LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (II)...

1
a cura di Maria Ida P. Gulletta Erice 12-16 ottobre 2006 SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (II) L‛ISOLA DEGLI DEI Sicilia terra di Empedocle, mago e astronomo che definisce la natura divina degli elementi: questi prendono corpo sullo sfondo delle mappe dando vita ad un microcosmo di figure allegoriche e protagonisti della mitologia divenuti dal ‘500 elementi di un lessico di immagini, riconoscibili e riutilizzabili in tutte le loro varianti. Per onorare la vittoria degli Austriaci sui Piemontesi, accanto allo stemma imperiale ed alla pianta di Messina, caduta nel 1719, il cartografo M. Seutter inserisce il riferimento alla lotta più antica che la mitologia ricordi per la storia di Sicilia: Eracle, ben individuato dagli attributi classici di clava e leonté, calpesta un personaggio sconfitto, forse il precedente signore dell‛isola, Erice figlio di Bute e Afrodite, primo ostacolo incontrato dall‛eroe nel suo percorso di conquista e civilizzazione (fig. 1). Il “Typus Siciliae Veteris”, di Ortelius, nella sua acuta elaborazione di fonti classiche per la localizzazione dei toponimi, è tra le carte più riprodotte fino a tutto il ‘700: una di queste è opera di J. Jansson, olandese (fig. 2) che modifica i cartigli introducendo il tipo di Posidone con cocchio trainato da mostri marini; mancava nella carta di Ortelius anche la definizione dell‛isola come Trinacria, con l‛orientamento dei suoi tre promontori ed il grossolano errore su “Pachino, versus Occidentem”, che potrebbe tuttavia attribuirsi all‛incisore A. Goos. Tritoni sorreggono l‛elegante cartiglio voluto dall‛ingegnere militare A. Manneson Mallet per la sua riproduzione dell‛isola poco accurata dal punto di vista scientifico, ma curiosa per essere dichiaratamente ispirata ai libri di viaggi e descrizioni antiquarie (fig. 3). Ancora varianti di figure marine, figure alate e di animali trainanti Posidone: un cavallo, con seguito di tritone per S. Bochart (fig. 4), un delfino con seguito di ondine e sirene per S. Schmettau (fig. 5): da osservare la ripresa dell‛elemento ornamentale in una mappa del catasto Borbonico, relativa al territorio di Calatabiano, dove sirena e tritone segnano gli estremi della scala metrica (fig. 6). La ripresa delle figure ornamentali da un lessico di immagini che comincia a formarsi verso la metà del ‘500 e 1. Matthias Seutter, 1725 2. Johannes Jansson, Amstelodami 1630 3. Allain Manesson Maillet, Paris 1683 4. Samuel Bochart, Lugduni Batavorum 1692 5. Samuel von Schmettau, Ms. 1721 6. Dal Catasto Borbonico del territorio di Calatabiano, XIX secolo. che utilizza richiami e strutture logiche per sollecitare l‛ ‘arte della memoria‛ e consentire il riconoscimento e la riutilizzazione è offerto dalla Sicilia dell‛olandese W. Blaeu: per la prima volta il cartiglio recante titolo e autore viene sostituito con la personificazione stessa della Sicilia nelle vesti di Cerere o Igea, su trono, con spighe e caduceo, appoggiata al vulcano (fig. 7); il tipo, ispirato ad una famosa opera dell‛epoca, l‛Iconologia di Cesare Ripa, viene ripreso con poche varianti da Jansson, famoso per la sua rivalità con la famiglia Blaeu sulla piazza di Amsterdam (fig. 8). Sicilia-Cerere/Igea, con i medesimi attributi proposti dal Ripa e presenti nelle due carte seicentesche ricompare nella carta di A. Daidone, famosa come primo esempio di carta prodotta e stampata in Sicilia oltre che per il supporto tecnico di studiosi locali, S. Negro cartografo e C. Ventimiglia, architetto (fig. 9). Vivace e riassuntivo del forte legame dell‛isola con i prodotti del mare e della terra è il cartiglio di una incisione del XVIII secolo, attribuita a 7. Willem & Joan Blaeu, 1640 8. Johannes Jansson 1640 9. Agatino Daidone, Palermo 10. Tobias Conrad Lotter, XVIII secolo M. Lotter, con Cerere, Posidone e Bacco che incorniciano la menzione del Regnum Siciliae; particolare evidenza, all‛interno della carta, è data all‛immagine del fuoco etneo, elemento naturale e tipo iconografico più caratterizzante (fig. 10).

Transcript of LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (II)...

Page 1: LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (II) …lsa.sns.it/dbsite_on_line//attachments.php?file... · LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA (II)

a cura diMaria Ida P. Gulletta

Erice 12-16 ottobre 2006

SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA

Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico

LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA

(II) L‛ISOLA DEGLI DEI

Sicilia terra di Empedocle, mago e astronomo che definisce la natura divina degli elementi: questi prendono corpo sullo sfondo delle mappe dando vita ad un microcosmo di figure allegoriche e protagonisti della mitologia divenuti dal ‘500 elementi di un lessico di immagini, riconoscibili e riutilizzabili in tutte le loro varianti.

Per onorare la vittoria degli Austriaci sui Piemontesi, accanto allo stemma imperiale ed alla pianta di Messina, caduta nel 1719, il cartografo M. Seutter inserisce il riferimento alla lotta più antica che la mitologia ricordi per la storia di Sicilia: Eracle, ben individuato dagli attributi classici di clava e leonté, calpesta un personaggio

sconfitto, forse il precedente signore dell‛isola, Erice figlio di Bute e Afrodite, primo ostacolo incontrato dall‛eroe nel suo percorso di conquista e civilizzazione (fig. 1).

Il “Typus Siciliae Veteris”, di Ortelius, nella sua acuta elaborazione di fonti classiche per la localizzazione dei toponimi, è tra le carte più riprodotte fino a tutto il ‘700: una di queste è opera di J. Jansson, olandese (fig. 2) che modifica i cartigli introducendo il tipo di Posidone con cocchio trainato da mostri marini; mancava nella carta di Ortelius anche la definizione dell‛isola come Trinacria, con l‛orientamento dei suoi tre promontori ed il grossolano errore su “Pachino, versus Occidentem”, che potrebbe tuttavia attribuirsi all‛incisore A. Goos. Tritoni sorreggono l‛elegante cartiglio voluto dall‛ingegnere militare A. Manneson Mallet per la sua riproduzione dell‛isola poco accurata dal punto di vista scientifico, ma curiosa per essere dichiaratamente ispirata ai libri di viaggi e descrizioni antiquarie (fig. 3). Ancora varianti di figure marine, figure alate e

di animali trainanti Posidone: un cavallo, con seguito di tritone per S. Bochart (fig. 4), un delfino con seguito di ondine e sirene per S. Schmettau (fig. 5): da osservare la ripresa dell‛elemento ornamentale in una mappa del catasto Borbonico, relativa al territorio di Calatabiano, dove sirena e tritone segnano gli estremi della scala metrica (fig. 6).

La ripresa delle figure ornamentali da un lessico di immagini che comincia a formarsi verso la metà del ‘500 e

1. Matthias Seutter, 17252. Johannes Jansson, Amstelodami 1630

3. Allain Manesson Maillet, Paris 16834. Samuel Bochart, Lugduni Batavorum 1692

5. Samuel von Schmettau, Ms. 1721

6. Dal Catasto Borbonico del territorio di Calatabiano, XIX secolo.

che utilizza richiami e strutture logiche per sollecitare l‛ ‘arte della memoria‛ e consentire il riconoscimento e la riutilizzazione è offerto dalla Sicilia dell‛olandese W. Blaeu: per la prima volta il cartiglio recante titolo e autore viene sostituito con la personificazione stessa della Sicilia nelle vesti di Cerere o Igea, su trono,

con spighe e caduceo, appoggiata al vulcano (fig. 7); il tipo, ispirato ad una famosa opera dell‛epoca, l‛Iconologia di Cesare Ripa, viene ripreso con poche varianti da Jansson, famoso per la sua rivalità con la famiglia Blaeu sulla piazza di Amsterdam (fig. 8). Sicilia-Cerere/Igea, con i medesimi attributi proposti dal Ripa e presenti nelle due

carte seicentesche ricompare nella carta di A. Daidone, famosa come primo esempio di carta prodotta e stampata in Sicilia oltre che per il supporto tecnico di studiosi locali, S. Negro cartografo e C. Ventimiglia, architetto (fig. 9).Vivace e riassuntivo del forte legame dell‛isola con i prodotti del mare e della terra è il cartiglio di una incisione del XVIII secolo, attribuita a

7. Willem & Joan Blaeu, 1640

8. Johannes Jansson 1640

9. Agatino Daidone, Palermo

10. Tobias Conrad Lotter, XVIII secoloM. Lotter, con Cerere, Posidone e Bacco che incorniciano la menzione del Regnum Siciliae; particolare evidenza, all‛interno della carta, è data all‛immagine del fuoco etneo, elemento naturale e tipo iconografico più caratterizzante (fig. 10).