La sintesi neoclassica: culmine e superamento nel contributo di patinkin

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La sintesi neoclassica Culmine e superamento nel contributo di Patinkin Università degli studi di Bergamo 15 dicembre 2008 Matteo Foiadelli e Luca Bertasa

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Patinkin's contribution to the neoclassical synthesis. The presentation is part of the course of "Storia del pensiero economico" with professors Riccardo Bellofiore and Stefano Lucarelli. December 2008.

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La sintesi neoclassica Culmine e superamento nel contributo

di Patinkin

Università degli studi di Bergamo15 dicembre 2008

Matteo Foiadelli e Luca Bertasa

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La sintesi neoclassica

� La sintesi neoclassica è la teoria economica dominante negli anni ’50-’60 che tenta di inserire il contributo di Keynes in un modello di equilibrio economico generale.

� Alcuni tra gli autori principali sono: Hicks, Harrod e Meade in Inghilterra; Lange, Modigliani, Patinkin, Hansen, Klein, Samuelson e Tobin negli Stati Uniti.

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La sintesi neoclassica

� L’intento è quello di elaborare uno schema formale per analizzare le questioni che dalla Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta di Keynes costituiscono l’oggetto principale della macroeconomia:macroeconomia:� Occupazione

� Influenza della moneta sulle variabili reali e sull’interesse

� Rapporto tra saggio di interesse e investimenti

� Rapporto tra prezzi, salari e occupazione

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La sintesi neoclassica

� I modelli sono caratterizzati da una struttura formale di equilibrio economico generale di tipo Walrasianocon mercati distinti ma interdipendenti

� Matematicamente l’equilibrio del sistema è dato dalla soluzione simultanea di tutte le equazionisoluzione simultanea di tutte le equazioni

� Un esempio è il modello di Modigliani del 1963 a 4 beni (merce omogenea, forza lavoro, moneta, obbligazione) e 4 mercati (Mercato dei beni, mercato del lavoro, mercato della moneta, mercato delle obbligazioni)

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La sintesi neoclassica

� Vengono riprese in considerazione le 5 ipotesi classiche:� Informazione Perfetta� Razionalità (quindi assenza di illusione monetaria)� Aspettative sui prezzi sempre realizzate� Assenza di attriti o rigidità � La AD non varia al variare della distribuzione della ricchezza tra i � La AD non varia al variare della distribuzione della ricchezza tra i

soggetti� Se valgono le ipotesi si ha eq. di piena occupazione� Se almeno una ip. non vale si ha eq. di non piena

occupazione (teoria keynesiana)� La sintesi neoclassica riduce in qualche modo il contributo

di Keynes alla presenza di imperfezioni nel mercato

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La sintesi neoclassica:Aggiustamento del mercato

� Situazione iniziale: salario e tassi di interesse superiori a quelli naturali determinano un eccesso di Nd e una insufficienza di AD.

� Processo di aggiustamento:

W↓ W/P↓ Nd↑ Y↑ AS>AD P↓ Ms/P↑ i↓ I↑ Y↑ W↓ W/P↓ Nd↑ Y↑ AS>AD P↓ Ms/P↑ i↓ I↑ Y↑ AD↑

� Situazione finale: P↓ W↓ u↓ Y↑ i↓ � Nel processo sono presenti elementi della teoria

classica (W e P flessibili, Processo deflazionistico) ed elementi keynesiani (Moltiplicatore, rapporto tra variabili monetarie e reali)

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Il contributo Keynesiano

La sintesi neoclassica individua tre casi particolari in cui ha validità la teoria keynesiana:

� Rigidità del salario monetario verso il basso

� Insensibilità degli investimenti al tasso di interesse � Insensibilità degli investimenti al tasso di interesse (IS rigida)

� Trappola della liquidità

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Il contributo Keynesiano:Rigidità del salario monetario

� Se W/P è maggiore di W/P di eq. nel sistema abbiamo disoccupazione involontaria

� L’unico modo per tornare in eq. dato Ŵ è un aumento dei prezzi

� Utilità della politica monetaria espansiva:Ms/P↑ i↓ AD↑ P↑ W/P↓ N↑ Y↑Ms/P↑ i↓ AD↑ P↑ W/P↓ N↑ Y↑

� Nel breve periodo la disoccupazione è quindi dovuta essenzialmente a disturbi monetari che incidono sia nel mercato del lavoro (Salario reale) sia nel mercato dei beni (Livello del saggio dell’interesse)

� Nel lungo periodo in linea teorica è sempre possibile il riequilibrio automatico del sistema

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Inefficacia della politica monetaria:IS rigida

� In particolari condizioni la domanda di investimenti è inelastica al tasso di inelastica al tasso di interesse quindi la curva IS risulta verticale e conseguentemente risulta verticale anche la AD.

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Inefficacia della politica monetaria:IS rigida

� Quando il mondo economico è pervaso dall’incertezza il pessimismo dei soggetti prevale sul basso costo del prendere a prestito denaro determinato dal livello dell’interesse.� Il timore di perdite reali frena le decisioni di investimento

anche in presenza di bassi tassi di interesse

� Il processo di aggiustamento verso l’equilibrio descritto in precedenza si interrompe. Il sistema (senza una politica fiscale espansiva) permane in una situazione di insufficienza di domanda.

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Inefficacia della politica monetaria:Trappola della liquidità

� Quando ci si trova lungo il tratto orizzontale della curva LM il saggio di interesse è di interesse è “rigido” conseguentemente la curva AD risulta essere verticale

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Inefficacia della politica monetaria:Trappola della liquidità

� In presenza di un saggio di interesse inferiore all’interesse critico del sistema i soggetti, attendendosi un suo aumento e quindi perdite in conto

capitale, preferiscono detenere qualsiasi

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detenere qualsiasi quantità aggiuntiva di moneta sottoforma di liquidità.

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Problematiche lasciate in eredità

La sintesi neoclassica lascia in eredità al pensiero economico successivo tre principali problematiche:

� Nozione di equilibrio di disoccupazione � Nozione di equilibrio di disoccupazione

� Integrazione tra teoria monetaria e teoria del valore

� Ipotesi di rigidità del salario monetario

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Equilibrio di disoccupazione

� Equilibrio di disoccupazione: tutti i mercati tranne il mercato del lavoro sono in equilibrio (economia bloccata)

� Mercato dei beni: uguaglianza fra AD e AS (anche se non al livello di piena occupazione) → Non si crea pressione

� Mercato della produzione: uguaglianza fra MR e MC (costo del lavoro Ŵ) → Non si crea pressione

� Mercato della produzione: uguaglianza fra MR e MC (costo del lavoro Ŵ) → Non si crea pressione

� Mercato del lavoro: � Imprese in equilibrio� I lavoratori disoccupati non possono comunicare alle imprese il bisogno di

lavorare anche a un salario inferiore (Rigido per ipotesi)

� N.B. Come nella teoria walrasiana si assume che i prezzi siano l’unico mezzo con cui i soggetti economici possano comunicare nel mercato

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Equilibrio di disoccupazione

Rileviamo due aspetti:

� Ruolo dell’informazione nello spiegare il mancato raggiungimento della posizione di equilibrio� Da questo aspetto prende inizio l’analisi di nuovi indirizzi � Da questo aspetto prende inizio l’analisi di nuovi indirizzi

teorici (Economia dell’informazione)

� La definizione di equilibrio economico generale� Questo aspetto viene ripreso da Patinkin

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Integrazione tra teoria monetaria e teoria del valore

� Teorie prekeynesiane: L’interesse ha origine reale (incontro di domanda e offerta di risparmio)

� Teoria keynesiana: L’interesse ha origine monetaria (costo opportunità di detenere moneta)(costo opportunità di detenere moneta)

� Sir. J.R.Hicks: Il tasso di interesse costituisce il legame necessario tra moneta e investimenti, ossia tra il settore monetario e reale dell’economia (La moneta non è neutrale)

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Integrazione tra teoria monetaria e teoria del valore

� Questo legame agisce in una duplice direzione da un settore all’altro: ∆M → ∆i → ∆I → ∆AD → ∆Y,N ↔ ∆Y → ∆M → ∆i

i è determinato ed è determinante di Y� Sintesi neoclassica: l’interesse è determinato

congiuntamente dalle equazioni che rappresentano il mercato reale e dalle equazioni che rappresentano il mercato monetario (viene superata la dicotomia classica)

� Sorge il problema di come sia possibile inserire significativamente la moneta nel modello walrasiano� Questo aspetto viene ripreso da Patinkin

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Rigidità del salario monetario

� Il meccanismo di aggiustamento con salari fissi verso l’equilibrio di piena occupazione agisce attraverso un processo inflazionistico� Critica di Friedman e del monetarismo

� E’ essenziale l’ipotesi di rigidità. Se vi fossero salari flessibili non servirebbe un’espansione monetaria, ma d’altro lato un aumento del salario monetario pari ai prezzi annullerebbe qualsiasi effetto reale delle politiche monetarie espansive� Critica di Friedman e del monetarismo

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Rigidità del salario monetario:Alcune osservazioni critiche

� Il contributo keynesiano non può essere ridotto all’ipotesi di rigidità del salario monetario che peraltro ha origini prekeynesiane

� La sintesi neoclassica non indaga le ragioni della La sintesi neoclassica non indaga le ragioni della rigidità ma si sofferma quasi esclusivamente sulle conseguenze (l’unico accenno di spiegazione sono eventuali imperfezioni di mercato quali ad es. i sindacati)

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Rigidità del salario monetario:Alcune osservazioni critiche

� Si pone il problema se sia possibile ipotizzare il salario monetario fisso e i prezzi variabili

� Si pone il problema di quali condizioni debbano venire soddisfatte per il raggiungimento automatico venire soddisfatte per il raggiungimento automatico dell’equilibrio in presenza di prezzi flessibili� Questo aspetto viene ripreso da Patinkin

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Il contributo di Patinkin

� Il massimo contributo di Patinkin si ritrova in Money, Interest, and Prices: An Integration of Monetary and Value Theory (1956) opera che segna il culmine e al contempo il superamento della sintesi neoclassica

� In particolare nell’opera:� Pone l’attenzione sull’integrazione tra settore reale e

monetario

� Tenta di spiegare la presenza di disoccupazione in un’economia monetaria

� Critica la nozione di equilibrio di non piena occupazione

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Il real balance effect

� Le teorie classica, keynesiana e della sintesi non hanno tenuto conto a sufficienza delle dotazioni monetarie iniziali dei soggetti

� Patinkin comprende nella ricchezza dell’individuo oltre a beni e servizi le scorte liquide reali, oltre a beni e servizi le scorte liquide reali, introducendo così il concetto di real balance effect

� Il funzionamento di questo meccanismo (come già suggerito da Pigou) consiste in una variazione del livello dei prezzi, la quale aumentando le scorte monetarie reali si ripercuote sulla domanda aggregata attraverso un effetto ricchezza

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Le tesi di Patinkin

L’introduzione del real balance effect ha una duplice ripercussione:� Sulla teoria dell’equilibrio economico generale in quanto

elimina la dicotomia tra settore reale e monetario (prezzi relativi e assoluti non possono determinarsi relativi e assoluti non possono determinarsi indipendentemente)

� Sulla teoria della sintesi neoclassica in quanto introduce uno strumento di aggiustamento verso l’equilibrio alternativo al tasso di interesse � Sembra possibile superare gli ostacoli dovuti ad un’eventuale

rigidità del saggio di interesse

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Critica alla teoria classica

� Per la teoria classica una qualsiasi variazione dei prezzi proporzionale per tutti i beni non altera l’equilibrio reale del sistema

� Per la legge di Walrasse tutti i mercati del settore Per la legge di Walrasse tutti i mercati del settore reale sono in equilibrio, anche il mercato della moneta deve esserlo

� Non esiste quindi un unico livello assoluto dei prezzi che determina l’equilibrio, pertanto la teoria monetaria risulta infondata

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Critica alla teoria classica

� Patinkin inserisce le quantità reali di moneta tra i dati del suo modello di equilibrio economico generale

� I prezzi relativi e assoluti vengono determinati simultaneamente, come risultato delle equazioni

� La domanda dei beni viene quindi a dipendere anche � La domanda dei beni viene quindi a dipendere anche dalle quantità monetarie iniziali

� Con l’introduzione del real balance effect si ottiene quella connessione tra i mercati reali e monetari, che era sempre stata assente nei modelli di equilibrio economico generale

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Critica alla teoria classica: La contraddizione di Patinkin

Vengono distinte due forme di economia:

� In un’economia di baratto gli scambi tra un bene e l’altro avvengono simultaneamente; non esiste moneta � Non può esistere il real balance effect

� In un economia monetaria gli scambi tra un bene e l’altro possono avvenire anche in momenti diversi; la moneta è un concreto mezzo di scambio, di pagamento ed è riserva di valore (Scudo contro l’incertezza)� Solo in una economia monetaria può esistere il real balance

effect

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Critica alla teoria classica: La contraddizione di Patinkin

� La moneta in quanto riserva di valore è frutto dell’incertezza � L’equilibrio economico generale è un modello basato sulla

presenza di mercati completi à la Arrow-Debreu e totale assenza di incertezza; la moneta torna ad essere assenza di incertezza; la moneta torna ad essere inessenziale

� Anche matematicamente è sempre possibile ottenere una soluzione di equilibrio non monetaria in cui il prezzo della moneta risulta pari a zero

� La contraddizione di Patinkin consiste nel tentativo di inserire la moneta in una economia di baratto

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Critica alla teoria classica:La neutralità della moneta…

� Patinkin riafferma la validità della proposizione classica di neutralità della moneta� Il real balance effect diventa il tramite tra l’aumento della

quantità di moneta e l’aumento del livello dei prezzi:

M↑ M/P↑ AD↑ P↑ M/P↓ (torna al valore iniziale)M↑ M/P↑ AD↑ P↑ M/P↓ (torna al valore iniziale)

� Affinché una variazione monetaria non produca effetti reali, occorre che le disponibilità monetarie dei soggetti economici siano tutte variate esattamente nella stessa proporzione, così da non alterare le dotazioni iniziali che determinavano l’equilibrio

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Critica alla sintesi neoclassica:

� Riguardo all’analisi della disoccupazione in un’economia monetaria, individua un meccanismo automatico di aggiustamento verso il pieno impiego (effetto Pigou) basato su due elementi:(effetto Pigou) basato su due elementi:� Interdipendenza tra settore reale e monetario, quindi

influenza del real balance effect sulla domanda aggregata

� Interdipendenza tra mercato dei beni e del lavoro, e supplyside in quanto causa del real balance effect

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Critica alla sintesi neoclassica

� Il meccanismo di aggiustamento dell’effetto Pigou:� Caduta della AD (per effetto, ad esempio di una caduta

degli investimenti)� Nel mercato dei beni si ha una diminuzione del livello dei

prezzi dovuta ad un eccesso di ASprezzi dovuta ad un eccesso di AS� Nel mercato del lavoro le imprese riducono Nd provocando

disoccupazione involontaria e in seguito una caduta dei salari monetari

� Il real balance effect sostiene la AD che a sua volta trascina la AS fino al ritorno di un equilibrio di pieno impiego

� L’unica differenza sono i livelli dei prezzi monetari e dei salari monetari più bassi

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Critica alla sintesi neoclassica

� Il meccanismo presenta due caratteristiche:� Automaticità: non richiede un intervento di politica

economica (laissez faire)

� Efficacia diretta sulla domanda aggregata senza intermediazione del saggio di interesseintermediazione del saggio di interesse� Vengono superati gli ostacoli posti da eventuali rigidità di i

� Apparentemente l’unico problema rimasto risulta essere la rigidità salariale

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Critica alla sintesi neoclassica

� In realtà il meccanismo presenta dei limiti in parte accolti dallo stesso Patinkin� Il processo automatico può essere troppo debole e perverso,

risultano perciò necessarie politiche keynesiane

� Si fonda su due ipotesi soggette a critiche: � Flessibilità dei prezzi � Assenza di effetti distributivi

� Non si può escludere il ruolo dell’incertezza e delle aspettative

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Critica alla sintesi neoclassica:Prezzi flessibili

� Esistono due diverse interpretazioni della flessibilità dei prezzi:� Per i classici la flessibilità riguarda i prezzi relativi

� La disoccupazione è dovuta a un salario reale (prezzo relativo della forza-lavoro) troppo elevato. Il rimedio consiste nel ridurre il forza-lavoro) troppo elevato. Il rimedio consiste nel ridurre il salario monetario senza una contemporanea riduzione dei prezzi assoluti.

� Per Patinkin la flessibilità riguarda i prezzi assoluti� La disoccupazione è dovuta ad una insufficienza di domanda

aggregata. La riduzione dei prezzi assoluti è quindi una necessità per l’innescarsi del real balance effect

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Critica alla sintesi neoclassica:Prezzi flessibili

� L’operare del real balance effect è valido sia in una situazione di salario flessibile che di salario vischioso� Perde rilevanza teorica il caso analizzato da Modigliani

� In ogni caso una rigidità assoluta dei prezzi e dei salari impedisce l’operare del real balance effect e il ritorno alla piena occupazione

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Critica alla sintesi neoclassica:Effetti distributivi

� Affinché il sistema possa raggiungere l’equilibrio, non vi devono essere effetti distributivi (ad esempio nei rapporti di debito – credito)� Ma la presenza di effetti distributivi è una conseguenza � Ma la presenza di effetti distributivi è una conseguenza

diretta del carattere monetario dell’economia

� L’esistenza di un equilibrio di natura reale è dimostrabile solo in assenza di moneta (Arrow-Debreu); ma allora non vi è neanche il real balance effect

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Critica alla sintesi neoclassica:Deflazione e incertezza

� In un periodo di deflazione i soggetti aspettandosi un ulteriore calo del livello dei prezzi per il futuro possono decidere di rinviare consumi e investimenti.

� In una situazione di incertezza i soggetti possono � In una situazione di incertezza i soggetti possono avere una preferenza assoluta per la liquidità tale da indurli ad accrescere le loro scorte liquide reali� Non viene dunque innescato il meccanismo del real balance

effect che secondo Patinkin potrebbe riportare il sistema all’equilibrio

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Conclusioni

Al termine della trattazione si individuano due filoni di indagine volti alla soluzione dei seguenti problemi:

� Quale sia la reale portata del contributo keynesiano � Quale sia la reale portata del contributo keynesiano

� Adeguatezza del modello walrasiano per microfondare la macroeconomia di derivazione keynesiana

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Conclusioni

� La critica keynesiana non può essere ricondotta unicamente ad un’imperfezione di mercato quale la rigidità del salario monetario� Come visto in precedenza la sola flessibilità di prezzi e

salari non basta al raggiungimento dell’equilibrio di piena salari non basta al raggiungimento dell’equilibrio di piena occupazione

� L’analisi degli economisti post-keynesiani riprenderà altri e ben più rilevanti contributi della teoria keynesiana

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Conclusioni� La seconda critica riguarda la definizione stessa di

equilibrio di disoccupazione, infatti all’interno di un modello di EEG la disoccupazione non è possibile data la condizione di market clearingin tutti i mercati� Lo stesso Patinkin precisa come “equilibrio significa piena

occupazione, o, in modo del tutto equivalente, disoccupazione significa disequilibrio”

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significa disequilibrio”� Il disequilibrio è presente anche in forma dinamica come

continuo mutare di prezzi, salari e livello di disoccupazione. Questo concetto è assolutamente estraneo al modello Walrasiano (statico) al punto di mettere in discussione l’adeguatezza stessa del modello per microfondare la microeconomia di derivazione keynesiana

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Conclusioni

� Un principio di analisi microeconomica deriva invece dall’origine e dalle cause del disequilibrio macroeconomico che vengono individuate nelle decisioni di consumo e investimento prese dagli individui.� Tali decisioni non sono infatti un immediata risposta ai segnali di � Tali decisioni non sono infatti un immediata risposta ai segnali di

mercato ma sono pervase da un’incertezza che rende i soggetti restii a modificare le loro abitudini.

� Di qui prendono il via una serie di studi che conducono alla formulazione di modelli macroeconomici non walrasiani e ai modelli del disequilibrio

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