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la Speranza Periodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarate anno 2 - n. 5 dicembre 2013 Quando 90 non è un numero, ma l’inizio di una storia pag. 16 L’Istituto Maria Consolatrice si trasferisce pag. 23 Messa di chiusura dell’Anno della Fede pag. 20 Andarono senza indugio

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Periodico della Comunita' Pastorale Maria Madre della Speranza - Samarate

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la SperanzaPeriodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarateanno 2 - n. 5 dicembre 2013

Quando 90 non è unnumero, ma l’inizio

di una storiapag. 16

L’Istituto MariaConsolatricesi trasferisce

pag. 23

Messa di chiusura dell’Anno

della Fedepag. 20

Andaronosenza indugio

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sabato 18:00 a Verghera 18:30 a Samarate e a San Macario 20:30 a Cascina Elisadomenica 8:00 a Samarate 8:30 a San Macario e a Verghera 9:00 a Cascina Costa 9:30 a Verghera in Convento 10:00 a San Macario e a Cascina Elisa 10:30 a Samarate 11:00 a Verghera 11:30 a San Macario 18:00 a Samarate e a San Macario (chiesa di S. Giuseppe)

la SperanzaPeriodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza”

Via Statuto 7 21017 Samarate

direttore responsabile:Don Quirino Daniotti

foto di copertina:PresepioVetrata 5 (secolo XV)Duomo di Milano

stampa:Grafica Gernetti

Recapiti Sacerdoti/Religiose:

Orari SS. Messe festive:

Orari SS. Messe feriali: 8:00 a Verghera in Convento: da lunedì a sabato 8:30 a Samarate: da lunedì a sabato 8:30 a San Macario: da lunedì a venerdì 8:30 a Cascina Elisa: da lunedì a venerdì 9:00 a Verghera: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 20:30 a Cascina Elisa il martedì 20:30 a San Macario in Oratorio il mercoledì 20:30 a Samarate e a Verghera il giovedì

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don Quirino Daniotti, parrocotel. 0331.220014 - cel. 3385245752fax 0331.720885mail: [email protected] Giorgio Masperotel. 0331.234695 - cel. 3381493928mail: [email protected] Francesco Maggionicel. 3407638589mail: [email protected] Giuseppe Tedescocel. 3491114898mail: [email protected] Alberto Angaronicel. 3407518187mail: [email protected]

don Sante Ambrositel. 0331.223409mail: [email protected]à suore Samaratetel. 0331.220111mail: [email protected]à suore San Macariotel. 0331.234267 - fax 0331.238518mail: [email protected]à suore Vergheratel. 0331.220222 - cel. 3337417847mail: [email protected]. Maria Consolatrice Verghera (convento)tel. 0331.220170mail: [email protected]

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Cari fedeli dellaComunità Pastorale,

EditorialE

nei mesi di novembre e dicembre i sacerdoti e le suore passano a visitare e a be-nedire le famiglie di Samarate secondo le abitudini della Diocesi di Milano per il periodo d’Avvento.Nell’occasione vogliamo condividere con voi, in maniera confidenziale, alcu-ni pensieri nati dal confronto della “Diaconia” (l’incontro dei sacerdoti) e che estendiamo volentieri alle famiglie della città.

In primo luogo ci piacerebbe fare della visita alle vostre case un momento 1 spiritualmente e umanamente significativo.Veniamo a portare qualcosa che non è “nostro”, ma più grande di noi. Venia-mo nel nome del Signore. Veniamo a ricordarvi che Dio è necessario per vivere bene “dentro” (c’è tanta angoscia nel cuore delle persone!) e non sentirci ab-bandonati e privi di senso nel nostro vivere e morire. Lo sappiamo: molti di voi non hanno più fiducia nella Chiesa, si sono allon-tanati, hanno pensato di vivere come se Dio non esistesse … Eppure noi abbia-mo una convinzione: c’è tanta inquietudine nel cuore di molti e in quella insoddisfazione di vivere è nascosto il desiderio del Signore.Loro vorremmo soprattutto incontrare e con loro vorremmo principalmente dialogare. E se qualcuno non condivide con noi la fede e la speranza in Cri-sto, comprenda almeno la premura, amorosa e gratuita, nei loro confronti.Ciò che andiamo facendo è dettato dall’amore che abbiamo per voi. Non c’è nel nostro cuore né sfiducia, né scoraggiamento. Per la fede che abbiamo e an-nunciamo, crediamo all’intima bontà dell’uomo. Noi siamo portatori di un Vangelo, cioè di una bella notizia: Dio è con noi, cammina al nostro fianco, sostiene la nostra sofferenza, aiuta la nostra speranza. Non abbiate paura di Dio! Dice la Bibbia: “Guardate a Lui e sarete raggianti” (Salmo 33,6).Vi diciamo anche con sincerità: ci addolora molto la pesante situazione che vive la nostra società civile. Ci sono nelle nostre parrocchie tanti casi di fa-miglie povere, delle vecchie e nuove povertà. Le vediamo.È davvero necessario uno sforzo comune, degli organismi pubblici soprat-tutto, per realizzare interventi efficaci e di prospettiva. Ma anche noi restia-mo disponibili al dialogo e alla collaborazione con tutti coloro che realmente vogliono lavorare per il bene comune.Con serenità ci permettiamo di rivolgervi anche due inviti. Il primo è questo: 2 “Alla domenica, perché non andare a Messa?”Ancora oggi molti dicono di credere in Dio, accolgono la sua benedizione nelle loro case, si rivolgono a lui nelle difficoltà: eppure, alla domenica –

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Giorno del Signore – non sentono il bisogno di partecipare all’Eucaristia. La cultura dell’individualismo e del … ”fai da te”, ha come permeato la loro vita. Dicono: “Non ho tempo, mi devo riposare, non c’è bisogno di andare in chiesa per vivere la fede …” Ma la fede ha bisogno di nutrimento: e i sacramenti e la Parola di Dio sono la sostanza della nostra fede. Privarsene continuamente è come impedire la crescita spirituale.Nella recita del Padre nostro sapete che chiamiamo Dio col nome di Padre: ecco, andare in chiesa è manifestare insieme il desiderio di incontrare questo Padre comune, è esprimere insieme la gioia di andare nella “casa del Padre” per dialogare con Lui e per ricevere da Lui luce e conforto per la nostra esi-stenza.Noi siamo suoi figli – ricordate il Battesimo? - tra noi siamo come fratelli e sorelle: andare a Messa è ritrovarsi in famiglia, è sostenersi reciprocamente nelle nostre debolezze.Accompagnate anche i vostri figli a Messa: non privateli di una esperienza spirituale che segnerà positivamente anche la loro crescita umana. Rischia-no, questi nostri ragazzi di oggi, di essere ricchi di tutto, ma poveri di Dio. Se sentite come un dovere nutrire il loro corpo e alimentare la loro intel-ligenza, perché defraudarli della ricchezza spirituale, impoverendo la loro anima?L’altro invito: “Anche l’Oratorio è necessario per i vostri figli”.3 Quasi tutti voi genitori avete fatto l’esperienza di andare in Oratorio e avete ancora un buon ricordo e, forse, una dolce nostalgia. Vi ha aiutato a cresce-re. Vi ha educato a molti valori che ora guidano le vostre responsabilità in famiglia e nel lavoro. Credeteci, l’Oratorio è ancora una formidabile scuola di educazione: si cresce in umanità, in socialità, in spiritualità. Ai ragazzi viene offerta la possibilità di crescere, come voi, secondo precisi orientamenti di vita. Quanti pensieri fanno venire quei ragazzi abbandonati e annoiati per le strade, nei giardinetti, e il nostro pensiero va quasi istintivamente alla famiglia! È davvero difficile educare i figli oggi: ne fate l’esperienza ogni giorno; vi accorgete anche come la scuola sia povera di “insegnamenti morali”.Ecco, l’Oratorio vi offre una possibilità educativa: potete accoglierla e proporla ai vostri figli.E se poi entraste anche voi adulti in Oratorio a collaborare con gli educatori, che bella testimonianza dareste ai vostri ragazzi!

Con l’augurio sincero di Buon Natale, invochiamo da Dio sulle vostre famiglie la sua pace e la sua benedizione.Il Signore cammina con noi: non abbiate paura!

I vostri sacerdoti

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La lettera pastorale del nostro Arcive-scovo Cardinale Angelo Scola, “Il campo è il mondo: Vie da percorrere incontro all’umano”, si rivolge non solo ai fedeli cattolici della Chiesa ambrosiana, ma a tutte le persone interessate a un serio dialogo e confronto.L’abituale messaggio all’inizio dell’an-no pastorale della Diocesi ha avuto uno straordinario successo editoriale che ha felicemente sorpreso gli addetti alla Comunicazione della Curia e delle Par-rocchie. E’ un segno chiaro che il conte-nuto della Lettera reca con sé motivi di interesse e attenzione a cui anche noi possiamo dedicare il nostro tempo me-diante una tranquilla e attenta lettura “attraversata da autentica simpatia”.In questa sede possiamo sottolineare, a parere di chi scrive, solo alcuni punti più rilevanti.Innanzitutto colpisce una strana espressione del nostro Arcivescovo che parla di “ateismo anonimo”Subito vengono alla mente alcune re-centi, discusse (e discutibili) “correnti teologiche” che parlavano di “cristia-nesimo anonimo”. Il significato di tale espressione era piuttosto impreciso e vago.Il nostro Arcivescovo precisa il suo pen-siero: … tra i cristiani ambrosiani esi-ste il rischio di una sorta di ateismo anonimo, cioè di vivere di fatto come se

Dio non ci fosse.L’ateo anonimo ambrosiano non affer-ma né nega l’esistenza di Dio, ma vive come se Dio non esistesse… Dio è irri-levante nella sua vita personale e so-ciale.A questa realtà il Cardinale ricorda che il cattolicesimo di popolo è anco-

Il campo è il mondoLa lettera pastorale dell’Arcivescovo.Il rischio dell’ateismo anonimo.La vitalità del cattolicesimo di popolo.

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ra vitale nel nostro territorio, ma esso è chiamato a rinnovarsi e a passare “dalla convenzione alla convinzione” e a curare soprattutto la trasmissione del patrimonio cristiano alle nuove ge-nerazioni.Contro il rischio presente in alcuni bat-tezzati di separare la fede dalla vita, il Cardinal Scola ricorda che “Vangelo e vita non sono due realtà disgiunte da mettere artificiosamente insieme”.Noi siamo sì nel mondo ma il mondo è “il campo di Dio” ossia il luogo dove “Dio si manifesta gratuitamente agli uomini”: non tocca a noi giudicare in modo definitivo e condannare senza ap-pello cosa vi è nel campo. Solo alla fine il buon grano sarà separato dalle erbac-ce. Nel frattempo la misericordia divina non smetterà mai di sollecitare: gli uo-mini sono liberi e sino alla fine possono mutare convinzioni e ravvedersi. Non serve “inoltrarsi sui sentieri della con-danna, del lamento e del risentimento”.Il “mondo” che Gesù chiama “il campo” è costituito da tutti gli ambiti dell’esi-stenza quotidiana, la famiglia, i quar-tieri, le scuole, il lavoro, i luoghi della sofferenza e fragilità, i luoghi di edifica-zione culturale, economica e politica....In questa realtà Dio, che è entrato nella storia, ha cambiato tutto.La trama delle relazioni tra gli uo-mini è cambiata dopo l’incontro degli uomini con Lui.Nella realtà ambrosiana è, quindi, ne-cessaria una “verifica non più rinvia-bile” sulla propria testimonianza nelle “tre dimensioni della comune e elemen-tare esperienza umana: gli affetti, il lavoro e il riposo”.

Su questi aspetti il Cardinale avanza specifici interrogativi che, speriamo, saranno oggetto di considerazione pres-so gli appositi “luoghi pastorali”.Per questo il Cardinale suggerisce tre criteri: valorizzare l’esistente alla luce di quanto è indicato dalla lettera pastorale; assumere il criterio della pluriformità nell’unità ossia ac-cettare e coinvolgere i diversi carismi presenti nelle parrocchie, comunità pa-storali, istituti religiosi, movimenti e associazioni diocesane; e infine ripen-sare l’attività della Curia e degli Uffici diocesani.Come Cristo è entrato nella storia e ha rinnovato tutta la realtà, così si augura il nostro Arcivescovo, ogni fedele e ogni realtà ecclesiale sono invitati a rileg-gere “il senso della esistenza cristiana alla luce di questa urgenza ad uscire da se stessi per entrare in campo aperto”.Ma tutto ciò comporta “rischiare la pro-pria libertà, esponendo se stessi” ossia diventare testimoni.Ma “il buon esempio non basta per ren-derci testimoni autentici” perché il te-stimone rinvia a Cristo.Solo nel riconoscere Gesù come Cri-sto-Dio e amarlo sommamente con-siste il senso dell’esistenza umana.

Piero Caloni

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Da diversi anni l’Azione Cattolica am-brosiana, su esortazione del cardina-le Carlo Maria Martini, propone agli adulti, che considerano la Parola vali-da compagna per qualificare la propria vita quotidiana, la celebrazione della lectio divina in vari decanati della Dio-cesi.Mons. Gianni Zappa, assistente dioce-sano dell’Azione Cattolica, ha spiegato che ritiene la proposta della lectio come un servizio, “un dovere maturato nella consapevolezza che pregare nella Paro-la è incontrare Dio, che non solo ci dice delle cose, ma soprattutto ci rivela il suo volto, la sua volontà di salvezza e il suo amore per ciascuno”.Il tema di Giona è ricco di spunti per tutti noi, chiamati ad evangelizzare la grande città. Il profeta, chiamato da Dio a raggiunge-re Ninive, città spietata e violenta, per metterla in guardia dalla china perico-losa su cui si è posta, fugge, colpito da quella che Papa Francesco chiama “la sindrome di Giona, quella che fa sentire perfetti e puliti come appena usciti da una tintoria” (omelia del 14 ottobre) e che facilmente contagia ognuno di noi. Il 24 ottobre u.s. l’incontro introdutti-vo è avvenuto contemporaneamente in tutte le Zone pastorali, con la par-tecipazione di un biblista e di alcuni professionisti della recitazione; il tutto accompagnato da melodie che hanno invitato alla ripresa del testo e alla sua meditazione.

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Lectio divina per adulti

Per la nostra Zona, il tema della lectio è stato presentato a Varese nella chiesa di S. Massimiliano Kolbe, con la guida di don Ugo Lorenzi, docente della Facol-tà Teologica dell’Italia Settentrionale.

Nel decanato di Gallarate la lectio divina, che prevede cinque incon-tri e che è aperta a tutti i fedeli, si tiene nel Santuario di Madonna in Campagna il secondo giovedì di ogni mese, alle ore 21.

Azione Cattolica San Macario

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Succede che... in un modo che non penseresti mai... ti trovi ad affrontare situazioni nuove o ad incontrare per-sone diverse dalla tua solita cerchia. Nella vita succe-de... e sicuramente le novità sono sti-molanti, portano vento nuovo, fre-sco!E’ un po’ quello che è successo a noi come gruppo Caritas parrocchiale, in seguito ad un prece-dente articolo apparso nel giornalino della nostra comunità.Il caso volle che l’articolo venisse letto da un responsabile dell’associazione KAY-LA-ONLUS della parrocchia S. Antonino martire di Lonate Pozzolo; da lì è partito l’interesse per quello che noi facciamo, ma soprattutto lo spirito con cui operiamo, che chiaramente traspariva nelle parole di quell’articolo.L’associazione KAY-LA già sostiene varie opere quali la missione di suor Marcella ad Haiti, quella di suor Agnese in Uganda, non-chè l’aiuto a varie associazioni che operano a sostegno delle famiglie in difficoltà qui in Italia. Operare nel sociale per il bene delle persone non è sicuramente una gara a “chi è più bravo” o a “chi fa più cose” ma piutto-sto essere umili rendendosi sempre conto dei propri limiti, accettando l’aiuto ed il supporto di persone o gruppi pronti a collaborare con forze nuove.Allargare il giro delle persone che collabo-rano a un fine comune è buona cosa! Anche il volontario più motivato... a volte si sente scarico, stanco... e allora cosa c’è di più bello,

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Salvadanaio solidaleUna catena di solidarietà

se non avere nuove braccia che ti sorreggono, in modo che tu possa continuare?

Detto questo, vi di-ciamo benvenuti! Benvenuto gruppo KAY-LA! Siamo contenti di avervi incontrato e di po-ter collaborare con voi.Come prima ini-ziativa in amicizia (dopo aver contat-tato il parroco don

Quirino) abbiamo pensato di distribuire nei negozi di Verghera cinquanta salvadanai per il progetto “Pane per i poveri”.I nostri negozianti si sono resi disponibili nell’accettare tale iniziativa, che per noi è anche una nuova esperienza. Chiaramente non possiamo conoscere l’esito che darà tale iniziativa, ma siamo anche certi che nel mo-mento attuale, nulla di intentato va lasciato per dare un aiuto a certe situazioni realmente difficili.I salvadanai saranno ritirati tra due mesi e na-turalmente vi terremo al corrente di tutto!Anticipatamente ci sentiamo però in grado fin da ora di ringraziare il gruppo KAY-LA per la collaborazione di cui si è reso disponibile e per l’amicizia! I nostri negozianti che hanno accettato l’idea con tanta semplicità... senza problemi! E soprattutto tutte quelle persone che, anche con poco, ci aiuteranno ad aiuta-re!Sui barattoli c’è infatti una bellissima frase di Madre Teresa di Calcutta “Non importa quanto si dà, ma quanto amore si mette nel dare”.

Caritas Verghera

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L’1 e il 2 novembre alcuni adolescenti della nostra Comunità Pastorale hanno partecipato, insieme ad altri coetanei del decanato di Gallarate, ad un corso animatori a Capizzone, nella bergama-sca, organizzato dalla consulta educa-tori (un gruppo di giovani e di adulti del gallaratese che si occupano della formazione dei nuovi animatori). Dopo essere stati accolti e aver partecipato a squadre ad

alcuni divertenti giochi a stand, abbia-mo cercato di definire insieme la figura dell’animatore e i suoi compiti. Abbia-mo poi svolto delle attività “specializ-zate”: chi aveva già fatto l’animatore si è adoperato per inventare dei nuo-vi giochi per i ragazzi, chi non lo era mai stato ha cercato di risolvere alcuni “casi difficili” che ci

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“Corso Animatori”a Capizzone1-2 novembre 2013

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possono essere tra i bambini. Nell’at-tività finale, a cui abbiamo partecipato divisi in squadre, ci siamo veramente messi in gioco per realizzare una pic-cola scenetta, una canzone e un bans, ossia un ballo di gruppo, sfruttando le nostre abilità e i nostri talenti. Accan-to a questi momenti di divertimento, ce ne sono stati altri più “profondi”: accompagnati dal “nostro” don Alber-to, salito a Capizzone insieme a noi, abbiamo celebrato la Santa Messa e, in tarda serata, una veglia di preghiera. Poi l’adorazione è proseguita a gruppi durante l’intera nottata. Anche se in un primo momento ci sembrava una pro-

posta “faticosa”, alla mattina ci siamo resi conto della bellezza e dell’impor-tanza del tempo trascorso in solitudine in dialogo con Gesù. Questi due giorni sono stati un’esperienza davvero bella e costruttiva in cui, oltre ad aver co-nosciuto altri coetanei del decanato di Gallarate, abbiamo perfezionato la no-stra figura di animatore. E per questo ringraziamo tutti gli educatori, che ci hanno assistito e sopportato, per la loro disponibilità e pazienza, ed in partico-lare i nostri amici di Samarate, Elena, Carlo e Daniele!

Gli Oratori della Comunità

Corso BiblicoGli incontri di Gesù con “l’umano”

6 incontri - ore 21.00 Centro Parrocchiale San MacarioIl corso sarà guidato da Emanuela Giuliani

14/10 Gesù e il paralitico di Betzatà (Gv 5, 1-18) L’incontro con la malattia11/11 Gesù e la vedova di Nain (Lc 7, 11-17) L’incontro con il dolore del cuore 09/12 Gesù e l’uomo ricco (Lc 18, 18-25 – Lc 19, 1-10) L’incontro con la fatica a dare di più13/01 Gesù e l’epilettico indemoniato (Mt 9, 14-29) L’incontro con il male che atterrisce la vita 10/02 Gesù e la donna Cananea (Mt 7, 24-30 – Mt 15, 21.28) L’incontro con la donna straniera12/05 Gesù e Pilato (Gv 18, 28-19. 11) L’incontro con la falsità e il dubbio

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Siamo qui oggi a ricordare le ultime feste dell’anno scolastico che si è concluso.Iniziamo con lo Spettacolo “I 4 Cappuccetti” il cui copione è stato scritto dalle insegnanti partendo dalla fiaba tradizionale dei fratelli Grimm e proseguendo con le tre (delle quat-tro) versioni di Bruno Munari. Quella di do-menica 26 maggio è stata senza dubbio una giornata da incorniciare. La Superiora Suor Piergiovannina ha dato il via alla festa rin-graziando tutti coloro che fanno la Scuola, ovvero i bambini, i loro genitori con i nonni, le insegnanti e i rappresentanti di sezione. Il forte vento (22 Km/h) ha soffiato nei cuori di tutti i presenti queste parole tanto colme di tenerezza, stima, riconoscenza e serenità. Si è poi aperto il sipario sulle quattro storie dei quattro Cappuccetti narrate da un nonno (vero, che ha offerto per ben sei anni la sua disponibilità) al suo nipotino e messe in sce-na dai bambini un po’ attori e un po’ cantanti. Sullo sfondo scenari curati nei particolari che hanno lasciato a bocca aperta anche il Signor Sindaco Leonardo Taran-tino il quale, in una sua lettera indi-rizzata alla Superiora Maria Loreta Cerasani, si è complimentato con tutti dalla Superiora alle «Sue pre-ziose collaboratrici», fino a «tutti i suoi piccoli protagonisti» pieni di «emozione, gioia e passione» e ai loro «laboriosissimi genitori».La sceneggiatura, partendo da Cap-puccetto Rosso che saluta la mam-ma e inizia la sua avventura nel bosco dove incontrerà il lupo, si è sviluppata successivamente in un paesaggio immerso nella candida neve gelata calpestata da un Cap-

Le nostre feste difine anno 2012-13

puccetto Bianco infreddolito e desideroso di cucinare, con l’aiuto della nonna, una buonis-sima torta. La terza scena si è aperta su una città caotica, con un semaforo dormiglione che vedeva passeggiare Cappuccetto Giallo salvato dal lupo grazie all’aiuto dei suoi ami-ci canarini. Infine tutti gli spettatori hanno immaginato di tuffarsi nel mare di Cappuc-cetto Blu che, a bordo della sua barca Bluetta, ha attraversato gli otto metri di palco rivestito di onde sulle note della suggestiva canzone “Il mare sa parlare”. Tantissime erano le mamme che portavano al collo il prezioso ciondolo colorato confezio-nato dai loro piccoli tesori in occasione della loro festa e tutte erano commosse sentendo cantare che “il loro sorriso è dolce e lieve come la panna, ti avvolge e ti riscalda, come la crema nella cialda”. Per non parlare del-le nonne che, al termine della canzone “Cara nonna”, hanno ricevuto in dono una rosa, la stessa che è stata utilizzata durante lo spet-

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tacolo per cantare che le nonne.. dolci come caramelle sono da sempre le cose più belle e fanno crescere i loro nipotini come dei fiori.Quando tutti pensavano che lo spettacolo si fosse concluso, uno spazio è stato dedica-to all’inglese: il nipote, dopo aver ricevuto in dono dal nonno un foulard e un cappello da marinaio, è salito sulla barca Bluetta di Cappuccetto Blu e, sulle note di “God save the Queen” si è diretto verso lo stretto del-la Manica per poi risalire l’Oceano Atlantico fino ad arrivare allo Stretto di Gibilterra. Lì lo attendevano centoventotto British children capitanati da un prof., anzi da un teacher, che insieme hanno cantato “Bye bye, Ciao ciao”!A seguire un pranzo con i fiocchi.Gli attori hanno meritatamente avuto la pre-cedenza su tutti mettendosi a tavola davanti a un piatto di pasta al pomodoro, seguito da gustosissime costine e salamelle alla griglia – cucinate da sudatissimi papà – accompagnate da patatine fritte e deliziosissimi stinchi con patate al forno.E via verso i giochi magari con in mano un gelato fresco o, meglio ancora, un ghiacciolo dissetante.Difficile il ritorno a casa. I genitori e i nonni, comodamente seduti ai tavoli gentilmente of-ferti da un nonno della nostra Scuola, ammira-vano compiaciuti i loro piccoli grandi uomini del domani.. chissà.. magari fantasticando un

mondo migliore fatto di sincerità e purezza, – usando i colori dei quattro cappuccetti – rosso d’amore, candi-do di purezza, caldo di buone amicizie e lim-pido come il cielo di quella giornata.I suggerimenti per po-ter realizzare questo sogno sono stati conse-gnati a tutti in una per-gamena sulla quale era stato riportato qualche

stralcio dell’Omelia del Santo Padre in occa-sione della Messa in onore di San Giuseppe.Dopo qualche giornata di pioggia ha avu-to inizio – sotto un sole ancora più rovente – anche la Festa del 2 Giugno con il Saggio di motoria e la consegna dei Diplomi di abi-litazione alla Scuola Primaria. Ciascun pic-colo, seguito dagli amici mezzani e grandi, chiamato per nome, si è esibito sul palco tra gli applausi del pubblico. Successivamente, il gruppo dei grandi, sulle note della marcia di Radetzky, ha sfilato – dal salone della Scuola fino al palco collocato in fondo al giardino – indossando un’appariscente mantella ros-sa e il tradizionale tocco nero tenuto fermo dalle loro manine per evitare che il vento lo facesse volar via. Orgogliosi hanno fatto la foto di rito con accanto la Superiora e la pro-pria insegnante di sezione, mostrando a tut-ti il diploma ricevuto e recante la frase del Santo Padre «Siate custodi dei doni di Dio: custodite il creato e la sua bellezza». Dopo un pomeriggio di giochi la serata si è conclusa con una pizzata per i neo-diplomati e i loro genitori che ha riempito di voci e sorrisi il sa-lone della Scuola.Ultima festa, non per importanza, ma da ca-lendario, la Santa Messa in onore di Maria SS.ma Consolatrice. La sera del 20 Giugno i bambini si sono ritrovati nel cortile della Scuola ciascuno con in mano un mazzo di

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fiori da offrire a Maria. Don Quirino si è accodato a questa colorata processione che si è diretta verso l’altare con accan-to un preziosissimo stendardo raffigurante l’immagine di Ma-ria Consolatrice. I bimbi, giunti di fronte al dolcissimo sguardo materno di Maria, hanno de-posto ai piedi dello stendardo i loro fiori.Le gocce di pioggia non hanno né impedito l’intera celebrazio-ne né spento l’entusiasmo dei bambini che, accompagnati dal suono melodioso del flauto e dal ritmo soste-nuto delle chitarre, hanno animato col canto la celebrazione eucaristica. Gli ombrelli si aprivano e chiudevano a intermittenza sulle teste dei presenti.. fino allo scroscio finale che ha fatto correre tutti al riparo.Un anno davvero speciale, sotto il manto di una Mamma Unica, che ci ha accompagnati

in un cammino di crescita e che continuerà ad accompagnarci come uomini e come don-ne, come padri e come madri di famiglia o suore di comunità, ciascuno nel suo compito, ciascuno con le sue difficoltà, ma tutti con lo stesso desiderio: vivere la misericordia che ci ha insegnato il Padre Fondatore.

Una mamma

Scuole materne paritarie:il nostro è un servizio indispensabile,

servono maggiori contributi e solidarietà

Le Scuole Materne Paritarie esistenti nel comune di Samarate svolgono da anni un’opera educativa e sociale, pub-blicamente riconosciuta dalla Comuni-tà, a favore dei bambini di età compre-sa tra i tre e i sei anni e sopperiscono alla mancanza di strutture pubbliche rispetto alle necessità del territorio.Le nostre Scuole Materne si finanzia-no con le rette che pagano le famiglie, con contributi erogati dal Ministero dell’Istruzione e dalla Regione Lom-bardia e con i contributi derivanti dalla

convenzione stipulata con l’Ammini-strazione Comunale locale.Purtroppo in questi ultimi anni i finan-ziamenti statali si sono ridotti in modo consistente (circa il 70%) e le erogazio-ni di questi contributi stanno subendo ritardi inaccettabili tanto che non sono ancora pervenuti i saldi del 2011, 2012 e 2013 e questa situazione è ben lungi dall’essere risolta !In base alle ultime notizie ormai è certo che i contributi dello Stato per le Scuo-le Paritarie saranno ulteriormente di-

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mezzati nel 2014.Per inciso e solo per informazione i nu-meri dimostrano che i costi che lo Stato Italiano dovrebbe sostenere, se tutti i bambini frequentassero le scuole stata-li, sarebbero di almeno sei miliardi di euro contro i quasi cinquecento milioni che versa alle Scuole Paritarie.E’ evidente che la mancanza di introi-ti adeguati a sostenere le spese di ge-stione della scuola rischia di mettere in pericolo l’esistenza stessa della scuola, con tutti i problemi che ne potrebbero derivare, sia per le famiglie degli alun-ni che per i tanti lavoratori coinvolti.Se da una parte è grande la volontà di mantenere vive e sempre più efficienti le no-stre Scuole Materne perché consapevoli della “bontà” del progetto educativo che propongono, dall’altra parte però tale progetto può essere mantenuto solo se sostenuto adeguatamente.Come fare?Le nostre Scuole Materne, e i dati di bilancio lo dimo-strano, a differenza di altre

scuole materne dei co-muni limitrofi che hanno rette molto più alte già da tempo, hanno sempre attuato una politica di “prezzo” della retta mol-to contenuto e abbastan-za stabile per molti anni, non dimenticando che ciò è stato possibile an-che grazie al significativo contributo di numerosi genitori e volontari che intervengono quotidiana-mente al mantenimento

ordinario delle strutture esistenti.Purtroppo la consistente diminuzione dei finanziamenti, seguita dall’aumen-to dei costi ordinari e straordinari di gestione, obbligheranno, pur consape-voli del delicato periodo di crisi attuale, ad attuare un adeguato aumento delle rette a partire dal 2014 per permettere alle nostre Scuole Materne di far fron-te a tutte le necessità richieste ed indi-spensabili per il mantenimento di quei servizi e di quella qualità che tutti gli utenti apprezzano e si attendono.

I Consigli di Amministrazione

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Come chiusura dell’Anno della Fede, il giorno 24 no-vembre 2013, Papa France-sco ha firmato una “Esorta-zione apostolica” sulla nuova evangelizzazione “Evangelii gaudium” ossia “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si in-contrano con Gesù”.E’ un documento tra i più lunghi nell’intera storia delle encicliche e delle esortazioni. Sono numerosi gli argomenti affrontati. Sembra una auten-tica Enciclopedia dell’Evange-lizzazione. Il Papa è consape-vole della mole “forse eccessiva” dei vari documenti che non sempre attirano la dovuta attenzione e vengono presto di-menticati. Ma Egli considera che i temi proposti siano irrinunciabili e che esi-gano un attento e serio studio.Per questo motivo vi è un pericolo che è già apparso dai primi giorni: è il perico-lo di una lettura parziale e forse frettolo-sa. Infatti vediamo che molti commenti nei giornali cercano di estrarre frasi o paragrafi con cui si sentono in sintonia, distorcendo o deviando dal senso gene-rale e completo.Per questi motivi è necessaria una let-tura attenta, tranquilla e completa. Solo allora si potrà capire che l’“Evan-

gelii gaudium” è un appello a tutti i battezzati a portare agli altri l’amore di Gesù in uno “stato permanente di missione”, vincendo “il grande rischio del mondo attuale”, quello di cadere in “una tristezza individualista”.L’argomento centrale e fondamentale è questo: o la Chiesa è missionaria o non è. Per il resto il Papa offre una trattazione completa, anzi quasi un manuale, della Nuova Evangelizzazio-ne elencando numerose indicazioni spi-rituali, pastorali e pratiche che è neces-sario leggere con la dovuta attenzione.

Piero Caloni

La gioia del VangeloL’Esortazione del Papa al terminedell’Anno della Fede.Un documento da leggere con calma e attenzione.

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Una storia che inizia novant’anni fa nel 1923 a San Macario allora paese di po-che centinaia di anime.Ma quelle poche anime semplici, po-polari, contadine nascondevano una qualità che improvvisamente sbocciò: la passione per la musica e il canto. La spinta partì da Don Carlo Cozzi, prete, scienziato, musicista che lanciò l’idea: formare un gruppo che potesse cantare “qualcosa di diverso” nelle celebrazioni solenni. Un manipolo di ventenni rac-colse l’invito; nacque la SCHOLA CAN-TORUM parrocchiale con lo stesso Don Carlo direttore e organista.Nel 1925, richiamati dal lavoro nelle fornaci, arrivarono da Cresole (Vicen-za) parecchi fornaciari e tra loro alcuni cantori e il loro direttore Antonio Piva: a lui la bacchetta e Don Carlo all’orga-no. Il repertorio si ampliò passando a canti a due-tre voci virili ma non ebbe molto seguito; Piva e i suoi amici si tra-sferirono a Samarate.Nacque quella che oggi è la Corale G. Verdi.La Schola proseguì la sua attività af-fidando la direzione a Pietro Aspesi e allargando la partecipazione a ragazzi di dodici/quattordici anni che divenne-ro i “contralti” di allora permettendo esecuzioni a voci miste come la messa “Pontificalis secunda” del Perosi. Dopo pochi anni di serenità, Pietro Aspesi si trasferì, i ragazzi “cambiarono” voce di-ventando tenori. La bacchetta passò a Marco Aspesi che studiava organo, ci fu l’avvicendamento di parroci fino all’ar-rivo di Don Celestino. Ma arrivò anche

la guerra ... che portò via organista e cantori. I due Don riuscirono a tenere vicino un gruppetto che, con l’aggiunta di ragazzi e ragazze, fece “sopravvive-re” il canto in chiesa.Nel primo dopoguerra, mentre l’Italia vive un periodo nuovo, muore Don Car-lo, Marco Aspesi oltre all’insegnamento diventa l’organista e alla direzione arri-va Amilcare Pozzi; si passa alla musica moderna e in italiano, nascono associa-zioni varie e la Schola diventa “Gruppo Corale Libertas”.Le difficoltà che nascono vengono vinte con la passione e la buona volontà otte-nendo splendidi risultati. Ma qualcosa comincia a scricchiolare … forse l’età, forse i nuovi indirizzi, nel Natale del 1980 non ci fu la Corale ad animare la liturgia. Marco Aspesi lasciò. Ci fu un momento di incertezza, di rincre-scimento nel vedere sparire dalla sce-na parrocchiale una istituzione ormai storica; la decisione di Don Celestino fu determinante: con Amilcare Pozzi e Lo-renzo Macchi si diede il colpo di avvio al gruppo che assunse il nome attuale “Gruppo Corale San Macario”.In parrocchia alcuni giovani studiava-no organo e l’attività riprese con Mac-chi alla direzione e Gabriele Pozzi ed Emilia Aspesi all’organo. Nei normali avvicendamenti di un gruppo così lon-gevo, l’organista poi diventerà Giacomo Macchi che nel frattempo si diploma al conservatorio. L’attività prosegue finalmente con tran-quillità fino ad arrivare a poter fare delle “scappatelle” importanti tra cui

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Quando 90 non è un numero, ma l’inizio di una storia

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Quando 90 non è un numero, ma l’inizio di una storia

cantare due volte accompagnando la celebrazione eucari-stica nel nostro Duomo a Milano. Siamo ai giorni nostri ... nel 2009 la direzione passa al giovane Marco Sironi che, pur mantenendo la tradizione, darà una svolta più moderna al repertorio, spa-ziando dai canti gospel a trascrizioni di canzoni moderne con grande coinvolgi-mento e soddisfazione dei coristi.A prova dell’attività svolta abbiamo la registrazione di un CD nel 2003 per l’ottantesimo e di un DVD quest’anno del novantesimo.Con l’inizio della Comunità Pastorale si è cominciata una collaborazione con gli altri cori presenti a Samarate che ha fatto vivere l’esperienza dell’Incon-tro Mondiale delle Famiglie nel 2012 a Bresso, dove un coro di almeno mille persone della nostra Diocesi ha accom-pagnato la Messa conclusiva celebrata

da Papa Benedetto. L’esperienza è pro-seguita quest’anno con la partecipazio-ne alla Messa di ordinazione sacerdo-tale in Duomo di Don Stefano e di Don Alberto e l’accompagnamento della Prima Messa di Don Stefano a Cascina Elisa.Attualmente il Gruppo Corale San Ma-cario è composto da quarantacinque componenti con Marco Sironi alla di-rezione e il Maestro Giacomo Macchi all’organo. Alcuni amici collaborano alla parte ritmica: basso, batteria vio-lino, tromba ecc.La nostra mitica “band”.Oltre al concerto, al pranzo ecc. come gesto per il nostro novantesimo abbia-mo programmato un viaggio a Roma dal Papa...e la storia continua...

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Martedì 25 settembre, ore 22.30 circa:”Marco? Sono Don Alejandro, volevo comunicarvi che la risposta è sì! Sabato 12 ottobre animerete con i vostri canti l’at-tesa dell’arrivo della statua della Madonna di Fatima in Piazza San Pietro!” E’ con questa telefonata che abbiamo avuto la conferma che il viaggio a Roma in occasione del 90° di Fondazione del nostro Coro sa-rebbe stato speciale! Il tutto era partito più di un anno fa in una riunione del Consiglio del Coro, con l’idea di andare a Roma per partecipare a un’udienza del mer-coledì del Papa per celebrare l’importante anniversa-rio; per molti di noi però, andare in settimana, risultava problematico e così ci siamo diretti su un più realiz-zabile per tutti piano-B: weekend romano con sem-plice partecipazione all’Angelus in Piazza San Pietro! E invece eccomi qui a raccontarvi della realizzazione di un piano-C, che ha avuto senza alcun dubbio una “Regia superiore”! Decisa infatti la data del viaggio - semplicemente la più comoda come calendario e im-pegni per tutti noi! - ho cercato di capire se il Papa, che nel frattempo era cambiato, si sa-rebbe trovato a Roma in quei giorni oppure no. Ebbene, il Papa il 12 e 13 ottobre sarebbe stato certamente presente perché in agenda, già fissata dal suo predecessore, aveva la Giornata Mariana dell’Anno della Fede nell’anniversario della terza apparizione della Ma-donna di Fatima! È stato così naturale andare subito col pensiero all’inno “Maria Madre di Speranza” da noi composto per la Comunità, sul testo di una preghiera di Giovanni Paolo II proprio (guarda Caso?!?) alla Madonna di Fatima (che Regista, eh?!?) e pensare a che bello sarebbe stato poter dare un contributo in quell’occasione con il nostro canto, a servi-zio della Chiesa e del Santo Padre proprio nell’anno del 90°! Così in aprile, ho scritto alla segreteria organizzativa dell’evento presentando la nostra proposta, commentando “…lo so resterà forse solo un sogno, ma sognare non costa nulla!”. Dopo una prima sollecita risposta, dove ci comunicarono che la proposta era stata presa in considerazione e sareb-be stata presentata agli organizzatori per una loro valutazione finale, sono passati mesi di attesa (e di mail e di telefonate così giusto per farci sentire…), fino a quel martedì sera, quando abbiamo capito che il sogno sarebbe diventato realtà! E così, ancora increduli, con il sostegno dei familiari che sono venuti con noi e con la preziosa presenza di Don Alberto ci siamo ritrovati a vivere insieme un’incredibile e indimenticabile fraterna esperienza di fede e di grazia! Intonare la semplice risposta “questa è la nostra fede, questa è la fede

Il Gruppo Corale San Macario in Piazza San Pietro:da un sogno, ad una storia di grazia!comunità P

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Il Gruppo Corale San Macario in Piazza San Pietro:da un sogno, ad una storia di grazia!

della Chiesa” ai piedi della tomba di San Pietro e can-tare in coro “Jesus Christ you are my life” quasi sotto-voce (per non disturbare la funzione in corso) davanti alla tomba del Beato Giovanni Paolo II, sono state le prime due emozioni che, attraverso il canto e il nostro essere coro, ci hanno dato il buongiorno in quel Saba-to che il Regista ci aveva preparato! Vedersi poi aprire le porte della Sala Nervi tutta per noi e salire sul suo palco e intonare così quasi per incanto “Signore delle cime”, come dice una nota pubblicità, “non ha prezzo”. Ma ancor di più, cantare ai piedi della Basilica (non di-menticherò mai le lacrime e l’emozione di tanti coristi durante la sola prova della mattina!) circondati dal suo colonnato e con davanti agli occhi l’immensa Piazza San Pietro piena di fedeli provenienti dal mondo intero e sentire risuonare nell’aria i nostri canti intercalati da letture e preghiere, è qualcosa che, ancora adesso nel descriverlo, ha dell’incredibile! Dopo aver canta-to, l’accogliere l’arrivo della Madonna di Fatima tra lo

sventolio di migliaia di fazzoletti bianchi e vedersela passare davanti agli occhi è stata un’ulteriore occasione di grazia! Ma la grazia più grande doveva ancora arrivare: l’onore di poter incontrare il Papa a nome di tutto il coro! Ancora adesso a raccontarlo non mi sem-bra vero! È stato qualcosa di così grande che la reale dimensione della grazia che mi è capitata la realizzo e la misuro ogni volta che la racconto, nella reazione che scatena negli occhi e sui volti di chi mi ascolta! Io, anche se sono riuscito a gestire questo momento, ero letteralmente sotto una sorta di “anestesia generale”; ho presentato al Santo Padre i nostri doni, simboli del Coro (il cd dell’80°, un dvd “dedicato al Papa” realizzato per l’occasione e lo spartito di “Maria Madre di Speranza”), della nostra Parrocchia (la riproduzione dello Stendardo e le cartoline del 400°) e dell’intera Comunità (l’icona), e sono riuscito a dirgli due parole, anzi una sola: GRAZIE! Il grazie per tutto quello che sta facendo per la nostra Chiesa! Il Papa mi ha parlato con la sua sola straordinaria presenza di semplice fratello che ti attende e che ti ascolta! Ritornato poi tra i miei coristi li ho trovati in un mare di la-crime di commozione e gioia! Certamente questa tre giorni non ce la scorderemo mai e la carica che ci ha dato la porteremo con noi per molto tempo! Per finire non posso mancare di esprimere due altri “grazie”: al Regista di tutto questo…, e all’intera famiglia del Coro, con i migliori auguri di cuore!

Marco Sironi

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Al centro della nostra celebrazione ponia-mo la fede. Voi avete fede, coltivate la fede, porterete avanti ciò che è stato suggerito nell’Anno della fede, anche se questo Anno si conclude. Si conclude l’Anno ma non si conclude la fede. Mi sono chiesto: “Che cosa potremmo tenere presente a proposito della fede andando avan-ti?”Mi ispiro a quello che ha detto Papa Bene-detto prima che l’Anno della fede incomin-ciasse. In particolare mi fermo su quattro in-dicazioni.

La fede deve trovare posto nel cuore e 1. sulle labbra. San Paolo dice: “Con il cuore si crede e con la bocca si fa la professione di fede”. Il cuore indica l’atto fondamentale della fede. La fede è un dono di Dio che agisce e ci trasforma di dentro. E noi ci affidiamo a Dio e a Gesù, la fede è anzitutto questo.Poi le labbra. Le labbra stanno a dire che la fede non è cosa da nascondere ma è cosa di dire, a cominciare dalla propria casa. Abbiamo l’esempio di Lidia a Filippi; si legge negli Atti degli Apostoli che il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. È avvenuto questo: che ascoltando le parole di Paolo si è aperta ai contenuti delle parole di Paolo ed è diven-tata cristiana.Il Papa dice:2. “Volete coltivare la fede? Domandate a chi l’ha vissuta in maniera profonda come si fa”. Sono i santi. A co-minciare da Maria. Elisabetta le ha fatto l’elogio più grande: “Beata colei che ha

creduto nell’adempimento di ciò che il Si-gnore le ha detto”. Maria è una donna di grande fede. Quanto più assomigliamo a Maria, tanto più cresciamo nella fede.Anche lungo i secoli vi sono persone che crescono nella fede pur in mezzo a tante difficoltà. Andare a scuola dei grandi cre-denti. Chi desidera fare un percorso artistico, la cosa migliore che può fare è studiare Raf-faello o Michelangelo … maestri straordi-nari. Così i Santi sono l’opera artistica che ha come autore lo Spirito Santo. Vi invi-to a sviluppare la familiarità con qualche

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Messa di chiusura dell’Anno della fedeOmelia di Monsignor Renato Corti (sintesi)comunità P

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22 Novembre 2013

Messa di chiusura dell’Anno della fedeOmelia di Monsignor Renato Corti (sintesi)

santo. Vi insegnerà molto, moltissimo …La fede cristiana definisce Dio così: 3. “Dio è amore”.Se la fede è fede in questo Dio, è anco-ra fede la mancanza di amore? O proprio l’amore del prossimo è l’indice della fede in questo Dio che Gesù ci ha rivelato? Quando facciamo il bene dobbiamo sen-tirlo rivelativo dell’amore di Dio.Il titolo del Motu proprio è Porta fidei. 4. Queste parole si trovano negli Atti degli Apostoli e vengono dette da Barnaba e Paolo dopo che hanno fatto il primo viag-gio missionario. Tornati ad Antiochia, radunano la comunità e dicono: “Sapete che cosa è successo? Che Dio ha aperto la porta della fede anche ai pagani”. Dun-que la fede non è per qualche club, ma per

l’umanità.Dobbiamo interpretare la fede in maniera missionaria. Chiunque noi incontriamo, magari anche persone lontane dalla fede, dobbiamo pensare che anche per quelle persone “la porta della fede il Signore la apre”. Per “quella porta” possono passare anche quelle persone che per adesso sem-brano fuori.

Conclusione. Concludo con l’orazione ini-ziale che mi è sembrata molto bella: “O Dio, che nella potenza dello Spirito Santo hai mandato il tuo Verbo a portare il lieto annun-cio ai poveri, fa’ che, tenendo gli occhi fissi su di lui, viviamo sempre nell’amore sincero, annunciatori e testimoni del suo Vangelo in tutto il mondo”.

Il nostro “Cammino di Santiago”

Era da tempo che insieme pensavamo di poter percorrere parte del cammino per eccellenza: il “Cammino di Santiago de Compostela”.Sarebbe stato magnifico poterlo compiere tutto, ottocentoventi chilometri di sentieri per arrivare alla meta sognata, sulla tomba di S. Giacomo Apostolo, simbolo della cristianità.Ma la nostra non più giovane età ci ha per-messo di compiere soltanto centottanta chi-lometri a piedi, partendo da O Cebreiro, a milleduecento metri di altezza, in Galizia, nel percorso francese, fino ad arrivare a Santiago dopo sette giorni di cammino.Esperienza entusiasmante, straordinaria e ir-ripetibile, che ha lasciato in noi un profondo senso di serenità e di pace.

Quattro signore della nostra Comunità Pastoralehanno percorso l’ultimo tratto del Cammino di Santiago.

Dal nostro “Diario del cammino”SANT’IRENE, sera del 23/07/2013.“Oggi è la vigilia del nostro arrivo a Santia-go. Mancano pochi chilometri e domani fi-nalmente saremo alla tanto desiderata meta! Siamo molto emozionate, ma felici, felici, fe-lici ..... Ci sembra un sogno ......Aver percorso così tanti chilometri, con fati-ca, è vero, ma anche con tanta fede, tanta for-za e tanto entusiasmo: non ci sembra vero di essere riuscite ad arrivare, sfidando la stan-chezza; a volte il passo si faceva più lento, i dolori alle gambe non ti davano tregua, i piedi ti sembravano di fuoco, nei tratti vicino all’asfalto il sole ti bruciava le braccia, ma era tanto il desiderio di arrivare alla meta,

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che tutto questo siamo riuscite a superare!Abbiamo conosciuto tante persone, osserva-to simpatiche scenette e scene strazianti, condi-viso emozioni con tanti; a ogni pellegrino abbia-mo augurato «BUEN CAMINO», abbiamo donato sorrisi e saluti a tutti e da tutti siamo sta-te contraccambiate.Ci siamo emozionate più volte: abbiamo visto coppie camminare mano nella mano e abbiamo pensato ai nostri com-pagni di vita che non ci sono più, ma che ab-biamo portato nel nostro cuore.Siamo rimaste a volte sole con i nostri pen-sieri: le nostre gioie, le nostre preoccupazio-ni, i nostri figli, i nostri nipoti .....Abbiamo pregato per tutti, a ogni tappa ab-biamo portato con noi qualcuno; abbiamo pregato per il mondo intero, per la pace, per-ché cessino le ingiustizie e il Signore si ricor-di di tutto e di tutti!Il Signore ci ha aiutato, ci è stato vicino e anche a Lui abbiamo offerto le nostre fatiche e l’abbiamo ringraziato per tutto quello che ci ha donato, compresa questa meravigliosa avventura.Abbiamo imparato da questo cammino l’es-senzialità: per non affaticarci troppo, abbia-mo portato con noi solo ciò che ci serviva veramente, niente di inutile! Abbiamo impa-rato che niente è dato per scontato; abbiamo ringraziato il Signore per averci concesso il riposo: dopo una faticosa giornata di cammi-no, desideri riposare un po’ il tuo corpo per ripartire di nuovo cariche di energia.Abbiamo ringraziato il Signore per la natura che ci ha accompagnate: abbiamo visto pa-esaggi mozzafiato, alberi maestosi, ruscelli

cristallini, fiori e arbusti dai colori stupendi; abbiamo apprezzato tantissimo un po’ d’om-bra dopo percorsi assolati.Abbiamo visto passare tutto il mondo: pelle-grini di ogni nazionalità, di ogni età, gruppi di giovani, persone sole con la tristezza nel cuore, coppie mano nella mano ....Abbiamo letto messaggi a volte gioiosi, a vol-te tristi, a volte drammatici: i pellegrini por-tano con sé le loro pene, le loro gioie, le loro preghiere, i loro desideri, le loro richieste, le loro emozioni, insomma il loro mondo inte-riore e ne lasciano testimonianza durante il cammino.La FRECCIA GIALLA (dipinta sui muri, sui tronchi degli alberi, sulle colonnine di sasso con la conchiglia, che ricordano i chilometri che mancano alla meta) è stata la nostra gui-da e quando eravamo dubbiose su quale sen-tiero prendere, cercavamo la nostra freccia ed eccoci rincuorate.La nostra FRECCIA GIALLA sei tu, Signore, sei tu la nostra guida e mai ci abbandoni!Grazie ancora, Signore, per essere stato buo-no con noi e averci donato tanto, tanto, tan-to!”.

Luisa, Piera, Rosangela, Silvia

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l’Istituto MariaConsolatrice si trasferisce:Intervista alla Superiora

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Quando la vostra Congregazione ha scel-to di venire a Verghera e perchè proprio a Verghera?Parlando dei primi del ‘900... (tratto da IN-FORMATIVO del 2008)“Le Religiose lavorano molto, a volte anche senza la dovuta preparazione; sono giovani e non misurano le forze. La cura degli am-malati di tubercolosi le espone al contagio e in qualche casa la povertà non permette di cibarsi sufficientemente; così diverse si am-malano. Alcune anche muoiono. Proprio per curare le Suore ammalate viene costruita una casa a Verghera. Siamo nel 1908. Il Padre Fondatore viene informato di questo provvedimento da Suor Maddalena Defendi, lo deduciamo dalla lettera che pa-dre Arsenio scrive in risposta a quella della Suora. In essa dice:

«Io per voi tutte prego sempre. E più volte al giorno, specialmente per quelle che pregano per me, tu dunque sei delle prime; mi ricor-do poi sempre anche delle defunte e nella S. Messa tutti i giorni sempre faccio un me-mento per tutte le vive e defunte e tutti i mesi celebro anche qualche Messa per tutte vive e defunte e per il progresso e buon andamento dell’Istituto. Né di Suor Francesca né Eugenia non sape-vo che erano morte, ho sempre pregato per loro, ma come vive, sapevo che erano am-malate, ma non morte; ho piacere che me l’abbia scritto. Quella casa per le ammalate tisiche (nella Consulta generale del 20 agosto 1907 viene infatti ap-provata la proposta della Superiora generale, Madre Marcellina Binda, di acquistare una casa in Verghera VA, da destinare alle Suore ammalate) era proprio

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necessaria, altrimenti era un continuo conta-gio per le altre. Spero che là staranno bene, e saranno ben servite da qualche buona Suo-ra, e che loro mancherà nulla, perché delle ammalate ci vuole gran cura e cuore; tutti i santi fondatori hanno sempre un capitolo in cui raccomandano la gran carità agli amma-lati...Pregate anche voi altre per me, che io di voi tutte non mi dimentico mai ed ogni sera vi mando la S. Benedizione. Salutandoti cor-dialmente nel Signore. P. Arsenio Cappucci-no».Sempre a Verghera, nello stesso anno viene aperta una Scuola Materna; qui le Suore sono impegnate anche nella catechesi, nell’anima-zione liturgica e nell’oratorio”.

I ricordi più belli di questi anni...Parlo soprattutto di questi ultimi anni. Le esperienze belle sono state molte dove le suore hanno trovato molta allegria nei grup-pi, con i bambini, con la Caritas Parrocchiale, Babbo Natale, con le cantorie che si alterna-no per feste: tutto questo è stato un essere ri-sollevate dalla loro malattia perchè sono stati momenti di gioia.

Quante suore sono passate di qui?Tantissime suore sono passate da questa Casa, quattrocentotrenta all’eternità. Molte altre in servizio.

Ce n’è stata qualcuna che merita un ricor-do particolare?Proviamo a elencarne alcune. Suor Davidi-na instancabile sempre presente dimentica di sè. Suor Gesuina fatta di preghiera. Suor Crocifissa tale di nome e di fatto. Suor Anti-da nelle prolungate adorazioni in ginocchio. Suor Ildecarla persona entusiasta, gioiosa sembrava incapace di offendere anche se subiva scompiacenze. Suor Orsolina perso-na umile, silenziosa. Ce ne sarebbero molte altre...

Che rapporto avete avuto nel tempo con la parrocchia di Verghera?Il rapporto con la parrocchia di Verghera è stato sempre bello, ottimo con don Mario Re-

stelli, don Giovanni Bosetti, don Gian Mario. Tra Sacerdoti e la comunità Convento c’è stata molta stima; con le suore ammalate ve-nivano a trovarle. Comunicavano con tutte, chiedevano preghiera, si sentivano aiutati nel loro servizio. Negli anni di don Giovanni sono arrivati i primi Seminaristi, prima di entrare in servizio in Parrocchia facevano visita alle Suore ammalate, dove trovavano una parola buona, così si caricavano di buon esempio. Don Alessio Colombo ha lasciato uno scritto nel diario a chi sarebbe venuto dopo di lui, don Luca, don Andrea, don Alessandro. Dopo il cambio di vari Sacerdoti sono cambiate molte cose: le suore si sono sentite un po’ a digiuno di queste presenze, sia dei bambini del catechismo.

Dove andrete a finire?Si va a Leggiuno zona lago Maggiore, S. Ca-terina del Sasso.

Quando lascerete definitivamente Verghe-ra?Il giorno non è ancora stato definito.

Cosa dice la gente di Verghera della vo-stra partenza?I vergheresi sono tutti dispiaciuti per la chiu-sura di questa casa, perchè per loro era un punto di riferimento, sotto tutti i punti di vista, dove potevano ricevere buoni consigli, chie-devano preghiera, venivano a trovare le suo-re, sono molto rammaricati.

Cosa dice don Oliviero?Don Oliviero è dispiaciuto anche lui dopo di-ciassette anni di servizio con le S. Confes-sioni. Si sentiva in Comunità perché sempre accolto con entusiasmo.

Cosa accadrà di questa casa?Non sappiamo nulla di ciò che avverrà di questa casa.

Non vi viene una lacrima al pensiero di la-sciare questa casa?Quando sarà il momento ci saranno lacrime perchè ci siamo volute bene, unite nonostan-te la vita di sofferenza. Viviamo giorno per giorno sotto lo sguardo del Signore.

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L’Associazione Centro dell’Amicizia di San Macario opera dal 1987, è ispirata e sostenuta dalla cultura e dai principi del volontariato e basa la propria attività sulla gratuità, la con-divisione, l’accoglienza, la disponibilità e la reciprocità. In sostanza l’attività del Centro dell’Amicizia si rivolge agli emarginati, a tut-ti coloro che, per ragioni diverse, si trovano ai margini di una società definita ricca, ma che al suo interno conserva sacche di povertà e disagio. In questo ambito i volontari del Cen-tro dell’Amicizia si propongono di creare una cultura in cui ogni cittadino si senta respon-sabile per la costruzione di una società più giusta. Fra gli obiettivi dell’Associazione vi è quello di aiutare a comunicare, a impegnar-si insieme, a divertirsi, a coltivare interessi, a sviluppare solidarietà e servizio facendo un tratto di strada assieme a chi fatica attraverso le difficoltà della vita; per fermarsi, ascolta-re, accettare i ritmi diversi di cammino, senza forzature, senza distinzioni; con il coraggio di rompere schemi, modificare abitudini e rove-sciare ciò che è fermo, creare una coscienza critica che sappia discernere fra costruire e distruggere, tra prendere posizione e rima-nere indifferenti, tra amare e non amare, senza limiti, senza condizioni e senza distinzioni di sorta. La metodologia del lavoro si basa, fondamen-talmente, sull’ascolto. Per individuare e riconoscere i bisogni di un territorio e del mondo che lo abita, infatti, l’unico “metodo” è quello di porsi, attraverso l’uso di vari strumenti e l’organizzazione

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“CIAO AMICO”Centro dell’Amicizia di San Macario

del lavoro in diverse fasi, in una posizione ri-cettiva. Tale posizione, inoltre, ha il beneficio di poter far emergere la positività, la creati-vità intesa come forza generatrice, che ogni comunità e ogni gruppo porta con sé. Que-sto, in ultima analisi, è l’obiettivo essenziale che ha ogni intervento dal punto di vista della promozione di un territorio e, in particolar modo, di coloro che lo vivono. L’Associazio-ne Centro dell’Amicizia si attiva nella pro-posta sociale attraverso fasi di interventi che fanno fronte ai bisogni primari di sopravvi-venza (alimentazione, vestiario, salute, ecc.) non ancora soddisfatti. Entrando in contatto con il vissuto quotidiano degli “accolti”, in-staurando una comunicazione che permette di descrivere e comprendere le esigenze e i bi-sogni dei singoli individui, in modo da porre le premesse per specifici interventi. Farsi sen-tire dal territorio con la redazione di un perio-dico “CIAO AMICO”, che è inviato a tutti gli amici del Centro e a tutte le autorità locali e attraverso internet in tutto il mondo collegato al sito web del Centro dell’Amicizia. Ma, se

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il periodico ha varcato i confini nazionali, il Centro dell’Amicizia che ha sede a San Ma-cario in Via De Amicis 4, ha da tempo var-cato i confini dei cuori. Toccandone, grazie all’impegno e all’esempio dei suoi animatori, davvero tanti, isole d’amore e di solidarietà. Se quindi “CIAO AMICO” gira il mondo, non va dimenticato che anche quest’anno il Centro ha allestito la ventiseiesima edi-zione della tradizionale Mostra dei Presepi che provengono da tutto il mondo, por-tando qui i diversi modi di rappresentare la Natività. All’istituto ALOISIANUM di Gallarate la mostra aprirà domenica 22 dicembre 2013, per chiudere domenica 12 gennaio 2014. Alla Mostra dei Presepi puoi partecipare anche TU: come? Basta portare un presepe dal 19 dicembre al 21 dicembre 2013 presso l’Aloisianum di Gallarate, Via San Luigi Gonzaga 8, dalle ore 9 alle ore 17 (IRIS - SALA GRANDE).

Per il Centro di via De Amicis, il messaggio d’amore, per sofferenti e disagiati, è già proiettato nel divenire del nuovo anno. Con consapevole impegno, ma anche con tanta allegria. Per esempio, ogni sabato, al Centro Diurno Disabili di Samarate, in via Lazzaretto, dalle ore 14 alle ore 17, tutto il gruppo si ritrova per trascorrere un pomeriggio ricreativo, fatto di musica, incontri, feste di compleanno, ma con priorità alla recita del Santo Rosario e alla Santa Messa ogni primo sabato del mese. Tutte queste cose servono, in poche parole, a mantenere viva la fiamma dell’amicizia. Ogni mercoledì, invece, nella sede storica del Centro in Via De Amicis, sempre dalle ore 14 alle ore 17 c’è l’opportunità di incontrarsi per ascoltare e per aiutarsi. Un riconoscimento speciale va dato a colei che di questo Centro è da sempre l’anima, cioè l’infaticabile Rita Aspesi. Al Centro dell’Amicizia sono ben accetti consigli e proposte che possano

dare nuova linfa alle vecchie e alle nuove iniziative. Le persone che frequentano il Centro dell’Amicizia vogliono, attraverso questo articolo, far conoscere l’entusiasmo e la fermezza di questo progetto che è il “Centro dell’Amicizia”. La prova concreta è che il Centro è funzionante da ventisei anni. Il segreto? E’ il cuore “a parlare”, la sua voce è infinita come la vita stessa. Attualmente il Centro collabora con l’I.R.I.S di Gallarate, è iscritto all’albo del Volontariato del comune di Samarate, al CESVOV di Varese e al Forum del Terzo Settore di Gallarate. Inoltre collabora con i comuni e le parrocchie di Samarate, Ferno, Lonate e Gallarate.Come raggiungere il Centro dell’Amicizia?Il Centro risiede in un locale al piano terra della palazzina civile in Via De Amicis, 4 a San Macario di Samarate, vicino alle scuole elementari Don Carlo Cozzi. Attraverso il sito WEB www.centrodellamicizia.it, o tramite la posta elettronica email: [email protected] pretendiamo, in queste poche righe, di essere stati in grado di far comprendere le nostre iniziative e le nostre speranze. Ma se volete, vi possiamo incontrare, basteranno pochi minuti per permettevi di porci domande o chiedere delucidazioni sull’importanza dell’associazione nell’attiva e vera presenza nel sociale del nostro territorio. Per un incontro personale con i nostri volontari, lo potete avere senza nessun appuntamento dal 27 dicembre 2013 al 12 gennaio 2014 presso l’Aloisianum di Gallarate via San Luigi Gonzaga, 8 dalle ore 15 alle ore 18 tutti i giorni, compresi i festivi. Oppure potete venire al sabato o al mercoledì durante i nostri incontri e saremo felici di ospitarvi e di offrirvi un buon caffè.

Approfittiamo di questo articolo per farvi i nostri più sinceri AUGURI di BUONE FESTE. GRAZIE A TUTTI!!

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Il Coro Giovani di Samarate si forma nell’am-biente oratoriano dal desiderio di un gruppo di ragazze di volersi mettere al servizio della litur-gia domenicale, animando con il canto la mes-sa.All’inizio il coro è composto da una decina di ragazze ed è accompagnato solamente da una chitarra.Piano piano altre ragazze ed altri musicisti en-trano a far parte del gruppo fino a creare l’asset-to definitivo di oggi.Il coro ora è composto da circa venti ragazze e qualche voce maschile accompagnati da chi-tarre, basso, tastiera, violino, flauto traverso e percussioni.Lo spirito di servizio è il fondamento di questo gruppo che ogni anno aggiunge nuovi canti al proprio repertorio mantenendo uno stile giovane e vivace. Crediamo che servizio significhi anche e soprattutto donare.Il titolo di questa raccolta di canti è infatti “UN CANTO DAL CUORE, per donare un sorriso”. In questa frase c’è il significato importante di que-sta nostra esperienza, e cioè il donare ciò che ci è stato donato.Parte proprio da Gesù il primo dono, un regalo che ha fatto ad ognuno di noi; a chi canta è stata donata la voce, a chi suona l’abilità di suonare uno strumento e a chi ci dirige la passione e la pazienza di insegnare un canto.Ognuno è arrivato in questo gruppo come singo-lo con qualcosa di unico, lo ha messo in comune con gli altri ed è diventato parte di qualcosa di più grande: un “coro”.Lo abbiamo scritto tra virgolette perchè la stra-da è ancora lunga e c’è molto da lavorare, ma crediamo di poter solo migliorare, perchè se la base è solida, risulterà più semplice costruire qualcosa di duraturo.Il cd che abbiamo inciso e che vorremmo ven-dere per Natale, contiene canti della tradizione natalizia e canti liturgici del tempo di avvento ol-tre che brani eseguiti solo strumentalmente dai

Cosa c’è di meglio di DONARE ciò che ci è stato DONATO!!!

musicisti del nostro gruppo.È stata un’esperienza faticosa ma emozionante, fatta di attese, prove, canto e soprattutto riascol-to delle stonature, che in uno studio di registra-zione vero si sentono... e come!!!!Noi da soli non avremmo mai potuto arrivare a tanto senza la collaborazione di persone come Pino Coluccelli ed Enzo Reitano degli studi La-rem Srl, che non solo ci hanno seguito con pa-zienza ed entusiasmo, ma che hanno contribu-ito a livello monetario a coprire l’intera opera di registrazione, mixaggio e stampa dei cd.Grazie a loro possiamo oggi vendere questo cd al costo di €10 e donare l’intero ricavato a favore dei nostri missionari, che in molte parti del mon-do portano ogni giorno speranza e solidarietà a quelle popolazioni in difficoltà.Vogliamo anche noi fare qualcosa per loro que-sto Natale e quindi chiediamo a tutti voi di esse-re generosi e di aiutarci a donare un sorriso!All’interno del cd troverete i nomi dei missio-nari e i progetti a cui devolveremo gli incassi delle vendite.

Vi invitiamo lunedì 23 dicembre, in chiesa a Samarate, alle ore 20,45 al concerto di presentazione del nostro CD.

Coro Giovani Samarate

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L’Olimpia Samarate si è pre-sentata quest’anno al via dei campionati di calcio C.S.I. con cinque squadre.Tre di queste sono della cate-goria Open Maschile e parteci-pano al Campionato Provincia-le rispettivamente in serie B, in serie C ed in serie D.Da dieci anni continua poi la tradizione del calcio femminile, con la squadra inserita nel tor-neo Provinciale serie B.Queste formazioni giocano il sabato pomeriggio, presso l’oratorio di Cascina Elisa.

Dopo tre anni di stop, dovuto ai lavori per la ristrutturazione della palestra, ritorna il calcio anche all’oratorio di Samarate con la squadra under 8.Per questi piccoli atleti priorità assoluta è il divertimento insie-me allo spirito di gruppo, risul-tati e classifica, come è giusto che sia, sono in secondo pia-no, anche se questo principio sembra non valere per tutte le società.Le gare casalinghe dei nostri “pulcini” si svolgono la dome-nica alle 14,30.

Obiettivo della società Olimpia è quello di dare a tutti la possi-bilità di partecipare ai vari tornei di calcio o di altri sport, privile-giando i residenti, senza però

OLIMPIA SamaratesPort

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OLIMPIA Samarate trascurare chi viene da fuori.

Sabato 14 dicembre, alle ore 20, è prevista la consueta “Cena sociale”, aperta ad:atleti, dirigenti, simpatizzanti e vecchie glorie.

Carissimi amiciLo scorso mese di ottobre sono torna-ta in Italia, e questa volta defini-tivamente. Finisce così la mia espe-rienza in quella vasta terra che è il Sud Sudan.Ho vissuto a Juba per 8 anni, ho co-nosciuto tante persone, tante realtà, tante esperienze diverse.Ho incontrato gente alla ricerca di denaro, qualcuno alla ricerca di avventura, altri in fuga dalla loro storia speranzosi di trovare una so-luzione ai loro problemi personali, altri che volevano solo amare i più poveri condividendo con loro un pez-zo di cammino che è la nostra vita.Un guazzabuglio di nazionalità e culture diverse, una caotica convi-venza di emozioni, attese, delusioni, personalità le più disparate.C’è un mondo davvero immenso al di fuori del nostro orticello, un mondo grande da cui imparare.E che dire dei Sud Sudanesi? Bè loro sono i legittimi proprietari della loro terra, da due anni una nuova Na-zione, nuova, fresca e fiammante! Loro accolgono, perché questa è la loro cultura. Accolgono e insegnano. Sì perchè anche loro hanno qualcosa di grande da insegnarci. Sono capa-ci di tanta pazienza, con se stessi e con gli altri, sanno accogliere sem-pre la vita e la morte, con la serena consapevolezza che sono due facce della stessa medaglia, sanno capire

chi vuole il loro bene e chi vuole il loro petrolio, sanno perdonare e di-menticare. Sanno di essere in balìa di quelli più evoluti, più istruiti, più ricchi, più furbi, più..più…Ma alla fine sanno di essere quello che sono, e ne vanno orgogliosi. San-no di essere un grande popolo, ama-to da Dio, da Lui protetto e custodito, un popolo che ha sofferto moltissimo, davvero tanto, troppo, e non si è ar-reso, mai! Hanno sempre inseguito un sogno, un anelito di libertà, un desiderio profondo che il mondo in-tero potesse riconoscere la loro iden-tità e dignità.E che dire di me, al ritorno in Ita-lia? Bè posso dire che amo il popolo sud sudanese e continuerò ad amar-lo, Juba, il Nilo, la savana e tutta la sua gente, i loro volti, i loro sorrisi, le loro sofferenze, mi resteranno nel cuore, sempre.E ringrazio Dio immensamente per questa esperienza!! Ora vivo a Bosisio Parini, in uno dei Centri più grandi della Nostra Fami-glia. Inizia un nuovo tratto del mio cammino, so che il Signore mi ha po-sto qui e mi darà altre opportunità per conoscere, incontrare, compren-dere, amare, servire i suoi figli e fi-glie che incontrerò.In fondo è questo la segreta bellezza della nostra vita: incontrarci, in un luogo o in un altro, e volerci bene!

Lettera di Franca Cattorini

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“Non piangete la sua assenza, sentitevi vicino e parla-tele ancora. Vi amerà dal cielo come vi ha amato sulla terra.”S. Agostino

Carissima Anna Paola,oggi le parole sono davvero superflue, soprattutto davanti a tutta questa gente che occupa ogni angolo della chiesa, ma non possiamo, nella tristezza di questo momento, non dire quello che sei stata per tutti i colleghi che hai incon-trato, che hai aiutato, con cui hai condiviso i tanti momenti belli di questa nostra straordinaria professione, come pure quelli tristi.Vorremmo dar voce anche alle centinaia di bambini, a cui hai sempre riservato una paro-la amorevole, un gesto gentile, una carezza.Di te ricorderemo la grande, instancabile ca-pacità di continuare a lavorare, anche quando la malattia sembrava averti sopraffatto.Mai, neanche per un attimo, hai pensato di smettere di fare il tuo dovere, con dedizione e con puntualità.L‘esempio che ci hai lasciato, continuerà a essere insegnamento per noi, i tuoi colleghi, per i bambini e per tutta la comunità scola-stica.Oggi non solo il nostro Istituto perde una par-te importante del corpo insegnante, ma tutta la scuola italiana perde una docente scrupolo-sa, attenta, capace.Ora ti lasciamo andare!A Luisa, alla tua mamma Carla, a Paolo e ai tuoi nipotini Sara e Luca, diciamo che, in un momento di così grande dolore, debba restare la certezza che ti abbiamo voluto bene davve-ro e che tu ce ne hai voluto ancora di più!Samarate, 4 ottobre 2013

A nome dei colleghiMarisa Mazzucchelli

In ricordo diAnna Paola

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Ho cominciato a frequentare Anna Paola e la sua famiglia circa venti anni fa. Ed è scattata da subito una intensa simpatia, maturata poi in un profondo affetto fra-terno. Mi ha sempre colpito il suo modo di vivere con pienezza la vita: dalla fami-glia, al lavoro, all’impegno in parrocchia, ma anche il cosiddetto “tempo libero”. Il suo non è mai stato attivismo, ma rispo-sta libera e consapevole alla vocazione. Tutto era per la gloria di Cristo, nulla escluso. Compresa la sua malattia, che non ha mai considerato una punizione o un tiro mancino del destino. Per lei ogni circostanza era occasione per scoprire il Signore presente e amico, per dare sen-so, bellezza e pienezza ad ogni cosa. Credo che con la sua vita abbia reso te-stimonianza all’invito evangelico: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente; ama il prossimo tuo come te stesso”. Non posso che essere grata alla Provvidenza per il dono, gratuito, di questa amicizia speciale.

Anna

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Con il Battesimo sono diventati figli di Dio

SamarateSantos Lacerda Dyego 11/08Trentin Noemi 22/09Giacometti Camilla 22/09Codogno Gabriele 22/09Cattorini Edoardo 22/09Carolo Daniel 22/09Boffa Edoardo 22/09Mondini Elisa 22/09Magnaghi Matilde 22/09Zanotto Matilde Ester 20/10Zanotto Anna 20/10Rossato Davide 20/10D’Esposito Greta 20/10

De Rosa Manuel 20/10Brogioli Riccardo 20/10

VergheraPanarotto Emma 15/09Occhipinti Tommaso 15/09Arletti Sofia Amy 15/09Luoni Alice 15/09Gallazzi Rebecca 15/09Martini Gaia 15/09Ciambelli Christian 15/09Digilio Sofia 15/09Bertazzo Gabriele 13/10Di Renzo Christian 10/11

San MacarioMoccia Gabriele 04/08Canavesi Nicolò 01/09Tummino Mario 06/10Macchi Aurora 06/10

In ricordo diAnna Paola BRUNO MIETTO

“Ti vogliamo ricordare, caro Bruno, come un grande amico e una persona generosa, al-truista, sensibile, attenta, che ascoltava e consigliava. Una presenza indispensabile al campeggio con i nostri ragazzi, un nonno, un padre, di-sponibile e pronto, sempre e comunque, a dare una mano; in Parrocchia con gli amici della “manutenzione”, in oratorio con tutti i bambini; al convento delle suore, come “giar-diniere tutto fare”; anche nella corale timbravi tutti i lunedì il cartellino!!Oggi più che mai sentiamo che sei qui con noi a far festa…Ti vogliamo bene!Ciao, amico, compagno di tante fatiche. Ma anche di tante soddisfazioni. Ciao Bruno.“

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Cascina ElisaPella FrancescoGiacomo Maria 25/08Cariglino Davide 29/09Colombo Simone 13/10

In nome di Dio si sono uniti in matrimonio

SamarateVirgilio Enrico conLytovchenko Svitlana 07/09

VergheraSchiavone Massimo Emanuele conEsposito Jessica 03/08

San MacarioPalazzi Marco conChiaro Debora 07/09Biffi Marco conTurato Laura 12/09Papaleo Cristian conViganò Simona 14/09Canziani Sergio conDe Tomasi Isabella 21/09

Cascina ElisaVela Daniele conZocca Sonia 07/08

Sono tornatialla casa del Padre

SamarateCelotto Antonio di anni 74Rivolta Rita di anni 70Maisetti Francesco di anni 89Pallaro Giuseppe di anni 66Castiglioni Maria di anni 89Ondetti Angela di anni 87Bonacina Guglielmo di anni 88

Bertolini Adelelmo di anni 91Budaci Maria di anni 89Macchi Anna Paola di anni 60Locarno Rosa di anni 86Pittarello Fernando di anni 80Cattorini Beniamino di anni 73Gnan Maurizio di anni 68Introini Angelo di anni 86Travaglia Maria Rosa di anni 95Strobino Pier Luigi di anni 71Cislaghi Franco di anni 82Giorgetti Roberto di anni 79Bortolotti Dino di anni 92Bonaccina Amedeo di anni 55Cattaneo Giulio di anni 89Cipolletta Chiara di anni 83Griggio Carlo di anni 83

VergheraBanda Luigia di anni 92Occhini Federico di anni 73Mietto Bruno Giuseppe di anni 84Locarno Rita di anni 92Ceretta Luciano di anni 41Cappelletto Raffaella di anni 46Viola Giuseppe di anni 89Colombo Luciano di anni 74Suor Frigerio Delfina di anni 92Suor Orsolina(Beltrame Mara) di anni 75Negretto Luigi di anni 82

San MacarioTesta Francesca di anni 98Boscaro Bice di anni 80Ladini Olimpio di anni 78Borghi Noè di anni 81Tomasini Eva di anni 82Reghenaz Guido di anni 87Cerana Carlo di anni 75CostantiniAntonietta Clara di anni 72Salvini Giovannina di anni 95Rizzi Giorgio di anni 62Ferrazzi Natalia di anni 64

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ORIZZONTALI:3 Commissario Tecnico 5 Soprammobile, arredo 16 Schivare 20 Fatto a strisce 21 Introduce l’ipotesi 22 Benzina italia-na 23 Le persone attorno al tavolo 25 Appena all’inizio 26 Movimento di ritorno di un’onda 29 Le gemelle in ballo 30 Segue il Ciak 33 E’ ottimo alla catalana 36 Azienda Sanitaria Locale 37 Cambiano tanto in tende 39 Annuncio dell’incarnazione del Figlio di Dio 42 Avellino 43 Non mancano nei presepi 45 Il fiume più lungo di Francia 46 National Security Agency 48 Uno a Londra 50 Carezze, coccole 52 Balzi, zompi 53 Copia, duplicato 55 E’ famosa quella di S.Teresa 57 Cavallo con macchie rossicce 59 Dispari in Gracco 60 Test, collaudo 62 Sono uguali in tuta 63 La famo-sa esclamazione di Mike Bongiorno 65 Responsabilità 67 Enna 68 Stato dell’Asia sud-orientale 70 Sigla dell’Europa 71 La fine dell’eroe 72 Tagliare un tronco 74 Ultimo Scorso 76 Vi combatterono Achille e Ettore 77 Comincia dalla nascita 78 Egregio, illustre, insigneVERTICALI:1 Vi nacque Gesù 2 Quattordici romani 3 Riveste il piede e la gamba 4 Trazione, tiro 6 United States 7 Consonanti in patto 8 Sigla di Parma 9 Pari in verità 10 Capitale della Bolivia 11 Sigla di Latina 12 Contrario di NS 13 Risse senza capo 14 Nome di donna 15 Si voltano per abbandonare qualcuno 17 La regione con Courmayeur 18 Dispari in trota 19 Famoso collegio inglese 22 Incognita matematica 24 Precede il mignolo 26 Rivivere, resuscitare 27 Ghiaccio in inglese 28 E’ fuori luogo ... a merenda 31 Esperto di vini 32 Piccoli delle rane 34 Il tempio ebraico 35 La regione con Firenze 38 La terra dei faraoni 40 Riferire, ripetere 41 Coppia d’assi 44 Istituto Nazionale Assicurazioni 47 Vasti, estesi 49 Scende in inverno 51 Prefisso che vale sei 54 Simbolo dell’iridio 56 Parte dell’intestino tenue 58 Isola verde nel deserto 61 Quello nuovo comincia il primo di gennaio 64 Sta insieme a lei 66 Un tipo di sonno 68 Precede il si 69 L’inizio della storia 73 L’alieno più famoso 74 Vi nacque Abramo 75 Affermazione

CRUCIVERBA PER TUTTI

UNISCI I PUNTINI (da 1 a 94)

(Tommaso)

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lunedì 16 dicembre16:15 Novena Samarate, San Macario e Verghera20:30 Samarate Confessioni adolescenti

martedì 17 dicembre15:00 Samarate Confessioni 2° e 3° media di Samarate e Verghera15:30 Samarate Confessioni 1° media16:15 Novena Samarate, San Macario e VergheraDopo la Novena a Samarate Confessioni quarta e quinta elementare21:00 Veghera Confessioni adulti

mercoledì 18 dicembre15:30 Veghera Confessioni 1° media16:15 Novena Samarate, San Macario e VergheraDopo la Novena a Verghera Confessioni quarta e quinta elementare21:00 San Macario Confessioni adulti

giovedì 19 dicembre15:00 San Macario Confessioni 1° media15:30 San Macario Confessioni 2° e 3° media16:15 Novena Samarate, San Macario e VergheraDopo la Novena a San Macario Confessioni quarta e quinta elementare21:00 Samarate Confessioni adulti

venerdì 20 dicembre16:15 Novena Samarate, San Macario e Verghera20:30 Samarate Confessioni 18/19enni e giovani

sabato 21 dicembre20:45 San Macario “San Macario espressione musica” (concerto in chiesa)

domenica 22 dicembre15:00 Samarate Presepe vivente17:00 San Macario Presepe vivente

lunedì 23 dicembre20:45 Samarate Concerto “Coro Giovani Samarate” (in chiesa)Dalle 21:00 possibilità di confessioni in tutte le chiese parrocchiali

della nostra comunità pastorale

martedì 24 dicembre08:00 S. Messa Verghera (Convento)08:30 S. Messa SamarateDalle 09:00 alle 12:00 Confessioni a Samarate, San Macario e VergheraDalle 15:00 alle 18:00 Confessioni a Samarate, San Macario e VergheraDalle 15:00 alle 17:00 Confessioni a Cascina Elisa18:00 S. Messa Verghera20:30 S. Messa Cascina Elisa21:00 S. Messa Samarate e San Macario (San Giuseppe)

Orari delle celebrazioni liturgiche durante il periodo natalizioIn queste pagine, sono riportate solo le variazioni rispetto agli orari di pagina 2

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mercoledì 25 dicembre - Natale00:00 S. Messa Samarate, Verghera, Cascina Elisa e San Macario 08:00 S. Messa Samarate08:30 S. Messa Verghera e San Macario09:30 S. Messa Verghera (Convento)10:00 S. Messa San Macario, Cascina Costa e Cascina Elisa10:30 S. Messa Samarate11:00 S. Messa Verghera11:30 S. Messa San Macario18:00 S. Messa Samarate

giovedì 26 dicembre - Santo Stefano08:00 S. Messa Samarate08:30 S. Messa San Macario09:30 S. Messa Verghera (Convento)10:00 S. Messa Cascina Elisa10:30 S. Messa Samarate e San Macario11:00 S. Messa Verghera

30 dicembre giornata sulla neve per adolescenti e giovani

martedì 31 dicembre08:00 S. Messa Verghera (Convento)08:30 S. Messa Samarate18:00 S. Messa Verghera18:30 S. Messa Samarate e San Macario20:30 S. Messa Cascina Elisa

mercoledì 1 gennaio 201408:00 S. Messa Samarate08:30 S. Messa Verghera e San Macario09:00 S. Messa Cascina Costa09:30 S. Messa Verghera (Convento)10:00 S. Messa San Macario e Cascina Elisa10:30 S. Messa Samarate e San Macario11:00 S. Messa Verghera18:00 S. Messa Verghera S. Messa di inizio anno unica Messa vesperti-

na per tutta la Comunità

dal 2 al 4 gennaio i ragazzi di seconda media ad Assisi

domenica 5 gennaio18:00 S. Messa Verghera (vigiliare dell’Epifania)18:30 S. Messa Samarate e San Macario (vigiliare dell’Epifania)20:30 S. Messa Cascina Elisa (vigiliare dell’Epifania)

lunedì 6 gennaio - Epifania15:00 Samarate Bacio a Gesù Bambino (chiesa) 15:00 San Macario ingresso dei Magi e bacio di Gesù bambino (chiesa)

Orari delle celebrazioni liturgiche durante il periodo natalizio

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Carissimi parrocchiani della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” e in primis voi parrocchia-ni vergheresi, credo molto che tutto quello che acca-de ha sempre una ragione e che quindi, nulla avven-ga casualmente, ma tutto è guidato da un disegno superiore che noi cattolici chiamiamo Divina Provvi-denza.Anche la mia venuta a Ver-ghera rientra in questo or-dine di cose, tant’è che mi è già capitato più volte di stupirmi di alcune coincidenze ed incontri. Così da poter dire effettivamente: se l’uomo propone, Dio dispone sempre per il bene di tutti e di ciascuno.E comunque ho fatto ormai anche il giro di tutto il “reame”, cioè ho visitato tutto il ter-ritorio della nostra vasta e verde Comunità Pastorale.Ho celebrato ormai su tutti gli altari delle nostre sparse chiese, arrivando, per ultimo, anche nella piccola chiesetta di Cascina Costa.Ho impiegato tre mesi a fare questo giro di rivoluzione attorno alla chiesa Madre di Samarate dedicata al Vero Sole teologico che è la Santissima Trinità, ma ce l’ho fatta a Dio piacendo.Quindi sono stato visto e ascoltato da tanti fedeli, (dicono che sono lungo quando predico!).Durante queste peregrinazioni ho sempre incontrato tanta gente cordiale e sorridente. Un’accoglienza che fin dall’inizio, cioè fin dai primi timidi passi compiuti a Verghera dove risiedo, mi ha aiutato molto ad accostarmi alle persone, a sentirmi a mio agio, insomma a provare un benessere interiore.Adesso mi sento a casa e questo lo devo pure o forse soprattutto ai miei confratelli sacerdoti che stimo molto per il loro buon esempio, buon umore e buon cuore. Li ringra-zio molto.

Avvicinandosi le solennità natalizie che celebrano l’inizio della nostra redenzione, tutti saluto, abbraccio e a tutti auguro, con la mia mamma novantenne, che il Salvatore del mondo sia oggi e sempre l’Unico nostro Vero Bene.

don Francesco

Il saluto di don Francesco