultima parte della nostra ricerca, pertanto, ritornando alla griglia di lettura proposta nella parte iniziale per la sistematizzazione dell’ambito teorico, ha offerto una mappatura dei generi televisivi dello sport, con l’intento di proporsi soprattutto come strumento di lettura e non come risultato di un’analisi compiuta e definitiva. Da questa osservazione emerge un percorso circolare, che suggerisce una ciclicita nella declinazione televisiva della materia sportiva, nella quale si integrano i due parametri considerati fondanti: la linea temporale, che segue la realizzazione della disciplina sportiva, e la linea testuale, che consente alla televisione di costruire, sopra di essa, il proprio discorso. Il risultato e la presa di coscienza di una vera e propria disseminazione del fenomeno televisivo sportivo all’interno del palinsesto, in quanto risulta evidente come la materia sportiva possa considerarsi un vero e proprio sovra-genere. E interessante osservare come le produzioni televisive dello sport siano collocabili in tutti i formati tradizionali della televisione e costituiscano un contenuto prezioso ai fini di una rielaborazione che concorre a costruire anche la memoria storica della societa, grazie ai percorsi narrativi, informativi e

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di intrattenimento nei quali viene inserita. Questi risultati confermano dunque la nostra ipotesi di partenza, ovvero la forte assimilazione dello sport all’universo televisivo, per la quale e necessaria una visione critica che sappia coglierne, insieme alle singole specificita, anche gli aspetti comuni. La televisione, straordinario mezzo di diffusione, non puo non tenere conto dello spessore valoriale e della valenza comunicativa dello sport. In quest’ottica, la completa integrazione dei due mondi non puo che fondarsi sulla percezione delle infinite potenzialita espressive dello sport, come guida a una produzione mediale pienamente consapevole.