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1 Pubblicazione bimestrale - spediz. in abbonam. postale art. 2 c. 20/c l. 662/96 - Firenze contiene I.R. Anno XXXI - novembre / dicembre 2011, n. 6 p.i.m. LA SS. ANNUNZIATA Il Santuario di Firenze nella Famiglia dei Servi e nella societ cristiana N ella storia la nuova creazione di Dio L la prosecuzio- ne della sua opera creatrice e limminente sua signo- ria regale irrompe nel mondo con il Cristo. Nel di- scorso della montagna (Mt, 6 24 ss) invita a non preoc- cuparsi per le cose della terra: Cercate prima di tutto il regno e la sua giustizia, e tutte queste cose ve le troverete poste davanti (v. 33). Cos il sabato L fatto per luomo e non luomo per il sabato; dunque il Figlio delluomo L anche padrone del sabato (Mc 2,27, 28), il cibo non contamina luomo (Mt 15, 11); non L bene digiunare finchØ L presente Gesø (Mc 2, 18ss; Mt 11,19): ma alla Sapienza L stata resa giustizia dalle sue opere; nella missione degli apostoli non man- cher loro nulla dello stretto necessario: Vi L mancato forse qual- che cosa? (Lc 22, 35) ... Gesø rifonda anche lindissolubilit del matrimonio con un riferimento espresso alla creazione: in prin- cipio della creazione Dio li fece maschi e femmina (Mc 10,6) e nel deserto non soccombe alla tentazione di usare arbitrariamente la creazione contro la volont di Dio (Mt 4, 1.11). Dio con il compasso crea il cielo e la terra, miniatura di una Bibbia, sec. XIII, Vienna, Biblioteca Nazionale austriaca. ... Cre il cielo e la terra ... Anonimo, Presepio, sec. XVI, Venezia, chiesa di San Polo. Ai lettori, ai fedeli del Santuario e ai loro cari i piø sentiti auguri di Nei miracoli della natura - moltiplicazione dei pani, cammino sul lago, tempesta sedata - il Signore mostra la sua potenza crea- trice. I prodigi provocano la domanda: Chi L costui cui il vento e il mare obbediscono? (Mc 4, 41). Nella caccia- ta dei demoni, nella guarigione e nella re- surrezione dei morti, la sua potenza crea- trice viene messa a disposizione delluo- mo che si trova in una creazione decadu- ta. Per questo Egli dice: Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutta la crea- zione (Mc 16, 15). Tutto il creato L fatto da lui e per lui: In principio la Parola era ... tutto L stato fatto per mezzo di lei e senza di lei nessuna delle cose create L stata fatta (Gv 1, 1-3). Dal Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, Bologna 2000, voce Creazione. La Direzione e la Redazione IL CALENDARIO 2012 Giorgio Vasari, San Luca dipinge la Vergine, cappella dei Pittori. B UON N ATALE E DI UN S ERENO 2012

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Pubblicazione bimestrale - spediz. in abbonam. postale art. 2 c. 20/c l. 662/96 - Firenzecontiene I.R.

AnnoXXXI-novembre/dicembre2011,n.6

p.i.m.

LASS. ANNUNZIATAIl Santuario di Firenze nella Famiglia dei Servi e nella società cristiana

Nella storia la nuova creazione diDio è la prosecuzio-ne della sua opera creatrice e l�imminente sua signo-ria regale irrompe nel mondo con il Cristo. Nel di-scorso dellamontagna (Mt, 6 24 ss) invita a non preoc-

cuparsi per le cose della terra: Cercate prima di tutto il regno e lasua giustizia, e tutte queste cose ve le troverete poste davanti (v. 33).Così il sabato è fatto per l�uomo e non l�uomo per il sabato; dunque ilFiglio dell�uomo è anche padrone del sabato (Mc 2,27, 28), il cibonon contamina l�uomo (Mt 15, 11); non è bene digiunare finché èpresente Gesù (Mc 2, 18ss; Mt 11,19):ma alla Sapienza è stata resagiustizia dalle sue opere; nella missione degli apostoli non man-cherà loro nulla dello stretto necessario:Vi è mancato forse qual-che cosa? (Lc 22, 35) ... Gesù rifonda anche l�indissolubilità delmatrimonio con un riferimento espresso alla creazione: in prin-cipio della creazione Dio li fece maschi e femmina (Mc 10,6) e neldeserto non soccombe alla tentazione di usare arbitrariamentela creazione contro la volontà di Dio (Mt 4, 1.11).

Dio con il compasso crea il cielo e la terra, miniatura di unaBibbia, sec.XIII,Vienna,BibliotecaNazionale austriaca.

... Creò il cielo e la terra ...

Anonimo,Presepio, sec.XVI,Venezia, chiesa di SanPolo.

Ai lettori, ai fedeli del Santuario e ailoro cari i più sentiti auguri di

Nei miracoli della natura - moltiplicazione dei pani, camminosul lago, tempesta sedata - il Signoremostra la sua potenza crea-trice. I prodigi provocano la domanda: Chi è costui cui il vento e ilmare obbediscono? (Mc4, 41). Nella caccia-ta dei demoni, nella guarigione e nella re-surrezione deimorti, la sua potenza crea-trice viene messa a disposizione dell�uo-mo che si trova in una creazione decadu-ta. Per questo Egli dice:Andate per tutto ilmondo, predicate il Vangelo a tutta la crea-zione (Mc 16, 15).Tutto il creato è fatto da lui e per lui: Inprincipio la Parola era ... tutto è stato fattoper mezzo di lei e senza di lei nessuna dellecose create è stata fatta (Gv 1, 1-3).

DalDizionario dei concetti biblici del NuovoTestamento, Bologna 2000, voce Creazione.

La Direzione e la Redazione

IL CALENDARIO2012

GiorgioVasari,SanLuca dipinge la

Vergine, cappella deiPittori.

BUONNATALE E DI UNSERENO 2012

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a croce e 'l Crucifixo fu mia guida: /questa fu la doctrina e la mia scien-

tia� I versi che Gasparino Borro nel suoLamento de la morte del Beato BonaventuradaForlì de l'Ordine di Servi, dittoBarbetamettein bocca al beato stesso, ben ci introduco-no a descriverne la figura di cui ricorre inquest'anno il primo centenario della beati-ficazione (5 settembre 1911).Bonaventura nasce a Forlì intorno al 1410e qui entra nell'Ordine dei Servi di Maria.Terminato il periodo di prova, nel 1448 fumandato aVenezia, dove per sei anni si de-dicò agli studi conseguendo il titolo di ma-estro in teologia. Sembra probabile che nelconvento veneziano sia vissuto assieme afra Bartolomeo, altro religioso di insignesantità, nel quale l'amore per la vita solita-ria si univa ad un intenso impegno nellapredicazione evangelica.Alcuni scrittori dell'Ordine, che conobbe-ro Bonaventura, descrivono il suo amoreper la penitenza e la solitudine. Fra FilippoAlbrizzi ci fornisce queste notizie:

Era di piccola statura e di corporatura esile, di media cultura.[...] Religioso di profonda santità, portava la barba incolta; apiedi nudi affrontava il calore dell'estate, il rigore dell'inverno eil gelo estremo del ghiaccio; mai, in nessuna stagione, portavacalzature, tanto che si vedevano i piedi feriti e sanguinanti. Ve-stiva assai miseramente, non mangiò mai carne, né bevve vino,si coricava sulla nuda terra e talvolta su tavole, faceva insommatutto quello che è necessario per domare il corpo. Ancora in vitaottenne con la preghiera molti miracoli (Institutio Congregatio-nis fratrum Servorum B.M. Observantium, Biii).

Lo stesso, in eleganti versi, scriverà di lui fra Gasparino Borro,suo contemporaneo, neiTriumphi.Bonaventura esercitò con assiduità anche il ministero della pa-rola. Secondo fra Filippo Albrizzi, nelle sue prediche, per lafoga del suo dire, era ritenuto quasi imitatore dell'apostolo Pao-lo e si attirava da tutti stima e venerazione. Dalla documentazio-ne archivistica è poi possibile ricostruire in parte i suoi sposta-menti, notando come Bonaventura tenne numerose predicazio-ni, soprattutto nel tempo quaresimale. Lo troviamo così a Vene-zia nel 1468 e a Perugia nell'estate del 1476 presso la chiesa diSan Lorenzo, durante la peste. Questa predicazione merita unparticolare ricordo. Scrive PietroAngelo di Giovanni nella Cro-naca Perugina che Bonaventura esortò i cittadini a chiedere l'aiu-to divino con la preghiera e la penitenza e

"tutto il suo predicare fu de la fede e speranzza e carità, conchlu-dendo sempre ad amare el proxemo e umiliarsene [�] moltorecomendava la carità, e che sovenissiro li poveri besognosi e gliamalati, però che (poiché) quando se amalavono non era chi livolesse parlare o sovenirli.

Nel 1480 Bonaventura ottiene per l'Ordine dei Servi, la chiesadei Battuti Neri a Forlimpopoli. Nel luglio 1481 predica a Fi-renze presso la SS. Annunziata, di cui resta la retribuzione:M.Bonaventura da Forlì nostro frate a dì detto [2 luglio 1481] lire 6 in 18grossoni, dannosigli per limosina di prediche fece in chonvento, a librosegnato C, c. 172. Nel 1482 pare abbia predicato la Quaresima aVenezia. Sempre in questo anno abbiamo notizia, non confer-mata, di un affidamento a Bonaventura dell'incarico di procura-

tore generale dell'Ordine. Nel 1483 tornaa predicare a Firenze per poi passare a Bo-logna. Nello stesso anno, dietro supplicadel priore generale Cristoforo Tornielli,papa Sisto IV gli concede - era allora prio-re di SanMarcello al Corso in Roma -, obsua merita et exempla di potersi ritirare conaltri sei compagni in un luogo solitario, sot-to l'immediata dipendenza, con la possibi-lità di predicare ovunque in qualità di pre-dicatore apostolico.Nel 1485, partecipa al capitolo generaledi Vetralla come priore provinciale di Ro-magna. Il nuovo priore generale, AntonioAlabanti, lo prende come socio per pro-muovere nell'Ordine una più stretta osser-vanza. Nel 1486 torna a predicare nuova-mente aVenezia, in SanMarco e davanti alSenato veneziano, per la Domenica dellePalme.Nello stesso temponon vienemenoil suo impegno per l'Ordine.Nel 1487 è presente tra con altri frati aVetralla per la firma delle convenzioni trail priore generale Antonio Alabanti e laCongregazione dell'Osservanza. Queste

convenzioni sono motivate a seguito di dissidi occorsi tra il ge-nerale e i frati della Congregazione l'anno prima e per risolvere iquali Bonaventura prestò un importante azione di negoziazione.Nell'autunno del 1487 predica a Brescia nella chiesa di Sant'Ales-sandro. In questa occasione fonderà nel luogo la Compagnia del-la SS. Annunziata. Anno di grande impegno è il 1488: tornaancora a Venezia, di nuovo per laDomenica delle Palme semprein SanMarco e davanti al Senato veneziano; inmaggio si distin-gue come oratore al capitolo generale di Bologna, per poi conti-nuare in città una predicazione nella chiesa di San Petronio; inluglio, in qualità di vicario generale della Congregazione del-l'Osservanza costituisce tre frati come suoi rappresentanti per lapresa di possesso a Clusone, presso Bergamo, di una nuova sedeofferta a frati, dove poi sorge il convento di Santa Maria delleGrazie.Nel 1491, predica la Quaresima nella cattedrale di Udine. Èl�ultima predicazione: il 31marzo, giovedì santo, muore nel con-vento di SantaMaria delle Grazie della città. Quasi da subito siiniziò a prestare culto al beato ma il 6 aprile dal Patriarcato diAquileia venne dato ordine di sospendere qualsiasi forma di cul-to pena scomunica latae sententiae. Tuttavia pochi giorni dopo,alcuni giuristi richiedono il riesame del decreto. La vertenza sitrascina al punto che l'intervento del vescovo di GiustinopoliGiacomo Valaresso, incaricato da Innocenzo VIII, impone lademolizione del sepolcro del beato. Un ricorso dei frati per otte-nere lettere commendatizie dal Doge di Venezia e dal card. Pro-tettore dell'Ordine, per la santità e la dottrina di fra Bonaventura,rimangono senza esito.Qualche annodopo, attorno al 1507-1509,Andrea Loredan, luogotenente della Repubblica Veneta a Udi-ne, dopo essere stato gravemente infermo, riacquista la salute perintercessione del beato. In seguito a questo fatto, il corpo di Bo-naventura viene trasferito a Venezia per essere solennementedeposto nella chiesa di Santa Maria dei Servi, dove rimase alungo.La causa di beatificazione, fu introdotta nel 1762 dall'Ordine deiServi. In seguito alla soppressione napoleonica del25 aprile 1810, chiesa e convento furono prima

«La croce e �l crucifixo fu mia guida: questa fu la doctrina e la mia scientia»

Il beato Bonaventura da Forlì (1410 ca - 1491)

Il beato Bonaventura, incisione, da�Marianischer Lust undBlumenGartner�,

1697.

cont. a pag. 3

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abbandonati per poi essere distrutti nel1812. Le spoglie del beato furono conser-vate dal p. Francesco Priuli che le portòdapprima con sé nella sua casa e poi ledepositò nella chiesa dei ss. Ermagora eFortunato, dove rimasero sopra la spallie-ra del coro, a lungo e senza culto. Infrut-tuosi furono i tentativi della diocesi diUdi-ne, in dialogo con l'Ordine dei Servi, perriottenere le spoglie. Altrettanti vani fu-rono i tentativi di riprendere la causa dibeatificazione. La svolta si ebbe per l'azio-ne del padre AgostinoMorini, postulato-re generale, il quale riuscì ad ottenere il 5settembre 1911 dalla Sacra Congregazio-ne dei Riti il riconoscimento del culto pre-stato ab immemorabili. In seguito, venneaccordato all'Ordine il permesso di cele-brare la memoria del beato al 31 marzocon Ufficio e Messa Propria. Il giornodella ricorrenza sarebbe poi stato sposta-to al 6 settembre. Nel 1971, dopo varievicissitudini, le spoglie di Bonaventurasono state di nuovo riportate aUdine nel-la chiesa di SantaMaria delle Grazie.

fra EmanueleM.Cattarossi, osm

DEVOTE FIACCOLE ... E RIFICOLONE

l 2 giugno, a Treppio in pro-vincia di Pistoia, si sono svolti

i festeggiamenti per il 150° anni-versario delle suore Mantellate,fondate nel paese il 6 ottobre 1861da suor Filomena Rossi di Firenze eda suor Giovanna Ferrari di Prato-piano, Sambuca Pistoiese.La mattina dei festeggiamenti lesuore, il parroco e diverse personesi sono recati a Pratopiano alla casadove era nata suor Giovanna e han-no acceso e benedetto una fiac-cola che poi è stata por-tata a mano lungo i sen-tieri della montagna. ATaviano si è unita allafiaccola proveniente daFirenze ed entrambe,assieme alle suore e algruppo di persone, sonoarrivate a Treppio pocodopo mezzogiorno, ac-

Un gruppo di amici, la Compagniadella Rificolona, presieduta da Gian-nozzo Pucci, appassionato di sto-ria e discendente di quella famigliache nel passato ha ornato il nostroSantuario, ha ridato vita all�usanzadelle rificolone, i lumi che si ac-cendevano in piazza della SS. An-nunziata la sera del 7 settembre,vigilia della solennità della Nativitàdi Maria.Son ritornati in questo 2011 anchei pellegrini, una cinquantina di per-sone che, partite a piedi dal San-tuario dell�Impruneta, hanno rag-giunto la città. Con il corteo, dapiazza Santa Felicita, si sono poidirette verso Piazza della Signoria,

il Duomo e la SS. Annun-ziata. Si sono fermate inBasilica per un momentodi preghiera, al terminedel quale mons. ClaudioManiago ha impartito labenedizione ai presenti.Il Santuario è rimastoaperto durante tutta lafesta delle Rificolone.

l battesimo, sacramento della na-scita alla soprannaturale e divina

vita, ci fa entrare nel mistero del Figliodi Dio. Chi riceve il battesimo è resopartecipe della filiazione divina di Cri-sto: quanti accolgono il Cristo e credo-no nel suo nome, ricevono il potere didiventare figli di Dio e da Dio sono ge-nerati (cfr. Gv 1, 12-13). Chi rimanenell�acqua e nello Spirito Santo ha Diocome Padre, ha comemadre la Chiesa,è nuova creatura e diviene erede deibeni di Dio e della vita eterna.Questa nascita alla vita divina si com-pie attraverso la partecipazione allamorte e alla risurrezione di Cristo. «Me-diante il battesimo gli uomini vengonoinseriti nel mistero pasquale di Cristo:con lui morti, sepolti e risuscitati» (SC6): morti al peccato, risorti alla vita di-vina e immortale.Il battesimo è anzitutto il sacramento diquella fede, con la quale gli uomini, il-luminati dalla grazia dello Spirito San-to rispondono al Vangelo di Cristo. Ilbattesimo comporta un itinerario di fedee di conversione: l�uomo che ha detto «no»al demonio, dice «sì» a Cristo: il battesi-mo èun combattimento, unpassaggio, unatraversata: l�uomo lascia l�Egitto per en-trare nella Terra promessa, lascia le tene-bre per camminare nella luce, lascia lamorte per entrare nella vita, si spogliadell�uomo vecchio per rivestire l�uomonuovo, cioè Cristo. Diviene perciò essen-ziale un impegno, un cambiamento dimentalità e la collaborazione all�azione

della Chiesa. Tendono a questo scopo siala formazione dei catecumeni e la prepa-razione dei genitori, che la celebrazionedella Parola di Dio ne rito del battesimo e

la professione di fede. La nuova nascita inCristo è anche l�inizio di una vita nuova,determina un atteggiamento nuovo difronte a Dio e a tutte le realtà tempora-li, è il fondamento di una nuovamora-lità specificatamente cristiana, è vita inCristo e da Cristo. Nel battesimo l�uo-mo è incorporato a Cristo e reso con-forme a lui, è incorporato altresì al suoCorpo che è la Chiesa, entra perciò afar parte dell�assemblea dei credenti.La Chiesa l�accoglie, lo accompagnacon la preghiera alle acque di vita; nel-la fede della Chiesa è rigenerato e vieneeducato; in virtù del carattere battesi-male è reso partecipe del sacerdoziocomune, che i fedeli esercitano pren-dendo parte attiva al culto divino, «colpartecipare consapevolmente alla cele-brazione eucaristica, col ricevere i sa-cramenti, con la preghiera e il ringra-ziamento, con la testimonianza di unavita santa, con l�abnegazione e l�opero-sa carità» (LG 10).Spirito santo, acqua, immersione ed

emersione, preghiera della Chiesa, profes-sione della fede, vita nuova, gioia sono glielementi costituitivi del battesimo.

fraGinoM.DaValle, osm

Il battesimo

cont. da pag. 2 - Il beato Bonaventura ...

colte da grande partecipazione gio-iosa. Dopo pranzo è stata dedica-ta la piazza della chiesa a suor Fi-lomena e suor Giovanna ed è statoinaugurato il monumento che ritraele due sante fondatrici.

Pietro Perugino,Battesimo diCristo, ca. 1482,Città delVaticano, cappella Sistina.

Il convento delle suore di Treppio.

Una rificolona2011.

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angue di martiri è seme di Cristiani èun detto famoso del grande teolo-

go e apologeta Tertulliano vissuto tra il IIe III secolo durante le persecuzioni deiCristiani da parte dell�impero romano. Elo pronunziò appunto nel suo sforzo diconvincere i persecutori che tutto quellospargimento di sangue non avrebbe soffo-cato la Religione Cristiana, ma anzi avreb-be contribuito alla sua più rapida diffu-sione. E così fu: più i martiri morivano epiù la Chiesa cresceva. Fino al giorno incui l�imperatore Costantino toccò conmano che la Croce di Cristo è più potentedella spada degli uomini e così firmò ilcelebre editto di Milano dell�anno 313,ponendo fine a una strage che in circa tresecoli aveva prodotto milioni di martiri.E siccome la storia si ripete, la stessa cosaavvenne in Uganda durante il diciannove-simo secolo, quando la piccola comunitàCattolica, formatasi dopo l�arrivo di P.Lourdel e di Fra Amans membri dellaCongregazione dei Missionari dell�Afri-ca, fu presa di mira dal re pagano Mwan-ga, conosciuto come uomo crudele e vio-lento, con tendenze omosessuali. Si diceche nella sua reggia esistesse una specie diharem di ragazzi che erano spesso l�ogget-to delle sue voglie innominabili.A un certo momento però ecco che vienescelto come maggiordomo o capo dellacorte regia il giovane Giuseppe Balikud-dembe da poco battezzato e dotato di unafede robusta e fervente, il quale, sia con laparola che con l�esempio si mise ad evan-gelizzare i paggetti di corte, preparandolial battesimo. Allo stesso tempo lo svolgi-mento inappuntabile e fedele del suo ser-vizio gli accattivò le simpatie del re. Maquando si accorse delle tendenze viziosedi costui e cercò in tutti i modi di sottrar-re i ragazzi da quelle tresche squallide, co-minciarono i primi dissapori.Per di più, quando venne a sapere che il reaveva mandato i suoi soldati ad uccidereil vescovo Anglicano Hennington, appe-na sbarcato in Uganda, il giovane mag-giordomo Balikuddembe non esitò a rim-proverarlo duramente per aver assassina-

to un ospite che anche per gli Ugandesi èconsiderato persona sacra.Come c�era da aspettarsi la reazione delre fu immediata ed estremamente violen-ta. Conclusione: sentenza di morte - �Ba-likuddembe sia bruciato vivo�. Ma il gio-vane conservò la sua serenità, chiese sol-tanto di poter partecipare alla S. Messa ericevere la Comunione. Dell�esecuzionedella sentenza si incaricò lo stesso PrimoMinistro Mukasa che era geloso del gio-vane maggiordomo e lo odiava a morte.Per questo raccomandò al boia di far pre-sto, ma lui, che stimava Balikuddembecercava di traccheggiare il più possibilenella speranza che il re revocasse la sen-tenza. Ma visto che questo non succedevadecise di decapitarlo prima e bruciarlodopo per farlo patire di meno. Prima dimorire Giuseppe Balikuddembe lasciò unmessaggio per il re: �Ti perdono, ma tu

Martiri Ugandesi, i due primi frati Servidi Maria, Fra Filippo M. Tessari e il sot-toscritto misero piede in Kampala, capi-tale dell�Uganda, per lanciare una testa diponte del nostro Ordine in questo paese,bellissimo ma straziato dalla recente guer-ra civile durata circa sette anni. Non midilungo sul come i Servi di Maria arriva-rono a questa decisione, dirò solo che iprimi anni di questa fondazione non furo-no facili, perché bisognava cominciare dazero.Ma adesso, voltandosi indietro per dareuno sguardo a tutto ciò che è successo inquesti 24 anni di vita, dobbiamo ammet-tere che c�è stato un miracolo.La parrocchia di Kisoga, affidata ai Servidi Maria dal Cardinale Nsubuga, era unpiccolo centro che mancava delle struttu-re più elementari. Oggi, oltre a una chiesadignitosa e una casa per i frati, abbiamoun piccolo seminario con una ventina dipostulanti, più di 20 scuole primarie, unasecondaria e una superiore che ha prepa-rato diversi studenti per l�università. Inol-tre si sono aperte due case di Formazionenella città di Jinja, una per il Noviziato el�altra per la Filosofia, nonché un nuovocentro per la Teologia a Nairobi nel Ken-ya. In più le nostre Suore Mantellate Ser-ve di Maria hanno anch�esse aperto unconvento, una piccola clinica e una scuoladi cucito, senza poi contare che collabora-no assiduamente nella parrocchia. Loroche temevano di venire in Uganda permancanza di personale, adesso hanno giàle prime professe indigene e tante voca-zioni da non sapere dove metterle.Insomma, una fioritura straordinaria, unavera primavera in questa terra d�Africa chei nostri primi Padri, vissuti quasi 800 annifa, probabilmente non sapevano neppureche esistesse.Questi sono i miracoli operati dalla divi-na Provvidenza, per intercessione dellaVergine Santa, in un terreno, fecondatocirca cento anni or sono, dal sangue pre-zioso dei Santi Martiri Ugandesi.

p. Benedetto M. Biagioli, osm

«Sangue di martiri è seme di cristiani»

convertiti se non vuoi essere condannatoda Cristo che sarà il tuo Giudice supre-mo�.Era precisamente il 15 novembre 1885.La sua morte fu seguita due anni dopo dauna strage di Cristiani, più di un centinaiofra cattolici e anglicani, anche se i cano-nizzati sono 22 soltanto. La maggior par-te furono bruciati vivi a Namugongo,dove oggi sorge uno splendido santuario.Un tragico avvenimento e tanto sangueversato. Ma la profezia di Tertulliano si èavverata ancora una volta. �Sangue di mar-tiri seme di Cristiani�. Difatti i Cristianiche ai tempi del re Mwanga erano una in-significante minoranza oggi sono diven-tati la stragrande maggioranza: 45% cat-tolici, 35% per cento anglicani e stannoancora crescendo.Vorrei ora concludere con una interessan-te coincidenza.Il 15 novembre 1987, anniversario dellamorte del martire S. Giuseppe Balikud-dembe e centenario della strage dei Santi

Il martire Ioseph Mukasa Balikuddembe.

La sepolturadiGiuseppeBalikuddembe.

La chiesa dei SS. Atanasio Bazzekuketta eGiuseppe Balikuddembe, Owino, Kampala.

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a relazione tra il podere Le Colom-baie di Ponsacco e la SS. Annun-

ziata iniziò nel secolo XVI, all'epoca del-la cacciata dei Medici e del ritorno dellaSeconda Repubblica. Nelle Memorie delp. Filippo Tozzi (� 1775) si ricorda l'espro-prio degli argenti della cappella dellaMadonna, fatto nel 1527 dallo Stato perla fusione nella Zecca e, diciassette annipiù tardi, il risarcimento alla cappella:

Non si deve però passare sotto silenzio la be-neficenza del Duca Cosimo I il quale ad effet-to di risarcire la perdita da noi sofferta nel 1527donò al convento il podere di Ponsacco, ordi-nando che colla rendita di esso si facessero 30lampane di argento di libbre 5 l'una, sei calici divaluta di s. 50 l'uno, e due grossi candeglieri, otorcieri di libbre 50 d'argento per ciascheduno;come per contratto rog. ser Giovanni di Sigi-smondo Conti 14 novembre 1544.

Il podere fu valutato 1800 fiorini d'oro.Ne rendeva 120. Il lavoratore si chiama-va Cipriano. I precedenti proprietari era-no stati gli eredi di Domenico dei Ghetti-ni di Pisa. Così è descritto:

in agro pisano in potesteria Cascinae loco det-to alla Colombaia di Ponte di Sacco, cui a pri-mo via magistra, quae tendit ad Peccioli: a 2°via vicinalis quae tendit ad flumen Erae a 3°flumen Erae, et bona Iacobi de Riccardis, a 4°via Petriuoli quae tendit ad flumen Erae su-prascriptum a 5° via vicinalis quae tendit perviam Petriuoli ad Camuglianum.

La località Le Colombaie esiste ancoraoggi e qualifica un gruppo di case di Pon-sacco vicino alla via di Valdera e Capan-noli, a Camugliano, all�Era e al Cascina.

Negli anni '80 del Cinquecento, Le Co-lombaie fu incorporato nella Fattoria diSan Miniato, che comprendeva altri po-deri del convento situati per lo più in Val-dera e in Valdarno (Casale, Scroccolino,Santa Maria a Monte, Poggio Naldi, Ca-vane ...). Era amministrata da un frate dettofattore, poderaio oppure agente che risie-deva in una casa di San Miniato al Tede-sco dove forniva anche foresteria ai con-fratelli viaggiatori di passaggio sulle stra-de vicine. Compilava debitamente i regi-stri di amministrazione e, da quelli rima-sti, si può conoscere p. es. la produzionedel podere di Ponsacco negli ultimi de-cenni del Cinquecento: grano, vecce, fave,segale, orzo, lupini, avena, miglio, saggi-na, fagioli, lino, uve secche, foglia di gel-so, capponi, uova, susine, ciliegie, noci ...Altre notizie riportano interessanti parti-colarità sul mondo contadino della zona:ricordi di mercati, di spese quotidiane ostraordinarie, di lavori agli edifici comead esempio quelli del 1584 quando mae-stro Giuliano scarpellino mise sulla casadel podere di Ponsacco due armi (stemmi)di pietra della religione, cioè dell'Ordine

dei Servi di Maria: la �esse� tagliata daun ramo con tre gigli. Oppure sono ricor-dati la nave di Santa Croce e il passegere diFucecchio, cioè i traghettatori sull'Arno,cui si rivolgeva chi voleva attraversare ilfiume, la Dogana del Callone (passaggio perle barche) di Castelfranco e i pagamentidelle tasse, competenza dell'Estimo deiFiumi e Fossi di Pisa.I lavoratori de Le Colombaie furono perpiù di un secolo i Bani: negli ultimi de-cenni del Cinquecento il capofamiglia eraGiovanni di Giuliano che, oltre ad occu-parsi di coltivazioni, frequentava i mer-cati della Valdera per vendere la foglia deigelsi o per trattare la compravendita dibuoi, cavalli, suini. Dopo il 1612 fu af-fiancato dal fratello Orazio e, verso la metàdel Seicento, sostituito dal figlio Miche-langelo. Quest'ultimo nel 1702 cedette ilposto ai propri figli Domenico e Michele.Dal 1703 subentrò ai Bani la famiglia diBernardo di Santi Bernini; dal 1736 Ber-nardo lasciò il posto al figlio Santi.Alla fine del Settecento il convento diviseLe Colombaie in due parti che furonochiamate Ponsacco e Ponsacco Nuovo; diqueste si occuparono le famiglie di Giu-seppe Bernini e di Pellegrino Signorini.Va detto che durante l'amministrazionedella SS. Annunziata la casa del podere fusempre mantenuta in buono stato e restau-rata. I lavori e gli artigiani che prestaronol'opera sono documentati sempre nei re-gistri della Fattoria. Le ricevute dei re-stauri del 1789-1790 riportano tra gli al-tri i nomi di Filippo Panichi fabbro inPonsacco, di Giuseppe Vezosi muratore,di Simone Frullani che rifece la stalla, lecamere e il forno.Nel Settecento però i granduchi lorenesi

non ebbero la stessa generosità di quelliMedici. Nel 1783 fu soppressa l'Operadella cappella della SS. Annunziata e l'am-ministrazione del podere ricadde al con-vento, con l'obbligo dell'erogazione delleentrate a favore della cappella.Erano i tempi in cui in alcune nazioni eu-ropee il conflitto tra Stato e Chiesa si ra-dicalizzava proprio sul tema delle pro-prietà degli enti ecclesiastici. In Toscanatra 1808 e 1810, dopo l'annessione all'Im-pero francese, la soppressione degli Ordi-ni religiosi impose la chiusura del con-vento della SS. Annunziata e l�affidamen-to della chiesa alla parrocchia.Il Demanio pertanto espropriò i beni del-la Fattoria, compreso Le Colombaie, al-l'epoca lavorato dalle famiglie di SantiBernini e di Giuseppe Signorini. Cedutoalla Senatoria, fu affittato a Giuseppe Pug-gelli da Camugliano. Nel 1811 però i fab-briceri della chiesa intentarono causa con-tro lo Stato per riavere il podere, vista lasua passata appartenenza ad un'Opera enon a una corporazione religiosa. Il fidu-ciario Lorenzo Vannucchi se ne occupòin Livorno, presso il competente tribunaleche, nel 1813, riconobbe il diritto di pro-prietà dei fabbriceri assieme ad un annuoindennizzo-rendita di 1950 franchi.Caduto Napoleone, il 4 luglio 1814 il po-dere invenduto ritornò alla parrocchia pergrazia del granduca Ferdinando III. Giu-seppe Puggelli continuò a pagare il cano-ne ancora per qualche anno, ma riapertoil convento, fu di nuovo nominato un fra-te agente. Nel 1855 Le Colombaie era di-ventata la dimora delle famiglie contadi-ne di Angelo Ferretti e di Francesco Ber-nini, discendente di Santi.Nel 1866-67 lo Stato Italiano decretò laseconda soppressione degli Ordini religio-si. Chiuso di nuovo il convento, rimase invita la parrocchia, come al tempo dell'Im-pero francese. Il 15 ottobre 1866 il dele-gato ispettore delle Tasse e Demanio Truf-fi prese ufficialmente possesso de Le Co-lombaie. L'11 dicembre 1867 i privatiGiovanni Battista Orzat e Pietro Pacchia-ni acquistarono le due parti separate al-l'asta pubblica.La parrocchia promosse una seconda azio-ne legale, sulle stesse basi di quella del-l'epoca napoleonica. Nel 1897 il Tribu-nale di Pisa ne riconobbe, ancora una vol-ta, le ragioni e, visto che i poderi eranogià stati alienati, ordinò un indennizzo ilcui importo fu stabilito nel 1904 dall'In-tendenza di Finanza. Le famiglie Orzat ePacchiani (e i successivi proprietari pri-vati) acquisirono così il pieno diritto su-gli edifici e le terre comprati dallo Stato.

Paola Ircani Menichini

Pubbl. in Reality Magazine, 51, marzo 2009.

Il podere Le Colombaie di Ponsaccoe la cappella della SS. Annunziata di Firenze (sec. XVI-XIX).

Casa poderale rovinata con un pozzo inlocalità Le Colombaie (gennaio 2009).

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ice Gesù: «Ed ora? Che dirvi ora, o anime che sentitemorire la fede?

Quei Savi d�oriente non avevano nulla che li assicurasse dellaverità. Nulla di soprannaturale.Solo il calcolo astronomico e laloro riflessione che una vita inte-gra faceva perfetta.Eppure hanno avuto fede. Fede intutto: fede nella scienza, fede nel-la coscienza, fede nella bontà di-vina. Per la scienza hanno credu-to al segno della stella nuova chenon poteva che esser �quella� at-tesa da secoli dall�umanità: il Mes-sia. Per la coscienza hanno avutofede nella voce della stessa che,ricevendo �voci� celesti, dicevaloro: �È quella stella che segnal�avvento del Messia�. Per la bon-tà hanno avuto fede che Dio nonli avrebbe ingannati e, poiché laloro intenzione era retta, li avreb-be aiutati in ogni modo per giun-gere allo scopo.E sono riusciti. Essi soli, fra tanti studiosi dei segni, hanno com-preso quel segno, perché essi soli avevano nell�anima l�ansia diconoscere le parole di Dio con un fine retto che aveva a principa-le pensiero quello di dare subito a Dio lode ed onore.Non cercavano un utile proprio. Anzi vanno incontro a fatiche espese e nulla chiedono di compenso che sia umano. Chiedonosoltanto che Dio di loro si ricordi e li salvi per l�eternità. Comenon hanno nessun pensiero di futuro compenso umano, così nonhanno, quando decidono il viaggio, nessuna umana preoccupa-zione. Voi vi sareste messi mille cavilli: �Come farò a fare tantoviaggio in paesi e fra popoli di lingua diversa? Mi crederanno omi imprigioneranno come spia? Che aiuto mi daranno nel passa-re deserti e fiumi e monti? E il caldo? E il vento degli altipiani?E le febbri stagnanti lungo le zone paludose? E le fiumane gon-fiate dalle piogge? E il cibo diverso? E il diverso linguaggio? E ...e ... e�. Così ragionate voi. Essi non ragionano così. Dicono consincera e santa audacia: �Tu, o Dio, ci leggi nel cuore e vedi chefine perseguiamo. Nelle tue mani ci affidiamo. Concedici la gio-ia sovrumana di adorare la tua Seconda Persona fatta Carne perla salute del mondo�.Basta. E si mettono in cammino dalle Indie lontane. Dalle cate-ne mongoliche sulle quali spaziano unicamente le aquile e gliavvoltoi e Dio parla col rombo dei venti e dei torrenti e scrive

parole di mistero sulle pagine sterminate dei nevai. Dalle terrein cui nasce il Nilo e procede, vena verde azzurra, incontro al-l'azzurro cuore del Mediterraneo, né picchi, né selve, né arene,oceani asciutti e più pericolosi di quelli marini, fermano il loroandare. E la stella brilla sulle loro notti, negando loro di dormi-re. Quando si cerca Dio, le abitudini animali devono cedere alleimpazienze e alle necessità sopraumane.La stella li prende da settentrione, da oriente e da meridione, eper un miracolo di Dio procede per tutti e tre verso un punto,come, per un altro miracolo, li riunisce dopo tante miglia in quelpunto, e per un altro dà loro, anticipando la sapienza pentecosta-le, il dono di intendersi e di farsi intendere così come è nel Para-diso, dove si parla un'unica lingua: quella di Dio.Un unico momento di sgomento li assale quando la stella scom-pare e, umili perché sono realmente grandi, non pensano che siaper la malvagità altrui che ciò avviene, non meritando i corrottidi Gerusalemme di vedere la stella di Dio. Ma pensano di averedemeritato di Dio loro stessi, e si esaminano con tremore e con-trizione già pronta a chiedere perdono.Ma la loro coscienza li rassicura. Anime use alla meditazione,hanno una coscienza sensibilissima, affinata da una attenzionecostante, da una introspezione acuta, che ha fatto del loro inter-

no uno specchio su cui si rifletto-no le più piccole larve degli avve-nimenti giornalieri. Ne hanno fat-to una maestra, una voce che av-verte e grida al più piccolo, nondico errore, ma sguardo all'erro-re, a ciò che è umano, al compia-cimento di ciò che è io. Perciò,quando essi si pongono di frontea questa maestra, a questo spec-chio severo e nitido, sanno cheesso non mentirà. Ora li rassicu-ra ed essi riprendono lena.�Oh! dolce cosa sentire che nullaè in noi di contrario a Dio! Senti-re che Egli guarda con compia-cenza l'animo del figlio fedele elo benedice. Da questo sentire vie-ne aumento di fede e fiducia, esperanza e fortezza, e pazienza.

Ora è tempesta. Ma passerà, poiché Dio mi ama e sa che lo amo,e non mancherà di aiutarmi ancora�. Così parlano coloro chehanno la pace che viene da una coscienza retta, che è regina diogni loro azione.Ho detto che erano �umili perché erano realmente grandi�.

«Rilievi sulla fede dei Magi»: dall�«Evangelo ...» di Maria Valtorta

Adorazione dei Magi, mosaico, sec.VI, Ravenna, S.ApollinareNuovo.

MarianoRossi, � 1807,Adorazione deiMagi, Roma,GalleriaNazionale d�ArteAntica.

Guido da Siena, � 1290,Adorazione deiMagi,Altenburg,LindenauMuseum.

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Nella vostra vita, invece, che av-viene? Che uno, non perché è gran-de, ma perché è più prepotente, e sifa potente per la sua prepotenza eper la vostra idolatria sciocca, nonè mai umile. Ci sono dei disgraziatiche, solo per essere maggiordomidi un prepotente, uscieri di un uffi-cio, funzionari in una frazione, ser-vi insomma di chi li ha fatti tali, sidanno delle pose da semidei. E fan-no pietà! ...Essi, i tre Savi, erano realmentegrandi. Per virtù soprannaturale perprima cosa, per scienza per seconda cosa, per ricchezza per ulti-ma cosa. Ma si sentono un nulla: polvere sulla polvere dellaterra, rispetto al Dio Altissimo che crea i mondi con un suosorriso e li sparge come chicchi di grano per saziare gli occhidegli angeli coi monili delle stelle.Ma si sentono nulla rispetto al Dio Altissimo che ha creato ilpianeta su cui vivono e lo ha fatto variato mettendo, ScultoreInfinito d�opere sconfinate, qua, con una ditata del suo pollice,una corona di dolci colline, e là un�ossatura di gioghi e di picchi,simili a vertebre della terra, di questo corpo smisurato a cuisono vene i fiumi, bacini i laghi, cuori gli oceani, veste le foreste,

rande partecipazione difedeli e di ammiratori di

Maria Valtorta ai due giorni dicelebrazioni tenutesi alla SS.Annunziata. Mercoledì 12 ot-tobre nella cappella del Capi-tolo, alle 11, ha avuto luogo laS. Messa in lingua inglese ce-lebrata dal rev. Edgar RuedaLC con un gruppo di pellegriniprovenienti dall'Australia; alle15,30 la S. Messa della Comu-nità Valtortiana di Firenze; ealle 16,45 la recita del S. Ro-sario in collegamento con Radio Maria.Sabato 15 ottobre si è svolto il convegno nel refettoriomonumentale del convento, aperto alle 14,30 dal salu-to del priore conventuale p. Gabriele M. Alessandri-ni. Alle 14,45 ha avuto luogo la prima relazione: MariaValtorta una mistica della Famiglia dei Servi di Mariadel p. Giuseppe M. Galassi; alle 15,15 la seconda : LaPassione di N.S. Gesù Cristo nell'operadi Maria Valtorta di don Carmelo Mez-zasalma della Comunità di S. Leolinodi Panzano.I liberi interventi successivi sono statiintrodotti dal dott. Emilio Pisani. Alle17, in Basilica, ha avuto luogo la con-celebrazione eucaristica presieduta daS. E. mons. Pier Giacomo De Nicolò,arcivescovo titolare di Martana e Nun-zio apostolico emerito in Costarica, Si-ria, Svizzera e Liechtenstein. A seguirel�omaggio alla tomba di Maria Valtorta.

Un commento sui festeggiamenti (daInternet http://mariavaltorta.myblog.it):

Carissimi tutti,di ritorno dai festeggiamenti per il 50°di Maria Valtorta, incomincio col darvi

veli le nubi, decorazioni i ghiacciaidi cristallo, gemme le turchesi e glismeraldi, gli opali e i berilli di tut-te le acque che cantano, con le sel-ve ed i venti, il grande coro di lau-de al loro Signore.Ma si sentono nulla nella loro sa-pienza rispetto al Dio Altissimo dacui la loro sapienza viene e che hadato loro occhi più potenti di quel-le due pupille per cui vedono lecose: occhi dell�anima che sannoleggere nelle cose la parola nonscritta da mano umana ma incisa

dal pensiero di Dio.Ma si sentono nulla nella loro ricchezza: atomo rispetto allaricchezza del Possessore dell�universo, che sparge metalli e gem-me negli astri e pianeti e soprannaturali dovizie, inesauste do-vizie, nel cuore di chi l�ama.E, giunti davanti ad una povera casa, nella più meschina dellecittà di Giuda, essi non crollano il capo dicendo: �Impossibi-le�, ma curvano la schiena, le ginocchia, e specie il cuore, eadorano [...]».

Maria Valtorta (� 12 ottobre 1961)

alcune brevi notizie riservan-domi di farvi avere tutto quel-lo che mi sarà possibile racco-gliere in quanto a foto, videoclips o audio.Intanto vi comunico che sia ilgiorno 12 che ieri, i locali e laCappella del Capitolo e la Ba-silica dell'Annunziata sono statisempre affollatissimi. In parti-colare il refettorio dei Servi diMaria che accoglieva il Con-vegno, non aveva sedie suffi-cienti per tutti e si è dovuto

cercare altre sedie per non far stare gente in piedi. Lepersone erano arrivate da tutta Italia e anche dal-l'estero. C'era (come annunciato) anche il nostro caroRino Loi che veniva dal Brasile per dare la sua testimo-nianza di amore a Maria Valtorta.Le conferenze sono state molto interessanti e speroche sia possibile avere i testi scritti, nel qual caso mi

farò premura di metterli sul web.Una grandissima testimonianza su Ma-ria Valtorta ci è arrivata anche dal ve-scovo presente al Convegno e Presi-dente della S. Messa delle ore 17.00,S. E. Mons. Pier Giacomo De Nicolò, ar-civescovo titolare di Martana, NunzioApostolico, il quale ci ha poi regalatoanche due splendidi canti a Maria SS.,interpretati da lui stesso.

Giovanna Busolini

Le celebrazioni nel Santuario per il 50° della morte di Maria Valtorta

Le fotografie sono state scattate da fraFrancoM.DiMatteo, osm. Dall�alto: unmomento di racco-glimentodavanti alla tombadiMariaValtorta nel-la cappella del Capitolo; il Convegno tenuto nelrefettorio monumentale; S. E. mons.Pier Giaco-mo de Nicolò.

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uò sembrare strano chenoi abbiamo scelto il ter-

mine vedovanzaper rintracciaree determinare elementi propridell�iconografiamariana dei do-lori. In breve la risposta è que-sta: il termine lo troviamo conuna certa frequenza nella legendedelle origini e dei beati del Due-Trecento dell�Ordine dei Servidi Maria: fatto questo che - purconsiderando l�incertezza delladatazione dei testi pervenutici -si collega adun�altrettanta abbon-danza del termine nella lettera-tura sacra popolare: dramma sa-cro, laudamonologata o dialoga-ta sul tema della Passione.Se per quanto riguarda le legende dell�Or-dine Servita, che ha divulgato almeno dalsec. XV la devozione alla Vergine dei do-lori, i dubbi di interpolazione possonorenderci incerte le fonti, per la letteraturasopra ricordata tali dubbi non esistono,anzi vengono eliminati, come vedremo,dalle prove contemporanee dell�iconogra-fia mariana.Il nostro intento è di provare che la devo-zione alla Compassio Mariae appartenevaal filone del culto popolare ed era già pre-sente in un linguaggio figurativo ben de-terminato - almeno per quanto riguardal�arte sacra, storico descrittiva -, in un pe-riodo che viene spesso presentato comepreparatorio sia per la devozione vera epropria che per l�iconografia della Vergi-ne dei dolori.Cerchiamo dunque di definire sintetica-mente le linee della nostra ricerca. Lo sta-to vedovile richiama necessariamente il lut-to: vesti, colore delle vesti. Per l�antichitàgreco-romana rimane incerta la foggiadellevesti: è certo che le donne si coprivanocon un velo - ricinium - fino alle esequie, edopo indossavano vesti di lutto per perio-di che variavano secondo gli ambienti e lecircostanze.Anche il colore degli abiti da lutto ha oscil-lato secondo i tempi, i luoghi e il sessodelle persone che lo portavano: dal nero albianco,dall�azzurro al vinato, al bruno.Mail colore che s�impone è certamente il neroo il bruno (nel quale si comprendono lediverse sfumature: dal grigio al marronescuro , dal vinato al violaceo) 1. Per quan-to riguarda le vedove nell�antichità cristia-na il problema delle vesti e del colore èevidentemente collegato con l�ambiente;ma è già un dato importante, trovare inuna lettera di S. Agostino (Epist. 262) allamatrona Ecdicia l�accenno a vesti brune(nigellis vestibus) portate dalle vedove o dadonne che vivevano in stato monacale.

viola), il garofanato tendente alnero. Solo per le vedove esistevauna legge ben precisa nella fog-gia del vestito e nel colore: l�abi-to constava di una veste, di unmantello nero e della bianca ben-da chiusa sotto il mento.La guarnacca (ampia e lunga so-pravveste a volte fornita di cap-puccio) nell�inverno poteva esse-re foderata di vaio grigio, e così ilmantello, ed era considerata cosaparticolarmente onesta e decoro-sa il tirarsi questo (il mantello)sul capo fino a coprire gli occhi 3.

L�uso e le leggi suntuarie per riguar-do all�abito delle vedove duraro-

no, in certi luoghi, fino a tutto il sec. XVI.Osserviamoora quanto il termine vedovan-za sia comune nelle rappresentazioni sacre- teatro e laude popolare - nei confrontidella Vergine che assiste ed è protagonistanella Passione di Gesù.Si tratta di testi della prima metà del sec.XIV, ma che la critica presenta come rac-colte di composizioni formatesi nel sec.XIII.In un antico statuto dei Disciplinati di S.Stefano di Assisi, è ordinato che i fratellidella Compagnia, nella processione cheterranno il Venerdì santo, vadano cantan-do i lamenti di Nostra Donna, rimasta ve-dova del suo dolce figliuolo. Un esempiodella Lamentatio Mariae Virginis:

Venite a piangere conMariavoie (voi), figlogli disciplinate,la più dolente chemaie siafrall�altre donne tribulate;en vedovanza fo venuta,

a cui die� l�Angelo tale saluta 4.Dal famoso Codice Cortonese, vediamoalcune strofe della lauda 57, strofaXXXIX:

Le treMarie de cui non ò parlatocum grande lamento givano dicendo:- OMariaMadre, e come noi moriamo,ennanze che senza lui retorniamo?O sconsolate, quatro vedove, siamo

del nostro pane, e sempre vien piangen-do.

Strofa XXXIV:Partendose lamadre el benedisse,Cristo remase nella sepoltura:

... e quando fommo presso a la cittade,posarli un velo de grande scuritade:ed omni gente ne prendea pietade,piccoli e grandi a lei ponieno cura.

Lauda 55:Gente pietosa, ammirate aMaria, la piùscura donna chemai nata sia. - Dolce ben

Figlio, chem�ài abandonata,madre tua trista tanto oscurata ...

Il termine scura, oscurata, non si riferisce

L�iconografia della vedovanza e il manto nero della Vergine dei dolori

Obolo della vedova, sec. VI, Ravenna, S.Apollinare Nuovo.

Inoltre interessante è notare il mosaicodell�obolo della vedova (sec. VI), in S. Apol-linare Nuovo a Ravenna, dove la donnadel racconto evangelico è raffigurata inmanto e vesti abbrunate. Per il sec. XIII eXIV ci sono rimaste documentazioni ab-bastanza precise ed abbondanti negli Sta-tuti Suntuari dei Comuni. R. Davidsohn 2

enumera le diverse disposizioni per il lut-to: gli uomini di regola vestivano di nero;le donne di bruno, intendendo per bruno ilsanguigno, il paonazzo, il pèrso (colorecupo, nero con leggeri riflessi di rosso o

Anonimo del sec. XIV,Madonna delleGrazie, Todi, chiesa di S. Filippo.

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solo ad un sentimento dell�anima,ma an-che alla nera veste di lutto della vedovan-za.Un�altra lauda dei Disciplinati di Gubbio,insiste sul manto nero:

Levate li occhi e resguardate,morto è Cristo oggi per noi ... e Maria

invoca:- O sorella della scura,or me date unmanto nero

a quella che giàmai non curade bel drappo né de velo,

poi ch�io so� abandonata e dellomiofigliolo robbata

Oggi dì di vedovanza [Venerdì santo]pieno di pena e di dolore,morta è la nostra speranzaCristo nostro Salvatore.Ciascun faccia novo piantoe aMaria date esto manto.-Dolorosomanto è questoche t�avemo apparecchiato:vedova reman deCristoche t�avea cotanto amato:

cor che non piange èmolto fieroveder Maria vestita a nero, ecc. 5.

Altra lauda da un Codice Senese, datato1330:

Or piangiam colla scuratavedova tristaMaria,

dolorosa in questa dia [Venerdì santo]più di donna ch�elli è nata.

Ben so� trista, dolorosa ... Oimé, fedeli, èmorto,

nonmi chiamateMaria.Anzi dica ognun ch�i sia,una vedova scurata.

Mercé, donne, or piangiamoe fatemi compagnia

a la croce ce n�andiamoch�àmorta l�animamia,e a brun ci vestiremo

chè la morte ci ha scuratetucte vedove saremoin dolore profondate,e chiamata trista sia

nonMadonna, piùMaria 6.Credo che questi esempi siano sufficientiper appoggiare la nostra tesi. C�è semmaida precisare, che nelle espressioni sottoli-neate, non sempre si tratta di metafora,come si potrebbe credere. Nel canto e nel-le rappresentazioni i protagonisti appari-vano realmente vestiti secondo la descri-zione dei testi. Ce lo assicurano i vecchiinventari delle Compagnie, che ancor oggisi possono consultare.Nell�inventario dellaConfraternita deiDi-sciplinati di S.Domenico aPerugia (1339),troviamo: 29 -Anche uno mantello nero daDevotione [la devozione era proprio la rap-presentazione del Venerdì santo]; 30 -An-che un velo de zendado nero; 31 - Anche trevegle (veli) nere de lino; ... 49 - Ancho unavesta nera da Madonna ... ecc. 7.

ettera inviata al p.priore della SS.

Annunziata da don An-drea Czortek, parroco diSanta Maria delle Graziedi Città di Castello.

Molto Reverendo PadrePriore, solo pochi giorni faho appreso, dal periodicoLa Santissima Annunziata e dal bollettinoCOSMO, della morte di p. Eugenio Casali-ni, per cui soltanto adesso posso esprime-re alla vostra comunità conventuale, e al-l�intera provinciaOSMdella SantissimaAn-nunziata, la mia partecipazione al vostrolutto e alla vostra preghiera.Appena possibile celebrerò un�eucarestiain suffragio del nostro fratello p. Eugenionel santuario di SantaMaria delle Grazie diCittà di Castello, di cui sono parroco, giàdei frati Servi di santa Maria fino al 1962(Provincia Romana fino al 1860, poi Provin-cia Toscana dal 1951 al 1962).Ho avuto modo di conoscere personalmen-te p. Eugenio poco più di dieci anni fa, amotivo dei miei studi sulla storia del con-vento OSM di Sansepolcro e degli eremi diMontevicchi, della Barucola e di Boviglia-no. Arrivai la prima volta all�archivio del-l�Annunziata un po� timoroso, dal momen-to che p. Eugenio era preceduto dalla famadi burbero, ma mi dovetti ricredere subito,perché mi usò da subito, e sempre, cortesiae fiducia. Ricordo con estremo piacere leore trascorse nella saletta di consultazionedell�archivio, inmomenti diversi, tra il 1999e il 2001: p. Eugeniomi faceva trovare pron-ta la documentazione richiesta in preceden-za e predisponeva tutto l�occorrente per ilmio lavoro. La sua profonda conoscenzaarchivistica e bibliografica, inoltre, non èstata un tesoro nascosto, bensì una ricchez-za condivisa in modo familiare.Attraversoquelle mie poche visite all�archivio (che hosempre desiderato proseguire, ma non homai saputo trovare ancora il tempo per po-terlo fare) nacque un�intesa intellettualeconcretizzatasi nell�invio delle rispettivepubblicazioni. Così, grazie alla generositàdi p. Eugenio, il settore della mia bibliotecadedicato alla storia OSM si è progressiva-mente arricchito delle pubblicazioni da luicurate o promosse, segno della sua capaci-tà di studioso e del suo grande amore perl�Ordine dei frati Servi e per il santuario del-la SantissimaAnnunziata.Nel ricordo di questo fratello e amico e nel-la comunione di preghiera saluto cordial-mente Lei e tutti i frati dell�Annunziata.

donAndreaCzortek

Negli inventari della fraternita di S. Stefa-no d�Assisi, ms. 59, anno 1412, f. 45v: It.uno mantello nero della dopna nostra; f. 46,Item uno mantello de nero de la nostra domp-na; f. 84 (1421), Item unam clamidem colo-ris nigri per Maria; ms.40 (1427), f. 17v: ...et uno mantiello de nero per la nostra donna;(1429) f.18v: Item uno mantello negro dellanostra donna 8.Anche negli inventari della Cattedrale diPisa, non mancano simili annotazioni 9.N. 21 a.1957, p. 253 (a. 1360 c.) f. 29r:Mantellum unum da giambello nigro datumilli Domine (laMadonna) quae est ad Cruci-fixum vetus in choro Annunciatae - habet su-prascriptaDomina de Crucifixo - f. 31r:Man-tellum unum novum de panno nigro VirginisMariae de Crucifixo novo - f. 32v: ItemMan-tellum I de gembeloto nigris modicis valoris -Habet Domina de Crocifixo Incoronata.

p.EugenioM.Casalini, osm

(1- continua)

Maria Addolorata, sec. XVIII, Cadice(Spagna), parrocchia di SanLorenzo,cappella delTerz�OrdineServita.

Padre EugenioCasalini in archivio

Note.1 cfr.Dizionario di Erudizione storico-ecclesiastica,vol. XL, Venezia 1846;Dictionnaire des antiqui-tés grecques et romaines, t. III, Parigi 1904.2 v. Firenze ai tempi di Dante, Firenze 1929.3 v. Davidsohn, p. 667 e ss. con note relative.4 E. Monaci, Appunti per la storia del teatro ita-liano, Imola 1874, pp. 27, 28.5 v. E. Monaci; Crestomanzìa Italiana nei primisecoli, Città di Castello 1912.6 v. G. Rondoni, Laudi drammatiche dei discipli-nati di Siena in Giorn. stor. di letter. it. - II,1883, pp. 273 e ss.7 v. E. Monaci, Appunti, o.c.8 v. A.M. Terruggia, In quale momento i discipli-nati hanno dato origine al loro teatro? in Il movi-mento deiDisciplinati nel settimo centenario dal suoinizio, Perugia 1962, p. 452.9 R. Barsotti,Gli antichi inventari della Cattedra-le di Pisa, in Critica d�Arte, Firenze 1956-1957.

p. Eugenio.

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l 7 novembre 1930 moriva il card.Alfonso Mistrangelo, già padre

Scolopio, nato a Savona nel 1852, vesco-vo di Pontremoli dal 1893 e arcivescovodi Firenze dal 19 giugno 1899. Il 10 no-vembre p. Bernardo Mariani, p. PaoloSchifflers e sei professi studenti dell�An-nunziata si recavano a palazzo arcivesco-vile alla veglia funebre e ad onorarne lamemoria. Le esequie furono solenni e sisvolsero - come ricorda la cronaca delconvento - alla presenza di autorità reli-giose e civili e con una processione chepercorse via Cerretani, piazza S. MariaNovella, il Lungarno, Via Tornabuoni,Piazza Vittorio, via Calzaiuoli fino alDuomo. Qui fu data l�assoluzione alla sal-ma da una decina di vescovi toscani, danumeroso clero e da mons. GioacchinoBonardi vicario generale. Il 12 novembre,dopo il funerale, il corpo fu trasportato alcimitero di Soffiano.Il successore di mons. Mistrangelo si feceattendere più di un anno. Nella vacanzadella cattedra circolarono in città diversinomi tra i quali sembrò il più probabilequello del vescovo di Padova, mons. EliaDalla Costa, distintosi in quell�anno nellecelebrazioni antoniane della città.Poco prima del Natale 1931 giunse a Fi-renze la conferma: il nuovo arcivescovodi Firenze era proprio mons. Dalla Costa,nato a Villaverla (Vicenza) il 23 giugno1872, figlio del segretario comunale delpaese. Rimasto orfano di madre ad appe-na cinque mesi di età, aveva studiato allescuole elementari comunali di Vicenza,al Ginnasio Liceo Pigafetta ed era entratoin Seminario. Consacrato sacerdote il 25luglio 1895 nel duomo di Schio, aveva ot-tenuto la laurea in Belle Lettere all�Uni-versità di Padova nel 1897 ed era statonominato vescovo di questa città il 7 otto-bre 1923.Fu una felice scelta: Si può dire veramenteche tra i tanti, quello che i fiorentini avrebbe-ro nominato se la nomina fosse spettata a loro,sarebbe stato mons. Dalla Costa - scrisse E.Lucatello nell�Avvenire d�Italia, prose-guendo: ... e tutto fa avere ai fiorentini fermafede che egli sarà il continuatore delle loro glo-rie, delle glorie dei loro vescovi, dei loro santi ...

S. EMINENZA REVERENDISSIMAIL CARD. ELIA DALLA COSTAARCIVESCOVO DI FIRENZE

Fedeli tutti dellamia diocesi, custodite ge-losamente il dono di Dio, che ricevestenel gran giorno del vostro Battesimo, laFede.Se vi lascerete illuminare e guidare da que-sto fulgido astro, che Dio ha acceso nelcielo delle vostre anime, non allontanere-te mai il vostro sguardo dal sentiero dellagiustizia cristiana e lo percorrerete lieta-mente sino alla fine, nel ricordo dell�av-vertimento dello Spirito Santo: «Sii fede-le fino alla morte e ti darò la corona divita».E il patrimonio della Fede tramandateloincorrotto ai vostri figli, crescendoli a tuttele virtù cristiane. Allora anche se li lasce-rete non provvisti di molti beni di fortu-na, saranno immensamente ricchi perchéle loro anime immortali avranno dallaFede quei supremi conforti e quelle beatesperanze, che rendono non solamente tol-lerabile, ma anche bella e persino delizio-sa la vita.

(dalTestamento spirituale).

Il lutto della arcidiocesi è finito, lepreghiere sono state esaudite.La notizia ufficiale fu comuni-cata durante la novena di Na-tale e in molte chiese i cantaro-no i Te Deum di ringraziamen-to. Partirono anche i telegram-mi di congratulazioni e i Padridella SS. Annunziata scrisseroparole di riverenza e di augu-rio a nome proprio e dei con-

venti di Montesenario e dei Sette SS. Fon-datori. Il vescovo rispose con uguale mez-zo: Riconoscente preghiere Santi FondatoriVergine Annunziata dolce patrona Firenze fra-terno animo benedico.E fu cantato il Te Deum di ringraziamen-to nella basilica gremita di fedeli, il gior-no di Natale dopo il Vespro.Ancora un paio di mesi di attesa e il 20febbraio mons. Dalla Costa fece il suo ilsolenne ingresso nella diocesi accompa-gnato da un centinaio di padovani, sacer-doti, studenti e semplici fedeli che si fer-marono alla SS. Annunziata dove fu sco-perta l�Immagine e celebrata la messa dalcancelliere della loro curia vescovile.Due giorni dopo, alle 5,30 del mattino,l�arcivescovo disse la messa all�altare del-la Madonna. Nonostante l�ora, qualcosaera trapelato tra i fiorentini, e così in mol-ti si ritrovarono presso la cappella dove fudi nuovo scoperta la sacra immagine.Mons. Dalla Costa, che non mancava dispirito, disse allora: Credevo di venire a cele-brare la Messa in incognito, ma non ci sonoriuscito!

Tra il santo arcivescovo e la SS. Annun-ziata vi fu sempre grande affetto. Così siscrisse nel 1961 dopo la sua morte:«Il 22 u.s. il Cardinale Elia Dalla Costa,nostro Arcivescovo, moriva all�età di 89anni. Non stiamo a ripetere quanto già dif-fusamente è stato scritto dai giornali sullapersonalità e le virtù sacerdotali e civilidi questo degnissimo e santo Pastore dellaChiesa fiorentina. Vogliamo però ricorda-re la sua profonda devozione all�Annun-ziata. Una devozione sentita ed espressapiù che con parole, con il suo attaccamen-to alla nostra Basilica che Egli sceglieva,ogni volta che gli era possibile, come am-biente più adatto, spiritualmente e prati-camente, per le ordinazioni sacerdotali:Si prega bene qui - soleva ripetere - il vostroaltare è il più bello di tutta la mia diocesi.Fino a che le forze lo sorressero non man-cò mai di farci presente il desiderio di in-tervenire a chiudere con la benedizioneEucaristica le nostre feste tradizionali deisette Santi Fondatori (12 febbraio), del-l�Annunziata, della Natività di Maria. Ci

Nel cinquantenario della morte (22 dicembre 1961)

Il card. arcivescovo Elia Dalla Costae l�Annunziata

Mons. Dalla Costa alla SS. Annunziata, il 6 aprile 1959(festa liturgica della SS.Annunziata rimessa)

sembra di vederlo ancora, il nostro Arci-vescovo, in una delle su ultime apparizio-ni all�altare della Vergine - ormai stanco ecurvo -, alzare con sforzo evidente losguardo tutto fuoco verso il volto dellaMadonna. Era il suo estremo saluto al-l�Annunziata, qui in terra. Siamo certi chela Vergine avrà accolto in cielo il suo ser-vo devoto con le parole della Scrittura:«Ecco il grande sacerdote che piacque dav-vero a Dio e fu trovato giusto...». [P.I.M.]

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ella piccola casa ov'è bianca pace esilenzio

qual madre qual figlio veracirimembran essi: i superstiti.

Alle albe trepideai meriggi ardentiai blandi tramonti,alla mesta luna che imbiancale viti gli ulivi le altane,alla quieta sonnolente pioggiaalle bufere cupesu la prona terra rombanti,alla notte senza stelleparlan essi: i superstiti.

Vivo, presente in mezzo a loro,il Cristo.Il Cristo morto e risorto:il Cristo asceso nella nube d'oroalla destra del Padrealto sul gurgo delle riviere d'oro.

Germoglia cresce fioriscepur tra la tetra zizzaniala parola di Dio via per il mondo.Oltre la terra ed oltre le bufereGiovanni guarda ed oltre le lucentistelle che un giorno in mar precipitandospente cadranno.Fiamma viva ha negli occhie fuoco vivo nel rovente petto.

Sogna la Madredagli occhi stanchi alto un paradiso.Nelle mani del Figlio,quando, quando avverrà che in finepossa anima e corpoimmacolati deporre?Sogna la Madredagli occhi stanchi alto un paradiso.

E Maria morì ch�era un tramontopuro di Palestina.Mai più sereno il cielo,mai più sereno il mare, mai più lucenteEspero non fu.Morì non morendo:dormiva.Scesero a stormi gli angeli:la lieve spoglia in nuvola di fiorisollevarono avvolta.Oltre l'azzurro fondo oltre la stellasaliron lenti:vanirono.

Misteriosa una vocegli apostoli avvertì sparsi per il mondo.Misteriosa una forzaal sepolcro in Getsemani sull�alili trasportò del vento.Ma vuoto e apertoloro apparve il sepolcro.Spirava intorno fresco di violaed era intorno come l�eco fiocad�un canto che via si perdessenella notte lontano.

Nuvoletta bianchissima

vide taluno lenta verso il solesaliree nei suoi raggi perdersi.Apparve ad altri corona di stelle nel me-riggio fulgentie impallidito il sole.

Nella gran gloria Mariaconserte le braccia esili sul pettolo sguardo umile trepidi i ginocchi(quale tra scolte di cipressi austeree svariar trepido d�ulivila vide un giorno sui fiesolanicolli l'Angelico)alla corona amara di martirio,alla corona di soave imperocurva la fronte.

Per divino consiglioancella in terra d'umiltà vestita.Per divino consiglio,ne l'alto regno regina.Per divino consiglio,vergine e madre:candore e purità dolore e amore.Redole ella nei giardini del cielomistica rosa.

Brilla alla nostra notte tenebrosastella mattutina.D'un mattino serenoalba serenaad un meriggio eterno ella conduce.Meriggio eterno, folgore.Meriggio eterno, Sole.Meriggio eterno, sovrarisplendentevolto di Dio.Vultus tuus meridies.

Guido Manacorda (Acqui 1879 -Firenze 1965).

da:G.B.Proja, I poeti italiani aMaria,Roma1994.

La legenda della beata Vergine Maria

L�Immacolata Concezione, Roma, chiesa diTrinità deiMonti.

CRONACA DEL SANTUARIO

5-6-7 settembre 2011, triduo in pre-parazione alla festa della Natività diMaria: alle ore 17 S. Rosario, alle17,30 liturgia vespertina in onore del-la S. Madre di Dio e alle ore 18 S.Messa, animata il 5 settembre dal p.Alberto M. Ceragioli parroco deiSette SS. Fondatori, il 6 settembredal p. Giovanni Monti op parroco diS. Maria Novella, e il giorno 7 set-tembre da don Luciano Genoveseparroco di S. Caterina da Siena.

8 settembre, solennità della Nativi-tà di Maria con la S. Messa delle ore8,45 presieduta dal priore provincia-le p. Sergio M. Ziliani, quella delle11 dal can. mons. Luigi Oropallo delcapitolo Laurenziano, prevosto di S.Maria dell�Impruneta e quella delleore 18 da S. E. mons. Giuseppe Be-tori. Alla S. Messa delle 11 ha parte-cipato anche il gonfalone del Comu-ne e il Coro della SS. Annunziata. Erapresente il sindaco Matteo Renzi. IlCoro della SS. Annunziata ha anima-to anche la S. Messa delle ore 18.

10 settembre, ore 16, sono ripresigli incontri mensili e le attività dellaFraternità OSSM, anno 2011-2012.15 settembre, La S. Messa solennedi Maria SS. Addolorata è stata cele-brata dal p. Alessandro M. Greco.

18 settembre, Sette SS. Fondatori,consueti festeggiamenti della solen-nità di Maria SS. Addolorata con iltriduo di preparazione del 15-17 set-tembre predicato dal p. Antonio M.Pacini socio provinciale. Il giorno del-la solennità alle 10 è stata celebra-ta la S. Messa parrocchiale presie-duta sempre dal p. Antonio M. Pa-cini e animata dal Coro della SS. An-nunziata. Al termine ha avuto luogola benedizione e l�inaugurazione delcomplesso ricreativo dell�Oratorio deiSette Santi. La S. Messa delle 11,30invece è stata animata dal Coro de-gli Adulti e quella delle 18 ha avutocome celebrante don Leonardo Sa-lutati parroco di S. Marco Vecchio conl�animazione dal Coro della SS. An-nunziata. Come di consueto si è svol-to il Mercatino allestito dalla Frater-nità secolare osm per raccogliere fon-di per le Missioni in Africa.

fine settembre, donIndrajith PereraJananka è tornatoin Sri Lanka dopoaver terminato glistudi presso la Fa-coltà Teologica diFirenze. Un ringra-

ziamento di cuore perché durante ilsuo soggiorno ha dato un valido allacomunità della SS. Annunziata e allaChiesa fiorentina, per la quale hasvolto il servizio di as-sistente delle comuni-

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Liturgia delle ore. Dal Lunedì alvenerdì, ore 7,30: Canto delle Lodi(coro); ore 18: S. Messa, ore 18,30Vespri - il venerdì, dopo la S. Mes-sa, al posto dei Vespri viene cantatala Benedetta all�altare della Ma-donna - il sabato i Vespri sono alle17,30; la domenica, ore 8: Cantodelle Lodi (coro), ore 17,30: Ve-spri (all�altare della Madonna); ore18: S. Messa.

Il 12 del mese, ore 16: Commemo-razione di Maria Valtorta e di sr.FrancescaNerozzi, Capp. delCapi-tolo.

Il 13 del mese (o in date vicine), ore 15,30:S. Rosario, S. Messa e Consacrazione alCuore Immacolato di Maria del Movimen-to Sacerdotale Mariano.

Il 23 di ogni mese, ore 16,30: Be-nedizione dei Bambini, Capp. diS. Filippo.

Tutti i mercoledì, ore 18,30: Lec-tio divina (catechesi degli adulti)in convento (vangelo di Marco).

Secondo giovedì del mese, ore 17:incontro con il Movimento delleVedove.

Terzo giovedì del mese, ore 10: S.Messa delle Mamme.

Tutti i Venerdì, ore 18: Concele-brazione della Comunità religio-sa.

Primo sabato del mese, ore 16: RiunioneTerz�Ordine Servitano (O.S.S.M.).

Terzo sabato del mese, ore 16,30: S. Messadell�Associazione Figli in cielo, Capp. deiPittori (don Dante Carolla).

LaDomenica, SS. Messe: ore 7 - 8,30 - 10 -11,30 - 13 - 18 - 21 (il ricavato è devoluto aipoveri); ore 10,30 Capp. dei Pittori: S. Mes-sa in inglese - English Mass.

Dal 9 gennaio fino ad aprile, ore 21, corsodi preparazione al matrimonio anno pasto-rale 2011-2012 (gli incontri saranno setti-manali).

Con approvazione ecclesiastica

Direttore responsabile: Alberto CeragioliRedazione: L. Crociani, I. Da ValleCaporedattore: P. Ircani MenichiniRegistrato al Tribunale di Firenze n. 2926 del 4-4-1981Via C. Battisti, 6 - Firenze - Tel. 055/266181 - fax 0552661894

Stabilimento Grafico Commerciale - FirenzePER NATALE fai un dono al periodico sul C.C.P. n° 67862664 intestatoa �Provincia Toscana Servi di Maria�, via C. Battisti, 6 - 50122 Firenze

tà cingalesi di Firenze, Pratoe Lucca.

1 ottobre, ore 10, S. Messadi inizio anno delle scuole del-l�infanzia, elementari e medieS. Maria degli Angeli dellesuore di S. Marta di Via dellaColonna, 34.1 ottobre, ore 16, presso leSuore Riparatrici di via G.Capponi, pomeriggio di spiri-tualità sul tema l�Evangelo diMarco; a seguire cena frater-na di condivisione.

2 ottobre, ore 21, 66° edizio-ne della Festa dell�Opera Madonni-na del Grappa con raccolta di fondi.La S. Messa è stata celebrata da donCorso Guicciardini e da altri sacer-doti dell�Opera.

5 ottobre, ore 10, S. Messadi inizio anno di tutte le scuo-le cattoliche della diocesi, pre-sieduta da S. E. mons. Giu-seppe Betori.

8 ottobre, ore 16, festa di S.Abramo e degli anziani delladiocesi celebrata in Basilicasu iniziativa della Comunità diS. Egidio.12-15 ottobre, sulle celebra-zioni per il 50° della morte diMaria Valtorta, v. pag. 7.

13 ottobre, ore 10, Riunionealla SS. Annunziata dei sacerdoti delVicariato di città.

14 ottobre, ore16,30, omaggioin Basilica a Mar-cello Fantoni,«ultimo grandeceramista del�900» deceduto il4 agosto 2011 a

95 anni. Nella sua casa di via Bolo-gnese aveva creato un laboratoriomostra permanente con opere di al-tissima qualità e originalità.

18 ottobre, ore 18, S. Messa dell�Ac-cademia delle Arti del Disegno che hacelebrato il 448° della sua fondazio-ne e il 500° della nascita del pittoreGiorgio Vasari.23 ottobre, ore 10, S. Messa di ini-zio dell�anno catechistico e incontropreliminare con i genitori nei localiparrocchiali di via Capponi.

26 ottobre, ore 10, S. Messa dell�Isti-tuto Geografico Militare nella ricor-renza del 139° anno della sua isti-tuzione.

Hanno collaborato p. Aurelio M. Marrone,osm eMatteoMoschini - foto di fra FrancoM. Di Matteo, osm.

INCONTRI

LA PROFESSIONE SOLENNE NEISERVI DI MARIA DI FRA

FRANCESCO M. SCORRANO

29 ottobre, ore 11, professione solenne diFrancescoM.Scorrano.La concelebrazio-ne è stata presieduta dal priore provincia-le p. Sergio M. Ziliani, alla presenza dinumerosi frati Servi di Maria e di fedeli.

Fra Francesco è nato aManduria (TA) il 9ottobre 1982 ed è entrato in accoglienzatra i Servi diMaria del convento dei SetteSanti Fondatori di Roma il 4 ottobre 2004.Ha svolto il prenoviziato e il noviziatonel convento di Siena nel 2005-2007 edha emesso la professione temporanea il 23agosto 2007, giorno di S. Filippo. Ha poiiniziato a studiare filosofia e teologia nelCollegio S. Alessio Falconieri di Romafino al giugno 2011. Dal I luglio è entratodi famiglia alla SS. Annunziata di Firen-ze. Il 26 novembre prossimo riceverà l�or-dinazione diaconale.A fra Francesco imigliori auguri di porta-re avanti con entusiasmo e successo l�im-pegno preso nell�Ordine dei Servi di Ma-ria.

Le foto: dall�alto, fraFrancescoM. Scorra-no accende un lumedopo aver emesso la pro-fessione solenne; con i familiari e p. PaoloM. Orlandini.

CRONACA DEL SANTUARIO - continua da pag. 11

Parrocchia (p. Lamberto M. Crociani), in-formazioni: lun., merc., ven. 17,30-18,30.Coro della SS. Annunziata (dir. p. AlbertoM. Ceragioli), prove il giovedì ai Sette San-ti, ore 21 (tel. 055 578001).Piccolo Coro Melograno (dir. m.° LauraBartoli), tel. 347 6115556.