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La Storia dell’ERITREA E’ un triangolo di terra del Corno d’Africa posto tra il Sudan, l’Etiopia, il Mar Rosso e la Repubblica di Gibuti. Con una superficie di 121.100 kmq si trova tra 18° e 12° di lat. N. e 36° e 43° di long. E. Essa costituisce la parte più settentrionale dell’acrocoro etiopico, il quale a oriente digrada rapidamente verso la depressione Dancala lungo la costa del Mar Rosso, mentre a occidente digrada più dolcemente verso il deserto sudanese. La sua capitale è ASMARA posta sull’altipiano a 2400 metri sul livello del mare con il suo aeroporto principale. I porti principali sono MASSAUA e ASSAB naturalmente sul Mar Rosso, fanno inoltre parte dell’Eritrea anche le oltre 350 isole dell’arcipelago delle Dahlak, nonché alcune isole delle Hanish poste di fronte ad Assab. Altre città, quasi tutte sull’altipiano, tranne Agordat, Barentù e Tessenei site nel bassopiano occidentale, sono: Cheren, Decamerè, Adi-Ugri (oggi Mendeferà ), Adi-Cahiè, Seganeiti e Senafè. La terra Eritrea è ricca di luoghi archeologici che testimoniano le antiche civiltà che in essa ebbero una lunga storia come il regno di Axum ed il regno di Meroe nell’Alto Nilo. L’antico porto di Adulis, i cui resti archeologici sul Mar Rosso sono ancora da scoprire, testimonia i lunghi rapporti commerciali che questo porto ebbe nell’antichità non solo con l’Egitto, ma anche con il mondo romano e greco, recente è il rinvenimento nei fondali marini dell’isola di Assarca delle Dahlak, posta poco a nord-est della penisola del Buri, di anfore romane e greche, le quali si trovano adesso nel museo archeologico di Asmara. Già sin dal 3300 a.C. il regno dei faraoni del periodo tinita avevano rapporti commerciali con questa terra che loro chiamavano la terra di CUSH o terra di PUNT a seconda che la si ubicasse ad oriente del Nilo o sulle coste del Mar Rosso. Sicuramente la più antica testimonianza documentata, risalente a circa il 1500 a.C. , della terra di Punt la troviamo nel tempio di DEIR-el-BAHARI presso Tebe in Egitto, dove la regina-faraone HAT-SHEP-SUT, fece immortalare la spedizione di cinque sue navi, inviate nella terra di Punt per portare in Egitto i tesori vegetali, minerari e animali di cui la terra di Punt era generosa produttrice. Attorno al 930 a.C. la regina di Saba, ovvero Makeda, al suo rientro da Gerusalemme, dopo il suo incontro con il Re Salomone, imponeva al popolo etiopico la religione mosaica allora in forma arcaica in Israele in quanto si usava fare sacrifici di animali sugli altari, come appunto era in uso sino quasi ai nostri giorni da parte dei Falashà ( ebrei etiopi ). Nel 330 d.C. due giovinetti originari da Tiro di Siria, furono catturati dagli etiopi nei pressi del porto di Adulis, essi erano fratelli ed i loro nomi erano Frumenzio ed Edesio, dal capo dei guerrieri etiopi, un certo Abreha, furono condotti alla corte del Re EL-AMILLA’. Questi due giovani siriani erano molto intelligenti, istruiti e cresciuti sotto la prima cultura del nascente Cristianesimo, soprattutto Frumenzio fece conoscere alla corte del Re etiope questa nuova religione che parlava d’amore. Il Re El-Amillà, che rimase profondamente colpito dalla cultura e soprattutto dalla saggezza del giovane Frumenzio, affidò a questi l’educazione del figlio ed erede al trono Ezana. Alla morte di El-Amillà, Ezana salito sul trono impose a tutto il suo popolo la religione cristiana, la quale esiste fino ai nostri giorni sull’acrocoro etiopico ed eritreo nei migliaia di monasteri copti posti quasi sempre sulle cime dei monti, in luoghi spesso ipogei e di difficile accesso. Fu così che quando ancora l’Europa

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La Storia dell’ERITREA

E’ un triangolo di terra del Corno d’Africa posto tra il Sudan, l’Etiopia, il Mar Rosso e la Repubblica di Gibuti. Con una superficie di 121.100 kmq si trova tra 18° e 12° di lat. N. e 36° e 43° di long. E. Essa costituisce la parte più settentrionale dell’acrocoro etiopico, il quale a oriente digrada rapidamente verso la depressione Dancala lungo la costa del Mar Rosso, mentre a occidente digrada più dolcemente verso il deserto sudanese. La sua capitale è ASMARA posta sull’altipiano a 2400 metri sul livello del mare con il suo aeroporto principale. I porti principali sono MASSAUA e ASSAB naturalmente sul Mar Rosso, fanno inoltre parte dell’Eritrea anche le oltre 350 isole dell’arcipelago delle Dahlak, nonché alcune isole delle Hanish poste di fronte ad Assab. Altre città, quasi tutte sull’altipiano, tranne Agordat, Barentù e Tessenei site nel bassopiano occidentale, sono: Cheren, Decamerè, Adi-Ugri (oggi Mendeferà ), Adi-Cahiè, Seganeiti e Senafè. La terra Eritrea è ricca di luoghi archeologici che testimoniano le antiche civiltà che in essa ebbero una lunga storia come il regno di Axum ed il regno di Meroe nell’Alto Nilo. L’antico porto di Adulis, i cui resti archeologici sul Mar Rosso sono ancora da scoprire, testimonia i lunghi rapporti commerciali che questo porto ebbe nell’antichità non solo con l’Egitto, ma anche con il mondo romano e greco, recente è il rinvenimento nei fondali marini dell’isola di Assarca delle Dahlak, posta poco a nord-est della penisola del Buri, di anfore romane e greche, le quali si trovano adesso nel museo archeologico di Asmara. Già sin dal 3300 a.C. il regno dei faraoni del periodo tinita avevano rapporti commerciali con questa terra che loro chiamavano la terra di CUSH o terra di PUNT a seconda che la si ubicasse ad oriente del Nilo o sulle coste del Mar Rosso. Sicuramente la più antica testimonianza documentata, risalente a circa il 1500 a.C. , della terra di Punt la troviamo nel tempio di DEIR-el-BAHARI presso Tebe in Egitto, dove la regina-faraone HAT-SHEP-SUT, fece immortalare la spedizione di cinque sue navi, inviate nella terra di Punt per portare in Egitto i tesori vegetali, minerari e animali di cui la terra di Punt era generosa produttrice. Attorno al 930 a.C. la regina di Saba, ovvero Makeda, al suo rientro da Gerusalemme, dopo il suo incontro con il Re Salomone, imponeva al popolo etiopico la religione mosaica allora in forma arcaica in Israele in quanto si usava fare sacrifici di animali sugli altari, come appunto era in uso sino quasi ai nostri giorni da parte dei Falashà ( ebrei etiopi ).

Nel 330 d.C. due giovinetti originari da Tiro di Siria, furono catturati dagli etiopi nei pressi del porto di Adulis, essi erano fratelli ed i loro nomi erano Frumenzio ed Edesio, dal capo dei guerrieri etiopi, un certo Abreha, furono condotti alla corte del Re EL-AMILLA’. Questi due giovani siriani erano molto intelligenti, istruiti e cresciuti sotto la prima cultura del nascente Cristianesimo, soprattutto Frumenzio fece conoscere alla corte del Re etiope questa nuova religione che parlava d’amore. Il Re El-Amillà, che rimase profondamente colpito dalla cultura e soprattutto dalla saggezza del giovane Frumenzio, affidò a questi l’educazione del figlio ed erede al trono Ezana. Alla morte di El-Amillà, Ezana salito sul trono impose a tutto il suo popolo la religione cristiana, la quale esiste fino ai nostri giorni sull’acrocoro etiopico ed eritreo nei migliaia di monasteri copti posti quasi sempre sulle cime dei monti, in luoghi spesso ipogei e di difficile accesso. Fu così che quando ancora l’Europa

viveva nel paganesimo, sull’acrocoro etiopico, nella lontana e selvaggia africa, nasceva il più antico caposaldo del cristianesimo. Esso ha subito l’influsso del monachesimo più ortodosso che si sviluppò nel deserto egiziano con S.Antonio, S.Pacomio e S.Atanasio, i quali nel deserto crearono monasteri tuttora ferventi di vita monastica.

Dopo Frumenzio, specialmente nel VII° sec. d.C., giunsero in Etiopia del nord, in particolar modo nella regione del Tigrai, altri evangelisti noti come Santi Rom o Tsadcam, Rom perché provenivano dalla Siria allora soggetta all’impero romano d’oriente la cui lingua era allora l’aramaico ed il greco. I Tsadcam tradussero dal greco al ghe-ez ( l’antica lingua etiopica paragonata al nostro latino ) i Vangeli , che ancora oggi possiamo trovare nei vari monasteri disseminati tra le montagne immediatamente a nord e a sud dei fiumi Belesa e Mareb. I corpi dei Santi Rom o Tsadcam si trovano appunto nella chiesa dei Tsadcam in una cavità posta in alto sull’Amba Metara che sovrasta la cittadina di Senafè.

Alla fine del X° sec. l’Etiopia fu sconvolta da un’invasione barbarica condotta da una regina di religione ebraica di nome Gudit, essa era talmente crudele che portò distruzione e rovine dovunque, soprattutto ne risentirono parecchi monasteri cristiani che vennero distrutti, con essa si interruppe momentaneamente la dinastia salomonide di Axum.

Verso il 1149 il dominio in Etiopia passò alla dinastia degli Zaguè del Lasta . Nel 1160 giunse in Gerusalemme, in esilio, un principe etiope di nome Lalibela. Esso

vi fu inviato dalla regina madre per evitare che il fratellastro Harbai, allora sul trono d’Etiopia nella città di Roha, lo facesse uccidere per gelosia.

Nel 1165 circolò presso le corti cristiane in Europa e del Vaticano una lettera scritta da un misterioso Prete Imperatore noto come Prete Janni, il quale, vantando la sua grande potenza e ricchezza, metteva a disposizione dei cristiani le sue armate per liberare la Terra Santa allora sotto il dominio musulmano.

Nel 1177 Papa Alessandro III° scrive una lettera, in risposta ad una lettera del Prete Janni nella quale richiedeva ai cristiani, che nel frattempo avevano liberato Gerusalemme, una cappella ed un altare nella chiesa del S.Sepolcro, senza tuttavia ottenere nulla. Questo Prete Janni era lo stesso Harbai allora sul trono d’Etiopia presso la città di Roha.

Nel 1185 il principe Lalibela lascia Gerusalemme per fare ritorno in Etiopia a rivendicare il trono, al suo arrivo a Roha, il fratellastro Harbai lo accoglie con grandi feste abdicando in suo favore.

Lalibela in ricordo del periodo trascorso a Gerusalemme, dove naturalmente approfondì la sua cultura religiosa, volle riprodurre in Roha la stessa Gerusalemme, in pochi anni creerà ben dieci chiese ipogee costruite scavando nella roccia e asportando il superfluo, considerando il periodo in cui furono costruite in mancanza delle moderne tecniche di costruzione, e della loro bellissima ed unica al mondo architettura, queste chiese sono ancora oggi considerate la settima meraviglia del mondo. Anche il paesaggio circostante prese il nome da Gerusalemme: un fiumiciattolo prese il nome di Jordanos, un monte come quello degli ulivi, la tomba di Adamo, il Golgota in seguito la città di Roha assunse il nome di Lalibela e divenne la città sacra dell’Etiopia.

Questa leggenda del Prete Janni e del suo favoloso regno rimase misteriosa sino al medioevo, quando nel 1520 una flotta di navi portoghesi raggiunse il porto di MACZUA ( l’attuale Massaua ) nel Mar Rosso. Questa flotta era stata inviata dal Re del Portogallo in soccorso del Prete Janni, il quale aveva chiesto aiuto in seguito all’invasione musulmana comandata dal crudele guerriero di nome Gragn ( il mancino ) che rimase ucciso in uno scontro con i portoghesi.

Al seguito di questa missione portoghese, che rimase in Etiopia sino al 1526, vi era il padre gesuita FRANCISCO ALVAREZ, il quale in uno straordinario diario, scritto per conto

del re del Portogallo, descrisse con assoluta fedeltà: usi, costumi, geografia, popolazioni, razze, animali, vegetali, monasteri, chiese e soprattutto i riti cristiani come in Etiopia venivano celebrati.

Francisco Alvarez, dati i tempi in cui questi fatti avvenivano ( siamo nel medioevo ) e secondo il concetto che si aveva allora dell’Africa come di un continente popolato da selvaggi, sapeva benissimo che non sarebbe stato creduto del tutto, per cui nel proemio al diario così egli scrive: “ Giuro sopra l’anima mia ch’io non dirò bugia alcuna, e così come spero e confido nel nostro Iddio che la nostra confessione abbia a essere vera alla mia fine, così sarà ancora il presente mio scrivere, perché mentendo al prossimo si mente a Iddio.”

Questo straordinario diario fu inserito da G.B. Ramusio nella sua corposa opera di 6 volumi intitolata “ Navigazioni et Viaggi “ pubblicata per la prima volta a Venezia nel 1550, il diario di Francisco Alvarez lo si trova nel II° Vol., tutti e sei i volumi sono stati pubblicati di recente dall’editore Einaudi.

Dal XVI° sec. Massaua e le zone adiacenti, per mezzo delle famiglie dei Naib di Archico, erano sotto il dominio della Sublime Porta ( Turchia ), come del resto anche l’Arabia e lo Yemen.

Nel 1851 il prof. G.Sapeto, attraversa la Dancalia da Assab alla Piana del Sale. Il 17 Novembre del 1869 viene aperto alla navigazione il “ Canale di Suez “, il Mar

Rosso acquista una straordinaria importanza strategica per le rotte dell’Estremo Oriente; le nazioni europee avevano già cominciato a dividersi i possedimenti del continente africano, l’Italia stava appena nascendo come nazione, solo nel 1870 avverrà la conquista di Roma.

Possiamo dire che la nascita dell’Italia coincide quasi con la nascita dell’Eritrea favorita dall’apertura del Canale di Suez.

Nello stesso mese dell’apertura del Canale, Giuseppe Sapeto è inviato con l’ammiraglio Acton in Mar Rosso dove per conto della società di navigazione Raffaele Rubattino acquista per 15.000 talleri la baia di Assab per farne una base di rifornimento di carbone per le navi dirette alle Indie.

13 Maggio 1870: La bandiera italiana, essendo Re d’Italia Umberto I°, viene issata sul promontorio di Buia.

17 Maggio 1872: Massaua e le zone limitrofe passano dalla Turchia all’Egitto. 1875………………..: Lo svizzero Werner Munzinger, per conto dell’Egitto, attraversa il

territorio Dancalo da Ancile alla Piana del Sale. Dicembre 1879: Il Governo Italiano, sempre Re d’Italia Umberto I°, riscatta dalla

società Rubattino la baia di Assab per 416.000 lire. Gennaio 1880: La società Rubattino acquista alcune isole prospicienti la baia di

Assab L’Italia istituisce un Commissariato civile in Assab. Giugno 1881: Alcune tribù dancale uccidono, nell’inferno della Dancalia, tutti i

componenti della spedizione di Giuseppe Giulietti. Giugno 1882: Muore a Caprera Giuseppe Garibaldi. Luglio 1882: Assab, le isole della baia e le zone adiacenti sono cedute dalla

società Rubattino all’Italia e sono dichiarate Colonia Italiana. Ottobre 1884: Nella Dancalia avviene un nuovo eccidio questa volta della

spedizione al comando dell’esploratore Gustavo Bianchi. Il Ministero degli Esteri Inglese, trovandosi in difficoltà per il movimento mahdista in Sudan, suggerisce all’Italia di occupare il porto di Massaua, onde potere aiutare la guarnigione inglese assediata dai mahdisti a Cassala.

Dicembre 1884: Si prepara la conquista di Massaua dopo la conferma dell’appoggio britannico.

Gennaio 1885: Per la prima volta il Governo Italiano parla apertamente di una politica coloniale attraverso il giornale “ Il Diritto “. Salpa da Napoli il Col. Tancredi Saletta con un corpo di 1500 uomini diretto ad Assab. Il ministro Mancini difende la politica coloniale italiana giustificandone la necessità come sbocco per l’emigrazione e non come sfruttamento.

Febbraio 1885:Viene occupata Massaua, Otumlo, Moncullo, Arafali, le isole Dahlak, Archico e Saati.

Marzo 1885: Alla camera si rinnovano interpellanze sulle manovre dell’Italia in africa.

Maggio 1885: L’occupazione di Massaua è approvata dalla Camera con 180 voti a favore e 97 contrari.

Giugno 1885: Gli italiani occupano i forti di Saati a 30 km. da Massaua. Dicembre 1885: Massaua è annessa al Regno d’Italia. Gennaio 1886: A Massaua viene inviato il gen. Pozzolino per trattare con il negus

Johannes in merito all’occupazione italiana . La trattativa viene annullata pochi giorni dopo. Gennaio 1887: A Dogali un nostro drappello di 500 soldati al comando del ten.

Col. De Cristoforis, viene accerchiato e massacrato dai guerrieri di Ras Alula. Febbraio 1887: Le reazioni al massacro di Dogali sono violente. In data 4

Febbraio viene approvato un credito di 5 milioni per proseguire nell’impresa africana. La Pirelli firma una convenzione per la posa di cavi telegrafici sottomarini diretti ad Assab.

Giugno 1887: Viene approvato uno stanziamento straordinario di 20 milioni per preparare un corpo di spedizione di volontari da inviare in africa.

Luglio 1887: Muore il primo ministro Agostino Depretis ed il consiglio dei ministri si dimette.

Agosto 1887: Francesco Crispi assume la Presidenza del Consiglio. Novembre 1887: Un corpo di spedizione al comando del gen. Alessandro Asinari di

S.Marzano parte per Massaua appoggiato da 5 piroscafi. Marzo 1888: Il negus Johannes protesta per l’occupazione italiana di Dogali,

Saati ed altre località etiopiche. Aprile 1888: Si interrompe ogni trattativa con il negus Johannes di fronte

all’intransigenza del Governo Italiano. Agosto 1888: Un altro protettorato italiano viene stabilito a Zula. Ottobre 1888: Il generale Antonio Baldissera costituisce il primo contingente di

soldati Ascari, indigeni inquadrati a tutti gli effetti come soldati italiani. Gennaio 1889: In Abissinia il negus Johannes ed il ras Menelik stringono un

patto di alleanza, quest’ultimo era prima alleato dell’Italia. Febbraio 1889: Il sultanato somalo di Obbia accetta il protettorato dell’Italia. Marzo 1889: Muore il negus Johannes combattendo contro i mahdisti a

Metemma e gli succede il ras Menelik. Nella confusione della successione al trono d’Etiopia le truppe italiane ne approfittano ed avanzano senza colpo ferire all’interno del territorio africano.

Maggio 1889: Viene firmato il trattato di Uccialli tra l’Italia e l’Abissinia. Il gen. Baldissera occupa Cheren.

Agosto 1889: Asmara, in Etiopia, è occupata dalle truppe italiane al comando del gen. Baldissera. Il ras Makonnen, cugino di Menelik, guida la delegazione etiopica che sbarca in Italia per la definitiva ratifica del trattato di Uccialli.

Ottobre 1889: Francesco Crispi esalta la missione civilizzatrice dell’Italia in un discorso al Politeama di Palermo.

Novembre 1889: L’Italia, in rappresentanza dell’Abissinia, partecipa alla Conferenza di Bruxelles per l’abolizione della tratta degli schiavi in africa.

Gennaio 1890: Francesco Crispi battezza i possedimenti italiani nel Mar Rosso con il nome di “ E R I T R E A “, i confini sono segnati dai fiumi Mareb e Belesa. L’esploratore Vittorio Bottego esplora la Dancalia da Massaua ad Assab.

Giugno 1890: Un migliaio di Dervisci, si spinge nel territorio dei Beni-Amer, devastandolo, accorre da Cheren il cap. Fara con due compagnie. Il 27 Giugno avviene lo scontro con i Dervisci sulle rive del fiume Barca, presso Agordat, li sconfigge liberando prigionieri e prede. Agordat viene così occupata e vi viene costruito un forte.

Dicembre 1891: Essendo primo ministro il Rudinì, l’Italia cerca un accordo con il ras del Tigrè Mangascià per controbilanciare i difficili rapporti con il ras Menelik.

Febbraio 1892: Il Col. Oreste Baratieri viene nominato governatore dell’Eritrea. Maggio 1892: Il Re Umberto I° affida l’incarico di costituire il nuovo governo

a Giovanni Giolitti. Agosto 1892: Dietro il pagamento di un canone di 280.000 lire l’Italia

assicura la sua autorità sui porti di Brava, Merca, Mogadiscio e Warshikh in Somalia. Febbraio 1893: Il ras Menelik denuncia il trattato di Uccialli. Dicembre 1893: A Francesco Crispi viene affidato l’incarico di formare il nuovo

governo. Il Califà di Kartoum raduna a Cassala oltre 10.000 fucili e 400 lance, affidandone il comando ad Ahmed-Alì, emiro del Ghedaref, con l’incarico di spingersi su Cheren e Massaua. Il Col. Arimondi concentra in Agordat 2.400 uomini e 8 cannoni in attesa dei Dervisci, che ben presto giungono accampandosi nei pressi del forte di Agordat. Il 21 Dicembre i Dervisci si spingono ad est del forte allo scopo di precludere la ritirata agli italiani. Il Col. Arimondi decide allora l’attacco: nonostante l’enorme disparità di uomini, con una abile manovra e con ripetuti assalti alla baionetta, gli italiani volgono in fuga il nemico, che lascia sul terreno un migliaio di morti, tra cui lo stesso emiro Ahmed-Alì, nelle nostre mani cadono un migliaio tra feriti e prigionieri, 72 bandiere, 1 mitragliera e 700 fucili. Da parte italiana si hanno 3 ufficiali , 1 furiere e 104 ascari morti; 2 ufficiali, 1 furiere e 121 ascari feriti. Fu una delle più belle e complete delle nostre vittorie in africa, essa diede una grave scossa alle fortune del Califà di Kartoum. Dal 12 Gennaio 1894 al 9 di Febbraio 1897 AGORDAT è stata sede del concentramento delle forze italiane dell’Eritrea, ordinato dal gen. Viganò per fronteggiare una grossa incursione dei Dervisci sfociata poi negli scontri di Sciaglet e Gulsa.

Luglio 1894: Il gen. Oreste Baratieri occupa Cassala nel Sudan. Gennaio 1895: Il 13 e 14 gennaio battaglia di Coatit tra le truppe italiane e

quelle abissine al comando di ras Mangascià. Novembre 1895: L’Italia subisce una grave sconfitta all’Amba-Alagi dove

perdono la vita circa 2.000 uomini al comando del cap. Toselli. Gennaio 1896: Le truppe italiane si ritirano da Makallè in seguito all’attacco

di Menelik. Febbraio 1896: A Roma Crispi propone la sostituzione del gen. Baratieri con il

gen. Baldissera e spinge Baratieri ad un’offensiva contro Menelik. Marzo 1896: Baratieri attacca presso Adua le forze abissine che forti di

70.000 uomini contro i 16.000 italiani, riportano una schiacciante vittoria. A seguito della sconfitta di Adua il primo ministro Crispi si dimette. Il nuovo governo è affidato al gen. Cesare Ricotti.

Aprile 1896: Il Col. Stevani il 24 aprile libera il presidio di Cassala. Dopo pochi giorni viene liberata Adigrat, dove era rimasto bloccato il battaglione Prestinari.

Ottobre 1896: Il 26 viene firmato il trattato di pace con Addis-Abeba. Marzo 1897: L’esploratore Vittorio Bottego muore ucciso dai Galla sul

Daghà-Roha in seguito ad una imboscata. Novembre 1897: Ferdinando Martini è nominato governatore dell’Eritrea, ha

inizio con lui l’amministrazione civile dell’Eritrea. Dicembre 1897: La città di Cassala viene restituita al governo Anglo-Egiziano,

la distanza dai possedimenti italiani implicava spese troppo onerose per il suo mantenimento.

Luglio 1900: Un accordo con Menelik, per merito di Ferdinando Martini, fissa definitivamente i confini dell’Eritrea ai fiumi Mareb, Belesa e Muna.

Maggio 1902: il 15 maggio viene firmata una convenzione Italo-Anglo-Abissina con la quale oltre a fissare i confini tra Etiopia e Sudan Anglo-Egiziano, veniva portato il confine tra Eritrea e Sudan Anglo-Egiziano sulla linea del Setit ed il paese dei Cunama passava così all’Eritrea dando quindi a quest’ultima la comunicazione diretta con la regione del lago Tana.

Settembre 1904: Il 26 settembre è inaugurato il primo tratto ferroviario Massaua-Ghinda.

Maggio 1908: Il 16 maggio viene firmata la convenzione Italo-Etiopica per il confine della Dancalia Eritrea, che viene fissato su una linea a 60 km. dalla costa del Mar Rosso.

Marzo 1910: Il 1° di marzo è inaugurato un secondo tratto ferroviario Ghinda-Nefasit.

Dicembre 1911: Il 5 dicembre è finalmente inaugurato l’intero tratto ferroviario MASSAUA-ASMARA.

Ottobre 1914: La ferrovia adesso prosegue da Asmara verso il bassopiano occidentale verso Cheren, il 20 ottobre è inaugurato il primo tratto Asmara-Dem-Sebai di 31 km.

Agosto 1921: Un terremoto disastroso provoca vari danni a Massaua. Settembre 1921: Una seconda scossa colpisce ancora Massaua. Ottobre 1921: Il 1° ottobre viene aperto un altro tratto ferroviario Dem-

Sebai-Elaberet di 47 km. L’8 ottobre una terza forte scossa tellurica dà il colpo di grazia a Massaua che viene quasi completamente distrutta. Sarà in seguito completamente ricostruita dall’Italia secondo i canoni dell’architettura araba e diventerà la “ Perla del Mar Rosso “.

Maggio 1922: Il 7 maggio è completato un altro tratto ferroviario Elaberet-Halib-Mentel.

Luglio 1922: La ferrovia dopo l’ultimo tratto di 12 km. giunge finalmente a Cheren, tuttavia l’apertura dell’intero esercizio avverrà il 1° dicembre 1923.

Febbraio 1925: Il 16 febbraio è aperto un ulteriore tratto ferroviario Cheren-Agat che adesso si dirige verso Agordat.

Marzo 1926: Il 12 marzo è ultimato un ulteriore tratto ferroviario Agat-Darotai.

Maggio 1926: Il 7 maggio è aperto un ulteriore tratto ferroviario Darotai-Mai-Adartè.

Marzo 1927: Il 21 marzo la ferrovia prosegue nel tratto Mai-Adartè- Umfutat.

Ottobre 1927: Il 30 ottobre la ferrovia prosegue da Umfutat alla fermata sul fiume Barca.

Febbraio 1928: Il 17 febbraio la ferrovia giungeva sino ad AGORDAT, principale centro del bassopiano occidentale verso il Sudan.

Marzo 1928: Il 13 marzo ha inizio la spedizione in Dancalia di Nesbit, Pastori e Rosina. Partendo dal fiume Awash raggiungono Mersa-Fatma sulla costa del Mar Rosso attraversando il sultanato dell’Aussa e del Birù. La spedizione si concluderà il 26giugno. Si comincia a conoscere finalmente questa regione infernale nella sua orografia, ma anche e soprattutto si svelavano zone immense dove il calore del sole, il paesaggio bruciato, vulcanico, le colate di lava tagliente e vulcani con la lava in perenne ebollizione si sviluppano su deserti di arene infuocate e dove quello che una volta era il fondale di una parte del Mar Rosso adesso è un deserto di sale che impedisce la vita a qualsiasi forma sia animale che vegetale. Il Nesbit, il Pastori ed il Rosina furono i primi ad attraversare indenni la Dancalia per tutta la sua lunghezza, altri ci tentarono ma non riuscirono mai a venirne fuori, essi scomparvero per sempre nel deserto uccisi dagli Afar, il solo popolo in grado di sopravvivere in questo deserto infernale.

Marzo 1929: Il 3 marzo, dopo lunghissima preparazione e superando grandi difficoltà organizzative, il trevigiano barone Raimondo Franchetti parte da Gaarre per una lunga spedizione nella Dancalia alla ricerca dei resti della spedizione Giulietti massacrata dagli Afar nel giugno del 1881. Franchetti riuscì nell’impresa trovando i corpi dei componenti la spedizione il 24 maggio 1929 e riportando in Patria i corpi degli sventurati esploratori.

1935 -1936 Campagna Italo – Etiopica: In soli 6 mesi viene conquistata l’Etiopia ed il resto della Somalia. Nasce l’A.O.I. ( Africa Orientale Italiana ). Da quando, nel l’ottobre del 1932, il Re Vittorio Emanuele III° visitò la colonia primigenia, ci si era resi conto come l’Eritrea fosse stata abbandonata a se stessa e si notò pure quanto labile fosse il suo confine con l’Etiopia. Da quel momento iniziò per l’Eritrea una completa trasformazione. Furono migliorate le vie di comunicazione, potenziata la ferrovia, venne costruita la più lunga teleferica del mondo, tutto questo in previsione del grande afflusso di materiali necessari al sostentamento delle truppe per la conquista dell’Etiopia. Da Campo di Marte, nei pressi di Massaua, a Godaif alla periferia di Asmara saliva questa teleferica, dal livello del mare ai 2340 metri di Asmara, fu un’opera titanica per quei tempi, sia per le difficili condizioni climatiche del bassopiano orientale dove si raggiungono temperature anche superiori ai 40° e sia per l’orografia del territorio che bisognava attraversare, basti pensare che si attraversava una parte iniziale della Rift-Walley che appunto in africa ha inizio in Eritrea, essa è formata da alte montagne separate da profonde valli, pertanto furono necessarie campate uniche anche di 900 metri con piloni di sostegno alti 30 metri; lo sviluppo totale era di 71,8 km. con 8 stazioni motrici con motori Diesel Tosi da 150 CV. di potenza. Era una teleferica a 3 funi ( 2 portanti di 30 mm. e una traente di 20 mm. ), con 1500 carrelli della capacità ciascuno di 300 Kg. distanziati tra loro di 100 metri che procedevano alla velocità di 2,75 metri al secondo, in 7 ore il carico da Massaua giungeva ad Asmara, 30 tonn. all’ora in ciascun senso pari a 300 tonnellate al giorno per un servizio normale di 10 ore, equivaleva al carico di 30 treni al giorno. Nello stesso periodo viene inaugurata la linea aerea civile che collega direttamente l’Italia all’Eritrea. Asmara gode fino al 1940 del suo massimo sviluppo urbanistico, così pure Massaua con il suo splendido porto diventato il più importante ed attrezzato del Mar Rosso, lo stesso dicasi per Cheren, per Decamerè con le sue industrie, per Adi-Ugri con le sue coltivazioni, tutte queste cittadine si arricchirono delle più belle costruzioni dell’Art-Decò italiana d’oltremare. Solo

Massaua, dopo i disastrosi terremoti del 1921 venne ricostruita dall’Italia mantenendo inalterata la sua architettura arabo-turca, bastava guardare la splendida sede della Banca d’Italia che l’arch. Giuseppe Canè realizzò tra il 1925 e il 1928, Massaua era la “ Perla del Mar Rosso “ posta sulle rive di questo mare unico al mondo all’altezza dell’equatore termico della terra, doveva quindi mantenere la sua originaria bianca architettura, come era lo splendido Palazzo del Serraglio, fatto costruire nell’adiacente isola di Taulud fra il 1872 e il 1875 dallo svizzero Munzinger Pascià durante il governo khediviale dell’Egitto subentrato alla Grande Porta d’Oriente.

E T N I E L’Eritrea ha una popolazione di origine Afro-Asiatica suddivisa in nove gruppi etnici

con diverse origini linguistiche: Quelli di origine linguistica Kuscitica sono: 1)- Gli AFAR che vivono nella Dancalia e rappresentano il4% della popolazione. 2)- I BILENI che vivono nell’area di Cheren e rappresentano il 2% della popolazione. 3)- Gli HEDAREB che vivono nell’area di Tessenei e rappresentano il 2% della

polazione. 4)- I SAHO che vivono nell’area di Foro e rappresentano il 3% della popolazione. Quelli di origine linguistica Nilotica sono: 5)- I KUNAMA che vivono nel bassopiano occidentale e rappresentano il 3% della

popolazione. 6)- I NARA ( o BARIA ) che vivono nei bassopiani e rappresentano il 2% della

popolazione. Quelli di origine linguistica Semitica sono: 7)- I TIGRE’ che vivono sull’altopiano e rappresentano il 35% della popolazione.

8)- I TIGRINI che vivono sull’atopiano e rappresentano il 48% della popolazione. Quelli di recente origine araba sono: 9)- I RASHAIDA che vivono sulla costa del Mar Rosso nell’area a Nord di Massaua. R E L I G I O N I Le principali religioni praticate in Eritrea sono quella Islamico-Sunnita musulmana, quella Cristiano-Ortodossa Copta, quella Cattolica e quella Protestante, in aggiunta a una piccola minoranza Animista.

Il Sunnismo è l’orientamento nettamente maggioritario dell’Islam, circa il 90% dell’intero mondo islamico, che prende il suo nome dal termine auabo “Sunna” ( consuetudine ), riferita al profeta dell’Islam Muhammad e ai suoi Sahaba ( Compagni ). La Chiesa Copta è una chiesa cristiana-monofisita, il termine “copto” deriva dall’arabo “qubt”, un’arabizzazione del termine di Kubti (bohaitico) e Kubtaion ( saidico ). Tale termine a sua volta deriva probabilmente dal greco aiguptius ( egiziano ). Per Monofisismo si intende una dottrina religiosa cristiana in cui si afferma che nella persona storica di Gesù Cristo esista una sola natura, la natura divina del Figlio di Dio. L’umanità di Gesù, dunque, fu solo apparente, o per lo meno totalmente “dissolta” nella sua divinità. Il Monofisismo si sviluppò in molte parti dell’Impero Romano d’Oriente, ma particolarmente in Eritrea, Egitto, Etiopia, Siria e Armenia.- Oggi queste chiese, ancora esistenti, si autodefiniscono apostoliche, ortodosse o ortodosse-copte, creando confusione con le chiese ortodosse calcedonesi, generalmente conosciute come Ortodosse o Cattoliche. L’animismo è una religione che attribuisce un’anima a tutti i fenomeni naturali, una energia che pervade tutto l’esistente, visibile ed invisibile, causa di ogni fenomeno, della vita e della morte, della stabilità e di ogni cambiamento, intrinseco ad ogni essere vivente, uomo, animale o vegetale e nella materia sia essa solida , liquida o gassosa. L’animista possiede la ferma convinzione dell’esistenza di questa energia, la sua iniziazione ed il suo percorso religioso consistono nella acquisizione di una profonda sensibilità nei confronti della natura, nell’osservazione dei fenomeni naturali e degli avvenimenti ciclici come i giorni, le lunazioni, le stagioni.-

A S M A R A

ASMARA è l’Eritrea e a sua volta l’ERITREA è Asmara Essa meriterebbe un libro a sé, posta sull’acrocoro eritreo a 2340 metri sul livello del

mare è oggi un piccolo gioiello dell’architettura italiana d’’Oltre Mare con i suoi edifici dell’Art-Decò e Liberty degli anni trenta, rimasti intatti sotto il suo cielo di cristallo azzurro.

Il suo primo sviluppo ha inizio quando il 16 dicembre del 1897 viene eletto, come primo governatore civile dell’Eritrea, FERDINANDO MARTINI, insigne letterato e scrittore. Nel 1898 viene firmato il primo decreto governativo affinché Asmara acquisti “ dignità urbana “. Nel 1899 il Governatore trasferisce la capitale dell’Eritrea da Massaua ad Asmara.

Nel 1900 viene costruito il molino della ditta Vaudetto per la produzione della farina. Nel 1901 viene costruita la prima rete fognaria. Tra il 1902 e il 1905 sono costruiti più di 100 edifici privati in muratura. Nel 1903 viene fondato l’Istituto Sierovaccinogeno, importantissimo per le zone dei

bassopiani infestati di serpenti velenosissimi e di malattie tropicali, in questo anno nasce anche la prima scuola elementare laica italiana.

Il 1° dicembre 1904 viene inaugurato il primo impianto elettrico di Asmara (centrale termica a combustibile vegetale) destinata a sostituire l’illuminazione a petrolio.

Tra il 1905 e il 1906 viene costruita la Sinagoga. Nel 1912 inizia l’attività la Tipografia Francescana, apre anche la sede commerciale

dell’industriale De Rossi per lo sfruttamento della “ Palma Dum “ (l’avorio vegetale), con stabilimenti a Cheren e Agordat.

Nel 1913 hanno inizio i lavori per l’acquedotto di Asmara. Nel 1914 si costituisce la Società Eritrea di Macinazione per la produzione di farina e

pasta alimentare. Si inaugurano inoltre l’albergo Roma, la filiale della Banca d’Italia e viene approvato il Piano Regolatore di Massima di Asmara.

Nel 1916 viene ultimato il palazzo delle Poste in classico stile Liberty. Nel 1919 viene inaugurato il primo impianto idroelettrico, viene inoltre ultimato il

progetto per portare l’acqua da Adi-Nefas ad Asmara, verranno poi costruite le dighe di Adi-Nefas, di Valle Gnecchi e di Belesa, nonché gli impianti per sfruttare le sorgive nella zona di Sembel e Godaif.

Asmara è un continuo cantiere. Nel 1920 viene costruita la Villa Hamasien su progetto dell’ing. Reviglio in classico

stile nord-europeo. Viene anche costruito il teatro Asmara su progetto dell’ing. O. Cavagnari, il tetto della sala è decorato con motivi muliebri in classico stile Liberty dal pittore Saverio Frera.

Sempre nel 1920 viene progettata dall’arch. Ernesto Gallo la nuova chiesa copta di Nda-Mariam. Questa chiesa fu costruita nello stesso luogo dove sorgeva l’antica chiesa dedicata a S. Maria ( cioè. Nda-Mariam ). ( Secondo una antichissima tradizione la nascita di questa chiesa la si fa risalire a circa 2400 anni fa, quando un uomo proveniente da Gerusalemme pare abbia adagiato su questo luogo l’ “ ARCA dell’ALLEANZA “, l’antica chiesa infatti fu dapprima un tempio sabeo, che nel VII° sec. d. C. fu consacrato al culto cristiano-copto.)

Nel 1922 ha inizio ha inizio la costruzione della Cattedrale Cattolica di Asmara in stile romanico-lombardo progettata dall’arch. Oreste Scanavini fu condotta a termine da Mario Mazzetti e venne consacrata nel 1923. L’imponente edificio, con mattoni rossi a vista, misura 45 metri di lunghezza per 20 di larghezza, la sua torre campanaria di pianta quadrata ha un orologio con quadranti sui quattro lati è alta 52 metri.

Nel 1923 ha inizio l’attività assicurativa di due compagnie italiane: la “Riunione Adriatica di Sicurtà” di Trieste e la “Assicurazioni Generali” di Venezia.

Nel 1925 hanno inizio i lavori per la scuola media per Eritrei “Vittorio Emanuele III°”. Nascono frattanto le prime grandi costruzioni lungo quel viale principale il cui nome

seguirà la storia dell’Eritrea: si chiamerà prima Viale Mussolini, poi Corso Italia, indi Viale Hailè Sellassiè (durante l’occupazione etiopica), in seguito Viale Nazionale ( sotto il Derg di Menghistù) ed infine Viale della Liberazione ( da quando l’Eritrea nel 1993 diventò una nazione libera e indipendente).

Nel 1931 si costruisce la diga del Sembel e un impianto di filtrazione a Godaif. Nel 1933 ha inizio la bitumazione delle principali strade di Asmara e ha inizio il primo

collegamento aereo civile tra Roma e Asmara. Nel 1935 nasce il Municipio di Asmara. In questi anni viene inaugurata la sede della

Banca Nazionale del Lavoro. La Villa Hamasien viene trasformata in albergo. Nel 1936 nasce la ditta “Costruzioni Meccaniche Vincenzo Costa” . Vengono

inaugurate le filiali del Banco di Roma e del Banco di Napoli. Nasce la S.E.D.A.O. (Società Elettrica dell’Africa Orientale). Nasce la società S.A.B.A. (Società Africana Bevande Affini) per l’imbottigliamento delle acque sorgive del Citone ed Eletta Mareb. Nasce l’azienda L.E.A.

(Liquorificio Emiliano Asmara). Nasce anche la società Fenili per la produzione di vini e liquori.

Nel 1937 viene fondata la C.I.A.A.O. (Compagnia Immobiliare Alberghi Africa Orientale). Nasce l’azienda “Ghiacciaia Amilcare Covezzi”. Viene costruito il Mercato delle Granaglie. Si inaugura l’Ospedale Italiano “Regina Elena”.

Nel 1937 viene lanciato un concorso fra ingegneri e architetti per un Progetto di Massima per la “Sistemazione Architettonica” e del Piano Regolatore di Asmara

Il 1938 vede la realizzazione di importanti costruzioni: La Grande Moschea, il Mercato Coperto opere dell’arch. Guido Ferrazza; il cinema

Impero, viene inoltre approvato il progetto per la costruzione del Cinema Teatro CIAAO il cui primo nome fu “cinema Augustus” e attualmente cinema Capitol, la sua capienza era di 2000 posti con il tetto della sala che si apriva per rinnovare l’aria all’interno ( ha ospitato all’epoca degli anni ’30 importanti compagnie di teatro come quella di TOTO’ , di ODOARDO SPADARO, di MACARIO e tante altre.

Asmara tra gli anni ’30 e ’50 era considerata la Svizzera dell’Africa. Per il suo clima eternamente primaverile, con il suo cielo di cristallo azzurro intenso per i suoi 2400 metri di altitudine e con la sua vita mondana era il rifugio durante le infuocate estati africane per i molti europei che vivevano nell’Africa Orientale e non solo. Ad Asmara vi erano alcune compagnie teatrali e orchestre che davano spettacoli di pregevole fattura, voglio ricordare che ad Asmara fecero i primi passi sul palcoscenico attrici e attori che in Italia si sarebbero fatti conoscere come l’allora professoressa di liceo ANNA MISEROCCHI ed il noto REMO GIRONE e con la sua orchestra l’indimenticabile RENATO CAROSONE. Allo scoppio della guerra si trovavano in Asmara alcune compagnie teatrali che a causa della chiusura del Canale di Suez rimasero bloccate in Eritrea, mi piace ricordare alcuni nomi di attrici e attori che seppero allietare con la loro bravura il pubblico generoso di Asmara, chi ha vissuto in quegli anni in Asmara ricorderà: PINA CRISCUOLO, GINO MILL, GENNARO MASINI, NINI MAZZA, MARIO FOLENA, JONNI BROCCATI. MARIO BRECCIA, ITALIA MORENO, e l’indimenticabile TRIO GOLDE con ANGELA PACCIANI, ETTORE GENNARI E CARLO MARCHINI, era un trio di veri atleti che facevano della loro forza un’armonia di eleganti danze, essi erano giunti in Eritrea nei primi del ’40 con la compagnia di riviste “ Strarataplan “, famose sono rimaste le loro interpretazioni: “ il tango delle fruste “ danzato al ritmo della “cumparsita”, “ Ombre “, “ Gli Apaches “, “Il Sogno di Listz “ ed “Il plastico “, quando Angela si lanciava dall’alto per ricadere nel vuoto tra le braccia di ETTORE e CARLO tutti trattenevamo il respiro per poi prorompere in fragorosi applausi. Oltre ai nomi che ho citato vi furono moltissimi altri attori e attrici con cui mi scuso per non averli ricordati, la memoria purtroppo ogni tanto fa cilecca. A conclusione di questi lontani ricordi voglio qui citare un pensiero dell’attrice Pina Criscuolo: “ Allo scoppio della guerra le compagnie che si trovavano in Eritrea e in Etiopia furono costrette a rimanere, per loro fu questa una vera fortuna in quanto, da compagnie volanti di città in città come avveniva in Italia, facendo una vita con alzataccie mattutine nel rigore degli inverni per raggiungere spesso anche paesi sperduti, in Eritrea diventarono compagnie stabili chi del Cinema Impero, chi del cinema Odeon, chi del cinema Augustus e chi del cinema Excelsior, insomma Asmara per loro divenne la Mecca del Teatro. II° GUERRA MONDIALE.

Il 10 Giugno 1940 l’Italia entra nel conflitto mondiale. L’11 Giugno 1940 Asmara subisce la prima incursione aerea da parte degli Inglesi . Nel 1941 nasce la ditta “ Prodotti Vitale “ allo scopo di fornire vini e liquori autarchici per il mercato locale. Allo scoppio della II° Guerra Mondiale, il Canale di Suez, in mano agli Inglesi, è interdetto alle navi italiane, per cui le colonie italiane dell’Africa Orientale rimangono completamente isolate dalla Madre Patria. Nasce in questo periodo la “ Centrale del Latte “ e “ l’Industria Miele Milani “. A causa dell’avanzata delle truppe inglesi in Etiopia, Asmara accoglie i profughi da tutta l’Etiopia. La B A T T A G L I A di C H E R E N Sicuramente fu la più grande ed aspra battaglia combattuta in terra d’africa dalle truppe italiane assieme ai fedeli Ascari contro le truppe inglesi composte da battaglioni indiani, sudanesi, sudafricani, scozzesi, inglesi e francesi: Si è combattuta dal 31 Gennaio sino al 27 Marzo 1941; furono 56 giorni di aspri combattimenti dove rifulse l’eroismo del soldato italiano e degli Ascari: il IV° battaglione Toselli di Ascari si dissanguò più volte e più volte fu ricostituito poiché i reduci ritornavano ai villaggi e reclutavano nuovi Ascari e l’eroismo non scemava mai. Tante volte attorno alle montagne che circondano Cheren che la proteggono come bastioni, sulla Forcuta, sul Sanchil, sullo Zeban, sulla quota 1616, sul Dologorodoc, nella stretta del Dongolas, le postazioni furono difese e anche perse e riconquistate con violenti corpo a corpo dai Granatieri, dagli Alpini “ WORK AMBA “, dai Bersaglieri, dai Carabinieri, dagli Artiglieri, dalle Camicie Nere, dagli Ascari contro i Camerons scozzesi, i Punjab, i Rajputana, i Maharatta e i feroci Sihk tutti indiani. Molteplici furono gli assalti all’arma bianca e le cariche di cavalleria delle Penne di Falco contro i carri armati inglesi “Matilda”. La battaglia giunse al suo epilogo con la morte del Gen. ORLANDO LORENZINI medaglia d’Oro al Valor Militare, dai suoi Ascari era considerato l’ “AMBESA’ “ invulnerabile, era il 17 Marzo 1941 attorno alle ore 15, mentre nei pressi del forte DONGOLAS, stava andando a rincuorare i suoi Ascari, lo spezzone di un granata lo colpì a morte. La notizia si sparse come un fulmine, giunse alla stazione ferroviaria di Cheren, dalla quale tramite telefono fu comunicata alla stazione di Asmara, e da qui in tutta l’Eritrea. Da quel momento, dopo gli ultimi combattimenti in cui trovò la morte anche il Col. dei Bersaglieri BARZON, gli inglesi entrarono in Cheren dirigendosi subito verso Asmara. Ad Adi-Teclesan avvenne l’ultima disperata difesa solo per ritardarne l’avanzata, in quest’ultima battaglia perdette la vita il Col. BORGHESE, comandante del10° reggimento granatieri di Savoia, e splendette come sempre l’eroismo del ten. di cavalleria AMEDEO GUILLET, soprannominato dalle sue Penne di Falco “ Cummundar-as-Shaitan” ovvero “Comandante Diavolo”. Da Asmara intanto era stata inviata una delegazione di resa capeggiata dall’Arcivescovo di Asmara Monsignor MARINONI. Il 1° Aprile del 1941 gli inglesi entravano in Asmara e l’8 Aprile anche Massaua si arrendeva dopo che tutte le navi in porto si autoaffondavano per ostruire l’accesso. La battaglia di Cheren si concluse per esaurimento di uomini e mezzi, su circa 50.000 uomini tra italiani ed ascari ne morirono più di 12.000. Ascari e Italiani giacciono oggi gli uni accanto agli altri nel cimitero degli “ EROI “ di Cheren, in mezzo ad essi vi è la

tomba del loro comandante il Gen. ORLANDO

LORENZINI. Sempre a Cheren vi è anche il cimitero Inglese. COSI’ SCRISSERO GL’INGLESI DI CHEREN: << E’ probabile che, nel futuro, la storia dovrà segnalare questa battaglia come una delle decisive nel mondo >>. << Cheren ha costituito il supremo sforzo italiano e la prodezza delle truppe italiane non è stata mai sorpassata. Lo stesso terreno, senza alcuna fortificazione, era sufficiente per una Verdun e non vi è dubbio che, a metà del marzo 1941, divenne una sorta di Alcazar italiano. Nello sforzo di tenere a tutti i costi, nulla fu risparmiato, tanto meno gli uomini >>. << La cattura di Cheren è stata certamente l’episodio vitale di tutta la campagna in Africa Orientale se non la più importante battaglia della guerra. Le perdite per entrambe le parti furono pesanti in rapporto al numero delle truppe impiegate.>> << Gli italiani combatterono bene e possono esserne giustamente fieri.>> << Chi combattè su altri fronti sa che nulla, nulla è stato peggio di Cheren: combattimenti sanguinosi, sgomentanti e paurosi.>> << Quelli che erano lì sono unanimi sulla estrema durezza di quella lotta e alcuni sostengono che i combattimenti a Cheren furono più selvaggi di quelli di Monte Cassino.>> CHURCHILL AI COMUNI: << Cheren resiste ostinatamente….>> CHURCHILL AL GENERALE WAVELL: << Sono preoccupato degli sviluppi della battaglia di Cheren….>> WAVELL A CHURCHILL: << Cheren si sta dimostrando una noce dura da schiacciare….>> CHURCHILL AI COMUNI: << L’Abissinia può aspettare. Avevamo sperato che l’Eritrea avrebbe potuto essere ripulita….>> WAVELL A CHURCHILL: << Il nemico ci sta contrattaccando ferocemente e ripetutamente e, anche se le sue perdite sono state eccessivamente pesanti, non vi sono segni immediati di cedimenti. Gli italiani stanno evidentemente compiendo sforzi disperati per salvare questa posizione.>> Da parte italiana non si parlò molto di questa battaglia anche perché gli eventi precipitarono drammaticamente.

Il 20 Aprile del 1941 l’Amministrazione Militare Britannica concedeva alle autorità italiane l’amministrazione civile dell’Eritrea. Secondo l’uso inglese il traffico veicolare doveva tenere la sinistra. Sempre nel 1941 alcuni medici italiani dell’ospedale “ Regina Elena “ fondano ad Asmara una “ Scuola di Medicina “ a livello universitario. - 1942 : Nasce la “ Fabbrica di Chiodi “ dei fratelli Teodoro e Francesco Magnotti. - 1943 : Nasce l’ I.V.A. ( Industria Vini Asmara ). - Nasce l’industria I.F.M.A. ( Industria Fiammiferi Asmara ). - Si costituisce la società “Salumificio Torinese “. - Viene inaugurata la “ Mostra delle Attività Produttive dell’Eritrea “ - ovvero il ( M.A.P.E. ). - 1944 : Nasce la Camera di Commercio con il nome A.E.P.E. ovvero - ( Associazione Esportazione Prodotti Eritrei ). - Nasce la “ Fabbrica di Bottoni di Madreperla “ la “ PRODEMAR “. - 1945 : Nasce l’industria di “ Ceramica “ dell’Ing. Carlo Tabacchi. 1945/46 : Ha inizio un Corso Universitario di Giurisprudenza, presso i locali della Missione Cattolica. - 1950 : Nasce la “Cartiera M. Villani “. - 1951 : Nasce la “ Dum Company Limited “ per la produzione di fibre - tessili. - : Il 9 Febbraio la Commissione delle N.U. prende sede in Asmara - per decidere la sorte dell’Eritrea. - 1952 : Il 16 Settembre entra in vigore la Costituzione Eritrea ( Asmara è - dichiarata capitale del nuovo Stato Eritreo federato all’Etiopia ). - 1954 : Nasce l’ “ Industria Maglieria “ dei Sig.ri Panesi & Gargano. - : Nasce il “ Cotonificio Barattolo “. - : Il 15 di Marzo viene approvato il nuovo piano regolatore di - Asmara. - 1957 : Viene costruito il nuovo Municipio di Asmara. - 1958 : Suor Eleonora Onnis, delle suore Comboniane “ Pie Madri della - Nigrizia “, giunte in Eritrea già nel 1914, fonda l’Università di - Asmara, i corsi universitari si tengono presso l’Istituto Santa - Famiglia. - 1962 : L’Imperatore Hailè Sellassiè annette l’Eritrea all’Etiopia. - : Asmara viene occupata dalle truppe etiopiche. - : Viene consacrata la chiesa di Kidane Meheret. - : Viene inaugurata l’ “Asmara Expo ’69 “, mostra dell’industria, - dell’agricoltura e del turismo. - 1974 : Un colpo di stato destituisce l’Imperatore Hailè Sellassiè che viene - sostituito dal Provisional Amministrative Counsil ( DERG ). - Da questo momento ha inizio il più lungo calvario dell’Eritrea,che - iniziato con Hailè Sellassiè, diventerà ancora più duro sotto il - regime comunista del dittatore Col. Menghistù Hailemariam. - 1975 : Nel mese di febbraio la stazione ferroviaria di Asmara è teatro di - aspri combattimenti fra le truppe etiopiche e i combattenti del - Fronte di Liberazione Eritreo, questi per impedire l’afflusso di - rifornimenti alle truppe occupanti , divelgono lunghi tratti di - binario. In seguito chilometri di binario e traversine in ferro

- saranno usati dal Fronte di Liberazione per costruire trincee e - rifugi sotterranei. - Il capolavoro di ingegneria che l’Italia aveva costruito tra il 1911 e - il 1928 dal Mar Rosso ai 2400 metri dell’altipiano eritreo e da qui - sino al bassopiano occidentale, per anni sarebbe scomparso, - sarebbero rimasti solo il tracciato con tutte le opere di ingegneria - che era impossibile asportare, come: Ponti, Viadotti, Gallerie, - Trincee, Stazioni, impianti idrici , che rimasero intatti nel tempo di - 30 anni che il popolo eritreo combattè contro l’Etiopia. La storia di - questa ferrovia è legata alla libertà dell’Eritrea. - Il 27 Agosto muore l’imperatore Hailè Sellassiè, termina - definitivamente con lui l’antichissima dinastia salomonide, - risalente alla regina di Saba ( o Makeda ) che regnò sul trono - d’Etiopia, al suo posto salì al potere il Col. Menghistu - Hailemariam con l’aiuto dell’Unione Sovietica e di Cuba, con lui - il maglio dittatoriale sull’Eritrea si inasprì ancora di più. Furono - nazionalizzate tutte le proprietà degli italiani sia che fossero - imprese agricole e industriali sia che fossero proprietà immobiliari. - La maggioranza degli italiani perdettero in un solo giorno tutto - quanto avevano creato in lunghi anni di lavoro. Molti di essi - ritornarono in patria, molti altri si sparsero per il mondo: chi in - altri paesi della stessa Africa, chi in Europa, chi nelle Americhe, - chi addirittura nella lontana Australia. Fino ad allora la ferrovia - aveva funzionato egregiamente sotto la guida di esperti dirigenti - italiani ed eritrei, questi ultimi sin dalla sua nascita nel 1911 - avevano imparato un mestiere ben remunerato: o manovratore, - o macchinista, o fuochista, o frenatore, o casellante, o meccanico, - o controllore, o capotreno, o capostazione, o anche di falegname, - e di impiegato, tutti avevano espletato il loro lavoro con la - massima diligenza, per gli eritrei entrare in ferrovia rappresentava - il lavoro sicuro, il lavoro statale, chi scrive queste righe può - testimoniare quale bellissimo rapporto vi era tra italiani ed eritrei - in ferrovia. - L’Eritrea che sino agli anni ’50 era diventata la seconda regione - più industrializzata dell’africa sub-sahariana, dal momento della - nazionalizzazione di tutte le imprese e a causa di 30 anni di - guerra, regredì di quasi mezzo secolo, ritornando quasi al periodo - pre-coloniale, aveva grandi strutture ma inutilizzabili.

INCISO A questo punto permettetemi un mio commento personale sugli avvenimenti che descriverò in seguito: L’Eritrea è divisa in 8 regioni: il Sahel, il Barka, il Senhit, l’Hamasien, il Seraye, l’Akelè-Guzai, ilSamhar e la Dancalia; in queste regioni vivono ben 9 etnie con 3 religioni monoteiste: l’Islamica, la Cristiano-Copta, la Cristiano-Cattolica e inoltre alcune tribù del bassopiano occidentale, ai confini con il Sudan, come i Cunama che seguono riti animisti.

Quando nel 1885 l’Italia sbarcò a Massaua trovò due popolazioni ben distinte, quelle dei bassopiani dedite al nomadismo e alla pastorizia e quelle dell’altopiano più influenzate dal dominio dell’impero etiopico soprattutto dedite all’agricoltura e con una spiccata tendenza alla proprietà terriera. Tra queste due diverse tipologie di popolazioni non correva buon sangue e spesso le popolazioni dell’altopiano invadevano i territori dei bassopiani per depredare le mandrie dei nomadi e spesso anche le donne e i bambini che venivano fatti schiavi. Con l’arrivo dell’Italia, soprattutto le popolazioni dei bassopiani non videro l’ora di mettersi sotto la protezione dell’Italia, si sentivano così sicuri che nessuno più avrebbe osato portare via le loro mandrie e le loro donne e bambini. Quando nel 1888 il Gen. Baldissera istituì il primo corpo militare di Ascari dove affluirono tutte le etnie eritree, oltre a quelle yemenite e sudanesi, iniziò tra le truppe a crearsi un affiatamento comune tra islamici e cristiano-copti, che scoprirono così il nuovo concetto di Eritrea e soprattutto di eritreo come di individuo appartenente ad una terra comune: l’ERITREA. Se oggi l’Eritrea è l’unica nazione dell’africa in cui Cristiani-Copti, Cristiani-Cattolici, Musulmani ed Ebrei convivono pacificamente è soprattutto merito dell’Italia che creando Sinagoghe, Chiese Copte, Chiese Cattoliche, Moschee ha creato un popolo che sa rispettare le libertà religiose di tutti i suoi cittadini.-Chiudo qui l’inciso. 1977: Nel mese di Marzo il Fronte Popolare di Liberazione dell’Eritrea ( ma io direi meglio con una sola parola: gli Eritrei ) conquista la cittadina di NACFA nella regione del Sahel, da questa regione inizierà la liberazione dell’Eritrea. 1988: Il 26 di Marzo ( è passato un secolo dalla nascita del corpo degli Ascari) il FPLE conquista la cittadina di AFABET distruggendo quasi tutto il potenziale bellico delle truppe etiopiche, che lasciando sul campo morti, prigionieri e mezzi corazzati di costruzione sovietica, si ritirano dai territori occupati. Fu un’epica battaglia che l’inglese Basil Davidson, testimone di quella battaglia, alla BBC la paragonò a quella di Die-Bien-Phu, io da italiano l’avrei paragonata a quella di Cheren combattuta dai nonni e dai padri degli stessi che combatterono ad Afabet. 1990: Nel mese di Febbraio gli eritrei conquistano definitivamente Massaua, non più difesa dalla flotta sovietica che si era ormai completamente disimpegnata nel suo intervanto in favore dell’Etiopia, con una furiosa battaglia a nord di Massaua ed infine tra le mura della stessa cittadina “ Perla del Mar Rosso “. Appena una settimana dopo che gli eritrei avevano liberato Massaua, il dittatore Menghistù, mandava i suoi Mig 21 e Mig 23 a bombardare Massaua e la sua popolazione civile per vendetta, furono lanciate sulla cittadina bombe incendiarie al napalm, che fecero strage inutile di donne e bambini, fu una vergognosa rappresaglia. 1991: In seguito ad una insurrezione dello stesso esercito etiopico, il dittatore rosso Menghistù viene deposto e si rifugia con tutte le sue ricchezze che ha accumulato nello Zimbabwe. Il 24 Maggio il FPLE entra senza colpo ferire in Asmara già abbandonata dalle truppe etiopiche in rotta verso l’Etiopia, finalmente l’Eritrea è libera! 1993: Tra il 23 e il 25 Aprile si svolge in Eritrea, sotto l’egida dell’ONU, il referendum popolare che sancisce con la maggioranza assoluta l’indipendenza dell’Eritrea.

Il 24 Maggio del 1993 l’ERITREA proclama la propria indipendenza, nasce la più giovane nazione del mondo. 2000: Purtroppo per banali motivi di frontiera e per non indifferenti motivi economici scoppia tra due poveri popoli dell’africa ( Etiopia ed Eritrea ) un ennesimo conflitto, che ha portato ancora più povertà, più morti che hanno cancellato intere generazioni di giovani necessarie per la sopravvivenza sia dell’Eritrea che dell’Etiopia, martoriate anche dalla siccità e dalla fame che portano ulteriori morti. 2003: Viene firmato un accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea, ai confini delle due nazioni sono posti i Caschi Blu, per definire i confini che sono ancora in fase di delimitazione. 2004: L’Eritrea tenta di ricostruire, almeno in parte, ciò che è stato distrutto in trenta anni di guerra. Ha richiamato in servizio i vecchi pensionati ( tra i 60enni e gli 80enni ) delle ferrovie dell’Eritrea per ricostruire quel capolavoro dell’ingegneria italiana. Ebbene già nel dicembre del 1994, mio primo ritorno in Eritrea dopo 46 anni di assenza, come figlio di un dirigente delle ferrovie eritree, fu mio primo pensiero andare a vedere in che stato era la ferrovia e mi diressi a piedi alla stazione ferroviaria di Asmara, non mi fu possibile entrare in stazione poiché allora fungeva da dogana e ne era impedito l’accesso agli estranei. Nelle baracche attorno alla stazione, già abitazioni dei ferrovieri, con mia meraviglia ancora in piedi vivevano vecchi ferrovieri, in una di queste notai una porta socchiusa, vi bussai e chiedendo permesso mi venne incontro un anziano eritreo, dietro mia richiesta mi rispose che era un vecchio ferroviere avendo fatto il capostazione di Massaua, gli mostrai allora una foto di mio padre chiedendogli se lo riconosceva, gli occhi di questo vecchietto si illuminarono come se avesse visto un fantasma e disse: “ Ma questo signor Di……… lui mio capo, lui gridare sempre, ma tanto buono “, con le lacrime agli occhi ci siamo abbracciati. Dopo di questo incontro, ricordando che in stazione vi era un bar dal quale si poteva accedere al piazzale interno della stazione, mi diressi verso di esso che constatai esistere ancora, da qui mi fu facile entrare in stazione, mi accorsi che al vecchio deposito littorine uomini in tuta di lavoro erano in fervente attività, mi diressi verso di loro, molti erano ultrasettantenni con i capelli bianchi, lavoravano con mia grande meraviglia attorno ad una vecchia littorina già rimessa in funzione, mi fecero grande festa sapendo chi ero e volentieri si fecero fotografare. Un altro felice incontro lo feci a Ghinda dove trovai il mio vecchio amico Omar Mahammed Kira già capostazione di Ghinda, dopo avere guardato la foto di mio padre mi disse: “ Tu Carlo sei “, cosa dovevo fare dopo 46 anni? Fu un abbraccio anche qui con le lacrime agli occhi. Come dicevo gli eritrei hanno rimesso in funzione l’intero tratto ferroviario Massaua-Asmara, merito di questa rinascita lo si deve appunto ai vecchi ferrovieri eritrei che sin da ragazzi avevano imparato un mestiere in ferrovia. Questa ferrovia per i luoghi che attraversa, per la spavalda audacia con cui dal livello del mare si arrampica,senza cremagliera, in soli 117,800 Km sino ai 2347 metri di altitudine di Asmara superando pendenze del 35 per mille, tra le montagne della Rift-Walley è unica al mondo per i spettacolari paesaggi che offre ad ogni curva, all’uscita di ogni galleria, ad ogni attraversamento di arditi viadotti su valli mozzafiato. L’ARCIPELAGO delle Isole DAHLAK Fanno parte dell’Eritrea le oltre 350 isole dell’arcipelago delle Dahlak, le quali fanno da contorno come una collana di perle di fronte al porto di Massaua. Sono isole selvagge e aride quasi tutte di origine madreporica immerse in un mare ricchissimo di vita animale

unico al mondo come è il Mar Rosso. Poche sono le isole di origine vulcanica come Dissei e Howakil che sono le uniche ad avere un poco di vegetazione arborea, la più vasta è Dahlak-Kebir da cui l’arcipelago prende il nome, è anche la più popolata, anticamente è stata anche un importante sultanato, lo testimoniano una necropoli araba e immense cisterne scavate nel sottosuolo per la raccolta delle acque piovane, Dahlak-Kebir infatti nell’antichità era l’unica isola del Mar Rosso in cui i Sambuchi arabi trovavano l’acqua da bere. I fondali di queste isole è difficile descriverli a parole, se vi dico che sotto il mare si può ammirare tutte le meraviglie del creato potete credermi, tutte le specie di pesci dai colori e dai disegni più svariati si trovano tra le altre meraviglie delle infinite specie di madrepore e di coralli. Quando ci si immerge in questo mare non si vorrebbe più uscirne fuori poiché la sua temperatura è difficile che scenda al disotto dei 27°. La DANCALIA E’ la regione dell’Eritrea che dalla penisola di Buri e del golfo di Zula scende lungo tutta la costa del Mar Rosso sino ad Assab ed allo stretto di Bab-el-Mandeb, ad ovest è invece delimitata dall’altipiano eritreo a nord e verso sud dall’altipiano etiopico, la fascia di confine tra la Dancalia eritrea e l’Etiopia è posta a 60 Km. dalla costa del Mar Rosso. Per comprendere la caratteristica orografica di questa regione, ( sicuramente la più infernale di tutta la terra ), posta all’altezza dell’equatore termico, bisogna risalire a ciò che avvenne 30 milioni circa di anni addietro. A causa della deriva dei continenti, forze apocalittiche staccarono il continente africano da quello asiatico. Nella grande spaccatura che si creò tra i due continenti e attraverso il punto oggi conosciuto come “ Stretto di Bab-el-Mandeb “, l’Oceano Indiano irruppe sino a colmare il golfo di Aqaba e il golfo di Suez formando quello che oggi noi conosciamo con il nome di “ MAR ROSSO “. I due continenti rimasero, per così dire, agganciati solo in quel breve tratto noto come “ Istmo di Suez “. La separazione di questi due continenti provocò forze apocalittiche che si manifestarono dalla Giordania, alla Palestina, scendendo lungo tutto il Mar Rosso all’altezza del golfo d Zula penetrarono nel continente africano in Eritrea, in Etiopia, in Kenya, in Tanzania e sino al Malahui, formando quella immensa frattura del Corno d’Africa nota come Rift-Walley o Fossa dei Galla. Allontanandosi i due continenti provocarono, nella frattura, una tensione nella crosta terrestre, la quale, tesa come un elastico, si assottigliò a tal punto che il magma sottostante, specialmente lungo tutto il Mar Rosso e la costa africana della Dancalia, si trova a breve distanza dalla superficie terrestre, in conseguenza di ciò, sotto le profondità del Mar Rosso vi sono sorgenti di acqua caldissima che tengono elevata la temperatura di questo mare, oltre naturalmente l’elevata temperatura che si trova in superficie a causa della latitudine e dei luoghi desertici che lo circondano; lungo la costa dancala inoltre si formarono una serie di vulcani. All’inizio di questi fenomeni apocalittici il Mar Rosso era molto più esteso di come lo è oggi, esso infatti arrivava a lambire gli altipiani sia eritreo che etiopico. Le innumerevoli eruzioni di magma lungo la costa arrivarono a isolare un tratto di mare, formando un immenso lago salato, che a causa della zona estremamente torrida nei millenni evaporò lasciando al suo posto immense distese di sale che raggiungono lo spessore anche di 800 metri. Queste distese si trovano spesso al disotto del livello del mare, come la depressione di Dallol, nella quale si possono ammirare anche torri di roccia che si ergono alte in mezzo ad un deserto di sale infuocato, dove si sono registrate temperature all’aria lontano dal suolo di ben 81° ( ottantuno gradi ) per chi non ci crede. Questa regione oltre che di sale marino è ricca anche di altri sali minerali come il

potassio, in vari luoghi vi si trovano vulcani in parte spenti e in parte sempre attivi. Quelli spenti hanno spesso i loro coni, di forma incredibilmente circolari, occupati da laghi salati alimentati da sorgenti termali. Tra quelli attivi voglio ricordare il gruppo dell’Erta-Ale, il quale ha il primato nel mondo, assieme all’Erebus nella terra di Ross dell’Antartide, di avere perennemente in ebollizione il magma che fuori esce in continuazione dalle pentole del suo cratere alto poco più di 600 metri. L’altro vulcano importante, attualmente quiescente, è l’Afdera il quale sovrasta con i suoi 1290 metri il sottostante lago salato Afrera ( ribattezzato “ Giulietti “ dall’esploratore italiano Raimondo Franchetti in memoria dell’esploratore Giuseppe Giulietti massacrato dagli Afar assieme a tutti i suoi compagni ). Questo lago, come del resto tutti gli altri laghi della Dancalia, ha una concentrazione elevatissima di sale in quanto non sono altro che il residuo di quello che fu una volta il Mar Rosso, quando il vento aumenta il movimento ondoso sulle sue rive si forma una schiuma densissima di sale simile alla panna montata. In determinati periodi dell’anno, proveniente dal deserto arabico, dopo avere attraversato il Mar Rosso, giunge e invade il bassopiano costiero dell’Eritrea, il “ KAMSIN “, un vento infuocato frammisto a particelle microscopiche di sabbia talmente fitte in grado di oscurare il sole e di cancellare ogni cosa attorno come una fitta nebbia di fuoco. Quando arriva il Kamsin tutto viene coperto in un manto sottile di sabbia, essa riesce persino a penetrare all’interno degli orologi da polso perché al posto dell’aria vi è sabbia. Tante volte nei periodi estivi, mi è capitato a Massaua, durante il kamsin, di mangiare al ristorante spaghetti al ragù e sabbia che si sentiva scricchiare sotto i denti. Ebbene quando in Dancalia giunge il Kamsin all’inferno si aggiunge l’inferno e solo un popolo riesce a vivere in questa terra, sono gli “ AFAR “, nomadi del deserto, vivono di pastorizia allevando soprattutto dromedari e capretti da cui ricavano il loro misero nutrimento fatto di latte di capra e di dromedario e della carne di capretto, questa è una razza che cresce solo in questa regione, di piccola dimensione si nutrono di quei pochi sterpi di acacie spinose che riescono a trovare e dei sali che trovano nel terreno, in passato le pelli dei capretti dancali erano molto ricercate essendo simili all’astrakan. Le donne Afar sono tra le più belle del continente africano, malgrado siano di religione musulmana, usano mostrare sia il volto che i seni nudi, si adornano per civetteria con collane di perline colorate e in passato usavano portare collane dove tenevano attaccati organi genitali maschili, disseccati nel sale, dei nemici uccisi dai propri uomini in segno di virilità. C’è a tal proposito un motto dancalo che dice: “ E’ meglio morire che vivere senza avere ucciso “. La grande ricchezza degli Afar è il sale che si trova nella loro terra, essi lo raccolgono in sacchetti se preso sulle sponde dei laghi salati che evaporano, oppure tagliato in forma di parallelepipedo nei giacimenti di sale che formano intere pianure. Formate le carovane di dromedari carichi di sale e di stuoie intessute con grande maestria dalle donne afar, si avviano, percorrendo centinaia di chilometri tra pianure di sale e di lava, verso l’altopiano etiopico, dove nei mercati di Baati e di Macallè scambieranno la loro merce con farina the e zucchero; le forme di sale spesso in questi mercati costituisce la moneta di scambio, avendo un valore ben definito. Dalle palme “ Dum “ che crescono vicino a rare sorgenti termali che sgorgano dal sottosuolo vulcanico, gli afar estraggono dalla linfa dei tronchi un liquido abbastanza dissetante se bevuto subito che si chiama “ DUMA “, ma che se lasciato fermentare in contenitori di legno della stessa pianta diventa una bevanda alcolica che solo gli afar sono in grado di bere. Gli Afar sono il popolo tra i più poveri dell’africa, le abitazioni si riducono a misere capanne fatte con le stuoie intessute di foglie di palma dum dalle stesse donne afar, hanno forma semisferica, le stesse tombe fatte di sassi sono sempre circolari è raro trovare la forma ad angolo retto; fanno un pane con farina di “ Dura “ che

cuociono in piccoli recipienti interrati circondati dal fuoco, sulle cui pareti interne fanno aderire l’impasto che viene chiuso con un coperchio e fatto cuocere. Con lo stesso sistema gli abitanti della costa cucinano il pesce solo che il fuoco è all’interno del recipiente sotto forma di brace, questo sistema posso garantire dà un sapore straordinario al pesce. Malgrado la loro povertà gli afar sono molto diffidenti verso gli estranei poiché sono molto gelosi della loro terra, in passato hanno dovuto sempre subire le razzie da parte delle popolazioni dell’altopiano che scendevano a rubare gli armenti e le donne di straordinaria bellezza, oggi infatti non vi è afar che non abbia con sé un “ kalashnicoff “ e le bombe a mano. Questo scritto da CARLO DI SALVO. - -