La Stadera n. 86 Gennaio 2014

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno XI 86 2014 gennaio per segnalazioni e comunicazioni [email protected] puoi seguirci anche su www.facebook.com/sscrocifissobarletta delegato relazioni stampa [email protected] EFFETTO CHIESA agenda gennaio 2014 cinema 4 sab ore 20.00 Tombolata delle famiglie 5 dom Anniversario Ordinazione Diaconale di don Abramo Ferrara (1991) ore 17.30 Corso Prematrimoniale (tutte le domeniche) ore 20.00 Catechesi Biblica (Di Marcantonio) 1ª e 3ª del mese 6 lun Epifania del Signore - Giornata dell’Infanzia missionaria Anniversario Ordinazione Episcopale di S.Em. Card. Francesco Monterisi (1983) 8 mer ore 18.00 Catechesi 3ª e 4ª elementare ore 19.30 RnS Preghiera di Lode (ogni mercoledì) 9 gio ore 8.00 Gruppo volontari (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì ) ore 17.30/18.30 Gruppo EPASSS (lab. scol. per Diversamente Abili, ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 18/20 Gruppo Villaggio Paradiso (catechesi diversamente abili, ogni lunedì e giovedì) ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata dai Giovani 10 ven ore 18.00 Catechesi 5ª elementare e 1ª media ore 19.30 Catechesi Post-Cresima (ogni venerdì) 11 sab ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 17.30 Catechesi Giovani Coppie ore 19.30 Catechesi Genitori Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi 12 dom Battesimo del Signore Raccolta Salvadanai ore 11.00 Catechesi Classi 1ª e 2ª elementare (ogni domenica) ore 17.30 Corso Genitori Battezzandi (2ª e 4ª del mese) ore 19.00 S. Messa con i Battezzati anno precedente. 13 lun ore 18.30 Catechesi RnS, (ogni lunedì) ore 19.00 Corso Biblico, Prof. Ciliento (ogni lunedì) 14 mar ore 19.30 Formazione Catechisti 16 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata da RnS e Catechisti 18-25 Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 19 dom Giornata del Migrante e del Rifugiato ore 11.00 Catechesi Genitori 1ª Confessione ore 11.00 Oratorio Invernale 3ª Elementare 21 mar 14° Anniversario RnS Parrocchiale 23 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa 26 dom Giornata dei malati di lebbra ore 11.00 Catechesi Genitori 1ª Comunione ore 11.00 Oratorio Invernale 4ª Elementare ore 20.00 Catechesi per Famiglie e Associati (don Abramo) ogni ultima domenica del mese 29 mer ore 19.30 PARROCCHIA S. ANDREA – Bisceglie “CHIESA CHE ANNUNCIA” Marinella Perroni, Docente di Esegesi del Nuovo Testamento. Pontificio Ateneo S. Anselmo - Roma 30 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 S. Messa, Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna 1 sab ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi 2 dom Presentazione di Gesù al Tempio - Candelora Guardare al Creato e Servire l’uomo I l Centro Missionario Diocesano “Pa- dre Raffaele Di Bari, Loribamoi”, di- retto dal nostro parroco don Rino Caporusso, luogo e strumento dell’ani- mazione missionaria nel territorio, ha organizzato nel mese di Giugno 2013 un incontro sul tema “Guardare al Cre- ato e Servire l’uomo” presso la nostra parrocchia SS. Crocifisso. Durante que- sto incontro abbiamo avuto l’onore di ospitare Padre Saverio Paolillo, missio- nario comboniano, nativo di Barletta, da anni impegnato nel suo servizio in uno dei luoghi più sperduti e difficili del pianeta: il Brasile. Racconta così padre Saverio: “Il paese si presenta come un immenso cantiere siderurgico, nel quale vi sono molti operai che sfogano i loro istinti con i bambini piccoli”. Purtroppo in questo Paese è presente un altissi- mo tasso di prostituzione infantile. Altro problema presente è quello del tasso di omicidi, ve ne sono 101 ogni 100mila abitanti per diverse città povere. Per comprendere questa mattanza è suffi- ciente considerare che secondo l’Onu, se si supera il parametro di 50 ogni 100mila si è in un clima di guerra civile. “Ma queste situazioni non ci spaventa- no, - afferma Padre Saverio – bensì ci spronano a continuare con il coraggio nella nostra azione”. Continua: ”la nostra missione è quella di stimolare i ragazzi e le loro famiglie, recuperare l’autostima, aiu- tarli a riconoscere la propria dignità e a lasciarsi coinvolgere nella conquista dei diritti affinché siano rispettati. Con il nostro lavoro non stiamo prestando un favore, ma stiamo compiendo il dovere di garantire ai ragazzi il diritto di vivere con dignità. La nostra proposta peda- gogica cerca di sviluppare nei ragazzi la coscienza critica, la capacità di lettura e di analisi della realtà e la ricerca e svi- luppo di iniziative che garantiscano la promozione della loro dignità. In questa maniera si sconfigge la logica del clien- telismo sostituendola con quella del di- ritto vero e proprio!”. Forse abbiamo sentito parlare del Brasile come una nazione in forte cre- scita, in una situazione di sostanziale pace sociale. L’eterna promessa brasi- liana si basa su diversi miglioramenti, quali la diminuzione della disoccupa- zione e il contenimento dell’inflazione. Ma in realtà tutti i problemi sono dovuti proprio a una pluralità di ragioni ricon- ducibili alla corruzione dilagante, alla mala politica, ai giochi di potere ed alla cattiva gestione delle risorse pubbliche. Proprio per questo la politica brasiliana non è in grado di ascoltare il grido di sostegno e denuncia delle ingiustizie da parte della popolazione. Perciò, Padre Saverio ci chiede di pregare per loro in Brasile e di partecipare attivamente alle varie campagne di sensibilizzazione promosse da associazioni internazio- nali. Questo passo potrebbe apparire banale per noi, in realtà è molto impor- tante per loro. Spiega,ancora, P. Save- rio che i Cristiani, con le loro capacità di indignarsi e reagire di fronte alle in- giustizie e disumanizzazioni, non danno buona prova di se stessi. Non si aspet- tano nulla da nessuno, nemmeno dal- la Chiesa, perché quest’ultima adesso viene vista come quella comunità che aiuta i poveri ma non è parte di essi, è portatrice di carità, ossia ‘amore disin- teressato nei confronti degli altri’, e che per ragioni diplomatiche approva e tace su piani politici e finanziari. Dopodiché, noi Cristiani siamo invitati a rivedere le nostre priorità, opzioni, criteri delle nostre azioni e progetti pastorali e chie- derci soprattutto se siamo disposti ad incarnare la logica della gratuità e della fiducia. Siamo in grado di aiutare gli al- tri senza chiedere qualcosa in cambio? Siamo in grado di farci portavoce di Cri- sto attraverso esperienze missionarie e non? La testimonianza forte di carità del missionario comboniano, collocata in un preciso contesto socio-religioso-geogra- fico, stimola la crescita nella dimensio- ne missionaria dell’agire cristiano. Tale dimensione scaturisce dalla for- za dello Spirito Santo che conduce i di- scepoli del Signore Gesù sulle frontiere del mondo, vicine e lontane per “annun- ziare ai prigionieri la liberazione…; per liberare coloro che sono oppressi…” (Lc 4,19). È lo Spirito Santo che ha spinto P. Saverio Paolillo a portarsi sotto l’obbe- dienza della fede in Brasile per immer- gersi in quegli strati della storia in cui la dignità della persone è calpestata e richiede di essere riscattata da Gesù Cristo. Il servizio della carità di P. Save- rio è l’amore stesso di Cristo che fa suo ogni uomo e donna per elevarlo alla sua dignità di figlio di Dio. Questa testimonianza è, senza dub- bio, un dato significativo in quanto, la dimensione missionaria si fa sorgente di quella cultura della solidarietà di cui tutti e l’intero mondo ha bisogno per superare ogni povertà e disuguaglian- za che, in fondo, sono la radice di ogni conflitto. Mariagrazia Spadaro [email protected] La Sacra Scrittura è sobria nei confronti di Maria; non bisogna però ingannarsi su questo silenzio. Quando di una creatura si è detto che è la Madre di Gesù e che Gesù è Dio, non si può certo aggiungere altro a sua lode e gloria. (Cèlestin Charlier) La vera ricchezza consiste nel non avere bisogno di nulla. (Anonimo) Il nostro paese ha bisogno di menti più aperte e di bocche più chiuse. (Anonimo) Che cosa si impara alla scuola della Vergine? Due cose: a possedere e a donare Gesù Cristo. (F. Charmot) Il mondo nel suo agitarsi fra destra e sinistra ha di- menticato che esiste un Alto e un basso. (Werfel) Il senso della vita è dentro di noi. Anche chi non crede che siano fatti da Dio, non può non negare che siano fatti di Dio. (Roberto Benigni) Jasmine è una donna appartenente all’alta bor- ghesia di New York caduta in disgrazia dopo che suo marito è stato arrestato a causa del suo coinvolgi- mento in una gigantesca frode finanziaria. Rimasta sola e senza un soldo, Jasmine si trasferisce a San Francisco per farsi ospitare da sua sorella adottiva Ginger, di modesto stato sociale, ma fatica ad adat- tarsi al nuovo stile di vita… Nel corso della sua lun- ghissima carriera, Woody Allen si è sempre distinto per la sua formidabile capacità di tratteggiare figure femminili di straordinario spessore. In particolare, il regista ha saputo esplorarne in profondità soprattut- to le ansie, le paure, le fragilità e le nevrosi. Esempi ne sono film quali ”IO E ANNIE”, “UN’ALTRA DONNA”, ”MARITI E MOGLI” che ci hanno regalato personaggi indimenticabili di donne. L’ultima in ordine di tempo è colei che dà il titolo a “Blue Jasmine”, ovvero Ja- smine Francis, che nel film ha il volto aristocratico di una superba Cate Blanchett. L’intero film è costrui- to attorno alla “malinconica Jasmine” che continua a far risuonare nella sua testa la melodia di “Blue Moon”, sulle cui note è avvenuto il primo incontro con suo marito. In questo film Woody Allen ci presen- ta la sua eroina contemporanea con un realismo dai toni drammatici; il maestro dell’ironia questa volta ci lascia con un sapore amaro. La crisi contempora- nea, non è solo quella economica e finanziaria, ma è soprattutto quella morale. Un film sicuramente da vedere che potrà ambire a qualche premio Oscar. Liana Caputo [email protected] Direttore editoriale: Ruggiero Caporusso Direttore responsabile: Ruggiero Dimonte Vicedirettore: Angela Rizzi Ruggiero Rutigliano Redazione: Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, Mario Borraccino, don Alessandro Brandi, Liana Caputo, Alberto Cassano, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Silvia Giannella, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio, Mariagrazia Spadaro, Fausta Torre Hanno collaborato: Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro Premio “Fallani” Miglior Testata 2007 LA STADERA Mensile di informazione e formazione della Parrocchia SS. Crocifisso - Barletta Anno XI - n. 86 gennaio 2014 Registrazione n. 4 del 5/2/2007 presso il Tribunale di Trani Direzione, redazione e ammin.: Parrocchia SS. Crocifisso Via Zanardelli, 33 76121 Barletta Tel. e fax 0883.333382 Impaginazione e stampa: Editrice Rotas - Barletta Intenzione missionaria dell’apostolato della preghiera: perché i cristiani delle diverse confessioni possano camminare verso l’unità voluta da Cristo. FEBBRAIO Pastore di Cristo intrepido e misericordioso con lo sguardo verso le periferie Lo scorso 16 ottobre la nostra comunità parrocchiale ha avuto il grande piacere di andare a visitare Papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro. Oltre 300 pellegrini desiderosi di ascoltare le parole del successore di Pietro e con lui rinnovare l’adesione della propria fede a Cristo. A nome di tutta la parrocchia i nostri sacerdoti, don Rino e don Ales- sandro, hanno consegnato personalmente al Papa il riconoscimento della “Cattedra degli Anàrgiri”, distinguendo in lui l’esempio e la testimonianza di gratuità, speranza, misericordia e vicinanza agli ultimi, virtù che furono proprie dei santi Medici Cosma e Damiano. Con gratitudine e commozione Papa Francesco ha benedetto le palme e ha chiesto al parroco e a tutta la comunità di continuare ad accompagnarlo con la preghiera e l’affetto. È quanto noi desideriamo continuare a fare! Massimo Serio, [email protected] “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

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La Stadera n. 86 Gennaio 2014

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA

Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta

anno XI

n°86

2014gennaio

per segnalazioni e comunicazioni

[email protected] seguirci anche su

www.facebook.com/sscrocifissobarlettadelegato relazioni stampa

[email protected]

EFFETTO CHIESA

5

agenda gennaio 2014cinema

4 sab ore 20.00 Tombolata delle famiglie

5 dom Anniversario Ordinazione Diaconale di don Abramo Ferrara (1991) ore 17.30 Corso Prematrimoniale (tutte le domeniche) ore 20.00 Catechesi Biblica (Di Marcantonio) 1ª e 3ª del mese

6 lun Epifania del Signore - Giornata dell’Infanzia missionaria Anniversario Ordinazione Episcopale di S.Em. Card. Francesco

Monterisi (1983)

8 mer ore 18.00 Catechesi 3ª e 4ª elementare ore 19.30 RnS Preghiera di Lode (ogni mercoledì)

9 gio ore 8.00 Gruppo volontari (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì ) ore 17.30/18.30 Gruppo EPASSS (lab. scol. per Diversamente

Abili, ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 18/20 Gruppo Villaggio Paradiso (catechesi diversamente

abili, ogni lunedì e giovedì) ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata dai Giovani

10 ven ore 18.00 Catechesi 5ª elementare e 1ª media ore 19.30 Catechesi Post-Cresima (ogni venerdì)

11 sab ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 17.30 Catechesi Giovani Coppie ore 19.30 Catechesi Genitori Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi

12 dom Battesimo del Signore Raccolta Salvadanai ore 11.00 Catechesi Classi 1ª e 2ª elementare (ogni domenica) ore 17.30 Corso Genitori Battezzandi (2ª e 4ª del mese) ore 19.00 S. Messa con i Battezzati anno precedente.

13 lun ore 18.30 Catechesi RnS, (ogni lunedì) ore 19.00 Corso Biblico, Prof. Ciliento (ogni lunedì)

14 mar ore 19.30 Formazione Catechisti

16 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata da RnS e Catechisti

18-25 Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

19 dom Giornata del Migrante e del Rifugiato ore 11.00 Catechesi Genitori 1ª Confessione ore 11.00 Oratorio Invernale 3ª Elementare

21 mar 14° Anniversario RnS Parrocchiale

23 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa

26 dom Giornata dei malati di lebbra ore 11.00 Catechesi Genitori 1ª Comunione ore 11.00 Oratorio Invernale 4ª Elementare ore 20.00 Catechesi per Famiglie e Associati (don Abramo) ogni

ultima domenica del mese

29 mer ore 19.30 Parrocchia S. andrea – Bisceglie “CHIESA CHE ANNUNCIA” Marinella Perroni, Docente di Esegesi del Nuovo

Testamento. Pontificio Ateneo S. Anselmo - Roma

30 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 S. Messa, Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna

1 sab ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi

2 dom Presentazione di Gesù al Tempio - Candelora

Guardare al Creatoe Servire l’uomo

Il Centro Missionario Diocesano “Pa-dre Raffaele Di Bari, Loribamoi”, di-retto dal nostro parroco don Rino

Caporusso, luogo e strumento dell’ani-mazione missionaria nel territorio, ha organizzato nel mese di Giugno 2013 un incontro sul tema “Guardare al Cre-ato e Servire l’uomo” presso la nostra parrocchia SS. Crocifisso. Durante que-sto incontro abbiamo avuto l’onore di ospitare Padre Saverio Paolillo, missio-nario comboniano, nativo di Barletta, da anni impegnato nel suo servizio in uno dei luoghi più sperduti e difficili del pianeta: il Brasile. Racconta così padre Saverio: “Il paese si presenta come un immenso cantiere siderurgico, nel quale vi sono molti operai che sfogano i loro istinti con i bambini piccoli”. Purtroppo in questo Paese è presente un altissi-mo tasso di prostituzione infantile. Altro problema presente è quello del tasso di omicidi, ve ne sono 101 ogni 100mila abitanti per diverse città povere. Per comprendere questa mattanza è suffi-ciente considerare che secondo l’Onu, se si supera il parametro di 50 ogni 100mila si è in un clima di guerra civile.

“Ma queste situazioni non ci spaventa-no, - afferma Padre Saverio – bensì ci spronano a continuare con il coraggio nella nostra azione”.

Continua: ”la nostra missione è quella di stimolare i ragazzi e le loro

famiglie, recuperare l’autostima, aiu-tarli a riconoscere la propria dignità e a lasciarsi coinvolgere nella conquista dei diritti affinché siano rispettati. Con il nostro lavoro non stiamo prestando un favore, ma stiamo compiendo il dovere di garantire ai ragazzi il diritto di vivere con dignità. La nostra proposta peda-gogica cerca di sviluppare nei ragazzi la coscienza critica, la capacità di lettura e di analisi della realtà e la ricerca e svi-luppo di iniziative che garantiscano la promozione della loro dignità. In questa maniera si sconfigge la logica del clien-telismo sostituendola con quella del di-ritto vero e proprio!”.

Forse abbiamo sentito parlare del Brasile come una nazione in forte cre-scita, in una situazione di sostanziale pace sociale. L’eterna promessa brasi-liana si basa su diversi miglioramenti, quali la diminuzione della disoccupa-zione e il contenimento dell’inflazione. Ma in realtà tutti i problemi sono dovuti proprio a una pluralità di ragioni ricon-ducibili alla corruzione dilagante, alla mala politica, ai giochi di potere ed alla cattiva gestione delle risorse pubbliche.

Proprio per questo la politica brasiliana non è in grado di ascoltare il grido di sostegno e denuncia delle ingiustizie da parte della popolazione. Perciò, Padre Saverio ci chiede di pregare per loro in Brasile e di partecipare attivamente

alle varie campagne di sensibilizzazione promosse da associazioni internazio-nali. Questo passo potrebbe apparire banale per noi, in realtà è molto impor-tante per loro. Spiega,ancora, P. Save-rio che i Cristiani, con le loro capacità di indignarsi e reagire di fronte alle in-giustizie e disumanizzazioni, non danno buona prova di se stessi. Non si aspet-tano nulla da nessuno, nemmeno dal-la Chiesa, perché quest’ultima adesso viene vista come quella comunità che aiuta i poveri ma non è parte di essi, è portatrice di carità, ossia ‘amore disin-teressato nei confronti degli altri’, e che per ragioni diplomatiche approva e tace su piani politici e finanziari. Dopodiché, noi Cristiani siamo invitati a rivedere le nostre priorità, opzioni, criteri delle nostre azioni e progetti pastorali e chie-derci soprattutto se siamo disposti ad incarnare la logica della gratuità e della fiducia. Siamo in grado di aiutare gli al-tri senza chiedere qualcosa in cambio? Siamo in grado di farci portavoce di Cri-sto attraverso esperienze missionarie e non?

La testimonianza forte di carità del missionario comboniano, collocata in un preciso contesto socio-religioso-geogra-fico, stimola la crescita nella dimensio-ne missionaria dell’agire cristiano.

Tale dimensione scaturisce dalla for-za dello Spirito Santo che conduce i di-scepoli del Signore Gesù sulle frontiere del mondo, vicine e lontane per “annun-ziare ai prigionieri la liberazione…; per liberare coloro che sono oppressi…” (Lc 4,19).

È lo Spirito Santo che ha spinto P. Saverio Paolillo a portarsi sotto l’obbe-dienza della fede in Brasile per immer-gersi in quegli strati della storia in cui la dignità della persone è calpestata e richiede di essere riscattata da Gesù Cristo. Il servizio della carità di P. Save-rio è l’amore stesso di Cristo che fa suo ogni uomo e donna per elevarlo alla sua dignità di figlio di Dio.

Questa testimonianza è, senza dub-bio, un dato significativo in quanto, la dimensione missionaria si fa sorgente di quella cultura della solidarietà di cui tutti e l’intero mondo ha bisogno per superare ogni povertà e disuguaglian-za che, in fondo, sono la radice di ogni conflitto.

Mariagrazia [email protected]

La Sacra Scrittura è sobria nei confronti di Maria; non bisogna però ingannarsi su questo silenzio. Quando di una creatura si è detto che è la Madre di Gesù e che Gesù è Dio, non si può certo aggiungere altro a sua lode e gloria. (Cèlestin Charlier)

La vera ricchezza consiste nel non avere bisogno di nulla. (Anonimo)

Il nostro paese ha bisogno di menti più aperte e di bocche più chiuse. (Anonimo)

Che cosa si impara alla scuola della Vergine? Due cose: a possedere e a donare Gesù Cristo. (F. Charmot)

Il mondo nel suo agitarsi fra destra e sinistra ha di-menticato che esiste un Alto e un basso. (Werfel)

Il senso della vita è dentro di noi. Anche chi non crede che siano fatti da Dio, non può non negare che siano fatti di Dio. (Roberto Benigni)

Jasmine è una donna appartenente all’alta bor-ghesia di New York caduta in disgrazia dopo che suo marito è stato arrestato a causa del suo coinvolgi-mento in una gigantesca frode finanziaria. Rimasta sola e senza un soldo, Jasmine si trasferisce a San Francisco per farsi ospitare da sua sorella adottiva Ginger, di modesto stato sociale, ma fatica ad adat-tarsi al nuovo stile di vita… Nel corso della sua lun-ghissima carriera, Woody Allen si è sempre distinto per la sua formidabile capacità di tratteggiare figure femminili di straordinario spessore. In particolare, il regista ha saputo esplorarne in profondità soprattut-to le ansie, le paure, le fragilità e le nevrosi. Esempi ne sono film quali ”IO E ANNIE”, “UN’ALTRA DONNA”, ”MARITI E MOGLI” che ci hanno regalato personaggi indimenticabili di donne. L’ultima in ordine di tempo è colei che dà il titolo a “Blue Jasmine”, ovvero Ja-smine Francis, che nel film ha il volto aristocratico di una superba Cate Blanchett. L’intero film è costrui-to attorno alla “malinconica Jasmine” che continua a far risuonare nella sua testa la melodia di “Blue Moon”, sulle cui note è avvenuto il primo incontro con suo marito. In questo film Woody Allen ci presen-ta la sua eroina contemporanea con un realismo dai toni drammatici; il maestro dell’ironia questa volta ci lascia con un sapore amaro. La crisi contempora-nea, non è solo quella economica e finanziaria, ma è soprattutto quella morale. Un film sicuramente da vedere che potrà ambire a qualche premio Oscar.

Liana [email protected]

Direttore editoriale:Ruggiero Caporusso

Direttore responsabile:Ruggiero Dimonte

Vicedirettore:Angela RizziRuggiero Rutigliano

Redazione:Rossella Acconciaioco, Maria Rita

Borraccino, Mario Borraccino, don Alessandro Brandi, Liana Caputo, Alberto Cassano, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Silvia Giannella, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio, Mariagrazia Spadaro, Fausta Torre

Hanno collaborato:Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

Premio “Fallani”Miglior Testata 2007

LA STADERAMensile di informazionee formazione della ParrocchiaSS. Crocifisso - BarlettaAnno XI - n. 86 gennaio 2014Registrazione n. 4 del 5/2/2007presso il Tribunale di Trani

Direzione, redazione e ammin.:Parrocchia SS. CrocifissoVia Zanardelli, 3376121 BarlettaTel. e fax 0883.333382

Impaginazione e stampa:Editrice Rotas - Barletta

Intenzione missionaria dell’apostolato della preghiera:perché i cristiani delle diverse confessioni possano camminare

verso l’unità voluta da Cristo.

FEBB

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Pastore di Cristointrepido e misericordiosocon lo sguardo verso le periferie

Lo scorso 16 ottobre la nostra comunità parrocchiale ha avuto il grande piacere di andare a visitare Papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro. Oltre 300 pellegrini desiderosi di ascoltare le parole del successore di Pietro e con lui rinnovare l’adesione della propria fede a Cristo. A nome di tutta la parrocchia i nostri sacerdoti, don Rino e don Ales-sandro, hanno consegnato personalmente al Papa il riconoscimento della “Cattedra degli Anàrgiri”, distinguendo in lui l’esempio e la testimonianza di gratuità, speranza, misericordia e vicinanza agli ultimi, virtù che furono proprie dei santi Medici Cosma e Damiano. Con gratitudine e commozione Papa Francesco ha benedetto le palme e ha chiesto al parroco e a tutta la comunità di continuare ad accompagnarlo con la preghiera e l’affetto. È quanto noi desideriamo continuare a fare!

Massimo Serio, [email protected]

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

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CHIESA IN CAMMINO L'APPUNTO

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UGANDA:un’osservazioneche diventa ascoltoRitornando dal viaggio missionario in Uganda del nostro Arcivescovo, abbiamo intervistato un laico. Si tratta del Prof. Michele Memeo, laureato in Filosofia, collaboratore del nostro Centro Missionario Diocesano “P. Raffaele Di Bari, loribamoi”.

Sappiamo che per lei non si tratta della prima esperienza missionaria, ma qual è stato l’impatto visivo-mentale

che le si è prospettato in questo viaggio in Uganda?Sì, effettivamente non è la prima volta che viaggio nei paesi del cosiddetto Terzo Mondo, anche se poi dal punto di vista ec-clesiale io ritengo che ad essere del Terzo mondo siamo noi. Ci si arricchisce perché si va nella prospettiva di imparare; quin-di, se da un punto di vista economico, noi possiamo risultare del Primo mondo, dal punto di vista ecclesiale e missionario siamo quelli che andiamo ad imparare. La prospettiva fonda-mentale è quella dell’ascolto, di un’osservazione che diventa ascolto; guardiamo con gli occhi, ma è uno sguardo di attesa. La prospettiva missionaria è un ricevere e un dare. In tutti i viaggi che ho fatto, sia in Brasile la prima volta nel 1997 quando sono stato a Santa Helena e don Rino era parroco, sia nelle quattro volte successive (di cui l’ultima, l’anno scorso), avevo anche la curiosità di conoscere il continente Africano; una curiosità, dovuta non tanto all’aspetto geografico e etno-logico, ma soprattutto all’aspetto ecclesiale per avere questa possibilità di concepire un confronto.

Ammettendo una sostanziale lontananza, quanto que-sto mondo è distante dalla nostra realtà?

Naturalmente sono due realtà diverse. Non posso parlare per tutta l’Africa perché è molto vasta e anche per l’Uganda ho solo alcune piccole impressioni. Abbiamo intervistato il cardina-le Emmanuel Wamala, arcivescovo emerito di Kampala, e nel chiedergli informazioni ci ha riferito che si tratta di una Chiesa giovane che ha solo centocinquanta anni; ci sono diciannove diocesi e ci è parso subito strano perché solo in Puglia noi ab-biamo diciannove diocesi. Sicuramente la Chiesa ugandese è vivace, giovane; è costituita da giovani dal punto di vista ana-grafico. L’età media di un ugandese è di 40-45 anni; è una re-altà in cui mancano gli adulti perché l’Uganda era protettorato inglese e nel 1962 è diventato indipendente, ma subito dopo sono scoppiate le guerre civili, si sono alternati diversi governi. Quindi, le guerre e gli scontri fra i militari e i guerriglieri hanno portato alla decimazione della popolazione a cui ha contribuito anche il flagello dell’AIDS; la popolazione è costituita fonda-mentalmente da giovani di cui si stima un 50-60%, un dato che a mio avviso si potrebbe anche aumentare al 70%. È una Chie-sa, dal punto di vista ecclesiale, in crescita, con molte difficoltà e, quindi, uno degli obiettivi di questo viaggio che l’arcivescovo

non ha nascosto, è stato quello sì di andare ad inaugurare la struttura educativa, ma il vero obiettivo è stato quello di legare e aprire una prospettiva di gemellaggio fra la Chiesa di Trani e la Chiesa Ugandese, in modo particolare dove padre Raffaele di Bari ha operato nell’arcidiocesi di Gulu.

L’attuale situazione politica nei luoghi da lei visitati quanto facilita o ostacola l’operato missionario?

Dal punto di vista ecclesiale non ci sono problemi; la guerra civile si è protratta fino al 2007, sì è conclusa da qualche anno. Dal punto di vista ecclesiale, sia l’arcivescovo di Gulu John Baptist Odama che il nostro arcivescovo sono stati in contat-to e in comunicazione telefonica; c’è tutta la predisposizione da entrambe le parti. Dal punto di vista politico, il cardinale di Kampala ci ha riferito che è si una Repubblica, ma è una Repubblica apartitica e la definiva una sorta di “dittatura mo-derata” perché l’attuale Presidente Yoweri Museveni è l’ultimo dei vincitori a seguito di varie alternanze. Fondamentalmente non ci sono partiti, quindi c’è un altissimo livello di produzione, ma è un Paese che ha bisogno di ricostruire un proprio tessuto sociale, economico e politico. Naturalmente la cooperazione tra ecclesiali diventa importantissima sotto tutti i punti di vi-sta. Ci sono sicuramente da entrambe le parti le premesse e la volontà di creare una coesione. Padre Raffaele diventerebbe il trait d’union di questa esperienza.

La nostra comunità può intervenire? Sostenere un orfa-no, si può e come?

Certo con don Rino direttore dell’ufficio missionario, si pensa-va di formalizzare diverse proposte; so che nella nostra par-rocchia ci sono diverse esperienze di adozione a distanza. A Pajule, dove padre Raffaele ha operato e dove è morto, ab-biamo conosciuto personalmente, tramite padre Leonzio, venti ragazzi che sono adottati a distanza. Una prima strada percor-ribile è, quindi, quella dell’adozione a distanza, rafforzandola, incrementandola e ampliandola; poi ci sarebbe la possibilità col progetto di aiuto nella risistemazione dell’ambulatorio e della scuola professionale di Pajule. Padre Leonzio, infatti, ci ha chiesto di aiutarlo nel progetto di costruzione di un centro nei pressi proprio del luogo in cui è avvenuto l’attentato a pa-dre Raffaele di Bari; si tratta della località di Jakar, sulla stra-da tra Pajule e Acholibur. L’idea sarebbe quella di creare una scuola e un ambulatorio. Naturalmente tutto dipenderà dalla possibilità di reperire fondi per questo progetto in cantiere. Considerando altre possibilità, il vescovo italiano combonia-no Giuseppe Franzelli ha proposto l’adozione di un sacerdote, un aiuto economico da sacerdote a sacerdote perché per es. i preti hanno difficoltà anche a raggiungere materialmente il villaggio. Le possibilità, insomma, sono tante perché c’è tanto da fare. Si tratta solo di organizzarsi per puntare su obiettivi ben definiti dando le varie priorità: è un paese da ricostruire.

Daniela D’Alba, [email protected]

L’essere umanonon è una cifra /1

La corsa agli acquisti diventa affannosa quanto più si avvicina il giorno di festa. Entrando in libreria, la poca gente è indicatrice di come l’Italia non è

più un paese per lettori. La cultura è una nicchia di elite perché la maggior parte dei nostri connazionali ha altro a cui pensare. Ma in questa oasi di pace la mia attenzione è attratta da un testo che in questo periodo di crisi ha molto da insegnarmi. Quando il pane non basta. Viaggio nelle mense della carità di Alessia Guerrieri in cui si de-lineano i volti di chi affolla le tante mense Caritas dislo-cate sul nostro territorio nazionale. Non sono più solo il rifugio di immigrati disperati ma anche (e soprattutto) di padri separati che vivono il resto dei loro giorni in mac-chine trasformate in abitazioni. Di anziani la cui pensione non basta più dopo una vita intera di dedizione. Di intere famiglie i cui genitori hanno perso la speranza di trovare lavoro. E con ciò la dignità di offrire un futuro migliore ai propri figli.

Ma allora che 2013 ci lasciamo alle spalle? È vero che esiste una parte di Italia molto silenziosa che opera an-che durante questi terribili anni di crisi ma non si posso-no chiudere gli occhi dinanzi all’incipiente indebitamento delle famiglie italiane che da sempre è stato lo zoccolo duro della nostra Nazione. Il deficit delle famiglie è pas-sato fra il 2003 e il 2011 dal 30,8% al 53,2% del reddi-to lordo disponibile (dati Caritas Italiana, al 17 Ottobre 2013) con il conseguente ed inevitabile calo del potere d’acquisto che ha provocato una riduzione di tutti i con-sumi a partire da quelli per gli alimenti fino ad arrivare alle spese mediche. Come non può suscitare scandalo il fatto che ad oggi molti italiani faticano ad acquistare me-dicinali e a permettersi una visita odontoiatrica? Ormai l’8% delle persone residenti nel nostro paese vive in po-vertà assoluta e sotto l’albero non porrà nessun dono ma solo una lettera con la quale qualche genitore coraggioso si scuserà con i propri cari.

Nonostante questo dramma continua il diktat dell’au-sterity calato dai Grandi Palazzi che non è una vera solu-zione perché “se non torna a girare l’economia, come si fa a comprare e ad andare in vacanza? So bene che l’I-talia deve pagare un mare di debiti accumulati nei secoli dei secoli, però i debiti si onorano quando si è nelle con-dizioni di farlo. Se per pagarli in tempi di magra si conti-nuano a drenare le tasche dei ceti medio bassi, finiremo come quel malato di cui il medico disse: Tecnicamente è guarito, ma purtroppo è morto” (Massimo Gramellini su La Stampa del 24/12/2013).

E allora abbiamo bisogno di qualcuno che abbia il co-raggio di urlare contro i grandi della terra che l’essere umano non è una cifra. Necessitano strategie che ponga-no alla base la persona umana e non il denaro. È la finan-za malata il cancro di oggi perché “le piccole oligarchie transcontinentali che detengono il capitale finanziario dominano il pianeta: attraverso le loro strategie di in-vestimento, le speculazioni di mercato, le loro alleanze, decidono, giorno per giorno, chi ha il diritto di vivere su questo pianeta e chi è destinato a morire” (J. Ziegler).

Papa Francesco, stimato e ascoltato dal mondo in-tero, instancabilmente grida che per uscire dalla crisi necessita che i pochi che detengono le molte ricchezze si rendano conto come il dio denaro deve tornare a svol-gere la sua vera funzione che è quella di servire, non di comandare (Evangelii gaudium, n.58) perché la terra ha bisogno “di un qualcosa in più rispetto alla massimizza-zione del proprio interesse individuale” (Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della XLVII

Giornata Mondiale della Pace). C’è un coraggioso che lo ascolterà?

Massimo Serio, [email protected]

IL VANGELO DELLA CARITÀ

Per realizzare il Vangelo della Carità non esistono model-li standard, però le dinamiche principali su cui possiamo lavorare per divenire i “Buoni Samaritani” sono quelle di

accorgersi di chi versa nel bisogno. È importante che tutti impa-rino a guardare il fratello che si trova in pericolo ed ha bisogno di essere aiutato, per poi studiare gli interventi che possono essere messi in atto per realizzare una buona evangelizzazione. Nelle comunità ci sono organi che già da molto tempo si occupano di queste problematiche, sono organi di volontariato, fenomeno che per fortuna va sempre più diffondendosi. Si tratta di prestazione di servizio che viene offerto dai cittadini spontaneamente, i quali si costituiscono in gruppi, associazioni e mettono a disposizione una parte del loro tempo libero, delle loro competenze profes-sionali a titolo gratuito, specie dove l’intervento pubblico mostra carenze. Il volontariato forma così una forza sociale attiva, che va imponendosi sempre di più in tutti quei settori civico-sociali, che il pubblico servizio spesso non riesce a gestire. Il gruppo di volontariato ”Villaggio Paradiso” si inaugura nell’anno 2004 all’interno della parrocchia SS. Crocifisso. Il “Villaggio Paradiso” vuole offrire soprattutto una struttura, da non definirsi ”speciale” per i partecipanti, ma una struttura con funzione socio- educati-va per il singolo individuo, per migliorarne il livello relazionale e di inserimento sociale. In ambito territoriale mancano opportuni-tà di inserimento per soggetti con handicap di tipo sociale, fisico, psichico, sensoriale, così questo gruppo diventa luogo di inseri-mento, di accoglienza, grazie a persone che offrono il loro tempo nella più totale gratuità, imitando così l’esempio dei protettori della nostra parrocchia: i Santi Medici. Luigi, Paolo, Nicola, Gianni, Domenico, Alessandro, Cosimo, Francesco, Gae-tano, Antonio, Marisa, Rosanna, Anna, Rosa, Peta, Isa e i tanti ragazzi che sono passati all’interno del gruppo (vogliamo ricordare in modo particolare Giusep-pe Delcuratolo, un angelo che è volato in cielo qualche anno fa), sono ragaz-zi con lieve disabilità, autonomi, tali da gestirsi nella partecipazione al gruppo, senza l’ausilio di personale altamente qualificato. Gli incontri bisettimanali di due ore circa sono momenti durante i quali l’interiorità emotiva ed intellettiva di questi ragazzi si esterna. Il più delle volte si raggiunge un numero notevole di presenze per cui l’allegria primeggia. Gli obiettivi che ci siamo prefissi sono quello di sviluppare la creatività di cia-scuno; la socializzazione; l’educazio-ne socio-affettiva che miri a sviluppare sentimenti di accettazione, di sicurez-za e fiducia in sé e negli altri capaci-tà. Spesso i ragazzi partecipano a vari momenti ricreativi con musiche, balli, e quando si avvicina il Natale ci si prepara alla grande tombolata. Anche quest’anno come già avviene da diversi anni è stata orga-nizzata la “TOMBOL..ABILE”, una grande tombolata che ha visto coinvolti il gruppo dei diversamente abili della nostra parrocchia, il gruppo EPASSS (Ente provinciale Acli Servizi Sociali e Sanitari) di Barletta e Corato, alcuni membri dell’associazione dei Santi Medici della nostra parrocchia e tutta la comunità parrocchiale. La serata è stata organizzata per coinvolgere grandi e piccini, l’intera famiglia umana di credenti e non, che sa amare la vita e scommette ogni giorno per un mondo migliore sia da abile e sia con i diversamente abili. È stato bello passare qualche ora in al-legria e tanta è stata la commozione nei partecipanti, perfino chi non ha vinto nulla, è tornato a casa con un regalo di consolazione che i volontari dei vari gruppi hanno preparato per loro. Questo che noi facciamo è solo una goccia, ma senza di essa anche l’o-ceano sarebbe più povero.

Maria Rosaria Storelli, [email protected]

La scuola della conoscenzao del mondo del lavoro?

La scuola è cultura, ma non solo. Il prolunga-mento dell’istruzione

obbligatoria e la riduzione dei tassi di abbandono scolastico sono finalizzati ad assicurare un titolo di studio base e un livello di formazione che fac-cia della scuola il trampolino di lancio e unico presupposto per l’occupazione.

Considerati i confronti in-ternazionali e gli andamenti delle tendenze caratterizzati da un ritardo che si registra in vari settori, l’Italia è in una posizione di svantaggio su tutti gli indicatori che riguar-dano l’istruzione e un cambio di segno nelle scelte di inve-stimento che riguardano il no-stro sistema formativo è deci-samente auspicabile. Aldilà di una riforma che “rivoluzioni” il sistema, bisognerebbe partire dalla comprensione delle esi-genze dei singoli studenti che si iscrivono alle scuole secon-darie di secondo grado, quali aspettative hanno orientato le preferenze di ciascuno e se quest’ ultime sono espressio-ni di una scelta finalizzata ad un insegnamento, e quindi ad una formazione congeniale

alle possibilità di la-voro nel paese,

come se, forse

banalmente parlando, rispon-dessimo alla domanda: “ ma il diploma serve a qualcosa?”.

I dati forniti dal MIUR (Mi-nistero dell’Istruzione, dell’U-niversità e della Ricerca) sono un’indiscutibile occasione di riflessione: dei 25.580.007 studenti, cifra aggiornata al 10-09-2013, il 46,8 % ha scel-to il liceo, il 32,1% gli istituti tecnici e il 21,2% quelli pro-fessionali. Tra i licei il preferito è lo scientifico (con 460mila studenti); al secondo posto il classico con 171mila studenti; poi il linguistico e il liceo del-le scienze umane; nei tecnici invece l’indirizzo tecnologico prevale su quello economico. Questa è la tendenza gene-rale, appunto nazionale, ma la situazione non è la stessa ovunque e il Veneto è un’ec-cezione: tra gli studenti veneti sono calate le iscrizioni ai licei e per i tecnici gli indirizzi più richiesti sono il tecnologico e l’economico.

Tralasciando l’inversione di tendenza del Veneto, i dati nazionali sono il risultato di un fatto storico o puramente frutto di una scelta immotivata degli studenti?

Elencare le possibili cau-se significherebbe riconoscere una separazione dei due di-

stinti percorsi che fa dei tec-nici l’emblema della scuola dell’innovazione e dei licei il simbolo della tradizione e della conservazione; i primi in par-ticolare maggiormente in fun-zione di un rapido inserimento dello studente nel mondo del lavoro.

Responsabile della costan-te diminuzione di iscrizioni ai tecnici potrebbe essere l’u-manesimo letterario di cui è impregnata la cultura italiana, forse poco attenta al valore della scienza e della tecnica, anche se non va trascurato il dato di una cultura marxista del secondo dopoguerra, o perché gli istituti tecnici non hanno saputo adeguare la loro offerta formativa alle muta-te condizioni del lavoro nella piccola e media impresa che costituisce l’ossatura portante del sistema economico italia-no.

La questione di fondo è se ritenere lecita una separazio-ne tra una scuola propedeuti-ca all’università e una scuola professionalizzante senza ri-conoscere in questo però che i tecnici precludono un even-tuale percorso universitario. L’orientamento delle scelte individuali, per quanto la sto-ria della cultura in un paese

continui a fare del suo, tiene conto di un’immagine di licei ed istituti con percorsi e impo-stazioni divergenti, ma suscet-tibile dello specifico andamen-to professionale del paese fino al punto di considerare, forse non a torto, che cuochi e agri-coltori sono le professioni con più futuro davanti. Innovazio-ne o tradizione che sia, il livel-lo di formazione del paese non va trascurato e solo la nostra predisposizione alla scuola può servire a “migliorare la faccia e la sostanza del paese”. Il pensiero di papa Francesco al riguardo vuole essere un messaggio di educazione alla coscienza storica a cui la re-altà della scuola è legata: “se le nostre scuole non sono il luogo dove si crea un’altra umanità, dove la saggezza mette radici, dove si forma una nuova società, dove la speranza ha un suo spa-zio, allora stiamo perdendo l’occasione di dare un con-tributo eccezionale a que-sto momento storico”.

Silvia [email protected]

Un dialogo stranoSono le ultime ore dell’anno 2013

e poi calerà il sipario. Ho desiderato che passasse in fretta ma stranamen-te questi ultimi momenti vorrei fermarli per avere il tempo giusto di interrogarlo bene, questo strano anno che se ne va.

Me lo immagino davanti a me ben vestito per il gran galà finale con una cravatta rossa su un abito nero. Afferra il soprabito mentre lo fermo e gli sferro una domanda: “Qual era la tua missio-ne?”. Resta impietrito e non risponde. Incalzo con le domande: “Perché sei stato così cattivo? Dov’eri quando il mondo piangeva per l’alluvione? Che facevi quando quel genitore dispera-to e senza lavoro arrivava agli estre-mi rimedi? Perché non hai fermato la mano di quell’assassino? La tua venuta è stata la disgrazia per molti. In quale luogo sperduto ti trovavi quando quel padre di famiglia moriva?”. Lo sento singhiozzare. Si sta commuovendo? Ma nemmeno una risposta. Si gira e vedo bene quel suo volto segnato anch’esso

dagli eventi. Mi disarma. Perché anche il volto di un colpevole ti rabbonisce. Una lacrima scorre sul suo viso e lì ca-pisco la sua impotenza e il suo dolore. Volta le spalle e se ne va col capo chino e quel passo di chi è dispiaciuto. Provo a rincorrerlo. Ma non c’è niente da fare. Il suo tempo ormai è scaduto e un altro prenderà il suo posto mentre quelle do-mande rimarranno momentaneamente sospese. Penso al suo sguardo e alla sua espressione che però mi rinviano a qualcos’altro … o a Qualcun altro. Sì, al Padrone del tempo e dello spazio. A chi ha fatto i cieli e la terra. A chi ha creato l’uomo e chiama continuamen-te all’esistenza. A chi canteremo il Te Deum nonostante l’anima segnata da mille turbamenti.

Ma dove lo troveremo il fiato per in-tonare questo ringraziamento? Ci sono feste che non vorresti vivere quando il tuo animo non ce la fa proprio a sinto-nizzarsi con i sentimenti di tali eventi. E vorresti scomparire.

L’anno se ne va lasciando irrisolte tante situazioni. Eppure noi canteremo il Te Deum nonostante ogni nota ci la-scerà l’amaro in bocca. Inneggeremo a Dio perché Lui raccoglie le nostre lacri-me nel suo otre. Perché malgrado tutto ha ancora una parola di speranza per chi come noi vive con i mille perché. All’An-gelus per la festa di Santo Stefano Papa Francesco ci ha rincuorati affermando che va “dissolta una falsa immagine del Natale: l’immagine fiabesca e sdolcina-ta, che nel Vangelo non esiste!”.

Ecco perché canterò il Te Deum. Perché tutto è nelle mani di Dio. Per-ché, anche se sfinito sotto i colpi di una vita impietosa, raccoglierò le ultime for-ze e con l’ultimo filo di voce implorerò: In te, Domine, speravi, non confundar in aeternum. E non lo canterò solo per me. Ma anche per te che non hai più speranza. Per te che hai perso l’amore della tua vita. Per te che non hai più lacrime. Gioisci perché questa notte un canto si alzerà dalla terra anche per te che non hai più voglia di cantare perché “la Chiesa dispone della gioia, di tutta la parte di gioia riservata a questo triste mondo” (G. Bernanos).

Massimo [email protected]

Il prof. Michele Memeo con un bimbo della missione

Da sinistra: il prof. Memeo, l’arcivescovo emerito di Kampala card. Emmanuel Wamala e don Rino Caporusso

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