La storia della posta

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Storia della Posta antica e moderna Mostra Didattica Ufficio Postale Bologna Centro Salone del Casellario

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Breve excursus nel mondo dei francobolli

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Storia della Posta

antica e moderna

Mostra Didattica Ufficio Postale

Bologna Centro Salone del Casellario

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A cura di Giovanni Albertazzi - Referente Filatelia Bologna 1

La storia della postanell'antichità

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La storia della Posta, intesa come storia di un servizio regolare ed organizzato per lo scambio di notizie e messaggi da un luogo all’altro, inizia con le più antiche civiltà.

Il primato, come in molti altri campi, pare che vada attribuito ai Cinesi che, circa 15

secoli prima di Cristo istituirono una rete di messaggeri a cavallo dotati anche di carri

per il trasporto di oggetti.

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Antiche lettere su diversi supporti (terracotta, bambù, carta di riso) dal Museo Postale Cinese

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Cultura mesopotamica: tavolette dal Museo di Damasco contenenti messaggi ‘viaggiati’

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In Egitto, fu un faraone della XIX dinastia (1293-1185a.C.), a creare i primi corrieri, soprattutto per usi statali:essi diramavano per tutto il regno editti e decreti, erecavano alle autorità locali gli ordini del faraone. Iprivati ovviamente non potevano usufruire di questoservizio, e per le loro comunicazioni dovevano affidarsialla benevolenza di chi viaggiava: mercanti, barcaioli delNilo, sacerdoti, che per un modico compenso siincaricavano di recapitare una notizia, un messaggioscritto, un piccolo oggetto.

Questa dicotomia fra quella che potremmo chiamareposta governativa organizzata e posta privata affidata alcaso durerà per moltissimi secoli.

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E’ nota l’importanza della scrittura

nell’antico Egitto

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La ‘strada dei re, che collegava il Golfo Persico al Mediterraneo,era il cuore dell’impero persiano ed era

organizzata con efficienti stazioni di posta

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Come l'Egitto, e forse a sua imitazione, tutti gli antichi imperi del Vicino Oriente ebbero il loro

servizio di corrieri statali.

L'Ellade, invece, suddivisa in una quantità di minuscole città-stato, non sentiva il bisogno di una

grande organizzazione postale. Ogni città aveva tuttavia dei messi, chiamati angeloi (annunziatori) o

emerodromoi (corrieri di un giorno, perché le distanze da percorrere erano tali da venire sempre superate

nel corso di una giornata).

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Una singolare forma di ‘telegrafo

ottico’ diffuso nell’antica Grecia

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Anche l’Italia preromana conosce l’importanza delle comunicazioni scritte, come attestano le

tavolette etrusche in tre lingue scoperte a Pyrgi

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Con l'estendersi dei propri domini, Roma si trovò difronte agli stessi problemi dei vasti Stati orientali. Dipari passo con la conquista si sviluppò quindi unavastissima rete stradale, costruita in gran parte dallestesse legioni man mano che annettevano a Roma nuoveprovince.

Anche le rotte marittime divennero più sicure conl'eliminazione della pirateria e con l'istituzione diservizi regolari, per quanto lo permettevano leincertezze del mare.

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Nella Roma repubblicana esisteva un servizio diposta statale, affidato a velocissimi corrieri.Accanto a esso, diverse aziende commerciali i cuiinteressi si estendevano a località anche moltolontane istituirono una propria rete dicomunicazioni.

Alla rete postale privata e all'esempio degli imperiorientali, in particolare a quello persiano, si ispiròAugusto quando creò il cursus publicus. Le stazionidi posta organizzate da Augusto erano scaglionateogni dieci o quindici chilometri, a seconda dellanatura più o meno impervia dei luoghi.

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Le stazioni di posta e i veicoli del cursus publicus sono un tema iconografico ricorrente

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In queste mutationes i corrieri e i viaggiatori privatipotevano cambiare i cavalli, rifocillarsi e talvoltaanche sostituire il conducente del veicolo.

Ogni cinque mutationes si trovava una mansio, ossiaun vero e proprio albergo con camere per dormire,rimesse e scuderie.

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A dirigere la mansio veniva designato un praepositus,che aveva alle proprie dipendenze molto personale:locandieri, stallieri, cocchieri, veterinari, carpentieri perla manutenzione dei veicoli, manovali per lamanutenzione della strada.

Ogni mansio inoltre era un posto di polizia stradale: imiliti, detti stationarii, dovevano garantire la sicurezzadella zona e sorvegliare il traffico. Sopravvisse però eprosperò anche la posta privata, che trasportavapersone, cose e lettere.

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Una stazione di posta in un

dipinto di Pompei

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In un’altra immagine pompeiana, una coppia ritratta con i simboli della scrittura: l’uomo ha una lettera in mano, la donna la tavoletta e lo stilo per incidere la cera.

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Un ‘completo da scrittura’ romano

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Diocleziano riformò il sistema dividendolo in tresezioni:

•cursus publicus fiscalis, per il trasporto di tutto ciò cheriguardava il servizio di stato

•angariae, per il trasporto lungo le vie militari, cioèprincipali

•parangariae, per il trasporto sulle strade secondarie otraverse, a uso quasi esclusivo dei privati.

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Questa e le immagini che seguono illustrano la Tabula Peutingeriana, una mappa romana del mondo allora conosciuto, con l’indicazione di tutte le

stazioni di posta

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La Tabula Peutingeriana

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La Tabula PeutingerianaUno dei più importanti Itineraria pervenutici dal mondo antico è la TabulaPeutingeriana, una copia medievale di una carta stradale risalente ad etàromana.

Il documento, attualmente conservato nella Biblioteca Nazionale di Viennasotto il nome di Codex Vindobonensis 324, fu rinvenuto nel 1507 da KonradCeltes, bibliotecario dell’imperatore Massimiliano I, in luogo imprecisato, edeve la sua denominazione corrente al secondo proprietario, KonradPeutinger, cancelliere di Ausburg.

La Tabula, un rotolo di pergamena lungo m 6,80 e alto cm 34 composto di11 segmanta in origine incollati fra loro e successivamente (nel 1863)staccati in 11 fogli, contiene una rappresentazione che abbracciava tutto ilmondo conosciuto dagli antichi (Europa, Asia, Africa), che si estendevaquindi, presumibilmente, dalle Colonne d’Ercole fino alle estreme regioniorientali (India, Cina, Birmania, isola di Ceylon).

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La mancata raffigurazione di Britannia, Spagna e parte occidentaledell’Africa induce a supporre che una parte della Tabula sia andata perduta.

E’ bene notare che non si tratta di un vero e proprio documento cartografico(basato su esatti rapporti di proporzione tra la raffigurazione e gli elementifisici reali), ma di un itinerario stradale che predilige la segnalazione delsistema viario, scandito dalle stazioni e dai centri più importanti e chetrascura gli elementi geografici (rappresentanti solo schematicamente,soprattutto quando siano in relazione col sistema viario stesso, ad es. guado diun fiume, passo di montagna, ecc.).

La finalità della carta (itinerarium) e il suo sviluppo in senso longitudinalecomportano una notevole deformazione delle terre rappresentate e finisconoper assumere una posizione diversa da quella reale rispetto ai punti cardinali.I territori ritenuti più importanti occupano, inoltre, una superficie maggiorerispetto a quella reale: in particolare l’Italia, centro dell’impero, si stende suben cinque segmenta.

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Venendo ad una descrizione più dettagliata della Tabula, rileviamo l’uso di ben precisi colori per indicare i vari elementi fisici (in giallo la terra, in nero i suoi

contorni e la maggior parte delle iscrizioni, in rosso il tracciato stradale, in verde i mari e i fiumi, in grigio giallo e rosa le montagne) e di “ideogrammi” o “vignette”

che segnalano non solo la presenza di centri abitati più o meno importanti, ma soprattutto i punti di snodo viario dai quali partivano strade secondarie non

indicate sulla carta e per la sosta o per una sistemazione notturna o per il cambio dei cavalli, in funzione non tanto dei privati quanto soprattutto degli addetti al

cursus publicus .

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All’interno delle varie tipologie in cui è stato possibile classificare i simboligrafici presenti sulla carta, si possono notare delle lievi varianti operate suschemi fissi.

Esse non rispondono ad una volontà di rappresentazione “realistica” delpaesaggio, ma servono semplicemente a conferire vivacità ad unarappresentazione altrimenti monotona.

Strettamente connesso al contenuto grafico della carta è il problema della suadatazione: se, infatti, alcuni elementi, soprattutto paleografici, riconduconochiaramente ad epoca medievale (XI-XII o XII-XIII sec.), tuttavia la suaconcezione generale e la struttura compositiva, nonché la presenza di datesegnalazioni geografiche riportano con evidenza ad età romana.

Gli studiosi non concordano però sull’epoca esatta di redazione dell’originaleromano: le datazioni oscillano così fra III e IV sec. d.C., non escludendosiaggiunte posteriori (di VIII-IX se. d.C.), nonché la persistenza di elementimolto più antichi risalenti persino ad età augustea.

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Luciano Bosio ritiene che la tabula rappresenti in realtà la stesura finale di unitinerarium pictum che ha raccolto nel tempo nuovi dati che divenivano manmano importanti in relazione al sistema viario e politico dell’impero romano e dicui si possono individuare almeno tre principali redazioni: quella di età augustea(in relazione con l’organizzazione del cursus publicus), quella severiana (legataad una grande riorganizzazione dello stesso cursus publicus), quella del IV sec.(come indicano alcuni elementi che riportano con certezza ad un’età di crescentediffusione del cristianesimo).

Su quest’ultima redazione sarebbero state operate successive aggiunte nell’VIII-IX sec. d.C., fino ad arrivare all’attuale copia medievale.

Bibliografia:

W. Kubischek, "Itinerarien", in Pauly-Wissowa, Real Encyclopaedie der klassischen Altertumswissenschaft; K. Miller, Itineraria Romana, Stuttgart 1916; A. e M. Levi, Itineraria Picta. Contributo allo studio della tabula Poitingeriana, Roma 1967; E.Weber, Tabula Peutingeriana. Codex Vindobonensis 324, Graz 1976. L. Bosio, La Tabula peutingeriana. Una descrizione del mondo antico, Rimini 1983.

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Le invasioni barbariche distrussero il cursus, e ilvasto organismo si sminuzzò in una rete di piccoleimprese locali gestite dai privati a scopo di lucro.

Furono i franchi, nella Gallia conquistata, arendersi conto per primi di quanta importanzaavessero le comunicazioni per costruire un saldoorganismo politico. Re Clodoveo I ricostituì ilservizio dei corrieri a cavallo con norme quasiidentiche a quelle imperiali.

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Carlo Magno riceve una

lettera da un messo

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Carlo Magno, giunto a signoreggiare su un Imperoassai vasto e composto da popolazioni eterogenee,mal sottomesse e riottose, colse subito la necessitàdi rendere efficiente la rete di comunicazioni:numerose le stazioni di posta, ben fornite di cavallie carri, attiva la sorveglianza contro eventuali attidi brigantaggio, perfetta la manutenzione dellestrade.

Tutto ciò veniva pagato con una serie ininterrottadi dazi, pedaggi, valichi eccetera, noti con la giàmenzionata denominazione generica di angariae.

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La conquista araba non interrompe le

comunicazioni postali

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Se a Occidente l'Impero crollò sotto i colpi dei barbari, a Oriente fu amputato delle province più ricche dal turbine islamico.

Come in Gallia, in Italia, in Iberia, in Africa franchi e longobardi, svevi e vandali avevano costruito il proprio servizio di corrieri con le macerie del cursus publicus, così l'Impero dei califfi ricalcò l'esempio romano per organizzare la rete di trasporti e di comunicazioni.

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Una cultura raffinata in cui la scrittura e la lettera assumono un ruolo importante

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Il vanto della ricostituzione della posta èassegnato dai cronisti al califfo Mohawia,cinquant'anni dopo la morte di Maometto: sottoAbd-el-Miletz le città più importanti del dominioislamico erano collegate da ottime strade, quelleromane e persiane ripristinate.

I messaggeri del governo transitavanorapidamente, grazie alle numerose stazioni diposta ristabilite.

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A quell'epoca sei grandi arterie si dipartivano daBaghdad per le varie parti del califfato; su di esseviaggiavano truppe, dignitari e cittadini, valendosidei mezzi relativamente rapidi e comodi forniti dalservizio. La posta del califfato raggiunse un altogrado di sicurezza e soprattutto di regolarità: imessaggi arrivavano a destinazione nei tempiprestabiliti.

Inoltre, a differenza del cursus romano, quasiinaccessibile ai comuni cittadini, i corrieri arabieffettuavano anche il trasporto della corrispondenzaprivata, percependo una regalìa che si aggiungevaallo stipendio.

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Anche gli Stati sorti sulle rovine del califfato nontrascurarono l'importanza della rete postale. Bibars,il sultano che regnò sull'Egitto nel XII secolo,organizzò un servizio ammirevole; i suoi agenti,grazie all'efficienza delle stazioni, potevano coprireun centinaio di miglia in poche ore.

Il sultano Nureddin, salito al trono nel 1146, vollesperimentare l'impiego dei piccıoni vıaggıatori, ma illoro uso postale aveva molti precedenti occasionali inOriente, specie fra i musulmani, che lo introdusseropoi anche in Sicilia.

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La posta dei sultani fu travolta anch'essa daun'invasione, quella mongola, che a metà del XIIIsecolo devastò l'Irak e la Siria. Solo in Egittosopravvisse una parvenza di servizio organizzato;sappiamo che alla fine di quel secolo la posta permezzo dei piccioni funzionava ancora al Cairo, adAlessandria e a Damietta.

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Non c’è solo l’Europa e l’oriente. Anche l’America pre-ispanica conosce l’uso della posta, come attesta questa incisione raffigurante un corriere

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LA POSTA DAL MEDIOEVO AD OGGIUna storia tra le lettere

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Il porto di Amburgo, miniatura del 1497

I primi segni di una postamoderna in Europacominciarono tra il 1200 ed il1300, quando il rifiorire deicommerci e di un cetoimprenditoriale feceroaumentare i bisogni e lepossibilità di comunicazioni adistanza.

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Dopo i collegamenti occasionali ed iservizi signorili, tra le primestrutture che si formaronoprivatamente vi furono le 'posteuniversitarie' in Francia e le 'postedei mercanti', nate in Italia e poidiffuse in Europa: serviziorganizzati dalle università o dallecorporazioni mercantili e aperteanche ai grandi utenti.

Erano efficienti ed i prezzi eranoabbastanza contenuti per i servizicosiddetti "di scarsella", mentrepotevano essere molto elevati pergli invii con messi particolari.

Un messo del XV secolo

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L'evoluzione si ebbe con la creazione di servizi ben organizzati e aperti a tutti, a cura di organizzazioni stabili e ben strutturate. Lo sviluppo del servizio e gli utili che cominciarono a derivarne indussero i sovrani ad avocare a sé il monopolio della posta, dando poi in appalto ad imprenditori privati l'organizzazione del servizio (quasi ovunque in via ereditaria) in cambio di una rendita e del trasporto gratuito delle corrispondenze di stato e di quelle di altri beneficiari.

Arrivo degli ambasciatori alla corte di Bratagna (da un dipinto di Vittore Carpaccio)

Un corriere postale tedesco alla fine del '500

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Quasi tutte le più importanti rotte postali furono gestite dalla famiglia dei Tasso (il cui nucleo originario era di Bergamo) che fornì mastri di posta a tutta Europa fine alla fine dell'ottocento.

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Suddivisa in vari rami, assunse nomi a seconda delle nazionalità; nell'Impero germanico fiorì il ramo famigliare che, grazie ad un matrimonio, ebbe nome Thurn und Taxis (Torre e Tasso) e raggiunse il maggior prestigio. Già alla fine del '400 i Tasso erano mastri di posta per gli Asburgo, e per la casa imperiale assunsero i più importanti servizi in Europa: dalla Spagna ai Paesi Bassi a Praga sino a Roma.

Lamoral Taxis, direttore generale delle Poste Imperiali, 1615.

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I grandi itinerari postali nel continente, con postazioni fisse ed orari regolari, si formarono neIla prima metà del '500.

I1 servizio postale ufficiale era limitato alle località situate sulle rotte postali, costoso e con tariffe lasciate spesso alla contrattazione: il prezzo veniva generalmente pattuito e pagato alla consegna, come garanzia di effettivo trasporto.

Piccoli esercenti privati completavano il servizio diramandosi, con piccole linee, dalle strade principali.

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L'offerta del servizio ufficiale riguardava in generale tutto il sistema delle comunicazioni: il trasporto della corrispondenza e quello dei viaggiatori, con le stazioni di cambio dei cavalli e delle diligenze. Infatti la parola POSTA fino al secolo scorso aveva il significato generale di luogo ove qualcuno attende qualche cosa, e si distingueva tra posta-lettere e posta-cavalli.

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Si parlava di stazioni di posta dislocate ad intervalli più o meno regolari lungo le strade postali, che erano in genere delle osterie-locande attrezzate per il cambio dei cavalli e date in appalto ai mastri di posta locali, spesso adibite congiuntamente anche al trattamento delle lettere, formando i primi uffici postali.

Ancora oggi, molti alberghi 'alla Posta' ricordano questi antichi stabilimenti.

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Si parlava anche di poste come unità di misura tra una stazione e l'altra, il cui valore variava nelle diverse nazioni, ma di norma era di circa una dozzina di chilometri.

Più tardi, dalla seconda metà del settecento e dall'ottocento si sviluppò invece l'ufficio postale autonomo dalla stazione posta-cavalli, per l'esclusivo trattamento della corrispondenza.

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Per viaggiare 'in posta', cioè servendosi della rete della posta-cavalli, i viandanti dell'epoca avevano a disposizione molte guide, che oggi diremo turistiche, cioè con la descrizione delle strade e delle città attraversate, e carte postali, ove le distanze erano indicate secondo, appunto, le poste.

Era il sistema più veloce per viaggiare, sia per le lettere sia per le persone, e le comunicazioni via posta erano perciò, come si direbbe oggi, "in tempo reale".

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Molti miglioramenti nel servizio postale iniziarono in età napoleonica, in Francia, in Italia e più o meno in tutta Europa: si aprirono uffici anche nei centri minori, anche se ciò portò ad un aumento delle tariffe.

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Divennero di largo uso i timbri postali per controllare località e data di partenza e d'arrivo e segnare il pagamento della tariffa. Cessarono quasi completamente i servizi svolti dagli appaltatori privati, ed il servizio divenne tutto statale. L'autorità politica continuò però l'interferenza nei servizi, inasprendo il controllo segreto della corrispondenza per censura a spionaggio, già praticato in antico.

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Dopo il Congresso di Vienna del 1815 la politica di restaurazione in Europa era guidata dall'Austria che, grazie al proprio potere ed alla posizione geografica centrale, svolse per conto proprio e degli stati italiani sotto la sua orbita il lavoro di controllo della corrispondenza.

Nelle maggiori città vennero istituiti dei 'gabinetti neri' o 'logge postali' per il controllo delle lettere; ci vollero tempo e mutate condizioni politiche perché questa pratica cessasse.

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L'avvento della ferrovia - in Gran Bretagna sin dal 1825 -diede maggiore celerità al trasporto della posta.

La prima ferrovia in Italia è a Napoli, attuata nel 1839; i primi usi regolari per la posta si ebbero nel Lombardo-Veneto austriaco, alla fine degli anni quaranta del secolo scorso.

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Anche i battelli a vapore che navigavano nei fiumi, nei laghi e nel Mediterraneo si prestavano al trasporto della posta. Con l'avvento del vapore e i grandi mezzi di trasporto via terra o via acqua scomparvero presto quasi del tutto i corrieri a piedi, a cavallo o in diligenza e con essi le stazioni di posta-cavalli; cambiando i percorsi, molti uffici persero d'importanza, altri invece l'aumentarono.

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La geografia postale e delle comunicazioni in genere venne completamenterivoluzionata, per assumere lentamente l'aspetto che oggi conosciamo.

Una rivoluzione simile, per molti versi, a quella del trasporto aereo di merci epersone, che ha così cambiato il mondo in quest'ultimo scorcio di secolo.

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Ancora nella prima metà dell'800 le tariffe per la spedizione delle lettere erano molto complicate perché calcolate in base alla distanza e al numero di fogli che componevano la lettera, e nei rapporti con l'estero erano ancora piu costose e complesse, perché occorreva stabilire la parte di ogni vettore e di ogni nazione attraversata.

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Le proteste naturalmente non mancavano, specialmente nei paesi più avanzati dove il progresso industriale aumentava la richiesta di comunicare anche nei ceti medi. In Gran Bretagna, dove il problema era maggiormente sentito, l'educatore Rowland Hill pubblicò nel 1837 una sua proposta rivoluzionaria: una tassa progressiva solo nei riguardi del peso, uniforme per la distanza e molto bassa (un penny), pagata da tutti, possibilmente in modo anticipato.

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Cosi, sosteneva, il traffıco sarebbe molto aumentato e le poste avrebbero lavorato in largo attivo, con soddisfazione di tutti.

Le sue idee non piacquero né alle autorità postali né ai nobili e politici, timorosi di perdere i loro privilegi tariffari, ma ebbero subito il pieno appoggio dell'opinione pubblica britannica e soprattutto del ceto commerciale: dopo due anni di dibattiti la sua riforma passò, risolvendo anche il problema del pagamento anticipato con l'invenzione del francobollo, che gli inglesi iniziarono ad usare dal 6 maggio 1840.

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Il successo della riforma varcò subito i confini britannici: arrivò in Svizzera e in Brasile nel 1843 e poi via via in tutti gli altri paesi.

Emissione (1852)Thurn und Taxis

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Negli stati in cui allora si divideva l'Italia la riforma postale ed i francobolli entrarono in vigore nel 1850 nel Lombardo-Veneto austriaco; nel 1851 in Sardegna e in Toscana; nel 1852 nello Stato Pontificio, a Parma e a Modena; nel 1858 nella parte continentale del Regno delle due Sicilie e nel 1859 in Sicilia.

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La riforma entrò in vigore per gradi: alcuni stati continuarono a mantenere tariffe differenziate in base alla distanza che le lettere dovevano coprire.

L'Italia, unificatasi nel 1861, usò dapprima i francobolli già del regno di Sardegna, emettendone poi di propri.

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Semplificata la posta per l'interno, rimaneva complicato spedire una lettera all'estero, perché ciò dipendeva da accordi fra singoli stati: le vie d'inoltro, le tariffe e le modalità erano differenti per ogni destinazione.

Nel 1874, con la creazione dell'Unione Postale Universale, si risolse anche questo problema.

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La nuova organizzazione, che ebbe un immediato successo e cui oggi aderiscono tutti gli stati del mondo, fissò regole e tariffe uniformi per tutti i paesi aderenti, eliminando i diritti di transito e la necessità di innumerevoli accordi specifici tra le diverse nazioni.

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Assieme all'organizzazione, la posta aumentava anche i servizi offerti. Verso il 1870 si diffuse con grande velocità la cartolina postale che, in cambio di una tariffa ridotta, chiedeva di rinunciare all'antica sicurezza del segreto epistolare; qualche anno dopo (nel 1881 in Italia) la posta si incaricò anche della spedizione di merci e di oggetti, con i pacchi postali.

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E da tempo, servendosi della propria rete capillare, si era interessata anche ai servizi di bancoposta: spedizioni di danaro con i vaglia postali, poi i conti correnti ed il servizio delle casse postali di risparmio che, introdotto in Italia nel 1875, rivestì un'importante funzione di sviluppo sociale ed economico.

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Il nuovo secolo vide l'ampliarsi ed il diversificarsi dei servizi offerti, nonché inuovi mezzi celeri per il trasporto della corrispondenza: primo fra tuttil'aereo, che oggi è il più diffuso, senza dimenticare quelli più curiosi chefurono sperimentati: dai sommergibili, ai razzi, agli aerei catapultati dallenavi.

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Oggi in tutto il mondo le strutture postali sistanno trasformando: cadono le barriere deimonopoli di stato, e la nuova filosofia è laprivatizzazione delle aziende postali e la liberaconcorrenza tra diverse organizzazioni; anchele nuove tecnologie promettono grandicambiamenti nel futuro prossimo.

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Ma nell'era dell'elettronica che ha rivoluzionato le nostre abitudini di comunicazione, l'antico fascino della lettera che il postino ci recapita a casa è ancora intatto.

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LA POSTA DAL MEDIOEVO AD OGGIPER IMMAGINI

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Una raffigurazione d’epoca medievale in cui un messo consegna una lettera al signore

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Nelle antiche lettere sono presenti molti segni e scritture che permettono agli studiosi diricostruirne i percorsi, le modalità di trasporto e le tariffe pagate. La corrispondenza del passato colpisce anche per la bellezza grafica, l’eleganza e il fascino che ancora emana.

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Il mercante con una lettera in mano, mostrata con orgoglio, in un famoso ritratto di Hans Holbein il giorvane, 1532.

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Una buca per le lettere proveniente da Perugia: datata 1633, è una delle prime in uso in Italia.

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Francesco de Tassis, considerato l’inventore della posta moderna in Europa. Al servizio dell’imperatore tedesco Massimiliano I, diede origine a una multinazionale postale che restò attiva per tre secoli. Morì nel 1517.

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Nel 1646 a Roma Annibale Carracci pubblicò una serie di disegni sulle arti, i mestieri e le figure tipiche del suo tempo. Questo è il portalettere.

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Diligenze postali in stampe d’epoca: incisioni raffinate o disegni acquarellati di gusto più popolare, il tema è molto diffuso.

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In questa pubblicità il proprietario di un albergo di Bressanone, che si definiva “postiere ed albergatore” si rivolgeva a coloro che viaggiavano in posta, cioè ai clienti della posta-cavalli.

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Anche dopo la fine della posta-cavalli, molti alberghi e locande mantennero (emantengono ancora oggi) denominazioni del tipo “alla posta”, come l’albergodi Chiusa, in Alto Adige, che nei primi anni del novecento di chiamava “allavecchia posta”, zur alten post.

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I corrieri e i postiglioni furono fonte d’ispirazione costante per gli illustratori. In queste stampe del ‘700 e dell’800 si riconoscono per le lettere che tengono in mano e per il più caratteristico degli attrezzi del mestiere: il corno di posta.

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Tra le molte carte postali a disposizione del viaggiatore, famosa è questa, di Giacomo Cantelli da Vignola, della fine del 1600. Con grande e vivida bellezza grafica sono raffigurate tutte le principali strade postali della penisola.

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Le guide postali comprendevano molte descrizioni scritte e, spesso, cartinea colori ripiegate che, una volta distese, illustravano in modoparticolareggiato un determinato percorso.

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Un corriere della posta militare napoleonica con lo scudetto d’argento, simbolo della sua attività, ed una lettera in mano.

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La credenza che la carta potesse trasmettere per contagio le pestilenze, chedevastarono l’Europa sino al secolo scorso, portò alla creazione di uncomplesso sistema di disinfezione della corrispondenza proveniente daluoghi sospetti.

Nei lazzaretti erano in uso delle macchine che tagliavano o foravano lelettere, che venivano poi fumigate con vapori aromatici.

Questo rastrello per la foratura dellaposta fu in uso al lazzaretto diMuggia, vicino a Trieste, sinoall’inizio dell’800.

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Una carrozza ferroviaria della seconda metà del secolo scorso adibita al trasporto postale.

A bordo funzionava un vero e proprio ufficio, detto “ambulante”.

Durante il viaggio gli impiegati raccoglievano, lavoravano e distribuivano laposta, e il pubblico poteva impostare direttamente la propria corrispondenzanell’apposita buca.

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Dall’inizio del secolo scorso, con l’avvento dei piroscafi a vapore, iniziarono iservizi regolari via mare. Questo è il piroscafo Carolina 2°, che nel 1819 iniziò unregolare servizio di passeggeri e posta tra Venezia e Trieste.

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Sorsero anche le grandi compagnie transatlantiche: la Veloce, alla fine del secolo

scorso, collegava Genova con l’America del Sud,

trasportando passeggeri, posta ed emigranti.

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Tra le novità della posta moderna vi furono anche le nuove opportunità professionali della donna.

Durante la guerra 1915/18 le donne, che già da tempo lavoravano in ufficio, svolsero anche funzioni esterne, per sostituire i colleghi maschi, inviati al fronte.

In questa cartolina del 1916 è raffigurata la donna-postino (un ruolo sino allora esclusivamente maschile), che all’epoca aveva suscitato la curiosità e a volte l’ironia della gente.

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Anche se le relazioni postali con l’estero, prima degli accordi della seconda metà del secolo, potevano essere complicate, la posta arrivava in tutto il mondo.

L’interno di un ufficio postale giapponese, raffigurato in una stampa tedesca difine ‘800.

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L’ufficio della posta cavalli di Londra agli inizi del secolo scorso, all’arrivo della diligenza da Glasgow: si notano i traffici e la grande animazione.

Fu in Gran Bretagna che il progresso industriale aveva reso il paese più avanzato d’Europa, che il problema delle comunicazioni postali era più sentito.

Venne risolto con la riforma postale del 1840, che stimolò una profonda rivoluzione nei metodi postali in tutta Europa di lì a pochi anni.

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Una lettera affrancata con il primo francobollo del mondo: il valore inglese da 1penny con l’effigie della Regina Vittoria, emesso il 6 maggio 1840. I vari bolli sullalettera testimoniano un sofferto viaggio sino a Roma, districandosi tra le varie tassee passaggi tra diverse nazioni.

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Contemporaneamente ai francobolli, la Gran Bretagna emise anche delle buste già affrancate e variamente decorate, che i collezionisti chiamano ‘Mulready’.

Ebbero però poca fortuna e furono presto abbandonate.

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Un insieme di francobolli del secolo scorso, rari o famosi o inconsueti, emessi da varie nazioni. Esaurito il loro compito di affrancare la corrispondenza, oggi sono

ricercatissimi dai collezionisti.

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I primi francobolli emessi in Italia datano al 1850, quando la penisola eraancora divisa in stati indipendenti, secondo la sistemazione studiata dalCongresso di Vienna, che riordinò l’Europa dopo Napoleone.

Qui si notano francobolli del Lombardo-Veneto austriaco, di Sardegna, diToscana, dello Stato Pontificio, di Parma, di Modena, di Napoli, di Sicilia edel governo provvisorio delle Romagne.

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Gli ultimi francobolli del regno di Sardegna furono anche i primi delneonato regno d’Italia, nel 1861. Presto si provvide ad emettere anchenuovi francobolli, con la leggenda “francobollo postale italiano”.

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Inventata in Austria nel 1869, la cartolina postale si diffuse rapidamente in tutto il mondo.

In questa composizione, alcune antiche emissioni di diverse nazioni.

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Bollettini per i pacchi postali, tra i primi in uso in Italia. Il servizio era iniziato nel 1881.

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Il primo servizio di bancoposta (qui alcuni tra i primi moduli) fu quello dei vaglia. Seguirono poi i libretti di risparmio, i conti correnti e i buoni fruttiferi.

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Il trasporto della posta via aerea in modo regolare iniziò in Italia nel1926. Le prime linee aeree erano servite soprattutto da idrovolanti. Inquesta foto della fine degli anni venti il carico dei sacchi di posta aBrindisi, sull’idrovolante in partenza per Atene e Costantinopoli.

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Oggi la maggior parte della posta in Italia viaggia con la rete aeropostale notturna, inaugurata nel 1965 e festeggiata anche con l’emissione di due francobolli.

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I

TASSO

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Da emigranti stagionali al rango di principi e grandi banchieri

I Thurn und Taxis grandi imprenditori di origine

italiana

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Fino al XIV secolo, e per tutto il medioevo,non era mai scomparso il servizio postale,organizzato sul vecchio modello romano, dicorrieri per le comunicazioni fra i vari potericentrali ed i loro organi periferici, sia degliStati così come delle grandi signoriefondiarie.

La Chiesa di Roma poteva contare, anchenei secoli più bui di tutto il medioevo, su unavasta rete di comunicazioni ed informazioniservita da un folto numero di corrieri,soprattutto religiosi e pellegrini.

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Particolare sviluppo di quel servizio si eraavuto sotto la dominazione della monarchiacarolingia nel IX secolo e al tempo dellecrociate nel XII e XIII secolo.

Più continuo fu il servizio di corrispondenzatra i vari monasteri, soprattutto benedettini,che si avvalsero a questo scopo di una foltaschiera di “aldi”, ricordati anchenell'inventario di S. Giulia di Brescianell'anno 900 circa.

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Gli aldi ed i corrieri dei macellaiGli “aldi” erano adibiti al “solo” scopo del recapitodella corrispondenza ed incaricati di svolgere lediverse commissioni (“qui tantum modo epistolaset mandata portant”, che portano cioè soltantolettere ed ordini di commissione).

I corrieri, come quelli che si cominciano adincontrare a partire dal XII secolo al servizio diqualche città e delle maggiori università, dovevanoprestare la loro opera soltanto ed esclusivamenteper conto degli enti che ne curavano l'istituzioneed il mantenimento.

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I privati erano tassativamente esclusi. A loro nonera permesso l'utilizzazione della posta di Stato odella Chiesa, così come quella delle varieistituzioni politiche.

Già nel mondo romano le personalità cheavevano molte relazioni, politiche o finanziarie,erano costrette a mantenere tra i propri schiaviun numero considerevole di messaggeri privati(“domestici tabellarii”) per il recapito della lorocorrispondenza.

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Per tutto il medioevo, i privati che dovevanospedire lettere in paesi lontani, e non potevanopermettersi di sostenere la spesa di un propriocorriere, erano costretti a consegnare le loromissive ad occasionali viandanti, mercanti opellegrini.

Si affidavano, cioè al caso, ricorrendo spessoall'espediente di fare più copie della stessalettera con la speranza che una delle tantepotesse giungere a destinazione.

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Su queste basi funzionava nei paesi germanicila cosiddetta “posta: dei macellai”, cosìchiamata perché i macellai, costretti afrequenti spostamenti a causa dei loroacquisti, si incaricavano volentieri, dietrocompenso, di recapitare la corrispondenza.

I primi tentativi di servizio di recapito dellacorrispondenza di cui potessero valersi alcunecategorie di privati, vennero fatti agli inizi delXIV secolo con l'istituzione dei “corrieri deimercanti”.

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Si trattava di servizi istituiti dagli stessimercanti e da imprenditori privati o banchieri. Icorrieri dei mercanti erano sottoposti allarigorosa vigilanza di apposite magistraturecomunali o mercantili.

La necessità di far giungere nel più breve tempopossibile il messaggio a destinazione portava,sempre sui vecchi modelli romani, all'istituzionedi stazioni di ricambio dei cavalli per i corrieri.Quelle stazioni erano chiamate “poste”, dondederivò il nome del servizio.

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Fino alla metà del XV secolo, anche lacorrispondenza mercantile, sulle distanze piùlunghe e soprattutto via mare, continuò tuttavia adessere affidata a corrieri o intermediari occasionali.

I Tasso di BergamoLo sviluppo del servizio postale permesso anche aiprivati, quello con il quale ha inizio la storiamoderna delle comunicazioni, è merito di duegrandi famiglie di artisti e di emigrati: i Tasso diBergamo ed i Maderno o Maderni di Lugano eCapolago. Quella dei Tasso era una numerosafamiglia originaria della Val Brembana.

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I diversi rami familiari si distinguevano fra loroper l'aggiunta del paese di provenienza: i Tasso diAlmenno, di Piazza, di Camerata, di Cornello.

Nei registri di quei comuni si trovano membridella famiglia Tasso sin dagli inizi del XII secolo.Fu un Omodeo de' Tassi di Cornello ad iniziare ilservizio di porta lettere. B. Belotti, nella sua“Storia di Bergamo e dei Bergamaschi”, spiega ilfatto come un fenomeno dell'emigrazionestagionale che già allora interessava le valli delbergamasco.

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Omodeo de' Tassi si serviva appunto dellanumerosa parentela, che in continuazionearrivava e partiva da e per le più disparatedestinazioni, per l'inoltro della corrispondenza.Cornello era diventato un importante centro diraccolta e di smistamento delle missive.

La fama di Omodeo era diventata tale chepersino la Repubblica di Venezia ricorse allasua opera concedendogli, già nel 1305, ilpermesso di esercitare tale servizio in tutti iterritori della Serenissima.

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Omodeo de' Tassi moriva nel 1309, non senzaaver gettato prima le basi di quella che sarà laCompagnia dei corrieri veneti, tradotta a suavolta in una grande società alla quale sarannointeressate una trentina di famiglie. LaCompagnia dei corrieri della Serenissima siserviva anche del “Bancho di Laurentii de Taxis”di Roma.

Il lavoro di Omodeo venne poi continuato dalfiglio Ruggero (1309-1332), da Benedetto figlio diRuggero (1333-13557, da Plazio o Paxio figlio diBenedetto (1350), e così via.

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Nei primi decenni del XV secolo la famiglia Tasso,divenuta famosa in tutta Europa, era giàsuddivisa in due grandi rami dei quali, più tardi,deriveranno altri rami che daranno sempremaggior lustro al casato sia in Italia che all'estero.

I Thurn und TaxisSempre nel XV secolo, i Tasso si imparentarono,in modo non ancora ben definito con la famigliaThurn, discendente con molta probabilità daiDella Torre di Milano, donde il nuovo nome deiThurn und Taxis.

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In seguito tutta una serie di unionimatrimoniali portò i Thurn und Taxis adimparentarsi con le famiglie più nobilid'Europa, distinguendosi nel mondo bancario ecommerciale, ma eccellendo anche nelle letteree nelle arti.

Tutti stretti parenti tra loro erano Luigi Tasso,vescovo di Recanati, morto tragicamente nel1520, Ercole Tasso il filosofo, Giovanni Tasso,padre di Gabriele, padre a sua volta diBernardo Tasso il poeta, dal cui matrimoniocon Porzia de' Rossi nascerà il grandeTorquato, autore della Gerusalemme liberata.

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Dai Tasso di Bergamo avranno ancora origine iTaxis di Lorena, di Baviera e di Sassonia; i Taxis-Bordogna-Valnigra di Trento e Bolzano; la lineatedesca e quella austriaca-boema dei Thurn undTaxis ancora esistenti e dai quali nel 1933 sistaccherà, facendo famiglia a sé quella dei DellaTorre e Tasso di Castel Duino (Trieste).

Il capo della linea tedesca per tradizione, ancoraoggi, è chiamato “regnante”. Il Consiglioprovinciale di Bergamo ricordava nel 1886 leimprese della famiglia inaugurando in Cornellouna lapide in onore dei Tasso che, si legge:

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Scesi a Bergamo sparsi in Germania, nelle Fiandre, nella Spagna

ebbero il generalato delle Poste, vantarono uomini insigni

nella prelatura e nelle armi, nelle ambascerie,

nelle scienze e nelle letterema più insigni e gloriosi fra tutti

furono Bernardo ed il figlio Torquato.

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Regime di monopolioTutti i rami della famiglia Tasso che si distinsero nelservizio delle imprese postali sono collaterali a quellinobili ricordati sopra e imparentate tra loro,discendendo tutte da Paxio Tasso loro capostipitecomune.

Nel 1460 un Roggero Tasso otteneva da Federico IIIdi Asburgo l'incarico del servizio postale nel Tirolo.Giovanni Tasso, che già operava nei domini veneti,fu chiamato nel 1502 dall'imperatore Massimiliano Iper organizzare, insieme al fratello Francesco, ilservizio postale in tutti i territori soggetti al dominioaustriaco.

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Fu proprio Francesco a conseguire maggiorfama tanto da essere ricordato come“l'inventore della posta”.

Il primo marzo del 1501, Filippo il Bellod'Asburgo, signore dei Paesi Bassi (1482) e redi Castiglia (1504), figlio dell'imperatoreMassimiliano I e di Maria di Borgogna,nominò infatti Francesco von Taxis “capitanoe mastro delle nostre poste” e quindi“Generalpostmeister” (maestro generale delleposte).

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I primi decenni del Cinquecento furono unperiodo particolarmente felice per tutta la vastafamiglia dei Thurn und Taxis o anche De la Toure Tassis: Davide de Taxis era soprintendente alleposte imperiali di Venezia; Gabrielesoprintendente alle poste del Tirolo; Simonesoprintendente imperiale alle poste in Milano,mentre tanti altri membri della famigliacontrollavano i servizi postali di molte altreregioni d'Europa.

Quella dei Taxis era insomma un'impresa familiare con diramazioni capillari tanto da poter garantire un servizio celere e fidato.

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Francesco fu anche l'artefice della Convenzione diBruxelles (1504), che regolava le comunicazionipostali fra i Paesi Bassi, la Spagna e la Francia. Nel1512, Francesco otteneva la nobiltà dell'imperotedesco e quattro anni dopo il generalato delleposte di tutta la Germania.

Prima di morire, nel 1517, aveva chiamato a sé,essendo senza figli, i nipoti Giovanni Battista,Maffeo, Davide e Simone. Fu Giovanni BattistaTasso ad ottenere da Carlo V il brevetto di“Generalpostmeister” (1520).

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Il servizio appaltato dalle varie case regnanti aiTasso era quello dei corrieri per le comunicazionidi Stato; ma per compensarli per la loro preziosaopera ed eventuale perdita di guadagno nelservizio statale veniva loro concesso il permessodi esercitare il servizio anche per conto deiprivati in regime di monopolio.

Per far fronte all'impresa i Tasso istituivanoallora uffici postali, affidati sempre a membridella stessa famiglia, nelle principali città deiPaesi Bassi e della Germania: a Vienna, aInnsbruck, a Trento, a Venezia, a Milano, aRoma, a Madrid.

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A RatisbonaCon Leonardo Thurn und Taxis, pronipote diRoggero, nel 1597, la casata fu elevata allabaronia imperiale ereditaria e nel 1615 ricevettela carica ereditaria dell'imperiale regiasoprintendenza generale alle poste. Sempre nel1615, nella persona di Lamoral, i Thurn undTaxis furono elevati al grado di conti dell'impero.

Essi entrarono tuttavia a far parte della grandenobiltà europea con la nomina di Eugenio,pronipote di Lamoral, al grado di principedell'impero.

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La famiglia non si limitava più a dirigere edamministrare l'imponente servizio postale, maera impegnata anche a “regnare” sui vastiterritori acquisiti attraverso donazionidell'imperatore o con gli oculati investimentidei proventi dell'impresa.

Nei territori ereditari della dinastia austriaca laloro attività sarà tuttavia limitata nel secoloXVII dall'istituzione della carica imperiale disupremo maestro aulico delle poste, coperta daiconti di Paar.

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La potenza della famiglia Thurn und Taxisnon venne comunque meno tanto cheAlessandro, figlio di Eugenio, venneaddirittura nominato a rappresentantedell'imperatore alla dieta perpetua diRatisbona (Ravensburg) per il periodo 1743-1748.

Fu proprio in seguito a quella nomina che iThurn und Taxis elessero a loro sedeprincipale quella città, trasferendovi daFrancoforte sul Meno la direzione dei loroaffari.

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E da allora Ratisbona resterà fino ai nostrigiorni la sede ufficiale della principale lineadiretta della famiglia.

Alla morte di Alessandro, avvenuta nel 1773,dal ramo tedesco della famiglia si staccò lalinea boema che si diramerà in buona partedell'Europa orientale. La linea ratisbonense,nel 1785, acquistava ampie terre signorili inSvevia e poi in altre regioni della Germania.

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Al servizio postale l'impresa dei Thurn undTaxis aveva intanto aggiunto quello ditrasporto dei passeggeri con una fitta retedi diligenze che copriva i collegamentistradali più frequentati dell'Europaoccidentale.

Le diligenze dei Taxis riusciranno perqualche tempo anche ad essereconcorrenziali con la stessa ferrovia, chepoi segnerà comunque il loro declino.

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Agli inizi del XIX secolo quando furonoliquidate le cariche inerenti al serviziopostale dell’impero e dei paesi ereditai dicasa d'Austria, i Thurn und Taxis venneroindennizzati, per la perdita della carica diconsiglieri generali delle poste nei Paesi Bassiaustriaci (Belgio) e nelle province situatesulla riva sinistra del Reno, conl'assegnazione tramite l'editto imperiale del1803 dell'ex-monastero di Buchau,trasformato in principato e degli appannaggidi Marchthal e Nersheim in Svevia.

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Tra il 1808 ed il 1862, a titolo di indennità,per la perdita della gestione dei servizipostali della Baviera, del Baden e delWürttemberg, della Prussia e dell'Austria,la casa Thurn und Taxis ebbe, in più riprese,oltre tre milioni di talleri e l'assegnazionedel principato di Krotoschin in Posnania edi altri compensi materiali e seggi ereditarinella camere dei diversi Stati ai qualiavevano dovuto cedere il servizio postale. Lalinea ratisbonense porta dal 1899 il titolobavarese di granduchi di Wörth eOberstauf.

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L'impresa Thurn und Taxis oggiCon la fine del servizio postale, l'impresa Thurnund Taxis aveva perso comunque il suo fascino ela possibilità di trattare a tu per tu con principie regnanti.

Dedicandosi esclusivamente all'amministrazionedella proprietà terriera acquistata con i proventiottenuti dalla nazionalizzazione delle poste,l'impresa familiare passò da una lunga fase di“liberalizzazione” ad un brevissimo periodo di“feudalizzazione”.

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La famiglia Thurn und Taxis non eratuttavia fatta per fossilizzarsi in un ristrettomondo agricolo.

Cominciarono allora i grandi investimenti incampo industriale e nelle imprese ditrasporto: partecipazioni azionarie nelleferrovie, in raffinerie di zucchero, nelleimprese minerarie, nelle industriealimentari. Senza comunque tralasciare gliinvestimenti nel campo immobiliare edagricolo.

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Nel secondo dopoguerra la linea ratisbonensedei Thurn und Taxis ha acquisito cospicuecompartecipazioni in molte imprese inGermania, in Canada, e negli Stati Unitid'America. Per questo sono stati costituiti un“Thurn und Taxis Immobilien Service GmbH”(TTIS) così come una “IC ImmobilienConsulting - und Anlagengesellschaft GmbH”con uffici a Regensburg, Düsseldorf,Francoforte, Monaco di Baviera, Toronto, SanFrancisco ed Atlanta.

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Il centro di gestione dei capitali è la “Fürst Thurnund Taxis Bank OHG”, di proprietà dellafamiglia, una delle più grandi banche privatedella Germania ed una delle poche con garanziainteramente coperta dai titolari. Molte sonoanche le partecipazioni azionarie di maggioranzain diverse altre imprese non solo in Germania, maanche all'estero; tra queste va ricordata anche la“Thurn und Taxis Investment Managers AG” consede a Zurigo.

In Germania è famosa anche la “Birreria Thurnund Taxis”.

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Dell'impero dei Thurn und Taxis fanno poiparte una miriade di imprese, sparse in tuttoil mondo e che coprono i più svariati settoridell'industria moderna.

Tra queste ricordiamo la Doduco AG diPforzheim acquisita nel 1971 e che occupaoggi oltre duemila tra operai ed impiegati.

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Le diapositive che seguono propongono una serie di francobolli italiani dedicati alla

storia della Posta.

Sono proposti senza didascalia e senza dati identificativi per lasciare agli eventuali

interessati la “ soddisfazione “ di ricercarli su un catalogo, trovarli ed eventualmente

classificarli .

A qualcuno potrà anche venire la voglia di imbastirvi una piccola tematica.

Attenzione

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La storia della posta nei francobolli italiani

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