La Settimana n. 43 del 2 dicembre 2012

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DI NICOLA SANGIACOMO ono passati cinque anni da quando monsignor Giusti ha fatto il suo ingresso come Pastore della Chiesa livornese: era infatti il 2 dicembre del 2007, prima domenica del tempo di Avvento, quando il nuovo Vescovo si presentò alla diocesi. Erano i giorni in cui i livornesi conoscevano monsignor Simone soprattutto come il prete pisano mandato dal Papa a fare il Vescovo a Livorno, pochi lo conoscevano davvero o avevano provato ad approfondire la sua personalità, almeno sulla base del ricco bagaglio di esperienze ecclesiali già fatte. Ma fin dalla sua prima uscita pubblica livornese monsignor Giusti seppe smentire questo luogo comune a cui fece riferimento anche nella sua prima omelia: “Sono felice ma con qualche tremore, e non certamente per essere un pisano a Livorno: conosco troppo bene la vostra ospitalità e la vostra fede per preoccuparmi di questo”. In quel primo discorso da Vescovo di Livorno disse che avrebbe voluto essere, prima di tutto, testimone della speranza cristiana (“quella che vince il dolore e la morte a vantaggio della vita, della vita eterna”) e tracciò le linee di quella che sarebbe stata la sua missione episcopale: “occorrerà promuovere una Chiesa viva in mezzo al popolo, una Chiesa che è casa aperta a tutti, una Chiesa missionaria, una Chiesa segno e strumento visibile ed efficace di liberazione dell’uomo”. In questo senso colpì molto la sua prima intervista televisiva, al termine della Messa, in cui affermò che si sarebbe impegnato perché a Livorno fossero concretamente riconosciuti i diritti biblici alla casa e al lavoro. Mi piace sottolineare, proprio in occasione di questo anniversario, come quell’annuncio sorprendente abbia avuto un seguito negli anni successivi. Questo aspetto non esaurisce ovviamente il ministero del vescovo Giusti, ma è indicativo di come abbia voluto affrontare il suo servizio in questi cinque anni. Si era all’inizio (ma pochissimi se ne erano già accorti) di una drammatica crisi economica, la più grave del dopoguerra; una crisi che non è ancora finita e che sta spiegando ancora oggi i suoi effetti più gravi, allargando moltissimo la fascia della popolazione che possiamo considerare povera. Cosa significhi per qualunque persona avere una casa dove abitare e un lavoro con il quale sostenersi è diventato oggi ancora più evidente. In questi primi anni di episcopato monsignor Giusti si è impegnato, tra le altre cose, per rendere concreti questi diritti attraverso segni efficaci realizzati direttamente dalla Chiesa livornese, ma anche con il coinvolgimento dei vari soggetti politici ed istituzionali cittadini nella difesa dei diritti dei più poveri. Proprio un anno fa, in questi giorni, lanciò pubblicamente l’idea di dare vita a una lobby per i poveri di cui si cominciano a vedere oggi le prime realizzazioni concrete. Per tanti livornesi, anche tra coloro che non frequentano abitualmente le chiese, monsignor Giusti non è più quindi il parroco pisano mandato a fare il Vescovo a Livorno, ma è una persona autorevole che si impegna con fede e passione per il bene della comunità cristiana e della città tutta, soprattutto, dei suoi concittadini più poveri. S Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 2 dicembre 2012 legge dominante di ogni vocazione il «gratuito da accogliere». Direi però che nel prete questa dimensione è accentuata, tanto da dover diventare esemplare. È importante perciò che il prete ed il laico siano consapevoli che nella vita il «gratuito» si presetna in un orizzonte veramente vasto ma non sempre facile. Perché «gratuito» non è affatto sinonimo di facilità. Il Padre che me lo offre, spesso, ha la mano vellutata dei momenti facili, ma anche la mano ruvida dei momenti faticosi. Oggi in questa giornata che ricorda l’istituzione del Ministero Presbiterale, voglio pensare che nel panorama del «gratuito da accogliere» si presenta anzitutto il gratuito della vocazione al presbiterato. (MESSA DEL CRISMA 1987) È Testimone della speranza cristiana n questo momento in cui le scoperte scientifiche si moltiplicano, occorre avere il coraggio di ripensare i modelli scientifici interpretativi. Oggi il rischio è di avere una scienza che cade nell’accademismo, che si è data delle definizioni di cosa è scientifico e cosa non lo è, ma dinanzi alle novità dirompenti non è capace di rimettere in discussione certe definizioni e vorrebbe comprimere la realtà in esse. Un eccesso di accademismo che arriva anche ad affermazioni paradossali quali ad esempio: è reale solo tutto ciò che è riproducibile in laboratorio; ma se pensiamo alla vita, essa è un’opportunità che nella storia si è manifestata solo una volta e non è ancora di fatto riproducibile in laboratorio, questo forse significa che la vita non sia reale e quindi che non sia vera? Ecco quindi il coraggio di “rivedere” certe definizioni ed i modelli interpretativi. La scienza ha bisogno di nuovi schemi che le aprano ad ulteriori orizzonti e quale significativa apertura sarebbe quella al Mistero? Alla fede? E poi ancora: Ciò che sappiamo non è il Tutto, ma solo ciò che crediamo di sapere? Ed ancora: qual è l’uso che l’uomo fa della conoscenza? Quanto quest’uso incide sui suoi comportamenti per il bene comune? Interrogativi diversi e ampi che saranno sollevati nel corso della giornata di studi promossa dal Progetto Culturale diocesano per il 6 dicembre, nelle sale del Museo di Storia Naturale (per gentile concessione della Provincia). Nell’occasione saranno presentati anche due libri, editi dalla casa editrice diocesana Pharus editore librario, nella collana Stenone (le copertine qui sopra ndr): TRA IL FIORE E IL COMPUTER di Valfredo Zolesi, che si arricchisce di una storyboard disegnata da Lorenzo Bernardini e di schede didattiche preparate dal professor Filippo Arru e IN SAECULA SAECULORUM di Piero Benvenuti sulle dinamiche spazio temporali. I Il 2 dicembre del 2007 cominciava l’episcopato di monsignor Giusti I primi cinque anni del vescovo Simone Tra cielo e terra: aperti al Mistero Giovedì 6 Dicembre al Museo di Storia Naturale (via Roma) due momenti per andare oltre i confini terrestri: appuntamento con gli scienziati per capire le nuove scoperte e riflettere sulla vita nell’universo. Il professor Piero Benvenuti, astrofisico, docente all’Università di Padova e l’ingegner Valfredo Zolesi, ricercatore aerospaziale, fondatore della Kayser Italia, incontrano gli studenti degli Istituti superiori al mattino (ore 10.30) e nel pomeriggio (ore 17.30), insieme a monsignor Giusti, aprono il dialogo tra scienza e fede L’EVENTO DI DICEMBRE DEL PROGETTO CULTURALE DIOCESANO IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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DI NICOLA SANGIACOMO

ono passati cinqueanni da quandomonsignor Giustiha fatto il suo

ingresso come Pastoredella Chiesa livornese:era infatti il 2 dicembredel 2007, primadomenica del tempo diAvvento, quando ilnuovo Vescovo sipresentò alla diocesi.Erano i giorni in cui ilivornesi conoscevanomonsignor Simonesoprattutto come ilprete pisano mandatodal Papa a fare ilVescovo a Livorno,pochi lo conoscevanodavvero o avevanoprovato ad approfondirela sua personalità,almeno sulla base delricco bagaglio diesperienze ecclesiali giàfatte. Ma fin dalla suaprima uscita pubblicalivornese monsignorGiusti seppe smentirequesto luogo comune acui fece riferimento

anche nella sua primaomelia: “Sono felice macon qualche tremore, enon certamente peressere un pisano aLivorno: conosco troppobene la vostra ospitalitàe la vostra fede perpreoccuparmi diquesto”.In quel primo discorsoda Vescovo di Livornodisse che avrebbe volutoessere, prima di tutto,testimone dellasperanza cristiana(“quella che vince ildolore e la morte avantaggio della vita,della vita eterna”) etracciò le linee di quellache sarebbe stata la suamissione episcopale:“occorrerà promuovereuna Chiesa viva inmezzo al popolo, unaChiesa che è casa apertaa tutti, una Chiesamissionaria, una Chiesasegno e strumentovisibile ed efficace diliberazione dell’uomo”.In questo senso colpìmolto la sua prima

intervista televisiva, altermine della Messa, incui affermò che sisarebbe impegnatoperché a Livorno fosseroconcretamentericonosciuti i dirittibiblici alla casa e allavoro. Mi piacesottolineare, proprio inoccasione di questoanniversario, comequell’annunciosorprendente abbiaavuto un seguito neglianni successivi. Questoaspetto non esaurisceovviamente il ministerodel vescovo Giusti, ma èindicativo di comeabbia voluto affrontareil suo servizio in questicinque anni.Si era all’inizio (mapochissimi se ne eranogià accorti) di unadrammatica crisieconomica, la più gravedel dopoguerra; unacrisi che non è ancorafinita e che staspiegando ancora oggi isuoi effetti più gravi,allargando moltissimola fascia dellapopolazione chepossiamo considerarepovera. Cosa significhiper qualunque personaavere una casa doveabitare e un lavoro conil quale sostenersi èdiventato oggi ancora

più evidente.In questi primianni diepiscopatomonsignor Giustisi è impegnato,tra le altre cose,per rendereconcreti questidiritti attraversosegni efficacirealizzatidirettamente dallaChiesa livornese,ma anche con ilcoinvolgimento deivari soggetti politicied istituzionalicittadini nella difesadei diritti dei piùpoveri. Proprio unanno fa, in questigiorni, lanciòpubblicamente l’ideadi dare vita a unalobby per i poveri dicui si cominciano avedere oggi le primerealizzazioniconcrete.Per tanti livornesi,

anche tra coloro chenon frequentanoabitualmente le chiese,monsignor Giusti non èpiù quindi il parrocopisano mandato a fare ilVescovo a Livorno, ma èuna persona autorevoleche si impegna con fedee passione per il benedella comunità cristianae della città tutta,soprattutto, dei suoiconcittadini più poveri.

S

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

2 dicembre 2012

legge dominante di ogni vocazione il «gratuito da accogliere». Direiperò che nel prete questa dimensione è accentuata, tanto da dover

diventare esemplare. È importante perciò che il prete ed il laico sianoconsapevoli che nella vita il «gratuito» si presetna in un orizzonteveramente vasto ma non sempre facile. Perché «gratuito» non è affattosinonimo di facilità. Il Padre che me lo offre, spesso, ha la manovellutata dei momenti facili, ma anche la mano ruvida dei momentifaticosi.Oggi in questa giornata che ricorda l’istituzione del MinisteroPresbiterale, voglio pensare che nel panorama del «gratuito daaccogliere» si presenta anzitutto il gratuito della vocazione alpresbiterato.

(MESSA DEL CRISMA 1987)

È

Testimone della speranza cristiana

n questo momento in cui lescoperte scientifiche simoltiplicano, occorre avere ilcoraggio di ripensare i modelli

scientifici interpretativi.Oggi il rischio è di avere una scienzache cade nell’accademismo, che si èdata delle definizioni di cosa èscientifico e cosa non lo è, madinanzi alle novità dirompenti nonè capace di rimettere in discussionecerte definizioni e vorrebbecomprimere la realtà in esse.Un eccesso di accademismo chearriva anche ad affermazioni

paradossali quali ad esempio: è realesolo tutto ciò che è riproducibile inlaboratorio; ma se pensiamo allavita, essa è un’opportunità che nellastoria si è manifestata solo una voltae non è ancora di fatto riproducibilein laboratorio, questo forse significache la vita non sia reale e quindi chenon sia vera?Ecco quindi il coraggio di “rivedere”certe definizioni ed i modelliinterpretativi. La scienza ha bisognodi nuovi schemi che le aprano adulteriori orizzonti e qualesignificativa apertura sarebbe quella

al Mistero? Alla fede?E poi ancora: Ciò che sappiamo nonè il Tutto, ma solo ciò che crediamo di sapere? Edancora: qual è l’uso che l’uomo fadella conoscenza? Quanto quest’usoincide sui suoi comportamenti per ilbene comune?Interrogativi diversi e ampi chesaranno sollevati nel corso dellagiornata di studi promossa dalProgetto Culturale diocesano per il6 dicembre, nelle sale del Museo diStoria Naturale (per gentileconcessione della Provincia).

Nell’occasione saranno presentatianche due libri, editi dalla casaeditrice diocesana Pharus editorelibrario, nella collana Stenone (lecopertine qui sopra ndr): TRA ILFIORE E IL COMPUTER di ValfredoZolesi, che si arricchisce di unastoryboard disegnata da LorenzoBernardini e di schede didattichepreparate dal professor Filippo Arrue IN SAECULA SAECULORUM di PieroBenvenuti sulle dinamiche spaziotemporali.

I

Il 2 dicembre del 2007 cominciava l’episcopato di monsignor Giusti

I primi cinque anni del vescovo Simone

Tra cielo e terra:aperti al MisteroGiovedì 6 Dicembre al Museo di Storia Naturale(via Roma) due momenti per andareoltre i confini terrestri: appuntamento con gli scienziati per capire le nuove scoperte e riflettere sulla vita nell’universo.Il professor Piero Benvenuti, astrofisico,docente all’Università di Padova e l’ingegnerValfredo Zolesi, ricercatore aerospaziale,fondatore della Kayser Italia, incontrano glistudenti degli Istituti superiori al mattino (ore 10.30) e nel pomeriggio (ore 17.30),insieme a monsignor Giusti, aprono il dialogotra scienza e fede

L’EVENTO DI DICEMBRE DEL PROGETTO CULTURALE DIOCESANO

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 dicembre 2012II

La parola alle... CARITAS PARROCCHIALI

Il Centro ascolto di San Benedetto

alla seconda metà degli anniNovanta la battaglia contro la

pena capitale è diventata uno deiterreni di impegno globale dellaComunità di Sant’Egidio. Sintesi dimolte violazioni dei diritti umani, lapena di morte rappresenta sempre,infatti, una forma di tortura mentaledei condannati, contraddice unavisione riabilitativa della giustizia,abbassa l’intera società civile allivello di chi uccide, legittima laviolenza e una cultura di morte allivello più alto, da parte dello stato,mentre dice di volere difendere lavita umana e colpisce in manierasproporzionata minoranze politiche,etniche, religiose e sociali, umiliandol’intera società.La Comunità di Sant’Egidio hainiziato questa battaglia nellavicinanza concreta ai condannati pergiungere alla proposta di unamoratoria universale edell’abolizione della pena capitalenel mondo. Nel 1998 ha dato vitaall’Appello per una MoratoriaUniversale raccogliendo da alloraoltre cinque milioni di firme in 153paesi del mondo, consegnate alleNazioni Unite alla vigilia del votodella storica Risoluzionedell’Assemblea Generale sul rifiutodella pena di morte come mezzo digiustizia (2007).Per sviluppare nuove strategie evisioni comuni Sant’Egidio organizzaogni anno a Roma una ConferenzaInternazionale dei Ministri dellaGiustizia, di giuristi e membri delleCorti Supreme, da paesi che hannoabolito la pena capitale e da paesimantenitori ed ha lanciato laGiornata Mondiale delle “Città per lavita - Città contro la Pena di morte”,che si tiene ogni 30 novembre, datascelta a ricordo della primaabolizione della pena capitale: quelladel Granducato di Toscana, avvenutail 30 novembre 1786. Circa 80 cittàhanno partecipato alla primaedizione nel 2002. Oggi sono oltre1350, tra cui 67 capitali nei cinquecontinenti. Le città prendono parte aquesta Giornata attraverso iniziativedi sensibilizzazione dei cittadini eilluminando monumenti o piazze-simbolo.Per unirsi alla giornata mondiale, alivello cittadino la Comunità diSant’Egidio ha organizzato unincontro che si terrà venerdì 30novembre alle ore 17.30 presso ilocali di via Montedoro 15, allapresenza di Bud Welch. Bud, inpassato convinto sostenitore dellapena capitale, è divenuto dopo allaperdita della moglie Julie Marie, unadella vittime dell’attentato diOklahoma City, strenuo oppositoredella pena di morte. Oggi Bud Welchfa parte dell’associazioneabolizionista Mureder VictimsFamilies for Reconciliation.

D

COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO:SABATO E DOMENICA 1 E 2 DICEMBRE IN GALLERIA CAIROLI

Ora decidono i bambini!el laboratorio di giocattoli dellaComunità di Sant’Egidio è ormai

tutto pronto: sabato e domenicaprossimi, migliaia di “Rigiocattoli”invaderanno la Galleria Cairoli, pronti atrovare nuovi padroncini che giochinocon loro e a dare il proprio contributoalla lotta all’AIDS in Africa. Sì, perché “Il Rigiocattolo” è un mix traecologia e solidarietà, cultura delriciclaggio e altruismo. I “Rigiocattoli”,infatti, altro non sono che giocattoli usati,che i bambini livornesi in questi mesihanno raccolto nelle scuole o portatodirettamente al laboratorio dellaComunità di Sant’Egidio. Nel laboratoriodecine di persone di tutte le età, si sonoalternate nel pulire, aggiustare, ricostruire,restaurare i giocattoli usati che così sonodiventati “Rigiocattoli”. E’ un piccolocontributo che ciascuno offre, a secondadi quello che sa e che può fare, ma è uncontributo prezioso.Qui nasce infatti la parte solidale del“Rigiocattolo”, perché tutto il ricavatosostiene il progetto D.R.E.A.M., realizzatodalla Comunità di Sant’Egidio in Africa,per prevenire e curare l’AIDS. Unprogramma terapeutico e di assistenza

N

socio-sanitaria ambizioso,capace di aiutare tanti(soprattutto donne e bambini) avivere meglio. Sono ormai195.000 i pazienti in cura in 10diversi paesi, con 38 centri e 20laboratori di biologiamolecolare. Grazie al progetto,in 10 anni, sono nati sani 18.500bambini da madre sieropositiva. Unsogno per tante donne! Se pensiamo che bastano 500 Euro per farnascere un bambino non infettato dalvirus dell’HIV, o che sono sufficienti 600Euro per garantire la terapia per un annoad un malato, si può comprendere laportata di una manifestazione come “IlRigiocattolo” in termini di sostegno e disperanza alle persone malate di AIDS intutta l’Africa. Per l’Africa, ora decidono i bambini!Il Rigiocattolo, grazie anche al contributodella Fondazione Cassa di Risparmi diLivorno, della Libreria Feltrinelli, torna

per dire che “non si può vivere senzasperanza” e la speranza per l’Africa nascedalla decisione originale di tanti bambiniche hanno scelto di dare un nuovodestino a questo continente. Per tutti coloro che vogliono sostenerequesta speranza e questa lotta all’AIDScon l’acquisto di un “Rigiocattolo”l’appuntamento è alla Galleria Cairoli (difronte alle poste centrali) il 1 e 2dicembre. Vi aspettiamo!

Per informazioni: Comunità diSant’Egidio - e-mail:[email protected]

Incontro promossodalla comunitàdi Sant’Egidio

“Città per lavita - Cittàcontro la penadi morte” on solo un punto di

consegna di pacchialimentari ed abiti,ma un momento di

comunione fraterna, tuttiattorno ad un tavolo: è cosìche Don Tomasz, insieme aivolontari Giuliana Del Fungo,Antonietta Galano, AngelaProsciutti, Marco e MarisaSitri, Ilio Andolfi e alsacrestano Paolo Bernini,accoglie più di centosettantapersone che, a gruppi,bussano alla porta dellaCaritas di S. Benedetto. Ilparroco approfittadell’occasione per scambiaredue parole e fare l’appello deipresenti, quasi tutti residentio domiciliati nel territorioparrocchiale, mentre ivolontari preparano i pacchi.Ma tutte le persone che sipresentano sono solo unaparte di coloro che hannobisogno: altri,soprattutto italiani, avoltetossicodipendenti,preferisconorivolgersidirettamente alparroco."Cerchiamo di fare ilpossibile - dice donTomasz - molti sonosenza casa e senzaimpiego, altrilavorano ma,pagando un affittocostosissimo, con unsolo stipendio non cela fanno ad arrivare afine mese; inoltre sipresentano situazionisempre piùcomplesse, che vanno oltre lasemplice consegna del paccoalimentare. Proprio perquesto stiamo cercando diricreare un Centro ascoltofisso, che possa essere unpunto di riferimento inquesto panorama difficile, purcontinuando la consegna dicibo e abiti." Consegna cheavviene ogni due settimane, ilsabato, dalle 16 alle 17. Chivuole, dopo, può fermarsi perraccontare i propri problemi,al fine di trovare dellesoluzioni concrete. "Conquesta crisi di lavoro -continua don Tomasz - è facileche si presentino presso il mioufficio tre o quattro persone algiorno, soprattutto stranieri,

N

ma stanno aumentandofortemente gli italiani. L’unicacosa che posso fare è prenderele loro referenze e appenderle,senza indicare nomi ecognomi, in una grandebacheca che abbiamo allestitoin chiesa: così, chi cerca unabadante o un imbianchino,può rivolgersi direttamente ame o telefonareall’interessato." Purtropposono pochissimi i casi in cui siriesce nell’intento di farincontrare chi cerca e chi offrelavoro: spesso le richiesterimangono senza risposte permesi."Purtroppo la situazione noncenna a migliorare - spiega

Giuliana Del Fungo - e semprepiù persone si presentano qui:noi siamo pochi e non c’èricambio generazionale, nonriusciamo ad attirare i giovaniverso la Caritas. Ogni tanto,d’accordo con le catechiste,riusciamo a coinvolgere ibambini del catechismo e apreparare con loro qualchepacco." Prima era possibile,nell’ottica del dialogo che ètipica della Caritas, poterorganizzare dei momenti dipreghiera, di riflessione,oppure feste di compleannoper i bambini, giochi di carte,tombole, gite e molto altroancora. Ma adesso, sia per lamoltitudine di persone, sia

per le difficoltà legate allalingua (la maggior parte sonorumeni, albanesi o nord-africani) e all’appartenenza adaltre confessioni religiose, ciònon è più possibile. "Sappiamo bene che un paccoper ogni famiglia non risolvecerto situazioni difficili - diceAntonietta Galano - ma noisiamo certi dell’importanzadel gesto che, oltre all’apportomateriale, fa scorgerel’esistenza di una comunitàpronta ad aiutare chi habisogno. Purtroppocominciamo ad avere semprepiù difficoltànell’approvvigionamento dirisorse. Per ora riusciamo adandare avanti grazie all’aiutodei parrocchiani e al sostegnodell’AGEA e del Bancoalimentare che, comunque,per motivi di risparmio sultrasporto, non ci consegnanopiù direttamente i viveri: daquest’anno, don Tomasz èstato costretto a prendere unpiccolo furgone per recarsi aFirenze per ritirare pasta, olioe quant’altro c’è adisposizione per noi. E ilprossimo anno gli stessi fondidi questi istituti pare siano arischio. Tuttavia, noi siamofiduciosi nella Provvidenza, esiamo pronti ad aiutare tutticoloro che si presentano allanostra porta."

Fabio Figara

Don TomaszZurek, parrocodella chiesa di Piazza XX Settembre,insieme ai volontaridel Centroascoltoparrocchiale,accoglie più di ottantafamiglie

“Il Rigiocattolo” unisceLivorno e Africa

Venerdì 30 novembre alle17.30 in via Montedoro

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI2 dicembre 2012 III

CONOSCIAMO IL PREFETTOTiziana Giovanna Costantino

DI CHIARA DOMENICI

l 60° prefetto di Livornodall’Unità d’Italia è per laprima volta nella storia unadonna: Tiziana Giovanna

Costantino, a pochi mesi dal suoarrivo l’abbiamo intervistata perconoscere la sua vita, il suoimpegno, la sua visione dellacittà.

«Quella del Prefetto –esordisce la dottoressaCostantino – è un caricaparticolare: è l’anello dicongiunzione tra lo Stato e leAutonomie locali. Fare ilPrefetto è un incarico moltoimpegnativo sotto tanti aspettie per questo sto cercando disvolgere questo mio compitocon il massimo delladedizione. Fare il Prefettosignifica avere capacità dicapire il territorio e esserne aservizio: è questo che vogliofare».

I livornesi hanno un rapportostrano con le Istituzioni locali:tendono ad incolparle di ciòche non va e chiedono loro,attraverso i lororappresentanti, di risolvere iproblemi cittadini, anchequando non è specificacompetenza delle istituzioni.Cosa ne pensa di questoatteggiamento?«Io ritengo che questo non siaun atteggiamento del tuttonegativo. È importante che i

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cittadini ricorrano alleistituzioni, è sintomo difiducia, l’importante è che lofacciano in modo corretto ecostruttivo».

Forse in questi pochi mesi si ègià resa conto che i livornesisono un popolo particolare…che si lamenta della crisi, mapoi magari non rinuncia alsuperfluo…«Non direi che questa analisisia perfettamente aderente allarealtà. Non credo che ilivornesi non si rendano contodei problemi, vissuti nellefamiglie, nel lavoro, anzi hoconstatato con quantasofferenza vivano la crisioccupazionale…certo, hannoquesta libertà innata nel lorodna, questa voglia di distrarsi,ma penso che in qualchemodo essa li aiuti anche a farfronte alle difficoltà»

giovani sono un altro grandepunto di domanda in questacittà dove la crisi è forte e lepossibilità di trovare lavorodavvero poche per le nuovegenerazioni: lei ha due figli,cosa consiglierebbe?«Nella mia vita ho fatto scelteabbastanza decise e a voltecontro corrente: avevo questapassione del diritto, il“pallino” di far rispettare leregole, e a questo hoindirizzato i miei studi e laprofessione. Ai miei figli hoconsigliato di seguire le loroaspirazioni, anche seavrebbero dovuto affrontaredifficoltà: la famiglia èimportante, ma è importanteanche la vita fuori dellafamiglia. Spronare a farliuscire da certi ambiti percostruirsi il proprio avveniresecondo me non può far loroche bene».

Lei è credente? Come uniscela sua professione con lafede?«Considero la fede come unagrande “spinta interiore”,accompagnata da “spinteesteriori” che si materializzanocon le pratiche della religione.La fede mi è stata trasmessa damia nonna. Era lei che ciportava a Messa, che ci hatramandato l’amore per le festereligiose. Nel tempo tanteabitudini di quando erobambina le ho perse, ma hosempre avuto questosentimento interiore, questaricerca di una dimensionespirituale.Con la Chiesa condivido ilsostegno ai diritti civili di ogniuomo, la lotta perché tuttiabbiamo le stesse possibilità,possano vivere una vita degna:questo coincide fortementecon i miei valori e con il mioruolo di Prefetto».

Attraverso il Progettoculturale nazionale ediocesano si fa riferimentospesso alla creazione di una“città ideale”, lei cosa nepensa?«Credo che una città idealepossa essere quella dove siavverta fortemente il senso diequità, dove cioè lapopolazione si impegni almassimo perché tutti possanoavere le stesse occasioni. Unacittà dove si possa viverequell’uguaglianza tra gliuomini descritta nella nostraCostituzione, una città dove siavvertano meno possibile lecontraddizioni del mondo incui viviamo».

Come vede il suo futuro dopol’esperienza livornese? Cosale piacerebbe lasciare di lei aquesta città?«Penso che finirò la miaesperienza lavorativa e torneròa casa, a Roma; anche se sononata a Reggio Calabria, il miomondo è a Roma.Mi piacerebbe lasciare unbuon ricordo, l’impronta diqualcuno che ha saputooccuparsi e preoccuparsi diquesta città, in particolare mipiacerebbe che si ricordassequesta mia presenza comequella di una autorità attentaalle persone e alla lorosicurezza. Per realizzare questomio sogno vorrei lavorare con ipiù giovani, nelle scuole,cercando, attraverso laformazione di instillare neigiovani il senso della legalità,del rispetto, per gli altri e per illoro paese. A questo propositostiamo proprio lavorando perun’intesa con le Forzedell’Ordine e tutte leIstituzioni perché laformazione alla legalità diventistrutturale nei percorsiscolastici».

Per la prima volta unadonna al timone dellaPrefettura di Livorno:la dottoressaCostantino rispondealle nostre domandesulla città e sul suoruolo istituzionale

rosegue nella Diocesi lo studio el’approfondimento del Concilio

Ecumenico Vaticano II, e iCooperatori Paolini, insieme alleaggregazioni laicali del CIF edell’AIMC, hanno presentato quelloche fu il secondo documentoapprovato dall’assise ecumenica, il 4dicembre del 1963, l’Inter Mirificache segna l’apertura della Chiesa almondo della Comunicazione.Monsignor Simone Giusti, purevidenziando come il Decretorisenta dell’ambiente culturale esociale dell’epoca, ne hasottolineato l’attualità in quanto èun documento pastorale cui poterfar ancora rifermento perchésostiene la necessità di perseguire laverità, diffidando dallamanipolazione della notizia eimpartisce dei criteri per un’eticadelle comunicazioni.Don Ampelio Crema, DirettoreNazionale del Centro Culturale SanPaolo, ha evidenziato come laChiesa, proprio per il suo aspettomissionario, fin dalle origini haavuto nella comunicazione ilpresupposto per l’annuncio dellasalvezza. Se guardiamo alla storia, cisono luci ed ombre: in un percorsodove si trovava diffidente e paurosadi fronte al nuovo, quando le sfidediventano epocali ecco che nonrinuncia ad assumere nuovilinguaggi. Alla fine dell’Ottocentoabbiamo delle vere aperture e ilMagistero produce documenti dove imedia vengono definiti “strumenti everi doni di Dio”. Con la nascitadella televisione nel 1954, compieun’accelerazione nell’acquisire leresponsabilità di usare quei mezzi.Ecco che l’Inter Mirifica segna inmodo inequivocabile l’attenzione ditutta la Chiesa all’uso dei mezzi(non si parla più di media) perchéconsapevole della portatarivoluzionaria per la società e inparticolare per la catechesi e per lapastorale. Analizzandone ilcontenuto, esso è molto breve, hasolo due capitoli: nel primo sipresentano i doveri morali sull’usodei mezzi; nel secondo si parladella formazione sia degli autori chedegli utenti, avendo sempre presenteil principio che il dirittoall’informazione è una necessità. Il Giornalista di RAI 3 MassimoLucchesi ha spostato l’attenzionesull’uomo quale soggetto dellacomunicazione; se dal punto di vistastrumentale siamo arrivati ad avereuna tecnologia molto avanzata, stavenendo sempre più a mancare laricerca della verità e il rispetto dellapersona. L’informazione è un benepubblico; pertanto la morale deigiornalisti è legata ad essa.L’autonomia del giornalista nonesiste, ma vi è la responsabilità delgiornalista credente che si apre allaverità. Pertanto non dobbiamo diredi “fare il giornalista”, ma di “esseregiornalista”, perché quandocomunichiamo, entriamo inrelazione con l’altro e quindi contutto il genere umano; la tecnologiaviene dopo. Mauro Zucchelli, giornalista delquotidiano Il Tirreno, ha proiettatoil discorso sul futuro a partire daisocialnetwork dove lacomunicazione non è piùunidirezionale, ma multipolare.Sembra quasi che la professione delgiornalista non abbia più ragione diesistere perché sul Web sembriamo“tutti amici al bar”. Pertanto c’è ilrischio che non si produca piùnotizia e si moltiplicano gli occhisulla realtà, con un guazzabugliodove non c’è più un ordine valorialecon il rischio di un disorientamentogenerale.La sfida pertanto consiste nel sapersicalare in questi nuovi aeropaghi, purcon tutti i limiti, per poi andareoltre. A cinquant’anni dall’uscita diquesto Decreto vediamo come siarimasta aperta la questione deldovere della comunicazione; nonbasta infatti usare i media, bensìintegrare il messaggio cristiano inquesta cultura e opporsi a modelliche distruggono l’uomo.

Monica Cuzzocrea

P

L’incontro promossodai Cooperatori Paolini

L’inter mirifica

iziana Giovanna Costantino è originariadi Reggio Calabria, laureata in Giurispru-

denza all’Università degli Studi di Messina,viene da Roma dove ha ricoperto diversi inca-richi al Ministero degli Interni, presso l’Uffi-cio Legislativo Centrale e presso l’Ufficio Stu-di del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.Nominata viceprefetto ispettore ha retto percinque anni l’Ufficio Amministrazione dellaDirezione Investigativa Antimafia.Dopo la nomina a viceprefetto ha direttol’Ufficio Assistenza del Dipartimento dellaPubblica Sicurezza ed è stata amministratoredelegato del Fondo assistenza del personaledi P.S.Quindi ha svolto le funzioni di Direttore del-l’Ufficio Pianificazione e programmazionedelle risorse della Direzione centrale dei ser-vizi tecnico-logistici, dell’Ufficio Studi del-l’Ufficio di Amministrazione generale e del-l’Ufficio affari generali e ordinamento dellaDirezione centrale del personale del Diparti-mento della P.S.E’ stata componente della Commissione in-

caricata di valutare l’impatto della versionedel bilancio sperimentale sui programmi dispesa del Dipartimento della Pubblica Sicu-rezza.

Nominata prefetto nel luglio del 2007 hasvolto per un anno le funzioni di Commissa-rio straordinario per la provvisoria gestionedel Comune di Sondrio.È stata direttore centrale della Direzione cen-trale dei culti del Dipartimento delle libertàcivili e l’immigrazione.

Dal gennaio 2011 ha ricoperto al Ministerodell’Interno l’incarico di presidente dell’Or-ganismo indipendente di valutazione dellaperformance.

Ha due figli: uno ha 29 anni, ha studiato rela-zioni internazionali e è ricercatore all’univer-sità di Lund, in Svezia, l’altro ha 21 anni estudia per diventare architetto..

Dall’aprile 2012 è Prefetto a Livorno.

T

Chi è TIZIANA GIOVANNA COSTANTINO

Il Vescovo e tre giornalistisull’etica della e nellacomunicazione

«Una città ideale?Quella dove sia forteil senso di uguaglianza»

Page 4: La Settimana n. 43 del 2 dicembre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 dicembre 2012IV

VENERDÌ 30 NOVEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado

SABATO 1 DICEMBRE10.00 giuramento all’Accademia nava-le di Livorno16.30 presentazione del libro sull’Ar-confraternita della Purificazione e aseguire insediamento del gruppo deicatecumeni18.00 inaugurazione della chiesa dellaPurificazione dopo i lavori di ristrut-turazione (Via della Madonna)

DOMENICA 2 DICEMBRE12.00 S. Messa con la comunità dei la-tino americani alla chiesa di SS. Pietroe Paolo16.00 in vescovado, incontro con ilgruppo dei catecumeni adulti

LUNEDÌ 3 DICEMBRE10.00 Consiglio dei Vescovi all’IstitutoTeologico Interdiocesano a Camaiore18.00 il Vescovo partecipa all’incon-tro-dibattito con monsignor Luigi Bet-tazzi su “Il Concilio Vaticano II spie-gato ai giovani”organizzato dall’Azio-ne Cattolica (vd. pag. VII)

MARTEDÌ 4 DICEMBRE9.30 S.Messa in occasione della festadi Santa Barbara, patrona dei vigili delfuoco, alla chiesa della PurificazioneNella mattina, udienze clero in vesco-vado16.30 saluto al corso di formazionedegli insegnanti di religione in vesco-vado

MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE9.30 incontro con i vicari foranei invescovado11.00 in vescovado, incontri con i pre-sbiteri per la presentazione del nuovocatalogo dei pellegrinaggi 201317.00 incontro con gli operatori dioce-sani e parrocchiali della Caritas, su “Lafede e la carità” alla chiesa di S.MariaAssunta a Torretta

GIOVEDÌ 6 DICEMBRE11.00 incontro con i vicari episcopaliin vescovado17.30 convegno del Progetto Culturale“Tra cielo e terra” al Museo di StoriaNaturale (vd.pag VIII)

VENERDÌ 7 DICEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado18.00 S. Messa e incontro con Fidapa,in vescovado19.00 Lectio e incontro con i seminari-sti ed i giovani in seminario

SABATO 8 DICEMBRE10.30 S. Messa all’Istituto Immacolata18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSan Jacopo

DOMENICA 9 DICEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSant’Andrea a Castiglioncello15.30 ritiro di avvento per gli operato-ri pastorali (vd. box in pagina)

Agenda del VESCOVO

RITIRO SPIRITUALE PER TUTTI GLI OPERATORI PASTORALI DELLA DIOCESI

Domenica 9 Dicembre 2012Chiesa Sette Santi - ore 15,30/18,30in occasione della Visita Pastorale al 3° Vicariato

arissimi,rinnovo, come gli anni precedenti, la proposta del Ritiro di Avvento in

preparazione al Natale per tutti gli Operatori di Pastorale della Diocesi. In particolare il Ritiro si rivolge ai partecipanti alla SFOP ed alla Scuola diTeologia, corsi che a livelli diversi procedono nelle Parrocchie, nei Vica-riati, in Diocesi.Il Ritiro è anche occasione per poter vivere tutti insieme un momentounitario di riflessione, preghiera e confronto.L’obiettivo è quello di suscitare, stimolare e far crescere il proprio itinera-rio spirituale, oltre ad approfondire la propria fede, senza sovrapporsi al-le tante e ricche iniziative parrocchiali.Pertanto, il Ritiro è un modo per incontrare e ascoltare il proprio Vescovoalla luce del cammino pastorale e formativo Diocesano, con l’attenzionerivolta ai tanti stimoli dell’Anno della Fede.

L’INCONTRO SI SVOLGERÀ: 15,30 Celebrazione dell’ora media .15,45 Meditazione 16.45 Adorazione Eucaristica, spazio per la riflessione personale, tempoper le confessioni.17,45 Collatio18.15 Celebrazione del Vespro e conclusioneCerto dell’attenzione ed accoglienza, in attesa di incontrarvi, con l’augu-rio di buon fine anno liturgico nella Sua Luce, i saluti più fraterni.

Simone, Vescovo

N.B.: Per motivi organizzativi, si prega ogni parrocchia di segnalare allaSegreteria del Vescovo (0586 210810 - [email protected]),il numero presunto e di massima dei partecipanti.

C

BREVI DALLA DIOCESIAmicizia Ebraico CristianaDOMENICA 2 DICEMBRE ALLE 16.15Presso Villa Mimbelli, presentazione del libro “Il Vangelo ebraico- Levere origini del cristianesimo"

Serra International Club MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE ALLE 17.30Nel salone della Parrocchia di S. Rosa (Ardenza) conferenza del Prof.Montonati sul tema: "Attualità e profezia di Mons. Pio A. Del Coronaa 100 anni dalla morte"

Incontro DiaconiSABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.00Presso il monastero delle suore Carmelitane, ritiro di Avvento. Medi-tazione offerta da monsignor Giusti

Cooperatori PaoliniSABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.45Incontro con don Bruno Simonetto, PSSP direttore dell’Ufficio Co-municazioni Sociali della Diocesi di Firenze

USMIDOMENICA 16 DICEMBRE ALLE 16.00Presso l’Istituto Maria Ausiliatrice, ritiro d’Avvento con mons. SimoneGiusti su "La fede nella santa famiglia"

La Fede cristiana,un dono a cui risponderecon intelligenza e cuore

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Parkkola S. - Le vetrine del Paradiso- Ed. San Paolo,pp.352, euro 19,90

Seita Parkkola, fotografa, insegnante e madre di duebambine , tra le sue passioni coltiva i viaggi e la streetart. Appartiene alla nuova generazione di scrittorescandinavi e ha saputo coniugare il linguaggio giovanecon visione future e tracce di mistero. In questoromanzo Brina, ha tredici anni, è troppo alta per la suaetà, veste male, non sta alle regole. E’ il bersagliopreferito di Maledicta e della sua banda. Brina non haamici, ma un giorno incontra Puma, uno strano ragazzoche vive rinchiuso nel Grande magazzino del Paradiso,l’enorme e scintillante edificio sorto nel cuore dellacittà. Puma è alla ricerca del Guaritore, del comandantedella Legione, un esercito fantasma di ragazzini, il soloche può guarirlo dalla misteriosa malattia. Brina eKodak-un compagno di classe, un isolato come lei-decidono di aiutarlo, ma sulle loro tracce si mettonoMaledicta e gli altri

Domenica 9 Dicembre ALLE 15.30

Diocesiinforma

Parrocchia San Jacopo in Acquaviva

ESERCIZI SPIRITUALI PER IL TEMPODI AVVENTO

“Credere nell’attesadella venuta di Gesù.Tra sperarein Gesù e sperare nella scienza”

LUNEDÌ 3 DICEMBREALLE 18:30 E ALLEORE 21:15Testimonianza deldiacono ValfredoZolesi sul rapportotra la fede e lascienza.

MARTEDÌ 4DICEMBRELa giornata sarà inte-ramente dedicata al-la preghiera: alle 18:30 e alle 21:15 adorazio-ne eucaristica comunitaria.

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI2 dicembre 2012 V

LA MEMORIA, LA PROMESSA,L’OGGI DELLA FEDELa seconda venuta di Cristodomina il panorama delleletture bibliche: non stiamosemplicemente “aspettandoil Natale”, non stiamopreparando unacommemorazione: stiamoaspettando colui che vieneper giudicare la storia, coluiche porta con sé “cieli nuovie terra nuova”. La memoriadella prima venuta di Cristoconduce ad un nuovo mododi vivere il presente,inchioda gli ascoltatoridella Parola all’oggi dellafede, senza possibilità dievasioni nostalgiche nelpassato, o comode fughe inavanti, in un futuroderesponsabilizzante.

IL GERMOGLIOL’immagine del germoglio,presentata dal profetaGeremia, può guidare lanostra riflessione. Essaevoca non un conquistatore,ma una realtà umile, chepian piano cresce. Lavalenza poetica del branorisiede anche nellasproporzione tra lapiccolezza evocata dal“germoglio giusto”, e lagrandiosità delle suerealizzazioni: giustizia ediritto per tutta la terra,salvezza e tranquillità perGerusalemme e Giuda. Noisappiamo che tutto questosi è realizzato in Gesù: nellasua incarnazione egli si èfatto piccolo, come ogniuomo; nella sua Passioneegli ha accettato addiritturadi essere annientato: ma dalsuo dono di amore ègermogliata una realtànuova sulla terra,l’anticipazione del Regno di

Dio che attende il suocompimento. Come sirealizzerà tutto questo? Ilbrano del vangelo riprendeuna serie di immagini legateal linguaggio apocalittico.

GLI SCONVOLGIMENTILa sequenza di catastrofi cheappare nel brano evangelicoindica dunque la profondatrasformazione della storiache sta cominciando a

realizzarsi, in attesa dellaseconda venuta di Cristo. Leimmagini catastrofichehanno una duplice valenza:innanzitutto, mostrano ladifficoltà di descriverequalcosa che sfugge allepossibilità non solo deinostri sensi, ma anche dellanostra intelligenza; insecondo luogo, essepreparano il credente adaffrontare ogni genere didifficoltà, in nome dellafede. Esse trovano unarispondenza non solo in unfuturo indeterminato, maanche nel nostro presente:di fatto vediamo davanti anoi guerre, corruzione,degrado, la pretesa assurdadi trasformare la naturastessa dell’uomo, l’illusionedi un progressoinarrestabile, e l’amaraconstatazione della fragilitàestrema della nostra vita,delle nostre realizzazioni.Di volta in volta o la crisieconomica, o una catastrofenaturale, o una malattia oanche un sempliceimprevisto ci mettono indiscussione.

IL CORAGGIODELLA FEDE“Risollevatevi ealzate il capo”: anchedi fronte alla piùoscura minaccia, ildiscepolo di Cristonon si lasciaspaventare. Nonperché sia più eroicodegli altri, né perchél’appartenenza aGesù costituisca unantidoto infallibilealla paura. La fedeperò permette diguardare oltre. Lafede permette diresistere anche làdove si sarebbetentati di cedere,perché permette divedere, al di là dellerovine della storia, ilcompimentoaffidabile delprogetto di Dio.

Dal Sussidio CEI perl’Avvento-Natale 2012

Una pagina perprepararsi al Natale

AVVENTO 2012: DOMENICA 2 DICEMBRE, PRIMA DOMENICA DI «ATTESA».........

In questo spaziodi approfondimento, da questadomenica, fino al terminedell’anno, vi proponiamouna guida che ci accompagneràin tutto il periodo di Avvento

il «Credo» la preghiera che siamoinvitati a meditare nell’anno della

Fede. Per spiegare questa prima frase cirifacciamo al Testo sacro, la Bibbia, chesi apre con un’affermazione di fede: Inprincipio Dio creò il cielo e la terra! Peril credente Dio viene posto al principiodel proprio atto di fede.Accanto al termine Dio viene affiancatol’attributo solo, proprio a volerneesprimere l’unicità: la nostra, infatti, èuna fede rigorosamente monoteista. E’ Dio stesso che afferma la sua unicitàesclusiva nei confronti di Israele,quando dice “Io sono il Signore tuoDio”, e avanza la pretesa diun’esclusività assoluta: “Non avrai altrodio all’infuori di me”, perché il Signore,si sa, è un Dio geloso e vuole che ilcredente sia totalmente a luiconsacrato. Mi piace pensare che Dio sia un Padre,nel cui petto pulsa il cuore di unamadre, attento e premuroso perognuno dei suoi figli.

don Donato Mollica

È

Credo in un solo DioPadre Onnipotente…Ogni quindici giorni una meditazione sulleparole del «Credo», preghiera ufficiale dell’annodella fede, preparata dai sacerdoti della Diocesi

AVV

ENTO

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iale

Le parole della FEDE

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 dicembre 2012VI

Nella festa dell’ IMMACOLATA Al Santuario di Montenero una veglia di preghiera

na non stop digiovani inadorazione peruna notte

intera, senzainterruzioni. Tornaanche quest’anno alSantuario di Montenerola “Adunanzaeucaristica, la ormaitradizionale vegliafiume che, dalle ore 21del 7 dicembre, andràavanti senza soste finoalle ore 7 del giornosuccessivo, l’8dicembre, in cui laChiesa festeggiaappunto l’ImmacolataConcezione di Maria.Un appuntamentogiunto ormai alla sestaedizione, che vedecome organizzatoreprincipale il gruppodella GioventùBenedettina, che facapo proprio alSantuario.“Per noi- spiega ilpresidente SimoneValenti - questoincontro rappresentauno dei momenti dipreghiera piùimportanti dell’anno:infatti ci permette diunire l’Adorazione alSantissimo con ladevozione a MariaImmacolata, i duepilastri che da sempresorreggono la Chiesanei tempi difficili comequelli di oggi. E pensare- aggiunge sorridendo -che tutto nacque quasiper caso, da unatelefonata che, sei annifa, ricevetti da DanieleVenturi, dei Papa Boys,che mi chiese diorganizzare insieme alui una adorazionepresso il nostroSantuario”.E da sei anni a questaparte l’iniziativa è stataun continuo crescendo,tanto che oggi sonoormai oltre una decina igruppi di preghieragiovanili che viaderiscono, provenientida tutta la Toscana:dall’AdorazionePerpetua, a NuoviOrizzonti, allaFraternità Apostolica diPistoia solo per

U

ricordarne alcuni, oltrenaturalmente a molti,giovani e non, che viprendono parte informa privata.L’appuntamento èquindi fissato per le 21,con la Messa alSantuario celebrata dalVescovo monsignorSimone Giusti; poi,dalle 22, si partirà conla adorazione vera epropria.Come avviene ognianno, tutti i gruppipartecipanti hanno ilcompito di animare aturno un’ora dicelebrazione anche pergli altri. “Questo èmolto bello - ci diconodi ragazzi dellaGioventù Benedettina -perché così ciascunorende viva lacelebrazione secondo ilproprio carisma, che èdiverso da quello deglialtri, e così ciascuno dinoi diventa unarricchimento per tuttigli altri. Certo non ci siannoierà, sarà possibilepassare, nel corso dellastessa notte, dal cantogregoriano alla danzamoderna, dalla letturadel Vangelo alla recitadel Rosario”.Come ogni anno,comunque, vi sarà untema che farà da filoconduttore per tutti igruppi: quest’anno iltema scelto è “Ilperdono di sanGiovanni Gualberto”, ilfondatore deiVallombrosani, che siconvertì perdonandol’assassino del propriofratello. Per l’occasione,la salma del santo verràtemporaneamentetraslata al Santuario,come avvenne già dueanni fa con quella diSanta Gemma Galgani.

“Inoltre - ricordano igiovani della G.B. -saranno presentiall’Adorazione ungruppo di suoreFiglie di sanGiovanniGualberto, quasitutte di origineindiana, cheanimeranno lacelebrazione concanti religiosi delloro paese, unaforma per noiinsolita, ma moltosuggestiva dipartecipare a unafunzionereligiosa”.L’adorazione alSantissimo dureràfino alle 7 dimattina ma,naturalmente,non tuttiparteciperannoininterrottamenteper 9 ore. I varigruppi sialterneranno, evi sarà unaorganizzazione“a staffetta” inmodo che, nelcorso dellanotte, non vengamai a mancareun gruppo,magari piccolo, cheporti avanti la preghierafino alle luci delmattino. Ricordiamopoi che, per tutta ladurata della veglia,saranno presentisacerdoti disponibiliper la Confessioni,mentre per combatterela stanchezza saràpresente in una stanzadel Santuario unpiccolo punto di

ristoro, doveall’occorrenza ci sipotrà anche sdraiare unpo’ su delle poltroneper riprendere le forze,prendere un caffè erifocillarsi con deidolci. Tutto prontoanche per quest’anno,quindi, con un auspicioda parte degliorganizzatori dellaG.B.: “Ci farebbepiacere che, oltre ai

gruppi di preghieraprovenienti da fuori, cifosse anche unamaggiorepartecipazione da partedelle altre parrocchie diLivorno. Sappiamo cheper l’Immacolata moltisacerdoti organizzanogià iniziative in modoautonomo, ma nullavieta che, una voltafinita l’adorazione nellapropria parrocchia, ungruppo di ragazzi possavenire a fare un’oraanche da noi, dato chec’è tempo fino alle 7 delmattino. Crediamo chequestorappresenterebbe ungrande segno di unitàdi una chiesa livorneseche si raccoglie attornoa un luogo da sempreimportante per la cittàcome il nostroSantuario diMontenero”.

Giampaolo Donati

ell’anno 2003, Giovanni Paolo IIdichiarava Beato, il fondatore

della Famiglia Paolina GiacomoAlberione. Alla Chiesa dei S.S. Pietro ePaolo, la Famiglia Paolina che inLivorno ha diversi rappresentati si èritrovata per farne memoria durantela concelebrazione eucaristicapresieduta da don Antonio Cesaro,sacerdote paolino di Milano. Durantel’omelia, a partire dal Vangelo doveGesù in catene viene interrogato daPilato, ci troviamo di fronte allalogica umana in cui Pilato non riescea capire niente né dei giudei, né diGesù, né del senso profondo deldibattito. Per Gesù conta solamente laVerità e durante la sua vita, ha servitola Verità e ne ha reso testimonianza.La Verità sul Padre fonte d’amore e disalvezza per l’uomo.Il beato Alberione, fondando laFamiglia Paolina, ha voluto anch’egliessere testimone della Verità eannunciatore della salvezza vedendonell’utilizzo dei mezzi dicomunicazione sociale, il modo peraiutare il cammino dei fedeli e perallargare la predicazione non solo inChiesa.Paolo VI che stimava molto donAlberione poco prima della suamorte, avvenuta il 26 Novembre1971, ringraziò pubblicamenteAlberione e la Famiglia Paolina peraver fatto arrivare la Parola di Dio contutti i mezzi nella società. Ancora oggiquesto è un apostolato difficile, maimportante ; come diceva ilFondatore: “L’umiltà ci fa muovere unpiede e la fede ci fa muovere l’altro, ecosì si cammina sempre avanti”.

Mo.C.

N

Diversi gruppigiovanili da tuttala Toscana, in preghierainsieme ai giovani dellanostra diocesi

L’umiltàe la fedeci fannocamminare

Alla Chiesa dei S.S. Pietro e Paolo

gruppi parrocchiali o di preghiera che in-tendessero dare la propria disponibilità a

partecipare alla Adunanza eucaristica in mo-do organizzato possono contattare il Santua-rio al numero 0586/579627 oppure Simone,della Gioventù Benedettina al numero328/0152389.Ricordiamo comunque che si può anche par-tecipare in forma individuale semplicementerecandosi al Santuario durante le ore dell’A-dorazione.

IINFORMAZIONI

■ LE COMUNITÀ religiose feminili a Livorno

Insieme per combattere la povertàattuale situazione socio-politica nel contesto

livornese pone moltiinterrogativi circa la rispostada dare alle crescentipovertà. Questi interrogativinaturali conseguenze dicontinue richieste di aiutofatte ai vari Istituti religiosipresenti nel territorio, sonostati oggetto di riflessione escambio nell’incontro dellesuperiore maggiori.Giovani madri in cerca disostentamento o alloggio, exdetenuti che voglionoun’altra opportunità,emigrati di varie nazionalitàin cerca di tutto, famigliecadute in dissestofinanziario, bambini egiovani contesi o da affidare…in cerca di lavoro e di aiuto.malati in cerca di cure… e lalista potrebbe continuare. Lanostra città sta vivendomomenti di acuta sofferenza eaffiora prorompente la richiestadi “rinascita“, “valorizzazione”“cura” di una realtà chepotenzialmente avrebbe tutte lecarte per essere un centro vitale,in cui sta bene e accogliere

turismo, ristorazione, unamigliore qualità di vita per tuttii cittadini se solo fossero messein atto politiche più comuni chedi parte, più per il Bene comune.Queste considerazioni sonoinevitabili e sono solo un darvoce a tante persone che amanola nostra città e vorrebberovederla in una condizionemigliore di quella attuale. Aquesto desiderio di

miglioramentoinstancabilmente e con moltedifficoltà, cercano di far fronteanche gli Istituti religiosi che nellimite delle loro possibilitàcontribuiscono a migliorare lavita di alcune persone, quellepiù povere che in misure diversebussano alla loro porta. Pasti,coperte, un tetto e primi aiutisono i gesti concreti messi inatto da queste persone che

dedicano la vita al serviziodel prossimo secondo i lorocarismi di fondazione. Ma inquesta realtà gli Istituti nonvogliono lavorareisolatamente l’incontro havoluto segnare la volontà difare rete con la Caritas e perquesto motivo all’incontro èstata richiesta la presenza disr. Raffaella Spiezio.Dalla condivisione delleattività svolte dalla CaritasDiocesana emergonoammirazione e rammarico:ammirazione perché illavoro svolto è tanto eprezioso, rammarico perchéurge una maggioresensibilità delle Istituzionipubbliche ad una fattiva

collaborazione al fine dirisollevare tante situazione dipovertà che rischiano di crearegrossi divari tra ricchi e poverianche nel nostro piccolocontesto. L’incontro si èconcluso con la volontà dellesuperiore di proseguire questodialogo per dare una rispostasempre più rispondente allerichieste del nostro presente.

MSC

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Per tutta la notte

La Famiglia Paolina celebrail Beato Giacomo Alberione

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI2 dicembre 2012 VII

Il Concilio in presa diretta

iniziodell’Annodella Fedecoincide

con il ricordoriconoscente di duegrandi eventi che hannosegnato il volto dellaChiesa ai nostri giorni: ilcinquantesimoanniversario dell’aperturadel Concilio Vaticano II,voluto dal beato GiovanniXXIII (11 ottobre 1962),e il ventesimoanniversario dellapromulgazione delCatechismo della ChiesaCattolica, offerto allaChiesa dal beatoGiovanni Paolo II (11ottobre 1992). IlCatechismo della ChiesaCattolica, ponendosi inquesta linea, da unaparte è un autenticofrutto del ConcilioVaticano II, e dall’altraintende favorirne la

’L«

ricezione»: con questeparole il VescovoSimone, nella sualettera alla Diocesi delgiugno scorso,annunciava l’aperturadell’Anno della Fede. Inparticolare, per leparrocchie e leaggregazioni laicaliindicava l’impegno dipromuovere nel corso

del presente annopastorale iniziative diattenzione e studio aidocumenti delConcilio. Per rispondere a questoappello l’AzioneCattolica, dopo averanimato assieme allealtre aggregazioni laVeglia di preghiera sul

Conciliodell’11 ottobrescorso,organizza unsecondoincontro diapprofon-dimento sulConcilioinvitando aLivorno mons.Luigi Bettazzi,Vescovoemerito diIvrea. Bettazzi, natoa Treviso nel1923, ordinatosacerdote nel1946 eVescovo nel1963,fondatore diPax Christi,associazionecattolica che siprefigge lapromozionedella pace intutto ilmondo, è unodegli ultimitestimoniviventi delConcilio,avendopartecipato adalcune

sessioni. L’incontro siterrà lunedì 3dicembre, alle ore 18,presso la Sala Fagiolidel Vescovado, ed avràcome titolo "Il Conciliospiegato ai giovani (e nonsolo): la Chiesa, lasocietà, la fede".L’incontro ovviamentenon è riservato solo aigiovani, ma è aperto a

tutti coloro che sonointeressati a continuarea riflettere sull’eventostorico del Concilio, inrealtà non solo unevento, ma anche unospirito, un metodo,uno stile che hainterpretato ledomande di tantepersone di allora e checontinua adinterpretare le stessedomande presentianche dentro di noioggi: quelle di unaChiesa aperta esensibile a tutte ledimensioni della vita,cordialmente attenta atutto ciò che vive nelcuore delle persone;quelle di una Chiesafortemente radicata nelmistero di Cristo, iltesoro della sua vita, edunque povera, umile,essenziale, trasparente;quelle di una Chiesache si apre al dialogo,nella certezza che essocontribuisce adarricchire il camminoverso la Verità.Sappiamo che moltodel Concilio restaancora da attuare nellaChiesa di oggi, tuttaviaquesto non è il segnodella povertà dellaChiesa, ma piuttostodella ricchezza delleprospettive che esso hadischiuso. E l’incontrocon un Padre conciliarecome mons. Bettazzi ciaiuterà sicuramente aravvivare questeprospettive.

Gabriele Maremmani

LE RAGIONI DEL GESTO

abato scorso si è svolta in tutta Italia laGiornata Nazionale della Colletta

Alimentare.La giornata è statacaratterizzata anche quest’anno dallecosiddette 10 righe:Le ragioni del gesto per un dialogo contutti“La crisi continua a cambiare la vita di moltepersone. L’unica possibilità è sopravvivere,sperando che tutto prima o poi passi? Perchériproporre proprio oggi la Colletta alimentare?Che novità ci attendiamo? Anche dentro ledifficoltà, io esisto e non mi sto dando la vitada solo, sono fatto e voluto in questo istante daDio: questo, come disse don Giussani, “è iltempo della persona”. Solo la riscoperta diquesto rapporto originario permette di vivereogni cosa da uomini: perché tutto è occasioneper incontrare Chi mi sta dando la vita ora.Questa è la novità che attendiamo: poterLoincontrare ancora.Per questo ti invitiamo apartecipare insieme alla Giornata Nazionaledella Colletta Alimentare: fare la spesa per chiha più bisogno.”Riflettendo a mente fredda su tutto quelloche ha portato a questa giornata –l’organizzazione, gli incontri, le difficoltà,gli imprevisti – e sui Fatti che sonoaccaduti durante la giornata di sabato larisposta alla domanda iniziale: “Perchériproporre proprio oggi la CollettaAlimentare? Che novità ci attendiamo?”,la mia personalissima risposta è perchéancora una volta quello che ci è statopreannunciato come semplice discorso ocome ipotesi è diventato reale, si è fattotoccare con mano, è diventato carne - eperciò contemporaneo – a tutti noi:ancora una volta Gesù Cristo si è chinatosu di noi e ci ha teso la mano. Ancora unavolta si è fatto Presente tra noi. Loabbiamo incontrato ancora. Non esisteuna spiegazione diversa per quello che hovisto sabato visitando i volontariimpegnati nei vari supermercati di Livornomentre facevano la Colletta Alimentare:1) La gioia e la vivacità dei bambini diquarta e quinta elementare dell’Istitutodella Fondazione San Carlo Borromeo, exVenerini, che hanno partecipato sabatomattina alla Colletta Alimentare.Nonostante la scuola fosse chiusa hannoaccettato l’invito dei loro insegnanti epreside. Bastava guardarli mentre siadoperavano a invitare le persone a fare laspesa per gli altri, o a ricevere i sacchettipieni dai clienti del supermercato percapire che qualcos’Altro stava accadendo.Forse se ne è accorto anche un signore cheha regalato loro una merendina “così fatemerenda” gli ha detto. Questi ragazzi,dopo averlo ringraziato, gli hanno dettoche avrebbero donato quella merendinaalla Colletta, perché altri ne avevano piùbisogno di loro;2) Oppure due signore, in un altrosupermercato, che hanno donato aivolontari la somma di 70,00 per fare laspesa. Hanno detto ai volontari stupiti cheinvece di fare i regali di Natale preferivanodonare i generi alimentari al Banco;3) Oppure un signore che è venuto a farela spesa e ha lasciato un carrello colmo digeneri alimentari tra lo stupore generaledei volontari “perché un gesto del generecon la crisi che c’è oggi è quasiimpensabile”;4) Una persona che riceve un pacco viverimensilmente che ha messo a disposizioneil suo mezzo per fare il trasporto deigeneri alimentari dai punti vendita almagazzino;Questi sono solamente alcuni fatti chesono accaduti durante la GiornataNazionale della Colletta Alimentare. Lapunta di un iceberg. Chissà quanti ancoradi cui non siamo a conoscenza, ma chesono accaduti. E danno una speranza atutti noi Speranza che si è fatta evidentequando ci è stato comunicato il dato dellaraccolta nazionale : 9622 tonnellate, 22 inpiù rispetto allo scorso anno. Lo dicosempre, ma ogni anno mi stupisco ancoradi più per il miracolo di carità che accadedavanti ai nostri occhi. E non posso cheessere grato a chi mi ha fatto vivere inprima persona questo evento. Faticoso,stressante, ma semprespettacolare….Quindi permettetemi didire un semplice GRAZIE, con tutto ilcuore: ai volontari, ai trasportatori, aidirettori e ai dipendenti dei supermercati,a chi ha fatto la spesa, ma anche a chi nonl’ha fatta, per lo spettacolo di umanità cheabbiamo vissuto, ma soprattutto grazie aColui che ci dona ogni anno la possibilitàdi partecipare ad un gesto così semplice,ma che spalanca per ognuno di noi leporte di una letizia e una gioia che riempieil cuore e ci fa essere più contenti.

Pier Giorgio NovelliResp. Provinciale - Livorno

S

■ L'AZIONE CATTOLICA promuove un incontro con monsignor Bettazzi

Il 3 dicembrel’incontro con uno degliultimi testimonidell’eventoconciliare

più facile che un cammello passiper la cruna di un ago che un ricco

entri nel regno di Dio»: dell’attualitàdrammatica della Parola del Signore si èparlato nell’ultimo incontro per famiglieorganizzato dall’Azione Cattolica diLivorno e che si è svolto nei localidiocesani. La riflessione ha riguardato inuovi scenari di povertà che oggi, in tuttoil mondo, si aggiungono ai quadri foschidi sempre. Ai bisogni essenziali negatiche urlano di essere soddisfatti per lasopravvivenza, si affiancano i milledisagi sociali che la crisi economica hacreato o acuito, anche nei Paesidell’ormai ex benessere diffuso; ledifficoltà dei singoli ai margini, certo, maanche i problemi oggettivi delle famiglieche non arrivano più a fine mese o deglianziani che non si curano perchè nonhanno soldi per pagarsi le medicine. Aiclochard che assiderano per strada, aisenza tetto, ai borderline, si allinea orauna folla silenziosa e quasi nascosta dipoveri di ritorno, pensionati al minimoche campano di stenti, disoccupati chenon trovano lavoro, né solidarietà perandare avanti, capifamiglia che nonpossono più sostentare i figli con dignitàe decoro. Quale è il dovere di chi sta meglio neiconfronti di questo mare di sofferenza,fisica, psicologica, mentale? Forse nonbasta un’elemosina occasionale a liberarela coscienza di chi più può rispetto algrido sommesso di chi affonda. Forse ènecessario ora più che mai sentirciChiesa, Comunità, e farci davvero taliogni giorno, uno per l’altro, nelleparrocchie, sul pianerottolo di casa, ascuola. Dovremmo intessere una rete didisponibilità all’ascolto e all’aiuto, più diquanto è stato sempre fatto e già si stafacendo. Io che ho questo te lo offro, sene hai bisogno, in un servizio trasversalegli uni verso gli altri, ciascuno donandocosa può. La ricchezza in sé – si èsottolineato all’incontro – non è né un

È«

bene né un male: può anzi essere unostrumento di giustizia e di equità laddovevenga usata con coscienza, anche civile, econ criterio spirituale. L’imprenditore chedà lavoro improntato a connotati dicorrettezza svolge un servizio pratico edetico per la comunità in cui opera, e cosìpure i modelli di accesso al microcreditoteorizzati e realizzati dal premio NobelMuhammad Yunus in Bangladesh sono ilsintomo che un utilizzo valido emeritevole delle risorse finanziarie possae debba essere fatto.Ci sono persone, sempre di più, che perpagare il mutuo, l’affitto, o peggio ancorauna bolletta o il conto della spesa sonocostrette a ricorrere all’extrema ratio dellavendita dell’oro di famiglia: catene diricordi e di affetti che vengono pesate subilancine elettroniche senz’anima, chenella migliore delle ipotesi sentenzianoun’equazione grammi-euro semprestrangolante, nella peggiore nascondonoanche pericolosi racket criminali.Comunque, si rinuncia ad un passato di

doni, di gesti d’amore, di suggelli di festedel cuore per un’usura che non risolvenessuna disperazione, la rimandasoltanto. Abbiamo l’obbligo, comecristiani, di essere accanto anche a questenuove e subdole forme di asfissia deinostri fratelli. I Monti di Pietà, almeno,un tempo davano una possibilità diriscatto, lasciavano una speranza, unallungo sul futuro. Di fronteall’imperscrutabile grandezza del mare cisi sgomenta e si può avere paura. E ilbisogno è il più vasto dei mari in cuinavigare o perdersi. Eppure, dicevaMadre Teresa di Calcutta, “il mioimpegno è solo una goccia, ma nonpotrei mai perdonarmi di non averlabuttata nel mare dei miei poveri”. Sempretenendo presente che non siamo – mai –soli. Il gruppo continuerà ad incontrarsi neilocali di via S. Andrea 71 anche nelleprossime domeniche con inizio alle17.30

Rita Ristori

UN GRUPPO DI FAMIGLIE GIOVANI DI AZIONE CATTOLICA RIFLETTONO SULLA POVERTÀ’

Un cammello nella cruna di un agoNella crisi emerge una follasilenziosa di nuovi poveri

XVI Giornata nazionaledella Colletta Alimentare

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 dicembre 2012VIII