La Settimana n. 28 del 24 luglio 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 24 luglio 2011 Nelle tue mani Signore affido il mio spirito (SALMO 30,6) S ono le parole di Gesù pronunciate al momento della sua morte. Le pa- role con cui riconsegna al Padre la sua umanità e offre a Lui la sua pas- sione per la redenzione del mondo. E sono allo stesso tempo le parole con cui Gesù si pone accanto alla passione di ogni uomo per indicargli come affrontare i momenti drammatici della sua esistenza. La Chiesa ci fa ripetere ogni sera queste parole nella preghiera di Compie- ta. Dopo essere stati durante il giorno “nelle mani” degli uomini alla sera sentiamo il bisogno di affidarci a Dio, che ci prende per mano e ci infon- de serenità. Il progetto: Costruire una cucina ed una cisterna per l’acqua per il villaggio di Dekamharè Imparare mangiando orse neppure riusciamo a immaginare cosa voglia dire alzarsi la mattina, uscire di casa senza fare colazione (noi che siamo abituati a farne anche due di colazioni!), e magari non avere nemmeno cenato la sera precedente, e percorrere chilometri e chilometri per raggiungere la scuola. Forse non riusciamo ad immaginare neanche quanto possa essere grande la voglia di imparare a leggere e scrivere per un bambino dell’Africa e quanto possa essere importante per il suo futuro. Ma se anche non possiamo immaginarlo, possiamo credere alle Figlie di S. Vincenzo de’ Paoli, che giorno dopo giorno nella scuola di Dekamharè in Eritrea, accolgono questi piccoli, a volte talmente debilitati da addormentarsi sul banco durante la lezione, figli di famiglie in estrema povertà, ma capaci di credere nelle opportunità di una vita migliore che la scuola offre ai propri bambini. È dal 1972 che esiste la scuola della S. Vincenzo, a 40 km a sud di Asmara. Sono 1600 gli alunni che la frequentano in classi di scuola materna, elementare e media, suddivisi in due turni di 4 ore ciascuno. Le suore provvedono all’istruzione, al materiale didattico, ma anche al cibo e al vestiario e per compiere meglio questo loro F compito chiedono aiuto. La parrocchia di Madre Seton di Livorno, sensibile al carisma vincenziano, secondo la vocazione della sua santa patrona e l’impegno del parroco don Gino Franchi (nella foto in alto insieme ai bambini della scuola), da tempo è gemellata con l’opera delle Figlie di Carità in Eritrea. Dal 2005 sono stati concretizzati diversi progetti grazie alla generosità dei fedeli della parrocchia: un pozzo, una piccola scuola, container di materiale di prima necessità durante l’emergenza fame e adesso «Imparare mangiando», ovvero la realizzazione di una cucina e di una cisterna per la raccolta dell’acqua, per aiutare le suore a garantire ai bambini che frequentano la scuola un pasto quotidiano, per molti, l’unico della giornata. Saranno necessari 8.000 Euro per la costruzione della cucina e 30.000 Euro per la cisterna. Il progetto sarà coordinato a livello locale dalla Congregazione Eritrea delle Figlie di Carità, mentre periodicamente da Livorno, come già è accaduto negli anni scorsi, partiranno giovani e adulti per incontrare gli operatori di Dekamharè ed i bambini della scuola, vivendo esperienze indimenticabili di amicizia e solidarietà, come raccontano anche le foto in questa pagina. c.d. La parrocchia di Madre Seton gemellata con le missioni delle Figlie di Carità in Eritrea L’Eritrea: un piccolo paese con problemi grandi Eritrea è un paese di antica civiltà del corno d’Africa, che si affaccia sul Mar Rosso: 3.700.000 abitanti che occupano un vasto altopiano e alcune pianure costiere, territori dal clima mite e favorevoli all’insediamento umano. Pur essendo piccola l’Eritrea è sempre stata teatro di migrazioni ed è stata contesa da popoli sia africani che europei. Da 30 anni il paese lotta quasi ininterrottamente per l’indipendenza dall’Etiopia; poiché non è ancora stata fatta una precisa demarcazione dei confini la situazione va sempre peggiorando e tutti gli uomini e i ragazzi sono in servizio militare permanente. L’economia eritrea è un’economia estremamente povera: si basa principalmente sulla pastorizia e sull’agricoltura, ma vi è mancanza di manodopera, anche a causa delle forze sottratte ai campi per la guerra, a questo poi si aggiunge la terribile siccità. L’Eritrea ha una popolazione di origine Afro-Asiatica suddivisa in nove gruppi etnici con diverse origini linguistiche. Le principali religioni praticate in Eritrea sono quella Islamico-Sunnita musulmana, quella Cristiano-Ortodossa copta, quella Cattolica e quella Protestante, in aggiunta a una piccola minoranza Animista. L’Eritrea è molto devota a Giustino de Jacobis, il grande apostolo del popolo d’Abissinia (oggi Eritrea ed Etiopia). Fu il fondatore della Congregazione della Missione, Vincenzo de Paoli in Africa, aveva una grande comprensione della cultura del paese e delle sue tradizioni. Apprese la lingua, visse con le persone, e lavorò a migliorare le relazioni a livello locale. Era un uomo in anticipo sul suo tempo per ciò che riguarda l’inculturazione: per annunciare il Vangelo, utilizzava le tradizioni e la cultura della gente dell’Eritrea, fu anche precursore del dialogo ecumenico tra Cattolici e copti. L IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi Parrocchia MADRE SETON

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 28 del 24 luglio 2011

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

24 luglio 2011

Nelle tue mani Signore affido il mio spirito(SALMO 30,6)

Sono le parole di Gesù pronunciate al momento della sua morte. Le pa-role con cui riconsegna al Padre la sua umanità e offre a Lui la sua pas-

sione per la redenzione del mondo. E sono allo stesso tempo le parolecon cui Gesù si pone accanto alla passione di ogni uomo per indicarglicome affrontare i momenti drammatici della sua esistenza.La Chiesa ci fa ripetere ogni sera queste parole nella preghiera di Compie-ta. Dopo essere stati durante il giorno “nelle mani” degli uomini alla serasentiamo il bisogno di affidarci a Dio, che ci prende per mano e ci infon-de serenità.

Il progetto: Costruire una cucina ed una cisterna per l’acqua per il villaggiodi Dekamharè

Impararemangiando

orse neppureriusciamo aimmaginare cosavoglia dire alzarsi

la mattina, uscire di casasenza fare colazione(noi che siamo abituatia farne anche due dicolazioni!), e magarinon avere nemmenocenato la seraprecedente, e percorrerechilometri e chilometriper raggiungere lascuola.Forse non riusciamo adimmaginare neanchequanto possa esseregrande la voglia diimparare a leggere escrivere per un bambinodell’Africa e quantopossa essere importanteper il suo futuro.Ma se anche nonpossiamo immaginarlo,possiamo credere alleFiglie di S. Vincenzo de’Paoli, che giorno dopogiorno nella scuola diDekamharè in Eritrea,accolgono questipiccoli, a voltetalmente debilitatida addormentarsisul banco durantela lezione, figli difamiglie inestrema povertà,ma capaci dicredere nelleopportunità diuna vita miglioreche la scuola offreai propri bambini.È dal 1972 cheesiste la scuoladella S. Vincenzo,a 40 km a sud diAsmara. Sono1600 gli alunniche lafrequentano inclassi di scuolamaterna,elementare e media,suddivisi in due turni di4 ore ciascuno. Le suoreprovvedonoall’istruzione, almateriale didattico, maanche al cibo e alvestiario e per compieremeglio questo loro

Fcompito chiedonoaiuto.La parrocchia di MadreSeton di Livorno,sensibile al carismavincenziano, secondo lavocazione della suasanta patrona el’impegno del parrocodon Gino Franchi (nellafoto in alto insieme aibambini della scuola),da tempo è gemellatacon l’opera delle Figliedi Carità in Eritrea.Dal 2005 sono staticoncretizzati diversiprogetti grazie allagenerosità dei fedelidella parrocchia: un

pozzo, una piccolascuola, container dimateriale di primanecessità durantel’emergenza fame eadesso «Impararemangiando», ovvero larealizzazione di unacucina e di una cisternaper la raccoltadell’acqua, per aiutare lesuore a garantire aibambini chefrequentano la scuolaun pasto quotidiano,per molti, l’unico dellagiornata.Saranno necessari 8.000Euro per la costruzionedella cucina e 30.000

Euro per la cisterna. Ilprogetto saràcoordinato a livellolocale dallaCongregazione Eritreadelle Figlie di Carità,mentre periodicamenteda Livorno, come già èaccaduto negli anniscorsi, partirannogiovani e adulti perincontrare gli operatoridi Dekamharè ed ibambini della scuola,vivendo esperienzeindimenticabili diamicizia e solidarietà,come raccontano anchele foto in questa pagina.

c.d.

La parrocchia di Madre Seton gemellatacon le missioni delle Figlie di Carità in Eritrea

L’Eritrea: un piccolo paese con problemi grandiEritrea è un paese di antica civiltà del corno d’Africa, che si affaccia sulMar Rosso: 3.700.000 abitanti che occupano un vasto altopiano e

alcune pianure costiere, territori dal clima mite e favorevoliall’insediamento umano.Pur essendo piccola l’Eritrea è sempre stata teatro di migrazioni ed è statacontesa da popoli sia africani che europei. Da 30 anni il paese lotta quasi

ininterrottamente per l’indipendenzadall’Etiopia; poiché non è ancora stata fattauna precisa demarcazione dei confini lasituazione va sempre peggiorando e tutti gliuomini e i ragazzi sono in servizio militarepermanente.L’economia eritrea è un’economiaestremamente povera: si basaprincipalmente sulla pastorizia esull’agricoltura, ma vi è mancanza dimanodopera, anche a causa delle forzesottratte ai campi per la guerra, a questo poisi aggiunge la terribile siccità.L’Eritrea ha una popolazione di origineAfro-Asiatica suddivisa in nove gruppi etnicicon diverse origini linguistiche. Le principalireligioni praticate in Eritrea sono quellaIslamico-Sunnita musulmana, quellaCristiano-Ortodossa copta, quella Cattolicae quella Protestante, in aggiunta a unapiccola minoranza Animista.L’Eritrea è molto devota a Giustino deJacobis, il grande apostolo del popolod’Abissinia (oggi Eritrea ed Etiopia). Fu il

fondatore della Congregazione della Missione, Vincenzo de Paoli inAfrica, aveva una grande comprensione della cultura del paese e delle suetradizioni. Apprese la lingua, visse con le persone, e lavorò a migliorare lerelazioni a livello locale. Era un uomo in anticipo sul suo tempo per ciòche riguarda l’inculturazione: per annunciare il Vangelo, utilizzava letradizioni e la cultura della gente dell’Eritrea, fu anche precursore deldialogo ecumenico tra Cattolici e copti.

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IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

ParrocchiaMADRESETON

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI24 luglio 2011II

La parola alla... CARITAS DIOCESANA

Omar, Hassen,Arada e Usman

I COOPERATORI PAOLINI IN TERRA SANTA

«Scoprire» la fede nei luoghi di GesùLuglio i Cooperatori Paolini

si sono recati inpellegrinaggio in Terra Santa.Accompagnati da don OlintoCrespi ex Direttore Nazionale deiCooperatori e attualmenteresponsabile dell’Istituto SantaFamiglia (uno dei 10 rami dellaFamiglia Paolina), hanno visitatoi luoghi santi legati alle memoriescritturistiche, apostoliche, aigrandi avvenimenti e ai granditestimoni della fede cristiana,con al centro Cristo, non per faredel sentimentalismo, maritrovare lo spessore storico ereale di quanto credono ecelebrano nella liturgia.La fede del cristiano infatti non èideologia o un insieme di normedi vita, ma adesione alla personadi Gesù, è lo «scoprire Dio» chesi rivela nella storia e nei fattiche hanno segnato le tappe dellasalvezza e l’origine della Chiesa.Come pellegrini hanno quindiripercorso le strade e visitato iluoghi in cui gli avvenimentisalvifici avvennero per«riconoscere» quanto nel lorocuore hanno accolto nella fedeper rinsaldarla e rinnovarla intutta la sua realtà e storicità.È stata una esperienza intensa ecommovente. La guida era unbiblista armeno residente aGerusalemme, conosceva ottolingue e con la sua lunghissimaesperienza ha guidato per iluoghi santi, facendo vivere lospirito del Salmo che dice:

«Quale gioia quando mi dissero:Andremo alla casa del Signore. Eora i nostri piedi si fermano alletue porte o Gerusalemme».Chi è stato in quei luoghicomprende benissimo isentimenti e gli stati d’animo chela visita a quei luoghi suscita.Una pellegrina dopo aver sostatoa lungo sul Calvario ha scrittoquesta preghiera che ha volutocondividere e che riportiamo.

Mo.C.

A

Don Renato Laniniato a Figline Valdarno (FI) il 15novembre del /1915.

Completò nel Seminario diLivorno gli studi per lapreparazione al sacerdozio.Ordinato Sacerdote nel Santuariodi Montenero insieme a donVitaliano Borrelli il 24 ottobre del1948.Fu imediatamente nominatovicario cooperatore Parrocchia diSan Jacopo, dove rimase fino al1961.Cappellano corale della cattedraledal 1948.Nominato parroco di Santi Pietro ePaolo in Colognole nel medesimoanno, lì rimase fino al Dicembre1986.Chiese di essere sollevato dalservizio pastorale di Parroco diColognole per motivi di salute e simise a disposizione delle comunitàparrocchiali di Livorno comecoadiutore prima dei Santi Pietro ePaolo, poi di San Matteo.Offrì diligente servizio, per lungotempo, alle comunità delle Suoredi Sant’Anna e di Santa Caterina daSiena.Fu insegnante di religione nellascuola statale.Morì il 7 Dicembre del 1991.

N

PREGHIERA SUL CALVARIOO Signore, il mio viso è sulla fessuradove era issata la tua croce.Fa’ che una goccia del tuo sangue mi sfiori.Una sola goccia tra le migliaiache tu hai sparsoper la salvezza di noi tutti.Tu in questo sacro luogo hai assuntola pienezza di questa nostraumile e fragile umanità.Se solo una goccia ci sfiorerà,una scintilla della tua divinitàbrillerà, e potrai dire come al ladrone:oggi sarete con me in Paradiso.amen

inalmente anchela nostra Chiesalivornese riesce arispondere

positivamente algrande esodo dei nostrifratelli profughi.

Il giorno 13 Luglio,entra nel porto diLivorno un’altra naveche trasporta profughidal Centro diAccoglienza diManduria.Quattro di questiragazzi, provenienti dalCiad, vengono accoltidalla FondazioneCaritas di Livornopresso la «CasaIncontro»,abitualmente dimoraper altre tipo dipersone in difficoltà.Gli altri ragazzi,compagni di questoviaggio della speranza,montano sui pullman evengono trasportati inaltre zone della regione.Omar, Hassen, Arada eUsman sono unpo’ disorientati. Sono arrivati aLampedusa il 22Giugno, sopra unabarconesovraffollatoproveniente dallaLibia e in questomese sono passatida un centroall’altro, daun’identificazioneall’altra, senza riuscire acapire cosa stesseaccadendo e quale fosseil loro destino. Come molti altri, sonopartiti dalla loro terrasenza ben sapere cosa li

attendesse, ma certi cheera l’unico tentativo dafare per provare a vivereuna vita migliore.Soltanto Omar parlafrancese, gli altri tresolo arabo.Appena arrivati sisistemano in camera e

si addormentano,mentre fuorivengono firmatescartoffie e presiappuntamenti traCaritas, Provincia,Protezione Civile,Questura e ASL.Hanno tra i 18 e i20 anni e, appena

rimaniamo soli instruttura, la primadomanda che ci fannoè: «quando inizieremoa studiare l’italiano?».Il progetto prevedeproprio corsi diformazione, nell’attesache abbiano una

risposta alla lororichiesta di asilopolitico. I corsi siconcentrerannoprincipalmente sullalingua italiana, maanche sulla cultura esulla geografia, inmodo chesuccessivamente sianoin grado di avere unbuon inserimentosocio-lavorativo nelnostro tessuto sociale.Questo è solo l’iniziodi un percorso che pianpiano si apriràattivando delle risorsecreative a favore dei

nostri amici.È importantesottolineare lacollaborazione positivache si è instaurata congli Assessori dellaProvincia e con laProtezione civile.Ci auguriamo chequesto gesto diapertura verso questinostri fratelli coinvolgaaltri volontari per farsentire loro che sono ibenvenuti in terra diLivorno.

Suor Raffaella Spieziopresidente Fondazione

Caritas di Livorno

F

RICORDIAMOi nostri preti

di Maria Luisa Fogolari

Cuore aperto a quattro giovani del Ciad

Questo è solo l’inizio di un percorso che pian piano si apriràattivando delle risorse creative a favoredei nostri amici

AD ANCONA E DINTORNI

IL XXV CONGRESSOEUCARISTICO NAZIONALE

i svolgerà ad Ancona e nelle città dellametropolia (Osimo, Jesi, Loreto, Fabria-

no e Senigallia) dal 3 all’11 Settembre, ilXXV Congresso Eucaristico Nazionale.«Otto giorni di celebrazioni, incontri, ap-profondimenti, nel segno di una culturanella quale l’Eucaristia ha a che fare con lavita quotidiana, quindi con gli affetti, illavoro e la festa, la fragilità, la tradizione ela cittadinanza» come è scritto nel pro-gramma dell’evento.Presentando il calendario definitivo del-l’appuntamento (3-11 settembre2011),monsignor Menichelli aggiunge:«Attorno all’Eucaristia noi elaboriamo unprogetto caratterizzato da 3 C: le Celebra-zioni, che si terranno sul territorio dellaMetropolia; la Carità, che nasce dall’Euca-ristia e che ci impegna a vivere la frater-nità, si tradurrà in due opere-segno; laCultura, a partire dalla mostra che inaugu-reremo sabato 3 settembre presso la MoleVanvitelliana di Ancona, con circa ottantaproduzioni artistiche sul tema dell’Eucari-stia, provenienti anche dai Musei Vaticani;e domenica 4, a sera, sarà invece la voltadel concerto del «nostro» Maestro Allev.»Per tutte le informazioni sullo svolgimen-to del Congresso Eucaristico rimandiamoal sito ufficialewww.congressoeucaristico.it

Dal sito www.congressoeucaristico.it

IL 6 SETTEMBRE ALLE 18.30 NELLACATTEDRALE DI FABRIANO MONSIGNORGIUSTI CELEBRERÀ LA S. MESSANELL’AMBITO DEL CONGRESSOEUCARISTICO NAZIONALE

Preghieradel CongressoSignore Gesù,di fronte a Te, Parola di veritàe Amore che si dona,come Pietro ti diciamo:“Signore, da chi andremo?Tu hai parole di vita eterna”.Signore Gesù,noi ti ringraziamoperché la Parola del tuo Amoresi è fatta corpo donato sulla Croce,ed è viva per noi nel sacramentodella Santa Eucaristia.Fa’ che l’incontro con Tenel Mistero silenzioso della Tua presenza,entri nella profondità dei nostri cuorie brilli nei nostri occhiperché siano trasparenza della Tua carità.Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristiacontinui ad ardere nella nostra vitae diventi per noi santità, onestà, generosità,attenzione premurosa ai più deboli.Rendici amabili con tutti,capaci di amicizia vera e sinceraperché molti siano attratti a camminare versodi Te.Venga il Tuo Regno,e il mondo si trasformi in una Eucaristia vi-vente.Amen.

S

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI24 luglio 2011 III

LL’’iinniizziiaazziioonneeccrriissttiiaannaa ttrraa lliibbrrii ee ddvvdd

unto fondamentale per l’AzioneCattolica, la formazione del laico è

anche indispensabile per vivere inuna società puntando al bene comu-ne. Per tenere sempre viva l’attenzio-ne su temi importanti che la riguar-dano, anche quest’anno l’A.C. con i«Giovedì nel chiostro» propone unmomento di confronto su dinamichesociali attuali. Nel primo appunta-mento, Antonio Martella, presidentediocesano A.C., ha introdotto il temadell’ecologia alla luce della “Caritasin veritate”. Lasciando poi la parola aDon Bruno Bignami, docente di teo-logia morale all’Istituto Superiore diScienze Religiose di Crema, si è pre-sentato un panorama sul rapportouomo-natura-Dio che va dalla Genesia oggi. Tra decisioni sul nucleare,energie rinnovabili e guerre per il pe-trolio, sembra giusto riflettere sul va-lore del creato e provare a tornare afarsi meravigliare dalla natura e lo-darne il creatore. Un po’ come più di800 anni fa qualcuno aveva fatto, tra-sformando il suo ringraziamento inuna preghiera e che oggi definirem-mo forse un “ecologista”: San France-sco d’Assisi.“Laudato si’, mi’ Signore, per sora no-stra matre Terra, la quale ne sustentaet governa”: «Riconoscere che il crea-to è un dono riservato all’uomo –spiega Don Bruno- è anche farsi cari-co della responsabilità di conservarlonel miglior modo possibile». Per tut-ti. Conservare non vuol dire lasciarloincontaminato, ma capire con discer-nimento fino a che punto sia giustoagire su di esso.“Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte leTue creature”: «Questo- ha continua-to- nella visione di quello che dicia-mo quando recitiamo il “Padre no-stro”: “il nostro pane quotidiano”,cioè un bisogno che accomuna tuttal’umanità». Dovere dell’uomo è per-ciò “soggiogare”(Gn 1,28) la terra,cioè agire come farebbe un pastoreche sceglie i pascoli migliori per ga-rantire la vita al gregge intero, ricer-cando così il bene di tutti per costrui-re un progetto, come auspica il papa,di comunione e fraternità.“Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Ac-qua, la quale è multo utile et humileet pretiosa et casta”: All’uomo è datala capacità di farlo. Se è vero infattiche il rapporto con la natura derivadalla cultura di ogni popolo, l’intelli-genza umana deve saper trasformareil creato per metterlo al servizio dellavita non del singolo, ma dell’umanità«Garantendo quel desiderio di vitainsito in ogni uomo» conclude il sa-cerdote.“Laudate et benedicete mi Signore etrengratiate e serviateli cum grandehumilitate”: Cosa fare inconcreto?Essere i primi a proporrenuovi stili di vita, famiglie e gruppiche siano modelli «Che andandocontro la mentalità del guadagno chepredilige l’uomo alla comunità, sifacciano portatori di valori che rimet-tano al centro la bellezza del creato,che lodino e ringrazino per questo re-galo, cercando di garantire un futuro,che forse per il singolo sarà sconve-niente economicamente parlando,ma sicuramente permetterà all’uomodi ritrovare il senso delle relazionifondanti e del valore delle cose».

Giulia Sarti

P

Giovedì nel chiostro

Il creato è un donoriservatoall’uomo

Alla comunità di San Sebastianolaboratori e giochi insiemeper trascorrere il tempo liberodelle vacanze estive

E... statein parrocchia!

rande partecipazione dei piùgiovani all’iniziativa«giovedì all’oratorio», illaboratorio delle idee

organizzato dalle mamme, nonne ecatechisti della parrocchia di SanSebastiano.Dal 16 giugno al 21 luglio bambini ebambine dai cinque ai quindici annisi sono cimentati in numeroseattività ludiche e didattiche per oltretre ore di puro divertimento. Ognigiovedì mattina è stato presentatoun tema sul quale sviluppare delleattività. Durante la prima giornatacarta, pennelli e colori alla mano, igiovani artisti hanno decorato ilsalone dell’oratorio, trasformato perl’occasione in galleria d’arte.Il giovedì successivo è stato dedicatoalla pasticceria con la produzione difragranti biscotti. E poi ancora uncombattutissimo torneo di giochi datavolo, un mini-corso di pittura sustoffa, la fabbrica di bracciali ecollanine. Infine il torneo di giochiin palestra. «Mi sono veramente divertita acreare gioielli di perle multicolori»– afferma Giorgia, tredici anni. «A me invece mi è piaciuto di piùrealizzare una borsetta decorata conl’immagine di una farfalla rossa egialla piena di brillantini» – chiosaAlessia di sette anni e mezzo.«Siamo soddisfatte – affermaChiara, una delle organizzatrici –abbiamo assolto a un dupliceobiettivo: riportare i nostri bambiniin parrocchia anche durante lapausa estiva e farli divertire da mattitenendoli impegnati in attivitàeducative. Durante la giornata

dedicata ai biscotti – aggiunge –tutte le generazioni erano presenti:dai giovanissimi alle nonne,chiamate in forza della loroproverbiale esperienza in materia».

«I bambini hanno risposto contrasporto e gioia a tutte le attivitàproposte, sia quelle tipicamentegiocose, sia quelle più impegnative– non manca di osservare Fernanda,una delle nonne – segno che lacosa più importante per essi era lostare insieme».«Visto il grande successo di questaprima edizione – aggiunge Caterina– ci piacerebbe ripeterel’esperienza anche l’anno

prossimo, confortatedall’entusiasmo e la disponibilitàdimostrate dal parroco, padreGiovanni Battista Damioli».

Gaetano Mastrorilli

G

iamo o non siamonel 2011? Siamo onon siamo nell’eradigitale? E allora

perché non utilizzarequesti nuovi mezzi ancheper la catechesi?Dvd, giochi interattivi,audiovisivi, collegamentiInternet con siti dedicati,ma anche testi a fumetti,divertenti, da leggere ingruppo: la bibliotecadiocesana (situataall’interno delvescovado), incollaborazione conl’ufficio di catechesi delladiocesi, ha acquistato emette a disposizione delleparrocchie tutti questistrumenti. «Catechismo in

biblioteca» così sichiamerà il percorso chesarà attivo dal prossimoanno pastorale (ottobre2011). I catechistipotranno portare i ragazziin biblioteca ed avvalersisia degli strumenti, chedei locali: il salone,dotato di videoproiettore,e le sale della biblioteca,con i computer in rete. Iragazzi potranno cosìcontinuare il loroitinerario di fede, magariuscendo dai locali dellaparrocchia ed esplorandoaltri ambienti, facendoun’esperienza diversa ecoinvolgente.Naturalmente occorreràprenotarsi perorganizzare meglio il

servizio, che è adisposizione di tutte leparrocchie della Diocesi.Presso l’ufficiocatechistico (invescovado) funzionerà unregistro di prenotazioneed anche un registro diprestito; i catechisti infattipotranno comunquerichiedere il materiale inprestito, per poterloutilizzare anche nelle lorocomunità parrocchiali.Le domande diprenotazione potrannopervenire anche per emaila: [email protected], oppure a: [email protected]

c.d.

S

CATECHESIin biblioteca

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI24 luglio 2011IV

VENERDÌ 22 LUGLIONella mattina, in vescovadoudienze laici18.30 il Vescovo incontra laredazione de «La Settimana»

DOMENICA 24 LUGLIO12.00 Messa con alcune donnetoscane consacrate nell’OrdoVirginum16.00 il Vescovo celebra unmatrimonio a San Miniato

LUNEDÌ 25 LUGLIO19.00 S.Messa e processione in occa-sione della festa patronale a San Ja-copo

MARTEDÌ 26 LUGLIO9.30 in vescovado, incontro con i di-rettori dei centri pastorali e vicariepiscopali19.00 alla Rotonda di Ardenza, inse-diamento del nuovo magistrato del-la Misericordia21.00 S. Messa e processione in oc-casione della festa patronale aSant’Anna a Quercianella

MERCOLEDÌ 27 LUGLIO9.30 Riunione amministrativa in ve-scovado19.00 Incontro con i coordinatoridelle commissioni del Progetto Cul-turale in vescovado

GIOVEDÌ 28 LUGLIO21.00 incontro con il gruppo dell’o-ratorio della SS. Trinità

Da Sabato 30 Luglio a Lunedì 1Agosto il Vescovo è in visitapastorale alla parrocchia del Sacrocuore e San Nicola Vescovo all’isoladi Capraia

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi M.C.

Crippa L. Onnis M. - La contessa di Porta Pia.-Ed San Paolo, pp.164, € 16,00

Sullo sfondo l’unità d’Italia e i suoi orotago-nisti; in primo piano una storia che si dipanadal 4 ottobre 1870, alle porte di Roma, gior-no in cui si svolge un colloquio teso e pun-gente tra la contessa Matilde Orsini ed EgidioFerrari, del Ministero dei Lavori Pubblici delRegno d’Italia da poco costituitosi. Assisitia-mo allo scontro tra due mondi: quello papa-lino e quello italiano; ma è anche l’incontrotra una donna ed un uomo che ormai sono econtinueranno ad essere italiani pur con leloro virtù e con iloro difetti. Uno splendodoaffresco storico degli anni in cui nasce la no-stra Nazione e si incrocia con la storia di unapassione all’italiana.

Il viaggio a LOURDES Il racconto dei pellegrini in visita alla grottadove apparve la Vergine

Un luogo di fede che si fa preghieraopo aver passato Arles eS.Marie de la Mer e avervisto i cavalli e i fenicot-teri della Camargue, un

gruppo di circa cinquanta pelle-grini,della parrocchia del SacroCuore è giunto a Lourdes, il luo-go di apparizione della Madon-na, “la bella Signora”, a Bernar-dette Soubirous. Dopo alcunigiorni dal loro rientro a Livornoil gruppo, guidato da don GinoBerto a da don Gianni Sassano,si è riunito nella cripta dellachiesa per rendere partecipe tut-ta la comunità delle loro emo-zioni. «Abbiamo voluto condividerecon tutti questa esperienza -hadetto don Gino- perché una talericchezza non possiamo tenerlasolo per noi.» La proiezione dialcune diapositive ha reso capi-bile questa esperienza anche acoloro che per svariati motivinon avevano potuto partecipareal pellegrinaggio. «Siamo partiti-ha aggiunto don Gino- con del-le aspettative che sono state rag-giunte perché Lourdes “ti coin-volge e ti sconvolge”, abbiamopotuto vedere, sperimentare, edessere toccati interiormente. Hovisto -ha continuato don Gino-Lourdes per la prima volta, è un

paese collocato allependici dei Pirenei, è unposto piovoso e noi loabbiamo sperimentatoampiamente! Ero unpo’ prevenuto dal mi-scuglio del sacro con ilprofano, dalle numero-se bancarelle, ma mi so-no dovuto ricredere,perché Lourdes è unluogo di grande ricetti-vità che accoglie cinquemilioni di pellegriniogni anno ed è salva-guardato da una im-mensa area verde che ci fa subi-to entrare in contatto con unaesperienza di spiritualità che siconcretizza in questo spazio dipreghiera, di incontro, di medi-tazione. La differenza più consi-stente tra Lourdes e Medjugorieè che a Medjugorie si va perchiedere la guarigione del cuo-re, mentre a Lourdes, oltre aquesto, vanno i malati del cor-po, infatti i malati hanno la pre-cedenza su tutto e su tutti, coa-diuvati dalla presenza preziosadi tanti volontari. Cos’è Lour-des? Possiamo dire che rispon-de alle aspettative con le quali siparte, ti dà delle risposte, ti dà lapace del cuore, una gioia palpa-

bile, basta lasciarsi guidare dalclima che si respira, quello checolpisce è il silenzio quasi a far-ci capire che Maria si incontranel silenzio, Lourdes è la Ma-donna che si è servita di Bernar-dette, una persona povera, umi-le, poco significativa, per arriva-re a ciascuno di noi e farci cosìtornare con un cuore purifica-to.»Alle parole di don Gino hannofatto seguito le testimonianzedei partecipanti: la parola piùfrequente è stata “commozio-ne”, poi di “aver sentito il cuorepieno di felicità”, di aver ap-prezzato le cerimonie religiose ein particolare la processione eu-

caristica. Ci sono infatti22 chiese dislocate in 52ettari, è stato detto an-cora: “la grotta è una ca-lamita”, ci si sente “ac-comunati” con personeche non si è mai vistoprima e di lingua diver-sa, lì c’è il modo di“ascoltare la bellezza”in sintonia con la Ma-donna. Lourdes è dun-que una finestra che si èaperta improvvisamentesul cielo e che ti insegnaad amare la terra. «Lour-

des -ha concluso don Gino- ti facapire ciò che è essenziale, è unrichiamo alla conversione delcuore, è una esperienza fortedello Spirito, un luogo dellasperanza perché ti dà una caricainteriore, un luogo di fede che sifa preghiera, ti dà una fede ob-bediente come quella di Bernar-dette che ti spinge a perdere lafaccia di fronte agli altri, ma co-munque le parole che noi pos-siamo pronunciare sono sem-pre inadeguate.» Cosa è emersoda parte di tutti? Il desiderio ditornare, di rifare questa espe-rienza che ci apre il cuore allamisericordia di Dio.

Gi. Gi.

D

BREVI DALLA DIOCESIGiovedì nel chiostro di ACGIOVEDÌ 21 e 28 LUGLIO ALLE 21.15Nel chiostro del Vescovado (vedi pro-gramma Locandina pag. 8)

Festadi San JacopoLUNEDÌ 25 LUGLIO

19.00 Santa Messapresieduta dal Vescovo21.15 Concerto diMusica Sacra delletre corali della par-rocchia 22.30 Processione inmare con l’omaggio floreale alla sta-tua del Santo patrono

Diocesiinforma

Page 5: La Settimana n. 28 del 24 luglio 2011

A CURA DI ENRICA TALÀ

erita perlustrarequale elemento cheappartiene allacollettività sociale

ma che è proprio dellacomunità ecclesiale, la realtàche riguarda l’insegnamentodella religione cattolica nellescuole di ogni ordine e grado.Troppo spesso confuso comeun percorso di catechesi che siintreccia con contenuti emetodiche scolastiche, ha unquadro istituzionale diriferimento ben preciso. Seppurdiverso e distinto dallacatechesi è ad essa tuttaviacomplementare. Oggi più chemai la distinzione e lacomplementarietà fra le dueattività è funzionale alla crescitadella persona e richiedemaggiori «complicità»educative che rimandino l’unaall’altra evitandoaccavallamenti e doppioni dicontenuti, attività, obiettivi diapprendimento.

Il quadro istituzionale dell’IRCL’Irc ha una specifica identitàdisciplinare che gli deriva dallalegislazione concordataria. Esso

è:a) un insegnamento, dotato diprogrammi, insegnanti e libri ditesto,b) inserito nel quadro dellefinalità della scuola,c) assicurato dalla scuola, purnella facoltatività di avvalerseneda parte dell’utenza,d) conforme alla dottrina dellaChiesa.

L’Insegnamento della ReligioneCattolica è una disciplinascolastica a tutti gli effetti. Nonè mossa da finalitàcatechistiche, ma si qualificacome proposta culturale offertaa tutti, credenti e non. In talsenso, pur essendo indirizzatain particolare ai credenti, sipropone come insegnamentoche va oltre le personali scelte difede, essendo prioritaria la suavocazione culturale: decidere di

avvalersi dell’Insegnamentodella Religione Cattolica per unragazzo non significadichiararsi cattolico, mapiuttosto scegliere unadisciplina scolastica che siritiene abbia un valore per lacrescita della persona e lacomprensione della realtà incui siamo inseriti.

La presenza, nel contestoscolastico, dell’Insegnamentodella Religione Cattolica èlegata dunque, in base al nuovoConcordato, a motivazioniculturali e pedagogiche. Proprioper questo, lo Stato attribuisceall’Insegnamento dellaReligione Cattolica, svolto «nelquadro delle finalità dellascuola», una dignità formativa eculturale pari a quella delle altrediscipline. Questo si fonda suun triplice riconoscimento:

a) il fatto religioso ha unanotevole rilevanza culturale percomprendere la nostra storia; b) i principi del cattolicesimofanno parte del patrimoniostorico del popolo italiano; c) l’Insegnamento dellaReligione Cattolica contribuiscea dare una risposta specifica albisogno di significato checiascuno ha in sé.L’Insegnamento della ReligioneCattolica viene svolto inconformità alla dottrina dellaChiesa e accetta, al tempostesso, di assumere le finalitàdella scuola, proponendosi noncome realtà anomalanell’ambiente scolastico, macome attività integrata nelcomplesso dell’esperienzadidattica. Con esso, come perogni disciplina, ci si proponel’acquisizione di conoscenzespecifiche, la trasmissione diinformazioni corrette epertinenti, nel rispetto dellospirito critico e della libertàdello studente. Nel casospecifico di questa disciplina icontenuti sono legati al fattoreligioso (cristiano inparticolare) in rapporto agliinterrogativi fondamentali checiascun uomo si pone.

M

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI24 luglio 2011 V

L’ora di religione a scuolanon è il catechismo

UN APPROFONDIMENTO SULL’IRC.........

Troppo spesso viene confuso l’insegnamentodella religione cattolica a scuolacon la catechesi proposta nelle parrocchie:a cura dell’ufficio scuola della Diocesiproponiamo alcune considerazionisu questo aspetto ed i dati di Livorno

CHE COS’È IL SERVIZIO PER L’I.R.C.Il Servizio IRC si prende cura dell’Inse-gnamento della religione cattolica pres-so le scuole di ogni ordine e grado, sta-tali e paritarie, presenti nel territoriodiocesano, collegandosi e coordinan-dosi con l’Ufficio nazionale dellaC.E.I.. Attualmente l’ Ufficio diocesanoè diretto da Enrica Talà (docente e for-matore), con il supporto di LucianoPannocchia (direttore didattico inquiescenza), Giovanni Stellati (docentedi RC), Luca Paolini (docente di RC,webmaster; esperto in didattica web2.0) e altri collaboratori che si occupa-no di archivio cartaceo e raccolta dati,organizzazione di eventi formativi, re-lazioni con agenzie educative del terri-torio e nazionali.FinalitàIl Servizio IRC si propone di assicurarenelle scuole, statali e paritarie, di ogniordine e grado, un servizio qualificatoin ordine all’insegnamento della reli-gione cattolica.CompitiIl Servizio IRC:* promuove lo sviluppo culturale e pe-

dagogico dell’insegnamento della re-ligione cattolica in conformità alledisposizioni concordatarie

* cura la formazione e l’aggiornamentopermanente dei docenti di religionecattolica mediante la metodica dell’attivazione di laboratori di ricerca-azione monotematici in cui possanoesprimersi le varie personalità e pro-fessionalità dei docenti; struttura per-corsi formativi (teologico/didattici)per docenti di classe della scuola pri-maria statale e paritaria che siano inpossesso dell’ idoneità per insegnarela religione cattolica

* supporta la professionalità dei do-centi in forma didattico/organizzati-va e ecclesiale/ pastorale

* effettua continuo monitoraggio deicrediti formativi conseguiti dagli in-segnanti di ruolo a tempo indetermi-nato e quello degli aspiranti supplen-ti o dei supplenti che siano iscrittiagli ISSR o alle Facoltà TeologicheItaliane

* mantiene e sviluppa i rapporti con leautorità scolastiche per una correttaattuazione della normativa concor-dataria e delle successive disposizio-ne esecutive

* promuove la collaborazione dei do-

centi di religione cattolica con l’Uffi-cio di Pastorale della Scuola e Caritasdiocesana o con le associazioni chelavorano nel campo dell’educazionee della scuola

* orienta e sostiene l’inserimento atti-vo dell’insegnante di religione catto-lica nella parrocchia di appartenenzae nella diocesi

A LIVORNO

Gli insegnantiUno sguardo veloce a coloro che sonostati individuati ad insegnare la disci-plina della Religione Cattolica nellescuole della nostra città e che con con-corso abilitante, nel 2005/06, sono sta-ti inseriti in ruolo a tempo indetermi-nato con il riconoscimento di uno statogiuridico( organico di 61 insegnanti).Nella scuola dell’Infanzia 5 docenticon i titoli richiesti dall’Intesa.Nella scuola Primaria 22 docenti con ititoli richiesti dall’ Intesa e titoli eccle-siali (Magistero in Scienze Religiose o

Diploma di Specializzazione in didatti-ca della religione cattolica); 6 sono an-che laureati.Nella scuola Secondaria di Primo grado11 docenti con i titoli richiesti dall’ In-tesa e titoli ecclesiali (Magistero inScienze Religiose o Diploma di Specia-lizzazione in didattica della religionecattolica); 6 sono anche laureati.Nella scuola Secondaria di Secondogrado 23 docenti con i titoli richiestidall’ Intesa e titoli ecclesiali (Magisteroin Scienze Religiose o Diploma di Spe-cializzazione in didattica della religio-ne cattolica; Licenza in Teologia); 18sono laureati.

Gli alunniI dati relativi agli alunni avvalentesidell’insegnamento della Religione Cat-tolica sono in conformità con la medianazionale: fino al 98% nelle scuole del-l’Infanzia e della Primaria; fino al 78%nelle scuole secondarie di primo e se-condo grado con punte di eccellenza inalcuni Istituti della città.

L’ufficio scuola della Diocesi di Livorno

EDU

CATI

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ida

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI24 luglio 2011VI

L’intervista a... ANTONIO E RITA DOMENICI

In un clima «familiare»onsignor Paolo Razzauti, incaricato dal Ve-scovo di guidare l’ufficio famiglia della Dio-

cesi risponde a due questioni scottanti sul temadella famiglia.

L’ambito familiare è un «settore» diciamo«complesso» che riguarda la vita di tutti eche negli ultimi tempi è stato «minato» datante problematiche: carenza di lavoro,crisi economica, difficoltà negli affetti, fa-miglie allargate... come può la Chiesa so-stenere queste situazioni più disparate eallo stesso tempo così bisognose di «cu-re»?«Parlare di famiglia oggi è, si problematico maanche bello, perché si possono sviscerare tuttiquegli aspetti negativi e positivi che il mondoodierno ha voluto e vuole e dedicare al termi-ne “famiglia”. È evidente che la famiglia inmodo particolare è colpita, e quasi affondata,dalle restrizioni delle quali ogni giorno si sen-te parlare. Restrizioni che hanno portato le fa-miglie a rivedere i loro orizzonti e, spesso, afaticare per poter assolvere a tutti gli impegniprevisti e presi. Certamente la crisi finanziariaed economica oggi si sta abbattendo su coloroche sono la base del sistema e che sono “ob-bligati” a pagare tutto e subito. A questo si de-ve aggiungere, per la nostra città il problemadella perdita di notevoli posti di lavoro, chehanno portato ad un ulteriore impoverimen-to. Spesso anche la casa diviene un problemaper poter pagare e gestire.Tutte queste difficoltà, il più delle volte, si im-mettono nel clima familiare e, se questo non èsolido lo rende ancora più fragile ed a rischio.Oltre a questi problemi economici, ci sonopoi tutte le problematiche inerenti i valorimorali ed affettivi. Le statistiche odierne dico-no che stanno aumentando sempre più i di-vorzi dei sessantenni (uomini) che si lascianoaffascinare e circuire da donne più giovani, il-lusi, forse, di vivere una nuova gioventù, e,senza pensare, che dopo essere stati “usati”,magari saranno”gettati” come cosa vecchia.Accanto a questo ci sono le famiglie allargatedove, ormai, non c’è molta differenza tra bab-bo, mamma, fidanzato della mamma, o fidan-zata del babbo; con la conseguenza che i ra-gazzi e i giovani crescono in un mondo “vir-tuale” che non dona loro né certezze, né pro-getti.Ci sono poi le convivenze, che sono ormai,sperimentate anche dai nostri bravi giovani eragazze credenti e frequentanti le nostre par-rocchie. Convivenze che il più delle volte nondanno le certezze che si cercano, né la stabilitàper formare una famiglia valida ed accettabile.Dinanzi a questo stato di cose, certamentenon positivo, quale il compito della chiesa?Non certamente soltanto quello di giudicare econdannare, ma di accompagnare e soprattut-to di predicare il Vangelo, senza paura e senzatanti artifici di contorno. Come preti e comelaici non ci dobbiamo vergognare di annun-ciare il Vangelo e di far conoscere la grandezzadell’amore misericordioso di Dio. “Solo l’a-more salva” è il titolo di un libro del nostroVescovo Simone: in questo io credo ferma-mente, perché soltanto con un cuore apertopotremo aiutare anche gli altri ad avere uncuore aperto, soltanto con gesti di amore po-tremo educare gli altri ad amare».

La famiglia intesa nel senso più vero deltermine: un padre, una madre, i figli...puòesistere ancora? Può di nuovo essere illuogo della formazione ideale di un ragaz-zo?«Con ciò che ho detto nella risposta preceden-te, non nego che esistono anche un grande nu-mero di famiglie regolari, cristiane, di famiglieche vivono i valori della fede e della Verità cri-stiana anche talvolta con sacrificio e sofferen-za. Ancora una volta mi permetto di affermareche l’unica famiglia è quella tra un uomo euna donna, ma altrettanto mi sento di direche non mi fanno paura i diversi stili di unio-ni, che oggi si manifestano. Non mi fannopaura perché rispetto ciascuno nella sua iden-tità, perché anche lui o lei, sono figli di Dio ecreati dall’unico Creatore. Anzi sono certo chese noi predicheremo il Vangelo nella Verità,queste forme aiuteranno a fare delle scelte piùprofonde e di vera fede da parte di coloro chedecidono di celebrare il matrimonio cristiano.La famiglia resta un punto di riferimento fon-damentale per la società e non può essere eli-minata, ma anzi deve essere aiutata e sostenu-ta nel suo cammino quotidiano.Ritengo che tutti noi dovremmo saper espri-mere meglio la nostra fede, ed allora permet-tetemi di concludere con ciò che mi ha scrittouna persona che, in questi anni sto seguendonel suo cammino di avvicinamento a Dio e diconversione e che ora sta vivendo un momen-to di grande sofferenza che per me è di grandeesempio e testimonianza: Immerso di velenitaumaturgici. Con la mente tra la speranza e ilniente. Non avrei mai pensato che si potesse ave-re febbre e volontà. E ringraziare il Dio di Giob-be. E raccontare il mio modesto calvario alla Ma-dre di Dio. La fede è, forse, solo incontro. Con lasofferenza, con la misura, con il perdono, con ilcorpo di Cristo, con un amico, con la poesia delBene».

c.d.

M

Parliamo di FAMIGLIA

i sono appenaconclusi gli incontridi formazioneorganizzati

dall’ufficio diocesano diPastorale familiare,abbiamo intervistato ildiacono AntonioDomenici, che insieme asua moglie Rita, affiancamonsignor Razzauti nellaguida di questo settoredella pastorale.

Si conclude l’anno diformazione anche perl’ufficio famiglia, sipuò fare un bilanciodelle iniziative?«Abbiamo avutorecentemente l’ultimoincontro del corso peroperatori di pastoralefamiliare nel qualeabbiamo dedicato laseconda parte delpomeriggio proprio aduno scambio diimpressioni sulcammino fatto ed araccogliere contributiper il prossimo anno.I presenti hanno tutticoncordato che gliincontri proposti hannodato dei buoni spunti diriflessione e sono statidi aiuto soprattutto percoloro che muovono iprimi passi comeformatori. Certamentequalcosa è da rivedere,come ad esempio, dopola riflessione delrelatore, cercare didedicare più tempo allocondivisione magarilavorando in gruppi piùpiccoli, ma in generalepossiamo dire che iriscontri sono statipositivi. Ci sembra che averideato e definito,perfino nei titoli degliincontri, questo corsoinsieme con la consultaabbia aiutato adindirizzare le riflessioniverso quella che era lavera domanda dellepersone evitando così dicalare dall’alto qualcosache non era in sintoniacon la base».

Qual è secondo voil’aspetto più belloemerso in questo annoe la cosa invece su cuiè ancora necessario«lavorare»?«Senza dubbio, l’aspettopiù bello è stato il climache, incontro dopoincontro, si è creato fraquelli che sono statipresenti piùassiduamente e che hacoinvolto anche i“frequentatorioccasionali” (abbiamoavuto precisi riscontriproprio daquest’ultimi). Senzadubbio anche i varidiaconi che si sonosusseguiti con le lororelazioni hannocontribuito a favorirequesto clima di“famiglia” che si èsempre respirato e cheha aiutato ad andarepiù a fondo nelle varietematiche.La dimostrazione ditutto questo è statol’entusiasmo con ilquale, da parte di tutti ipresenti all’ultimoincontro, è stato accoltal’idea di una cena dicondivisione. Siamosicuri che questo climaunitamente allaformazione saràportatore di frutti,magari favorendo la

S

nascita od ilrafforzamento deigruppi famiglia, in lineacon quanto il Vescovo ciaveva raccomandatoall’inizio del nostromandato.

Forse un aspetto damigliorare riguarda lapartecipazione. Purarrivando a metà anno amettere insieme circauna cinquantina dipersone, che non è male

vista la “crisi dipresenza” che sembracaratterizzare certeiniziative diocesane, ciaspettavamo unmaggiore impegnosoprattutto proprio dai

membri della consulta.Anche se è doverosoriconoscere che ireferenti delleparrocchie sono spesso ipiù “bersagliati” da unpunto di vista pastoraleper cui a volte per loronon è semplicegarantire lapartecipazione a tutte leiniziative, soprattuttoquelle più “esterne” allapropria comunità. Aquesto riguardo saràforse importante unconfronto con irispettivi parroci percapire insieme comepoter fare meglio».

Novità in cantiere peril prossimo anno?«La nostra velocità cipiace definirla "dafamiglia". Questo vuolesemplicemente dire chetutto ciò che facciamo èlegato ai ritmi di vitache le famiglie sitrovano a seguire.Spesso le miglioriintenzioni sono infattivanificate dai problemiche la vita di tutti igiorni ci porta a vivere.Non si può pretenderequindi dalle coppie chesono impegnate nellaconsulta la stessa"produzione" chemagari in altrecommissioni, convincoli diversi, si riescead ottenere.Ciò nonostante,nell’anno trascorso,l’impegno c’è stato e laverifica che abbiamofatto tutti insiemenell’ultimo incontro delcorso di formazione hasottolineato alcuni passiavanti e che qualcosa,riguardo soprattutto lacostituzione di nuovigruppi famiglia,comincia già a muoversiin alcune parrocchie.Per il prossimo annosicuramentecercheremo di spingerein questa direzionecercando di colmarequei vuoti che ancora cisono in alcunecomunità della Diocesima accanto a questo, susuggerimento delnostro Vescovo, l’ufficioe quindi la consultainizierà un cammino diapprofondimento sullapastorale per lefamiglie separate odivorziate.L’obiettivo è quello dipoter proporre deimomenti nei quali lepersone che stannovivendo la grandesofferenza dellaseparazione possanosentirsi accolti,ritrovare una nuovamotivazione nel viverela propria fede e quindila propria vita.E’ questa però unarealtà molto delicata edifficile e non può nonessere affrontata senzala dovuta preparazione.Ecco quindi che ilprossimo anno saràinteramente dedicatoad una riflessione più"interna" che permettaa tutti i referentiparrocchiali diapprofondire la propriaconoscenza e la propriaesperienza verso questomondo che al giornod’oggi sembra diventipreponderante rispettoalla cosiddetta"normalità"».

c.d.

A cena insiemeper concludere l’anno

stato nei locali della parrocchia di S.Luca Evangelista di Stagno che si èsvolta la cena di condivisione per la conclusione dell’anno della con-sulta della Pastorale per la famiglia.Pur con qualche defezione dovuta ai campeggi già iniziati in qualche

parrocchia, ci siamo trovati con il direttore dell’ufficio monsignor Paolo Raz-zauti e con circa 12 coppie e relativi figli per vivere un momento di famiglia edi maggiore conoscenza.Con l’aiuto dell’accoglienza speciale dei «padroni di casa» Mariella e PaoloMura, si è subito creata tra tutti un’atmosfera molto bella.La condivisione di alcuni piatti particolari ha messo in risalto anche uno tra ipunti più interessanti della pastorale familiare e cioè la cucina! È stata una sera dove possiamo dire di aver realizzato uno spaccato di quellache dovrebbe essere ogni comunità parrocchiale: una famiglia di famiglie.Al termine monsignor Razzauti ha ringraziato ciascuno per il lavoro svoltoed ha presentato quello che sarà il programma del prossimo anno.

A.D.

È

MONSIGNOR RAZZAUTI:«EDUCARE A CUORE APERTO»

I responsabili dell’ufficio diocesano fanno il bilancio dell’anno

La famiglia è certamente una grazia di Dio,che lascia trasparire ciò che Egli stesso è:Amore. Un amore pienamente gratuito,

che sostiene la fedeltà senza limiti, persinonei momenti di difficoltà o di abbattimento.

Queste qualità si riscontrano in modoeminente nella Santa Famiglia, nella quale

Gesù è venuto al mondo ed è cresciutoricolmo di sapienza, con le cure premurose

di Maria e la custodia fedele di san Giuseppe.

Care famiglie, non lasciate che l’amore,l’apertura alla vita e i vincoli incomparabili

che uniscono il vostro focolare siindeboliscano. Domandatelo costantemente

al Signore, pregate uniti, affinché i vostripropositi siano illuminati dalla fede

e corroborati dalla grazia divina sulla viaverso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell’amore,

darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia

per la persona umana e per la società.BENEDETTO XVI - Angelus del 1.1.2009

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI24 luglio 2011 VII

Gli 80 anni della chiesa di SANTA TERESA A ROSIGNANO SOLVAY

Un compleanno specialeper tutta la comunità

i sono appenaconclusi ifesteggiamentinella parrocchia di

santa Teresa delBambino Gesù e delVolto Santo a RosignanoSolvay, che per diecigiorni hanno visto ognisera raccolte moltepersone intorno aglistand allestiti dalgruppo missionario, dalViottolo (il giornale dellaParrocchia) dal GruppoKarate, che hannopartecipato alle cene alristorante o alle diverseiniziative promossedalla comunitàparrocchiale. Unpresenza che è andataoltre ogni previsione.L’occasione per far festa,come ormai avvienetradizionalmente nelmese di luglio, è stato ilricordo delladedicazione dellachiesa, che quest’annoha rivestitoun’importanza di rilievoin quanto ricorreval’80° anniversario.Un appuntamento alquale la comunitàparrocchiale si èpreparata sin dall’iniziodel Tempo di Avvento,con incontri e riflessioniincentrate su una fraseche prende riferimentodal versetto di Gv(1,14): "La nostra chiesala Sua dimora tra noi".Si proseguirà in questocammino nei mesisuccessivi, attraversoanche una tavolarotonda in settembreper riflettere suldocumento degliOrientamenti pastoralidell’Episcopato Italianoper il decennio 2010-

2020 "Educare alla vitabuona del vangelo" perconcludere il 1° diottobre, festa di SantaTeresa patrona dellaParrocchia e del Paese.La solenneConcelebrazioneEucaristica, presiedutadal Vescovo, con moltipresbiteri e diaconi delV Vicariato, oltre adalcuni ex parroci ed exvicari che, negli anni,hanno svolto il loroministero nellacomunità, harappresentato ilmomento più solenne econclusivo della festa. Èstato un giornoparticolare per il"compleanno dellachiesa", ma insiemeanche della comunitàparrocchialepraticamente cresciutainsieme alle muradell’edificio e cimentatanei diversi anniattraverso un costanteimpegno dicollaborazione tra ifedeli e con leIstituzioni,rappresentate dalleautorità civili e militaripresenti e con la SocietàSolvay che, all’epoca,aveva donato il terreno

per la costruzione dellachiesa stessa.Il Vescovo ricordava,durante l’omelia,l’importanza dicelebrare il giorno delladedicazione dellachiesa, che nel territoriorappresenta segnovisibile della presenzadi Dio in mezzo agliuomini e luogo diincontro del popoloradunato per celebrarel’Eucaristia e iSacramenti, maaltrettanto importante enecessario testimoniarela fede come "Chiesa

vivente, edificata conpietre vive scelte epreziose in Cristo Gesù,pietra angolare".A questo proposito, almomento offertorialedella Messa, è stataportata all’altare unariproduzionedell’edificio chiesa,interamente prodotta inzucchero e che poi hadecorato la tortapreparata per la festa,perché l’edificio nondebba rappresentaresoltanto il luogo delritrovarsi, ma ognifedele, nutrito dal pane

vivo, possa esseretestimone nelquotidiano della caritàevangelica di CristoLa Chiesa pone le radicinella sua storia eproietta la speranza nelfuturo, pieno di grazia edi gioia, come segno diuna testimonianza difede attiva nel camminoverso la patriadefinitiva.È l’augurio che lacomunità ha voluto fareed offrire a tutti, conl’impegno a proseguiresulla strada tracciata dachi ci ha preceduti eguidati, ed il ricordo èandato al primo parrocodon Ezio Rivera i cuiresti riposanoall’interno della chiesa,e a don Sirio Vieri, cheha proseguito la suaopera ed ha lasciato unricordo ancora vivo inogni "Solvayno". Auguri di buoncammino.

Luigi Diddi

Per i più curiosi: sullaparrocchia e sulla festac’è anche una paginasu facebook con tuttele foto: Parroc StaTeresa Bg (ParrocchiaSta Teresa Bg)

S

La celebrazione per la festa patronale dei Vallombrosani

Montenero gemellata con S.Giovanni Bozzanol 12 luglio per i monacidel Santuario di

Montenero è sempre unafesta molto sentita epartecipata in quanto essifesteggiano san GiovanniGualberto, fondatore deimonaci benedettinivallombrosani e patronodei Forestali d’Italia.San Giovanni Gualberto èuna figura di spicco nellastoria della Chiesa e dellariforma gregoriana. Infatti,nato da nobile famigliaagli inizi dell’XI secolo,nei dintorni di Firenze, sifa monaco nel monasterobenedettino di SanMiniato. Presto però siaccorge che l’abate hacomprato la carica dalvescovo. Lascia allora ilmonastero e, seguito daalcuni discepoli sistabilisce a Vallombrosa,sul versante toscanodell’Appennino. Qui dà vitaad una forma monasticaprofondamente rinnovata,ancorata alla tradizionebenedettina. Caratterizza lanuova fondazione la lottacontro la corruzioneecclesiastica. Nel 1068, sudisposizione di Giovanni, ilmonaco Pietro si sottoponealla prova del fuoco contro ilvescovo di FirenzeMezzabarba, accusato disimonia. Pietro esce indenne

dalla prova ed è cosìdimostrata la colpevolezzadel vescovo che poco dopoverrà deposto da AlessandroII. Qualche anno più tardi, surichiesta dei fedeli laici,Giovanni invierà dei monaci aMilano per garantireun’efficace assistenzareligiosa. Conclude la sua vitanel 1073, nel monastero diPassignano. Gregorio VII diràdi lui: "La purezza della suafede splendette mirabilmente

in Toscana".Il Vescovo ausiliare dellaDiocesi dell’Aquila, mons.Giovanni D’Ercole, hapresieduto le celebrazioni,alla presenza delle autoritàreligiose, militari e civilidella città labronica edurante l’omelia ha postol’attenzione alla figura disan Giovanni Gualbertoche nella sua vita avevasperimentato il dolore peruna Chiesa inficiata dallospirito del Maligno e oggici insegna che soloprodigandosi per la paceed il perdono è possibileallontanare la corruzione esi può rinnovare lo spiritodi umiltà e di preghiera aDio. Purtroppo la giornata èstata funestata dallaterribile notiziadell’uccisione di RobertoMancini, caporale della

Folgore che proprionell’ultimo giorno della suamissione in Afghanistan èmorto per l’esplosione dellamina che stavadisinnescando. MonsignorD’ercole ha voluto affidarealla Madonna delle Graziel’anima di questo giovane,quarantesima vittima dellamissione di pace italiana inquella terra e che il 21 luglioavrebbe compiuto 28 anni.Monsignor D’ercole era la

prima volta che venivapellegrino a Montenero ed haespresso parole di meravigliae di gratitudine perl’opportunità avuta dipresiedere le celebrazioni diquesta speciale ricorrenza.Infatti la giornata nonprevedeva solamente ilricordo del santo fondatore,ma anche il gemellaggio fra leParrocchie di Montenero e diSan Giovanni Bozzano diOnna, frazione dell’Aquila.L’ultimo disastroso terremotoaveva visto l’accorrere dellaMisericordia di Montenero,insieme ad alcuniparrocchiani guidati dalparroco don Luca Giustarini,per prestare i primi soccorsialle popolazioni gravementecolpite e gli aiuti sonocontinuati anche nei mesisuccessivi al disastro. LaMisericordia di Montenero haquindi consegnato nelle manidel Vescovo ausiliare, unacongrua somma da portarealla Parrocchia di sanGiovanni Bozzano, segnodella costante partecipazioneai bisogni della comunità.A conclusione della cerimoniaè stata letta dall’ufficiale delleGuardie Forestali la Preghieradi protezione a san Giovanniperché le fatiche della cura edella difesa del creato siano inarmonia con il dovere divino.

Monica Cuzzocrea

I

IL PREMIOMIGLIOR SITOWEB CATTOLICODEL 2011

n’occasione da non perdere: Siti parrocchiali,diocesani e associativi, personali e dedicati alla

GMG. Nessuno è escluso. E in più, oltre ai premi di1.000 euro ciascuno, la visibilità del sito per un annocome vincitore su testimoni digitali.it e weca.it.Sono ammessi: Siti web a carattere ecclesiale –informativo. In particolare: siti istituzionali eassociativi (Diocesi, enti, associazioni, aggregazioni ecomunità), siti personali, siti parrocchiali e siti concontenuti o servizi riguardanti la Giornata Mondialedella Gioventù di Madrid (anche se rappresentanouna parte limitata rispetto ai contenuti generali delsito).Il Comitato organizzatore assegnerà in tutto quattropremi e sceglierà un unico sito web vincitore perciascuna delle seguenti categorie: I) Siti istituzionali eassociativi (Diocesi, enti, associazioni, aggregazioni ecomunità); II) Siti personali; III) Siti parrocchiali.A queste tre categorie si aggiunge un cosiddetto‘Premio speciale GMG’ dedicato ai siti con contenuti oservizi riguardanti la Giornata Mondiale dellaGioventù di Madrid (anche se rappresentano unaparte limitata rispetto ai contenuti generali del sito).Un sito può iscriversi ad una delle prime tre categoriee, contemporaneamente, partecipare anche al‘Premio speciale GMG’.L’iscrizione a WeCa è gratuita e consente dipartecipare a tutte le iniziative dell’associazione,comprese quelle promosse nel campo dellaformazione e dei seminari web. Ogni sito associato aWeCa ha diritto alle convenzioni stipulate a favore deiwebmaster. Ma iscriversi a WeCa ha anche un altrosignificato: sostenere il mondo web cattolico, con lapropria testimonianza e in un’ottica di condivisione.Sono destinatari del Concorso tutti i ‘siti cattolici’associati a WeCa, l’Associazione dei WebmasterCattolici Italiani. Per chi non fosse già associato aWeCa ma vuole partecipare al concorso potrà farloagevolmente. Basta semplicemente iscriversicontestualmente, all’associazione e al premio, sul sitowww.webcattolici.it.

Le iscrizioni si chiuderanno il giorno 1 ottobre 2011. Isiti internet iscritti al concorso verranno valutati dallaGiuria dal 2 ottobre 2011 al 30 ottobre 2011. Ascegliere il miglior sito web cattolico è impegnata unaGiuria di esperti impegnati nel mondo del giornalismo(Rainet, Avvenire, Il Sole 24 ore, Sir,TV2000) e dellagalassia dei nuovi media e del mondo web cattolicodi diverse Diocesi italiane (Diocesi di Roma, Milano ePadova, Cathopedia, Qumran). L’elenco ufficiale èpubblicato nel regolamento del Premio.I criteri di giudizio saranno: • Comunicazione: aderenza dell’home page agliobiettivi del sito, coerenza grafica e funzionale dellepagine interne, grafica del sito. Informazioni chepossano contribuire a sviluppare la crescita e lamaturazione della fede.• Architettura: stabilità della struttura del sito anchecambiando browser, risoluzione del monitor edimensione dei caratteri, chiarezza e funzionalitàdella navigazione, separazione efficace tra contenutoe presentazione, adeguatezza degli strumenti diorientamento e di navigazione, eventuale utilizzo disoftware open source.• Funzionalità: facilità d’uso dei servizi messi a

disposizione degliutenti, correttezza difunzionamento deiservizi, coerenza congli obiettivi del sito,gestione efficacedell’interazione con gliutenti.• Stile dei testi:adeguatezza dellastruttura, dello stile edell’organizzazione deitesti, pertinenza,affidabilità efrequenza diaggiornamentodell’informazione.• Gestione: velocità di

caricamento del sito, reperibilità del sito, gestioneadeguata delle relazioni con gli utenti.• Contenuto: originalità dei contenuti e adeguatezzaagli obiettivi di un sito ecclesiale di qualità.• Accessibilità e Usabilità del sito• Coinvolgimento attivo della comunità.• Socialità: possibilità di ripubblicare il contenuto suisocial network.• Fruizione in mobilità (con dispositivi mobili).• Per la categoria ‘Siti parrocchiali’, in particolare,saranno considerate caratteristiche positive lapossibilità offerta dai siti web di iscriversi a forum enewsletter e l’attenzione al trattamento dei datipersonali a tutela della privacy.Per il ‘Premio Speciale GMG’ - a cui partecipano i siticon contenuti o servizi dedicati (anche nonesclusivamente) alla Gmg di Madrid - sarannopreferiti, in particolare, i siti che si siano proposti difavorire la partecipazione attiva e prolunghino neltempo l’esperienza della GMG. Per la categoria ‘Sitipersonali’, saranno considerate caratteristichepositive il collegamento con una comunità e larilevanza ecclesiale dei contenuti.Per qualsiasi altra informazione:http://www.webcattolici.it/news_ed_eventi/premio_miglior_sito_web_cattolico_2011/00000491_Premio_WeCa_2011___II_edizione.html

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI24 luglio 2011VIII