La scuola siciliana

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LA SCUOLA SICILIANA E JACOPO DA LENTINI

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LA SCUOLA SICILIANA

E JACOPO DA LENTINI

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FEDERICO II DI SVEVIAFederico II, figlio dell’imperatore Enrico VI e di Costanza di Altavilla, principessa normanna, era il legittimo erede della corona normanna di Sicilia e fu favorito dal papa Innocenzo IIINel 1214, a Bouvines, Federico II e Filippo Augusto, sovrano di Francia, sconfissero Ottone di Brunswick, rivale di Federico, e Giovanni Senza Terra, re di Inghilterra.Federico diventa IMPERATORE il 22 novembre 1220 Nel 1230 il papa lo sciolse dall’obbligo di tenere separate le sue due corone (impero e Sicilia) e Federico stabilì la propria corte italiana a Palermo, in Sicilia.

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LA CORTE DI FEDERICO II• Il potere era centralizzato nelle mani

dell’imperatore e della sua corte dove risiedevano funzionari e burocrati quasi sempre giuristi• Presso la sua corte confluirono

studiosi di varia origine e credo religioso, anche islamici, arabi e ebrei. Per suo impulso vennero tradotti in latino testi letterari, filosofici e scientifici greci e arabi.• Anche la cultura rispecchiò i gusti e i

costumi della corte

La Siza. La costruzione di questo "sollatium" (luogo di piacere) fu intrapresa negli ultimi anni di vita di re Guglielmo II. Si pur datare dunque tra il 1165 ed il 1167

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LA SCUOLA SICILIANA• Ebbe come autori i funzionari di corte

(nobili, notai e giuristi).• Essi usavano per professione il latino,

mentre il volgare diventava lingua di cultura per la composizione poetica.

Era tuttavia un volgare letterario ,quindi non la lingua comunemente parlata dal popolo; caratterizzata da:- scelta attenta del lessico e delle espressioni- impiego di latinismi- ripresa di calchi e espressioni dei trovatori provenzali

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I poeti della scuola siciliana

• I letterati di corte erano: notai, Jacopo da Lentini, giudici, Guido delle Colonne, consiglieri del re, Pier delle Vigne, nobili, Rinaldo d’Aquino.

• Essi formavano intorno all’imperatore Federico II, anche egli scrittore, un gruppo ristretto di poeti dilettanti.

• I poeti della scuola “siciliana” recuperano solo un tema della poesia provenzale, l’amore cortese, ed evitano i temi politici.

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Il metro della scuola siciliana• I metri prediletti dai poeti della “Magna curia”

furono l’endecasillabo e il settenario.• Le composizioni più usate furono:• La canzone in endecasillabi e settenari(“canzone

lirica” per le liriche drammatiche e “canzonetta” per quelle più gioiose)• Il sonetto (14 endecasillabi divisi in due quartine e

due terzine ), invenzione di Jacopo da LentiniL’accompagnamento musicale, a differenza della lirica provenzale, non era sempre presente. Ciò significa che le liriche dei siciliani erano pensate soprattutto , ma non esclusivamente, per la lettura.

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L’amore dei poeti siciliani• La donna ha caratteri fisicamente

stereotipati, come nei trovatori :incarnato pallido, occhi chiari, capelli biondi.• Tuttavia spesso i poeti si

concentrano specialmente sull’insieme degli effetti sensoriali e passionali suscitati dall’amore su di loro della donna amata

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Amor è uno desio che ven da core per abondanza di gran piacimento;e li occhi in prima generan l’amore e lo core li dà nutricamento.

Ben è alcuna fiata om amatoreSenza vedere so ‘namoramento,ma quell’amor che stringe con furoreda la vista de li occhi ha nascimento

Chè li occhi rapresentan a lo coreD’onni cosa che veden bono e rio,Com’è formata naturalmente.

E lo cor, che di zo è concepitoreImagina, e li piace quel desio: E questo amore regna tra la gente