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www.asiticino.ch Sezione Ticino Settembre 2016 - n. 3 info Cronaca regionale: Progetto To cure – To care Vogliamo mettere un gran cuore in tutto quello che facciamo Approfondimenti: I cateteri venosi centrali a impianto periferico (PICC) Visibilità: Dare visibilità e riunire gli studenti in cure infermieristiche Calendario attività ASI-SBK settembre-gennaio 2016-2017 Periodico d’informazione sulle attività dell’associazione svizzera infermiere/i Allegato alla rivista “Cure infermieristiche” N. 9/16 12.5 Giornata internazionale degli infermieri

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www.asiticino.ch

Sezione TicinoSettembre 2016 - n. 3

infoCronaca regionale:Progetto To cure – To careVogliamo mettere un gran cuore in tutto quello che facciamo

Approfondimenti:I cateteri venosi centrali a impianto periferico (PICC)

Visibilità:Dare visibilità e riunire gli studenti in cure infermieristiche

Calendario attività ASI-SBK settembre-gennaio 2016-2017

Periodico d’informazione sulle attività dell’associazione svizzera infermiere/iAllegato alla rivista “Cure infermieristiche” N. 9/16

12.5

Giornatainternazionaledegli infermieri

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SOMMARIOinfoSettembre 2016 - n. 3

Periodico d’informazione sulle attività dell’associazione svizzera infermiere/iAllegato alla rivista “Cure infermieristiche” 9/16

Segretariato ASIVia Simen 8CH-6830 ChiassoTel. 091 682.29.31Fax 091 682.29.32E-mail:[email protected] internet:www.asiticino.ch

RedazioneRosanna AmorusoMariano CavoloChristian MussoLaura SimoniMichela Tomasoni

SupervisionePia Bagnaschi

Grafica e stampaArti grafiche Veladini, Luganowww.veladini.ch

Foto copertina: Collage di Fabrizo Nicora

Accogliamo con piacere, articoli,progetti da pubblicare, non esitate acontattarci all’indirizzo: [email protected]. Le indicazioni in merito alla formadel testo sono pubblicate sul sitodella sezione e possono essere sca-ricate direttamente:www.asiticino.ch/index.php?id=96

3 Editoriale

Cronaca regionale

4 Giornata internazionale degli infermieri (Rosanna Amoruso) 7 Progetto To cure – To care (Monica Di Bacco, Maria Pia Pollizzi, Eleonora Liva, Chiara Perego)

Approfondimenti 9 I cateteri venosi centrali a impianto periferico (PICC) (Roberto Guggiari, Simone Lussu, Dario Valcarenghi)11 Elogio delle cure infermieristiche (Pia Bagnaschi)

Visibilità13 Dare visibilità e riunire gli studenti in cure infermieristiche (Laura Simoni)

Invito alla lettura15 Libri da colorare per adulti

Informazioni15 Informazioni ASI Informazioni per gli infermieri indipendenti

Agenda16 Calendario corsi

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3allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Consapevolezza infermieristica

Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito,

ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diver-

se."Spacco pietre" rispose il primo. "Mi guadagno da vivere" rispose il secon-

do."Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo. (Peter Schultz)

L’aforisma riportato sopra potrebbe riassumere molto bene il percorso della

professione infermieristica avvenuto nelle ultime decadi. Da semplice esecutore

subordinato alla classe medica a professionista consapevole dell’autonomia e

della responsabilità insita nel suo ruolo.

Il 12 maggio, giornata internazionale degli infermieri, si è svolta a Mendrisio

la manifestazione intitolata “Infermieri di ieri, oggi e domani: l’evoluzione di

una professione e le nuove sfide”, presentata nella cronaca regionale di questo

numero. Gli oratori che si sono susseguiti nell’arco della giornata hanno evi-

denziato la crescita professionale sia a livello di competenze che di responsa-

bilità legata al ruolo.

L’infermiere si è evoluto dalla singolarità e dipendenza da altri professionisti

del sanitario alla costruzione di team di lavoro multidisciplinari che si confron-

tano con la complessità odierna delle cure infermieristiche.

Finalmente l’ultimo decennio della nostra professione ha visto trionfare le eviden-

ze scientifiche a scapito del classico e stagnante ‘abbiamo fatto sempre così’.

E proprio in questa direzione che la rubrica di cronaca regionale punta i riflet-

tori sul progetto ‘To cure-To care’ della Clinica Luganese.

Il progetto si prefigge di migliorare l’efficacia e l’efficienza garantendo un’as-

sistenza infermieristica basata su evidenze scientifiche e rafforzando allo stesso

tempo l’identità professionale e la centralità della persona.

La rubrica ‘Approfondimenti’ mostra, con un articolo sui cateteri venosi centrali

ad impianto periferico (PICC), il livello avanzato di competenza professionale

e tecnica raggiunto dalla nostra professione.

Per quanto riguarda il futuro della professione, all’interno della rubrica

‘Visibilità’ viene dato ampio spazio alle nuove leve infermieristiche con l’inter-

vista al vice presidente dell’Associazione Allievi-Infermieri che riunisce tutti gli

studenti in cure infermieristiche della Svizzera.

Non mi resta che augurarvi buona lettura.

Christian Musso

editoriale

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info4 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Cronaca regionale

Il “ 12 maggio” da oltre trent’anni rappresenta lagiornata durante la quale, in tutto il mondo, la fi-gura dell’infermiera riconosce la propria identità

e professionalità, dedicandosi momenti formativi edi riflessione, festeggiando di fatto la propria ca-tegoria ed il valore che rappresenta.Una giornata che sistematicamente, di anno in an-no, acquista sempre più importanza grazie ancheal peso crescente che l’assistenza infermieristica ri-veste oggi giorno negli assetti dei sistemi sanitari, alivello mondiale.Sicuramente non è una celebrazione fatta dagli in-fermieri per se stessi. È qualcosa di più.Un’occasione ufficiale di celebrazione, ma pure ilmodo per farsi conoscere “ socialmente e pubblica-mente” nella quotidianità che ci caratterizza, comepure nel valore che mostriamo verso il prossimo.Quel valore che ogni giorno fortifica il ruolo, inevoluzione, del prendersi cura del “ singolo” inqualunque contesto egli sia collocato. Dalla struttu-ra ospedaliera al contesto domiciliare, fino ancheal “ luogo protetto “ dell’ambito psichiatrico.Da molti anni ci stiamo proiettando con lo sguardoprofessionale e le singole attese di categoria versoun futuro, non solo in senso temporale, ma anche diesplicazione della “cura”.Ed il programma dell’intera giornata organizzata

Giornata internazionaledegli infermieri

nel Mendrisiotto è stato intitolato, in modo alquan-to evocativo : “Infermieri di ieri, oggi e domani :l’evoluzione di una professione e le nuove sfide”.Sono un’ infermiera anch’io ed appartengo allacategoria. Ma ammetto che, essendo di parte, so-stengo a piena voce che siamo professionisti ap-partenenti a pieno titolo al mondo “intellettuale”delle professioni sanitarie.Siamo cresciuti tanto nell’impegno lavorativo e dicompetenze, quanto nella responsabilità di ruoloprofessionale, conquistando meriti mediante la con-cretezza del nostro agire.La professionalità della figura infermieristica è im-pegnata su diversi fronti, quali, in primis • collegialità tra colleghi e lavoro interdisciplinare• affiancamento formativo dei nuovi professionisti• adeguatezza per scopi e bisogni verso il clien-te/cittadino gestito sia in ambiti ospedalieri chedomiciliari.

L’ESSERE professionisti è un valore in cui si crede elo si pone al centro dello sviluppo culturale.E lo sviluppo della professione viene fondato proprionel valore che esprime e al quale fa riferimento.L’intervento di apertura della giornata, presentatada Fiorenzo Bianchi, direttore delle cure della Clini-ca Psichiatrica Cantonale, e da Rosamalia Berna-sconi, responsabile del servizio infermieristico al-

di Rosanna Amoruso*

Riflessioni sulla manifestazione svoltasi a Mendrisio lo scorso 12 maggio, intitolata “Infermieri diieri, oggi e domani: l’evoluzione di una professione e le nuove sfide”.

Foto: R

. Amoruso

Siamo cresciutitanto nell’impegno

lavorativo e dicompetenze, quantonella responsabilità

di ruoloprofessionale

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5allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Cronaca regionale

l’Ospedale Regionale di Mendrisio ( OBV ), unita-mente alla coordinatrice / direttore sanitario, Sa-brina Revolon dell’Associazione Cure Domiciliaridel Basso Ceresio e Mendrisiotto, poneva subitol’accento sul valore professionale e sulla collabora-zione, nata anni addietro tra i tre enti, a dimostra-zione di certificata qualità e prestigio, che si raffor-za e si esprime, da tempo, in modo crescente.Una collaborazione tra distinti ambiti specialistici,comprendente tecnologia, relazione e vicinanza aibisogni del paziente e della famiglia. Nel tempo,questa collaborazione vanta un’accresciuta qualitàe competenze sempre maggiori e specifiche.L’invito di questi tre relatori è quello di imparare,come professionisti, a richiamare maggior attenzio-ne sul nostro ruolo professionale e sul nostro valo-re intrinseco.La scelta della data è in relazione alla nascita diFlorence Nightingale nel 1820. Questa donna hasegnato la storia della nostra professione e costitui-sce le nostre radici. Ogni infermiere sa di lei e dellasua acutezza ed intelligenza.Ma da quel periodo storico ad oggi le cure infer-mieristiche sono in costante evoluzione, rispettandole necessità e gli obiettivi che ogni epoca impone.Annette Biegger, infermiera esperta in cure infer-mieristiche, area infermieristica EOC, pone molte-plici riflessioni e considerazioni a tal riguardo.Da ieri ad oggi, in svariati ambiti di contenuto, sialegislativo che di conoscenze e competenze acqui-site, il ruolo infermieristico è evoluto.Siamo passati dalla singolarità e dipendenza, allacreazione di team di lavoro, con complessità multi-disciplinare.Un lavoro di squadra tra vari componenti interdisci-plinari, che abitano la scena delle cure, a beneficiodell’utenza.Le aumentate conoscenze tecnico-scientifiche hannopermesso e generato una maggior aspettativa di so-pravvivenza alle malattie croniche, implementando,di fatto, anche il progressivo miglioramento dellaqualità dell’offerta delle cure infermieristiche.

Oggi giorno ci si approccia sempre di più ad ognisingolo caso in modo multidisciplinare.Sempre più convinti che il futuro richiederà più col-laborazione, meno tempo, maggior qualità.I professionisti di oggi e di domani, diversamentedai loro predecessori, esprimono aspettative miratenelle specializzazioni, nell’affermazione delle pro-prie competenze, all’interno del team, come purenelle collaborazioni con altre figure professionaliemergenti.L’intero programma formativo di questa manifesta-zione introduce la riflessione e la tendenza ad ave-re un obiettivo comune: creare una RETE nella re-gione del Mendrisiotto. Occorre quindi intraprende-re un cammino per generare e produrre un linguag-gio che accomuni e sia condivisibile da tutti i prota-gonisti professionali in gioco, per affrontare la sfidadelle cure; quelle stesse cure che a loro volta pon-gono l’accento sullo sviluppo e sul mantenimentodella funzionalità della Rete e i suoi protagonisti.Percorrere la strada verso nuove competenze di cu-ra, che sostengono l’utente, ottenendo risultati pro-positivi e a favore del miglioramento, in un binomio“curato-curante” che si nutre vicendevolmente.Il come “curavamo ieri” non è più paragonabile alcome “ curiamo oggi”.Ma esiste comunque una storia che vale la pena co-noscere, che ha generato la nostra identità, che hapermesso a noi professionisti di crescere e di evol-verci, come ogni vivente può.Se oggi giorno ci si vanta di una notevole capacitàprofessionale, lo si deve al lavoro incessante, com-piuto, affrontato e vissuto, periodo dopo periodo.Sono state generate riflessioni e confronti, permet-tendo all’apparato formativo di aggiornarsi ed ul-tra specializzarsi.Siamo nate da colleghe che sostenevano un “ si èsempre fatto così….”, per offrire oggi giorno, ai fu-turi professionisti, il concetto delle evidenze scienti-fiche.Magistrale, a tal proposito, l’intervento della forma-trice Annalisa Speziali, che ha presentato l’excur-sus storico della formazione da ieri ad oggi.Sono maturati e accresciuti il senso e la responsabi-lità del professionista di oggi, nel ricercare sistema-ticamente l’aggiornamento sia generico che specia-listico del proprio sapere, impugnando un approc-cio didattico non più dall’alto verso il basso, macamminando insieme. Poiché apprendere è sem-pre possibile.Unitamente al lavoro concettuale di ogni singolapresentazione, una novità singolare ma di efficaciacomunicativa sono stati i filmati proiettati, che rap-presentavano delle interviste per mettere a confron-to i professionisti di ieri con quelli di oggi, permet-tendo in tempo reale di confrontare vissuti ed attesecome testimonianza storica di quanto siamo “diver-si”, ma in senso di evoluzione.Il collega Enrico Willemse è stato l’autore di questanovità.Dalla fotografia storica che ha documentato come

Una collaborazionetra distinti ambitispecialistici,comprendentetecnologia,relazione e vicinanza aibisogni del paziente e della famiglia

Foto: R

. Amoruso

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Cronaca regionale

erano i luoghi di cura, le divise che si indossavano,lo scenario che si abitava, al filmato interattivo traoperatori, come testimonianza reale e di confronto.Conoscere la propria storia, come pure documenta-re la storia che scriviamo oggi, quotidianamente, èper me la radice ed il cuore della nostra identità.Anche il collega Alberto Buzzi, infermiere e specia-lista clinico in salute mentale presso il Servizio Assi-stenza e Cura a Domicilio del Mendrisiotto e BassoCeresio, ha confermato contenuti e forme di rinno-vamento ed accresciuta competenza nella presa acarico dell’utente presso il proprio domicilio, soste-nendo con maggior determinazione quanto sia daimplementare una pianificazione delle cure che ab-bia inizio nel contesto ospedaliero, che sia poi mi-rato ed adeguato nell’ambito privato, concertandonel migliore dei modi risorse e possibilità a favoredel recupero funzionale ed umano.Obiettivo nuovo è quello di mantenere l’autonomiadel paziente a casa propria avvalendosi della con-divisione del piano di cura con gli altri interlocutoridella rete.Deve esserci continuità e confronto tra i curanti,non solo medici , ma anche assistenziali.Ancora una volta il concetto della condivisione hapreso forma, rappresentando in modo mirato il sen-so multidisciplinare della cura stessa.Lo spessore offerto dalla presentazione delle colle-ghe della psichiatria (Giovanna Ciano/ NicolettaColombo Schmid e Giuseppina Larghi) ha trovatomaggiormente conforto nel video narrante la leggeBasaglia che nel 1978 ha indotto e generato unatrasformazione della concezione sia di ospedaleche di malato psichiatrico. Oggi ci si esprime diver-samente parlando di “malattia mentale”. Molti pas-si sono stati fatti da allora.Non solo è evoluto il modo di concepire il ricoveroall’interno della struttura, ma è stata trasformata pu-re la struttura stessa, restituendo dignità e valore al-l’individuo affetto da tali patologie.Quella dignità che riconosce il paziente psichiatri-co come “ persona”, valicando il concetto della sfi-ducia verso la malattia mentale. Dalla definizione del soggetto psichiatrico come“anima vuota”, si è passati oggi, grazie al dottor Ba-saglia, a riconoscere che l’identità delle persone èfatta di cose semplici, quelle stesse piccole cose chesono il fulcro dei grandi cambiamenti. Il paziente di-venta cittadino che partecipa al suo percorso di cu-ra, che riconquista il lato umano della sua vita.Tutto ciò porta, come era immaginabile, ad un nuo-vo e maturo concetto del “ prendersi cura “ del pa-ziente psichiatrico, restituendolo al suo domicilio, alsuo tessuto sociale di appartenenza, integrandoloe non escludendolo, considerandolo un cittadinoda “proteggere” e non da “discriminare”.L’infermiere in salute mentale non esercita più lacontenzione fisica. La nuova competenza relazio-nale comporta l’uso preciso e nutritivo della parolainvece che delle cinture.

Un’ulteriore conferma che la specializzazione creala differenza, dove rete e multidisciplinarietà gioca-no un ruolo principe nello scenario della cura.Una presentazione teatrale programmata in tardamattinata e a metà pomeriggio ha rappresentato ol-tre allo scenario in sé della cura, i suoi gesti e i ca-ratteristici modi operandi dei professionisti, offren-do momenti di riflessione a cui indistintamentechiunque poteva attingere sia in senso riflessivoquanto ludico.La rappresentazione dal vivo ha sempre la magiadi rendere partecipe qualunque spettatore, se purcon l’intento di comprendere e ricercare spunti dimiglioramento individuali e collettivi.La quarta e ultima parte della giornata prevedevadue presentazioni sul concetto della resilienza. Va-lentina Di Bernardo e Michela Martinenghi, infer-miera specializzata in medicina intensiva la prima,caporeparto in chirurgia la seconda, hanno illustra-to come la capacità di adattarsi alle situazioni diffi-cili, di riuscire a modellarsi, a essere protagonisticome interlocutori professionali, ma interfaccia delpaziente di cui occorre prendere a carico la situa-zione sia un’arte inconsapevole, ma condivisa.Siamo noi in primis i testimoni quotidiani del fattoche prendere in cura l’altro non esula dal doverprendere in cura se stessi.Citando Eraclito apprendiamo che “l’unica cosache è permanente è il Cambiamento”.Cambiamento significa per definizione passare dauna situazione in cui ci si trova ad una realtà diver-sa. E il tempo diventa il filo conduttore che avvicinai contenuti alla realtà. Un tempo veloce di cambiamento, attraverso le co-noscenze e le proposte tecnologiche, richiede adat-tamenti nel prendersi cura sia dell’altro che di sestessi.“Fa sì che il tuo tempo sia VITA da vivere, e che latua vita non sia una perdita di Tempo...”.Occorre imparare a gestire il cambiamento: non cisi riduce più a eseguire gesti e agire in modo mec-canico, ma ci si sofferma a chiedersi “come ho la-vorato oggi?!”A chiusura dei lavori, la proiezione di un disegnoanimato promosso dall’ASI–SBK ha rivolto al pub-blico un messaggio chiaro, semplificato ma reale,sul valore della nostra professione.La lampada di Florence Nightingale racchiude, co-me si può immaginare, l’idea della cura, della vici-nanza alla persona richiedente, ma rappresentaanche l’idea della conoscenza e del sapere scienti-fico, ovvero della luce dell’intelligenza che nutre lanostra identità, recuperando, come detto in apertu-ra, un concetto e permettendoci di essere una pro-fessione “ intellettuale”, ieri come oggi e come nelfuturo che stiamo costruendo.Buon Lavoro a tutti i professionisti infermieri. �

* Rosanna Amoruso è infermiera specializzatain cure intense all’Ospedale Civico di Lugano

Non ci si riduce piùa eseguire gesti e

agire in modomeccanico, ma ci si

sofferma achiedersi “come holavorato oggi?!”

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7allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Cronaca regionale

Il Servizio Infermieristico, in linea con le po-litiche strategiche di salute della Clinica, hadeciso di implementare un progetto ri-orga-

nizzativo partendo dall’analisi dei bisogni disalute delle persone all’interno della comunitàluganese e dalla valutazione del modello or-ganizzativo infermieristico assistenziale di Te-am Nursing. Il progetto “To cure-To care” hala missione di migliorare l’efficacia e l’effi-cienza dell’assistenza, uniformare le cono-scenze dei professionisti e rafforzare l’identitàprofessionale infermieristica, e di soddisfarele richieste di benessere, sicurezza e qualitàespressi dagli assistiti tramite un’indagine co-noscitiva interna proposta dalla Clinica stessa

e tramite la raccolta delle segnalazioni perve-nute al Servizio per la Qualità.

La centralità del pazienteLo sviluppo del progetto ha avuto inizio conuno studio di fattibilità che ha condotto il Ser-vizio Infermieristico a definire la collaborazio-ne con il Servizio Formazione e la costituzio-ne del gruppo di lavoro “Gruppo PAI” (Pro-cesso di Assistenza Infermieristica). I motoriche spingono il progetto sono la passione e laconvinzione che l’infermiere possa fare la dif-ferenza erogando un’assistenza infermieristi-ca che pone al centro la persona. Inoltre ci ac-compagna la volontà di erogare un’assisten-za personalizzata che fa riferimento a cono-scenze riconosciute a livello internazionale(modello teorico di M. Gordon e le tassono-mie NNN) permettendoci di garantire un’as-sistenza infermieristica basata su prove di effi-cacia. Pertanto siamo fermamente convintiche il progetto “To cure-To care” aiuti a viverenella quotidianità i valori della Clinica Luga-nese Moncucco.

Distribuzione e integrazione delle competenzeIl processo di cambiamento culturale è sup-portato da un piano formativo pluriennale che

I motori chespingono il progettosono la passione ela convinzione chel’infermiere possafare la differenza

Progetto To cure – To care

“Vogliamo mettere un gran cuore in tutto quello che facciamo”

Foto: D

i Bacco

Il 12 maggio 2016 in Clinica Luganese si è svolta la Gionata Internazionale dell’Infermiereconclusasi con il Simposio: “Noi Infermieri”. La serata ha permesso di divulgare il progetto“To cure-To care” che ha avuto il suo lancio il 12 Maggio 2015 nella stessa ricorrenza.

Monica Di BaccoMaria Pia PollizziEleonora Liva Chiara Perego *

Le autrici dell’articolo

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info8 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Cronaca regionale

vede coinvolti tutti gli infermieri. Codice deon-tologico professionale ICN, “Processo infer-mieristico e pensiero critico”, modello teoricoM. Gordon e tassonomie NNN, sono “i mat-toni” per costruire le fondamenta all’imple-mentazione del progetto. L’offerta didatticaha permesso la partecipazione attiva di tutti icollaboratori favorendo la condivisione dellecompetenze professionali, al fine di sviluppa-re una identità infermieristica comune e con-divisa. Gli incontri hanno avuto inizio a giu-gno 2015 e hanno visto la partecipazionemensile di circa 140 infermieri per un totaledi 230 ore di aula.

“Siamo fermamente convinti che i rapportiumani costituiscano un elemento irrinunciabilee li curiamo quindi con particolare dedizione”

Ad oggi il progetto è stato implementato nelreparto di Cure intense e ha permesso il rag-giungimento dei seguenti risultati:• Implementazione del processo di assistenzainfermieristica con l’utilizzo del modelloTeorico di M. Gordon e le tassonomieNNN;

• Aumento della soddisfazione dell’assisten-za infermieristica erogata;

• Acquisizione di nuove competenze avanza-te dell’équipe infermieristica

La filosofia “To Cure-To Care”, adottata in Cli-nica Luganese Moncucco, desidera rafforzarel’identità professionale e garantire il prendersicura della persona in una dimensione olistica,rafforzando le competenze avanzate degli in-fermieri, le capacità di ragionamento critico ediagnostico e garantendo la qualità e la sicu-rezza dell’assistenza infermieristica.

Siamo fermamente convinti che i rapportiumani costituiscano un elemento irrinunciabilee li curiamo quindi con particolare dedizione.

Per noi essere infermieri è:

* Monica Di Bacco (Responsabile ServizioFormazione)Maria Pia Pollizzi (Responsabile ServizioInfermieristico)Eleonora Liva (Responsabile Servizio In-fermieristico)Chiara Perego (Gruppo PAI)Francesca Mangano (Gruppo PAI)

Gli obiettivi del progetto• Implementare un approccio sistematico e creativo usato per identificare, prevenire e trat-tare problemi di salute reali o potenziali, per identificare i punti di forza dell’assistito epromuoverne il benessere attraverso la personalizzazione dell’assistenza.

• Valorizzare le competenze cognitive, relazionali, culturali e tecniche favorendo creativitàe curiosità del professionista della salute.

• Costruire e promuovere l’identità professionale comune e condivisa. • Definire come elementi inderogabili la conoscenza e l’utilizzo del Modello Concettuale diMarjory Gordon e l’utilizzo della tassonomia NANDA-I ,NOC e NIC (NNN).

• Utilizzare un linguaggio infermieristico standardizzato.

Bibliografia:Bulechek e coll (2014) Classificazione degli interventi infermieristici NIC ; ed. it. a cura di L.A. Rigon,CEA: Casa Editrice Ambrosiana, Milano. - Consiglio Internazionale degli Infermieri (2012). Il codice de-ontologico degli infermieri del consiglio internazionale degli infermieri (ICN). Ginevra. - Gordon M.(2008) Diagnosi infermieristiche: processo e applicazioni; ed. it. a cura di L.A. Rigon, CEA- Casa EditriceAmbrosiana, Milano. - Herdman, T.H. & Kamitsuru, S. (a cura di). (2015). NANDA International DiagnosiInfermieristiche:Definizioni e classificazione 2015-2017. ed. it. a cura di L.A. Rigon, (2015) CEA: CasaEditrice Ambrosiana, Milano. - Moorhead e coll (2013) Classificazione dei risultati infermieristici NOC.Misurazione dei risultati di salute; ed. it. a cura di L.A. Rigon, CEA: Casa Editrice Ambrosiana, MilanoWilkinson J. (2013) Processo infermieristico e pensiero critico 3°ed, CEA- Casa Editrice Ambrosiana, Mi-lano. - Clinica Luganese. “Missione e Valori”:http://www.clinicaluganese.ch/index.php?option=com_content&view=article&id=53&Itemid=60(06.07.2016)

Foto: D

i Bacco

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9allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Approfondimenti

La somministrazione intravenosa di liquidi,nutritivi e farmaci è pratica molto frequen-te in sanità ed assume particolare impor-

tanza in oncologia per la somministrazione dichemioterapici e di terapie di sostegno. Lasomministrazione intravasale delle varie so-stanze può avvenire attraverso l’incannula-mento di una vena periferica (di competenzainfermieristica) o centrale (di competenza me-dica). Per ogni paziente andrebbe scelta lamodalità di somministrazione intravascolarepiù opportuna in funzione delle sue condizio-ni generali, dello stato delle sue vene periferi-che, del programma diagnostico-terapeuticoprevisto, del materiale a disposizione e, quan-do possibile, anche delle sue preferenze. Un’efficace strategia infusionale richiede quin-di una adeguata conoscenza del paziente edel suo programma terapeutico e la possibili-tà di scegliere fra le diverse modalità di som-ministrazione intra venosa, avendo a disposi-zione le opportune competenze professionali.Negli ultimi anni si è diffuso l’uso di cateteri cen-trali a inserimento periferico (Yamada et al.,2010), denominati PICC (Peripherally InsertedCentral Catheters). Essi sono sistemi venosi amedio termine, a una o a più vie, costruiti conmateriali ad alta biocompatibilità (silicone o po-liuretano) che vengono inseriti a livello centrale(in prossimità dell’atrio destro) attraverso l’incan-nulamento di una vena periferica dell’arto supe-riore. Possono rimanere in sito da pochi giornisino a un anno e già da alcuni anni sono consi-derati ideali per terapie infusionali della duratadi 1-6 mesi (Infusion Nurses Society, 2000). Laloro modalità d’impianto, che avviene a livelloperiferico, consente anche agli infermieri di as-sumersi la responsabilità di tale procedura, am-pliando così le proprie competenze.

Il problema di partenzaAllo IOSI, sino al maggio 2011, nella gestio-ne della terapia infusionale, si erano rilevati iseguenti problemi:I) vi erano alcuni pazienti sottoposti a farmacitendenzialmente irritanti, a cui per motivivari (di costo, di durata della terapia, di ri-schi da posizionamento) non veniva postoun AVI (dispositivo venoso impiantabile) oun CVC (catetere venoso centrale), e checon l’uso continuo e ripetuto di cateteri ve-nosi periferici presentavano flebiti ricorrenticon un progressivo danno del loro patrimo-nio vascolare;

II) in alcuni pazienti, con patrimonio venosoormai compromesso, era doloroso (per loro)e molto difficoltoso (per gli infermieri) trova-re un accesso venoso stabile e sicuro per as-sicurare loro la chemioterapia prescritta.

Non vi era infine la possibilità di utilizzare iCateteri venosi Centrali a Impianto Periferico(PICC) per la mancanza delle specifiche com-petenze professionali, sia tra gli infermieri siatra i medici.

La soluzione al problemaCi si è pertanto prefissi di migliorare la quali-tà delle cure, attraverso un ampliamento dellecompetenze professionali infermieristiche, perriuscire ad offrire, a un certo numero di pa-zienti, un’alternativa infusionale a loro più fun-zionale rispetto all’AVI (più costoso e che ri-chiede un piccolo intervento chirurgico), alCVC (con maggiori rischi di infezioni emati-che e/o complicanze da posizionamento) oalle venipunture ripetute (con flebiti plurime edanno al patrimonio venoso periferico). La no-vità per il contesto svizzero è che il PICC Te-am è stato costituito da infermieri, con la col-laborazione di un medico oncologo per tuttociò che riguarda gli aspetti clinici.

I punti di forza della soluzione adottata1 Una adeguata preparazione del piccolo nu-cleo d’infermieri (n° 5) selezionati per farparte del PICC Team. Particolare cura è sta-ta dedicata alla loro formazione teorico-pra-tica, anche con stage effettuati all’estero eal loro aggiornamento costante. La correttatecnica d’impianto, con utilizzo di un sono-grafo, è importante perché riduce i rischi dicomplicazioni precoci e tardive.

2 La definizione di precisi criteri decisionaliper aumentare le probabilità di posizionare“il giusto PICC, al giusto paziente e per ilgiusto tempo”. L’acquisizione di una nuovaabilità tecnica non doveva diventare il pre-testo per posizionare i PICC anche a pa-zienti che non ne avessero le indicazioni.Cosa che avrebbe potuto succedere se lanostra attenzione si fosse focalizzata soloall’acquisizione di una abilità tecnica, sen-za assumersi la responsabilità dell’interoprocesso di decisione e gestione del nuovopresidio.

3 La preparazione del contesto di accoglien-za del paziente con PICC. Consapevoli cheogni PICC in un nostro paziente avrebbe

I cateteri venosi centrali a impianto periferico (PICC)Un esempio di pratica infermieristica avanzata?

di Roberto GuggiariSimone LussuDario Valcarenghi*

Riconoscimento dell’arteria: Non comprimibile, pulsantesotto compressione

Venipuntura ecoguidata

Introduzione guida metallica

Inserzione del microdilatatore

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info10 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Approfondimenti

potuto rimanere in sito per più mesi e sareb-bero quindi stati manipolati da diversi attori(professionali e non), con un possibile au-mento dell’incidenza di complicazioni (mec-caniche, trombotiche, infettive), si è avviatoda subito un programma informativo/forma-tivo per le potenziali persone coinvolte nelprocesso (brochure per pazienti e familiari,corsi di formazione per operatori sanitariospedalieri e territoriali).

4 La sistematica raccolta di alcuni dati sui pa-zienti portatori di PICC (tipo di catetere, se-de, durata, problemi o complicanze, que-stionario di gradimento) per consentire al te-am il “governo clinico” del processo e il suocostante confronto con i dati di letteratura.Tale confronto, come pure quello con altrerealtà simili, è stato per noi come una “stellapolare” che ci ha consentito e ci consentetuttora di mantenere sulla giusta rotta questanostra esperienza, con alti standard di sicu-rezza per i pazienti.

Sintesi dei risultati dei primi anni diattività (30 maggio 2011 - 31 dicem-bre 2015)Nel periodo indicato sono stati posizionati463 PICC, di cui 428 su pazienti oncologici.Ogni mese sono stati posizionati all’incirca 8cateteri e ognuno di loro è rimasto in sito inmedia per oltre tre mesi (99 gg), ma con unampio range di variazione (2 – 465 gg) dovu-to alle particolarità di ogni caso trattato.Dall’analisi dei 402 PICC rispetto ai quali sihanno dati completi, si sono riscontrate le se-guenti complicazioni:• Di tipo meccanico (malfunzionamenti, sfila-menti, rotture) n° 23, pari al 5.72% dei casi;

• Trombosi venose sintomatiche n° 16, pari al3.98% dei casi;

• Batteriemie (riscontrate con emocolture) n°12, pari al 2.98% dei casi

• Altre (allergie a cerotti) n° 2, pari al 0.5%dei casi.

Il gradimento dei pazienti, valutato attraversoil questionario di gradimento allegato alla lo-ro brochure informativa, è risultato essere buo-no. Ne sono finora ritornati 195 e il punteg-gio medio da loro indicato è stato di 8.5 (inuna scala numerica da 0 a 10).Per quanto riguarda l’impegno profuso per lapreparazione degli operatori coinvolti nellagestione dei PICC, sono stati effettuati sino al-la fine del 2015 ben 52 corsi di formazioneteorico-pratica, sia a infermieri che a studentiin formazione.

ConclusioniCome nella maggior parte dei progetti di mi-glioramento in area sanitaria è importanteavere un’idea volta a migliorare la qualità divita delle persone che richiedono assistenza e

saper trovare il modo per poterla realizzare,agendo gradualmente e con determinazionesu più fattori e in diversi ambiti. L’acquisizionedella specifica competenza tecnica da partedegli infermieri del team è stata solo una par-te, seppur importante, del progetto in corsoche ha coinvolto, con modalità e responsabili-tà diverse, molti dei colleghi dello IOSI. Pergarantire sicurezza e continuità di assistenzaal paziente (e alla sua famiglia) altrettanto im-portante è stata la preparazione del contestoesterno attraverso l’informazione/formazionedi gran parte degli operatori che si sarebberopoi trovati a gestire un PICC (nel reparto, inambulatorio, a domicilio).Da non sottovalutare, infine, l’importanza del-l’aver deciso di raccogliere dati sistematici suipazienti portatori di tali cateteri per poteresercitare un reale “controllo clinico” sul taleprocesso di cui gli infermieri si sono assunti ladiretta responsabilità. Con tale esperienza ri-teniamo di aver già conseguito significativi ef-fetti positivi:• per i pazienti: per i quali è aumentata lapossibilità che venga scelta la via infusiona-le più adatta alla loro situazione (salvaguar-dando il loro patrimonio venoso e/o evitan-do rischi da utilizzo poco appropriato di al-tri presidi);

• per gli infermieri: che hanno avuto la possi-bilità di ampliare la loro competenza pro-fessionale e stanno consolidando la lorol’immagine presso i pazienti. Per le modali-tà adottate (controllo di un processo e nonsolo acquisizione di una abilità tecnica ag-giuntiva) riteniamo che possa essere unesempio concreto di attuazione nel nostrocontesto locale di competenze infermieristi-che avanzate.

• per l’organizzazione: perché con l’utilizzodei PICC dovrebbe essere migliorata anchel’appropriatezza nell’uso degli altri presidivenosi finora utilizzati in loro vece (AVI, piùcostoso e CVC, con più rischi nelle fase dipuntura e nello sviluppo d’infezioni).

Dopo l’avvio della nostra esperienza, anchealtri team infermieristici (anestesia dell’Ospe-dale San Giovanni e dell’Ospedale BeataVergine) hanno iniziato a impiantare PICC e,da gennaio 2016, i tre diversi gruppi si sonouniti a formare un unico gruppo PICC a livellodell’Ente Ospedaliero Cantonale, ampliandoin tal modo le possibilità d’intervento anche sualtre tipologie di pazienti che ne abbiano lanecessità.

Roberto Guggiari, Responsabile ServizioInfermieristico IOSI; Simone Lussu, Coordinatore del PICC teamIOSI; Dario Valcarenghi, Responsabile UfficioSviluppo e Ricerca Infermieristica IOSI

Bibliografia

Yamada, R., Morita, T.,Yashiro, E., Otani, H.,Amano, K., Tei, Y., &Inoue, S. (2010). Patient-Reported Usefulness ofPeripherally Inserted CentralVenous Catheters inTerminally Ill CancerPatients. Journal of Pain andSymptom Management, 40(1): 60-66.

Infusion Nurses Society(2000). Infusion nurses stan-dards of practice. J IntravenNurs; 23 (Suppl 6S): S1-S88.

Corrispondenza:Dario Valcarenghi Responsabile UfficioSviluppo e ricerca infermieri-sticaIstituto Oncologico dellaSvizzera Italiana (IOSI)Ospedale RegionaleBellinzona e ValliCH - 6500 BellinzonaTel +41 91 811 94 52Fax +41 91 811 90 [email protected]

Collaboratori del progetto e componenti del PICC Team IOSI: Paola Columpsi, Laura Moser, Carla Pedrazzani, Romina Prandi, Duska Pulijc, Miriam Ravelli-Todeschini,Sonia Tosi-Casado, Ignazio Trupiano,Massimilano Zanon.

Inserzione del cateteree suo fissaggio

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11allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Approfondimenti

Le cure, come tuttele altre professionifemminili, ritenuteinvisibili, sonotuttora menopagate

di Pia Bagnaschi Elogio delle cure infermieristiche

“Le professioni non hanno sesso, mahanno un’immagine” afferma RegulaStämpfli, introducendo il discorso

sulla discriminazione nel mondo del lavoro,in cui gli uomini sono tuttora meglio retribui-ti. Su Google, posizioni altamente remunera-te con gli uomini come targeting appaiono 6volte più spesso. Partendo da questa costa-tazione la relatrice ripercorre l’evoluzionedelle professioni, osservando come, perquanto riguarda la valorizzazione delle pro-fessioni femminili, la nostra società nonabbia fatto grandi passi avanti rispetto alpassato. Nel periodo precedente la rivolu-zione francese, per alcuni aspetti le corpora-zioni erano perfino più femministe, permet-tendo alle vedove di svolgere la professionedei mariti. Tuttavia, con l’identificazione del-l’uomo come membro dello stato, l’immagi-ne delle professioni che esercitava era mag-

giormente riconosciuta, con le ricadutesocio-economiche che ciò comportava. Percontro il lavoro svolto dalle donne, ad esem-pio nell’assistere le persone bisognose dicura, rientrava nella sfera privata e nonaveva un valore economico. Per questo lecure, come tutte le altre professioni femmini-li, ritenute invisibili, sono tuttora meno paga-te. Inoltre, troppo spesso, e l’ultima decisio-ne di non entrata in materia del Consiglionazionale a proposito dell’iniziativa parla-mentare sulla responsabilità delle infermierelo ha dimostrato, il personale infermieristicoè considerato come un fattore di costo. Unargomento infondato e basato su pregiudizie mancanza di lungimiranza, affermaRegula Stämpfli, che invita le infermiere aconcentrare le loro forze focalizzandolesull’obiettivo che intendono raggiungere,ribandendo quanto siano indispensabili per

1 Summit delle cure infermieristiche. Valori – Empatia – Fiamma/passione, Congresso dell’ASI, Davos, 1-3 giugno 2016

Foto: U

rsula Reinha

rd

Regula Stämpfli, politologa e storica, è stata la prima relatrice al congresso dell’ASI1 che si èsvolto a Davos a inizio giugno, iniziando con un applauso rivolto alle infermiere e invitando ledirette interessate ad applaudirsi a loro volta per il prezioso ruolo che svolgono nella società.

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ASI Svizzera: Dal mese di luglio 2016, e-log.ch, la piattaforma online per i pro-fessionisti della salute e i fornitori di for-

mazione, è disponibile anche in italiano. Gliutenti italofoni possono ora utilizzare piena-mente la pagina web e-log per registrare illoro profilo professionale e formativo, seguen-do le indicazioni in italiano. Finora sono oltreun migliaio i professionisti della salute chehanno utilizzato questo strumento per registra-re in modo non burocratico i loro corsi di for-mazione. Un ulteriore vantaggio di e-log è ilsistema a punti, attribuiti in base ai corsi fre-quentati, e il certificato rilasciato e aggiornatoannualmente. Inoltre l’agenda informa sulleattuali offerte di formazione. Per i membri ASIe SIGA/FSIA l’uso di e-log è gratuito. Per l’ASIe la SIGA/FSIA, gestori della piattaforma, laprotezione dei dati è di assoluta priorità. I datidegli utenti, ad esempio, sono assicurati da un

password personale. Con e-log si dispone delmiglior strumento per affrontare il futuro pro-fessionale. Ve ne potete convincere personal-mente consultando il sito www.e-log.ch.

info12 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Approfondimenti

il funzionamento della società. “Senza divoi la società si sfalderebbe, non è certo ilpersonale curante a far salire i costi dellasalute, bensì stili di vita inadeguati, uso sfre-nato di risorse e medicamenti, oltre allapovertà, che non permette l’accesso allecure e ne fa aumentare la richiesta.”

La forza del collettivoAffinché le cure e chi le presta possano dareil meglio e svolgere il loro importante ruolosociale, occorrono più tempo, più soldi,meno ore di lavoro e maggiore riconoscen-za. Chiudendo il suo intervento, la relatriceesorta le infermiere a collaborare e andarenella stessa direzione. Ciò comporta peròdegli ostacoli: infatti, afferma Stämpfli, ledonne sono portate a considerarsi compliciall’interno di un sistema basato sulla disu-guaglianza e a dubitare delle capacità delleloro colleghe. Il suo consiglio: “Non dovetevolervi bene o trovarvi simpatiche, doveterispettarvi e concentrare le vostre forze sul-

l’obiettivo da raggiungere, non sulla singolapersona.” L’autostima e la valorizzazionedel lavoro sono condizioni essenziali peravere maggior peso politico ed economico.Altrettanto importante è guardare con spiritocritico alle gerarchie, senza tuttavia sottova-lutarne il potere e soprattutto non credere achi afferma che privatizzazione e deregola-mentazione portino maggiore concorrenza,migliori risultati e più efficienza: l’unicacosa che portano è più burocrazia. Per con-trastare questa tendenza occorre alzare lavoce e unire le forze. Concludendo il suointervento ribadisce: “Come collettivo sieteimbattibili, siatene consapevoli!”

www.e-log.ch

L’importanza della formazione

continua ben documentata

Piattaforma e-logOra anche in italiano

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13allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Visibilità

Dare visibilità e riunire gli studenti in cure infermieristiche

Come è arrivato a conoscere l’Asso-ciazione e ad assumere un ruolo atti-vo nel comitato nazionale?Frequento la scuola specializzata superiore incure infermieristiche (SSSCI), sono al 3° anno,sto entrando nell’ultimo semestre. All’inizio delpercorso scolastico, sono venuto a conoscenzadell’opportunità di iscrizione gratuita per gli stu-denti in occasione della presentazione dell’As-sociazione Svizzera Infermieri (ASI) in classe,ho visto e letto il flyer e mi sono iscritto subito.Dal 1° anno di formazione ho cominciato apartecipare attivamente all’attività scolastica, aportare avanti progetti all’interno dell’istituto,ho conosciuto il presidente dell’assemblea stu-denti SSSCI, che era inoltre presidente della re-gione italofona dell’Associazione Allievi-Infer-mieri ed era membro del comitato precedente,al termine del suo mandato ho rilevato il suo in-carico. Da circa un anno sono attivo nel comi-tato nazionale dell’Associazione Allievi-Infer-mieri, ricopro la carica di vice-presidente e rap-presento gli studenti ticinesi. Sono una personaattiva, cerco di essere presente e di partecipa-re, se c’è la possibilità di portare avanti deiprogetti che sono a nostro vantaggio mi impe-gno e mi metto in gioco volentieri.

Può descrivere l’associazione? Come ènata?È l’associazione che riunisce tutti gli studenti incure infermieristiche della svizzera, indipenden-temente dal percorso formativo scelto. Ne fan-no parte studenti della formazione SUPSI e stu-denti che stanno facendo un percorso SSS. InSvizzera Romanda è prevalente la parte HES/SUPSI, in Svizzera Tedesca la formazioneSSS, in Ticino sono presenti le 2 vie.L’associazione è nata nella primavera del2014, grazie al contributo di alcuni studenti chesi sono impegnati attivamente per dar vita aquesto progetto e all’opportunità offerta dall’As-sociazione Svizzera Infermieri. Attualmente con-ta circa 400 membri, soprattutto romandi.

Si tratta di un’associazione di studen-ti, i membri si rinnovano in continua-zione, come lavorate concretamenteinsieme? Come è organizzata l’asso-ciazione?Il comitato nazionale, formato da 8 studentiprovenienti soprattutto dalla Romandia, ha il

compito di lavorare sugli obiettivi condivisi,di mettere in atto i progetti che permettono diconcretizzarli. Tra i membri di comitato vie-ne eletto un presidente e tre vice-presidentiche rappresentano le tre principali regionilinguistiche. In questa veste io rappresento ilTicino e gli studenti ticinesi. Gli altri membridi comitato hanno la carica di tesoriere, se-gretaria, responsabile della comunicazioneinterna e responsabile della comunicazioneesterna. Vi sono inoltre alcuni membri attiviche non fanno parte del comitato ma che simettono a disposizione per svolgere compitipuntuali.Il comitato viene rinnovato in continuazione,man mano che la formazione di chi è attivotermina, io mi diplomerò e terminerò il miomandato il prossimo anno, per dare continui-tà e per supportare chi mi sostituirà prevedocomunque di offrire, da neodiplomato, la miadisponibilità come consulente esterno per uncerto periodo.Siamo un’associazione specializzata partedell’associazione infermieri, rappresentiamogli studenti in seno all’assemblea dei delegatidell’Associazione Svizzera Infermieri. L’ASI ci sostiene dal punto di vista finanziario:abbiamo un budget da gestire e da impiegareper lavorare sui progetti, ci serve come rim-borso per le spese che sosteniamo per le tra-sferte, le riunioni ecc., e per far conoscerel’associazione studenti agli altri allievi, quindiper stampare documenti o gadget come ma-gliette, portapenne, utili a renderci visibili.L’iscrizione è gratuita per tutti gli studenti incure infermieristiche, essere membro ordinariodell’associazione non comporta nessun impe-gno ulteriore. Il numero di studenti iscritti è im-portante, ci motiva ulteriormente nel portareavanti progetti, più siamo numerosi più abbia-mo peso e siamo rappresentativi.

Quali sono gli scopi, gli obiettivi cheperseguite?Pur parlando lingue diverse e seguendo per-corsi formativi differenti, abbiamo una profes-sione in comune e viviamo in un paese comu-ne. Il primo obiettivo è quindi di sensibilizzaree promuovere l’identità infermieristica e di riu-nire gli studenti in cure infermieristiche pro-muovendo scambi tra i due tipi di formazionee tra le regioni linguistiche.

Stefano Mazza

Il numero distudenti iscritti èimportante, cimotivaulteriormente nelportare avantiprogetti

Intervista a Stefano Mazza, vice presidente e rappresentante degli studenti in cure infermieristi-che della regione di lingua italiana dell’Associazione Allievi-Infermieri.

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info14 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Visibilità

Un altro obiettivo che ci siamo posti è di pro-muovere l’interprofessionalità, partecipando acongressi per rendere visibile la professione in-fermieristica alle altre professioni sanitarie, perconoscere le altre professioni sanitarie, per fa-vorire il dialogo e lo scambio di idee alfine dimigliorare la presa a carico del paziente. Vorremmo inoltre essere una risorsa per glistudenti, lo scopo principale dell’associazioneè raggruppare e portare avanti i nostri interes-si, ma anche offrire una consulenza in meritoal percorso e a difficoltà puntuali che si posso-no incontrare: a volte condividere una difficol-tà con qualcuno che ha appena vissuto lo stes-so problema permette di sentirsi compresi edascoltati, può essere più efficace del supportodi altre figure professionali.Come ultimo obiettivo vorremmo creare dei le-gami a livello internazionale per gli studenti.

Come realizzate concretamente questiobiettivi? Può fare qualche esempio dicosa state attuando?Portare avanti progetti coerenti con gli obietti-vi è compito del comitato, che lavora in modocontinuativo per aggiornare il sito: www.Etu-diant-Infirmier.ch, la pagina Faceboock, Insta-gram e Twitter, per elaborare documenti e tra-durli nelle lingue nazionali, per mantenereuna comunicazione ed una visibilità costanti.Come esempi di progetti ne cito due: il primo ècentrato sull’obiettivo di promuovere l’interpro-fessionalità. Lo scorso autunno, lavorando insie-me a distanza, utilizzando cioè le moderne tec-nologie di comunicazione, abbiamo elaboratoun poster sull’applicazione della valutazione cli-nica da parte degli studenti in cure infermieristi-che in Svizzera. Nel mese di novembre 2015,io ed un mio compagno di classe insieme a duecolleghe romande lo abbiamo presentato ad uncongresso di studenti delle professioni sanitarieche si è svolto a Skopje in Macedonia, dovesiamo venuti in contatto con studenti di tutte leprofessioni sanitarie. È stato molto interessante,abbiamo riscosso un buon successo. Siamo ve-nuti in contatto con studenti in cure infermieristi-che che venivano da altri paesi come Malta o iPaesi Arabi, ci siamo potuti confrontare con re-altà completamente diverse dalla nostra, pro-prio nella quotidianità del nostro lavoro: adesempio il fatto di occuparci, come infermieri,dell’igiene personale del paziente ha lasciatomolto stupita la delegazione araba, nella lorocultura è la famiglia che si occupa delle cure dibase, le loro funzioni sono più centrate sull’ese-cuzione di atti medico delegati. Un’altra attività che mi sembra opportuno se-gnalare è la nostra presenza al congresso del-l’associazione professionale ASI che si è svol-to a Davos lo scorso mese di giugno. In que-sta occasione abbiamo potuto animare un“Café étudiant”, sul tema dell’interdisciplina-rietà, e allestire uno stand che ci ha dato mo-

do di informare, di presentarci ai professioni-sti, ai membri ASI, ai membri di comitato, dipromuovere incontri intercantonali tra allievi.

Tutto questo è molto stimolante, manon sarà certo privo di difficoltà. Qua-li sono e come si affrontano?L’ostacolo principale è rappresentato dalla di-stanza e dalle lingue diverse. Il comitato si riu-nisce almeno una volta all’anno, visto che lamaggioranza dei membri del comitato sonoromandi la lingua più diffusa è il francese.Questo ci facilita visto che per noi è più facilecomunicare in questa lingua rispetto al tede-sco. I membri di comitato comunicano quoti-dianamente tra di loro per fare il punto dellasituazione sull’evoluzione dei vari progetti uti-lizzando Skype, WhatsApp, ecc.., si lavoracomunque molto bene con questi mezzi. Un’altra difficoltà importante, ed è anche lasfida maggiore, è renderci visibili, motivaregli studenti a far parte dell’associazione.Spesso ho la sensazione di non avere abba-stanza riscontro, dovrei rappresentare gli stu-denti della mia zona linguistica, ma sonol’unico membro ticinese, quindi non avendonessuno da rappresentare spesso la mia fun-zione si limita a tradurre documenti ufficiali.

È un impegno costante. Cosa la moti-va, quali sono gli aspetti positivi lega-ti a questa attività?Lavorare in un gruppo nazionale mi offre lapossibilità di conoscere anche il giardino delvicino e non solo la realtà ticinese, mi dà lapossibilità di viaggiare, di partecipare a con-gressi. Trovo che gli scambi, le interazionicon altre culture arricchiscono sempre sia dalprofilo professionale che personale.

C’è un messaggio che vuole trasmet-tere? Se ci fossero allievi interessati,come possono iscriversi?L’associazione permette di costruire una retedi conoscenze che possono in futuro diventaredei riferimenti importanti se si volesse fareun’esperienza fuori cantone, permette di inte-ragire con studenti di altri cantoni per confron-tarsi, per mettere in comune idee, problemi.Per ragioni linguistiche siamo una minoranzaa livello Svizzero, rischiamo di rimanere isola-ti. Secondo me è importante avere una dele-gazione nazionale che rappresenti gli studentiin cure infermieristiche, sarebbe peccato per-dere questa occasione.Vorrei ricordare che vi sono due possibilità di-verse di vivere l’associazione. La prima comemembro ordinario non richiede nessun impe-gno aggiuntivo, la seconda come membro at-tivo richiede una certa disponibilità di tempoper dare il proprio contributo nel comitato,per seguire progetti.

Intervista: Laura Simoni

Un’altra difficoltàimportante, ed èanche la sfidamaggiore, è

renderci visibili,motivare gli

studenti a far partedell’associazione

Per maggiori informazio-ni si può consultare il sito www.Etudiant-Infirmier.ch dove si trovano anche glistatuti e la possibilità diiscrizione diretta online.

Contatto: [email protected]

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15allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.9/16

Invito alla lettura

In tempi di crisi dei libri sta ottenendo moltosuccesso un particolare prodotto editoriale:i libri da colorare per adulti. Sono album

con disegni a matita da riempire a piacimen-to, con paesaggi o motivi geometrici, fiori epersonaggi famosi a seconda dei gusti, pub-blicati da case editrici anche molto importan-ti.. Lo scopo principale degli adulti che com-prano di questi libri è rilassarsi: distrarre lamente, liberarsi dello stress concentrando lapropria attenzione su un compito semplice,che richiede un movimento ripetitivo e permet-te alla fine di godere della soddisfazione frut-

to dell’aver finito qualcosa e averlo fatto be-ne. Questo processo blocca il cervello sul pre-sente e ha un effetto positivo sull’umore.

Il libro di Johanna BasfordBenvenuti nel mio giardino segreto d'inchio-stro! Avventurati in questo album da colorarepieno di illustrazioni che aspettano solo di es-sere portate alla vita dai tuoi tocchi di colore.Ciascuna pagina è disseminata anche di pic-cole creature da scovare, come in una cacciaal tesoro, e tanti disegni hanno bisogno di es-sere completati dalla tua fantasia. �

Libri da colorare per adulti

Informazioni

www.e-log.ch

L’importanza della formazione

continua ben documentata

Informazione per gli infermieri indipendenti

Il consiglio nazionale ha accolto la legge sulle professioni sanitarie il 7 giugno 2016.

L'articolo 16 della legge sulle professioni sanitarie sancisce che le persone che

praticano una professione sanitaria su responsabilità propria, devono durante

tutta la vita e continuamente, approfondire ed ampliare le proprie competenze.

In occasione della giornata di qualità organizzata da CuraCasa lo scorso giugno,

è stata trasmessa l’informazione che gli infermieri indipendenti sono tenuti ad uti-

lizzare la piattaforma e-log per documentare la formazione continua effettuata.

Sul sito di curacasa www.curacasa.ch, nella sezione programma di qualità, si

trova la documentazione della giornata con tutte le informazione dettagliate.

Il giardino segreto.Giochi in punta di pennino

Giornata di studio

INTERPROFESSIONALITÀ: CONDIZIONE VITALE PER LA CURA

Organizzata dall’Associazione Svizzera Infermiere/i Sezione Ticino e dalla Scuola UniversitariaProfessionale della Svizzera Italiana – Dipartimento Economia Aziendale, Sanità e Sociale

giovedì 15 dicembre 2016

Aula Magna dell’USI

SCEF 034Sezione Ticino

L’accesso alla piattaforma

è ora possibile anche in italiano

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Agenda

CALENDARIO ATTIVITÀ ASI-SBK SEZIONE TICINO

CORSI – CONFERENZE – ATELIER – ASSEMBLEE SETTEMBRE 2016 – GENNAIO 2017

Per informazioni ed iscrizioni: Segretariato ASI-SBK Sezione TicinoTel. 091/682 29 31 - Fax 091/682 29 32 - e-mail: [email protected]

Sezione Tiocino SCEF 034

DATA CORSO TERMINE ANIMATORE PARTECIPANTI LUOGO ISCRIZIONE

16 – 23 – 30 SETTEMBRE 2016 BENDAGGIO COMPRESSIVO – ARTO INFERIORE 16.08.2016 MATTEO MOTTIN infermieri Bellinzona

26 SETTEMBRE 2016 REFRESH IMMUNOLOGIA 24.08.2016 MAURO REALINI infermieri Lugano operatori sociosanitari

27 SETTEMBRE 2016 ALZHEIMER: LA MALATTIA, LA COMUNICAZIONE, 24.08.2016 MICHELA TOMASONI ORTELLI operatori ramo socio-sanitario Bellinzona L’ASSISTENZA AL PAZIENTE

29 – 30 SETTEMBRE 2016 L’ARTE DELLA RELAZIONE SANITARIO - PAZIENTE 29.08.2016 VINCENZO SANTORO operatori ramo socio-sanitario Mendrisio

3 OTTOBRE 2016 PRIMI SOCCORSI 31.08.2016 formatori diplomati infermieri Lugano assistenti geriatrici

7 OTTOBRE 2016 LE DEMENZE PRECOCI: MALATTIE CHE SI VORREBBERO 05.09.2016 ALFREDO BODEO operatori ramo socio-sanitario Chiasso DIMENTICARE O PATOLOGIE EMERGENTI DA NON SCORDARE?

10 OTTOBRE 2016 “NON SO COSA DIRE...” CONVERSAZIONI DIFFICILI 07.09.2016 LOREDANA ODONE infermiere/i Lugano IN CURE PALLIATIVE! SONJA JOSIPOVIC

12 OTTOBRE 2016 LA COMPLESSITÀ DELLE CURE IN GERIATRIA 07.09.2016 CHRISTIAN MUSSO infermieri Giubiasco assistenti geriatrici operatori sociosanitari

13 OTTOBRE 2016 GRAFOLOGIA E ORIENTAMENTO PROFESSIONALE 12.09.2016 MARIA ANNA ZARAMELLA infermieri Chiasso

17 OTTOBRE 2016 RIFLESSOLOGIA DEL PIEDE COME MEZZO COMUNICATIVO: 14.09.2016 ANTONIO MAGLIO operatori ramo sanitario che Bellinzona APPROFONDIMENTO hanno seguito il primo livello

18 OTTOBRE 2016 SCELTE NEL FINE VITA 14.09.2016 DANIELA TOSI IMPERATORI operatori ramo socio-sanitario Lugano

20 – 21 OTTOBRE 2016 SPAZIO DI RIFLESSIONE A SENTIMENTI ED EMOZIONI 19.09.2016 VINCENZO SANTORO operatori ramo socio-sanitario Novazzano NEL LAVORO SOCIO - SANITARIO

24 OTTOBRE 2016 PRIMI SOCCORSI IN AMBITO TRAUMATOLOGICO 21.09.2016 formatori diplomati infermieri Lugano assistenti geriatrici che hanno partecipato al corso “Primi soccorsi”

26 OTTOBRE 2016 CORSO BASE DI ELETTROCARDIOGRAFIA 21.09.2016 SERGIO CALZARI infermieri Lugano operatori sociosanitari

7 NOVEMBRE 2016 PRIMI SOCCORSI IN SITUAZIONI D’URGENZA 05.10.2016 formatori diplomati infermieri Lugano assistenti geriatrici che hanno partecipato al corso “Primi soccorsi”

8 NOVEMBRE 2016 PARKINSON E PARKINSONISMI 05.10.2016 LAURA CANDUCI infermieri Chiasso

10 NOVEMBRE 2016 LA COMUNICAZIONE IN CAMPO PROFESSIONALE 10.10.2016 MICHELA TOMASONI ORTELLI operatori ramo socio-sanitario Giubiasco

14 – 15 NOVEMBRE 2016 RIFLESSOLOGIA DELLA MANO 12.10.2016 ANTONIO MAGLIO operatori ramo sanitario con Bellinzona formazione base in riflessologia

16 NOVEMBRE 2016 LA GESTIONE DEL PERSONALE: DALLA LEADERSHIP 12.10.2016 CHRISTIAN MUSSO infermieri Giubiasco ALLA VALORIZZAZIONE

18 NOVEMBRE 2016 IL DISAGIO, L’IMBARAZZO E LA SOFFERENZA DEL 17.10.2016 ALFREDO BODEO operatori ramo socio-sanitario Chiasso PROFESSIONISTA DELLA SALUTE NELLA RELAZIONE D’AIUTO CON I FAMIGLIARI DEL PAZIENTE

21, 22 NOVEMBRE 2016 COME DIVENTARE INFERMIERE INDIPENDENTE: ASPETTI 19.10.2016 NADIA FERRARI GRANDI infermieri Chiasso LEGALI, PROCEDURA ED ESERCIZIO DELLA FUNZIONE GIOVANNI MARVIN DANIELA TOSI IMPERATORI

24 – 25 NOVEMBRE 2016 PSICOLOGIA POSITIVA E DEL BENESSERE 24.10.2016 VINCENZO SANTORO operatori ramo socio-sanitario Mendrisio

28 NOVEMBRE 2016 IL RUOLO DI FORMATORE NELLA PRASSI INFERMIERISTICA 26.10.2016 DANIELA TOSI IMPERATORI infermieri Lugano

30 NOVEMBRE 2016 REFRESH DIAGNOSTICA 26.10.2016 MAURO REALINI personale di cura operante in ambito Lugano domiciliare e case anziani

5 – 6 DICEMBRE 2016 RIFLESSOLOGIA DEL PIEDE 02.11.2016 ANTONIO MAGLIO operatori ramo sanitario con Bellinzona NELLE PROBLEMATICHE INTESTINALI formazione base in riflessologia

7 DICEMBRE 2016 LA FRAGILITÀ NELL’ANZIANO: INTERVENTI DI PREVENZIONE 07.11.2016 MORENA GENERELLI operatori ramo sanitario Lugano DELLE CADUTE NEGLI ANZIANI

12 DICEMBRE 2016 IGIENE ORALE NELLE CURE 09.11.2016 MILENA SCARONI operatori ramo sanitario Giubiasco

14 DICEMBRE 2016 INSUFFICIENZA CARDIACA: CAPIRLA PER GESTIRLA 09.11.2016 GAVINO PERUZZU infermieri Lugano

15 – 16 DICEMBRE 2016 SENSI DI COLPA: FRA IL CONDIZIONAMENTO E LA 14.11.2016 VINCENZO SANTORO operatori ramo socio-sanitario Mendrisio RICONCILIAZIONE DELLA NOSTRA VITA EMOTIVA

19 DICEMBRE 2016 “ATELIER DI PRATICA” IN CURE PALLIATIVE: DALL’ASSESSMENT 16.11.2016 PATRICK BOMMARITO infermieri Lugano ALLE TECNICHE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI LUISELLA MANZAMBI