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La scuola e gli studenti di origine immigrata Prospettive romano-laziali Ricerca commissionata dalla Regione Lazio al Centro Studi e Ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes Rapporto finale - giugno 2008 Equipe di ricerca Idos/Dossier Statistico Immigrazione: Redattori: Luca Di Sciullo, Ginevra Demaio, Delfina Licata, Maria Paola Nanni, Antonio Ricci e Franco Pittau (coordinatore) Ha collaborato Luca Cerniglia Elaborazioni statistiche: Maria Pia Borsci e Alberto Colaiacomo Segretaria di redazione: Claudia Mancosu

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La scuola e gli studenti di origine immigrata Prospettive romano-laziali

Ricerca commissionata dalla Regione Lazio al Centro Studi e Ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Rapporto finale - giugno 2008

Equipe di ricerca

Idos/Dossier Statistico Immigrazione: Redattori: Luca Di Sciullo, Ginevra Demaio, Delfina Licata, Maria Paola Nanni, Antonio Ricci e Franco Pittau (coordinatore)

Ha collaborato Luca Cerniglia

Elaborazioni statistiche: Maria Pia Borsci e Alberto Colaiacomo Segretaria di redazione: Claudia Mancosu

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INDICE

Introduzione: motivi e articolazione della ricerca Importanza della scuola e necessità di una lettura in profondità Il piano della ricerca I figli degli immigrati a scuola: il panorama nazionale Uno sguardo di insieme ai figli degli immigrati a scuola: il panorama nazionale La scolarizzazione dei figli degli immigrati in una recente indagine del Cnel Gli esiti dei figli degli immigrati e il difficile obiettivo delle pari opportunità Le differenze regionali della dispersione scolastica analizzate con metodo comparativo I figli degli immigrati nelle scuole dell’area romano-laziale L’incidenza dei ragazzi stranieri in diversi gradi di scuola e la posizione intermedia del Lazio I figli degli immigrati nelle scuole del Comune e della Provincia di Roma Uno studio esplorativo sui minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea Il fenomeno dell’immigrazione nell’area romano-laziale L’immigrazione degli immigrati nell’area romano laziale L’opinione dei testimoni privilegiati

- L’integrazione: come si definisce e come si promuove - Lingua e scuola - Differenze tra la prime e la seconda generazione - Una situazione accettabile ma non del tutto soddisfacente

Le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati nell’area romana: le risposte dei diretti interessati Conclusioni: l’immigrazione e i nodi problematici della scuola Tabelle regionali

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Rapporto finale

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La scuola e gli studenti di origine immigrata

Prospettive romano-laziali

Ricerca commissionata dalla Regione Lazio al Centro Studi e Ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

(Rapporto finale - giugno 2008) INTRODUZIONE: MOTIVI E ARTICOLAZIONE DELLA RICERCA Importanza della scuola e necessità di una lettura in profondità

L’ONU, con la Dichiarazione del Millennio (firmata a New York nel 2000), prese l’impegno solenne di conseguire 8 obiettivi entro il 2015: tra di essi figura quello di “Fare in modo che tutti i bambini e le bambine completino il ciclo scolastico primario”. Non si insiste mai tanto sull’importanza della scuola che, essendo chiamata a educare alla convivenza, è la struttura che si accredita come laboratorio privilegiato di inclusione sociale. È stato scritto al riguardo che “Si tratta di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola nel pluralismo, come occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze (di provenienza, genere, livello sociale, storia scolastica)”. 1

Proprio al fine di garantire il normale sviluppo di tutti i minori, in Italia – seppure con qualche recente divergenza per quanto riguarda la sua applicazione presso le scuole comunali dell’infanzia, che pure godono della parità scolastica e dei relativi finanziamenti – si è insistito sul diritto e sul dovere di iscrizione a scuola dei minori stranieri, indipendentemente dalla regolarità o meno del soggiorno dei loro genitori.

Su questa presenza, che ormai si registra da molti anni e in misura crescente, la Regione Lazio – Assessorato all’Istruzione e alla Formazione Professionale ha inteso condurre un’analisi in profondità, partendo dai dati statistici in quanto riferimento dovuto di sicuro affidamento ma volendo anche leggerli in profondità per scoprire aspetti soddisfacenti, lacune e dinamiche di un’area così rilevante come quella romano-laziale.

Il Centro Studi e Ricerche Idos, che raggruppa i redattori del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, ha risposto alle esigenze così prospettate, innanzi tutto con una analisi organica delle statistiche disponibili, che impone di interpretare i dati sulla realtà romano-laziale alla luce dei dati nazionali e di quanto avviene negli altri contesti territoriali; in secondo luogo ha ritenuto che quanto avviene nella scuola rischia di essere letto superficialmente se non si fa il punto sul contesto societario.

Possiamo definire l’approccio seguito in questa ricerca di natura integrata, in quanto i dati sulla presenza degli immigrati a scuola, pur costituendo l’oggetto principale di riflessione, vengono presentati alla luce della condizione giuridica, occupazionale e familiare dei genitori, come anche sulla base delle caratteristiche dei contesti di accoglienza, che ovviamente condizionano il significato e l’evoluzione della presenza e dell’inserimento dei ragazzi di origine straniera. Il piano della ricerca 1 Ministero della Pubblica Istruzione, La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri, ottobre 2007.

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In un grande paese di immigrazione, qual è diventata l’Italia, che si confronta con una provenienza policentrica da tutte le parti del mondo, l’integrazione risulta essere un obiettivo suggestivo ma anche difficile da conseguire. Essa è innanzi tutto riconducibile alle condizioni materiali di inserimento, come prima accennato; inoltre, bisogna collocarsi anche a un livello superiore per favorire il confronto e il dialogo tra le diverse culture nell’ottica di un reciproco arricchimento e, naturalmente, nel rispetto delle leggi del paese ospitante. Il discorso sulla scuola, la più grande agenzia formativa, responsabile della mentalità delle future generazioni, fa pensare all’intreccio tra questi molteplici piani di riflessione.

La ricerca si struttura in tre parti. 1.I figli immigrati a scuola: il panorama nazionale. Si inizia con la presentazione dei dati

sulla presenza dei figli degli immigrati a scuola per provenienza, grado di scuola e territorio, evidenziando gli aspetti più caratteristici anche in rapporto alla popolazione studentesca italiana e fornendo i riferimenti fondamentali sulle province del Lazio.

Una recente panoramica sulle prassi seguite e sulle difficoltà riscontrate nelle scuole italiane viene presentata sulla base di una recente indagine del CNEL, il cui quadro non presenta toni allarmistici.

Più preoccupante è, invece, la riflessione sugli esiti scolastici, rispetto ai quali i ragazzi immigrati si presentano molto più svantaggiati e che, letti secondo una metodologia differenziale, mostrano il cammino che resta da fare tanto nel Lazio che in altre regioni. 2. I figli degli immigrati nelle scuole dell’area romano-laziale. Facendo perno sull’incidenza dei ragazzi stranieri nei diversi gradi di scuola si mostra come risulti intermedia la situazione scolastica che si riscontra nel Lazio, come peraltro avviene anche per altri aspetti dell’immigrazione. Continuando gli approfondimenti, si scende maggiormente nello specifico quando si parla dei figli degli immigrati nelle scuole della Provincia di Roma e del Comune di Roma, con riscontri che in parte confermano il panorama nazionale e in parte se ne discostano

Si riporta , quindi, uno studio esplorativo condotto su circa 400 minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea, mostrando con maggiore dovizia di particolari cosa può facilitare o meno la riuscita nel percorso scolastico.

3. Il fenomeno dell’immigrazione nell’area romano-laziale. Tra la scuola e la società sussiste uno stretto binomio e la realtà scolastica abbisogna di questa particolare ottica per essere interpretata in tutta la sua portata. Perciò, la panoramica dell’immigrazione nell’area romano laziale pone in evidenza diversi aspetti sociali che esercitano il loro impatto anche sul mondo della scuola.

Dopo il quadro tracciato sulla base degli archivi ufficiali seguono due indagini sul campo, condotte nell’area romana espressamente per completare con maggiori particolari il quadro ufficiale, facendo parlare nella prima i testimoni privilegiati e, nella seconda, i diretti interessati.

La riflessione sulla presenza scolastica di questi alunni, come era negli intenti, è tornata utile, oltre che a fini conoscitivi, per verificare quanto l’integrazione scolastica delle nuove generazioni sia effettiva e se sia stata perseguita su tutto il territorio nazionale la realizzazione del diritto allo studio e all’educazione per tutti i minori. Proprio per questo le riflessioni conclusive sono dedicate alle criticità, che caratterizzano il sistema scolastico rispetto ai figli degli immigrati e sono di natura pedagogica, finanziaria, formativa, relazionale, mostrando così che allo studente di origine immigrata, così come all’immigrato tout court, a seconda dell’ambito ci si deve avvicinare con una preparazione specifica ma sempre con un approccio globale.

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I FIGLI DEGLI IMMIGRATI A SCUOLA: IL PANORAMA NAZIONALE Uno sguardo d’insieme alla presenza dei figli degli immigrati a scuola

Gli alunni stranieri, nell’anno scolastico 2006-2007, sono 501.494 di 191 nazionalità. Essi sono raddoppiati nel corso di quattro anni, con l’aumento di 70.000 unità l’anno. Riportiamo alcune tra le principali caratteristiche di questa presenza, che serviranno poi come termine di paragone quando passeremo ad approfondire la situazione laziale.

L’incidenza degli studenti non italiani a scuola è in media del 5,6% sulla popolazione studentesca totale (8.931.487), con un punto percentuale in più tanto nelle scuole elementari che nelle medie, e un’incidenza percentuale di due punti inferiore nelle superiori: su queste incidenze si ritornerà nel successivo paragrafo per trarne delle chiavi di lettura.

Quanto alla concentrazione per gradi di scuola, quella più elevata si riscontra nella primaria (38,0%), mentre negli altri gradi di scuola si tratta all’incirca di 100.000 presenze, pari a quasi il 20% del totale (un po’ più bassa nella scuola d’infanzia e un po’ più alta nella scuola secondaria di I grado). La totalità degli iscritti presenta la stessa concentrazione percentuale nella scuola d’infanzia, quote più basse nelle scuole elementari e medie (pari al 60% del totale delle presenze, 10 punti percentuali in più rispetto agli italiani) e notevolmente più alte nelle secondarie di secondo grado (pari al 20%, 10 punti percentuali in più rispetto agli stranieri).

Questi dati, riscontrabili a grandi linee anche a livello regionale, attestano che la forza propulsiva della scolarizzazione dei figli degli immigrati sta nei gradi più bassi, che di per sè col tempo dovrebbero trovare un riscontro anche nella scuola secondaria di secondo grado se non vi si frapponessero gli ostacoli che incontrano i figli degli immigrati a quel livello. Nonostante tali ostacoli, negli ultimi cinque anni l’incidenza degli studenti non italiani in questo grado di scuola è triplicato.

ITALIA. Presenza degli studenti stranieri per grado di scuola (anno scolastico 2006-2007) Grado scuole Studenti stranieri % verticale Totale studenti % verticale Inc. % stranieri Infanzia 94.776 18,9 1.652.118 18,5 5,7 Primaria 190.813 38,0 2.820.328 31,6 6,8 Second. I grado 113.076 22,6 1.730.031 19,4 6,5 Second. II grado 102.829 20,5 2.729.010 30,5 3,8 Totale 501.494 100,0 8.931.487 100,0 5,6 Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dell’Interno e dell’Istat

Circa il 65% degli studenti di origine immigrata si trova nel Nord, il 24% nel Centro e appena il 10% nel Meridione. Le regioni con il più elevato numero di studenti sono la Lombardia (121.520), il Veneto (61.891), l’Emilia Romagna (58.521) e, quindi, il Lazio (49.601), quasi appaiato con il Piemonte (48.430). Invece, è differente la graduatoria delle regioni per l’incidenza degli alunni stranieri sul totale degli studenti: Emilia Romagna (11%), Umbria (10%) e Lombardia (9%), mentre il Lazio (6,0%) si colloca poco al di sopra della media.

Quanto alle province, si trovano ai primi posti per incidenza: Mantova (14%, 1 ogni 7 iscritti), Prato, Piacenza e Reggio Emilia (13%), Modena e Brescia (12%), Alessandria, Cremona, Asti e Treviso (11%). Nella Provincia di Roma l’incidenza è solo del 6,7% (1 ogni 15 iscritti) e si abbassa nelle altre province laziali: Viterbo 6,5%, Rieti 5,4%, Latina 3,9% e Frosinone 2,9%.

I comuni primi in graduatoria sono Milano, Prato e Alessandria (14%), mentre in comuni di più ridotta grandezza si arriva anche al 20%. Sono 1.336 i comuni (300 in più rispetto al precedente anno scolastico) nei quali l’incidenza dei figli degli immigrati superano il 10%. Nel comune di Roma l’incidenza degli studenti stranieri, calcolata complessivamente su tutti i gradi di scuola, è del 6,6%.

La piccola Albania, con 78.183 alunni (1 ogni sei iscritti stranieri) continua a superare sia la Romania che il Marocco, che si fermano a quota 68.000: il primato sembra destinato a durare per poco tempo, stante il sostenuto ritmo d’aumento della popolazione romena, che tende a fermarsi in

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Italia in maniera più stabile e a farsi raggiungere dai propri figli. Seguono, molto distaccate, le altre nazionalità: Cina 24.000, Jugoslavia e Ecuador 16.000, Tunisia 13.000, Filippine e Macedonia 12.000. Nel Lazio, invece, i romeni (16.548) sono quattro volte più numerosi degli albanesi (3.472) e quasi sette volte di più dei polacchi (2.486). In generale i soggiornanti provenienti da Polonia, Filippine, Ucraina, Bangladesh, Egitto, India, così come dagli Stati membri dell’UE a 15, conoscono una incidenza di adulti (lavoratori) preponderante rispetto a quella dei minori (iscritti a scuola). Paesi invece come Albania, Perù, Marocco, Cina Popolare, Moldavia e Ecuador presentano un’incidenza più consistente di alunni scolarizzati che di lavoratori regolari, attestando così una maggiore stabilità dei nuclei familiari2.

Nella Regione Lazio, rispetto al totale regionale (49.428 alunni esteri), la Provincia di Roma catalizza l’80,4% degli alunni non italiani, mentre le quote delle altre Province sono meno consistenti: Latina 6,9%, Viterbo 5,5%, Frosinone 4,7%, Rieti 2,4%. A Viterbo si registra l’incidenza di stranieri più alta, pari al 6,5% (che raggiunge l’8% nelle primarie), mentre a Frosinone la più bassa (2,9%). Inoltre, in tutte le Province diverse da Roma, si riscontra un minore peso statistico della secondaria di secondo grado, a favore di quella di primo grado. ITALIA. Studenti stranieri iscritti a scuola nell’anno scolastico 2006-2007 Regione Studenti % vert. Incid. % Regione Studenti % vert. Incid. % Valle d’Aosta 1.010 0,2 5,9 Rieti 1.203 0,2 5,4 Piemonte 46.430 9,7 8,5 Roma 39.758 7,9 6,7 Lombardia 121.520 24,2 9,2 Viterbo 2.715 0,5 6,5 Liguria 15.268 3,0 7,9 Centro 120.856 28,5 9,3 Nord Ovest 186.228 37,1 8,9 Abruzzo 8.222 1,6 4,2 Trentino A. Adige 10.817 2,2 6,8 Molise 746 0,1 1,5 Veneto 61.891 12,3 9,0 Campania 11.139 2,2 1,0 Friuli V.G. 11.932 2,4 7,8 Puglia 9.041 1,8 1,3 Emilia Romagna 58.521 11,7 10,7 Basilicata 1.075 0,2 1,1 Nord Est 143.161 28,5 9,3 Calabria 6.278 1,3 1,8 Toscana 39.776 7,9 8,4 Sud 36.501 7,3 1,5 Umbria 12.079 2,4 10,1 Sicilia 11.974 2,4 1,3 Marche 19.400 3,9 8,8 Sardegna 2.725 0,5 1,1 Lazio 49.601 9,9 6,0 Isole 14.699 2,9 1,3 Frosinone 2.324 0,4 2,9 Latina 3.428 0,6 3,9 ITALIA 501.445 100,0 5,6 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione. Elaborazioni su dati del Ministero dell’Istruzione

La scolarizzazione dei figli degli immigrati in una recente indagine del CNEL

È opportuno completare quanto desunto dagli archivi statistici con quanto rilevato direttamente sul campo sulla base di un’osservazione che ha inteso offrire una fotografia della vita scolastica dei figli degli immigrati in tutta la sua complessità.

Ci riferiamo a un recente rapporto del CNEL, curato dal Censis, dedicato ai risultati di un’indagine condotta mediante interviste nel mese di maggio 2004 a 404 docenti di 105 istituti scolastici (64 scuole elementari e 41 secondarie inferiori, delle quali un certo numero romano-laziali) e 608 mamme, ripartite secondo la consistenza degli alunni stranieri per aree territoriali come anche del grado di scuola e dei paesi di provenienza3.

I criteri per l’inserimento degli studenti vengono seguiti dalla maggior parte dei docenti per quanto riguarda l’iscrizione alla classe corrispondente alla fascia di età, il non superamento di un

2 Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2007, Edizioni Idos, Roma, 2007 p. 396. Sul crescente insediamento dei romeni in Italia, cfr. Antonio Ricci, “Caratteristiche dell’immigrazione romena in Italia, prima e dopo l’allargamento”, in Caritas Italiana, Romania. Immigrazione e lavoro in Italia. Edizioni Idos, giugno 2008, pp. 84-93; e, con riferimento anche ai minori, Delfina Licata, Franco Pittau, “Le donne romene tra famiglia e lavoro”, in op.cit., pp. 116-127. 3 CNEL/ONC, Vissuti ed esiti della scolarizzazione di origine immigrata. Sintesi dei risultati, Roma 12 febbraio 2008

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tetto massimo di alunni stranieri e l’accoglienza delle domande di iscrizione in tutte le fasi dell’anno.

Vi è però una quota, tutt’altro che inconsistente (un sesto degli intervistati), che non dà seguito a queste disposizioni, per cui non si può dire che i criteri standard vengano sempre rispettati e, piuttosto, si è di fronte a un “modello volontaristico” in cui l’insegnante, o, nel migliore dei casi, la singola scuola, affrontano in totale isolamento le problematiche che l’arrivo degli immigrati hanno posto.

Nelle scuole medie, che coincidono con la fase della pubertà, viene percepita la necessità di un maggiore equilibrio tra maschi e femmine nella composizione delle classi, come anche è abbastanza diffusa, come segno di riguardo nei confronti dei nuovi arrivati, la costituzione di una commissione di accoglienza e anche la formulazione di un protocollo di accoglienza, sollecitando la partecipazione dell’intera classe e dei genitori di tutti gli alunni. Per coinvolgere i genitori stranieri è invalsa anche l’abitudine di ricorrere a fogli informativi plurilingue, anche perché solitamente i rapporti dei docenti sono più soddisfacenti con gli alunni e non con i loro genitori.

Anche i rapporti degli alunni stranieri con gli alunni italiani sono per lo più soddisfacenti, più delle discriminazioni sono ricorrenti le aggressioni verbali e l’isolamento; invece, sono meno soddisfacenti i rapporti tra i rispettivi genitori. È stata rilevata nell’indagine una palese sperequazione, nel senso che solitamente le famiglie degli alunni stranieri nutrono meno pregiudizi nei confronti dei genitori italiani di quanto questi nei abbiano nei loro confronti.

La situazione che viene dipinta non è esente da aspetti problematici, tuttavia non drammatici, e richiama l’importanza del collegamento con le famiglie dei ragazzi immigrati per assicurare una vita scolastica più distesa e più fruttuosa.

Ciò non è, però, l’equivalente di un soddisfacente conseguimento delle pari opportunità, come evidenzia una specifica riflessione sugli esiti scolastici nella quale le risultanze hanno valore tanto a livello nazionale che per l’area romano-laziale. PROVINCIA ROMA-COMUNE ROMA-ITALIA. Provenienza alunni stranieri. Primi 15 paesi (2006-2007)

Provincia di Roma Comune di Roma Italia Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale %

Romania 13.201 33,2 Romania 6.476 25,3 Albania 77.784 15,6Filippine 2.309 5,8 Filippine 2.242 8,8 Romania 68.441 13,7Polonia 2.103 5,3 Perù 1.607 6,3 Marocco 67.758 13,6Albania 2.022 5,1 Polonia 1.222 4,8 Cina 24.364 4,9Perù 1.831 4,6 Ecuador 1.120 4,4 Serbia – Mont. 15.965 3,2Ecuador 1.276 3,2 Cina 1.081 4,2 Ecuador 15.799 3,2Ucraina 1.154 2,9 Bangladesh 967 3,8 Tunisia 13.388 2,7Cina 1.151 2,9 Ucraina 810 3,2 Perù 12.682 2,5Moldavia 1.144 2,9 Albania 774 3,0 Filippine 12.602 2,5Bangladesh 1.012 2,5 Moldavia 737 2,9 Macedonia 12.460 2,5Egitto 866 2,2 Egitto 729 2,8 Ucraina 12.239 2,5Marocco 757 1,9 Serbia e Mont. 515 2,0 India 12.092 2,4Bulgaria 662 1,7 Marocco 448 1,8 Moldavia 10.319 2,1Serbia e Mont. 648 1,6 Brasile 429 1,7 Polonia 9.239 1,9Brasile 610 1,5 Colombia 385 1,5 Brasile 7.149 1,4Totale 39.758 100,0 Totale 25.585 100,0 Totale 500.512 100,0

FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI Gli esiti scolastici dei figli degli immigrati e il difficile obiettivo delle pari opportunità

Il termine “esito scolastico”, che può essere inteso anche in maniera molto ampia, in un senso più ristretto viene riferito solo al tasso di promozione. Avviene in tutti i paesi europei, seppure in misura differenziata, che i figli degli immigrati accusino maggiori ritardi rispetto agli studenti del posto.

Non è detto, però, che la presenza di alunni stranieri debba necessariamente condizionare in negativo gli esiti scolastici, come è stato messo in evidenza dallo stesso Ministero dell’Istruzione:

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“Nei settori scolastici di base (primaria e secondaria di I grado) è abbastanza generalizzata la situazione di più elevati tassi di promozione nelle scuole con presenza di alunni stranieri rispetto alle scuole che registrano solamente la presenza di alunni italiani. Nella scuola secondaria di II grado, invece, gli esiti negli istituti con alunni stranieri (84,65%) sono leggermente inferiori a quelli dove vi sono solamente studenti italiani” (Ministero dell’Istruzione, Direzione Generale Sistemi Informativi e Direzione Generale dello Studente, Indagine sugli esiti degli alunni con cittadinanza non italiana, anno scolastico 2003-2004, Roma gennaio 2005, p. 5). Cercando di capire le ragioni per cui si riscontrano questi risultati differenziati, è stata avanzata l’ipotesi che probabilmente negli istituti di grado superiore si tiene meno conto delle condizioni personali degli studenti, alle quali invece si presta maggiore attenzione nelle fasi iniziali del percorso scolastico.

Dallo stesso rapporto del Ministero dell’Istruzione si ricava che “per i diversi ordini di scuola gli alunni stranieri sembrano ottenere maggiore successo quando sono ridotti di numero” (op. cit., p. 5), per cui è consigliabile evitare un’eccessiva densità di studenti di origine straniera nella stessa classe. Invece, l’elemento di complessità rappresentato dalla presenza di diverse cittadinanze non italiane nelle scuole sembra non coincidere con elementi negativi finali degli alunni stranieri.

Gli esiti scolastici consentono di rendersi conto se gli alunni stranieri godono in concreto di pari opportunità. Il successo è chiaramente condizionato da fattori tanto interni alla scuola che esterni ad essa. Si riscontra, di fatto, un notevole divario tra italiani e stranieri, che per giunta tende ad aumentare con il tempo. Colpisce il fatto che il divario vada aumentando al passaggio di questi studenti ai gradi superiori di scolarità.

Nella scuola elementare tra gli italiani non viene promosso 1 ogni 1.000 scrutinati (un caso rarissimo, quindi), mentre tra gli stranieri si tratta di 36 non promossi ogni 1.000 scrutinati, ovvero 1 ogni 28, con un divario così accentuato che non abbisogna di ulteriori commenti.

Nella scuola secondaria di primo grado tra gli italiani non vengono promossi 27 ogni 1.000 scrutinati (1 ogni 37), mentre tra gli stranieri si tratta di 95 ogni 1.000 (1 ogni 10).

Infine, nella scuola secondaria di secondo grado, tra gli italiani non vengono promossi 36 ogni 1.000 (1 ogni 28) e tra gli stranieri 280 ogni 1.000 (1 ogni 4).

La disaggregazione degli istituti della scuola secondaria superiore quanto alle promozioni e alle bocciature, mostra che la maggiore divaricazione tra gli studenti italiani e quelli stranieri si attua nei licei (1 bocciato ogni 12 scrutinati tra gli italiani e 1 ogni 5 tra gli stranieri); si collocano nel mezzo gli istituti d’arte e gli istituti tecnici e, infine, negli istituti professionali queste due categorie sono meno distanti, anche se per entrambe è molto elevato il numero dei bocciati (1 ogni 4 per gli italiani e 1 ogni 3 per gli stranieri).

Contrariamente a quello che a prima vista si potrebbe pensare, a far registrare la maggior percentuale di alunni stranieri promossi (80,3%), analogamente del resto a quanto avviene tra gli italiani seppure con valori percentuali più elevati, sono i licei classici, scientifici e magistrali, mentre la percentuale dei promossi si abbassa di 12 punti negli istituti professionali (67,9%), dove peraltro i ragazzi immigrati maggiormente si indirizzano: per gli italiani, il livello delle promozioni (77,1%) per quanto più basso rispetto agli altri ordini di scuole secondarie, è caratterizzato da 10 punti in più. Tenuto conto che i figli degli immigrati s indirizzano in prevalenza verso le scuole professionali, è facile immaginare la falcidia che si determina in fase di scrutinio. ITALIA. Tassi promozione degli alunni italiani e stranieri per grado di scuola (anno scolastico 2006-2007)

Insuccesso ogni 1.000 scrutinati Grado scolastico Totale alunni -non italiani -italiani Tra gli stranieri Tra gli italiani

Scuola primaria (2005-2006) 99,7 96,4 99,9 36 1 Scuola sec. I grado (2006-2008) 96,8 90,5 97,3 95 27 Scuola sec. II grado (2006-2007) 85,8 72,0 86,4 280 136 -Licei classici, scientifici, ex magistero

92,4 80,3 92,6 197 84

-Istituti professionali 76,2 67,9 77,1 321 229 -Istituti ‘arte e licei artistici 83,2 74,5 83,5 255 165 -Istituti tecnici 82,2 71,6 82,7 284 173

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FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dell’Istruzione

In linea generale, le Regioni con esiti migliori da parte degli allievi stranieri sono quelle del Centro-Nord, rispetto a quelle del Meridione. Una ricerca condotta dal Cles (Centro studi e ricerche del lavoro, dell’economia e dello sviluppo) sulla dispersione scolastica nel Comune di Roma e nel resto della Provincia ha evidenziato, rispetto a una analoga rilevazione effettuata nel 2001-2002, che, grazie a specifiche iniziative lanciate dal Comune e dalla Provincia per contrastare questo fenomeno (cui ha fatto seguito la creazione dell’Osservatorio regionale sull’abbandono e la dispersione scolastica), l’indice di dispersione è diminuito sia nelle scuole primarie che nelle secondarie di primo grado, passando nel primo caso dal 3,9% al 2,3% e nel secondo dal 9,2% al 6,6%, mentre nelle secondarie di secondo grado la tendenza è invertita, con una crescita dell’indice dello 0,6%. Questi dati collocano l’area romana in una posizione più favorevole, sia rispetto al tasso di abbandono medio nazionale (0,5% rispetto all’1,5%) che rispetto al tasso di bocciatura, del 10% a Roma e dell’11,4% a livello nazionale (Ginevra Demaio, “I figli dell’immigrazione nelle scuole di Roma e Provincia, in Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, Edizioni Idos, Roma 2008, p. 61). Le differenze regionali della dispersione scolastica analizzate con un metodo comparativo

Ritorniamo sul concetto di dispersione scolastica per condurre un approfondimento basato su un metodo di comparazione statistica messo a punto nell’ambito di un Rapporto annuale sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia che, da sei anni, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro commissiona all’èquipe del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes e perfezionata, da ultimo, in un progetto di ricerca europeo denominato MITI (Migrants’ Integration Territorial Index) cofinanziato attraverso il programma comunitario INTI.

Uno dei momenti più cruciali del percorso scolastico degli alunni di origine immigrata è il termine del ciclo della scuola media, soprattutto quando esso rappresentava – come ancora nell’anno scolastico qui preso in esame – la fine della scuola dell’obbligo e il potenziale passaggio alla scuola superiore facoltativa. Il fatto di non venire ammessi all’esame finale dopo lo scrutinio di fine anno, venendo così bocciati, rappresenta un contraccolpo in grado di ripercuotersi in modo particolarmente negativo, in termini di dispersione scolastica, sulla carriera formativa dei ragazzi e, in generale, sul loro futuro socio-occupazionale, soprattutto se si tratta di stranieri.

Seguendo un metodo differenziale basato sulla comparazione tra il dato degli immigrati a livello regionale con quello degli italiani, è stato possibile costruire due graduatorie delle regioni d’Italia, basate l’una sullo scostamento dalla media degli autoctoni nella stessa regione di riferimento e l’altra dalla media nazionale degli stessi; graduatorie stilate, in entrambi i casi, collocando al primo posto la regione con lo scostamento minore e procedendo, in ordine, fino alla regione con lo scostamento maggiore, all’ultimo posto.

In questo modo, sulla base dei dati relativi alla fine dell’a.s. 2005/2006, si rileva che, rispetto alla percentuale nazionale di non ammessi italiani (2,0%), la rispettiva quota di stranieri è, in Italia, quasi 5 volte superiore (9,5%, pari a 7,5 punti percentuali in più): ciò vuol dire che mentre tra gli italiani non viene ammesso, in media, un alunno scrutinato ogni 50, tra gli alunni di nazionalità estera il rapporto si allarga a uno ogni 10, a indicare un coinvolgimento nel rischio-dispersione assai più elevato per questi ultimi, già a un tale livello intermedio di istruzione.

In particolare, tra le regioni che presentano gli scostamenti più ridotti dalla media nazionale degli italiani se ne trova una del Nord (Trentino Alto Adige, terzo con un tasso di non ammissione tra gli stranieri del 6,4%, pari a un gap di 4,4 punti rispetto al dato italiano complessivo), una del Centro (l’Umbria, seconda con 5,5% e scostamento di 3,5 punti) e ben sei del Meridione: la Puglia (prima con 5,0% e 3,0 punti di scostamento), la Campania (quarta con 6,7% e 4,7 punti), l’Abruzzo (quinto con 6,9% e 4,9 punti), il Molise (sesto con 7,5% e 5,5 punti), la Sicilia (settima con 7,7% e 5,7 punti) e la Sardegna (ottava con 7,9% e 5,9 punti). D’altro canto, con uno scostamento superiore a quello medio rilevato a livello nazionale si collocano, in fondo alla graduatoria, ben sette regioni,

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delle quali molto significativamente quattro sono del Nord (si tratta, nell’ordine, di Lombardia, con 7,5 punti di gap, Friuli Venezia Giulia, con 8,3 punti, Veneto, con 10,1 punti, e – all’ultimo posto – della Valle d’Aosta, con ben 17,6 punti percentuali di scarto tra la propria percentuale di alunni stranieri non ammessi e la media nazionale dei non ammessi italiani) mentre due sono i maggiori contesti del Centro: Lazio (con 7,7 punti di scarto) e Toscana (8,9 punti).

2.4a - ITALIA. Indice di stabilità sociale: indicatore di dispersione scolastica nella scuola secondaria inferiore (a.s. 2005/06)

N°. ord. Regioni

% non ammessi a esame di lic. media su tot. scrutinati: diff.

imm.-MNIt* Regioni

% non ammessi a esame di lic. media su tot. scrutinati: diff.

imm.-MRIt** 1 Puglia 3,0 Sardegna 1,92 Umbria 3,4 Puglia 3,43 Trentino A. A. 4,3 Sicilia 3,64 Campania 4,7 Umbria 4,55 Abruzzo 4,9 Trentino A. A. 4,76 Molise 5,5 Campania 4,87 Sicilia 5,6 Abruzzo 5,78 Sardegna 5,9 Molise 6,39 Emilia Romagna 6,5 Liguria 6,5

10 Basilicata 6,8 Piemonte 7,011 Marche 6,8 Lazio 7,412 Liguria 6,9 Emilia R. 7,613 Piemonte 7,1 Marche 7,914 Lombardia 7,5 Basilicata 7,915 Lazio 7,7 Friuli V. G. 8,016 Friuli V. G. 8,3 Lombardia 8,217 Toscana 8,9 Toscana 9,618 Veneto 10,1 Veneto 11,019 Calabria 12,1 Calabria 12,820 Valle d'Aosta 17,6 Valle d'Aosta 13,3

ITALIA 7,5 ITALIA 7,5* Media nazionale degli italiani ** Media regionale degli italiani. Fonte: Progetto MITI. Elaborazione su dati Ministero dell'Istruzione

Se si passa ad analizzare di quanti punti percentuali il tasso di non ammissione degli alunni stranieri si discosta da quello degli alunni italiani nella stessa regione, ci si accorge che nelle prime sette posizioni si ritrovano ben sei delle regioni di testa sopra segnalate: la Sardegna, con uno scarto di appena 1,9 punti tra il dato degli stranieri (7,9%) e quello degli autoctoni (6,0%), guida in questo caso la graduatoria, ponendosi come la regione più “egualitaria” tra tutte e scalzando, dal gruppo delle prime sette, il Molise, che, con 6,3 punti di scostamento (7,5% contro 1,2%) in questo caso scende all’ottavo posto. Significativo è che anche le regioni con gli scostamenti superiori a quello medio nazionale restano, in fondo alla graduatoria, sostanzialmente le stesse osservate nel caso precedente, con l’inserimento di Emilia Romagna, Marche e Basilicata che – in questo gruppo – rilevano il Lazio, mentre agli ultimi quattro posti si ripropongono esattamente le stesse regioni della graduatoria precedente: Toscana, Veneto, Calabria e Valle d’Aosta, con scostamenti compresi tra 9,6 punti della prima (10,9% di non ammessi stranieri contro appena l’1,4% dei italiani) e ben 13,3 punti dell’ultima (19,6% contro 6,3%).

ITALIA. Dispersione scolastica degli alunni stranieri e italiani per regioni: scuole medie inferiori (a.s. 2005/06)

% alunni non ammessi all'esame di licenza media Regioni Italiani Immigrati

Abruzzo 1,2 6,9Basilicata 1,0 8,8

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I FIGLI DEGLI IMMIGRATI NELLE SCUOLE DELL’AREA ROMANO-LAZIALE

L’incidenza dei ragazzi stranieri nei diversi gradi di scuola e la posizione intermedia del Lazio4

L’incidenza media degli alunni stranieri in Italia (5,6%, 1 ogni 18 iscritti) è calcolata tenendo conto della loro presenza in tutti i gradi di scuola. Rispetto ad essa abbiamo valori più alti nei gradi iniziali del percorso scolastico e più bassi nelle secondarie superiori. Ciò significa, da una parte che l’inserimento di alunni stranieri non è di così vecchia data da aver potuto esercitare la sua influenza anche sulla scuola secondaria di secondo grado, e d’altra parte che non tutti i ragazzi che terminano la scuola dell’obbligo continuano a frequentare la scuola superiore.

Possiamo trarre alcune regole interpretative dalla constatazione statistica appena riportata. Nelle regioni, nelle quali l’incidenza percentuale degli alunni stranieri sul totale degli iscritti alla scuola dell’infanzia è superiore alla media nazionale, si prefigura un futuro caratterizzato da un incremento dei figli degli immigrati, più o meno consistente a seconda dello scostamento dalla media nazionale verso l’alto o verso il basso.

Lo scostamento è di 3/3,5 punti percentuali verso l’alto nell’Emilia Romagna e nella Lombardia e di poco meno nel Veneto e nel Piemonte. Sia il Nord Ovest che il Nord Est superano, nel loro insieme, l’incidenza del 9% in questo grado di scuola, invece tra le regioni del Centro si avvicinano al Nord la Toscana, le Marche e l’Umbria (anzi, in questa ragione troviamo l’incidenza più alta, pari all’11,1%, 1 ogni 9 iscritti, esattamente il doppio rispetto alla media), mentre il Lazio si trova distaccato da quelle regioni ma, a sua volta, sopravanza tutte le regioni del Sud e le Isole.

4 Ginevra Demaio, !I figli dell’immigrazione nelle scuole di Roma e Provincia”, in Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, Edizioni Idos, Roma marzo 2008, pp.60-68

Calabria 1,4 14,1Campania 1,9 6,7Emilia Romagna 1,0 8,6Friuli Venezia Giulia 2,4 10,4Lazio 2,3 9,7Liguria 2,4 8,9Lombardia 1,4 9,6Marche 1,0 8,8Molise 1,2 7,5Piemonte 2,1 9,1Puglia 1,6 5,0Sardegna 6,0 7,9Sicilia 4,0 7,7Toscana 1,4 10,9Trentino Alto Adige 1,6 6,4Umbria 1,0 5,5Valle d'Aosta 6,3 19,6Veneto 1,2 12,1 ITALIA 2,0 9,5Fonte: Progetto MITI. Elaborazioni su dati Ministero dell'Istruzione

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È questa la tipica posizione intermedia della Regione Lazio, un’area fortemente toccata dai flussi migratori, che però riesce a trattenere solo in parte, essendo anche crocevia di passaggio e di smistamento. Proprio per questa ragione l’inserimento di minori stranieri nella scuola dell’infanzia nel Lazio (incidenza del 5,1%, 1 ogni 20 iscritti) è consistente ma non così elevata come nelle altre regioni del Centro-Nord. Il Lazio nei confronti delle altre regioni del Meridione (incidenza dell’1,2%, 1 ogni 83 iscritti) mantiene una distanza di 4 punti percentuali, che è più elevata di quella che il Centro-Nord ha nei suoi confronti.

PROVINCE DEL LAZIO. Alunni non italiani e loro incidenza per grado scolastico (2006-2007)

FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI

Questa regola interpretativa si ripete anche nei due gradi nei quali si sostanzia la scuola dell’obbligo (quella elementare e quella media): l’Italia risulta divisa in due tronconi, con il Centro Nord collocato al livello più alto (circa il 9% nel Centro e il 10% nel Nord) e il Meridione ai valori più bassi (poco meno del 2%), mentre il Lazio raggiunge il 7% (1 ogni 14 iscritti).

Per il Meridione, complice una situazione occupazionale tutt’altro che soddisfacente, è riconosciuto che il territorio esercita solo parzialmente (secondo le proprie limitate capacità di assorbimento occupazionale) una funzione di trattenimento degli immigrati, mentre gli altri si trasferiscono col tempo in altre parti d’Italia.

Per il Lazio il discorso è più complesso, perché specialmente l’area romana (e, su scala molto più ridotta, anche l’area agricola di Latina) si presenta come un mercato occupazionale continuamente bisognoso di nuova forza lavoro, come attestato dai flussi registrati negli ultimi anni a partire dalla regolarizzazione del 2002. A determinare questo andamento sono in prevalenza settori che di per sé non agevolano la costituzione delle famiglie o la loro ricomposizione. Si pensi al settore edile, nel quale la diffusa pratica del lavoro nero impedisce a molti lavoratori immigrati di acquisire o mantenere un regolare permesso di soggiorno, del resto anche i regolari sono dissuasi dal far venire la famiglia per l’alto costo degli affitti in città, che un lavoro instabile, e per giunta non sempre pagato secondo i livelli contrattuali, non consente di affrontare.

Ancora meno soddisfacente è la situazione nel settore dell’assistenza alle famiglie. Per occupare i posti di collaboratrici familiari o badanti le donne straniere vengono da sole e, quando non vanno ad abitare presso la famiglia da accudire, solitamente cercano una sistemazione a buon mercato (anche una semplice camera), che permette di spendere poco e risparmiare più consistenti somme da inviare ai familiari rimasti in patria.

Discorsi analoghi, che possono essere fatti anche per altri settori, consentono di concludere che l’anomalia dell’area romana, e in misura minore degli altri comuni della stessa provincia e delle altre province laziali, consiste nell’avere bisogno stabilmente di lavoratori immigrati, senza però riuscire ad assicurare in maniera soddisfacente la stabilizzazione delle loro famiglie.

PROVINCIA ROMA-COMUNE ROMA-ITALIA. Provenienza alunni stranieri. Primi 15 paesi (2006-2007)

Provincia di Roma Comune di Roma Italia Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale % paese Cittadinanza Totale %

Romania 13.201 33,2 Romania 6.476 25,3 Albania 77.784 15,6Filippine 2.309 5,8 Filippine 2.242 8,8 Romania 68.441 13,7Polonia 2.103 5,3 Perù 1.607 6,3 Marocco 67.758 13,6Albania 2.022 5,1 Polonia 1.222 4,8 Cina 24.364 4,9Perù 1.831 4,6 Ecuador 1.120 4,4 Serbia – Mont. 15.965 3,2

Totale Infanzia Primaria I grado II grado Provincia Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Stranieri Inc. % Roma 39.758 6,7 6.051 5,5 14.736 7,8 8.890 7,8 10.081 5,6Latina 3.428 3,9 563 3,7 1.289 4,8 793 4,6 783 2,8Viterbo 2.715 6,5 497 6,5 1.033 8,1 618 7,5 567 4,4Frosinone 2.324 2,9 337 2,6 882 3,9 607 4,0 498 1,7Rieti 1.203 5,4 214 5,6 439 6,7 279 6,4 271 3,6Italia 500.937 5,6 94.790 5,7 191.238 6,8 112.080 6,5 102.829 3,8

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Ecuador 1.276 3,2 Cina 1.081 4,2 Ecuador 15.799 3,2Ucraina 1.154 2,9 Bangladesh 967 3,8 Tunisia 13.388 2,7Cina 1.151 2,9 Ucraina 810 3,2 Perù 12.682 2,5Moldavia 1.144 2,9 Albania 774 3,0 Filippine 12.602 2,5Bangladesh 1.012 2,5 Moldavia 737 2,9 Macedonia 12.460 2,5Egitto 866 2,2 Egitto 729 2,8 Ucraina 12.239 2,5Marocco 757 1,9 Serbia e Mont. 515 2,0 India 12.092 2,4Bulgaria 662 1,7 Marocco 448 1,8 Moldavia 10.319 2,1Serbia e Mont. 648 1,6 Brasile 429 1,7 Polonia 9.239 1,9Brasile 610 1,5 Colombia 385 1,5 Brasile 7.149 1,4Totale 39.758 100,0 Totale 25.585 100,0 Totale 500.512 100,0FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI I figli degli immigrati nelle scuole del Comune e della Provincia di Roma

Gli studenti di origine immigrata sono presenti in maniera diffusa in tutti i Comuni della Provincia e non solo nella Capitale, è anzi proprio nei Comuni più piccoli che l’apporto di questi studenti permette di mantenere ancora dinamico lo scenario scolastico.

La Provincia di Roma è la seconda in Italia, dopo quella di Milano, per numero assoluto di alunni stranieri, 39.758 iscritti (di cui il 47,4% di sesso femminile). Non lo è però per incidenza di questi sul totale degli studenti, il 6,7%, valore che supera di un punto percentuale il 5,6% registrato a livello nazionale, ma al contempo è il più basso tra le prime 15 Province italiane per numero di alunni stranieri. In termini invece di ripartizione nazionale, a Roma è iscritto il 7,9% di questa fascia di popolazione.

Il numero più alto di iscritti frequenta la scuola primaria, dove gli alunni di origine immigrata sono 14.736; seguono la secondaria di secondo grado, con 10.081 iscritti, la secondaria di primo grado (8.890) e la scuola dell’infanzia (6.051). Se però si osserva il rapporto tra iscritti italiani e iscritti stranieri, i gradi scolastici in cui l’incidenza di questi ultimi è maggiore sono la scuola primaria e la secondaria di primo grado, con il 7,8%, il che attesta una prevalenza di minori nella fascia di 13-14 anni.

Nelle scuole superiori di secondo grado, a fronte di un’incidenza del 3,8% a livello nazionale, rileviamo il 5,6% nella Provincia di Roma e il 6% nel Comune di Roma tra gli studenti figli di immigrati. Quanto alla ripartizione tra i diversi gradi, il 78,1% (media nazionale) risulta iscritto a un istituto tecnico o professionale , mentre nel Comune e nella Provincia di Roma si tratta solo di circa il 70%, ed è più elevata la frequenza nei licei scientifici e in quelli classici: peraltro, è notorio che gli europei dell’Est, predominanti nell’area, sono quelli che maggiormente frequentano i licei. Questa maggiore rilevanza della scuola secondaria di secondo grado, con la presenza nell’area di un decimo di questa categoria di studenti, dipende dal fatto che, essendo il territorio romano di più antica immigrazione, i figli di immigrati degli immigrati che sono riusciti a stabilizzarsi hanno raggiunto un’età più elevata che in altre aree.

COMUNE ROMA-PROVINCIA ROMA-ITALIA. Stranieri nelle secondarie di II grado per istituto (2006-2007)

% di colonna Incid. Stranieri su tot. Tipologia istituto Com. Roma

Prov. Roma Com. Roma Prov. Roma Italia Com. Roma Prov. Roma Italia

Liceo classico 495 659 6,7 6,5 3,5 1,9 2,0 1,2Liceo linguistico 33 39 0,4 0,4 0,4 4,3 3,3 2,3Liceo e scuola magistrale 452 526 6,1 5,2 5,2 5,6 5,3 2,4Liceo scientifico 985 1.557 13,4 15,4 9,9 3,0 3,2 1,7Istituto d'arte 66 131 0,9 1,3 1,7 4,6 4,2 3,1Liceo artistico 162 162 2,2 1,6 1,1 4,8 4,7 2,6Istituti tecnici 2.948 3.893 40,0 38,6 37,4 9,3 7,7 4,1Istituti professionali 2.232 3.114 30,3 30,9 40,7 12,1 10,4 7,5Totale 7.373 10.081 100,0 100,0 100,0 6,0 5,6 3,8

FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI

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In Provincia di Roma, il continente europeo, con 23.884 iscritti, pari al 60,1% (20.217 dei quali dell’Europa centro-orientale), è la prima area di origine degli studenti, quattro volte più rappresentata di Asia (5.928 e 14,9%) e America (5.663 e 14,2%), e quasi otto volte di più del continente africano (3.418 e 8,6%); invece, nel Comune di Roma la quota europea scende al 49,4% a favore di Asia e Africa. Gli alunni provenienti dall’Europa, in molti comuni della Provincia, superano l’80% del totale. Il paese più rappresentato a scuola è la Romania. L’incidenza degli alunni romeni sul totale degli stranieri tocca il picco massimo nella scuola primaria (37,9%) e il valore più basso nelle secondarie di secondo grado (26,9%), invece i filippini e i bangladesi hanno l’incidenza più alta nella scuola dell’infanzia (rispettivamente 7,6% e 4,2%), e i peruviani nella secondaria di secondo grado (7,6%). Nella Provincia di Roma, il Comune con il più alto numero di iscritti, dopo la Capitale, è Guidonia, con 865 alunni; con presenze intorno alle 700 unità seguono Ladispoli e Tivoli; tra le 680 e le 600 unità si collocano Fiumicino, Pomezia, Anzio e Monterotondo. In alcuni Comuni, seppure il numero degli iscritti di origine immigrata non sia molto alto, è molto elevata la loro incidenza: Marcellina e Trevignano Romano raggiungono un quinto del totale (rispettivamente, 21,3% e 19,7%). PROVINCIA DI ROMA. Primi 10 Comuni per alunni stranieri e primi 10 per incidenza stranieri (2006-2007) Comune Graduatoria in v. a. Comune Graduatoria per incidenza % Roma 25.868 Civitella San Paolo 26,0Guidonia 865 San Polo Dei Cavalieri 24,4Ladispoli 754 Sant'angelo Romano 21,9Tivoli 731 Marcellina 21,3Fiumicino 680 Magliano Romano 20,8Pomezia 677 Trevignano Romano 19,7Anzio 671 Castel San Pietro Romano 17,1Monterotondo 608 Sacrofano 17,0Velletri 433 Monteflavio 15,3Fonte Nuova 396 Vicovaro 13,8Totale 39.758 Totale 6,7FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI Nelle scuole della Capitale, un’area di più antico insediamento migratorio, sono 25.868 gli iscritti non italiani (i due terzi di quelli di tutta la provincia e circa i tre quarti di quelli iscritti alle secondarie di secondo grado).

Le bambine e le ragazze, in media il 47,4%, nella scuola dell’infanzia sono il 48,1% e nelle secondarie di secondo grado raggiungono il 50,5%. La distribuzione tra i gradi scolastici vede il 35% (9.046 alunni) frequentare la scuola primaria, il 28,5% (7.373) la secondaria di secondo grado, il 21,1% (5.451) la secondaria di primo grado e il 15,5% (3.998) la scuola dell’infanzia. COMUNE DI ROMA. Prime 30 scuole per iscritti stranieri distribuite per Municipio (2006-2007)

infanzia primaria I grado II grado Totale Municipio stran. % stran. % stran. % stran. % Municipio stranieri %

I 38 3,7 60 2,7 130 5,6 1.223 41,4 I 1.451 17,0II - 0,0 - 0,0 66 2,9 - 0,0 XX 1.154 13,5III - 0,0 - 0,0 - 0,0 - 0,0 VIII 1.131 13,3IV 30 2,9 92 4,1 - 0,0 - 0,0 VI 825 9,7V 26 2,5 - 0,0 120 5,2 96 3,2 VII 770 9,0VI 87 8,5 428 19,2 310 13,4 - 0,0 XIX 562 6,6VII 212 20,7 344 15,4 214 9,3 - 0,0 IX 465 5,5VIII 155 15,1 364 16,3 447 19,3 165 5,6 XV 326 3,8IX 59 5,8 79 3,5 131 5,7 196 6,6 X 296 3,5X 28 2,7 58 2,6 137 5,9 73 2,5 XVIII 283 3,3XI - 0,0 0,0 - 0,0 176 6,0 XIII 254 3,0XII - 0,0 58 2,6 117 5,1 77 2,6 XII 252 3,0XIII 28 2,7 167 7,5 59 2,6 - 0,0 V 242 2,8

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XV 65 6,3 130 5,8 131 5,7 - 0,0 XI 176 2,1XVI - 0,0 - 0,0 - 0,0 - 0,0 XVII 153 1,8XVII - 0,0 - 0,0 - 0,0 153 5,2 IV 122 1,4XVIII 26 2,5 59 2,6 55 2,4 143 4,8 II 66 0,8XIX 79 7,7 - 0,0 164 7,1 319 10,8 III - -XX 191 18,7 395 17,7 232 10,0 336 11,4 XVI - -

Totale 1.024 100,0 2.234 100,0 2.313 100,0 2.957 100,0 Totale 8.528 100,0FONTE: Caritas/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati Ufficio Studi e Programmazione MPI

Nella città di Roma il continente più rappresentato è l’Europa (48,9%), seguito da Asia (21%), America (17,7%), Africa (9,6%) e Oceania (0,1%), quindi, rispetto all’intera Provincia, si riscontra una minore caratterizzazione europea e una maggiore presenza asiatica. Si trova in città il 52,9% degli alunni di origine europea, vi studia invece il 72,7% degli africani, l’80,8% degli americani e il 91,6% degli asiatici. Per alcune collettività, come Filippine, Bangladesh e Cina, la concentrazione dei loro studenti nel Comune di Roma supera il 90% e per altre collettività (Perù, Ecuador ed Egitto), il valore è di poco al di sotto; invece, si collocano a un livello notevolmente inferiore rispetto alla media bulgari (27%), albanesi (38,3%), macedoni (42,3%) e romeni (49,1%).

I Municipi, più contrassegnati da questa frequenza scolastica (I, XX e VIII) sono gli stessi che aprono la graduatoria per numero di residenti stranieri nel Comune. Le zone urbanistiche più interessate risultano essere, per il Municipio I, l’Esquilino, Testaccio, Porta Pia, V.le Manzoni; per il Municipio XX, la via Cassia nella zona dell’Olimpico, come anche la via Farnesina e le zone di Tomba di Nerone, La Storta, Cesano; per il Municipio VIII, Torre Angela, Tor Vergata, Torre Nova, Lunghezza, Borghesiana e la via Casilina poco fuori dal raccordo anulare. Una consistente presenza di alunni di origine immigrata si trova anche nei Municipi VI e VII, nei quartieri Casilino, Prenestino, Centocelle, Tor Sapienza e Tor Pignattara. Nelle prime 30 scuole per numero di ragazzi stranieri la loro incidenza oscilla tra un minimo del 13% e un massimo del 69,9%. Uno studio esplorativo sui minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea

Nel corso del 2007 è stato condotto uno studio esplorativo sul tema dell’inserimento e del rendimento scolastico dei bambini e dei ragazzi di origine immigrata nelle aree della Provincia di Roma e, specificamente, nella zona del litorale Laziale comprendente i Comuni di Anzio, Nettuno ed Ardea. L’iniziativa è stata possibile grazie al coinvolgimento del Lions Club Anzio Nettuno che, aderendo a un progetto del Distretto Lionistico 108 L, ha progettato e portato a temine la raccolta dei dati avvalendosi della collaborazione di scuole elementari e medie presenti sul proprio territorio, dati che poi sono stati affidati all’analisi dei redattori del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes e dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, incaricati dalla Regione Lazio di un approfondimento sul rapporto scuola-figli degli immigrati. 5

L’iniziativa ha inteso fare luce sulle dinamiche e sui processi di inserimento dei giovani di seconda generazione nei contesti economici, sociali e relazionali del paese di accoglienza, inserimento che per diversi aspetti può presentarsi disomogeneo rispetto al modello proposto loro dai genitori.

Le variabili che intervengono nel modulare i processi fra bambini ed adolescenti italiani e stranieri, di prima o seconda generazione sono di complessità sempre crescente. È per questo motivo che lo studio di realtà che possono rappresentare anche molto parzialmente il quadro generale ed il modello socio-psicologico sottostante è parso un mezzo adeguato per iniziare la composizione di un puzzle complicatissimo a partire però dalla fotografia più dettagliata possibile di un singolo piccolo pezzo. Questi ragazzi incontrano maggiori difficoltà, linguistiche e di inserimento, a scuola, proprio per l’impatto con un contesto nuovo e perché spesso non padroneggiano ancora gli strumenti di accesso alla società di immigrazione. 5 Luca Cerniglia, “I minori immigrati nelle scuole di Anzio, Nettuno e Ardea”, Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, cit., pp. 79-86.

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Il primo obbiettivo ha riguardato l’individuazione delle caratteristiche socio-demografiche degli studenti dell’area. In secondo luogo sono state analizzate descrittivamente le peculiarità del percorso migratorio (dei ragazzi e/o dei genitori). Infine, si è tentata una correlazione fra alcune delle variabili prese in esame sopra ed il rendimento scolastico dei ragazzi per cercare di individuare quali fattori ne influenzino l’esprimersi.

La ricerca ha interessato in totale 8.460 studenti, dei quali circa il 10% stranieri (834). Di questi, il 53% ha deciso di prendere parte a questa esperienza. I 441 soggetti del campione, in leggera prevalenza maschi (52%), di età compresa fra i 4 e i 15 anni, provengono in misura disuguale dalle scuole elementari (225) e medie (186) dei Comuni di Anzio, Nettuno e Ardea.

Va precisato che non tutti i ragazzi hanno riposto a tutte le domande contenute in un questionario self-report composto da 17 item a risposta aperta (sintetica o estesa) appositamente predisposto per gli scopi di questo studio, motivo per il quale non sempre i dati elaborati si riferiscono alla totalità degli intervistati; i quesiti relativi alla frequenza scolastica, al rendimento e e ai colloqui dei genitori con i docenti, sono stati sottoposti agli insegnanti e non gli alunni.

Dai risultati ottenuti in questo studio pilota è possibile affermare che il rendimento scolastico di bambini e adolescenti di origine immigrata sembra essere mediato da alcuni fattori soprattutto di matrice relazionale e dalle caratteristiche specifiche delle fasi di sviluppo considerate. Infatti, abbiamo visto come i soggetti con un soddisfacente profitto tendono ad essere più numerosi nella fascia di età 8-11 anni.

Al fine di ottenere risultati statistici attendibili, così come raccomandato dalla letteratura sui criteri della psicologia dinamica dello sviluppo, i ragazzi sono stati suddivisi secondo tre fasce di età (fanciullezza, pre-adolescenza ed adolescenza): 4-7 anni (88), 8-11 anni (157) e 12-15 anni (153).

Il 36% (156) di questi ragazzi costituisce un esempio di “seconda generazione” della migrazione, essendo nato nel nostro paese. Sono tre le grandi aree di provenienza dei soggetti non nati in Italia: il 43% (187) è giunto qui da paesi dell’Est europeo, il 6% (26) dal Sud-America, il 5% (22) dall’Africa ed il restante 11% (49) da altri paesi. Più specificamente, e in ordine decrescente di rappresentatività, il 24% è nato in Romania, il 10% in Bulgaria, il 4% in paesi del Sud-America (come Uruguay, Venezuela, ecc.), il 3% in Albania, il 3% in Ucraina, il 2% in Polonia, un altro 2% in Brasile.

La cittadinanza più rappresentata è quella italiana (51%), seguita dalla romena (18%) e dalla bulgara (8%). Quest’ultima prevale specialmente al Comune di Nettuno dove, come anche a Colleferro, i bulgari sono la prima collettività tra gli immigrati.

Dal punto di vista del rendimento scolastico per la maggior parte dei ragazzi è stato riferito un profitto “sufficiente” (36%, pari a 105 ragazzi). In molti casi la riuscita negli studi è stata definita “buona” (33%, 95 in valori assoluti), mentre in un numero più esiguo di casi (12%, cioè 34 ragazzi) è stata descritta come “distinta”. Il 10% (30 ragazzi) ottiene un “ottimo” rendimento e l’1% (2) è addirittura “brillante”. Al polo opposto, l’8% (24) riporta “un rendimento insufficiente”.

Il fattore “età” è risultato negativamente correlato al rendimento in modo tale che al crescere dell’età del ragazzo il profitto decresca. In particolare, si è notato che la fascia di età 8-11 presenta i punteggi in assoluto migliori mentre quella 12-15 ottiene i voti più bassi. Un maggior profitto è stato ottenuto dalle femmine rispetto ai maschi, soprattutto per la fascia di età 12-15.

È stato notato come l’impegno lavorativo, sia da parte del padre che da parte della madre del ragazzo, non sembrano influenzare in maniera significativa i successi nello studio, tanto che moltissimi ragazzi con genitori senza una occupazione mostrano infatti un rendimento medio/alto.

Una elevata correlazione positiva è presente invece fra la conoscenza dell’italiano da parte del ragazzo ed il suo rendimento scolastico. Questo risultato sembra coerente con l’analisi specifica delle difficoltà scolastiche. Infatti, per il 23% di essi si tratta di difficoltà linguistiche (abbiamo visto che la conoscenza della lingua italiana da parte dell’alunno è molto fortemente correlata con il suo rendimento).

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La frequenza scolastica regolare sembra avere un peso, come d’altra parte ci si aspetterebbe, sui risultati ottenuti perché le due variabili sono correlate fortemente e positivamente, mentre la frequenza saltuaria farebbe prevedere un minore rendimento.

Dal punto di vista relazionale, inoltre, è interessante notare che i ragazzi che mostrano risultati più soddisfacenti riferiscono molto più frequentemente di aver stabilito un legame affettivo-amicale con i propri compagni di classe.

I colloqui più o meno frequenti dei genitori con il corpo insegnante non sembrano influenzare il rendimento del ragazzo. Un dato interessante, tuttavia a livello descrittivo, è che il 65% dei genitori partecipa sempre agli incontri previsti dalla scuola con gli insegnanti e solo il 9% non vi è mai presente, il che attesta un grande impegno da parte delle famiglie di questi ragazzi nel seguire il percorso scolastico dei propri figli indipendentemente dai risultati che questi ottengono negli studi.

Gli interessanti risultati di questo studio preliminare necessitano senz’altro di essere approfonditi ed ampliati, anche nel tentativo di sanare alcuni dei limiti che lo caratterizzano.

Prima di tutto, come detto, il campione, pur essendo discretamente numeroso e sufficientemente omogeneo per età e genere dei soggetti, non può essere considerato rappresentativo della realtà della Provincia di Roma e necessita di un ampliamento tale da rendere generalizzabili i dati ottenuti.

In secondo luogo sembrerebbe interessante mettere a punto uno strumento di indagine che sia maggiormente in grado di valutare dimensioni comuni a ragazzi italiani e di origine immigrata (ad esempio i vissuti riguardanti l’esperienza scolastica e con i pari) e che venga quindi somministrato ad entrambe le popolazioni (in questa ricerca solo gli studenti immigrati hanno risposto al questionario). In questo modo potrebbe essere possibile un confronto statistico e teorico fra i due campioni che potrebbe mostrare andamenti ed orientamenti comuni o divergenti alla luce dei quali progettare interventi e aggiornare i modelli di riferimento teorico.

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IL FENOMENO DELL’IMMIGRAZIONE NELL’AREA ROMANO-LAZIALE L’immigrazione nell’area romano-laziale e la dimensione familiare 6

Per inquadrare in un contesto più ampio i dati e le riflessioni sulla presenza dei figli degli immigrati nelle scuole del Lazio nell’anno scolastico 2006-2007, è opportuno soffermarsi sulla presenza immigrata regolare nella regione all’inizio del 2007, ma anche sulla storia di tale presenza.

L’area romano-laziale è stata, fin dall’inizio dell’immigrazione estera in Italia negli anni ’70, quella di maggiore insediamento e, seppure non con la stessa incidenza percentuale del passato, è rimasta tale per quanto riguarda la provincia di Roma. Quest’area esercita un grande potere di attrazione non solo per il suo grande passato storico, del quale rimangono vestigia dal valore e dall’interesse incommensurabile, ma anche in quanto grande centro metropolitano dove la concentrazione di persone e di iniziative a tutti i livelli offre un panorama di opportunità, rilevanti ai fini della convivenza interculturale, che in altri contesti sarebbe difficile trovare.

È il fascino tipico delle grandi città sia dell’Europa (basti pensare a Parigi o a Londra, ad esempio) che d’Oltreoceano (New York). Si tratta di aree globali, che possono essere descritte con la formula delle “4 I” (Internazionale, Interculturale, Interreligiosa, Imprenditoriale), aggettivi che ne riflettono fedelmente la grande vivacità. Peraltro da diversi anni si sta realizzando una sorta di contiguità tra la città di Roma, i comuni contigui della stessa provincia e le altre province, dove sia gli immigrati che gli stessi romani vanno continuamente spostandosi tanto per ragioni economiche (essendo il costo della vita e specialmente delle abitazioni più basso nei piccoli centri) quanto perché lì si sperimenta una qualità di vita migliore sotto diversi aspetti (minore caoticità, assetti urbanistici “a grandezza d’uomo”, armonia dei paesaggi, immediatezza dei contatti umani, ecc.). Avviene così sempre più di frequente che gli immigrati di quest’area lavorino di giorno nella grande Capitale e passino la restante parte della giornata, come anche le giornate non lavorative, in piccoli agglomerati dove le relazioni umane sono ancora determinanti.

L’Istat, al 31 dicembre 2006, ha accertato come residenti nel Lazio 330.146 cittadini stranieri, di cui 278.540 in Provincia di Roma (84,4%), su un totale nazionale di 2.938.922. Il Dossier Caritas/Migrantes, prendendo in considerazione anche gli altri immigrati, venuti regolarmente ma non ancora registrati come residenti, ha stimato che le presenze totali nel Lazio siano mezzo milione su un totale nazionale di 3.690.000, con un aumento regionale annuo di 80.000 unità. Questa presenza regolare è ripartita per l’86% in Provincia di Roma (431.000 nella Provincia di Roma e 300.000 nella città di Roma), che è ovviamente l’area più importante, e per la restante quota nelle altre province: 24.000 in Provincia di Latina, 18.000 nelle Province di Viterbo e di Frosinone e 7.000 in Provincia di Rieti.

La Regione Lazio si caratterizza, rispetto alla media nazionale, per la prevalenza delle donne (54,1%) sugli uomini e per la più ridotta incidenza di minori (pari al 19,6% della popolazione immigrata, rispetto al 22,6% nella media nazionale): i minori di origine straniera nel Lazio sono 64.765, mentre la Regione Lombardia ne ha più del doppio (175.205) e anche il Veneto (86.757) e l’Emilia Romagna (76.112) si collocano al di sopra. Essi aumentano annualmente sia dall’esterno che dall’interno: infatti, le persone venute per ricongiungimento nel 2006 sono più di 7.000 (di cui almeno un terzo minori) e 5.217 sono i nuovi nati da entrambi i genitori stranieri. LAZIO. Residenti e soggiornanti stranieri, minori, donne ( 31.12.2006)

Province nuovi nati 2006

Residenti Di cui minori

% minori % donne su tot

Stima flussi dall'estero

Stima totale sogg. 2006

6 Luca Di Sciullo, Franco Pittau, “Il modello d’integrazione laziale e la formazione professionale”, in Caritas di Roma, Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Terzo Rapporto, cit., pp. 9-19.

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Frosinone 111 12.655 2.905 23,0 3.650 18.366 Latina 372 16.977 3.462 20,4 51,4 5.235 24.237 Rieti 85 6.531 1.199 18,4 54,6 1.598 7.527 Roma 4.386 278.540 54.063 19,4 54,3 60.304 431.418

Viterbo 263 15.443 3.136 20,3 53,0 3.641 18.460 Lazio 5.217 330.146 64.765 19,6 54,1 74.428 500.007 Totale 57.765 2.938.922 665.625 22,6 49,9 595.895 3.690.052

FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni e stima su dati del Ministero dell’Interno e dell’Istat

Volendo conoscere più da vicino le caratteristiche della Regione Lazio, possiamo attuare, per i

diversi motivi di soggiorno dei cittadini stranieri, una triplice comparazione (media nazionale, provincia di Roma e regione Lazio) riscontrando i seguenti valori:

- motivi di lavoro: 56,5% a livello nazionale e 58,2% tanto a Roma che nel Lazio; - motivi familiari (includendovi anche i minori): 35,6% a livello nazionale, 24,2% a Roma

e 25,5% nel Lazio; - motivi di studio: 2,9% a livello nazionale e 2,8% tanto a Roma che nel Lazio; - motivi religiosi: 1,9% a livello nazionale, 12,3% a Roma e 10,8% nel Lazio; - residenza elettiva: 1,4% a livello nazionale e 1,1% tanto a Roma che nel Lazio; - altri motivi: 1,8% sul totale e 1,5% tanto a Roma che nel Lazio.

I motivi di maggiore stabilità (lavoro e famiglia) evidenziano il valore del 92,1% nella

media nazionale, l’82,4% nella Provincia di Roma e 83,7% nella Regione Lazio. Se si estrapola la Provincia di Roma, che con i quattro quinti della presenza immigrata influenza massicciamente il valore medio regionale, nelle altre province prevale comunque la tendenza all’insediamento stabile. Pur dopo aver riscontrato queste differenze tra l’area della Capitale e le altre aree, si deve riconoscere che in tutto il territorio laziale vanno da tempo prevalendo i progetti a lungo termine e, molto spesso, anche a carattere definitivo.

L’area laziale è, quindi, molto dinamica dal punto di vista occupazionale e la percentuale delle presenze per motivi di lavoro (58,2%) supera di due punti percentuali la media nazionale e sarebbe ancora più alta se non venisse ridimensionata dall’alta presenza per motivi religiosi. Le dimensioni dell’inserimento occupazionale sarebbero statisticamente più consistenti se non fosse così diffuso l’impiego in nero dei lavoratori immigrati, alimentando un’economia parallela che sfugge alle rilevazioni ufficiali e ne sfasa in qualche modo la portata.

Invece, le presenze per motivi familiari (coniugi e figli e, in casi molto limitati, altri parenti) si arrestano al 25,5%, dieci punti percentuali al di sotto della media nazionale. Come ha evidenziato il Rapporto CNEL sugli indici di inserimento degli immigrati (CNEL/Organismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione degli stranieri, Indici di integrazione. IV e V Rapporto, CNEL, giugno 2008), quando le presenze per lavoro non vengono bilanciate da una corrispondente percentuale di presenze per famiglia, si determina un certo squilibrio nel processo di integrazione.

Va, tuttavia, presa in considerazione una peculiarità romano-laziale, in quanto centro gravitazionale del cattolicesimo, e cioè l’elevata presenza di stranieri venuti per motivi religiosi (circa 50.000 persone): al netto del numero dei religiosi e delle religiose, l’incidenza dei motivi familiari già a Roma aumenterebbe di tre punti percentuali, mentre negli altri comuni della Provincia di Roma e nelle altre province laziali l’equilibrio tra motivi lavorativi e familiari risulterebbe ancora più spiccato, il che è molto significativo per quanto riguarda la presenza dei ragazzi immigrati a scuola

Strettamente collegato con l’inserimento dei ragazzi di origine immigrata a scuola è anche il tema delle condizioni di insediamento dei genitori. Queste generalmente sono per tutti difficili, specialmente nella prima fase, ma lo sono in misura più accentuata in una grande città come Roma,

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dove sono più acuti i i problemi dell’accoglienza, mentre i contesti territoriali medio-piccoli (e quindi tutte le altre province laziali) sono di per sé maggiormente in grado di favorire un più soddisfacente livello di integrazione. Possono risultare perciò facilitati in contesti “raccolti” anche i tempi di attesa per le pratiche amministrative, essendo il rapporto con strutture, servizi e istituzioni più immediato, le relazioni umane meno “anonime” e le condizioni economiche di vita meno ostative.

Secondo la banca data Inail nel Lazio, su 1.939.928 occupati come dipendenti, i lavoratori nati all’estero erano, alla fine del 2006, 196.839 (di cui 166.102 da paesi non comunitari): essi sono circa il 10% di tutti i lavoratori dipendenti della regione. Le donne incidono per il 41,6% sugli stranieri occupati. Il tasso di attività di questi lavoratori è del 73,7% (12 punti percentuali in più rispetto agli italiani), il tasso di disoccupazione dell’8,6% (2 punti in più rispetto agli italiani). Si tratta di lavoratori giovani, che nell’80% dei casi hanno meno di 45 anni; circa 3 su 4 sono operai o comunque svolgono lavori non qualificati e un quinto di essi lavora la sera. La preparazione scolastica degli immigrati di prima generazione è a volte così elevata che, tenendo conto delle mansioni svolte, in molti casi si configura attualmente un vero e proprio spreco dei cervelli, specialmente nel Lazio, dove gli uomini e le donne immigrate sono occupate in prevalenza, rispettivamente, in edilizia e nel settore familiare.

ITALIA E LAZIO - Popolazione straniera per motivo del soggiorno (31.12.2006)

Regione Lavoro Famiglia Studio Religiosi Residenza Altri Totale Lavoro Famiglia Studio Religiosi Residenza Altri TotaleNord ovest 699.761 470.250 33.397 4.340 20.850 15.932 1.244.530 56,2 37,8 2,7 0,3 1,7 1,3 100,0Nord est 527.903 370.365 29.404 2.297 8.927 15.113 954.008 55,3 38,8 3,1 0,2 0,9 1,6 100,0NORD 1.227.664 840.615 62.801 6.637 29.777 31.045 2.198.538 55,8 38,2 2,9 0,3 1,4 1,4 100,0Lazio 291.148 127.434 13.915 54.117 5.656 7.737 500.007 58,2 25,5 2,8 10,8 1,1 1,5 100,0CENTRO 549.075 311.593 33.269 58.055 15.671 15.759 983.422 55,8 31,7 3,4 5,9 1,6 1,6 100,0SUD 235.165 110.931 8.697 4.003 2.489 15.006 376.293 62,5 29,5 2,3 1,1 0,7 4,0 100,0ISOLE 71.566 49.449 2.660 1.457 3.266 3.402 131.799 54,3 37,5 2,0 1,1 2,5 2,6 100,0ITALIA 2.083.470 1.312.587 107.427 70.152 51.204 65.212 3.690.052 56,5 35,6 2,9 1,9 1,4 1,8 100,0Lazio 291.148 127.434 13.915 54.117 5.656 7.737 500.007 58,2 25,5 2,8 10,8 1,1 1,5 100,0Roma 251.256 104.199 11.904 52.997 4.550 6.512 431.418 58,2 24,2 2,8 12,3 1,1 1,5 100,0Frosinone 10.201 6.672 520 346 302 325 18.366 55,5 36,3 2,8 1,9 1,6 1,8 100,0Latina 15.232 7.807 448 124 283 342 24.237 62,8 32,2 1,8 0,5 1,2 1,4 100,0Rieti 4.264 2.455 200 235 224 148 7.527 56,7 32,6 2,7 3,1 3,0 2,0 100,0Viterbo 10.194 6.301 843 415 297 410 18.460 55,2 34,1 4,6 2,3 1,6 2,2 100,0

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati del Ministero dell’Interno e dell’Istat

L’integrazione degli immigrati nell’area romana: l’opinione dei testimoni privilegiati Un’indagine sull’integrazione degli immigrati è stata effettuata nei mesi di giugno e luglio

2007 a Roma intervistando 63 testimoni privilegiati immigrati, e cioè responsabili di associazioni, mediatori culturali e altre persone coinvolte nel mondo sociale. 7

Tra gli intervistati, 9 su 10 sono giovani adulti concentrati nella fascia di età tra i 18 e i 45

anni, mentre è minimale la rappresentanza delle fasce estreme (minori e ultrasessantacinquenni). Si tratta di protagonisti di prima generazione, che hanno vissuto direttamente l’esperienza della migrazione e che ancora non hanno sperimentato cosa voglia dire essere anziani in immigrazione.

7 Equipe di ricerca composta da Maria Pia Borsci, Luca Di Sciullo e Franco Pittau del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes e da Chiara Mellina e Kamila Kowalska come ricercatrici sul campo. L’iniziativa è stata promossa in collaborazione con l’Ambasciata di Germania a Roma, la Fondazione Friedrich Ebert e il Forum per l’intercultura della Caritas di Roma. La ricerca è stata recentemente pubblicata nella versione integrale in Ambasciata di Germania Roma, Caritas Italiana, Da immigrato a cittadino: esperienze in Germania e in Italia, Edizioni Idos, febbraio 2008, pp. 88-98.

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Queste persone sono state individuate attingendo alle conoscenze delle équipe del “Dossier Statistico Immigrazione” Caritas/Migrantes e del “Forum per l’intercultura” della Caritas di Roma. Si è anche approfittato del fatto che nel mese di maggio 2007 sia stata organizzata l’edizione annuale di “Intermundia”, un festival a carattere interculturale promosso da diversi anni dal Comune di Roma a Piazza Vittorio, la piazza più interetnica della città, e strutturato in numerosi stand dove le associazioni degli immigrati, o che lavorano con gli immigrati, hanno avuto la possibilità di farsi carico di dibattiti, iniziative didattiche, giochi, esposizioni di materiali, manifestazioni artistiche, a contatto continuo e diretto con i visitatori.

Gli intervistati, seppure raggiunti con una certa casualità, sono abbastanza rappresentativi per numero e per provenienze. Si è trattato di 19 europei, 16 americani, 15 asiatici, 11 africani e 1originario dell’Oceania, per un totale di 32 paesi di provenienza, Germania inclusa. Questa ripartizione, seppure non esattamente rispondente alla ripartizione degli immigrati a Roma per singoli continenti, riflette abbastanza fedelmente il mondo associativo. Tutte le persone raggiunte hanno risposto di buon grado alle domande del questionario, somministrato da una intervistatrice italiana e da una immigrata. Il questionario era stato in precedenza studiato dall’équipe del “Dossier Caritas/Migrantes” con lo specifico impegno di andare oltre le cose scontate e riflettere anche in un’ottica europea.

Le persone intervistate nella quasi totalità dei casi (più di 9 su 10) vivono in Italia da più di 5 anni, ma non sempre col partner (più di un terzo dei casi) e non sempre con i figli (più della metà dei casi), eppure 1 ogni 2 intervistati pensa di stabilirsi definitivamente in Italia e un po’ di meno, invece, tra gli immigrati dei rispettivi gruppi di appartenenza: una caratteristica dell’indagine è consistita, infatti, nel sollecitare gli intervistati, in quanto testimoni privilegiati, a rispondere non solo per se stessi ma anche come interpreti dei gruppi di appartenenza.

Dei risultati di questa indagine riportiamo solo gli aspetti più strettamente connessi con la problematica della scuola.

1. L’integrazione: come si definisce e come si promuove. L’integrazione va definita come

riconoscimento o rispetto reciproco nelle differenze, esercizio degli stessi diritti e convivenza pacifica (complessivamente più della metà delle risposte). Altre risposte ricorrenti, seppure con minore frequenza, sono: non discriminazione, interazione, adattamento al nuovo contesto conservando le proprie caratteristiche, confronto, sentirsi a proprio agio seppure in un altro paese, avere una vita stabile. Secondo la quasi unanimità delle risposte, per società imperniata sulla mediazione culturale deve intendersi quella in cui italiani e stranieri devono essere aiutati ad adattarsi reciprocamente gli uni agli altri e non quella in cui si chiede solo agli immigrati di adattarsi al nuovo contesto. Per favorire una maggiore integrazione è necessario innanzi tutto (più della metà delle risposte) insegnare il rispetto reciproco, eliminare i pregiudizi e migliorare la normativa. Viene spiegato anche che l’integrazione si sostanzia di misure concrete: più fondi e disposizioni in grado di favorire i diversi aspetti dell’inserimento (casa, scuola, servizi vari, promozione della lingua, aiuto alle associazioni, impiego dei mediatori culturali).

Alcune strutture pubbliche e associative sono riconosciute come molto importanti per la vita degli immigrati, e perciò sono sollecitate a fare di più. Il fatto che alcune di esse, come la Caritas, vengano citate singolarmente e ripetutamente si configura, nello stesso tempo, come un encomio e come uno sprone.

Un terzo degli intervistati ha ritenuto che le differenti appartenenze religiose possano essere d’ostacolo a una integrazione armoniosa: sotto questo aspetto viene citato in maniera più ricorrente l’islam, ma ciò può riguardare tutte le religioni, oltre che per le persone che le praticano, sia per motivi estrinseci (pregiudizi e strumentalizzazioni dei politici e dei media) che intrinseci (mancanza di laicità, ruolo della donna).

4 intervistati su 10 sono venuti spesso a conoscenza di episodi di discriminazione e 5 su 10 qualche volta, per lo più attraverso la televisione e la stampa o (in un quinto dei casi) attraverso i membri del gruppo di appartenenza che, peraltro, fanno all’incirca la stessa esperienza. I casi di

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discriminazione lamentati sono equamente divisi tra lavoro, scuola, vita pubblica e altri settori. Come si vedrà in seguito, l’esperienza – senz’altro negativa – delle discriminazioni non pregiudica il forte legame con il nuovo ambiente, quello romano in particolare.

7 intervistati su 10 (solo 1 su 10 non ha riconosciuto alla questione alcuna importanza) ritengono molto importante per un cittadino straniero la concessione del voto amministrativo, perché il voto consente di partecipare alla vita della società ed è segno di un inserimento a pieno titolo, anche se a tale scopo servirebbe anche il voto politico.

2. Lingua e scuola. La lingua del posto è un formidabile strumento di integrazione e più di 9

su 10 intervistati ne hanno una conoscenza soddisfacente, anzi nella maggior parte dei casi buona. Non si deve pensare che questa situazione ottimale riguardi solo i testimoni privilegiati: anche gli altri membri dei gruppi di appartenenza vengono accreditati in una posizione similare (8 su 10 con una conoscenza buona o soddisfacente).

Anche se in Italia manca una strategia organica di insegnamento dell’italiano ai nuovi venuti, a differenza di quanto avviene in Germania e in altri Stati membri, tra gli intervistati solo 1 su 10 parla a casa solo la lingua madre, mentre negli altri casi o si parla congiuntamente anche l’italiano o solo l’italiano.

Connesso con la conoscenza dell’italiano è anche il fatto che i due terzi degli intervistati guardano spesso la televisione italiana e solo 1 su 10 lo fa raramente: anche i membri dei gruppi di appartenenza, stando a quanto precisato dagli intervistati, si comportano all’incirca alla stessa maniera.

Per migliorare la situazione viene unanimemente auspicato l’incremento dei corsi di lingua, adattandoli agli orari di lavoro, diversificandoli a più livelli, tenendo conto delle esigenze specifiche delle diverse nazionalità e, perché no, prevedendo corsi gratuiti obbligatori per tutti gli stranieri. Non manca chi saggiamente fa osservare che se italiani e immigrati passassero più tempo insieme e avessero più contatti, ciò avrebbe un impatto positivo anche sul livello delle conoscenze linguistiche.

Metà degli intervistati ritiene che i figli degli immigrati abbiano a scuola, o spesso o qualche volta, problemi nel seguire le lezioni e questo proprio per i problemi linguistici che si pongono nel periodo iniziale. Ma questi non sono gli unici problemi riscontrabili in classe, bisogna pensare anche a quelli emotivi, psicologici, culturali, alla differenza di programmi e di sistemi scolastici, al carente appoggio dei genitori.

Nei due terzi delle risposte viene ribadito che la scuola italiana non è adeguata al nuovo contesto multiculturale, perché i programmi e i libri di testo non tengono conto della nuova realtà multietnica e andrebbero meglio curati l’aggiornamento e la motivazione degli insegnanti.

Vengono chiamati in causa anche i genitori immigrati: solo un terzo degli intervistati afferma che essi vanno spesso alle riunioni per i genitori nelle scuole dei loro figli.

3. Differenza tra le prime e le seconde generazioni. I testimoni privilegiati offrono un

quadro differenziale tra le prime e le seconde generazioni. Le prime generazioni vengono così dipinte: prese dai i bisogni primari (come casa e lavoro), senza grandi aspettative più ingenue e disposte ad accettare anche condizioni di vita e di lavoro inique, ma anche capaci di affrontare difficoltà, più interessate a mantenere i contatti con i paesi d’origine, mimetizzate più che integrate, sempre incerte sul futuro del proprio progetto migratorio. Tutto ciò avviene nonostante i protagonisti dei primi flussi migratori abbiano – a differenza di quanto avviene in altri paesi europei – un alto livello di istruzione (le percentuali di diplomati e laureati tra gli stranieri non si discostano tanto da quelle rilevate tra gli italiani), però sono stati disposti a mettere da parte per rilevare manovalanza, o comunque di basso rango, lasciati liberi dagli autoctoni.

Le seconde generazioni, invece, aspirano a diventare pienamente integrate, sono interessate ad avere tutti i diritti, non sono disponibili a svolgere i lavori umili dei genitori (del cui livello di

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vita sono deluse), ma al contempo sembrano meno forti di fronte alle difficoltà e, in alcuni casi, anche prive dei livelli di alta scolarizzazione raggiunti dai loro genitori.

Merita rilevare che questo crudo quadro comparativo è stato tracciato dagli appartenenti alla prima generazione e che tutto lascia intendere che la convivenza con le seconde generazioni potrebbe diventare anche in Italia difficoltosa, a meno che non vengano organicamente perseguite, a livello legislativo e sociale, quelle istanze positive che una pratica sociale, ormai consistente, ha permesso di evidenziare.

4. Una situazione accettabile ma non del tutto soddisfacente. I difetti dell’Italia e degli

italiani consistono in un misto di carenza di apertura mentale (leggi inadeguate, preconcetti e diffidenza) e di presenza di impedimenti concreti (riguardanti la burocrazia, i servizi sociali, la casa). Tra i pregi viene annoverata innanzi tutto la solidarietà, che si struttura in sostegni concreti come l’assistenza sanitaria, l’accesso all’istruzione e i servizi sociali.

Roma risulta essere non solo la città dove si risiede attualmente, ma anche quella in cui una quota significativa (4 su 10) degli intervistati vuole continuare a vivere. Le motivazioni di questa volontà di permanenza sono improntate più a grande concretezza che a ragioni ideali: facilità della vita quotidiana, opportunità di lavoro, affetti familiari e rapporti di amicizia, disponibilità dei servizi sociali. Non mancano motivazioni che si collocano a un livello più elevato: Roma come città internazionale e multietnica, esteticamente bella, aperta agli immigrati e meno propensa alla discriminazione. Siamo di fronte a un credito di apprezzamento e di affetto che merita di non essere disatteso sul piano delle politiche di accoglienza e dei comportamenti personali.

I paesi, dove gli intervistati pensano che gli immigrati vivano meglio, sono la Gran Bretagna, l’Olanda e la Svezia, ai quali si affianca la mediterranea Spagna, tutti con più di 20 segnalazioni: di essi si apprezzano normativa e politiche sull’immigrazione, il modello di società più aperto alla multietnicità, le maggiori opportunità lavorative e un welfare più soddisfacente.

L’Italia se la cava ancor meglio di Roma e si accredita come il paese dove gli intervistati (metà delle risposte) affermano di voler vivere stabilmente e che dicono di preferire (due terzi delle risposte) agli altri Stati membri: sono soddisfatti del contesto generale, della qualità della vita, dei legami creati e non pensano sia il caso di ricominciare da capo.

Come andranno le cose in Italia è un rebus, che lascia divisi gli immigrati tra chi pensa che interverrà un miglioramento (il gruppo più numeroso, comunque inferiore alla metà) e chi al riguardo rimane perplesso (un terzo del totale). Questo inquadramento in chiaroscuro riflette il rapporto ondivago tra la società italiana e l’immigrazione, in una sorta di “sindrome da romanza” (“Vorrei e non vorrei”) perché si riconosce la necessità dell’immigrazione per sostenere l’andamento del mercato del lavoro ma non si è del tutto disposti a convivere con essa a livello sociale e interpersonale. Quindi, molto resta da fare al legislatore nazionale e agli enti locali.

Le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati nell’area romana: le risposte dei diretti interessati 8

All’origine di questa ricerca, svoltasi tra il 2007 e il 2008, si colloca la Commissione Nazionale di Indagine sull’Esclusione Sociale, interessata ad approfondire la conoscenza delle condizioni di vita e di lavoro della popolazione immigrata nell’area romana, perché, essendo questo nel contempo il massimo centro urbano e il massimo polo dell’immigrazione del Paese, le sue problematiche assumono, il più delle volte, una dimensione che oltrepassa il piano prettamente locale.

8 Idos, in collaborazione con la Commissione d’Indagine sull’esclusione sociale, la Caritas Italiana e la Caritas di Roma, a cura di M. P. Nanni e F. Pittau, Condizioni di vita e di lavoro degli immigrati a Roma, Edizioni Idos, Roma giugno 2008

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La ricerca è stata condotta, dal Centro Studi e Ricerche Idos, che raggruppa i redattori del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, in collegamento con la Fondazione Ismu, referente scientifico per le ricerche della stessa Commissione. Alla cooperativa Codres è stata affidata la conduzione delle interviste e la statisticazione delle risposte: in particolare, la scelta delle persone da intervistare ha comportato un meticoloso impegno protrattosi per circa un anno con il supporto delle associazioni degli immigrati e dai loro cappellani.

La ricerca ha inteso scandagliare, nella sua concretezza, la vita quotidiana della popolazione immigrata, cercando di superare visioni convenzionali e formalismi e di considerare una molteplicità di aspetti, da quelli prettamente economico-lavorativi a quelli di carattere più sociale, culturale o giuridico, tutti parimenti importanti per l’orientamento del percorso di inserimento e integrazione.

Ci soffermiamo qui su alcune caratteristiche del campione, sottolineando che, anche grazie alla collaborazione delle associazioni, si tratta di gente normale che poco rispecchia quella massa assistenziale alla quale talvolta si tende ad equiparare gli immigrati. Dei 916 intervistati, provenienti dai diversi continenti, un sesto vive fuori l’area urbana, in una cinquantina di comuni sparsi sul territorio provinciale o nelle altre province. La componente irregolare rappresenta il 4,6% del totale.

Si tratta in prevalenza di giovani adulti fino ai quarant’anni. La larga maggioranza vive con i familiari (61% del campione), un terzo con amici e parenti (32,2%) e appena il 6,8% da solo. L’età media è di 38,9 anni, abbastanza più alta di quella registrata in occasione del Censimento del 2001. Sono in prevalenza coniugati (54,3%) o anche separati/divorziati (7%). Le persone a carico sono mediamente due. I laureati e i diplomati superano l’80% del totale e ciò non desta sorpresa (pur essendo il dato ben al di sopra della media rilevata al Censimento del 2001, che, per il Lazio, attestava un valore del 53,9%), in quanto molte delle persone intervistate sono attive nel mondo dell’associazionismo, che sappiamo essere uno degli ambiti caratteristici in cui si distinguono gli immigrati altamente qualificati.

Anche il loro inserimento nel mondo del lavoro è lontano da alcuni luoghi comuni ricorrenti. Il livello di disoccupazione (12%) è più basso rispetto a quanto percepito a livello di opinione pubblica e si avvicina alla misurazione che ne ha fatto l’Istat (tasso di disoccupazione degli stranieri residenti nelle regioni centrali: 14,3%), ma l’occupazione in quasi un sesto dei casi (15,3% dei lavoratori dipendenti) è irregolare, ovvero, come viene specificato, non è formalizzata tramite un contratto, con tutto ciò che ne consegue sul piano della regolarità del soggiorno. Gli intervistati, che dichiarano un reddito medio mensile di 916 €, non sembrano trovarsi male nello svolgimento del proprio lavoro, anche se non mancano segnali di insoddisfazione, in particolare sul piano retributivo. Oltre la metà degli intervistati (54,8%) non ha intenzione di cambiare lavoro, nella larga maggioranza dei casi perché si trova bene nell’attuale occupazione (41,4%), anche se in più di 1 caso su 10 (11,5%) questa decisione è legata alla convinzione che sia pressoché impossibile trovare di meglio. Il lavoro non è stato trovato grazie agli uffici pubblici (solo 1 caso su 70), ma autonomamente o attraverso le reti amicali-parentali (51,3%).

Dopo l’arrivo in Italia, metà degli intervistati ha avuto bisogno di farsi aiutare economicamente: da familiari in Italia o nel paese d’origine o da amici italiani o da connazionali in Italia (ciascuna delle ipotesi copre più di 4 casi su 10) o dalla solidarietà organizzata ( in prevalenza quella ecclesiale). Chi è stato aiutato non dimentica che anche gli altri possono averne bisogno e, perciò, è notevole la propensione ad aiutare gli altri (solitamente, ma non esclusivamente, connazionali): lo hanno fatto i due terzi degli intervistati (66,1%).

Tra le innumerevoli notizie, che la ricerca ha consentito di acquisire, diverse aiutano a inquadrare il rapporto che gli immigrati hanno con il paese di origine e la nuova società che li ha accolti: la spigolatura che segue aiuta a capire l’ambiente familiare nel quale vivono gli studenti stranieri di origine immigrata, il nuovo legame con l’Italia e quello con il paese di origine.

Quest’ultimo non è scomparso dall’orizzonte. Tra gli intervistati, 6 su 10 inviano, mediamente ogni mese e mezzo, del denaro nel paese d’origine (in un anno in media 2.244 € a testa) per sostenere le persone della famiglia lì rimaste (mediamente 3): 3 su 5 provvedono al

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sostentamento dei genitori, in un terzo dei casi si deve provvedere ai figli, ai fratelli e le sorelle e più raramente al coniuge o a altri familiari. Circa i due terzi degli intervistati (68,4%) si concedono periodi di ferie, in prevalenza per più di due settimane: più di 6 su 10 tornano in patria, 2 su 10 restano nel Comune di residenza e gli altri in un luogo di vacanza in Italia.

La maggior parte delle risorse viene dedicata all’inserimento in Italia. Tutti possiedono il telefono cellulare, 7 su 10 il televisore (e di essi 1 su 4 la parabola e/o il decoder), 4 il computer, 3 l’automobile, 1 su 7 possiede la bicicletta, 1 su 20 il ciclomotore, 1 su 27 la motocicletta e 1 su 200 non possiede nessuno di questi beni. Più della metà degli intervistati possiede l’abbonamento ai mezzi pubblici (54,4%). Naturalmente, per far bastare le risorse a disposizione, si richiede grande accortezza: solo il 2,6% fa gli acquisti in piccoli negozi, mentre la larga maggioranza si rivolge abitualmente alla rete dei supermercati (47,7%) o dei discount (40,2%).

L’accortezza è congiunta con la virtù della parsimonia. I due terzi non vanno mai al ristorante o lo fanno molto raramente: il terzo che lo fa si divide a metà tra quelli che ci vanno più di una volta al mese e gli altri, spendendo nell’80% dei casi tra i 10 e i 25 euro. Le stesse percentuali valgono all’incirca per la frequentazione dei cinema: il 70,5% ci va solo raramente o non ci va affatto, mentre il 29,5% li frequenta con una certa regolarità (ma solo il 12% più di una volta al mese).

L’orizzonte italiano, nel quale si è immersi giorno per giorno, tende col tempo a diventare prevalente. Più di 7 su 10 leggono i giornali italiani (e in una buona metà dei casi li acquistano anche, quindi non si tratta di giornali gratuiti), e più di 2 su 10 leggono i giornali redatti nella lingua del paese d’origine (in più della metà dei casi editi in patria). Solo 1 su 24 non legge i giornali, mentre a non acquistarli, vista la disponibilità di quelli gratuiti, è più di 1 ogni 6.

L’attaccamento al nuovo contesto si ricava anche da altre risposte. I beni che più si vorrebbe possedere sono la casa (53%), l’auto (19%) e il computer (9%) e, a decrescere, diversi beni che rendono la vita più agiata o anche semplicemente più dignitosa, sebbene, in misura sparuta, si desidera anche poter spendere per beni legati alle necessità quotidiane, come l’abbigliamento, l’abbonamento ai mezzi pubblici, i giochi per i figli. Altre volte si punta in alto: per la barca, i gioielli, il pianoforte.

Al termine di questa panoramica viene da concludere che, al di là delle coloriture assistenziali con le quali spesso la si dipinge, l’immigrazione risulta essere una realtà assolutamente normale, né ricca, né depressa, ma operosa, non priva di mezzi ma anche cosciente di doversi muovere con accortezza per inserirsi in Italia senza recidere i legami con il paese di origine. La funzione formativa della scuola si intreccia con queste nuove realtà familiari e lascia intravvedere che le prospettive di collaborazione possono e devono essere intensificate.

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Indagine sulle condizioni socioeconomiche degli stranieri nell’area romana. Principali informazioni rilevate Genere % (rispondenti: 916)

Uomo 39,4 Donna 60,6 Area continentale di provenienza % (916)

Europa (tranne Ue-15) 39,7 Africa 18,0 Asia 24,6 America centro-meridionale 17,7

Titolo di studio % (916) Primaria/ nessun titolo 4,8 Secondaria 12,4 Secondaria

superiore 47,9 Laurea/diploma universitario 34,9

Anno di arrivo % (912) Prima del 1980 2,7 1980-‘89 12,1 1990-‘99 43,1 2000-‘03 29,2 2004-‘07 12,9

Attuale condizione giuridica (901) Carta di Soggiorno 22,4 Permesso

Soggiorno, CI 48,4 P. Sogg. in corso di rinnovo/ rilascio 18,0 Cittadinanza

italiana 6,6 Irregolare 4,6

Tipologia dell’alloggio % (916) Casa di proprietà 10,6 Affitto 61,7 Ospite non

pagante 5,8 Centro accoglienza 2,6 Luogo di

lavoro 15,1 Altro/non dichiara 4,2

Ha stipulato un mutuo per acquistare la casa in cui vive? % (84) Sì 69,0 No 31,0

Spesa media mensile se in affitto in euro (531) Appartamento 622,3 Stanza 328,6 Posto letto 211,6

Vive con % (710) Da solo 6,8 Familiari 61,0 Amici/conoscenti 28,5 Amici e familiari 3,7

Condizione attuale rispetto al lavoro % (907) Studente 6,4 Occupato 79,9 Disoccupato 12,0 Altra condiz. non profess. 1,7

Condizione attuale rispetto al lavoro se occupato % (711) Dipendente 87,2 Autonomo 12,8

Tipologia contrattuale, se lavoratore dipendente % (616) Tempo determ. 16,2 Tempo Indeterm. 56,8 Atipica 11,7 Senza contratto 15,3

Reddito medio mensile da lavoro in euro (542) 915,7

È soddisfatto della retribuzione percepita? % (724) Molto 11,0 Abbastanza 49,9 Poco 31,1 Per niente 8,0

È soddisfatto della mansione svolta sul piano della considerazione sociale? % (723) Molto 20,9 Abbastanza 47,6 Poco 25,6 Per niente 5,9

È soddisfatto della mansione svolta in relazione alla sua preparazione scolastica/professionale? % (725) Molto 18,5 Abbastanza 43,7 Poco 23,9 Per niente 13,9

Andamento del livello retributivo % (720) Migliorato 48,6 Invariato 32,2 Peggiorato 17,8 Non dichiara 1,4

Andamento delle mansioni svolte % (720) Migliorate 43,3 Invariate 39,4 Peggiorate 16,0 Non dichiara 1,3

Da quando è in Italia ha avuto bisogno di un aiuto economico?% (903) Sì 50,4 No 49,6

Ha aiutato qualcuno che si trovava in difficoltà economica?% (905) Sì 66,1 No 33,9

Invio rimesse % (890) Sì 57,8% No 42,2% Importo medio annuo in euro 2.243,8

Frequenza con la quale va al ristorante % (912) Più di una volta al mese 15,4 Una volta al

mese 10,6 Ogni due/tre mesi 9,9 Molto raramente 15,8 Mai 48,3

Frequenza con la quale va al cinema % (912) Più di una volta al mese 12,0 Una volta al

mese 10,0 Ogni due/tre mesi 7,5 Molto raramente 13,4 Mai 57,1

Fa periodi di ferie/vacanze % (889) Sì 68,4 No 31,6 FONTE: Idos-Codres. Indagine condizioni socio-economiche degli immigrati nell’area romana (2007-2008)

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Provincia di Roma – Scheda predisposta per il XV anniversario del “Forum per l’intercultura” (2005)

e aggiornata al 31.12.2006 Impatto dell’immigrazione sulla città di Roma Imprenditori 1 ogni 12 imprenditori operanti a Roma è nato all’estero Residenti 1 ogni 10 residenti a Roma è cittadino straniero Soggiornanti 1 ogni 11 lavoratori del mercato occupazionale romano è cittadino straniero Matrimoni 1 ogni 10 matrimoni è misto perché coinvolge un immigrato Laureati 1 ogni 10 stranieri è laureato Inseriti stabilmente 1 ogni 9 immigrati in Italia si trova a Roma Nascite 1 ogni 8 nuovi nati è figlio di entrambi i genitori stranieri Minori 1 ogni 7 immigrati è minore Nuovi assunti 1 ogni 6 lavoratori assunti è nato all’estero Concentrazione 1 ogni 5 residenti del I Municipio è cittadino straniero

2 ogni 3 immigrati della Provincia si trova a Roma Sposati 1 ogni 3 stranieri residenti è sposato Sesso 1 ogni 2 immigrati è donna Motivi del soggiorno (Provincia 31.12.2006) Motivi stabili 90 ogni 100 immigrati soggiornano per motivi stabili Lavoro 58 ogni 100 immigrati soggiornano per motivi di lavoro Famiglia 25 ogni 100 immigrati soggiornano per motivi familiari Religiosi 10 ogni 100 immigrati soggiornano per motivi religiosi Studio 3 ogni 100 immigrati soggiornano per motivi di studio Asilo 1 ogni 100 immigrati viene per chiedere asilo politico Altri motivi 2 ogni 100 immigrati Provenienze Europei 43 ogni 100 soggiornanti sono europei Asiatici 29 ogni 100 soggiornanti sono asiatici Africani 13 ogni 100 soggiornanti sono africani Americani 15 ogni 100 soggiornanti sono americani, in prevalenza latino-americani Religioni Cristiani 61ogni 100 soggiornanti sono cristiani - di cui cattolici 36 ogni 100 soggiornanti sono cattolici

- di cui ortodossi 36 ogni 100 soggiornanti sono ortodossi

- di cui protestanti 6 ogni 100 soggiornanti sono protestanti Musulmani 20 ogni 100 soggiornanti sono musulmani Altre religioni 7 ogni 100 soggiornanti sono fedeli di altre religioni o non credenti Aspetti interculturali Comune di Roma (31.12.2006) Primato di Roma Roma è la prima Provincia d’Italia con 431.000 immigrati soggiornanti

Roma è il primo Comune d’Italia con circa 290.000 immigrati soggiornanti Nazionalità 195 sono le nazionalità degli immigrati che soggiornano a Roma Call center 1.000 sono i Call Center e gli Internet Point dove si incontrano gli immigrati Mediatori culturali 500 sono stimati i mediatori culturali della Capitale Scuola 1 ogni 15 studenti delle scuole romane è figlio di immigrati Luoghi di culto 222 sono i luoghi di incontro e di preghiera degli immigrati Fonte: Elaborazioni Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrante su fonti diverse

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CONCLUSIONI: L’IMMIGRAZIONE E I NODI PROBLEMATICI DELLA SCUOLA

Sono diversi e di varia natura i nodi problematici della scuola italiana, confrontata con una

crescente utenza di origine straniera caratterizzata da un’accentuata diversità culturale. Partiamo dalle difficoltà che riguardano gli alunni stranieri che arrivano dopo aver iniziato

in patria il loro percorso scolastico, tanto più se l’inserimento avviene ad anno scolastico iniziato. Le difficoltà aumentano se i genitori stranieri hanno difficoltà nel rapporto con la scuola (specialmente nei gradi più alti), a causa della lingua e di una differente mentalità, o nel seguire a casa l’apprendimento dei figli. Possono insorgere difficoltà anche a causa delle diverse abitudini alimentari e religiose.

Anche se questi nuovi allievi rappresentano una difficoltà supplementare, non sempre si è preparati a farvi fronte con un’adeguata metodologia di insegnamento, che sappia contemplare la dimensione interculturale, l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, la necessità della mediazione culturale (non ancora realizzata in tutte le scuole con il ricorso alle apposite figure professionali), spesso anche per mancanza di sussidi adeguati. La possibilità di evitare ritardi nell’apprendimento degli studenti immigrati dipende molto da un efficace metodo d’insegnamento, senza che si possa confidare unicamente nelle attività di recupero (dedicate alla lingua italiana o ad altre materie come storia e geografia) o nel ricorso miracolistico al mediatore culturale o ad attività di laboratorio (artistici, audiovisivi, teatrali, musicali, di informatica, linguistico-espressivi, logico-linguistici, di educazione, alimentari).

Vi sono difficoltà di natura finanziaria, a causa dell’insufficienza dei fondi per promuovere i progetti interculturali, e di natura organizzativa, perché non sempre è diffusa la tendenza a lavorare in rete, sia all’interno della scuola che tra la scuola e le altre strutture interessate (enti locali e forze del terzo settore).

Spesso sono d’intralcio, anziché favorire il recupero, i genitori italiani che reagiscono negativamente e sono poco collaborativi quando ritengono di essere di fronte a una elevata concentrazione di alunni stranieri in uno stesso istituto e, ancor di più, in una stessa classe (aspetti sui quali peraltro sono state emanate disposizione equilibrate) e che non sempre amano lavorare insieme ai genitori dei ragazzi immigrati nelle occasioni in cui vengono a ciò sollecitati dai docenti.

Ricollegandoci alle riflessioni di apertura, abbiamo così mostrato che anche l’approccio da seguire nella scuola, pur facendo perno su una preparazione pedagogica specifica, deve avere un carattere globale perché dall’alunno si passa ai genitori e da questi al territorio, il che enfatizza la forte dimensione societaria del fenomeno migratorio.

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Tabelle statistiche regionali

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Piemonte Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 55.271 11.127 21.346 12.064 10.734 2000-2001 v.a. 13.521 2.990 5.694 3.274 1.563 % 100,0 22,1 42,1 24,2 11,62006-2007 v.a. 48.349 9.518 18.834 10.588 9.409

incid. % 8,5 8,7 10,2 9,6 5,8

% 100,0 19,7 39,0 21,9 19,5Alessandria 49.966 9.757 16.083 10.006 14.120 Asti 25.960 5.248 8.928 5.273 6.511 Biella 23.689 4.351 7.575 4.740 7.023 Cuneo 80.592 15.430 26.830 15.982 22.350 Novara 47.466 9.278 15.632 9.344 13.212 Torino 296.468 56.641 96.773 56.792 86.262 Verbania 21.224 3.947 6.596 4.009 6.672 Vercelli 22.744 4.325 7.079 4.494 6.846 var. 2000-2006 % 257,6 218,3 230,8 223,4 502,0 var. 2007-2008 % 14,3 16,9 13,3 13,9 14,1 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia

% territ. 2006 252.302 568.109 7.151 60.913 5.344

FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Liguria Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 17.554 3.119 5.945 4.015 4.475 2000-2001 v.a. 4.940 796 1.920 1.346 878 % 100,0 16,1 38,9 27,2 17,82006-2007 v.a. 15.253 2.520 5.290 3.566 3.877 incid. % 7,8 6,8 8,6 9,5 6,6 % 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0Genova v.a. 107.085 1.493 33.578 20.689 32.409 Imperia v.a. 27.295 398 8.684 5.329 8.076 La Spezia v.a. 26.575 230 8.419 5.105 8.091 Savona v.a. 33.439 399 10.570 6.362 10.002 var. 2000-2006 % 208,8 216,6 175,5 164,9 341,6 var. 2007-2008 % 15,1 23,8 12,4 12,6 15,4 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 80.735 194.394 2.153 17.004 1.272 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Valle d'Aosta Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 1.174 271 458 222 2232000-2001 v.a. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. % n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 2006-2007 v.a. 991 246 364 194 187 incid. % 6,1 8,2 7,0 6,0 3,9 % 100,0 24,8 36,7 19,6 18,9 var. 2007-2008 % 18,5 10,2 25,8 14,4 19,3 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 5.534 16.189 159 1.237 122 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Lombardia Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 137.444 29.071 53.210 29.548 25.615 2000-2001 v.a. 36.473 8.307 15.467 8.715 3.984 % 100,0 22,8 42,4 23,9 10,92006-2007 v.a. 121.279 25.343 47.113 26.334 22.489 incid. % 9,2 9,6 10,8 10,4 6,2 % 100,0 20,9 38,8 21,7 18,5Bergamo 158.971 32.219 52.879 30.655 43.218 Brescia 174.930 35.507 58.380 34.266 46.777 Como 77.601 15.981 26.567 15.379 19.674 Cremona 47.785 8.896 14.898 8.936 15.055 Lecco 46.436 9.669 15.497 8.864 12.406 Lodi 30.438 5.865 9.716 5.968 8.889 Mantova 50.394 10.443 17.538 10.163 12.250 Milano 515.870 105.217 171.694 98.648 140.311 Pavia 64.321 12.073 21.032 12.443 18.773 Sondrio 27.012 5.146 8.710 5.193 7.963 Varese 123.235 22.956 39.079 23.449 37.751 var. 2000-2006 % 69,9 67,2 67,2 66,9 82,3 var. 2007-2008 % 13,3 14,7 12,9 12,2 13,9 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 728.647 1.316.993 20.931 179.384 16.118 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Veneto Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 70.415 14.432 27.619 15.835 12.529 2000-2001 v.a. 17.396 3.773 7.629 4.388 1.606 % 100,0 21,7 43,9 25,2 9,22006-2007 v.a. 61.734 12.305 24.388 14.283 10.758 incid. % 9,0 9,1 10,8 10,9 5,6 % 100,0 19,9 39,5 23,1 17,4Belluno 28.627 5.359 9.104 5.462 8.702 Padova 127.350 25.263 42.016 24.340 35.731 Rovigo 30.359 5.340 9.304 5.638 10.077 Treviso 129.588 25.374 42.886 24.812 36.516 Venezia 109.149 22.240 36.235 20.620 30.054 Verona 127.531 25.713 42.357 24.826 34.635 Vicenza 132.083 25.647 43.682 25.614 37.140 var. 2000-2006 % 254,9 226,1 219,7 225,5 569,9 var. 2007-2008 % 14,1 17,3 13,2 10,9 16,5 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 350.215 684.687 10.355 89.835 8.139 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Prov. Aut. Trento Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 6.889 1.537 2.694 1.573 1.085 2000-2001 v.a. 1.738 - 1.009 505 224 % 100,0 0,0 58,1 29,1 12,92006-2007 v.a. 6.437 1.624 2.432 1.428 953 inc. % 8,0 9,3 9,2 9,2 4,6 % 100,0 25,2 37,8 22,2 14,8 var. 2000-2006 % 270,4 100,0 141,0 182,8 325,4 var. 2007-2008 % 7,0 -5,4 10,8 10,2 13,9 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 33.280 80.112 1.100 8.713 690 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Prov. Aut. Bolzano Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 5.081 1.199 1.889 1.117 876 2000-2001 v.a. - - - - - % - - - - - 2006-2007 v.a. 4.860 1.057 2.115 1.003 685 incid. % 6,2 7,0 7,5 6,0 3,6 % 100,0 21,7 43,5 20,6 14,1 var. 2000-2006 % - - - - - var. 2007-2008 % 4,5 13,4 -10,7 11,4 27,9 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 28.394 78.599 954 6.367 519 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Friuli Venezia Giulia Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 13.860 2.732 5.043 3.027 3.058 1999-2000 v.a. 3.711 901 1.422 858 530 % 100,0 24,3 38,3 23,1 14,32006-2007 v.a. 11.932 2.272 4.483 2.628 2.549 incid. % 7,8 7,6 9,1 9,1 5,5 % 100,0 19,0 37,6 22,0 21,4Gorizia 1.070 188 401 232 249 Pordenone 4.491 878 1.775 1.016 822 Trieste 1.847 271 686 407 483 Udine 4.524 935 1.621 973 995 var. 2000-2006 % 221,5 152,2 215,3 206,3 380,9 var. 2007-2008 % 16,2 20,2 12,5 15,2 20,0 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 72.462 153.927 1.067 15.812 1.249 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Emilia Romagna Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 65.732 11.985 24.878 13.763 15.106 1999-2000 v.a. 17.662 3.656 7.069 4.096 2.841 % 100,0 20,7 40,0 23,2 16,12006-2007 v.a. 58.515 10.651 22.101 12.538 13.225 incid. % 10,7 10,0 12,5 12,3 8,2 % 100,0 18,2 37,8 21,4 22,6Bologna 11.700 2.409 4.577 2.426 2.288 Ferrara 2.859 479 1.097 602 681 Forli' 4.668 873 1.730 1.007 1.058 Modena 11.403 2.216 4.259 2.429 2.499 Parma 5.926 1.022 2.194 1.233 1.477 Piacenza 4.632 833 1.779 1.010 1.010 Ravenna 4.327 815 1.604 963 945 Reggio Emilia 8.756 1.507 3.543 1.980 1.726 Rimini 4.244 497 1.318 888 1.541 var. 2000-2006 % 231,3 191,3 212,6 206,1 365,5 var. 2007-2008 % 12,3 12,5 12,6 9,8 14,2 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 317.888 547.290 9.042 77.967 6.861 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Marche Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 22.018 4.522 7.942 4.698 4.856 1999-2000 v.a. 6.116 1.410 2.572 1.204 930 % 100,0 23,1 42,1 19,7 15,22006-2007 v.a. 19.397 3.794 7.024 4.318 4.261 incid. % 8,8 9,4 10,3 10,4 6,0 % 100,0 19,6 36,2 22,3 22,0Ancona 5.884 12.479 20.548 12.246 21.818 Ascoli Piceno 4.334 9.651 17.317 10.802 19.529 Macerata 4.549 8.006 13.785 8.592 14.023 Pesaro 4.630 10.157 16.404 9.757 15.640 var. 2000-2006 % 217,2 169,1 173,1 258,6 358,2 var. 2007-2008 % 13,5 19,2 13,1 8,8 14,0 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 99.285 220.754 691 25.024 1.974 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Toscana Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 45.191 8.541 16.864 10.101 9.6851999-2000 v.a. 13.558 2.773 5.728 3.423 1.634 % 100,0 20,5 42,2 25,2 12,12006-2007 v.a. 39.631 7.492 14.809 8.870 8.460 incid. % 8,4 8,3 9,9 10,0 5,8 % 100,0 18,9 37,4 22,4 21,3Arezzo 4.713 890 1.755 993 1.075 Firenze 12.318 2.481 4.558 2.772 2.507 Grosseto 1.833 317 665 386 465 Livorno 1.970 255 721 492 502 Lucca 3.041 589 1.148 683 621 Massa Carrara 1.324 264 465 245 350 Pisa 3.595 695 1.376 783 741 Pistoia 3.309 620 1.240 782 667 Prato 4.286 775 1.654 1.010 847 Siena 3.242 606 1.227 724 685 var. 2000-2006 % 192,3 170,2 158,5 159,1 417,7 var. 2007-2008 % 14,0 14,0 13,9 13,9 14,5 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 234.398 474.199 1.375 52.489 4.282

FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Umbria Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 13.686 2.739 5.066 2.844 3.037 1999-2000 v.a. 3.505 799 1.407 860 439 % 100,0 22,8 40,1 24,5 12,52006-2007 v.a. 12.064 2.461 4.517 2.578 2.508 incid. % 10,1 11,1 12,3 11,6 6,6 % 100,0 20,4 37,4 21,4 20,8Perugia 9.745 2.049 3.621 2.066 2.009 Terni 2.319 412 896 512 499 var. 2000-2006 % 244,2 208,0 221,0 199,8 471,3 var. 2007-2008 % 13,4 11,3 12,2 10,3 21,1 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 63.861 119.021 532 15.397 1.196 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Lazio Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 57.508 9.645 21.361 13.037 13.465 1999-2000 v.a. 14.635 2.474 6.310 3.602 2.249 % 100,0 16,9 43,1 24,6 15,42006-2007 v.a. 49.428 7.662 18.379 11.187 12.200 incid. % 6,0 5,1 7,1 7,0 4,8 % 100,0 15,5 37,2 22,6 24,7Frosinone 2.324 337 882 607 498 Latina 3.428 563 1.289 793 783 Rieti 1.203 214 439 279 271 Roma 39.758 6.051 14.736 8.890 10.081 Viterbo 2.715 497 1.033 618 567 var. 2000-2006 % 237,7 209,7 191,3 210,6 442,5 var. 2007-2008 % 16,3 25,9 16,2 16,5 10,4 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 330.146 823.292 2.283 60.713 5.217 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Abruzzo Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 9.680 1.804 3.624 2.234 2.018 1999-2000 v.a. 2.448 497 1.114 611 226 % 100,0 20,3 45,5 25,0 9,22006-2007 v.a. 8.202 1.397 3.077 1.996 1.732 incid. % 4,2 4,1 5,2 5,3 2,7 % 100,0 17,0 37,5 24,3 21,1Chieti 1.967 315 793 478 381 L'Aquila 2.183 400 806 499 478 Pescara 1.425 189 469 323 444 Teramo 2.627 493 1.009 696 429 var. 2000-2006 % 235,0 181,1 176,2 226,7 666,4 var. 2007-2008 % 18,0 29,1 17,8 11,9 16,5 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 48.018 194.858 314 10.589 805 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Molise Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 985 156 385 237 2071999-2000 v.a. 238 97 70 42 29 % 100,0 40,8 29,4 17,6 12,22006-2007 v.a. 746 107 288 177 174 incid. % 1,5 1,4 2,0 1,9 1,0 % 100,0 14,3 38,6 23,7 23,3Campobasso 523 77 185 119 142Isernia 223 30 103 58 32 var. 2000-2006 % 213,4 4,2 91,6 56,7 60,9 var. 2007-2008 % 32,0 45,8 33,7 33,9 19,0 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 4.834 48.650 29 898 56 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Campania Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 12.838 1.805 4.746 3.218 3.069 1999-2000 v.a. 1.940 337 988 488 127 % 100,0 17,4 50,9 25,2 6,52006-2007 v.a. 11.114 1.421 4.166 2.947 2.580 incid. % 1,0 0,7 1,2 1,3 0,7 % 100,0 12,8 37,5 26,5 23,2Avellino 959 107 330 261 261 Benevento 377 55 116 116 90 Caserta 2.749 384 1.123 661 581 Napoli 4.845 574 1.735 1.326 1.210 Salerno 2.184 301 862 583 438 var. 2000-2006 % 472,9 321,7 321,7 503,9 1.931,5 var. 2007-2008 % 15,5 27,0 13,9 9,2 19,0 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 98.052 1.114.051 573 14.920 1.138 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Puglia Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 10.589 1.828 4.103 2.441 2.217 1999-2000 v.a. 3.713 726 1.644 894 449 % 100,0 19,6 44,3 24,1 12,12006-2007 v.a. 9.038 1.415 3.420 2.134 2.069 incid. % 1,3 1,1 1,6 1,5 0,9 % 100,0 15,7 37,8 23,6 22,9Bari 4.230 688 1.618 977 947 Brindisi 679 89 251 156 183 Foggia 1.831 283 741 448 359 Lecce 1.489 227 521 335 406 Taranto 809 128 289 218 174 var. 2000-2006 % 143,4 94,9 108,0 138,7 360,8 var. 2007-2008 % 17,2 29,2 20,0 14,4 7,2 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 51.242 711.196 571 11.685 770 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Basilicata Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 1.289 209 473 329 278 1999-2000 v.a. 240 41 92 71 36 % 100,0 17,1 38,3 29,6 15,02006-2007 v.a. 1072 177 360 271 264 incid. % 1,1 1,1 1,3 1,5 0,7 % 100,0 16,5 33,6 25,3 24,6Matera 551 86 175 142 148Potenza 521 91 185 129 116 var. 2000-2006 % 346,7 331,7 291,3 281,7 633,3 var. 2007-2008 % 20,2 18,1 31,4 21,4 5,3 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 6.726 98.927 33 1.298 79 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Calabria Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 7.708 1.260 3.045 1.861 1.542 1999-2000 v.a. 1.216 236 592 301 87 % 100,0 19,4 48,7 24,8 7,22006-2007 v.a. 6.232 773 2.443 1.526 1.490 incid. % 1,8 1,3 2,4 2,3 1,3 % 100,0 12,4 39,2 24,5 23,9Catanzaro 1.098 111 447 309 231 Cosenza 2.047 217 755 462 613 Crotone 429 54 159 146 70 Reggio Calabria 2.145 310 894 480 461 Vibo Valentia 513 81 188 129 115 var. 2000-2006 % 412,5 227,5 312,7 407,0 1.612,6 var. 2007-2008 % 23,7 63,0 24,6 22,0 3,5 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 35.216 344.672 205 6.588 441 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

Sicilia Dati sulla scuola

Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 14.544 2.581 5.883 3.356 2.724 1999-2000 v.a. 3.708 862 1.676 750 420 % 100,0 23,2 45,2 20,2 11,32006-2007 v.a. 11.938 2.109 4.639 2.836 2.354 incid. % 1,3 1,4 1,7 1,6 0,8 % 100,0 17,7 38,9 23,8 19,7Agrigento 709 130 302 151 126Caltanissetta 395 66 153 103 73Catania 2273 403 886 506 478Enna 143 24 74 25 20Messina 1767 305 702 415 345Palermo 2897 460 1118 661 658Ragusa 1564 340 615 395 214Siracusa 888 159 355 233 141Trapani 1302 222 434 347 299 var. 2000-2006 % 222,0 144,7 176,8 278,1 460,5 var. 2007-2008 % 21,8 22,4 26,8 18,3 15,7 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 78.242 895.550 387 18.042 1.258 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie

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Sardegna

Dati sulla scuola Totale Infanzia Primaria Media Superiore 2007-2008 3.165 481 1.142 876 666 1999-2000 v.a. 684 118 280 147 103 % 100,0 17,3 40,9 21,5 15,12006-2007 v.a. 2.725 446 996 678 605 incid. % 1,1 1,1 1,4 1,4 0,7 % 100,0 16,4 36,6 24,9 22,2Cagliari 1.090 152 401 282 255 Nuoro 305 39 129 81 56 Oristano 197 26 77 51 43 Sassari 1.133 229 389 264 251 var. 2000-2006 % 59,4 28,8 43,2 91,8 147,6 var. 2007-2008 % 16,1 7,8 14,7 29,2 10,1 Residenti Studenti Famiglie Minori Nati in Italia % territ. 2006 19.445 246.017 98 3.553 235 FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati di fonti varie