La Settimana n. 41 del 17 novembre 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 17 novembre 2013 Come in ogni famiglia non vi sono gradi intermedi fra padre e figlio, ma o si è padri o si è figli, così nella famiglia Chiesa il prete non è "il Padre", ma è solo un figlio che ha dal Padre l’incarico di renderlo pre- sente in particolari compiti; nella Chiesa insomma o si è l’Unico Sa- cerdote o si è uomini, con servizi diversi, ma uomini sempre. Figli più buoni almeno, si dirà, i preti, figli più santi! Questa è la loro priorità nella Chiesa? Neppure questo: la chiamata del Signore è solo una chiamata di servizio, non un certificato di buona condotta o un merito di santità; se mai si chiederà al prete l’impegno di tradurre nel- la propria vita, e in ogni momento, l’energia santificante che sorge dalla sua missione. Noi preti della Chiesa, 1973- "Una missione d’accoglienza" Domenica 24 novembre in Cattedrale la solenne proclamazione di fede della Chiesa diocesana Nella celebrazione il ricordo di figure livornesi testimoni della fede Anno della fede si chiuderà il prossimo 24 Novembre. Questo anno, indetto da Papa Benedetto XVI l’11 Ottobre 2012, con la Lettera apostolica Porta fidei, era anche il tempo in cui ricordare il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, indetto da Papa Giovanni XXIII, perché «la dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata», potesse essere «approfondita e presentata in modo che corrispondesse alle esigenze del nostro tempo». Un anno indetto come «un’occasione propizia perché tutti i fedeli potessero comprendere più profondamente che il fondamento della fede cristiana è "l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva"». Seguendo questa indicazione anche la Chiesa di Livorno ha vissuto un anno denso di iniziative culturali e pastorali per offrire occasioni di preghiera e approfondimento. Si è iniziato nello scorso Novembre con la Lectio Magistralis del cardinal Camillo Ruini in Cattedrale: un momento di riflessione molto alta, che ha visto una bella partecipazione, inoltrandosi nel dibattito tra ragione e fede; temi questi, che ampliati ai concetti di scienza e conoscenza sono stati ripresi nelle pubblicazioni della Editrice diocesana Pharus, con i testi dei professori Benvenuti e Zolesi, che hanno coinvolto anche il mondo della scuola. Altri grandi eventi popolari che hanno coinvolto la città sono stati l’inaugurazione della statua della Madonna dei Popoli, frutto della devozione livornese a Maria, e il pellegrinaggio diocesano a Roma da Papa Francesco, in Aprile, che ha visto partecipare più di mille persone. Dal punto di vista pastorale la Diocesi ha rivolto la sua attenzione in particolare alle famiglie e ai giovani. Questo è stato l’anno della Festa della Famiglia; l’anno dei Percorsi di luce, gli incontri per i divorziati e risposati; l’anno dei nuovi cammini di catechesi per i fidanzati ed ancora l’anno in cui si è cercato di rinnovare la Pastorale Giovanile, iniziando un dibattito costruttivo con i giovani delle parrocchie; l’anno in cui hanno ripreso vita i Centri di ascolto con le nuove schede di riflessione e si è tornati a parlare di Primo Annuncio, con la nuova lettera pastorale del Vescovo, diffusa in Settembre. Nell’anno della Fede particolare attenzione è stata data anche ai più poveri perché la Fede non sia mai scissa dalle opere: nuovi servizi della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali per far fronte alle richieste di aiuto sempre più numerose; il nuovo Centro di via Donnini, che sarà inaugurato il prossimo 19 Dicembre, dove troveranno spazio nuovi progetti di solidarietà, tra cui la scuola dei mestieri, per chi, rimasto senza lavoro, vuol riprendere in mano la propria vita imparando una nuova professione. Per celebrare questo anno, Domenica 24 Novembre in Cattedrale il popolo di Dio che è in Livorno si ritroverà alle 17.00 insieme al Vescovo (vedi locandina pag VIII). Sarà cantato il Vespro, la preghiera del pomeriggio, e saranno ricordate alcune figure di livornesi, testimoni della fede, esempi di vita cristiana anche per la nostra epoca; dopodiché sarà proclamata la solenne professione di fede con il Credo di Paolo VI. Un anno dedicato alla fede cristiana, un anno che giunge al termine, ma un anno che realmente non finisce perché come detto nella lettera di indizione «anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare» sempre, ogni giorno, perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani» c.d. L ACCOGLIENZA AI PROFUGHI Livorno offre aiuto a Lampedusa nche la terra é in crisi profonda. Inquinata nelle sue viscere ha dovuto subire offese senza limiti. Ha accolto rifiuti tra i più nocivi e così ubriaca di scorie ha seminato morte. Cancri e ma- lattie che hanno prosciugato di lacrime volti di madri private dei loro figli. La terra dei frutti si é ribellata e soffre il silenzio di chi non la difende con la forza dell’ amore, con il coraggio della de- nuncia. Impegnamoci di più a salvagurdare il creato e a chinarci fino a baciare la terra su cui l’uomo cerca la vita. E impariamo ad essere grati alla nostra ter- ra per quello che essa generosamente dona se ri- spettata e amata. La terra sarà capace di tornare a infondere vita, a superare le crisi come una Madre terra. A Il progetto in attesa dell’approvazione ministeriale IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Nell’anno della fede L’anno dell’incontro con Cristo LINEA di Pensiero di Luca Lischi a Caritas diocesana di Livorno ha presentato il progetto Sprar, specifico per i richiedenti asilo politico e dedicato all’accoglien- za dei profughi attualmente ospitati a Lampedusa. Il progetto prevede un’offerta di aiuto e soprattutto di ac- compagnamento ad una ventina di persone, che saranno accolte in diver- se strutture a disposizione di Caritas. L’idea, che è nata subito dopo la tra- gedia di Lampedusa, è quella di aiuta- re queste persone a riprendere in ma- no la loro vita, aiutandole ad inte- grarsi nella società, con l’alfabetizza- zione, a ricongiungersi con i parenti che magari già vivono in Europa, op- pure a trovare un’occupazione e a ri- manere sul territorio. Per fare quest’o- pera di solidarietà, la Caritas seguirà i profughi suddividendoli in piccoli nuclei, per permettere così un accom- pagnamento attento alla dignità di ognuno. Non è la prima volta che la città acco- glie dei profughi: già in passato, quando situazioni di emergenza ave- vano richiesto la solidarietà, Livorno aveva risposto anche prima di altri co- muni. Negli ultimi tempi erano state accolte 12 persone,di questi attual- mente la Caritas ne sta seguendo an- cora 5, mentre gli altri si sono integra- ti ed hanno trovato lavoro. «Per questa buona riuscita dei proget- ti precedenti –afferma suor Raffaella Spiezio, presidente della Caritas dio- cesana – siamo motivati ad offrire nuova accoglienza, accompagnando chi si trova a vivere situazioni di po- vertà estrema e di solitudine: questi viaggi della speranza portano con sé ferite molto profonde». Il progetto è in attesa dell’approvazio- ne ministeriale, dopodiché potrebbe partire già dai primi giorni del prossi- mo anno. c.d. L

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

17 novembre 2013

Come in ogni famiglia non vi sono gradi intermedi fra padre e figlio,ma o si è padri o si è figli, così nella famiglia Chiesa il prete non è "ilPadre", ma è solo un figlio che ha dal Padre l’incarico di renderlo pre-sente in particolari compiti; nella Chiesa insomma o si è l’Unico Sa-cerdote o si è uomini, con servizi diversi, ma uomini sempre.Figli più buoni almeno, si dirà, i preti, figli più santi! Questa è la loropriorità nella Chiesa? Neppure questo: la chiamata del Signore è solouna chiamata di servizio, non un certificato di buona condotta o unmerito di santità; se mai si chiederà al prete l’impegno di tradurre nel-la propria vita, e in ogni momento, l’energia santificante che sorgedalla sua missione.

Noi preti della Chiesa, 1973- "Una missione d’accoglienza"

Domenica 24 novembrein Cattedrale la solenneproclamazione di fede della Chiesa diocesana

Nella celebrazione il ricordo di figure livornesi testimoni della fede

Anno della fedesi chiuderà ilprossimo 24Novembre.

Questo anno, indetto daPapa Benedetto XVI l’11Ottobre 2012, con laLettera apostolica Portafidei, era anche il tempoin cui ricordare ilcinquantesimoanniversariodell’apertura del ConcilioEcumenico Vaticano II,indetto da PapaGiovanni XXIII, perché«la dottrina certa eimmutabile, che deveessere fedelmenterispettata», potesse essere«approfondita epresentata in modo checorrispondesse alleesigenze del nostrotempo».Un anno indetto come«un’occasione propiziaperché tutti i fedelipotessero comprenderepiù profondamente cheil fondamento della fedecristiana è "l’incontrocon un avvenimento, conuna Persona che dà allavita un nuovo orizzontee con ciò la direzionedecisiva"». Seguendo questaindicazione anche laChiesa di Livorno havissuto un anno denso diiniziative culturali epastorali per offrireoccasioni di preghiera eapprofondimento. Si èiniziato nello scorsoNovembre con la LectioMagistralis del cardinalCamillo Ruini inCattedrale: un momentodi riflessione molto alta,che ha visto una bellapartecipazione,

inoltrandosi nel dibattitotra ragione e fede; temiquesti, che ampliati aiconcetti di scienza econoscenza sono statiripresi nellepubblicazioni dellaEditrice diocesana Pharus, con i testi deiprofessori Benvenuti eZolesi, che hannocoinvolto anche ilmondo della scuola.Altri grandi eventipopolari che hannocoinvolto la città sonostati l’inaugurazionedella statua dellaMadonna dei Popoli,frutto della devozionelivornese a Maria, e ilpellegrinaggio diocesanoa Roma da PapaFrancesco, in Aprile, cheha visto partecipare piùdi mille persone. Dal punto di vistapastorale la Diocesi harivolto la sua attenzione

in particolare allefamiglie e ai giovani.Questo è stato l’annodella Festa della Famiglia;l’anno dei Percorsi di luce,gli incontri per idivorziati e risposati;l’anno dei nuovicammini di catechesi peri fidanzati ed ancoral’anno in cui si è cercatodi rinnovare la PastoraleGiovanile, iniziando undibattito costruttivo con igiovani delle parrocchie;l’anno in cui hannoripreso vita i Centri diascolto con le nuoveschede di riflessione e si ètornati a parlare di PrimoAnnuncio, con la nuovalettera pastorale delVescovo, diffusa inSettembre.Nell’anno della Fedeparticolare attenzione èstata data anche ai piùpoveri perché la Fedenon sia mai scissa dalle

opere: nuovi servizi dellaCaritas diocesana e delleCaritas parrocchiali perfar fronte alle richieste diaiuto sempre piùnumerose; il nuovoCentro di via Donnini,che sarà inaugurato ilprossimo 19 Dicembre,dove troveranno spazionuovi progetti disolidarietà, tra cui lascuola dei mestieri, perchi, rimasto senza lavoro,vuol riprendere in manola propria vitaimparando una nuovaprofessione.Per celebrare questoanno, Domenica 24Novembre in Cattedraleil popolo di Dio che è inLivorno si ritroverà alle17.00 insieme al Vescovo(vedi locandina pagVIII). Sarà cantato ilVespro, la preghiera delpomeriggio, e sarannoricordate alcune figure dilivornesi, testimoni dellafede, esempi di vitacristiana anche per lanostra epoca; dopodichésarà proclamata lasolenne professione difede con il Credo di PaoloVI. Un anno dedicatoalla fede cristiana, unanno che giunge altermine, ma un anno cherealmente non finisceperché come detto nellalettera di indizione«anche ai nostri giorni lafede è un dono dariscoprire, da coltivare eda testimoniare» sempre,ogni giorno, perché ilSignore «conceda aciascuno di noi di viverela bellezza e la gioiadell’essere cristiani»

c.d.

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ACCOGLIENZA AI PROFUGHI

Livorno offre aiuto a Lampedusa

nche la terra é in crisi profonda. Inquinatanelle sue viscere ha dovuto subire offese senza

limiti. Ha accolto rifiuti tra i più nocivi e cosìubriaca di scorie ha seminato morte. Cancri e ma-lattie che hanno prosciugato di lacrime volti dimadri private dei loro figli. La terra dei frutti si éribellata e soffre il silenzio di chi non la difendecon la forza dell’ amore, con il coraggio della de-nuncia. Impegnamoci di più a salvagurdare il creato e achinarci fino a baciare la terra su cui l’uomo cercala vita. E impariamo ad essere grati alla nostra ter-ra per quello che essa generosamente dona se ri-spettata e amata. La terra sarà capace di tornare ainfondere vita, a superare le crisi come una Madreterra.

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Il progetto in attesadell’approvazione ministeriale

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Nell’annodella fede

L’anno dell’incontrocon Cristo

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

a Caritas diocesana di Livornoha presentato il progetto Sprar,specifico per i richiedenti asilopolitico e dedicato all’accoglien-

za dei profughi attualmente ospitati aLampedusa. Il progetto prevedeun’offerta di aiuto e soprattutto di ac-compagnamento ad una ventina dipersone, che saranno accolte in diver-se strutture a disposizione di Caritas.L’idea, che è nata subito dopo la tra-gedia di Lampedusa, è quella di aiuta-re queste persone a riprendere in ma-no la loro vita, aiutandole ad inte-grarsi nella società, con l’alfabetizza-zione, a ricongiungersi con i parentiche magari già vivono in Europa, op-pure a trovare un’occupazione e a ri-manere sul territorio. Per fare quest’o-pera di solidarietà, la Caritas seguirà iprofughi suddividendoli in piccolinuclei, per permettere così un accom-pagnamento attento alla dignità diognuno.

Non è la prima volta che la città acco-glie dei profughi: già in passato,quando situazioni di emergenza ave-vano richiesto la solidarietà, Livornoaveva risposto anche prima di altri co-muni. Negli ultimi tempi erano stateaccolte 12 persone,di questi attual-mente la Caritas ne sta seguendo an-cora 5, mentre gli altri si sono integra-ti ed hanno trovato lavoro.«Per questa buona riuscita dei proget-ti precedenti –afferma suor RaffaellaSpiezio, presidente della Caritas dio-cesana – siamo motivati ad offrirenuova accoglienza, accompagnandochi si trova a vivere situazioni di po-vertà estrema e di solitudine: questiviaggi della speranza portano con séferite molto profonde».Il progetto è in attesa dell’approvazio-ne ministeriale, dopodiché potrebbepartire già dai primi giorni del prossi-mo anno.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 novembre 2013II

La parola alla... CARITAS

«Ho avuto fame e miavete dato da mangiare»a casa editrice Jaca Book ha recentemente

pubblicato il volume "Gesù a Roma" cheha il significativo sottotitolo "Il sogno diBenedetto XVI° - una parabola". L’autore èJuan Maria Laboa. per trent’anni professoredi Storia della Chiesa presso la PontificiaUniversità Comillas di Madrid e Delegatoper la Pastorale Universitaria. L’autoreimmagina che Gesù, seguito dagli apostoli,da Santi, come San Francesco, Sant’Ignazio,San Gregorio Magno, Tertulliano, facciavisita alla città di Roma. La prima tappa èl’incontro con la gente della periferiaromana di Primavalle: "Cristo presente erala Verità e la Vita e si manifestava con la suavicinanza, la sua tenerezza e la suacomprensione per la debolezza umana"."Tutti avvertivano nell’anima la sensazionedi una intima complicità con Gesù.Sapevano bene che egli conosceva tutta laloro vita e sentivano interiormente che luisanava le loro debolezze e sosteneva le loroaspirazioni e i loro progetti". Gesù incontrale folle sull’Aventino e procede verso laBasilica di San Pietro, qui l’autore scrive che"l’epoca della costruzione della basilicaconsolidò il clericalismo della Chiesa ... e ilConcilio di Trento accettò forme di ...unareligiosità fortemente esteriore, barocca,arrivata almeno a Roma, fino al VaticanoII°. La riforma liturgica del Vaticano II° sicontrappose precisamente a questatradizione". Critica che prosegue parlandodella Curia Romana in cui "si sarebbepotuto ascoltare giudizi e apprezzamentinegativi sui diversi Papi, sempre però contoni devoti, in circoli molto intimi e tracortine di fumo". L’autore si domanda poi"Cosa è rimasto del Concilio in questa cittàeterna? Molte cose, cominciandodall’incertezza e dallo sconcerto. Ildesiderio di continuare a parlare bene delconcilio e la pretesa di correggerlo in ciòche non piace ad alcuni" poi l’affondo"Naturalmente Gesù continua a vivere nellacomunità dei credenti e in ciascuno di loro;credenti che sono più maturi e sannomeglio distinguere la dottrina e le richiestedel Maestro dalle strutture mentali e daimodi di presentarsi e di esprimersi dicoloro che hanno il compito di dirigere lecomunità cristiane". La visita di Gesù aRoma crea sconcerto in Vaticano e alParlamento, ma la figura di Cristo si fapresente ai giovani dell’Università TorVergata "molti di loro avevano ricevuta laprima e ultima comunione da bambini enon sapevano niente di Cristo". Gesù diceai giovani "Di fronte all’impotenza e allamalinconia vi esorto a sviluppare l’ascesi,l’allegria, la collaborazione e lacondivisione. Nel prossimo mi ciritroverete sempre: nelle persone sole, negliesclusi e negli abbandonati troverete latenerezza di Dio". Nel suo itinerario Gesùincontra il Cardinale Spellman, poi trefratelli che vivono insieme, si ritrova nellaChiesa del Gesù dei Gesuiti, al CircoMassimo e al Palatino, simboli dell’Imperoromano che si confronta con ilcristianesimo:"Di fronte al potere dellaforza c’era l’amore; di fronte alla potenzadell’oppressione, la tenerezza dellapaternità; di fronte agli imperatori dai piedid’argilla, l’onnipotenza del Creatore,rappresentato da Cristo il Dio incarnato,l’amore che è servizio e salvezza". JuanMaria Laboa attacca ancora la CuriaRomana e in merito alla venuta di Gesù fadire a un cardinale "Com’era tutto piùfacile quando se ne stava chiuso neltabernacolo". Altri provano "paura difronte a chi era verità assoluta e chiarezzaincomparabile", "ma anche se impauriti econfusi sentirono che Cristo li amava e ligiudicava secondo la sua misericordia" e fadire ancora a Gesù "La vostra vita non deveessere una carriera di onori, non sietesuperiori a nessun altro cristiano. Dovetesolo servire gli uomini e servire vuol direlavare i piedi", "La vostra missione, lamissione di ogni credente, consistenell’annunciare un Dio misericordioso, unDio che vuole il bene di ogni persona, chenon condanna, che chiama ad una vita piùsanta". Dunque "l’incontro diretto conCristo commuove le persone nell’intimo.La storia del cristianesimo costituisce unelenco meraviglioso di persone trasformatedalla vicinanza gioiosa di Dio nella lorovita". Il volume termina sottolineandocome Benedetto XVI° ( è lui che sognaGesù!) abbia iniziato uno stile ecclesialepiù semplice e spontaneo, più vicino a tuttii credenti, e la sua rinuncia al papato èavvenuta "in funzione dei progetti delSignore e del bene dei credenti". E PapaFrancesco? Il libro non ne parla perché èstato stampato prima della sua elezione,peccato perché Papa Francesco ha preso neiconfronti della Curia Romana queiprovvedimenti che l’autore auspicava.

Gianni Giovangiacomo

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Dedicato al ricordodel Concilio

ono soprattutto anziani epersone con gravidifficoltà motorie, maanche giovani, non

necessariamente italiani, chevivono in un contesto di gravedegrado sociale: è questa larealtà che si trova suonando aicampanelli degli utenti cheattendono, dignitosamente, laconsegna del paccoalimentare. I pasti completi vengonopreparati dalle cuoche dellamensa Caritas di Torretta epoi caricati su uno dei mezzi adisposizione del Porto diFraternità. I volontari di turnoseguono poi un percorsoprestabilito, secondo lerichieste pervenute agli uffici.Questo servizio è utile ancheper l’approvvigionamento dialcune Caritas parrocchiali: adesempio, alla Ronda dellaCarità di S. Giovanni Bosco,in Coteto, vengonoconsegnati panini, di solitocontenenti formaggio, daoffrire ogni sera ai bisognosicon i sacchetti riempiti conpasta, acqua e altro, mentrealla Caritas di S. Lucia, adAntignano, vengonoconsegnati i pasti per ladistribuzione nella mensalocale. Si viene così a creareuna rete di solidarietà e uncoordinamento per affrontarenel modo migliorel’emergenza alimentarepresente sul territorio. "È un servizio fondamentale,rivolto a coloro che non sonoin grado di recarsi alla mensadi via delle Cateratte - spiegaCarlo Bernardini, uno deivolontari - solo così ci si puòrendere conto di quali realtàesistano, delle difficoltà chehanno oggi le persone."La prima constatazioneriguarda il rapporto trarichiesta di aiuto e quartieredi residenza: anche se esistechiaramente una sempre puralta concentrazione neiquartieri più popolari,soprattutto nella zona norddella città, il "giro dei pasti"continua anche in zone delcentro o nei quartieriresidenziali del sud, di solitoconsiderati "benestanti". A volte ad aprire è un anzianosolo, o la badante straniera diquesti, o il figlio quarantenneche, per vari motivi è tornatoa vivere con i genitori,gravando sulle spese familiari;altre volte, invece, adaffacciarsi all’uscio è unapersona costretta sulla sedia arotelle; in alcuni casi ci sonopersone che provano vergognaa farsi vedere, e aprono solouno spiraglio della porta,allungando il braccio perprendere il sacchetto,

Sringraziando, e richiudendoprontamente; e ancora, si puòincontrare un gruppetto disenegalesi che vive in quellache doveva essere una cantinao un grande garage adibitoora ad abitazione. "È quasi impossibile avere iltempo e la possibilità distabilire un dialogo, seppurbreve, con queste persone -continua Carlo - sia per lamole di consegne daeffettuare quotidianamente,sia per non sentirci troppo

"invadenti", considerando chegià ci affacciamo all’ingressodi casa loro." La Caritas è alla continua ri-cerca di volontari per poterproseguire nella sua missionedi ascolto e di aiuto verso il

prossimo: per poter partecipa-re al giro delle consegne a do-micilio o far parte di altri pro-getti è possibile rivolgersi aicontatti indicati sul sito www.caritaslivorno.it.

Fabio Figara

Dal lunedì al sabato, dalle 10.45 alle 13.15, un gruppo di volontari della Caritas si occupa di consegnare i pasti a domicilio, permettendo, a chi non può muoversi, di sfamarsi comunque

Un sogno:Gesù a Roma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 novembre 2013 III

L’INTERVISTA APiergiorgio Novelli

Riduzionedei fondi e aumentodelle richieste:la crisialimentarec’è e si sente

entre si prepara unanuova raccolta, inprogramma ilprossimo 30

Novembre, c’è una cattivanotizia per il banco alimentare:con la fine dell’ anno saràsospesa la fornitura statale chefino ad oggi integrava le raccolte,Piergiorgio Novelli,responsabile provinciale delBanco ci spiega il perché diquesta sospensione e cosaprovocherà nei prossimi tempiquesta assenza.«La decadenza del programmadi aiuti alimentari europeo nonè una brutta notizia solo per ilBanco Alimentare, ma per i 4milioni di persone che oggivivono al di sotto della soglia dipovertà. La legge europea PEAD(programma europeo di aiutoalimentare agli indigenti) invigore dal 1987 vedrà la sua fineil prossimo 1 Gennaio 2014nella forma in cui laconosciamo oggi. Entro il 31Dicembre 2013 infatti dovrebbeessere approvato dal parlamentoeuropeo la legge FEAD (fondodi aiuti agli indigenti) grazie alquale la comunità europeastanzierà una cifra (si parla dicirca 2,5 miliardi di Euro) chesarà suddivisa tra tutti i suoi statimembri. Questo valoreeconomico non dovrà essereutilizzato solamente per gli aiutialimentari, ma sarà utilizzatoanche per altre emergenzesociali quali il problemaabitativo, sanitario etc.. Nelprossimo futuro quindi gli aiutialimentari, gestiti in Italia daAGEA (Agenzia per le erogazioniin agricoltura) e distribuiti aglienti caritativi quali Caritas,Banco Alimentare, San Vincenzode’ Paoli, Comunità di S. Egidio,Croce Rossa, lasceranno unvuoto pari a 100.000 tonnellatedi generi alimentari (suddivisiin pasta, riso, latte, formaggio,legumi, farina, biscotti, polpa dipomodoro, biscotti perl’infanzia, olio di semi e fettebiscottate) che nonraggiungeranno più le 15.000strutture caritative attive sulterritorio italiano che aiutavano4 milioni di persone. In Toscanala perdita del programma Ageacorrisponde ad una riduzionedel 56% dei generi alimentaridistribuiti dalla Associazionebanco Alimentare della ToscanaOnlus nel 2012».

A quanto ammontano leraccolte e quindi ladistribuzione di generialimentari in provincia diLivorno?«Attualmente nella provincia diLivorno vengono raccolte circa60 tonnellate di generialimentari grazie all’opera deivolontari e delle persone che sirecano a fare la spesa nellagiornata della Colletta

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Alimentare. Questi generivengono tutti lasciati sulterritorio provinciale edistribuite alle circa 60 strutturecaritative attualmente associatecon il Banco Alimentare Onlus.Ma la giornata della CollettaAlimentare contribuisce“solamente” per un 22% nelconto degli alimenti che ilBanco Alimentare riesce adistribuire nell’arco dell’anno.Altre fonti diapprovvigionamento sonol’industria alimentare (17%), laGrande DistribuzioneOrganizzata (3%) e il progettoSiticibo (2%) che permette ilrecupero da parte delle strutturecaritative dei pasti cucinati manon consumati dalle menseaziendali, scolastiche etc.. ALivorno è nato un esperimentopilota tra una azienda delgruppo Finmeccanica e il BancoAlimentare per il progettoSiticibo : i pasti recuperativengono utilizzati giornalmentein una mensa cittadina che aiutai ragazzi in difficoltà».

Le persone rispondonogenerosamente a questo tipodi beneficienza oppure c’èdiffidenza?«Il giorno della CollettaAlimentare le persone donanocon generosità ed entusiasmoparte della propria spesa peraiutare i più bisognosi. Certoqualcuno pone la domanda“dove vanno a finire questialimenti?”. Il bello di questa

giornata è che i volontari che siadoperano nei supermercati cheaderiscono al gesto fanno parte,per un 85% delle stesse strutturecaritative che poi riceverannoquegli stessi generi: qualemigliore testimonianza di chitocca con mano i bisogni dellepersone? Per quanto riguarda lealtre forme diapprovvigionamento sopracitate credo che la maggioredifficoltà risieda non tanto inuna diffidenza verso l’operasvolta dal Banco Alimentare,quanto piuttosto in tentativo diottimizzazione estremo da partedelle ditte sui programmi diproduzione (con il tentativo diavere una produzione legata allarichiesta dei clienti senza crearestock di magazzino), mentreparlando della GrandeDistribuzione Organizzata si haun tentativo sempre maggioreda parte dei supermercati divendere i prodotti vicini allascadenza con sconti altissimiinvece che donarli agli enticaritatevoli.Per me uno spunto di riflessionepersonale su questa situazionesono state le parole autorevolidel Santo Padre Francesco, dacui traggono spunto le “diecirighe” della Colletta Alimentare: “La vita umana, la persona nonsono più sentite come valoreprimario da rispettare e tutelare,specie se è povera […]. Ilconsumismo ci ha indotti adabituarci al superfluo e allospreco quotidiano di cibo, al

quale talvolta non siamo più ingrado di dare il giusto valore,che va ben al di là dei meriparametri economici. […] Invitotutti a riflettere sul problemadella perdita e dello spreco delcibo per individuare vie e modiche, affrontando seriamente taleproblematica, siano veicolo disolidarietà e di condivisione coni più bisognosi. […] quando ilcibo viene condiviso in modoequo, con solidarietà, nessuno èprivo del necessario, ognicomunità può andare incontroai bisogni dei più poveri” (PapaFrancesco, Udienza Generale del5 giugno 2013)».

La crisi ha fatto aumentare lerichieste di pacchi?«Purtroppo sì: la richiestaaumenta ogni giorno di più.Anche se il Banco Alimentarenon ha rapporto diretto con lepersone bisognose, l’aumentodelle domande di associazionedegli enti sul territorio regionalecresce ogni anno. La situazione èchiaramente peggiorata aseguito di questa notizia dellacomunità europea. La nuovasfida che ci aspetta è quella ditrovare nuove strade percamminare insieme allestrutture caritative e non lasciareindietro nessuno».

La vostra organizzazione èbasata interamente sulvolontariato? Quante personevi aiutano in quest’opera e diquale età?«L’Associazione BancoAlimentare della Toscana Onlusha la sua sede operativa aCalenzano (FI). In questa sedelavorano attualmente cinquedipendenti e si alternano circa40 volontari di età compresa trai 25-30 anni fino agli over 65».

La prossima raccolta delBanco quando sarà e comeverrà organizzata in provinciadi Livorno?«Il prossimo appuntamento è laGiornata Nazionale dellaColletta Alimentare che sisvolgerà in tutta Italia Sabato 30Novembre. Come ogni anno neimaggiori punti vendita dellacittà e nella Provincia di Livorno(Isola d’Elba compresa) sarannopresenti i volontari del BancoAlimentare (riconoscibilitramite le pettorine gialle) cheinviteranno chi si reca a fare laspesa a donare degli alimentinon deperibili che aiuteranno lepersone bisognose. Invitiamotutti a partecipare alla CollettaAlimentare sia come donatori,ma anche come volontari.Chiunque volesse parteciparepuò trovare le informazioni sucome diventare volontario sulsito della Fondazione BancoAlimentarewww.bancoalimentare.it».

Chiara Domenici

Il dottor Novelli, responsabile provincialedel Banco alimentare fa il punto della situazionee annuncia la nuova raccolta

opo la Peregrinatio Mariae curatadal Movimento del Messaggio di

Fatima nella Diocesi di Civita Castel-lana, nella parrocchia di S. Giuseppedal caro amico don Luca Gottardi, lapreziosa statua è “approdata” a Livor-no nel seminario Vescovile.Per l’accoglienza i seminaristi hannopreparato in un angolo della cappel-lina del seminario un altarino contor-nato di stoffe celesti e bianche, dove è

stata collo-cata laBianca Si-gnora.Veramentemolto bra-vi e pienidi iniziati-ve i nostriseminar i -sti, felicis-simi diquesta ve-nuta dellaM a d o n n adi Fatima

Pellegrina, evento mai accaduto pri-ma in questo seminario, e in unionedi preghiera con il seminario Vescovi-le di Coimbra, la cittadina dove havissuto suor Lucia ultima dei tre veg-genti. Nei giorni che la statua sosterà in se-minario sono previste diverse inizia-tive organizzate dal Vice-Rettore DonRosario Esposito e dai seminaristi:Lodi, Sante Messe , meditazioni e let-tura del Messaggio di Fatima, Vespri,Esposizioni Eucaristiche, Veglia conAdorazione notturna dove ogni semi-narista sosterà a turno, nell’arco delleore notturne, per fare compagnia aNostra Signora.Il giorno 14 novembre alle ore 18 e 30ci sarà una processione pubblica dalSeminario alla sala Fagioli in Vesco-vado, dove si concluderà la visita coni Vespri e il saluto alla Vergine. La statua verrà poi riaccompagnatadal Movimento del Messaggio di Fati-ma, responsabile delle PeregrinatioMariae diocesane, nel Santuario diN.S. Di Fatima in Portogallo; insie-me all’agenzia di viaggi della Diocesi,agenzia Pharus, infatti è stato orga-nizzato un piccolo pellegrinaggiodiocesano che si svolgerà dal 5 al 9dicembre, in occasione della festadell’Immacolata, in segno di ringra-ziamento per i vari eventi accaduti inquesto Anno della Fede.Questa visita Materna non rimangauna visita occasionale, ma accompa-gni questi ragazzi nel loro camminoformativo verso una vita di servizio aDio e alla Chiesa, come Maria accom-pagnò il cammino formativo del Fi-glio di Dio; il Movimento del Messag-gio di Fatima pregherà per tutti i se-minaristi e per le vocazioni future.

Alessandra e Silvia M.M.F. Nelle foto: la celebrazione in Semina-rio e l’arrivo della statua della Ma-donna a Civita Castellana

D

La Madonnadi Fatimain Seminario

Grande gioia al SeminarioVescovile G.Gaviper l’accoglienzadella Madonnadi FatimaPellegrina,proveniente dal Santuarioportoghese

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 novembre 2013IV

VENERDÌ 15 NOVEMBRE 19.00 incontro con la nuova equipe dipastorale giovanile

SABATO 16 NOVEMBRE17.30 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di S.Leopoldo aVada

DOMENICA 17 NOVEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS.Giuseppe

MARTEDÌ 19 NOVEMBRENella mattina, udienze clero in vesco-vado

MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRENella mattina udienze laici in vescova-do17.30 in occasione della Settimana delSeminario, pellegrinaggio diocesanomensile a Montenero insieme alle Ag-gregazioni laicali, per pregare per i se-minaristi e per coloro che hanno detto"si" al Signore (ritrovo alle 17.30 alpiazzale Giovanni XXIII a seguire alle18.00 S. Messa) vedi locandina in pa-gina

GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE9.00 In occasione della Settimana delSeminario, alla chiesa di S. Andrea,mons. Celso Morga Iruzubieta, segre-tario per la congregazione per il clero,presiederà la Messa a cui seguirà l’Adorazione Eucaristica e il pranzo ditutti i sacerdoti in Seminario (vedi Lo-candina in pagina)

VENERDÌ 22 NOVEMBRE10.00 incontro con l’ufficio catechisti-co regionale, in vescovado18.30 incontro con i cresimandi, geni-tori, catechisti e parroci in vescovado21.15 consulta delle Aggregazioni lai-cali in vescovado

SABATO 23 NOVEMBRE16.00 S. Messa per tutti i fedeli defuntial cimitero comunale

DOMENICA 24 NOVEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Luca a Stagno17.00 in cattedrale, celebrazione so-lenne di chiusura dell’Anno della Fedee della Settimana del Semniario ( vedilocandina in pagina e locandinapag.VIII)

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Ronchetti F. - Non lasciarmi solo. L’adolescentedi fronte al lutto.- Ed. Paoline, pp. 166, euro13,50.

Non è mai facile parlare della morte, tantomeno a degli adolescenti, perché nella nostracultura questo continua ad essere un tabù pereccellenza, e si cercano tutti i modi per esclu-derlo dalla nostra realtà. Ma la morte esiste, èparte essenziale della vita di questo mondo ene è la conclusione ineluttabile. FrancescaRonchetti, pedagogista, insegnante e forma-trice che da molti anni si interessa di bambi-ni e adolescenti, ritiene importante superarequesta inibizione comunicativa e parlarnecon i ragazzi, coinvolgendoli nella ricerca disenso esistenziale. Il vero dramma si verificaquando la vita di un adolescente è sconvoltadalla perdita di una persona cara. L’impattocon la morte in un’età così difficile, contrad-distinta da tanti e tali cambiamenti psico-fisi-ci è devastante. Che fare e come farlo? LaRonchetti affianca alle utili considerazioniteoriche, numerosi spunti pratici destinati agenitori, insegnanti, educatori e operatori so-ciali, affinché possano accompagnare l’ado-lescente nella dolorosa elaborazione del lut-to e nella ricostruzione, seppur difficile, diuna vita comunque positiva.

BREVI DALLA DIOCESIACLI VENERDÌ 15 NOVEMBRE ALLE 18.00La Sede Provinciale delle ACLI di Livorno e iCircoli ACLI di Guasticce e Stagno, nella ricor-renza della morte di Giorgio La Pira, organizza-no, un’iniziativa sulla memoria e sulla attualitàdel pensiero di Giorgio La Pira che si svilupperàsecondo il seguente programma orario: -18,00 incontro presso il Circolo G.La Pira diGuasticce con una prolusione del Prof. Emanu-le Rossi sulla grande figura di La Pira. Conclu-derà l’Onorevole Federico Gelli Presidente Re-gionale ENAIP. -20,00 Cena Sociale presso il Circolo ACLI diStagno. Interverranno il Sindaco di Collesalvetti Loren-zo Bacci; il Sindaco di Livorno Alessandro Cosi-mi; il Presidente della Provincia Giorgio Kutufà;il Dott.Paolo Rotelli; il Dott.Alessandro Latorra-ca;il Dott.Arch. Giovanni Cariddi Graziani;donEdoardo Medori e Don Placido Bevinetto.

Uno di noi"Uno di Noi" ce l’ha fatta. La campagna euro-pea di sensibilizzazione e raccolta firme, che hacoinvolto tutti i 28 Paesi dell’Unione, è andataa buon fine e ha permesso di totalizzare la ciframolto significativa di un milione 891mila 406adesioni. Scaduto il termine per poter firmareal 31 ottobre, ciascuna nazione si è organizzataper procedere alla validazione delle firme daparte dei propri organi statali.Oggi è possibile dire, come fa giustamente ilComitato italiano per "Uno di Noi" che "i po-poli europei si sono espressi e con un risultatosenza precedenti, chiedono alle Istituzioni co-munitarie di uscire dall’equivoco e di affermaresenza reticenze che ogni uomo è titolare di di-ritti, senza distinzioni o limiti. E, in particolare,lo è il più debole: il concepito non ancora na-to". L’"Iniziativa dei cittadini europei" - questala dizione ufficiale di questa inedita forma dipartecipazione democratica alla gestione diquestioni d’interesse collettivo - chiedeva quan-to segue: "Dignità e diritti umani fin dal conce-pimento"

PELLEGRINAGGIO A FATIMADal 5 al 9 dicembre con il Movimento del Messaggio di FatimaGiovedì 05 dicembre - Livorno / Lisbona / Fatima Ore 05.00 partenza da Livorno in bus privato per l’aeroportodi Roma/Fiumicino. . Pranzo libero e trasferimento in bus perFatima. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento. SantoRosario. Venerdì 06 - Sabato 7- Domenica 8 dicembre - FátimaLunedì 9 dicembre - Fátima/Lisbona/Livorno Prima colazione in hotel e partenza per Lisbona.

QUOTA euro 550,00 per persona (min. 15 partecipanti) SUPPLEMENTO CAMERA SINGOLA euro 95,00 (disponibilitàlimitata)

La quota comprende: Trasferimento in bus privato da Livornoall’aeroporto di Roma e ritorno - Volo di linea Roma - Lisbona- Roma - Tasse aeroportuali ad oggi calcolate (soggette a possi-bile adeguamento da parte della compagnia aerea) - trasferi-menti in bus da Lisbona a Fatima e ritorno - sistemazione inhotel a Fatima con trattamento di pensione completa dalla ce-na del primo giorno alla prima colazione dell’ultimo giorno -Vino della casa e acqua minerale incluse ai pasti - assicurazio-ne sanitaria. La quota non comprende: mance, ingressi, extra personali, tut-to quanto non indicato alla voce "la Quota comprende".IN COLLABORAZIONE CON IL MESSAGGIO MOVIMENTODI FATIMA

Pastorale FAMILIARESecondo incontro della Consulta della Pastorale Familiare,allargato a tutta la DiocesiUno spazio di riflessione per le famiglie, gli animatori deigruppi giovanili ed i catechisti, sui percorsi educativi all’af-fettività ed all’amore, in una società sempre più impermea-bile a qualsiasi tipo di valore e che rende sempre più diffici-le qualsiasi progetto di vita

Adolescenti e Giovani: è ancora possibileun percorso di educazione all’affettivitàe all’amore?Interverrà il diacono Andrea Zargani, collaboratore pastorale per la parrocchia studentesca e membro dell’equipe educativa del Seminario vescovile

SABATO 16 NOVEMBRE DALLE 15.45 ALLE 18.00 INVESCOVADO

Programma15.45 Ritrovo16.00 Riflessione17.00 Lavori di gruppo18.00 Conclusione*Per i bambini è previsto un servizio di babysitter

Per informazioni:Antonio e Rita Domenici: 335 354216/0586 501418Giuseppe e Monica Ciamaglia: 339 3972116/0586 890185

Le proposte di PHARUS VIAGGI

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 novembre 2013 V

Cos’è la speranzaper un cristiano?

LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........

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LA SPERANZA DEI CRISTIANILa speranza non è ottimismo,ma “un’ardente aspettativa”verso la rivelazione del Figliodi Dio. E’ quanto sottolineatoda Papa Francesco nella Messaalla Casa Santa Marta. Il Papaha ribadito che i cristianidevono guardarsi daclericalismi e atteggiamenticomodi, perché la speranzacristiana è dinamica e donavita. Cos’è la speranza per uncristiano? Papa Francesco hapreso spunto dalle parole diSan Paolo, nella PrimaLettura, per sottolineare ladimensione unica dellasperanza cristiana. Non sitratta di ottimismo, haavvertito, ma di “un’ardenteaspettativa” protesa verso larivelazione del Figlio di Dio.La creazione, ha detto, è “statasottoposta alla caducità” e ilcristiano vive dunque latensione tra la speranza e laschiavitù. “La speranza – hadetto riecheggiando San Paolo– non delude, è sicura”.Tuttavia, ha riconosciuto,“non è facile capire lasperanza”. Alcune volte, haaffermato, “pensiamo cheessere persone di speranza siacome essere personeottimiste”. Ma non è così:“La speranza non è unottimismo, non è quellacapacità di guardare le cosecon buon animo e andareavanti. No, quello èottimismo, non è speranza. Néla speranza è un atteggiamentopositivo davanti alle cose.Quelle persone luminose,positive... Ma questo è buono,eh! Ma non è la speranza. Nonè facile capire cosa sia lasperanza. Si dice che è la piùumile delle tre virtù, perché sinasconde nella vita. La fede sivede, si sente, si sa cosa è. Lacarità si fa, si sa cosa è. Macosa è la speranza? Cosa èquesto atteggiamento disperanza? Per avvicinarci unpo’, possiamo dire in primoche la speranza è un rischio, èuna virtù rischiosa, è una virtù,come dice San Paolo ‘diun’ardente aspettativa verso larivelazione del Figlio di Dio’.Non è un’illusione”.Avere speranza, ha soggiunto,è proprio questo: “essere intensione verso questarivelazione, verso questa gioiache riempirà la nostra bocca disorrisi”. San Paolo, ha dettoancora, tiene a sottolineare chela speranza non è ottimismo,“è di più”. E’ “un’altra cosadifferente”. I primi cristiani, harammentato il Papa, la“dipingevano come un’ancora:la speranza era un’ancora,un’ancora fissa nella riva”dell’Aldilà. E la nostra vita èproprio camminare versoquest’ancora:“Mi viene a me la domanda:dove siamo ancorati noi,ognuno di noi? Siamo ancoratiproprio là nella riva diquell’oceano tanto lontano osiamo ancorati in una lagunaartificiale che abbiamo fattonoi, con le nostre regole, inostri comportamenti, i nostriorari, i nostri clericalismi, inostri atteggiamentiecclesiastici, non ecclesiali, eh?Siamo ancorati lì? Tuttocomodo, tutto sicuro, eh?Quella non è speranza. Dove èancorato il mio cuore, là inquesta laguna artificiale, concomportamento ineccepibiledavvero…”

San Paolo, ha aggiunto, indicapoi un’altra icona dellasperanza, quella del parto.“Siamo in attesa – ha osservato– questo è un parto. E lasperanza è in questadinamica”, di “dare vita”. Ma,ha aggiunto, “la primizia delloSpirito non si vede”. Eppure soche “lo Spirito lavora”. Lavorain noi “come se fosse ungranello di senape piccolino,ma dentro è pieno di vita, diforza, che va avanti” fino adiventare albero. Lo Spiritolavora come il lievito. Così, haaggiunto, “lavora lo Spirito:non si vede, ma c’è. E’ unagrazia da chiedere”:“Una cosa è vivere nellasperanza, perché nellasperanza siamo salvati eun’altra cosa è vivere comebuoni cristiani, non di più.Vivere in attesa dellarivelazione o vivere bene con icomandamenti, essereancorati nella riva di là oparcheggiati nella lagunaartificiale. Penso a Maria, unaragazza giovane, quando,dopo che lei ha sentito che eramamma è cambiato il suoatteggiamento e va, aiuta ecanta quel cantico di lode.Quando una donna rimaneincinta è donna, ma non è mai(solo) donna: è mamma. E lasperanza ha qualcosa diquesto. Ci cambial’atteggiamento: siamo noi,ma non siamo noi; siamo noi,cercando là, ancorati là”.

LA CARTA DI IDENTITÀ DELCRISTIANOL’essenza cristiana è un invitoa festa. E’ quanto affermato daPapa Francesco alla Messa allaCasa Santa Marta. Il Papa haribadito che la Chiesa “non èsolo per le persone buone”,l’invito a farne parte riguardatutti. Ed ha aggiunto che, allafesta del Signore, si “partecipatotalmente” e con tutti, non sipuò fare una selezione. Icristiani, ha dunque avvertito,non si accontentino di “esserenella lista degli invitati”altrimenti è come “rimanerefuori” dalla festa. Le letture del giorno, ha dettoil Papa iniziando la suaomelia, “ci mostrano la cartad’identità del cristiano”. Ed hasubito sottolineato che “prima

di tutto l’essenza cristiana è uninvito: soltanto diventiamocristiani se siamo invitati”. Sitratta, ha soggiunto, di “uninvito gratuito”, a partecipare,“che viene da Dio”. Per entrarea questa festa, ha poi avvertito,“non si può pagare: o seiinvitato o non puoi entrare”.Se “nella nostra coscienza”, haripreso, “non abbiamo questacertezza di essere invitati”allora “non abbiamo capitocosa è un cristiano”:“Un cristiano è uno che èinvitato. Invitato a che? A unnegozio? Invitato a fare unapasseggiata? Il Signore vuoldirci qualcosa di più: ‘Tu seiinvitato a festa!’. Il cristiano èquello che è invitato a unafesta, alla gioia, alla gioia diessere salvato, alla gioia diessere redento, alla gioia dipartecipare la vita con Gesù.Questa è una gioia! Tu seiinvitato a festa! Si capisce, unafesta è un raduno di personeche parlano, ridono,festeggiano, sono felici. E’ unraduno di persone. Io fra lepersone normali,mentalmente normali, mai hovisto uno che faccia festa dasolo, no? Ma sarebbe un po’noioso quello! Aprire labottiglia del vino… Questanon è una festa, è un’altracosa. Si fa festa con gli altri, sifa festa in famiglia, si fa festacon gli amici, si fa festa con lepersone che sono stateinvitate, come io sono statoinvitato. Per essere cristiano civuole una appartenenza e siappartiene a questo Corpo, aquesta gente che è statainvitata a festa: questa èl’appartenenza cristiana”.Richiamando la Lettera aiRomani, il Papa ha dunqueaffermato che questa festa èuna “festa di unità”. Ed haevidenziato che tutti sonoinvitati, “buoni e cattivi”. E iprimi ad essere chiamati sonogli emarginati:“La Chiesa non è la Chiesasolo per le persone buone.Vogliamo dire chi appartienealla Chiesa, a questa festa? Ipeccatori, tutti noi peccatorisiamo stati invitati. E qui cosasi fa? Si fa una comunità, cheha doni diversi: uno ha ildono della profezia, l’altro ilministero, qui è uninsegnante… Qui è sorta. Tutti

hanno una qualità, una virtù.Ma la festa si fa portandoquesto che ho in comune contutti… Alla festa si partecipa, sipartecipa totalmente. Non sipuò capire l’esistenza cristianasenza questa partecipazione. E’una partecipazione di tuttinoi. ‘Io vado alla festa, ma mifermo soltanto al primosalottino, perché devo staresoltanto con tre o quattro cheio conosco e gli altri…’.Questo non si può fare nellaChiesa! O tu entri con tutti otu rimani fuori! Tu non puoifare una selezione: la Chiesa èper tutti, incominciando perquesti che ho detto, i piùemarginati. E’ la Chiesa ditutti!”E’ la “Chiesa degli invitati”, haaggiunto: “Essere invitati,essere partecipi in unacomunità con tutti”. Ma, haosservato, nella parabolanarrata da Gesù leggiamo chegli invitati, uno dopo l’altro,cominciano a trovare scuse pernon andare alla festa: “Nonaccettano l’invito! Dicono disì, ma fanno di no”. Costoro, èstata la sua riflessione, “sono icristiani che soltanto sicontentano di essere nella listadegli inviti: cristiani elencati”.Ma, ha ammonito, questo“non è sufficiente” perché senon si entra nella festa non si ècristiani. “Tu – ha detto – sarainell’elenco, ma questo nonserve per la tua salvezza!Questa è la Chiesa: entrare inChiesa è una grazia; entrare inChiesa è un invito”. E questodiritto, ha aggiunto, “non sipuò comprare”. “Entrare inChiesa - ha ribadito - è farecomunità, comunità dellaChiesa; entrare nella Chiesa èpartecipare a tutto quello chenoi abbiamo delle virtù, dellequalità che il Signore ci hadato, nel servizio l’uno perl’altro”. E ancora: “Entrarenella Chiesa significa esseredisponibile a quello che ilSignore Gesù ci chiede”. Indefinitiva, ha constatato,“entrare nella Chiesa è entrarein questo Popolo di Dio, checammina verso l’eternità”.“Nessuno – ha ammonito - èprotagonista nella Chiesa: mane abbiamo Uno” che ha fattotutto. Dio “è il protagonista!”Tutti noi, ha poi affermato,siamo “dietro di Lui e chi nonè dietro di Lui, è uno che siscusa” e non va alla festa: “Il Signore è molto generoso.Il Signore apre tutte le porte.Anche il Signore capiscequello che gli dice: ‘No,Signore, non voglio andare date!’. Capisce e lo aspetta,perché è misericordioso. Ma alSignore non piace quell’uomoche dice di ’sì’ e fa di ’no’; chefa finta di ringraziarlo pertante cose belle, ma nellaverità va per la sua strada; cheha delle buone maniere, ma fala propria volontà e nonquella del Signore: quelli chesempre si scusano, quelli chenon sanno la gioia, che nonsperimentano la gioiadell’appartenenza. Chiediamoal Signore questa grazia: dicapire bene quanto bello èessere invitati alla festa,quando bello è essere con tuttie condividere con tutti leproprie qualità, quando belloè stare con Lui e che brutto ègiocare fra il ’sì’ e il ’no’, dire di’sì’ ma accontentarmi soltantodi essere elencato nella listadei cristiani”.

Fonte: Radio Vaticana

«Il cristiano è quello che è invitato a una festa,alla gioia, alla gioia di essere salvato, alla gioiadi essere redento, alla gioia di partecipare la vita con Gesù. Questa è una gioia! Tu sei invitato a festa!»

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 novembre 2013VI

alla parrocchia SAN SEBASTIANO

ella secondaDomenica diNovembre si ècelebrato a San

Sebastiano la«Domenica delchierichetto».Un’iniziativa promossadai catechisti eanimatori della liturgiaper sensibilizzare ibambini e ragazzi delcatechismo a vivere conconsapevolezza,impegno e diligenzaquesto importanteservizio all’altare.Durante l’omelia, ilparroco padre Damiolisi è soffermato sullafigura del ministrante ele qualità che essodovrebbe avere. Ilministrante è quelragazzo o ragazza cheserve all’altare durantele celebrazioniliturgiche. Sino aprima del ConcilioVaticano II, chi donavaquesto servizio venivadefinito "chierichetto".Il termine"chierichetto" è statopoi sostituito daltermine "ministrante"che riesce a far capiremeglio il suosignificato. Esso, infatti,deriva dal latino"ministrans",cioè coluiche serve; Gesù perprimo infatti non haesitato a mettersi alservizio degli altri e noi,seguendo il suoesempio, siamochiamati a fare la stessacosa. Ma essereMinistrante non siriduce soltanto alservizio all’altare:infatti, chi svolgequesto serviziomanifesta il suoimpegno cristiano nellafamiglia, nella scuola,tra gli amici, in ognimomento della suavita. Ogni ministrantedeve sapere farsi“riconoscere” etestimoniare ilmessaggio del Vangelo,attraverso ilcomportamento,l’amicizia, l’amoreverso il prossimo.Essere Ministranti è unostile di vita! Durante lacelebrazione il parrocoha conferito il mandatoe consegnato dellepergamene con lapreghiera e “l «Alfabetodel ministrante»,ventuno buoni consigliper diventare unchierichetto doc. Eccolo:A = amore. Ogni gestoche fai all’altare fallocon la cura, l’attenzionee la delicatezza con cuidaresti una carezza adun bambino. Quelbimbo è Gesù che vienenel pane e nel vino. B = ballare. Agitarsi nonè ballare, per ballarebene bisogna andare atempo di musica.Anche all’altare agitarsinon basta, bisognaseguire il ritmo che è laliturgia. Fare tutto concalma e non fare nullase non si è sicuri.C = coraggio. Non averepaura di quello che glialtri pensano di te, sesbaglierai o faraifiguracce. Gioisci,piuttosto, del fatto cheGesù, un giorno, ti diràgrazie di essergli statocosì vicino e di averLo

N

aiutato ad incontraretante persone.D = distrazioni.All’altare si apre laporta del cielo sullaterra, basta una piccoladistrazione a rovinaretutto. Non distrarti, pernon distrarre!E = esserci. La tuapresenza è importante,più ancora di quelloche sai o non sai fare.Gesù ti aspetta, ilsacerdote ti aspetta, ituoi amici ti aspettano.Non è lo stesso venireuna volta di più o unavolta di meno!F = fiducia. I carceratihanno bisogno dicontinui controlli, tuno. Se hai la fiducia deltuo don, non tradirla.Ogni chiacchiera oparola inutile, risate opeggio ancora sono untradimento. Ogni cosaha il suo momento. G = guardare. Gliapostoli hanno visto edhanno creduto in Gesù.Per imparare a fare beneguarda i più grandi ed ipiù esperti, perincontrare Gesù guardaed ascolta il tuo don ecoloro che ti fannocrescere nella fede.Ricorda che all’altare lagente guarda anche teed così come ticomporti pregheràmeglio o peggio.I = incarichi. Sono tuttiimportanti, tutti utili,tutti belli perché ciò checonta è poter aiutareGesù ad incontrare lacomunità. Non ti capitidi cascare in un’altra“I”, l’INVIDIA. Uncuore invidioso Gesùnon lo merita accanto asé.L = liturgia. È l’indirizzodi Dio. Quando laChiesa prega riunita,Lui è sempre presente.Perderesti l’occasione diincontrare il tuomigliore amico? No?Neppure io, ti aspettodunque là dove c’è unaliturgia.M = mani. Quando nonle usi per servire, e nonsai dove metterle, ilposto migliore è unanell’altra, in preghiera.Così ricordi a te stesso

ed a chi ti vede chequello che si fa èincontrare Gesù.N = no. Il veroministrante sa che nondeve cedere alletentazioni: di parlare, didistrarsi e distrarre. Cosìha fatto Gesù che non èsceso dalla croce, anchese è un posto parecchioscomodo.O = ordine. Piano pianocerca di imparare quel èl’ordine di quello cheaccade a Messa o nellealtre liturgie. Così nonti preoccuperai più diquello che bisogna faree potrai rivolgere di piùil tuo cuore a Gesù. P = precisione. Ci siarrabbia quando sullatorta di compleanno c’èuna candelina di meno.Non è lo stesso fare lecose così come vengonoo bene. Basta una solanota fuori posto chetutta la musica èrovinata.Q = quasi. Non esiste ilchierichetto perfetto.Esiste solo ilchierichetto che ci

mette tuttoperdiventarlo.Pensandosempre cosìnon tisentiraisuperbocredendotichissà chi néti sentirai unbuono a

nulla. Siamo tutti incorsa verso laperfezione, tutti quasisanti!R = riflessione. Gesù tiha donatol’intelligenza: perché tula usassi! Non fare maio dire mai nulla senzaaverci prima pensato.La riflessione, però, ècome una gamba. Dasola non basta, non siusa da sola. Per correreè sempre necessarial’altra gamba che èl’amore. S= silenzio. Si prega conle parole, ma si pregaanche con il silenzio.Non è un momento divuoto, di pausa, dinulla. È il momento incui Gesù parla al nostrocuore. Glielo permetti?Lo ascolterai?T = tabernacolo. È illuogo dove Gesù èpresente con tutto sestesso. Non è un veroministrante uno che,entrando ed uscendo dauna Chiesa, non locerchi con lo sguardo enon dica un “Ciao, tivoglio bene!” a Gesù.

U = ubbidienza. Diventasanto chi sa obbedire,comanderà congiustizia chi saobbedire. Andrà inParadiso chi avràobbedito a Dio Padre.L’obbedienza si imparaanche dalle piccole coseche si fanno all’altare.V = volontà. Un verochierichetto non dicemai “non ci riesco” o“non sono capace”.Dice “da solo non ciriesco, se mi insegniimparerò”. Con labuona volontà, l’aiutodi chi è più grande edesperto e di Gesù si puòfare tutto il bene chesiamo chiamati a fare.X = per. Tutto quelloche facciamo è PERGesù, PER la comunità,PER coloro a cuivogliamo bene, PERcoloro che ci stannoantipatici. Tutto ciò cheè fatto PER, Dio Padrece lo ridonerà…moltiplicato PER il Suoamore infinito!Z = zzzz. Dormire. Sesei accanto a Gesù, selavori per Lui, se seichiamato da Lui adaiutare gli altri apregare, pensi di poterdormire all’altare? No,vero? Il chierichetto èuno SVEGLIO!(L’Alfabeto delMinistrante è tratto dalsito di materialecatechisticowww.qumran2.net/ )

Caterina Lo Russo

PER RICORDAREIL DIACONOALBERTO TOBIA

già trascorso un anno dalla morte di Alberto Tobia,avvenuta l’8 novembre 2013. Ricordarlo un anno

dopo, quando gli aspetti più emotivi legati alla morte sisono attenuati, significa riflettere sull’azione che Dio hamanifestato in lui ed attraverso di lui. Dice Paolo: «Siache viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (Rom14,8); ciò significa che il nostro agire manifesta ilSignore o, se si vuole, egli si manifesta nella nostra vita.Ebbene come si è manifestato il Signore nella vita diAlberto Tobia?Tento di rispondere a questa domanda ripercorrendobrevemente la storia del mio rapporto con Alberto.L’inizio della nostra conoscenza risale alla fine del anni70 quando – era morta da poco la moglie Elda –cominciò a partecipare agli incontri del gruppo difamiglie che si muovevano intorno a Mario Lumetti.Successivamente, circa una decina di anni dopo michiese di poter dare un po’ del suo tempo per la gestionedel seminario che allora si trovava in via Numa Campi: èstato un lungo servizio che si è protratto sino al 2004,anno della chiusura di quel seminario e del suotrasferimento nella sede storica di via del Seminario.Dalla fine degli anni 80, quando iniziò il suo servizio inseminario, sino al 2004 il contatto è stato quotidiano edho potuto sperimentare molti aspetti della personalità diAlberto. Dopo questa data il rapporto non è cessato: unpo’ più diradato, si è però mantenuto quasi sino allafine. Quando ero in Corea, Alberto continuava a venirespesso e c’è stato un periodo in cui ha abitato con noi(con me e Federico); ma anche quando mi sonotrasferito al Rosario la frequenza è continuata, favoritadalla vicinanza di Coteto, dove Alberto abitava: bastavache prendesse il 3 e poteva essere al Rosario per laMessa delle 10.Quali i tratti tipici di Alberto che posso testimoniarequale frutto di questo lungo rapporto?Al primo punto metterei l’ascolto e la preghiera. Giàquando partecipava al gruppo delle famiglie avevonotato la sua grande attenzione alla Parola di Dio ed alsuo ascolto: i suoi interventitradivano sempre una profondariflessione. Con il passare deltempo questo aspetto si èaccresciuto, favorito anche dallasua adesione alla Comunità deiFigli di Dio di d. Barsotti nellaquale aveva trovato alimentoadeguato per la sua spiritualità.L’ascolto generava la preghiera diAlberto: al di là della Liturgia delleOre, alla quale era molto fedele,egli aveva una sua preghierapersonale, silenziosa. Quanto fosseampia non lo so; so solo che tantevolte l’ho visto nella cappella del seminario a pregare.Ed anche verso la fine, quando veniva alla Messa ferialedelle 10 al Rosario, arrivava molto per tempo e simetteva in chiesa in silenzio.

Un secondo aspetto caratterizzava Alberto ed era la suadisponibilità al servizio. L’ho potuto constatarepersonalmente nel 15 anni trascorsi al seminario: venivala mattina assai presto e, dopo aver dedicato un po’ ditempo alla preghiera in cappella, iniziava il suo servizioche riguardava tutti gli aspetti della vita del seminario,dai lavoretti di manutenzione al bucato. Lo faceva insilenzio e molto umilmente. Di tutto questo sono buonitestimoni i seminaristi che in quegli anni sono passatidal seminario. Il suo servizio si è poi dilatato attraverso ilministero diaconale che ricevette nel 1994: per Albertosi trattava non tanto di svolgere un ruolo liturgico ma divivere un’esistenza di servizio nella Chiesa; di fatto hasvolto il suo servizio al Pascoli finché ne ha avuto lepossibilità fisiche. Ma ha vissuto anche il suo ruololiturgico con grande attenzione e disponibilità: poi idiversi problemi fisici glielo hanno impedito.Dall’ascolto, dalla preghiera e dal servizio è facilepassare alla carità che animava Alberto, anzitutto comeattenzione alle persone e poi come condivisione.Sull’attenzione alle persone voglio ricordare un episodiodi parecchi anni fa: c’era stato un problema diincomprensione con un’altra persona che operava inseminario in quel periodo; niente di particolarmentegrave ma, come spesso accade, il carattere tende adaccentuare le piccole cose. Nonostante i miei buoniuffici, l’incomprensione non si risolse: Alberto tentò piùvolte di ricucire il rapporto anche direttamente senzaalcun successo e questo fatto lo rattristava molto. Anchesulla condivisione avrei molto da dire: tra l’altro Albertodestinava mensilmente parte della sua pensione peraiutare persone e situazioni; di tutto questo sono buontestimone perché ero in genere io il tramite attraversocui passavano i suoi aiuti.L’ultima parte della vita di Alberto è stata faticosa: gliacciacchi fisici, soprattutto il problema della vista, lohanno bloccato progressivamente. Ma in tutto questo hamostrato una grande pazienza, vivendo e offrendo a Diola propria situazione.Certo, non mancavano anche i limiti, in particolar modouna certa cocciutaggine e rigidità in determinatesituazioni: ma i limiti sono parte essenziale della nostraesperienza; senza di essi non impareremmo mai la veraumiltà. Ed il Signore, entrando nei limiti di Alberto, hamanifestato la sua gloria proprio attraverso di lui: tuttele cose che ho descritto prima sono il frutto dell’azionedella grazia in Alberto, a cui egli ha risposto secondo lesue possibilità e le sue forze. Ricordiamo perciò Alberto,la testimonianza che egli ha lasciato nella Chiesa diLivorno e ringraziamo il Signore che lo haaccompagnato e sostenuto.

Pier Giorgio Paolini

ÈConsegnatoai ragazziil «Mandato»e l’alfabeto del Ministrante

La domenica dei chierichetti

SABATO 14 DICEMBRE, ALLE 17,30,NELLA SALA FAGIOLI DEL VESCOVADO

Tavola rotonda: «Mons. Pio Alberto Del Corona,illustre figlio della Venezia e Livorno»RELATORI IL PROF. PAOLO MORELLI ED IL DOTT. ANDREA ZARGANI,MODERATORE IL DOTT. MARCO MAROCCHINI

opo aver presentato il fondamentale apporto dato da da monsignorDel Corona alla identità scolastica ed alla cultura livornese, con una vi-

sione da vero santo sociale, abbiamo pensato, visto che ricorre quest’annoil bicentenario della nascita del Beato Federico Ozanam, (fondatore delleConferenze di San Vincenzo de Paoli, di cui la prima cellula toscana sorsenella nostra città) e Del Corona aveva personalmente conosciuto questogrande amico dei poveri, di far conoscere il suo impegno sociale e caritati-vo.La Tavola Rotonda sarà preceduta da una S. Messa in gregoriano, la XVII,nella Chiesa di S. Andrea alle ore 16,30, presieduta da Mons. Simone Giu-sti, Vescovo di Livorno e concelebrata da Mons. Fausto Tardelli, Vescovo diS. Miniato. La Messa cantata dal coro polifonico intitolato proprio a mon-signor Del Corona vedrà come canto d’ingresso l’inno Adesto Sancta Trini-tas, di cui Mons. Pio aveva dettato una traduzione alle sue Figlie, ritrovatodal Coro in un Antiphonarium del 1862, di cui il Direttore P. Lucidi ha fat-to una trascrizione con la notazione oggi in uso, mentre il canto finale saràl’"Inno alla Carità" di San Paolo, musicato e cantato dal soprano RosaliaGallardo Gonzalez.Nell’occasione sarà presentato e distribuito il fumettorealizzato a cura della Diocesi di Livorno sulla biografia di Mons. Pio Al-berto Del Corona, per far conoscere la sua storia soprattutto ai più giovani.

Mariangela Moscato

D

Ad un anno dalla morteNon solo un servizioma uno stile di vita

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 novembre 2013 VII

Nel centenario della nascita di don Angeli

Monsignor RobertoAngeli e il beatoRoberto Focherinitestimoni quanto maiattuali in questoperiodo diconformismo culturale

Essere cristianiin tempo di crisi

n occasione dellecelebrazioni delcentenario dellanascita di Monsignor

Roberto Angeli, ilCentro Studi RobertoAngeli” diretto dalladottoressa Enrica Talà ha organizzato presso lasala Fagioli dellaDiocesi di Livorno, unconvegno dal titolo:“Essere cristiani intempi di crisi: donRoberto Angeli,Edoardo Focherini ealtri testimoni delVangelo nei lager”.Erano presenti oltreEnrica Talà, il Vescovodi Livorno mons.Simone Giusti, MariaPeri storica e nipote diEdoardo Focherini,Gianluca dellaMaggiore ricercatoredell’Istoreco e AnnaAjello, responsabiledella Comunità diS.Egidio di Livornoche da molto temposi occupa di Shoà eResistenza aLivorno.Monsignor Giusti nel porgere il salutoai convenuti ha volutosottolineare come ilricordo di queste duefigure così importantinell’epoca del Fascismoe della Resistenza ciaiuta a riflettere sullanostra attualesituazione, dovepurtroppo ci troviamodi fronte ad un«fenomeno diacquiescenza ad unacultura dominante assaiperniciosa» dove comeallora il concetto dipersona si sta perdendo

Ie stiamo ascoltandonuovamenteaffermazioni dove sidice che alcuni hannopiù diritti degli altri.Passando dunque avedere più da vicinoqueste figureemblematiche, MariaPeri di Carpi, nipote diOdoardo Focherini dapoco beatificato, laico,padre di sette figli,assicuratore, giornalistae amministratoredelegato del quotidianocattolico L’Avvenired’Italia, ci ha descritto ilcoraggio e la forza conla quale aveva fatto delVangelo vissuto fino infondo la sua regola divita e negli annidrammatici dellaguerra, specie dopo l’8settembre, si eraadoperato con quanti

erano esclusi eperseguitati per ragionedi razza o di diversareligione. Con altrisacerdoti e laici -a Carpioperava anche donZeno Saltini- Focheriniorganizza una rete disolidarietà per favorirel’espatrio di ebrei emilitari sbandati inSvizzera (sono parecchiquelli che lautilizzeranno per lomeno cento famiglie diebrei). Dai suoi stessiconcittadini verrà

incarcerato e deportatoa Fossoli dove incontradon Angeli con il qualepregherà, e quindi vienetrasferito nel lager diHersbruck e maiperderà il suo buonumore, la fedeltà allaChiesa e la fedeincrollabile nel Signore.Nella sua ultima letteraalla moglie scriveràinfatti: «Mia carissimaMaria, mi trovo in uncampo di lavoro. Quicome sempre sono sanoe di buon umore…Iolavoro non ho bisognodi nulla di speciale,tranne la certezza dellatua incrollabileserenità. Siete la miapena e la mia gioia.Arrivederci! Il Signoresia con voi e con noi».Quando la letteraarriverà alla moglie,

Focherini, da servofedele del Vangeloaveva concluso lasua vita.Gianluca dellaMaggiore, studiosodella figura di donAngeli edell’orizzonte

storico del dopoguerra,presentando invece lafigura del sacerdotelivornese, hasottolineato la suaattualità perché ci hatrasmesso uno stile e unmetodo per comeaffrontare la crisi. Eraun sacerdote che avevafatto del rigore, maanche del progetto sulfuturo, il suo modo divivere e questo lotrasmette ai suoigiovani ai quali dirà:“mi pare che noi

viviamo nell’Avvento,teniamo accesa lafiaccola dello spiritocristiano che deveportare al futuro”. DonRenato Roberti,Salvatore Lauretta,Renato Orlandini, soloper citarne alcuni, cheall’epoca sono statieducati da don Angeli,hanno raccolto il suomessaggio e insieme atanti altri hannoformato la classedirigente cattolica deldopoguerra: quelladisciplina e quellapassione che avevatrasmessa loro non èrimasta utopia ma unasperanza realizzatanella quotidianità dellaRicostruzione.Anna Ajello, dellaComunità di S. Egidio,ha quindi esaltato levirtù di questi cristianiche a cento anni didistanza riesconoancora a trasmetterci laloro gioia e passione.

Erano persone checredevano nell’amiciziae seppero in queidifficilissimi tempischierarsi in modonetto e chiaro, nonvivendo la propria fedein modo intimista obacchettona, maseppero vivere nellastoria spendendosianche fino alla morte.Enrica Talà, nelconcludere il convegno,ha invitato a rimettereal centro le virtùteologali. L’Apocalissestessa ci parla di coloroche non si sonovergognati di esserecristiani a tutto tondo.La virtù ha unafunzione dinamicanell’animo dell’uomo«senza virtù non c’ènessuna vita bella nénella storia né nellaChiesa e dobbiamoessere grati a questisanti che ci hannopreceduto».

Monica Cuzzocrea

NEL PRIMOANNIVERSARIODELLAPARROCCHIADEDICATA AMADRETERESADI CALCUTTA

Cristiani che a centoanni di distanza riesconoancora a trasmettercila loro gioia e passione

n occasione dei festeggiamenti per ilprimo anniversario della parrocchiaintitolata a Madre Teresa di Calcutta,il vescovo Simone Giusti nel corso

dell’Omelia, nel ricordare la prossimabeatificazione di Pio Alberto Del Coro-na, il primo livornese a salire agli onoridegli altari, parlando della resurrezione,ha messo in risalto come essa rappresen-

Iti la vittoria della vita sulla morte, a cuitutti noi siamo destinati.La ricorrenza del primo compleannodella parrocchia di Madre Teresa di Cal-cutta nella sua sede ancora provvisoria,ha permesso al vescovo Simone di infor-mare i parrocchiani circa il nuovo edifi-cio che sorgerà su un terreno edificabileper servizi di circa 4500 mq. Il compro-

messo è stato firmato e sono in attesadel via libera da Roma. Il costo si aggirasui 3 milioni di euro e sarà compostodalla chiesa, su due piani, con casa cano-nica, campo giochi, parcheggio, 300 po-sti a sedere e 450 in piedi ‘’. Per la nuovacostruzione sono previsti circa due annidi lavori.

Roberto Olivato

LE PRESENZE A LIVORNOIN QUESTI ANNI

RADIO MARIAALLA CHIESADELLAMADONNA

ome già anticipato, l’emittenteradiofonica di Radio Maria è

arrivata nella nostra città domenica10 Novembre, presso la chiesa dellaMadonna, per trasmettere laS.Messa. “Non tutto finisce con lamorte, anzi con essa comincia unanuova vita, perché Dio non è deimorti, ma dei viventi, perché tuttinoi viviamo per lui”. Questa frasetratta dall’Omelia di don PlacidoBevinetto, parroco della chiesadella Madonna, è stata ascoltata dacentinaia di migliaia di persone intutti i continenti, grazie aimicrofoni di Radio Maria chehanno trasmesso in diretta la Messadomenicale delle 8, celebrata dalparroco. Allietata dai canti dellacorale parrocchiale, la celebrazioneEucaristica ha visto una grandepartecipazione di fedeli,nonostante l’orario inusualedettato dalle esigenze delpalinsesto radiofonicodell’emittente mariana, che daLivorno aveva trasmesso in altredieci occasioni.La prima presenza di Radio Maria aLivorno risale al gennaio del 2006,

quando fu presente al Santuario diMontenero, per poi proseguire il 25novembre con l’Istituto delle SuoreMantellate Serve di Maria in viadell’Ambrogiana, sino ad arrivare afine 2006 quando il 31 dicembre imicrofoni di Radio Maria siaccesero nella parrocchia del SacroCuore dai Salesiani. Il 2007 videuna sola trasmissione radiofonicapresso l’Istituto Maria SS.Assuntadelle Suore Calasanziane. Il 2008 èstato l’anno con una maggiorepresenza dell’emittente Mariana aLivorno, infatti sono stati tre gliappuntamenti che si ricordano: 23marzo parrocchia di SanFerdinando dai padri Trinitari, il 23aprile all’Istituto Santa Teresa adAntignano ed all’Istituto dellePiccole Missionarie del SacroCuore, dove ritornò anchenell’aprile del 2012, ma l’annoprecedente, il 6 febbraio 2011,Radio Maria entrò nella Casermadella Guardia di Finanza dovevenne trasmessa la S.Messa dallaCappella di San Matteo (patronodei Finanzieri).

Roberto Olivato

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La prima presenza di RadioMaria a Livorno risale al gennaio del 2006,quando fu presente al Santuario di Montenero

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 novembre 2013VIII