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 LE TRE ONDATE DELLA SPORTIVIZZAZIONE 1. Attorno al XVIII 1700-1850 – CIV ILIZZAZIONE -  T rasformazione in prati ca sportiva dei giochi tradi zionali britannici e loro rielaborazione civilizzata. Processo di civilizzazione (Norbert Elias): Disciplinamento emotivo (repressione degli istinti e controllo delle emozioni) Regolamentazione sociale (messa a punto di strumenti coercitivi e di controllo sociale) I contenuti emozionali primari dell’azione ludico-motoria sono addomesticati alle esigenze dell’ordine sociale Le pr atiche spor tiv e civilizzate concorrono a realizzare il programma di interiorizzazione delle norme e delle obbligazioni sociali attorno a cui si sviluppa la modernità occidentale 2. Attorno al XIX secolo 1850-1930 – SPORTIVIZZAZIONE MODERNA - Epoca caratteri zz ata dai paradigmi dell’efficientismo, del produttivismo, dell’industrialismo e della compet itività, considerati come nuovi valori .Successo ed etica della prestazione: allegorie del profitto commerciale. Sport come esemplificazione dello stato moderno: nello sport avviene la reg olamentazione dei vec chi gi ochi di squadra con costruzione di un sistema di norme, garanzie, sanzioni (la figura dell’arbitro è la metafora di quella del giudice) (lo spazio fisico del gioco viene via via delimitato, circoscritto, recintato) Lo sport moderno tende a traslare azioni ed eventi sociali riproducendoli in forma inoffensiva e stilizzata (la guerra, l’aggres sività) 3–MONDIALIZZAZI ONE E GLOBALIZZAZIONE – 1930-2000 Nei primi decenni del ‘900 prendono corpo le prime istituzioni e i primi eventi sportivi internazionali. Lo sport diventa un idioma globale della nascente società di massa. Accanto al fenomeno della globalizzazione che investe lo sport si assiste contemporaneamente alla sua entrata nel mercato e commercializzazione. 1

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➢ LE TRE ONDATE DELLA SPORTIVIZZAZIONE

1. Attorno al XVIII 1700-1850 – CIVILIZZAZIONE -

  Trasformazione in pratica sportiva dei giochi tradizionali britannici e lororielaborazione civilizzata.

Processo di civilizzazione (Norbert Elias):

Disciplinamento emotivo (repressione degli istinti e controllo delle emozioni)

Regolamentazione sociale (messa a punto di strumenti coercitivi e di controllosociale)

I contenuti emozionali primari dell’azione ludico-motoria sono addomesticati alleesigenze dell’ordine sociale

Le pratiche sportive civilizzate concorrono a realizzare il programma diinteriorizzazione delle norme e delle obbligazioni sociali attorno a cui si sviluppala modernità occidentale

2. Attorno al XIX secolo 1850-1930 – SPORTIVIZZAZIONE MODERNA -

Epoca caratterizzata dai paradigmi dell’efficientismo, del produttivismo,dell’industrialismo e della competitività, considerati come nuovi valori .Successo edetica della prestazione: allegorie del profitto commerciale.

Sport come esemplificazione dello stato moderno:

nello sport avviene la regolamentazione dei vecchi giochi di squadra concostruzione di un sistema di norme, garanzie, sanzioni (la figura dell’arbitro è lametafora di quella del giudice)

(lo spazio fisico del gioco viene via via delimitato, circoscritto, recintato)

Lo sport moderno tende a traslare azioni ed eventi sociali riproducendoli informa inoffensiva e stilizzata (la guerra, l’aggressività)

3–MONDIALIZZAZIONE E GLOBALIZZAZIONE – 1930-2000

Nei primi decenni del ‘900 prendono corpo le prime istituzioni e i primi eventi sportiviinternazionali. Lo sport diventa un idioma globale della nascente società di massa.Accanto al fenomeno della globalizzazione che investe lo sport si assistecontemporaneamente alla sua entrata nel mercato e commercializzazione.

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➢  Teorie sociologiche e sport

T. Veblen:

Sport come pratica elitaria distintiva di classe e status prima della vecchiaaristocrazia poi della nuove borghesia

Sport come tratto distintivo della classe agiata dedita allo sciupio vistoso deltempo e del denaro

Dall’etica aristocratica della competizione (le antiche pratiche di loisir) allafilosofia borghese delle pari opportunità (le nuove attività distintive)

A. Guttmann – 1978

Lo sport è un prodotto della società industriale e post-industriale.

Della modernità lo sport assume i seguenti caratteri:

-SECOLARIZZAZIONE(emancipazione da una matrice religiosa e mitica arcaica)(metabolizzazione delle sopravvivenze con conferimento di nuovo significato)

-PRINCIPIO DI UGUALIANZA (rimozione dei limiti posti al diritto di accesso allacompetizione) (affermazione del principio di pari opportunità per ogni contendente)

-SPECIALIZZAZIONE (divisione del lavoro tipica della modernità industriale e dellacultura del produttivismo) (nello sport: sistema di competenze e funzioni differenziatecon distribuzione dei ruoli)

-RAZIONALIZZAZIONE (produzione dello sport sperimentale, in vitro, (logiche d’azionerazionali delle pratiche sportive e fisico-motorie)

-BUROCRATIZZAZIONE (ideologia amministrativa dello sport) (costituzione di istituzionipubbliche per regolare e disciplinare il mercato dello sport)

-QUANTIFICAZIONE (uomo oggetto di una spietata dissezione, di una misurazione

constante e ossessiva) (culto del risultato - filosofia agonistica della prestazione -ricerca del record)

H. Risse:

Nascita di un sistema sportivo razionalizzato e burocratizzato

Rappresentazione legale razionale dell’agonismo che rafforza il ruolo dell’arbitrocome padrone della competizione

 Tecnicizzazione dello sport

Misurazione esatta del risultato - Impiantistica perfezionata

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Cambiamento di paradigma con visibilità piena dell’evento e unità di tempo eluogo dell’azione, istantaneità della sua rappresentazione

Idea dell’evento sportivo come spettacolo pubblico tra arte e dramma

Opposizione tra sport e macchinismo e contraddizione uomo-macchina

Nello sport il corpo umano è trasformato in oggetto simbolico, metafora dellapotenza, sottoposto tuttavia a forte disciplinamento

Th. Adorno:

-Rappresentazione critica dello sport moderno.

Agonismo come pura mercificazione Sotterranea apologia della violenza e affermazione di un’etica del

cinismo

Compenetrazione tra sport e business mediatico Sport-evento televisivo come veicolo di un modello anti-egalitario Aggressione verso la periferia del mondo e verso l’ambiente

-La nevrosi dell’agonismo:

• Ossessione della misurazione• Ansia da prestazione• Elaborazione di mitologie per il nutrimento di un immaginario collettivo

fortemente impoverito

➢ LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO

Le teorie sociologiche Struttural-funzionalistiche considerano lo sport come:

1. Rappresentazione collettiva

2. Istituzione sociale. Lo sport va collocato a pieno titolo tra le istituzioni sociali,infatti: costituisce un sistema di regole; trasmette valori; contribuisce a controllare,gestire, incanalare le tensioni e le pulsioni conflittuali presenti nei gruppi; tende a

produrre organizzazioni formali 3. Sottosistema funzionale

1.LO SPORT COME RAPPRESENTAZIONE COLLETTIVA. Durkheim (1858-1918)

Le rappresentazioni collettive servono a :

-Conferire forma simbolica alle relazioni sociali operanti nei gruppi sociali

-Elaborare in forma di immaginario le strutture sociali e i codici morali dominantidentro la società

Le pratiche sportive come tutte le attività ludiche e ricreative, in quantorappresentazioni collettive:

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-Rinforzano il sentimento di appartenenza a una comunità (produzione di relazionicameratesche tra tifosi e giocatori della stessa squadra , sentimenti di partecipazioneal gioco e solidarietà di squadra)

-Confermano la trama di relazioni sottesa alla vita quotidiana (ciclicità degli eventi

sportivi che scandisce il tempo e le stagioni creando un’aurea di sacralitàrassicurante)

3.Lo sport rappresenta un sistema sociale, o sottosistema funzionale, infatti :interagisce con le agenzie di socializzazione primarie (famiglia) e secondarie (scuola,chiesa ecc..)

➢ LA SOCIOLOGIA FORMALE DI GEORGE SIMMEL

Le applicazioni alla sociologia dello sport delle teorie di Simmel ruotano intorno a 4concetti principali:

gioco 

conflitto 

tempo libero 

  spazio/città

Il gioco in Simmel. Il gioco si configura come un’attività simbolica e di simulazione chericostruisce un modello “in scala” della società e delle sue dinamiche. I giochi cheoppongono due contendenti (es. tennis) ricostruiscono modelli dialogici, mentre gli

sport di squadra riprendono dinamiche complesse di cooperazione e di conflitto. Ilgiocare implica l’elaborazione di strategie e di sperimentazioni; nel gioco dunque siinterpreta un ruolo e ci si mette in gioco, si sperimenta cioè il rischio in maniera più omeno calcolata per ciò che attiene alle conseguenze.

Il conflitto in Simmel. Per Simmel il conflitto è un fattore decisivo per l’evoluzione e ilcambiamento della società. Il conflitto fa nascere delle tensioni che vengono risolteattraverso l’elaborazione di regole.

Gli sport determinano sempre un conflitto:

-uno contro forze esterne (alpinismo moderno, sport estremi, ecc.)

-uno contro uno (lotta, scherma, tennis, ecc.)

-uno contro tutti (atletica, sci, nuoto, ciclismo su pista, ecc.)

-un gruppo contro un altro gruppo (calcio, basket, volley, ecc.)

Nello sport, il conflitto è sempre circoscritto da regole precise che trasformano la lottain competizione. Queste regole non sono immutabili, ma cambiano con le esigenzedella società (es. cambiamenti in relazione all’introduzione di tecnologie o a esigenze

di spettacolo televisivo - v. l’introduzione del tie break nel tennis e nel volley o delgolden goal nel calcio). Il conflitto regolato dello sport si configura quindi come unametafora della società, cioè come simulazione.

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 Tempo libero e sport in Simmel. La società industriale genera scansioni temporalisempre uguali (ripetitività, routine), ma produce anche un uso del tempo prima diallora sconosciuto alle masse popolari; il tempo libero.

Lo sport assume così una duplice valenza:

1-lo sport colma il tempo libero

2-lo sport crea un diversivo rispetto alla routine.

Sport e spazi urbani in Simmel

Lo sport inscrive nel territorio segni che riflettono pratiche e stratificazioni sociali.Sport d’élite (es. golf) marcano il territorio rendendo fisicamente sensibili le differenzesociali. Anche gli sport più popolari segnano nello spazio confini legati allastratificazione sociale, basti pensare alle divisioni all’interno di uno stadio o alladifferenziazione tra club sportivi, palestre, ecc. all’interno di una stessa città. Talvoltale modificazioni del paesaggio introdotte dalla pratica sportiva hanno profondeconseguenze sullo sviluppo urbanistico: gli impianti sportivi possono deturparepaesaggi incontaminati, ma possono anche valorizzare aree urbane disagiate (si pensialle trasformazioni della Barcellona olimpica). Lo sport fornisce dunquerappresentazioni sensibili della società, ma al tempo stesso è motore di trasformazionie di evoluzioni sociali.

➢ LA CORRENTE INTERAZIONISTA

Per gli interazionisti noi interagiamo continuamente tanto con soggetti sociali astratti

che con soggetti collettivi concreti. I soggetti sociali concreti sono tutte leorganizzazioni caratterizzate da interessi, identità, strutturazione formale che possonodare vita a una sub-cultura. Una sub-cultura può associarsi a determinati modelli diconsumo e produrre riconoscibili stili di vita. Possiamo riscontrare sub-culture legate asport particolari che servono alla socializzazione ( ex. di genere o di classe) e insiemeprodurre sub-culture specifiche di gruppo.

Per gli interazionisti lo sport:

-Esalta lo sforzo e l’impegno in vista del risultato

-Sviluppa il controllo emotivo delle situazioni-Valorizza la responsabilità individuale

-Favorisce la socializzazione

-Stimola la interiorizzazione delle regole e delle norme sociali

Ogni sport incorpora una cultura particolare di cui eredita, rielabora e trasmettesignificati e valori che riguardano quella disciplina , il contesto in cui è praticata, ipraticanti che la seguono.

➢ LA SOCIOLOGIA DELL’AZIONE

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MAX WEBER considera lo sport come un prodotto dei tempi moderni e come talecaratterizzato da:

-Un’azione finalizzata allo scopo

-Un’enfasi sulla prestazione

-Un’attenzione al risultato

-Un uso del corpo oggettivato

-Una rimozione dell’emotività

-Una riduzione dell’espressività

Weber ha interpretato la modernità alla luce del protestantesimo calvinista. L’eticapuritana delle origini diffida della spontaneità e vive negativamente il rapporto con il

corpo e l’esperienza ludica rifiutando tutto ciò che non possiede regole e misurecodificate. Le società protestanti anglosassoni si sono appropriate dello sport perdepotenziare la minaccia della corporeità e della espressività non regolata.All’agonismo hanno assegnato compiti circoscritti e coerenti con la razionalitàmoderna. Generare relax, favorire l’efficienza fisica, affermare una pedagogia delleregole. Il corpo è stato separato dalla sfera del piacere e della spontaneità per esseresecolarizzato e medicalizzato, ovvero affidato alla scienza e alla tecnica estrumentalizzato per acquisire risorse materiali e simboliche

➢ IL GIOCO Johan Huizinga (Homo ludens)

IL GIOCO É UN’ATTIVITÁ :

1-Libera: a cui il giocatore non può essere obbligato pena la perdita del gioco della suanatura di divertimento attraente e gioioso

2-Separata: circoscritta entro precisi limiti di tempo e di spazio fissati in anticipo

3-Incerta: il cui svolgimento non può essere determinato né il risultato acquisitopreliminarmente

4-Improduttiva: che non crea né beni né ricchezze né alcun altro elemento nuovo,

salvo uno spostamento di proprietà all’interno entro la cerchia dei giocatori5-Regolata: sottoposta a convenzioni che sospendono le leggi ordinarie e instauranomomentaneamente una legislazione nuova che è la sola a contare

6-Fittizia: accompagnata dalla consapevolezza specifica di una diversa realtà o di unatotale irrealtà nei confronti della vita normale

LE MOTIVAZIONI DEI GIOCHI :

Il bisogno di affermarsi, l’ambizione di mostrarsi il migliore

Il gusto della sfida, del primato, o semplicemente della difficoltà superata

L’attesa, la ricerca del favore, del destino

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Il piacere della segretezza, della finzione, del travestimento

Il gusto di avere paura o di fare paura

La ricerca della ripetizione, della simmetria, o, al contrario, la gioia diimprovvisare, di inventare, di variare le soluzioni all’infinito

La gioia di delucidare un mistero, un enigma

Le soddisfazioni procurate da ogni arte combinatoria

Il desiderio di misurarsi in una prova di forza, di abilità, di velocità, di resistenza,di equilibrio, di ingegnosità

La messa a punto di regole e norme, il dovere di rispettarle, la tentazione diaggirarle

L’ebbrezza e il rapimento dei sensi, la nostalgia dell’estasi, il desiderio delpanico voluttuoso

➢ IL GIOCO Roger Callois (I giochi e gli uomini. La maschera e la

vertigine)

Il gioco è un’occupazione volontaria compiuta entro limiti definiti di spazio e tempo,secondo una regola volontariamente assunta che impegna in maniera assoluta e cheha un fine in se stessa, accompagnata da un senso di tensione e di gioia e dallacoscienza di vivere un’esperienza diversa dalla quotidianità.

Quattro tipologie di giochi, a seconda che predomini:

1-La competizione (agon) - affrontamento - giochi di competizione

2-Il caso (alea) – la sorte – giochi d’azzardo

3-Il simulacro (mimicry) – la maschera – giochi di simulazione

4-La vertigine (ilinx) – l’abbandono – giochi di vertigine

I giochi si situano in un continuum. Ad un estremo vi è il principio di spensieratapienezza vitale (PAIDIA) caratterizzato da turbolenza, improvvisazione, scarto edebrezza . All’altro estremo vi è una fantasia completamente controllata e piegata alleconvenzioni (LUDUS) caratterizzato da scaltrezza, calcolo, abilità, pazienza

LA DEGENERAZIONE DEI GIOCHI (Roger Callois)

Degenerazione dei giochi:

Le quattro pulsioni fondamentali che presiedono ai giochi vanno alla deriva

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Il principio del gioco è corrotto per la contaminazione della realtà

 

➢ TEMI-CHIAVE DELLO SPORT

Lo sport elabora alcuni temi “forti” a livello sociale :

1) L’idea di “sport sostenibile”

2) La costruzione dello spazio e del tempo

3) Significato e cultura del corpo

4) Il feticismo della tecnologia

➢ Sport e natura

La pratica sportiva chiama in causa a vari livelli il rapporto uomo-natura.Ingenuamente si potrebbe pensare ad un legame naturale tra lo sport e la difesadell’ambiente, ma una più attenta riflessione mostra dinamiche che vanno dal piùforte contrasto alla più completa integrazione.

I termini di questo rapporto sono da ricercarsi nei seguenti elementi:

inserimento di strutture nel territorio

uso del territorio da parte degli sportivi

etica delle pratiche sportive nell’ambiente.

➢ SISTEMA SPORTIVO E CULTURA ECOLOGISTA

Il movimento di ritorno alla natura e lo sport:

-Sette-Ottocento (ginnastica filantropica all’aria aperta)

-Novecento (pedagogia del contatto con l’ambiente naturale per rafforzare edisciplinare il corpo scautismo- guide)

-Anni 70/80 reazione all’attività regolata al chiuso (jogging, maratone sciistiche epodistiche)

➢ Le strutture sportive e l’ambiente

Alcuni sport necessitano di strutture artificiali (palestre, stadi, palazzetti dello sport,piscine) e queste strutture, specie se di grandi dimensioni, hanno un impattosull’ambiente, non solo per la presenza di costruzioni, ma anche per i flussi di traffico8

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che determinano. Solitamente le grandi strutture sportive si collocano in un contestourbano nel quale l’ambiente naturale è già molto compromesso, ma determinanocomunque una opposizione tra pratica sportiva e conservazione della natura. Unproblema ancora maggiore di rispetto della natura si determina per quelle attivitàsportive che nella natura stessa trovano la loro collocazione privilegiata. Lo sci,

l’alpinismo, la vela, che portano lo sportivo a contatto con gli elementi naturali,richiedono strutture (impianti di risalita, rifugi, porti) di forte impatto, perché, seppuredi dimensioni limitate, si collocano in un ambiente di alto valore naturalistico.

➢ L’uso sportivo del territorio

Alcuni sport (corsa campestre, escursionismo, nuoto in mare, ciclismo, rafting, sub,ecc.) non necessitano di strutture permanenti e tuttavia il loro rapporto con la naturanon è privo di problemi. Per questi sport l’elemento critico può essere costituitodall’intensità di sfruttamento del territorio. I danni all’ambiente possono infatti essereprodotti non solo dai manufatti, ma dalla stessa presenza di masse all’interno di eco-sistemi spesso delicati. L’uso intensivo del territorio può degradarlo con rapidità e sideve pertanto pensare ad uno sviluppo sportivo sostenibile.

➢ Sport ed etica dell’ambiente

Adrian Holderegger individua quattro stadi nella definizione dell’etica dell’ambientein relazione alla pratica sportiva:

1) Etica dell’egocentrismo(desiderio individuale di consumo di oppportunità

naturali): l’ambiente deve essere integro per poter essere usato con piaceredallo sportivo. In quest’ottica si possono collocare sport come la caccia, la pescao l’automobilismo fuoristrada, dove l’importante non è come lo sportivo lascial’ambiente, ma come lo trova.

2) Etica dell’interesse comunitario(la questione dell’impatto ambientalecoinvolge i gruppi sociali). L’ambiente è un bene comune e come tale vasalvaguardato anche a beneficio di chi non pratica sport. Lo sportivo si sentenon solo fruitore del territorio, ma anche suo custode in nome della comunità.

3) Etica antropocentrica(ambiente come risorsa collettiva anche per legenerazioni future, per l’uomo), quando la concezione della comunità si estende

all’umanità intera, anche alle generazioni successive

4) Etica dell’ambiente in quanto tale(l’ambiente come valore in sé non inquanto risorsa ). L’ambiente non viene considerato una semplice risorsa, macome un attore sociale che merita rispetto in sé. In quest’ottica sono dunque daevitare tutte quelle pratiche (es. tracciare sentieri o vie ferrate) che non sonosolo lesive per la fruizione umana del territorio, ma semplicemente modificanol’ambiente. In quest’ottica si possono collocare i teorici della wilderness piùestrema.

➢ Sport e ambiente: qualche conclusione

Il fatto di svolgere attività all’aria aperta e nella natura non implica tuttavianecessariamente che lo sportivo sia rispettoso dell’ambiente. Occorre pensare ad un

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uso ragionato e moderato del territorio in funzione di una sua difesa come benedell’umanità. La promozione del rispetto per la natura passa anche per unaconoscenza della natura stessa da parte di larghe fasce della società, dunque unadifesa dell’ambiente fatta di divieti assoluti ad ogni forma di antropizzazione (es.wilderness) può rivelarsi controproducente, poiché finisce per riservare la fruizione

sportiva del territorio ad una ristretta élite, relegando le masse in ambienti urbanizzatie artificiali.

➢ La costruzione dello spazio e del tempo

La modernità urbano-industriale ha pensato lo sport – come ha pensato lo spazio e iltempo –entro una relazione di dominio e di controllo. Spazio e tempo vengonosottomessi ad una architettura della misura, dello spettacolo, della prestazione. Nellospazio in cui si pratica lo sport (stadio) spazio e tempo sono rigorosamenterazionalizzati, oggettivati, codificati, controllati e misurati secondo i due principi:

1-Geometrizzazione dello spazio

2-Standardizzazione del tempo

I luoghi dello sport posseggono un alto valore simbolico e sociale .Vi vengonoriprodotte sterilizzate e miniaturizzate alcune pulsioni sociali fondamentali. Nellapostmodernità nasce una insofferenza diffusa nei confronti del limite fisico e unadisponibilità ad accettare il rischio e a cimentarsi. Lo spazio viene dematerializzato e iltempo relativizzato. L’agonismo competitivo va smarrendo la sua materialità spazialedivenendo spettacolo della televisione planetaria. Gli spazi diventano spazi mediaticiquasi indistinguibili e i tempi sono astratti e ripetibili. Lo sport telematico puòprescindere dallo spazio e dal tempo: è lo sport che si pratica nei videogiochi.

➢ Sport e corporeità

Ogni attività motoria ha ovviamente a che fare con il corpo, nel considerare il ruolosociale dello sport non ci si può limitare tuttavia ad una concezione fisiologica delcorpo, ma si devono prendere in considerazione anche alcuni aspetti culturali epsicologici:

1) Il corpo come progetto identitario. Il corpo diviene espressione privilegiata dellaricerca di identità e l’attività fisica e motoria diviene strumento di tale ricerca,staccandosi dallo sport di prestazione .

2) il corpo come prodotto sociale;

3) il corpo come veicolo comunicativo;

4) il corpo come indicatore di benessere fisico, mentale ed economico;

5) il corpo come strumento di autoaffermazione;

6) il corpo come sede della sessualità e della seduzione.

Riguardo le pratiche sportive vengono distiniti 4 profili:

1- La competizione tradizionale

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2- Lo spettacolo agonistico commerciale

3- L’espressività del gesto (pratiche open air non competitive a forte valenzaemozionale)

4-L’azione fisica strumentale con scopi con o strettamente sportivi (stare in forma,dimagrire ecc). L’attività sportiva assume finalità insolite: si va in palestra per piaceree per piacersi, per coltivare la propria intelligenza emotiva, per intrecciare dellerelazioni.

2) Il corpo come prodotto sociale. Il corpo è un prodotto sociale e culturale, nel sensoche l’individuo modifica (volontariamente o involontariamente) il proprio corpo infunzione degli stimoli che riceve dalla società, inscrivendo in esso i segni della cultura.La società post-industriale ha, in buona misura, svincolato il corpo dagli umili compitidell’attività produttiva, ai quali ha invece asservito la mente. Assistiamo così a unarivalutazione della corporeità come luogo della manifestazione culturale del sé.

Contemporaneamente, in Occidente, si è assistito ad un declino delle religionispirituali, che vedevano nel corpo il peccato e la perdizione (in contrapposizioneinvece all’anima, fonte di salvezza), ed un’ascesa di una laica religione della fisicità. Inquest’ottica lo sport, inteso soprattutto come attività motoria, può diventare non unfine, ma un mezzo di elaborazione del corpo in un’ottica sociale e culturale.

3) Il corpo come espressione. Alcuni sport della contemporaneità (aerobica, tuffi,nuoto sincronizzato, ginnastica, free-stile, pattinaggio artistico) recuperano dallatradizione la valenza espressiva del corpo e del movimento, una valenza che era giàpresente nella danza sia colta che popolare. Il corpo viene quindi usato in funzione

comunicativa per esprimere gli ideali di armonia, di forza, giovinezza, e di bellezzache vigono all’interno di una certa società. Nel contesto dello sport vero e proprio, enon della semplice attività motoria, l’espressività è fortemente codificata ed esprime idettami sociali, piuttosto che l’identità individuale.

➢ Corporeità e benessere

La sedentarietà, la collocazione prevalente in spazi chiusi, l’abbondanza alimentarehanno prodotto forme di disagio fisico opposte a quelle che si avevano in precedenza:alle sindromi da malnutrizione dell’inizio del Novecento (rachitismo…) si sonosostituite sindromi da ipernutrizione (obesità), a queste sintomatologie l’attività

motoria sembra offrire rimedi significativi. Anche le concezioni estetiche del corposono mutate con il cambiare dei sistemi di produzione: l’adipe e la rotondità, che finoa fine Ottocento erano simbolo di ricchezza e quindi di prestigio, sono oggi aspettinegativi, sostituiti, al vertice della scala dei valori estetici, dalla snellezza e dallatonicità. Un analogo investimento simbolico vale per l’abbronzatura e, pertanto, per lavita all’aria aperta. Lo sport assume dunque, in questa concezione, un valorestrumentale: l’attività motoria diviene il mezzo per raggiungere gli ideali di salute e dibellezza della società post-industriale.

➢ Narcisismo ed esibizione

Quando la valenza espressiva ed estetica della corporeità determinano unasignificativa componente di autocompiacimento possiamo collocare la cultura fisica

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nella categoria del “Narcisismo”. Malgrado il diffuso giudizio negativo sul narcisismo,esso, quando non raggiunge livelli patologici, rientra in un normale desiderio diaffermazione e di un benessere psicologico che nasce dalla conciliazione di se stessicon i propri ideali estetici. Il riconoscimento del proprio valore estetico passa quasisempre attraverso il consenso degli altri e quindi non può prescindere da una fase di

esibizione; si spiegano così le palestre vetrate che si affacciano sulle vie di grandepassaggio o gli “sport californiani” studiati da Cristopher Lasch. L’esibizione comportauna ripresa della dimensione competitiva di solito assente in un uso strumentaledell’attività fisica: l’esibizione implica necessariamente il confronto. Secondo Lash,l’agonismo contemporaneo tende a privatizzarsi e destrutturarsi generandoconsumatori liberi e clienti senza vincoli. Lo sport diventa un bene di consumo. Ilparadigma dell’agonismo sta cedendo il posto al paradigma dello spettacolo.Producendo una “banalizzazione dell’agonismo” dove ciò che conta è l’esibirsi, il faremostra di sé, dare spettacolo

➢ Corpo, sensualità, seduzioneLa rivalutazione del corpo e la sua valorizzazione passano anche attraverso larivoluzione sessuale che si snoda lungo tutto il Novecento.

La nuova concezione della sessualità:

libera il corpo dal peso del peccato e ne ridefinisce il ruolo

svincola la corporeità e la fisicità delle relazioni dalle funzioni riproduttive,giustificando una cura del corpo finalizzata solo a se stessa.

elimina la famiglia come ambito esclusivo della sessualità e quindi moltiplica leistanze seduttive che passano attraverso l’esibizione corporea.

rende più flessibili i ruoli di genere e quindi la possibilità di reinventare emodellare il proprio corpo indipendentemente dai criteri di mascolinità efemminilità.

➢ Sport e corporeità: qualche conclusione

Se esaminato sotto il profilo del rapporto con la corporeità, lo sport sembra oggisvilupparsi secondo tre modelli:

1 il modello industrialistico, in cui prevale la performance e la competizione; cioè la“produzione del risultato”.

2 il modello del fitness, in cui prevalgono criteri di naturalità e benessere cheprescindono dalla competizione

3 il modello dell’espressività in cui lo sport viene inteso soprattutto come espressionecorporea

➢ Sport, tecnica e tecnologia

L’intreccio tra sport e società è particolarmente evidente nel rapporto tra attivitàproduttive e tecnologie applicate alla competizione ed al loisir:

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l’evolvere delle tecnologie produttive consegna all’ambito sportivo tecniche etecnologie che precedentemente appartenevano all’ambito lavorativo;

alcuni sport nascono con la nascita di specifici prodotti tecnologici; altri (quasitutti) sono fortemente influenzati dall’evoluzione dei materiali;

specifici settori dello sport stanno diventando il banco di prova per prodotti,materiali e tecnologie d’avanguardia.

➢ Dal mestiere al loisir: utilità vs. inutilità

“La sportivizzazione di un’attività fisico-motoria si produce quando essa perdeun’immediata utilità pratica”. Alcune tecniche produttive (in senso lato) basatesull’attività fisica possono conservare un grande fascino malgrado siano state reseobsolete dal progresso tecnologico; in questo caso, perdendo l’utilità pratica, possonodivenire degli sport. Il passaggio dal “mestiere delle armi” alla scherma o ai lanci

(giavellotto, peso, martello) è in questo senso emblematico: esso avviene nelmomento in cui le nuove tecniche di guerra rendono inutili, ai fini bellici, le lance, lefionde e le armi bianche. Allo stesso modo, la vela diventa sport quando leimbarcazioni commerciali si dotano di motore e il passeggiare a cavallo diviene loisirnel momento in cui per gli spostamenti quotidiani si usano altri mezzi. Dall’evoluzionetecnologica della società dipende dunque il grado di sportività che vienecollettivamente assegnato ad una certa attività motoria.

➢ Dal mestiere al loisir: questione di regole

Non è solo il principio di non utilità pratica a sancire il passaggio dall’attività

produttiva a quella sportiva; questo passaggio è reso possibile anche dall’introduzionedi regolamenti. Mentre l’attività produttiva ha come regola principale lamassimizzazione dell’utilità, l’attività sportiva è regolata dalle norme dellacompetizione su base egalitaria e dell’esaltazione del gesto in sé, norme che quindi ciallontanano dal puro utilitarismo. L’introduzione di regole, accompagnatadall’esasperazione del movimento e dello sforzo, è in grado di trasformare in sportanche pratiche quotidiane e per nulla superate tecnologicamente: è il caso, adesempio, del ciclismo o del sollevamento pesi all’inizio del Novecento.

➢ La tecnologia modifica lo sport

E’ del tutto evidente che alcuni sport come il ciclismo, le attività motoristiche, lo sciecc. nascono grazie all’invenzione e alla realizzazione tecnologica di specificistrumenti. Lo sport che così prende forma è dunque il risultato dell’uso del nuovostrumento secondo un sistema di regole di tipo competitivo. Tutti gli sport subisconoprofonde modificazioni grazie all’introduzione di materiali sempre nuovi e sempre piùstudiati per migliorare la performance. Persino il nuoto, sport apparentemente slegatodalla tipologia dei materiali, ha visto una sorta di rivoluzione con l’introduzione delcostume fastskin che diminuisce del 3% i tempi di percorrenza. Questo strettocollegamento tra competizione e materiali sottolinea il ruolo dello sport comefenomeno sociale e fenomeno di consumo socialmente prodotto.

➢ Sport e produzione: tre diversi aspetti

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Possiamo individuare varie fasi nel rapporto tra sport e prodotti tecnologici:

-la fase di appropriazione, in cui lo sport si “appropria” di una tecnologia non sportivatrasformandola in disciplina sportiva attraverso l’applicazione di un sistema di regole(es. bicicletta/ciclismo);

-la fase di massificazione, in cui il mondo produttivo scopre lo sport come mercatoesteso e produce ed elabora attrezzature e materiali appositamente per la praticasportiva;

-la fase di sperimentazione, in cui il mondo produttivo usa alcune attività sportive dipunta o di nicchia come banco di prova per poi creare prodotti di massa destinatianche ad un consumo non sportivo (es. maglioni in “pile”).

➢ Sport e comunicazione

Con l’invenzione della stampa (XV sec.) e soprattutto con i suoi perfezionamentisuccessivi nasce una nuova forma di supporto per la comunicazione di massa,nascono cioè quelli che oggi chiamiamo “mass media”.

La comunicazione di massa precede l’invenzione dei mass media (basti pensare allacomunicazione politica nell’antica Grecia o a Roma, o ancora alle predicazioni delleChiese cristiane); ciò che determina la vera rivoluzione è però l’arrivo di strumenti ingrado di far comunicare contemporaneamente con un enorme numero di persone.

I mass media tradizionali (con l’esclusione di Internet quindi) presentano le seguenticaratteristiche:

unidirezionalità

asimmetria

concentrazione

influenza

capacità di costruire la realtà

Il modello comunicativo imposto dai mass media è di tipo unidirezionale: non vi può

essere scambio di ruoli tra il mittente e il destinatario, come invece avviene in unaconversazione o in un dialogo

 

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In realtà, anche chi riceve messaggi attraverso i mass media può farsi mittente dimessaggi di ritorno, di feed-back , ma ciò avviene in tempi diversi e tramite canalidiversi rispetto ai tempi e ai canali del primo messaggio.

 

Asimmetria e concentrazione

Mentre la comunicazione dialogica è prevalentemente di tipo “uno a uno”, lacomunicazione mediatica è del tipo “uno a molti”.

Il mittente di un messaggio proposto dai mass media detiene allora un enorme poterecomunicativo e, in qualche misura, persuasivo. In funzione di questo potere, l’accessoai media in posizione di mittente è limitato a pochi soggetti solitamente dotati, altempo stesso, di un grande potere economico; si determinano così grandi

concentrazioni editoriali che portano i mezzi di comunicazione di massa sotto ilcontrollo di pochi gruppi di potere.

➢ L’influenza dei media

I mass media hanno evidentemente una grande influenza sulla società e sull’opinionepubblica, ma l’idea di un meccanico effetto persuasivo del tipo “stimolo-risposta”(teoria ipodermica) è oggi ampiamente superato. La persuasività dei media spessonon riesce a far mutare opinioni consolidate, spesso si limita a rafforzare le convinzionidi chi già possiede un certo punto di vista. Il messaggio dei mezzi di comunicazione dimassa non giunge all’individuo solo in maniera diretta e immediata, ma ancheattraverso la mediazione di altri soggetti che, se dotati di un ruolo di prestigioall’interno del gruppo sociale (opinion leader) possono filtrare il messaggio stesso(teoria degli effetti limitati).

➢ La funzione sociale dei media e la costruzione di realtà

All’interno della società, i mass media svolgono essenzialmente tre ruoli: informare,interpretare i fatti, intrattenere. L’individuo diventa partecipe della società

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informandosi su di essa, interpretandola e immaginandola, dunque i tre ruoli svolti daimedia permettono all’individuo di costruirsi un’idea della società e del reale. In altreparole, i media costruiscono un’immagine della realtà. Più che la persuasione è quindiimportante la selezione che i media fanno rispetto alla realtà: non tutto è “degno” diessere rappresentato dai mezzi di comunicazione, alcune cose “fanno notizia” altre no

e queste ultime, essendo escluse dai media, è come se uscissero dalla realtà. In baseai criteri di notiziabilità la copertura mediatica di un certo evento può variare fino ascomparire totalmente: se un evento non è “coperto” dai media non esiste per lemasse, poiché gran parte della nostra esperienza del reale passa attraverso i mezzi dicomunicazione e di rappresentazione.

➢ Sport e mass media

Come per tutte le altre attività sociali, anche per lo sport la rilevanza dipende dallavisibilità e la visibilità dipende dalla copertura mediatica. Poiché la fruizione dello sportè soprattutto visione, movimento e immediatezza, il mezzo di comunicazione di massapiù strettamente legato allo sport è la televisione. La televisione consente di ampliareenormemente la portata degli eventi sportivi trasformando così lo sport in un prodottoche rischia di divenire puramente commerciale.

➢ La TV e le sue regole

La televisione, così come gli altri media, ha elaborato linguaggi, ritmi e stilicomunicativi particolari, che tengono conto del modo in cui l’utente fruisce delletrasmissioni (fruizione continuativa, zapping, ecc.) e degli interessi economici connessiallo spettacolo televisivo (pause pubblicitarie, concorrenza tra reti, ecc.). Quanto viene

rappresentato in televisione deve adeguarsi a questo insieme di linguaggi, ritmi e stili,pena l’esclusione dal circuito mediatico: ciò vale anche per lo sport. A seconda delmaggiore o minore adeguamento agli standard televisivi possiamo identificarepratiche sportive “telegeniche” e pratiche “non telegeniche”. Ciò non dipende tantodalla disciplina sportiva quanto dal modo in cui viene praticata e rappresentata.

➢ TV generalista e TV tematica

-La televisione generalista è quella che tende ad offrire l’intera gammadell’informazione e dell’intrattenimento. Il pubblico della televisione generalista èindifferenziato e per questo motivo, le trasmissioni sportive sulle televisioni

generaliste devono adeguarsi anche ai gusti del pubblico non esperto e devono fare inmodo da essere attrattive per il maggior numero possibile di telespettatori.

-La televisione tematica è quella che si specializza in un tipo ben preciso di offerta, adesempio quella sportiva Il pubblico della televisione tematica è fortemente interessatoad un certo settore ed è in genere molto esperto di esso. Le TV a tematica sportivapossono dunque “coprire” eventi sportivi apprezzabili solo dagli addetti ai lavori esfuggire così, almeno in parte, ai vincoli imposti dagli standard della televisionegeneralista.

➢ Elementi di telegenia sportiva

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-La spettacolarià. Lo sport televisivo non è tanto uno sport da praticare o da imitare(almeno in senso tecnico), ma è soprattutto uno sport da guardare, esse deve dunqueessere spettacolare e ricco di azione.

-La rapidità. Oggi, lo spettacolo televisivo non è più quello proposto dal singolo

canale, ma, grazie al telecomando e alla pluralità di emittenti, è divenuto unospettacolo composito frutto dell’offerta televisiva nel suo complesso. Lo sport in TVdeve dunque essere rapido e non abbassare mai il livello di interesse per nonsuggerire allo spettatore cambi di programma.

-La delimitazione temporale. Ogni trasmissione televisiva si colloca nel palinsestosecondo tempi ben precisi fatti anche di pause per la pubblicità; gli sport televisividevono dunque avere durata il più possibile prefissata e consentire l’inserimento dipubblicità senza far perdere nulla dell’evento.

La mitizzazione collettiva. Spesso il pubblico che segue lo sport sulla TV generalista

non è particolarmente interessato allo sport in sé; il suo interesse cresce quando glieventi sportivi si rifanno ad archetipi mitici o epici come quelli del combattimento ( es.incontri internazionali), della lotta fratricida (es. i derby) dello scontro tra debole eforte secondo il modello “Davide vs. Golia” (es. Calais in Coppa di Francia 1999 o ilChievo in Serie A 2001-2002).

La mitizzazione personalistica. Uno sport è tanto più seguito dal grande pubblicodei non addetti ai lavori quanto più è in grado di produrre “eroi” e “personaggi”, cioèpersone al cui destino, anche extrasportivo”, la gente comune si possa appassionaresublimando in esso le proprie aspirazioni.

La valenza polemica. Grazie ai mezzi di comunicazione, l’evento non si esaurisce nelmomento della competizione, ma continua in una serie di discussioni che occupanobuona parte delle trasmissioni televisive. E’ lo “sport parlato” ed è tanto più telegenicoquanto più lo sport praticato corrispondente si presta ad interpretazioni polemiche.

➢ I DUE MODELLI CULTURALI DELLO SPORT (Nicola Porro) 1.Modello della performance – sport degli atleti - Si afferma nella Gran Bretagnavittoriana nel XIX secolo, nel Novecento. Con questi caratteri: prestazione assoluta,soddisfazione differita, rendimento, efficienza, profitto, culto della tecnica, ragioni delrisultato, culto della misurazione, quantificazione del risultato, epica del record

2.Modello del benessere – sport dei cittadini –Si afferma alla fine del Novecento. Conquesti caratteri: prestazione relativa, gratificazione immediata, ricomposizione delladissociazione soma e psiche, accettazione del limite, adesione ad una filosofia dellasostenibilità

1.MODELLO DELLA PERFORMANCE:

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Lo Sport competitivo professionistico amatoriale consegnatoci dall’etica olimpica edal produttivismo novecentesco -produce lo sport commerciale a forte contenutospettacolare. Pratica fondata sul principio della soddisfazione differita (successo,guadagno, notorietà).

2.MODELLO DEL BEN-ESSERE

Sport legato all’idea di corporeità regolata, allo star bene. Pratica fondata sul principiodella gratificazione immediata. Pratica strumentale: impiego dello sport come risorsa emezzo per altri fini (benessere psico-fisico, efficienza, dimagrimento, riabilitazione ecura) (wellness). Pratica espressiva: gratificazione di sé (fitness).

➢ LA NUOVA FILOSOFIA DELLO SPORT

Pratica sportiva come terapia sociale di massa che unisce tempo libero, benessere eprevenzione sanitaria.

 Tutti rivendicano il diritto-dovere di possedere un corpo efficiente, sano e perciòseducente e desiderabile.

Siamo di fronte ad una sportivizzazione della ricerca del benessere secondo il circuitosalute-pratica-prestazione anche per il semplice miglioramento dell’efficienzaindividuale e non per competizione.

Oggi notiamo la compresenza, a volte concorrenza, di tre tendenze dominanti:

1.Quella che si ispira al fitness Ottimizzazione dell’efficienza fisica attraverso la praticamotoria programmata e personalizzata a basso impegno. Persegue la forma fisica, siispira all’estetica, e può sfociare nel narcisismo.

2. Quella che si ispira al wellness . Una idea estensiva dello star bene e non sempliceforma fisica. Si ispira all’espressività e persegue la prestazione non assoluta marelativa al praticante

3. Il movimento di cura per la salute (health care) attraverso la sport. Secondo unmodello di sport adattato che assume la salute come priorità. Il neosalutismocomporta una più intensa ed esplicita medicalizzazione dello sport.

➢ SPORTIVIZZAZIONE DELLA SALUTE E MEDICALIZZAZIONE DELLO SPORT

-Il passaggio dallo Stato sociale alla Società del benessere (Il controllo si interiorizza, lacura del sé, della propria salute diventa un dovere)

- L’individualizzazione dei desideri: successo, affermazione, evasione (Essere e doveressere diventano coincidenti)

Fanno entrambi da sfondo alla sportivizzazione della salute che avviene nella“ritualizzazione della pratica sportiva” = cioè nell’allenamento . La “medicalizzazionedella prestazione” fa dell’allenamento un rito medico-sanitario, che osserva logiche eprocedure inderogabili.

L’allenamento come ogni rito prevede, anzitutto, una forma di iniziazione (lacertificazione di idoneità fisica che abilita alla pratica) e, di seguito, il rispetto di

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una serie di regole, prescrizioni o suggerimenti (il cosiddetto programma). Lacertificazione di idoneità spesso si sviluppa come una sorta di test diagnostico epreclude l’ingresso in un circuito di vera a propria medicalizzazione. Infatti il neofitadovrà compiere un ulteriore passaggio verso il programma: dalla acquisizione di unostile di vita a un certo modello di comportamento “sportivo” che prevede una diversa

e più esigente cura di sé (peso e alimentazione, postura, controllo dell’emotività,dell’espressività, ecc…).

➢ ALLENAMENTO

L’allenamento si delinea come un rituale: é la ripetizione programmata e maniacaledel gesto che consente prima di acquisire un abitudine e poi di farne un o schema dicomportamento interiorizzato. Dalla produzione di uno stile di vita (habitus) si procedealla sua incorporazione . L’allenamento - trasformato in regime regolatore della vitaquotidiana – comporta una costruzione sociale del Sé che ogni pratica sportivapresenta sempre. Le pratiche sportive infatti comportano:

-Riti di separazione (dalla tv, dall’auto, dall’ascensore, dall’alcool, dalle donne)

-Riti di emarginazione (allenamenti selettivi, preferenze alimentari)

-Riti di aggregazione (in gruppi, in comunità, in società)

Al termine di questi riti una personalità nuova può sostituirsi alla precedente .

➢ LA MEDICALIZZAZIONE DELLA PRATICA SPORTIVA

La medicalizzazione della pratica sportiva conduce ad esiti diversi nei due modelli:

1-Culto della prestazione orientata al risultato, al vincere ad ogni costo.Sportivizzazione del corpo dell’atleta e sua de-responsabilizzazione. Medicalizzazioneutilitaristica e strumentale. Miglioramento artificiale del corpo in funzione del massimorendimento tecnico. La scienza rimuove ogni limite naturale, fino alla alterazione deicorpi e alla costruzione di nuovi corpi.

2-Ricorso allo sport e alla pratica fisica come ricerca e sperimentazione di ben-essere.Salute intesa come valore in sé inserita nella dimensione olistica della corporeità.Culturalizzazione della natura e rimozione delle differenze e opposizioni . Superamento

delle opposizioni di significato come gioventù/vecchiaia, salute/malattia, delledifferenze legate al sesso, all’età, al ciclo di vita. Le età diventano costrutti socialilegati allo stile di vita piuttosto che alla biologia. Estetizzazione e sacralizzazione delcorpo. Estetica della perfezione che associa purezza, efficienza, bellezza.

➢ IL DOPING – argomentazioni

Doping quale effetto della rimozione del limite fisico o processo di superamento

della natura nella forma del potenziamento tendenzialmente illimitato delle risorsepsico-fisiche . Lo stesso empowerment  presuppone un processo scientifico dimedicalizzazione orientata all’obiettivo. La questione del doping riguarda:

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- le regole del fair play  sportivo infatti compromette la pari opportunità deipartecipanti e rappresenta un’infrazione

- la qualità del risultato quale effetto dell’allenamento e del sacrificio

- il rapporto tra sport e salute e la ricerca della salute come attentato alla saluteindividuale con ricadute sulla collettività.

➢ IL DOPING – attenuanti indotte

Il fenomeno non è nuovo, c’è sempre stato dunque è parte costitutiva della culturadello sport. Il ricorso alla farmacologia viene interpretato come un ingrediente dellapreparazione del successo (al pari di: allenamento, perfezionamento tecnico,supporto motivazionale sperimentazione biomeccanica). Il doping rientra nellamanipolazione scientifica del corpo dell’atleta al fine di esaltare la prestazione.L’artificializzazione del corpo sportivizzato discende dalla riduzione dell’uomo-

atleta a macchina da prestazione. Enormi potenzialità sono offerte all’altaprestazione dalla genetica e dalla bionica.

➢ POSTMODERNITÁ CORPI E SALUTE (Patrizio Paolinelli)

Due SPAZI destinati alla salute:

1. Spazio pubblico (ospedale, studio medico, media, dibattiti) Spazio pubblico: corpoanatomico – agente passivo. Regno del dramma, della malattia vissuta in solitudinealla ricerca della salute fisica e dell’allontanamento della malattia.

2. Spazio privato (igiene personale, forma fisica, stile di vita) Spazio privato: corpoestetico sportivo – agente attivo. Regno del benessere, della performance esibita allaricerca della felicità.

Il corpo malato è preso in carico dalle scienze mediche che si assumono l’onere deldolore.

Il corpo sano è preso in carico dai terapeutici sottosistemi culturali che si assumonol’onere della sofferenza.

➢ MODERNITÁ E SPORT

Principi:

-Razionalizzazione: sport da fenomeno ludico a fenomeno standardizzato; sportsperimentale riprodotto nei laboratori; gestione manageriale e imprenditoriale dellosport

-Secolarizzazione: sport come pratica laica e moderna; attività perseguita fine a sestessa; assenza del sacro e del mitico

-Differenziazione: frammentazione della pratica sportiva in più discipline;specializzazione e divisione del lavoro; moltiplicazione dei ruoli, delle mansioni, delle

competenze

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-Individualizzazione: esaltazione del campione come eroe contemporaneo narratodalle comunicazioni di massa; mito dell’eroe sportivo in cui si travasano le domande diidentità

-Diffusione dei principi di efficienza e prestazione sportiva: frenesia della misurazione

e della performance; quantificazione della prestazione; esaltazione del risultato allimite della nevrosi.

➢ POSTMODERNITÁ E SPORT

La postmodernità è caratterizzata da:

- crisi del paradigma del positivismo scientifico

- rovesciamento di canoni e criteri della modernità

Caratteri:

1 – crisi dei concetti di incrementalità e compiutezza

lo sviluppo per accumulazione e l’idea di finitezza entrano in crisi insieme al caratteredi irreversibilità del moderno. Nello sport questa crisi si manifesta: con la diffusionedegli sport all’aria aperta dopo lo sport al chiuso in una unità di tempo, luogo e azione;nella reazione al macchinismo e al disciplinamento tecnico per riappropriarsi del corpoe delle sue possibilità espressive.

2– Esclusione degli oggetti dai sistemi simbolici di riferimento:

Con la crisi delle grandi narrazioni i sistemi culturali e i loro oggetti non danno più vitaa tessuti narrativi dotati di coerenza. I modelli di produzione e consumo dellapostmodernità sono caratterizzati dal primato dell’esperienza estetica mentre nellamoderntià prevale un uso strumentale. Ciò è visibile nel “culto del corpo”: il corpopassa da oggetto con funzione strumentale a risorsa espressiva. Il corpo diviene un“progetto identitario”, mezzo di ricerca dell’identità e l’attività fisico-motoria è unmodo per realizzare tale ricerca. Nasce la “cultura del narcisismo”, quale insieme dimodalità culturali per gratificare il proprio io che comincia a manifestarsi nella culturadel fitness. Il corpo diventa luogo della autoaffermazione

3– Superamento del codice vero/falso della scienza.

Nella modernità il principio di realtà funge da guida all’azione. Nella postmodernità ilcomportamento si apre al gusto estetico e alla ricerca di un piacere emotivo. Lacultura dei media ha enfatizzato i canoni di un’estetica corporea . Gli atleti risultanoparticolarmente dediti al culto dell’immagine. Il rapporto tra sport e mass media ètrasformato: da una “divisione del lavoro” ad una “invasione di campo” da parte deimedia verso lo sport.

➢  TERAPEUTICI SOTTOSISTEMI CULTURALI

La RICERCA DELLA FELICITÁ è una tensione ineliminabile della condotta umana. É unastrenua lotta che ognuno di noi compie quotidianamente per essere socialmenteaccettato, riconosciuto dal proprio gruppo di riferimento, amato dall’altro da sé. Nella

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società postmoderna alcuni sottosistemi culturali, osservano, regolano la sofferenzacausata dal non essere pienamente accettati, riconosciuti e amati, sono: LA MODA, LAPUBBLICITÁ, LO SPETTACOLO, LO SPORT. L’obiettivo è gestire la sofferenza della vitamentale, trasferendola - attraverso i sistemi sopraindicati - nelle soluzioni sempreprovvisorie di un corpo socialmente accettato, riconosciuto dal gruppo di riferimento,

amato dall’altro.

➢ POSTMODERNITÁ E MALESSERE

UN DIFFUSO MALESSERE (disagio) É PROVOCATPO DAGLI SQUILIBRI (paradossi) DELLACULTURA POSTMODERNA, DOVE:

-la quotidianità è intesa come successione di eventi e come susseguirsi di urgenze - iltempo costituisce tuttavia un importante valore ed è sempre scarso;

-si affermano i valori post-materialistici e di benessere, quali la stima, l’auto-

espressione, la soddisfazione estetica - che tuttavia convivono con valorimaterialistici;

-i vincoli sociali si indeboliscono frantumandosi in una miriade di appartenenze,fedeltà, identificazioni momentanee e scambiabili – l’individuo necessità, più che mai,tuttavia per sopravvivere di ancoraggi saldi.

➢ POSTMODERNITÁ MALESSERE E CORPO

Il corpo puó rappresentare il luogo della cura infatti il benessere mentale passaattraverso il benessere del corpo. La tutela della propria salute psichica, da parte

dell’individuo postmoderno si articola su tre punti:1-la negazione del dolore, proprio e altrui;

2-la neutralizzazione della paura;

3-l’intensificazione del piacere.Ll’oggetto privilegiato di queste mosse é il corpo. Latecnologia di applicazione é la pratica dietetico-sportiva nelle sue numerose variantiagonistiche e amatoriali. La salute psichica si articola in direzione di un lavoroemozionale che conduce ad un nuovo sentire frutto di un quotidiano autocontrollo.

➢ POSTMODERNITÁ E CURA DEL CORPO

Il CORPO rappresenta un oggetto di salvezza, che funge da sostituto:

-dell’anima (incarna una nuova spiritualità, un benessere),

-dell’amore (alimenta narcisismo, autoreferenzialità)

-dell’identità (identificazioni con il corpo dell’atleta momentanee e scambiabili)

-del tempo (tempo spazializzato, dunque convertito in spazio nelle aggregazioni fisicheintorno agli eventi collettivi che assegnano un ritmo al tempo)

-degli oggetti (le applicazioni tecnologiche come estensioni del corpo)

-della realtà (spettacoli che il corpo offre di sé, da consumare)22

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Il corpo sportivo corrisponde all’ideale della postmodernità: un’immagine ideale daimitare e da perseguire a tutti i costi.

➢ IL CORPO E L’IMMAGINE

L’immagine del corpo estetico-sportivo:

- non riflette il mondo e non si adegua al mondo

-è un mezzo per interpretare la realtà attraverso lo sguardo, in modo sostitutivo.

La vista è il senso che realizza il sogno di farsi notare, ammirare, desiderare con leloro performance gli attori chiedono agli altri di essere amati. Lo sguardo postmodernoè uno sguardo desiderante. Il suo agire può essere bene colto nellaspettacolarizzazione dello sport agonistico. Il campione sportivo presenta un corpovincente: un corpo tonico e in salute, un corpo come un’opera d’arte. La suaperformance, la sua immagine può essere perseguita per lenire le sofferenzepostmoderne causate dal tempo che passa e dall’inevitabile declino. Il corpo si apre alnonstop dell’immaginazione cine-televisiva viene presentato frammentato,destrutturato, medicalizzato, diviene oggetto di osservazione e riprodotto in immagini, si presta a tramutarsi in oggetto di uno spettacolo continuo .

➢ IL CORPO E GLI AFFETTI

Meccanismi psicologici che stanno alla base della cultura di massa :

-PROIEZIONE: uscire da sé per vivere mentalmente situazioni di fantasia

-IDENTIFICAZIONE: empatia verso personaggi del mondo dello spettacolo

La dialettica proiezione-identificazione è alla base della gestione del corpo.Interiorizzate le immagini dei campioni dello sport - siamo pronti ad entrare in scena.Si lavora su se stessi per adattarsi all’imprevisto che ogni novità porta con sé. Il lavoropermanente compiuto sul corpo incanala le richieste di amore derivanti da:

- innalzamento dell’età media della popolazione

- buona salute generale della popolazione

- sofferenza per l’evanescenza dei simboli socialmente condivisi- bisogni sempre pronti a tramutarsi in desideri .

➢ IL CORPO E L’IDENTITÁ

In un’epoca di crisi dell’identità e dei riferimenti  sociali per via dellaframmentazione del tempo e della spazializzazione del tempo e per l’allentarsi el’indebolirsi dei legami stabili e duraturi la passione per le icone dello sport e per i dividello schermo crea aggregazione attorno al mito e all’evento sportivo e produce unaidentificazione seppure temporanea. La quotidianità si trasforma in una serie di eventi

sotto forma di spettacoli da offrire e consumare. I cicli brevi della moda dettano ilpasso dei tempi. I vincoli sociali si indeboliscono in una miriade di fedeltà,

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appartenenze, identificazioni momentanee e scambiabili senza direzioni stabili cheforniscono visioni del mondo per ordinare e orientare la quotidianità.

➢ IL CORPO E IL GIOCO

Nella società postmoderna lo sport è diventato uno degli elementi più significatividell’immaginario collettivo. L’icona sportiva di un corpo idealizzato aiuta a prevenire irischi per la salute e a vincere l’angoscia di un futuro incerto. La pratica dietetico-sportiva - nelle sue varianti agonistiche e amatoriali – è la strategia a tutela dellapropria salute psichica e si articola su tre mosse che hanno tutte come oggettoprivilegiato il corpo:

-negazione del dolore proprio e altrui,

-neutralizzazione della paura,

-intensificazione del piacere

I giochi sociali come quelli sportivi rispondono così alle identità in crisi:

-plasmano il corpo colmando l’orrore per la morte e la decadenza

-assegnano un ritmo al tempo come successione di spettacoli da offrire e consumare

-mantengono alto il livello di agonismo tra le persone

-rispettano la mitologia del self-made man

-rafforzano l’ideologia liberista in economia e quella liberale in politica.

➢ CORPO SPORT MERCATO E CONSUMI

Lo sport agonistico risulta sempre più sottoposto a mercificazione. Infatti riproducecerte dinamiche tipiche del capitalismo finanziario:

-facili guadagni; scandali; usura precoce dei campioni; concorrenza sleale;conflittualità a livelli estremi; gare a getto continuo

Anche in seguito al matrimonio tra pubblicità - diritti televisivi e sistema dello sport:

I campioni sono sempre più caratterizzati come personaggi

Il gioco di squadra incanta e coinvolge di meno

Le prestazioni si appiattiscono spesso su una linea di mediocrità:

I prodotti-partita e i prodotti-squadra si differenziano sempre di meno comeprodotti di mercato.

I campioni sportivi rappresentano icone che trasversalmente transitanoindifferentemente in diversi ordini simbolici: dalle piste, dagli stadi al mondo dellapubblicità, dell’intrattenimento televisivo, ecc. In tutte queste situazioni il corposportivo viene modulato e declinato secondo le varie esigenze e imitato dalla massa.

➢ QUALE SPORT QUALE SALUTE (Giulio Bizzaglia)24

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-Salute come benessere o stato positivo della persona

-Relazione tra sport e salute come esperienza sociale totale:

-Salute fisiologica del corpo in senso proprio

-Salute psicologico-mentale - coscienza delle proprie capacità e conoscenza di sestessi

-Salute relazionale-sociale – la sfera dei rapporti interpersonali

➢ Sport come processo pedagogico ed educativo.

-Accezione sportiva: come misura della riuscita vi è il miglioramento della prestazione

-Accezione ambientale: come misura della riuscita vi è l’ampliamento del patrimonioesperienziale motorio espressivo

Ai fini salutari le due accezioni non confliggono ma si integrano perfettamente.

➢ Nuovo atteggiamento

-Necessità di educare all’attività fisica, nell’orizzonte ampio della quotidianità e nondella singola disciplina

-Necessità di riscrivere i luoghi urbani per renderli meno ostili alla prqatica dell’attivitàfisica

-Necessità di ampliare l’orizzonte dei giochi possibili oltre le sue forme tradizionali

➢ Atteggiamenti nei confronti delle discipline orientali

-Adesione al fine di esibire una personalità originale

-Pratica superficiale al fine di ricavarne benefici potenti e misteriosi

-Rivolgimento alle tecniche orientali esclusivamente di combattimento

-Soggettività paziente alle tecniche mediche antiche

-Volgimento alle tecniche mediche antiche per la propria professionalità e per fornire

un servizio in più.

 Tutto ciò è inefficace alla creazione di un sincretismo culturale profondo.

➢ Effetti delle arti marziali sulla salute

1- Salute anatomico-funzionale che interessa i sistemi, respiratorio, cardiovascolare,muscolare.

2-Aspetti dell’armonizzazione individuale tramite un lavoro sulla relazione e fusione trale dimensioni fisica, mentale, energetica, spirituale.

3- Investimento sociale dei frutti della pratica individuale.

EXTRA-MODERNITÁ CORPI E SALUTE25

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5/8/2018 Lezioni Sociologia Dello Sport - slidepdf.com

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Le ricerche e le pratiche della salute e del benessere rappresentano fenomeni socio-culturali. L’aspirazione all’emancipazione della dimensione individuale e soggettivache ha guidato il moderno nella attuale fase extramoderna tende ad attenuarsi nellasua dimensione culturale prevalentemente edonistica:

-Atteggiamenti, comportamenti, scelte di consumo incentrate sull’ostentazione esull’apparire lasciano il posto a un individuo sociale più attento al conseguimento dellapropria armonia psico-fisica o equilibrio psico-somatico

-Si osserva una maggiore apertura alle dinamiche di relazione e una attenzione alleesperienze del sentire collettivo.

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