La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

23
In Direzione Ostinata e Contraria La Storia e Le Storie Parte Seconda – La Storia Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico Corso di Storia dell’Italia Contemporanea A.S. 2010/11

description

saggio sugli aspetti sociali, economici e politici della storia italiana durante il miracolo economico, anni '50 e '60. Seconda parte del corso di storia italiana contemporanea dal titolo "La Storia e le storie". Realizzato da Gianfranco Marini

Transcript of La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Page 1: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

In Direzione Ostinata e Contraria

La Storia e Le Storie

Parte Seconda – La Storia

Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di Storia dell’Italia Contemporanea A.S. 2010/11

Page 2: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Gianfranco Marini 2

INDICE

GLI ANNI DELLA RICOSTRUZIONE E DEL MIRACOLO ECONOMICO

PRESENTAZIONE

1. LA STORIA POLITICA 1.1. Il Centrismo (1948 - 1953)

Le principali riforme promosse dal centrismo 1.2. Il Centro Sinistra (1953 - 1970)

Anticomunismo

2. L’ECONOMIA: IL MIRACOLO ECONOMICO 2.1 Anni ’50 – La ricostruzione 2.2. Anni ’60 – Il Miracolo Economico

2.2.1. Presentazione Valutazione: aspetti positivi e negativi del Miracolo Economico 2.2.2. Cause e Dinamica del boom economico 2.2.3. Limiti e sfasature del miracolo economico

2.2.3.1. Struttura dualistica dell’apparato produttivo 2.2.3.2. Assenza dello stato 2.2.3.3. Distorsione dei consumi

2.2.4. Problematiche e aspetti dello sviluppo 2.2.4.1.Urbanizzazione 2.2.4.2. Questione meridionale 2.2.4.3. Benessere 2.2.4.4. La Televisione 2.2.4.5. Consumismo 2.2.4.6. Emigrazione

2.3. Il disastro del Vajont

3. IMMAGINI

3.1. La miseria negli: anni ’50 e ‘60 3.2.Il benessere negli anni ’50 e ‘60

3. FONTI

Page 3: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

L’ITALIA REPUBBLICANA – DAL 1950 AL 1970

GLI ANNI DELLA RICOSTRUZIONE E DEL MIRACOLO ECONOMICO

PRESENTAZIONE

Tra il 1950 e i 1970 si realizzò in Italia un cambiamento epocale che portò a una radicale trasformazione del paese. Dall’essere una nazione economicamente e socialmente rurale con alcune aree di industrializzazione l’Italia divenne uno dei paesi più industrializzati del mondo. Questa modernizzazione si sviluppò entro un quadro politico caratterizzato in politica estera dall’appartenenza dell’Italia alla Nato (Alleanza Atlantica) e quindi alleata degli Usa e del loro blocco e in contrapposizione con l’Unione Sovietica e i paesi comunisti che in seguito si riuniranno in un’alleanza denominata Patto di Varsavia. In politica interna si passò dal prevalere della DC e dei governi centristi dal 1948 al 1962, al prevalere della formula politica del centro – sinistra (alleanza DC e PSI).

Questo processo di radicale trasformazione dell’Italia venne definito “boom economico” in quanto il suo aspetto più appariscente e rilevante fu la crescita produttiva che caratterizzò il ventennio, in particolare gli anni che vanno dal 1958 al 1963 e che ebbe pochi eguali al mondo (solo Giappone e Germania ebbero tassi di crescita superiori). Fattore decisivo del miracolo economico fu la combinazione di diversi fenomeni: espansione della domanda interna, aumento delle esportazioni, intervento pubblico, emigrazione dal sud al nord e bassi salari (vedi scheda emigrazione).

Anche la cultura, lo stile di vita e i valori sono quelli di una tradizionale società contadina: staticità, parsimonia, risparmio, religione, conservatorismo e tradizionalismo, centralità della famiglia e rapporti di solidarietà. La crescita economica fu il fattore causale determinante che investì la globalità della vita sociale determinando una trasformazione anche nei costumi, nella lingua, nei valori e stili di vita, nei consumi e nella cultura (vedi schede: TV, benessere e consumismo).

Sul piano politico, dopo la rottura dell’unità antifascista che aveva trovato espressione nei governi di unità fra sinistre e cattolici, prevalgono i governi centristi guidati dalla D.C. Di De Gasperi. Le linee guida della politica interna attuata da tali governi sono di matrice liberista in economica; ispirate all’anticomunismo per quanto concerne l’ordine pubblico e la questione sociale, l’apparato burocratico - amministrativo dello stato fascista viene utilizzato per la repressione delle lotte sindacali e delle manifestazioni popolari. Anche in questo campo tuttavia si ebbe una profonda trasformazione a partire dagli anni ’60 con il ritiro di De Gasperi e l’avvio di un processo che avrebbe portato all’affermarsi dei governi di centro – sinistra con l’alleanza tra D.C. e P.S.I.

Page 4: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

1. LA STORIA POLITICA

1.1. Il Centrismo (1948 - 1953)

Le elezioni del 18/04/1948 si svolsero in un clima di drammatica contrapposizione tra la Democrazia Cristiana, sostenitrice del Patto Atlantico, dell’alleanza con gli Usa, del Piano Marshall, sostenuta dalla Chiesa e il Fronte Popolare formato da PCI e PSI, contrari al Patto Atlantico, al piano Marshall all’alleanza con gli Usa. Il PCI aveva inoltre aderito al Cominform, l’organizzazione dei partiti comunisti guidata da Mosca e che aveva nel rispetto della volontà di Stalin il suo punto di forza. Dall’altra parte la chiesa intervenne pesantemente esasperando ulteriormente il confronto sia attraverso la mobilitazione delle sue organizzazioni (azione cattolica, parrocchie, ecc.), arrivando a sospendere l’assoluzione dai peccati per coloro che avessero votato o comunque aiutato i comunisti. Non si trattava solo di uno scontro politico ma di una conflitto tra due opposte visioni del mondo ritenute inconciliabili e reciprocamente alternative: cristianesimo e comunismo. Chiesa cattolica e Partito comunista si irrigidirono nelle loro posizioni. In gioco vi era il futuro assetto dell’Italia sia in politica interna che estera (vedi la galleria di imamgini dedicata alle elezioni del 19458 http://picasaweb.google.com/gianfrancomarini/ItaliaSecondoDopoguerra#).

La DC conseguì una clamorosa vittoria ottenendo il 48,5% dei voti, mentre il Fronte Popolare ebbe solo il 31% dei voti. Si inaugurò una stagione politica denominata “centrismo” in quanto dominata da governi di centro guidati dalla DC e del suo segretario Alcide De Gasperi che fino al 1953 presiederà vari governi di coalizione aprendo ai cosiddetti partiti laici (perché non facevano riferimento al cattolicesimo pur essendo di tendenze moderate e anticomuniste), nonostante la rigida chiusura della Chiesa: PLI (partito liberale italiano), PRI (partito repubblicano italiano), PSDI (partito socialdemocratico italiano). Pur essendo cattolico infatti de Gasperi possedeva una visione laica dello stato: tutte le tendenze, fedi e opinioni dovevano essere rappresentate, si rifiutò quindi di trasformare l’Italia in un paese a regime cattolico come avrebbe voluto il Vaticano.

Con i governi di De Gasperi e la vittoria nelle elezioni del 1948 l’Italia raggiunse il suo equilibrio caratterizzandosi in modo definitivo come un paese capitalista ad economia di mercato, schierato con le potenze occidentali, membro della Nato (vi aderisce nel 1949), anticomunista, membro della CECA dal 1951 (nucleo originario della Comunità Europea) e alleato degli Usa.

scomunica dei comunisti e dei loro simpatizzanti

Gianfranco Marini 4

Page 5: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Nel 1953 De Gasperi, al fine di rafforzare il governo dando ad esso una maggioranza stabile fa approvare una legge elettorale secondo cui il partito o la coalizione di partiti che avesse raggiunti il 50% + 1 dei voti avrebbe raggiunto un “premio di maggioranza” pari al 65% dei seggi nella camera dei deputati. Ma la DC e i suoi alleati non riuscirono a raggiungere la maggioranza assoluta (ottennero il 49,8%) e la “Legge truffa”, come venne denominata dalla sinistre che vi si opponevano, venne abrogata .

Le principali riforme promosse dal centrismo

La riforma agraria: attesa da tempo immemorabile, specie al sud (molti speravano fosse attuata da Garibaldi) venne realizzata tra il 1944 il 1950. Nel centro – sud 672.000 ettari di terra vennero espropriati ai grandi proprietari assenteisti (rimborsati con buoni del tesoro), frazionati e consegnati a 113.000 famiglie contadine (che le avrebbero riscattate con un mutuo trentennale al 3,5%). Limiti: troppo poche le terre espropriate (670.000 ettari su 2 MLN), scadente la loro qualità, troppo piccole le

dimensioni delle aziende create, scarse tecnologie e strumenti produttivi. Venne comunque creato un ceto di piccoli proprietari saldamente legato alla DC (Coldiretti) e ridimensionato il potere degli agrari del sud.

Alcide De Gasperi 1881 - 1954

Cassa per il Mezzogiorno: 1950, banca che erogò 1.200 MLD di finanziamenti agevolati per il sud in gran parte per la costruzione di infrastrutture (strade, acquedotti, bonifiche, ecc.). Politicamente controllata dalla DC e utilizzata come strumento clientelare di potere. Industrie a Partecipazione Statale: si rafforza il sistema di aziende di proprietà dello stato: Eni, Iri, (petrolio, siderurgia, meccanica, banche, ecc.). I partiti controllano una parte significativa dell’industria e della finanza italiane. Riforma Vanoni: su iniziativa del ministro delle finanze Vanoni si ha una riforma tributaria che prevede la dichiarazione annuale dei redditi e l’imposta progressiva.

1.2. Il Centro Sinistra (1953 - 1970)

Dopo le elezioni del 1953 De Gasperi si dimette, la stagione politica del centrismo, fondata sull'egemonia della Democrazia Cristiana si conclude, il partito viene ora guidato da Fanfani e Moro che cercano una nuova strategia politica aprendo al PSI, sorgerà così il Centro – Sinistra, la cui data di nascita ufficiale è il 1962 quando vi fu il primo governo guidato da un DC (Fanfani) e appoggiato dal PSI. Tra il 1958 e il 1963 Moro, Fanfani e Giovanni XXIII

Gianfranco Marini 5

Page 6: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

l'Italia conosce il culmine del boom economico, uno sviluppo industriale e produttivo senza precedenti che modificò radicalmente consumi, costumi e comportamenti. Questa tumultuosa crescita economica si realizzò in modo caotico e disorganizzato, senza alcun controllo politico da parte dello stato, anche se Enti statali, come l'I.R.I.

e soprattutto l'E.N.I. di Enrico Mattei ne furono tra i massimi protagonisti.

l'istituzione delle Region

scista e soprattutto della situazione internazionale.

Antico

direttive”

Ben presto però si impose l'esigenza di governare cambiamenti che apparivano ormai irreversibili e la politica italiana cominciò a percorrere strade nuove. Gli anni Sessanta sono gli anni del Primo Centro-Sinistra, gli anni in cui il maggiore partito italiano, la Democrazia Cristiana, apre

al Partito Socialista. L'elezione al pontificato di Giovanni XXIII (1958) più aperto al dialogo con il mondo moderno del conservatore Pio XII, favorì tale processo. L'ingresso nell'esecutivo dei massimi dirigenti del P.S.I., come Pietro Nenni, sembrò la chiave politica attraverso cui avviare alcune cruciali riforme quali: la razionalizzazione dell'energia elettrica, la riforma scolastica,

i, la legge urbanistica. Alcune di queste riforme trovarono però applicazione parziale o restarono

inapplicate. Scontavano infatti il conflitto tra chi riteneva che gli interventi del Governo dovessero essere solo correttivi e chi sosteneva che le riforme non potevano che essere strutturali, in grado di cambiare profondamente la società italiana e con essa la struttura dello Stato. I giudizi sull'esperienza di quegli anni sono diversi; gli storici tendono a evidenziare come il tentativo di gestire politicamente il boom economico debba essere valutato tenendo contomacchina statale italiana, in buona parte ancora di impostazione fa

della cronica arretratezza della

munismo

Gli ’50 e ’60 videro l’affermarsi di una forte tendenza anticomunista. Questo fu dovuto sia alla situazione internazionale caratterizzata dalla guerra di Corea e dal maccartismo, una vera e propria caccia alle streghe guidata dal senatore Usa Mc Carty e volta a colpire chiunque fosse simpatizzante o sospettato di avere idee comuniste; sia alla situazione interna. Il Partito Comunista Italiano era infatti il più grande partito comunista presente nell’Europa occidentale ed era inoltre membro del Cominform e quindi alle “

Manifesto elezioni 1948

Gianfranco Marini 6

Page 7: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Gianfranco Marini 7

del PC

ro ad epur

nto diventa logico”

costituzione e illegali, costituirono la norma per tutto il corso degli anni ’50 e ’60.

US, il partito comunista sovietico. L’anticomunismo si manifestò in varie forme. Già nel 1849 il Sant’Uffizio

procedette, con un decreto, alla scomunica di tutti i comunisti e i simpatizzanti del P.C.I. Anche il governo decise severe misure contro i “comunisti”, visti come una minaccia per la democrazia e la stabilità dello Stato. I governi di centro procedette

are dall’ambito delle forze dell’ordine e dell’esercito tutti gli ex partigiani. Nel 1954 il ministro dell’Interno Scelba, appartenente alla corrente

conservatrice della D.C:, feroce anticomunista, in una riunione dell’esecutivo riassunse così la propria posizione: “Dobbiamo partire dalla constatazione che il PC opera contro la democrazia e lo Stato democratico servendosi dell’appoggio di una potenza straniera. Se si accetta questa impostazione, ogni provvedime

. Si prospettò anche la possibilità di dichiarare il PCI fuori legge. La repressione e discriminazione nei confronti dei comunisti avvenne

servendosi dei meccanismi di censura e della amministrazione dello stato. La struttura amministrativa (prefetti, magistratura, burocrazia) era sostanzialmente rimasta quella del fascismo, come anche i codici e le forze dell’ordine. Non furono ammessi iscritti o simpatizzanti del PCI nell’amministrazione pubblica, nelle forze dell’ordine, nell’esercito, nell’amministrazione dello stato e negli uffici pubblici (enti locali, enti pubblici, scuola, ecc.). Inoltre li casellario Politico Centrale, archivio con cui il fascismo aveva schedato i suoi oppositori, non venne distrutto come si era legiferato, ma conservato clandestinamente e utilizzato per controllare migliaia di vigilati “comunisti”. Tali provvedimenti pur essendo contrari alla

Page 8: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

2. L’ECONOMIA: IL MIRACOLO ECONOMICO

Sen. Bassetti dirà a proposito del miracolo economico: “abbiamo capito subito e ci siamo resi conto che non avremmo saputo dirigere la società italiana. Il Paese, fuori, era più forte della politica, e anche più intelligente. Non fare nulla fu la scelta migliore di tanti provvedimenti governativi. Il paese fu così lasciato nella logica della foresta e per fortuna ci è andata bene”

2.1 Anni ’50 – La ricostruzione

Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia è un paese devastato: i bombardamenti anglo-americani, le distruzioni lasciate dai nazisti, la mancanza di fiducia della popolazione, sembrano non lasciare prospettive e il futuro appare incerto. L'economia è in crisi, la società è fondamentalmente quella della prima metà del secolo: agricola, arretrata, tradizionalista, chiusa, profondamente legata alla religione, provinciale, scarsamente alfabetizzata e modernizzata.

Nel giro di poco più di 30 anni l’Italia è cambia radicalmente: è uno dei 7 paesi più industrializzati e ricchi del mondo, altamente urbanizzata, integrata nel sistema di alleanze occidentale che fa capo alla Nato e agli Usa, con un tenore di vita dei suoi abitanti tra i più alti al mondo, secolarizzata.

Sono molti i fattori che spiegano quella che fu una della più profonde e radicali trasformazioni mai avvenute nella storia italiana ed europea, ma la principale causa del processo che rivoluzionò la società italiana è da ricercare in quel processo storico che è stato denominato “miracolo economico” e che si colloca tra la metà degli anni ’50 e la metà degli anni ’60.

2.2. Anni ’60 – Il Miracolo Economico

2.2.1. Presentazione

Fino agli anni ’50 l’Italia continua ad essere una nazione economicamente e socialmente rurale con alcune aree di industrializzazione. Anche la cultura, lo stile di vita e i valori sono quelli di una tradizionale società contadina: staticità, parsimonia, risparmio, religione, conservatorismo e tradizionalismo, centralità della famiglia e rapporti di solidarietà. Tra le fine degli anni ’50 e gli anni ’60 si ha una profonda trasformazione che gli storici denominano “miracolo economico” o “boom economico”, individuando nella crescita economica l’aspetto decisivo di questa trasformazione che fu, comunque, una trasformazione che investì la globalità della vita sociale: costumi, lingua, valori, politica, stili di vita, consumi, cultura, ecc.

Questo processo di fortissima crescita economica ha inizio nel 1958 e dura fino al 1963. La crisi degli anni 1963 - 1964 interrompe solo momentaneamente lo sviluppo che continuò fino al 1970, anno della “crisi petrolifera”.

Valutazione: aspetti positivi e negativi del Miracolo Economico

Molti storici, ma anche per molti intellettuali e critici del tempo, giudicarono positivamente il “miracolo economico”, interpretandolo come un processo attraverso

Gianfranco Marini 8

Page 9: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

il quale l’Italia entrava finalmente nella modernità. Altri diedero e danno una valutazione più critica. Pasolini parlò di una “mutazione antropologica” che portò a un traumatico passaggio da una cultura rurale a una cultura consumistica; l’antropologo De Martino parlò di una “Apocalisse Culturale” che distrusse cultura e valori tradizionali, producendo lo sradicamento della popolazione e una americanizzazione dei comportamenti. Altri ancora sottolineano come benessere e crescita avvennero a vantaggio di pochi e a discapito della maggioranza.

2.2.2. Cause e Dinamica del boom economico

Lo sviluppo economico italiano avvenne nel contesto di una crescita economica che coinvolse l’intero occidente e i cui fattori furono: il ritorno al libero scambio, la stabilità monetaria garantita dal sistema del golden standard exchange fondato sul dollaro, l’innovazione tecnologica, la dilatazione dei consumi e la

disponibilità di materie prime e fonti energetiche a basso costo.

La crescita economica fu considerevole già a partire dagli anni ’50, tra il 1951 e il 1958 la crescita del PIL raggiunse una media del 5,5% annuo a causa sia della domanda interna e che degli investimenti in

settori tradizionali come lavori pubblici, edilizia, agricoltura. Il vero e proprio boom economico si ebbe tra il 1958 e il 1963 con un tasso medio di crescita annua del PIL (Prodotto interno lordo) del 6,3%, inferiore in Europa solo a quello tedesco e nel mondo solo a quello giapponese. Il reddito pro – capite passò da 296.000 lire annue del 1951 a 536.000 del 1963.

I fattori che determinarono questa incredibile crescita economica furono diversi. In primo luogo il basso costo del lavoro dovuto ai bassi salari e alla ampia disponibilità di manodopera, molto superiore alla domanda.

Secondo fattore, specifico della situazione italiana, fu l’intervento dello stato e il ruolo che esso giocò in economia. Lo stato fu il principale soggetto produttivo e finanziario dell’economia italiana. L’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), ente ereditato dal fascismo e che raccoglieva le industrie pubbliche (Partecipazioni Statali, industrie di proprietà dello stato), venne riorganizzato a partire dal 1948 ad opera di Oscar Sinigaglia con la creazione di: Finmeccanica, Finelettrica e Fincantieri. Inoltre le principali banche italiane (Banco di Roma, Credito Italiano, Banca Commerciale) appartenevano anch’esse all’IRI, tramite cui lo stato controllava il credito e la finanza. Nel 1953 Enrico Mattei fondava l’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) che gestiva le risorse energetiche e in cui venne a confluire

Gianfranco Marini 9

Page 10: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

l’AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli), la cui attività consisteva nella raffinazione e distribuzione di prodotti petroliferi. Grazie a Mattei L’ENI divenne una delle più importanti aziende petrolifere al mondo rendendo disponibile i prodotti

ia italiana e favorendo il processo di graduale sostituzione delle centrali a carbone con

dell’industria petrolifera all’economquelle

aliment

iluppo economico, a un costo molto basso.

uno sviluppo ma minore rispetto alle precedenti e che garantivano profitti più ssi.

li in tecnologia e giungendo così ad aumentare ulteriormente produttività e profitto.

2.2.3. L

ate col petrolio e i suoi derivati. In questo ENI ed IRI garantivano

acciaio, elettricità, energia, prodotti di base dello sv

La terza ragione del miracolo economico è da ricercare nell’incremento del commercio mondiale e nell’apertura dell’Italia al mercato internazionale con l’abbandono del tradizionale protezionismo. La domanda internazionale era orientata alla richiesta di beni ad alto tasso di capitale e

tecnologia e questo favorì la modernizzazione dell’apparato industriale italiano. Industrie italiane che beneficiarono della domanda estera e crebbero maggiormente sviluppando tecnologie progredite furono la cantieristica, la meccanica, la chimica e la siderurgica. Queste richiedevano ingenti capitali (alto tasso di capitale) e investimenti in nuove tecnologie (alto tasso di tecnologia). La domanda interna era invece orientata verso le industrie tradizionali: alimentare, tessile, edilizio, che ebbero

Logo dell’AGIP e sotto dell’ENI

ba Lo sviluppo economico si caratterizzò come un circolo virtuoso in cui l’aumento della produttività (quantità di beni prodotti per unità di tempo) determinò un aumento dei profitti (differenza tra valore del prodotto venduto e i suoi costi di produzione: salari, materie prime, tasse, trasporto, energia, ecc. ecc.); mentre l’aumento dei salari risultò molto minore rispetto a quello della produttività. Le aziende quindi riuscirono ad autofinanziarsi con i propri profitti investendo

imiti e sfasature del miracolo economico

La modernizzazione prodotta dal boom economico non portò benessere in egual modo per tutte le classi sociali e in tutte le aree del paese. Lo sviluppo av-venne infatti in modo squi-librato per la totale man-canza di un’azione di programmazione e coordinamento da parte dello stato che vi

Gianfranco Marini 10

Page 11: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

rinunciò in nome del libero gioco delle forze del mercato, nella convinzione, derivante dalla dottrina economica liberista, che il mercato fosse di per sé dotato di una propria razionalità e capacità di autogoverno. Questo produsse uno sviluppo caratterizzato da profondi scompensi e distorsioni: produzione di beni di lusso per il mercato estero o interno (domanda privata) a scapito della produzione di beni pubblici, servizi sociali e beni di prima necessità; aumento dello squilibrio tra nord e sud; fenomeni di distorsione e degenerazione del mercato. Segue un breve esame dei

nsiderato.

il mercato interno (tessile, edile, alimentare, meccanica), soggette a scarsa concorrenza, che si caratterizzano per il basso tasso di

dei salari.

izia, saccheggio del territorio, abusivi

rocratizzata, lenta e inefficiente), i trasporti (orientati unicamente al trasporto su strada privato e

, la scuola, l’agricoltura, ecc.

vello quantitativamente e qualitativamente basso di infrastrutture (aeropo

beni accesso

principali limiti dello sviluppo italiano nel periodo co

2.2.3.1. Struttura dualistica dell’apparato produttivo

Si consolida la tradizionale sfasatura tra quelle industrie che lavorano per soddisfare la domanda estera in assenza di una domanda interna (cantieristica, chimica, siderurgica, alcuni settori dell’industria meccanica, ecc.), caratterizzate da alto tasso di capitale e tecnologia, alta produttività, bassi salari e grossi margini di profitto e le industrie che producono per

tecnologia e la compressione

2.2.3.2. Assenza dello stato

Uno dei principali limiti dello sviluppo di questi anni fu dovuto al fatto che lo stato non intervenne per regolamentarne le modalità e governarne la dinamica, ma lasciò che si svolgesse in modo spontaneo e caotico. Quindi il solo criterio dello sviluppo fu la ricerca a qualsiasi costo del profitto e ciò produsse enormi squilibri e problemi (mancanza di case, speculazione edil

smo, lavoro nero, sfruttamento dei minori, assenza di infrastrutture, corruzione, collusione criminalità e politica, ecc.).

Inoltre vennero a mancare quelle necessarie riforme che avrebbero reso più efficiente il paese garantendo uno sviluppo più equilibrato dell’economia, una distribuzione più equa dei redditi e una dinamica sociale più aperta. Infatti le resistenze delle varie corporazioni bloccarono sul nascere qualsiasi tentativo di riforma in settori quali: la pubblica amministrazione (bu

all’automobile), il sistema fiscale

2.2.3.3. Distorsione dei consumi

La crescita fu orientata alla produzione dei beni privati e di lusso piuttosto che di quelli primari e pubblici. Quindi si diffuse un consumismo sfrenato a cui non corrispose lo sviluppo di beni sociali come: scuole, case, ospedali, asili, vie di comunicazione (a parte le autostrade), ecc.. Il risultato è che ancora oggi l’Italia presenta un li

rti, ponti, porti, asili, scuole, fogne, acquedotti, ecc. ecc.) rispetto agli altri paesi europei.

Si diffusero modelli di vita e di consumo, indirizzati spesso più ari e di lusso che ai beni di necessità: auto o tv divengono status-symbol e

spesso le famiglie possiedono tali beni ma non hanno i servizi igienici in casa.

Gianfranco Marini 11

Page 12: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Inoltre il passaggio dai costumi e dai valori di un mondo contadino e arcaico a quelli del consumismo e a un sistema di vita che emulava quello dei paesi più avanzati, avvenne senza che vi fosse un pari sviluppo nell’ambito della coscienza civile e della cittadinanza (diritti e dei doveri dei cittadini), dei servizi pubblici e sociali, ecc. Il processo di cambiamento avvenne troppo rapidamente e senza che vi fosse il tempo di maturare una nuova è salda identità, per cui si ebbe più uno

dozione di un diverso sistema di valori

italiana e decisivi furono, nel definire anche gli attuali assetti dell’economia e della società, i

rono nel periodo del boom economico. Verranno esaminati

del territor

il caso di Torino in cui i fenomeni dell’urbanizzazione e dell’emigrazione dal sud al nord si intrecciano. La città passa da 719.300 abitanti nel

67, divenendo la terza città meridionale d’Italia dopo

2.2.4.2. Questione meridionale

Nel 1947 la questione meridionale si ripresenta in tutta la sua drammaticità. L’Industria al sud è scarsamente sviluppata e tecnologicamente arretrata, la produttività è bassa, la popolazione è per la maggior parte dedita ad un’agricoltura arretrata, caratterizzata ancora dal latifondo, dalla presenza di ampie aree di incolto, dal prevalere della cerealicoltura estensiva, dal caporalato1. La situazione era inoltre

sradicamento, con perdita di identità, che l’acapace di fondare un nuovo senso di appartenenza.

2.2.4. Problematiche e aspetti dello sviluppo

Molteplici sono i fili che si intrecciano e disegnano la nuova società

fenomeni che si verificain forma di schede sintetiche alcune delle problematiche più significative.

2.2.4.1.Urbanizzazione

Con l’urbanizzazione si completa la trasformazione dell’Italia da paese rurale e agricolo a paese industriale. Tra gli anni ’50 e ’60 si ha una gigantesca ricollocazione geografica della popolazione nel territorio, l’emigrazione dal sud al nord e le migrazioni interregionali, coinvolgono circa 9 MLN di persone. La distribuzione della popolazione sul territorio si concentra nelle città, queste crescono enormemente e intorno ad esse si sviluppano vasti quartieri dormitorio, a volte squallide baraccopoli, senza alcun piano regolatore, senza servizi pubblici, senza collegamenti. Abusivismo e speculazione edilizia, a causa della totale mancanza di un controllo esercitato dallo stato, crescono anch’esse a dismisura: a Roma ogni 6, case, 1 è abusiva. Nelle aree suburbane degradate si sviluppa la microcriminalità. Cementificazione dell’Italia, degrado e/o devastazione culturale e paesaggistica

io, corruzione della pubblica amministrazione, divengono fenomeni generalizzati proprio a causa della speculazione edilizia e dell’urbanizzazione selvaggia (bustarella in cambio di permessi, licenze, approvazione progetti, ecc.).

Esemplare

1951 a 1.124.714 abitanti nel 19Napoli e Palermo.

1 Fenomeno malavitoso di sfruttamento della manovalanza agricola ed edile che caratterizzò il sud Italia. Il “caporale”, in genere appartenente alla malavita organizzata, recluta nelle piazze dei paesi o nelle periferie delle città, manodopera giornaliera pagata in nero e senza rispettare il contratto di lavoro, tenendo per se il 50% o più della paga già molto bassa. Oggi il caporalato viene esercitato nei confronti degli immigrati, specie irregolari, totalmente privi di tutela e ricattabili per la loro presenza illegale in Italia.

Gianfranco Marini 12

Page 13: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

resa pr

conseguenza di questo

imposte) e intervento diretto dello stato. Tramite l’Iri e la Cassa per il Mezzogiorno

oblematica dalla mancanza di infrastrutture e dalla impreparazione della classe dirigente del sud, priva di mentalità imprenditoriale. Tutto ciò limitava gli investimenti al sud. In particolare il ceto politico - amministrativo meridionale, non aveva vissuto quel processo di rinnovamento che era avvenuto almeno in parte al centro - nord ed era prevalentemente ancora quello dell’Italia prefascista e fascista;

incapace per mentalità, formazione e interessi di gestire un processo di modernizzazione economica e sociale del meridione. A questo si deve aggiungere la vicinanza di un parte del ceto dirigente meridionale con la criminalità organizzata, di cui si era avuta testimonianza nel corso della lotta per la riforma agraria condotta nell’immediato dopoguerra proprio al sud e che aveva visto latifondisti e partiti politici del centro destra fare ricorso all’aiuto della mafia per reprimere le proteste dei contadini.

La forte migrazione verso il centro – nord non produsse, come molti si aspettavano, uno sviluppo del sud, certamente le rimesse degli emigrati aumentarono la ricchezza al sud, ma non produssero sviluppo. Invece si fece sentire pesantemente un’altra conseguenza dell’emigrazione al nord, lo spopolamento di intere regioni e paesi che portò

Le trasformazioni nella distribuzione del lavoro in alcuni paesi europei

al degrado di vaste aree e all’abbandono dei terreni. Una nuova cultura meridionalista si andò sviluppando a Napoli attorno allo

SVIMEZ, Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno, centro studi che promosse una nova strategia di intervento al sud basata sull’idea che, con una politica di pianificazione economica, il meridione, da peso per l’economia del paese, potesse trasformarsi in una risorsa anche per il Nord. Nel 1950, anche come

nuovo approccio, viene istituita la “Cassa per il Mezzogiorno”, ente pubblico che doveva finanziare lo sviluppo del sud, e che nel corso della sua esistenza erogò capitali pubblici per circa 280 MLD di lire (circa 140 MLD di Euro) con cui vennero finanziate iniziative industriali e la creazione di infrastrutture nel sud, senza modificare sostanzialmente il divario esistente tra nord e sud in termini di reddito pro capite e di PIL. Corruzione, clientelismo, finanziamenti a pioggia senza controllo, limitarono i benefici delle iniziative legate alla Cassa per il mezzogiorno.

Fondamentalmente si fece ricorso a tre principali strategie politico . economiche per promuovere lo sviluppo del mezzogiorno: investimenti infrastrutturali, agevolazioni alle imprese (nella concessione dei mutui o nelle

si decise di realizzare impianti industriali concentrati in alcuni principali centri del sud che dovevano fungere da centri di irradiazione dello sviluppo economico (Brindisi, Bari, Cagliari, Salerno, Taranto), ma il malgoverno e le scelte discutibili

Gianfranco Marini 13

Page 14: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

produssero la politica delle “cattedrali nel deserto”, grandi impianti frutto di massicci investimenti in zone sottosviluppate e non servite da sufficienti infrastr

1960 rispettivamfami

po

libero, consumi culturali, trasforma radicalmente il modo di vivere e la mentalità degli it

utture, essenziali per la loro crescita (strade, porti, banche, istruzione, ecc.), che non produssero alcun effetto di crescita significativa e rappresentano oggi realtà industriali in crisi o da tempo fallite.

Gli anni del miracolo economico furono quindi drammatici per il sud che non solo non partecipò alla crescita economica ma che divenne terra di emigrazione e serbatoio di forza lavoro per i paesi del nord Europa o dell’Italia del nord, essendo l’emigrazione l’unica scelta possibile per garantirsi la sopravvivenza.

2.2.4.3. Benessere

A causa del diffondersi di una maggiore ricchezza il reddito pro capite aumenta del 134% tra 1951 e 1971, e il boom economico, portano ad un netto incremento del tenore di vita della popolazione, anche in Italia si sviluppa la società del benessere.

Nel 1953 nessuna famiglia disponeva di TV, solo il 4% disponeva di lavatrice e il 14% possedeva un frigorifero. Queste percentuali salgano nel

ente al 20%, 5% e 17%; nel 1971 possiedono una TV l’82% delle glie, una lavatrice il 63%, un frigorifero l’86%. Nel 1951 il 92,6% delle case

italiane non disponevano della combinazione di energia elettrica, acqua potabile e servizi igienici interni, che costituiscono i fattori le più elementari per la vita quotidiana. Le automobili sono 700.000 nel 1954, nel 1964 quasi 5 MLN. Nel giro dipochi anni la disponibilità di beni di consumo, elettrodomestici, auto e moto, tem

aliani L’industria elettrodomestica italiana, caso esemplare del boom economico, diviene una delle prime al mondo: “Nel 1947 la Candy produceva una lavatrice al giorno, la Ignis aveva poche dozzine di operai, e la Zanussi solamente 250 dipendenti. Nel 1951 l’Italia produceva appena 18.500 frigoriferi. Nel 1957 il numero era cresciuto fino a 370.000 unità e con il 1967 aveva raggiunto 3.200.000

Gianfranco Marini 14

Page 15: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

unità, facendo dell’Italia il terzo produttore mondiale di frigoriferi, dopo gli Stati Uniti e il Giappone. Nello stesso anno l’Italia era anche diventata il maggior produttore europeo di lavatrice e lavastoviglie; la Candy produceva, ormai, una lavatrice ogni 2 15 secondi” .

viene anale (Rai ugurata la

2.2.4.4. La Televisione

Il 3 gennaio 1954 comincia il regolare servizio televisivo della RAI (Radio Audizioni Italiane che diverrà nell’aprile del 1954 Radiotelevisione Italiana). Nel 1957 va in onda il primo numero di Carosello, nel 1962inaugurato il secondo c2), nel 1979 viene inaterza rete (Rai 3). La RAI diviene un fondamentale strumento di potere per la formazione e il controllo dell’opinione pubblica. La DC, e in modo indiretto il Vaticano, tramite il controllo di informazione, spettacoli culturali e di intrattenimento e censura, portano avanti la difesa dei valori retempo, il diffondersi del consumismsecolarizzazione (processo di riduzionnella vita sociale, politica e quotidianPasolini che nel 1973 definisce la TV come il principale veicolo del consumismo e dell’omologazione culturale capace di realizzare quell’imposizione di valori dall’alto che non era riuscita, se non in modo superficiale, nemmeno al fascismo: “E’ attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. [...] Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (spscalfita, ma l’ ha lacerata, violata, brGarzanti 1975, p. 30).

ligiosi e tradizionali ma veicolano, allo stesso o che sarà la principale forza che porterà alla

e del ruolo e dell’importanza della religione a) e alla crisi dei valori morali tradizionali. È

ecie, appunto, la televisione), non solo l’ha uttata per sempre”. (Scritti corsari, Milano,

2 Paul Ginsborg, , Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi. Socità e politica 1943 – 1988, Einaudi, Torino, 1989.

Gianfranco Marini 15

Page 16: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Questo “nuovo fascismo” è il potere consumistico, totalmente irreligioso e che si incarna in Carosello, da qui la denuncia dell’errato obiettivo della censura vaticana: “E’ vero che in tutti questi anni la censura televisiva è stata una censura vaticana. Solo però che il Vaticano non ha capito che cosa doveva censurare. Doveva censurare per esempio “Carosello”, perché è in Carosello, onnipotente, che esplode

modello di vita

,

pluralistici e locali. I nuovi valori, frutto di tale mutazione omologante, sono quelli

in tutto il suo nitore, la sua assolutezza, il nuovo tipo di vita che gli italiani “devono” vivere [...] Il bombardamento ideologico televisivo non è esplicito: esso è tutto nelle cose, tutto indiretto. Ma mai un “modello di vita” ha potuto essere propagandato con tanta efficacia [...]” (op. cit. pp. 69-70).

2.2.4.5. Consumismo

Gli anni della rivoluzione economica sono gli anni in cui si realizza quella “mutazione antropologica”, così chiamata da Pasolini, che vedrà il tramonto dei valori della tradizione contadina e religiosa e all’affermazione di un

improntato ai valori dell’edonismo e del consumismo da cui la religione era completamente esclusa. Urbanizzazione, benessere, mass media, consumismoportano alla distruzione di tutti i valori dell’Italia tradizionale e contadina, anche diquelli positivi (festività, coesione sociale, rapporti interfamiliari, solidarietà, ecc.)

del profitto, del divertimento, dell’egoismo, fini a se stessi e perseguiti ad ogni costo, delle mercificazione di morale, sentimenti e rapporti umani: “il nuovo potere consumistico completamente irreligioso; totalitario; violento; falsamente tollerante, anzi, più repressivo che mai; corruttore; degradante (mai più di oggi ha avuto senso l’affermazione di Marx per cui il capitale trasforma la dignità umana in merce di scambio)” (op. cit., p. 97).

Gianfranco Marini 16

Page 17: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

La conclusione di Pasolini è desolante, il passaggio traumatico e senza soluzione di continuità dal mondo arcaico e contadino a quello della modernità e del benessere trasforma gli italiani: “Essi sono divenuti in pochi anni (specie nel centro

sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale” (La discussione storica, vol. 3, pag 583).

2.2.4.6. Emigrazione

Tra il 1955 e il 1971 si produce un flusso migratorio interregionale che ha un carattere epocale e trasforma per sempre la conformazione demografica del territorio italiano e opera un profondo mescolamento della popolazione. Uno dei fattori che determinarono il boom economico fu proprio l’ampia disponibilità di manodopera a basso costo e questa fu rappresentata, in gran parte, dalla massa dei lavoratori meridionali che emigrarono al sud e costituirono quella manodopera a salari bassissimi che rappresentò il vantaggio competitivo per molte aziende del nord, che mantennero poterono basso il costo del lavoro e resero competitivi i propri prodotti nei mercati esteri.

E’ difficile fornire una stima numerica del flusso migratorio che si ebbe a partire dal 1955 da sud verso il centro e il nord, poiché non si dispone di dati certi, infatti i certificati di residenza venivano concessi solo a chi dimostrava di possedere già un lavoro nel luogo verso cui emigrava e quindi gli emigranti del sud si spostavano clandestinamente. Secondo stime approssimative le migrazioni interregionali coinvolsero, tra 1955 e 1971, 9.140.000 italiani. Di questi circa la metà erano meridionali, se si considera che la popolazione meridionale era di circa 18 MLN di persone, si possono comprendere le gravissime conseguenze che tale esodo ebbe per il sud: spopolamento e abbandono dei paesi; degrado del territorio abbandonato a se stesso; scomparsa della forza lavoro più giovane e intraprendente; perdita di mestieri tradizionali, ecc.

Per gli emigrati meridionale il trasferimento fu traumatico, si trattò di un cambiamento radicale di vita e lavoro e di affrontare condizioni di esistenza precarie (vita nelle baraccopoli, malnutrizione, condizioni igieniche disastrose, xenofobia, ecc.), ma poco si sa di questo periodo a livello di opinione pubblica.

Altra conseguenza fu la creazione di grandi periferie urbane e la crescita demografica delle città del nord che si popolarono di meridionali, Milano passò da

Gianfranco Marini 17

Page 18: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

1.274.000 abitanti nel 1951 a 1.681.000 nel 1967, Torino nello stesso periodo passò da 719.300 a 1.124.714, divenendo, come si è già detto, la terza città meridionale d’Italia dopo Napoli e Palermo.

2.3. Il disastro del Vajont

. Il

i terra, terra franata il 9 ottobre del 1963. Il

1963, anno in cui gli storici e gli economisti assumono come termine del

miracolo economico italiano; 1963, l’anno della tragedia del Vajont, 1910 morti disastro evitabile” nel 2008, “anno internazionale del pianeta terra”. La tragedia del Vajont conclude l’epoca del boom economico italiano e ne rappresenta virtù e limiti: la perizia tecnica e la capacità di progettare; la totale assenza di un’azione di guida e controllo da parte dello stato; la ricerca del profitto fine a se stessa; le grandi capacità costruttive italiane; la speculazione edilizia e la devastazione del territorio; l’intreccio tra potere

politico, economico e mediatico; il totale disprezzo delle reali esigenze della popolazione; la mancanza di una politica del territorio e dell’ambiente; ecc. ecc

ufficiali, citato come caso esemplare di

vero evento – simbolo del Miracolo Economico italiano è il disastro del Vajont. 9 ottobre 1963, ore 22:39, dal monte Toc, che nel dialetto del luogo significa monte Marcio, si stacca una frana di 270 MLN di m. cubi che alla velocità di 30 ms precipita nel grande invaso realizzato con la costruzione della Diga sul Vajont (115 MLN di m cubi d’acqua). L’impatto genera una scossa sismica e un’onda che supera la diga, alta 264 m. la più alta al mondo. Ma l’onda prodotta dalla frana è ancora più alta e una parte di essa supera di 250 m. la sommità della diga, diga che rimane intatta, è ben costruita, sta ancora lì, dopo 47 anni, perfettamente integra, con il suo invaso colmo di sola terra, un lago dfronte dell’onda, ai piedi della diga dove inizia la valle del Piave è di 150 m., la valle è lunga 1.600 m. si restringe, il fronte dell’acqua all’uscita è di soli 70 metri e forma un’onda di piena che percorre la pianura a una velocità di 6 m. al secondo, quando giunge a Belluno, 20 Km più a sud, l’onda è ancora alta 12 metri (un palazzo di 4 piani). Dei paesi ai piedi della diga non resta quasi nulla: Longarone, Pirago, Maè, Villanova, Rivalta sono rasi al suolo. Già da due anni la giornalista dell’Unità Tina Merlin, facendosi portavoce dei timori della

Gianfranco Marini 18

Page 19: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Gianfranco Marini 19

o presi in considerazione.

ertita, la notte la tragedi

nche dell’Ita

assenza di giustizia nel nostro paese, la tragedia del Vajont è simbolo.

popolazione per la costruzione dell’enorme diga, ne denunciava il pericolo, così scriveva il 21 febbraio del 1961: "...Un' enorme massa di 50 milioni di metri cubi di materiale, tutta una montagna sul versante sinistro del lago artificiale, sta franando. Non si può sapere se il cedimento sarà lento o se avverrà un terribile schianto. In quest' ultimo caso non si possono prevedere le conseguenze...". Fu denunciata per "diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico" tramite i suoi articoli, processata e assolta dal Tribunale di Milano. Da due anni gli abitanti della zona denunciavano i movimenti del terreno, le scosse telluriche, i boati provenienti dalla montagna, ma non vennero ascoltati, troppo forti gli interessi economici in gioco intorno alla costruzione della diga. Tutte le perizie geologiche effettuate per conto della società proprietaria della diga, la SADE (società adriatica di elettricità), pur segnalando la presenza di problemi nel territorio e la possibilità del verificarsi di una frana, non vengon

Nel 1956 i lavori di costruzione della diga cominciano senza l’autorizzazione ministeriale e del genio civile. Gli espropri erano già cominciati da tempo e riguardavano un’area enorme, di notevole interesse ambientale ed economico: foreste, terreno fertilissimo, strade. Gli abitanti vedono le loro terre espropriate dagli uomini della SADE, sprovvisti di autorizzazione, senza neanche essere avvertiti, inutili le proteste, il potere politico, la magistratura, le forze dell’ordine sono al servizio degli interessi politico – economici scatenati dal miracolo economico, i cittadini vengono per ultimi.

Nonostante nel corso dei lavori vi siano scosse telluriche, frane e smottamenti, nonostante si scopra una paleofrana sotto il monte Toc che in pratica poggiavo su uno scivolo, i lavori procedono. Nel 1960 una frana di 800.000 m. cubi si stacca dal monte Toc e finisce nell’invaso, non importa, i lavori procedono. Si giunge alla fine dei lavori e al collaudo. La diga è alta 720 metri, è pericoloso riempirla fino ai 700 metri, viene riempita fino ai 710 m. Boati, fratture nel terreno, scosse sismiche, la popolazione non viene avv

a. Tina Merlin che tanto aveva combattuto per

difendere gli abitanti della zona dal mostro cercherà per anni di pubblicare un libro in cui descriverà tutti gli avvenimenti, compresi errori, le complicità politiche, malafede, trascuratezza criminosa di stato e imprenditori, dal 1963 cercherà di far pubblicare il suo libro, solo nel 1983 trovò un editore, venti anni dopo. L’intervista che la Merlin concesse alla TV francese e in cui raccontava di come tutti sapessero non ebbe l’autorizzazione da parte dello stato italiano per la messa in onda. La censura del potere, un potere in questo caso criminale, impedisce e imperi sempre che i cittadini italiani conoscano la verità, anche in questo caso la tragedia del Vajont è simbolo dell’Italia di quella del boom economico, ma a

lia delle stragi e dei misteri che verrà dopo. La serie di processi che verrà innescata dalla tragedia del Vajont si

concluderà solo nel 1997, 34 anni per avere giustizia, anche di questo, della totale

Page 20: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

L’ITALIA DELLE MISERIA – ANNI ’50 E ‘60

1953 - miniera di zolfo a Caltanissetta

una classe delle elementari di Africo (Reggio Calabria) nel 1948

Palermo, 1956, sei in un letto

Anni ’60, Mergellina, Napoli, trogloditi

Gianfranco Marini 20

Page 21: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

L’ITALIA DEL BENESSERE E DEL CONSUMISMO – ANNI ’60 – ‘70

Gianfranco Marini 21

Page 22: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

FONTI

TESTI

- Cataldi, Abate e Altri, Di fronte alla storia, Il novecento e oltre, Palumbo Editore - De Bernardi – Guarracino, La discussione storica, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori; - Lepre – Petaccone, La storia, volume 3b, Zanichelli; - Giardina, Sabbatucci, Vidotto, Il mosaico e gli specchi, Editori Laterza; - Feltri, Bertazzoni, Neri, Chiaroscuro, Novecento e oltre, SEI - Palazzo, Bergese, Rossi, Storia, Magazine, Editrice La Scuola - Salvadori, Storia dell’età contemporanea, terzo volume, Loescher

LINK - LA STORIA POLITICA

Generali: governi dell’Italia Repubblicana: http://www.governo.it/governo/governi/governi.html storia della Repubblica: http://it.wikipedia.org/wiki/Italia_repubblicana#Dal_1963_al_1978 Dati elettorali: referendum 1946: http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_istituzionale_del_1946 elezioni 1948: http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_1948 elezioni 1953: http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_1953 Centrismo http://www.scuolascacchi.com/storia_novecento/italia_repubblicana.htm http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblica5.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Centrismo_(Italia) centro – sinistra http://it.wikipedia.org/wiki/Centrosinistra#Il_centro-sinistra_in_Italia Miracolo economico

LINK - ECONOMIA E SOCIETÀ

Il Miracolo economico http://it.wikipedia.org/wiki/Boom_economico http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblicaboom.htm http://www.bibliolab.it/boom_ciosf/index.html Consumismo: http://piazzamarineo-continua.blogspot.com/2010/01/pier-paolo-pasolini-corsaro.html La situazione degli italiani e l’emigrazione. Molte immagini sono prese da questo sito: http://rcslibri.corriere.it/rizzoli/stella/immagini/fotoitalia.spm Il disastro del Vajont: http://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/10/08/vajont-la-valle-scomparsa.html http://www.vajont.net/ http://www.jolefilm.it/files/index.cfm?id_rst=19

Gianfranco Marini 22

Page 23: La storia - Italia: Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico

Corso di storia dell’Italia contemporanea La Storia: anni ’50 e ‘60

Gianfranco Marini 23

video incontro con i parenti delle vittime 2008 http://www.blip.tv/file/1498745/ articolo comparso su “La Stampa” nel 2008: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37192girata.asp articoli sul sito cittadini dedicati alla tragedia http://www.rai.it/RAInet/societa/Rpub/raiRSoPubArticolo2/0,,id_obj=3977,00.html http://www.rai.it/RAInet/societa/Rpub/raiRSoPubArticolo2/0,,id_obj=3881,00.html

La storia e le storie - Gli anni della Ricostruzione e del Miracolo Economico by Gianfranco Marini is licensed under a http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/, Creative

Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License