la Speranza - 01

28
VIENI GESÙ VIENI Natale 2012 la Speranza Periodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarate anno 1 - n. 1 dicembre 2012 “Tanti auguri scomodi” don Tonino Bello pag. 12 Intervista al nuovo diacono don Alberto pag. 7 I nostri missionari nel mondo pag. 26

description

Periodico della Comunita' Pastorale Maria Madre della Speranza - Samarate

Transcript of la Speranza - 01

Page 1: la Speranza - 01

VIENI GESÙVIENINatale 2012

la SperanzaPeriodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarateanno 1 - n. 1 dicembre 2012

“Tanti auguri scomodi”

don Tonino Bellopag. 12

Intervistaal nuovo diacono

don Alberto pag. 7

I nostrimissionarinel mondo

pag. 26

Page 2: la Speranza - 01

2 - la Speranza

Notizie UtiliNascitaQuando nasce un bimbo in famiglia si avvisi il parroco; verranno suonate le campane per rendere tutti partecipi di questa gioia.

BattesimoI battesimi vengono amministrati la pri-ma domenica del mese a San Macario, la seconda a Verghera, la terza a Sa-marate, a Cascina Elisa su richiesta. Prendere contatto col parroco per la preparazione.

MatrimoniChi desidera sposarsi in chiesa si pre-senti almeno un anno prima a parlare col parroco.

MalatiQuando un fratello e una sorella sono in grave pericolo di vita, assistiamoli anche

spiritualmente e chiamiamo i sacerdoti per i Sacramenti.

FuneraliIl modo migliore per rimanere in comu-nione con chi ci lascia è partecipare all'Eucaristia, professando la fede in Gesù, Risurrezione e Vita.

ConfessioniOgni sabato pomeriggio in parrocchia si confessa. Sul territorio sono presenti anche due chiese penitenziali sempre a disposizione: la Basilica di Gallarate e la Chiesa dei Padri Gesuiti all'Aloisianum.

Incontri personali coisacerdotiChi desidera parlare coi sacerdoti è sempre ben accetto sia in chiesa che in casa, ma prenda appuntamento telefo-nando.

OratorioE’ aperto a tutte le ragazze e i ragazzi che vogliono fare un cammino per la Ca-techesi, per l'amicizia, per il gioco, per lo sport. E' il luogo di incontro e di crescita per i giovani di tutte le età. Contattare don Giuseppe o le Suore.

Suore e Scuole MaterneLe giovani famiglie prendano contatto con le Suore per notizie sulle Scuole Materne e per consulenza educativa.

Consultorio per la FamigliaLe parrocchie hanno attivato questo prezioso servizio alla famiglia per tutti i bisogni. Sono presenti professionisti per ogni problematica.La sede è a Gallarate Via Postcastello n° 9Tel. 0331-775859 - Fax 0331-771491

Orari SS. Messe festive:sabato 18:00 a Verghera 18:30 a Samarate e a San Macario 20:30 a Cascina Elisadomenica 8:00 a Samarate 8:30 a San Macario e a Verghera 9:00 a Cascina Costa 9:30 a Verghera in Convento 10:00 a San Macario e a Cascina Elisa 10:30 a Samarate 11:00 a Verghera 11:30 a San Macario 18:00 a Samarate e a San Macario (chiesa di S. Giuseppe)

Orari SS. Messe feriali: 8:00 a Verghera in Convento: lunedì, martedì mercoledì, venerdì, sabato 8:30 a Samarate da lunedì a venerdì 8:30 a San Macario: lunedì, martedì, giovedì, venerdì 8:30 a Cascina Elisa: mercoledì, giovedì, venerdì 9:00 a Verghera: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 20:30 a Cascina Elisa il martedì 20:30 a San Macario in Oratorio il mercoledì 20:30 a Samarate e a Verghera il giovedì

Recapiti Sacerdoti/Religiose:don Quirino Daniotti, parrocotel. 0331.220014 - cel. 3385245752mail: [email protected] Giuseppe Cattaneotel. 0331.220162 - cel. 3388813836mail: [email protected] Giorgio Masperotel. 0331.234695 - cel. 3381493928mail: [email protected] Giuseppe Tedescocel. 3491114898mail: [email protected] Alberto Angaronicel. 3407518187mail: [email protected] Sante Ambrositel. 0331.223409mail: [email protected]à suore Samaratetel. 0331.220111mail: [email protected]à suore San Macariotel. 0331.234267 - fax 0331.238518mail: [email protected]à suore Vergheratel. 0331.220222 - cel. 3337417847mail: [email protected]

Page 3: la Speranza - 01

la Speranza - 3

editoriale

Cari fedeli dellaComunità Pastorale,anzitutto ringraziamo quanti hanno avuto la bontà di farci avere qualche pro-posta per il titolo del nostro giornalino.Il vostro interesse è segno dell’entusiasmo che circonda il lavoro di questa redazione e ve ne siamo riconoscenti.Nella riunione del 12 novembre scorso, la redazione del giornalino interpar-rocchiale ha scelto il nome della testata.Si chiamerà “la Speranza”.Tra le varie proposte pervenute è quella che ci è piaciuta di più.Su di un foglietto molto informale, scritto a mano con calligrafia incerta, ano-nimo e ...infilato sotto la porta di casa del parroco, è arrivato questo suggeri-mento secco e convincente. Anche un altro suggerimento pervenuto prima suggeriva qualcosa di simile; recitava: “Condivisione e speranza”.Noi abbiamo scelto il nome corto, chiaro e semplice di “la Speranza”.Perché ci è piaciuto?Intanto, eravamo alla ricerca di qualcosa di incisivo, di diretto, di semplice ed efficace insieme. Dunque: il titolo doveva essere un nome solo, ben identifica-bile e breve da pronunciare.Poi l’abbiamo subito collegato col nome della Comunità Pastorale. Noi ci chia-miamo “Comunità Pastorale Maria Madre della Speranza” e dicendo “la Spe-ranza” è richiamata in un istante solo tutta la realtà della Comunità pasto-rale e, insieme, tutte le quattro parrocchie della città (Samarate, Verghera, San Macario, Cascina Elisa). Dunque un nome capace di ricordare al volo le quattro realtà locali che la compongono, con tutta la loro storia, le loro tradi-zioni, i loro trascorsi. Qualcuno ricordava che, forse, il nome della Comunità Pastorale deriva dall’Enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI, dove all’ultimo numero (il 50) si legge: “Tu rimani in mezzo ai discepoli come la loro Madre, come Madre Della Speranza, Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra”. Questa attenta cita-zione ci permette di ricordare che per una realtà ecclesiale come la nostra è sempre necessario, anzi indispensabile, avere un collegamento con il Papa, conoscere e amare il Magistero della Chiesa, sentire la comunione coi pastori e camminare insieme a loro. La Speranza non fa mistero di essere al servizio della Chiesa, del Papa e dei Vescovi e di voler portare la loro voce alla gente di questo paese; quella voce che riteniamo ancora “l’acqua più pulita di tutte”.Ci è piaciuto anche il riferimento chiaro a Maria, “Madre della Speranza”. Di Maria il cristiano parlerebbe sempre, perché da lei è venuto il Salvatore, è

Page 4: la Speranza - 01

4 - la Speranza

nato Gesù. “De Maria numquam satis!” ci dicevano quando eravamo in Semi-nario: “Di Maria non ne abbiamo mai abbastanza!”. E siamo contenti di legare il titolo della nostra pubblicazione a lei. Su queste pagine lei sarà sempre la benvenuta. E confidiamo nel suo aiuto...Qualche anno fa i responsabili della chiesa di Samarate hanno voluto sceglie-re Maria come patrona della nuova Comunità Pastorale; e noi abbiamo pen-sato di proseguire sulla stessa strada: anche il giornalino deve avere un titolo che chiami direttamente in causa Maria; l’abbiamo vista così: “Maria Madre del giornalino la Speranza”.Ma quello che ci affascinava di più era lo slancio verso il futuro che questo nome porta con sé.Dire speranza significa infondere fiducia riguardo al futuro, seminare ottimi-smo, portare entusiasmo e voglia di fare. Si osservava che è importante il pas-sato, è importante il presente, ma è ancora più importante il futuro, costruire qualcosa di nuovo, cercare di andare avanti migliorando il mondo. Se c’è al mondo qualcuno positivo e festoso è il cristiano. Chi più di lui si sente amato, amato di un amore eterno, di un amore infinito? Chi più di lui ha motivo di fare festa, di vivere contento, sereno...? Forse coloro che seguono ideologie già sconfitte dalla storia? Forse coloro che pensano solo al proprio tornaconto? Forse coloro che sbeffeggiano o ridicolizzano i credenti seguendo altri “dei” che non sono “dei”? “...ma in tutte queste cose voi siete più che vincitori!” ci direbbe Paolo. Il cristiano è colui che, nonostante tutto, ha sempre motivo di fare festa, perché Cristo è risorto! In Lui che ha vinto il peccato e la morte c’è sempre motivo di avere speranza. Non per nulla la speranza è una delle tre “virtù-cardine” della vita cristiana, insieme alla fede e alla carità.Brindiamo con gioia alla nascita de “la Speranza”. Quando nasce qualcuno crea attorno a sé un clima di grande attesa, di grande euforia. Come sarà? Cosa farà? Andrà lontano? Tutti se lo chiedono... Chi viene al mondo crea at-torno a sé tante speranze, tante aspettative. Così adesso per queste pagine... In alto i calici.Il giornale ha un indirizzo di posta elettronica [email protected] a cui potete mandare articoli, suggerimenti, lettere... Le mail anonime non ver-ranno prese in considerazione.

Don Quirino

Foto di copertina:Adorazione dei Magi (1525-26)Affresco di Bernardino Luini (Dumenza 1481 – Milano 1532),presso il presbiterio (o Cappella Maggiore) del Santuario Beata Vergine dei Miracoli di Saronno

Page 5: la Speranza - 01

la Speranza - 5

La nuova evangelizzazione

Chiesa

Le proposte concrete del Sinodo. Gli agenti e le modalità della educazione alla fede.

Nel mese di ottobre di quest’anno si è svolto il Sinodo dei Vescovi, dedicato alla nuova evangelizzazione.Quasi duecentocinquanta rappresen-tanti tra Vescovi, Religiosi eletti dalla base e alcuni nominati direttamente dal Papa hanno discusso tra loro e alla fine hanno concluso i loro lavori presen-tando alcune “propositiones” (proposte) che sono una specie di traccia o prome-moria che il Papa potrà utilizzare nella stesura della “esortazione apostolica” che, tra qualche mese, sarà offerta dal Santo Padre e che costituirà il frutto fi-nale ed effettivo del Sinodo stesso.Le “propositiones “ sono cinquantotto, tutte approvate a larga maggioranza; alcune sono veramente interessanti.Da notare che sino ad ora i risultati del Sinodo erano tenuti segreti, ma il Pon-tefice, per desiderio di “trasparenza”, ha permesso che fosse pubblicato una traduzione ufficiosa delle proposte (il testo originale è sempre in lingua lati-na).Queste proposte fanno riferimento a principi generali irrinunciabili, ma, al tempo stesso, non mancano indicazio-

ni concrete a cui vale la pena accennare.La fonte della Nuova Evangelizzazione è la Trinità stessa che ha operato per secoli nella Chiesa in modo costante e uniforme ma, al tempo stesso, è necessario un processo di “incultura-zione”. La fede cristiana

è una sola, ma essa deve tener conto e permeare tutte le diverse culture nel mondo. Il cristianesimo appartiene a tutti i popoli e a tutte le culture.Per l’evangelizzazione vi sono “luoghi privilegiati”. Il Sinodo ne individua al-cuni: le parrocchie e le piccole comunità religiose sono “cellule viventi” adatte a promuovere l’incontro personale e co-munitario con Cristo mediante la litur-gia, con la formazione permanente e con l’educazione alla fede in spirito di fraternità e carità rivolte soprattutto ai “più poveri”.Così pure è da notare la sottolineatura che il Sinodo dà alla educazione della fede dei giovani.L’educazione alla fede è sì compito prin-cipale delle famiglie, ma deve essere supportata dalle scuole e dalle Univer-sità. Le scuole devono essere libere di insegnare ed educare alla fede. La liber-tà di insegnamento è un diritto inalie-nabile. Da notare che questa richiesta non viene solo da Vescovi Missionari in Paesi extraeuropei... ma quanto è necessario ricordarlo a certi “politici” dell’Unione Europea... e italiani!

Page 6: la Speranza - 01

6 - la Speranza

Infatti con franchezza il Rettore della Pontificia Università lateranense, il vescovo salesiano Enrico Dal Covolo, ha denunciato che “il cavallo di Tro-ia” attraverso il quale gli Stati si “ap-propriano delle intelligenze degli studenti” è la formazione dei docenti. Infatti in molti paesi i docenti si forma-no unicamente nelle Università statali e comunque chi vuole insegnare deve possedere una abilitazione conseguita secondo le direttive degli Stati. La scri-stianizzazione dell’Occidente è avvenu-ta mediante la scristianizzazione delle scuole e delle università.Al tempo stesso il Sinodo richiama l’at-tenzione all’amministrazione dei sacra-menti: ribadita la centralità dell’Euca-restia e l’importanza della Domenica e delle feste liturgiche, sottolinea anche l’importanza del sacramento della Con-fessione-Penitenza. Il cardinale Dolan, Arcivescovo di New York, con una certa delusione ha fatto presente: “Il Concilio Vaticano II ha fatto appello a un rinno-vamento del sacramento della Peniten-za, ma purtroppo e con tristezza quello che abbiamo ottenuto è quasi la spari-zione del sacramento”. Nel Sinodo si era anche discusso della eventualità di invertire, per i giovani, la Comunione e la Cresima. Prima la Cresima e poi la Comunione... ma ciò è rimasto a livello di discussio-ne.Il Sinodo insiste anche sugli “agenti della Evangelizza-zione”. Non solo i Sacerdoti, ma anche i laici sono protago-nisti. Non solo gli uomini, ma anche le donne e i giovani. Le donne sono evangelizzatrici come gli uomini e anch’esse devono assumere posizioni di

responsabilità negli organismi ecclesia-li.Così pure i giovani. Essi non sono solo il futuro della Chiesa, ma ne sono il presente. Non sono solo recettori della Evangelizzazione, ma parimenti “agen-ti”. I raduni mondiali dei giovani e il Catechismo dei giovani sono strumenti validi per la loro evangelizzazione.L’impegno per la Nuova Evangelizza-zione non è facile: lo ammette il Papa che nel “Messaggio al Popolo di Dio” a conclusione del Sinodo afferma che “Occorre evangelizzare noi stessi e disporci alla conversione. Guai a pensare che la nuova evangelizza-zione non ci riguardi in prima per-sona”.Così pure sulle modalità della Nuova Evangelizzazione il Papa ci ricorda: “Qualcuno chiederà come fare questo. Non si tratta di inventare chissà qua-li nuove strategie, quasi che il Vangelo sia un prodotto da collocare sul mercato delle religioni, ma di riscoprire i modi in cui, nella vicenda di Gesù, le perso-ne si sono accostate a Lui e da Lui sono state chiamate, per immettere quelle stesse modalità nelle condizioni del no-stro tempo”.

Piero Caloni

Page 7: la Speranza - 01

la Speranza - 7

Ciao don Alberto! La nostra comu-nità pastorale ti dà il benvenuto e vorrebbe cominciare a conoscerti un po’. Raccontaci la tua storia.Anzitutto penso di dover ringraziare tutti coloro che in questi primi tempi della mia presenza nella comunità pa-storale Maria Madre della Speranza mi hanno dimostrato affetto, simpatia, accoglienza spontanea. In primo luogo i sacerdoti con la loro disponibilità e pa-ternità verso di me, ma anche e soprat-tutto tutte le persone che mi hanno av-vicinato per esprimermi un benvenuto, un augurio, una parola di accoglienza. Devo poi ringraziare in maniera parti-colare tutti i ragazzi, adolescenti, gio-

Intervista a: don Alberto

ComUNità Pastorale

vani più o meno miei coetanei che si sono rivelati così simpa-ticamente disposti ad incominciare una relazione con una persona nuova, come tutti fatta di pregi e difetti. Sono questi segni semplici e sin-ceri che stanno ren-dendo quest’inizio a Samarate molto bello e spero promettente per il futuro.In secondo luogo la mia storia. Devo dire, come ogni volta, che la mia storia è una storia semplice. Ven-go da Rovello Porro

(Como), vicino a Saronno, non molto distante da Samarate. Sono nato nel 1988. La mia famiglia è composta dai miei genitori e da mia sorella, Sofia, di nove anni più piccola di me. Ho trascor-so la mia infanzia e adolescenza fino alla fine del liceo classico frequentando l’ambiente del mio oratorio e della mia comunità parrocchiale. Penso proprio che in questo luogo e nelle relazioni che lì sono nate il Signore abbia indirizzato, attraverso bravi educatori e sacerdoti buoni e capaci, la mia vita verso la scelta dell’ingresso in seminario. E’ stata per me una scelta da una parte molto sere-na e convinta, dall’altra rivoluzionaria per tutta la mia vita. Il seminario è sta-to palestra di vita nel senso più ampio

In data 5 ottobre 2012 la Curia ha nominato don Alberto Angaroni Collaboratore Pastorale della nostra Comunità.

Page 8: la Speranza - 01

8 - la Speranza

del termine, cioè di relazioni molto pro-fonde e solide, di preghiera e di cresci-ta abbondante dal punto di vista spiri-tuale, di studio ed approfondimento, di dialoghi educativi che percepisco come intensi, di esperienze molto forti e di-versificate nei vari oratori e nelle altre realtà incontrate in questi anni. Tutto questo insieme alle inevitabili fatiche che rendono la vita veramente umana e ogni passo che si compie non scontato né obbligato. Sono arrivato all’approdo dell’ordinazione diaconale molto sereno e nello stesso tempo desideroso di quel-la scelta definitiva che il Signore inizia a farmi gustare con voi.

Una curiosità: qual è la materia che ti sta interessando o che ti ha appassionato di più e perché?Devo dire che, pur essendo un modesto studente, ciò che più mi ha appassiona-to in questi anni di seminario è proprio la questione della fede, direi nel suo nucleo centrale e cioè: perché si crede? Come si crede? Come nasce e cresce la fede? Penso che questo nucleo di doman-de diventi sempre più centrale per me, sia per il mio cammino che per quello delle persone che inizio a conoscere nel-la nostra comunità pastorale e che sono chiamato ad accostare nella loro vita. Quindi direi che una delle materie che più mi appassiona è la cosiddetta teolo-gia fondamentale, cioè appunto quella parte della teologia che vuole indagare l’origine, il perché, il come della fede. Unito a questo livello è cresciuta in me la passione per la cristologia, cioè per lo sguardo alla vita di Gesù Cristo ed al mistero del suo essere Figlio di Dio. Questo perché la fede cristiana non può pensarsi se non all’interno del rapporto con Gesù e del suo mostrarci il volto di

Dio Padre.

Quali sono le tue impressioni rispet-to alla nostra realtà ecclesiale?Devo dire che l’impressione è stata da subito molto positiva. Mi sembra un ambiente ecclesiale molto stimolante per poter iniziare ed imparare a fare il prete. Mi sembra di essere capitato bene. Mi rende molto contento soprat-tutto la vitalità dei nostri oratori e la presenza di giovani educatori che riten-go davvero bravi e affezionati ai nostri oratori. Questo è un bel segno di cui ci si accorge subito entrando a contatto con la realtà delle nostre comunità. An-che nel mondo adulto vedo grande di-sponibilità a mettersi in gioco e operare insieme con i sacerdoti per il bene delle nostre parrocchie. Ricevo poi una bella eredità da parte di don Gabriele che mi ha preceduto. Mi pare che abbia dav-vero lavorato bene nelle nostre parroc-chie in tanti ambiti, mettendo a frutto tutto il suo talento e la sua simpatia. Questo è bello perché arrivo dove altri hanno lavorato nel corso degli anni, e hanno lavorato bene, con passione e vi-

Page 9: la Speranza - 01

la Speranza - 9

talità. Così come anche la presenza di don Giuseppe nell’ambito degli oratori è fondamentale come guida e orienta-mento per muovere i primi passi e poi per confrontarsi continuamente sulle scelte da fare e sugli orientamenti da seguire. Avere accanto come compagni di strada sacerdoti più grandi penso sia indispensabile. Così anche la presenza equilibrata di don Quirino, la simpatia di donGi e l’ospitalità affettuosa e pa-terna di don Giorgio si stanno rivelan-do essenziali.

In questo periodo di crisi quale pa-rola del Signore pensi sia più indi-cata per ridare speranza alle per-sone?Non è facile rispondere. Anzitutto la crisi è più grande del semplice aspet-to economico e lavorativo, che pur è il primo ambito e forse quello più preoc-cupante per l’andamento delle fami-glie e di intere nazioni. E’ una crisi che sembra investire la vita intera nel suo insieme di speranze per il futuro, capa-cità di fiducia in se stessi, fino all’ambi-to più valoriale e religioso. Non è facile rispondere, anche pensando a quanti miei coetanei, affacciandosi al mondo del lavoro, abbiano grandi difficoltà a investire sul futuro. Mi sento di poter dire che ci è essenziale rimanere an-corati agli affetti che abbiamo, alle re-lazioni, alle amicizie, alle intimità che permettono di affrontare le sfide della vita insieme. I problemi non si risolvono mai da soli, ma sempre facendoci corag-gio a vicenda. Ritroveremo così la forza per camminare, sapendo che talvolta il deserto è lungo e penoso, ma la terra promessa ha qualcosa di meglio e sta davanti e non dietro a noi. E il Signore, che è Dio del suo popolo, non abbandona

ma rimane accanto come presenza ami-ca, vicina, ospitale. Forse questa crisi, che indebolisce talvolta le forze vitali, anche all’interno della Chiesa, ci chie-de, come continua ad invitare il Papa, a ritrovare l’essenziale, ciò che non si può smarrire, ciò che è necessario per andare avanti. L’Anno della Fede che viviamo ci richiama questo aspetto de-cisivo.

Che cosa pensi di poter donare alla nostra comunità pastorale? E rice-vere?E’ sicuramente più facile per me dire che cosa penso di ricevere dalla no-stra comunità pastorale. Anzitutto sto ricevendo un dono del Signore. Ogni comunità è un dono e questa per me è la prima comunità che sono chiamato a servire, amare, conoscere, gustare. Essendo la prima esperienza, penso di non esagerare dicendo che sarete voi ad aiutarmi, anche ad insegnarmi, a fare il prete. Nello stesso tempo anch’io mi as-sumo la responsabilità di stare accanto alle nostre comunità, essere compagno di strada ed anche punto di riferimen-to. Spero di non rovinare la bellezza delle nostre comunità con qualche ine-sperienza che sicuramente può capita-re. Spero di poter donare almeno un po’ di simpatia, serenità, semplicità. Non donerò particolari abilità sportive, ma-gari qualcosa in più dal punto di vista canoro. Cercherò di donare la curiosi-tà nel conoscere le cose e le persone, l’amore per il bello in tutte le sue for-me, la gioia di vivere la vita, per come si presenta, con l’amicizia di Gesù ac-canto a noi, lo splendore di essere suoi discepoli, almeno un po’ di vitalità della mia giovane età.

Basilio Fabio Sipio

Page 10: la Speranza - 01

10 - la Speranza

“Chi arriverà? E quando? Come si chiama? Ma sarà bravo? Da dove viene? Quanto starà qui? Non man-deranno via anche lui, vero?” Questo tam-tam di domande ha tormentato per settimane la nostra Comunità, domande che ora hanno trovato una risposta.Il toto-diacono finalmente è stato ri-solto e il soprannome iniziale di “Don X” ora non serve più; il posto deside-rato da molti tuoi “colleghi” è stato conquistato da te e siamo davvero fe-lici di averti tra noi!Ti stiamo ancora conoscendo, solo ora stai cominciando ad ambientarti, ma speriamo davvero che la nostra acco-glienza ti stia facendo sentire a casa, noi facciamo del nostro meglio. Nonostante tu ti sia presentato dicendo che la tua squadra del cuore è l’Inter (eh già, molti di noi non approvano...), pensiamo davvero di poter passare sopra a questa tua pecca ed accettarti comunque J Scherzi a parte... in poche righe è davvero difficile esprimere la gioia che provia-mo nell’averti qui, ma siamo sicuri che questo sia l’inizio di una bella avventura! Anche se tu spesso dici che “per quest’anno ho deciso di guardare, dall’anno pros-simo mi metterò davvero all’opera”, i presupposti per un ottimo lavoro ci sono già!Ti dovrai tenere allenato: sopportare celebrazioni, catechismi, feste di Carneva-le, Natale, Capodanno, turni in montagna e chi più ne ha più ne metta; sarà un bell’impegno, ma siamo sicuri, e lo stiamo provando ora, che tu sei all’altezza di tutto ciò!

Questo spazio bianco non è un errore di stampa, ma è una pagina vuota su cui è ancora tutto da scrivere... abbiamo ancora tanto tempo da passare assieme, que-sto è solo l’inizio!!

I giovani di San Macario

Benvenuto don Alberto

ComUNità Pastorale

Page 11: la Speranza - 01

la Speranza - 11

Cari fedeli della Comunità Pastorale di Samarate, giungano a voi e alle vostre famiglie gli au-guri più sinceri e sentiti di Buon Natale da parte di tutti i sacerdoti di Samarate. Tra i tanti appuntamenti e impegni di questo periodo, spero troviate anche il tempo di fare qualche bella e utile riflessione. Desidero in questo articolo aiutarvi a celebrare il Santo Natale, richiamando all’attenzione di tutti il triplice significato della festa, che ogni anno ci riempie di gioia: la nascita eterna del Verbo dal seno del Padre, la sua nascita nel tempo dal seno di Maria e la sua nascita dentro di noi. Il Natale eterno.

Il Padre, da sempre, genera il Figlio nell’“arcano silenzio” degli spazi infiniti, per usare una espressione di San Massimo di Torino, ed effonde in Lui la sua divinità: “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, della stessa sostanza del Padre”. Il Padre ha generato il Figlio dal suo cuore. Per questo il Natale è la glorificazione di Dio, come cantano gli angeli sulla grotta di Betlemme: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli”. Recita un Inno dei Vesperi: “O Cristo, reden-tore del mondo, unigenito del Padre, che prima di ogni principio sei nato dal Padre in modo ineffabile, Tu, luce e splendore del Padre, eterna speranza di noi tutti, ascolta le preghiere che ti rivolgono i tuoi piccoli servi nel mondo”.

La nascita nel tempo.“Oggi Cristo è nato, oggi è apparso il Salvatore” afferma la liturgia di Natale. Oggi il Verbo si fa carne, oggi diventa uno di noi, nasce nella povertà per morire sulla croce e pacificare l’uomo con Dio, come sentiamo ancora dagli angeli: “Pace in terra agli uomini che Dio ama”. Per la spoliazione, la kenosi del Verbo a Betlemme, il Padre “ci ha trasferiti nel Regno del suo Figlio, nel quale abbiamo la redenzione e il perdono dei peccati”, come si esprime la Lettera ai Colos-sesi (Col. 1,13s.). Sicché l’apostolo Giovanni, all’inizio della sua Prima lettera, può dare a noi tutti l’annuncio gioioso della presenza tangibile di Cristo tra noi: “Colui che era fin dal princi-pio, colui che abbiamo sentito, colui che abbiamo veduto con i nostri occhi, colui che abbiamo contemplato e le nostre mani hanno toccato, cioè il Verbo della vita …” (1 Gv. 1,1).

La nascita dentro di noi.Ma Gesù viene per nascere nel cuore di ciascuno di noi. Se questa nascita non avvenisse, Dio sparirebbe dal nostro orizzonte, il presepio si ridurrebbe a un giocattolo, come sembra avvenire in questo Occidente, decrepito e viziato, che adesso ha paura perfino di pronunciare la parola Natale. Padre Pierre Teilhard de Chardin aveva ben ragione di scrivere: “Se Dio è perfetto in se stesso, tuttavia non ha ancora finito di nascere in noi”. Quanti rimorsi nel vedere che questa ricchezza del Natale è stata spesso lettera morta per noi e siamo rimasti insensibili alla infinita tenerezza di Dio! Fare un Buon Natale vorrà quindi dire lasciarci forgiare da Gesù, mite ed umile di cuore, abbandonare il peccato e tendere alla santità.

Ci aiuti Maria, a vivere come veri figli, metta Gesù bambino sulle nostre braccia e lo faccia cre-scere in noi.Così la preghiamo con Papa Benedetto XVI: “Santa Maria Madre di Dio, tu hai donato al mondo la vera luce, Gesù, tuo Figlio-Figlio di Dio. Ti sei consegnata completamente alla chiamata di Dio e sei così diventata sorgente della bontà che sgorga da Lui. Mostraci Gesù. Guidaci a Lui. Insegna-ci a conoscerlo e ad amarlo, perché possiamo anche noi diventare capaci di vero amore ed essere sorgenti di acqua viva in mezzo a un mondo assetato” (Deus caritas est, 42).

Don Quirinoa nome di tutti i sacerdoti di Samarate.

Il triplice significato del Natale

ComUNità Pastorale

Page 12: la Speranza - 01

12 - la Speranza

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finchè non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un ma-rocchino, a un povero di passaggio.Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frut-to del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finchè la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazza-tura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquil-lità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si mili-tarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” do-vete partire dagli ultimi.Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ric-chi.Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

Tanti auguri scomodi(di Mons. Tonino Bello, 1935 - 1993)

Page 13: la Speranza - 01

la Speranza - 13

Si è svolta lo scorso 24 novembre la Giornata Nazionale della Colletta Ali-mentare, giunta quest’anno alla XVI edizione. La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è diventata, dal suo esor-dio nel 1997, un importante momento che coinvolge e sensibilizza la socie-tà civile al problema della povertà at-traverso l’invito ad un gesto concreto di gratuità e di condivisione: fare la spesa per chi ha bisogno. Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti all’ini-ziativa su tutto il territorio nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà. E’ una grande testimonianza di carità: l’esperienza del dono eccede ogni aspettativa generando una sovrabbondante solidarietà umana.Un piccolo gesto. Fare la spesa per un povero; fare la spesa per chi ha bisogno. “Condividere i bisogni per condividere il senso della vita” recita uno slogan dell’evento. Proprio così: un’occasione che aiuta a capire quanto le persone povere hanno bisogno di essere aiutate; un’esperienza unica, “la giornata in cui va in scena lo spettacolo della carità...”. Quella cristiana.Il Banco Alimentare distribuisce quello che è stato raccolto a 8.600 strutture caritative convenzio-nate che assicurano ogni giorno da mangiare a 1milione 700mila poveri.Oltre 130.000 volontari coinvolti su tutto il territorio nazionale... Un dato veramente straordinario se si pensa il particolare momento, non solo economico, in cui stiamo vivendo. Anche la nostra Comunità Pastorale ha partecipato a questa giornata grazie all’adesione di oltre 50 volontari: tra questi, da sottolineare la presenza di tanti ragazzi provenienti dai nostri oratori che, coordinati dalla Caritas Parrocchiale e da adulti disponibili, hanno prestato con entusiasmo contagioso il loro aiuto nei supermercati della zona (prin-cipalmente Samarate e Gallarate) aderenti all’iniziativa.In totale, oltre 9000 i supermercati ed iper-mercati di tutta Italia aderenti all’iniziativa; sono state raccolte 9622 tonnellate di pro-dotti alimentari, un dato praticamente identi-co a quello dell’anno precedente. Viene da dire: “la carità, almeno quella, non va in crisi”.Spettacolo della carità insomma, e della con-divisione, in cui si scopre il prossimo e si sco-pre anche e soprattutto se stessi.

Nel carrello della spesala carità cristiana

Page 14: la Speranza - 01

14 - la Speranza

domenica 16 dicembre18:00 S. Messa San Macario (in parrocchiale)15:00 Verghera Riunione di tutti i genitori

lunedì 17 dicembre08:30 Cascina Elisa Non c’è la Messa16:15 Novena Samarate e San Macario16:45 Verghera Confessioni 5° elementare17:15 Verghera Confessioni 1° media20:30 Verghera Confessioni adolescenti

martedì 18 dicembre08:00 S. Messa San Macario (dalle Suore)Nel pomeriggio Benedizione delle case dei sacerdoti da parte del Vicario

Episcopale di Zona16:15 Novena Samarate, Verghera e San Macario20:30 Samarate Confessioni adolescenti

mercoledì 19 dicembre16:15 Novena Samarate, Verghera e San Macario21:00 Samarate Confessioni adulti

giovedì 20 dicembre16:15 Novena Samarate, Verghera e San Macario21:00 Veghera Confessioni adulti

venerdì 21 dicembre16:15 Novena Samarate, Verghera e San Macario21:00 San Macario Confessioni adulti21:00 Samarate Concerto della Filarmonica Samaratese (in chiesa)

sabato 22 dicembre20:45 San Macario “San Macario espressione musica” (concerto in chiesa)

domenica 23 dicembre15:00 Samarate Presepe vivente (in chiesa)

lunedì 24 dicembre18:00 S. Messa Veghera20:30 S. Messa Cascina Elisa21:00 S. Messa Samarate e San Macario

Orari delle celebrazioni liturgiche durante il periodo natalizioIn questa pagina, sono riportate solo le variazioni rispetto agli orari di pagina 2

Page 15: la Speranza - 01

la Speranza - 15

martedì 25 dicembre - Natale00:00 S. Messa Samarate, Verghera, Cascina Elisa e San Macario 08:00 S. Messa Samarate08:30 S. Messa Verghera e San Macario09:30 S. Messa Verghera (Convento)10:00 S. Messa San Macario, Cascina Costa e Cascina Elisa10:30 S. Messa Samarate11:00 S. Messa Verghera11:30 S. Messa San Macario18:00 S. Messa Samarate e San Macario (San Giuseppe)

mercoledì 26 dicembre - Santo Stefano08:00 S. Messa Samarate08:30 S. Messa San Macario09:30 S. Messa Verghera (Convento)10:00 S. Messa Samarate, San Macario e Cascina Elisa10:30 S. Messa Verghera

dal 27 al 30 dicembre vacanza adolescenti a Caspoggio

lunedì 31 dicembre18:00 S. Messa Verghera18:30 S. Messa Samarate e San Macario20:30 S. Messa Cascina Elisa

martedì 1 gennaio 201308:00 S. Messa Samarate08:30 S. Messa Verghera e San Macario09:00 S. Messa Cascina Costa09:30 S. Messa Verghera (Convento)10:00 S. Messa San Macario e Cascina Elisa10:30 S. Messa Samarate11:00 S. Messa Verghera11:30 S. Messa San Macario18:00 S. Messa Verghera S. Messa di inizio anno unica Messa vesperti-

na in città

dal 3 al 5 gennaio i ragazzi di seconda media ad Assisi

domenica 6 gennaio - Epifania15:00 Samarate Bacio a Gesù Bambino (chiesa) 15:00 San Macario Corteo dei Re Magi (chiesa)

Orari delle celebrazioni liturgiche durante il periodo natalizio

Page 16: la Speranza - 01

16 - la Speranza

Per quattro mercoledì del mese di novem-bre si sono svolte, presso la sede della Biblioteca comunale di Samarate, del-le serate di approfondimento e dibattito sulla figura storica di Gesù di Nazareth, dal titolo: ”Sulle tracce di Gesù”. Le sera-te sono state ideate e realizzate da Don Sante Ambrosi, con l’aiuto prezioso di tante persone che ormai da anni collabo-rano con lui per offrire alla nostra comu-nità momenti di alto valore culturale e spirituale. Anche chi scrive ha cercato di dare il suo contributo alla buona riuscita dell’iniziativa, consapevole della grande responsabilità che porta con sé il parlare di Gesù, della sua vita, della sua opera. Gli incontri si sono rivolti, oltre che ai fe-deli della nostra Comunità, anche a tutti coloro che, nonostante non siano credenti, sono però attratti e affascinati da Gesù. Abbiamo constatato con gioia quanto que-sto interesse per Lui sia vivo in molti. Ciò ci ha confermato quanto sia importante parlare di Cristo, e quanto sia significa-tivo farlo anche in contesti non solamente ecclesiali. Forse questo tipo di proposta può aiutare nel difficile percorso di nuova evangelizzazione, percorso che deve tro-vare modo di realizzarsi nel nostro mondo così complesso ed esigente. Le vie possono essere molte, battiamole tutte! Guardiamo ora un po’ più da vicino questi incontri. Qual è stata la motivazione pro-fonda che li ha animati?La risposta, paradossalmente, non va cercata negli individui che l’hanno voluta realizzare, quanto piuttosto nel suo stes-so tema: Gesù. E’, in un certo senso, lo stesso Gesù a chiedere ogni volta di più

di rivolgersi a Lui, per conoscerlo sempre meglio, sempre più in profondità. Questa conoscenza è inesauribile, perché inesau-ribile è Gesù stesso. La comprensione del-la sua persona, del suo agire e della sua parola, che è custodita nelle Scritture del Nuovo, come del Vecchio Testamento, e nella Tradizione della Chiesa, va sempre riscoperta, conosciuta in profondità, ama-ta. Nell’impresa difficile e affascinante

Sulle tracce di Gesù

CUltUra

Resoconto delle quattro serate di approfondimento e dibattito sulla figura storica di Gesù di Nazareth.

Page 17: la Speranza - 01

la Speranza - 17

di avvicinare tutta la ricchezza della no-stra fede, di quello che i teologi chiamano depositum Fidei (i contenuti fondamen-tali della fede), anche la storia, intesa come disciplina scientifica, caratterizzata dall’analisi rigorosa dei documenti, ci può dare una grossa mano. Ed è proprio da un approccio storico alla figura di Gesù che Don Sante ed io abbiamo preso le mosse. Ci si potrebbe chiedere perché si sia pri-vilegiato questo tipo di approccio rispetto ad altri possibili. La risposta va cercata nel clima culturale che caratterizza la nostra epoca. Oggi sembra non bastare più alla coscienza generale la proposta di una fede che non si sia confrontata, e non si confronti, seriamente e criticamen-te, con le conoscenze che la storia ci met-te a disposizione. La riflessione teologica da anni ormai affronta la questione della realtà storica di Gesù, ovvero di quanto possiamo sapere della sua concreta vita di uomo del suo tempo e del suo spazio. I te-sti che Joseph Ratzinger, ovvero il nostro Papa Benedetto XVI, ha dedicato a Gesù di Nazareth (proprio in questo numero di La Speranza trovate una bella recensio-ne del terzo, e ultimo, volume dell’opera, quello dedicato ai racconti dell’infanzia) si muovono anche in questa linea di ricerca. La domanda che si pone allora è questa: come possiamo conoscere l’uomo Gesù, la sua persona concreta, “tangibile”? Il pri-

mo passo è andare alle fonti che ci par-lano di lui: i Vangeli e i testi delle Scrit-ture in generale. Non c’è un’altra via che possa sostituire questa, ovvero la strada che ci conduce ad analizzare i testi biblici e a farli parlare il più possibile, facendo quell’operazione di scavo dei significati che si chiama esegesi. Su questa impor-tanza della Parola, anzi sulla sua centrali-tà, la chiesa si è espressa in un documento fondamentale del Concilio Vaticano II, la Costituzione sulla divina rivelazione Dei Verbum.Considerando questo elemento irrinun-ciabile di avvio, la prima serata è stata proprio dedicata alla formazione dei Van-geli e alle loro caratteristiche peculiari in quanto documenti storici. E’ stato messo in luce come ogni vangelo sia il frutto di un percorso di trasmissione orale, di origi-ne apostolica, di quanto fece e disse Gesù, e della sua passione, morte e resurrezio-ne. Dall’oralità si è passati poi progressi-vamente alla scrittura di alcuni episodi della vita di Gesù, fino alla formazione dei veri e propri Vangeli, come oggi li co-nosciamo. Sulla base di quanto guadagnato nel-la prima serata, il secondo incontro si è concentrato sul tentativo di sottolineare alcuni aspetti dell’umanità di Gesù. Si è messa in luce per esempio la sua identi-tà ebraica, puntualizzando però quanto la sua ebraicità non lo riducesse ad un ebreo devoto come tanti del suo tempo; Gesù era infatti un ebreo che non voleva semplice-mente riformare l’ebraismo ma che vole-va, piuttosto, porsi come suo inaudito e rivoluzionario compimento. La terza e la quarta serata hanno avuto un carattere più teologico, avendo come temi, rispettivamente, i titoli cristologici e la resurrezione. I titoli cristologici, ovvero: con quali nomi ed espressioni si è cercato

Page 18: la Speranza - 01

18 - la Speranza

Un nuovo arrivo a San MacarioLa Comunità della Suore Mantellate di San Macario ha accolto nell’ottobre scorso sr. M. Guadalupe Arellano.Il nome tradisce le sue origini: sr. Guadalupe è originaria del Messico e, assieme ad altre tre suore provenienti dallo stesso paese, ha ricevuto i primi voti religiosi della congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria l’8 dicembre 2011, nella Basilica della SS. Annunziata a Firenze.Sr. Guadalupe non è una presenza nuova per la Comunità di San Macario: è stata con noi nell’estate del 2009 e ha dato il suo contributo durante l’oratorio feriale e le vacanze a Ca’ di Janzo, in Valsesia. I suoi lavoretti manuali, i bracciali con i fili colorati, le sciarpe, le canzoni accompagnate dalla chitarra, hanno coinvolto e di-vertito ragazzi e ragazze.Ora collaborerà a tutte le iniziative della parrocchia: sin da ora affianca le catechiste di terza elementare e il martedì sera è sempre presente in Oratorio per la catechesi degli adolescenti e dei preadolescenti; inoltre, grazie alla sua conoscenza della musica e alla splendida voce, dà già il suo contributo al Coret-to che accompagna la Messa delle ore 10.Benvenuta tra noi, sr. Guadalupe, e buon lavoro!

di parlare e definire l’identità profonda di Gesù? Alcuni esempi: Figlio dell’uomo, Figlio di Dio, Signore, Cristo. Durante l’incontro si è cercato di fare emergere i significati di queste espressioni e di “az-zardare”, sempre sulla base dei testi, qua-le fosse la coscienza che Gesù aveva di sé rispetto alla propria complessa identità.Dopo questo percorso si è giunti finalmen-te ad affrontare il nucleo incandescente della fede cristiana: la resurrezione. Con Paolo possiamo dire che la resurrezione è ciò rispetto a cui sta o cade la fede. Nel terzo incontro era emerso come la vicenda storica di Gesù si fosse conclusa con un fallimento: la morte in croce, che nel con-testo ebraico era segno dell’abbandono di Dio. La resurrezione è invece il luogo del-la svolta decisiva nella vicenda di Gesù, e dei suoi discepoli di tutti i tempi e luo-ghi. Non più il fallimento ma il rivelar-

si che quella della morte e del sacrificio era l’unica strada possibile per Gesù e la sua missione. La domanda che ci siamo proposti è: come possiamo pensare la re-surrezione? Tutto il quarto incontro si è affaticato sulle possibili interpretazioni di questo evento eccezionale, che non può essere descritto ed esaurito dalle catego-rie consuete con le quali comprendiamo la realtà quotidiana. Nelle quattro serate dedicate a Gesù e alla sua figura storica ci siamo messi sul-le sue tracce, ovvero abbiamo cercato la sua realtà storica custodita e attestata nei Vangeli. Con la resurrezione però si apre una dimensione della sua realtà che va oltre la storia. A questo livello inizia la fede, la nostra fede cristiana, che riprende tutta la vita di Gesù e la legge alla luce della rivelazione di Dio in Lui.

Basilio Fabio Sipio

Page 19: la Speranza - 01

la Speranza - 19

Invito alla lettura

CUltUra

All’inizio dell’Avvento di quest’anno, il Papa ha pubblicato il suo terzo libro su “Gesù”.In realtà, come precisa Benedetto XVI, non è un terzo volume, ma è una “sala di ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e il messaggio di Gesù di Nazaret.Notiamo subito che il volume è relati-vamente ridotto nelle sue pagine, ma soprattutto ci sorprende lo stile lette-rario e il linguaggio molto semplice e chiaro. Questa semplicità di linguaggio non deve trarre in inganno, quasi che gli argomenti trattati siano poco impe-gnativi e lontani da esigenze scientifi-che. Al contrario: i capitoli del Vangelo riguardanti la nascita e l’infanzia di Gesù sono tra i più difficili da interpre-tare e da spiegare. Comunque la serie-tà storica ed esegetica è pienamente rispettata.Appunto per questo il Papa, nella pre-sentazione, si pone tre interrogativi a cui vuole rispondere.Innanzitutto: “Che cosa intendevano dire Matteo e Luca nel loro momento storico?”La seconda domanda è: “E’ vero ciò che è stato detto?”Ed infine: “Ciò che è stato detto mi riguarda? E se mi riguarda, in che modo?Accenniamo brevemente le risposte di Benedetto XVI. Gli evangelisti non in-tendevano raccontare leggende o rifarsi ai miti: essi vogliono presentare fatti storicamente avvenuti.“Bisogna supporre – fino a prova con-

traria – che gli evangelisti non intendo-no ingannare i loro lettori, ma vogliono raccontare fatti storici. Contestare per puro sospetto la storicità di questo rac-conto va al di là di ogni immaginabile competenza di storici”.A certe interpretazioni di alcuni teolo-gi protestanti e anche cattolici che ri-tengono che questi capitoli del Vangelo siano “meditazioni teologiche espresse in forma di storie” il Papa risponde che questi brani sono vera storia medita-ta e interpretata teologicamente.“Non posso che concordare con questa affermazione. I due capitoli del raccon-to dell’infanzia in Matteo non sono una meditazione espressa in forma di storie. Al contrario: Matteo ci racconta la vera storia, che è stata meditata e interpre-tata teologicamente, e così egli ci aiuta a comprendere più a fondo il mistero di Gesù”.Interessante è scorrere i vari temi trat-tati nel libro .Il primo argomento è una riflessione sull’origine del Salvatore espressa da Pilato a Gesù: “Di dove sei tu?”.La risposta di Benedetto XVI: “Giusep-pe è il padre giuridico di Gesù: e tuttavia viene da altrove... la sua origine è deter-minabile e tuttavia è un mistero. Solo Dio nel senso proprio è suo Padre.”Il secondo tema riguarda l’annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni Bat-tista e le reazioni di Giuseppe e Maria al messaggio inaspettato dell’angelo, che provoca turbamento pensosità.Benedetto XVI ci fa notare che Dio ha voluto aver bisogno di una risposta li-

L’ultimo libro del Papa. Un libro da leggere e da regalare.

Page 20: la Speranza - 01

20 - la Speranza

bera di una donna. Citando S. Bernar-do di Chiaravalle sostiene “Non può redimere l’uomo creato libero senza un libero “sì” alla sua volontà”. E Maria ha risposto “sì”.Al centro del terzo argomento vi è l’evento di Betlemme: la nascita di Gesù avviene in una data precisa (il quindicesimo anno di impero di Tibe-rio) e in un ambiente geografico esatta-mente indicato, ma, al tempo stesso, in un contesto storico universale, creato dalla unificazione di vasti territori da parte dei Romani. “Solo in questo momento, in cui esiste una comunione di diritti e di beni su larga scala, ed una lingua universa-le permette ad una comunità cultura-

le l’intesa nel pensiero e nell’agire, un messaggio universale di salvezza può entrare nel mondo”. Nel quarto capitolo il Papa passa in ras-segna i vari avvenimenti legati alla na-scita: l’adorazione dei Magi, la Stella e la fuga in Egitto. In questi episodi viene sottolineata l’apertura universale del-la Redenzione ai non Ebrei e al tempo stesso il significato simbolico dell’aper-tura delle varie religioni e della ragione umana nei confronti di Cristo.Il breve epilogo del libro è il racconto di Gesù dodicenne che discute con i dot-tori nel tempio e poi si confronta con i genitori, manifestando la sua natura di vero Dio e vero Uomo.“Gesù rimane un mistero e, tuttavia, appare in modo molto concreto nella breve narrazione del dodicenne, una narrazione che così apre al tempo stesso la porta verso il tutto della sua figura, che poi ci viene raccontato nei vangeli.” Dispiace notare che alcuni commen-tatori “laici” abbiano insistito su alcu-ni “aspetti folcloristici” e legati a una certa rappresentazione coreografica, ad esempio: “il Papa fa sparire il bue e l’asino dal presepe...” forzando la lettu-ra in modo caricaturale.Per comprendere la portata storica e di fede del libro basta una attenta lettura personale e tutte le risibili osservazioni di una certa tendenza culturale si dis-solvono.Dato il periodo di Natale, il libro potreb-be anche essere un prezioso “regalo”. Sovente non sappiamo cosa regalare a chi ormai ha già tutto. Questo libro del Papa è una sicura e valida novità.

A cura di Caloni Piero

Page 21: la Speranza - 01

la Speranza - 21

Vivere alla scuola maternaMacchi-Ricci

asilo

E’ iniziato l’anno scolastico 2012/2013 ed è tempo di inserimenti, non soltanto per i nuovi piccoli e per le loro famiglie che iniziano a percorrere insieme i primi passi all’interno della realtà scolastica della Scuola Macchi Ricci, ma anche per la nuova Direttrice, Suor Luigia Poglia-ni, che, da poco arrivata a Samarate, si è subito sentita a casa, perché questo è lo spirito di questa scuola: creare una gran-de famiglia che opera nella stessa direzio-ne, per il bene dei nostri bambini. Questa corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia, per essere effettiva, necessita di una costante ed intensa relazione tra l’istituzione scolastica e la famiglia. E così le famiglie sono state accolte con una prima riunione informativa in cui è stata presentata la nuova Direttrice, la Scuola, le insegnanti di sezione e il personale au-siliario che accompagnerà tutte le attività dei bambini ed i momenti di condivisione all’interno della scuola.Il 2 ottobre abbiamo festeggiato la festa

dei nonni e degli Angeli Custodi e, per l’occasione, ci siamo trovati in Chiesa per un breve momento di preghiera e di festa. E’ stato bellissimo vedere questi piccoli, così ordinati e silenziosi, entrare in Chie-sa, sedersi davanti all’altare ed essere tanto attenti. E’ seguita poi una merenda nel cortile della scuola.Ed il medesimo spirito ha animato la fe-sta dell’accoglienza di sabato 6 ottobre, organizzata proprio per accogliere i bimbi piccoli, che sono entrati a far parte del-la scuola per la prima volta, con le loro famiglie!! I genitori hanno allestito un arco simbolico attraverso il quale è av-venuto il passaggio delle nuove famiglie all’interno della realtà scolastica. I bimbi hanno intrattenuto i presenti con canti e giochi e non dimentichiamo il “Girotondo dell’Amicizia” quale augurio per un inizio positivo dell’anno scolastico. E poi tutti a fare la tradizionale merenda con le squisitezze preparate dalle mam-me, anche perché non dimentichiamo che

il tema dell’anno sco-lastico è il “Trenino Golosino”, che porterà i bambini alla scoper-ta di Nutrilandia per conoscere i vari ali-menti ed imparare ad assaggiarli.Questa programma-zione ha orientato le scelte dei laboratori di intersezione ed infat-ti, spiando nelle clas-si mentre i bambini

Page 22: la Speranza - 01

22 - la Speranza

sono all’opera, si può notare il laboratorio d’Arte con la maestra Laura, riservato ai bambini grandi, che è partito all’insegna della scoperta dei colori, primari e secon-dari, e così il punto, la linea, il ritmo, fino a scoprire la tridimensione con l’elabora-zione di un progetto che i bambini hanno portato a compimento (una scatoletta sal-vadanaio). Nel corso di questo laboratorio i bambini hanno avuto la possibilità di acquisire competenze creative, attraver-so l’espressività artistica.Da qui si passa al laboratorio di Musi-ca, dei mezzani, dove Ilaria solitamente chiede ai bambini di disporsi in cerchio e di sdraiarsi e, in penombra, insegna loro a rilassarsi ascoltando una canzone ac-compagnata da giochi di immaginazione creativa e motòri. Segue poi un approccio ai primi rudimentali strumenti musicali, che sono i bambini stessi a realizzare, po-nendo le basi per lo sviluppo di una sen-sibilità musicale che potrà evolversi nel tempo. E così nel labora-torio conclusivo di questo primo percorso, ogni bam-bino ha costruito le pro-prie maracas, utilizzando il materiale che preferiva: pasta, lenticchie, mais, ce-reali, fagioli…perché Ila-ria insegna che ad ognuno di esso corrisponde un ru-more diverso.Nel frattempo nella sezio-ne arancione la maestra Antonella sta intrattenen-do i bambini mezzani con il laboratorio di manipola-zione creativa, dove i bim-bi vengono messi di fronte alle materie prime per sco-prire il piacere e il gusto dell’esperienza creativa,

a “pensare con le mani”, costruendo og-getti e combinando in maniera originale materiali e strumenti della quotidianità. Nel corso di questo laboratorio vengono proposte varie tipologie di manipolazioni, con la pasta di sale, la schiuma, travasi di materiali vari, realizzazioni di oggetti di svariate tipologie quali calamite o fan-tastiche stelline decorate con i brillantini, completate con un’adeguata colorazione dell’oggetto così ottenuto. Nella scuola dell’infanzia le attività di manipolazione rappresentano un’occasione di scoperta e sperimentazione in cui ciascun bambino può esprimere la propria creatività.La maestra Ivonne si occupa del laborato-rio di cucina creativa, riservato ai bimbi grandi, dove i piccoli chef si sono imbat-tuti nella preparazione dei manicaretti più sfiziosi: marmellata di mele, biscotti dell’amicizia, spiedini di frutta, pizzette all’origano, palline arlecchino. I bambini hanno curato le singole ricette dalla pre-

Page 23: la Speranza - 01

la Speranza - 23

parazione degli ingredienti (che qualche volta invece di arrivare alla scodella fini-vano inspiegabilmente in bocca) fino alla loro cottura! E infine hanno realizzato un vero libro delle ricette preparate da loro stessi durante i laboratori. Il Laboratorio di cucina creativa dei mez-zani è affidato a Suor Marisa, che ha trasformato la sezione gialla in una vera cucina di delizie: torte di mele, torta Re-gina, spiedini di frutta, spremuta e, per finire, fette biscottate con crema di nu-tella e amaretti, che i bambini hanno tri-tato con le loro manine e mescolato con nutella e latte per poi spalmare il tutto sulla fetta ai cereali. Una vera bontà che hanno poi portato a casa da mamma e papà. Manipolare e pasticciare è una del-le attività più divertenti per un bambino, che può così sperimentare direttamente le caratteristiche dei materiali e usare autonomamente gli strumenti: toccare, mescolare, sbattere, stendere, lisciare, arrotolare, fiutare, assaggiare.E si conclude con il laboratorio d’inglese, dove la maestra Anna introduce ai gran-di alcuni basilari elementi della lingua inglese, a volte attraverso simpatiche canzoncine che insegnano ai bambini a memorizzare i numeri, i colori, ed alcu-ne espressioni per presentarsi e salutare. Il laboratorio vuole stimolare e favorire l’avvicinamento del bambino alla lingua inglese in modo piacevole e divertente.Tutte le attività sopra descritte, che verranno riproposte nel corso dell’anno, consentendo ai vari gruppi di alternarsi, hanno impegnato i bambini in un lavoro comune, che ha cercato di educarli alla condivisione di intenti, che li ha fatti in-contrare, ampliando il numero delle rela-zioni interpersonali, esperienze e figure di riferimento, che ha cercato di offrire loro l’opportunità di lavorare al meglio.

Molto gradita ai bimbi è stata la visita al mercato di Samarate, dove hanno potuto girare entusiasti tra le varie bancarelle per ammirare gli articoli esposti e per-fino acquistare alcuni generi alimenta-ri. E’ stato bello notare la curiosità che quest’esperienza ha ingenerato nei nostri bambini, che hanno avuto modo di cono-scere in modo più approfondito determi-nati alimenti che spesso si trovano nel piatto già preparati e quindi irriconosci-bili rispetto alla forma originaria.E ora, sospese le attività, si comincia la preparazione al Natale. I papà hanno ini-ziato l’allestimento e la realizzazione del tradizionale Presepe, sia all’interno della Scuola che all’esterno. Le mamme, inve-ce, in un clima allegro e operoso hanno realizzato degli oggetti posti in vendita al mercatino di Natale che si è tenuto il 2 dicembre in Piazza Italia, dove i nostri bambini hanno potuto imbucare la lette-rina per Babbo Natale. E’ davvero enco-miabile l’impegno che i genitori manife-stano in queste iniziative, anche perché, diciamolo, è veramente faticoso, quando si ha una famiglia, trovare la forza per uscire di sera dopo cena, dopo una gior-nata di lavoro, magari particolarmente impegnativa e per di più... fa freddo!!! Ma la coinvolgente atmosfera che si crea ogni volta è capace di far dimenticare tutte le fatiche e i malumori. Per questo motivo si spera che il numero dei genitori che avranno voglia, forza e ...anche un po’ di coraggio, per intervenire in queste impre-se sia sempre in aumento! Perché è così che ci si avvicina alla realtà scolastica che abbiamo scelto per i nostri bambini, è così che il nostro mondo si fonde al loro, per-ché se c’è una cosa che si impara entran-do alla scuola dell’Infanzia Macchi Ricci è che la scuola non si frequenta, si vive!

Mamma Francesca

Page 24: la Speranza - 01

24 - la Speranza

Che rumore fa la felicità

oratori

“Insieme, la vita lo sai bene ti viene come viene, ma brucia nelle vene, e viverla in-sieme, è un brivido, è una cura, serenità e paura, coraggio ed avventura, da vive-re insieme, insieme, insieme a Te.” E’ con questa canzone dei “Negrita” che è cominciata la nostra giornata di riti-ro.Per noi adolescenti e diciottenni della comunità pastorale “Maria Madre della Speranza”, l’11 novembre è stata una giornata speciale.Le occasioni per parlare di ciò che ci rende davvero felici sono sempre più rare, le giornate sono troppo corte e piene di impegni per poter soffermarsi a pensare, a riflettere, e quindi questo ritiro è stato davvero utile, un po’ come mettere in pausa la nostra vita e pen-sare, senza preoccupazioni. Abbiamo vuotato la testa e riempito il cuore.I punti di riflessione sono stati tanti e

ognuno ci ha insegnato qualcosa di di-verso.La canzone dei Negrita ci ha insegnato che la vita non è sempre come voglia-mo, ma che “viene come viene” e che la cosa più importante è viverla, insieme agli amici, alla famiglia e soprattutto insieme a Lui. Il brano dal Vangelo di Giovanni e il salmo 139 ci hanno ricordato che siamo un po’ tutti come la samaritana: abbia-mo tutti bisogno dell’Acqua Viva.Don Tonino Bello ci ha fatto capire che il Signore non può risolvere i nostri pro-blemi, ma può dare un senso a questi, orientarci, perché ci indica sempre dov’è la Sua fontana e soprattutto che la feli-cità corre come il vento, non si può fer-mare e, a volte, la paura che svanisca la fa andare via più in fretta.Tutto ciò che abbiamo capito in questa giornata di ritiro è riassunto in queste

Page 25: la Speranza - 01

la Speranza - 25

parole di Giovanni Paolo II: “E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fra-terna. E’ Lui!”. E allora dovremmo im-parare tutti ad uscire dalla mediocrità, a vivere non come ci insegna la massa, ma come ci insegna Lui, perché è Lui stesso che, da dentro il nostro cuore, ci spinge ad essere un capolavoro.Ringrazio tutti gli educatori per il la-voro che hanno fatto per noi, terremo questa giornata nel nostro cuore.Grazie!

Che rumore fa la felicità

La felicità ha il rumore dei sorrisi.La felicità ha il rumore di un bacio.La felicità ha il rumore di un abbraccio.La felicità ha il rumore di un pianto di un bimbo in braccio alla sua mamma.La felicità ha il rumore dei passi di chi stiamo aspettando.La felicità ha il rumore di un canto, per gioire, per lodare, per pregare, per ridere.La felicità ha il profumo della primavera, con gli alberi che nutrono i fiori.La felicità ha il profumo del Natale, con le luci, gli addobbi e l’attesa di Qualcuno di grande.La felicità ha il profumo del sudore, versato per qualcosa in cui crediamo nel profondo del cuore.La felicità è quello che cerchiamo davvero.

Serena Collini

8 dicembre festa dell’adesione

In occasione della festa dell’adesione noi, soci di Azione Cattolica, ci siamo chiesti come vivere intensamente l’oggi con la nostra associazione, rendendola vicina a tutti coloro che desiderano con-dividere il nostro cammino formativo.Il Cardinale Martini, in occasione dell’as-semblea elettiva del febbraio 2002 di-ceva: “Due aspetti mi stanno a cuore per quanto riguarda l’Azione Cattolica. Innanzitutto il fatto che è l’unica realtà laicale che professa una dedicazione permanente, di carattere direi definitivo, al servizio della Chiesa in quanto tale. Un secondo aspetto importante che ne deriva è che proprio per la dedicazione personale e permanente sono necessari i momenti formativi. Anzitutto raccoman-do la preghiera – liturgica e personale – vissuta in maniera intensa e costante, per poterla esprimere nella quotidianità. Non si tratta solo di ascoltare delle con-ferenze o alcuni momenti di catechesi. Se c’è l’impegno personale, c’è il laico formato che sa esprimere le sue scel-te, che sa portarsi in maniera giusta nei diversi campi di azione sia nella Chiesa che nella società. Da un laico formato così, nascono poi delle scelte sociali, ci-vili, culturali, politiche, economiche rette e giuste, delle scelte secondo il Vange-lo.”L’Azione Cattolica è il luogo dove ognu-no può interpretare le domande vere e profonde che porta dentro di sé con l’aiuto reciproco affidandosi allo Spirito di Dio che ci guida nel nostro cammino di fede.

Page 26: la Speranza - 01

26 - la Speranza

Nel messaggio per la Giornata Mis-sionaria Mondiale, il Papa Benedetto XVI ci richiama all’impegno missiona-rio con le parole di San Paolo: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!”. (1Cor 9,16).Questa parola risuona con forza per ogni cristiano e per ogni comunità cristiana in tutti i continenti. Anche per le Chiese nei territori di missione, Chiese per lo più giovani, spesso di recente fondazione, la missionarietà è diventata una dimensione connatu-rale, anche se esse stesse hanno anco-ra bisogno di missionari.Tanti sacerdoti, religiosi e religiose, da ogni parte del mondo, numerosi laici e addirittura intere famiglie la-sciano i propri Paesi, le proprie co-munità locali e si recano presso altre Chiese per testimoniare e annunciare il Nome di Cristo, nel quale l’umanità trova la salvezza.La nostra comunità è stata generosa, donando preti e laici per una espe-rienza missionaria.Alcuni sono già rientrati con l’impe-gno di proseguire la missione qui nel-la nostra comunità, altri sono ancora in terre lontane e, attraverso la loro testimonianza, sono per la nostra vita provocazione ed occasione di riflessio-ne. Per questo motivo vogliamo ricordarli e sostenerli con il nostro aiuto spiri-tuale e materiale e soprattutto rin-graziare il Signore per questo dono.

Padre Giuseppe Pierantonimissionario Saveriano, ordinato sacer-dote il 27.9.1970Da quarantun anni svolge la sua mis-sione in Indonesia.(il suo indirizzo postale: Pastoran Katolik Jl. Sudirman 50Padang 25129 Indonesia)

Padre Michelangelo Malesanida circa quarantacinque anni risiede nella diocesi di Canelones a Montes e Migues in Uruguay, è una diocesi molto povera.(il suo indirizzo di posta elettronica: [email protected])

Padre Dario Bossimissionario comboniano ad Açailândia, in Brasile, da cinque anni dopo sei anni passati a Padova e altri quattro a San Paolo.

I nostri missionari nel mondo

GrUPPo missioNario

Page 27: la Speranza - 01

la Speranza - 27

Valentina e Marco Rattiin partenza per il Brasile nella Comu-nità Comboniana di Açailândia con Pa-dre Dario.

Padre Adriano Tararanmissionario Camiliano da quarantacin-que anni a Bogotà, Colombia. Impegna-to per l’umanizzazione della salute.

Marco Piantanidada qualche mese nella comunità Sale-siana della Missione Kidane Mehret di Adwa, Etiopia.

Anna Lucia Grassimissionaria OVCI “La nostra famiglia”, da tredici anni a Santana, nell’Amapà, Brasile.OVCI è una ONG apartitica che realizza progetti di cooperazione allo sviluppo a favore di persone - prevalentemente in età evolutiva - in situazioni di disagio sociale e disabilità.(il suo indirizzo di posta elettronica: [email protected])

Franca Cattorinimissionaria OVCI “La nostra famiglia”, da sette anni a Juba, Sud Sudan.(il suo indirizzo di posta elettronica:[email protected])

Franca è la prima a destra

Page 28: la Speranza - 01

Si legge in un racconto che un giorno Gesù tornò visibilmente sulla terra:era Natale e c’erano molti bambini riuniti per una festa. Gesù sipresentò in mezzo a loro che lo riconobbero e lo acclamarono.

Poi uno di loro cominciò achiedere che dono Gesù avesseportato e a poco a poco tutti i bambinigli chiesero dove fossero i doni.Gesù allargava le braccia.

Finalmente un bambino disse:“Vedete che non ci ha portato niente? Allora è vero ciò che dice mio padre:che la religione non serve a niente, non cidà niente, non ha nessun regalo per noi!” Ma un altro bambino replicò: “Gesù, allargando le braccia, vuol dire che ci porta se stesso, che è lui il dono, è lui che si dona a noi come un fratello, come Figlio di Dio per farci tutti figli di Dio come lo è lui”.

Racconto di Natale (C.M. Martini)

Auguri di buon Nataleda tutti i sacerdoti della comunità.